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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 114 di martedì 6 giugno 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 12,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 72, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche (A.C. 1114-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1114-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1114-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Noi non voteremo la fiducia, come +Europa, a questo decreto. Innanzitutto perché è un decreto, signor rappresentante del Governo.

È vero, il Primo Ministro Meloni continua a dire: ah, quando lo facevano gli altri, adesso che lo facciamo noi… Ma allora non c'è nessuna differenza. Allora a cosa serve essere un Governo con un'amplissima maggioranza, come reiteratamente continuate a raccontare agli italiani, e avere un mandato popolare diretto, se poi sui decreti-legge fate molto peggio di quanto facevano i Governi tecnici o i Governi con maggioranze, in passato, magari un po' più articolate della vostra?

Delle due, l'una: o continuate a fare decreti perché avete paura che la vostra maggioranza non regga, oppure perché avete un disprezzo sostanziale del Parlamento. Non si può andare avanti solo a decreti, altrimenti a cosa serve la maggioranza? Continuiamo a votare articolo per articolo, comma per comma, ordini del giorno e mozioni, e vi rifiutate di portare in Aula un provvedimento come questo sulla pubblica amministrazione.

Non voteremo la fiducia anche perché, nonostante quello che il Presidente della Repubblica ha detto ai Presidenti delle Camere - e mi rivolgo a lei, signor Presidente -, mercoledì scorso avete introdotto due emendamenti che non c'entravano nulla col testo principale sulla stabilizzazione e sull'aumento degli organici della pubblica amministrazione. Uno, quello sull'Esercito, poi fortunatamente l'avete ritirato. Ma non parlo del merito, parlo del metodo. E poi avete inserito due emendamenti che riguardano il PNRR e i controlli. Casualmente, dopo che la Corte dei conti aveva fatto qualche rilievo, avete introdotto - per emendamento a un decreto - la fine dei cosiddetti controlli concomitanti.

Ora, in questi giorni ho letto posizioni diverse su questo. La cosa che non ho capito - e mi rivolgo a lei, signora Sottosegretaria - è perché, ad esempio, Fazzolari, che è Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, o Malan, che è capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, abbiano così radicalmente cambiato idea sui controlli concomitanti della Corte dei conti, laddove, nella precedente legislatura, quando alla guida del PNRR c'era Draghi, loro chiedevano in un disegno di legge che su ogni piano, programma o progetto, comunque denominato, previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Corte dei conti, mediante apposita sezione centrale a ciò dedicata, assicurasse l'immediato svolgimento del controllo concomitante. Quando c'era Draghi chiedevate il controllo concomitante della Corte dei conti e poi dicevate - e chiudo, signor Presidente - che addirittura la Corte dei conti poteva nominare un commissario ad acta, informando contestualmente il Ministro competente. Non è così che si fa!

Voi cercate di coprire la confusione in cui avete infilato la realizzazione del PNRR, occupandovi di governance, togliendo potere al Ministero dell'Economia e delle finanze per portarlo a Palazzo Chigi. E il risultato è questo: inseguite le vecchie norme. Quando c'è da reiterare un'eccezione, un'eccezione reiterata diventa regola; allora si mette per iscritto la regola.

Chiudo, signor Presidente. Il PNRR è una cosa troppo importante per l'Italia. Voi lo state trasformando in un problema. State trasformando una grande occasione in un problema, in uno scontro politico e in uno scontro istituzionale. Questo non va bene, questo fa un danno al Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, vorrei iniziare portando l'attenzione di tutti sul cuore di questo provvedimento: un testo che si prefigge il compito di rafforzare l'amministrazione pubblica, colmando lacune di personale, laddove è necessario, fornendo gli strumenti essenziali all'operatività della macchina-Stato. Si interviene anche nell'organizzazione, semplificando e agevolando l'attività, per esempio, di enti locali e altre istituzioni. Se volessimo sintetizzare in tre parole questo corposo decreto-legge, potremmo dire che consta di risorse, personale, semplificazioni, perché una macchina più forte è anche una macchina che funziona meglio grazie a processi efficienti.

I lacci e lacciuoli di un sistema di regole farraginoso non ostacolano soltanto l'iniziativa privata, ma anche lo Stato stesso. Almeno su questo dobbiamo essere onesti: intervenire con semplificazioni ed efficientamento vuol dire avvantaggiare tutti, in primis i cittadini, ma anche coloro che governeranno nella prossima legislatura. Se non fosse già sotto gli occhi di tutti quanto la burocrazia spesso diventi, da strumento funzionale all'operatività, un vero e proprio ostacolo, potremmo citare casi in cui, semplificando le regole, ma senza derogare ai controlli, le opere si sono realizzate rapidamente e bene.

Da genovese, non potrò mai stancarmi di menzionare il caso del ponte Morandi. Volontà, capacità, efficienza, sicurezza e rapidità le abbiamo, sono caratteristiche che ci appartengono. Dobbiamo solo fare in modo che entrino a far parte della normalità, della consuetudine operativa. Non possiamo più essere il Paese delle eccezioni, il Paese dei commissariamenti. Dobbiamo riformare la macchina operativa e farlo all'insegna dell'efficienza.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza contiene uno straordinario programma di riforma del Paese, su cui tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo. Un programma che rischia di rimanere solo sulla carta, se non provvediamo a eliminare tutti i rallentamenti strutturali al sistema della burocrazia italiana. Su questo dobbiamo intenderci e non possiamo consentirci di fare il gioco delle responsabilità.

Il PNRR è di tutti, valica le legislature per tempistiche dei finanziamenti, durata dei progetti e visione di lungo periodo. Se manca la volontà di collaborare e creare le condizioni necessarie a che vada avanti, nasce il dubbio che vi sia un tentativo di boicottare il Piano, pur di dare la colpa al Governo. Sul PNRR, però, siamo tutti responsabili, maggioranza e opposizione.

In prossimità delle elezioni si è pronosticato un futuro complesso per il Governo che si sarebbe insediato, inflazione, crisi internazionale, sfiducia dei mercati. All'indomani dei risultati elettorali le Cassandre sono aumentate. Oggi, dopo più di otto mesi di Governo, i dati economici ci dicono esattamente l'opposto e senza che siano cambiate le condizioni esterne. Le tensioni tra le grandi potenze non si sono ridotte, la guerra ancora lacera l'Europa, l'inflazione grava su cittadini e imprese, eppure l'Italia cresce oltre le aspettative: lo riconosce l'Istat, lo riconosce l'Europa. Cresce l'autorevolezza e la capacità di contare nei consessi internazionali, cresce il ruolo dell'Italia anche nel favorire un percorso che dalla difesa dell'esistenza ucraina possa anche portare all'interruzione del conflitto: è quello che tutti auspichiamo.

E dico di più, l'Italia cresce nello stile che ha caratterizzato da subito questo Esecutivo: portare a casa risultati ascrivendoli a tutto il sistema Paese e non solo a una parte. È stato così con l'accordo sul tetto al prezzo del gas, frutto del lavoro combinato del precedente Esecutivo e di quello attuale, ed è stato così nel fronteggiare l'emergenza in Emilia-Romagna. Ma questo è un Governo politico, con una maggioranza solida, coesa e caratterizzata da una visione chiara della società e da un programma trasparente, su cui gli elettori ci hanno affidato il compito di governare.

Dopo diverse legislature di larghe intese, Governi tecnici e maggioranze numeriche raccolte post-elezioni, è difficile abituarsi all'idea, ma oggi il raggio di azione non è più ridotto. Si governa e lo si fa per cambiare ciò che non funziona. Si possono condividere o meno la linea politica, i valori e l'idea di società di questo centrodestra. Questa è la democrazia, sarebbe strano non vi fossero divergenze, anzi; ma gli elettori hanno scelto e ben poco senso ha, a ogni progetto di legge, a ogni proposta emendativa, gridare all'autoritarismo. Pure in un equilibrio interno mutato più volte, il centrodestra rimane una coalizione con una forte componente moderata, una coalizione capace sempre di ritrovarsi perché unita dai valori democratici di forze popolari, liberali e conservatrici.

Ciò che ci unisce è sempre di più di quanto ci divide e ciò che ci divide è quello che caratterizza la nostra proposta politica di partiti comunque diversi, con comunità di elettori distinte. Siamo maggioranza nel Paese; una maggioranza che si è espressa alle urne, che ha confermato il proprio apprezzamento per il centrodestra anche alle ultime amministrative, che gioca con le regole democratiche nelle nostre istituzioni repubblicane. Gridare all'autoritarismo per ogni emendamento è non solo ridicolo, ma anche ingiurioso rispetto a quella maggioranza di italiani. La volontà popolare si accetta e si rispetta, non la si giudica. Questa maggioranza ha il consenso per governare e intende farlo, nei limiti, anzi, in forza della Costituzione e delle regole democratiche.

E veniamo al motivo del contendere, perché di un provvedimento ampio e complesso come quello su cui oggi il Governo ha deciso di porre la fiducia, un provvedimento che tocca più settori del personale pubblico, andando a integrare gli organici o a rivedere l'organizzazione, dalla scuola al contrasto al dissesto idrogeologico, dalla sanità alle Forze dell'ordine, di tutto ciò, quello che rimane è una polemica strumentale su due emendamenti sui controlli della Corte dei conti al PNRR.

Mi sarei aspettata più commenti quali “è solo un primo passo, non è sufficiente”, ma solo in pochi hanno toccato il nucleo del provvedimento, e alcune possono essere valutazioni condivisibili, perché si tratta di una prima necessaria revisione della macchina, non certo dell'ultima. Io stessa mi sono interessata personalmente al tema della carenza, per esempio, dei segretari comunali, soprattutto nei piccoli comuni, senza riuscire a trovare il modo di inserire in questo testo una norma risolutiva.

Ma cosa ha scatenato, invece, il dibattito? La proroga di un anno dello scudo erariale, una norma già in vigore con i Governi “Conte 2” e Draghi, che ha avuto nelle fila dell'opposizione anche sostenitori e che è stata vagliata a suo tempo dall'Europa? Oppure i cosiddetti controlli concomitanti della Corte dei conti? Il controllo concomitante, in corso d'opera, nasce con intento collaborativo; può essere utile per rassicurare l'amministrazione nell'operare, atto per atto, ma può anche essere un elemento che ritarda la speditezza dell'azione e qualche volta deresponsabilizza l'amministrazione, che attende di volta in volta le verifiche. Non sono io a dirlo, ma Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale, che con le sue parole ci dà due letture fondamentali dello strumento che il Governo, nella sua facoltà, ha ritenuto superfluo.

Il primo aspetto è che esso non ha una funzione di garanzia e verifica dell'opera, ma di tutela dell'amministratore, arrivando a deresponsabilizzarlo nell'esercizio delle sue funzioni. Questo punto è di particolare rilievo perché rappresenta uno dei maggiori e più gravi malanni della macchina pubblica: la paura di decidere, il terrore di firmare; così tutto si blocca e anche i più bravi e volenterosi amministratori si trasformano in passacarte. Questo fenomeno deve essere combattuto, abbiamo bisogno di regole che consentano di lavorare e di assumersi responsabilità consone al ruolo che si svolge.

Il secondo aspetto è il rischio di tardare la realizzazione, invece che di agevolare il giusto corso. Sempre Mirabelli specifica che la necessità di implementare e procedere con assoluta sollecitudine a realizzare gli interventi e le opere in tempi molto stretti giustifica l'intervento del Governo, perché il controllo concomitante potrebbe essere un elemento che, anziché agevolare, ritarda, anche per le interlocuzioni che le amministrazioni dovrebbero avere con la Corte dei conti.

Ed è quanto mai certo che abbiamo necessità di essere rapidi sul PNRR, anche anticipando problemi e rallentamenti che si possano frapporre. Il controllo però non viene meno, l'Italia ha bisogno di una riforma dei controlli: se ne fanno troppi, sono inefficaci, producono solo reazioni di inerzia e autodifesa dell'amministrazione; e qui mi affido alle parole di un altro presidente emerito della Corte costituzionale, Sabino Cassese. Il ruolo della Corte dei conti è chiaramente definito, ha il controllo preventivo sugli atti del Governo e quello consuntivo in funzione del controllo del Parlamento. Altri tipi di controllo, come quelli preventivi sui singoli atti amministrativi o quelli concomitanti, non corrispondono al modello costituzionale, e inoltre sono inefficaci, spiega Cassese in un'intervista a un noto giornale, perché sono puramente cartolari.

Anche Cassese sottolinea la conseguente irresponsabilità nei funzionari amministrativi e paventa il rischio di un mutamento nella funzione della Corte stessa. Anche alla luce di queste affermazioni, l'intervento assume un significato molto più ampio e giustificato, non più solo nella necessità di mettere l'acceleratore al PNRR. Si tratta, infatti, di un primo passo verso una struttura amministrativa più snella, ma non meno efficace nel dare garanzie; più responsabile, ma anche più libera e forte nel decidere. Un'amministrazione più giusta ed efficiente, quella che dobbiamo ai cittadini.

Per tutto quello che abbiamo citato e anche, ovviamente, per tutto quello che questo decreto dispone in termini di efficientamento e di implementazione del personale, per tutto ciò che abbiamo premesso, Noi Moderati confermiamo la fiducia alla linea del Governo e dichiariamo il voto favorevole, ovviamente, alla fiducia su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Abbiamo provato in tutti modi, con tutte le argomentazioni possibili, a convincere la maggioranza dell'inopportunità di proseguire su questo terreno, per sottolineare i grandi errori commessi in questo procedimento. Non c'è stato modo. Arriviamo puntualmente al voto di fiducia su un provvedimento che, come abbiamo detto, oltre che come al solito largamente disomogeneo, è soprattutto un'occasione mancata per quella che, invece, è una necessità per il nostro Paese, cioè adeguare il passo e le capacità della nostra pubblica amministrazione alla fase che abbiamo davanti, in particolare, l'approvazione delle misure contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.

In questa vicenda c'è stata innanzitutto l'incapacità del Governo e della maggioranza di venire incontro ad alcune domande significative da parte di settori del nostro Paese e della pubblica amministrazione. Abbiamo ricordato i lavoratori e le lavoratrici degli uffici per il processo, i docenti AFAM che, tra l'altro, in queste ore, stanno manifestando la loro difficoltà, in quanto avrebbero voluto essere semplicemente destinatari di un provvedimento e di un'attenzione simili a quelli annunciati dal Ministro dell'Istruzione e del merito per altri lavoratori, con la possibilità di una - chiamiamola con il suo nome - corsia preferenziale, che però riconoscesse un lavoro svolto, ovvero il fatto che questi docenti sono qui, ora, in questi giorni, ancora impegnati a fare scuola nei conservatori e altrove. Invece, niente, non c'è alcuna attenzione verso queste sofferenze del Paese. Come si sa, nel provvedimento è introdotto invece un emendamento, ovviamente notturno, che, come abbiamo detto e ripetuto anche in Commissione e nella discussione generale, ne cambia profondamente la natura e il segno, sollecitando reazioni - tra l'altro reazioni che ormai non ascoltiamo più e che respingiamo puntualmente -, come quella dell'Europa; comunque rimane un fatto pesante, perché opera sul terreno del modo di affrontare questa scadenza del PNRR.

Ho sentito nei giorni scorsi e, purtroppo, anche oggi in Aula alcune considerazioni. È ripreso espressamente un termine che avevamo usato nella discussione generale. I controlli concomitanti della Corte dei conti - l'avevamo detto con espressione un po' enfatica - vengono espressamente definiti lacci e lacciuoli. Non siamo più agli argomenti delle opposizioni; siamo al fatto che la maggioranza di Governo e le forze di maggioranza confermano e ammettono che i controlli concomitanti in materia di PNRR sono stati esclusi, perché considerati alla stregua di lacci e lacciuoli.

Questa decisione, secondo i nostri colleghi della maggioranza e secondo il Governo, va nella direzione - udite, udite - della sburocratizzazione e della semplificazione. Lo diciamo con tutta la forza possibile: la sburocratizzazione e la semplificazione non c'entrano assolutamente niente! Anzi!

Negli anni e nei mesi scorsi abbiamo detto ai comuni che non c'era lo spazio, che non era possibile dare loro le risorse necessarie per progettare, affidare e controllare le opere previste dal PNRR e che, in qualche misura, come è vero, il controllo concomitante avrebbe rappresentato una possibilità in questo senso e un'occasione per spendere al meglio, addirittura per risparmiare risorse, perché così è. Invece, il controllo concomitante è stato tolto del tutto, non è stato sostituito con altro e oggi viene detto esplicitamente, anche in quest'Aula, che si trattava di lacci e lacciuoli. Lacci e lacciuoli. Invece - voglio ricordarlo - ci sarà un vero e proprio danno, con l'eliminazione del controllo concomitante, per quei funzionari e quei dirigenti delle pubbliche amministrazioni, della nostra pubblica amministrazione, che dovranno affrontare queste scadenze. Infatti, come abbiamo detto, da un lato, rinnoviamo uno scudo e, dall'altro, lo togliamo. Rinnoviamo lo scudo cosiddetto penale, che non riguarda propriamente i nostri funzionari e i nostri dirigenti e, invece, togliamo loro una misura utile all'accompagnamento, alla messa in sicurezza e in protezione del loro lavoro. Facciamo il contrario di quanto sarebbe necessario e - anche qui mi ripeto, ma è giusto sottolinearlo - con una ricaduta particolare nella parte del Paese più in sofferenza nella capacità di progettazione e di realizzazione delle opere previste, ovvero proprio il Mezzogiorno d'Italia che, guarda caso, da parte del Governo viene indicata come una parte del Paese in sofferenza rispetto a queste scadenze, ma che si deve preparare a vedere una parte dei finanziamenti al Piano destinata viaggiare verso altri lidi. Quindi, in qualche modo, tutto torna. Invece di intervenire con strumenti - anche altri - di aiuto e di sostegno alla nostra pubblica amministrazione rispetto al PNRR, togliamo l'ultimo scudo, lo strumento del controllo concomitante della Corte dei conti e ci rassegniamo ad essere benevoli e al fatto che una parte del Paese non riesca poi, alla fine di questo percorso, ad avere tutti i benefici attesi da questa grande massa di risorse che ci viene dall'Europa. È un fatto credo io, da questo punto di vista, assolutamente gravissimo.

Una distanza. L'atto che viene oggi alla fiducia di questa Camera marca una distanza forte e significativa, dal Paese nel suo complesso, dalla pubblica amministrazione, come abbiamo detto, da settori che avevano un'attesa. Più in generale, ne viene un segnale di maggiore attenzione verso chi deve realizzare probabilmente queste opere e, quindi, fa una richiesta specifica - dobbiamo saperlo che si va sostanzialmente in questa direzione -, e si conferma una distanza dalle attese del Paese rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Voglio segnalare una notizia di oggi, care colleghe e cari colleghi, signor Presidente, che non ha direttamente a che fare con la pubblica amministrazione. Proprio questa mattina i lavoratori delle organizzazioni sindacali delle telecomunicazioni hanno fatto uno sciopero e una manifestazione qui a piazza Santi Apostoli, perché c'è una crisi diffusa di quel settore e sono a rischio - ci hanno detto - ben 20.000 posti di lavoro. Questi posti di lavoro sono il risultato di un ritardo, in particolare oggi, di questo Governo, proprio sul 5G e sulla transizione digitale, uno dei punti del PNRR.

Quindi, la situazione di questo settore, dovuta anche alla grandissima parcellizzazione degli operatori, rischia di trasformarsi in una crisi. Ebbene, il PNRR doveva essere affrontato con questo spirito, rispondendo alle domande…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FRANCESCO MARI (AVS).…che vengono - concludo - dalle lavoratrici e dai lavoratori. Invece, ieri o l'altro ieri, la Presidente del Consiglio ha dato una risposta completamente diversa…

PRESIDENTE. Deve concludere, perché ha esaurito il suo tempo da un po'.

FRANCESCO MARI (AVS). Ha detto che si andrà avanti, si andrà avanti in ogni caso - come ho sentito anche in quest'Aula - forti della fiducia del Paese, registrata anche alle ultime elezioni. No, nel Paese c'è grande sfiducia, invece, verso le prospettive e le possibilità di crescita e di utilizzo del PNRR. Anche per questo, noi confermiamo invece, qui, in quest'Aula, il nostro voto contrario alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Valentina Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Non voteremo, come gruppo Azione-Italia Viva, la fiducia su questo decreto-legge per le ragioni di merito e di metodo che sono già state illustrate dai colleghi, che l'onorevole Giachetti ha prospettato ieri nel suo intervento e che si sono ancor più irrobustite dopo aver assistito al dibattito odierno e aver visto il lavoro emendativo e gli ordini del giorno. Sul metodo, aggiungerò poco perché se n'è già ampiamente parlato. Ci troviamo a votare nuovamente un decreto-legge - addirittura, questa settimana ci troveremo a votarne due - totalmente noncuranti anche del monito del Presidente Mattarella, del suo richiamo e dell'incontro con i Presidenti di Camera e Senato, proprio volto a segnalare l'enormità di un dato che, è vero, precede questo Governo ma si è consolidato. L'abuso della decretazione d'urgenza è un fatto storico consolidato ma, come è stato detto, poteva ben essere sovvertito da un Governo che, come ha giustamente richiamato con orgoglio la collega Ilaria Cavo che è intervenuta prima di me, vanta i numeri, in quest'Aula parlamentare e nell'Aula del Senato, per votare agevolmente e celermente tutte le norme che vuole approvare. Quindi, diventa ancora più grave un dato che era già grave ma che, forse, si sarebbe potuto capire con maggioranze composite e con Governi tecnici che avessero avuto dalla loro la giustificazione di non avere maggioranze parlamentari che avrebbero consentito al Governo di vedere le loro proposte normative viaggiare celermente. Aggiungiamo che il combinato disposto dell'abuso della decretazione d'urgenza e dell'abuso della posizione della fiducia su tutte le norme che arrivano in quest'Aula determina non solo che l'atto normativo nasca come atto del Governo ma che, arrivato in quest'Aula, si tolga completamente al Parlamento la possibilità di migliorare, approfondire, discutere e integrare un atto normativo che, per sua natura, nascendo come atto urgente, può essere impreciso e imperfetto. Questo fatto ci preoccupa, lo abbiamo detto. Essendo stato fatto male e in fretta, il decreto contiene in sé tantissime contraddizioni. Anche noi, in Commissione, abbiamo cercato, con il nostro lavoro emendativo, di fare qualche correttivo. Alcune cose sono anche passate, però sottolineiamo e rimarchiamo questa grande perplessità. Il Governo Meloni, oggi, ha il record del maggior numero di decreti votati al mese e anche del maggior numero di decreti in rapporto al numero di leggi. Infatti, sono state votate solo 5 leggi da inizio legislatura ad oggi e ben 25 decreti-legge. Auspichiamo fortemente che quest'abitudine venga meno anche alla luce della straordinaria innovazione costituzionale che è stata fatta riguardo alla legge per il voto degli studenti fuori sede. Vi ricordo l'emendamento alla delega: un collega della maggioranza ha emendato una legge che stava facendo il suo percorso in quest'Aula, con ben cinque disegni di legge, per delegare al Governo l'attività legislativa.

