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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 30 marzo 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta orale:


   CAPPELLETTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il Terminale Adriatic Lng, è una società italiana costituita nel 2005 e partecipata da ExxonMobil Italiana Gas al 70,7 per cento società del gruppo ExxonMobil, dalla Qatar Terminal Company Limited al 22 per cento, affiliata di Qatar Energy, e da Snam Spa per il 7,3 per cento. L'impianto con 100 addetti è entrato in esercizio nella seconda metà del 2009 e, con una capacità di rigassificazione di 9 miliardi di metri cubi l'anno (pari ad oltre la metà della capacità di importazione nazionale di Gas Naturale Liquefatto), può assicurare circa il 12 per cento dei consumi del Paese;

   dal 2009 hanno ormeggiato al Terminal 925 navi metaniere pari a 78 miliardi di metri cubi di gas. Il 72 per cento circa della capacità di rigassificazione del terminale è allocata a Edison per un periodo di 25 anni, fino al 2034. La rimanente capacità di rigassificazione del terminale è stata allocata fino a dicembre 2028. Da gennaio 2029 a dicembre 2034 sono stati allocati 2 miliardi di metri cubi per anno e da gennaio 2035 a dicembre 2042, 0,9 miliardi;

   l'infrastruttura è altamente strategica per la sicurezza degli approvvigionamenti di energia. In particolare rifornisce di gas naturale un ampio territorio fortemente industrializzato come quello della pianura padana, caratterizzato da una nutrita presenza di imprese energivore, con elevatissimi consumi di gas naturale nei processi di produzione;

   le caratteristiche del rigassificatore offshore al largo di Rovigo pone l'infrastruttura in un ambito ritenuto di rilevanza strategica nel settore dell'energia, disciplinato dalla cosiddetta golden power che ha lo scopo di salvaguardare gli assetti proprietari di società operanti in settori reputati strategici e di interesse nazionale;

   nei poteri speciali esercitabili attraverso questo strumento vi è la facoltà di dettare specifiche condizioni all'acquisto di partecipazioni, la possibilità di porre il veto all'adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all'acquisto di partecipazioni oltre a quello di autorizzare la Cassa depositi e prestiti eventualmente ad assumerle;

   nei giorni scorsi sulla rivista online della «Staffetta Quotidiana», viene confermata la notizia che la ExxonMobil sta valutando insieme a Qatar Energy l'uscita dal rigassificatore offshore di Rovigo di proprietà di Adriatic Lng;

   l'uscita di due grandi multinazionali da una delle più importanti realtà italiane del settore energetico determinerà un nuovo assetto societario che potrebbe avere conseguenze economiche rilevanti per gli interessi strategici e produttivi del Paese –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto, se sia stato attivato l'esercizio dei poteri speciali legati allo strumento della golden power o quali altre iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire la continuità delle attività.
(3-00297)


   IACONO, PROVENZANO, BARBAGALLO e MARINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   con due distinte deliberazioni la Regione Siciliana ha provveduto in data 21 marzo 2023 a richiedere la deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale per gli eventi meteo che hanno interessato il territorio regionale nei giorni 25, 26, 30 settembre 2022, 1° ottobre 2022 e nei giorni fra il 9 e il 13 ottobre 2022, nonché ha provveduto a dichiarare lo stato di crisi e di emergenza regionale per gli eventi meteo avversi che hanno interessato il territorio della Regione Siciliana nei giorni dal 9 al 12 gennaio 2023 e dal 20 al 22 gennaio 2023;

   per quanto concerne la prima richiesta è evidente che giunge dopo sei mesi dai primi rilevanti eventi calamitosi che hanno messo in ginocchio interi comprensori sia in termini di infrastrutture che di attività economiche in particolare per quel che concerne il settore agricolo;

   e del tutto evidente che i tempi istituzionali sono palesemente più lenti e farraginosi di quelli della quotidianità e che le amministrazioni locali, le attività economiche e commerciali hanno dovuto da sole fronteggiare le conseguenze di quegli eventi e rimettersi in piedi con non poche difficoltà;

   le risorse stanziate dalla Regione Siciliana per gli eventi di cui in premessa sono stati, ad avviso degli interrogati, assolutamente insufficienti e non adeguati rispetto ai danni che gli eventi meteo avversi hanno provocato;

   il riconoscimento dello stato di emergenza di rilievo nazionale diventa pertanto fondamentale per sostenere le comunità colpite –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di propria competenza, al fine di velocizzare le procedure di riconoscimento dello stato di emergenza di rilievo nazionale per i territori di cui in premessa con l'obiettivo di supportarli con adeguate risorse in relazione ai danni subiti.
(3-00299)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta orale:


   MAZZETTI e SQUERI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   dall'ultimo inventario dei rifiuti radioattivi detenuti in Italia, elaborato dall'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) si evince che, nel 2021 il volume totale dei rifiuti radioattivi è di 31.812,5 metri cubi, detenuti in 19 siti temporanei sparsi per tutto il Paese e in parte in corso di processamento all'estero;

   questa situazione impatta sulle procedure di decommissioning finale delle centrali nucleari, ferme dal 1987, che attendono la creazione del Deposito unico nazionale cui conferire le proprie scorie radioattive;

   come previsto dal decreto legislativo n. 31 del 2010, a gennaio 2021 è stata pubblicata e aperta alla consultazione pubblica la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI). Ad essa è allegato il progetto preliminare del Deposito nazionale e parco tecnologico (DNPT);

   il 14 gennaio 2022, si è chiusa la consultazione pubblica. Il 15 marzo 2022, SOGIN ha trasmesso, per approvazione, al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica la proposta di Carta nazionale delle aree idonee (CNAI) nella quale sono state selezionate 58 aree in tutta Italia;

