Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 28 aprile 2023

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 28 aprile 2023.

  Albano, Ascani, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Boldrini, Bonetti, Braga, Cappellacci, Carloni, Cecchetti, Cirielli, Coin, Enrico Costa, Sergio Costa, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Fassino, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gardini, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Mulè, Nordio, Orlando, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Pietrella, Pizzimenti, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Sportiello, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zucconi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 27 aprile 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   D'ORSO: «Disposizioni per sostenere l'accesso alla locazione di immobili abitativi e il pagamento dei canoni nei casi di morosità incolpevole» (1121);

   ZIELLO: «Divieto dell'uso della catena per gli animali di affezione» (1122);

   CARETTA ed altri: «Riconoscimento della figura dell'agricoltore e dell'allevatore custodi dell'ambiente e del territorio e delega al Governo per la tutela e la promozione dell'attività da essi svolta» (1123).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge.

  In data 27 aprile 2023 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:

   dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale:

    «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di San Marino concernente il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie di sequestro e confisca, nonché la destinazione dei beni confiscati, fatto a Roma il 26 maggio 2021» (1124).

  Sarà stampato e distribuito.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge COMAROLI ed altri: «Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche» (202) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Giagoni.

  La proposta di legge CAIATA ed altri: «Istituzione della Giornata della lotta contro la mafia» (782) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Calovini.

  La proposta di legge DEIDDA ed altri: «Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992» (808) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Calovini.

  La proposta di legge CAFIERO DE RAHO ed altri: «Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari» (823) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sergio Costa.

  La proposta di legge L'ABBATE ed altri: «Incentivo per la realizzazione di opere finalizzate al recupero e al riutilizzo delle acque meteoriche» (860) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sergio Costa.

  La proposta di legge AMATO ed altri: «Legge quadro per lo sviluppo delle isole minori marine, lagunari e lacustri» (940) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sergio Costa.

  La proposta di legge CANGIANO ed altri: «Modifiche all'articolo 2 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernenti l'introduzione dell'insegnamento di scienze giuridiche, economiche e del lavoro nel primo biennio dei corsi delle scuole secondarie di secondo grado e l'attribuzione del coordinamento dell'insegnamento dell'educazione civica ai docenti di discipline giuridiche ed economiche» (957) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Calovini.

  La proposta di legge CARAMANNA ed altri: «Disposizioni in materia di turismo accessibile e di partecipazione delle persone disabili alle attività culturali, turistiche e ricreative» (997) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Calovini e Coppo.

  La proposta di legge FOTI: «Modifica all'articolo 5 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, concernente il prolungamento delle agevolazioni fiscali per i lavoratori con almeno tre figli minorenni o a carico che trasferiscono la residenza in Italia» (1048) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Malagola.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

  II Commissione (Giustizia):

   ANTONIOZZI: «Modifica all'articolo 444 del codice di procedura penale, concernente l'esclusione dell'applicazione della pena su richiesta nei procedimenti per delitti sessuali in danno di minori» (951) Parere delle Commissioni I, V e XII.

  VII Commissione (Cultura):

   BERRUTO ed altri: «Istituzione dei Giochi della gioventù “Giulio Onesti”» (947) Parere delle Commissioni I, V, VIII, XI e XII;

   AMATO ed altri: «Istituzione dei Giochi della gioventù “Giulio Onesti”» (990) Parere delle Commissioni I, V, VIII, XI e XII.

  XI Commissione (Lavoro):

   BICCHIELLI: «Disposizioni per garantire alle persone affette da disabilità e invalidità condizioni di parità nella partecipazione ai concorsi pubblici» (925) Parere delle Commissioni I, V e XII.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 27 aprile 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (OGS), per l'esercizio 2021, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 75).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 27 aprile 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Unione nazionale mutilati per servizio (UNMS), per l'esercizio 2021, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 76).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 28 aprile 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale, per l'esercizio 2021, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 77).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 28 aprile 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di ENAV Spa, per l'esercizio 2021, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 78).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 27 aprile 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la proposta di raccomandazione del Consiglio sui fattori abilitanti fondamentali per il successo dell'istruzione e della formazione digitale (COM(2023) 205 final) e la proposta di raccomandazione del Consiglio sul miglioramento dell'offerta di competenze digitali nell'istruzione e nella formazione (COM(2023) 206 final), che sono assegnate, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro),con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 27 aprile 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul trasferimento dei procedimenti penali (COM(2023) 185 final);

   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2001/110/CE del Consiglio concernente il miele, la direttiva 2001/112/CE del Consiglio concernente i succhi di frutta e altri prodotti analoghi destinati all'alimentazione umana, la direttiva 2001/113/CE del Consiglio relativa alle confetture, gelatine e marmellate di frutta e alla crema di marroni destinate all'alimentazione umana e la direttiva 2001/114/CE del Consiglio relativa a taluni tipi di latte conservato parzialmente o totalmente disidratato destinato all'alimentazione umana (COM(2023) 201 final);

   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi (EGF/2023/000 TA 2023 – Assistenza tecnica su iniziativa della Commissione) (COM(2023) 202 final);

   Comunicazione della Commissione sull'iniziativa dei cittadini europei «Salviamo api e agricoltori! Verso un'agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano» (C(2023) 2320 final).

Comunicazione di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 18 e 24 aprile 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle sottoindicate Commissioni:

   alla V Commissione (Bilancio) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze:

    al dottor Marco Camilletti, l'incarico di direttore dell'Unità di missione per l'analisi e la valutazione della spesa, nell'ambito del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato;

   alla XII Commissione (Affari sociali) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito del Ministero della salute:

    alla dottoressa Mariella Mainolfi, l'incarico di direttore della Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2023 (DOC. LVII, N. 1)

Doc. LVII, n. 1 – Risoluzione sulla nuova Relazione di cui all'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 (Doc. LVII, n. 1 – Annesso-bis)

RISOLUZIONE

   La Camera,

   esaminata la nuova Relazione al Parlamento, presentata ai sensi dell'articolo 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 243,

autorizza il Governo

ai sensi dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione, e dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, a dare attuazione a quanto indicato nella citata Relazione, con particolare riguardo, nel 2023, al taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente e al sostegno delle famiglie con figli e, nel 2024, al rifinanziamento del Fondo per la riduzione della pressione fiscale anche per interventi a tutela dei lavoratori e delle famiglie.
(6-00032) «Foti, Molinari, Barelli, Lupi».