Al di là di questa premessa metodologica, veniamo all'atto e a cosa non ci convince di questo decreto. Intanto, siamo di fronte, ancora una volta, a un'occasione mancata. Avevamo l'opportunità di intervenire sulla macchina della pubblica amministrazione, cercando di fare alcuni passaggi normativi necessari, conseguenti alle trasformazioni radicali avviate dal Governo Renzi, prima, e dal Governo Draghi, poi, ed è un grande peccato che non l'abbiamo colta. Oggi noi avremmo potuto fare quei passaggi di semplificazione amministrativa, di digitalizzazione e ammodernamento della macchina che si rendevano necessari, visto il cambiamento dello scenario dopo la fase pandemica e gli ultimi anni molto complicati. Non cogliamo questa occasione e votiamo di fatto un atto che, nel suo complesso, prevede una serie di assunzioni e di stabilizzazioni in vari settori della pubblica amministrazione, incrementa le dotazioni della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri e spesso incrementa la diretta collaborazione, alla quale noi non siamo pregiudizialmente contrari ma per il metodo con cui si attua - non si spiega bene di quale tipo di figure ci si avvarrà e per fare cosa - rischia di essere controproducente. Faccio un esempio: vengono aumentati i dirigenti in capo a Enit SpA, la società che dovrebbe occuparsi di valorizzare il turismo. Abbiamo grandi perplessità sulle prime azioni che sono state fatte per valorizzare il turismo, a partire dal grande dispendio di energie sulla campagna mediatica che abbiamo valutato inefficiente. Se, per promuovere il turismo, serve avere un nuovo dirigente nell'Enit, questo non ci indigna. Fatto sta che da tempo, invece, chiediamo che ci sia un lavoro per incrementare le figure necessarie in ambito museale, nei poli librari, nei poli archivistici e che venga data una prospettiva a tutti coloro che hanno fatto dei concorsi e che sono in attesa di sapere se quei concorsi servono a qualcosa o meno. Ecco, su tutto questo non si fa nulla. Quindi, nulla quaestio per noi. Come ripeto, non siamo pregiudizialmente contrari a cambiamenti di questa natura. Per quanto riguarda la nomina dell'amministratore delegato del Formez, all'improvviso, fra i requisiti non sono più richiesti 10 anni di esperienza nella pubblica amministrazione ma soltanto 5. È stato fatto su misura per qualcuno? C'è un'esigenza di allargare la platea dei candidati? Per carità, nulla quaestio, ma sono anni che parliamo di riforma del Formez e di lavoro strutturato per un processo formativo unico, che era stato avviato dalla riforma Madia, con il Governo Renzi, per avere un polo unitario della pubblica amministrazione in ambito formativo. Orbene, di tutto ciò non si fa nulla. Nella sostanza di questa trasformazione, sarà più facile diventare amministratore delegato del Formez - ci fa piacere - ma non si mette mano in alcun modo alla struttura organizzativa né ci si occupa di coloro che tutti i giorni faticano - e hanno faticato moltissimo anche in fase pandemica - per continuare a erogare formazione ai comparti della pubblica amministrazione nell'ambito della Scuola nazionale della pubblica amministrazione e del Formez. Da anni chiedono di essere dotati di strumenti di innovazione e di informatizzazione che, con questo atto, non vedono alcuna modifica.

Noi abbiamo fatto alcuni emendamenti, alcuni dei quali - come ci compete ormai da qualche mese - sono emendamenti “antisciatteria”. Ad esempio, all'articolo 5, con il nostro emendamento noi aiutiamo la maggioranza, che aveva scritto male un suo emendamento, a far sì che la misura che aveva previsto il Governo per l'anno di prova per gli assunti nelle scuole dell'infanzia e primaria nell'anno in corso non resti lettera morta solo perché l'emendamento era banalmente scritto male; cosa che è capitata molto spesso. Lo dico, non per mancanza di rispetto verso i colleghi, ma perché è evidente che la decretazione d'urgenza porti dietro anche questo.

Oppure il caso dell'emendamento presentato dall'onorevole Ruffino relativo alla funzione dei segretari comunali, che portava da 24 a 36 mesi il periodo entro il quale era possibile esercitare questa facoltà. Ci ha fatto sorridere come, nella discussione, il Governo ci abbia spiegato perché non poteva accettare questo emendamento, salvo, poi, fare propria la proposta e riproporlo da un'altra parte.

Tutti questi segnali di piccolezza di visione, di incapacità di volare alto in una grande occasione che avevamo di mettere mano alla trasformazione della pubblica amministrazione per provare a far sì che il PNRR fosse efficace ed efficiente, da una parte, e, dall'altra, l'accozzaglia di provvedimenti messi insieme, di cui taluni anche necessari e utili, ma assolutamente minutaglie rispetto a quello che richiederebbe la pubblica amministrazione, sono i motivi di sostanza che ci faranno dire di “no” alla fiducia su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Stimatissimo Sottosegretario, onorevoli colleghi, mi rivolgo a voi oggi per discutere il riconoscimento della fiducia al Governo su un argomento di fondamentale importanza per il nostro Paese: la conversione in legge del decreto 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche.

Inizialmente, vorrei sottolineare l'urgenza di questo provvedimento. Viviamo in un'epoca in cui la pubblica amministrazione è chiamata a svolgere un ruolo sempre più complesso e cruciale nella gestione del Paese. Il mondo sta cambiando rapidamente, le sfide che dobbiamo affrontare richiedono una risposta altrettanto tempestiva ed efficace. Desidero ricordare che la pubblica amministrazione è l'intima essenza e il braccio operativo dello Stato, che ricordiamoci essere entità astratta che, per contratto sociale con i cittadini, si pone al servizio, a presidio e a difesa della collettività. Al fine di garantire la continuità di tali funzioni, la pubblica amministrazione è una struttura necessaria e non surrogabile e richiede competenza, esperienza, senso di responsabilità, aggiornamento continuo e direi anche spirito di missione.

Il termine “burocrazia”, derivante dal francese bureau (ufficio) e dal greco Κράτος (potere), richiama semanticamente il complesso degli apparati e dei pubblici funzionari che operano per la realizzazione dell'interesse generale ma, da tempo, ha acquisito nell'immaginario collettivo e nella comune esperienza un'accezione negativa per l'accostamento a pratiche pubbliche percepite come eccessive, inutili, quasi scorrette, come lungaggine, formalismo, cavillosità, pedanteria, freno allo sviluppo e alla modernizzazione. Operatori di imprese ed esercenti arti e professioni non perdono occasione per esprimere malcontento nei confronti della burocrazia, che da molti viene, peraltro, intesa non solo come vessatoria, ma anche come concausa dei mancati investimenti stranieri sul territorio nazionale. A ciò va aggiunto che l'Unione europea, da tempo, chiede di intervenire sull'amministrazione pubblica: una condizione tassativa per l'erogazione dei finanziamenti legati al PNRR.

Questo decreto-legge rappresenta un passo avanti significativo proprio per migliorare la capacità amministrativa delle nostre amministrazioni pubbliche. Esso mira a superare le inefficienze burocratiche e a promuovere una maggiore produttività, trasparenza e responsabilità nell'azione amministrativa. Tra le misure più importanti previste dal decreto vi è la semplificazione delle procedure amministrative. Troppo spesso, i cittadini e le imprese devono affrontare un labirinto di documenti, autorizzazioni e regolamenti per ottenere un servizio o avviare un'attività. Questo decreto si impegna a ridurre tale onere burocratico e a semplificare le procedure, favorendo così lo sviluppo economico e agevolando la vita quotidiana dei cittadini.

Un'altra priorità è il rafforzamento della trasparenza. La pubblica amministrazione deve essere un modello di apertura e chiarezza, in modo che i cittadini possano fidarsi delle istituzioni e partecipare attivamente alla vita democratica del Paese. Il decreto introduce, quindi, disposizioni volte ad aumentare la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, garantendo l'accesso alle informazioni e promuovendo la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali. Pensate a quanto è importante ora, proprio per la mia regione, l'Emilia-Romagna, avere una pubblica amministrazione veloce ed efficiente, vicina alle popolazioni colpite dalle alluvioni. Gli emendamenti approvati dalla Commissione rappresentano una risposta concreta alle sfide che la pubblica amministrazione deve affrontare nell'era moderna.

Inoltre, il provvedimento legislativo si concentra sul potenziamento della trasparenza e dell'apertura delle pubbliche amministrazioni. È fondamentale che i cittadini possano avere accesso alle informazioni e partecipare attivamente ai processi decisionali.

Un altro aspetto importante del provvedimento riguarda l'innovazione tecnologica. Il mondo digitale offre molte opportunità per migliorare l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici. Inoltre, è prevista un'attenzione particolare al potenziamento delle competenze dei dipendenti pubblici: è essenziale che gli operatori pubblici siano adeguatamente formati e dotati delle competenze necessarie per svolgere al meglio il loro lavoro. Per questo, si prevedono investimenti nella formazione e nello sviluppo professionale dei dipendenti pubblici, al fine di garantire una gestione efficace delle risorse pubbliche e una migliore qualità dei servizi offerti.

Il gruppo di Forza Italia è intervenuto con importanti emendamenti, due dei quali di assoluta rilevanza. Il lavoro rappresenta la prima e principale forma di inclusione nella società per le donne e per gli uomini e lo è ancora di più per chi, tra loro, è diversamente abile. Per questa ragione, abbiamo chiesto e ottenuto, con un nostro emendamento al decreto per il rafforzamento della pubblica amministrazione, di fissare al 10 per cento la soglia minima per l'assunzione delle persone con disabilità nell'ambito della pubblica amministrazione. Il limite, precedentemente previsto dalla norma, pari a un massimo del 30 per cento, avrebbe potuto giustificare anche la riserva di un semplice 1 per cento.

Per questa ragione, nel pieno rispetto delle leggi n. 68 del 1999 e n. 104 del 1992, in materia di garanzia del diritto al lavoro delle persone disabili, si è reso necessario ricondurre la discrezionalità legata alla riserva di posti di lavoro per i soggetti disabili in un range ben definito, cioè tra il 10 per cento e il 30 per cento. Il tema del sostegno a chi è diversamente abile o si trova in difficoltà è costitutivo per Forza Italia e per il centrodestra. Continueremo per questa strada, allo scopo di rendere il nostro Paese sempre più inclusivo e accogliente, capace di non lasciare indietro nessuno.

La grave aggressione contro un'insegnante avvenuta in una scuola superiore di Abbiategrasso ha riportato di attualità la necessità di mettere a disposizione un sistema di sostegno psicologico per gli studenti negli istituti. È necessario introdurlo dove non esiste e implementare i servizi già esistenti. Forza Italia ha presentato, a questo scopo, un emendamento al decreto per il rafforzamento della pubblica amministrazione che, approvato nelle Commissioni riunite affari costituzionali e lavoro, introduce negli istituti per la formazione artistica, musicale e coreutica e nelle università la figura del docente delegato al coordinamento, monitoraggio e a supporto di tutte le iniziative concernenti l'integrazione e il sostegno, compresa l'attivazione e il potenziamento di servizi di supporto psicologico nell'ambito delle istituzioni AFAM e degli atenei. È un importante segnale di attenzione che Forza Italia e l'intera maggioranza, che lo ha votato, mandano al mondo della scuola e alla generosità degli insegnanti tutti, un importante passo per la prevenzione di nuovi episodi e per il supporto di chi si trova in difficoltà in una fase complicata della vita.

Come Forza Italia, insieme al Ministro dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini, continueremo a chiedere di implementare questo genere di servizi in tutte le scuole di ogni ordine e grado, ritenendo che il benessere psicologico degli studenti debba essere una priorità del nostro sistema educativo. Sostenere il disagio psicologico significa investire nel futuro del nostro Paese. Dobbiamo dimostrare il nostro impegno verso la formazione integrale degli studenti, fornendo loro le risorse necessarie per affrontare le sfide della vita e per sviluppare un sano equilibrio emotivo.

Sul controllo concomitante della Corte dei conti, di cui molto si è detto, anche in maniera strumentale e, diciamo, anche non veritiera da parte delle opposizioni, le norme proposte dal Governo, approvate dalla Commissione parlamentare, non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e Governo italiano. Le norme in discussione non intervengono su quanto previsto dal decreto-legge n. 77 del maggio 2021. Come esposto dal Governo, il primo decreto sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tra i diversi aspetti, disciplina i controlli sui fondi del PNRR da parte della Corte dei conti. Tale decreto è stato rendicontato positivamente dalla Commissione. Tale norma non solo non viene in alcun modo modificata, ma è proprio la sua corretta attuazione che il Governo vuole realizzare. Infatti, l'articolo 7, comma 7, del decreto prevede che: “La Corte dei conti esercita il controllo sulla gestione di cui all'articolo 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, svolgendo in particolare valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia circa l'acquisizione e l'impiego delle risorse finanziarie provenienti dai fondi di cui al PNRR. Tale controllo risponde ai criteri di cooperazione e di coordinamento con la Corte dei conti europea, secondo quanto previsto dall'articolo 287, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea”.

La legge in questione - Governo Draghi -, quindi, affida alla Corte dei conti il controllo sui fondi PNRR nella modalità del controllo successivo alla gestione e non del controllo concomitante, con criteri di cooperazione e coordinamento con la Corte dei conti europea. Tale disciplina dei controlli della Corte dei conti sui fondi del PNRR non solo resta in vigore, ma viene pienamente attuata.

Quanto alla proroga dello scudo erariale per funzionari e dirigenti pubblici, ricordo che la norma è in vigore già da tempo, non ci sono mai state osservazioni da parte della Commissione; l'emendamento governativo approvato ne proroga l'efficacia di ulteriori dodici mesi. Questa disciplina è rimasta in vigore per tre anni, con due diversi Governi senza aver provocato alcun rilievo. L'intervento è, quindi, rispettoso della Costituzione e delle prerogative della Corte dei conti, improntato alla leale collaborazione tra le istituzioni, come espresso dai pareri di illustri costituzionalisti, quali Sabino Cassese, Cesare Mirabelli e Giancarlo Coraggio.

Mi trovo d'accordo con quanto espresso da Sabino Cassese, in questo senso: “tutta la cultura mondiale sui controlli dice che i controlli non possono essere fatti a tappeto, ma devono essere fatti per campione; che non possono essere fatti sulla carta, ma devono essere fatti mediante ispezioni in profondità sulle attività da controllare; che devono essere non di processo ma di prodotto, non bisogna controllare come è stata fatta una cosa, ma il risultato di quell'azione. I controlli preventivi e concomitanti nel nostro Paese sono una forma di cogestione, di esercizio di un potere. Un capo di divisione di un Ministero, il presidente di un ente pubblico, ogni volta che deve prendere una decisione, deve chiamare il controllore e chiedere se sia d'accordo o meno. Questa si chiama cogestione e ha due effetti negativi: deresponsabilizza chi deve essere responsabilizzato e non fa degli effettivi controlli perché con i controlli a tappeto e non a campione non si va in profondità”.

Per tutti questi motivi, il gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE voterà convintamente la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dario Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, il MoVimento 5 Stelle non ha alcuna fiducia nel Governo Meloni per una lunga serie di motivi. Ma, restando a questo decreto in particolare, non possiamo avere nessuna fiducia in chi pensa che per curare la febbre la soluzione sia buttare via il termometro.

Questo decreto doveva occuparsi di pubblica amministrazione; potevate fare molto, aiutare i comuni in difficoltà, ad esempio; invece, è diventato un decreto che serve a far regolare i conti tra il Ministro Fitto e la Corte dei conti e a nascondere i fallimenti del Governo.

Avete deciso di eliminare il controllo concomitante della Corte dei conti, cioè quello più utile, quello che permette di individuare i problemi e aiuta a garantire trasparenza in questo Paese che - ve lo voglio ricordare, a questo punto credo sia necessario - è sempre quello dell'inchiesta Mani Pulite; è noto per la corruzione dilagante, l'economia sommersa e la presenza di tre potenti organizzazioni criminali.

Allora, voi cosa pensate di fare quando arrivano miliardi di euro da spendere in breve tempo? È ovvio: fare a meno dei controlli. Ma di chi fate gli interessi, da che parte state, colleghi? Ah, sì, dalla parte della famiglia Gentile per cui state facendo una porcata incredibile in Giunta delle elezioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Volete sovvertire l'esito elettorale, cambiando le regole delle elezioni dopo le elezioni…

PRESIDENTE. Deputato Carotenuto, la invito a utilizzare un linguaggio degno e ad attenersi comunque all'argomento.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Guardi che è sulla fiducia… penso di essere libero di poter dire quello che ritengo; sono giudizi politici, i miei…

PRESIDENTE. Ci sono dei vocaboli che vengono ritenuti, da Regolamento, sconvenienti. Io ne ho ascoltato uno, quindi, la prego di mantenere…

DARIO CAROTENUTO (M5S). Se foste davvero patrioti, come dichiarate, dovreste stare dalla parte di Giulio Regeni, dalla parte di Mario Paciolla e delle loro famiglie che chiedono giustizia, non della famiglia Gentile, francamente.

Vogliamo parlare dei metodi? Voi prendete un argomento su cui è legittimo intervenire per decreto e, all'improvviso, spesso nel cuore della notte, a lavori delle Commissioni praticamente conclusi, lo modificate, con emendamenti che ne modificano sostanzialmente il contenuto in corso d'opera. E il nostro lavoro - giorni passati sul testo di partenza - alla fine risulta quasi superfluo. Presidente, questo è veramente immorale e sleale nei confronti di tutti, colleghi della maggioranza compresi.

Ed è imbarazzante che neanche i richiami del Presidente della Repubblica abbiano suggerito un intervento di questa Presidenza per impedire il ripetersi di questo raggiro, a tutela non solo dei diritti delle minoranze, ma delle prerogative parlamentari, degli uffici e dei dipendenti.

Per non parlare del ricorso alla fiducia; la vostra è la media più alta di tutti i Governi recenti. Criticavate il monocameralismo alternato e lo praticate sistematicamente, lamentavate l'uso dei decreti-legge e lo avete perfino moltiplicato; parlate tanto di coerenza, ma l'avete già abbandonata. A Palazzo Madama, infatti - volevo che lo sentisse, in particolare, la collega che mi ha preceduto, ma anche tutti quelli che hanno fatto riferimento a questo controllo della Corte dei conti che avete voluto togliere -, giace il disegno di legge n. 2185, presentato nell'aprile del 2021, quindi, giusto due anni fa, a prima firma dell'attuale Sottosegretario Fazzolari; questa legge chiedeva, pensate un po', di estendere i poteri della Corte dei conti sul PNRR, di estenderli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Adesso andate al Governo e cosa fate? Fate tutto il contrario. Allora, cosa ne è stata della vostra coerenza, dov'è finita? Voi ve la prendete un giorno con Macron, un altro con gli occupabili e, poi, ancora con gli scafisti del globo terracqueo, e lo fate solo perché vi serve a distrarre l'attenzione, a far parlare d'altro giornali e televisioni, complici del vostro gioco. Per questo create nemici, avete bisogno di nemici per costruire una propaganda per distrarre l'opinione pubblica dai problemi che non riuscite a risolvere. “Meloni e il nemico immaginario” è il titolo di una serie TV che ci aspettiamo presto su Netflix, protagonista, ovviamente, Pino Insegno, ça va sans dire.

Nelle ultime settimane avete deciso che il problema urgente da affrontare fosse quello dell'utero in affitto, una pratica che in Italia è già vietata da vent'anni, forse non lo sapevate. Allora, facciamo parlare i numeri: a fronte di poche centinaia di italiani che valutano il ricorso alla gravidanza per altri all'estero, nel nostro Paese ci sono più di mille morti all'anno sul lavoro, cioè una strage. Quale tra le due è la vera emergenza di questa povera patria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ecco perché sono preoccupato per il mio Paese e per il futuro di mio figlio che proprio domani compie 1 anno, perché invece di occuparvi della nostra comunità, sapete parlare solo di patria e di sostituzione etnica, come se esistesse solo un legame di sangue per raccontare il nostro Paese. Per voi la parola “solidarietà” non esiste, è incomprensibile; per voi vige la legge del più forte, i fragili devono soccombere: via il reddito di cittadinanza, se siete occupabili dovete lavorare, ma nel frattempo il lavoro non c'è e i vostri corsi di formazione magici, quelli che appena li termini trovi un lavoro, sono rimasti promesse sulla carta e lettera morta.

