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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 22 marzo 2023

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta
del 22 Marzo 2023.

  Albano, Ascani, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Cappellacci, Carloni, Cattaneo, Cecchetti, Cirielli, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Fassino, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pellegrini, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Rizzetto, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zucconi.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

   Albano, Ascani, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Cappellacci, Carloni, Cattaneo, Cecchetti, Cirielli, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Fassino, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pellegrini, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Rizzetto, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zucconi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 21 marzo 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   DI GIUSEPPE: «Delega al Governo per la revisione della disciplina per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero» (1023);

   SCHULLIAN: «Modifiche alla composizione di organi parlamentari bicamerali» (1024);

   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE GIAGONI: «Modifica all'articolo 14 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di attribuzione del demanio marittimo alla competenza della regione» (1025);

   LUPI ed altri: «Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano» (1026);

   COLOMBO ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale degli antichi mestieri» (1027).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge DE MONTE ed altri: «Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992» (742) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

  La proposta di legge VARCHI ed altri: «Istituzione della Giornata della vita nascente» (798) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

  La proposta di legge LUCASELLI ed altri: «Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, in materia di assegnazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata» (803) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

  La proposta di legge CIOCCHETTI ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione del melanoma cutaneo e altre disposizioni per la prevenzione e la diagnosi precoce della malattia» (813) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

  La proposta di legge CIOCCHETTI ed altri: «Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell'ambito del Servizio sanitario nazionale» (814) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Ciaburro e Marchetto Aliprandi.

  La proposta di legge MASCHIO ed altri: «Disciplina del volo da diporto o sportivo» (822) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

  La proposta di legge MORGANTE ed altri: «Disposizioni in materia di riconoscimento della festività del Corpus Domini agli effetti civili» (832) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Tremaglia.

  La proposta di legge MAIORANO ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della clownterapia o terapia del sorriso» (846) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

  La proposta di legge VARCHI ed altri: «Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano» (887) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

  La proposta di legge VARCHI ed altri: «Modifica al decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, concernente l'accesso anticipato al pensionamento per i conducenti di automezzi speciali del Ministero della giustizia» (895) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

Adesione di deputati a proposte
di inchiesta parlamentare.

  La proposta di inchiesta parlamentare RAMPELLI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie» (Doc. XXII, n. 22) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ciaburro.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   III Commissione (Affari esteri):

  «Ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo dell'Accordo di collaborazione in materia radiotelevisiva fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di San Marino, con Allegato, del 5 marzo 2008, fatto a Roma il 27 settembre 2021» (974) Parere delle Commissioni I, V, VII e IX.

   VII Commissione (Cultura):

  PICCOLOTTI e ZANELLA: «Disposizioni concernenti l'organizzazione del sistema nazionale pubblico di istruzione e l'elevazione dell'obbligo scolastico» (807) Parere delle Commissioni I, V, VIII, IX, XI e XII;

  ZUCCONI e CARAMANNA: «Delega al Governo per l'istituzione della Scuola nazionale di alta formazione turistica, nonché disposizioni per favorire la ristrutturazione dei laboratori didattici degli istituti professionali di Stato per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera» (897) Parere delle Commissioni I, V, X, XI e XIII.

   XII Commissione (Affari sociali):

  CIOCCHETTI ed altri: «Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell'ambito del Servizio sanitario nazionale» (814) Parere delle Commissioni I, V, VII e XI.

Cancellazione dall'ordine del giorno di proposte di legge d'iniziativa popolare.

  Dalla verifica e dal computo delle firme dei sottoscrittori della proposta di legge d'iniziativa popolare: «Abolizione della caccia» (796), effettuati ai sensi dell'articolo 48, secondo comma, della legge 25 maggio 1970, n. 352, è risultato che la proposta medesima non possiede i requisiti previsti dall'articolo 71, secondo comma, della Costituzione.

  La proposta di legge deve quindi ritenersi non validamente presentata e sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

  Dalla verifica e dal computo delle firme dei sottoscrittori della proposta di legge d'iniziativa popolare: «Abolizione delle botticelle» (797), effettuati ai sensi dell'articolo 48, secondo comma, della legge 25 maggio 1970, n. 352, è risultato che la proposta medesima non possiede i requisiti previsti dall'articolo 71, secondo comma, della Costituzione.

  La proposta di legge deve quindi ritenersi non validamente presentata e sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Corte dei conti, con lettera in data 20 marzo 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7, comma 7, del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, la relazione della Corte dei conti sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), aggiornata al 13 febbraio 2023 (Doc. XIII-bis, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio), nonché a tutte le altre Commissioni permanenti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 21 marzo 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione Human Technopole, per l'esercizio 2021, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 63).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Ministro della salute.

  Il Ministro della salute, con lettera in data 20 marzo 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6 della legge 4 luglio 2005, n. 123, la relazione sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni scientifiche in tema di malattia celiaca, con particolare riferimento ai problemi concernenti la diagnosi precoce e il monitoraggio delle complicanze, riferita all'anno 2021 (Doc. LXII, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali).

  Il Ministro della salute, con lettera in data 20 marzo 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 4, della legge 14 agosto 2020, n. 113, la prima relazione sull'attività svolta dall'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, riferita all'anno 2022 (Doc. CCXXII, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di progetti di
atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 21 marzo 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante misure volte a ridurre i costi dell'installazione di reti di comunicazione elettronica Gigabit e che abroga la direttiva 2014/61/UE (normativa sull'infrastruttura Gigabit) (COM(2023) 94 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 94 final – Annex) e dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto (SWD(2023) 47 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 22 marzo 2023.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 21 marzo 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:

   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – La transizione energetica nel settore della pesca e dell'acquacoltura dell'Unione europea (COM(2023) 100 final);

   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro a seguito di una domanda presentata dalla Spagna – EGF/2022/003 ES/Alu Ibérica (COM(2023) 129 final);

   Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio sull'aggiornamento della strategia per la sicurezza marittima dell'Unione europea e del relativo piano d'azione «Una strategia rafforzata per la sicurezza marittima dell'Unione europea per far fronte all'evoluzione delle minacce marittime» (JOIN(2023) 8 final);

   Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – Strategia spaziale dell'Unione europea per la sicurezza e la difesa (JOIN(2023) 9 final).

Trasmissione di documenti connessi
ad atti dell'Unione europea.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 20 marzo 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, commi 3 e 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le relazioni predisposte dalla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea, riferite al periodo dal 7 al 10 marzo 2023.

  Questi documenti sono trasmessi alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e alle Commissioni competenti per materia.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 23 E 24 MARZO 2023

Risoluzioni

   La Camera,

   premesso che:

    nel prossimo Consiglio europeo del 23 e 24 marzo prossimo venturo, i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri affronteranno importanti questioni, in particolare: gli ultimi sviluppi relativi al conflitto in Ucraina, la situazione relativa al mercato unico e all'economia europea e alla competitività e faranno il punto sulla questione energetica. In ultimo, la Presidenza del Consiglio e la Commissione informeranno il Consiglio Europeo in merito ai progressi compiuti in merito alle conclusioni sulla migrazione del 9 febbraio 2023;

   considerato che:

    l'aggressione della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina è ormai in atto da oltre un anno, in un contesto segnato da una perdurante escalation militare inasprita, peraltro, dallo spettro di una minaccia nucleare, paventata a più riprese;

    nelle conclusioni del Consiglio Europeo straordinario dello scorso 23 febbraio i capi di Stato e di Governo degli Stati membri hanno chiaramente chiesto la cessazione delle ostilità, «porre fine immediatamente a questa guerra atroce», si legge nel documento conclusivo del vertice europeo ed è per questo necessario, nell'immediato, oltre al rafforzamento delle misure sanzionatorie proposto dai leader europei, un rilancio e rafforzamento dell'azione diplomatica vista l'urgenza che il perdurare del conflitto impone, per giungere nel più breve tempo possibile a una soluzione del conflitto che ponga fine alla crisi in atto, nel rispetto della sovranità e integrità territoriale ucraina e del diritto internazionale;

    la situazione è ormai drammatica e insostenibile con decine di migliaia di vittime, civili e militari, distruzione di edifici pubblici e privati e infrastrutture vitali, la crisi umanitaria, nonché, sul piano geopolitico, le evidenti ripercussioni sul tessuto economico-produttivo internazionale, sull'approvvigionamento energetico e sulle principali regole della convivenza internazionale;

    «I persistenti attacchi mortali indiscriminati che la Russia porta avanti nei confronti di civili e infrastrutture civili costituiscono crimini internazionali e devono cessare. Il diritto internazionale umanitario, anche in relazione al trattamento dei prigionieri di guerra, deve essere rispettato. Agli ucraini – e in particolare ai bambini – che sono stati trasferiti con la forza in Russia deve essere consentito immediatamente il rimpatrio in condizioni di sicurezza», si legge nelle conclusioni del Consiglio Europeo di febbraio scorso;

    nonostante il Governo di Mosca abbia espressamente dichiarato di non riconoscere la giurisdizione della Corte Penale internazionale dell'Aja, l'Unione europea è determinata a fare in modo che siano puniti i responsabili e i complici dei crimini di guerra e degli altri crimini più gravi commessi in relazione alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e in tal senso il Consiglio Europeo ha garantito «il sostegno dell'Unione europea alle indagini del procuratore della Corte penale internazionale e alla creazione, all'Aja, di un centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione nei confronti dell'Ucraina. Tale centro sarà collegato alla squadra investigativa comune esistente, sostenuta da Eurojust.»;

   ritenuto che:

    l'Europa sta attraversando una crisi energetica senza precedenti: nonostante le misure messe in atto per contenere l'aumento dei prezzi e garantire ai cittadini la sicurezza dell'approvvigionamento occorre una prospettiva condivisa a livello europeo per continuare ad accelerare sulla diffusione delle energie rinnovabili ed abolire progressivamente il gas, rendere le bollette dei consumatori meno dipendenti dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, garantire una maggiore autonomia sul fronte energetico, anche mediante il rafforzamento delle strategie di diversificazione degli approvvigionamenti e la realizzazione di nuove ed efficienti reti energetiche transeuropee, in linea con il Green Deal europeo e il piano REPowerEU;

    nelle conclusioni del Consiglio Europeo del 15 dicembre 2022 in cui i capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea hanno fatto il punto sulla crisi energetica in corso, è stata evidenziata l'importanza, nell'attuale contesto mondiale, di una politica industriale europea ambiziosa per adeguare l'economia dell'Europa alle transizioni verde e digitale e ridurre le dipendenze strategiche e avviare una rapida conclusione delle discussioni relative alla direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, alla direttiva sull'efficienza energetica e alla direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, quest'ultima di recente approvata dal Parlamento Europeo;

    tale direttiva, nello scopo di rendere più efficiente da un punto di vasta energetico il patrimonio immobiliare europeo, prevede anche l'introduzione di misure che facilitino l'accesso a sovvenzioni e finanziamenti, per le ristrutturazioni profonde, soprattutto degli edifici con le peggiori prestazioni, prevedendo sovvenzioni e sussidi mirati a supporto delle famiglie vulnerabili per contrastare la povertà energetica. L'Italia è stata capace di anticipare i tempi e le politiche europee con l'introduzione del Super Bonus 110 per cento;

   valutato che:

    in relazione ai temi del mercato unico, della competitività e dell'economia non si può non aprire una riflessione sul tema del nuovo sistema di governance dell'Unione europea;

    lo scorso 9 novembre 2022 la Commissione europea ha adottato la comunicazione COM(2022)583 final in cui ha definito gli orientamenti per la riforma del quadro di governance economica, comprensiva di una riforma delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, le cui politiche tendono ad essere espansive nelle fasi di crescita e restrittive nelle fasi di rallentamento;

    il tema dell'aggiornamento e della revisione del quadro della governance economica europea rappresenta pertanto una questione centrale nel dibattito europeo a fronte della nuova realtà economica – pesantemente influenzata dalle crescenti tensioni e dai mutati scenari geo-politici internazionali;

    nonostante abbia promosso la convergenza dei saldi di bilancio verso livelli più sostenibili, l'attuale quadro di governance ha quindi rivelato notevoli debolezze, tra cui la sua elevata complessità, uno scarso livello di attuazione, la carenza di titolarità e di incentivi a perseguire politiche anticicliche, così come la mancanza di una capacità di stabilizzazione centrale per gestire gli shock idiosincratici, che potrebbe essere bilanciata attraverso l'introduzione strutturale di sistemi di «common safe asset» sottoforma di titoli obbligazionari europei che possano intervenire in fasi di crisi, come dimostrato durante la pandemia da COVID-19. Inoltre, esso non è riuscito a ridurre le divergenze tra i livelli di debito nell'Unione, né a proteggere o promuovere gli investimenti che stimolano la crescita;

    l'ipotesi di riforma della Commissione desta non poche perplessità in ordine, in primo luogo, al mantenimento dei parametri quantitativi massimi di riferimento del 3 per cento per il disavanzo e all'obiettivo del 60 per cento per il rapporto debito su prodotto interno lordo, nonché all'assenza della previsione di una golden rule per escludere gli investimenti dalle norme fiscali dell'Unione europea;

    tale ipotesi di riforma non può considerarsi evidentemente conclusiva, avendo peraltro la Commissione preannunciato nella suddetta Comunicazione ulteriori orientamenti nel primo trimestre del 2023 e possibili proposte legislative, sulle quali auspica di registrare il consenso prima dell'inizio del processo di approvazione dei bilanci nazionali per l'anno 2024. Nella riunione dell'Ecofin dello scorso 14 marzo, si è giunti a un primo preliminare accordo sugli orientamenti della Commissione in merito alla riforma della governance economica, si è aperta la strada a una visione che garantisca la sostenibilità delle finanze pubbliche, ma anche la crescita e gli investimenti, sebbene non siano stati superati i valori di riferimento del Trattato, il 3 per cento per il rapporto deficit-Pil e il 60 per cento per il rapporto debito-Pil;

    in ultimo, in merito al tema delle migrazioni, nelle conclusioni del Consiglio Europeo straordinario dello scorso febbraio, è stata ribadita la volontà dei leader europei di affrontare il tema migratorio con «un approccio globale alla migrazione che combini il rafforzamento dell'azione esterna, un controllo più efficace delle frontiere esterne dell'Unione europea e la dimensione interna, nel rispetto del diritto internazionale, dei principi e dei valori dell'Unione europea, nonché della tutela dei diritti fondamentali», in tale senso è stata ribadita l'azione verso la prevenzione delle partenze irregolari e la perdita di vite umane, la riduzione della pressione sulle frontiere dell'Unione europea e sulle capacità di accoglienza e la lotto contro i trafficanti e la tratta di essere umani;

    già nelle conclusioni dei Consigli Europei, tenutesi nell'ottobre 2018 e del dicembre dello stesso anno, nonché nei successivi vertici europei di giugno, ottobre e dicembre 2021, i capi di Stato e di governo europei avevano evidenziato la necessità di rafforzare il contrasto alle reti di trafficanti di persone, intensificando la collaborazione con i paesi terzi in materia di indagine, arresto e perseguimento di soggetti dediti al traffico e alla tratta, nonché sostenere e incentivare i piani di azione con i paesi di origine e di transito dei migranti;

    un tema quest'ultimo di stretta attualità visto i tragici eventi che nelle scorse settimane hanno interessato le coste italiane per cui appare preminente l'impegno dell'Unione europea a riconoscere «le specificità delle frontiere marittime, anche per quanto riguarda la salvaguardia delle vite umane», e «la necessità di una cooperazione rafforzata in ordine alle attività di ricerca e soccorso»;

    l'approccio globale alla gestione dei flussi migratori, auspicato a più riprese, dal Consiglio Europeo stenta a trovare una concreta attuazione e di certo dovrà considerare tutti i fattori scatenanti delle migrazioni, dovrà dare risposte nel prossimo futuro non solo alla strutturazione di un nuovo e più funzionale sistema comune di asilo europeo, ma anche una risposta comune alla migrazione di tipo economico, che possa essere funzionale alla richiesta di manodopera del sistema industriale europeo e alla competitività del mercato unico,

impegna, quindi, il Governo, in sede europea:

1) in relazione al conflitto russo-ucraino:

  a) a profondere il massimo sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale;

  b) ad assicurare pieno sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni, intensificando, con urgenza, anche a seguito alla distruzione di infrastrutture critiche ucraine da parte della Russia, tutte le azioni necessarie per continuare a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di protezione civile all'Ucraina, incluse le necessarie misure di accoglienza per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili;

2) in materia di energia:

  a) ad avviare con urgenza un confronto costruttivo per l'istituzione di un Energy recovery fund, quale strumento, a disposizione dell'Unione e dei suoi Stati membri, a supporto della lotta al caro energia, per garantire una maggiore autonomia sul fronte energetico, attraverso il rafforzamento delle strategie di diversificazione degli approvvigionamenti energetici nonché a fortificare la cooperazione con partner energetici affidabili per lo sviluppo di progetti transfrontalieri finalizzati alla realizzazione di nuove infrastrutture per un sistema più efficiente e sostenibile di rifornimento energetico europeo, con particolare riferimento alla realizzazione di interconnettori elettrici sottomarini, quali corridoi alternativi tesi ad ampliare l'integrazione delle fonti di energia rinnovabili, favorire la fornitura e il trasferimento di energia elettrica decentralizzata prodotta da FER da e verso l'Europa e facilitare lo sviluppo dei mercati energetici regionali, in particolare con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, al fine di ridurre, nella direzione dell'Unione dell'energia, la dipendenza dai combustibili fossili e l'esposizione alla volatilità dei mercati;

  b) a sostenere un approccio costruttivo nell'iter di approvazione delle direttive europee in tema di energie rinnovabili, efficienza energetica e sulla prestazione energetica nell'edilizia e a rivedere gli orientamenti in merito alla misura del «Superbonus 110» e del connesso strumento della cessione del credito al fine di garantire a livello nazionale il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto di provvedimenti «Fit for 55» in vista della neutralità climatica al 2050;

3) in materia di economia europea e competitività:

  a) chiarire che il common framework iniziale della Commissione non ha efficacia vincolante, non costituisce un programma (reference path) entro il quale i piani nazionali si devono obbligatoriamente mantenere e a precisare in termini espliciti che l'atto iniziale della Commissione: (1) non ha efficacia vincolante, (2) contiene solo linee guida di carattere generale (tempistica, obiettivi, strumenti di controllo), (3) si astiene dal dettare programmi specifici per i singoli Stati o, se lo fa, (4) associa fin dall'origine la partecipazione effettiva di questi ultimi nella definizione dei rispettivi programmi;

  b) prevenire il ripristino dell'attuale quadro di governance macroeconomica europea – segnatamente del Patto di stabilità e crescita (Psc) – che deve essere ripensato alla luce del rinnovato contesto economico, per adattare le norme di bilancio alle nuove sfide che l'Unione europea e i suoi Stati membri sono chiamati ad affrontare, e perseguire politiche di bilancio sostenibili, prevedendo percorsi di rientro dal debito realistici che tengano conto delle specificità degli Stati membri e del loro quadro macroeconomico complessivo e, inoltre, superando l'utilizzo prevalente di indicatori non osservabili come il saldo strutturale, al fine di ancorare la sorveglianza macroeconomica a indicatori direttamente osservabili e misurabili;

  c) in particolare, nell'ambito della discussione sulla riforma delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, rivedere gli irrealistici parametri quantitativi del 3 per cento e del 60 per cento privi di una reale giustificazione economica e spesso oggetto di critiche, con il conseguente superamento della fase preventiva e quella correttiva del PSC, la cui applicazione si è dimostrata a più riprese incoerente, e garantire un'applicazione omogenea della procedura per gli squilibri macroeconomici, al fine di affrontare adeguatamente il fenomeno della pianificazione fiscale aggressiva e gli eccessivi surplus di specifici Stati membri;

  d) conseguentemente, a disegnare, in ordine all'attuale discussione sulla revisione del quadro vigente di governance economica europea, una strategia complessiva di riforma della nuova architettura dell'Unione europea più favorevole alla crescita economica, finalizzata a rendere le norme sul debito più semplici, più applicabili e concepite per sostenere le priorità politiche per la doppia transizione verde e digitale, con adeguati investimenti pubblici e privati, in senso coerente con l'interesse dell'Italia, opponendosi a qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico e che finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti ed automatici, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci;

  e) ad adattare alcuni elementi di successo dell'esperienza del dispositivo di ripresa e resilienza alla nuova architettura della politica di bilancio europea, trasformando il programma NGEU in uno strumento permanente, da finanziare attraverso il bilancio europeo con la conseguente istituzione di nuove fonti di entrate nella forma di risorse proprie dell'Unione europea e l'inclusione dell'emissione di debito comune europeo come strumento stabile, finalizzati a sostenere l'impegno comune per il rafforzamento degli investimenti nella produzione di «beni pubblici» che consentano di rispondere al meglio alle esigenze concordate a livello europeo, come ricerca, innovazione, sicurezza e transizione energetica, al fine di assicurare all'Unione europea un proprio spazio fiscale autonomo, capace di avviare una politica economica anti-ciclica, che la sottragga a quelli che i firmatari del presente atto di indirizzo giudicano «ricatti» dei contributi nazionali;

  f) a modificare altresì le regole vigenti in materia di disciplina di bilancio, prevedendo lo scorporo dal calcolo del deficit di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi, che sono ostacolati dall'attuale quadro di bilancio – tra cui quelli green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei – nonché esentare, dalla regola di spesa, gli investimenti finanziati dai prestiti del programma NGEU che promuovono gli obiettivi a lungo termine dell'Unione europea, per rendere l'economia e il sistema energetico dell'Unione europea più competitivi, sicuri, omogenei e sostenibili;

  g) a valutare altresì la possibilità di scorporare il debito anomalo e non strutturale accumulato a causa dell'emergenza legata al COVID-19, prevedendo la sua perennizzazione attraverso i reinvestimenti del programma di acquisto di titoli Pepp, o in ogni caso tramite l'individuazione di un percorso di rientro ad hoc;

4) in materia di gestione dei flussi migratori:

  a) a sostenere, nelle more dell'approvazione del nuovo Patto europeo sulla Migrazione, il superamento dell'attuale disciplina della gestione dei flussi migratori, basata su uno strumento, il Regolamento di Dublino, penalizzante per i paesi di primo approdo come l'Italia, per arrivare ad una redistribuzione con quote obbligatorie di migranti per tutti gli Stati Europei;

  b) con riguardo alle operazioni di salvataggio in mare, sia in condizioni di particolare emergenza che in condizioni ordinarie, in particolare per quel che riguarda il soccorso a imbarcazioni di migranti a lavorare per un cambio di prospettiva che miri a considerare frontiere europee le frontiere marittime, in modo da assicurare una gestione più stabile e più solidale tra Stati Membri di coloro che arrivano nel territorio dell'Unione europea dopo essere stati salvati in mare;

  c) a rafforzare la cooperazione dell'Unione europea con le Nazioni Unite, in particolare con l'UNHCR e con l'OIM, per incentivare corridoi umanitari sicuri per l'arrivo in territorio europeo al fine di garantire l'assistenza umanitaria necessaria e il rispetto dei diritti umani dei migranti.
(6-00022) «Francesco Silvestri , Conte , Baldino , Santillo , Auriemma , Cappelletti , Fenu , Bruno , Scerra , Scutellà ».


