XIX LEGISLATURA
TESTO AGGIORNATO AL 29 MAGGIO 2023
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli
nella seduta del 27 febbraio 2023.
Albano, Ascani, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Cappellacci, Carloni, Carmina, Cattaneo, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nisini, Nordio, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Prisco, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zucconi.
(Alla ripresa pomeridiana della seduta)
Albano, Ascani, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Cappellacci, Carloni, Carmina, Cattaneo, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nisini, Nordio, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Prisco, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zucconi.
Annunzio di proposte di legge.
In data 23 febbraio 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
TOSI ed altri: «Modifiche agli articoli 5 e 37 della legge 9 marzo 1989, n. 88, in materia di competenze del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale della previdenza sociale e di istituzione dell'Anagrafe generale dell'assistenza sociale presso il medesimo Istituto» (917);
VACCARI: «Modifica all'articolo 86 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di regime previdenziale degli amministratori locali» (918);
TRAVERSI: «Modifiche al codice della navigazione e altre disposizioni recanti misure di semplificazione in materia di ordinamento amministrativo della navigazione, lavoro marittimo e disciplina delle Autorità di sistema portuale» (919);
PERISSA e MOLLICONE: «Istituzione dei Giochi della gioventù “Giulio Onesti”» (920);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PROVENZANO: «Modifiche agli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione, in materia di forme e condizioni particolari di autonomia regionale, competenze legislative dello Stato e delle regioni e destinazione di risorse aggiuntive al Mezzogiorno, alle isole e alle aree interne del Paese» (921).
Saranno stampate e distribuite.
Annunzio di disegni di legge.
In data 23 febbraio 2023 sono stati presentati alla Presidenza i seguenti disegni di legge:
dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale:
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina sulla cooperazione di polizia, fatto a Kiev il 10 giugno 2021» (922);
«Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi, con Allegati, fatta a Vienna il 15 novembre 1972» (923);
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino concernente il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie in materia di misure alternative alla detenzione, sanzioni sostitutive di pene detentive, liberazione condizionale e sospensione condizionale della pena, fatto a San Marino il 31 marzo 2022» (924).
Saranno stampati e distribuiti.
Annunzio di proposte
di inchiesta parlamentare.
In data 23 febbraio 2023 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa dei deputati:
DE CORATO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie» (Doc. XXII, n. 21).
Sarà stampata e distribuita.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge costituzionale PRISCO ed altri: «Modifica all'articolo 32 della Costituzione, in materia di promozione dell'accesso alla pratica sportiva» (337) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Morgante.
La proposta di legge DI LAURO ed altri: «Istituzione della figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado» (520) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fede.
La proposta di legge DE MARIA ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale dei risvegli, per la ricerca sul coma» (521) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fede.
La proposta di legge ASCARI ed altri: «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e della violenza sui minori» (603) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fede.
La proposta di legge SCUTELLÀ ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, in materia di congedo e indennità di maternità e di congedo parentale, nonché agevolazione contributiva per l'assunzione di donne che riprendono l'attività lavorativa dopo la maternità» (609) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Fede e Roscani.
La proposta di legge SANTILLO ed altri: «Modifica all'articolo 142 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di limiti di velocità, con riduzione dei limiti massimi per la viabilità urbana secondaria» (718) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sergio Costa.
La proposta di legge ONORI ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo» (749) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Scerra.
La proposta di legge D'ORSO ed altri: «Delega al Governo per il riordino dei corsi universitari nelle materie giuridiche, nonché modifiche alla legge 31 dicembre 2012, n. 247, e al regio decreto-legge 27 novembre 1933, n. 1578, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 gennaio 1934, n. 36, in materia di tirocinio ed esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione forense» (751) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Scerra.
La proposta di legge VARCHI ed altri: «Disposizioni in materia di riconoscimento dell'apnea ostruttiva nel sonno come malattia cronica e invalidante nonché per la diagnosi e la cura di essa» (765) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ambrosi.
La proposta di legge LUCASELLI ed altri: «Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, in materia di assegnazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata» (803) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Palombi.
La proposta di legge QUARTINI ed altri: «Disposizioni per il potenziamento degli aspetti comunicativi nelle relazioni del professionista sanitario con il paziente e i suoi familiari e con i componenti dell'équipe sanitaria» (811) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Scerra.
La proposta di legge QUARTINI ed altri: «Modifiche alla legge 29 luglio 1975, n. 405, in materia di organizzazione e funzioni dei consultori familiari» (839) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Scerra.
Modifica del titolo di proposte di legge.
La proposta di legge n. 306, d'iniziativa dei deputati CONTE ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Disposizioni in materia di salario minimo e di rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva».
Ritiro di proposte di legge.
In data 23 febbraio 2023 la deputata Frijia ha comunicato, anche a nome dei cofirmatari, di ritirare la seguente proposta di legge:
FRIJIA ed altri: «Modifica dell'articolo 04 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, in materia di aggiornamento della misura minima dei canoni annui relativi alle concessioni demaniali marittime» (899).
La proposta di legge sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.
Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
II Commissione (Giustizia)
PITTALIS: «Modifiche all'articolo 634 del codice di procedura civile in materia di idoneità delle fatture elettroniche, estratte dal sistema di interscambio dell'Agenzia delle entrate, a costituire prova scritta nei procedimenti di ingiunzione» (776) Parere delle Commissioni I, V, VI e X;
RIZZETTO: «Istituzione del Garante nazionale per la tutela dei diritti delle vittime dei reati intenzionali violenti» (841) Parere delle Commissioni I, V, XI e XII;
RIZZETTO: «Modifiche al codice penale in materia di reati contro gli animali» (842) Parere delle Commissioni I, XII e XIII;
S. 340. – Senatori BALBONI e LIRIS: «Introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche» (approvata dal Senato) (911) Parere delle Commissioni I, V, IX e XII.
III Commissione (Affari esteri)
S. 328. – Senatori CRAXI ed altri: «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo in materia di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dominicana, con Allegato, fatto a Roma il 14 febbraio 2019» (approvata dal Senato) (912) Parere delle Commissioni I, V, VII e XIV;
S. 329. – Senatori CRAXI ed altri: «Ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Armenia sull'autotrasporto internazionale di passeggeri e di merci, firmato il 7 agosto 1999, fatto a Jerevan il 31 luglio 2018» (approvata dal Senato) (913) Parere delle Commissioni I, V, IX e XIV;
S. 330. – Senatori CRAXI ed altri: «Ratifica ed esecuzione delle seguenti Convenzioni: a) Convenzione sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, n. 155, fatta a Ginevra il 22 giugno 1981, e relativo Protocollo, fatto a Ginevra il 20 giugno 2002; b) Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, n. 187, fatta a Ginevra il 15 giugno 2006» (approvata dal Senato) (914) Parere delle Commissioni I, V, X, XI e XII;
S. 331. – Senatori CRAXI ed altri: «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato plurinazionale di Bolivia, fatto a La Paz il 3 marzo 2010» (approvata dal Senato) (915) Parere delle Commissioni I, V, VII, X e XIV;
S. 332. – Senatori CRAXI ed altri: «Adesione al Protocollo addizionale alla Carta europea dell'autonomia locale sul diritto di partecipare agli affari delle collettività locali, fatto a Utrecht il 16 novembre 2009» (approvata dal Senato) (916) Parere delle Commissioni I e V.
IV Commissione (Difesa)
BATTILOCCHIO: «Istituzione della qualifica di veterano» (861) Parere delle Commissioni I, V, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XII.
VI Commissione (Finanze)
CONGEDO ed altri: «Disposizioni per agevolare il recupero dei crediti in sofferenza e favorire e accelerare il ritorno in bonis del debitore ceduto» (843) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), V, X e XIV.
VII Commissione (Cultura)
ZARATTI e SCOTTO: «Celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti» (778) Parere delle Commissioni I , V e VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria).
XI Commissione (Lavoro)
CONTE ed altri: «Disposizioni in materia di salario minimo e di rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva» (306) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X e XIV;
MORGANTE ed altri: «Modifiche all'articolo 1 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di inserimento delle vittime di violenza con deformazione o sfregio permanente del viso nelle categorie protette ai fini del collocamento obbligatorio al lavoro» (786) Parere delle Commissioni I, II, V, X e XII.
XII Commissione (Affari sociali)
PITTALIS ed altri: «Modifiche alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e altre disposizioni per il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo» (891) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI e XIV.
Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali)
MASCHIO ed altri: «Introduzione dell'articolo 612-bis.1 del codice penale, concernente i reati di bullismo e cyberbullismo, modifica dell'articolo 731 del medesimo codice, in materia di inosservanza dell'obbligo di istruzione dei minori, e delega al Governo per l'adozione di disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo» (910) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e IX.
Assegnazione di proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
I Commissione (Affari costituzionali):
ALFONSO COLUCCI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie» (Doc XXII, n. 19) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII e XII.
Trasmissione dalla Presidenza
del Consiglio dei ministri.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 16 febbraio 2023, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, che è stata autorizzata, in relazione a un intervento da realizzare tramite un contributo assegnato per l'anno 2018 in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale, l'utilizzo dei risparmi di spesa realizzati dall'associazione CBM Italia ONLUS per la realizzazione del progetto «Promuovere la sicurezza alimentare e la resilienza di donne con disabilità e le loro famiglie nella sub-contea di Igembe Nord (Kenya)».
Questa comunicazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla V Commissione (Bilancio).
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 16 febbraio 2023, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, che è stata autorizzata, in relazione a un intervento da realizzare tramite un contributo assegnato per l'anno 2014 in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale, l'utilizzo dei risparmi di spesa realizzati dall'associazione Persone come noi ONLUS per la realizzazione del progetto «Sostegno alla sicurezza alimentare delle comunità indigene Quechua del distretto di Los Morochucos in Perù attraverso la conservazione e lavorazione del latte».
Questa comunicazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla V Commissione (Bilancio).