Ecco, cosa significa un Governo di destra: un Governo che odia i poveri, che disprezza le persone in difficoltà, che non agisce per superare le diseguaglianze. A proposito di diseguaglianze, esiste un principio costituzionale che impone la progressività delle imposte: chi ha di più, paga di più. È un principio cardine su cui si basa il nostro sistema, un sistema che prevede un'istruzione pubblica per tutti e una sanità pubblica per tutti; l'universalismo del nostro Servizio sanitario nazionale è stato un orgoglio per l'Italia, un orgoglio da difendere e proteggere. Questo sistema si basa sul fatto che tutti paghiamo le tasse. Io, oggi, ho uno stipendio più alto della media, quindi, è giusto che paghi più della media di tasse; ho il dovere morale di farlo, perché senza le tasse pagate dai cittadini benestanti viene meno l'architettura democratica del Paese e la sostenibilità economica del sistema.

Allora, mi chiedo e chiedo a quest'Aula, chiedo a tutti noi, come sia anche lontanamente accettabile e giustificabile quello che la Presidente del Consiglio ha detto durante la sua campagna elettorale in Sicilia, nella terra di Libero Grassi che, per non pagare il pizzo, ha pagato con la vita. Io ho provato una profonda vergogna da italiano a sentire quelle parole. Se rivendicate l'eredità morale di Paolo Borsellino non potete parlare, nella sua terra, delle tasse come pizzo di Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Giorgia Meloni dovrebbe chiedere scusa per quell'affermazione e dovrebbe ricordarsi sempre del ruolo che oggi, nostro malgrado, riveste. Ma con queste premesse non durerà molto, e mi avvio alla conclusione.

Il MoVimento 5 Stelle evidentemente è distante anni luce da questa idea di politica, da questo Esecutivo che è ultraliberista in materia economica e reazionario dal punto di vista sociale. Non possiamo stare dalla parte di chi ha dichiarato guerra agli sfruttati e non agli sfruttatori, ai precari e non al precariato, al disarmo e non alla guerra. Non possiamo stare dalla parte di chi toglie due miliardi di euro che erano destinati ai più poveri; ma per voi la povertà, in realtà, è un obiettivo politico, voi volete manodopera a basso costo e voti a basso prezzo.

Non possiamo stare dalla parte di chi taglia le scuole, di chi non affronta il problema del caro mutui e più in generale il problema casa, insomma, di chi ha dichiarato guerra ai principi di uguaglianza della nostra Costituzione.

Predistribuzione e redistribuzione della ricchezza sono l'unico modo per garantire una società più giusta, ma anche per garantire la tenuta sociale del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); di questo Paese dove l'11,7 per cento dei lavoratori risulta essere povero, dove l'inflazione cresce e dove i salari reali sono diminuiti negli ultimi 30 anni. Siamo l'unico Paese OCSE con questo primato negativo. Se non interveniamo su questo il tessuto sociale rischia di sfaldarsi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 13,30)

DARIO CAROTENUTO (M5S). Per questo motivo abbiamo presentato la proposta di legge sul salario minimo, a prima firma Conte, e quella sulla settimana corta, ed è solo l'inizio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché negli ultimi 30 anni, fino alla crisi pandemica, abbiamo visto che i Paesi che più hanno investito in welfare non solo hanno ridotto le disuguaglianze ma sono stati anche quelli che hanno abbracciato la crescita.

Il problema di cui dovreste occuparvi, di cui dobbiamo occuparci, è quello di trovare risorse per finanziare il welfare e dobbiamo dirci che c'è una parte di ricchezza che sfugge e che dobbiamo equamente tassare. Questo è uno dei temi che dovremmo affrontare in Italia e in Europa per non subire gli effetti che la corsa dell'intelligenza artificiale ha sul mondo del lavoro e, quindi, sulla nostra società. Queste sono le priorità, quelle che guardano alle necessità di milioni di italiani.

Certamente non lo è l'autonomia differenziata, un'idea di cui la Lega Nord parla da decenni dandole nomi e forme diverse. Prima era la secessione da Roma ladrona, mentre oggi, con una truffa semantica, si usano definizioni apparentemente pacifiche, come autonomia differenziata, ma la sostanza resta la stessa. Calderoli, l'autore del Porcellum e fresco di una condanna per razzismo, vorrebbe far credere di volere il bene del Sud, di voler risolvere lui la questione meridionale. Calderoli, ma ci faccia il piacere!

Poi mi rivolgo a Fratelli d'Italia. Ma come fate ad accettare di svendere la patria ai secessionisti, pur di rimanere attaccati alle poltrone? Altro che patrioti! Voi vi state rivelando tra i peggiori traditori della patria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ecco perché non posso far altro che dichiarare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle sulla fiducia al Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tiziana Nisini. Ne ha facoltà.

TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, Governo, vorrei ringraziare la Presidenza perché prima ha riportato un po' di decoro e di educazione in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Io vi ricordo che spesso in quest'Aula, negli spalti, ci sono i ragazzi; ragazzi a cui noi dobbiamo insegnare il valore delle istituzioni, l'educazione e che le idee diverse non devono essere motivo di insulto e di provocazione. Noi dobbiamo insegnare ai ragazzi quello che stiamo facendo e poi loro valuteranno, ma l'educazione in primis (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Molto spesso l'educazione manca e forse andrebbe insegnata a chi fa interventi fuori luogo e dà un'immagine sbagliata di questa istituzione.

Oggi ci apprestiamo a votare la fiducia su un provvedimento importante e prioritario, che punta a rafforzare l'attività amministrativa della pubblica amministrazione. Rispetto ad alcuni colleghi che mi hanno preceduto, che sono andati fuori tema parlando di salario minimo e di cose che nulla c'entrano con la pubblica amministrazione, io vorrei rimanere sul tema e ringraziare tutti i commissari delle Commissioni lavoro e affari costituzionali, che, durante la fase emendativa, hanno dato un corposo valore aggiunto, arricchendo anche questo provvedimento.

Della difficoltà della pubblica amministrazione si parla spesso e ormai da anni. La capacità amministrativa del settore pubblico in Italia è debole e questa debolezza è diventata ormai un ostacolo insormontabile per il miglioramento nell'erogazione dei servizi e per gli investimenti pubblici e privati.

L'evoluzione della spesa pubblica, con il blocco del turnover, ha generato una significativa riduzione del numero dei dipendenti pubblici in Italia. Va detto che lo sblocco del turnover è avvenuto nel 2019, grazie al grande lavoro dell'allora Ministro Giulia Bongiorno, che con la legge Concretezza ha dato ossigeno alle amministrazioni che erano ormai ingessate e sotto organico da anni. Infatti, un primo segnale è avvenuto già nel 2019, con un incremento importante di unità tra amministrazioni centrali, regionali, locali, Corpi di polizia, Vigili del fuoco e università. Si tratta di un'attenzione particolare, sempre dimostrata dalla Lega, per le amministrazioni pubbliche e, in particolar modo, per gli enti locali.

Da evidenziare anche che, con l'adesione a Quota 100, si è ridotta sensibilmente l'età media dei dipendenti pubblici, che ad oggi risulta essere, però, ancora troppo alta, cioè intorno ai 50 anni.

Infatti, il 55 per cento dei dipendenti pubblici ha più di 55 anni e, di questo 55 per cento, il 16,3 per cento ha più di 60 anni. Solamente il 4,2 per cento ha meno di 30 anni.

Ho sentito anche un'altra dichiarazione nell'intervento di un collega, che mi ha preceduto, il quale ha detto che non è cambiato nulla rispetto ai Governi precedenti. Colleghi, il vero cambiamento è nei contenuti e vado a motivarlo.

L'obiettivo prioritario di questo decreto è quello di mettere al centro il capitale umano, un capitale umano di cui tutti parlano ma che non è mai stato considerato abbastanza. Quel capitale umano è formato dalla grande famiglia dei dipendenti pubblici, che vanno sostenuti e supportati in questo grande processo di cambiamento, portato anche dalla pandemia, con il PNRR che ha cambiato il tipo di lavoro e le mansioni. Noi dobbiamo riqualificare il personale già esistente e portare avanti un importante processo di ricambio generazionale e, dunque, partiamo con questo importante decreto.

Le assunzioni e gli incrementi di personale andranno ad aggiungersi a quelli del turnover degli anni 2022 e 2023, che corrispondono a 320.000 unità, favorendo, come ho detto, un processo di ricambio generazionale importante che deve andare a recuperare quei lunghi anni di blocco delle assunzioni. Ci saranno concorsi per il reclutamento di personale per il Dipartimento per le disabilità, essenziali per continuare nel progetto e nella visione di una società inclusiva. Ci sarà, poi, un'attenzione particolare per le Forze dell'ordine, con un potenziamento organico della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, nonché concorsi e assunzioni straordinarie per i Vigili del fuoco e un'attenzione anche per le Capitanerie di porto e la Guardia costiera. Infine, la vera novità è l'inserimento della carriera dei medici del Corpo di polizia penitenziaria, una novità che darà valore alle professionalità e alle eccellenze di questo comparto nell'ottica di migliorare un servizio per il benessere non solo del Paese ma di tutti i cittadini.

Il provvedimento punta a rafforzare e ad aumentare il personale dedicato al PNRR, mettendo in campo tutte le professionalità possibili per il raggiungimento degli obiettivi e per sanare tutti quei punti di debolezza che la sua struttura ancora oggi presenta. Il PNRR è diventato un argomento di cui tutti si riempiono la bocca, ma i tempi sono stretti e la burocrazia è diventata un limite, un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi.

Sfatiamo le strumentalizzazioni delle opposizioni. Questo Governo vuole utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione e non semplicemente utilizzarle, perché la maggior parte non sono soldi regalati ma sono soldi prestati e, quindi, andranno resi. Lo stesso Ministro Giorgetti ha detto che dobbiamo valutare quali sono gli investimenti più produttivi in termini di capacità di crescita del nostro Paese e, se qualche progetto non è più attuale, è nostro dovere rivederlo.

Vorrei ringraziare i deputati del gruppo Lega per il grande lavoro fatto in sede emendativa, che mette in evidenza la grande attenzione verso gli enti locali, verso le Forze dell'ordine e tutta la pubblica amministrazione in generale. Però, vorrei sottolineare un aspetto: la Lega è stata criticata perché vista come quel partito che è contro le giovani generazioni. Noi abbiamo una priorità, come tutto il centrodestra, che è quella di raggiungere gli obiettivi del PNRR, modificandolo e rivedendolo, se necessario, ma arrivando agli obiettivi utilizzando tutti i soldi possibili, se questi andranno ad accrescere la nostra capacità e a migliorare il nostro Paese, e noi vogliamo raggiungere quest'obiettivo. È per questo motivo che abbiamo inserito l'emendamento che chiede il trattenimento in servizio del personale con incarico dirigenziale in possesso di specifiche professionalità fino al 31 dicembre 2026, con l'obiettivo di assicurare la continuità della governance nell'attuazione del PNRR.

Grazie alla Lega ci sono altri emendamenti a favore dei giovani. Le amministrazioni, nel limite del 10 per cento delle facoltà assunzionali, potranno assumere, con contratto di apprendistato per la durata di 36 mesi, giovani laureati, individuati su base territoriale. Inoltre, le amministrazioni potranno stipulare convenzioni con le università finalizzate all'individuazione di studenti di età inferiore ai 24 anni che abbiano concluso gli esami, da assumere con contratti di formazione e di lavoro.

Sempre grazie a un nostro emendamento, verrà consentito a professori e ricercatori a tempo pieno di svolgere attività extraistituzionali in favore di enti pubblici o privati, al fine di contrastare la fuga dei cervelli.

Ancora, ricordiamo il trattamento economico accessorio per il personale non dirigenziale assunto a tempo determinato presso i comuni, sempre per l'attuazione del PNRR. Per compensare le riduzioni di organico, anche i comuni nella fascia di popolazione tra i 5.000 e 15.000 abitanti potranno beneficiare del cosiddetto scavalco in eccedenza, che ad oggi è previsto per i comuni sotto i 5.000 abitanti. Infine il taser, una misura voluta fortemente dalla Lega, già con i precedenti Governi, per il Corpo di Polizia locale, anche nei comuni con una popolazione tra i 20.000 e i 100.000 abitanti. Gli obiettivi del PNRR non si raggiungono con le chiacchiere, ma con atti e fatti concreti.

Infine, facciamo un po' di chiarezza sulla questione Corte dei conti. Ora, le opposizioni - non tutte, a onor del vero - si stracciano le vesti e gridano allo scandalo per un emendamento governativo che non fa altro che prorogare una norma voluta da Conte, prima, e da Draghi, poi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Io, che ero presente nella scorsa legislatura, non ho memoria di barricate e non ho memoria di opposizione dura. Eppure sia il PD sia il MoVimento 5 Stelle erano presenti sia nel Conte-bis sia nel Governo Draghi. La coerenza paga e in politica è essenziale. Le vostre critiche sono deboli, sono strumentali e fanno male al Paese perché, se la misura andava bene durante la pandemia, è anche vero che senza la pandemia non ci sarebbe stato il PNRR. Quindi, fa bene il Governo che, con fermezza e determinazione, sta lavorando per il raggiungimento degli obiettivi.

L'Italia ha bisogno di una riforma dei controlli. Se ne fanno troppi, sono inefficaci, producono solo reazioni di inerzia e autodifesa dell'amministrazione. Ancora, giudico positivamente l'orientamento del Governo. La posizione costituzionale della Corte dei conti è chiaramente definita. Ha il controllo preventivo sugli atti del Governo e quello consultivo in funzione del controllo del Parlamento. Altri tipi di controllo, come quelli preventivi sui singoli atti amministrativi o quelli concomitanti, non corrispondono al modello costituzionale. Inoltre, sono inefficaci. Non è la sottoscritta a dirlo, non è la Lega, ma il presidente emerito della Corte costituzionale Sabino Cassese. Per quanto detto, confermiamo come gruppo Lega la fiducia al Governo, esprimendo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi permetta di iniziare questo intervento con una punta polemica, perché ci troviamo oggi di fronte all'ennesimo decreto-legge che sarà approvato con l'ennesima fiducia. Noi abbiamo una maggioranza che rivendica il primato della politica, che ha numeri chiari e che più volte ci ricorda di aver ricevuto dagli elettori un mandato chiaro a governare, eppure ancora una volta scavalca il confronto con il Parlamento e si serve della fiducia per approvare un provvedimento. Sono numeri da record in negativo, quelli che abbiamo davanti: 25 i decreti che sono stati approvati dall'inizio dell'attività del Governo, quindi una media di più di 4 al mese, a fronte di solo 5 leggi ordinarie esaminate e approvate. Capite bene che sarebbe fin troppo facile per noi riprendere le dichiarazioni di quando la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, era all'opposizione e si scatenava contro l'eccesso di decretazione d'urgenza e la compressione delle prerogative del Parlamento. Quello che è grave non è il fatto che la Presidente del Consiglio - che adesso non è più all'opposizione ma governa - abbia cambiato idea - dobbiamo dire che lo ha fatto tante volte in questi primi mesi di Governo - ma quello che è grave è che questa maggioranza proceda imperterrita, senza ascoltare le parole del Presidente della Repubblica che, solo qualche settimana fa, da garante autorevole della Carta costituzionale, ha espresso tutta la propria preoccupazione sull'abuso di decreti non urgenti e mai omogenei. Decreti che, nel corso dell'esame, sono stati poi addirittura più volte stravolti nel loro contenuto da manine del Governo che ci infilano dentro di tutto e di più. E il decreto che stiamo approvando oggi, purtroppo, non fa eccezione, anzi ne conferma la regola, la peggior regola, quella dello stravolgimento.

Questo decreto è nato con il buon proposito di rafforzare la pubblica amministrazione, ma il rafforzamento della pubblica amministrazione non va oltre il titolo. Anzi, diciamo pure che non ce n'è traccia. Vi siete limitati a misure spot, senza affrontare i grandi temi del comparto. La pubblica amministrazione è sotto organico, con molti contratti a termine e stipendi che non sono stati allineati all'inflazione. Avete previsto un piano di assunzioni che è del tutto inadeguato anche solo per colmare i prossimi pensionamenti, figuriamoci poi per far fronte a quella che tutti riconosciamo essere la grande sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, da qui al 2026. Insomma, niente è stato fatto per i precari storici della PA, che sono in gran parte nella sanità, niente sul rinnovo dei contratti per il triennio 2022-2024. Peraltro, ricordo che nemmeno nel DEF avete previsto, anzi avete congelato, la spesa per il personale della pubblica amministrazione. Niente è stato fatto neppure per un piano straordinario di assunzioni nel pubblico impiego, proprio per far fronte a quella che riteniamo tutti la sfida del PNRR. I nostri emendamenti andavano esattamente in quella direzione. Per noi, è sbagliato l'approccio generale: non si può riformare la pubblica amministrazione pensando solo ed esclusivamente agli assetti di vertice, senza intervenire su chi, ogni giorno, nei vari settori, porta avanti il proprio lavoro. Ricordiamocelo, il lavoro della pubblica amministrazione non è nient'altro che l'erogazione di servizi che sono essenziali per la qualità della vita dei cittadini, perché dietro a quei numeri che sono contenuti nel decreto ci sono vite, c'è il lavoro quotidiano di insegnanti ed educatori sociali che formano i nostri figli, di medici e infermieri che ci assistono quando abbiamo bisogno di cure e dei Vigili del fuoco che tutte le volte noi ringraziamo, quando c'è qualche calamità naturale, per la loro abnegazione e per l'impegno che mettono, giorno e notte, in situazioni difficili e poi, quando abbiamo, anzi, quando avete l'opportunità, vi dimenticate di loro. Se l'obiettivo era quello del rafforzamento della pubblica amministrazione, possiamo tranquillamente dire che l'obiettivo è fallito.

In compenso, siete riusciti a fare orecchie da mercante al monito del Presidente Mattarella. Avete provato a inserire, con un emendamento del Governo, una norma, addirittura, per la riorganizzazione del Ministero della Difesa e solo dopo le proteste dell'opposizione avete capito che era meglio ritirarlo. Con un altro emendamento del Governo - presentato, peraltro, a tarda notte - a un decreto su cui, oggi, mettete la fiducia, avete eliminato il controllo concomitante della Corte dei conti, a detta vostra per velocizzare l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ed eliminare un lavoro che, secondo voi, sarebbe già garantito dalla Commissione europea. Allora, chiarezza per chiarezza, è bene dire, come peraltro ha già fatto la Commissione europea, che i controlli in sede europea riguardano solo ed esclusivamente la corrispondenza fra impegni presi e realizzazione nei tempi previsti. Quindi, la Commissione non fa controlli in itinere per ogni singolo Paese e l'eliminazione del controllo concomitante della Corte produrrà l'effetto di evitare correzioni di rotta in corso. Quindi, non solo non velocizzerà un bel niente, ma il rischio è di avere ulteriori ritardi.

Ve lo diciamo oggi perché rimanga agli atti domani: non fateci ritrovare, alla fine, con progetti che saltano, soldi che non arrivano e con l'Italia che perde un'opportunità di rilancio e di modernizzazione. Siete il primo Governo nella storia del Paese che non deve fare tagli ma deve spendere. Allora, spendete presto e, soprattutto, spendete bene.

Addebitare alla Corte dei conti i ritardi dello stato di avanzamento del PNRR è facile ma non funziona, perché la verità è che avete preferito alimentare lo spettro del nemico che vi impedisce di lavorare solo per distrarre l'opinione pubblica dai pessimi dati sull'attuazione - o forse sarebbe il caso di dire sulla non attuazione - dei progetti del PNRR da quando è in carica questo Governo. Invece di occuparvi dei ritardi, come tutti noi avremmo auspicato e come sarebbe stato in generale auspicabile, avete usato questo decreto come cavallo di Troia per mettere il bavaglio a chi vi richiama alle vostre responsabilità. In verità, la vostra allergia al controllo dell'attività dell'Esecutivo sul PNRR nasce da lontano, se è vero, come è vero, che non c'è una riga, una, sulla Corte dei Conti nella relazione semestrale che avete presentato, se non un leggero richiamo nelle note. Ci sono, però, per l'appunto, gli stessi dati della Corte dei conti sui progetti attuati/non attuati, anche perché questi dati non li potete cancellare con decreto.

Per otto mesi ci avete parlato solo di cambio di governance e adesso, che siete di fronte ai dati, agitate il capro espiatorio per nascondere la vostra incapacità. È un metodo che già abbiamo imparato a conoscere in questi primi mesi del vostro Governo e che rispediamo al mittente. Ieri, le ONG e l'Europa, oggi la Corte dei conti, domani chissà, ma non vi permetteremo di giocare a nascondino con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo oggi: il PNRR non è vostro, non è di un Governo, non è di una parte politica, è un bene comune di questo Paese, è il piano di finanziamenti da cui dipende la capacità dell'Italia di rialzare la testa dopo la pandemia, la guerra, il caro energia e l'inflazione.