   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023 affronterà i temi della guerra della Russia all'Ucraina e delle politiche dell'Unione in materia di competitività, mercato unico, sviluppo economico ed energia;

    dopo quasi tredici mesi dal suo inizio, l'aggressione della Russia all'Ucraina prosegue con modalità e finalità manifestamente terroristiche – stragi e deportazioni di civili e sistematica distruzione delle infrastrutture essenziali – già denunciate dal Parlamento europeo nel novembre scorso e certificate dal mandato di arresto contro Vladimir Putin emesso dalla Corte penale internazionale dell'Aja;

    è sempre più evidente che il disegno russo di annessione di alcuni territori dell'Ucraina e di «bielorussizzazione» della parte residua, dietro il simulacro di una indipendenza apparente, è stata fermata, ma non ancora sconfitta dalla straordinaria resistenza del popolo ucraino e dal decisivo sostegno dei Paesi dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica;

    di fronte ai rischi di cronicizzazione dell'attuale quadro politico-militare, che comporta pesantissime conseguenze non solo per la popolazione ucraina, ma per tutti gli Stati europei esposti alle minacce dell'espansionismo russo, in primo luogo quelli del quadrante centro-orientale dell'Unione, la soluzione non può essere costituita da un accordo che dia riconoscimento, ancorché parziale, agli obiettivi o alle presunte ragioni della Russia, né dal sacrificio del diritto dell'Ucraina alla piena libertà, indipendenza e sicurezza, in un quadro di alleanze politico-militari democraticamente scelto dai suoi cittadini;

    proseguire nel sostegno politico, finanziario, militare e umanitario dell'Ucraina non solo tiene la minaccia russa più lontana dai confini italiani e di altri stati membri dell'Unione europea, ma rappresenta la condizione perché qualunque negoziato avvenga su base effettivamente paritaria e perché il consenso su un eventuale accordo da parte dell'Ucraina non sia estorto con la violenza;

    sospendere il sostegno militare al Governo di Kiev non avvicinerebbe la pace, ma renderebbe la violenza dell'aggressione russa ancora più indiscriminata e le sue conseguenze ancora più pesanti; l'impegno per la pace significa oggi offrire all'Ucraina i mezzi per sedersi a un tavolo negoziale senza l'opzione obbligata della resa;

    il tema del governo del fenomeno migratorio e della gestione delle domande di asilo da parte dei rifugiati non è una dimostrazione dell'inefficienza delle istituzioni dell'Unione, quanto dell'incapacità di molti Paesi membri, ostaggio della propria stessa retorica sovranista, di negoziare soluzioni comuni; l'appello ai blocchi navali o a forme di controllo delle frontiere tanto miracolose quanto impraticabili non rappresenta niente di più che un espediente demagogico, e non ha alcuna relazione con i risultati conseguiti;

    secondo i calcoli preliminari dell'Agenzia Europea Frontex, nel 2022, sono stati rilevati circa 330.000 attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell'Unione europea; si tratta del numero più alto registrato dal 2016 e in aumento del 55 per cento rispetto al 2021;

    secondo i dati più aggiornati del Ministero dell'interno, dal 1° gennaio al 14 marzo 2023 sono sbarcati in Italia 17.592 migranti, il triplo degli sbarchi avvenuti nello stesso periodo del 2022 (5.976 migranti), durante il governo di Mario Draghi;

    questi numeri confermano che ostacolare il soccorso in mare da parte delle ONG e promuovere politiche di malintesa durezza nei confronti dei richiedenti asilo non comporta affatto una riduzione delle partenze e degli sbarchi; si può assicurare un governo razionale di questo fenomeno, senza venire meno a princìpi di diritto e di umanità, come è avvenuto con il governo Draghi nella scorsa legislatura e con quello Renzi nella precedente, a cui vennero addirittura rimproverati i costi sostenuti per recuperare sui fondali del Mediterraneo le salme di centinaia di vittime;

    i perduranti effetti della guerra sulla catena degli approvvigionamenti, non solo in campo energetico, sommati agli effetti dei lockdown sanitari e alla rapidissima ripresa delle attività economiche congelate nella fase più drammatica della pandemia, hanno innescato una dinamica inflativa che l'area euro non aveva mai conosciuto e che in Italia ha raggiunto lo scorso anno il dato più alto dal 1985, con una inflazione media annua dell'8,1 per cento;

    si può legittimamente discutere – come ha fatto pubblicamente anche il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco – sulla tempestività delle scelte e sulla coerenza delle comunicazioni della BCE in ordine al rialzo dei tassi e alla durata di una politica monetaria restrittiva, considerando ovviamente prioritario non soffocare con l'aumento dei prezzi anche la crescita del prodotto nei Paesi dell'eurozona. Non si può però rimuovere il dato di realtà fondamentale, che non è tanto l'obiettivo di inflazione al 2 per cento della BCE, ma la necessità di arginare le conseguenze sociali dell'aumento dei prezzi, che è da molti punti di vista la tassa più regressiva, visto che colpisce in primo luogo e più duramente le fasce più deboli della popolazione e i consumi di beni essenziali. D'altra parte non bisogna mai dimenticare che l'indipendenza della Banca Centrale Europea rappresenta un presidio fondamentale della costituzione economica dell'eurozona;

    il rialzo dei tassi ha conseguenze particolarmente pesanti per i Paesi più indebitati come l'Italia e ripropone l'esigenza di scelte di finanza pubblica rigorose, rispetto a cui anche la modifica del Patto di stabilità, sulla base della proposta presentata nel novembre scorso dalla Commissione europea e in discussione fino all'inizio del 2024, non offrirà scappatoie comode e gratuite: il criterio della sostenibilità del debito rimarrà ovviamente il vincolo fondamentale delle politiche di bilancio, anche se la spesa primaria netta sarà considerata l'indicatore fondamentale nei processi di aggiustamento pluriennale, che saranno negoziati con la Commissione Ue;

    sul continente europeo torna ad aleggiare anche il pericolo di una crisi del sistema creditizio, dopo il fallimento della Silicon Valley Bank e la gravissima crisi di Credit Suisse; gli istituti bancari dell'eurozona sono legati a requisiti di capitale e liquidità e a meccanismi di vigilanza particolarmente severi, ma in ogni caso, anche rispetto a questa minaccia, si pone il problema di assicurare la piena operatività del Meccanismo europeo di stabilità, per rafforzare la capacità dell'Unione di fronteggiare eventuali situazioni di dissesto;

    l'Italia è rimasto l'unico Paese a non avere ratificato la riforma del trattato del Mes e se il suo ostruzionismo fosse legato alla pretesa di modificarne finalità e regole di funzionamento, ovvero a negoziare condizioni più favorevoli sulla modifica del Patto di stabilità, questo contribuirebbe all'isolamento politico dell'Italia nell'Unione europea, con conseguenze imprevedibili, ma certamente negative;

    l'attenzione che la Commissione e il Consiglio sta riservando al rafforzamento della competitività europea, nel trentesimo anniversario dell'istituzione del mercato unico (1° gennaio 1993), conferma che la piena apertura e concorrenzialità dello spazio economico interno dell'Unione è il principale volano di crescita e di rafforzamento dei sistemi produttivi degli Stati membri. La qualità della regolazione e l'innovazione normativa in questo mercato devono servire ad adeguarlo alle sfide economiche globali, non ad assoggettarlo ad eccezioni nazionali di natura protezionistica o a clausole sovraniste, che hanno effetto depressivo anche sulle singole economie nazionali, come ad esempio avviene da anni in Italia, in modo manifestamente illegittimo, sul tema delle concessioni balneari;

    la transizione ecologica, anche ma non solo in vista degli obiettivi della neutralità climatica, rappresenta uno degli assi fondamentali dello sviluppo dell'economia europea, ma gli obiettivi di sostenibilità ambientale vanno coniugati, non contrapposti a quelli della sostenibilità sociale e della crescita; questa impropria polarizzazione incombe in particolare su scelte, europee e nazionali, in cui tale transizione rischia di essere declinata in forma semplicistica e irrealistica;

    esempi negativi di questa tendenza sono stati in questi mesi rappresentati da due proposte di emanazione europea quella sulle cosiddette «case green» e sul bando di ogni tipo di motore endotermico – che, in modo simile, tendono a prescindere da considerazioni realistiche sulla effettiva perseguibilità degli obiettivi, sui loro costi e sull'eventuale esistenza di alternative altrettanto efficaci dal punto di vista ecologico, anche considerando la dimensione locale degli interventi e la natura globale dei più gravi problemi ambientali legati a emissioni nocive;

    in concreto è possibile definire e perseguire un livello ottimale di prestazione energetica degli edifici in base al principio, per cui i risparmi sui costi dell'energia nella vita utile dell'immobile devono essere superiori a quelli dell'efficientamento, anche perché un programma di interventi che deroghi a questo principio avrebbe costi, che sarebbe difficile sostenere per i privati e arduo finanziare con effettive garanzie per il sistema creditizio; allo stesso modo è possibile disciplinare in modo stringente i limiti di emissioni per gli autoveicoli, rispettando il principio di neutralità tecnologica;

    secondo i medesimi criteri di realismo ed efficienza, dovrebbero essere rivisti i provvedimenti per ridurre la produzione di rifiuti da imballaggio, come la proposta di Regolamento presentata recentemente dalla Commissione europea, che privilegia il riciclo al riutilizzo e rischia di danneggiare pesantemente la filiera agroalimentare italiana, che nel 2021 ha realizzato un export di 52 miliardi e che si era complessivamente adeguata agli obiettivi di riciclo previsti dalla precedente disciplina europea;

    ad analoghe considerazioni si presta il problema del rapporto tra la produzione di energia e gli obiettivi di neutralità climatica; l'obiettivo di azzeramento delle emissioni di gas serra al 2050, secondo quanto indicato dalla stessa strategia pubblicata a gennaio 2021 dal Ministero dell'Ambiente, implica un fabbisogno di energia elettrica di almeno 650 TWh, oltre il doppio dei consumi 2022; generarla tutta con tecnologie basate su fonti rinnovabili, per la maggior parte variabili, come solare ed eolico, tenendo conto delle peculiarità italiane (la risorsa eolica è largamente inferiore a quella dei Paesi nordici) sarebbe più costoso e più impattante (in termini di occupazione di suolo ed impiego di materiali) che ricorrere ad un mix ottimizzato di nucleare e rinnovabili;

    per abilitare tale futuro mix, è indispensabile avviare subito un riassetto normativo della disciplina relativa a tutti gli impianti e infrastrutture idonei, ai sensi di quanto previsto nella Tassonomia Europea, in particolare per quelli relativi alla generazione, accumulo, trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica,

impegna il Governo:

1) a proseguire nel programma di sostegno politico, militare e finanziario all'Ucraina, a concorrere alla ricostruzione del Paese, a promuovere il rapido avvio del negoziato di adesione del Paese all'Unione europea e a sostenere iniziative politico-diplomatiche per giungere alla conclusione dell'aggressione russa e alla piena garanzia della libertà, dell'indipendenza e della sicurezza dell'Ucraina;

2) in coerenza con questo obiettivo, a non lasciare nulla di intentato e a garantire il sostegno dell'Italia a qualunque mediazione internazionale possa portare alla fine del conflitto nel rispetto dei diritti degli ucraini e dei principi del diritto internazionale;

3) a cooperare con la Corte penale internazionale, che, in base allo Statuto di Roma, sottoscritto e ratificato dall'Italia, è giuridicamente competente a perseguire i crimini di guerra e contro l'umanità compiuti nel corso dell'aggressione russa dell'Ucraina;

4) a richiedere la concreta implementazione del cosiddetto «Migration compact», che è stato adottato in linea di principio dalla Commissione europea il 7 giugno 2016, all'interno dell'Agenda europea per le migrazioni, al fine di gestire gli imponenti flussi migratori previsti per il 2023;

5) a promuovere, in particolare, una maggiore cooperazione tra i Paesi europei per il controllo delle frontiere, rafforzando le operazioni di Frontex nel Mediterraneo, in vista dei seguenti obiettivi: la definizione di strumenti di migrazione legale verso l'Europa; un potenziamento della cooperazione internazionale europea e degli investimenti nei paesi di origine e transito dei migranti, in cambio di un maggiore controllo delle rispettive frontiere; la definizione di schemi di redistribuzione dei migranti tra i paesi europei maggiormente efficaci e non su base volontaria;

6) a presentare in Consiglio dei ministri il disegno di legge di ratifica della riforma del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità, che non implica alcun obbligo di utilizzo per l'Italia, ma consente a tutti i Paesi che hanno aderito allo strumento di accedere liberamente agli aiuti previsti; la piena operatività del Mes rappresenta lo strumento fondamentale per affrontare possibili situazioni di crisi del sistema bancario, fornendo una rete di sicurezza finanziaria (common backstop) al Fondo di risoluzione unico;

7) a riallineare finalmente, dopo le ripetute pronunce del Consiglio di Stato e i richiami del Capo dello Stato, la disciplina relativa all'assegnazione delle concessioni balneari ai criteri stabiliti dalla normativa europea, senza presunte deroghe, che in realtà ne rappresentano una palese violazione;

8) a sostenere iniziative che consentano lo sviluppo di un mercato europeo dell'energia in grado di assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti e il controllo dei costi; in questo quadro a perseguire, sul piano nazionale, una strategia volta a rendere più efficiente la diversificazione e l'utilizzo razionale delle fonti, senza alcuna discriminazione verso quella nucleare, a bassa impronta carbonica;

9) a promuovere la modifica della direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici, in modo tale che solo quelli per i quali l'efficientamento abbia costi inferiori ai risparmi sulla bolletta energetica nella vita utile successiva siano coinvolti in un programma di intervento, con obiettivi e tempi compatibili con le priorità nazionali di investimento, oppure in un programma finanziato da fondi comunitari;

10) a richiedere l'allineamento con la Tassonomia Europea di ogni direttiva o regolamento in tema di decarbonizzazione, riconoscendo la necessità di promuovere tutte le tecnologie green a bassissima emissione di gas a effetto serra incluse nella Tassonomia e non solo quelle da fonte rinnovabile, a partire da quella nucleare;

11) a sostenere la nuova riforma della legge elettorale europea proposta dal Parlamento europeo al Consiglio Ue, che rafforza la democrazia europea della partecipazione dei cittadini alle elezioni europee, in particolare attraverso l'introduzione di liste transnazionali in una circoscrizione unica europea, per permettere di votare direttamente i partiti e i movimenti politici europei e i capilista candidati alla presidenza della Commissione europea.
(6-00023) «Richetti , Del Barba , Enrico Costa , Gadda , Grippo , Marattin , Sottanelli , De Monte , Benzoni , Bonetti , Bonifazi , Boschi , Carfagna , Castiglione , D'Alessio , Faraone , Giachetti , Gruppioni , Pastorella , Rosato , Ruffino ».


   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023 affronterà i temi della guerra della Russia all'Ucraina e delle politiche dell'Unione in materia di competitività, mercato unico, sviluppo economico ed energia;

    dopo quasi tredici mesi dal suo inizio, l'aggressione della Russia all'Ucraina prosegue con modalità e finalità manifestamente terroristiche – stragi e deportazioni di civili e sistematica distruzione delle infrastrutture essenziali – già denunciate dal Parlamento europeo nel novembre scorso e certificate dal mandato di arresto contro Vladimir Putin emesso dalla Corte penale internazionale dell'Aja;

    è sempre più evidente che il disegno russo di annessione di alcuni territori dell'Ucraina e di «bielorussizzazione» della parte residua, dietro il simulacro di una indipendenza apparente, è stata fermata, ma non ancora sconfitta dalla straordinaria resistenza del popolo ucraino e dal decisivo sostegno dei Paesi dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica;

    di fronte ai rischi di cronicizzazione dell'attuale quadro politico-militare, che comporta pesantissime conseguenze non solo per la popolazione ucraina, ma per tutti gli Stati europei esposti alle minacce dell'espansionismo russo, in primo luogo quelli del quadrante centro-orientale dell'Unione, la soluzione non può essere costituita da un accordo che dia riconoscimento, ancorché parziale, agli obiettivi o alle presunte ragioni della Russia, né dal sacrificio del diritto dell'Ucraina alla piena libertà, indipendenza e sicurezza, in un quadro di alleanze politico-militari democraticamente scelto dai suoi cittadini;

    proseguire nel sostegno politico, finanziario, militare e umanitario dell'Ucraina non solo tiene la minaccia russa più lontana dai confini italiani e di altri stati membri dell'Unione europea, ma rappresenta la condizione perché qualunque negoziato avvenga su base effettivamente paritaria e perché il consenso su un eventuale accordo da parte dell'Ucraina non sia estorto con la violenza;

    sospendere il sostegno militare al Governo di Kiev non avvicinerebbe la pace, ma renderebbe la violenza dell'aggressione russa ancora più indiscriminata e le sue conseguenze ancora più pesanti; l'impegno per la pace significa oggi offrire all'Ucraina i mezzi per sedersi a un tavolo negoziale senza l'opzione obbligata della resa;

    secondo i calcoli preliminari dell'Agenzia Europea Frontex, nel 2022, sono stati rilevati circa 330.000 attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell'Unione europea; si tratta del numero più alto registrato dal 2016 e in aumento del 55 per cento rispetto al 2021;

    secondo i dati più aggiornati del Ministero dell'interno, dal 1° gennaio al 14 marzo 2023 sono sbarcati in Italia 17.592 migranti, il triplo degli sbarchi avvenuti nello stesso periodo del 2022 (5.976 migranti), durante il governo di Mario Draghi;

    i perduranti effetti della guerra sulla catena degli approvvigionamenti, non solo in campo energetico, sommati agli effetti dei lockdown sanitari e alla rapidissima ripresa delle attività economiche congelate nella fase più drammatica della pandemia, hanno innescato una dinamica inflativa che l'area euro non aveva mai conosciuto e che in Italia ha raggiunto lo scorso anno il dato più alto dal 1985, con una inflazione media annua dell'8,1 per cento;

    il rialzo dei tassi ha conseguenze particolarmente pesanti per i Paesi più indebitati come l'Italia e ripropone l'esigenza di scelte di finanza pubblica rigorose, rispetto a cui anche la modifica del Patto di stabilità, sulla base della proposta presentata nel novembre scorso dalla Commissione europea e in discussione fino all'inizio del 2024, non offrirà scappatoie comode e gratuite: il criterio della sostenibilità del debito rimarrà ovviamente il vincolo fondamentale delle politiche di bilancio, anche se la spesa primaria netta sarà considerata l'indicatore fondamentale nei processi di aggiustamento pluriennale, che saranno negoziati con la Commissione Ue;

    la transizione ecologica, anche ma non solo in vista degli obiettivi della neutralità climatica, rappresenta uno degli assi fondamentali dello sviluppo dell'economia europea, ma gli obiettivi di sostenibilità ambientale vanno coniugati, non contrapposti a quelli della sostenibilità sociale e della crescita; questa impropria polarizzazione incombe in particolare su scelte, europee e nazionali, in cui tale transizione rischia di essere declinata in forma semplicistica e irrealistica;

    esempi negativi di questa tendenza sono stati in questi mesi rappresentati da due proposte di emanazione europea quella sulle cosiddette «case green» e sul bando di ogni tipo di motore endotermico – che, in modo simile, tendono a prescindere da considerazioni realistiche sulla effettiva perseguibilità degli obiettivi, sui loro costi e sull'eventuale esistenza di alternative altrettanto efficaci dal punto di vista ecologico, anche considerando la dimensione locale degli interventi e la natura globale dei più gravi problemi ambientali legati a emissioni nocive;

    in concreto è possibile definire e perseguire un livello ottimale di prestazione energetica degli edifici in base al principio, per cui i risparmi sui costi dell'energia nella vita utile dell'immobile devono essere superiori a quelli dell'efficientamento, anche perché un programma di interventi che deroghi a questo principio avrebbe costi, che sarebbe difficile sostenere per i privati e arduo finanziare con effettive garanzie per il sistema creditizio; allo stesso modo è possibile disciplinare in modo stringente i limiti di emissioni per gli autoveicoli, rispettando il principio di neutralità tecnologica;

    secondo i medesimi criteri di realismo ed efficienza, dovrebbero essere rivisti i provvedimenti per ridurre la produzione di rifiuti da imballaggio, come la proposta di Regolamento presentata recentemente dalla Commissione europea, che privilegia il riciclo al riutilizzo e rischia di danneggiare pesantemente la filiera agroalimentare italiana, che nel 2021 ha realizzato un export di 52 miliardi e che si era complessivamente adeguata agli obiettivi di riciclo previsti dalla precedente disciplina europea;

    ad analoghe considerazioni si presta il problema del rapporto tra la produzione di energia e gli obiettivi di neutralità climatica; l'obiettivo di azzeramento delle emissioni di gas serra al 2050, secondo quanto indicato dalla stessa strategia pubblicata a gennaio 2021 dal Ministero dell'Ambiente, implica un fabbisogno di energia elettrica di almeno 650 TWh, oltre il doppio dei consumi 2022; generarla tutta con tecnologie basate su fonti rinnovabili, per la maggior parte variabili, come solare ed eolico, tenendo conto delle peculiarità italiane (la risorsa eolica è largamente inferiore a quella dei Paesi nordici) sarebbe più costoso e più impattante (in termini di occupazione di suolo ed impiego di materiali) che ricorrere ad un mix ottimizzato di nucleare e rinnovabili;

    per abilitare tale futuro mix, è indispensabile avviare subito un riassetto normativo della disciplina relativa a tutti gli impianti e infrastrutture idonei, ai sensi di quanto previsto nella Tassonomia Europea, in particolare per quelli relativi alla generazione, accumulo, trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica,

impegna il Governo:

1) a proseguire nel programma di sostegno politico, militare e finanziario all'Ucraina, a concorrere alla ricostruzione del Paese, a promuovere il rapido avvio del negoziato di adesione del Paese all'Unione europea e a sostenere iniziative politico-diplomatiche per giungere alla conclusione dell'aggressione russa e alla piena garanzia della libertà, dell'indipendenza e della sicurezza dell'Ucraina;

2) in coerenza con questo obiettivo, a non lasciare nulla di intentato e a garantire il sostegno dell'Italia a qualunque mediazione internazionale possa portare alla fine del conflitto nel rispetto dei diritti degli ucraini e dei principi del diritto internazionale;

3) a cooperare con la Corte penale internazionale, che, in base allo Statuto di Roma, sottoscritto e ratificato dall'Italia, è giuridicamente competente a perseguire i crimini di guerra e contro l'umanità compiuti nel corso dell'aggressione russa dell'Ucraina;

4) a richiedere la concreta implementazione del cosiddetto «Migration compact», che è stato adottato in linea di principio dalla Commissione europea il 7 giugno 2016, all'interno dell'Agenda europea per le migrazioni, al fine di gestire gli imponenti flussi migratori previsti per il 2023;

5) a promuovere, in particolare, una maggiore cooperazione tra i Paesi europei per il controllo delle frontiere, rafforzando le operazioni di Frontex nel Mediterraneo, in vista dei seguenti obiettivi: la definizione di strumenti di migrazione legale verso l'Europa; un potenziamento della cooperazione internazionale europea e degli investimenti nei paesi di origine e transito dei migranti, in cambio di un maggiore controllo delle rispettive frontiere; la definizione di schemi di redistribuzione dei migranti tra i paesi europei maggiormente efficaci e non su base volontaria;

6) a sostenere iniziative che consentano lo sviluppo di un mercato europeo dell'energia in grado di assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti e il controllo dei costi; in questo quadro a perseguire, sul piano nazionale, una strategia volta a rendere più efficiente la diversificazione e l'utilizzo razionale delle fonti, senza alcuna discriminazione verso quella nucleare, a bassa impronta carbonica;

7) a promuovere la modifica della direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici, in modo tale che solo quelli per i quali l'efficientamento abbia costi inferiori ai risparmi sulla bolletta energetica nella vita utile successiva siano coinvolti in un programma di intervento, con obiettivi e tempi compatibili con le priorità nazionali di investimento, oppure in un programma finanziato da fondi comunitari;

8) a valutare la richiesta dell'allineamento con la Tassonomia Europea di ogni direttiva o regolamento in tema di decarbonizzazione, riconoscendo la necessità di promuovere tutte le tecnologie green a bassissima emissione di gas a effetto serra incluse nella Tassonomia e non solo quelle da fonte rinnovabile, senza escludere quella nucleare.
(6-00023) (Testo modificato nel corso della seduta) «Richetti , Del Barba , Enrico Costa , Gadda , Grippo , Marattin , Sottanelli , De Monte , Benzoni , Bonetti , Bonifazi , Boschi , Carfagna , Castiglione , D'Alessio , Faraone , Giachetti , Gruppioni , Pastorella , Rosato , Ruffino ».