   il Ministro pro tempore Cingolani, nell'aprile 2022, rispondendo alle richieste parlamentari, fissava come percorribile l'ipotesi di entrata in esercizio del deposito nel 2029, con individuazione del sito nel mese di dicembre 2023;

   successivamente, a valle di interlocuzioni tecniche tra la SOGIN e ISIN, il parere tecnico di quest'ultimo, solo parzialmente favorevole, è stato ricevuto l'11 novembre 2022. Il 30 dicembre 2022 il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha richiesto a SOGIN di effettuare le integrazioni richieste dall'ISIN, e quindi trasmettere nel più breve tempo possibile una proposta di CNAI, al fine di consentire il decreto interministeriale di approvazione della CNAI verosimilmente entro il 2023;

   rispondendo recentemente ad atti di sindacato ispettivo, il Ministero interrogato ha dichiarato che l'emissione del provvedimento di autorizzazione unica del DNPT potrebbe avvenire nel 2026 e la sua messa in esercizio nel 2030 con un possibile ulteriore slittamento fino a 12 mesi delle diverse fasi qualora non si raggiunga una intesa con le regioni;

   in Europa, buona parte degli Stati si è dotata di un'infrastruttura specifica per la messa in sicurezza delle scorie nucleari, nel rispetto dei più elevati standard di sicurezza radiologica e salvaguardia ambientale, oltre che di sicurezza pubblica;

   la normativa europea prescrive agli Stati membri di trovare soluzioni definitive per la gestione dei rifiuti radioattivi entro il 2025. il nostro Paese è sotto procedura d'infrazione (n. 2018/2021) con la conseguente costituzione di messa in mora ex articolo 258 TFUE;

   l'Italia è stata deferita alla Corte di giustizia dell'Unione europea per la mancata trasmissione del programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, nonché per il mancato recepimento della direttiva Euratom 59/2013 –:

   quali ulteriori iniziative intenda adottare, nel quadro degli obblighi dettati dall'Unione europea, per assicurare il rispetto delle tempistiche per l'individuazione del Deposito unico nazionale entro dicembre 2023, e per l'avvio della realizzazione del Deposito nazionale entro il 2025, garantendo contestualmente la completa bonifica e il ripristino ambientale di tutti i siti temporanei.
(3-00296)

Interrogazione a risposta scritta:


   PENZA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della cultura, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   sul sito www.taranto-2026.it è stato pubblicato il bando internazionale per la progettazione architettonica della piscina olimpionica di Taranto;

   l'area destinata per l'eventuale costruzione, per quanto risulta allo scrivente, è un'area demaniale gestita dalla Marina militare;

   nella zona insiste una antica torre risalente al 1700 detta d'Ayala in riferimento ai vecchi proprietari;

   dal bando si apprende che l'eventuale stadio del nuoto dovrebbe essere composto da due piscine molto vicine alla costa di cui una a pochi metri dal mare;

   l'articolo 142 del decreto legislativo n. 42 del 2004 prevede che siano sottoposti a vincoli per il loro interesse paesaggistico i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;

   secondo quanto consta all'interrogante le rappresentanze militari della Marina hanno avanzato la richiesta di una nuova sede per la Guardia costiera, attualmente lontana dal porto, individuandola nella predetta area demaniale, in quanto risulterebbe ben più funzionale per lo svolgimento delle sue attività, oltre a porsi a presidio del territorio e dell'area medesima, anche a sostegno della tutela del paesaggio e dei reperti archeologici e quindi della fruibilità dei cittadini;

   l'interrogante segnala, in proposito, che l'attuale sede della Guardia costiera, venduta ad una banca circa 10 anni fa, comporta oneri pari a circa 180.000 euro di affitto annuo –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, siano a conoscenza di un atto in forza del quale si stia procedendo con progetto di costruzione all'interno di un'area tutelata ai sensi del predetto articolo 142 del decreto n. 42 del 2004;

   se risulti che sia stata svolta una valutazione della soprintendenza archeologica in ordine alla progettualità indicata in premessa;

   se risulti che, nella predetta area demaniale, siano stati effettuati degli scavi e di che tipo;

   se risulti che siano state effettuate valutazioni geologiche e quali siano gli eventuali risultati;

   se siano a conoscenza, per quanto di competenza, della richiesta possibilità di un intervento di ristrutturazione dell'area demaniale indicata in premessa e del trasferimento in loco della sede della Guardia costiera.
(4-00752)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   PADOVANI e ALMICI. — Al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   deve fare riflettere la storia di Tommaso, non vedente affetto dalla sindrome di Norrie, una rara patologia genetica caratterizzata da anomalie dello sviluppo retinico, associate a ritardo dello sviluppo, disabilità cognitiva e/o i disturbi comportamentali, e della sua famiglia;

   come denunciato dalla mamma Cecilia, quella che doveva essere una spensierata settimana bianca presso una struttura alberghiera in Trentino, si è conclusa dopo soli tre giorni, perché «Volevano sistemarci in una sala isolata, con i vetri oscurati da un mosaico. Di fronte a una richiesta del genere abbiamo deciso di andarcene, ma voglio anche far sapere cos'è successo. Ci metto la faccia perché nessuno subisca più un'umiliazione così»;

   la donna ha spiegato di aver specificato alla struttura a quattro stelle la situazione del figlio: «Lunedì sera Tommaso si è seduto sul divanetto accanto a me, aveva il bavaglino al collo, ogni tanto lo aiutavo imboccandolo. Nulla di strano, per noi. La mattina successiva l'albergatrice mi ha preso in disparte. Mi ha detto che una famiglia la sera precedente si era lamentata per la presenza di Tommaso. Anzi, ha detto proprio così: per la presenza di un disabile a tavola. Quindi ci ha proposto una saletta lontana, solo per noi. Ero talmente scossa che sono riuscita solo ad abbozzare»;