Doc. LVII, n. 1 – Risoluzioni relative al Documento di economia e finanza 2023

RISOLUZIONI

   La Camera,

   premesso che:

    dal Documento di economia e finanza (DEF) 2023 emerge inequivocabilmente la gravità, da cui dipende il futuro del Paese e delle prossime generazioni, della grande questione sociale della crisi demografica che attanaglia l'Italia. Il tema, infatti, è da tempo attenzionato dalla Commissione europea, che su questo effettua stime periodiche, elaborate dal Gruppo di lavoro sull'invecchiamento demografico, nell'ambito del Comitato di politica economica (Economic Policy Committee Working Group Ageing o EPC-WGA). In base alle ultime proiezioni, pubblicate all'interno dei cosiddetti Ageing Reports, il costo totale dell'invecchiamento della popolazione nei paesi membri dell'Unione europea, gravante, in particolare, sul sistema pensionistico e sulla sanità, è previsto aumentare di 1,9 p.p. di PIL nel lungo periodo, raggiungendo il 25,9 per cento del PIL nel 2070;

    emerge chiaramente, inoltre, visti i dati sopraindicati, come l'apporto dell'immigrazione sia fondamentale per la tenuta dei conti pubblici. Si stima che, al 2070, il debito pubblico calerebbe di 20 punti nel caso di un incremento del 33 per cento dell'immigrazione netta. Ove, al contrario, l'immigrazione diminuisse del 33 per cento, il debito aumenterebbe di ben 60 punti;

    il tema della sostenibilità del debito pubblico, che è centrale anche alla luce dell'andamento dei tassi d'interesse, come emerge, seppur ancora in modo non univoco, dalle analisi delle società di rating, e che sarà nodale anche nell'ambito del negoziato che in sede dell'Unione europea sta per entrare nel vivo, deve essere affrontato dalle istituzioni italiane con pragmaticità e senza pregiudizi ideologici;

    a gravare sulle prospettive della crescita economica del Paese, vi è, inoltre, la mancanza, in taluni settori, di regole chiare che garantiscano un mercato concorrenziale, come nel caso delle concessioni balneari;

    anche la Corte di giustizia dell'Unione europea, con sentenza pubblicata in data 20 aprile 2023, ha nuovamente richiamato l'Italia sulla questione del rinnovo automatico delle concessioni balneari, che in base al diritto dell'Unione europea devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente, e specificato che i giudici italiani sono tenuti a disapplicare le disposizioni del diritto interno non conformi alla normativa europea, riferendosi, nello specifico, alla Direttiva 2006/123/CE, cosiddetta Bolkestein,

impegna il Governo, coerentemente con quanto riportato nel Documento di economia e finanza (DEF) 2023:

   ad attivare immediatamente una strategia finalizzata all'aumento dei flussi netti di immigrazione, da perseguire mettendo in atto una riforma complessiva del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, al fine di rispondere alle richieste delle imprese operanti in molteplici settori economici, istituendo nuovi canali legali d'ingresso in Italia, anche mediante l'introduzione di permessi di soggiorno temporaneo per la ricerca di lavoro e favorendo l'attività di intermediazione tra datori di lavoro italiani e cittadini stranieri, nonché mettendo in atto politiche di regolarizzazione degli stranieri già presenti in Italia, introducendo appositi permessi di soggiorno ad essi destinati nel caso di comprovata integrazione sociale o di disponibilità di un datore di lavoro all'assunzione;

   a portare al più presto all'esame del Parlamento la legge annuale sulla concorrenza con misure incisive e non reticenti sulla messa a gara delle concessioni pubbliche, ivi inclusa quella sulle concessioni balneari esplicitamente e reiteratamente richiesta dalle autorità europee in osservanza della Direttiva dell'Unione europea 2006/123/CE, cosiddetta Bolkestein, nonché sulla messa a gara come regole di base per i servizi pubblici locali, anche alla luce della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea citata in premessa.
(6-00027) «Magi, Della Vedova».


   La Camera,

   premesso che,

    il Documento di economia e finanza 2023 rivede le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica a legislazione vigente contenute nella Nadef 2022, in un quadro economico di riferimento migliorato rispetto a quello dello scorso novembre ma che resta incerto;

    destano preoccupazioni il perdurare del conflitto russo-ucraino e le conseguenti tensioni geopolitiche internazionali, nonché il rialzo dei tassi di interesse e il drenaggio di liquidità operato dalle banche centrali che hanno fatto affiorare sacche di criticità preoccupanti nel sistema bancario internazionale;

    la resilienza del sistema economico-produttivo nazionale continua a mostrarsi solida, ma la crescita congiunturale del PIL ha subito un brusco rallentamento nella seconda metà del 2022, con una contrazione nel quarto trimestre, sebbene dai più recenti indicatori si possa desumere una lieve ripresa della crescita economica confermata anche dalle indagini presso le imprese, che segnalano un miglioramento delle attese su ordinativi e produzione e un incremento degli investimenti rispetto allo scorso anno;

    la recente riclassificazione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi da parte di ISTAT, in accordo con Eurostat, ha comportato il passaggio dal criterio di cassa a quello di competenza, determinando un notevole peggioramento dell'indebitamento netto (deficit) del 2022, il quale si è attestato all'8 per cento del PIL anziché a un valore prossimo all'obiettivo programmatico del 5,6 per cento; al tempo stesso, per effetto di tale cambiamento contabile e delle recenti modifiche alla disciplina dei bonus edilizi, l'andamento del deficit della Pubblica amministrazione tenderà a migliorare nei prossimi anni, liberando spazi di bilancio; tuttavia non può essere trascurato l'impatto sul fabbisogno di cassa derivante dai crediti fiscali detenuti dai privati, che renderanno più complesso, quantomeno per il prossimo triennio, il proseguimento della rapida riduzione del rapporto debito/PIL che ha caratterizzato gli ultimi due anni;

    riguardo ai tendenziali, mentre il PIL 2022 è aumentato dello 0,5 per cento rispetto alle previsioni originarie, con un rialzo dal 3,3 per cento al 3,7 per cento, a legislazione vigente la stima per il 2023 è stata rivista al ribasso, a causa delle tensioni inflazionistiche in atto e dell'indebolimento del ciclo economico internazionale accompagnato dai rialzi dei tassi da parte delle principali banche centrali e delle criticità sui portafogli di alcuni istituti di credito recentemente emerse;

    il tasso di crescita del PIL indicato nel Documento di economia e finanza del 2023 è fissato all'1 per cento, rispetto al 2,4 per cento del precedente, così come al ribasso sono riviste le previsioni per gli anni 2024 e 2025;

    anche con riferimento all'indebitamento netto, nonostante la citata riclassificazione dei bonus fiscali nell'edilizia, il tasso deficit/PIL 2023 è fissato al 4,5 per cento, in rialzo rispetto alle precedenti previsioni che lo stimavano al 3,9 per cento, mentre appaiono assai ottimistiche le previsioni in materia di debito pubblico, considerando che tutte le proiezioni sono elaborate al netto delle politiche invariate, le quali comportano una serie di spese obbligatorie che necessiteranno di coperture e che dovranno comportare una revisione della spesa assai attenta a non incidere sugli altri tendenziali in senso contrattivo;