Solo se sapremo spendere bene e, aggiungo sommessamente, tutte le risorse del Piano, questo sarà uno straordinario volano di crescita, altrimenti sarà sì un peso, un peso per le prossime generazioni che dovranno ripagare il debito. E allora vi chiediamo di smetterla di fare melina. Avete parlato di PNRR fiaccato dall'inflazione, fiaccato da investimenti non attrattivi, da difficoltà per le quali era necessario rimodulare i target. Bene, siamo qui ad aspettare la rimodulazione dei target, ma ancora non avete presentato i nuovi progetti, ancora non è stata saldata la terza rata e dei 27 obiettivi che scadono alla fine del mese non c'è traccia.

Peraltro, con il REPowerEU ancora non sappiamo come volete fare, dopo che la Commissione chiedeva la presentazione dei progetti ad aprile ed è stata disponibile a tendervi una mano e ad aspettare che questi progetti arrivassero ad agosto. Ma il tempo stringe, ogni mese che passa i ritardi si accumulano, e un mese è un rischio, oltre che per le rate, per la credibilità del nostro Paese. Avete scritto voi che i dati di crescita del Documento di economia e finanza per i prossimi anni dipendono dagli investimenti di tutto il Piano nazionale di ripresa di resilienza.

Se nel 2023 non spendiamo i 40 miliardi previsti, sarà un problema per la crescita del Paese, non per la Corte dei conti. I vostri ritardi sono tanto più pericolosi perché non riguardano, ahimè, solo i progetti che non riuscite a mettere a terra, progetti fondamentali, gli asili nido, le infrastrutture, le case di cura, ma sono pericolosi perché anche sulle riforme continuate a spostare l'asticella sempre un po' più in là.

È successo con l'entrata in vigore della riforma Cartabia sul processo civile, che avete rimandato a dicembre, le concessioni dei balneari, la riforma del catasto, la legge sulla concorrenza, e potrei andare avanti. Bisogna attuare il PNRR perché a saltare, in caso di inadempienza, sarebbe non solo l'Italia, ma quell'idea di Europa solida e solidale che sola ci permette di affrontare le sfide del futuro. Se falliamo noi, che abbiamo il maggior contributo di investimenti, il dialogo con chi non vuol sentire parlare di impegni comuni in Europa sarebbe tutto in salita. Ma il PNRR, alla fine, è solo il banco di prova delle vostre contraddizioni.

Avete esordito non occupandovi delle emergenze sociali ed economiche del Paese, ma il vostro primo decreto, e rimarrà alla storia, inventava una nuova fattispecie di reato, il reato di rave party. Avete continuato con la caccia alle ONG per fermare i migranti, e oggi i vostri amici di Visegrád sono quelli che si girano dall'altra parte, mentre gli sbarchi continuano sulle nostre coste. Poi il reato universale di GPA, quando è già vietata nel nostro Paese, l'occupazione di ogni possibile ente, dalla Rai a INPS, Ismea e Crea, anche a costo di riformare governance o mandare in pensione i dirigenti, pur di ripartire con nuovi CdA a immagine e somiglianza di questo Governo.

Chiudo, Presidente: per il bene del Paese, dico a questa maggioranza: fermatevi con la propaganda e assumetevi la responsabilità di attuare per davvero il Piano di ripresa e resilienza, un'opportunità imperdibile per cambiare l'Italia e per renderla in grado di competere in una fase storica in cui dobbiamo attraversare la rivoluzione digitale e la rivoluzione ecologica, e serviranno investimenti. Per fare questo dovete tornare allo spirito originario del decreto, rafforzare per davvero la PA, non eliminare i controlli sulle risorse del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Per tutti questi motivi, ma soprattutto per il rischio che state facendo correre al Paese, voteremo convintamente contro la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, onorevoli colleghi. Ringrazio, in particolare, l'opposizione, che ha centrato in maniera particolare le proprie osservazioni al decreto PA parlando di tutti argomenti che nel decreto PA non ci sono; e non ci sono non perché il Governo ha fatto un passo indietro, no, perché proprio non ci sono. Quando si sente la critica a questo Governo e a questa maggioranza di aver voluto stravolgere alcuni provvedimenti, inserendo degli argomenti inconferenti, e poi si sente l'opposizione, nella sua critica, richiamare argomenti che proprio non esistono all'interno del provvedimento, mi viene da chiedere se non siamo effettivamente in un dibattito surreale.

E, allora, torniamo, però, alla realtà. Ho sentito più volte la parola fallimento. Allora, che l'opposizione tifi sul fallimento di questo Governo è qualcosa che comprendo, nella dialettica politica. Non ammetto, però, che si faccia un tifo al fallimento dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché è di questo che stiamo parlando. Da quando il Governo Meloni si è insediato è stato agitato, quello sì, lo spauracchio del “tutto crolla, l'Europa ci volterà le spalle, lo spread salirà, i bilanci andranno male, sarà un fallimento per tutti, una catastrofe”. I dati hanno smentito questa narrazione. Nel primo trimestre 2023 cresce l'economia, supera tutte le attese e le previsioni, l'aumento del PIL è superiore rispetto all'ultimo trimestre e, addirittura, al trimestre conferente dell'anno scorso. Migliorano i conti pubblici - ohibò - e nel 2023 prosegue la crescita dell'occupazione. Non crolla nulla, aumenta l'occupazione con il Governo Meloni e la destra-centro al Governo. Il tasso dell'occupazione sale al 61 per cento, su base mensile. Nei primi mesi del 2023, cala lo spread - cala lo spread - rispetto addirittura al Governo precedente, rispetto a quel Governo che voi ritenevate essere il più rassicurante nei mercati, ovvero il Governo Draghi. Cala lo spread. Questi sono i dati che dimostrano come la narrazione fino a oggi portata avanti dalle opposizioni sia letteralmente fallita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Persino l'atteggiamento europeo cambia, e proprio in quanto è avvenuto nel dibattito sul decreto Pubblica amministrazione rispetto all'emendamento relativo alla Corte dei conti ne abbiamo avuto la plastica rappresentazione. Sono arrivate le precisazioni, non dal Governo italiano, ma proprio da Bruxelles, perché c'era stata una imprecisione, una frase imprecisa rispetto a quello che stava facendo il Parlamento italiano. Per la prima volta abbiamo visto, di fronte ad una imprecisione europea, non un Governo italiano che faceva marcia indietro, essendo nel giusto, ma una correzione nella normale dialettica alla pari che ci deve essere tra l'Europa e un Governo di uno Stato membro rispetto a una dichiarazione che non era precisa da parte di Bruxelles.

Addirittura l'Europa, che ci doveva voltare le spalle, che ci doveva mettere in castigo, che sarebbe stata intimorita dal Governo Meloni, si sta rivelando assolutamente serena nel dialogo con il Governo italiano. E di questo noi andiamo fieri, perché eravamo stanchi di vedere, invece, Governi pronti a correre impauriti da chissà quale richiamo di Bruxelles. Finalmente abbiamo un rapporto sereno, e questo è avvenuto proprio sull'emendamento della Corte dei conti. E ci arrivo, perché voi avete trasformato, in tutta questa narrazione, il decreto PA nel decreto contro la Corte dei conti, e anche qui bisogna fare un'operazione verità.

Intanto, voglio ringraziare i presidenti delle Commissioni impegnate per avere avuto la sensibilità di interrompere i lavori delle Commissioni e garantire un'audizione informale, laterale rispetto ai lavori che si stavano svolgendo sul decreto Pubblica amministrazione, per ascoltare quello che il presidente della Corte dei conti aveva eventualmente da riferire a noi parlamentari. Ma, in secondo luogo, proprio da quelle parole deriva la più grande smentita alle opposizioni. In primo luogo, le opposizioni rispetto a quell'emendamento hanno detto che c'è stata un'invasione di poteri, nell'ambito dei tre poteri dello Stato, da parte del Governo. Non è così, lo ha detto il presidente della Corte dei conti.

Il ruolo della magistratura in generale e della magistratura contabile rimane tutelato dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e rimane il diritto del Governo di poter legiferare, ferme le prerogative di controllo e di collaborazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

In secondo luogo, si è parlato della ridefinizione eccezionale della responsabilità contabile, una norma che era già in essere, una norma già prevista, non in uno, ma in due precedenti Governi (il Governo “Conte 2” e il Governo Draghi), una norma sul piano formale e sul piano sostanziale assolutamente legittima, una norma che legittimamente la Corte dei conti aveva vagliato in modalità critiche già con i precedenti Governi e sulla quale le attuali opposizioni, all'epoca maggioranza, non gridarono né alla deriva autoritaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) né ad alcun tipo di restrizione nei confronti dei controlli medesimi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non c'è una deriva autoritaria e, se alzate le braccia rispetto a questa mia osservazione, forse - mi chiedo - non sapevate che quella norma era in essere. Ma, scusate, l'ignoranza è peggio della malafede in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 14)

AUGUSTA MONTARULI (FDI). È peggio!

Poi, c'è la parte del controllo concomitante, un controllo esistente, che mai (Commenti)

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Montaruli. Collega, non è un dialogo. Prenda posto e faccia parlare la collega.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Sono contenta, perché in quest'Aula che è stata sonnolente nel dibattito…

PRESIDENTE. Prenda posto, onorevole, e faccia parlare la collega, grazie.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Sono contenta di aver risvegliato le coscienze e il legittimo diritto di critica anche nelle mie parole da parte dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): fa sentire che dico cose che fanno breccia.

Rispetto al controllo concomitante, si deve osservare che per ben dieci anni la stessa Corte dei conti ha deciso di non attuare… e sono anche qui osservazioni della stessa Corte dei conti, ferme le eventuali e legittime criticità già nei precedenti Governi. La stessa Corte dei conti e autorevoli esponenti della giustizia amministrativa hanno sollevato il rischio di ledere la riserva di amministrazione, ovvero di ingerenza, quella sì, da evitare. Sul punto, noi ringraziamo la magistratura contabile per aver ricordato tale peculiare aspetto che sollecita non un ripensamento sul provvedimento, ma un'eventuale riforma della generale responsabilità contabile, studiata con la partecipazione di tutti. Quella che, però, è stata tombale è la dichiarazione del presidente della Corte dei conti, quando ha detto che non c'è nessuna norma bavaglio. Lo stesso presidente della Corte dei conti ha affermato che non esiste una norma bavaglio. Di conseguenza, è stucchevole - dopo averlo sentito riferire in un'audizione informale e laterale rispetto ai lavori su questo decreto - continuare a sentire l'opposizione parlare di una norma bavaglio, che semplicemente non esiste. Non esiste nessun bavaglio.

PRESIDENTE. Concludiamo.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). La verità è che questo Governo e questa maggioranza stanno lavorando per una pubblica amministrazione che non sia mai d'ostacolo all'iniziativa privata e che ambisca a vedere la pubblica amministrazione più efficiente, più snella e addirittura più capace dell'iniziativa privata. È questo che vi dà fastidio, questo successo in una narrazione di un fallimento che, però, è soltanto vostro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1114-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato, dal quale la chiama avrà inizio, è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà, quindi, inizio dalla deputata Catia Polidori.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 15,43)

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 15,45)

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………… 340

Votanti: ………………… 337

Astenuti: …………………... 3

Maggioranza: …………... 169

Hanno risposto : ……… 203

Hanno risposto no: ……... 134

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bof Gianangelo

Bruzzone Francesco

Caiata Salvatore

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Ferro Wanda

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Nordio Carlo

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pichetto Fratin Gilberto

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Squeri Luca

Stefani Alberto

Tajani Antonio

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Baldino Vittoria

Barbagallo Anthony Emanuele

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Costa Enrico

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Faraone Davide

Fassino Piero

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Gnassi Andrea

Graziano Stefano

Gribaudo Chiara

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iaria Antonino

L'Abbate Patty

Lacarra Marco

Lai Silvio

Letta Enrico

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Marattin Luigi

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pastorella Giulia

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Schlein Elly

Scotto Arturo

Scutella' Elisa

Serracchiani Debora

Silvestri Francesco

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Speranza Roberto

Stefanazzi Claudio Michele

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Torto Daniela

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Steger Dieter

Sono in missione:

Ascani Anna

Bignami Galeazzo

Bitonci Massimo

Bordonali Simona

Boschi Maria Elena

Cantone Luciano

Cecchetti Fabrizio

Costa Sergio

Evi Eleonora

Freni Federico

Giorgetti Giancarlo

Gusmeroli Alberto Luigi

Lollobrigida Francesco

Magi Riccardo

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Mollicone Federico

Richetti Matteo

Rotelli Mauro

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Siracusano Matilde

Sportiello Gilda

Traversi Roberto

Zoffili Eugenio

Al fine di predisporre l'elenco dei deputati in missione per la parte pomeridiana, sospendo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 15,25.

La seduta, sospesa alle 15,15, è ripresa alle 15,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1114-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1114-A.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1114-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,31).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1114-A/32 Dori è stato ritirato dal presentatore.

Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno n. 9/1114-A/12 Furfaro (Nuova formulazione).

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento, gli ordini del giorno: n. 9/1114-A/9 Manes, concernente alcune specifiche fondazioni della regione Valle d'Aosta; n. 9/1114-A/12 Furfaro, in tema di accertamento dei requisiti psicofisici per l'idoneità alla detenzione di armi; n. 9/1114-A/31 Tirelli, in materia di spese di funzionamento dei Comitati italiani all'estero e del Consiglio generale degli italiani all'estero; n. 9/1114-A/58 Forattini, in materia di rifinanziamento del Fondo per la protezione delle piante; n. 9/1114-A/59 Stefanazzi, che destina risorse aggiuntive per contrastare il fenomeno della flavescenza.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Se può ripetere gli inammissibili.

PRESIDENTE. Allora, sono inammissibili gli ordini del giorno n. 9/1114-A/9 Manes, n. 9/1114-A/12 Furfaro, prima formulazione, n. 9/1114-A/31 Tirelli, n. 9/1114-A/58 Forattini e n. 9/1114-A/ 59 Stefanazzi.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/1 Soumahoro. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/2 La Porta è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/3 Donzelli il parere è favorevole sul primo impegno, con la riformulazione “ad avviare, previa individuazione della necessaria copertura finanziaria, le trattative necessarie al fine di stipulare gli accordi”; il secondo impegno è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/3 Donzelli, il primo impegno è riformulato, il secondo impegno è accolto come raccomandazione.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/4 Ravetto è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/5 Caramanna il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/6 Foti, il parere è favorevole sul primo impegno; sul secondo impegno è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure a sostegno delle imprese per esercizi commerciali siti nei comuni montani classificati ad alta e altissima marginalità socio-economica”; sul terzo impegno il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, incentivi per la nascita di centri multifunzionali”.

PRESIDENTE. Signora Sottosegretario, per evitare di fare confusione, quando lei ha una riformulazione, quale che sia, non mi specifichi, per esempio, che accoglie il primo e il terzo. Mi dica solo che l'ordine del giorno è riformulato nella parte in cui lo riformula, altrimenti facciamo confusione.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Va bene. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/7 Candiani è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/8 Maiorano il parere è favorevole con riformulazione, aggiungendo le parole “fatte salve le riserve dei posti di cui all'articolo 703 del decreto-legge 15 marzo 2010, n. 66 e successive modifiche”. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/10 Tenerini è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/11 Deborah Bergamini vi è un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Colleghi, ci sono alcuni ordini del giorno inammissibili. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/9 Manes era inammissibile, come anche l'ordine del giorno n. 9/1114-A/12 Furfaro. Adesso c'è la versione corretta di quest'ultimo ordine del giorno. Prego, Sottosegretaria.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/13 Di Biase il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/14 Gnassi il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità, nell'ambito dei vincoli di finanza pubblica, di applicare la misura volta al sostegno finanziario”. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/15 De Monte il parere è favorevole con la riformulazione “a prevedere, nel primo provvedimento utile, misure di carattere normativo che garantiscano la valorizzazione dell'esperienza all'estero degli END di durata almeno biennale nei concorsi della pubblica amministrazione, anche ai fini dell'ottenimento di incarichi di funzione dirigenziale”. Sill'ordine del giorno n. 9/1114-A/16 Curti il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/17 Ferrari è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/18 Simiani il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/19 Malagola il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/20 Lai è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/21 Iezzi il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/22 Vietri è accolto come raccomandazione. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/23 Palombi e n. 9/1114-A/24 Roggiani. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/25 Almici il parere è favorevole se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/1114-A/4 Ravetto.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/4 Ravetto è stato accolto come raccomandazione.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sì, Presidente, l'ordine del giorno n. 9/1114-A/25 Almici viene accolto come raccomandazione se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/1114-A/4 Ravetto.

PRESIDENTE. Molto bene.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/26 Semenzato e n. 9/1114-A/27 Casu il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/28 Calderone è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/29 Lacarra il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/30 Alessandro Colucci è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/31 Tirelli è inammissibile. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/32 Dori è stato ritirato. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/33 Bonelli, n. 9/1114-A/34 Zanella, n. 9/1114-A/35 Zaratti, n. 9/1114-A/36 Evi e n. 9/1114-A/37 Borrelli. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/38 Giaccone il parere è favorevole. Gli ordini del giorno n. 9/1114-A/39 Battilocchio e n. 9/1114-A/40 Gianassi sono accolti come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/41 Urzi' e n. 9/1114-A/42 Ambrosi il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/43 Piccolotti il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/44 Fratoianni il parere è favorevole con la riformulazione “ad avviare, previa individuazione della necessaria copertura finanziaria, le opportune iniziative atte a superare, d'intesa con le organizzazioni sindacali, il gap salariale tra le retribuzioni medie del settore privato e quelle del settore pubblico”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, la Sottosegretaria ha detto: “a superare l'intesa con le organizzazioni sindacali”. Credo che questo non sia possibile. Credo che non sia possibile una riformulazione di questo tipo. Chiedo di mettere questo a verbale.

PRESIDENTE. Lo vediamo dopo questo.

MARCO GRIMALDI (AVS). Sì, ma ha detto: “ a superare l'intesa…” e credo non sia possibile dire: “a superare l'intesa con i sindacati”.

PRESIDENTE. Lo facciamo dopo.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/45 Grimaldi il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità, previa individuazione della necessaria copertura finanziaria, di adottare le opportune iniziative atte al rinnovo dei contratti collettivi del pubblico impiego”. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/46 Ghirra è accolto come raccomandazione. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/47 Mari, n. 9/1114-A/48 Zingaretti, n. 9/1114-A/49 Manzi e n. 9/1114-A/50 Berruto. Gli ordini del giorno n. 9/1114-A/51 Cannata e n. 9/1114-A/52 Orfini sono accolti come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/53 Paolo Emilio Russo e n. 9/1114-A/54 Ascani il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/55 Bonafe' è accolto come raccomandazione. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/56 Fornaro e n. 9/1114-A/57 Mauri. Gli ordini del giorno n. 9/1114-A/58 Forattini e n. 9/1114-A/59 Stefanazzi sono inammissibili. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/60 Marino il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure a sostegno dello sviluppo dell'imprenditoria femminile in agricoltura”. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/61 Graziano il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/62 Ubaldo Pagano il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di assicurare la celere e tempestiva attuazione degli interventi previsti favorendo il fattivo coordinamento delle diverse autorità coinvolte nella gestione e attuazione delle misure previste dal PNRR”.

Ordine del giorno n. 9/1114-A/63 Stumpo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1114-A/64 D'Alfonso, accolto come raccomandazione, Ordine del giorno n. 9/1114-A/65 Guerra, favorevole con riformulazione: “garantire il pieno coinvolgimento del Parlamento in relazione alle possibili modifiche o rimodulazioni del Piano”. Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/66 Scarpa e n. 9/1114-A/67 Madia. Ordine del giorno n. 9/1114-A/68 De Maria, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1114-A/69 Barbagallo, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di stanziare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”. Ordine del giorno n. 9/1114-A/70 Sarracino, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1114-A/71 Scotto, favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare, previa individuazione della necessaria copertura finanziaria, ogni iniziativa utile (…)”. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/72 Laus, n. 9/1114-A/73 Gribaudo, n. 9/1114-A/74 Fossi e n. 9/1114-A/75 Cuperlo. Ordine del giorno n. 9/1114-A/76 Amendola, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ogni iniziativa volta a consentire alle amministrazioni comunali (…)”. Ordine del giorno n. 9/1114-A/77 Boldrini, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1114-A/78 Vaccari, parere favorevole se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/1114-A/6 Foti. Ordine del giorno n. 9/1114-A/79 Iacono, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure che consentano il trasferimento o l'accorpamento di proprietà di fondi rustici in comuni classificati montani o nel caso di cooperative agricole”. Ordine del giorno n. 9/1114-A/80 Merola, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure per il sostegno alla nascita di nuove imprese o di nuove partite IVA nei comuni montani”. Ordine del giorno n. 9/1114-A/81 De Micheli, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1114-A/82 Mancini, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/1114-A/83 Bakkali, contrario. Ordine del giorno n. 9/1114-A/84 Ghio, parere favorevole. Gli ordini del giorno n. 9/1114-A/85 Caretta, n. 9/1114-A/86 Malavasi, n. 9/1114-A/87 Andrea Rossi sono accolti come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1114-A/ 88 Toni Ricciardi, favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di prevedere un intervento legislativo volto a consentire per i concorsi per dirigenti banditi dalle pubbliche amministrazioni l'accesso di dipendenti pubblici assunti con concorso pubblico a tempo indeterminato per i quali è stato richiesto specificamente come requisito di ammissione il possesso del dottorato di ricerca, anche conseguito all'estero, o di titoli professionali abilitativi”. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/89 Porta e n. 9/1114-A/90 Bicchielli. Ordine del giorno n. 9/1114-A/91 Rampelli, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1114-A/92 Cavandoli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1114-A/93 De Luca, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1114-A/94 Pierro: invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/95 Gebhard, n. 9/1114-A/96 Di Sanzo, n. 9/1114-A/97 Baldino e n. 9/1114-A/98 Barzotti. Ordine del giorno n. 9/1114-A/99 Carmina, parere favorevole con la seguente riformulazione della seconda premessa: “con un pacchetto di emendamenti depositato dal Governo sono state introdotte misure concernenti, tra le altre, la riduzione della validità delle graduatorie dei concorsi pubblici per i candidati idonei, la possibilità di ridurre alla sola prova scritta i concorsi per il reclutamento pubblico di tutti i profili, salvo quelli apicali, la riorganizzazione delle attribuzioni per le posizioni apicali del Ministero della Difesa, proposta quest'ultima successivamente ritirata” e con la riformulazione del dispositivo: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/1114-A/100 Riccardo Ricciardi, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1114-A/101 Penza, favorevole con riformulazione della seconda premessa: “con un pacchetto di emendamenti depositato dal Governo sono state introdotte misure concernenti, tra le altre, la riduzione della validità delle graduatorie dei concorsi pubblici per i candidati idonei, la possibilità di ridurre alla sola prova scritta i concorsi per il reclutamento pubblico di tutti i profili, salvo quelli apicali, la riorganizzazione delle attribuzioni per le posizioni apicali del Ministero della Difesa, proposta quest'ultima successivamente ritirata” e con riformulazione del dispositivo “a valutare l'opportunità di (…)”. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/102 Aiello, n. 9/1114-A/103 Auriemma, n. 9/1114-A/104 Alfonso Colucci, n. 9/1114-A/105 Carotenuto e n. 9/1114-A/106 Tucci. Gli ordini del giorno n. 9/1114-A/107 Giuliano e n. 9/1114-A/108 Cafiero De Raho sono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/109 D'Orso, il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/110 Ascari è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/111 Torto, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/112 Fenu, parere favorevole con riformulazione: “valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative finalizzate a garantire l'integrale, tempestivo ed efficiente utilizzo da parte dell'Italia dei fondi europei del programma NGEU, come previsto dal PNRR e PNC in tempi celeri e rispettosi del cronoprogramma”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/113 Donno, n. 9/1114-A/114 Dell'Olio e n. 9/1114-A/115 Lovecchio.