   quella che doveva essere una spensierata vacanza sulla neve è stata interrotta tristemente solo dopo pochi giorni, seguita da una forte denuncia con la speranza che episodi simili non si ripetano mai più; ma è anche il campanello di allarme di una cultura purtroppo costellata di atti di discriminazione ed esclusione nei confronti di persone con disabilità;

   ancora oggi, le persone con disabilità, infatti, devono lottare per ottenere un posto a scuola, nei campi estivi, nello sport, sul posto di lavoro e nella vita sociale;

   contano poco tutti gli slogan per l'inclusività se poi nel 2023 c'è qualcuno che si «lamenta» per la presenza di una mamma che aiuta un figlio a mangiare e contano ancora di meno di fronte ad una struttura alberghiera che, pur di non avere «problemi», preferisce relegare in un angolo queste situazioni, esattamente come si faceva decine di anni fa; segno che un cambiamento vero in tal senso è ancora ben lontano da arrivare –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in materia di politiche di integrazione e inclusione delle persone con disabilità e di tutela delle loro famiglie, affinché casi come quello di Tommaso non si ripetano più.
(4-00750)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:


   MICHELOTTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a partire dal 1993 e fino al 2009 la Barclays Bank plc ha venduto un mutuo fondiario in euro indicizzato al franco svizzero (circa 10.00 contratti);

   la banca proponeva ai clienti di stipulare questa tipologia di mutuo in euro assicurando tassi più bassi, e di conseguenza rate mensili più accessibili rispetto ai prodotti concorrenti sul mercato, grazie al fatto che il tasso di interesse era legato al Libor del franco svizzero (tasso di interesse di mercato a cui le banche si scambiano prestiti in franchi svizzeri) che era più basso dell'Euribor, omettendo di comunicare che questo differenziale nei tassi aumentava il margine di guadagno dell'istituto bancario scaricando sul cliente il rischio di cambio;

   nei contratti stipulati è stata inserita una clausola che prevede, in caso di richiesta di estinzione anticipata, che l'importo del capitale residuo vada prima convertito in franchi svizzeri al tasso di cambio convenzionale fissato nel contratto di mutuo, e successivamente riconvertito in euro al cambio rilevato il giorno del rimborso;

   il procedimento seguito dall'intermediario per calcolare il capitale da rimborsare a seguito della richiesta di estinzione anticipata del mutuo è agganciato alla sola variabile del tasso di cambio in quanto si applica al capitale residuo;

   tutto ciò ha causato una gravosa situazione economica per migliaia di famiglie che hanno stipulato contratti di mutuo in euro indicizzato al franco svizzero, nella convinzione di pagare un tasso di interesse più basso rispetto a quello di mercato;

   con la decisione n. 7727 del 2014, il collegio di coordinamento dell'arbitro bancario finanziario ha esaminato un caso di estinzione anticipata di un mutuo indicizzato in franchi svizzeri, erogato da Banca Barclays e, in particolare, la clausola contrattuale che prevedeva il ricalcolo in franchi svizzeri e la successiva riconversione in euro del capitale restituito, anziché di quello residuo. L'ABF ha ritenuto contrario alla buona fede il comportamento dell'intermediario che non poteva non essere consapevole della grave inesattezza contenuta nella formulazione della clausola;

   l'istituto bancario nel corso degli anni ha deciso di non adempiere alle decisioni, non vincolanti, dell'ABF pur in presenza di oltre 300 ricorsi all'arbitrato, che hanno dato ragione più volte ai mutuatari;

   nel 2018 l'AGCM ha dato ragione su tutta la linea ai clienti Barclays con la decisione del 9 luglio 2018 che sottolinea come «al momento della sottoscrizione del contratto il consumatore non viene reso edotto in merito ai rischi di interesse e di cambio»;

   con sentenza n. 23655 della prima sezione civile della Cassazione, pubblicata il 31 agosto 2021, la Suprema Corte ha accolto il ricorso dell'Associazione tutela consumatori finanziari (Tuconfin) e ribadito la non correttezza e vessatorietà delle clausole sopra indicate, in quanto non chiare e non comprensibili, e perciò annullabili, perché causavano uno squilibrio significativo ai danni dei clienti;

   i rappresentanti dell'associazione Tuconfin, nell'ottobre 2021, sono stati auditi anche dalla commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, chiedendo l'istituzione di un tavolo di concertazione al Ministero dell'economia e delle finanze a cui avrebbero dovuto partecipare le principali associazioni dei consumatori e quelle che rappresentano le banche –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti se non si ritenga opportuno attivare urgentemente un tavolo ministeriale, come già proposto nel 2021 dalla Tuconfin, per individuare in tempi brevi soluzioni comuni per tutti i mutuatari coinvolti nei mutui indicizzati al franco svizzero o denominati in valuta estera, garantendo uniformità e parità di trattamento e se necessario assumere iniziative normative al fine di fornire una interpretazione autentica che eviti il ricorso all'autorità giudiziaria.
(3-00298)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CAIATA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   i fringe benefit erogati dalle aziende ai propri dipendenti sono rappresentati da tutte quelle voci addizionali alla retribuzione, corrisposte sotto forma di beni o servizi;

   ai sensi dell'articolo 51, comma 3, del TUIR sono considerati fringe benefit anche i tassi di interesse agevolati su mutui e prestiti concessi dalle aziende bancarie ai propri dipendenti, soggetti a tassazione fiscale e previdenziale – IRPEF, contributi previdenziali e addizionali regionali/comunali – con una soglia di esenzione di 258,23 euro. La norma prevede che in caso di superamento di tale soglia, l'intero ammontare venga assoggettato a tassazione;