Trasmissione dalla Corte dei conti.
Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 21 febbraio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei dottori commercialisti (CNPADC), per l'esercizio 2021, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 49).
Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).
Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 23 febbraio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto poligrafico e zecca dello Stato Spa, per l'esercizio 2021, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 50).
Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio).
Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 22 febbraio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale per il microcredito, per l'esercizio 2020, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 51).
Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).
Trasmissione dal Ministro del lavoro
e delle politiche sociali.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 22 febbraio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21, comma 1, della legge 12 marzo 1999, n. 68, la relazione sullo stato di attuazione della medesima legge n. 68 del 1999, recante norme per il diritto al lavoro dei disabili, relativa all'anno 2019 (Doc. CLXXVIII, n. 1).
Questa relazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).
Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 23 febbraio 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di comitato misto istituito dall'accordo quadro di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica delle Filippine, dall'altra, in riferimento alla prevista adozione di una decisione relativa all'istituzione di un sottocomitato per la cooperazione marittima (COM(2023) 92 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 92 final – Annex), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla III Commissione (Affari esteri), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 23 febbraio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sulla proposta di decisione di esecuzione del Consiglio che autorizza la Repubblica italiana ad applicare una misura speciale di deroga all'articolo 285 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto e che abroga la decisione di esecuzione (UE) 2020/647 (COM(2023) 89 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento.
Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.
Il Ministero dell'interno, con lettera in data 9 febbraio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento del consiglio comunale di Angera (Varese).
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.
Trasmissione dal Garante del
contribuente per l'Abruzzo.
Il Garante del contribuente per l'Abruzzo, con lettera in data 16 febbraio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale in Abruzzo, riferita all'anno 2022.
Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).
Trasmissione dal Garante del
contribuente per la Calabria.
Il Garante del contribuente per la Calabria, con lettera in data 21 febbraio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale in Calabria, riferita all'anno 2022.
Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).
Trasmissione dal Garante del
contribuente per la Lombardia.
Il Garante del contribuente per la Lombardia, con lettera in data 23 febbraio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale in Lombardia, riferita all'anno 2022.
Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
ERRATA CORRIGE
Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 23 febbraio 2023, a pagina 5, prima colonna, seconda riga, dopo la parola: «previdenziale)» deve intendersi inserita la seguente: «, XII».
Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 23 febbraio 2023, a pagina 5, prima colonna, sedicesima riga, le parole: «DOC XXII n. 16» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «DOC XXII, n. 20».
MOZIONI MAZZETTI ED ALTRI N. 1-00040, SANTILLO ED ALTRI N. 1-00048 (NUOVA FORMULAZIONE), SANTILLO ED ALTRI N. 1-00048 E ZANELLA ED ALTRI N. 1-00075 CONCERNENTI INIZIATIVE IN MATERIA DI AGEVOLAZIONI FISCALI PER IL SETTORE EDILIZIO E PER L'EFFICIENZA ENERGETICA
Mozioni
La Camera,
premesso che:
il sistema di incentivi per l'efficienza energetica, sisma bonus e fotovoltaico di cui agli articoli 119 e successivi del decreto-legge n. 34 del 2020, (cosiddetto «Superbonus 110 per cento» entrato in vigore il 19 maggio 2020) è stato modificato 19 volte nel corso degli ultimi due anni. In particolare, per l'articolo 121, quello relativo all'opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura in luogo delle detrazioni fiscali, estesa peraltro a tutte le tipologie di bonus edilizi, si contano 14 modifiche rispetto al testo originario. La quasi totalità dei cantieri ha visto modificarsi la normativa di riferimento almeno due volte, dall'inizio alla conclusione dei lavori;
fino all'intervento del decreto cosiddetto «Antifrodi» (decreto-legge 11 novembre 2021, n. 157, poi trasfuso nella legge di bilancio 2022), i meccanismi dello sconto in fattura e della cessione dei crediti a favore del sistema bancario, assicuravano tempi certi di realizzo, che garantivano alle imprese esecutrici una congrua programmazione degli interventi e il rispetto delle tempistiche previste;
a decorrere dal 12 novembre 2021, per ridurre i rischi di frodi o di utilizzi indebiti dell'agevolazione, il citato «decreto Antifrodi» ha introdotto l'obbligo dell'asseverazione di congruità delle spese e del visto di conformità anche per la cessione di bonus diversi dal 110 per cento, nonché l'obbligo di assoggettare al visto di conformità anche l'utilizzo diretto del superbonus nella dichiarazione dei redditi. In forza dell'articolo 28 del decreto-legge n. 4 del 2022, per i bonus legati a interventi edilizi sono state vietate le cessioni «a catena», ritenendosi legittimo, oltre allo sconto in fattura sul corrispettivo, un solo trasferimento;
oltre a queste previsioni una serie di fattori concomitanti ha determinato il progressivo blocco del mercato delle cessioni dei crediti fiscali detenuti nei cassetti delle imprese operanti nel settore delle ristrutturazioni edilizie. In particolare si segnalano: 1) la circolare 23/E dell'Agenzia delle entrate (Ade) del 23 giugno 2022, sulla responsabilità solidale, che ha determinato un immediato irrigidimento del sistema bancario in merito alle procedure di acquisizione di detti crediti; 2) una serie di sentenze della Corte di cassazione (da ultimo 30 dicembre 2022, n. 49687) che, in mancanza di una espressa esclusione di legge, confermano l'applicabilità del sequestro preventivo dei crediti anche presso il terzo in buona fede, in presenza di procedimenti relativi all'illegittima creazione di crediti fiscali inesistenti, con la motivazione che il sequestro collegato alla cosa e non alla persona;
la Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, nella sua relazione finale, comunicata alla Presidenza della Camera il 6 ottobre 2022 ha osservato che la capienza fiscale dei 12 principali istituti di credito è di 16,2 miliardi di euro l'anno, pari a 81,1 miliardi nel quinquennio. Poiché tali banche hanno accettato crediti fiscali derivanti da cessioni dei bonus edilizi per 30 miliardi di euro e altri 47 miliardi sono in valutazione (complessivamente il 78 per cento del mercato delle cessioni), la loro capienza fiscale sarebbe al limite. Peraltro negli ultimi anni sono state adottate diverse misure di sostegno sotto forma di credito d'imposta cedibile alla banca: i bonus energia per le imprese del solo 2022 ammontano a 13 miliardi, da utilizzare entro il giugno 2023. Questa massa cedibile amplifica i rischi relativi ai limiti di capienza fiscale delle banche;
a fronte della situazione di stallo del mercato delle cessioni e delle conseguenze sofferenze delle imprese, in particolare delle Pmi, Parlamento e Governo, sono più volte intervenuti: il numero dei possibili trasferimenti è aumentato sino alla previsione, contenuta nel testo di conversione del decreto-legge n. 176 del 2022 di una sola cessione a terzi e tre ulteriori cessioni effettuate in favore di istituti di credito e intermediari finanziari, con possibilità per quest'ultimi, di cedere a propri correntisti in possesso di partita Iva. Inoltre l'Agenzia delle entrate (Ade) ha consentito il frazionamento dei crediti per annualità, in virtù del fatto che ciascuna di esse dispone di un codice univoco;
oltre a questo, l'articolo 14 del decreto-legge n. 50 del 2022, l'articolo 33-ter del decreto-legge n. 115 del 2022 e l'articolo 9 del decreto-legge n. 176 del 2022, limitatamente alle questioni relative alla cessione del credito, hanno previsto: l'estensione delle norme sulle cessioni plurime ai crediti, antecedenti il 1° maggio 2022, la possibilità di integrare le documentazioni dei crediti antecedenti il 12 novembre 2021, le modifiche in tema di responsabilità solidale, che ora si configura solo in caso di dolo o colpa grave, la possibilità che i crediti d'imposta in possesso delle imprese inviati al 31 ottobre 2022 siano fruibili in 10 rate e il possibile intervento di Sace a garanzia dei prestiti che le banche potranno concedere alle imprese operanti nel settore edilizio (Ateco 41 e 43) per trasformare in liquidità i crediti acquisiti o gli sconti in fattura concessi;
questi interventi non sono serviti a riavviare compiutamente il mercato delle cessioni, che appare afflitto da una generale sfiducia tra gli operatori. Si è determinata una paradossale situazione nella quale le imprese che effettuano i lavori, in particolare le piccole e medie imprese (Pmi) si ritrovano con i cassetti fiscali pieni, ma senza risorse per poter proseguire i lavori, onorare gli impegni coi fornitori, pagare stipendi e contributi;
le Pmi segnalano l'introduzione di nuove condizioni per l'acquisto del credito da parte del sistema creditizio, tra le quali l'esame del merito creditizio del cedente, l'accettazione di fatture solo oltre un certo importo, la difficoltà, per le imprese che operano tramite Sal, di cedere i Sal successivi al primo a istituti di credito diversi da quelli a cui hanno ceduto il primo. In generale, si registra un maggior onere a carico del cedente e soprattutto una minore celerità nella definizione delle pratiche, dovuta al rafforzamento dei controlli, nonostante il fatto che, una volta ottenuta asseverazione, visto di conformità e codice univoco, il credito da cedere sia certo;
