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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 3 aprile 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come noto, le pubbliche amministrazioni soffrono di gravi mancanze di organico;

   secondo uno studio pubblicato dal sindacato Flp, confrontando il fabbisogno indicato dalle stesse pubbliche amministrazioni nei propri piani organizzativi e i dipendenti che in questo momento sono in servizio, si evince che i posti «scoperti» risultando in media il 35 per cento;

   ad oggi, infatti, mancherebbero nelle pubbliche amministrazioni un milione circa di unità di personale;

   un altro dato preoccupante è quello dell'età media dei dipendenti pubblici in servizio, che allo stato è di circa 54,7 anni. Tale situazione si tradurrà nei prossimi anni in numerosi pensionamenti che andranno ulteriormente ad aggravare la carenza di personale nelle pubbliche amministrazioni;

   la carenza d'organico della questura di Taranto è addirittura peggiore rispetto alla media nazionale: come si apprende dal comunicato del 31 marzo 2023 della Cisl funzione pubblica Taranto-Brindisi, infatti, la questura è dotata di circa 50 unità di personale tra funzionari civili ed impiegati amministrativi, ossia quasi la metà di quelli previsti dalla dotazione organica;

   vi sono, poi, situazioni ancor più gravi, come quelle del commissariato di Manduria, della polizia stradale e soprattutto del reparto mobile dove, delle 11 previste, risultano solo due unità di personale in servizio;

   tale quadro non può che destare preoccupazione, soprattutto perché la mancanza di personale adeguato potrebbe compromettere la sicurezza dei cittadini e i servizi che tali uffici offrono ordinariamente al pubblico –:

   se e quali iniziative si intendano urgentemente intraprendere per ridurre la carenza di personale nelle pubbliche amministrazioni;

   se si intendano, per quanto di competenza, intraprendere iniziative utili a dotare la questura di Taranto di un numero adeguato di unità di personale al fine di assicurare la piena funzionalità dei servizi ad essa imputati e garantire la sicurezza dei cittadini.
(4-00773)

DIFESA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IV Commissione:


   MAIORANO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa la notizia che Fincantieri e il Ministero della difesa avrebbero deciso di trasferire dall'Arsenale militare marittimo di Taranto ai Cantieri navali di Palermo le attività di manutenzione della portaerei Cavour, nave ammiraglia della Marina militare italiana;

   il trasferimento della nave sarebbe previsto per la metà di maggio 2023;

   la portaerei Cavour si trova all'Arsenale militare marittimo di Taranto dal dicembre 2018 per lavori di adeguamento finalizzati all'imbarco di nuovi F-35;

   la nave per importanza e dimensioni – 244 metri di lunghezza e 27 mila tonnellate di peso – ha rappresentato in questi anni una risorsa per Taranto, in quanto Fincantieri ha affidato diverse commesse legate alle attività manutentive a imprese del territorio;

   la perdita dell'indotto derivante dal trasferimento della portaerei Cavour rappresenterebbe un ulteriore e grave deficit di introiti per le imprese del territorio di Taranto, che già hanno sofferto e soffrono la annosa situazione di instabilità degli stabilimenti dell'ex Ilva –:

   se il Ministro interrogato confermi quanto emerso sulla stampa e se intenda chiarire le motivazioni che hanno portato alla decisione di trasferire la portaerei Cavour da Taranto a Palermo.
(5-00644)


   GRAZIANO, ZINGARETTI, DE MARIA, CARÈ e FASSINO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro della difesa, Guido Crosetto, nell'ambito delle comunicazioni sulle linee programmatiche del Ministero difesa, esposte alle commissioni difesa di Senato e Camera, per la parte riguardante gli alloggi militari di servizio, ha sottolineato come: «una innovativa e strutturata politica abitativa dovrà essere un fattore abilitante in tale ambito, tenendo conto anche del lavoro svolto da queste Commissioni nel corso delle precedenti legislature, si dovrà lavorare alla definizione di nuovi processi e all'utilizzo di moderni strumenti che permettano di superare le attuali criticità abitative»;

   particolare rilievo assumono nel quadro delle attuali criticità in materia di alloggi, una serie di iniziative avviate da alcuni comandi militari, intese a realizzare il recupero forzoso di unità abitative condotte da personale, definito come «sine titulo», meritevole di tutele riconosciute anche dalla normativa in vigore;

   comunicazioni che precedono gli atti di recupero forzoso sono state indirizzate anche a conduttori di unità abitative, da tempo definite «non più utili alla difesa», invitandoli a pronunciarsi sulla possibilità di acquistare l'alloggio in cui risiedono rispondendo ad indicazioni non chiare e, parrebbe, anche in contraddizione con le procedure di vendita che regolano l'alienazione di questi stessi alloggi da parte della difesa;

   le iniziative sopra indicate riguardano situazioni in aree già segnate da forte tensione abitativa, come ad esempio quelle notoriamente gravi delle città di Roma, Napoli e Civitavecchia –:

   se il Ministro intenda, nelle more della definizione di una nuova e più razionale politica abitativa da sviluppare a favore del personale militare – come dichiarato nelle linee guida illustrate in Parlamento – sospendere tutti gli atti di recupero forzoso e quelli in maniera imperfetta indirizzati ad utenti di alloggi «non più utili alla Difesa».
(5-00645)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CERRETO e CANGIANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con una pianta organica dimezzata e la mancata informatizzazione, gli uffici del giudice di pace del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere rischiano il collasso;

   l'allarme è stato lanciato dal presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati, Angela Del Vecchio, che ha sottolineato l'impossibilità dell'organico di assicurare risposte efficienti ed efficaci all'utenza, a fronte di un flusso degli affari registrato nel suddetto Ufficio di 10.645 procedimenti civili e 397 penali nel primo semestre del 2022;