    come rilevato dalla Corte dei conti, infatti, già nello scenario a «politiche invariate» occorrerà mettere in atto una serie di misure in tempi ravvicinati: dalle risorse per il pubblico impiego, con il rinnovo dei contratti scaduti nel 2021 e la proroga delle misure una tantum, alla conferma delle misure di riduzione del cuneo introdotte dal governo Draghi e riproposte nella legge di bilancio per il 2023, di cui il DEF prefigura un ampliamento; se poi l'emergenza energetica non dovesse essere superata, sarà necessario prorogare le misure per le fasce sociali ed economiche più deboli, per ora finanziate per il solo 2023; a tali voci andranno ad aggiungersi i rifinanziamenti degli interventi in conto capitale;

    di peso sono anche gli interventi di manutenzione straordinaria del sistema di welfare, a partire dalla sanità, dove le criticità ormai evidenti richiederanno interventi strutturali di portata ben superiore a quelli introdotti con il decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, a partire dall'aggiornamento dei LEA, non più rinviabile; anche nel campo della previdenza, già la conferma del regime attuale comporterebbe un intervento consistente;

    è sempre la Corte a rilevare come, a fronte di un tale quadro, il DEF 2023 non offra una pur generale indicazione sulle scelte che dovrebbero accompagnare il processo delineato all'interno del quadro delle compatibilità di bilancio, al di là di un generico riferimento ai risparmi derivanti dalla spending review;

    il rischio oggettivo è che il margine di bilancio rispetto alle previsioni dello scenario tendenziale destinato a finanziare in taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente nel 2023 (3 miliardi di euro) e le residue risorse del Fondo per la riduzione della pressione fiscale nel 2024 (oltre l'ulteriore miliardo di euro) siano compromesse nella loro destinazione per la copertura delle spese obbligatorie connesse alle politiche invariate, mancando l'obiettivo di riuscire a sostenere la domanda privata e dare slancio, attraverso la riduzione del cuneo, al mercato del lavoro;

    sempre più centrale per il mantenimento di un percorso di stabilità e crescita appare, quindi, la piena attuazione delle riforme e degli investimenti del PNRR; a tal proposito, le simulazioni sull'impatto del Piano sul PIL e sulle principali grandezze macroeconomiche non indicano nel dettaglio tempi e modalità di realizzazione degli interventi e per le riforme previste; inoltre il Documento in esame non fornisce informazioni dettagliate in merito alla dinamica annuale della spesa, in attesa degli esiti delle interlocuzioni con le istituzioni europee sulla rimodulazione di alcuni degli interventi e dei relativi cronoprogrammi; tali elementi destano preoccupazione, dal momento che il mancato raggiungimento anche di soltanto alcuni degli obiettivi del PNRR rischia di mettere in discussione le previsioni tendenziali;

    in questa prospettiva si dimostra fondamentale il rafforzamento e rilancio del piano Industria 4.0, quale vero e proprio volano per gli investimenti e per la modernizzazione e la competitività del sistema industriale nazionale;

    la reindustrializzazione del Paese passa necessariamente per l'elaborazione di politiche energetiche chiare, tempestive, concrete e lungimiranti, che possano garantire al nostro tessuto economico-produttivo autonomia strategica e immunità da condizionamenti capaci di inficiare strategie di sviluppo di medio-lungo periodo;

    il perseguimento degli obiettivi di crescita in nessun caso può far passare in secondo piano la centralità della tutela della salute quale prioritario e fondamentale obiettivo della Repubblica: finanziare il sistema sanitario nazionale, fare fronte alle criticità maturate nel corso degli anni e garantire una risposta universale, efficace ed efficiente investendo su di esso rappresenta una condizione imprescindibile a presidio del benessere dei cittadini e della nostra comunità,

impegna il Governo:

   1) a chiarire il profilo di programmazione e di stabilità degli interventi di politica economica contenuti nel quadro programmatico di finanza pubblica, assicurandosi che ogni intervento di riduzione della pressione fiscale e contributiva sia incorporato nei tendenziali e che quindi le corrispondenti risorse siano stanziate su un orizzonte pluriennale, al fine di consentire a tali interventi di avere un'efficacia macroeconomica;

   2) ad adottare tutte le misure necessarie per attuare nei tempi previsti le riforme e gli investimenti del PNRR, mettendo pienamente al corrente il Parlamento degli intendimenti del Governo in merito alle scelte di revisione del Piano più volte annunciate e mai formalizzate;

   3) ad accrescere il finanziamento del Servizio sanitario nazionale allo scopo di salvaguardarne la natura universalistica, incrementando l'organico medico e infermieristico e le relative remunerazioni e indennità specifiche, favorendo il ricambio generazionale, riducendo i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche e per gli interventi terapeutici e assistenziali-riabilitativi, nonché per avviare un piano nazionale di edilizia sanitaria che rinnovi e modernizzi le strutture, sia per agevolare le attività di assistenza, sia per implementare le più avanzate tecniche mediche, della medicina di precisione e personalizzata;

   4) ad affrontare con determinazione e coraggio il problema della sostenibilità del sistema-Paese in relazione all'invecchiamento della popolazione, esposto con estrema chiarezza all'interno del presente Documento di economia e finanza, potenziando gli strumenti già esistenti di supporto alla natalità e alle politiche familiari come l'assegno unico universale, garantendo lo sviluppo di nuovi servizi per supportare la genitorialità e affrontando in maniera non ideologica e pragmatica le politiche sull'immigrazione;

   5) a definire un quadro programmatico strumentale all'avvio di un percorso di crescita pluriennale – ulteriore e complementare rispetto agli investimenti del PNRR e del PNC – fondato su obiettivi di politica industriale definiti, chiari, coerenti e congeniali all'elaborazione di strategie di investimento di medio-lungo termine da parte delle imprese, a cominciare dal ripristino, allargamento e stabilizzazione del piano industria 4.0;

   6) a creare le condizioni affinché il quadro programmatico contenga elementi che possano garantire l'implementazione di una strategia energetica nazionale basata nel medio-lungo periodo su un equilibrato mix tra nucleare e fonti rinnovabili, in grado di conseguire simultaneamente gli obiettivi di forte contenimento delle emissioni di CO2, di autonomia strategica e di sostegno al sistema industriale del Paese.
(6-00028) «Richetti, Marattin, Del Barba, Enrico Costa, Gadda, Grippo, Sottanelli».