sono quasi 50 mila le Pmi che, in questo periodo, stanno accusando difficoltà nello smaltimento di questi crediti. Il centro studi di Cna ha ripetuto recentemente l'indagine, già effettuata a giugno 2022, sulle cessioni dei crediti, rilevando un aggravamento della situazione. Nel campione di imprese intervistato è esplosa la percentuale di imprese che, da almeno cinque mesi, si trovano ad avere un cassetto fiscale pieno: attualmente, sfiora il 75 per cento mentre nella precedente rilevazione era a quota 35 per cento. Aumenta al 54 per cento del totale il numero di imprese che detengono crediti per valori superiori a 100 mila euro. Oltre metà delle imprese intervistate dichiara di essere in ritardo con il pagamento dei fornitori, il 40 per cento dichiara di far fatica a pagare tasse e imposte, mentre il 60 per cento sta valutando la sospensione dei cantieri in corso. Dall'analisi dei fatturati e della consistenza media dei crediti emerge che il blocco colpisce di più le imprese minori. L'importo totale dei crediti relativi ai bonus edilizi, incluso il superbonus, ceduti e non ancora accettati dai cessionari dopo 30 giorni, ammontava a più di 5 miliardi di euro (5.175,7 milioni) secondo i dati forniti dall'Ade il 19 maggio 2022. Un dato che potrebbe essere sottostimato ove si consideri che la Cna (giugno 2022) ha valutato che i crediti bloccati sono circa il 15 per cento del totale. Ulteriori dati sulla situazione dei crediti in corso di cessione possono desumersi dalla citata relazione della Commissione inchiesta banche (pagina 83 e successive);
il 10 novembre 2022 Abi e Ance hanno insieme scritto al Governo una lettera per richiamare l'attenzione sulla gravità della situazione nella quale si trovano migliaia di cittadini e imprese che hanno fatto affidamento sulle norme di utilizzo dei bonus edilizi, chiedendo una misura tempestiva e di carattere straordinario che consenta agli intermediari di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, da compensare con i crediti ceduti dalle imprese;
i bonus edilizi sono trasferimenti di risorse ai cittadini e non alle imprese. La certezza della cedibilità dei crediti fiscali da parte delle imprese della filiera delle costruzioni è la pre-condizione necessaria per sostenere i meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito. In questo contesto, le imprese che realizzano i lavori anticipano il valore del contratto che poi lo Stato rimborserà in più anni. Una modalità in cui le imprese svolgono il ruolo di finanziatore di lavori per conto dello Stato, l'affermazione che la cessione è una possibilità, non un diritto, in ossequio all'impostazione Eurostat sulla natura dei bonus edilizi, va conciliata con l'esigenza di assicurare la certezza del diritto e il legittimo affidamento delle Pmi in difficoltà per aver utilizzato le possibilità offerte dalle norme vigenti. Correttamente è stato osservato che non è possibile considerare fatturato e imposte come quantità equivalenti nel conto economico delle aziende. Per i crediti bloccati, detenuti dalle imprese, cresce il rischio che essi vengano svenduti a intermediari-avvoltoio, con il nefasto di risultato di danneggiare il sistema delle imprese e di dover comunque porre a carico della finanza pubblica i crediti in scadenza;
grava, sulla questione delle cessioni, la sospensione del giudizio da parte di Eurostat relativamente alla natura dei bonus edilizi. Norme che favoriscano la possibilità di passare il credito con lo Stato a soggetti con una capienza fiscale maggiore potrebbero aumentare il rischio di far rientrare la spesa, finora considerata «non pagabile» e quindi non caricata direttamente sul debito per tutte le rate annuali in previsione di essere pagate, tra quelle considerate da Eurostat come invece «pagabili», ovvero un esborso certo per lo Stato e quindi da considerare tutto e subito ai fini della contabilità nazionale. Un round di incontri con i tecnici Eurostat è atteso per i prossimi mesi;
la Nota di aggiornamento al Def di settembre 2022 sconta, per bonus edilizi, un onere di oltre 61 miliardi. Nell'audizione parlamentare del 10 novembre 2022 sulla Nadef il Ministro dell'economia e delle finanze ha parlato di uno scostamento di 37,8 miliardi sui conti pubblici. Il 14 dicembre il Ministro ha riferito all'Aula della Camera dei deputati, che dati al momento in possesso dell'Ade, per il periodo ottobre 2020-novembre 2022, mostrano che l'ammontare dei crediti è pari complessivamente a 99,4 miliardi di euro, di cui riferibili al superbonus 52,1 miliardi e al bonus facciate 24,8 miliardi. Il report Enea con i dati al 31 dicembre 2022, relativo al solo Superbonus 110 per cento indica oneri a carico dello Stato pari 51,3 miliardi di euro già maturati e 68,7 miliardi di euro potenzialmente previsti a fine lavori. I dati scorporati mostrano brusche accelerazioni a settembre 2022 (scadenza termine 30 per cento completamento lavori unifamiliari) e dicembre (scadenze varie, tra cui bonus facciate, corsa alla Cilas per blindare il 110 per cento per i condomini);
a seguito dell'approvazione del decreto-legge cosiddetto Aiuti-quater, il totale dei mezzi di copertura della spesa relativi al solo Superbonus 110 per cento per il periodo 2022-2036 assomma 33,3 miliardi, cui si sono aggiunti effetti indotti positivi sulle imposte dirette e indirette, stimati in circa 1,5 miliardi. Parte della spesa trova copertura nel PNRR, all'interno della missione «Rivoluzione verde e transizione ecologica», che stanzia 13,95 miliardi di euro per l'investimento «Ecobonus e Sismabonus fino al 100 per cento»; a questi si aggiungono altri 4,56 miliardi finanziati dal piano complementare, per un totale di 18,51 miliardi;
dai dati sopra esposti appare evidente il netto sbilanciamento tra le risorse appostate (circa 33,3 miliardi di euro) e quelle necessarie a coprire le spese ammesse o potenzialmente ammissibili (68,7 miliardi di euro, potenziali e in crescita), relative ai crediti d'imposta relativi al Superbonus 110 per cento nell'arco dei periodi di imposta dal 2022 al 2036;
rispetto a questi dati sussiste una significativa disparità di cifre tra quanto iscritto nei documenti pubblici e quanto riportato nei calcoli da autorevoli istituti, che giungono a sostenere che il reale impatto dei bonus edilizi sui conti pubblici sia limitato a una quota molto inferiore di quanto dichiarato. Negli ultimi mesi sono stati pubblicati diversi studi redatti da associazioni di categoria del mondo dell'edilizia e delle costruzioni o da istituti di ricerca. In particolare si segnalano:
a) lo studio (luglio 2022) del Consiglio nazionale ingegneri (Cni) aggiornato a fine giugno basato sulle tavole intersettoriali dell'economia italiana elaborate dall'Istat, nel quale si individua un moltiplicatore del reddito pari a 2,1 per stimare gli effetti diretti e indiretti sull'economia di ogni euro speso per bonus edilizi;
b) lo studio (luglio 2022) condotto da Nomisma sull'impatto economico, ambientale e sociale del superbonus, anch'esso basato sulle tavole intersettoriali, che utilizza un moltiplicatore del reddito pari a 3,2 per stimare gli effetti diretto, indiretto e indotto delle spese del superbonus. Secondo Nomisma i 38,7 miliardi di euro investiti dallo Stato fino a giugno 2022 a titolo di copertura hanno generato un valore economico pari a 124,8 miliardi di euro;
c) lo studio Ance dell'11 luglio 2022, in cui per superare le criticità del modello delle tavole intersettoriali, si utilizza una metodologia basata su quanto avviene realmente in un cantiere edile, senza tener conto degli effetti indiretti e di quelli indotti. Lo studio stima a un'aliquota media del 47 per cento del ritorno per lo Stato in termini di gettito fiscale complessivo (Iva, Irpef, Ires, Inps e Inail) a partire da un capitolato tecnico-economico standard. L'aliquota è calcolata sul costo lordo statale e include le entrate contributive;
d) il rapporto Censis (novembre 2022) nel quale, elaborando i dati Cni, Enea e Istat, si calcola che tra l'agosto del 2020 e l'ottobre del 2022, per una spesa di 55 miliardi di euro in superbonus, che si converte in 60,5 miliardi di detrazioni a carico dello Stato, c'è un incasso fiscale diretto in termini di Iva, Irpef e Ires di 42,8 miliardi. La spesa effettiva è valutata quindi di 17,6 miliardi. Per il Censis, i 55 miliardi ammessi a detrazione attivano un valore della produzione nelle filiere edilizia e dei servizi tecnici connessi pari a 79,7 miliardi di euro, un effetto diretto a cui si aggiungono 36 miliardi di euro di produzione attivati in altri settori dell'indotto;
e) il Cresme, che nel XXXIII rapporto congiunturale sul mercato edilizio, nel giudicare positivamente gli effetti dei bonus edilizi dal lato dell'impatto sull'economia, chiarisce che tra il 2020 e il 2022 essi hanno avuto un peso sul Pil pari al 13,9 per cento (il più alto in Europa) e che la maxi detrazione ha contribuito con un +22 per cento alla crescita totale del Pil. Questo si è tradotto in 460 mila occupati in più nel 2022 rispetto al 2019;
f) di particolare rilevanza, la ricerca pubblicata a fine dicembre 2022 dal Consiglio e dalla Fondazione nazionale dei commercialisti, nella quale si afferma che un euro speso per i bonus edilizi, ha avuto un ritorno per le casse pubbliche di 43,3 centesimi a cui vanno aggiunti gli effetti positivi sull'occupazione e sul reddito di famiglie e imprese. L'elemento significativo della ricerca è dato dal fatto che essa analizza in dettaglio la metodologia utilizzata della Ragioneria generale dello Stato (Rgs) nel redigere le relazioni tecniche dei provvedimenti che hanno disposto l'introduzione o la proroga di bonus edilizi, rilevando che esse appaiono caratterizzate sia da una significativa sottostima iniziale del costo lordo per lo Stato del Superbonus 110 per cento, sia dall'adozione di un modello di calcolo che limita al solo 8,6 per cento le maggiori entrate indotte dalla spesa «aggiuntiva» schema che appare viziato da una prudenza eccessiva. Un duplice errore (sia in uscita, che in entrata) che ha amplificato gli allarmi sulla tenuta dei conti pubblici;
resta ben inteso che, mentre il costo «lordo» dell'introduzione o proroga di bonus edilizi per il bilancio dello Stato segue il meccanismo di fruizione del beneficio dilazionato nel tempo e, quindi, si «scarica» per quote costanti nei quattro, cinque o dieci esercizi finanziari successivi all'anno per il quale è richiesto il bonus edilizio, l'effetto positivo indotto per il bilancio dello Stato si concentra invece per intero nelle immediatezze della generazione di spesa «aggiuntiva»;
il ricorso al superbonus dal 2020 a dicembre 2022 ha coinvolto 360.000 edifici, (di cui 264.000 nel solo 2022): il 2,82 per cento dei fabbricati esistenti di cui il 2,1 nel 2022. Nell'ottobre 2022 Mise-Enea hanno calcolato che il risparmio energetico complessivo realizzato nei 12 mesi precedenti (241.000 interventi), calcolato attraverso i parametri Mise-Enea è stato pari 0,72 Mtep/anno. Ne consegue che quanto realizzato ha significativamente superato gli obiettivi del Pniec 2019 relativi al settore residenziale per il periodo 2020-2030, che prevedevano la necessità di intervenire ogni anno sullo 0,7 per cento del patrimonio abitativo e un obiettivo di risparmio energetico di 0,33 Mtep/annui;
secondo i dati Enea, grazie agli interventi effettuati fino a ottobre 2022, vi è stata una riduzione di 979.000 tonnellate di CO2. I risultati raggiunti mostrano un abbattimento della CO2 generata del 15,5 per cento con il salto di una classe, del 31 per cento con un salto di due classi e del 46 per cento con tre classi. Il risparmio di gas, negli edifici fino a oggi ristrutturati, è pari a 2 miliardi di metri cubi (di cui 1,1 legato al superbonus). Gli interventi finora realizzati col superbonus hanno prodotto un risparmio di energia elettrica di oltre 10 milioni di megawattora/anno;