   esclusivamente per l'anno di imposta 2022, il cosiddetto decreto Aiuti-quater ha innalzato la soglia della no tax area (già innalzata dal decreto Aiuti-ter) dei premi che le imprese potranno concedere ai dipendenti per sostenerli nel contenere il caro bollette da 600,00 euro a 3.000,00 euro. Il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al lavoratore dipendente, nonché le somme erogate o rimborsate allo stesso dal datore di lavoro per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas, fino a 3 mila euro non concorreranno, dunque, a formare il reddito imponibile ai fini Irpef;

   per mutui, prestiti agevolati, sovvenzioni, scoperti di conto utilizzati o qualsiasi altro prodotto che genera interessi passivi, la tassazione sopra riportata viene applicata sulla metà della differenza del tasso ufficiale di sconto BCE al 31/12 dell'anno di riferimento e il tasso di interesse applicato al finanziamento, moltiplicato per il debito residuo. Ciò comporta un effetto retroattivo sulle rate annuali;

   negli ultimi 15 anni, con il tasso BCE in discesa tale problematica non è stata rilevata, ma nel 2022 la BCE ha aumentato il parametro in maniera repentina, passando in pochi mesi da 0 al 2,50 per cento, per arrivare al 3 per cento con decorrenza 8 febbraio 2023 e preannunciando ulteriori rialzi nell'anno in corso;

   a parere dell'interrogante, sarebbe importante una misura volta ad attenuare l'impatto negativo sulla base imponibile delle modalità di calcolo e addebito dei cosiddetti fringe benefit erogati dalle aziende sulla busta paga dei dipendenti, ovvero tutte quelle voci addizionali alla retribuzione, corrisposte sotto forma di beni o servizi –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in materia di fringe benefit e se e quali iniziative normative di competenza intenda adottare per rendere strutturali le disposizioni di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge del 9 agosto 2022, n. 115 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 21 settembre 2022, n. 142 o, comunque, per estenderle all'anno di imposta 2023, al fine di attenuare l'aggravio sulla base imponibile dei dipendenti.
(5-00638)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il patrocinio a spese dello Stato è disciplinato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, come successivamente modificato e integrato;

   l'articolo 77 del predetto decreto stabilisce che il tetto reddituale per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato deve essere aggiornato ogni due anni, mediante un decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze;

   il 23 luglio 2020, il Ministro della giustizia ha emanato l'ultimo decreto biennale. Tale aggiornamento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 gennaio 2021;

   col predetto decreto il tetto reddituale è stato rideterminato in 11.746,68 euro, con riferimento alla variazione Istat intercorsa fra il luglio 2016 e il giugno 2018;

   il periodo di riferimento per il calcolo sarebbe invece dovuto essere dal luglio 2018 al giugno 2020;

   tra il 1° luglio 2018 e il 30 giugno 2022 la variazione Istat risulta pari al 9,2 per cento;

   con l'emanazione del nuovo decreto, pertanto, il limite reddituale si stima che possa diventare 12.827,37 euro, con un incremento di 1.080,69 euro rispetto al valore attuale;

   nella fascia di reddito tra i 12 mila e i 10 mila euro ci sono oltre 2,3 milioni di contribuenti; considerando un aumento della soglia di circa 1.000 euro, almeno un milione di persone in più potrebbero essere ricomprese;

   il 22 marzo 2023 l'interrogante svolgeva l'interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-00556 chiedendo al Ministro «di mettere in atto tutte le tempestive iniziative necessarie all'emanazione in tempi brevi del decreto biennale»;

   il Ministero della giustizia rispondeva che «è stato già predisposto il decreto, sottoscritto dal Capo del Dipartimento per gli affari di giustizia e dal Ragioniere Generale dello Stato, in corso di perfezionamento attraverso il controllo di legittimità della Corte dei conti e il controllo di regolarità contabile dell'Ufficio Centrale del Bilancio del Dipartimento della Ragioneria generale di Stato»;

   il Ministero dichiarava anche di aver utilizzato per il calcolo la «variazione dell'indice ISTAT registrata nel periodo dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2020»;

   l'articolo 77 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002 parla invece di «biennio precedente»;

   l'utilizzo del biennio 2018/2020, anziché del biennio 2020/2022, a parere dell'interrogante, risulta pertanto illegittimo e comporta di fatto l'esclusione di un numero elevatissimo di soggetti che ne avrebbero diritto, considerata la variazione nel biennio 2020/2022;

   a nulla rileva che anche per il precedente decreto del luglio 2020 sia stato usato un biennio antecedente a quello che sarebbe dovuto effettivamente utilizzato: tale illegittimità non può essere trascinata nel tempo a danno dei cittadini;

   si fa presente che nei precedenti decreti biennali del 2005, 2009, 2014, 2015 e 2018 è stato utilizzato il biennio di riferimento corretto, cioè quello «precedente»;

   si rileva inoltre che col decreto del 20 gennaio 2009 è stato utilizzato correttamente il biennio 2006/2008 nonostante il precedente decreto del 29 dicembre 2005 avesse usato il biennio 2002/2004 e, quindi, saltando il biennio;

   non si può pertanto asserire che i Ministeri siano obbligati ad utilizzare il biennio immediatamente successivo a quello usato col precedente decreto, potendosi e dovendosi invece utilizzare nell'emanando decreto il biennio 2020/2022, anche se non in continuità con quello illegittimamente utilizzato nel precedente;

   anche l'Organismo congressuale forense ha chiesto al Ministro della giustizia di utilizzare il biennio 2020/2022 quale periodo di riferimento –:

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano porre in essere affinché l'emanando decreto ministeriale possa prendere come periodo di riferimento il biennio 2020/2022 per l'adeguamento del tetto reddituale, evitando così possibili ricorsi e consentendo ai cittadini che ne hanno diritto l'accesso al gratuito patrocinio in adempimento dell'articolo 24 della Costituzione.
(3-00300)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LATINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nelle carceri italiane, e non fanno eccezione quelle marchigiane, c'è un forte clima di tensione ormai da diverso tempo e si moltiplicano gli episodi di violenza sia tra gli stessi detenuti che nei confronti del personale di polizia penitenziaria;

   diversi rapporti e segnalazioni evidenziano una grave carenza strutturale, di personale di polizia penitenziaria e di organizzazione sanitaria all'interno del carcere di Ascoli Piceno, con conseguenti rischi per la salute e la sicurezza dei detenuti e ancor più del personale penitenziario. Si fa presente che a fronte di un organico previsto di 162 agenti, il carcere di Ascoli Piceno dispone effettivamente di 125 unità poiché dei 149 agenti assegnati 24 sono distaccati in altre sedi;

   il penitenziario risulterebbe non adeguato ad accogliere detenuti psichiatrici vista la mancanza di camere detentive con attiguo luogo di passeggio (previsto per la cura degli stessi) così come di difficile raggiungimento risulta l'infermeria centrale. Il reparto A.T.S.M. (Articolazione per la Tutela della Salute Mentale) ad oggi risulta avere una disponibilità di 5 posti suddivisi in 3 stanze singole destinate a detenuti sottoposti ad osservazione psichiatrica di cui all'articolo 111 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000, in cui i predetti rimangono ristretti fino a fine pena e 1 stanza doppia per detenuti (sottoposti ad osservazione psichiatrica di cui all'articolo 112 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000) che rimangono in osservazione psichiatrica per non oltre 30 giorni per poi essere ricondotti nell'istituto di appartenenza;

   attualmente, inoltre, i detenuti psichiatrici vengono assegnati anche nelle sezioni ordinarie le cui stanze sono prive dei dispositivi antimpiccamento, dispositivi che permettono una maggiore tutela della incolumità fisica;

   tanti episodi mettono in luce le gravi difficoltà che il personale penitenziario deve affrontare quotidianamente per garantire la sicurezza all'interno delle strutture carcerarie. L'ultimo caso si è verificato, a metà marzo nella casa circondariale di Ascoli, al Marino del Tronto, dove un 27enne ha dato letteralmente in escandescenze, aggredendo quattro poliziotti. Il detenuto che in un primo momento ha commesso atti di autolesionismo, poi si è scagliato verso il personale di polizia, tanto che quattro agenti sono dovuti ricorrere alle cure mediche con prognosi da 8 a 30 giorni: ad un poliziotto è stata riscontrata la frattura delle dita;

   risulta che il detenuto stia scontando una condanna definitiva di cinque anni, sia affetto da gravi patologie di natura psichiatrica e sia autore di una precedente aggressione avvenuta nel mese di febbraio nel carcere di Piacenza, mentre nel mese di marzo abbia tentato di evadere dal carcere di Pesaro –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti espressi in premessa e quali siano le misure previste per garantire la sicurezza del personale penitenziario nelle strutture carcerarie della regione;

   se, per quanto di competenza, intenda procedere al trasferimento dei detenuti psichiatrici nel carcere di Ancona Montacuto per chiudere il reparto di salute mentale all'interno del carcere asolano sia per la migliore assistenza sanitaria dei reclusi, sia per la sicurezza del personale di polizia penitenziaria e di tutti gli operatori;

   quali siano le iniziative adottate dal Governo per prevenire la recidiva e quali siano gli interventi previsti per migliorare le condizioni igienico-sanitarie delle carceri.
(4-00754)


   VINCI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in Emilia, segnatamente a Reggio Emilia, vi sarebbe stato uno strano caso di infiltrazione mafiosa, ma senza amministrazioni infiltrate: questa sarebbe la paradossale conclusione che scaturirebbe, da un articolo di stampa del Giornale di inizio marzo 2023;

   all'inizio del 2015, è scattata l'operazione antimafia denominata Aemilia, un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna che ha portato all'arresto di 160 persone, di cui 117 in Emilia-Romagna, accusate a vario titolo dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, detenzione illegali di armi, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti e altro;

   sui contorni fino a ieri sconosciuti e politicamente importanti di tale operazione ha fatto il punto il quotidiano Il Giornale con un articolo del 9 marzo 2023, che lascia sconcertati se quanto in esso contenuto fosse effettivamente accertato;

   l'articolo del Giornale riporta le dichiarazioni e le parti di una relazione del sostituto procuratore della Direzione nazionale Antimafia Roberto Pennisi, che per un breve periodo di due anni ha affiancato come pubblico ministero la Procura di Bologna nelle indagini sulla penetrazione della 'ndrangheta in Emilia, mettendo in risalto la non banale questione esposta dal magistrato: «Una organizzazione mafiosa per essere tale ha bisogno di legami nella politica, nell'economia, nella finanza. Altrimenti è una normale banda di criminali e gangster. Ecco, in Emilia è mancata esattamente questa parte dell'indagine. Era l'indagine che io volevo fare, e che non è stata fatta»;

   secondo l'articolo vi sarebbe una relazione firmata da Pennisi, rimasta nei cassetti della Cassazione e del Ministero della giustizia, in cui emergerebbe una differente, ma vera storia del processo Aemilia in cui vennero incriminati solo due politici di centrodestra, innocenti, e nessuno dei tanti nomi importanti della sinistra che comparivano nelle carte;

   il suddetto articolo scava a fondo nei legami nei risvolti di favore che vi sarebbero tra parte della magistratura, la sinistra emiliana ed il relativo sistema produttivo nonché della società da esse rappresentato –:

   se siano a conoscenza dei fatti riportati dall'articolo del Giornale del 9 marzo 2023 di cui in premessa e degli altri numerosi articoli che ne sono seguiti;

   se e nel caso quali iniziative di competenza intendano intraprendere in ordine alla vicenda rappresentata.
(4-00758)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:


   BARBAGALLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   RFI ha in corso di progettazione la tratta Fiumetorto-Lercara Friddi, lotti 1 e 2 del raddoppio della direttrice Palermo/Catania/Messina;

   nel progetto definitivo che ha da poco ottenuto l'approvazione in conferenza dei servizi, è previsto tra l'altro che vengano realizzate una nuova stazione denominata Cerda – sita in territorio di Termini Imerese e distante 7 chilometri dall'abitato di Cerda – al posto di quella esistente che sarà demolita e una nuova stazione denominata Valle del Torto che sarà posta al servizio dei comuni di Sciara, Aliminusa, Montemaggiore e Cerda;

   è prevista, altresì, la realizzazione di nuove e importanti opere viarie, sia per assicurare i collegamenti con le nuove stazioni, sia per la soppressione di alcuni passaggi a livello;

   la previsione della nuova stazione di Cerda, che comporta un onere finanziario non indifferente, appare ridondante perché destinata a smaltire un traffico passeggeri basso, perché gli abitanti di Cerda potranno usufruire della nuova stazione di Valle del Torto, che sarà posta a poche centinaia di metri dall'abitato e facilmente raggiungibile, perché la nuova stazione Cerda sarà distante solo 500 metri dalla stazione di Fiumetorto;

   la stazione di Fiumetorto costituisce un primario snodo ferroviario per le linee Palermo-Messina; Palermo-Agrigento e Caltanissetta; Palermo-Enna e Catania; è al servizio dell'agglomerato industriale di Termini Imerese e della prevista piattaforma intermodale e ha svolto servizio anche come stazione passeggeri, importante soprattutto per i lavoratori pendolari;

   nel progetto del raddoppio citato, non è previsto alcun intervento per la stazione di Fiumetorto, nonostante essa risulti tuttora priva di collegamenti stradali agibili. L'unico collegamento esistente con l'agglomerato industriale deve attraversare uno stretto sottopasso ferroviario in cui non transitano mezzi pesanti e che, quando piove con insistenza, si allaga. Il collegamento con la SS 113 si espleta invece su una stradella interpoderale, scarsamente percorribile sia dai mezzi pesanti che dagli autobus –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere affinché nel progetto del raddoppio Fiumetorto-Lercara Friddi sia prevista anche la realizzazione di collegamenti stradali efficienti e sicuri con la stazione di Fiumetorto, oggi la terza stazione in Sicilia per volumi di traffico, come richiesto anche dal comune di Termini Imerese con il parere reso in Conferenza dei servizi.
(4-00753)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE MARIA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la testata giornalistica estense.com ha pubblicato articoli riferiti ad intercettazioni relative ad una inchiesta giudiziaria su attività di stampo neofascista a Ferrara, in particolare riferite ad una chat WhatsApp, dando notizia di affermazioni di straordinaria gravità;

   dalle intercettazioni emergerebbero riferimenti a relazioni con settori del mondo politico ed istituzionale;

   la normativa vigente, riferendosi alla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, contrasta l'apologia di fascismo;

   in tutto il Paese, sono presenti movimenti di estrema destra spesso oggetto di inchieste giudiziarie legate anche a fenomeni di carattere eversivo –:

   se sia a conoscenza di quanto segnalato in premessa e se intenda assumere iniziative in proposito per quanto di competenza.
(5-00637)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dopo il blizt all'Itis Castelli, dopo le tensioni create al liceo De André, con l'arrivo dei carabinieri, dopo gli striscioni affissi anche in altre scuole superiori come all'istituto Mantegna, con uno striscione contro la resistenza, Blocco Studentesco a Brescia ha agito ancora: stamattina, davanti alla sede del liceo scientifico Calini, è stato esposto un altro inquietante striscione: «Antifascismo è anticultura», questo il messaggio, firmato dal movimento d'ispirazione neofascista ed emanazione di Casa Pound;

   il gruppo non è nuovo ad azioni di questo genere anche fuori Brescia: l'episodio recente a Firenze ha già fatto molto discutere. Pochi giorni fa aveva rivendicato la scritta fuori dal Mantegna che diceva: «la resistenza è una cagata pazzesca»;

   lo striscione al Calini è già stato rimosso e il dirigente scolastico Marco Tarolli ha convocato subito i rappresentati d'istituto che hanno poi chiesto che fosse convocata un'assemblea straordinaria con gli studenti per parlare del fatto. Tarolli ha già comunicato l'intenzione di sporgere denuncia e affermato di essere in contatto con la Digos;

   lo striscione di Blocco Studentesco è una risposta al fatto che l'altro ieri la commissione scuola dell'Anpi «Dolores Abbiati» di Brescia ha pubblicato sui social la dichiarazione dei docenti del Calini a proposito del pestaggio al liceo Michelangiolo di Firenze e di quanto accaduto al Mantegna;

   nella nota, pubblicata anche sul sito del liceo, si legge: «I sottoscritti docenti del Liceo Scientifico Calini dichiarano di voler sostenere con forza e determinazione i principi e i valori della Costituzione Italiana che promuovono la libertà di pensiero, da esprimersi attraverso dibattiti e non aggressioni come quelle verificatesi a Firenze, attraverso riflessioni e non offese come quelle recentemente apparse a Brescia ai danni dell'Anpi»;

   il gruppo di ispirazione neofascista è lo stesso che il 10 marzo 2023 si è reso protagonista di un'analoga iniziativa al liceo Mantegna di Brescia, dove era in corso un convegno su democrazia e antifascismo, e nei giorni precedenti all'Itis Castelli. Provocazioni che sono state fermamente condannate da tutte le istituzioni territoriali;

   Blocco Studentesco ha rivendicato l'azione con una nota: «È di questi giorni la dichiarazione dell'assemblea dei docenti del Liceo Calini nella quale dichiarano l'antifascismo essere la migliore risposta culturale al fascismo non considerando però per quello che è in realtà ovvero la negazione di un ideale. Un ideale che era, è e sarà la migliore risposta all'inadeguatezza del sistema capitalista e comunista»;