   La Camera,

   premesso che:

    il nostro Paese si trova a fronteggiare gli effetti congiunti di alcune grandi emergenze: una crisi economica e sociale di lungo corso, che ha coinciso con l'aumento di sacche di povertà e l'aggravarsi progressivo delle diseguaglianze; la crisi climatica, i cui effetti hanno cominciato a incidere pesantemente su ampie aree del territorio e che, a sua volta, colpisce più duramente le fasce di popolazione e le zone maggiormente vulnerabili; una crisi sanitaria scatenata dalla pandemia di COVID-19, che ha destabilizzato un Sistema sanitario pubblico già in difficoltà e che ha aggravato e inasprito i divari sociali e colpito maggiormente chi si trovava in condizioni di fragilità; a ciò si aggiunga, in ultimo, la guerra di aggressione alle porte dell'Europa e la crisi energetica, con pesanti ricadute sulla tenuta economica del nostro Paese;

    secondo le stime più recenti di Oxfam (Oxford Committee for Famine Relief), gli effetti della pandemia e della crisi energetica, a cui si deve un tasso di inflazione mai così alto da oltre 35 anni, rischiano di esacerbare ulteriormente i divari sociali che caratterizzano strutturalmente il nostro Paese;

    al contempo, il Sesto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici (AR6), concluso e pubblicato dall'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) il 20 marzo del 2023, certifica l'aumento degli eventi meteorologici estremi e dell'insicurezza alimentare e idrica che anche in Italia stanno comportando ricadute negative sull'economia, sull'ambiente e sulla vita delle persone;

   considerato che:

    il Documento di economia e finanza (DEF) 2023, il primo della legislatura in corso, è debole e rinunciatario e vede la luce in un quadro economico incerto che, tuttavia, ha beneficiato in termini di risultati dell'azione dei precedenti Governi. Nel 2022 il PIL è cresciuto, infatti, del 3,7 per cento e gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 9,4 per cento in termini reali, salendo al 21,8 per cento del PIL, un livello che non si registrava da oltre venti anni. Gli effetti di tale andamento si stanno riflettendo anche nei primi mesi del 2023;

    anche per quanto riguarda la finanza pubblica, il 2022 è stato positivo in termini di andamento del fabbisogno del settore pubblico, sceso al 3,3 per cento del PIL, e del debito lordo della Pubblica amministrazione, che si è ridotto arrivando al 144,4 per cento del PIL dal 149,9 per cento di fine 2021. Il disavanzo primario è sceso dal 5,5 al 3,6 per cento del PIL e la forte crescita delle entrate (7,9 per cento) ha più che compensato quella delle spese primarie (4,1 per cento). La spesa per interessi è salita di quasi un terzo, al 4,4 per cento del PIL (83,2 miliardi). L'indebitamento netto si è ridotto di un punto percentuale, all'8,0 per cento del PIL e al 5,4 per cento al netto della riclassificazione dei bonus edilizi per effetto delle recenti decisioni prese da Eurostat;

    il DEF 2023, il primo redatto dal Governo Meloni, contiene previsioni di crescita del PIL che si collocano nel solco già tracciato nel Documento programmatico di Bilancio (DPB) di novembre, confermando una sostanziale coincidenza tra l'andamento tendenziale a legislazione vigente e quello previsionale. Con il DEF 2023, il Governo rinuncia al raggiungimento per il nostro Paese di risultati più ambiziosi. Non emergono, infatti, chiari indirizzi di natura economica orientati allo sviluppo e al sostegno delle imprese e dei cittadini, mentre al contrario appaiono chiari e preoccupanti i probabili tagli di spesa pubblica, in particolare per il settore sanitario e per le politiche sociali, a copertura degli interventi che verranno adottati nei prossimi mesi;

    in questo scenario non sorprende, pertanto, che a fronte di un tasso di crescita tendenziale già modesto, 0,9 per cento nel 2023, 1,4 per cento nel 2024, 1,3 per cento nel 2025 e 1,1 per cento nel 2026, l'obiettivo programmatico risulti superiore di soli 0,1 punti sia per l'anno in corso che per il prossimo, mentre negli anni successivi i due valori coincidano. Occorre, tuttavia, sottolineare che le previsioni tendenziali sono state validate dall'UPB assumendo la piena e tempestiva realizzazione dei progetti del PNRR;

    anche sul fronte della finanza pubblica, gli obiettivi di disavanzo coincidono con i saldi del quadro tendenziale, se si escludono gli effetti di due interventi espansivi di entità limitata e con natura una tantum programmati nell'anno in corso (0,15 punti percentuali del PIL) e nel prossimo (0,2 punti). Nei piani del Governo l'indebitamento netto sarebbe dunque pari al 4,5 per cento del PIL nel 2023 e al 3,7 per cento nel 2024; il saldo primario passerebbe da un disavanzo dello 0,8 nel 2023 a un avanzo dello 0,3 l'anno successivo. Al netto della riclassificazione dei titoli di Stato, il disavanzo ora programmato per il 2024 sarebbe di 1 punto percentuale di PIL più alto del quadro del Documento Programmatico di Bilancio, e solo poco inferiore a quello programmato per il 2023, interrompendo di fatto il processo di miglioramento dei conti pubblici;

    alle deludenti previsioni di crescita concorrono alcune scelte poste al centro dell'azione del Governo ed esplicitate nel DEF 2023, tra cui:

     il superamento graduale di alcune delle misure straordinarie di politica fiscale attuate negli ultimi tre anni che hanno contribuito alla tenuta del Paese, in un momento di particolare difficoltà congiunturale, senza individuarne di nuove sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili che per il rilancio dell'economia;

     il taglio della spesa pubblica, al netto dell'inflazione, previsto per contribuire al contenimento del deficit e il debito della Pubblica amministrazione in rapporto al PIL, che andrà a colpire settori strategici con ricadute sui soggetti economicamente più deboli;

     l'assenza di interventi di politica economica in grado di continuare a sostenere la ripresa dell'economia italiana e il conseguimento di tassi di crescita del PIL e del benessere economico dei cittadini più elevati di quelli registrati nei precedenti anni;

     la mancata previsione di efficaci misure orientate alla riduzione dell'inflazione e al recupero del potere d'acquisto dei redditi fissi: sebbene l'inflazione sembri meno aggressiva dei mesi precedenti, resta ancora ad un livello alto e in alcuni settori incide pesantemente sui consumi delle famiglie e sugli investimenti delle imprese;

    ad aggravare il quadro previsionale vi è l'incerto apporto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), dagli investimenti e dalle riforme ivi previste. Senza una netta accelerazione nell'utilizzazione dei fondi del PNRR sarà difficile confermare le previsioni di crescita previste nel DEF, tanto che è lo stesso Documento ad affermare che «il Governo confida che anche nel corso dei prossimi anni» la crescita «sorprenda al rialzo» come avvenuto in passato. In tale ambito, preoccupano i ritardi che si stanno cumulando nello stato di attuazione del PNRR;

   rilevato che:

    a fronte di una stima del deficit tendenziale per l'anno in corso pari al 4,35 per cento, il mantenimento dell'obiettivo di deficit al 4,5 per cento previsto nel DPB di novembre scorso consente al Governo di poter introdurre un taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente per il solo anno 2023 (per 3,4 miliardi). Anche per il 2024, il mantenimento dell'obiettivo di deficit al 3,7 per cento previsto nel DPB, in luogo di quello tendenziale del 3,5 per cento, consente al Governo di destinare al Fondo per la riduzione della pressione fiscale 4,5 miliardi di euro, senza tuttavia indicare per quali interventi;

    quelle descritte sopra sono le uniche misure esplicitamente previste per sostenere la domanda privata, contrastare il calo del potere di acquisto delle retribuzioni causato dall'inflazione e ridurre la pressione fiscale. Per il resto, il DEF 2023 si limita ad indicare genericamente misure di sostegno alla crescita e al benessere dei cittadini, con nuovi interventi in favore di famiglie, e di rilancio degli investimenti e di rafforzamento della competitività del paese sul fronte delle imprese;

    nessuna chiara indicazione viene fornita in relazione alla prossima manovra di bilancio per gli anni 2024 e seguenti. Alcuni aspetti comunque appaiono già evidenti: 1) per il semplice mantenimento del taglio del cuneo contributivo anche per il 2024 saranno necessari oltre 10 miliardi di euro, a cui dovranno aggiungersi, come affermato dallo stesso Ministro per la pubblica amministrazione, altri 7- 8 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego: a fronte dei 4,5 miliardi derivanti dalla revisione dell'obiettivo di deficit, solo per queste due voci il Governo dovrà reperire circa 13 miliardi di euro. A questi dovranno aggiungersi risorse per altre voci fondamentali come le pensioni, sia per la riforma del sistema pensionistico sia per il finanziamento dell'istituto di «opzione donna», la sanità, l'istruzione, la non autosufficienza e per l'attuazione della delega fiscale. Sarà necessario, poi, individuare le coperture per oltre 14 miliardi di euro per il Ponte sullo stretto di Messina; 2) il finanziamento degli interventi di politica di bilancio avverrà «individuando le opportune coperture all'interno del bilancio pubblico», mentre al finanziamento delle cosiddette politiche invariate a partire dal 2024 – quali quelle relative ai rinnovi contrattuali e altre spese non presenti nello scenario a legislazione vigente, anche al fine di garantire la continuità dei servizi pubblici – nonché alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, concorreranno, secondo il Governo, un rafforzamento della revisione della spesa pubblica e una maggiore collaborazione tra fisco e contribuente. Tuttavia, i recenti condoni, che rappresentano nei fatti un incoraggiamento all'evasione, e un disegno di legge delega sul fisco orientato a «non disturbare troppo» chi evade le tasse, unitamente ad obiettivi di revisione della spesa poco ambiziosi, suggeriscono che anche queste fonti di finanziamento siano da considerarsi completamente inadeguate; le amministrazioni centrali assicureranno il concorso alla prossima manovra di finanza pubblica con risparmi di spesa in termini di indebitamento netto pari a 300 milioni nel 2024, 500 milioni nel 2025 e 700 milioni dal 2026;

    in tale contesto, desta forte preoccupazione la curva decrescente della spesa sanitaria nell'intero periodo considerato dal documento, con una riduzione in rapporto al PIL che va dal 6,9 per cento del 2022, al 6,7 per cento nel 2023, al 6,3 nel 2024 e al 6,2 per cento nel 2025 e 2026. Riduzioni determinate da una crescita media stimata del PIL nominale del 3,6 per cento a fronte di una crescita media stimata della spesa sanitaria dello 0,6 per cento, ben inferiore al tasso d'inflazione, nel triennio 2024-2026, che rischiano di compromettere il diritto costituzionale alla tutela della salute; per allineare la spesa sanitaria al valore di riferimento per la media europea (collocata tra il 7 e l'8 per cento del PIL) ci vorrebbero quasi 20 anni;

    la riduzione dell'incidenza del debito pubblico programmato dal Governo nel prossimo triennio non è esente da rischi. A tale riguardo, il DEF elabora uno scenario nel quale la dinamica decrescente del rapporto si interromperebbe, per invertirsi, già nel 2025, nel caso di un aumento dal prossimo anno dei differenziali di rendimento tra i nostri titoli di Stato. In un tale scenario avverso, si prefigurano alcuni effetti negativi determinati da una maggiore spesa per interessi e da più stringenti condizioni di finanziamento per il settore privato con un impatto negativo sulla crescita economica e attraverso questo canale, sui conti pubblici;

    in questo contesto, in assenza di una seria lotta all'evasione e di una attenta revisione della spesa pubblica che, senza operare tagli lineari, punti a eliminare gli sprechi mantenendo immutata la qualità dei servizi pubblici, diventano irrealistiche le promesse di: riduzione del carico fiscale, posticipi nell'età di pensionamento e aumento della spesa per la difesa e per la natalità, annunciate nei piani del Governo. Tanto meno tali piani possono essere coerenti con quegli aumenti di risorse da destinare prioritariamente alla sanità, alla pubblica istruzione e alla transizione ecologica,

impegna il Governo:

   a intraprendere le iniziative necessarie presso le sedi istituzionali europee al fine di concordare politiche e strumenti comuni di intervento orientati a evitare che la persistenza dell'inflazione abbia ricadute negative sulla diseguaglianza sociale – in termini di distribuzione del reddito e della ricchezza – e sulla continuità operativa delle imprese, sull'occupazione e sulle famiglie;

   a sostenere il livello delle retribuzioni e il potere d'acquisto dei salari, in primo luogo attraverso la riduzione strutturale del cuneo fiscale gravante sul costo del lavoro, rafforzando il processo già avviato nella scorsa legislatura; a garantire che gli interventi previsti per fronteggiare il caro energia siano applicati per tutto il periodo che si renderà necessario, dando priorità alla protezione delle fasce più deboli e alle imprese più esposte al caro energia; ad affiancare a tali interventi misure per sostenere i soggetti maggiormente colpiti dall'incremento dei prezzi di altri beni primari, a partire da quelli alimentari, che rischiano di colpire duramente le famiglie più povere e, in particolare, quelle i cui redditi nominali non variano al variare dell'inflazione; ad adottare interventi per sostenere le imprese dei settori maggiormente colpiti dagli effetti negativi dell'incremento dei prezzi e dei tassi d'interesse; a monitorare costantemente l'andamento della situazione del caro prezzi al fine di predisporre i necessari interventi;

   a rafforzare l'assegno unico, prima misura universalistica e progressiva a tutela e a sostegno della natalità, della genitorialità e delle famiglie, aumentando gli importi previsti, ampliando la platea dei beneficiari e rafforzando le clausole di salvaguardia; a introdurre una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito, al fine di incrementare il tasso di occupazione femminile; ad adottare misure dirette ad ampliare i congedi parentali, incrementandone il trattamento economico e la fruibilità da parte di entrambi i genitori; a rafforzare l'indennità di maternità; ad assicurare la realizzazione degli asili nido, come previsto dal PNRR, e il loro buon funzionamento attraverso un'adeguata dotazione di personale, con l'obiettivo di aumentare l'offerta di lavoro, dare impulso all'occupazione femminile, far emergere il lavoro nero e favorire il reinserimento nel mondo del lavoro dopo il congedo di maternità obbligatorio;