   in una nota indirizzata alle istituzioni competenti, il presidente Del Vecchio ha rappresentato la grave condizione in cui versa l'ufficio del giudice di pace, stigmatizzando, in particolare, il persistere delle criticità «che rallentano il funzionamento dell'ufficio di cui riporto quelle che necessitano di un immediato intervento:

    l'arretrato accumulatosi nella pubblicazione delle sentenze, pur rilevando l'impegno posto in essere dal personale addetto (un solo dipendente), che, nell'ultimo periodo, ha evaso oltre 4500 sentenze, con un arretrato, ad oggi, di altri 3.700 provvedimenti, cui si aggiunge la “produzione” mensile di circa 900 sentenze;

    la giacenza dei fascicoli per i quali occorre procedere alla pubblicazione delle sentenze determina una problematica di spazi, essendo l'archivio completamente occupato;

    la carenza di personale, tenuto conto che la pianta organica prevede 17 dipendenti ed invece ne operano meno della metà, vale a dire otto, evidenzia una particolare criticità;

    le difficoltà del personale di cancelleria nell'interloquire e ricevere assistenza dagli Uffici del CISIA di Napoli, competente nel fornire supporto per i servizi informatici. Tale problematica, con il processo di informatizzazione in corso, unitamente alle novità introdotte dalla Riforma “Cartabia”, costituisce un ulteriore fattore che rischia di portare l'Ufficio al collasso»;

   il persistere delle segnalate criticità non può che determinare un notevole pregiudizio per le istanze di giustizia che vengono proposte dinanzi al Giudice di pace del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere –:

   accertata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per garantire la regolare funzionalità degli uffici del giudice di pace del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
(5-00647)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. – Al Ministro della giustizia. – Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 150 del 2009 ha dato attuazione alla legge n. 15 del 2009, rinnovando l'organizzazione del lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione;

   gli articoli 23 e 24 del predetto decreto legislativo stabiliscono la disciplina delle progressioni economiche e di carriera per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche;

   il contratto collettivo nazionale di lavoro del Comparto Ministeri 2006/2009 ha definito un nuovo sistema di classificazione dei profili professionali, con effetti anche sul personale del Ministero della giustizia;

   il 26 aprile 2017 il Ministero della giustizia e le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo, recepito nel decreto ministeriale 9 novembre 2017, recante «Rimodulazione dei profili professionali del personale non dirigenziale dell'Amministrazione giudiziaria, nonché individuazione di nuovi profili ai sensi dell'articolo 1, comma 2-octies, del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 agosto 2016, n. 161, inerente alla Programmazione e Rimodulazione profili professionali e azioni di riqualificazione e promozione professionale del Personale dell'Amministrazione Giudiziaria»;

   l'accordo prevede una serie di iniziative volte a consentire la progressiva promozione professionale e riqualificazione del personale dell'amministrazione giudiziaria attraverso la programmazione di passaggi giuridici, e quindi economici, all'interno delle aree di riferimento;

   il suddetto accordo, ad oggi, risulta tuttavia in gran parte inapplicato, se non per taluni profili professionali, a discapito di molte altre figure professionali dell'amministrazione che da anni svolgono le proprie mansioni con dedizione e professionalità, spesso anche in difficili situazioni derivanti dalla carenza di organico, alle quali tuttavia non è attualmente consentita una concreta progressione di carriera nonostante la maturata esperienza;

   nella XVIII legislatura l'interrogante ha già posto il problema della riqualificazione professionale del personale dell'amministrazione giudiziaria mediante interrogazione a risposta scritta 4-05708 del 19 maggio 2020;

   l'allora Ministro della giustizia, in risposta alla predetta interrogazione, il 22 gennaio 2021 affermava che «La rimodulazione dei profili professionali del personale e l'opportunità di un rilevamento sulle aspettative dei dipendenti alle riqualificazioni o progressioni economiche sarà oggetto di attenta valutazione da parte di questo dicastero, in ragione della duplice esigenza di riconoscere il giusto valore all'esperienza e alla professionalità maturate da personale e di consentire agli uffici di avvalersi dell'opera di personale esperto e motivato nell'affrontare carichi di lavoro obiettivamente onerosi e impegnativi per assicurare un adeguato servizio giustizia» –:

   se il Ministro interrogato intenda attuare quanto previsto dal decreto ministeriale 9 novembre 2017, al fine di consentire un giusto sistema di opportune progressioni giuridiche ed economiche dentro e fra le aree professionali per i profili professionali amministrativi e tecnici del comparto giustizia.
(4-00774)


   PITTALIS. – Al Ministro della giustizia. – Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 149 del 2022 (riforma Cartabia) ha introdotto i criteri di nomina e permanenza negli elenchi dei delegati alle vendite giudiziarie formati dai tribunali. Tale disposizione avrebbe dovuto entrare in vigore il 30 giugno 2023, ma è stata anticipata al 28 febbraio 2023 dalla legge di bilancio per l'anno 2023, con termine per presentare domanda di iscrizione negli elenchi al 31 marzo 2023;

   gran parte degli attuali delegati alle vendite si vedrà preclusa l'attività, in ragione dei nuovi criteri per la nomina che sono tre e devono essere posseduti alternativamente tra loro. Nello specifico occorre: 1) aver svolto almeno dieci incarichi nel quinquennio precedente 2) possedere il titolo di avvocato specialista in diritto dell'esecuzione forzata 3) aver frequentato un corso specifico in tema di procedure esecutive;

   la novella in questione ha generato gravi criticità, rappresentate dal fatto che: quanto al punto 2), non è ancora stato istituito un corso per conseguire il titolo di avvocato specialista in diritto dell'esecuzione forzata; quanto al punto 3), i corsi specifici in tema di procedure esecutive devono rispettare delle linee guida stabilite dalla Scuola superiore della magistratura che tuttavia, ad oggi, non le ha emanate;