con il pacchetto «Fit for 55», presentato nel luglio 2021 e in corso di approvazione, nel 2030 dovremmo ridurre del 55 per cento le emissioni clima-alteranti per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Per quel che riguarda gli immobili, residenziali o produttivi, il pacchetto muove dalla constatazione che nell'Unione europea gli edifici rappresentano il 40 per cento del consumo finale di energia e il 36 per cento delle emissioni legate di gas serra legate all'energia e che sussiste un potenziale enorme in termini di riduzione delle emissioni;
nell'ambito del pacchetto, la proposta di direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, che dovrebbe essere approvata a febbraio 2023 dalla Commissione energia del Parlamento europeo per poi essere definitivamente varata dal Parlamento entro il 13 marzo, prevede che tali immobili debbano tutti raggiungere la classe energetica «E» entro il 2030. Dopo altri tre anni, nel 2033, sarà necessario arrivare alla classe «D». Nella tabella di marcia è previsto gli Stati membri stabiliscono scadenze e sanzioni specifiche entro le quali gli edifici dovranno ottenere classi di prestazione energetica superiori, nonché misure finanziarie adeguate al raggiungimento degli obiettivi;
la proposta di direttiva sta sollevando forti perplessità per la ristrettezza dei tempi di applicazione e per il mancato riconoscimento delle particolarità del patrimonio edilizio italiano. Il nostro Paese conta un parco immobili vecchio, per buona parte collocato in centri storici, con grande diffusione della proprietà. Anche in assenza di sanzioni nazionali, non appena la direttiva europea entrerà in vigore, l'effetto sarà quello di ridurre il valore delle abitazioni che non rispettano i requisiti della direttiva, con riflessi in svariati ambiti, tra cui il sistema bancario, in relazione ai mutui concessi per l'acquisto delle abitazioni che hanno come garanzia l'immobile stesso;
per sostenere le ristrutturazioni di milioni di edifici in tutta Europa, il pacchetto prevede anche una serie di meccanismi di incentivazione. I finanziamenti provengono da diverse fonti, tra cui il Fesr, il Fondo di coesione e il Fondo per la ripresa e la resilienza. A questi si aggiunge poi il nuovo Fondo sociale per il clima che mobiliterà 72,2 miliardi di euro dal bilancio dell'Ue per il periodo 2025-2032 per sostenere le famiglie, maggiormente in difficoltà in termini di redditi e di efficienza delle proprie abitazioni;
l'80 per cento degli immobili residenziali esistenti in Italia rientra nelle classi energetiche più basse EFG e il 75 per cento degli edifici italiani è stato realizzato ante norme sismiche (1974). Secondo il Censis nel 2021, 2,8 di nuclei hanno dichiarato familiari di vivere in abitazioni con problemi strutturali, 2,2 milioni di non riuscire a riscaldare adeguatamente la propria abitazione e 3,5 milioni di avere problemi di umidità;
dai dati Ance-Nomisma presentati a luglio 2022 risulta che circa 483 mila beneficiari con reddito medio basso (sotto i 1800 euro mensili), grazie al superbonus hanno potuto effettuare lavori di riqualificazione energetica alla propria abitazione. Si tratta del 32,6 per cento degli interventi sino ad allora effettuati. A fronte del congelamento della cessione dei crediti fiscali di fatto solo i cittadini capienti potranno in futuro utilizzare il nuovo superbonus;
l'Ocse, ha esplicitamente apprezzato il fatto che l'Italia abbia utilizzato la leva fiscale per promuovere la sostenibilità ambientale, tuttavia il nostro Paese è tuttora privo di una politica strutturale dell'efficienza energetica degli edifici (nonché, per le nostre particolari caratteristiche geografiche, di adeguamento antisismico), in quanto il superbonus è sempre stata una norma congiunturale, potentissima e discutibile. Per altro inserita in un sistema agevolatorio che si è stratificatosi a partire dalla seconda metà degli anni '90, con gli obiettivi più disparati. Si è proceduto con aggiustamenti, proroghe, con modalità stop and go, mentre altri Paesi come la Francia e la Germania hanno avviato politiche coordinate, investendo risorse importanti;
in Germania gli stanziamenti pubblici annuali a carico dello Stato per la decarbonizzazione e l'efficientamento energetico del patrimonio immobiliare sono lievitati dagli 8 miliardi nel 2021 ai 13-14 miliardi del 2022 destinati a finanziare la riforma delle norme cosiddette «Beg» (federal support for efficient buildings) basata su tre pilastri – riqualificazioni parziali, ristrutturazioni totali dell'esistente e ricostruzione di nuovi edifici. La KfW (la Cdp tedesca) nell'ambito dei programmi per l'efficienza energetica, all'ottobre 2022 aveva già sottoscritto oltre 100 mila accordi (tra prestiti e sussidi a qualsiasi controparte) per 36,1 miliardi di euro;
la Francia sostiene dal 2015 una politica di incentivazione per i lavori di ristrutturazione energetica degli immobili abitativi che consente di cumulare le molte agevolazioni statali fino al 90 per cento della spesa (a scalare in base al reddito fino al 40 per cento per le famiglie con redditi più alti) e ancora di aggiungere ulteriori misure di sostegno locale, con il limite di non superare il 100 per cento della spesa. La legge sulla «transizione energetica per la crescita verde» prevede di riqualificare 500 mila unità immobiliari l'anno fino al 2050. Nel corso del 2019 le agevolazioni hanno consentito a 3,1 milioni di famiglie (il 20 per cento delle famiglie residenti in case unifamiliari) di completare almeno un intervento di riqualificazione energetica, per un totale di 28 miliardi. Nel 2021 la legge «Clima e resilienza» ha introdotto un obbligo di riqualificazione degli edifici molto energivori con l'obiettivo di ristrutturare tutte le unità abitative in classe F e G entro il 2028;
è necessario che la transizione energetica in ambito edilizio sia accompagnata da programmi, fondi e risorse di sostegno per l'efficientamento degli edifici, mediante l'adozione di uno specifico piano a livello europeo e nazionale che abbiano come missione principale quella di finanziare la ristrutturazione edilizia profonda,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative volte al complessivo riordino del sistema di incentivazione per la ristrutturazione edilizia in termini di razionalizzazione e semplificazione, anche tenendo conto delle esperienze maturate in altri Paesi dell'Unione europea, trasformando le misure prevalentemente congiunturali oggi esistenti in una rigorosa e strutturale spinta all'efficientamento del patrimonio edilizio residenziale, sotto il profilo energetico e sismico, realizzando un modello nel quale l'incentivo sia:
a) direttamente proporzionale ai livelli di efficientamento (sismico e/o energetico) raggiunti dagli immobili, rispetto a quelli di partenza ante intervento;
b) inversamente proporzionale al reddito del beneficiario con particolare attenzione ai cittadini incapienti e alle prime case, valutando la creazione di un Fondo di natura rotativa presso la Cassa depositi e prestiti, destinato all'erogazione di anticipazioni di durata decennale, a tasso agevolato, per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio detenuto dai soggetti a basso reddito o incapienti;
2) ad adottare iniziative volte a dotare il sistema di incentivazione di cui al precedente impegno delle risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Fit for 55 per l'edilizia residenziale, inseriti nella direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia di prossima emanazione, intervenendo in sede di Unione europea affinché queste siano incrementate, e coordinando l'utilizzo delle risorse europee disponibili con ulteriori risorse nazionali anche al fine di consentire al comparto edilizio di mantenere gli attuali livelli di apporto al Pil e di generare le maggiori entrate necessarie a sostenere il processo di efficientamento;
3) ad adottare iniziative volte a prevedere un modello incentivante anche per le ristrutturazioni e gli interventi edilizi privi di caratteristiche di efficientamento e adeguamento antisismico, al fine di evitare la creazione di una «economia non osservata» in ambito edilizio, e in tale ambito ad escludere l'applicazione dello sconto in fattura;
4) a individuare uno specifico sistema di incentivazione per l'efficientamento energetico e sismico degli immobili produttivi, destinato ai soggetti esercenti attività d'impresa, arti o professioni, con l'obiettivo di rilanciare l'economia nazionale, incrementando le attività nel comparto «trainante» del recupero energetico e antisismico del patrimonio edilizio, con ricadute positive sul comparto produttivo e sull'intera collettività;
5) a rivedere il modello con cui sono state redatte le relazioni tecniche relative alla copertura dei bonus edilizi introdotti a partire dal 2020 e a presentare al Parlamento una valutazione dell'impatto sui conti pubblici dei flussi di cassa fiscali e contributivi, diretti e indiretti, provenienti dal settore edile e dall'indotto, tenuto conto dalle analisi presentate dalle associazioni di categoria del mondo dell'edilizia e delle costruzioni o da istituti di ricerca, individuate in premessa;
6) ad adottare iniziative di competenza volte a sbloccare il mercato delle cessioni secondo modalità che non comportino possibili contestazioni di Eurostat o altri enti sovranazionali, in particolare:
a) valutando la possibilità di una espressa deroga all'articolo 321 del codice penale in materia di sequestro preventivo, in cui si preveda l'esclusiva responsabilità in capo al soggetto originariamente beneficiario del credito d'imposta, senza coinvolgimento del terzo, di modo che i cessionari in buona fede estranei a ogni reato, in particolare tributario, commesso dai cedenti, non possano essere destinatari di provvedimenti di sequestro;
b) consentendo la possibilità agli intermediari finanziari di frazionare per importi oltre che annualità i crediti da cedere ai propri correntisti non consumatori, in considerazione dell'alta affidabilità nella gestione documentale delle cessioni;
c) semplificando le verifiche documentali per le cessioni successive a quelle rivolte al primo intermediario finanziario;
d) promuovendo la stipula di uno specifico accordo tra Governo, Associazione bancaria italiana, Cassa depositi e prestiti S.p.a., Poste italiane S.p.a., e le organizzazioni imprenditoriali, volto ad accelerare la circolazione dei crediti d'imposta, garantendo la sostenibilità del mercato delle cessioni per il sistema creditizio, definendo regole uniformi per valutare l'affidabilità dei cedenti, individuando procedure telematiche unificate e checklist documentali univoche, nonché adottando tassi di sconto massimi secondo il modello utilizzato da altre operazioni finanziarie come anticipo fatture o Discount rate cap (Drc) al fine di evitare attività speculative;
7) a promuovere il coinvolgimento degli ordini professionali competenti per materia nella stesura delle regole tecniche attuative in ambito sismico e/o energetico;
8) a fornire ogni utile elemento al Parlamento sull'entità dei crediti fiscali in scadenza nel 2022, che non sono stati utilizzati per incapienza dei soggetti titolari.