   a garantire la salvaguardia della progressività e dell'equità del nostro sistema fiscale, rafforzando l'azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, prevedendo meccanismi premiali per i contribuenti leali, la tracciabilità dei pagamenti, l'incrocio delle banche dati, il potenziamento delle Agenzie fiscali, escludendo ogni ipotesi di ricorso a condoni fiscali;

   a introdurre un salario minimo legale, salvaguardando la centralità della contrattazione collettiva nazionale;

   a evitare lo smantellamento del reddito di cittadinanza prevedendo il rafforzamento e la riorganizzazione delle politiche pubbliche volte a contrastare la povertà e l'esclusione sociale, potenziando la componente di servizi alla persona e l'attivazione di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per l'effettivo superamento della condizione di povertà;

   ad adottare le iniziative necessarie a risolvere le numerose problematiche di carattere sociale, rafforzando le misure per affrontare la povertà alimentare e per ridurre il tasso di persone a rischio di povertà o esclusione sociale che resta ancora superiore alla media dell'Unione europea, nonché a contrastare le crescenti disparità generazionali, di genere e territoriali, in particolare con interventi volti a favorire l'inserimento lavorativo dei giovani e delle donne;

   a rafforzare le politiche attive del lavoro, anche attraverso il potenziamento del fondo nuove competenze; ad assicurare la lotta al lavoro sommerso e il rafforzamento delle misure per la sicurezza nei luoghi di lavoro; a contrastare il precariato, rafforzando gli incentivi volti a favorire le assunzioni a tempo indeterminato, nonché collegando strettamente le tipologie contrattuali a tempo determinato a specifiche causali; ad abolire gli stage extra curriculari in forma gratuita;

   a favorire l'evoluzione del sistema previdenziale mettendo al centro le donne, i giovani e chi svolge lavori gravosi, prevedendo l'aggiornamento e l'ampliamento della platea dei lavori usuranti, garantendo una prospettiva pensionistica sostenibile e dignitosa;

   ad avviare con le parti sociali la definizione di modalità di sperimentazione di riduzione dell'orario di lavoro a parità di retribuzione;

   a stanziare adeguate risorse per fronteggiare il grave e diffuso disagio abitativo, attraverso il rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, del Fondo per la morosità incolpevole e del Fondo di garanzia mutui per la prima casa, nonché a prevedere misure di sostegno per far fronte alla maggiore spesa conseguente all'aumento dei tassi di interesse sui mutui in favore dei soggetti che versano in situazione di obiettiva difficoltà, valutando anche l'incremento della percentuale di detraibilità degli interessi passivi per l'acquisto dell'abitazione principale;

   ad assicurare la necessaria continuità ai finanziamenti, alle attività e al funzionamento dei centri e delle reti antiviolenza territoriali e dei centri e servizi per uomini autori di violenza, al fine di rafforzare la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e prevedere sempre maggiori azioni e per il reinserimento economico e sociale, con particolare attenzione al mondo del lavoro, delle donne vittime di violenza;

   a dare piena e rapida attuazione al PNRR, rispettando tutti gli obiettivi, le riforme da attuare e le scadenze temporali previste, recuperando la capacità di spesa per compensare i ritardi accumulati; a informare costantemente il Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR e sugli eventuali aggiornamenti dello stesso; a garantire la realizzazione delle opere messe a bando, anche prevedendo lo stanziamento di ulteriori risorse a copertura dei rincari dei prezzi dei materiali;

   a sostenere e rilanciare gli investimenti pubblici e le politiche dell'innovazione per favorire la crescita economica, la digitalizzazione, l'industrializzazione equa, responsabile e sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro; a sostenere le imprese estendendo il Piano Transizione 4.0 agli investimenti per la transizione ecologica, rendendolo maggiormente fruibile dalle micro, piccole e medie imprese, rafforzando gli incentivi fiscali, con particolare riferimento a quelli per gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, attuando e potenziando i progetti del PNRR a sostegno della ricerca e dell'innovazione, a partire dal potenziamento della ricerca di base e applicata, sostenendo i processi di innovazione e trasferimento tecnologico, sviluppando le politiche industriali per i settori di punta;

   a rilanciare il settore della logistica cosiddetto «green» prevedendo un piano di evoluzione del sistema anche attraverso strumenti di governance dedicati all'incentivazione del trasporto intermodale — sulla scia di quanto già previsto con i contributi al trasporto combinato strada-mare (marebonus) e strada-rotaia (ferrobonus) —, alla digitalizzazione e all'automazione, nell'ottica di garantire la sostenibilità per il settore e la sua compartecipazione agli obiettivi del Green New Deal europeo;

   a rafforzare le politiche per la riduzione dei divari territoriali, con particolare riferimento al Mezzogiorno, alle aree interne, ai territori montani e alle isole;

   a definire e finanziare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) quali livelli inderogabili di quantità e qualità dei servizi pubblici da garantire su tutto il territorio nazionale, come sancito dall'articolo 117, comma 2, lettera m) della Costituzione e dalla legge delega n. 42 del 2009; a rendere strutturali gli strumenti di politica industriale regionale (con particolare riferimento ai crediti d'imposta per investimenti in impianti, attrezzature e macchinari e per le attività di ricerca e sviluppo) e la decontribuzione per il Mezzogiorno; a monitorare il rispetto della clausola del 40 per cento per gli investimenti del PNRR; a prevedere e realizzare un piano straordinario di assunzioni nella Pubblica amministrazione per immettere le nuove competenze necessarie per realizzare gli investimenti e migliorare i servizi per i cittadini e le imprese; a dare piena attuazione alle Zone economiche speciali; a potenziare le politiche per lo sviluppo sostenibile delle aree interne, dei territori montani e delle isole, a partire dagli investimenti per le infrastrutture, la cura del territorio, la presenza di servizi scolastici, sanitari e socio sanitari;

   a predisporre un nuovo patto per la salute al fine di allineare progressivamente il livello della spesa sanitaria alla media dell'Unione europea, abolendo gradualmente il tetto di spesa per il personale sanitario e destinando congrue risorse al rinnovo del contratto di lavoro, garantendo a tutti i nuovi livelli essenziali di assistenza, riducendo gli attuali divari territoriali nell'offerta dei servizi e delle prestazioni, nonché le interminabili liste d'attesa che costringono i cittadini a ricorrere al privato;