Gli ordini del giorno n. 9/1114-A/116 Alifano, n. 9/1114-A/117 Raffa e n. 9/1114-A/118 Orrico sono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/119 Caso, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di individuare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le risorse”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/120 Gubitosa, n. 9/1114-A/121 Lomuti e n. 9/1114-A/122 Onori.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/123 Pellegrini è accolto come raccomandazione.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/124 Francesco Silvestri, n. 9/1114-A/125 Iaria e n. 9/1114-A/126 Traversi.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/127 Fede, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di individuare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/128 Cantone, il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/129 Marianna Ricciardi, è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/130 Sportiello, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/131 Quartini, parere favorevole con riformulazione: “Proprio nell'ottica della nuova visione del collocamento mirato delle persone con disturbi di neurosviluppo e con disabilità intellettiva, considerando la particolare loro fragilità anche sociale e, proprio per questo, la necessità di un inserimento lavorativo che, una volta inquadrati le loro capacità e desideri, massimizzi la loro soddisfazione e, attraverso un percorso di coaching, anche il contributo all'attività dei datori di lavoro, a valutare l'opportunità di una riforma che permetta l'assunzione diretta delle predette persone, previa valutazione positiva del percorso di accompagnamento all'inserimento”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/132 Di Lauro, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/133 Bruno, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere ogni ulteriore iniziativa finalizzata a favorire la chiusura delle procedure di infrazione attualmente gravanti, nonché a prevenire l'apertura di nuove”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/134 Scerra e n. 9/1114-A/135 Scutella'.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/136 Ilaria Fontana, parere favorevole con riformulazione: “a valutare opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/137 Sergio Costa, parere contrario.

Gli ordini del giorno n. 9/1114-A/138 L'Abbate e n. 9/1114-A/139 Santillo sono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/140 Morfino, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure volte a favorire la salvaguardia delle aree naturali protette”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1114-A/141 Caramiello, n. 9/1114-A/142 Appendino, n. 9/1114-A/143 Todde, n. 9/1114-A/144 Pavanelli e n. 9/1114-A/145 Cappelletti.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/146 Loizzo, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/147 Mattia è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/148 Serracchiani, parere favorevole con riformulazione: “ad adottare tutte le misure di competenza, a tutela del ruolo del professore universitario di prima e seconda fascia, in caso di cessazione dal ruolo conseguente a provvedimenti giurisdizionali o amministrativi di annullamento o, comunque, caducatori della procedura, non derivanti da iniziative del docente medesimo, ivi comprese le modalità e le condizioni per il reintegro nell'ateneo di provenienza”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/149 Pastorino, parere contrario.

PRESIDENTE. Colleghi, sono decorsi in questo momento i 20 minuti per consentire a tutti di votare.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Mi scusi, signor Presidente. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/12, a prima firma Furfaro, nella prima versione, è stato dichiarato inammissibile. C'è una versione corretta che è stata depositata: volevamo capire se è confermata l'inammissibilità anche sulla seconda versione oppure se il Governo esprime il parere sulla seconda versione.

PRESIDENTE. È considerata inammissibile anche la seconda versione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/1 Soumahoro, parere contrario.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/1 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/2 La Porta, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1114-A/3 Donzelli: accoglie la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/1114-A/4 Ravetto, accolto come raccomandazione: onorevole Ravetto? La accoglie. Ordine del giorno n. 9/1114-A/5 Caramanna, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1114-A/6 Foti: accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/1114-A/7 Candiani, accolto come raccomandazione: colleghi della Lega? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/1114-A/8 Maiorano, accolto con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maiorano. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MAIORANO (FDI). Chiedo la cortesia di poterlo accantonare.

PRESIDENTE. Deve essere d'accordo il Governo. Il Governo lo vuole accantonare? Siamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/8 Maiorano.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Va bene.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1114-A/10 Tenerini, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1114-A/11 Deborah Bergamini, invito al ritiro. Onorevole Deborah Bergamini, c'è un invito al ritiro del suo ordine del giorno: l'accoglie o chiede di intervenire? Prego.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Lo ritiro.

PRESIDENTE. Bene. Ordine del giorno n. 9/1114-A/13 Di Biase, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1114-A/14 Gnassi, c'è una riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, perché da quello che abbiamo capito la riformulazione accoglie un intendimento che qui viene proposto, ma in modo del tutto generico. In realtà, il provvedimento in esame reca varie disposizioni che riguardano il personale degli enti locali, tra le quali quella che prevede che gli stessi possano utilizzare personale dipendente a tempo pieno di altre amministrazioni. Si eleva da 5.000 a 15.000 abitanti la soglia demografica entro la quale è riconosciuta ai comuni la possibilità di servirsi dell'attività lavorativa di dipendenti a tempo pieno di altre amministrazioni locali; si individua il ricorso all'istituto del comando, istituto motivato da esigenze di flessibilità organizzativa, legato alla carenza di personale e legato ai processi di mobilità in uscita non compensati dalla mobilità in entrata. Insomma, si rende evidente come sia necessario garantire tale possibilità per i comuni, che tra l'altro devono spendere le risorse del PNRR attraverso progetti che cambiano il volto di questo Paese e dei comuni stessi. Pertanto, quest'ordine del giorno che noi presentiamo propone di estendere agli enti locali quelle possibilità che consentono ai comuni di attuare i progetti e spendere le risorse del PNRR. Chiede di applicare la misura volta al sostegno finanziario per le assunzioni straordinarie di personale a tempo determinato da destinare appunto alle attuazioni dei progetti, oltre che per i comuni con 5.000 abitanti anche per quelli oltre i 15.000, insomma, stiamo pensando e stiamo proponendo un provvedimento che serve al Paese, affinché il Paese possa mettersi in marcia nell'attuazione del PNRR.

Come dire e cosa dire? C'è un accoglimento parziale e si rimanda a successivi provvedimenti indistinti del Governo circa le risorse per attuare le misure che noi proponiamo. Da questo punto di vista, visto che sono sei mesi, anzi otto mesi, che andiamo avanti di questo passo e non c'è un risultato concreto, se viene chiarito dal Governo quali sono le misure che intende adottare in sostegno e in favore dei comuni, il nostro orientamento potrebbe essere favorevole, altrimenti, prendiamo atto che si rimanda: i comuni rimangono senza personale e i progetti molto probabilmente non verranno attuati.

PRESIDENTE. Quindi, onorevole, non accetta la riformulazione?

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Così com'è, no.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/14 Gnassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/15 De Monte; c'è una riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). Presidente, credo che la valorizzazione degli esperti nazionali distaccati presso le istituzioni europee sia importante proprio per il valore che danno poi alle pubbliche amministrazioni di appartenenza. Quindi, volevo ringraziare il Governo per la riformulazione che accetto.

PRESIDENTE. Bene. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/16 Curti ha parere favorevole. Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo, intanto, per ringraziare anch'io il Governo per il parere favorevole e per confidare ovviamente che possa essere dato seguito nei tempi più veloci possibili all'ordine del giorno presentato e chiedo che possa anche essere messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/16 Curti, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/17 Ferrari è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD-IDP). Presidente, chiederei di sottoscriverlo e nel mentre, ovviamente, preciso che rifiuteremo la raccomandazione, chiedendo al Governo di accogliere quest'ordine del giorno per un motivo molto semplice: intanto, mettiamo in campo quella frase tradizionale che si usa negli ordini del giorno, quindi, non è un impegno concreto, e si chiede, appunto, di valutare, ma di valutare cosa?

La possibilità di autorizzare nei prossimi provvedimenti un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato per un settore come quello delle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, delle ARPA, che si trova in una situazione che - lo dico da emiliano-romagnolo - oggi necessiterebbe, sinceramente, di aumentare la professionalità dei tecnici, soprattutto in una fase in cui vi è la necessità non solo di fare investimenti con il PNRR, ma proprio di fare investimenti sui temi del dissesto e del controllo del territorio, investimenti che risultano essere per le regioni e per i territori estremamente importanti.

Quindi, io capisco, da parte del Governo, l'idea della raccomandazione, in una logica appunto di posticipare o comunque di dare uno pseudo accoglimento di questo nostro ordine del giorno. Vorremmo, invece, che quest'ordine del giorno avesse una maggior forza, per dire che il tema dell'ambiente, il tema dell'investimento che noi facciamo anche in termini di professionalità è un tema che sta a cuore a tutti. Quindi, chiederei alla Sottosegretaria di rivedere il parere.

PRESIDENTE. Sottosegretaria intende intervenire?

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Accolgo le osservazioni e, quindi, esprimo un parere favorevole.

PRESIDENTE. Il parere diventa favorevole e l'ordine del giorno lo intendiamo sottoscritto anche dall'onorevole Grimaldi, nel frattempo. Andiamo avanti con l'ordine del giorno n. 9/1114-A/18 Simiani, sul quale c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Presidente, veramente rimango sbalordito da questo parere, perché l'ordine del giorno che stiamo discutendo riguarda una società importante del Ministero dell'Economia e delle finanze, Invimit, una società che sta facendo un grande lavoro dal punto di vista economico e anche immobiliare, visto che si tratta per la maggior parte di immobili dello Stato o delle amministrazioni pubbliche. Come sapete benissimo, oggi insistono nel nostro Paese circa 70 miliardi di euro di immobili non valorizzati da parte degli enti locali, che possono essere invece messi a reddito e, soprattutto, possono essere valorizzati per molte attività sociali, sanitarie ed economiche anche dei singoli comuni.

In questo momento, Invimit sta portando avanti un progetto che si chiama OPA. Si tratta di un progetto che riguarda l'acquisto di immobili che fanno parte del patrimonio pubblico che possono essere destinati alla realizzazione di abitazioni per gli studenti. Sappiamo benissimo che il tema è in discussione nel Paese; abbiamo visto molti studenti, oggi, in difficoltà proprio per reperire abitazioni che possano essere utili proprio per la loro attività scolastica. Invimit in questo processo sta attivando questo fondo che metterà nel mercato nei prossimi mesi.

Noi chiediamo, con quest'ordine del giorno - ecco perché invito il Governo a rivedere la propria posizione - di dare la possibilità a questa società - che come indirizzo da parte del Governo ha un blocco dal punto di vista delle assunzioni e che come azienda sta avendo numeri veramente importanti - di sbloccare questa disposizione da parte dello Stato, per poter assumere molto personale che poi possa essere utile a questo progetto ma non solo, anche ai progetti di valorizzazione degli immobili pubblici.

PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire, dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/18 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/19 Malagola ha parere favorevole, quindi andiamo avanti. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/20 Lai è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io non posso accettare, naturalmente, la richiesta di trasformare quest'ordine del giorno in raccomandazione e invito anche il Governo a rivedere la propria opzione. Questo provvedimento ha 163 commi e parla praticamente di circa 80 amministrazioni differenti. Non c'è scritto per una sola volta “ente parco” ed è scritto solo per una volta “area protetta”, riferita alla necessità che le stazioni dei Vigili del fuoco siano presenti e si possano curare di eventuali incendi che si verifichino nelle aree protette. Io lo segnalo perché gli enti parco e le aree protette fanno parte di un capitolo del PNRR che è molto importante in termini di contributo allo sviluppo economico e sociale di questo Paese e girarsi dall'altra parte, di fronte ai problemi che in questo momento hanno gli enti parco, mi pare un errore se davvero avete a cuore, come dite, lo sviluppo del PNRR.

Gli enti parco sono bloccati dal fatto di non poter assumere nuovo personale. Si era fatto un tentativo con la legge di bilancio 2020, tentativo che durava due anni, estendendo la possibilità di assumere, sempre nell'ambito del rispetto dei vincoli di bilancio di ogni ente parco, e di aumentare la spesa in beni e servizi. È evidente che questo ha posto una pezza ma non ha risolto minimamente il problema e il fatto che gli enti parco non abbiano il personale impedisce loro di velocizzare tutte quelle procedure già importanti, che sono quelle ordinarie, a cui si aggiunge la partecipazione al PNRR.

Allora, mi chiedo: ha senso trasformare quest'ordine del giorno in una raccomandazione e non, invece, mandare un segnale, che può essere accolto in un altro provvedimento, perché si possa sbloccare questo vincolo sull'assunzione di personale negli enti parco? Si può fare con grande semplicità - è indicato nell'ordine del giorno - sospendendo, per esempio, la previsione che era stata fatta in quella legge di bilancio, cioè vincolare l'aumento della spesa ai soli beni e servizi. Quindi, io segnalo questo tema al Governo e chiedo che non sia trasformato semplicemente in acqua fresca.

Segnalo, poi, un'altra cosa in quest'ordine del giorno, cioè che ci sono anche enti parco privi di rappresentanti legali, ossia privi della persona che può assumersi degli impegni. Io faccio un esempio che riguarda la mia regione. Nella mia regione gli organi ordinari del parco mancano da 2-3 anni per l'assenza di un'iniziativa da parte della mia regione. Tuttavia, in questi anni aveva agito un commissario indicato dal Governo, un funzionario del Ministero dell'Ambiente. Dal 31 marzo, cioè una volta scaduto il mandato del commissario, che era stato rinnovato per tre anni, l'ente si trova senza rappresentante legale. Ora vi chiedo: come può un ente o una qualsiasi istituzione sopravvivere e attivare i suoi impegni straordinari, dovuti al PNRR, senza la firma del rappresentante legale?

Io ho già segnalato qualche tempo fa il tema, depositando un'interrogazione, ma il Governo non ha ancora risposto né, soprattutto, ha agito, perché la risposta all'interrogazione può anche non essere necessaria ma certamente il Governo non può girarsi dall'altra parte e poi magari addossare la colpa a chi ha programmato il PNRR o a chi l'ha scritto - o a chi l'ha scritto - se non permette agli enti parco di avere il personale necessario e i rappresentanti legali che possano assumere gli impegni, che certamente non possono essere assunti dal personale che provvede all'ordinaria amministrazione. Per cui, chiedo al Governo, Presidente, di cambiare il suo parere e di dare un parere positivo. In alternativa, non posso che rinunciare alla raccomandazione e chiedo di porre in votazione l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Chiedo di poter sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Lai e confido che il Governo accolga la richiesta di trasformare la raccomandazione in un parere favorevole.

Come abbiamo sottolineato anche durante la discussione generale, questo decreto è molto carente rispetto alle tematiche che ci aspettavamo sul rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni e il tema degli enti parco, che è completamente assente e che è stato posto dal collega Lai, è di estrema importanza per poter garantire a questi soggetti di ben amministrare patrimoni fondamentali per il nostro Paese, riguardanti la tutela di luoghi di grande pregio naturalistico e ambientale. Quindi, davvero confido che il Governo possa accogliere quest'ordine del giorno e che anche l'Aula lo accolga favorevolmente.

PRESIDENTE. Intanto, sottoscrivono l'ordine del giorno gli onorevoli Borrelli, Grimaldi, Lacarra, Gribaudo, Simiani, Fenu e Todde. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Lo accantoniamo.

PRESIDENTE. Allora, colleghi, lo accantoniamo. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/21 Iezzi c'è parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/22 Vietri è accolto come raccomandazione. Onorevole Vietri, va bene la raccomandazione? Non ricevo segnali contrari e, quindi, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/23 Palombi il parere è contrario. Lo ritira onorevole Palombi? Prego, onorevole.

ALESSANDRO PALOMBI (FDI). Presidente, chiedo al Governo di accantonarlo per un'eventuale rivalutazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Lo accantoniamo.

PRESIDENTE. Lo accantoniamo, va bene. Il Governo accantona l'ordine del giorno n. 9/1114-A/23 Palombi. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/24 Roggiani c'è parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Rispetto al parere contrario su quest'ordine del giorno vorrei dire alcune cose. La prima è che il settore del turismo, come stiamo constatando, del resto, anche in questi giorni, qui a Roma, è trainante per l'Italia: lo è per la crescita del nostro Paese, lo è per lo sviluppo delle nostre città, lo è, soprattutto, se il Paese decide di fare investimenti sulla digitalizzazione, sui servizi, sulla formazione professionale degli addetti del settore turistico. Io penso, però, che non possiamo scaricare sugli enti locali l'erogazione di molti dei servizi destinati proprio al turismo se vogliamo che l'Italia continui a puntare su un settore così importante e da sempre così trainante per il nostro Paese.

Nella legge di bilancio avete incredibilmente approvato l'emendamento del collega Gnassi, relativo alle città con un rapporto tra turisti e cittadini superiore di 1 a 20. Noi chiediamo semplicemente di poter estendere questa possibilità di modulazione della tassa di soggiorno da parte dell'ente locale anche alle città capoluogo. Del resto, ve lo chiediamo in nome di un principio che in questi giorni state molto raccontando ma molto poco praticando, ossia quello dell'autonomia. Magari se questa stessa autonomia, che continuate a raccontare, iniziaste un pochino a praticarla, dando la possibilità agli enti locali - soprattutto, appunto, alle città capoluogo - di poter innalzare la propria tassa di soggiorno, ovviamente modulandola a seconda dei quartieri e dei servizi e di poter usare in modo più flessibile le entrate di quella tassa di soggiorno, io penso che potreste fare un favore a quegli enti locali che avete molto messo a rischio, perché ricordiamo tutti quell'emendamento a favore degli enti locali che poi avete ritirato nella legge di bilancio e abbiamo letto tutti dei fondi che avete cancellato, come quello sul sostegno per gli affitti e per la morosità incolpevole, che va a colpire moltissimo anche gli enti locali, ma anche la questione del reddito di cittadinanza va a colpire moltissimo gli enti locali e i servizi che devono erogare.

Allora, se vogliamo davvero puntare, come Italia, sul turismo e farlo anche attraverso la spina dorsale del nostro Paese, che sono i comuni e le città, approvate quest'ordine del giorno, date un segnale, date la possibilità di utilizzare un po' di quell'autonomia che tanto predicate, ma poco praticate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/24 Roggiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Colleghi, saluto il Presidente del Parlamento della Repubblica di Moldova, Igor Grosu, che oggi è in visita ufficiale alla Camera dei deputati, accompagnato da alcuni deputati. Benvenuto alla Camera dei deputati (Applausi - L'Assemblea si leva in piedi).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/25 Almici, sul quale c'è una proposta di riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/26 Semenzato il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/27 Casu il parere è favorevole. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, chiedo che venga messo in votazione e di intervenire in dichiarazione di voto. Lo faccio perché vorrei richiamare l'attenzione della Presidenza, dei rappresentanti del Governo e di tutte le colleghe e di tutti i colleghi sul tema che tocca quest'ordine del giorno, su cui è stato espresso un parere favorevole del Governo e sul quale, quindi, mi auguro si possa registrare un voto favorevole da parte di tutta quest'Aula.

Noi già in sede referente, in Commissione, siamo intervenuti su questo tema, con un emendamento del Partito Democratico, poi sottoscritto anche dalle altre forze di opposizione, che ha avuto un parere favorevole con una riformulazione, che autorizza le amministrazioni centrali e le agenzie a stipulare convenzioni volte a reclutare il personale di cui necessitano mediante scorrimento delle graduatorie in corso di validità dei concorsi pubblici svolti per il tramite della commissione Ripam. Ripam è un programma di riqualificazione della pubblica amministrazione, che ha l'obiettivo di formare e reclutare proprio quella nuova generazione di impegno e di competenze di cui ha bisogno la pubblica amministrazione per rinnovarsi e per rafforzarsi. Ci sono oltre 30.000 ragazze e ragazzi che hanno vinto, tra funzionari e assistenti, questo concorso, i quali sono nelle graduatorie in corso di validità. E c'è una fame nelle amministrazioni centrali e nelle autorità, c'è la necessità di avere nuove energie e di averle subito, pronte e disponibili.