   in sintesi, potrà presentare domanda per essere inserito nei nuovi elenchi soltanto il professionista che avrà ottenuto almeno dieci deleghe alle vendite giudiziarie nel quinquennio precedente (quindi, dato che le domande dovranno essere presentate entro il 31 marzo 2023, si parla di dieci incarichi conseguiti tra il 31 marzo 2018 ed il 31 marzo 2023). Ciò comporta ovvie ricadute negative sui giovani professionisti che si vedrebbero sostanzialmente precluso l'accesso agli elenchi; giova poi di ricordare che durante il periodo pandemico le esecuzioni immobiliari sono state sospese e, quindi, il quinquennio di riferimento comprende un lungo periodo di fatto privo di attività professionale;

   allo stato attuale, quindi, un ingente numero di delegati alle vendite giudiziarie verrà escluso dai nuovi elenchi a vantaggio dei pochi che hanno già ricevuto almeno dieci incarichi o di chi attesterà di aver frequentato corsi specifici che, tuttavia, stante l'assenza delle linee guida della Scuola superiore della magistratura, non possono rispettare il criterio stabilito dal novellato articolo 179-ter disp. att. del codice di procedura civile;

   fino a che non si consentirà di soddisfare alternativamente ognuno dei tre requisiti per l'iscrizione negli elenchi, appare illogico e oltremodo limitativo cancellare de plano i vecchi elenchi a vantaggio di pochissimi «favoriti»; sarebbe certamente più equo consentire la nuova iscrizione secondo la normativa previgente e sostituire gli elenchi ad oggi in uso ai vari Tribunali soltanto quando si potrà ragionevolmente dimostrare di soddisfare uno dei tre requisiti alternativi –:

   se il Ministro interrogato, secondo quanto illustrato in premessa e nelle more della elaborazione delle linee guida da parte della Scuola superiore della magistratura per la definizione dei programmi dei corsi di formazione e di aggiornamento previsti dall'ottavo comma dell'articolo 179-ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, come modificato dal decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, non reputi opportuno adottare le iniziative di competenza per applicare i previgenti criteri di nomina e mantenere in vigore gli elenchi già formati dei delegati alle vendite giudiziarie.
(4-00777)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta orale:


   APPENDINO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da lunedì 3 aprile 2023 entreranno nello stabilimento Stellantis 17 lavoratori slovacchi;

   da quel che si apprende dagli organi di stampa i lavoratori, del gruppo Trnava che fa parte del gruppo Stellantis, saranno affiancati da un interprete e dopo la formazione opereranno sulla linea della 500 elettrica per almeno 5 o 6 mesi;

   la realtà di Trnava conta un esubero di 300 persone, nel frattempo la produzione della 500 elettrica a Mirafiori necessita invece di un maggiore sforzo produttivo; Stellantis dunque opta per un trasferimento invece di nuove assunzioni. Parliamo di un'azienda che sta usufruendo di ammortizzatori sociali per i lavoratori della sede di Mirafiori;

   inoltre, giovando di incentivi statali, questi dovrebbero avere ricadute territoriali che potrebbero tradursi in formazione o nuove assunzioni per il nostro Paese ancor più necessarie se consideriamo che nella realtà di Mirafiori l'età media è 55 anni;

   inoltre si rileva che il territorio dispone di tutta la manodopera specializzata possibile per far fronte al fabbisogno di Stellantis –:

   quali informazioni abbiano i Ministri interrogati rispetto al tema in oggetto e quale sia la posizione del Governo;

   inoltre se abbiano avuto modo di interloquire con Stellantis per comprendere quali prospettive ci saranno nei prossimi mesi e nei prossimi anni in merito alla cessazione della cassa integrazione e nuove assunzioni.
(3-00303)

Interrogazione a risposta scritta:


   DEBORAH BERGAMINI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 3 ottobre 2022 e la conseguente circolare n. 8 del 2022 del Mediocredito Centrale hanno prodotto la modifica delle condizioni previste per ottenere il prolungamento della durata della garanzia sulle operazioni finanziarie ammesse all'intervento del fondo, in particolare specificando che il prolungamento di detta garanzia è consentito alle sole imprese che si trovino in stato di crisi temporanea o di difficoltà;

   il combinato disposto del paragrafo D, parte IV, numeri 1 e 10 delle disposizioni operative del decreto sembrerebbe escludere dalla possibilità di ottenere il prolungamento della garanzia in precedenza concessa le imprese che non versano in stato di crisi;

   tale esclusione, anche alla luce della difficile congiuntura economica a livello mondiale prodotta dalla guerra in Ucraina e da altri fattori congiunturali, rischia di porre le basi per l'indebolimento di numerose imprese italiane –:

   se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative di competenza al fine di rimuovere le criticità riportate in premessa.
(4-00775)

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   destano sconcerto le notizie circa i messaggi scambiati all'interno di un gruppo WhatsApp, in particolare, tra l'assessore alle politiche abitative del comune di Roma, Luca Tobia Zevi, il consigliere comunale e presidente della commissione Casa, Yuri Trombetti, e rappresentanti di sindacati e associazioni tra cui il pluripregiudicato Luca Fagiano, leader del movimento per le occupazioni abusive con precedenti penali quali minacce, violenza, occupazione abusiva, invasione di edifici, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale;

   le comunicazioni tra i tre, riportate in un'incredibile inchiesta della trasmissione Fuori dal Coro dall'eloquente titolo «Il Campidoglio prende ordini dagli abusivi», sono ad avviso degli interpellanti di una durezza impressionante, con toni che sfiorano il ricatto e confermerebbero il mix di connivenza e protezione che coinvolge la giunta capitolina su un tema di straordinaria rilevanza sociale, se è vero che il piano casa sarebbe stato spedito in anteprima agli occupanti per ottenerne l'assenso;