   a incrementare le risorse disponibili, finanziarie e professionali, per il funzionamento e il potenziamento del sistema sanitario nazionale, compresa la domiciliarità, la medicina territoriale, l'assistenza e la terapia domiciliare, la medicina d'urgenza, il finanziamento dei cicli di specializzazione, il potenziamento, l'adeguamento e l'ammodernamento tecnologico e infrastrutturale delle strutture ospedaliere e il rafforzamento della governance territoriale di prossimità con i relativi costi aggiuntivi; ad adottare le misure necessarie per garantire la piena attuazione della legge 194;

   a potenziare gli strumenti per i percorsi di vita indipendente delle persone con disabilità e non autosufficienti, dando piena attuazione alla legge delega in tema di disabilità; a valorizzare l'invecchiamento attivo; a garantire e potenziare le tutele per i caregiver e a prevedere misure volte al cosiddetto silver cohousing, al fine di creare condizioni di vita migliori per gli anziani;

   a prevedere misure volte a sostenere l'istruzione, l'Università, la ricerca e la cultura, assicurando livelli di spesa rispetto al PIL in linea con la media UE, a beneficio dei giovani e delle future generazioni, incrementando i finanziamenti per il rinnovo del contratto di lavoro, aumentando gli investimenti nel settore 0-6 anni; ad adottare misure di prevenzione dell'abbandono precoce dell'istruzione e della formazione; a utilizzare le risorse liberate a seguito del calo demografico per ridurre il numero degli alunni per classe e per evitare la chiusura delle scuole nelle aree interne e montane; a garantire il diritto allo studio scolastico e universitario, assicurando borse di studio e servizi per tutti gli idonei; ad avviare un piano di stabilizzazione pluriennale dei precari; a individuare misure per garantire l'innalzamento dell'obbligo di istruzione; a rafforzare i dottorati e la ricerca universitaria al fine di promuovere pari opportunità di istruzione, riducendo le disparità regionali, rafforzando le tecnologie digitali e contrastando il divario di genere; a promuovere un'opera di sensibilizzazione sull'importanza sociale della cultura e del patrimonio culturale e a sostenere il ruolo trainante del patrimonio storico e artistico del nostro Paese e delle elevate professionalità presenti nei relativi settori;

   ad adottare interventi per la transizione ecologica e il contrasto alla crisi climatica, in linea con le misure decise nell'ambito del Green New Deal europeo, approvando rapidamente le modifiche al PNIEC e il Piano di adattamento climatico; a perseguire, senza indugi, il raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030 e di neutralità climatica al 2050, attraverso il pieno superamento della dipendenza del Paese da importazioni di combustibili fossili e l'incremento degli investimenti nelle fonti rinnovabili; ad adottare misure per aumentare l'efficienza energetica e la sicurezza sismica degli edifici, prestando particolare attenzione alla riqualificazione degli edifici con prestazioni energetiche basse in linea con gli indirizzi europei, anche attraverso la previsione di misure a carattere strutturale e finanziariamente sostenibili, e ad affrontare la questione dei crediti fiscali incagliati; ad adottare misure per promuovere la mobilità sostenibile e sostenere l'innovazione e la riconversione del settore dell'automotive; a promuovere gli acquisti aggregati di energia da rivendere a prezzo calmierato; a favorire l'autoconsumo singolo e collettivo di energia rinnovabile e lo sviluppo delle comunità energetiche; ad abbattere progressivamente gli incentivi ai combustibili fossili e i sussidi ambientalmente dannosi, prevedendo adeguate misure compensative per le famiglie e le imprese più vulnerabili; a finanziare gli interventi di riqualificazione dei corpi idrici naturali e del reticolo minore e a istituire un fondo per la sostituzione e manutenzione degli acquedotti, rimodulando il fondo complementare del PNRR; a recepire le misure previste dalle strategie per la «Biodiversità 2030», «Firm farm to fork» e «Suolo» nell'ambito del Green New Deal UE e riprese dalla recente proposta normativa «Pacchetto Natura» presentata dalla Commissione europea;

   a perseguire e incrementare una politica fiscale volta a prevedere un contributo straordinario a carico di soggetti operanti nel settore energetico in relazione ai cosiddetti «extraprofitti» realizzati per effetto del rincaro dei prezzi energetici, al fine di sostenere il pagamento delle forniture di energia elettrica e gas in favore di utenti economicamente svantaggiati;

   a prevedere, in favore degli enti territoriali, risorse dirette a contenere l'aumento dei prezzi dell'energia anche mediante l'utilizzo di flessibilità di bilancio nonché a implementare il finanziamento per lo svolgimento delle funzioni fondamentali e servizi in favore dei cittadini.
(6-00029) «Braga, Francesco Silvestri, Zanella, Ubaldo Pagano, Torto, Grimaldi, Carmina, Dell'Olio, Donno, Guerra, Lai, Mancini, Roggiani».


   La Camera,

   premesso che:

    il Documento di economia e finanza 2023 (DEF 2023), approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta dello scorso 11 aprile, aggiorna le previsioni di finanza pubblica per il periodo 2024-2026 e definisce le linee principali di politica economica del Paese dei prossimi anni;

    il Documento in esame indica una ripresa dell'attività economica più rapida rispetto a quanto previsto nella NADEF già a partire dal primo trimestre, anche in considerazione della pronunciata riduzione dei prezzi energetici e della migliorata intonazione del contesto internazionale recentemente osservata;

    sebbene segnali di miglioramento provengano dal rallentamento della dinamica dei prezzi, il potere d'acquisto dei consumatori rimarrà condizionato da un'inflazione che, nel complesso, permane ancora elevata;

    la previsione di crescita del PIL, nello scenario tendenziale per il 2023 è aggiornata allo 0,9 per cento, rispetto allo 0,6 per cento del DPB 2023, mentre per il 2024 è rivista al ribasso in confronto alla NADEF 2022 (dall'1,9 per cento all'1,4 per cento), risulta invariata per il 2025 (1,3 per cento), mentre per il 2026, non considerato nell'orizzonte della NADEF 2022, è posta all'1,1 per cento;

    nell'insieme, il quadro di crescita per il 2023 appare, quindi, più favorevole rispetto a quanto prospettato nelle previsioni ufficiali effettuate lo scorso novembre in occasione della NADEF rivista e integrata;

    sulla base del quadro macroeconomico delineato, la previsione del deficit tendenziale in rapporto al PIL è pari al 4,4 per cento nel 2023 (a fronte di un 4,5 per cento previsto con la NADEF 2022), 3,5 per cento nel 2024 (a fronte del 3,7 per cento nella NADEF 2022), 3 per cento nel 2025 e 2,5 per cento nel 2026, corrispondenti in termini strutturali al 4,9 per cento nel 2023, 4,1 per cento nel 2024, 3,7 per cento nel 2025 e 3,2 per cento nel 2026;

    nello scenario descritto, per il rapporto debito/PIL è previsto un percorso in discesa passando dal 142 per cento nel 2023 al 140,4 nel 2026;

    le misure di politica di bilancio programmate dal Governo si pongono alcuni obiettivi ambiziosi: individuare nuovi interventi sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili che per il rilancio dell'economia, aumentare il tasso di realizzazione delle spese d'investimento, ridurre gradualmente, ma in misura sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della Pubblica amministrazione in rapporto al PIL e continuare a sostenere la ripresa dell'economia italiana e il conseguimento di tassi di crescita del PIL e del benessere economico dei cittadini più elevati di quelli registrati nei due decenni scorsi;