(1-00040) «Mazzetti, Cattaneo, Battilocchio, Mulè, Rubano, De Palma, D'Attis, Cannizzaro, Sorte, Squeri, Casasco, Sala, Gatta, Nazario Pagano, Tosi, Arruzzolo, Paolo Emilio Russo, Marrocco, Pittalis, Tassinari, Nevi, Saccani Jotti, Cortelazzo, Patriarca, Tenerini, Polidori, Orsini, Deborah Bergamini, Mangialavori».
La Camera,
premesso che:
l'incentivo cosiddetto superbonus 110 per cento, introdotto con l'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto decreto «rilancio»), e il meccanismo della cessione del credito e sconto in fattura, di cui all'articolo 121 del medesimo decreto-legge, fortemente voluti dal MoVimento 5 Stelle, hanno contribuito al vigoroso rilancio degli investimenti nel settore edilizio e a migliorare le prestazioni energetiche e sismiche degli edifici;
grazie a tali misure, il settore edilizio ha rappresentato il principale motore di crescita negli ultimi due anni e ha occupato un terzo della crescita del prodotto interno lordo;
nel 2021 il contributo del settore delle costruzioni alla formazione del prodotto interno lordo è stato pari al 27 per cento della crescita registrata (+6,7 per cento). La spinta è proseguita anche nel 2022 secondo gli ultimi dati pubblicati da Istat: nella media complessiva dell'anno, l'indice della produzione nelle costruzioni è aumento del 12,7 per cento rispetto al 2021;
i dati pubblicati di recente da Nomisma evidenziano un incremento di oltre 600 mila occupati, con un effetto diretto di 87,7 miliardi di euro, 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto. Inoltre, la combinazione del bonus fiscale con lo strumento della cessione e sconto in fattura ha garantito l'accesso all'incentivo, contrariamente al passato, a 1,7 milioni di italiani con reddito medio-basso;
sotto l'aspetto ambientale, secondo i dati rilevati da Enea nell'ultimo rapporto annuale sull'efficienza energetica, ammonta a 2.652 gigawattora all'anno il risparmio complessivo generato dagli investimenti effettuati attraverso i bonus edilizi dalla loro prima introduzione, che si traduce in una riduzione di 979.000 tonnellate di anidride carbonica e in un risparmio sulla bolletta per i cittadini di quasi 1.000 euro all'anno;
le ultime rilevazioni dei dati da parte di Enea e degli operatori del settore evidenziano, tuttavia, un brusco calo del numero di asseverazioni e investimenti rispetto ai mesi precedenti che non lascia ben sperare per il futuro, anche alla luce degli ultimi provvedimenti adottati dal Governo;
ad incidere sulla corsa agli incentivi sono state sicuramente le oltre 21 modifiche normative, che hanno scardinato l'originaria chiarezza e semplicità applicativa dello strumento della cessione del credito, oltre ad una campagna mediatica concentrata sulle presunte frodi fiscali (di cui solo in minima parte relative al superbonus) che ha ingenerato incertezze e preoccupazioni sulla stabilità degli strumenti;
in un tale contesto si è giunti al progressivo blocco del mercato delle cessioni dei crediti edilizi, rimasti «incagliati» nei cassetti fiscali di cittadini e imprese, per un valore di oltre 15 miliardi di euro di crediti inutilizzati;
la drammatica carenza di liquidità che sta tormentando migliaia di famiglie e imprese richiede un intervento urgente al fine di risolvere l'incaglio dei crediti fiscali, attraverso misure straordinarie finalizzate all'ampliamento della capienza fiscale e a garantire la massima circolazione possibile dei crediti fiscali;
in un tale contesto il Governo è intervenuto con il decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11. Con il dichiarato fine di evitare «potenziali» effetti negativi sui saldi di finanza pubblica, a decorrere dal 17 febbraio 2023 non è più possibile optare per lo sconto in fattura, né per la cessione del credito d'imposta, residuando unicamente la possibilità di beneficiare dell'incentivo mediante lo strumento della detrazione degli importi corrispondenti;
il provvedimento da ultimo adottato non contiene disposizioni finalizzate a risolvere la problematica dei crediti «incagliati»;
secondo i dati riportati dalle associazioni di settore, nella sola giornata del 17 febbraio 2023 (primo giorno di efficacia del decreto-legge) ci sono state oltre 6 mila richieste di annullamento di preventivi relativi a spese per interventi edili;
il quadro regolatorio così definito rischia di determinare la «morte» dello strumento del superbonus e con esso di migliaia di imprese in conseguenza del blocco degli investimenti;
in assenza dello strumento della cessione e dello sconto in fattura viene compromessa la stessa efficacia dei bonus edilizi, esponendo il Paese a danni economici e finanziari conseguenti al fallimento di migliaia di aziende e alla disoccupazione di migliaia di lavoratori;
anche i nuovi obiettivi europei in tema di efficienza energetica impongono, invece, di preservare i bonus edilizi e gli strumenti dello sconto in fattura e della cessione del credito;
nell'ambito del piano «Fit for 55», infatti, il Consiglio dell'Unione europea ha raggiunto un accordo su una proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia. L'iniziativa trova le sue basi sui dati relativi alle emissioni in Europa, da cui emerge come gli edifici siano responsabili del 40 per cento del consumo energetico e del 36 per cento delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all'energia. Per tale motivo, con l'obiettivo di ridurre le emissioni nell'Unione europea di almeno il 55 per cento entro il 2030, la proposta di revisione della direttiva, in discussione nei prossimi mesi, prevede che gli edifici residenziali con le peggiori prestazioni dovranno raggiungere almeno la classe E entro il 2030 e la classe D entro il 2033;
i target fissati dall'accordo in seno al Consiglio dell'Unione europea rappresentano una grossa opportunità per il nostro Paese in considerazione dello stato del patrimonio edilizio italiano. Il rapporto Enea sull'efficienza energetica rileva come gli edifici a destinazione d'uso residenziale risultino pari a 12,42 milioni, con quasi 32 milioni di abitazioni. Oltre il 65 per cento di tale parco edilizio ha più di 45 anni, ovvero è precedente alla legge n. 373 del 1976, prima legge sul risparmio energetico. Di questi edifici, oltre il 25 per cento registra consumi annuali da un minimo di 160 kilowattora per metro quadro all'anno ad oltre 220 kilowattora per metro quadro. In sostanza, il nostro Paese conta un parco immobili residenziali con oltre la metà degli immobili nelle classi energetiche peggiori (F e G);
per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell'Unione europea in tema di prestazione energetica degli edifici, il settore edilizio assume una centralità strategica;
per tale motivo diventa sempre più indispensabile una programmazione strutturale dei meccanismi di incentivo alla spesa per interventi di riqualificazione energetica e adeguamento sismico degli edifici, in grado di stimolare efficacemente gli investimenti e garantire la massima partecipazione dei cittadini;
è opportuno intervenire anche sull'ambito oggettivo e soggettivo di applicazione, poiché molti soggetti, nonché diverse tipologie di edifici, ne rimangono tuttora esclusi. Sarebbe, dunque, auspicabile estendere la misura all'intero patrimonio immobiliare, senza limitazioni legate alla tipologia dell'immobile e alla sua destinazione, in considerazione della finalità della misura di riqualificare ed efficientare l'intero patrimonio immobiliare nazionale;
è, altresì, determinante potenziare il sostegno agli investimenti attraverso la leva finanziaria individuando strumenti innovativi, anche alternativi a quelli bancari, tra cui i meccanismi di finanziamento, quali il crowdfunding e il direct lending, e le forme di finanziamento di private equity e venture capital e altre soluzioni fintech, per assicurare il massimo sostegno alle imprese e alle filiere produttive nei processi di rigenerazione urbana e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato,
impegna il Governo:
1) ad assumere ogni iniziativa utile allo sblocco di crediti fiscali «incagliati» ai danni di cittadini, imprese e istituti di credito, valutando, in considerazione del carattere emergenziale della carenza di liquidità creatasi, l'introduzione di misure straordinarie finalizzate all'ampliamento della capienza fiscale dei soggetti coinvolti o delle possibilità di compensazione, in particolare:
a) valutando la possibilità di compensare i crediti fiscali acquisiti dagli istituti di credito con i debiti risultanti dalle deleghe di versamento F24;
b) ampliando la possibilità di frazionamento del credito fiscale maturato anche in capo al primo beneficiario e nell'ambito delle singole rate annuali;
c) consentendo al beneficiario della detrazione di utilizzare il corrispondente credito anche in compensazione F24;
d) introducendo strumenti di controllo e certificazione idonei a garantire la genuinità del credito spettante nell'ambito delle cessioni, al fine di agevolare la circolazione dei crediti fiscali e semplificare le procedure di controllo, riducendo il rischio di contestazioni ex post a carico dei cessionari;
e) valorizzando le competenze e la conoscenza del territorio da parte delle camere di commercio, delle associazioni rappresentative delle imprese e della rete territoriale dei confidi e degli intermediari finanziari, al fine di garantire la massima circolazione dei crediti fiscali maturati;
2) ad assumere iniziative finalizzate a stabilizzare i bonus edilizi connessi all'efficientamento energetico e all'adeguamento sismico degli edifici, ivi compresa la riattivazione del meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura a partire dalle fasce di reddito medio-basse e per gli interventi a maggiore impatto, attraverso una programmazione strutturale degli incentivi che sia coerente con il perseguimento degli ambiziosi obiettivi europei al 2030, cogliendo l'opportunità di migliorare le prestazioni energetiche e sismiche del patrimonio edilizio italiano;