   La Camera,

   premesso che:

    nel prossimo Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023, i capi di Stato e di Governo esamineranno importanti questioni inerenti al conflitto russo/ucraino, la competitività, il mercato unico e l'economia, l'energia, ed altri punti;

    il Consiglio europeo farà nuovamente il punto sulla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina ad oltre un anno dal suo inizio;

    il Consiglio tornerà a discutere di energia, per affrontare l'aumento dei prezzi dell'energia a causa del conflitto russo-ucraino, l'indipendenza dalle importazioni dalla Russia e la transizione verso fonti energetiche più pulite;

   considerato che:

    durante il Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio, l'Unione europea ha ribadito la ferma condanna della guerra di aggressione da parte della Russia nei confronti dell'Ucraina, e il suo pieno sostegno, per tutto il tempo necessario, all'Ucraina e al suo diritto alla difesa, secondo quanto previsto dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale;

    la brutale aggressione russa ha inflitto all'Ucraina e alla sua popolazione immani sofferenze e devastazioni e ha trascinato il continente europeo in un conflitto che sta assumendo sempre più dimensioni globali, con preoccupanti ripercussioni anche in Medio Oriente e in Nord Africa, con il rischio di un contagio del conflitto;

    a conferma delle ferocie perpetrate dall'esercito russo nei confronti della popolazione civile ucraina occorre evidenziare come, lo scorso 17 marzo, International Criminal Court abbia emesso un mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin ritenuto «responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell'Ucraina alla Russia». Un altro mandato di arresto è stato emesso nei confronti di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino. I mandati di arresto seguono le conclusioni presentate alla Corte dalla Commissione d'inchiesta dell'Onu che ha confermato la contestazione di crimini contro l'umanità per la deportazione in 43 strutture di detenzione e rieducazione, tra febbraio 2022 e gennaio 2023, di più di seimila minori tra i 4 mesi e i diciassette anni;

    gravissime sono le conseguenze della guerra scatenata dalla Russia sugli approvvigionamenti dei prodotti agroalimentari e sulla loro accessibilità, soprattutto a livello mondiale, nonché sugli approvvigionamenti energetici di tanti Paesi, con un aumento generalizzato dei prezzi;

    nell'Unione Europea, per far fronte alla crisi energetica dovuta al conflitto e contenere il costo dell'energia, nel mese di dicembre 2022 è stato fissato un tetto sui prezzi del petrolio proveniente dalla Russia, che verrà riesaminato, ed è stato istituito il meccanismo temporaneo di correzione del mercato (MCM) per limitare i prezzi eccessivi del gas, in vigore dal 15 febbraio scorso, che la Commissione europea intende estendere ad altri Virtual trading point, oltre al Ttf olandese, oltre a prolungare la riduzione dei consumi di gas prevista dal regolamento 2022/1369, in scadenza il 31 marzo;

    nel quadro del Green Deal europeo e del REPowerEU, la Commissione europea ha presentato il 14 marzo la sua proposta di riforma dell'assetto del mercato dell'energia elettrica dell'Unione europea per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e l'eliminazione graduale del gas, ridurre la dipendenza delle bollette dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, tutelare meglio i consumatori dalle future impennate dei prezzi e dalla manipolazione potenziale del mercato e rendere l'industria dell'Unione europea pulita e più competitiva; la riforma prevede, tra le varie, misure tese a incentivare i contratti a più lungo termine con produttori di energia non fossile e ad apportare al sistema soluzioni flessibili più pulite in concorrenza col gas, come la gestione della domanda e lo stoccaggio;

    nell'ambito della politica industriale dell'Unione europea, anche in relazione alle politiche concorrenziali di Stati Uniti e Cina, al fine di stimolare l'industria delle tecnologie verdi e assicurare le catene di fornitura di materie prime critiche. Il 16 marzo la Commissione europea ha presentato, unitamente all'istituzione della Banca europea dell'idrogeno per sostenere gli investimenti nella produzione di idrogeno da rinnovabili, alcune iniziative per accelerare il raggiungimento degli obiettivi climatici dell'Unione europea e al contempo la competitività dell'industria e la transizione energetica;

    il Net-Zero Industry Act, il piano per aumentare la produzione di tecnologie pulite nell'Unione europea, fissa per il 2030 un obiettivo minimo per la capacità di produzione interna complessiva delle tecnologie pulite pari al 40 per cento del fabbisogno e, a tal fine, delinea un quadro volto a favorire la previsione, all'interno degli Stati membri dell'Unione europea, di sostegni finanziari e procedure autorizzative semplificate, nella definizione delle tecnologie che possono dare un contributo significativo alla decarbonizzazione, sono incluse: solare fotovoltaico e solare termico, energia eolica, batterie, pompe di calore ed energia geotermica, elettrolizzatori e celle a combustibile; biogas e biometano; cattura e stoccaggio del carbonio; tecnologie di rete, combustibili alternativi sostenibili, nonché tecnologie per produrre energia da processi nucleari, se con scarti minimi dal ciclo del combustibile, piccoli reattori modulari e relativi combustibili di prima qualità;

    il Row Material Act, per ridurre la dipendenza e garantire agli Stati membri l'accesso e l'approvvigionamento sicuro, diversificato, accessibile e sostenibile di materie prime essenziali, stabilisce livelli minimi di estrazione, raffinazione e riciclo interni e livelli massimi di importazione per il 2030, nonché prevede azioni per regolare i rapporti commerciali con paesi terzi;

    è in fase di negoziazione la riforma del Regolamento UE che fissa al 2035 il phase out dalla produzione di automobili a emissioni non zero finalizzata al raggiungimento degli obiettivi climatici dell'Unione europea; un eventuale rinvio di qualche anno di tale phase out rischia di generare uno svantaggio competitivo difficilmente recuperabile, tenuto conto delle politiche adottate dai principali concorrenti dell'Europa, Stati Uniti e Cina, basate su forti investimenti per supportare l'industria e stimolare il mercato dei consumi;

    per accompagnare il comparto dell'automotive in questa radicale trasformazione delle filiere produttive verso il nuovo sistema a zero emissioni e tutelare tutti i soggetti coinvolti, ossia aziende, lavoratori e consumatori, è necessaria l'adozione di una strategia industriale europea, basata su pragmatismo produttivo e riformismo sostenibile, che consenta di coniugare, mediante lo stanziamento di adeguate risorse e nuovi strumenti finanziari, la transizione con la crescita economica giusta e inclusiva e con nuove opportunità di occupazione;

   considerato altresì che:

    la nuova realtà geopolitica impone all'Unione europea di proseguire con determinazione il percorso di rafforzamento della propria competitività e produttività a lungo termine nel contesto internazionale, nonché del proprio ruolo strategico sulla scena mondiale, sfruttando appieno il potenziale del mercato unico, che sin dalla sua nascita 30 anni or sono ha sostenuto la prosperità dell'Europa;

    in gennaio, nell'ambito delle attività volte a celebrare il 30° anniversario del mercato unico, sono state pubblicate (la Relazione annuale sul mercato unico 2023 e il Quadro di valutazione del mercato unico 2022. Entrambe ribadiscono che il mercato unico continua ad essere uno strumento fondamentale per sostenere le sfide che l'Europa ha di fronte; migliorarne costantemente il funzionamento, rafforzando la resilienza delle catene di approvvigionamento, affrontando il tema delle dipendenze strategiche, in particolare per quanto riguarda le materie prime critiche, perfezionando l'integrazione nel mercato dei servizi e garantendo lo sviluppo delle tecnologie e delle competenze necessarie a far fronte alla transizione verde e digitale, rappresenta un elemento essenziale per la crescita economica e sociale dell'Unione europea;

    in tale contesto, appare fondamentale un'azione del nostro Paese volta a contribuire alla definizione, presso le istituzioni europee, entro brevi termini, di una strategia a livello UE finalizzata a stimolare e ad accrescere, con adeguati mezzi e strumenti, la competitività e la produttività del sistema economico europeo e dei singoli Stati membri;

    la base economica, industriale e tecnologica dell'Unione europea, di fronte alle sfide emergenti sul mercato globale, necessita di essere adattata e accompagnata con adeguati interventi nel percorso verso la transizione verde e digitale. In tale contesto, l'Italia rappresenta uno dei Paesi UE maggiormente esposti agli effetti della transizione e, pertanto, occorre intensificare il lavoro nelle istituzioni UE affinché il Piano industriale del Green Deal si traduca in uno strumento in grado di accrescere con efficacia la nostra competitività e il potenziale produttivo del sistema economico, di accompagnarne la transizione, in particolare nei settori produttivi più esposti, nonché in un fondamentale volano per la crescita delle competenze, della formazione e dell'occupazione;

    gli assi strategici sui quali occorre lavorare nelle sedi istituzionali UE, per un effettivo conseguimento dei suddetti obiettivi di competitività, produttività e transizione verde e digitale sono molteplici e richiedono, fra l'altro:

    che siano predisposti investimenti, sia pubblici che privati, finalizzati a colmare le carenze di investimenti che minano la crescita, a partire dalla rapida istituzione di un Fondo per la sovranità europea volto a sostenere gli investimenti nei settori strategici, a partire da quelli maggiormente esposti alla transizione verde e digitale;

    che sia favorito il pieno utilizzo del potenziale della Banca europea per gli investimenti;

    che sia predisposta una politica degli aiuti di Stato semplificata e in grado di garantire un sostegno mirato nei settori strategici per la transizione verde che subiscono l'impatto negativo delle sovvenzioni estere o degli elevati prezzi dell'energia, nonché interventi mirati a mantenere la competitività delle PMI;

    la predisposizione di finanziamenti a livello dell'Unione europea mirati ad agevolare la transizione verde in tutta l'Unione ed evitare la frammentazione del mercato unico, prevedendo un accesso equo e semplificato a mezzi finanziari, anche prevedendo un impiego più flessibile dei fondi UE esistenti in modo da fornire un sostegno tempestivo e mirato nei settori strategici;

    la predisposizione di un quadro normativo semplice e chiaro per gli investimenti nell'Unione europea, per garantire la capacità produttiva di prodotti essenziali necessari a conseguire gli obiettivi di neutralità climatica, per rafforzare l'intera catena di approvvigionamento, per l'accesso alle materie prime critiche;

    una riforma dell'assetto del mercato dell'energia elettrica che sia in grado di sostenere una transizione verso un sistema energetico decarbonizzato ed efficiente e che garantisca la sicurezza dell'approvvigionamento in qualsiasi momento;

    sul fronte delle competenze, che sia intrapresa un'azione più coraggiosa e ambiziosa per sviluppare ulteriormente le competenze necessarie per le transizioni verde e digitale attraverso l'istruzione, la formazione, il miglioramento del livello delle competenze e la riqualificazione, al fine di rispondere alle sfide poste dalle carenze di manodopera e dalla trasformazione dei posti di lavoro;

    uno degli elementi essenziali affinché l'Europa continui a essere un continente di produzione e innovazione, è rappresentato dall'unione dei mercati dei capitali, in merito alla quale appare quanto meno necessario un'accelerazione nel processo di attuazione completando i lavori relativi alle proposte legislative;

    sul fronte della politica commerciale, è interesse del nostro Paese che a livello UE sia perseguita un'agenda ambiziosa, solida, aperta e sostenibile, di sostegno all'OMC e a un sistema multilaterale basato su regole, che rappresentano aspetti fondamentali per rafforzare la crescita. A tal fine, l'intensificazione degli accordi di libero scambio e di investimento equi e trasparenti rappresentano lo strumento più adatto a garantire una reale parità di condizioni, a rendere possibile lo sviluppo di catene di approvvigionamento resilienti e affidabili, fondamentali per il nostro sistema economico, e per accedere a nuovi mercati. In tale contesto, risulta centrale il lavoro sulla diversificazione delle catene di approvvigionamento di beni e materie prime, in particolare per le materie prime critiche, così come la difesa commerciale di fronte a pratiche sleali;

    complessivamente, dunque, il miglioramento della produttività e della competitività globale dell'Unione europea richiede riforme profonde, socialmente equilibrate, sostenibili e favorevoli alla crescita, nonché un livello sostanziale di investimenti, in particolare per quanto concerne gli investimenti strategici;

    è inoltre attualmente in discussione la riforma della governance economica europea, sulla base della proposta presentata dalla Commissione nel novembre dello scorso anno. La proposta è finalizzata sia a rafforzare la sostenibilità del debito sia a promuovere la crescita sostenibile e si fonda sui seguenti pilastri: prudenza di bilancio, investimenti e riforme, equilibrio macroeconomico. Altro importante obiettivo della riforma è quello di garantire un quadro di norme da applicare più semplice e trasparente nonché una concreta differenziazione nell'applicazione delle regole medesime tra i diversi Paesi;

    tale differenziazione è resa necessaria anche dalle differenze nelle previsioni nazionali in termini di crescita del PIL, inflazione, disoccupazione, debito pubblico; come evidenziato nella Risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 15 marzo 2023 sul Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2023 (2022/2150(INI)), lo stretto legame tra il semestre europeo e l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, in virtù del quale i piani nazionali (PNRR) devono essere coerenti con le pertinenti sfide e priorità specifiche per paese individuate nel contesto del semestre europeo, è elemento essenziale per la crescita;

    la necessità e l'urgenza di una riforma della governance economica europea nasce anche dalle problematiche che nel corso degli anni si sono potute toccare con mano: la pro-ciclicità della attuale governance, che davanti a rallentamenti ciclici ha spesso richiesto ai governi di attuare politiche restrittive; la mancanza di flessibilità e differenziazione tra paesi, il paradosso di una governance che, almeno nelle intenzioni, doveva garantire la sostenibilità della finanza pubblica degli Stati Membri, ma che è per larghissima parte concentrata sul breve termine;

    la proposta della Commissione affronta alcune di queste problematiche, ma mancano elementi che, pur andando al di là della portata della Comunicazione, rivestono una grande importanza: la mancanza di un meccanismo permanente di stabilizzazione automatica, che ricalchi l'esperienza di SURE; la necessità di disporre di una capacità fiscale dell'eurozona capace di intervenire in circostanze eccezionali e con condizionalità ragionevoli; la necessità di avere uno strumento per il sostegno e la promozione degli investimenti;

    è necessario, altresì, in un contesto di crisi, come quella in corso nei sistemi bancari americano e svizzero, preservare la stabilità finanziaria dell'Unione europea e della zona euro e garantire la resilienza del sistema bancario europeo, attraverso il rafforzamento dell'Unione Bancaria e il completamento della riforma del MES, attraverso la ratifica da parte dell'Italia dell'accordo modificativo del trattato istitutivo;

   considerato altresì che:

    per quanto attiene alla questione delle migrazioni e dell'asilo, anche alla luce delle tragedie in mare che si stanno verificando con sempre maggiore frequenza nel Mediterraneo e lungo le nostre coste e che mettono in luce, drammaticamente, le gravi responsabilità politiche e operative del Governo, che oltre a mettere a repentaglio vite umane continua a legiferare in violazione delle convenzioni internazionali e del divieto di respingimenti, risulta sempre più urgente fornire una risposta comune a livello europeo, in un approccio complesso che tenga assieme la tutela dei diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo, il rispetto delle convenzioni internazionali e dei principi e dei valori fondanti l'Unione con il rafforzamento dell'azione esterna;

    il 9 e 10 marzo scorsi si è tenuto il vertice del Consiglio UE Giustizia e affari interni, che ha trattato tra l'altro gli aspetti interni ed esterni della migrazione; nel ribadire la necessità di intensificare l'attuazione dei Piani d'azione sulle rotte del Mediterraneo centrale e dei Balcani occidentali, si è ribadito altresì l'impegno per progredire verso la riforma del patto sulla migrazione, anche se, come già in passato, la riunione non ha prodotto risultati significativi;

    in relazione al tema della migrazione, la tragedia di Cutro e altri recenti casi di morti in mare di persone che avrebbero potuto essere soccorse dimostra che va riaffermata con più forza la primazia del salvataggio di vite umane e del rispetto dei diritti fondamentali dei migranti, ed essenziale risulta ancora la creazione di corridoi umanitari che permettano di giungere in Europa senza mettere a repentaglio le vite di bambini, donne e uomini in fuga da guerre e persecuzioni, al riguardo, uno degli elementi della strategia europea risulta nel rafforzamento dell'azione esterna che, come affermato in diverse sedi istituzionali europee, si sostanzierà non solo nella spinta ad azioni di soccorso ma anche in azioni tese a prevenire le partenze irregolari e la perdita di vite umane, ridurre la pressione sulle frontiere UE e contrastare la tratta di esseri umani, nonché aumentare i rimpatri attraverso un potenziamento della cooperazione con i paesi di origine e transito;

    resta non chiara la tempistica della necessaria riforma del Patto sulle migrazioni e l'asilo, ed in particolare del regolamento di Dublino, che rappresenterebbe un passo in avanti essenziale per il nostro Paese, esposto alla crescente pressione migratoria dal Nord Africa, cui il Governo ad oggi fornisce risposte esclusivamente propagandistiche;

    in tal senso basti pensare, da ultimo, al decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare, con il quale il Governo sopprime il divieto di respingimento o di espulsione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che l'allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, una scelta palesemente lesiva del diritto fondamentale della tutela della vita privata e familiare di cui all'articolo 8 della Convenzione Europea dei diritti umani e dall'articolo 7 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;

    o ancora si pensi al decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, convertito con modificazioni dalla legge 24 febbraio 2023, n. 15, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori, animato da uno spirito punitivo nei confronti delle operazioni di recupero e soccorso in mare svolte dalle Organizzazioni non governative, che si pone in aperta violazione degli obblighi inderogabili previsti dal diritto internazionale consuetudinario e pattizio, nonché dal diritto interno;

    il tema dovrebbe essere invece affrontato attraverso strumenti adeguati, che scongiurino la perdita di vite umane, garantiscano il rispetto dei diritti umani dei migranti ma anche permettano di ridurre la pressione alle frontiere europee; sarebbe quindi necessaria una revisione della normativa europea alla luce del principio di solidarietà che deve vigere, in questa come in altre materie, a livello europeo, e delle necessità dei Paesi di primo approdo o arrivo;

    resta viva dunque la necessità della definizione di una politica migratoria dell'Unione europea comune, solidale ed equa;

    sul fronte internazionale, è necessario che l'Unione Europea rivolga una particolare attenzione agli avvenimenti che si stanno svolgendo in Iran, dove continua, ormai da molti mesi, la violenta repressione operata dalle autorità del Paese nei confronti della popolazione, manifestanti pacifici, giovani, donne, anche bambini, che si sono inizialmente mobilitati per protesta e che hanno rapidamente trasformato la loro protesta in un'azione di aperta opposizione al regime; le manifestazioni nelle città continuano, e il regime continua con le uccisioni, i ferimenti, gli arresti arbitrari, le torture nelle carceri, le esecuzioni capitali; anche il tentativo di impedire alle giovani donne iraniane di frequentare le scuole attraverso l'intossicazione attraverso gas tossici liberati nelle scuole, formalmente non attribuibile al regime ma che da questo è ispirato;

    l'Unione europea ha in più circostanze riaffermato la propria condanna di quanto sta avvenendo in Iran, in particolare l'ingiustificabile uso della forza contro manifestanti pacifici e le condanne a morte eseguite nel contesto delle proteste; tuttavia, le misure finora prese a livello nazionale ed europeo risultano drammaticamente insufficienti rispetto alla gravità delle violenze perpetrate dal regime, alle gravi violazioni dei diritti umani nel Paese e alla ferocia e brutalità che il regime ha manifestato,

    al riguardo val la pena ricordare come lo scorso 18 gennaio, il Parlamento europeo con la Risoluzione sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2022 (2022/2048(INI)), abbia invitato l'Unione e i suoi Stati membri a includere le Guardie della rivoluzione (IRGC), il corpo armato istituito nel 1979, nell'elenco dei terroristi stilato dall'Unione europea sulla base delle sue attività terroristiche, della repressione nei confronti dei manifestanti e della fornitura di droni alla Russia,

impegna il Governo:

1) a continuare ad assicurare il pieno sostegno, con tutte le forme di assistenza necessarie, al popolo e alle istituzioni ucraine;

2) a sostenere un ulteriore rafforzamento da parte dell'Unione europea della pressione collettiva sulla Russia, isolandola, affinché ponga fine ai combattimenti e si ritiri dal territorio ucraino, anche garantendo pieno supporto alle attività svolte dalla Corte penale internazionale nel perseguire i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità per la deportazione di minori ucraini in territori russi;

3) a favorire attivamente un consistente sforzo politico e diplomatico unitario da parte dell'Unione, per il raggiungimento di una pace giusta e duratura, basata sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina;

4) a sostenere la prosecuzione di misure volte a contenere il costo dell'energia e a ridurre il consumo delle fonti energetiche provenienti dalla Russia, anche al fine di arrestare l'aumento dei prezzi, che grava sulle imprese minandone la competitività, e sulla popolazione;

5) a sollecitare un'azione a livello europeo volta a promuovere una transizione energetica verso fonti di energia pulite, che sia effettivamente sostenibile e perseguibile, tenendo conto delle diversità interne al territorio dell'Unione europea e delle differenti capacità di produzione e riciclo tra gli Stati membri, e al contempo sicura;

6) ad attivarsi affinché si affronti la transizione ad un mercato dell'auto a zero emissioni mediante l'adozione di una strategia industriale europea che preveda lo stanziamento di adeguate risorse per la riconversione, la ricerca e sviluppo di soluzioni tecnologicamente avanzate, anche nel campo del riciclo e del riuso delle batterie, nella formazione per riqualificare i lavoratori, che promuova regole europee per un contenuto locale «Made in EU» di componenti auto e batterie e per l'approvvigionamento delle necessarie materie prime al fine di preservare competitività e posti di lavoro;