    è opportuno ricordare che nel 2024 non sarà più attiva la General Escape Clause prevista dall'attuale Patto di stabilità e crescita e, pertanto, in attesa del completamento del processo di revisione della governance economica in atto, la prossima manovra di bilancio dovrà essere compatibile con le regole attualmente vigenti del Patto;

    tenuto conto di tale quadro, il Governo ha deciso, quindi, di confermare gli obiettivi programmatici di deficit indicati nei documenti di programmazione dello scorso novembre, pari al 4,5 per cento del PIL nel 2023, 3,7 per cento nel 2024 e 3,0 per cento nel 2025. Per il 2026 il nuovo obiettivo di indebitamento netto è fissato pari al 2,5 per cento del PIL, in linea con la previsione tendenziale e ben al di sotto del limite del 3 per cento previsto dal Patto di Stabilità e Crescita;

    in termini strutturali, il saldo risulta pari al 4,9 per cento nel 2023, 4,1 per cento nel 2024, 3,7 per cento nel 2025 e a 3,2 per cento nel 2026; il rapporto debito/PIL nello scenario programmatico diminuirà al 142,1 per cento quest'anno, al 141,4 per cento nel 2024, e poi progressivamente fino al 140,4 per cento nel 2026;

    le misure di politica di bilancio programmate dal Governo sono, in ogni caso, più ambiziose degli interventi di riduzione del cuneo e della pressione fiscale relativi al 2023 e 2024 di cui alla Relazione al Parlamento, presentata e approvata ai sensi dell'articolo 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 243;

    occorrerà comunque attendere l'evoluzione del quadro macroeconomico e della finanza pubblica per valutare gli eventuali spazi di bilancio per la prossima manovra;

    il finanziamento degli interventi di politica di bilancio avverrà individuando le opportune coperture all'interno del bilancio pubblico, al fine di preservare la sostenibilità delle finanze pubbliche e il pieno rispetto dei relativi vincoli;

    le previsioni macroeconomiche tendenziali e programmatiche per gli anni 2023-2026 sono state validate dall'ufficio parlamentare di bilancio, rispettivamente il 7 aprile e il 20 aprile;

    il Documento di economia e finanza, inoltre, presenta gli scenari di lungo periodo della sostenibilità del debito pubblico italiano, evidenziando come l'invecchiamento della popolazione porti a una diminuzione della popolazione attiva e un aumento della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria;

    appare urgente e prioritario invertire la crisi demografica in atto che dal 2008 a oggi ha fatto segnare una riduzione delle nascite pari al 30,6 per cento, e che non può trovare compensazione attraverso i flussi migratori irregolari;

    in Italia si registra un tasso di occupazione storicamente basso e decisamente al di sotto degli altri Stati europei: nel 2021, secondo i dati Eurostat, è stato pari al 58,2 per cento, oltre dieci punti percentuali in meno rispetto alla media europea, e la situazione peggiora ulteriormente considerando l'occupazione femminile, che nel 2021 non ha raggiunto il 50 per cento, inferiore di 14 punti percentuali rispetto alla media europea;

    la delocalizzazione ha progressivamente indebolito le potenzialità del Made in Italy, mettendo in grande difficoltà buona parte del tessuto produttivo di qualità fatto di piccole e medie imprese, con le annesse ripercussioni sul livello generale di disoccupazione, a favore di grandi multinazionali che inevitabilmente puntano alla standardizzazione del prodotto;

    il Documento di economia e finanza prevede l'adozione di appositi disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica in materia di giustizia, tra i quali quello per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, e quello per la rimodulazione delle piante organiche del personale amministrativo degli uffici giudiziari e la ridefinizione dei profili professionali;

    nel rispetto dei saldi programmatici di finanza pubblica e dei relativi vincoli,

impegna il Governo:

   1) a conseguire i saldi programmatici del bilancio dello Stato e quelli di finanza pubblica in termini di indebitamento netto rispetto al prodotto interno lordo (PIL), nonché il rapporto programmatico debito-PIL, nei termini e nel periodo di riferimento indicati nel DEF 2023 e nell'annessa Relazione al Parlamento;

   2) a favorire la crescita della produzione economica, anche individuando le più opportune misure di riduzione del carico impositivo;

   3) a valutare nell'ambito degli eventuali spazi di bilancio che si renderanno disponibili per la prossima manovra di bilancio un intervento in materia di innalzamento delle pensioni minime;

   4) a proseguire nell'azione di riduzione del cuneo fiscale;

   5) a valutare la riallocazione della spesa pubblica dai settori che hanno un basso impatto sulla crescita a quelli che ne possano aumentare il potenziale, considerato che dall'aumento del PIL può derivare un impatto positivo su tutti gli indicatori di finanza pubblica;

   6) a introdurre misure anche di carattere strutturale per il sostegno della natalità e della famiglia, proteggendo la maternità, potenziando i servizi territoriali destinati alla cura dei bambini, in particolare quelli educativi, promuovendo iniziative di conciliazione dei tempi famiglia-lavoro e agevolando le famiglie con figli sotto il profilo della fiscalità, al fine di invertire progressivamente la tendenza del calo delle nascite, anche al fine di garantire la tenuta del sistema pensionistico e la sostenibilità del debito pubblico;

   7) a definire, nell'ambito delle politiche sul lavoro, un piano di interventi volto a favorire e incentivare l'occupazione, con particolare riferimento a quella femminile;

   8) ad adottare iniziative di contrasto alla delocalizzazione, e a elaborare e mettere in atto strategie efficaci per il reshoring delle nostre aziende, anche adoperandosi per la creazione di un Fondo volto alla rilocazione e al rimpatrio delle attività strategiche localizzate anche solo parzialmente all'esterno dei confini europei;

   9) ad adottare misure per superare le criticità legate alla forte contrazione delle garanzie erogate dagli istituti bancari e assicurativi alle imprese;

   10) a valutare l'opportunità di definire strumenti fiscali e finanziari idonei a favorire politiche e progetti di rigenerazione urbana;

   11) a valutare l'opportunità di destinare eventuali spazi di bilancio anche per investimenti nel sistema nazionale di istruzione (scuole statali e paritarie) e formazione.
(6-00030) «Foti, Molinari, Barelli, Lupi».