3) ad accompagnare la programmazione strutturale di cui all'impegno n. 2) con un'adeguata programmazione finanziaria degli stanziamenti, anche attraverso l'ottimizzazione delle risorse oggetto di programmazione europea, tenendo altresì conto degli effetti positivi indotti dagli investimenti alla luce dei risultati già conseguiti negli anni 2021 e 2022;
4) ad adottare iniziative volte a introdurre misure finalizzate a potenziare la leva finanziaria anche attraverso l'introduzione di nuovi strumenti di finanza alternativa, da attuarsi mediante il ricorso a prodotti finanziari innovativi, tra cui i meccanismi di finanziamento, quali il crowdfunding e il direct lending e le forme di finanziamento di private equity e venture capital e altre soluzioni fintech, destinati ad assicurare il sostegno alle imprese e alle filiere produttive nei processi di rigenerazione urbana e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato;
5) a promuovere la partecipazione di ogni livello istituzionale, delle regioni e degli enti locali, anche stimolando l'istituzione di fondi dedicati e di strumenti di incentivo locali compatibilmente con il quadro finanziario locale e nazionale, al fine di garantire l'accesso agli incentivi edilizi e promuovere l'efficientamento e adeguamento sismico al livello territoriale;
6) a favorire la massima partecipazione delle associazioni rappresentative delle imprese e del mondo finanziario e bancario, al fine di monitorare la gestione degli strumenti, analizzare l'impatto della regolamentazione e rilevarne le criticità, promuovere le migliori pratiche e proporre iniziative normative, a tal fine utilizzando la funzione del Garante nazionale per le micro, piccole e medie imprese, e la rete dei garanti regionali, assicurandone l'attivazione nelle regioni che ancora non vi abbiano provveduto;
7) a prevedere l'introduzione di adeguati sistemi di monitoraggio dell'andamento dei bonus edilizi e dei crediti fiscali, in particolare:
a) valutando l'opportunità di istituire un'apposita piattaforma elettronica di scambio tra gli operatori, mettendo in contatto domanda e offerta;
b) introducendo sistemi di valutazione preventiva della capienza fiscale dei cessionari, evitando situazioni di incaglio;
c) prevedendo l'impossibilità di acquistare crediti da parte dei cessionari con capienza fiscale limitata o che non diano adeguate garanzie di smaltimento del credito.
(1-00048) (Nuova formulazione) «Santillo, Fenu, Dell'Olio, Pavanelli, Torto, Pellegrini, Iaria, Raffa, Alifano, Lovecchio, Ilaria Fontana, Sergio Costa, Cappelletti, L'Abbate, Appendino, Todde, Morfino, Carmina, Donno, Fede».
La Camera,
premesso che:
l'incentivo cosiddetto «Superbonus 110 per cento» introdotto con l'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto decreto «Rilancio»), e il meccanismo della cessione del credito e sconto in fattura, di cui all'articolo 121 del medesimo decreto-legge, fortemente voluti dal Movimento 5 Stelle, hanno contribuito al forte rilancio degli investimenti nel settore edilizio e a ridurre i consumi energetici degli edifici;
l'elevato potenziale dello strumento, in termini di efficacia, è attestato dai dati elaborati dagli enti gestori e dai diversi centri studi di qualificata competenza. I dati al momento in possesso dell'Agenzia delle entrate, per il periodo ottobre 2020-novembre 2022, mostrano che l'ammontare dei crediti è pari complessivamente a 99,4 miliardi di euro, di cui riferibili al superbonus 52,1 miliardi e al bonus facciate 24,8 miliardi. Stando all'ultimo aggiornamento ENEA, ossia al 31 dicembre 2022, si registrano 359.440 asseverazioni corrispondenti a 62,5 miliardi di investimenti di riqualificazione energetica ammessi alla detrazione. Il totale delle detrazioni maturate relativamente a lavori conclusi ammonta a 51,3 miliardi di euro;
secondo le stime Enea riportate nell'ultimo rapporto annuale sull'efficienza energetica, sono 23,7 miliardi di euro gli investimenti attivati nel 2021 per effetto dei meccanismi di detrazione fiscale, di cui 7,5 con l'ecobonus e 16,2 con il superecobonus 110 per cento, con un risparmio complessivo di 2.652 GWh/anno;
quanto, invece, all'utilizzo della misura sotto il profilo soggettivo, i dati Ance-Nomisma presentati a luglio 2022 dimostrano come lo strumento abbia garantito, contrariamente al passato, l'accesso agli incentivi anche alle fasce medio basse dei contribuenti: circa 483 mila beneficiari dei bonus appartengono alla categoria di contribuenti con reddito medio basso (sotto i 1.800 euro mensili);
l'impatto positivo del superbonus trova conferma anche nella vigorosa crescita registrata dal settore delle costruzioni e dell'impiantistica civile, proprio durante gli anni caratterizzati dalla grave crisi economica dovuta all'emergenza COVID-19, alla guerra in Ucraina e ai conseguenti rincari energetici e all'aumento del costo delle materie prime. In tale difficile contesto, il settore edilizio ha rappresentato il principale motore di crescita negli ultimi due anni e ha occupato un terzo della crescita del PIL: secondo i dati Ance, nel 2021, in Italia il contributo del settore delle costruzioni alla formazione del Pil è stato pari al 27 per cento della crescita registrata (+6,7 per cento);
va tuttavia evidenziato, come messo in rilievo da Enea all'esito delle ultime rilevazioni del mese di dicembre 2022, il brusco calo del numero di asseverazioni e investimenti rispetto ai mesi precedenti; è importante interrogarsi sui fattori che hanno contribuito a frenare la corsa agli incentivi, al fine di individuare le adeguate contromisure. Le continue modifiche normative hanno sicuramente avuto un ruolo determinate: l'originaria chiarezza e semplicità applicativa dello strumento della cessione del credito è stata nel tempo afflitta da svariati interventi di modifica (si contano oltre 21 provvedimenti intervenuti dal 2021 a oggi e altrettanti chiarimenti interpretativi da parte dei competenti enti di controllo), culminati da ultimo nelle impattanti modifiche di cui al decreto-legge cosiddetto Aiuti-quater, tra cui la riduzione dell'incentivo dal 110 al 90 per cento;
l'incertezza applicativa ha portato al progressivo blocco del mercato delle cessioni dei crediti fiscali, rimasti incagliati nei cassetti fiscali di cittadini, imprese e i istituti di credito anche a fronte della limitata capienza fiscale. Secondo i dati del Centro Studi Cna, sono oltre 50 mila le imprese che scontano difficoltà nello smaltimento dei crediti, soprattutto quelle di minori dimensioni, per un valore di oltre 5 miliardi di crediti inutilizzati;
nel corso dei lavori di conversione del decreto-legge cosiddetto Aiuti-quater sono state presentate al Governo diverse proposte di intervento. L'attenzione si è concentrata, in particolare, sulla proposta presentata dall'Associazione Bancaria Italiana e da Ance con la quale è stato chiesto un intervento di carattere straordinario finalizzato all'ampliamento della capienza fiscale degli istituti di credito consentendo una compensazione dei crediti fiscali acquisiti con una parte dei debiti fiscali raccolti con le deleghe di versamento F24. Meritevole di menzione anche la proposta presentata dal Consiglio nazionale dell'ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, finalizzata all'estensione del termine di fruizione dei crediti con la possibilità di riporto in avanti dell'eccedenza non fruita;
le citate proposte sono state ritenute non percorribili dal Governo che ha puntato nuovamente il faro sulla questione della classificazione Eurostat dei crediti fiscali. Al riguardo, appare utile ripercorrere l'evoluzione avutasi negli ultimi anni alla luce delle informazioni acquisite dal Ministero dell'economia e delle finanze nel corso di diverse interrogazioni parlamentari;
con la risposta del 5 agosto 2021, resa in relazione all'interrogazione n. 3-02613, presentata al Senato dal gruppo parlamentare Fratelli d'Italia (ove si contestava l'impatto negativo della classificazione come «credito pagabile» degli incentivi 4.0 e la diversa valutazione rispetto ai crediti superbonus, considerando «infondate e pretestuose» le argomentazioni dell'Istat), il Ministero, rilevando che la questione era diventata oggetto di approfondimento nelle competenti sedi europee in assenza di esplicita regolamentazione, aveva assicurato la partecipazione attiva del nostro Paese alla definizione delle nuove regole precisando che «per le singole operazioni non chiaramente identificate nel Regolamento e nel Manuale occorre desumere anche in via interpretativa il trattamento applicabile, sempre nella prospettiva di far prevalere la sostanza sulla forma. Per tale motivo non rileva solo la forma (quella, ad esempio, del credito fiscale) attraverso la quale la misura viene fruita dal beneficiario, ma la sostanza dell'agevolazione»;
interrogato nuovamente sulla questione attraverso l'interrogazione n. 5-00251 formulata dall'onorevole Rubano, lo scorso 18 gennaio 2023 lo stesso Ministero ha chiarito che, a distanza di due anni, sono tuttora in corso le interlocuzioni tra l'Istat, il Dipartimento della ragioneria generale dello Stato ed Eurostat e che gli incontri proseguiranno nelle prossime settimane. Interessa, tuttavia, rilevare quanto altresì precisato dal Ministero ovvero che, a seguito della riserva dell'Eurostat in merito al parere Istat sulla classificazione dei crediti superbonus come non pagabili, «il trattamento contabile dei crediti fiscali è stato oggetto di discussioni nell'ambito del gruppo di lavoro sulle questioni metodologiche delle statistiche EDP (Excessive Deficit Procedure), al termine delle cui consultazioni è stata approvata la nuova sezione sui crediti fiscali del Manuale sul deficit e sul debito». Secondo quanto riferito dal Ministero, la nuova sezione fornirebbe indicazioni più chiare per distinguere i crediti «pagabili» e «non pagabili» e per identificare il momento di registrazione: «il nuovo testo considera tre criteri per identificare i crediti pagabili: cedibilità, differibilità dell'utilizzo ad anni successivi, possibilità di compensare i crediti con qualunque tipo di imposta o contributo sociale. Tali caratteristiche del credito, aumentando la probabilità di effettivo utilizzo del beneficio fiscale, determinano la sua classificazione come “pagabile”»;