   in un primo messaggio, infatti, l'assessore Zevi ha allegato un documento, accompagnato dalla specifica: «Ecco la nuova versione del piano casa», a cui il leader degli abusivi Fagiano avrebbe risposto risentito: «il Piano è lontano anni luce da quello che ci aspettavamo. Così non va proprio», tanto da essere rassicurato dal presidente Trombetti, preoccupato di rovinare il rapporto con il leader degli abusivi, sul fatto che sarebbero state apportate le necessarie modifiche, a cui Fagiano, non contento, avrebbe risposto in modo perentorio: «Deve essere modificato, altrimenti la relazione con la giunta si incrina»;

   il tenore dei messaggi non lascerebbe spazio a dubbi: il piano casa verrebbe sottoposto all'approvazione preventiva del leader degli abusivi, proprio a chi non rispetta le leggi, il quale non condividendolo nei contenuti, chiede che venga modificato poiché ne va del buon rapporto con la giunta;

   le citate interlocuzioni proverebbero, di fatto, una trattativa tra l'assessore alla casa di Roma Capitale e il leader degli occupanti per redigere concordemente il Piano casa della città prima della sua approvazione;

   il racket delle occupazioni abusive è da sempre un affare che «cuba» centinaia di milioni di euro all'anno, che vanno in tasca a personaggi del calibro di Fagiano che lucrano sulle spalle della povera gente occupando abusivamente spazi privati;

   non è un mistero, peraltro, che il tema delle occupazioni abusive di immobili, soprattutto nella Capitale, sia un annoso problema al quale nessuno finora ha posto rimedio;

   a rendere tale vicenda ancora più vergognosa sono proprio i dati: nell'ultimo anno e mezzo il comune di Roma avrebbe assegnato solo 127 case popolari con la graduatoria, mentre ne sarebbero state date circa 300 senza attese a chi occupava abusivamente gli immobili, come nel caso di un ex hotel in via Prenestina, occupato da tanti anni e che fa parte di una delle tante occupazioni organizzate dai movimenti di «Lotta per la casa»;

   tale alloggio è, peraltro, al centro della chat quando Fagiano invia un articolo di stampa che si riferisce a un imminente sgombero, commentando «non ci siamo proprio», a cui seguono nuovamente quelle che appaiono agli interpellanti le premurose rassicurazioni di Zevi: «Non c'è nessuno sgombero in vista»;

   quanto sta emergendo sul piano casa di Roma Capitale – che sarebbe stato redatto tenendo in massima considerazione gli ordini del leader delle organizzazioni degli occupanti abusivi e dimostrerebbe che la giunta capitolina è sotto schiaffo da chi vive nell'illegalità a scapito di chi, invece, alla legalità ancora crede e la persegue ogni giorno – è una vicenda dai contorni gravissimi, sulla quale è necessario fare piena e immediata chiarezza;

   a Roma migliaia di famiglie in difficoltà, anche con bambini, attendono l'assegnazione di una casa nel rispetto della legalità, vedendosi sorpassare da chi invade gli alloggi pubblici e privati con la violenza e contro ogni legge e a cui paradossalmente viene infine consegnato il «premio» della regolare assegnazione da parte delle istituzioni –:

   accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, quali urgenti iniziative di competenza, anche per i profili di ordine pubblico, il Governo intenda assumere a riguardo, al fine di riportare la legalità nella gestione dell'assegnazione delle case popolari nel comune di Roma, anche attraverso lo sgombero immediato degli immobili occupati abusivamente, in primis l'ex hotel in via Prenestina oggetto dell'inchiesta realizzata dalla giornalista di Fuori dal Coro.
(2-00118) «Rampelli, Almici, Foti, Lucaselli, Caramanna, Mollicone, Milani».

Interrogazioni a risposta scritta:


   ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   non si sono ancora spente le polemiche relative ai violenti scontri di mercoledì 15 marzo 2023, tra i tifosi del Napoli e quelli dell'Eintrach Francoforte, scontri che hanno messo a dura prova la città per ben due giorni, che già si prospetta a Roma il prossimo 20 aprile un déjà-vu degli scontri tra gli ultrà del Feyenoord e quelli della Roma per il match di ritorno dei quarti di finale di Europa League contro i giallorossi;

   tre i precedenti fra Roma e Feyenoord, la finale della Conference League vinta dai giallorossi all'Arena Kombetare di Tirana e la doppia sfida giocata in Italia prima e in Olanda poi nella stagione 2014/2015. Il match giocato all'Olimpico nel febbraio del 2015 è ricordato – più che per la partita finita in parità – per quella che venne poi ribattezzata «l'orda olandese», con gli ultras di Rotterdam che crearono non poche difficoltà alle forze dell'ordine. Una giornata di alta tensione nel corso della quale i tifosi del Feyenoord danneggiarono la Barcaccia di piazza di Spagna, con le immagini di devastazione di piazza di Spagna che fecero il giro del mondo;

   una due giorni di scontri, quella del febbraio del 2015, che era cominciata la sera prima a Campo de' Fiori per poi proseguire con l'assembramento degli ultras di Rotterdam nella famosa piazza di Spagna;

   anche a Tirana, quando vietare la trasferta a romanisti e olandesi era pressoché impossibile, non mancarono le tensioni fra ultras della Roma e hooligans olandesi, con le due tifoserie che si scontrarono per le strade della capitale albanese dando vita a una notte di tafferugli, al termine della quale si contarono 60 tifosi fermati dalla polizia in totale, 48 italiani e 12 olandesi, dieci poliziotti, 3 romanisti e 1 olandese feriti;