7) ad agire in sede europea al fine di garantire la predisposizione, in tempi rapidi ed entro un quadro normativo semplice e chiaro, di una politica di investimenti sostanziali, a partire dalla rapida istituzione del Fondo per la sovranità europea, così da permettere di concentrare le risorse nei settori strategici, in particolare per la duplice transizione verde e digitale, e dal pieno utilizzo del potenziale della Banca europea per gli investimenti;

8) a favorire l'adozione di una politica degli aiuti di Stato più adeguata alla nuova realtà geopolitica dell'Europa, semplificata e capace di garantire un sostegno mirato a mantenere la competitività delle PMI;

9) ad incentivare la predisposizione di finanziamenti a livello dell'Unione europea mirati ad agevolare la transizione verde in tutta l'Unione ed evitare la frammentazione del mercato unico, prevedendo un accesso equo e semplificato ai mezzi finanziari, anche prevedendo un impiego più flessibile dei fondi UE esistenti in modo da fornire un sostegno tempestivo e mirato nei settori strategici;

10) ad adoperarsi per una riforma dell'assetto del mercato dell'energia elettrica che sia in grado di sostenere la transizione verso un sistema energetico decarbonizzato ed efficiente e che garantisca la sicurezza dell'approvvigionamento in qualsiasi momento;

11) a stimolare ogni azione per una politica commerciale ambiziosa, solida, aperta e sostenibile, di sostegno all'OMC e a un sistema multilaterale, che garantisca l'intensificazione degli accordi di libero scambio e di investimento equi e trasparenti, e permetta lo sviluppo di catene di approvvigionamento resilienti e affidabili, la difesa commerciale di fronte a pratiche sleali, e l'accesso a nuovi mercati, in particolare per le materie prime critiche, a partire dall'energia;

12) a favorire, attraverso ogni adeguata iniziativa, l'accelerazione del processo di attuazione dall'unione dei mercati dei capitali;

13) in merito alla riforma della governance economica, a proseguire i negoziati in sede europea sulla base dei seguenti elementi, finalizzando la propria azione, tra gli altri, a:

  a) mantenere la possibilità di non considerare alcune spese per riforme o per investimenti nel computo della spesa netta, in coerenza con la Comunicazione sulla flessibilità del 2015;

  b) assicurare una maggiore flessibilità ai piani nazionali, prevedendo la possibilità di revisione degli stessi in particolare nel caso intervengano modifiche dei parametri alla base dell'analisi di sostenibilità del debito, tra cui l'inflazione, così da rendere le regole capaci di adattarsi a contesti economico-finanziari mutevoli;

  c) garantire una maggiore efficacia delle regole per contrastare gli squilibri macroeconomici e renderle coerenti con il quadro complessivo della governance macroeconomica;

  d) introdurre un meccanismo permanente di stabilizzazione automatica, che ricalchi l'esperienza di SURE;

  e) favorire la costituzione di una capacità fiscale dell'eurozona che permetta di intervenire in circostanze eccezionali e con condizionalità ragionevoli e, parallelamente, prevedere di rafforzare gli strumenti comuni su temi di interesse dell'Unione europea, in primo luogo il Green deal e affrontare la riforma delle regole sugli aiuti di Stato in modo tale da evitare di aumentare le divergenze tra gli Stati membri;

  f) prevedere meccanismi di coordinamento delle politiche fiscali in modo da evitare che processi di aggiustamento contemporanei determinino effetti depressivi sull'economia dell'Unione;

  g) valutare la possibilità di scorporare il debito accumulato a causa dell'emergenza legata al COVID-19, prevedendo un percorso di rientro specifico;

  h) avviare, in una prospettiva di medio periodo, una revisione dei parametri quantitativi del 3 per cento del deficit e del 60 per cento del debito ormai privi di rappresentatività;

14) a riaffermare il principio del rispetto dello Stato di diritto da parte degli Stati membri per l'accesso alle risorse finanziarie dell'Unione europea;

15) in merito alle migrazioni e all'asilo, ad intraprendere ogni azione finalizzata a favorire la revisione in tempi brevi, del Patto su migrazione e asilo, al fine di elaborare una politica migratoria comune dell'Unione europea attraverso meccanismi che rendano concreta la partecipazione alla gestione dei flussi migratori da parte di tutti i Paesi dell'Unione, dando effettiva attuazione ai principi di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario;

16) a riaffermare il dovere di accoglienza e protezione degli esseri umani quale cardine dell'appartenenza all'Unione europea, e garantire la rapida creazione di corridoi umanitari in grado di salvare vite ed evitare tragedie per mare o per terra e garantire l'assistenza umanitaria e il rispetto dei diritti umani nella gestione migratoria regolare, assieme alle azioni tese a prevenire le partenze irregolari e la tratta di esseri umani e ridurre la pressione sulle frontiere UE, nonché ad aumentare i rimpatri attraverso un potenziamento della cooperazione con i paesi di origine e transito;

17) a rafforzare il partenariato Unione europea-Africa, attraverso una cooperazione economica consolidata prevedendo strumenti efficaci a favorire l'effettiva cooperazione dei Paesi di origine e transito e una condivisione delle politiche migratorie;

18) ad adoperarsi fattivamente in sede europea al fine di sostenere l'opera di stabilizzazione dei Balcani Occidentali, quale precondizione di qualsiasi progetto di gestione umanitaria e razionale della Rotta Balcanica, in relazione sia ai Paesi membri come Slovenia e Croazia sia ai Paesi terzi dell'area coinvolti nei passaggi, a partire dalla Turchia;

19) in merito all'Iran, a ribadire la ferma condanna in tutte le sedi delle uccisioni e della repressione e a favorire, in sede europea e nelle sedi internazionali, l'adozione di tutte le azioni finalizzate a garantire che il regime iraniano ponga fine alla violenta repressione esercitata nei confronti della popolazione e delle donne in particolare, che abbiano fine le torture in carcere e le esecuzioni capitali, e sia garantito il rispetto dei diritti umani così gravemente violati, e a tali fini provvedere all'inasprimento delle sanzioni europee, ed in coerenza con il Parlamento europeo definire il riconoscimento delle Guardie della rivoluzione (IRGC) quale organizzazione terroristica.
(6-00024) «Serracchiani , De Luca , Madia , Quartapelle Procopio , Roggiani , Peluffo ».


   La Camera,

   premesso che:

    al prossimo Consiglio europeo del 23-24 marzo 2023, i Capi di Stato e di Governo affronteranno i seguenti temi: aggressione russa all'Ucraina e sostegno dell'Unione europea al Governo di Kiev ed al popolo ucraino; competitività, Mercato Unico e governance economica; energia; temi migratori.

   considerato che:

    la visita del Presidente del Consiglio in Ucraina ha confermato il pieno supporto e la ferma posizione dell'Italia a fianco dell'Ucraina e del popolo ucraino;

    il Consiglio europeo ribadirà la ferma esigenza che Mosca cessi le ostilità che costituiscono una palese violazione della Carta della Nazioni Unite; che si tuteli la sovranità ucraina; che si sostenga l'accordo raggiunto per un Centro internazionale per perseguire il crimine di aggressione (ICPA); che si mantenga alta la pressione sulla Russia; che si continui a dare sostegno multidimensionale all'Ucraina; che ci si impegni nel processo di ricostruzione; che si sostenga la «Black Sea Grain Initiative» e si eviti la strumentalizzazione della sicurezza alimentare;

    il 23 febbraio 2023, con 141 voti a favore, 7 contrari e 32 astenuti l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione ufficiale in cui si dichiara «la necessità di raggiungere, il prima possibile, una pace completa, giusta e duratura in linea con la carta delle Nazioni unite», si «ribadisce l'impegno per la sovranità, l'indipendenza, l'unità e l'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti» e si chiede «la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe». Tale risoluzione costituisce il perimetro per una soluzione del conflitto nel pieno rispetto del diritto internazionale e l'Unione europea continuerà a lavorare con l'Ucraina e gli altri partner internazionali su un piano di pace in 10 punti;

    il Mercato Unico ha permesso in questi 30 anni il raggiungimento di importanti risultati e continua ad essere il motore per affrontare le nuove sfide. I Capi di Stato e di Governo terranno un dibattito sulle strategie di lungo termine per sfruttare il pieno potenziale del Mercato Unico ed un confronto sul potenziale contributo alla competitività europea di una politica commerciale dinamica e aggiornata alle sfide globali. I contributi della Commissione europea saranno rilevanti;

    i Capi di Stato e di Governo faranno il punto sulle azioni per trasformare il tessuto economico, industriale e tecnologico europei alla luce della transizione verde e digitale, di cui aspetto essenziale sarà anche il lavoro sulle proposte su Industria a zero emissioni nette; quella sulle materie prime critiche e sul quadro temporaneo di crisi e transizione in materia di aiuti di Stato;

    il Consiglio europeo affronterà il tema della riforma del quadro di governance economica dell'Unione europea alla luce delle conclusioni del Consiglio Ecofin del 14 marzo 2023 e inviterà la Commissione a presentare le rilevanti proposte legislative;

    l'8 marzo 2023 la V Commissione permanente (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei deputati e il 9 marzo 2023 la 5a Commissione permanente (Programmazione economica, bilancio) del Senato della Repubblica, a conclusione dell'esame della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni sugli orientamenti per una riforma del quadro di governance economica dell'Unione europea (COM(2022)583), hanno approvato due distinti documenti con i quali si impegna il Governo a proseguire i negoziati in sede europea, indicando altresì le principali priorità individuate dal Parlamento italiano;

    i ministri delle Finanze dell'Unione europea, riunitisi nel Consiglio economia e finanza il 14 marzo 2023 a Bruxelles, hanno trovato l'intesa sull'impianto generale di riforma delle regole di bilancio; restano, tuttavia, ancora molti aspetti da discutere e precisare;

    è importante che il dibattito sulla revisione della governance economica avanzi di pari passo con le discussioni sul Piano industriale del green deal, sul quadro temporaneo di crisi e transizione e sulla nuova disciplina degli aiuti di Stato;

    nel quadro del semestre europeo, l'Analisi annuale della crescita sostenibile 2023 delinea le priorità politiche che gli Stati membri sono tenuti a considerare nei rispettivi Programmi nazionali di riforma e nei programmi di stabilità o convergenza. Il Consiglio europeo sarà invitato ad approvare la «Raccomandazione 2023 sulla politica economica della zona euro»;

    i Capi di Stato e di governo faranno il punto sui progressi compiuti in materia di energia con particolare attenzione a: il contenimento dei prezzi; la riduzione della domanda di gas; la fine della dipendenza dalla Russia per le fonti fossili. Occorre lavorare per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici in vista del prossimo inverno e oltre, pianificando le attività di stoccaggio di cui la Piattaforma UE per l'energia resta uno strumento importante e da utilizzare pienamente;

    la sicurezza e indipendenza energetica non possono prescindere da una riforma efficace del mercato interno dell'energia elettrica;

    in tale contesto, il 14 marzo 2023 la Commissione ha presentato una proposta di riforma dell'assetto del mercato dell'energia elettrica dell'Unione europea che dovrà essere ora discussa e approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio;

    le scelte in tema energia/ambiente rischiano di divenire un nuovo elemento di divisione tra i Paesi membri. Con la direttiva sull'efficienza energetica nell'edilizia (Com (2021) 802), facente parte delle misure da adottare nell'ambito del «Fit for 55», il Consiglio e il Parlamento europeo stanno discutendo l'introduzione di standard minimi di prestazione energetica per gli edifici, irrealistici per l'Italia, sia per le strette scadenze temporali sia per il peso economico insostenibile che comporterebbero. Tale tema è stato oggetto di forte dibattito in Italia e a livello parlamentare, in considerazione delle criticità per il tessuto economico e patrimoniale del Paese, sono stati approvati specifici impegni per il Governo, al fine di intervenire in sede europea per rivedere la portata della direttiva.

    vi sarà un punto informativo della Presidenza del Consiglio e della Commissione sui progressi compiuti nell'attuazione delle conclusioni sulla migrazione del 9 febbraio 2023 che riconoscono la situazione migratoria come una sfida europea che richiede una risposta europea,

impegna il Governo:

1) a proseguire nell'azione di sostegno all'Ucraina favorendo nel contempo ogni iniziativa finalizzata ad una risoluzione del conflitto nel rispetto del diritto internazionale, lavorando con la comunità internazionale nel quadro delle Nazioni Unite;

2) a continuare a far fronte alle immediate esigenze per la resilienza dell'Ucraina, assieme agli altri Stati membri dell'Unione europea e a pianificare specifiche iniziative per la ripresa e la ricostruzione del Paese anche nella prospettiva dell'avvio del percorso di adesione all'Unione;

3) ad adoperarsi affinché l'avvio di un analogo percorso sia assicurato a Moldova e Georgia e ad intensificare i negoziati per finalizzare l'adesione dei Paesi dei Balcani occidentali;

4) a garantire il più ampio supporto alle iniziative volte a perseguire i crimini di guerra e contro l'umanità commessi nel territorio ucraino, agli sforzi volti all'istituzione del più appropriato meccanismo per la punizione del crimine di aggressione e all'azione della Corte penale internazionale;

5) a valorizzare pienamente il potenziale del Mercato unico, tutelandone gli aspetti imprescindibili di integrità e parità di condizioni ed a sviluppare politiche funzionali alla competitività internazionale delle nostre imprese interconnesse a quelle europee;

6) ad adoperarsi affinché le politiche comuni a tutela della concorrenza assicurino la parità di condizioni e rispettino le specificità dei tessuti economici e sociali dei singoli Stati Membri;

7) a rimodulare la transizione verde e digitale del nostro tessuto economico, mediante un percorso che sia realmente sostenibile sul piano economico e sociale, basato sul principio di neutralità tecnologica, che tenga conto delle dinamiche di trasformazione dell'industria nazionale ed europea, nonché degli effetti sul debito, e sia finanziato da adeguati investimenti con anche risorse europee;

8) a garantire l'adeguata considerazione delle specificità degli Stati membri nell'ambito dei più attuali dibattiti europei per il conseguimento della neutralità climatica, quali la rigenerazione in chiave green del patrimonio edilizio e la transizione energetica dell'automotive, tenendo conto dell'esigenza dell'Italia e dell'Europa di realizzare un'efficace autonomia strategica europea, limitando le dipendenze dalle materie prime critiche e dalle tecnologie di Paesi extra-europei;

9) ad assumere iniziative per realizzare pienamente la sicurezza e l'indipendenza energetica dell'Italia nel breve e lungo periodo, portando avanti l'obiettivo di trasformare il Paese in hub energetico al servizio dell'Europa; a lavorare insieme agli Stati Membri per una riforma del mercato interno dell'energia elettrica che sia equilibrata e capace di promuovere la competitività e la sostenibilità, garantendo prezzi dell'energia più bassi per imprese e famiglie e favorendo gli investimenti nei settori delle energie rinnovabili, dell'innovazione, dell'efficienza e delle infrastrutture;

10) a sostenere un negoziato sulla riforma della governance economica che promuova l'adozione di regole chiare e semplici e consenta di individuare percorsi credibili e sostenibili di riduzione del debito e controllo della spesa, affrontando la transizione del 2024 in maniera realistica e con obiettivi raggiungibili e favorendo un approccio orientato alla crescita ed agli investimenti strategici; a valorizzare in sede negoziale le indicazioni contenute negli atti di indirizzo approvati dai due rami del Parlamento italiano; a orientare il negoziato per la riforma della governance economica utilizzando un approccio che tenga conto non solo dei paralleli lavori sul nuovo piano industriale del Green Deal e in materia di revisione delle regole sugli aiuti di Stato, ma anche del ricorso all'uso flessibile dei fondi europei, adeguando gli obiettivi della politica di coesione al sostegno di tutti i fattori abilitanti la crescita economica e la competitività del nostro Paese e dell'Europa, a partire dal nostro tessuto industriale;

11) a ribadire, anche alla luce della tragedia di Cutro, e del recente scambio di lettere fra il Presidente del Consiglio ed i Presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea, la necessità che l'Unione europea intraprenda una forte azione in materia migratoria, dando rapido seguito alle Conclusioni del vertice del 9 febbraio con particolare riguardo alla cooperazione con i Paesi di origine e di transito al fine di prevenire le partenze irregolari, aumentare e garantire rimpatri efficaci e assicurare una lotta senza tregua alle organizzazioni criminali dei trafficanti; a regolamentare i flussi di immigrazione legale verso l'Europa tenendo conto delle quote che ciascuno Stato membro liberamente decide secondo necessità preordinate e definite; a riaffermare la piena disponibilità del Governo a favorire un accordo sul nuovo quadro delle regole comuni europee in materia di immigrazione ed asilo, che porti al superamento del «principio di Dublino» ed a un nuovo sistema basato su un adeguato bilanciamento fra i principi di solidarietà e responsabilità;

12) a sostenere l'azione esterna dell'Unione europea nel quadro della Politica europea di vicinato, prestando particolare attenzione al quadrante meridionale, relativo ai paesi del Nord Africa e dell'area saheliana; a rendere, in una cornice multilaterale, prioritario il supporto ad un processo di stabilizzazione dell'area del mediterraneo allargato, alla luce dei rischi in tema di sicurezza e migrazione. A promuovere partenariati strategici con i paesi africani, che intensifichino nel continente gli investimenti nelle infrastrutture materiali, nell'energia, nell'istruzione, nella digitalizzazione, nella sicurezza, consolidando in tal modo una presenza maggiormente attiva dell'Unione europea che sia nel contempo fattore di stabilizzazione delle pressioni migratorie e di bilanciamento dell'influenza di Stati terzi.
(6-00025) «Molinari , Cattaneo , Lupi , Foti , Giglio Vigna , Candiani , Rossello , Pisano , Mantovani ».


   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio europeo del 23 e 24 marzo avrà nuovamente al centro della discussione le evoluzioni del conflitto in Ucraina e il ruolo dell'Unione europea in questo scenario e saranno oggetto di confronto e decisione anche le politiche energetiche, la competitività e le politiche economiche dell'Unione;

    nella Comunicazione del Presidente del Consiglio è stato dato anche ampio risalto al tema dell'immigrazione;

    le politiche migratorie dell'Unione meriterebbero di essere oggetto di una ulteriore discussione volta a definire un approccio diverso e più solidale;

    osserva che la proposta della Commissione europea del 23 settembre 2020 sul «Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo» con cui si proponeva di affrontare le sfide migratorie dell'Europa non vede ancora un accordo tra le istituzioni dell'Unione. Considera tuttavia le misure proposte ancora largamente insufficienti ed errate, queste si concentrano infatti principalmente sulla riduzione dell'arrivo dei migranti in Europa e sulla facilitazione dei ritorni nei loro paesi d'origine, mentre sarebbe fondamentale rafforzare e definire canali sicuri e legali per la migrazione. Ritiene urgente mettere in campo un nuovo approccio basato sui principi di solidarietà e di responsabilità condivisa;

    prende atto della Comunicazione della Commissione europea «stabilire la politica strategica pluriennale per la gestione integrata delle frontiere europee» del 14 marzo 2023 e della contestuale raccomandazione agli Stati membri sul riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio e sull'accelerazione dei rimpatri. Constata che, ancora una volta, le politiche proposte dalla Commissione europea in materia di migrazione non riescono a staccarsi da un approccio esclusivamente securitario principalmente dedicato alla sorveglianza delle frontiere, nell'assenza di qualsiasi forma di solidarietà, accoglienza e soccorso. Condanna che il ricorso a tali politiche ha già determinato, nel rapporto coi Paesi terzi, una sostanziale esternalizzazione nella gestione delle frontiere dell'Unione, spesso in clamorosa ed eclatante violazione dei diritti umani, come nel caso degli accordi con la Libia;

    ritiene che i naufragi e le morti di migranti nel Mar Mediterraneo siano una tragedia epocale alla quale abbiamo la responsabilità di porre fine; ricorda che il salvataggio in mare è un obbligo legale ai sensi del diritto internazionale, in particolare ai sensi dell'articolo 98 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, che richiede l'assistenza a qualsiasi persona in pericolo in mare; ritiene che sia necessaria una risposta permanente, solida ed efficace dell'Unione nelle operazioni di ricerca e salvataggio in mare, anche attraverso una missione dedicata dell'Unione europea, al fine di prevenire ulteriori perdite di vite umane tra i migranti che tentano di attraversare il Mar Mediterraneo;

    sottolinea che l'esistenza di vie di accesso sicure e legali all'Unione europea è l'unica alternativa alla migrazione irregolare e deplora la mancanza di tali opportunità, anche per i richiedenti asilo e i rifugiati. Ritiene che un approccio basato su misure a breve termine per rafforzare il controllo delle frontiere e ridurre gli arrivi di migranti in Europa abbia portato a una drastica riduzione delle opportunità di migrazione legale, spingendo i migranti verso rotte più pericolose:

    ricorda che, in linea con l'obbligo giuridico dell'Unione europea di coerenza delle politiche per lo sviluppo e con il consenso europeo sullo sviluppo, occorre garantire che le politiche migratorie dell'Unione europea non abbiano un impatto negativo sulla libera circolazione e sui processi di sviluppo sostenibile nei Paesi al di fuori dell'Unione;

    ritiene che qualsiasi accordo con i Paesi di origine e di transito di migranti debba garantire la piena protezione delle vite umane, della dignità e dei diritti umani. Esprime profonda vergogna per il fatto che queste garanzie minime non siano effettivamente rispettate e che i migranti e i rifugiati debbano affrontare condizioni disumane di trasferimento e detenzione. Condanna gli abusi e le violazioni sistematiche dei diritti umani che colpiscono un gran numero di migranti e ricorda in particolare l'inaccettabile situazione nei centri di detenzione in Libia, dove migliaia di persone sono sistematicamente sottoposte a detenzione arbitraria in condizioni disumane, torture e altri abusi, tra cui stupri, uccisioni e sfruttamento;

    ricorda che il rimpatrio dei migranti può avvenire solo in condizioni di sicurezza, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e procedurali dei migranti interessati e solo se il Paese in cui i migranti stanno per essere rimpatriati è considerato sicuro;

    evidenzia la condizione di particolare difficoltà affrontata dalle donne nel loro percorso migratorio e chiede quindi l'istituzione e il rafforzamento di sistemi di protezione per le donne migranti, al fine di prevenire e combattere la violenza, l'abuso, l'abbandono e lo sfruttamento di cui sono vittime;

    l'aggressione russa in Ucraina si pone in palese violazione del diritto internazionale e ha aperto uno scenario angosciante di insicurezza globale;

    la fornitura di equipaggiamento militare all'Ucraina era stata considerata come uno strumento volto a determinare migliori condizioni negoziali. Preoccupa molto, però, l'assenza di qualsiasi percorso negoziale e persino di sforzi volti ad individuare condizioni concrete e realistiche in cui tale negoziato possa aver luogo. La parola «pace» è drammaticamente scomparsa dal discorso pubblico prevalente delle istituzioni europee. Nel contesto dato non è possibile prevedere una soluzione militare del conflitto e pertanto è urgente mettere in campo tutti gli sforzi diplomatici affinché si ottenga in tempi brevi un cessate il fuoco e si costruisca un processo di pace che determini non solo la fine del conflitto, ma anche una prospettiva di sicurezza dell'area, da costruire in un rinnovato sistema di garanzie multilaterali;

    preoccupa la possibilità di un'ulteriore escalation militare, anche determinabile da episodi non esplicitamente ricercati, che può condurre verso un allargamento del conflitto e persino ad una catastrofica e non controllabile precipitazione verso l'uso di armi atomiche. Prospettiva rispetto alla quale occorre ogni sforzo possibile volto ad azzerarne ogni probabilità di occorrenza;

    l'Unione europea deve assumere l'onere di una grande iniziativa diplomatica convocando una conferenza multilaterale per la pace e la sicurezza. Infatti l'articolo 21 del Trattato sull'Unione europea definisce il compito di promuovere «soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell'ambito delle Nazioni Unite», indicando anche l'obiettivo di «preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, nonché ai principi dell'Atto finale di Helsinki»;

    il necessario impegno europeo per un percorso di pace deve essere incardinato all'interno della rilegittimazione dei luoghi multilaterali dove poter ricercare soluzioni più avanzate e condivise che garantiscano un'effettiva sicurezza globale; infatti, il venir meno di un approccio multilaterale alle relazioni internazionali e la costruzione di una nuova polarizzazione del mondo rappresentano un forte elemento di instabilità e insicurezza;

    l'Unione europea deve costruire e rafforzare la propria autonomia strategica e questa è determinata innanzitutto dalla capacità di una propria e autonoma iniziativa politica nelle relazioni internazionali, ma anche dalla costruzione di un sistema di difesa europeo. A tal proposito, la decisione di aumentare la spesa militare al 2 per cento del PIL nel quadro di un impegno NATO, oltre ad alimentare una ulteriore e pericolosa corsa agli armamenti, muove in una direzione opposta all'autonomia strategica dell'unione e ad un sistema di difesa comune che, al contrario, dovrebbe condurre alla razionalizzazione e riduzione della spesa militare complessiva;