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di impedire che azioni di ispirazione neofascista possano nuovamente verificarsi presso gli istituti scolastici della città di Brescia e se intenda farsi promotore delle iniziative di competenza finalizzate allo scioglimento delle organizzazioni neofasciste che agiscono in spregio dei valori democratici.
(4-00751)


   TASSINARI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 3 aprile 2023 si terrà una manifestazione di protesta organizzata dal Direttivo provinciale del sindacato di Polizia SIULP – Forlì Cesena, al fine di porre in luce l'evidente carenza di organico della Polizia di Stato nella medesima provincia;

   infatti, stando a quanto riportato nella nota del Direttivo, a causa del mancato turn over, dal mese di aprile presteranno servizio solo 170 dipendenti in questura e 80 dipendenti nel commissariato di Cesena;

   a ciò si aggiunga che, a seguito della riapertura, sono stati assegnati 15 agenti di polizia – che prestavano servizio in questura e commissariato – all'aeroporto di Forlì, a scapito, dunque, di organici già esigui;

   invero, anche presso altri reparti della Polizia di Stato della provincia si registrano tali carenze: in particolare, presso le sottosezioni di Polizia stradale della provincia manca il 40 per cento dei poliziotti rispetto a quanto previsto dalla nuova riorganizzazione dei reparti decisa dal Ministero dell'interno mentre la Polizia postale e la Polizia ferroviaria di Forlì sono in sottorganico del 50 per cento;

   è di tutta evidenza che, in ragione di tali numeri esigui, difficilmente sarà possibile garantire adeguati servizi di sicurezza ai cittadini. Per non parlare poi del concreto rischio di paralisi del funzionamento degli uffici la cui prima avvisaglia è data dalle difficoltà dell'ufficio passaporti, che non riesce a smaltire le richieste pervenute –:

   se sia a conoscenza delle criticità riportate in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di sopperire alle carenze di personale evidenziate.
(4-00757)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   GRIBAUDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto emerge da diversi articoli sui quotidiani nazionali e dai comunicati delle principali sigle sindacali, si è manifestata l'intenzione del Governo di far rientrare le funzioni oggi svolte dall'INL all'interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

   secondo i dati forniti dall'INAIL nel 2022 si sono registrate nel nostro paese 1090 morti bianche, quasi tre morti al giorno, e di 697.773 denunce di infortunio sul lavoro;

   la maggiore flessibilità e semplificazione nello svolgimento dell'attività ispettiva ha permesso all'ispettorato di contrastare con maggiore efficacia il lavoro nero e il mancato rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, aumentando il numero di ispezioni e le irregolarità accertate anche nel 2022, come riportato dalla nota del Ministero del lavoro del 10 febbraio 2023;

   a parere dell'interrogante, la proposta rischia di compromettere l'autonomia organizzativa e la flessibilità operativa dell'INL, riproponendo modalità burocratiche di stampo ministeriale di cui non si ravvisa l'esigenza;

   per contrastare con maggiore efficacia l'illegalità e le irregolarità nel mondo del lavoro di oggi l'ispettorato ha certamente bisogno di rimanere indipendente ed efficace nella programmazione mensile e nell'attività preventiva di intelligence;

   l'obiettivo del PNRR di aumentare per i prossimi 2 anni del 20 per cento i controlli sul territorio e diminuire del 2 per cento i fenomeni di lavoro sommerso rischia di essere compromesso da una siffatta riforma e dagli eventuali tempi attuativi, rallentando l'attività di vigilanza;

   l'INL, da un punto di vista contabile, è nato come ente a «costo zero» e non è stato mai in deficit, realizzando addirittura un avanzo di 160 milioni di euro, come certificato dal bilancio di previsione 2023. L'ipotizzata reinternalizzazione escluderebbe la possibilità di spendere autonomamente tali risorse per potenziare l'attività di vigilanza;

   alla luce di tali intenzioni, le organizzazioni sindacali hanno chiesto di proseguire il confronto per chiarire gli obiettivi, la fattibilità e gli effetti di tale ri-organizzazione organizzativa al fine di evitare una disarticolazione delle attività di vigilanza sul lavoro, in una fase così cruciale per il rilancio dell'economia del Paese –:

   sulla base di quali valutazioni la Ministra interrogata ritenga che la internalizzazione di INL possa migliorare il contrasto ai fenomeni del lavoro sommerso e irregolare, così come degli infortuni sul lavoro.
(5-00639)


   NISINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i lavoratori delle ex Funivie Spa di Savona non percepiscono la cassa integrazione dal mese di novembre 2022;

   secondo la regione, trattasi di un problema dell'Inps, anche se non è ancora chiaro se a livello provinciale, regionale o nazionale;

   i lavoratori sono allo stremo, privi di una copertura reddituale da oltre 5 mesi, e minacciano una mobilitazione in attesa che si sblocchi la situazione –:

   quali siano le ragioni della situazione di stallo di cui in premessa e quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per sbloccare la situazione.
(5-00640)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   SERRACCHIANI e FURFARO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in un quadro in cui il sistema sanitario regionale del Friuli Venezia Giulia è in forte crisi, il Presidente della regione Fedriga e la dirigenza della società farmaceutica elvetica Novartis hanno firmato un accordo nell'ambito della medicina «predittiva» per due progetti finanziati per 45 milioni in tre anni, a cui si sommano le risorse del PNRR, che coinvolge non la Novartis direttamente ma la Biome, una sua società che si occupa di tecnologia e startup e che propone di realizzare un digital innovation hub;

   secondo l'agenzia di stampa della regione Friuli Venezia Giulia del 29 settembre 2022 con cui fu lanciata la partnership il progetto avrebbe dovuto «costruire la medicina del futuro» dove le innovazioni in campo medico avrebbero permesso di prevedere le patologie evitando in questo modo l'insorgenza della malattia e abbassando la pressione sulle strutture ospedaliere;