   il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, preoccupato per i precedenti, ha chiesto al titolare del Viminale il divieto di trasferta per i supporters olandesi, esprimendogli viva preoccupazione per questo incontro che, tra l'altro, cade proprio alla vigilia dell'arrivo degli ispettori del Bie per valutare l'eventuale assegnazione dell'Expo a Roma: quindi c'è un ulteriore motivo di attenzione;

   nonostante ciò, finora non si conosce l'orientamento del Ministero dell'interno rispetto alle iniziative da prendere per evitare probabili scontri in città, se vietare o meno la trasferta agli ultrà del Feyenoord. Il motivo sarebbe, tra l'altro, anche legato alla mancata nomina del prefetto della Capitale, l'unica autorità a poter firmare il divieto di acquisto dei biglietti per l'Olimpico ai residenti di Rotterdam e comunque ai cittadini olandesi, in modo da impedire loro di entrare allo stadio. Comunque, in alternativa un simile provvedimento potrebbe essere deciso dallo stesso Ministro dell'interno;

   in considerazione del prossimo arrivo degli ispettori del Bie per l'assegnazione dell'Expo, di eventuali manifestazioni a Roma e della citata partita di calcio, è fondamentale conferire in tempi rapidi l'incarico a un nuovo responsabile di palazzo Valentini affinché possa convocare in tempi utili il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica –:

   quali iniziative urgenti il Ministro intenda adottare per evitare che le scene di Napoli si possano riproporre ancora una volta anche nella Capitale, visto anche il precedente del 2015 con i danneggiamenti alla Barcaccia;

   se non ritenga, anche alla luce di quanto in premessa, di adottare iniziative di competenza affinché, nel prossimo consiglio dei Ministri, venga conferito l'incarico a un nuovo responsabile di Palazzo Valentini che possa così gestire la situazione sia con provvedimenti amministrativi, sia coordinando al meglio le forze dell'ordine presenti a Roma per i prossimi eventi.
(4-00769)


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si è appreso delle accuse di lesioni, violenza sessuale e tortura mosse da due donne nei confronti di agenti di polizia, i quali a loro volta le hanno denunciate per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni;

   l'episodio sarebbe avvenuto la sera del 5 novembre 2020 a Bologna, quando due sorelle di origine cubana sarebbero state tratte in arresto da agenti in servizio presso le volanti e condotte presso la questura di Bologna in via Agresti, laddove sarebbero avvenute le violenze;

   le donne avrebbero riportato evidenti lesioni fisiche, addirittura una di loro sarebbe stata trasportata sull'ambulanza in stato d'incoscienza, come si evincerebbe anche dalle telefonate al numero di emergenza 118 presenti agli atti del procedimento e risulterebbe, inoltre, che sia stato necessario da parte dei sanitari estrarre un corpo estraneo presente nelle parti intime di una delle due donne;

   la stessa donna condotta in ospedale in stato di incoscienza dopo aver ricevuto un calcio in faccia mentre si trovava in ginocchio, ammanettata, all'interno della questura, avrebbe denunciato anche di aver subito un atto di violenza sessuale;

   sul procedimento penale iscritto a carico di ignoti e avviato a seguito della denuncia delle due donne, il pubblico ministero incaricato avrebbe chiesto l'archiviazione alla quale è stata presentata opposizione dal legale di una delle due donne;

   i legali delle donne denunciano irregolarità nella redazione dei verbali e incongruenze di fatto con i referti medici rilasciati dall'ospedale Maggiore di Bologna;

   indipendentemente dall'accertamento di eventuali reati, sui quali si esprimerà l'autorità giudiziaria rispetto ai procedimenti in corso, a parere dell'interrogante è necessario che i Ministri interrogati si attivino affinché venga fatta massima chiarezza sulla vicenda, verificando l'esistenza di eventuali irregolarità, omissioni, possibili violazioni di legge, regolamenti o circolari e la sussistenza di eventuali profili di responsabilità disciplinare, in particolari sulla eventuale mancata attivazione da parte dei sanitari e della competente Procura delle procedure previste dal «codice rosso» in caso di sospetta violenza sessuale –:

   quali provvedimenti urgenti i Ministri interrogati, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano adottare per far luce sulla vicenda e per verificare l'esistenza di eventuali irregolarità, omissioni, violazioni di legge, regolamenti o circolari e correlate responsabilità disciplinari, con particolare riguardo alla eventuale mancata attivazione da parte dei soggetti competenti delle procedure previste dal Codice rosso in caso di sospetta violenza sessuale.
(4-00770)


   BOSCHI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel Comune di Ponsacco, in provincia di Pisa, il condominio «Bellavista» di via Rospicciano rappresenta il focolaio di una situazione di crescente criticità in termini di degrado, spaccio di stupefacenti, episodi di bullismo, violenza e microcriminalità;

   l'immobile è interessato da una serie di contenziosi gestionali e giudiziari legati in particolare alla società proprietaria dell'immobile, infatti il complesso è ancora da completare nelle opere di urbanizzazione e la piazza pubblica antistante si trova ancora allo stato di cantiere, in quanto il costruttore non ne ha terminato la realizzazione e ancora non è stata ceduta, come previsto, all'amministrazione comunale;

   ad oggi l'edificio ospita numerosi nuclei familiari, anche stranieri, con il susseguirsi di fenomeni di mancata integrazione e microcriminalità;

   tale situazione di degrado ha determinato il susseguirsi di una serie di episodi violenti di bullismo minorile e di violenze e abusi nei confronti dei commercianti che hanno minato la sicurezza della zona, soprattutto nelle ore serali;

   l'amministrazione comunale di Ponsacco ha più volte richiamato l'attenzione delle istituzioni locali e nazionali sull'esigenza che una tale situazione di degrado avrebbe richiesto una gestione coordinata tesa ad evitare gli episodi di violenza e insicurezza sociale, purtroppo, molto frequenti, che portano anche ad un allontanamento dal centro del tessuto produttivo e commerciale;

   l'amministrazione comunale, pur con i limitati mezzi a disposizione, ha preso provvedimenti, grazie anche al lavoro della Polizia municipale in collaborazione con le forze di Polizia e dei Carabinieri della locale stazione — :