    è indispensabile che la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia e la necessaria diversificazione delle fonti energetiche sia sviluppata nel quadro di una strategia complessiva che rifletta le ambizioni degli impegni assunti per il contrasto al cambiamento climatico e che metta al centro il significativo aumento di investimenti sulle energie rinnovabili. È urgente intervenire sull'impatto dell'aumento dei costi energetici, in particolare per i soggetti più vulnerabili, anche attraverso forti misure redistributive degli extra-profitti realizzati dalle imprese energetiche;

    il Green Deal europeo, presentato dalla Commissione l'11 dicembre 2019, fissa l'obiettivo di rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. La normativa europea sul clima traduce in atti vincolanti l'impegno dell'Unione europea per la neutralità climatica e l'obiettivo intermedio di ridurre almeno del 55 per cento, rispetto ai livelli del 1990, le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030;

    nella transizione verso un'economia a zero emissioni nette, la competitività dell'Europa dipenderà fortemente dalla sua capacità di sviluppare e produrre le tecnologie pulite che rendono possibile tale transizione;

    per rafforzare la competitività dell'industria europea a zero emissioni nette e sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica, la Commissione europea ha presentato lo scorso 1° febbraio «Un piano industriale del Green Deal per l'era a zero emissioni nette», che mira a creare un contesto più favorevole all'aumento della capacità produttiva dell'Unione europea per le tecnologie e i prodotti a zero emissioni nette, necessari per conseguire gli ambiziosi obiettivi climatici dell'Europa;

    nell'ambito della politica della concorrenza, la Commissione intende garantire condizioni di parità all'interno del mercato unico, semplificando la concessione da parte degli Stati membri degli aiuti necessari per accelerare la transizione verde. A tal fine, per rendere più rapida e semplice la concessione degli aiuti, la Commissione intende consultare gli Stati membri in merito ad una modifica del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato in caso di crisi e transizione e rivedere il regolamento generale di esenzione per categoria alla luce del Green Deal, aumentando le soglie di notifica per il sostegno agli investimenti verdi;

    la stessa Commissione è impegnata ad agevolare l'uso dei fondi dell'Unione europea esistenti per finanziare l'innovazione, la fabbricazione e la diffusione delle tecnologie pulite e sta valutando le possibilità di ottenere maggiori finanziamenti comuni a livello dell'Unione europea per sostenere gli investimenti nella produzione di tecnologie a zero emissioni nette, sulla base di una valutazione del fabbisogno di investimenti, attualmente in corso;

    per aiutare gli Stati membri ad accedere ai fondi di REPowerEU, il piano della Commissione europea per ridurre la dipendenza dell'Unione europea dai combustibili fossili russi, la stessa Commissione ha adottato nuovi orientamenti sui piani per la ripresa e la resilienza, illustrando il processo di modifica dei piani esistenti e le modalità di preparazione dei capitoli REPowerEU;

    è necessaria una riflessione profonda sul modello di competitività europeo sui mercati globali. Oggi la costruzione della catena della produzione e del commercio globale incrocia clamorose e inaccettabili violazioni dei diritti umani, espliciti comportamenti di dumping che oltrepassano i diritti sociali, sindacali e del lavoro, eclatanti conseguenze sull'ambiente, sul cambiamento climatico, sulle popolazioni indigene, sulla continua depredazione di risorse naturali e persino fenomeni di corruzione. Il modello di competitività europeo deve rifuggire tali pratiche di ribasso sulle ambizioni sociali e ambientali e bisogna invece lavorare per ricondurre una globalizzazione apparentemente ristagnante verso un nuovo binario di giustizia ed equilibrio;

    a partire dal 2020, l'1 per cento più ricco della popolazione possiede quasi i due terzi della ricchezza prodotta, mentre la povertà è in costante aumento e i salari dei lavoratori sono erosi dall'inflazione. È urgente introdurre un'imposta progressiva sulle grandi ricchezze volta a ridurre le disuguaglianze e finanziare gli investimenti necessari per la transizione ecologica e sociale;

    la povertà in Europa cresce in maniera esponenziale. Nel 2021 erano 95,4 milioni (il 21,7 per cento della popolazione) le persone a rischio povertà ed esclusione sociale in Europa e tale dato è in progressivo aumento anche a causa della forte perdita di potere d'acquisto dei salari. Il pilastro sociale europeo non ha ancora trovato piena attuazione e sono necessari maggiori sforzi per combattere la povertà e l'esclusione sociale;

    l'attuale sistema di governance economica europea, anche nel quadro delle sospensioni decise nel contesto della pandemia, risulta inadeguato a fornire le risposte necessarie agli effetti economici e sociali della guerra. È urgente quindi lavorare per una profonda riforma della governance economica che superi anche l'impianto attuale del Patto di Stabilità e Crescita, in modo da poter sostenere le necessarie politiche sociali, favorire politiche espansive e anticicliche e investimenti strategici. Inoltre, le conseguenze della guerra e le stesse sanzioni già definite impatteranno in maniera asimmetrica sui Paesi europei e all'interno di questi e per questo occorre definire gli strumenti volti a riequilibrarne la distribuzione,

impegna il Governo:

1) a lavorare nell'ambito del Consiglio europeo per una forte iniziativa diplomatica dell'Unione per la richiesta di un cessate il fuoco e l'avvio di un processo di pace in un contesto multilaterale e ad investire quindi su un nuovo protagonismo dell'Unione europea per la pace, nel quadro di una sua effettiva autonomia strategica;

2) a sostenere l'impegno europeo volto a garantire supporto e aiuto umanitario alla popolazione colpita dal conflitto;

3) a sospendere la fornitura nazionale di equipaggiamento militare e porre in Consiglio la necessità di interrompere anche il ricorso all'European Peace Facility a questo fine;

4) a porre in sede di Consiglio europeo la necessità di adottare tutte le misure essenziali per accelerare la capacità di produzione di energia rinnovabile in modo da raggiungere il target dell'80 per cento di elettricità da rinnovabili al 2030, favorendo lo sviluppo delle comunità energetiche e l'autoconsumo e per aumentare il risparmio energetico e le misure di efficienza energetica da parte degli Stati membri;

5) a sostenere le direttive comunitarie approvate dal Parlamento europeo in attuazione del pacchetto Fit for 55 volte a rivedere la normativa unionale in materia di riduzione delle emissioni climalteranti a partire dalla direttiva EPBD;

6) a garantire procedure di autorizzazione rapide al fine di porre in atto nuovi progetti volti a utilizzare fonti di energia pulita e rinnovabile e a migliorare la sostenibilità di quelli esistenti il più rapidamente possibile, riducendo al minimo gli oneri amministrativi, nel pieno rispetto del quadro normativo comunitario, anche attraverso adeguate misure di sostegno relative alla pianificazione, alla costruzione e al funzionamento di tali progetti:

7) a rafforzare le capacità di produzione dell'Unione europea nelle tecnologie strategiche fondamentali, quali l'energia solare ed eolica, le pompe di calore, le reti elettriche, le batterie, lo stoccaggio di energia a lungo termine, la produzione di elettrolizzatori per l'idrogeno rinnovabile e i materiali da costruzione sostenibili prefabbricati;

8) a porre con urgenza in sede di discussione la necessità che l'Unione sviluppi pienamente percorsi di transizione socialmente giusta, definendo le azioni di sostegno necessarie per mantenere la competitività di tutti i settori e al contempo decarbonizzarli, con misure adeguate per sostenere la modernizzazione dei settori industriali a partire dall'auto elettrica, garantendo la piena occupazione di qualità in Europa e una crescita economica per tutti gli europei ai fini del conseguimento degli obiettivi del Green Deal;

9) a prevedere un maggior sostegno finanziario alla transizione energetica dei Paesi membri attraverso nuovi fondi supplementari da integrare nel bilancio dell'Unione europea nell'ambito della revisione approfondita dell'attuale QFP;

10) ad avanzare in Consiglio europeo l'urgenza di una tassazione europea sulle grandi ricchezze volta a finanziare investimenti necessari per la lotta alla povertà e alle diseguaglianze e la transizione ecologica e sociale;

11) a sostenere una riforma della governance economica e del Patto di Stabilità e Crescita che sia più ambiziosa di quella proposta dalla Commissione europea e a definire strumenti fiscali europei volti a compensare gli squilibri economici e sociali aggravati dalla guerra;

12) a lavorare in sede di Consiglio europeo per un nuovo approccio basato sui princìpi di solidarietà e di responsabilità condivisa, per la creazione di vie legali sicure per la migrazione, per la creazione di una missione UE di salvataggio nel Mediterraneo e per la chiusura immediata di tutti gli accordi sulla gestione integrata delle frontiere con Paesi terzi che non forniscono garanzie sufficienti sul rispetto dei diritti umani.
(6-00026) «Zanella , Bonelli , Borrelli , Dori , Evi , Fratoianni , Ghirra , Grimaldi , Mari , Piccolotti , Zaratti ».


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative per la valorizzazione del ruolo degli insegnanti e del personale scolastico nel suo complesso – 3-00266

   SASSO , MOLINARI , ANDREUZZA , ANGELUCCI , BAGNAI , BARABOTTI , BELLOMO , BENVENUTO , DAVIDE BERGAMINI , BILLI , BISA , BOF , BORDONALI , BOSSI , BRUZZONE , CANDIANI , CAPARVI , CARLONI , CARRÀ , CATTOI , CAVANDOLI , CECCHETTI , CENTEMERO , COIN , COMAROLI , CRIPPA , DARA , DI MATTINA , FORMENTINI , FRASSINI , FURGIUELE , GIACCONE , GIAGONI , GIGLIO VIGNA , GUSMEROLI , IEZZI , LATINI , LAZZARINI , LOIZZO , MACCANTI , MARCHETTI , MATONE , MIELE , MINARDO , MONTEMAGNI , MORRONE , NISINI , OTTAVIANI , PANIZZUT , PIERRO , PIZZIMENTI , PRETTO , RAVETTO , STEFANI , SUDANO , TOCCALINI , ZIELLO , ZINZI  e ZOFFILI . — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   gli insegnanti sono le persone che, dopo la famiglia, incidono di più nella formazione di un giovane, in termini sia di competenze sia di carattere. Sono coloro che sanno trasformare le parole di un libro in conoscenza e che possono rendere vivo e interessante un argomento, stimolando, arricchendo e formando il futuro di uno studente;

   sebbene gli insegnanti siano il cuore pulsante della scuola italiana, per loro non esiste, a oggi, un vero sistema premiante, a parte la stima e il riconoscimento di studenti e genitori, quando non mancano persino questi ultimi e i docenti si ritrovano vittime di violenza verbale e fisica;

   dopo tanti anni di immobilismo, si riscontra l'intenzione del Governo avviare un progressivo miglioramento delle retribuzioni nel comparto scuola e sostenere specifiche politiche del personale finalizzate a rafforzare l'orientamento e a contrastare la dispersione, nell'ambito di un nuovo modello di scuola incentrato sul merito;

   è di qualche giorno fa la notizia della firma dell'integrazione per aumentare le retribuzioni del personale scolastico grazie alla disponibilità di ulteriori 300 milioni di euro circa, stanziati dalla legge di bilancio per il 2022 sul Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, da destinare all'incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola;

   in questa misura si ravvisa un cambio di paradigma che vede finalmente un rapporto sano fra il Governo e le organizzazioni sindacali, fondato su un confronto costruttivo e pragmatico, capace di portare a conclusione la negoziazione sugli aspetti normativi del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021;

   è utile, infine, richiamare l'attenzione sul fatto che la valorizzazione del personale docente è finalizzata al progresso della qualità del servizio scolastico nel suo insieme (innovazione didattica, qualità dell'insegnamento, miglioramento degli esiti e delle performance degli studenti, assolvimento di responsabilità di carattere organizzativo e didattico, formazione continua e sviluppo professionale) e che a breve sarà necessario definire ulteriori misure di valorizzazione dei docenti, nonché i criteri di distribuzione delle risorse premiali per il prossimo anno scolastico –:

   se e quali ulteriori iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per assicurare adeguato riconoscimento al ruolo degli insegnanti e del personale scolastico tutto.
(3-00266)


Iniziative di competenza volte a escludere il sistema nazionale d'istruzione dal progetto di attuazione dell'autonomia differenziata – 3-00267

   ORRICO , AMATO , CASO , CHERCHI , CARMINA  e MORFINO . — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   con l'autonomia differenziata singole regioni potranno chiedere allo Stato il trasferimento delle funzioni e delle competenze definite dagli articoli 116 e 117 della Costituzione; dunque, le regioni possono essere destinatarie di ulteriori condizioni e forme particolari di autonomia in diversi ambiti, compresa la scuola;

   l'attribuzione di funzioni è subordinata alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, con l'istituzione di una cabina di regia composta dai Ministri competenti per una ricognizione del quadro normativo e determinare i livelli essenziali delle prestazioni e i relativi costi e fabbisogni standard nelle materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale;

   con riferimento ai «limiti di stanziamento a legislazione vigente» a priori per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, non si potranno avere pari diritti in tutto il Paese, perché tali limiti negano qualunque possibile ipotesi di maggiore investimento;

   in ambito scolastico, per la specificità del sistema di istruzione, risulta difficile ragionare di livelli essenziali delle prestazioni, in quanto la scuola non produce beni materiali o prestazioni facilmente misurabili e i bisogni variano da un contesto territoriale all'altro;

   anche i sindacati di categoria vivono con grande preoccupazione l'autonomia differenziata per il sistema pubblico di istruzione, in quanto essa finirebbe per aumentare le diseguaglianze, limitare la libertà di insegnamento e non garantire il diritto allo studio;

   lo scenario che si presenta è: un organico regionale del personale scolastico, bandi di concorsi regionali, regionalizzazione della dirigenza scolastica, contratti regionali, differenziazione degli stipendi su base territoriale, conseguenze sulla mobilità;

   sarebbe, inoltre, negato l'esercizio del diritto allo studio in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale e si realizzerebbe un doppio regime, nazionale e regionale; le scuole si differenzierebbero più radicalmente, il divario Sud-Nord non potrebbe che aumentare; la diffusione uniforme di scuole dell'infanzia e tempo pieno sarebbe definitivamente negata; il valore legale del titolo di studio sarebbe compromesso e le regioni potrebbero decidere autonomamente su programmi, strumenti e risorse;

   per il sistema istruzione, più che di livelli essenziali, si dovrebbe parlare di livelli uniformi delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, al fine di sottolineare l'unità del sistema di istruzione e non una variazione regionale dei valori minimi dei livelli essenziali delle prestazioni;

   tra l'altro, la regionalizzazione si inserirebbe in un contesto dove le diseguaglianze del sistema scolastico sono da tempo ampiamente registrate e aumenterebbe solo le differenze già esistenti, ad esempio in riferimento alla dispersione scolastica, ai neet –:

   se non ritenga urgente adottare iniziative di competenza affinché il sistema nazionale d'istruzione sia escluso dall'attuazione dell'autonomia differenziata.
(3-00267)


Elementi e iniziative in relazione all'erogazione dei finanziamenti agli enti locali risultati vincitori del bando «Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati» – 3-00268

   BENZONI , BOSCHI , DEL BARBA , ENRICO COSTA , GADDA , GRIPPO , MARATTIN , SOTTANELLI  e RUFFINO . — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   durante il Governo Renzi, con la delibera 1° maggio 2016 il Cipe approvò il piano stralcio «Cultura e turismo»;

   il paragrafo 1.2 della citata delibera disponeva la destinazione di 150 milioni di euro a favore di interventi, ciascuno dei quali non superiore a 10 milioni di euro, afferenti al progetto «Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati»;

   durante il Governo Gentiloni, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 giugno 2017, fu istituita, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, la commissione chiamata ad effettuare una selezione degli interventi da finanziare, che terminò i lavori nel dicembre 2017, selezionando 273 progetti con i relativi importi da finanziare;

   durante i successivi due Governi guidati da Giuseppe Conte il progetto si arenò, tanto che ad oggi, malgrado siano ormai trascorsi più di cinque anni dal termine dei lavori della commissione, molti comuni vincitori del bando non hanno mai ricevuto i fondi stanziati, non potendo così avviare interventi significativi per il territorio;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 settembre 2019, infatti, furono ammessi a finanziamento solo 20 progetti, per un totale di 11 milioni di euro di finanziamento complessivo; con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 febbraio 2021 furono ammessi alla fase di stipula dei disciplinari altri 22 progetti, per un totale di 16,8 milioni di euro, e per tali interventi dovrebbe essere stato avviato l'iter di stipula dei disciplinari e di erogazione dei relativi anticipi;

   con l'ultimo provvedimento del 17 settembre 2021, a firma dell'allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri delegato dal Presidente Mario Draghi, sono stati nominati i nuovi componenti della commissione di valutazione;

   in data 19 maggio 2021, in risposta a un atto di sindacato ispettivo, il Ministero della cultura, attraverso la Sottosegretaria Borgonzoni, rappresentava come il Ministero avrebbe intrapreso tutte le necessarie iniziative per garantire l'attuazione e l'erogazione dei finanziamenti e che, essendo la commissione per la valutazione incardinata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il dicastero si sarebbe reso disponibile ad individuare con la Presidenza ogni iniziativa utile per superare le criticità e consentire una rapida attuazione del programma –:

   se i fondi stanziati per il bando «Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati» siano ancora disponibili a bilancio e quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di consentire l'erogazione dei finanziamenti agli enti locali risultati vincitori.
(3-00268)


Iniziative di competenza, anche a livello europeo, in merito alla rimozione dalle piattaforme del gruppo Meta dei contenuti artistici tutelati dalla Siae – 3-00269

   DALLA CHIESA . — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il 16 marzo 2023 è stato annunciato il mancato accordo tra Meta – il gruppo al quale appartengono Facebook, Instagram e WhatsApp – e Siae sulle condizioni di utilizzo, da parte di Meta, dei contenuti artistici tutelati da Siae;

   l'accordo di licenza con Siae è scaduto a gennaio 2023 e Meta avrebbe cercato di imporre l'accettazione di una proposta unilaterale prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell'effettivo valore del repertorio e in violazione della direttiva (Ue) 2019/790, cosiddetta direttiva copyright, soprattutto in merito al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo;

   Meta, nell'annunciare la rimozione dei brani di autori ed editori Siae dalle sue piattaforme, ha sottolineato che l'Italia sarebbe l'unico Paese, su 150, con cui non è riuscito a raggiungere un accordo e che è il primo ad applicare la direttiva copyright dell'Unione europea;

   nei giorni scorsi il Ministro interrogato ha dichiarato che «occorre difendere in modo sacrosanto gli autori italiani e l'opera del loro ingegno. I colossi transnazionali del digitale devono rispettare l'identità e la sovranità legislativa degli Stati»;

   la tecnologia digitale sta evidentemente ponendo all'attenzione del legislatore nazionale ed europeo il problema dell'adeguamento della normativa vigente alle nuove modalità di fruizione e produzione di prodotti della creatività tramite il web, di utilizzo di detti prodotti da parte delle applicazioni di intelligenza artificiale, al fine di assicurare l'adeguata tutela del copyright;

   in tal senso la Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati sta conducendo un'indagine conoscitiva sull'impatto della digitalizzazione e dell'innovazione tecnologica sui settori di competenza della VII Commissione e sta esaminando la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro comune per i servizi di media nell'ambito del mercato interno, che affronta il tema della trasmissione transfrontaliera delle informazioni;

   proprio questa settimana è all'esame dell'Assemblea della Camera dei deputati un provvedimento che interviene in materia di diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore trasmessi tramite il web –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato, anche a livello europeo, al fine di tutelare gli autori italiani considerato che la rimozione dei contenuti dalle piattaforme social del gruppo Meta arreca un danno enorme alla produzione artistica dell'Italia e potrebbe avere consistenti effetti economici sul complesso dei ricavi dallo streaming musicale in Italia.
(3-00269)


Iniziative urgenti volte a prevenire e contrastare il fenomeno delle violenze ai danni degli operatori sanitari – 3-00270

   BORRELLI . — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   sono quasi 5.000 gli episodi di violenza in corsia verificatesi in Italia negli ultimi tre anni, circa 1.600 l'anno e in 7 casi su 10 la vittima è una donna: numeri allarmanti, resi noti nella Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari che si è celebrata il 12 marzo 2023;

   nella sola giornata del 19 marzo 2023 si sono registrate due aggressioni ai danni di sanitari; una all'ospedale di Giugliano in Campania (Napoli), dove un'infermiera di triage è stata aggredita dai parenti di una paziente, e l'altra a Bari, dove al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo una dottoressa in servizio è stata aggredita e minacciata;

   da inizio 2023 solo nelle due aziende sanitarie locali della città metropolitana di Napoli si sono registrate ben 24 aggressioni, come denunciato dall'associazione «Nessuno tocchi Ippocrate»;

   secondo Fnomceo, circa il 68 per cento degli operatori sanitari nel corso della vita è stato vittima di un episodio di violenza; nel 2020 è stata approvata una legge che prevede un aumento delle sanzioni penali in caso di violenza al professionista sanitario ed è stato istituito un osservatorio;

   i dati sugli infortuni sul lavoro che sono stati accertati dall'Inail e codificati come aggressioni e minacce nei confronti del personale sanitario, nel triennio 2019-2021, sono stati esattamente 4.821;

   la professione più colpita è quella di infermieri ed educatori impegnati con tossicodipendenti e alcolisti e nel 71 per cento dei casi le vittime sono donne;

   le denunce sono molto meno di quelle reali, perché non si denunciano le aggressioni verbali, che però, alla lunga, si traducono in stress, burnout e abbandono della professione;

   una rilevazione effettuata da otto università, capofila quella di Genova, sugli infermieri che hanno subito violenze fisiche o verbali mette in luce che, rispetto ai circa 5 mila casi denunciati in un anno, ce ne sono 26 volte di più, circa 125.000, non registrati;