ad oggi non risultano adottati aggiornamenti sul Manuale sul deficit e sul debito né sull'adozione di linee guida in merito al trattamento contabile dei tax credits mentre l'Istat continua registrare la misura come crediti non pagabili a decurtazione delle entrate pubbliche. È di tutta evidenza, però, che se il carattere pagabile dei crediti fiscali dovesse trovare conferma nell'interpretazione Eurostat, il Governo, come preannunciato dal Ministero nella risposta da ultimo citata, dovrà necessariamente valutare gli eventuali interventi normativi da adottare alla luce del quadro di finanza pubblica;
sotto tale profilo, ritornerebbe d'interesse il tema, più volte discusso in sede di lavori parlamentari, della corretta quantificazione degli oneri finanziari dei bonus edilizi con particolare riferimento agli effetti positivi indotti;
in ogni caso, al di là degli aspetti generali di finanza pubblica, le misure messe in campo dal Governo negli ultimi provvedimenti non hanno contribuito alla risoluzione dello sblocco dei crediti. La carenza di liquidità per le imprese del settore edile cresce progressivamente. Aspetto ancor più preoccupante, l'effetto incentivante della misura sembra destinato ad esaurirsi nel breve periodo in assenza di urgenti interventi di rilancio in grado di dare certezze ai cittadini e alle imprese;
è importante preservare i bonus edilizi attraverso un'adeguata programmazione politica orientata alla stabilizzazione degli incentivi anche in vista dei nuovi obiettivi europei in tema di efficienza energetica;
nell'ambito del piano «Fit for 55», infatti, il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo su una proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia. L'iniziativa trova le sue basi sui dati relativi alle emissioni in Europa da cui emerge come gli edifici siano responsabili del 40 per cento del consumo energetico e del 36 per cento delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all'energia. Per tale motivo, con l'obiettivo di ridurre le emissioni nell'Unione europea di almeno il 55 per cento entro il 2030, la proposta di revisione della direttiva, in discussione nei prossimi mesi, prevede che gli edifici residenziali con le peggiori prestazioni dovranno raggiungere almeno la classe E entro il 2030 e la classe D entro il 2033;
i target fissati dall'accordo in seno al Consiglio europeo rappresentano una grossa opportunità per il nostro Paese in considerazione dello stato del patrimonio edilizio italiano. Il rapporto Enea sull'efficienza energetica rileva come gli edifici a destinazione d'uso residenziale risultino pari a 12,42 milioni, con quasi 32 milioni di abitazioni. Oltre il 65 per cento di tale parco edilizio ha più di 45 anni, ovvero è precedente alla legge n. 373 del 1976, prima legge sul risparmio energetico. Di questi edifici, oltre il 25 per cento registra consumi annuali da un minimo di 160 kWh/m2 anno ad oltre 220 kWh/m2. In sostanza, il nostro Paese conta un parco immobili residenziali con oltre la metà degli immobili nelle classi energetiche peggiori (F-G);
per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell'Unione europea in tema di prestazione energetica degli edifici, il settore edilizio assume una centralità strategica. Per tale motivo, è indispensabile una programmazione strutturale dei meccanismi di incentivo alla spesa per interventi di riqualificazione energetica e adeguamento sismico degli edifici, in grado di stimolare efficacemente gli investimenti e garantire la massima partecipazione dei cittadini;
oltre alla stabilizzazione delle misure, è necessario intervenire anche sull'ambito oggettivo e soggettivo di applicazione, poiché molti soggetti, nonché diverse tipologie di edifici, ne rimangono tuttora esclusi. Sarebbe, dunque, auspicabile estendere la misura all'intero patrimonio immobiliare, senza limitazioni legate alla tipologia dell'immobile e alla sua destinazione, in considerazione della finalità della misura di riqualificare ed efficientare l'intero patrimonio immobiliare nazionale;
è opportuno promuovere il coinvolgimento diretto degli enti territoriali, soprattutto delle regioni e dei relativi enti strumentali finanziari, al fine di estendere quanto più possibile i canali di circolazione dei crediti. Analogamente, deve essere favorita la partecipazione delle associazioni di rappresentanza delle imprese e degli istituti di credito nell'individuazione delle migliori pratiche applicative;
è altresì determinante potenziare il sostegno agli investimenti attraverso la leva finanziaria individuando strumenti innovativi, anche alternativi a quelli bancari, tra cui i meccanismi di finanziamento quali il crowdfunding e il direct lending e le forme di finanziamento di private equity e venture capital e altre soluzioni fintech, per assicurare il massimo sostegno alle imprese e alle filiere produttive nei processi di rigenerazione urbana e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato;
infine, per meglio orientare le decisioni politiche, non può rinunciarsi all'attivazione di adeguate misure di monitoraggio degli incentivi e degli strumenti a supporto, soprattutto dopo aver appreso, nella recente risposta all'interrogazione n. 3-00071 dello scorso 14 dicembre 2022, delle difficoltà operative dell'Agenzia delle entrate che non sarebbe in grado di stabilire i motivi del mancato utilizzo dei crediti fiscali risultanti dai cassetti fiscali,
impegna il Governo:
1) ad assumere ogni iniziativa utile allo sblocco delle procedure di cessione dei crediti fiscali incagliati presso i cittadini, le imprese e gli istituti di credito valutando, in considerazione del carattere emergenziale della carenza di liquidità creatasi, l'introduzione di misure straordinarie finalizzate all'ampliamento della capienza fiscale dei soggetti coinvolti o delle possibilità di compensazione, anche in considerazione della genuinità e certezza dei crediti fiscali acquisiti dal sistema bancario;
2) a promuovere, per quanto di competenza, iniziative da parte delle regioni, anche per il tramite degli enti strumentali regionali attivi nel settore finanziario, al fine di agevolare il trasferimento e lo smaltimento dei crediti fiscali, anche stimolando l'istituzione di fondi regionali dedicati e strumenti regionali di incentivo, valorizzando altresì le competenze e la conoscenza del territorio da parte delle camere di commercio, delle associazioni rappresentative delle imprese e della rete territoriale dei confidi e degli intermediari finanziari;
3) a favorire la massima partecipazione delle associazioni rappresentative delle imprese e del mondo finanziario e bancario, al fine di monitorare la gestione degli strumenti, analizzare l'impatto della regolamentazione e rilevarne le criticità, promuovere le migliori pratiche e proporre iniziative normative, a tal fine utilizzando la funzione del Garante nazionale per le micro, piccole e medie imprese, e la rete dei Garanti regionali, assicurandone l'attivazione nelle regioni che ancora non vi abbiano provveduto;
4) ad assumere iniziative volte all'introduzione di strumenti di certificazione idonei a garantire la genuinità del credito spettante nell'ambito delle cessioni, al fine di agevolare la circolazione dei crediti fiscali e semplificare le procedure di controllo, riducendo il rischio di contestazioni ex post a carico dei cessionari;
5) ad adottare iniziative finalizzate a stabilizzare i bonus edilizi connessi all'efficientamento energetico e all'adeguamento sismico degli edifici, attraverso una programmazione strutturale degli incentivi che sia coerente con il perseguimento degli ambiziosi obiettivi europei al 2030, cogliendo l'opportunità di migliorare le prestazioni energetiche e sismiche del patrimonio edilizio italiano;
6) ad accompagnare la programmazione strutturale di cui al precedente impegno con una adeguata programmazione finanziaria degli stanziamenti, anche attraverso l'ottimizzazione delle risorse oggetto di programmazione europea, tenendo altresì conto, nell'elaborazione prudenziale delle stime, degli effetti positivi indotti dagli investimenti alla luce dei risultati già conseguiti negli anni 2021 e 2022;
7) a proseguire le interlocuzioni con l'Eurostat facendo valere le peculiarità dello strumento fiscale del superbonus e del meccanismo della cessione dei crediti, con particolare riferimento al rapporto comunque sussistente tra il beneficio concesso e la capienza fiscale soggettiva (caratteristica tipica dei crediti non pagabili), in linea con l'interpretazione già proposta dall'Istat;
8) ad assumere le iniziative normative idonee ad assicurare in ogni caso la continuità del meccanismo della cessione dei crediti anche alla luce del diverso quadro di finanza pubblica che si verrebbe eventualmente a configurare nel caso di classificazione dei crediti fiscali come pagabili da parte dell'Eurostat;
9) ad adottare iniziative volte a introdurre misure finalizzate a potenziare la leva finanziaria anche attraverso l'introduzione di nuovi strumenti di finanza alternativa a quella bancaria, da attuarsi mediante il ricorso a prodotti finanziari innovativi, tra cui i meccanismi di finanziamento quali il crowdfunding e il direct lending e le forme di finanziamento di private equity e venture capital e altre soluzioni fintech, destinati ad assicurare il sostegno alle imprese e alle filiere produttive nei processi di rigenerazione urbana e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico e privato;
10) a prevedere l'introduzione di adeguati sistemi di monitoraggio dell'andamento dei bonus edilizi e dei crediti fiscali valutando l'opportunità di istituire un'apposita piattaforma elettronica di scambio tra gli operatori.