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno, nell'ambito di un complessivo, indispensabile e urgente incremento degli organici delle forze dell'ordine nel comune di Ponsacco, anche disporre l'istituzione di un presidio permanente di polizia nelle immediate vicinanze dell'immobile denominato «condominio Bellavista», che consenta un maggiore controllo delle gravi criticità citate in premessa e contribuisca al ripristino delle normali condizioni di legalità e sicurezza nel territorio cittadino.
(4-00776)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARZOTTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Fpt è una società solidissima: impiega circa 8.400 dipendenti in tutto il mondo, localizzati in 10 stabilimenti e 6 centri di ricerca e sviluppo. L'esistenza di una rete di distribuzione di 93 concessionari e oltre 899 punti di assistenza assicura la presenza di Fpt industrial in oltre 100 Paesi;

   il 1° ottobre del 2019 i dirigenti di Cnh/Ftp Industrial hanno deciso di chiudere lo stabilimento di Pregnana Milanese, trasferendo le relative attività a Torino. Da quel giorno è iniziata una vera e propria odissea per i lavoratori dello stabilimento. Si è passati dalla:

    a) Cassa integrazione guadagni straordinaria per cessata attività ai sensi dell'articolo 44 del decreto-legge n. 109 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 130 del 2018 unitamente ad un accordo di ricollocazione ex articolo 24-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015 nel 2022;

    b) procedura di licenziamento collettivo ex articolo 4, legge 23 luglio 1991, n. 223;

    c) Cassa integrazione guadagni straordinaria per transizione occupazionale ex articolo 22-ter del decreto legislativo n. 148 del 2015. L'accordo per il ricorso Cassa integrazione guadagni straordinaria per transizione occupazionale per 12 mesi dal 1° maggio 2022 a favore dei 76 residui lavoratori del sito, tutti strutturalmente eccedenti, è stato raggiunto il 22 aprile 2022. Attualmente, i lavoratori e le lavoratrici in esubero e non ancora ricollocati sono 45. Il personale in questione, in caso di licenziamento, non riuscirà a raggiungere la pensione e non ha trovato una ricollocazione in altre aziende;

   evidentemente, le scelte imprenditoriali sono avvenute a totale discapito dei lavoratori e delle lavoratrici del sito di Pregnana Milanese che ancora, dopo 3 anni, si trovano in totale balia dell'azienda. Gli stessi, infatti, sapevano che inizialmente vi sarebbe stata una riconversione del sito che, però, non è mai avvenuta –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda adottare per supportare i lavoratori e le lavoratrici coinvolte nell'operazione in oggetto e non ancora ricollocati.
(5-00646)

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione. – Per sapere – premesso che:

   ogni anno Inps indice dei bandi di concorso per coprire le spese rispettivamente per corsi di studio all'estero e per soggiorni estivi di vacanze tematiche e studio in Italia e all'estero;

   il contributo è riconosciuto a studenti figli o orfani di dipendenti o pensionati della pubblica amministrazione o iscritti alla gestione del fondo, postelegrafonici;

   in particolare, «Estate INPSieme» è un bando di concorso che offre la possibilità di fruire di soggiorni studio all'estero e di vacanze tematiche in Italia durante la stagione estiva;

   il bando di concorso «Corso di lingue all'estero» permette invece di partecipare all'estero a un corso nella lingua ufficiale del Paese ospitante, finalizzato a ottenere la certificazione del livello di conoscenza della lingua B2, C1, C2;

   fino al 2022 entrambi i bandi prevedevano che, con riferimento ai pacchetti di servizi a favore dei beneficiari del contributo vincitori della graduatoria di riferimento, Inps provvedesse direttamente al pagamento della prestazione nei confronti del soggetto fornitore e organizzatore del servizio prescelto, a margine di alcuni specifici adempimenti a cura di quest'ultimo;

   tuttavia da quest'anno il sistema di erogazione è cambiato: entrambi i bandi «Estate INPSieme» e «Corso di lingue all'estero» prevedono che spetti al soggetto beneficiario prenotare il servizio prescelto e che solo in un secondo momento Inps, entro termini temporali prefissati dagli stessi bandi, provveda a erogare il contributo ai favore del richiedente in due distinte tranche:

   in particolare è previsto che l'Inps eroghi la prima tranche entro il 9 giugno ai vincitori in graduatoria, termine che slitta al 21 giugno per i ripescati; per la seconda tranche, invece, relativa al restante 50 per cento del contributo, l'ente ha a disposizione tempi più lunghi: vi deve infatti provvedere entro il 25 ottobre;

   considerato che le graduatorie dei nuovi bandi vengono pubblicate entro la fine di aprile, le famiglie devono provvedere già entro il mese di maggio a pagare almeno il 50 per cento della quota del pacchetto vacanza alle agenzie di viaggio;

   al disagio relativo all'onerosa anticipazione delle spese si affianca inoltre la macchinosa ricerca dell'agenzia di viaggio alla quale rivolgersi. Mentre infatti fino al 2022 le agenzie e i tour operator che organizzavano la vacanza studio erano obbligati ad accreditarsi presso Inps, da quest'anno tale obbligo viene meno e spetta ai richiedenti dover individuare l'agenzia che rispetti i parametri specifici richiesti dall'Inps;

   la recente e rilevante modifica del sistema rischia di compromettere la partecipazione ai bandi da parte di quegli studenti che appartengono a nuclei familiari meno abbienti che non possono farsi carico della prestazione, anticipando le spese per i pacchetti di viaggio, vitto e alloggio;