   Federsanità e la Società di medicina di emergenza e urgenza (Simeu) propongono la diffusione di buone pratiche: dalla formazione degli operatori per la gestione dei pazienti agli strumenti normativi per autotutelarsi, fino al coaching su come comportarsi in caso di aggressione;

   attualmente sono 92 i progetti per la prevenzione attuati negli ospedali di 17 regioni che sono stati selezionati grazie all'iniziativa «Curare violenza» –:

   quali urgenti iniziative a breve e medio termine intenda adottare per arginare le violenze ai danni degli operatori sanitari.
(3-00270)


Iniziative volte a garantire una retribuzione adeguata al personale medico e infermieristico del sistema sanitario nazionale – 3-00271

   LUPI , BICCHIELLI , BRAMBILLA , CAVO , CESA , ALESSANDRO COLUCCI , PISANO , ROMANO , SEMENZATO  e TIRELLI . — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il personale medico e infermieristico del sistema sanitario nazionale costituisce un patrimonio di inestimabile valore sociale ed economico per l'Italia, anche alla luce delle numerose eccellenze che può vantare nel campo della medicina, della chirurgia e dell'assistenza socio-sanitaria;

   come acclarato da diversi anni sia da enti istituzionali e di ricerca che dagli organi di stampa, il nostro Paese affronta tuttora numerose criticità per la mancanza di personale medico, a causa della programmazione prevista negli ultimi decenni;

   secondo un'elaborazione dei dati contenuti nel database Ocse, estratti ed elaborati dal quotidiano di settore Quotidiano sanità e pubblicati in un articolo del 7 marzo 2023, negli ultimi 20 anni quasi 180 mila tra medici e infermieri del sistema sanitario nazionale italiano hanno deciso di trasferirsi per lavorare all'estero;

   secondo quanto riportato il 19 marzo 2023 dal quotidiano Il Sole 24 ore, ogni anno circa mille medici italiani lasciano il nostro Paese per lavorare presso strutture di altri Stati, soprattutto di Francia, Germania e Inghilterra, oltre a circa «duemila camici bianchi che ogni anno lasciano il servizio pubblico per andare a lavorare nelle cliniche private oppure a fare il medico “gettonista” che guadagna fino a mille euro per coprire un turno»;

   sempre come riportato dall'articolo già citato, la legge di bilancio per il 2023 ha previsto un primo segnale per andare incontro alle richieste del personale medico, prevedendo «un aumento dell'indennità per gli operatori sanitari del pronto soccorso a partire dal 1^ gennaio 2024 con uno stanziamento di 200 milioni di euro annui»;

   il 1° marzo 2023 il Ministro interrogato ha rinnovato il proprio impegno a proseguire il percorso iniziato per rispondere alle richieste del personale medico del sistema sanitario di ottenere retribuzioni più gratificanti a fronte della propria rilevanza professionale, specificando in un'intervista al quotidiano Il Tirreno che «da quando siamo arrivati al Ministero stiamo combattendo il fenomeno dei “gettonisti”, medici che lavorano nelle strutture pubbliche e sono pagati tre volte di più rispetto a un operatore del pubblico. (...) se riusciamo a riversare quelle risorse sul personale che lavora tutti i giorni con un contratto pubblico nell'ospedale, forse un po' il problema lo andiamo a risolvere» –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere al fine di garantire una retribuzione adeguata al personale medico e al personale infermieristico del sistema sanitario nazionale.
(3-00271)


Iniziative per la piena inclusione sociale delle persone con disabilità – 3-00272

   FURFARO , CIANI , GIRELLI , MALAVASI , STUMPO , FORNARO , CASU , FERRARI  e GHIO . — Al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   in occasione della Giornata mondiale della sindrome di Down (21 marzo) è stata lanciata la nuova campagna di sensibilizzazione internazionale del Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down – CoorDown «Ridiculous excuses not to be inclusive»;

   sono sempre troppe le persone che usano scuse ridicole per non essere inclusive e, nel video lanciato in anteprima sul canale TikTok di Coordown, il campionario delle scuse è davvero notevole e – purtroppo – molto realistico con cui si esclude da istruzione, sport, lavoro e dalle altre opportunità le persone con sindrome di Down;

   «Non è colpa tua, siamo noi a non essere preparati per portarti in gita!», «Abbiamo già una bambina come te nel gruppo», «Non abbiamo abbastanza sedie per invitarti alla riunione», «Abbiamo chiuso le iscrizioni proprio dieci minuti fa!» sono alcune delle scuse ridicole con cui viene spesso negata la piena partecipazione alla vita;

   nella nostra società le persone con disabilità devono affrontare ogni giorno episodi di discriminazione ed esclusione, devono lottare per ottenere un posto a scuola, nei campi estivi, nello sport, nel mondo del lavoro e nella vita sociale;

   devono lottare per poter accedere ai parchi giochi, ai teatri, agli stadi, ai cinema e per non ritrovarsi negli spettacoli o eventi sportivi nelle ultime file «per motivi di sicurezza» o su pedane rialzate in zone scomodissime e isolate;

   devono lottare per poter vivere appieno la loro sessualità, diritto di tutti ma non per loro e che rimane ancora un tabù a causa di stereotipi, mancanza di strumenti adeguati, paure;

   in una società che include veramente le persone con disabilità la disabilità non può più essere un peso, ma una vera e propria risorsa per l'intera comunità –:

   se alla luce dei fatti sopra esposti, il Ministro interrogato non ritenga doveroso intervenire al fine di predisporre misure volte a garantire una maggiore inclusione delle persone con disabilità, a partire dall'emanazione di linee guida che regolamentino la costruzione di parchi giochi veramente inclusivi, l'obbligo per organizzatori di concerti/eventi di predisporre un'effettiva accessibilità, il pieno rispetto della legge per l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità, l'incremento del fondo per l'abbattimento delle barriere architettoniche, nonché l'incremento delle pensioni di invalidità, affinché si possa parlare di un riconoscimento vero ed effettivo dei loro diritti nella sfera scolastica, occupazionale e relazionale.
(3-00272)


Iniziative volte a garantire l'inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down – 3-00273

   FOTI , MESSINA , GARDINI , ANTONIOZZI , RUSPANDINI , CIOCCHETTI , VIETRI , CIANCITTO , COLOSIMO , LANCELLOTTA , MACCARI , MORGANTE , ROSSO , SCHIFONE  e AMBROSI . — Al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   il 21 marzo si celebra la Giornata mondiale della sindrome di Down, indetta nel dicembre 2011 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Per l'anno 2023 il messaggio lanciato in occasione della ricorrenza è «Insieme a noi, non al posto nostro», tema indicato come la chiave per un approccio alla disabilità basato sui diritti umani, che possa concorrere a superare il modello obsoleto di «carità della disabilità», così come spiega Anffas, Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo;

   la sindrome di Down (o trisomia 21) è una condizione che interessa circa 40.000 persone solo in Italia, 1 bambino ogni 1.200 nati. In occasione della Giornata mondiale del 21 marzo, il centro dedicato del Bambino Gesù di Roma, che segue attualmente più di 800 bambini e ragazzi con sindrome di Down provenienti da tutte le regioni d'Italia, prevalentemente da quelle centro-meridionali, sottolinea l'importanza di un approccio multidisciplinare imperniato sulla centralità del bambino con sindrome di Down e di appositi percorsi clinici di transizione dall'età pediatrica a quella adulta;

   occorre migliorare la qualità della vita di tutti a scuola, nei percorsi di formazione e di inclusione lavorativa, nella vita sociale e ricreativa, negli aspetti di cura e benessere, per l'accompagnamento alla vita adulta e a sostegno delle famiglie;

   in questa chiave, la continuità assistenziale è fondamentale per garantire una buona qualità di vita alle persone con sindrome di Down e alle loro famiglie. Purtroppo, superati i 18 anni di età, le persone con sindrome di Down e le loro famiglie, seguiti fino a quel momento da appositi centri pediatrici, si ritrovano spesso a dover passare da uno specialista all'altro, senza avere più un punto di riferimento;

   Anffas, in tale ottica, auspica che questa Giornata possa contribuire a rafforzare la consapevolezza di diversi aspetti, al fine di assicurare alle persone con sindrome di Down i necessari supporti per vivere una vita di qualità, in tutte le stagioni della loro vita –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda attuare al fine di potenziare il diritto al protagonismo, alla partecipazione attiva, all'autodeterminazione e autorappresentanza delle persone con sindrome di Down, garantendo tutti i necessari supporti atti a consentire loro di essere pienamente incluse nei vari contesti e, soprattutto, avere maggiori opportunità per accedere al mondo del lavoro.
(3-00273)


TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE: MACCANTI ED ALTRI; MOLLICONE: DISPOSIZIONI PER LA PREVENZIONE E LA REPRESSIONE DELLA DIFFUSIONE ILLECITA DI CONTENUTI TUTELATI DAL DIRITTO D'AUTORE MEDIANTE LE RETI DI COMUNICAZIONE ELETTRONICA (A.C. 217-648-A)

A.C. 217-A – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

  sugli emendamenti 2.100, 2.102, 2103 e 4.100 delle Commissioni.

A.C. 217-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

  Sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione:

   All'articolo 1, comma 1, lettera c), dopo le parole: sostegno, anche economico, aggiungere le seguenti: nell'ambito delle risorse finanziarie previste a legislazione vigente.

   All'articolo 5, apportare le seguenti modificazioni:

    al comma 2, sostituire le parole sono organizzate anche campagne di sensibilizzazione promuovendo iniziative con le seguenti: possono essere organizzate, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, campagne di sensibilizzazione;

    dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. All'attuazione delle iniziative di cui al presente articolo si provvede nell'ambito delle risorse destinate a legislazione vigente ai programmi di comunicazione, di cui all'articolo 11 della legge 7 giugno 2000, n. 150, di pertinenza del Ministero della cultura.

   All'articolo 7, dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. Al funzionamento del tavolo tecnico di cui al comma 2 si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Per la partecipazione ai lavori del tavolo tecnico non spettano compensi, indennità, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.

   Sia approvato l'emendamento 7.100.

  Sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

NULLA OSTA

  sulle restanti proposte emendative.

A.C. 217-A – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL TESTO UNIFICATO DELLE COMMISSIONI

Art. 1.
(Princìpi)

  1. La Repubblica, in attuazione degli articoli 41 e 42 della Costituzione, dell'articolo 17 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e dei princìpi contenuti nella Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, fatta a Parigi il 20 ottobre 2005, ratificata ai sensi della legge 19 febbraio 2007, n. 19, coerentemente con il quadro giuridico europeo:

   a) riconosce, tutela e promuove la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, come strumento di stimolo dell'innovazione, della creatività, degli investimenti e della produzione di contenuti culturali ed editoriali, anche di carattere digitale;

   b) tutela il diritto d'autore, come definito dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, e le situazioni giuridiche allo stesso connesse da ogni violazione e illecito, compresi quelli perpetrati mediante l'utilizzo di reti di comunicazione elettronica;

   c) assicura alle imprese, agli autori, agli artisti e ai creatori adeguate forme di sostegno, anche economico, per agevolare la produzione, la traduzione e l'internazionalizzazione delle opere dell'ingegno;

   d) prevede opportune forme di responsabilizzazione nei confronti degli intermediari di rete, al fine di rendere più efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita e della contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d'autore, e promuove campagne di comunicazione e sensibilizzazione del pubblico sul valore della proprietà intellettuale, anche al fine di contrastare la diffusione illecita e la contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d'autore;

   e) salvaguarda i diritti alla segretezza delle comunicazioni, anche attraverso il mantenimento dell'integrità e della sicurezza delle reti di comunicazione elettronica, e alla libertà dell'iniziativa economica e del suo esercizio in regime di concorrenza;

   f) garantisce l'attuazione delle politiche volte a promuovere la libertà di espressione e di informazione, la diversità culturale e linguistica e il pluralismo dei mezzi di comunicazione, nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche, garantiti dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, ratificata ai sensi della legge 4 agosto 1955, n. 848, e dai princìpi generali del diritto dell'Unione europea.

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 1.

  Al comma 1, lettera c), dopo le parole: sostegno, anche economico, aggiungere le seguenti: nell'ambito delle risorse finanziarie previste a legislazione vigente.
1.300. (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

(Approvato)

A.C. 217-A – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL TESTO UNIFICATO DELLE COMMISSIONI

Art. 2.
(Provvedimenti urgenti e cautelari dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per la disabilitazione dell'accesso a contenuti illeciti)

  1. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di seguito denominata «Autorità», con proprio provvedimento, può ordinare ai prestatori di servizi, compresi i prestatori di accesso alla rete, di disabilitare l'accesso a contenuti illeciti mediante il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e il blocco all'instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP univocamente destinati ad attività illecite.
  2. Con il provvedimento di cui al comma 1, l'Autorità ordina anche il blocco di ogni altro futuro nome di dominio, sottodominio, ove tecnicamente possibile, o indirizzo IP, a chiunque riconducibili, comprese le variazioni del nome o della semplice declinazione o estensione (cosiddetto top level domain), che consenta l'accesso ai medesimi contenuti abusivamente diffusi ai sensi del citato comma 1 o a contenuti della stessa natura.
  3. Nei casi di gravità e urgenza, che riguardino la messa a disposizione di contenuti trasmessi in diretta, prime visioni di opere cinematografiche e audiovisive o programmi di intrattenimento, contenuti audiovisivi, anche sportivi, o altre opere dell'ingegno assimilabili, eventi sportivi nonché eventi di interesse sociale o di grande interesse pubblico ai sensi dell'articolo 33, comma 3, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, con provvedimento cautelare adottato con procedimento abbreviato senza contraddittorio, l'Autorità ordina ai prestatori di servizi, compresi i prestatori di servizi di accesso alla rete, di disabilitare l'accesso ai contenuti trasmessi abusivamente mediante blocco dei nomi di dominio e degli indirizzi IP ai sensi dei commi 1 e 2 del presente articolo. Il provvedimento è adottato a seguito della richiesta presentata ai sensi del comma 4 dal titolare o licenziatario del diritto o dall'associazione di gestione collettiva o di categoria alla quale il titolare o licenziatario del diritto abbia conferito mandato o da un soggetto appartenente alla categoria dei segnalatori attendibili, come definiti dall'articolo 22, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2022/2065 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 ottobre 2022, relativo a un mercato unico dei servizi digitali, quali enti che hanno dimostrato, tra l'altro, di disporre di capacità e competenze particolari nella lotta ai contenuti illegali e di svolgere le propria attività in modo diligente, accurato e obiettivo. Nei casi di cui al primo periodo, qualora sia prevista la trasmissione in diretta, il provvedimento è adottato, notificato ed eseguito prima dell'inizio o, al più tardi, nel corso della trasmissione medesima; qualora non si tratti di eventi trasmessi in diretta, il provvedimento è adottato, notificato ed eseguito prima dell'inizio della prima trasmissione o, al più tardi, nel corso della medesima. L'Autorità, con proprio regolamento, in conformità ai princìpi di gradualità, proporzionalità e adeguatezza, disciplina il procedimento cautelare abbreviato di cui al presente comma, assicurando strumenti effettivi di reclamo al soggetto destinatario del provvedimento.
  4. Il titolare o licenziatario del diritto o l'associazione di gestione collettiva o di categoria alla quale il titolare o licenziatario del diritto abbia conferito mandato, o un soggetto appartenente alla categoria dei segnalatori attendibili, come definiti dall'articolo 22, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2022/2065 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 ottobre 2022, relativo a un mercato unico dei servizi digitali, quali enti che hanno dimostrato, tra l'altro, di disporre di capacità e competenze particolari nella lotta ai contenuti illegali e di svolgere le propria attività in modo diligente, accurato e obiettivo, al fine di impedire la fruizione illegale dei contenuti da parte degli utilizzatori finali, sotto la propria responsabilità, presenta all'Autorità la richiesta di immediato blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e dell'instradamento del traffico di rete agli indirizzi IP, anche congiuntamente. Il soggetto legittimato ai sensi del primo periodo allega alla richiesta la documentazione necessaria, che può consistere nell'elenco dei nomi di dominio e degli indirizzi IP attraverso i quali vengono resi disponibili i contenuti diffusi abusivamente. Tale elenco può essere aggiornato da parte del titolare dei diritti o dei suoi aventi causa e comunicato direttamente e simultaneamente dall'Autorità ai soggetti destinatari del provvedimento, che devono provvedere tempestivamente alla rimozione o alla disabilitazione, comunque entro il termine massimo di 30 minuti dalla comunicazione.
  5. Il provvedimento di disabilitazione di cui al comma 1 è notificato immediatamente dall'Autorità ai prestatori di servizi di accesso alla rete, ai soggetti gestori di motori di ricerca e ai fornitori di servizi della società dell'informazione coinvolti a qualsiasi titolo nell'accessibilità del sito web o dei servizi illegali, nonché alla European Union Internet Referral Unit dell'Europol e al soggetto che ha richiesto l'adozione del provvedimento medesimo. I prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell'informazione coinvolti a qualsiasi titolo nell'accessibilità del sito web o dei servizi illegali eseguono il provvedimento dell'Autorità senza alcun indugio e comunque entro il termine massimo di 30 minuti dalla notificazione, disabilitando la risoluzione DNS dei nomi di dominio e l'instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP indicati nell'elenco di cui al comma 4 o comunque adottando le misure tecnologiche e organizzative necessarie per rendere non fruibili da parte degli utilizzatori finali i contenuti trasmessi abusivamente.
  6. Nel caso in cui l'indirizzo IP soggetto a blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio o a blocco dell'instradamento del traffico di rete su richiesta dei soggetti legittimati di cui al comma 4 si trovi all'interno dell'Unione europea, l'Autorità può prevedere partenariati con i propri omologhi su base volontaria per contrastare più efficacemente la distribuzione di contenuti illegali nel territorio dell'Unione europea. Nel caso in cui l'indirizzo IP soggetto a blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e a blocco dell'instradamento del traffico di rete su richiesta dei soggetti legittimati di cui al comma 4 si trovi al di fuori del territorio dell'Unione europea, l'Autorità è tenuta a farlo inserire in tempi ragionevoli nella Counterfeit and Piracy Watch List compilata annualmente dalla Commissione europea.
  7. L'Autorità trasmette alla procura della Repubblica presso il tribunale di Roma l'elenco dei provvedimenti di disabilitazione adottati ai sensi del presente articolo, con l'indicazione dei prestatori di servizi e degli altri soggetti a cui tali provvedimenti sono stati notificati. Su richiesta della stessa Autorità, i destinatari dei provvedimenti informano senza indugio la medesima procura della Repubblica di tutte le attività svolte in adempimento dei predetti provvedimenti e comunicano ogni dato o informazione esistente nella loro disponibilità che possa consentire l'identificazione dei fornitori dei contenuti illecitamente diffusi.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 2.
(Provvedimenti urgenti e cautelari dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per la disabilitazione dell'accesso a contenuti illeciti)

  Al comma 1, sostituire la parola: illeciti con le seguenti: diffusi abusivamente.

  Conseguentemente,

   al comma 2, sostituire le parole: abusivamente diffusi ai sensi del citato comma 1 o con le seguenti: diffusi abusivamente e;

   al comma 3:

    primo periodo, sostituire le parole: trasmessi abusivamente con le seguenti: diffusi abusivamente;

    secondo periodo, sostituire le parole: ai contenuti illegali con le seguenti: alla diffusione abusiva di contenuti;

   al comma 5, secondo periodo, sostituire le parole: trasmessi abusivamente con le seguenti: diffusi abusivamente.

   al comma 6, primo periodo, sostituire la parola: illegali con le seguenti: diffusi abusivamente.

   al comma 7, secondo periodo, sostituire le parole: illecitamente diffusi con le seguenti: diffusi abusivamente.

   alla rubrica, sostituire le parole: contenuti illeciti con le seguenti: diffusi abusivamente.
2.100. Le Commissioni.

(Approvato)

  Al comma 3, secondo periodo, sostituire la parola: richiesta con la seguente: istanza.

  Conseguentemente:

   al medesimo comma 3, terzo periodo, sopprimere, ovunque ricorra, la parola: , notificato;

   al medesimo comma 3, quarto periodo, dopo le parole: abbreviato di cui al presente comma inserire le seguenti: assicurandone la necessaria tempestività e;

   al comma 4, secondo periodo, sostituire le parole: che può consistere nell'elenco con le seguenti: tra cui l'elenco.
2.102.(Nuova formulazione) Le Commissioni.

(Approvato)

  Al comma 4, primo periodo, sostituire le parole da: , come definiti fino a: utilizzatori finali con le seguenti: di cui al comma 3.
2.103. Le Commissioni.

(Approvato)

A.C. 217-A – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL TESTO UNIFICATO DELLE COMMISSIONI

Art. 3.
(Misure per il contrasto della pirateria cinematografica, audiovisiva o editoriale)

  1. Al comma 1 dell'articolo 171-ter della legge 22 aprile 1941, n. 633, è aggiunta, in fine, la seguente lettera:

   «h-bis) abusivamente, anche con le modalità indicate al comma 1 dell'articolo 85-bis del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, esegue la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un'opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l'esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita».

  2. Dopo il numero 4) del terzo comma dell'articolo 131-bis del codice penale è aggiunto il seguente:

    «4-bis) per i delitti previsti dalla sezione II del capo III del titolo III della legge 22 aprile 1941 n. 633, salvo che per i delitti di cui all'articolo 171 della medesima legge».

  3. All'articolo 174-ter della legge 22 aprile 1941, n. 633, sono apportate le seguenti modificazioni:

   a) al comma 1:

    1) dopo la parola: «duplica,» sono inserite le seguenti: «mette a disposizione,»;

    2) dopo la parola: «supporti» sono inserite le seguenti: «o servizi»;

   b) al comma 2:

    1) dopo la parola: «noleggiate» sono inserite le seguenti: «o per la quantità di opere o materiali protetti resi potenzialmente accessibili in maniera abusiva attraverso gli strumenti di cui al comma 1»;

    2) le parole: «euro 1032,00» sono sostituite dalle seguenti: «euro 5000».