Ora, il passaggio che abbiamo introdotto in questo decreto consente il primo passo, ossia che possano essere stipulate convenzioni, ma l'impegno che prendiamo oggi in Aula - ed è un impegno non solo nei confronti di queste ragazze e di questi ragazzi, oltre 30.000 persone, ma di tutto il nostro Paese - è adottare ogni iniziativa utile affinché le amministrazioni centrali e le agenzie provvedano a stipulare, nel più breve lasso di tempo possibile, le convenzioni necessarie per consentire, mediante lo scorrimento delle graduatorie Ripam in corso di validità, di rispondere celermente alla carenza di personale nella pubblica amministrazione, contrariamente a quanto avverrebbe con strumenti diversi. Infatti, questo è il punto: noi abbiamo bisogno subito di nuove energie nella pubblica amministrazione. Abbiamo fatto percorsi di formazione e di preparazione, e abbiamo fatto tutto quello che può mettere in campo una nuova generazione, che non deve essere più relegata in panchina, che può entrare e impegnarsi da subito, ma dobbiamo creare quegli strumenti.

Oggi auspichiamo un impegno forte di quest'Aula in questo senso, un impegno che vada oltre le differenze nel merito e nel metodo di questo processo. Su questo provvedimento, lo abbiamo detto, ci confronteremo anche aspramente, ma almeno su questo cerchiamo di mandare un segnale molto forte da parte dell'Aula. Noi siamo pronti a sostenere il fatto che queste ragazze e questi ragazzi, che aspettano che queste convenzioni vengano stipulate, possano entrare il prima possibile, per rafforzare da subito la pubblica amministrazione. Penso che sia un impegno doveroso e necessario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/27 Casu, con il parere favore del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/28 Calderone, che è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Calderone. Ne ha facoltà.

TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Presidente, io avevo capito che il parere era favorevole.

PRESIDENTE. Aveva capito male, è una raccomandazione. Però chiede di intervenire il Governo, che probabilmente cambia parere. Prego, Sottosegretaria.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, grazie, Presidente. Parere favorevole secco.

PRESIDENTE. Facoltà di divinazione. Bene, quindi è favorevole. Andiamo avanti.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/29 Lacarra il parere è favorevole. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire e di esprimere la mia dichiarazione di voto, e che l'ordine del giorno venga poi messo in votazione.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo, signor Presidente, le carceri italiane affrontano una serie di gravi problemi che richiedono un'attenzione urgente del Governo. Attenzione che non solo non vi è stata in questi mesi, da quando è in carica il Governo attuale, ma notiamo un certo disinteresse verso il tema.

Il sovraffollamento, le condizioni igienico-sanitarie precarie, la mancanza di programmi di riabilitazione e gli episodi di violazione dei diritti umani sono solo alcuni degli ostacoli che il sistema penitenziario italiano deve affrontare. Il sovraffollamento è uno dei problemi più pressanti. Le carceri italiane sono costantemente al di sopra della loro capacità massima, con celle stracolme e detenuti che vivono in condizioni di promiscuità estrema. Una situazione che non può non comportare un impatto negativo sulla salute fisica e mentale dei detenuti, aumentando il rischio di violenze e di diffusione di malattie. Le condizioni igienico-sanitarie all'interno delle carceri sono spesso inadeguate, così come l'accesso limitato alle cure mediche e la mancanza di personale sanitario qualificato aggravano ulteriormente la situazione, mettendo a rischio la vita e il benessere di chi si trova in stato di detenzione. Un altro problema critico è la mancanza di programmi di riabilitazione efficaci.

Il sistema penitenziario dovrebbe essere incentrato sulla rieducazione e sulla reintegrazione sociale dei detenuti, ma spesso questa prospettiva viene completamente trascurata. La mancanza di opportunità di istruzione, formazione professionale e supporto psicologico impedisce ai detenuti di acquisire le competenze necessarie per una reintegrazione significativa nella società, aumentando così il rischio di recidiva. Offrire queste opportunità è una questione di sicurezza nazionale, oltre che di aderenza ai princìpi umanitari della nostra Costituzione.

Affrontare questi problemi richiede un impegno significativo da parte delle istituzioni, a partire dal Governo, che però in questi mesi non ha fatto nulla sul tema. Soprattutto in fatto di nuove assunzioni, in un comparto gravemente sotto organico, non registriamo alcun progresso. Eppure, con le leggi di bilancio 2019, 2020 e 2022 erano state previste assunzioni di centinaia di unità di personale del comparto funzioni centrali per il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e del dipartimento per la giustizia minorile di comunità. Il nuovo Governo ha solo ridotto la spesa per la giustizia, rischiando di incidere pesantemente sulla tenuta di un sistema già fragile e interrompendo il difficile percorso di risanamento che era stato avviato. Il rischio, in particolare, è che ad essere colpite, alla fine, siano tutte quelle attività trattamentali delle persone detenute nell'ambito di percorsi di reinserimento. Allo stesso tempo, se non procediamo immediatamente con le nuove assunzioni di personale, sarà la funzionalità degli stessi istituti penitenziari, così come la dignità delle condizioni di vita dei detenuti, ad avere la peggio.

Il sistema penitenziario italiano deve diventare un luogo di rieducazione, riabilitazione e riparazione, così come sancito dalla Costituzione. Al pari, chi lavora nelle carceri deve essere messo nelle condizioni migliori per poterlo fare. Insomma, bisogna ridare dignità al nostro sistema penitenziario.

Accogliamo, quindi, favorevolmente il parere positivo espresso dal Governo, ma speriamo che traduca questo impegno in azioni concrete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/29 Lacarra, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Nevi, onorevole Gribaudo. Lo volete sottoscrivere? Anche l'onorevole Lai sottoscrive. L'onorevole Pittalis sottoscrive anche.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/30 Alessandro Colucci è accolto sotto forma di raccomandazione, che è accettata da chi lo ha presentato.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/31 Tirelli è inammissibile.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/32 Dori è stato ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/33 Bonelli, su cui c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Devo dire che siamo abituati a dei “no” abbastanza surreali da parte del Governo. Vorrei, infatti, anche rendere edotta l'Aula sul fatto che il Governo ha appena detto “no” al fatto che l'inviato per il clima, previsto dall'articolo 12 del testo di legge che stiamo discutendo, debba essere individuato tra personalità e persone che abbiano esperienze nell'ambito, ovviamente, delle questioni climatiche, esperti in questo settore. Francamente faccio fatica a comprendere dove intendono individuare l'esperto per fare l'inviato climatico, se non tra esperti che conoscono la questione.

Tra l'altro, siccome è previsto anche un compenso di 238.000 euro, e la norma prevede che l'inviato possa essere preso anche fuori dalla pubblica amministrazione, allora mi chiedo che cosa vi sia dietro questo “no” del Governo. A meno che qualcuno non intenda nominare inviato per il clima un turista per caso, a cui vengono dati 238.000 euro: fa il turista per caso perché fa l'inviato per il clima, ma non sa niente di cambiamento climatico.

Questo è il “no” del Governo, che si qualifica da solo. Forse potevano trovare una forma un po' diversa e avrebbero fatto una migliore figura, non davanti al Parlamento, ma certamente davanti a tutto il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/33 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/34 Zanella, su cui c'è parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno raccoglie, tra l'altro, le preoccupazioni espresse dall'Associazione magistrati contabili, che, come è noto, si è riunita e ha espresso con grande autorevolezza, ma anche con grande determinazione, la propria preoccupazione per le proposte del Governo che metterebbero a rischio il sistema di tutela posto a presidio della sana e corretta gestione delle risorse pubbliche.

Notoriamente è stata introdotta una proroga dello scudo erariale fino al 2024 e anche una contemporanea abrogazione, seppur non definitiva, del controllo concomitante.

Questo in un momento in cui la Commissione europea esprime allarme, poiché è noto che è necessario da parte di tutti gli Stati che spendono fondi del PNRR e della Next Generation EU avere e garantire responsabilmente il controllo della spesa stessa. Inoltre, voglio proporre un'osservazione alla vostra attenzione, alla sua, Presidente, e a quella dell'Aula e del Governo: stiamo parlando di un organo di rilievo costituzionale, la Corte dei conti, a cui, a mio giudizio, non ci si può rivolgere con un emendamento, fatto in fretta e furia, che rivoluziona il sistema di controllo della spesa pubblica. Mi sembra anche irriverente come metodo, irriverente come scelta politica e istituzionale. Per questo chiedo al Governo un ripensamento. Non è così che ci si propone da organo costituzionale a un organo comunque ausiliario, comunque di rilevanza costituzionale. Mi sembra un metodo molto rozzo, oltre che pericoloso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente, ad adiuvandum della mia collega e capogruppo, Zanella. Vorrei ricordare a quest'Aula che la Presidente Meloni non può andare nelle trasmissioni televisive a raccontare falsità, come sostenere che la norma, la quale tra l'altro è prevista nel testo, sia una norma che già aveva introdotto il Governo Draghi. Una falsità incredibile, che è bene ribadire, perché il Governo Draghi era intervenuto sull'ampliamento dello scudo erariale.

Questo Governo non solo proroga lo scudo erariale ma interviene anche per annullare i controlli concomitanti da parte della Corte dei conti. Questo significa un “tana libera tutti” e impedisce anche il corretto funzionamento del raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Voglio ricordare che l'articolo 103 della Costituzione assegna alla Corte dei conti ruoli precisi, è un organismo indipendente e autonomo dall'Esecutivo. Quello che state facendo è qualcosa che a noi ricorda veramente la strada che porta verso il modello Orban, cioè una sorta di refrattarietà ai controlli degli organismi indipendenti dello Stato. Per questo noi continueremo a dire che questa norma, che è presente in questo decreto-legge, è qualcosa di veramente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/34 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Per il resoconto, all'ultima riga dell'ordine del giorno n. 9/1114-A/34 Zanella c'è un errore materiale. Laddove si legge: “controllo concorrente” in realtà è da intendersi: “controllo concomitante”. Grazie all'onorevole Marattin per la segnalazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/35 Zaratti, su cui c'è parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Che il PNRR sia la più ambiziosa manovra finanziaria del dopoguerra è una cosa acclarata e ne siamo tutti coscienti. Vorrei ricordare i grandi sforzi che ci sono stati anche da parte del nostro Paese, soprattutto del nostro Paese, per fare in modo che effettivamente questa misura così straordinaria fosse messa in campo dall'Europa. Voglio ricordare che non soltanto vi è una parte a prestito ma anche una parte a fondo perduto. La grande vittoria del nostro Paese fu quella di mettere all'angolo la posizione di quei Paesi cosiddetti frugali.

A fronte di questo importante sostegno da parte dell'Unione europea, ci è stata chiesta fondamentalmente una serie di cose, cioè dare priorità alla modernizzazione del Paese, soprattutto dal punto di vista ambientale, e mettere in campo un sistema di controlli che garantisse la trasparenza della spesa. Da questo punto di vista il nostro Paese è fortunato perché la nostra bella Costituzione, all'articolo 100, ha previsto un organismo apposito, la Corte dei conti. Tale Corte è stata indicata all'Europa come lo strumento per esercitare tali controlli. Penso che nelle ultime vicende sia stato fatto di tutto per far perdere credibilità alla Corte, soprattutto su una questione fondamentale, quella del controllo concomitante. Vorrei ricordare a quest'Aula e a me stesso che il controllo concomitante non è una misura che tende a rallentare l'approvazione dei progetti, non è una misura che in qualche modo li frena, così come qualcuno ha pure detto in discussione in Commissione e in quest'Aula. È una misura che consente di eliminare quella difficoltà nella firma dei funzionari, perché i funzionari, accompagnati passo dopo passo nella predisposizione degli atti dalla Corte dei conti, più facilmente mettono le firme e prendono le decisioni, sicuri che il procedimento che hanno messo in atto è trasparente. Quindi, volere modificare il controllo concomitante è un danno per il Paese, è un danno per l'applicazione del PNRR, è un danno nei confronti dei nostri funzionari che sarebbero invece aiutati in questa direzione.

Però, Presidente, cari colleghe e colleghi, non è che ogni volta che leggete “Corte dei conti” vi potete mettere paura e votare contro, perché il mio semplice e modesto ordine del giorno prevede un semplice impegno e ve lo voglio rileggere, perché forse leggendo “Corte dei conti” vi siete preoccupati, ma non vi dovevate preoccupare. L'ordine del giorno impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame, al fine di porre in essere urgentemente tutte le modifiche necessarie affinché il ruolo e le funzioni della Corte dei conti, anche e soprattutto nella realizzazione dei progetti finanziati dal PNRR, che fanno gola anche alla criminalità organizzata, non sia affatto sminuito. Ora, signori e signore, se pure quest'ordine del giorno deve avere il parere contrario del Governo, allora è vero quello che si dice, ovvero che avete in uggia - diciamo così - la Corte dei conti e che volete eliminarne qualunque ruolo. Io penso che davvero questa sia la prova provata che c'è da parte vostra un preconcetto molto, molto forte e un punto di vista molto, molto sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/35 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/36 Evi, su cui vi è parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Illustro l'ordine del giorno a prima firma Evi. Come sapete, la nostra collega non è presente, perché ha avuto una bambina, e quindi le facciamo sicuramente gli auguri (Applausi). Proprio da questa bambina vorrei partire, perché ogni volta che pensiamo ai più piccoli pensiamo al futuro. La Missione 2 del PNRR prevede una serie di azioni molto importanti per il futuro e per la lotta ai cambiamenti climatici. Prevede anche investimenti e riforme per l'economia circolare, prevede investimenti su impianti per migliorare la gestione dei rifiuti e il rafforzamento delle infrastrutture, prevede nuove tecnologie per raggiungere target ambiziosi, come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento del recupero nel settore tessile. Ci sono anche misure importanti che riguardano la decarbonizzazione e l'incremento significativo dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabile. Infine, c'è qualcosa che dovrebbe stare a cuore a tutti, ovvero il potenziamento della capacità delle reti elettriche e della loro affidabilità, sicurezza e flessibilità, le cosiddette smart grid. Come sapete, il provvedimento che abbiamo discusso è volto anche a cercare di potenziare le pubbliche amministrazioni affinché possano farsi carico di questa progettualità complessa. Questo perché l'intervento pubblico non richiede solo le risorse finanziarie, che in realtà ci sono, ma richiederebbe anche capacità amministrativa e, a sua volta, la capacità di leggere i dati e le valutazioni tecniche, la capacità di fare programmazione e la capacità di spesa. Tutte attività per le quali nella pubblica amministrazione, anche a causa dei violenti tagli subiti nell'ultimo decennio, manca del personale specializzato che abbia queste competenze tecniche. Per tale ragione il provvedimento stabilisce la possibilità di conferire incarichi a soggetti estranei ai ruoli dell'amministrazione, dirigenziali generali e non generali, nel limite del 12 per cento delle rispettive dotazioni organiche. Noi giudichiamo - e penso sia un dato di fatto - che questa possibilità sia eccessivamente limitata e che il 12 per cento possa non essere sufficiente a far fronte alla necessità di mettere a terra la progettualità del PNRR con efficacia, evitando così di perdere le risorse.

Con il nostro ordine del giorno, chiediamo al Governo di valutare la possibilità di alzare la soglia fino al limite del 18 per cento delle rispettive dotazioni organiche delle amministrazioni che devono conferire gli incarichi. Ci stupisce il parere negativo del Governo, che noi chiediamo di rivedere, perché esso pregiudica puntualmente un obiettivo di tutto il Paese e, credo, di tutto il Parlamento. Per cui, Presidente, chiedo al Governo se intenda rivedere il parere. Vedo che la risposta è testardamente e tenacemente “no” e, quindi, chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/36 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/37 Borrelli, su cui vi è parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Secondo me, in alcuni casi i pareri contrari dovrebbero essere valutati con maggiore attenzione, perché rappresentano una contraddizione rispetto all'indirizzo del Governo. Nei giorni scorsi, noi abbiamo ascoltato diversi Ministri che parlavano di interventi e volontà da parte di questo Governo di finanziare il più possibile la messa in sicurezza del territorio. Io ho presentato un question time e mi è stato risposto che questo Governo mette al centro la lotta e la battaglia contro il dissesto idrogeologico, un punto fondamentale per l'Alleanza Verdi e Sinistra, su cui siamo sempre intervenuti e siamo pronti a fare la nostra parte. Ebbene, l'ordine del giorno va esattamente in questa direzione, ossia pone come priorità per i fondi del PNRR mettere in sicurezza il nostro territorio. Possiamo piangere e disperarci quanto vogliamo davanti alle catastrofi dovute in particolare alle emergenze climatiche, ma il nostro dovere di legislatori dovrebbe essere quello di creare le condizioni affinché il territorio non frani e non collassi, considerato che ci troviamo di fronte a emergenze sempre maggiori. È il motivo per cui abbiamo chiesto al Governo un impegno in particolare in questa direzione, verso la rivoluzione verde e la transizione ecologica. Ci è stato detto “no” e però, da questo punto di vista, io non riesco a comprendere una cosa. O si decide - ed è legittimo, da parte del Governo e della maggioranza - che l'ambiente non è una priorità, che la lotta al dissesto idrogeologico non è una priorità, oppure, se lo è, non può essere soltanto una dichiarazione estetica: deve essere sostanza. Sostanza significa finanziare e mettere come priorità l'intervento e la battaglia per mettere in sicurezza il nostro Paese, soprattutto davanti alle tragedie. Soltanto negli ultimi mesi, siamo passati da Ischia all'Emilia Romagna; non è un tema del Sud, del Centro, delle Isole o del Nord; è un tema che riguarda il nostro Paese, che è uno dei più fragili di tutta l'Europa, già di per sé, da questo punto di vista, ed è uno dei Paesi che dovrebbe investire moltissimo in questa direzione. Invece, questo non avviene, neanche davanti a un ordine del giorno che oserei dire è quasi ovvio e banale, su cui è stato espresso un parere negativo. Perché viene espresso un parere negativo se, dall'altra parte, si va in televisione o si viene anche in quest'Aula e si afferma che, invece, il Governo è intenzionato a fare tutto?

Per ora, l'unica cosa che ho visto è stata quella di stanziare miliardi e miliardi di euro per realizzare il ponte sullo Stretto di Messina, al posto di investire sulla fragilità del nostro territorio. Questo mi preoccupa moltissimo perché fa pendant con la vicenda della Corte dei conti. Ovviamente nessuno vuole gridare allo scandalo, però è impressionante osservare come si è addirittura trasformata una vicenda che, per eleganza istituzionale, la Corte dei conti cerca di mantenere su un livello di equilibrio, quasi a voler far apparire una cosa normale tentare di evitare i controlli. La Corte dei conti può anche sbagliare, tutti possono sbagliare, ci possono essere cose che non si condividono, ma ci si può tranquillamente difendere. Il tema è che sembra si voglia dire: “Noi facciamo quello che ci pare e non rispondiamo ad alcuna regola”. Guardate che abbiamo imparato tutti che il consenso - concludo - è una cosa molto labile, in questa fase storica del nostro Paese. Immaginare di bloccare o di imbavagliare organismi previsti dalla Costituzione per tutelare tutti noi, a prescindere da chi, in modo temporaneo, è maggioranza o minoranza, è un gravissimo errore, è un errore come non mettere il dissesto idrogeologico, la sicurezza, la transizione ecologica, la tutela e la difesa del nostro patrimonio naturalistico al centro dei nostri investimenti. È un errore anche aver espresso parere contrario su quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/37 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Ordine del giorno Giaccone n. 9/1114-A/38, parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/39 Battilocchio è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1114-A/40 Gianassi è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo che l'ordine del giorno non sia accolto come raccomandazione, ma posto in votazione. Non vogliamo raccomandare al Governo, ma vogliamo impegnare il Governo. Se posso, faccio la dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Abbiamo, con quest'ordine del giorno, chiesto un impegno da parte del Governo sulla stabilizzazione degli uomini e delle donne oggi impegnati nell'Ufficio del processo. L'Ufficio del processo è stato istituito ormai nel 2012 come un modello finalizzato a rendere più efficiente il servizio della giustizia attraverso la rivisitazione dei modelli organizzativi del lavoro del magistrato e delle cancellerie con il supporto in processi di innovazione. Finalmente, negli ultimi anni, l'Ufficio del processo, che è composto dai magistrati, dai rappresentanti del personale amministrativo delle cancellerie e dagli addetti allo stesso Ufficio del processo, è stato attivato. Svolge un'attività importante, di ricerca dottrinale, di indicazione dei precedenti giurisprudenziali, di stesura delle relazioni, di massimizzazione delle sentenze, di collaborazione diretta con il magistrato, per la preparazione dell'udienza. Offre, quindi, un servizio importante per l'efficientamento del sistema della giustizia e per la velocizzazione dei procedimenti, tema tanto caro agli italiani e alle italiane e anche al Governo e alle istituzioni del Paese, in questi mesi ancora di più quando cerchiamo di rispettare - il Governo deve farlo - gli impegni presi con il PNRR.