   «La visione di questa iniziativa – ha aggiunto Fedriga –, che punta all'innovazione del settore sanitario attraverso la tecnologia digitale e alla crescita delle startup, non si limita ai confini nazionali, ma guarda all'area dei Paesi limitrofi alla regione nell'ottica di un orizzonte marcatamente internazionale, vista anche la dimensione scientifica e industriale del partner che registra 50 miliardi di fatturato annui a livello globale»;

   per quanto riguarda lo sviluppo della medicina predittiva vi è anche l'accordo triennale dell'ottobre 2022 tra Novartis Italia ed Engineering, per sperimentare modelli data-driven nell'ambito della medicina predittiva e di prossimità, telemedicina e ottimizzazione dei modelli operativi intra-ospedalieri;

   in particolare, Engineering e Novartis Italia hanno siglato un accordo strategico di collaborazione per lo sviluppo di iniziative e soluzioni finalizzato ad accelerare la transizione digitale della sanità italiana attraverso tecnologie all'avanguardia nei servizi di cura, nell'assistenza ai pazienti e nella gestione delle strutture sanitarie, ambito in cui entrambe le aziende vantano una lunga esperienza e un percorso di collaborazioni consolidate nella sperimentazione di modelli data-driven;

   i modelli di business data driven (o Ddbm, data driven business model) si basano sulla creazione, raccolta analisi e aggregazione di dati che riguardano i cittadini che vengono ceduti ai privati nell'ambito della medicina predittiva e di prossimità, della telemedicina al servizio delle cure domiciliari e ottimizzazione dei modelli operativi intra-ospedalieri ad esempio per la riduzione delle liste di attesa;

   in linea di principio tale metodo non è negativo, a patto che il valore generato resti di appannaggio pubblico;

   normalmente qualsiasi azienda paga profumatamente i dati per costruire i propri data driven mentre in questo caso il Friuli Venezia Giulia non solo fornisce i dati sanitari dei cittadini gratis, ma addirittura è lei che paga affinché qualcuno li sfrutti;

   per quanto riguarda i progetti in ambito di medicina predittiva occorre precisare che sono necessari i dati, seppur in forma aggregata, presenti all'interno delle cartelle cliniche dei singoli assistiti che sono nella responsabilità delle aziende sanitarie regionali;

   con tale accordo di fatto la regione Friuli Venezia Giulia cede la potestà dei dati sanitari dei cittadini a società private pagando una cifra non indifferente a fronte di risultati tutti da appurare;

   tale accordo a parere degli interroganti potrebbe rappresentare un pericoloso precedente che, se replicato a livello nazionale, potrebbe aprire la strada a diversi problemi dal punto di vista della tutela del valore prioritario della salute, della privacy, nonché della parità di garanzie per l'accesso ai finanziamenti pubblici –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, se a livello nazionale vi siano orientamenti relativi ad analoghi accordi e se in ogni caso si intenda tener conto delle garanzie dovute a tutela della salute, dei dati personali e anche della parità di trattamento delle aziende nell'accesso ai finanziamenti pubblici.
(4-00755)


   BARBAGALLO, IACONO, MARINO, PROVENZANO e DE MICHELI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'ospedale «Vittorio Emanuele di Gela» ritorna all'attenzione anche della politica nazionale per il problema del personale, con numeri assolutamente ridotti, fino al costante depotenziamento dei reparti;

   mentre è in corso la diatriba tra Caltanissetta ed Enna per il nuovo policlinico, in città le emergenze di base fanno fatica ad essere coperte;

   il pronto soccorso risulta privo di adeguata copertura, sono solo 7 i medici, uno per turno più l'astanteria;

   la neurologia è chiusa e non va meglio per la rete stroke. L'Utin reparto completato da anni con acquisto di apparecchiature elettromedicali non ha mai preso il via;

   nefrologia non è operativa da anni se non per il solo servizio dialisi, chiuso anche il centro trasfusionale per assenza di medici con a rischio le donazioni di sangue;

   gastroenterologia ha un solo medico e le liste d'attesa sono sempre più lunghe, nelle gravi urgenze gastroenterologiche come le emorragie gastriche nelle ore pomeridiane e notturne si è costretti a recarsi a Caltanissetta in ambulanza distante 80 chilometri mettendo in pericolo la vita del paziente;

   risulta l'assenza da quasi due anni del primario di chirurgia generale, il vecchio primario si è dimesso perché non operava, non ci sono anestesisti a sufficienza;

   anche il 118 è sguarnito e l'ambulanza medicalizzata interviene troppo spesso senza medico a bordo;

   nel reparto urologia mancano gli urologi il pomeriggio e la notte si devono trasferire i pazienti presso l'urologia del Sant'Elia anche per una semplice consulenza;

   continua l'assenza di emodinamica nel presidio ospedaliero di Gela con trasferimenti dei pazienti in urgenza per infarto presso il Sant'Elia;

   infine, il reparto di psichiatria è chiuso dal 2020;

   in Sicilia la situazione sanitaria è preoccupante, strutture attive sono poche e spesso inadeguate, il personale medico è insufficiente e le problematiche non vengono risolte da anni rendendo la situazione ormai insostenibile –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere affinché sia garantita la tutela dei livelli essenziali di assistenza ai cittadini della zona di Gela.
(4-00756)

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

  La risoluzione in commissione Calovini e altri n. 7-00081, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Foti.

Apposizione di firme ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in commissione Simiani n. 5-00591, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Bonafè, Gianassi, Di Sanzo.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Gribaudo n. 4-00602 del 7 marzo 2023.