A.C. 217-A – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL TESTO UNIFICATO DELLE COMMISSIONI* 

Art. 4.
(Richiesta di informazioni agli istituti di credito, ai fornitori di servizi di pagamento e alle società che emettono carte di credito per la repressione delle attività illecite a fini di lucro nelle reti di comunicazione elettronica)

  1. Dopo il comma 2 dell'articolo 171-sexies della legge 22 aprile 1941, n. 633, è inserito il seguente:

   «2-bis. L'autorità giudiziaria può disporre il sequestro preventivo e la confisca dei proventi realizzati in conseguenza della commissione degli illeciti di cui agli articoli 171, 171-bis, 171-ter e 171-quater. Al fine di individuare i beneficiari dei proventi dell'illecito, l'autorità giudiziaria può delegare le autorità competenti a richiedere agli istituti di credito, ai fornitori di servizi di pagamento e alle società che emettono e distribuiscono carte di credito, anche se soggetti esteri, le informazioni necessarie a individuare i titolari dei siti internet coinvolti e le altre persone fisiche che, anche attraverso di essi, percepiscono proventi derivanti dalla loro attività di illecita messa a disposizione di contenuti protetti».

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 4.
(Richiesta di informazioni agli istituti di credito, ai fornitori di servizi di pagamento e alle società che emettono carte di credito per la repressione delle attività illecite a fini di lucro nelle reti di comunicazione elettronica)

  Sopprimerlo.
4.100. Le Commissioni.

A.C. 217-A – Articolo 5

ARTICOLO 5 DEL TESTO UNIFICATO DELLE COMMISSIONI

Art. 5.
(Campagne di comunicazione e sensibilizzazione)

  1. Il Ministero della cultura, d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per l'informazione e l'editoria nonché con l'Autorità, in collaborazione con le organizzazioni di categoria più rappresentative a livello nazionale e con i gestori di sistemi di messaggistica istantanea, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, organizza specifiche campagne di informazione, comunicazione e sensibilizzazione del pubblico, in particolare attraverso i canali del servizio pubblico radiotelevisivo, sul valore della proprietà intellettuale e per contrastare l'abusivismo, la diffusione illecita e la contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d'autore.
  2. Nell'ambito delle iniziative di cui al presente articolo sono organizzate anche campagne di sensibilizzazione promuovendo iniziative nelle istituzioni scolastiche secondarie, nel rispetto dell'autonomia scolastica, in coerenza con l'educazione alla cittadinanza digitale di cui all'articolo 5 della legge 20 agosto 2019, n. 92.

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 5.

  All'articolo 5, apportare le seguenti modificazioni:

   al comma 2, sostituire le parole: sono organizzate anche campagne di sensibilizzazione promuovendo iniziative con le seguenti: possono essere organizzate, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, campagne di sensibilizzazione;

   dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

  2-bis. All'attuazione delle iniziative di cui al presente articolo si provvede nell'ambito delle risorse destinate a legislazione vigente ai programmi di comunicazione, di cui all'articolo 11 della legge 7 giugno 2000, n. 150, di pertinenza del Ministero della cultura.
5.300. (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

(Approvato)

A.C. 217-A – Articolo 6

ARTICOLO 6 DEL TESTO UNIFICATO DELLE COMMISSIONI

Art. 6.
(Sanzioni amministrative)

  1. In caso di inottemperanza agli obblighi prescritti con i provvedimenti di cui all'articolo 2, l'Autorità applica la sanzione di cui all'articolo 1, comma 31, terzo periodo, della legge 31 luglio 1997, n. 249.

A.C. 217-A – Articolo 7

ARTICOLO 7 DEL TESTO UNIFICATO DELLE COMMISSIONI

Art. 7.
(Regolamento)

  1. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, l'Autorità provvede, nel rispetto delle disposizioni della legge 7 agosto 1990, n. 241, a modificare il regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica, di cui alla deliberazione della medesima Autorità n. 680/13/CONS del 12 dicembre 2013, al fine di adeguarlo alle disposizioni di cui alla presente legge.
  2. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, l'Autorità, in collaborazione con l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, convoca un tavolo tecnico con la partecipazione dei prestatori di servizi, dei fornitori di accesso alla rete internet, dei detentori di diritti, dei fornitori di contenuti, dei fornitori di servizi di media audiovisivi e delle associazioni maggiormente rappresentative preposte alla tutela del diritto d'autore e dei diritti connessi, al fine di definire i requisiti tecnici e operativi degli strumenti necessari a consentire la disabilitazione dei nomi di dominio o degli indirizzi IP, secondo quanto previsto dall'articolo 2 della presente legge, attraverso la definizione di una piattaforma tecnologica unica con funzionamento automatizzato per tutti i destinatari dei provvedimenti di disabilitazione. La piattaforma è realizzata entro il termine massimo di sei mesi dalla convocazione del tavolo tecnico. Nelle more della piena operatività della piattaforma resta fermo quanto previsto dalla citata deliberazione dell'Autorità n. 680/13/CONS del 12 dicembre 2013.
  3. I costi di realizzazione e di gestione della piattaforma tecnologica di cui al comma 2 sono a carico di tutti gli operatori appartenenti alle categorie rappresentate nel tavolo tecnico, secondo i calcoli e la ripartizione stabiliti dall'Autorità, ad eccezione degli operatori di telecomunicazione, dei fornitori di accesso alla rete internet che non siano anche fornitori di contenuti e delle imprese il cui fatturato derivante da contenuti audiovisivi sia inferiore al 2 per cento del loro fatturato annuo complessivo.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 7.

  Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

  2-bis. Al funzionamento del tavolo tecnico di cui al comma 2 si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Per la partecipazione ai lavori del tavolo tecnico non spettano compensi, indennità, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.
7.300. (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

(Approvato)

  Sopprimere il comma 3.

  Conseguentemente, all'articolo 8, sostituire il comma 1 con i seguenti:

  1. In ragione delle nuove competenze attribuite all'Autorità ai sensi della presente legge, la relativa pianta organica è incrementata di 10 unità, di cui 1 unità di livello dirigenziale, 8 unità di ruolo di funzionari della carriera direttiva e 1 unità di impiegati della carriera operativa con delibera della medesima Autorità adottata secondo la procedura di cui all'articolo 1, comma 543, secondo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
  1-bis. Agli oneri derivanti dal comma 1 nel limite massimo di 1.012.545 euro per l'anno 2023, 1.075.196 euro per l'anno 2024, 1.128.703 euro per l'anno 2025, 1.184.357 euro per l'anno 2026, 1.240.380 euro per l'anno 2027, 1.298.538 euro per l'anno 2028, 1.376.938 euro per l'anno 2029, 1.443.339 euro per l'anno 2030, 1.516.710 euro per l'anno 2031 e 1.651.207 euro annui a decorrere dall'anno 2032, agli ulteriori oneri derivanti dallo svolgimento delle funzioni attribuite all'Autorità dalla presente legge, nel limite di 780.527 euro per l'anno 2023, 795.038 euro per l'anno 2024, 829.139 euro per l'anno 2025, 864.608 euro per l'anno 2026, 900.382 euro per l'anno 2027, 937.521 euro per l'anno 2028, 986.898 euro per l'anno 2029, 1.029.169 euro per l'anno 2030, 1.075.717 per l'anno 2031, 1.159.043 euro annui a decorrere dall'anno 2032 e agli oneri per la realizzazione, il funzionamento e la manutenzione della piattaforma tecnologica di cui all'articolo 7, comma 2, nel limite di 250.000 euro per l'anno 2023 e di 100.000 euro annui a decorrere dall'anno 2024, si provvede mediante il contributo di cui all'articolo 1, comma 66, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, posto a carico dei seguenti soggetti:

   a) titolari dei diritti delle opere cinematografiche;

   b) titolari dei diritti delle opere audiovisive e musicali;

   c) titolari dei diritti su format televisivi;

   d) titolari dei diritti delle opere riguardanti eventi sportivi;

   e) fornitori di servizi di media;

   f) organismi di gestione collettiva ed entità di gestione indipendente di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 15 marzo 2017, n. 35.

  1-ter. L'Autorità, con propria deliberazione, adottata ai sensi dell'articolo 1, comma 65, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, stabilisce i termini e le modalità di versamento del contributo di cui al comma 1-bis e fissa l'entità minima e massima della contribuzione entro i limiti di cui al comma 1-quater, assicurando l'integrale copertura degli oneri di cui al comma 1-bis. Per l'anno 2023 la deliberazione di cui al primo periodo e adottata entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e il relativo versamento deve essere previsto entro i successivi trenta giorni.
  1-quater. Per i soggetti di cui alle lettere a), b), c) e d) del comma 1-bis l'entità massima di contribuzione è stabilita nel limite massimo del 3 per mille dei ricavi derivanti dalla commercializzazione dei relativi diritti. Per i soggetti di cui alla lettera d) l'entità della contribuzione è definita tenendo conto di quanto eventualmente già versato ai sensi del decreto legislativo 9 gennaio 2008, n. 9. Per i soggetti di cui alla lettera e) del comma 1-bis l'entità massima di contribuzione prevista dall'articolo 1, comma 66, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 è elevata al 3 per mille solo per la quota di ricavi derivante da offerte televisive a pagamento. Per i soggetti di cui alla lettera f) del comma 1-bis l'entità massima di contribuzione è stabilita nel limite massimo del 3 per mille dei ricavi. Ai fini dell'applicazione del presente comma per ricavi si intendono quelli realizzati nel territorio nazionale, anche se contabilizzati nei bilanci di società aventi sede all'estero, relativi al valore della produzione, risultante dall'ultimo bilancio di esercizio approvato, ovvero, per i soggetti non obbligati alla redazione di tale bilancio, dalle omologhe voci di altre scritture contabili che attestino il valore complessivo della produzione.
7.100. Le Commissioni.

(Approvato)

A.C. 217-A – Articolo 8

ARTICOLO 8 DEL TESTO UNIFICATO DELLE COMMISSIONI

Art. 8.
(Disposizioni finanziarie)

  1. Al fine di assicurare la copertura dei costi amministrativi e finanziari aggiuntivi sostenuti per l'esercizio delle funzioni di vigilanza, di composizione delle controversie e sanzionatorie attribuite dalla presente legge all'Autorità, la misura delle contribuzioni di cui all'articolo 1, comma 66, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è incrementata per un ammontare complessivo annuo pari a 1 milione di euro, nel limite massimo dell'1 per mille. L'Autorità, sentiti gli operatori e le imprese, con propria deliberazione, adottata ai sensi dell'articolo 1, comma 65, della citata legge n. 266 del 2005, stabilisce l'ambito di applicazione, la misura, i termini e le modalità di versamento del contributo.
  2. Salvo quanto previsto dal comma 1, le amministrazioni pubbliche competenti provvedono all'adempimento dei compiti derivanti dall'attuazione della presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

A.C. 217-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 7 comma 1 del provvedimento in esame prevede che l'Autorità provveda, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e nel rispetto delle disposizioni della legge 7 agosto 1990, n. 241, a modificare il regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica, di cui alla deliberazione della medesima Autorità n. 680/13/CONS del 12 dicembre 2013, al fine di adeguarlo alle disposizioni di cui al provvedimento in esame;

    l'articolo 7 comma 2 prevede che entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame l'Autorità, in collaborazione con l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, convochi un tavolo tecnico con la partecipazione dei prestatori di servizi, dei fornitori di accesso alla rete internet, dei detentori di diritti, dei fornitori di contenuti dei fornitori di servizi di media audiovisivi e delle associazioni maggiormente rappresentative preposte alla tutela dei diritto d'autore e dei diritti connessi, al fine di definire i requisiti tecnici e operativi degli strumenti necessari a consentire la disabilitazione dei nomi di dominio o degli indirizzi IP, secondo quanto previsto dall'articolo 2 del provvedimento, attraverso la definizione di una piattaforma tecnologica unica con funzionamento automatizzato per tutti i destinatari dei provvedimenti di disabilitazione;

    la piattaforma di cui all'articolo 7 comma 2 del provvedimento in esame è realizzata entro il termine massimo di sei mesi dalla convocazione del tavolo tecnico;

    la Commissione europea adotterà una raccomandazione come esito dell'iniziativa «lotta alla pirateria online di contenuti dal vivo», il cui periodo di consultazione pubblica è terminato il 13 febbraio 2023. La raccomandazione offrirà un pacchetto di strumenti per contrastare lo streaming illegale di eventi in diretta, in particolare degli eventi sportivi la cui pubblicazione è prevista nei secondo trimestre del 2023;

    di conseguenza la suddetta raccomandazione verrà pubblicata nel corso o al termine dei lavori di modifica del regolamento in materia del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica di cui all'articolo 7, comma 1 del provvedimento in esame e di definizione della piattaforma unica di cui all'articolo 7 comma 2 del provvedimento in esame,

impegna il Governo

a tenere conto, nell'ambito della modifica, prevista dall'articolo 7 comma 1 del provvedimento in esame, del regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica di cui alla deliberazione della medesima Autorità n. 680/13/CONS del 12 dicembre 2013, e della definizione di una piattaforma tecnologica unica di cui all'articolo 7 comma 2 del provvedimento in esame, delle «Raccomandazioni europee sulla pirateria dei contenuti trasmessi in diretta» in via di adozione da parte della Commissione europea, prevedendo la possibilità di adattamento del regolamento e della piattaforma di cui sopra a quanto raccomandato dalla Commissione al fine di allineare gli strumenti nazionali agli standard europei.
9/217-A/1. Pastorella .


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 7 comma 1 del provvedimento in esame prevede che l'Autorità provveda, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e nel rispetto delle disposizioni della legge 7 agosto 1990, n. 241, a modificare il regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica, di cui alla deliberazione della medesima Autorità n. 680/13/CONS del 12 dicembre 2013, al fine di adeguarlo alle disposizioni di cui al provvedimento in esame;

    l'articolo 7 comma 2 prevede che entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame l'Autorità, in collaborazione con l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, convochi un tavolo tecnico con la partecipazione dei prestatori di servizi, dei fornitori di accesso alla rete internet, dei detentori di diritti, dei fornitori di contenuti dei fornitori di servizi di media audiovisivi e delle associazioni maggiormente rappresentative preposte alla tutela dei diritto d'autore e dei diritti connessi, al fine di definire i requisiti tecnici e operativi degli strumenti necessari a consentire la disabilitazione dei nomi di dominio o degli indirizzi IP, secondo quanto previsto dall'articolo 2 del provvedimento, attraverso la definizione di una piattaforma tecnologica unica con funzionamento automatizzato per tutti i destinatari dei provvedimenti di disabilitazione;

    la piattaforma di cui all'articolo 7 comma 2 del provvedimento in esame è realizzata entro il termine massimo di sei mesi dalla convocazione del tavolo tecnico;

    la Commissione europea adotterà una raccomandazione come esito dell'iniziativa «lotta alla pirateria online di contenuti dal vivo», il cui periodo di consultazione pubblica è terminato il 13 febbraio 2023. La raccomandazione offrirà un pacchetto di strumenti per contrastare lo streaming illegale di eventi in diretta, in particolare degli eventi sportivi la cui pubblicazione è prevista nei secondo trimestre del 2023;

    di conseguenza la suddetta raccomandazione verrà pubblicata nel corso o al termine dei lavori di modifica del regolamento in materia del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica di cui all'articolo 7, comma 1 del provvedimento in esame e di definizione della piattaforma unica di cui all'articolo 7 comma 2 del provvedimento in esame,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di tenere conto, nell'ambito della modifica, prevista dall'articolo 7 comma 1 del provvedimento in esame, del regolamento in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica di cui alla deliberazione della medesima Autorità n. 680/13/CONS del 12 dicembre 2013, e della definizione di una piattaforma tecnologica unica di cui all'articolo 7 comma 2 del provvedimento in esame, delle «Raccomandazioni europee sulla pirateria dei contenuti trasmessi in diretta» in via di adozione da parte della Commissione europea, prevedendo la possibilità di adattamento del regolamento e della piattaforma di cui sopra a quanto raccomandato dalla Commissione al fine di allineare gli strumenti nazionali agli standard europei.
9/217-A/1. (Testo modificato nel corso della seduta)Pastorella .


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2, comma 3 del provvedimento in esame prevede che, nei casi di gravità ed urgenza, che riguardino la messa a disposizione di contenuti trasmessi in diretta, prime visioni di opere cinematografiche o programmi di intrattenimento, contenuti audiovisivi, anche sportivi o altre opere dell'ingegno assimilabili, eventi sportivi nonché eventi di interesse sociale o di grande interesse pubblico ai sensi dell'articolo 33, comma 3, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, con provvedimento cautelare abbreviato, adottato senza contraddittorio, l'Autorità abbia la facoltà di ordinare ai prestatori di servizi, compresi i prestatori di servizi di accesso alla rete, di disabilitare l'accesso ai contenuti trasmessi abusivamente mediante blocco dei nomi di dominio e degli indirizzi IP ai sensi dei commi 1 e 2 del medesimo articolo;

    l'immediatezza dell'intervento ai sensi dell'articolo 2 comma 3 del provvedimento in esame, dettata dalle caratteristiche di gravità e urgenza dei casi presi in considerazione pone il rischio di disabilitazioni erronee di nomi di dominio e degli indirizzi IP ai sensi dei commi 1 e 2 del medesimo articolo;

    esistono dei sistemi critici a livello istituzionale e per le reti internet che garantiscono il buon funzionamento e la resilienza dell'intero sistema Paese;

    appare necessario porre in essere delle garanzie che salvaguardino i suddetti sistemi critici da disabilitazioni erronee di nomi di dominio e degli indirizzi IP ai sensi dei commi 1 e 2 dell'articolo 2, derivanti dalle misure di cui all'articolo 2 comma 3 del provvedimento in esame,

impegna il Governo

a stilare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, in accordo con l'Autorità, coinvolgendo l'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e ogni altro soggetto istituzionale che si ritenga necessario, una lista denominata «Whitelist» da aggiornare con cadenza annuale contenente indirizzi IP e indirizzi di rootname server che non potranno essere destinatari delle misure di cui all'articolo 2 comma 3 del provvedimento in esame al fine di prevenire la disabilitazione erronea di sistemi critici a livello istituzionale o per la rete internet, che potrebbero danneggiare la resilienza e la tenuta stessa del sistema Paese.
9/217-A/2. Faraone , Pastorella .


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2, comma 3 del provvedimento in esame prevede che, nei casi di gravità ed urgenza, che riguardino la messa a disposizione di contenuti trasmessi in diretta, prime visioni di opere cinematografiche o programmi di intrattenimento, contenuti audiovisivi, anche sportivi o altre opere dell'ingegno assimilabili, eventi sportivi nonché eventi di interesse sociale o di grande interesse pubblico ai sensi dell'articolo 33, comma 3, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, con provvedimento cautelare abbreviato, adottato senza contraddittorio, l'Autorità abbia la facoltà di ordinare ai prestatori di servizi, compresi i prestatori di servizi di accesso alla rete, di disabilitare l'accesso ai contenuti trasmessi abusivamente mediante blocco dei nomi di dominio e degli indirizzi IP ai sensi dei commi 1 e 2 del medesimo articolo;

    l'immediatezza dell'intervento ai sensi dell'articolo 2 comma 3 del provvedimento in esame, dettata dalle caratteristiche di gravità e urgenza dei casi presi in considerazione pone il rischio di disabilitazioni erronee di nomi di dominio e degli indirizzi IP ai sensi dei commi 1 e 2 del medesimo articolo;

    esistono dei sistemi critici a livello istituzionale e per le reti internet che garantiscono il buon funzionamento e la resilienza dell'intero sistema Paese;

    appare necessario porre in essere delle garanzie che salvaguardino i suddetti sistemi critici da disabilitazioni erronee di nomi di dominio e degli indirizzi IP ai sensi dei commi 1 e 2 dell'articolo 2, derivanti dalle misure di cui all'articolo 2 comma 3 del provvedimento in esame,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di stilare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, in accordo con l'Autorità, coinvolgendo l'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e ogni altro soggetto istituzionale che si ritenga necessario, una lista denominata «Whitelist» da aggiornare con cadenza annuale contenente indirizzi IP e indirizzi di rootname server che non potranno essere destinatari delle misure di cui all'articolo 2 comma 3 del provvedimento in esame al fine di prevenire la disabilitazione erronea di sistemi critici a livello istituzionale o per la rete internet, che potrebbero danneggiare la resilienza e la tenuta stessa del sistema Paese.
9/217-A/2. (Testo modificato nel corso della seduta)Faraone , Pastorella .


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 5 della proposta in esame è dedicato alle campagne di comunicazione e sensibilizzazione;

    a tal fine, si novella l'articolo 27, comma 1, lettera h), della legge n. 220 del 2016 («Disciplina del cinema e dell'audiovisivo»), il quale attualmente prevede che il Ministero della cultura, a valere sul Fondo per il cinema e l'audiovisivo, conceda contributi per il finanziamento di iniziative e manifestazioni finalizzate allo sviluppo del cinema e dell'audiovisivo sul piano artistico, culturale, tecnico ed economico;

    nell'ambito delle predette iniziative, al comma 2, vengono promosse campagne di sensibilizzazione del pubblico e iniziative volle ad inserire nei programmi scolastici e nelle attività di educazione alla cittadinanza digitale (prevista dall'articolo 5 della legge n. 92 del 2019), il valore della proprietà intellettuale e per contrastare la diffusione illecita e la contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d'autore,

impegna il Governo

nell'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 5, comma 2, nell'adozione di iniziative di educazione e prevenzione – presso le istituzioni scolastiche secondarie – rivolte alle generazioni più giovani, a prevedere il coinvolgimento del Ministro dell'istruzione e del merito e la partecipazione dei rappresentanti del settore, quali artisti, scrittori, professionisti della creatività, al fine di far comprendere, al meglio, i reali danni derivanti dalla pirateria, anche con la promozione di iniziative sui diversi canali di comunicazione attraverso campagne informative con un taglio mediatico più adatto alle generazioni più giovani, mettendo in luce che tali violazioni sono un furto, la sottrazione della retribuzione del lavoro piuttosto che atti libertari.
9/217-A/3. Manzi , Grippo , Orfini , Berruto , Zingaretti .


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 5 della proposta in esame è dedicato alle campagne di comunicazione e sensibilizzazione;

    a tal fine, si novella l'articolo 27, comma 1, lettera h), della legge n. 220 del 2016 («Disciplina del cinema e dell'audiovisivo»), il quale attualmente prevede che il Ministero della cultura, a valere sul Fondo per il cinema e l'audiovisivo, conceda contributi per il finanziamento di iniziative e manifestazioni finalizzate allo sviluppo del cinema e dell'audiovisivo sul piano artistico, culturale, tecnico ed economico;

    nell'ambito delle predette iniziative, al comma 2, vengono promosse campagne di sensibilizzazione del pubblico e iniziative volle ad inserire nei programmi scolastici e nelle attività di educazione alla cittadinanza digitale (prevista dall'articolo 5 della legge n. 92 del 2019), il valore della proprietà intellettuale e per contrastare la diffusione illecita e la contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d'autore,

impegna il Governo

nell'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 5, comma 2, nell'adozione di iniziative di educazione e prevenzione – presso le istituzioni scolastiche secondarie – rivolte alle generazioni più giovani, a valutare l'opportunità di prevedere il coinvolgimento del Ministro dell'istruzione e del merito e la partecipazione dei rappresentanti del settore, quali artisti, scrittori, professionisti della creatività, al fine di far comprendere, al meglio, i reali danni derivanti dalla pirateria, anche con la promozione di iniziative sui diversi canali di comunicazione attraverso campagne informative con un taglio mediatico più adatto alle generazioni più giovani, mettendo in luce che tali violazioni sono un furto, la sottrazione della retribuzione del lavoro piuttosto che atti libertari.
9/217-A/3. (Testo modificato nel corso della seduta)Manzi , Grippo , Orfini , Berruto , Zingaretti .