   conseguentemente i nuovi bandi 2023 subiranno un importante calo di affluenza. A parteciparvi saranno infatti in larga parte le sole famiglie con Isee più elevati, a discapito di coloro che invece non risultano in grado di sostenere le spese richieste;

   la nuova previsione di onerosi anticipi di pagamento delle prestazioni oggetto del contributo Inps a carico delle famiglie richiedenti determina un importante ostacolo per l'effettiva e indiscriminata fruibilità del contributo –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano porre in essere al fine di rivedere le attuali modalità di fruizione e termini di erogazione del contributo oggetto dei bandi di concorso «Estate INPSieme» e «Corso di lingue all'estero».
(4-00771)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   BOSCHI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il Miur, con nota 3390 del 30 novembre 2001, ha ridefinito le competenze delle istituzioni scolastiche che devono «garantire l'assistenza di base agli alunni in situazione di handicap e degli Enti Locali che devono garantire l'assistenza specialistica»;

   secondo quanto disciplinato dalla nota, l'inclusione scolastica non consiste solo nell'offrire un posto ai portatori di disabilità, ma nell'organizzare il sistema scolastico così da prendere in carico i problemi di difficoltà educativa che tutti gli alunni possono incontrare;

   l'articolo 40, comma 3 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, prevedeva l'attivazione di un posto in organico per il sostegno ogni 138 alunni di scuole pubbliche della provincia; la legge 27 dicembre 2006, n. 296 e la legge 24 dicembre 2007, n. 244 hanno abrogato il predetto criterio per la formazione dell'organico dei posti di sostegno, individuando un parametro che, a livello nazionale, non può superare il rapporto medio di un insegnante ogni due alunni con disabilità;

   tuttavia gli articoli da 12 a 17 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, riconoscono e tutelano la partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, in particolare nei luoghi per essa fondamentali, tra i quali la scuola;

   la legge 5 febbraio 1992, n. 104 ha sancito l'obbligo per gli enti locali di fornire all'interno di tutte le scuole l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione degli alunni recanti handicap fisici o sensoriali;

   le figure assistenziali nelle scuole comprendono ruoli e professionalità molto eterogenei: l'assistente igienico personale svolge una assistenza di tipo materiale, mentre l'assistente all'autonomia e comunicazione è un operatore socio-educativo, assegnato a ciascun disabile, che deve favorire la partecipazione alle attività scolastiche sostenendo apprendimento, integrazione e relazione tra studente con disabilità, scuola, famiglia e servizi territoriali;

   laddove il discente necessiti di assistenza di tipo infermieristico, propria dei «soggetti portatori di handicap in situazione di gravità», di cui all'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, sebbene la legge preveda una programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari e socio-assistenziali, vi è carenza negli istituti di quel personale qualificato (tra cui infermieri) indispensabile per assistere soggetti con deficit e patologie gravi, che necessitano di assistenza permanente e globale;

   in presenza di alunni che soffrono di epilessia, disfagie severe, portatori di tracheotomie, alimentati con sondini o tramite Peg, che presentano problematiche gravi e improvvise, l'assistenza deve essere affidata ad infermieri;

   la figura dell'infermiere scolastico, tuttavia, non è marcatamente presente negli istituti e sempre più spesso, al verificarsi di circostanze come l'assenza non preventivata del personale, le famiglie sono costrette a non mandare a scuola i figli, negando loro il diritto all'istruzione, e devono adire i tribunali per vedere riconosciuto il diritto all'assistenza infermieristica durante l'orario scolastico;

   risulterebbe poi all'interrogante che in alcune regioni, come la Lombardia, l'assistenza sanitaria scolastica sia affidata a enti o cooperative private che si accreditano per il servizio, non di assistenza scolastica, ma di assistenza domiciliare integrata;

   come denunzia «Nessuno escluso», associazione di volontariato nata nel 2020: «in molte regioni italiane i genitori di questa categoria di pazienti, solo ogni fine settimana conoscono il programma di quella successiva e spesso uno o più giorni non sono coperti.» –:

   quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per risolvere le problematiche descritte in premessa e se non ritengano opportuno intervenire, anche attraverso iniziative normative di rango primario, incrementando le risorse ed equiparando l'assistenza domiciliare integrata all'assistenza scolastica, al fine di garantire una più capillare presenza infermieristica nelle scuole e rendendo effettivo il diritto all'istruzione anche per gli studenti con disabilità.
(3-00302)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI e ZANELLA. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da un articolo pubblicato su il Fatto Quotidiano del 31 marzo 2023 migliaia di specializzandi in medicina si vedono negare dagli atenei le autorizzazioni ad essere assunti negli ospedali nonostante il cosiddetto decreto Calabria preveda il reclutamento di specializzandi, a partire dal terzo anno, da parte di tutti gli ospedali che fanno parte della rete formativa di una scuola di specializzazione della stessa branca medica;

   l'accordo quadro stipulato tra il Ministero dell'università e della ricerca e il Ministero della salute stabilisce che la scuola di specializzazione deve redigere, entro 15 giorni dalla richiesta dell'azienda sanitaria interessata, un progetto formativo individuale da allegare al contratto di lavoro;

   la norma prevede inoltre che per applicare tali misure dovranno essere stipulati degli accordi tra le singole regioni e le università;

   da quanto risulta al Fatto Quotidiano sarebbero quasi venticinquemila gli specializzandi, dal terzo al quinto anno, che potrebbero essere assunti negli ospedali per tamponare la carenza di medici nel servizio sanitario pubblico che, a causa di finanziamenti insufficienti e carenza strutturale di personale medico e infermieristico, si trova in uno stato di crisi senza precedenti;

   il caso più eclatante è proprio quello della regione Calabria dove le università hanno rifiutato il nulla osta a oltre 500 specializzandi che avevano risposto ad un avviso pubblico della regione;