La figura dell'addetto è stata poi delineata meglio, con i provvedimenti legislativi del 2021 e del 2022, e, finalmente, nel 2022 per l'appunto, previo espletamento di una procedura concorsuale, sono state attivate le assunzioni. Si tratta di migliaia di lavoratori e lavoratrici, che svolgono un lavoro importante, che hanno dimostrato alta qualità professionale. Anche i risultati sull'accelerazione dei tempi del processo sono evidenti, tanto che, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2023, il primo presidente della Corte di cassazione e gli altri presidenti delle corti di appello hanno riconosciuto il contributo importante che è venuto dall'istituzione dell'Ufficio del processo in questo ruolo di ponte tra l'attività giurisdizionale e l'attività di supporto tradizionale.

Allora, noi riteniamo opportuno, di fronte a incertezze che si sono palesate e di fronte alla mancanza di parole chiare circa l'impegno del Governo sulla stabilizzazione di queste figure, per non disperdere il lavoro iniziato e per continuare a supportare l'azione di aggressione dell'arretrato civile e delle pendenze civili e penali per la celere definizione dei procedimenti giudiziari e per supportare il raggiungimento degli obiettivi del PNRR, di provvedere alla stabilizzazione di questo personale attraverso appunto un contratto a tempo indeterminato presso l'amministrazione assegnataria, previo colloquio selettivo e all'esito di una valutazione positiva dell'attività svolta, ovviamente nei limiti dei posti disponibili nella pianta organica.

Si tratta di un tema molto importante; io non penso che il Governo lo sottovaluti, credo che non lo sottovaluti nemmeno la maggioranza, ma c'è bisogno di dare risposte chiare e precise sull'impegno del Parlamento e del Governo. Chiediamo, dunque, all'Aula e alla maggioranza di non bocciare quest'ordine del giorno e di votare a favore per impegnare il Governo alla stabilizzazione di questo personale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'onorevole Lacarra chiede di sottoscrivere quest'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/40 Gianassi, con il parere contrario del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Gli ordini del giorno n. 9/1114-A/41 Urzì e n. 9/1114-A/42 Ambrosi sono stati accolti. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/43 Piccolotti c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno poniamo, ancora una volta, l'accento sull'importanza degli addetti dell'Ufficio del processo, un tema che ho sottoposto al Governo più e più volte. Devo dire che, in precedenza, non avevo mai avuto una chiusura netta da parte del Governo come quella di oggi. Il PNRR ha individuato proprio nell'Ufficio del processo la struttura organizzativa deputata a determinare un rapido miglioramento delle performance degli uffici giudiziari, proprio con l'obiettivo di abbattere l'arretrato e di ridurre la durata dei procedimenti civili e penali. Tra l'altro, analoga struttura è costituita anche negli uffici di segreteria del Consiglio di Stato, del Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana e dei tribunali amministrativi regionali. Proprio al fine di dare attuazione al PNRR, è emersa la necessità di potenziare lo staff del magistrato, con professionalità in grado di collaborare a tutte le attività connesse alla giurisdizione, quali la ricerca, lo studio, la gestione del ruolo e la preparazione di schede e bozze di provvedimenti.

Il diligente svolgimento del lavoro che hanno svolto in questi mesi i funzionari addetti all'Ufficio del processo ha dato notevoli risultati, ha dato i suoi frutti, in termini di riduzione dell'arretrato. L'ufficio per il processo, infatti, svolge un ruolo determinante per il miglioramento della qualità e dell'efficienza della risposta giudiziaria, specialmente in termini di riduzione – significativa - dei tempi della giustizia. Quindi, le migliaia - stiamo parlando di oltre 8.000 - risorse immesse in servizio con contratto a tempo determinato stanno maturando una professionalità significativa e anche un'approfondita conoscenza dei contenuti e delle attività affidate, che sono sempre più rilevanti e qualificate. Proprio in ragione della carenza di personale che caratterizza in generale il settore della giustizia abbiamo la necessità di valorizzare il ruolo di questi addetti all'Ufficio del processo, tant'è vero che, con decreto legislativo n. 151 del 2022, si è definitivamente istituzionalizzato l'Ufficio del processo proprio come struttura permanente che poi deve dotarsi anche di un apposito personale a tempo indeterminato. Quindi, appare del tutto ragionevole che il Governo proceda in due direzioni: da un lato, alla stabilizzazione degli attuali addetti all'Ufficio del processo, quindi di quelli già in servizio, dall'altro, allo scorrimento della graduatoria degli idonei di quel concorso pubblico dell'agosto 2021. Infatti, solo pochi giorni fa, il 31 maggio, è stata presentata in cabina di regia la terza relazione semestrale sul PNRR e in essa è stato rilevato che, ad oggi, si sono già dimessi circa 2.300 addetti dell'Ufficio del processo; soprattutto, sono andati verso altre amministrazioni, ad esempio il Ministero dell'Economia e delle finanze, per posti di lavoro più sicuri e stabili, e questo è legittimo. Quindi, questi posti noi potremmo coprirli subito, se si procedesse con uno scorrimento di quella graduatoria di idonei del concorso del 2021. Io, più volte, ho sottoposto questa vicenda all'attenzione del Governo con interrogazioni e ordini del giorno e dal Ministero della Giustizia non avevo mai avuto una chiusura netta sul punto, si rinviava sempre e soprattutto a un'interlocuzione successiva con l'Unione europea.

Spero, quindi, che al di là di quest'ordine del giorno, la questione non si possa considerare chiusa in maniera definitiva, altrimenti bisognerebbe dirlo, purtroppo, in modo chiaro agli addetti che non hanno possibilità di stabilizzazione o di scorrimenti, mentre, secondo me, è assolutamente importante, fondamentale procedere sia alle stabilizzazioni che agli scorrimenti, anche perché, altrimenti, assisteremo a una nuova fuga, probabilmente, verso altre amministrazioni, dal Ministero della Giustizia verso altre amministrazioni.

Quindi, io tornerò certamente sul punto con altre iniziative, nella speranza, chiaramente, che da parte del Governo ci siano nuove aperture (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/43 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/44 Fratoianni: parere favorevole con riformulazione. Non l'accetta? Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà. Mi scusi, onorevole Fratoianni, la rappresentante del Governo chiede di intervenire. Prego, Sottosegretaria.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Era solo che, probabilmente, nella lettura della riformulazione non ci siamo intesi con l'onorevole Fratoianni. Era, in realtà, “(…) ad avviare le opportune iniziative atte a superare, d'intesa con le organizzazioni sindacali, il gap salariale (…)”, quindi c'era stato questo fraintendimento…

PRESIDENTE. Onorevole Fratoianni, è sufficiente questo chiarimento?

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Questo chiarimento è utile…

PRESIDENTE. Ma non risolutivo…

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Non risolutivo, grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno pone una questione, se volete, specifica, ma parla più complessivamente di un tema che da molti anni occupa il dibattito pubblico e in questi giorni, in queste settimane, nell'ambito di questo provvedimento, in modo particolare, quello della pubblica amministrazione e della sua efficienza, della sua funzione. Si discute molto della pubblica amministrazione, in questo Paese e lo si fa quasi sempre a sproposito; si parla di pubblica amministrazione per parlare di inefficienza, si parla di pubblica amministrazione per parlare di burocrazia, quasi mai, quando si parla di pubblica amministrazione, si indicano alcuni nodi che rendono il nostro Paese arretrato rispetto alla media europea e che vive, rispetto alla sua pubblica amministrazione, una condizione strutturalmente inadeguata rispetto al ruolo che, invece, questo settore così importante dovrebbe rivestire. Non si ricorda quasi mai, per esempio, che il nostro Paese, rispetto alla media europea, ha un numero di addetti e di addette alla pubblica amministrazione strutturalmente inferiore a quello che sarebbe necessario, a quello che è previsto in altri Paesi, esattamente come non si dice quasi mai che la carriera nella pubblica amministrazione è generalmente svilita, perfino nel suo racconto pubblico, ma è svilita - e questo è molto più immediatamente comprensibile - anche nella sua dimensione materiale.

L'Aran, per esempio, ci racconta che nel decennio 2012-2023 lo stipendio medio nella pubblica amministrazione è cresciuto di circa il 6,7 per cento, mentre nello stesso periodo lo stipendio medio del comparto privato è cresciuto dell'11,6 per cento: siamo, più o meno, quasi al doppio dell'incremento. Ora, come capite, se questi sono i dati, è abbastanza difficile poi prendersela con la pubblica amministrazione, con la scarsa attrattività di questa carriera o anche con l'inefficienza che un settore rilevante, centrale, come questo rischia in qualche modo e in qualche caso di produrre rispetto alle nostre attese, ai nostri bisogni e ai nostri interessi. In questo caso, visto che parliamo, tra le altre cose, della necessità di mettere a terra con efficacia, tempismo e con puntualità i progetti decisivi e strategici del PNRR, occorre farlo nel modo migliore.

Tra le ragioni che hanno determinato questa differenza retributiva nel decennio, in questi ultimi anni, ce n'è una che non è certamente l'unica, ma è quella che ha a che fare con un articolo preciso, con l'articolo 23, comma 2, del decreto legislativo n. 75, del 25 maggio 2017, che pone un tetto inderogabile alla possibilità di mettere a disposizione risorse per il salario accessorio, dunque, per la contrattazione integrativa. Noi crediamo, e quest'ordine del giorno chiede esattamente questo, che sia arrivato il momento di abrogare quel vincolo, di superare quel vincolo. Peraltro, segnalo al Parlamento oltre che al Governo, che l'abrogazione di quel vincolo, di quel tetto, consentirebbe di rendere più dinamica la contrattazione integrativa attraverso l'investimento sul salario accessorio, ma lo farebbe senza aggiungere ulteriori oneri in termini strutturali al bilancio dello Stato, perché le pubbliche amministrazioni sono comunque nella condizione - e così, peraltro, hanno sempre fatto - di aggiungere risorse per il salario accessorio sulla base dei loro vincoli di bilancio, cioè consentirebbe alle pubbliche amministrazioni che sono in grado di farlo, magari perché hanno in modo migliore gestito le proprie risorse, di aggiungere ulteriori disponibilità e, quindi, di sviluppare in termini positivi la contrattazione e di non farlo laddove questo non sia possibile.

Si tratta, insomma, in questo caso, di introdurre - lo dico al Governo, anche se il Governo è altrove affaccendato e lo dico al Presidente che anche lui è impegnato, ma il Governo… se qualcuno, fate voi, Presidente o Governo, volesse ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)

PRESIDENTE. Per favore, liberiamo i banchi del Governo…

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Lo dico con rispetto al Governo e glielo ripeto, se proprio…

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… liberiamo i banchi del Governo. Lavoravano per lei, onorevole…

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Lo dico con rispetto e ho finito, anche perché il Presidente aveva scampanellato. Sarebbe una scelta che otterrebbe molti risultati insieme, quello di migliorare la condizione della nostra pubblica amministrazione, e di farlo ora in un momento in cui è così importante, intervenendo positivamente sulla dinamica salariale generale del Paese in un settore centrale come questo. Se il Governo cambiasse il proprio parere in favorevole sarebbe un bel segnale, altrimenti chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno così com'è (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. La Sottosegretaria Castiello non intende intervenire. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/44 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/45 Grimaldi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Le chiederei di rileggere la riformulazione…

PRESIDENTE. Lo immaginavo, c'era qualcosa che me lo diceva. Signora Sottosegretario, può rileggere per cortesia la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1114-A/45 Grimaldi?

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, Presidente. “A valutare l'opportunità, previa individuazione della necessaria copertura finanziaria, di adottare le opportune iniziative atte al rinnovo dei contratti collettivi del pubblico impiego”.

PRESIDENTE. È chiaro, onorevole Grimaldi? A questo punto interviene per dichiarazione di voto, se non accetta la riformulazione. Prego, onorevole Grimaldi.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. L'unica cosa chiara è che non ci siamo. Non ci siamo perché credo che sia evidente a tutti quanto l'amministrazione pubblica, dopo anni di tagli lineari e blocco delle assunzioni, attraversi una crisi senza precedenti, che impatta anche sullo stato di attuazione del PNRR. Per questo, invece di togliere i controlli, ci saremmo aspettati una grande discussione generale di ciò che servirebbe a questo comparto, per arrivare lì dove, in qualche modo, non solo l'Europa ci chiede di arrivare, ma che tutti noi dovremmo pretendere, perché negli ultimi anni nessun provvedimento è stato così efficace nell'accelerare i processi di assunzione, di recupero delle professionalità assenti e di contrasto alla precarietà, che ancora affligge una percentuale altissima del nostro personale. Ma la cosa che trovo più grave, soprattutto sull'oggetto di quest'ordine del giorno, è che i salari degli italiani, in generale, si sono asciugati, in media, per più di 10 punti negli ultimi 3 anni, a fronte di una crescita nominale del 6 per cento.

Davanti a tutto questo voi sapete benissimo qual è la posizione di Alleanza Verdi e Sinistra. Noi vorremmo reintrodurre dei meccanismi di indicizzazione dei salari. Non abbiamo paura a dire che, in assenza di scala mobile, i dati sono lì, davanti a tutti voi: abbiamo i salari più bassi d'Europa, abbiamo dei salari da fame in tantissimi settori e anche il pubblico impiego non è immune da questa fotografia. Anzi, se guardiamo il ritratto di questa fotografia, questo ci parla di tantissimi settori in crisi: ci parla della scuola, del pubblico impiego soprattutto negli enti locali, della grande vicenda del mondo della sanità pubblica, degli infermieri e dei medici. Guardate cosa succede ogni giorno in Italia! La fuga dal pubblico impiego avviene anche per i nostri salari bassissimi.

Allora, davanti a tutto questo, noi crediamo che questa fotografia vada completata anche con quello che è lo stress del nostro sistema, uno stress che ci dice che i dipendenti pubblici negli ultimi 10 anni si sono ridotti di più di 200.000 unità (quindi, c'è chi ha lavorato di più per gli altri). Davanti al blocco del turnover, davanti a tutto questo, come sapete noi abbiamo proposto a questo Parlamento delle misure utili a tutti, perché noi pensiamo che il salario minimo legale aiuti questa discussione pubblica in cui diciamo che una nuova riforma del mondo del lavoro, a partire dalla democrazia nei luoghi di lavoro, potrebbe mandare a casa tantissimi contratti collettivi pirata.

Ma voi direte: davanti a tutto questo cosa c'entra questa discussione? C'entra, perché abbiamo davanti un centrodestra che ci dice: no, difendiamo la contrattazione collettiva nazionale. Noi siamo d'accordissimo e pensiamo che tutto si possa tenere insieme, cioè salario minimo legale, contrattazione collettiva nazionale e la democrazia nei luoghi di lavoro. Ma è proprio lì la contraddizione. Se, come noi, siete favorevoli alla contrattazione collettiva nazionale, bisogna mettere le risorse nella contrattazione collettiva nazionale, a partire da quei settori - e penso al pubblico impiego - in cui, se non mettete risorse, vuol dire che state mentendo: state mentendo a questo Parlamento e al pubblico impiego. State mentendo perché valutare l'opportunità di mettere risorse, che potrebbero essere congrue, e poi mettere 8 condizionali di seguito non vi toglie da questa contraddizione, ma vi immerge esattamente nella fotografia che vi abbiamo appena descritto.

Quindi, Presidente, non possiamo accettare questa riformulazione. Chiediamo che si mettano tutte le risorse necessarie aggiuntive e integrative da destinarsi ai rinnovi dei contratti collettivi nazionali del pubblico impiego, anche atti a garantire la riqualificazione del personale e il finanziamento del sistema di classificazione professionale di cui ai contratti collettivi nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore su quest'ordine del giorno, perché dice delle cose esatte. Però, per amor di verità, siccome abbiamo sentito, negli ultimi 5 minuti, dell'esistenza di un gap salariale fra lavoro pubblico e lavoro privato - e lo abbiamo letto - io vorrei ricordare che basta una semplice ricerca online per accertarsi che siamo, in effetti, in presenza di un gap salariale, ma è esattamente di segno contrario rispetto a quello che ha esposto l'onorevole Fratoianni. Cioè, gli ultimi dati Aran disponibili danno una retribuzione complessiva media nella pubblica amministrazione intorno a 31.476 euro annui e una retribuzione media nel settore privato di circa 30.000 euro, ma, ovviamente, si parte da 24.000 e, quindi, il range è più alto. Dunque, in questo Paese non esiste un gap a favore del settore privato, ma esiste esattamente il contrario, cioè un gap salariale a vantaggio del lavoro pubblico.

Entrambi sono troppo bassi, a nostro modo di vedere, ma questo ha a che fare con un problema di produttività del lavoro in Italia. Però, per lo meno stabiliamo la verità dei dati, anche se forse il collega Fratoianni si riferiva agli incrementi; ma quello che conta non sono gli incrementi quanto il livello di retribuzione, perché tu puoi anche avere un incremento maggiore ma se parti da molto indietro non conta nulla. Quindi, questo è solo per ristabilire la verità.

Noi voteremo a favore su quest'ordine del giorno, però se in quest'Aula evitassimo perlomeno di scrivere informazioni esattamente contrarie alla realtà dei dati, forse ne beneficerebbe anche il dibattito pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

MARCO GRIMALDI (AVS). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Grimaldi, lei ha finito il tempo. Sia proprio rapido. Prego.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Siccome in Aula non c'è il collega Fratoianni, egli non può replicare. Però, ricordo che in quel caso – cui fa riferimento la ricerca dell'Aran - il contratto riguarda i dirigenti pubblici, e non esistono solo i dirigenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/45 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/46 Ghirra è stato accolto dal Governo come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Vista l'importanza del tema, chiedo al Governo di rivedere la sua posizione, per quanto non sia stato dato un parere negativo e l'ordine del giorno sia stato accolto come raccomandazione. Chiedo di accantonare l'ordine del giorno e, se posso, spiego anche le ragioni.

PRESIDENTE. Non so se il Governo intende intervenire adesso. Prendo atto che non lo accantona. Quindi, prego onorevole Ghirra.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Non lo accantona?

PRESIDENTE. Non lo accantona. Spiace doverle dare queste notizie, ma non lo accantona. Prego.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Dicevo dell'importanza del tema che riguarda l'Ispettorato nazionale del lavoro, tema che abbiamo sollevato anche con un'interrogazione a cui non abbiamo avuto risposta.

Davvero, mi dispiace che il Governo non rivaluti questa posizione. Sappiamo che dal 2015 è stato istituito l'Ispettorato nazionale del lavoro, facendo confluire i corpi ispettivi dell'INPS e dell'INAIL, ma, purtroppo, la sua funzionalità non è garantita a causa dell'insufficienza di personale, come accade in tanti enti. Infatti, meno di 1.200 addetti sono tenuti a effettuare oltre 160.000 controlli all'anno, a fronte di 1.800.000 aziende. Tra le altre cose, hanno competenze che non sono sovrapponibili e la realizzazione di questo ente unico non ha risolto le problematiche preesistenti.

Peraltro, a marzo è stato approvato un piano di controllo per la sicurezza delle aree urbane adiacenti alle stazioni ferroviarie, dirottando il personale dell'Ispettorato del lavoro anche verso compiti di controllo, distogliendolo da importanti mansioni, quali quelle volte ad arginare il fenomeno delle morti sul lavoro (che, purtroppo, nel nostro Paese sono ancora eccessivamente numerose e, a dire il vero, non dovrebbero esserci), a contrastare il lavoro nero, lo sfruttamento e il mancato rispetto delle regole in materia di sicurezza sul lavoro.

Peraltro, signora Sottosegretaria, con l'applicazione e l'entrata in vigore del nuovo codice dei contratti, temiamo che questa situazione per i lavoratori e le lavoratrici non possa che peggiorare, così come accadrà quando - ahinoi - entreranno in vigore le nuove norme del decreto Lavoro, recentemente approvato dal Governo, che introducono nuovo precariato, nuove forme di lavoro sottopagato e che consentiranno ai datori di lavoro di avere minori controlli rispetto alle garanzie per le lavoratrici e i lavoratori.

Sarebbe davvero importante rafforzare il personale dell'Ispettorato, ma soprattutto rivedere i piani di controllo. Mi dispiace, quindi, che non si voglia accantonare quest'ordine del giorno e, a questo punto, chiedo di porlo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/46 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/47, a prima firma Mari, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire per provare a dire di cosa tratta quest'ordine del giorno. Si tratta del fatto che, da un certo momento in poi, i conservatori di musica e le accademie, hanno aperto le porte ai loro studenti la mattina e hanno garantito la cosiddetta continuità didattica grazie alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato; altrimenti questo pezzo - è proprio il caso di dirlo - di cultura italiana nel mondo, tanto decantata (è proprio la parola giusta) anche in queste Aule, sarebbe andato in crisi.

Si è attinto a queste graduatorie d'istituto, in realtà, proprio attraverso dei veri e propri concorsi per titoli che valutavano il titolo di studio, i meriti didattici, culturali, artistici e professionali. Questa è la vicenda dei docenti AFAM, in un campo dell'insegnamento in cui la carriera e l'esperienza contano moltissimo, tanto è vero che le ultime due graduatorie nazionali, la n. 205 e la n. 205-bis, avevano fatto registrare la stabilizzazione di tutti i docenti con almeno tre anni di servizio. Questo è quanto accaduto fino a un certo punto, fino al momento in cui si è stati in grado di valutare positivamente l'esperienza di questi docenti in quel settore dell'insegnamento, per poi portarli definitivamente all'insegnamento.

Succede, poi, a un certo punto, che il Ministero dell'Università e della ricerca, con il decreto n. 180 del 2023, cambia le carte in tavola e, in qualche modo, questi lavoratori vengono presi e gettati via.