   La Camera,

   premesso che:

    la proposta di legge in esame, frutto di un testo unico che ha in parte accolto le proposte provenienti dai diversi gruppi nelle commissioni riunite Cultura e Trasporti, reca «disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica»;

    l'articolo 1 della proposta reca i princìpi cui la Repubblica deve attenersi al fine di riconoscere, tutelare e promuovere la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, nonché a rendere maggiormente efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita e della contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d'autore;

    tuttavia le disposizioni immediatamente precettive introdotte dalla proposta di legge in esame si limitano ad intervenire sull'illecita diffusione di contenuti sportivi e cinematografici:

    la necessità di assicurare agli autori, agli artisti e ai creatori adeguate forme di sostegno, anche economico, per agevolare la produzione, la traduzione e l'internazionalizzazione delle opere dell'ingegno rimane un mero principio enunciato all'articolo 1 lettera c) del testo in esame;

    appare evidente la necessità di apprestare una più efficace tutela della proprietà intellettuale per tutti i tipi di contenuti culturali nonché forme di effettivo sostegno e tutela degli autori,

impegna il Governo:

   1) a prevedere un riordino della normativa esistente al fine di tutelare e promuovere la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, come strumento di stimolo dell'innovazione, della creatività, degli investimenti e della produzione di contenuti culturali ed editoriali, anche di carattere digitale, secondo quanto previsto dall'articolo 1 della proposta in esame;

   2) ad introdurre misure volte ad incentivare la partecipazione ai proventi dell'utilizzo commerciale dell'opera e delle royalties da parte degli autori e a verificare che agli stessi spetti una retribuzione adeguata e proporzionata al valore dei diritti concessi, anche in accordo con la direttiva (UE) 2019/790, prevedendo altresì adeguate forme di tutela, assistenza e previdenza sociale per gli autori e per i lavoratori di tutti i settori le cui opere sono tutelate dalla legge n. 633 del 1941 (legge sul diritto d'autore).
9/217-A/4. Grippo , Pastorella , Manzi .


   La Camera,

   premesso che:

    la proposta di legge in esame, frutto di un testo unico che ha in parte accolto le proposte provenienti dai diversi gruppi nelle commissioni riunite Cultura e Trasporti, reca «disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica»;

    l'articolo 1 della proposta reca i princìpi cui la Repubblica deve attenersi al fine di riconoscere, tutelare e promuovere la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, nonché a rendere maggiormente efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita e della contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d'autore;

    tuttavia le disposizioni immediatamente precettive introdotte dalla proposta di legge in esame si limitano ad intervenire sull'illecita diffusione di contenuti sportivi e cinematografici:

    la necessità di assicurare agli autori, agli artisti e ai creatori adeguate forme di sostegno, anche economico, per agevolare la produzione, la traduzione e l'internazionalizzazione delle opere dell'ingegno rimane un mero principio enunciato all'articolo 1 lettera c) del testo in esame;

    appare evidente la necessità di apprestare una più efficace tutela della proprietà intellettuale per tutti i tipi di contenuti culturali nonché forme di effettivo sostegno e tutela degli autori,

impegna il Governo:

   1) a valutare l'opportunità di prevedere un riordino della normativa esistente al fine di tutelare e promuovere la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, come strumento di stimolo dell'innovazione, della creatività, degli investimenti e della produzione di contenuti culturali ed editoriali, anche di carattere digitale, secondo quanto previsto dall'articolo 1 della proposta in esame;

   2) a valutare l'opportunità di introdurre misure volte ad incentivare la partecipazione ai proventi dell'utilizzo commerciale dell'opera e delle royalties da parte degli autori e a verificare che agli stessi spetti una retribuzione adeguata e proporzionata al valore dei diritti concessi, anche in accordo con la direttiva (UE) 2019/790, prevedendo altresì adeguate forme di tutela, assistenza e previdenza sociale per gli autori e per i lavoratori di tutti i settori le cui opere sono tutelate dalla legge n. 633 del 1941 (legge sul diritto d'autore).
9/217-A/4. (Testo modificato nel corso della seduta)Grippo , Pastorella , Manzi .


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni per il contrasto dell'illecita trasmissione o diffusione in diretta e della fruizione illegale di contenuti tutelati dal diritto d'autore e dai diritti connessi;

    dall'estate 2022 si è affermata una nuova tecnologia denominata Ai text-to-image (TTI);

    tale tecnologia consente di offrire sul mercato un servizio sostitutivo del lavoro di artisti visuali tramite la produzione di immagini comparabili alle opere realizzate da un essere umano in termini di qualità;

    il prodotto artistico viene ottenuto tramite l'inserimento di un breve testo dal quale vengono elaborate immagini e disegni. La qualità del prodotto finale dipende dal numero di dati e opere, precedentemente raccolte, a cui può attingere il sistema di intelligenza artificiale per effettuare la sua elaborazione;

    dati, opere e immagini inseriti nei database da cui attinge l'intelligenza artificiale sono stati raccolti dal web senza il consenso dei proprietari e dei soggetti rappresentati;

    l'espansione di questo settore, se non adeguatamente regolato, mette a forte rischio oltre che la proprietà intellettuale di opere di natura artistica, anche la privacy di milioni di persone;

    il Parlamento europeo sta esaminando la proposta di Regolamento (COM (2021) 2026) che interviene proprio in materia di Intelligenza Artificiale, ma il testo è assolutamente lacunoso per quanto attiene l'applicazione dell'Intelligenza Artificiale su opere creative e la tutela delle professioni creative;

    allo stesso tempo sulla stessa materia non è prevista alcuna normativa nazionale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di individuare gli strumenti più idonei al fine di garantire le opportune forme di tutela di dati relativi a persone e opere da sistemi di Intelligenza Artificiale, nonché ad attivarsi in sede europea al fine di consentire che il rapporto tra dati personali, immagini e opere artistiche e i sistemi di intelligenza artificiale siano adeguatamente e correttamente normati.
9/217-A/5. Deborah Bergamini .


   La Camera,

   premesso che:

    la proposta di legge interviene con misure volte al contrasto della fruizione illegale di contenuti e di prodotti intellettuali, artistici e audiovisivi tutelati dal diritto d'autore e dai diritti connessi, con particolare riferimento a quelli trasmessi e diffusi in diretta;

    in questo ambito ricade anche il settore dei diritti televisivi del calcio professionistico e più in generale la tutela di tutti quei contenuti ed eventi sportivi, che peraltro sono spesso oggetto di una loro diffusione illegale online;

    il modello organizzativo del calcio professionistico in Italia, è poco attento ai risvolti sociali dello sport, laddove lo sport dovrebbe essere sempre di più un volano di socialità e di partecipazione, un mezzo per costruire comunità e per migliorare le relazioni tra le persone nei nostri paesi e nelle nostre città;

    intorno alle società di calcio possono nascere progetti di inclusione e di riscatto sociale che farebbero onore e sarebbero una straordinaria occasione d'immagine per le stesse società professionistiche che si impegnano in campagne di comunicazione per l'inclusione e contro la discriminazione e il razzismo;

    per tali ragioni sarebbe importante prevedere un ruolo attivo anche dei club professionistici nel contribuire anche finanziariamente a favorire e sostenere iniziative per la realizzazione di infrastrutture sportive e sostegno all'accesso allo sport di tanti più o meno giovani,

impegna il Governo

ad adottare tutte le iniziative legislative utili, volte a prevedere che una quota parte degli introiti collegati alla vendita dei diritti televisivi del calcio, venga destinato a favore di enti e associazioni che operano nel settore dello sport anche dilettantistico nonché al finanziamento di progetti volti a sostenere e diffondere la pratica sportiva nella popolazione con particolare riguardo alle fasce più fragili.
9/217-A/6. Ghirra , Piccolotti , Bonelli , Borrelli , Dori , Evi , Fratoianni , Grimaldi , Mari , Zanella , Zaratti .


   La Camera,

   premesso che:

    la proposta di legge interviene con misure volte al contrasto della fruizione illegale di contenuti e di prodotti intellettuali, artistici e audiovisivi tutelati dal diritto d'autore e dai diritti connessi, con particolare riferimento a quelli trasmessi e diffusi in diretta;

    in questo ambito ricade anche il settore dei diritti televisivi del calcio professionistico e più in generale la tutela di tutti quei contenuti ed eventi sportivi, che peraltro sono spesso oggetto di una loro diffusione illegale online;

    il modello organizzativo del calcio professionistico in Italia, è poco attento ai risvolti sociali dello sport, laddove lo sport dovrebbe essere sempre di più un volano di socialità e di partecipazione, un mezzo per costruire comunità e per migliorare le relazioni tra le persone nei nostri paesi e nelle nostre città;

    intorno alle società di calcio possono nascere progetti di inclusione e di riscatto sociale che farebbero onore e sarebbero una straordinaria occasione d'immagine per le stesse società professionistiche che si impegnano in campagne di comunicazione per l'inclusione e contro la discriminazione e il razzismo;

    per tali ragioni sarebbe importante prevedere un ruolo attivo anche dei club professionistici nel contribuire anche finanziariamente a favorire e sostenere iniziative per la realizzazione di infrastrutture sportive e sostegno all'accesso allo sport di tanti più o meno giovani,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare tutte le iniziative legislative utili, volte a prevedere che una quota parte degli introiti collegati alla vendita dei diritti televisivi del calcio, venga destinato a favore di enti e associazioni che operano nel settore dello sport anche dilettantistico nonché al finanziamento di progetti volti a sostenere e diffondere la pratica sportiva nella popolazione con particolare riguardo alle fasce più fragili.
9/217-A/6. (Testo modificato nel corso della seduta)Ghirra , Piccolotti , Bonelli , Borrelli , Dori , Evi , Fratoianni , Grimaldi , Mari , Zanella , Zaratti .


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame è volto a contrastare l'illecita trasmissione o diffusione in diretta e la fruizione illegale di contenuti tutelati dal diritto d'autore e dai diritti connessi;

    la proposta di legge in esame modifica la normativa volta a contrastare la pirateria audiovisiva, al fine di renderla più stringente ed efficace. In particolare, si attribuisce all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) il potere di ordinare ai prestatori di servizi di disabilitare l'accesso a contenuti diffusi in maniera illecita, anche adottando a tal fine provvedimenti cautelari in via d'urgenza. L'Agcom può ordinare ai prestatori di servizi, ivi inclusi i prestatori di accesso alla rete, di disabilitare l'accesso a contenuti diffusi illecitamente, mediante il blocco della risoluzione Dns dei nomi di dominio e il blocco dell'instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP. In sede di adozione di tale provvedimento, l'Agcom ordina altresì il blocco futuro di ogni nome di dominio, sotto dominio o indirizzo IP che, attraverso modifiche del nome, della declinazione o dell'estensione, tenti di aggirare il divieto, consentendo ugualmente l'accesso ai medesimi contenuti, o comunque a contenuti della stessa natura;

    la legge 22 aprile 1941, n. 633 è intitolata alla «Protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio». La norma è stata integrata e/o modificata più volte nel tempo. La legge italiana sul Diritto d'Autore si pone dunque come un insieme di norme in continua evoluzione, dovendo tener conto delle innovazioni tecnologiche e culturali nel tempo succedutesi;

    il provvedimento in esame novella l'articolo 171-ter, comma 1, della legge n. 633 del 1941, disponendo che chiunque, a fini di lucro, esegua abusivamente la fissazione, in tutto o in parte, di un'opera cinematografica o audiovisiva con le modalità previste dall'articolo 85-bis, comma 1, del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (regio decreto n. 773 del 1931), ovvero effettua la riproduzione, l'esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da 2.582 euro a 15.493 euro;

    le nuove tecnologie offrono ai creatori di qualsiasi genere di opera, musica, film, libri, fotografie, software, multimedia, la possibilità di distribuire la loro creazione in modo diretto e immediato attraverso modelli di business prima inesistenti e, soprattutto, garantiscono o, almeno, potrebbero garantire a ciascun creatore il diritto di percepire un compenso direttamente proporzionato all'effettivo utilizzo, da parte della collettività, del proprio sforzo creativo;

    in ambito Siae sono da sempre i soci a stabilire le proprie regole, in un difficile equilibrio in cui lo Stato vigila sulla rispondenza delle norme prescelte ai principi di legge, ma si astiene dall'intervenire quando si tratta della lecita espressione di una volontà collettiva. Nel corso dei decenni un simile equilibrio ha talora richiesto l'intervento dei poteri dello Stato per dirimere questioni di governance e di regole comuni, ma ciò deve essere ascritto alla necessaria e non sempre facile evoluzione di un Ente chiamato ad operare nell'ambito di scenari assai mutevoli ed a rappresentare interessi anche contrapposti dei propri stessi associati;

    dopo l'entrata in vigore della legge n. 124 del 2017 «Legge annuale per il mercato e la concorrenza» (modificata dal decreto-legge n. 34 del 2019, articolo 35), di superamento dell'esclusiva della Siae, si pongono problemi di gestione: il complesso delle norme intervenute nei decenni è tuttora calibrato sulla gestione esclusiva da parte di un solo Ente e non si adatta alla novità della liberalizzazione del settore;

    per risolvere i problemi creati dalla liberalizzazione di quello che non era mercato, ma intermediazione, bisogna che la Siae, ente pubblico economico, assuma un ruolo centrale di licenza, incasso e vigilanza del diritto d'autore in Italia per tutti gli autori ed editori, consegnando quindi i proventi alle collecting per le rispettive ripartizioni e provvedendo comunque alla tutela dei repertori minori, della gestione dei compensi a favore di soggetti non iscritti ed alla promozione della cultura. Bisogna contribuire alla creazione di un nuovo ecosistema nel quale vi siano i presupposti per ricostruire quel «patto sociale» tra autori e fruitori di contenuti creativi che, salvo rare eccezioni, sembra ormai mancare;

    la concorrenza nel settore rischia di innescare offerte al ribasso, a discapito degli autori e del proprio lavoro,

impegna il Governo:

   a tutelare gli autori nei confronti delle multinazionali nel caso di cessione di diritti prevedendo, nei prossimi provvedimenti utili, l'introduzione di regole e normative che consentano che le associazioni maggiormente rappresentative degli utilizzatori e degli intermediari d'autore possano negoziare le giuste tariffe e le giuste condizioni d'uso del prodotto creativo;

   a prevedere, in successivi provvedimenti, regole più eque e più chiare riguardo alla cessione dei diritti tra autori e editori per assicurare all'autore una remunerazione equa e dignitosa per il proprio lavoro creativo.
9/217-A/7. Piccolotti , Ghirra , Bonelli , Borrelli , Dori , Evi , Fratoianni , Grimaldi , Mari , Zanella , Zaratti .


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame è volto a contrastare l'illecita trasmissione o diffusione in diretta e la fruizione illegale di contenuti tutelati dal diritto d'autore e dai diritti connessi;

    in particolare, ai sensi dell'articolo 1 del testo unificato che interviene in materia di principi, la Repubblica è chiamata a riconoscere la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, a tutelare il diritto d'autore, a sostenere le imprese, gli autori, gli artisti e i creatori, a responsabilizzare gli intermediari di rete per rendere più efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita e della contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d'autore, nonché a promuovere campagne di comunicazione e sensibilizzazione del pubblico;

    da alcune settimane i doppiatori italiani sono in sciopero. La loro protesta si basa sostanzialmente su due punti cardine: in primis la richiesta di rinnovo del Contratto collettivo nazionale, che è stato aggiornato l'ultima volta 15 anni fa e che non può, per forza di cose, abbracciare tutte le novità che riguardano il settore. In secondo luogo, sul problema delle Intelligenze Artificiali che, con le «cessioni dei diritti» a lavorazione terminata, potrebbe far sì che la voce dei doppiatori venga replicata o manipolata;

    con l'avvento delle tecnologie legate all'intelligenza artificiale il lavoro dei doppiatori e dei dialoghisti – adattatori rischia di diventare obsoleto, perché le voci degli attori potrebbero essere «clonate» e tradotte con algoritmi di intelligenza artificiale, in modo da poter essere utilizzate in tutte le lingue;

    l'intelligenza artificiale sul linguaggio offre nuove opportunità e potrebbe servire, ad esempio, per scopi medici, per dare voce alle persone che non possono parlare. Occorre arginare, invece, la possibilità di clonare le voci degli attori, elemento che potrebbe comportare problematiche di carattere occupazionale al settore: sarebbe la fine non solo del doppiatore, ma di tutti i mestieri legati a questa funzione, i dialoghisti in particolare, spesso costretti a firmare a fine turno delle liberatorie in cui concedono i diritti all'uso della propria voce ad aziende che lavorano con l'intelligenza artificiale e quindi, che potrebbero riprodurne i dialoghi senza il loro impegno,

impegna il Governo

a introdurre, nel prossimo provvedimento utile, una norma per evitare la cessione dei diritti da parte dei doppiatori, in modo da impedire che la loro voce possa essere manipolata e replicata.
9/217-A/8. Grimaldi , Ghirra , Piccolotti , Bonelli , Borrelli , Dori , Evi , Fratoianni , Mari , Zanella , Zaratti , Amato , Manzi .


   La Camera,

   premesso che:

    il testo unificato indica disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica, emerge la necessità di tutelare gli operatori privati riconoscendo un rimborso, sotto forma di credito d'imposta al fine di salvaguardare gli investimenti presenti e futuri di tutti gli attori coinvolti,

impegna il Governo

a prevedere per gli operatori di telecomunicazione e ai fornitori di accesso a internet, che non siano anche fornitori di contenuti, un contributo, sotto forma di credito d'imposta, corrispondente alle eventuali spese aggiuntive sostenute per l'implementazione delle misure previste dall'entrata in vigore della legge, nonché per l'adeguamento dei propri sistemi alla piattaforma automatizzata.
9/217-A/9. Pastorino .


PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE: RIZZETTO ED ALTRI: ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLA MORTE DI DAVID ROSSI (DOC. XXII, N. 7-A)

Doc. XXII, n. 7-A – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

  sugli emendamenti contenuti nel fascicolo.

Doc. XXII, n. 7-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

  sull'emendamento contenuto nel fascicolo.

Doc. XXII, n. 7-A – Articolo 1

ARTICOLO 1 DELLA PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI

Art. 1.
(Istituzione e funzioni della Commissione)

  1. È istituita, per la durata della XIX legislatura, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, avvenuta il 6 marzo 2013 a Siena, di seguito denominata «Commissione», con il compito di:

   a) ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta di David Rossi dalla finestra del proprio ufficio nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Rocca Salimbeni e le eventuali responsabilità di terzi;

   b) esaminare e valutare il materiale raccolto e i risultati conseguiti con riferimento alla morte di David Rossi dalle relative inchieste giornalistiche, e indagare sulle vicende a lui collegate, come denunciate e rese pubbliche attraverso le medesime inchieste;

   c) verificare la compiutezza e l'efficacia dell'attività investigativa, anche valutando se vi siano state eventuali inadempienze o ritardi nella direzione e nello svolgimento di essa.

  2. La Commissione, per lo svolgimento dei compiti di cui al comma 1, acquisisce integralmente i materiali e la documentazione raccolti o formati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, istituita dalla Camera dei deputati nella XVIII legislatura, ivi inclusi i resoconti delle audizioni, comprensivi delle parti secretate, e la relazione finale.
  3. La Commissione, al termine dei propri lavori, presenta una relazione alla Camera dei deputati sui risultati dell'attività di inchiesta.

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 1.
(Istituzione e funzioni della Commissione)

  Al comma 1, alinea, sopprimere le parole: , per la durata della XIX legislatura,.

  Conseguentemente, al comma 3, sostituire le parole: , al termine dei propri lavori, con le seguenti: conclude i propri lavori entro diciotto mesi dalla data della sua costituzione e.
1.100. Andrea Rossi, Fornaro, Lacarra.

Doc. XXII, n. 7-A – Articolo 2

ARTICOLO 2 DELLA PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI IDENTICO A QUELLO DEI PROPONENTI

Art. 2.
(Composizione della Commissione)

  1. La Commissione è composta da venti deputati, nominati dal Presidente della Camera dei deputati in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare.
  2. Con gli stessi criteri e con la stessa procedura di cui al comma 1 si provvede alle eventuali sostituzioni in caso di dimissione o di cessazione dalla carica ovvero qualora sopraggiungano altre cause di impedimento dei componenti della Commissione.
  3. Il Presidente della Camera dei deputati, entro dieci giorni dalla nomina dei componenti, convoca la Commissione per la costituzione dell'ufficio di presidenza.
  4. L'ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, è eletto a scrutinio segreto dalla Commissione tra i suoi componenti. Per l'elezione del presidente è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Commissione. Se nessuno riporta tale maggioranza si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti; è eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti è proclamato eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.

Doc. XXII, n. 7-A – Articolo 3

ARTICOLO 3 DELLA PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI IDENTICO A QUELLO DEI PROPONENTI

Art. 3.
(Poteri e limiti della Commissione)

  1. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale.
  2. La Commissione ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto.
  3. La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia, ai sensi del comma 2, sono coperti dal segreto.
  4. Per il segreto di Stato nonché per i segreti d'ufficio, professionale e bancario si applicano le norme vigenti. È sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato.
  5. Per le testimonianze rese davanti alla Commissione si applicano le disposizioni degli articoli da 366 a 384-bis del codice penale.
  6. La Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in ogni caso essere coperti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari.

Doc. XXII, n. 7-A – Articolo 4

ARTICOLO 4 DELLA PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI IDENTICO A QUELLO DEI PROPONENTI

Art. 4.
(Obbligo del segreto)

  1. I componenti della Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta, oppure ne viene a conoscenza per ragioni d'ufficio o di servizio, sono obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti di cui all'articolo 3, commi 3 e 6.
  2. La violazione dell'obbligo di cui al comma 1, nonché la diffusione, in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, di atti o documenti del procedimento di inchiesta dei quali è stata vietata la divulgazione sono punite ai sensi della legislazione vigente.

Doc. XXII, n. 7-A – Articolo 5

ARTICOLO 5 DELLA PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE NEL TESTO DELLE COMMISSIONI IDENTICO A QUELLO DEI PROPONENTI

Art. 5.
(Organizzazione)

  1. L'attività e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla medesima Commissione prima dell'inizio dell'attività di inchiesta. Le sedute sono pubbliche, tuttavia la Commissione può deliberare di riunirsi in seduta segreta.
  2. La Commissione può avvalersi di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie, di soggetti interni o esterni all'amministrazione dello Stato autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò deputati e dai Ministeri competenti. Con il regolamento interno di cui al comma 1 è stabilito il numero massimo di collaborazioni di cui può avvalersi la Commissione.
  3. Per lo svolgimento delle sue funzioni la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente della Camera dei deputati.
  4. Le spese per il funzionamento della Commissione, stabilite nel limite massimo di 40.000 euro annui, sono poste a carico del bilancio interno della Camera dei deputati.