   le motivazioni addotte dalle università a tali rifiuti sono tra le più varie: l'università di Perugia, ad esempio, nega l'autorizzazione in considerazione del fabbisogno nel territorio regionale umbro, mentre la Sapienza università di Roma ha comunicato di non voler stipulare accordi con regioni diverse da quelle in cui insistono le strutture della rete formativa delle proprie scuole di specializzazione;

   l'università di Bologna ha negato accordi con le regioni Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Liguria, l'università di Siena non intende stipulare accordi con altre regioni diverse dalla Toscana e addirittura, l'università di Torino sostiene che il decreto Calabria sia autorizzabile soltanto in Piemonte e in Valle d'Aosta così come l'università di Catanzaro sostiene che sia autorizzabile soltanto in Calabria;

   il richiamato decreto Calabria prevede che gli specializzandi, a partire dal terzo anno, possano partecipare ai concorsi pubblici e in caso di idoneità essere inseriti in una graduatoria separata alla quale possono attingere le aziende sanitarie per assumere personale con contratto a tempo determinato che si trasforma in indeterminato al conseguimento del titolo;

   la suddetta norma, alla luce di quanto emerge dall'articolo di stampa richiamato, risulta all'interrogante largamente disattesa, con grave pregiudizio per il servizio sanitario pubblico –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intendano assumere affinché via sia una corretta interpretazione e applicazione del cosiddetto decreto Calabria, in modo da consentire l'accesso nelle strutture sanitarie pubbliche, oggi in grave carenza di personale medico-infermieristico, di circa venticinquemila specializzandi.
(4-00772)

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Dori n. 4-00751, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 79 del 30 marzo 2023.

   DORI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dopo il blitz all'Itis Castelli, dopo le tensioni create al liceo De André, con l'arrivo dei carabinieri, dopo gli striscioni affissi anche in altre scuole superiori come all'istituto Mantegna, con uno striscione contro la resistenza, Blocco Studentesco a Brescia ha agito ancora: stamattina, davanti alla sede del liceo scientifico Calini, è stato esposto un altro inquietante striscione: «Antifascismo è anticultura», questo il messaggio, firmato dal movimento d'ispirazione neofascista ed emanazione di Casa Pound;

   il gruppo non è nuovo ad azioni di questo genere anche fuori Brescia: l'episodio recente a Firenze ha già fatto molto discutere. Pochi giorni fa aveva rivendicato la scritta fuori dal Mantegna che diceva: «la resistenza è una cagata pazzesca»;

   lo striscione al Calini è già stato rimosso e il dirigente scolastico Marco Tarolli ha convocato subito i rappresentati d'istituto che hanno poi chiesto che fosse convocata un'assemblea straordinaria con gli studenti per parlare del fatto. Tarolli ha già comunicato l'intenzione di sporgere denuncia e affermato di essere in contatto con la Digos;

   lo striscione di Blocco Studentesco è una risposta al fatto che l'altro ieri la commissione scuola dell'Anpi «Dolores Abbiati» di Brescia ha pubblicato sui social la dichiarazione dei docenti del Calini a proposito del pestaggio al liceo Michelangelo di Firenze e di quanto accaduto al Mantegna;

   nella nota, pubblicata anche sul sito del liceo, si legge: «I sottoscritti docenti del Liceo Scientifico Calini dichiarano di voler sostenere con forza e determinazione i princìpi e i valori della Costituzione Italiana che promuovono la libertà di pensiero, da esprimersi attraverso dibattiti e non aggressioni come quelle verificatesi a Firenze, attraverso riflessioni e non offese come quelle recentemente apparse a Brescia ai danni dell'Anpi»;

   il gruppo di ispirazione neofascista è lo stesso che il 10 marzo 2023 si è reso protagonista di un'analoga iniziativa al liceo Mantegna di Brescia, dove era in corso un convegno su democrazia e antifascismo, e nei giorni precedenti all'Itis Castelli. Provocazioni che sono state fermamente condannate da tutte le istituzioni territoriali;

   Blocco studentesco ha rivendicato l'azione con una nota: «È di questi giorni la dichiarazione dell'assemblea dei docenti del Liceo Calini nella quale dichiarano l'antifascismo essere la migliore risposta culturale al fascismo non considerando però per quello che è in realtà ovvero la negazione di un ideale. Un ideale che era, è e sarà la migliore risposta all'inadeguatezza del sistema capitalista e comunista»;

   in risposta allo striscione di Blocco studentesco, gli studenti del Liceo Calini hanno elaborato un documento per prendere convintamente le distanze;

   la lettera è il frutto di due assemblee studentesche molto partecipate, oltre 600 presenti alla prima assemblea e circa 200 alla seconda;

   nella lettera gli studenti affermano: «Il nostro liceo si riconosce nei valori della nostra Costituzione e noi, suoi studenti, ci dichiariamo antifascisti (...). L'infamia e l'indifferenza non possono vincere i giusti, né la paura soffocare i giovani, non di nuovo e non ora. Eppure il timore c'è: l'odio sembra divampare. Noi non scegliamo il silenzio. Perché ci si ricordi tutti insieme chi siamo, per non abbandonare una città ed una nazione alle barbarie e all'asfissia dettata da un'oppressione che si credeva passata: si rimanga tutti, ancora una volta, uniti. Perché amiamo la democrazia, perché amiamo la libertà» –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di impedire che azioni di ispirazione neofascista possano nuovamente verificarsi presso gli istituti scolastici della città di Brescia e se intenda farsi promotore delle iniziative di competenza finalizzate allo scioglimento delle organizzazioni neofasciste che agiscono in spregio dei valori democratici.
(4-00751)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Graziano n. 4-00399 del 2 febbraio 2023.