(1-00048) «Santillo, Fenu, Dell'Olio, Pavanelli, Torto, Pellegrini, Iaria, Raffa, Alifano, Lovecchio, Ilaria Fontana, Sergio Costa, Cappelletti, L'Abbate, Appendino, Todde, Morfino, Carmina, Donno».
La Camera,
premesso che:
nel dicembre 2019 la Commissione europea ha presentato la comunicazione strategica sul Green Deal europeo per conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Il Consiglio europeo con le conclusioni del 12 dicembre 2019 ha stabilito che tutte le politiche e normative dell'Unione devono essere coerenti con tale traguardo, successivamente sancito dalla normativa europea sul clima (regolamento (UE) 2021/1119), che ha introdotto un ulteriore obiettivo da conseguire entro il 2030, consistente in una riduzione delle emissioni di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990;
il 14 luglio 2021, la Commissione europea ha quindi presentato un pacchetto di proposte legislative, denominato «Pronti per il 55%» (Fit for 55), volte a rivedere la normativa dell'Ue in materia di riduzione delle emissioni climalteranti, energia e trasporti, per consentire il raggiungimento del nuovo più ambizioso obiettivo al 2030;
tra gli strumenti del Fit for 55 rivestono, tra le altre, particolare rilevanza la proposta di modifica della direttiva sull'efficienza energetica, che reitera il concetto di energy efficiency first (priorità all'efficienza energetica) con l'obiettivo di raggiungere una riduzione del 39 per cento) del consumo di energia primaria rispetto ai valori del 1990;
gli interventi di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare sono fondamentali sia per raggiungere l'obiettivo di piena decarbonizzazione riducendo l'uso delle fonti fossili, considerando che oltre il 60 per cento, del parco edilizio residenziale italiano (12,42 milioni di edifici) ha più di 45 anni e fa affidamento sul gas naturale come principale fonte di energia, sia per migliorare le prestazioni energetiche degli immobili riducendo le dispersioni di calore e più in generale il fabbisogno energetico annuale dell'energia primaria per il riscaldamento, il raffrescamento, per la ventilazione e per la produzione di acqua calda sanitaria, con l'abbattimento dei costi di esercizio degli impianti domestici;
la Componente C3 della «Missione 2» del PNRR, denominata «Rivoluzione verde e Transizione Ecologica», (alla quale sono destinati 15,22 miliardi, che salgono a 21,94 miliardi con il fondo complementare) ha come obiettivo quello di rafforzare il risparmio energetico incrementando il livello di efficienza degli edifici, una delle leve più virtuose per la riduzione delle emissioni come già avviato dalla misura conosciuta come «superbonus 110 per cento»;
l'incentivo cosiddetto «superbonus 110 per cento» introdotto con l'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto decreto «Rilancio»), e il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura, di cui all'articolo 121 del medesimo decreto-legge, hanno contribuito al forte rilancio degli investimenti nel settore edilizio e a ridurre in modo consistente i consumi energetici degli edifici;
sulla base dei dati ENEA, si stima che, per i soli interventi di natura energetica legati al superbonus, al 31 maggio 2022 nel nostro paese sono stati attivati investimenti per oltre 30 miliardi di euro su oltre 172.000 edifici (di cui il 15,46 per cento condomini), i cui interventi hanno permesso la riqualificazione energetica di circa 40 milioni di metri quadri di edifici, di cui il 58 per cento rappresentato da condomini, con un risparmio di energia primaria di circa 5.650 gigawattora per anno, di cui circa il 63,4 per cento connesso ad interventi sulle superfici opache e trasparenti, la restante quota connessa agli impianti termici;
l'ultimo rapporto «110% Monitor» divulgato il 21 febbraio 2023 da Nomisma, sulla base del patrimonio informativo proprietario e dall'analisi di fonte terze, pone in evidenza che – in uno scenario in cui si stima che in Italia il settore delle costruzioni consumi oltre il 30 per cento dell'energia primaria e sia responsabile di circa un terzo delle emissioni di gas serra – risulta particolarmente rilevante la riduzione totale delle emissioni di CO2 in atmosfera per effetto degli interventi sul patrimonio edilizio esistente attivati con il superbonus, con una percentuale media del 40 per cento del totale e con punte fino al 70 per cento nelle grandi città, con una stima in 1,42 milioni di tonnellate in meno;
la riduzione dei consumi energetici per effetto degli interventi di efficientamento attivati tramite il superbonus, avrebbe un impatto diretto sul bilancio delle famiglie italiane, con risparmi complessivi pari a circa 29 miliardi di euro, considerando che per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta, anche tenuto conto del periodo straordinario di aumento dei costi dell'energia dovuti alla crisi internazionale, è risultato pari a 964 euro l'anno;
lo stesso studio di Nomisma stima in 195,2 miliardi di euro l'impatto complessivo del superbonus 110 per cento sull'economia nazionale, con un effetto diretto di 87,7 miliardi – 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto – capace di generare un impatto sociale ha visto un incremento di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e di 351.000 in quelli collegati;
secondo un'indagine prodotta dallo stesso istituto di ricerca a fine 2022, in caso di conferma del sistema degli incentivi anche per il 2023, sarebbero 10,3 milioni le famiglie ancora interessate a un intervento finalizzato all'efficientamento energetico di un immobile di proprietà e di queste, 4,6 milioni di famiglie, dichiaravano di aver già deciso o di aver intenzione di usufruire del superbonus. Inoltre a fronte di 3,5 milioni di famiglie che hanno già iniziato una fase esplorativa, 1,5 milioni dichiarava di aver già avviato i lavori o, addirittura, di aver già completato gli interventi;
di fronte agli obblighi attesi dalla direttiva Ue sulle case green (entro il 2033 classe minima D) e agli impegni sulla neutralità climatica assunti in sede europea (emissioni zero al 2050), per sostenere la domanda di famiglie eterogenee sotto il profilo reddituale e fiscale, il meccanismo della cessione dei crediti con lo sconto in fattura – che ha rappresentato un importante sblocco del mercato anche in presenza di bonus – risulta insostituibile specialmente per interventi sui condomini, che rappresentano una quota significativa degli immobili meritevoli di ristrutturazione e opere di efficientamento energetico;
l'incertezza applicativa e i continui interventi di modifica normativa intervenuti, hanno determinato il progressivo blocco del mercato delle cessioni dei crediti fiscali, rimasti incagliati nei cassetti fiscali di cittadini, imprese e di istituti di credito anche a fronte della limitata capienza fiscale, per un valore di oltre 19 miliardi di crediti inutilizzati, ponendo in gravissima difficoltà l'intero settore economico,
impegna il Governo:
1) ad adottare le iniziative di competenza volte al riordino del quadro degli incentivi e delle agevolazioni fiscali per il settore edilizio in vigore, con particolare riferimento alla stabilizzazione della misura di detrazione fiscale del superbonus nell'arco di almeno 10 anni, anche al fine del rigoroso rispetto degli obiettivi del Fit for 55 per l'edilizia residenziale pubblica e privata, prevedendo altresì percentuali di detrazione differenziate secondo le fasce di reddito e di destinazione dell'immobile a prima casa, anche tramite il rifinanziamento del Fondo nazionale per l'efficienza energetica di cui all'articolo 15 del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102 con una quota da destinarsi esclusivamente agli interventi di edilizia residenziale pubblica;
2) a predisporre un piano d'intervento di lungo periodo per la ristrutturazione e la rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato, operando un adeguato riequilibrio tra l'intervento pubblico e la partecipazione alle spese da parte dei privati, individuando un meccanismo incentivante di premialità graduato in ragione di indicatori e parametri che consentano di monitorare l'andamento degli interventi e valutarne l'efficacia nel corso del tempo;
3) ad adottare iniziative volte a realizzare una piattaforma nazionale di controllo per la libera circolazione dei crediti fiscali certificata dallo Stato, attraverso la quale il credito generato risulti garantito, in modo da semplificare i meccanismi di controllo, riducendo il rischio di frodi nei meccanismi di cessione;
4) ad assumere ogni iniziativa utile a sbloccare immediatamente i crediti fiscali incagliati, tenendo conto dell'emergenza in atto per imprese e cittadini che pur vantando crediti su lavori già effettuati, non riescono ad avere più liquidità, anche adottando, per quanto di competenza, misure straordinarie finalizzate all'ampliamento della capienza fiscale dei soggetti coinvolti o delle possibilità di compensazione su imposte e tributi di famiglie e imprese.
(1-00075) «Zanella, Evi, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».