Questo loro lavoro nell'insegnamento non viene più riconosciuto, non si procede all'aggiornamento delle graduatorie e si mette in campo una nuova procedura di reclutamento dei docenti AFAM attraverso concorsi di sede. La nuova procedura introdotta da questo decreto è - credo sia del tutto evidente - assolutamente e totalmente irrazionale perché, diversamente da quanto accaduto anche in altri settori e da quanto probabilmente accadrà ancora in altri settori, considerato anche l'annuncio del Ministro dell'Istruzione e del merito, non prevede alcuna tutela per i docenti, per i lavoratori con tre anni di servizio.

Presidente, noi, con quest'ordine del giorno, chiediamo semplicemente di adottare tutte le iniziative normative tese a procedere alla modifica del decreto n. 180 del 2023, perché questo personale precario oggi in servizio venga stabilizzato e venga assunto per le cattedre vacanti presso le accademie di belle arti e i conservatori di musica. A noi sembra una scelta assolutamente di buonsenso che si rende necessaria anche per valorizzare un lavoro svolto, una competenza, una ricchezza. Sentiamo sempre parlare di ricchezza e delle imprese che creano ricchezza: ebbene, questa è una ricchezza del Paese. La ricchezza, in questo Paese, la creano in tanti: la creano le lavoratrici e i lavoratori, la crea la pubblica amministrazione, come in questo caso, e la creano anche le imprese quando non producono povertà insieme alla ricchezza. Partiamo dalla ricchezza vera, quella che dobbiamo avere a cuore tutti, e proviamo a fare uno sforzo per la stabilizzazione di queste lavoratrici e di questi lavoratori, di questi insegnanti, che sono tanto preziosi per la nostra cultura in Italia e nel mondo. Chiedo che vi sia un ripensamento, altrimenti mettiamo in votazione l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Onorevole Mari, non c'è ripensamento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/47 Mari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/48 Zingaretti, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zingaretti. Ne ha facoltà.

NICOLA ZINGARETTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi permetto di chiedere al Governo di rivedere il parere perché forse c'è un equivoco. Lo dico perché, proprio ieri, il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giorgetti ha dichiarato pubblicamente, intorno alle 18: “Non voglio rinunciare proprio a niente se i fondi del PNRR sono convenienti”. E prosegue, il Ministro: “Dobbiamo valutare quali siano gli investimenti più produttivi in termini di capacità di crescita”.

Quest'ordine del giorno prevede, nel dispositivo, esclusivamente di impegnare il Governo ad utilizzare i fondi del PNRR in capo al Ministero dell'Università, previsti dal decreto di questa maggioranza nel dicembre 2022, per il finanziamento di progetti delle università pubbliche, per acquisire, costruire e ristrutturare, entro il 2026, studentati universitari pubblici.

Ora, i fatti sono semplici e sono tre: o il Governo non è più d'accordo con se stesso e con il Ministro Giorgetti, e non me lo auguro; o il Ministro Giorgetti ieri ha detto cose non vere al Paese (e non lo penso, francamente, perché lo conosco bene e so essere una persona seria); oppure il Governo - e anche questo sarebbe molto grave - reputa che gli investimenti per il diritto allo studio non siano i più produttivi in termini di capacità di crescita per il Paese; magari lo sono i condoni, ma non gli investimenti per gli studenti che questa maggioranza ha previsto nella modifica di dicembre.

Allora, io credo che l'unico modo di uscirne senza drammi è quello di rivedere il parere del Governo, anche perché la domanda è: per quale motivo, a questo punto, dire “no”, quando tutti sappiamo che, senza un salto di qualità nel livello di conoscenza e di sapere, in primo luogo di una nuova generazione, questa nostra Italia non ha futuro? Lo dico anche considerando la cronaca politica di queste settimane, poiché noi siamo stati criticati perché avremmo strumentalizzato le studentesse e gli studenti davanti agli atenei. Ma dico e confermo, nella richiesta che faccio al Governo, che noi saremmo felici, invece, se dal Parlamento tutto, maggioranza e opposizione, venisse ora un segnale di sostegno agli investimenti del PNRR per il diritto allo studio che questa maggioranza ha previsto a dicembre di quest'anno. C'è un aumento, in tutto il Paese, degli affitti, lo sappiamo, più del 10 per cento, i posti alloggio non sono sufficienti e molte famiglie sono a rischio nel non poter sostenere le ragazze e i ragazzi nel ciclo degli studi e, quindi, fermarsi vuol dire aumentare le disuguaglianze, in questo Paese. Mi permetto di ricordare, Presidente, a quest'Aula, ancora, che, nella dispersione scolastica, è del 3 per cento la provenienza dei figli di genitori con professioni qualificate e sale al 22,7 per cento quella dei figli di genitori inoccupati. Ripeto, noi non vogliamo strumentalizzare alcuno, chiediamo, anzi, che su questo venga un segnale univoco da parte del Parlamento per permettere a tutti i meritevoli che rischiano di non accedere agli studi di andare avanti. Quindi, mi permetto di chiedere una revisione del parere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Zingaretti, prendo atto che la rappresentante del Governo chiede di accantonarlo, e ci torniamo più avanti. Ordine del giorno n. 9/1114-A/49 Manzi, con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Confermo di voler intervenire. Voglio intervenire utilizzando parole non mie, in realtà, ma quelle degli assessori regionali delle regioni Abruzzo e Sardegna a proposito del tema del dimensionamento scolastico. “Per il nostro territorio svanisce la possibilità di rientro di persone che lavorano fuori regione, ma la cosa più negativa è che si innescherà un profondo disagio, in particolare per le aree interne e montane, già caratterizzate dall'abbandono scolastico”. Addirittura, l'assessore sardo dice: “Se passerà il decreto sul dimensionamento, dovranno commissariarmi”. Non sono parole di un esponente di una delle regioni di centrosinistra guidate dal Partito Democratico, ma quello che è stato espresso nel corso delle ultime sedute della Conferenza Stato-regioni proprio a proposito di quel decreto ministeriale attuativo delle norme previste in legge di bilancio che tanta polemica sta suscitando. Sta suscitando tanta polemica perché quella norma prevista nella legge di bilancio, in realtà, produrrà, nei prossimi anni, effetti negativi e penalizzanti rispetto ad aree importanti e significative del nostro territorio, porterà addirittura al taglio, quasi a un dimezzamento, rispetto alla situazione odierna, delle dirigenze scolastiche, che passeranno dai 6.490 del 2024-2025 ai 3.144 del 2031-2032. Non sono dati indifferenti rispetto ai territori coinvolti e, soprattutto, rispetto alle peculiarità di tante regioni italiane.

Ci siamo già occupati, in quest'Aula, di queste tematiche, lo abbiamo fatto nelle mozioni presentate dal Partito Democratico, dai colleghi di Sinistra Italiana, del MoVimento 5 Stelle e delle altre opposizioni, eppure, da parte del Governo, riscontriamo ancora una sostanziale indifferenza e una sua sostanziale sordità rispetto a questi temi, che, come potete constatare, risultano profondamente sentiti non soltanto dalle regioni di centrosinistra, che hanno giustamente impugnato, tra l'altro, la norma della legge di bilancio davanti alla Corte costituzionale, che minacciano di impugnare il decreto ministeriale che verrà adottato a breve. Quindi, il mio invito, rivolto al Governo, è di riconsiderare non solo il parere dato sull'ordine del giorno, ovviamente, ma la norma che è stata definita dal dimensionamento.

Perché, badate, il dimensionamento è sì un obiettivo del PNRR, ma il PNRR non ha posto in alcun modo questi vincoli e quei parametri, soprattutto numerici, che tante difficoltà e tante polemiche stanno generando. Nella legge di bilancio per il 2023, come Partito Democratico, ci eravamo impegnati non solo a dire di “no”, lo abbiamo fatto anche in questo decreto Pubblica amministrazione, ma a presentare una proposta alternativa che abbassasse quei parametri che, poi, sono stati inseriti in legge di bilancio. Vi invitiamo, quindi, a riconsiderare quella disposizione, vi invitiamo a tener conto anche delle sollecitazioni che provengono dai vostri stessi amministratori che sono sul territorio. Le regioni si troveranno, sostanzialmente, a dover eseguire decisioni prese a livello centrale, senza tener conto, soprattutto, proprio delle molteplici differenze che ci sono nel nostro territorio. Quindi, io sollecito non solo la Sottosegretaria a riconsiderare il parere, ma, più in generale, il Governo e il Ministro Valditara a ritornare sul tema del dimensionamento e, soprattutto - c'è la possibilità, considerando che la piena attuazione partirà dal 2024-2025 -, a intervenire nuovamente su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Ghirra sottoscrive l'ordine del giorno.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/49 Manzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/50 Berruto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Faccio una premessa. Credo che non ci sia alcuno, in quest'Aula, che non condivida il fatto che lo sport sia un'agenzia educativa, sia un fattore di inclusione, sia un fattore di educazione civica. Infatti, voteremo, credo presto, prestissimo, probabilmente a luglio - mi auguro, almeno a luglio - una modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia sportiva e ci sarà una formula in quell'articolo che noi voteremo e che abbiamo già votato in prima lettura qui, alla Camera, il 4 di aprile scorso, all'unanimità, senza voti contrari e senza astensioni. Quella formula comincia dicendo che la Repubblica riconosce il valore educativo, poi parla del valore sociale, del benessere psicofisico generato dall'attività sportiva, in tutte le sue forme.

Parto da questa premessa perché, se siamo tutti d'accordo e, ribadisco, non ci sono stati voti contrari, non ci sono state astensioni, questo provvedimento, questa modifica della Carta costituzionale che fra poco approveremo imporrà la nascita di un diritto allo sport e, quindi, conseguentemente, la necessità di politiche pubbliche che difendano e tutelino quel diritto.

Mi fermo alla prima parte del comma, quindi al fatto che la Repubblica riconosce il valore educativo dello sport. Questa modifica sarà nell'articolo 33, che, guarda un po', non a caso, viene dopo l'articolo 32, che è quello che determina il diritto all'istruzione. Occorre ricordare - così entro nel tema del contenuto del mio ordine del giorno - che, al termine della scorsa legislatura, l'allora Esecutivo introdusse, con l'approvazione dell'articolo 1, commi 329 e seguenti, della legge di bilancio 2022, l'attività di educazione fisica a partire dall'anno scolastico 2022-2023, quello che si sta concludendo, per le classi quinte della scuola primaria e, a partire dal prossimo anno scolastico, per le classi quarte; quindi, parliamo di insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria. Ora, così come nessuno, in quest'Aula, è contrario alle premesse che ho fatto, credo che nessuno sia contrario al fatto che la grande battaglia della cultura del movimento e dello sport si giochi proprio nella scuola primaria, mi verrebbe da aggiungere anche nella scuola dell'infanzia. Quindi, il tema è questo: la scuola, lo sport a scuola, l'educazione motoria a scuola e, nello specifico, nella scuola primaria.

Ora, noi stiamo analizzando un provvedimento - mostro il fascicolo - molto denso, molto pieno di cose. All'articolo 5, che si riferisce alle disposizioni in materia di personale del Ministero dell'Istruzione e del merito, non c'è una riga che richiami una cosa che noi riteniamo importante, ossia non vi è una riga, né vi è alcun intervento finalizzato a intervenire sulla dotazione organica dei docenti per la scuola primaria, che possano insegnare educazione motoria ai nostri figli e alle nostre figlie. Ciò è curioso, perché l'attuale Premier, Giorgia Meloni, in campagna elettorale usò un cavallo di battaglia, parlando di sport: fece riferimento al modello Islanda. Ma io conosco il modello islandese e conosco anche il modello sloveno e quello francese, tanto per fare riferimento a due Nazioni che ci sono confinanti, e lì la presenza dello sport a scuola, in particolare nella scuola primaria, è garantito davvero.

Allora, ci chiediamo il perché di questo parere negativo sull'impegno, che vado a leggere: “(…) in attesa dell'espletamento delle prove concorsuali relative allo specifico concorso per i posti di insegnamento di educazione motoria alla scuola primaria e al fine di conseguire quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e di promuovere nei giovani, fin dalla scuola primaria, l'assunzione di comportamenti funzionali alla crescita armoniosa, alla salute e al benessere psicofisico” chiediamo un impegno “a prevedere, a decorrere dall'anno scolastico 2023-2024, l'incremento della dotazione organica dei posti comuni e di potenziamento dell'organico dell'autonomia fino a un massimo di 5.000 posti, così da adeguare l'organico di diritto alle situazioni di fatto”.

Ci sono circa 4.000 laureati l'anno, tra triennale e magistrale, in scienze motorie. Il 50 per cento di questi è precario, anzi, specifico, il 50 per cento è non occupato o precario. Molto spesso, questi ragazzi e queste ragazze cambiano mestiere o, ancora più spesso, decidono di andare all'estero. E, allora, per dare e chiedere dignità a loro prima di tutto, a queste persone che decidono di investire la loro vita sullo sport, chiudo con parole non mie, ma che condivido: “Lo sport italiano è un mondo strano e meraviglioso al tempo stesso, perché vinciamo medaglie, vinciamo in tutte le competizioni internazionali, siamo tra i primissimi Paesi al mondo, dopodiché c'è poco sport a scuola, abbiamo impianti vetusti, di cui l'80 per cento non è efficientato, a livello energetico”. Non sono parole mie, ma sono parole che condivido, sono le parole del Ministro dello Sport, Andrea Abodi.

Allora, non chiedo di cambiare il parere a questo Governo, perché so che farlo sarebbe un po' come scrivere ai Tessalonicesi, ossia tu scrivi ma difficilmente ottieni una risposta. Chiedo semplicemente di spiegare a loro, a questi professionisti, che decidono di investire il loro futuro sul mondo dello sport, perché, ancora una volta, ci sia questo principio di incoerenza da parte di questo Governo: da una parte, ritenere lo sport una questione primaria, e, dall'altra, eliminare tutte le condizioni fondamentali affinché quella premessa si avveri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Governo non chiede di intervenire, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/50 Berruto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/51 Cannata, c'è una raccomandazione: accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/52 Orfini, c'è una raccomandazione: accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/53 Paolo Emilio Russo, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/54 Ascani, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/55 Bonafe', c'è una raccomandazione: accettata.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/56 dell'onorevole Fornaro, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Siamo francamente un po' stupiti da un parere contrario secco su quest'ordine del giorno ed eravamo disponibili, ovviamente, anche a verificare delle riformulazioni, perché abbiamo, credo, posto una questione oggettiva. I numeri, quindi, non valutazioni di parte, ci dicono che nei prossimi anni, nei prossimi mesi, ci sarà un autentico esodo dalla pubblica amministrazione, per ragioni anagrafiche. Ricordo che oltre il 40 per cento, per esempio, nelle amministrazioni comunali ha più di 55 anni e oltre il 20 per cento ha più di 60 anni.

Quindi, la nostra proposta era quella di affrontare in maniera sistemica la questione. Questo decreto, è già stato detto più volte dai colleghi, interviene in misura assolutamente insufficiente. A detta anche del rappresentante del Governo, stiamo parlando di circa 3.000 assunzioni, peraltro prevalentemente nel settore della sicurezza. I numeri che rischiano di mancare nei prossimi anni si misurano in una scala nettamente superiore. E quindi in quest'ordine del giorno chiedevamo sostanzialmente di presentare al Governo una relazione dettagliata sullo stato delle assunzioni in questo decreto, nonché evidenziare le criticità che permangono nei diversi settori della pubblica amministrazione. Credo che sia quello che farebbe qualsiasi manager di una grande impresa o di un'impresa anche media: capire in prospettiva quante persone usciranno dal ciclo produttivo e capire come andare a sostituirle, magari razionalizzando, magari trovando maggiore efficienza. Però, è indubbio che noi abbiamo avuto un décalage, un declino del numero dei dipendenti pubblici assolutamente in controtendenza in tutta Europa.

Negli ultimi 15 anni siamo a circa un terzo in meno di dipendenti pubblici, per esempio, nelle amministrazioni comunali. Cioè, se nel passato eravamo sopra la media nel rapporto popolazione-dipendenti pubblici, oggi siamo abbondantemente sotto la media europea. E quindi noi riteniamo che un piano straordinario di assunzioni nelle amministrazioni statali sia non una scelta politica, ma una scelta necessaria per riuscire a garantire un adeguato standard nei servizi da dare al cittadino. Quindi, da questo punto di vista, se il Governo non ritiene di riformulare il suo parere, ovviamente chiedo di votarlo, ma davvero continuiamo a rimanere un po' stupiti che non ci sia la consapevolezza, a livello del Governo, della gravità della situazione e dei rischi di funzionamento della macchina statale pubblica a cui noi andremo incontro se non ci sarà un piano straordinario di assunzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Nessuno chiede di intervenire, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/56 Fornaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/57 Mauri, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nell'iter di questa legge è accaduto un fatto grave, e cioè che il Governo e la maggioranza hanno deciso di togliere la possibilità alla Corte dei conti di svolgere la funzione del controllo concomitante sulle opere relative ai progetti e alla realizzazione del PNRR. Noi abbiamo valutato e abbiamo detto pubblicamente che questo era un fatto grave e incomprensibile, perché non riusciamo a renderci conto di come si possa fare una scelta di questo tipo. E devo dire che durante la discussione in Commissione, la settimana successiva, non siamo altrettanto riusciti a farci una ragione, perché banalmente nessuno della maggioranza ha avuto la compiacenza di spiegare in termini chiari la ratio di questa scelta. Siamo convinti che, al contrario, se si fosse mantenuta questa possibilità, avremmo dato una mano alle amministrazioni locali e a chi ha titolo e avrà titolo per sviluppare un piano così importante per farlo nel modo migliore semplicemente, e cioè evitare non solamente il dolo o il danno grave, ma anche l'errore, la svista, e questo esattamente perché noi, forse più di altri, viste alcune dichiarazioni, siamo convinti che questo sia un passaggio strategico per il nostro Paese. Siccome vogliamo bene al nostro Paese e pensiamo che si debba fare di tutto per poter utilizzare quelle risorse messe a disposizione per far crescere l'Italia, per darle lo sviluppo che merita, per intervenire su quei settori e quegli interventi che possono dare respiro in una fase complicata e difficile del nostro Paese, esattamente per quello noi abbiamo provato a fare di tutto per evitare che il Governo e la maggioranza commettessero questo errore.

Non ci siamo riusciti e, ripeto, non capiamo la ragione. È come se su una macchina dotata di tutti i sistemi di sicurezza attiva possibili, compreso l'ABS o il correttore di direzione, a un certo punto la casa produttrice decidesse di toglierli, e di conseguenza sarà più difficile frenare, sarà più difficile prendere meglio le curve, sarà più facile sbagliare, anche in buona fede, sarà più facile andare fuori strada. Noi non vogliamo che questa opportunità vada fuori strada, e allora ci chiediamo: perché il Governo e la maggioranza hanno fatto questa scelta? Attenzione, non è che non hanno dato la possibilità, ma hanno tolto la possibilità, che è un fatto ancora più grave.

Noi in quest'ordine del giorno diciamo una cosa: non condividiamo quello che avete fatto, perché state rischiando di produrre un grave danno a tutti, però almeno vi chiediamo una cosa, e cioè: fra 6 mesi tornate qua e ci dite come stanno andando le cose, in modo da avere la consapevolezza chiara di quanto abbia potuto incidere questa scelta sullo sviluppo di quell'operazione? E la risposta, anche qua, incomprensibilmente è stata negativa. Sinceramente vorrei sapere per quale ragione su questo semplice ordine del giorno ci sia il parere contrario del Governo, quando credo che questo sia veramente il minimo sindacale.

Fate la scelta sbagliata, rischiate di mandare la macchina fuori strada, venite a raccontarci almeno come vanno le cose. Non mi sembra una grande pretesa, ma soprattutto non è una richiesta nostra, credo che sia una richiesta di tutta l'Italia, di tutte le italiane e di tutti gli italiani che vogliono sapere come vanno le cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/57 Mauri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Gli ordini del giorno n. 9/1114-A/58 Forattini e n. 9/1114-A/59 Stefanazzi sono stati dichiarati inammissibili. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/60 Marino, su cui vi è una riformulazione, che sentiamo se viene accettata o meno.

MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Presidente, colleghe e colleghi, ovviamente avrei preferito che quest'ordine del giorno, presentato a mia firma, non avesse alcuna riformulazione, perché, come sottolineo nel testo dell'ordine del giorno in oggetto, in Italia il 27 per cento delle donne è impiegato in agricoltura, sono oltre 210.000 le aziende agricole “rosa” e 8.500 gli agriturismi gestiti da imprenditrici agricole. Seppure registriamo con piacere un miglioramento del dato in questione, rimane il fatto che non si tratta ancora di un dato soddisfacente.

Il miglioramento della situazione è comunque in parte da imputare all'istituzione e al finanziamento, a partire dal 2020, di un fondo rotativo il cui scopo era quello di favorire l'imprenditoria agricola femminile attraverso la concessione di mutui a tasso zero. I risultati di questa prima misura e di quelle che l'hanno integrata nel tempo sono estremamente incoraggianti e ci impongono di continuare su questa strada in modo deciso.

Per questo motivo dobbiamo aumentare i fondi e gli sforzi in questo senso, senza mai adagiarci sui risultati raggiunti, combattendo fino allo sfinimento e fino a che le discrasie tra i generi non risulteranno del tutto eliminate e dimenticate in tutti i settori. Infatti, ci tengo particolarmente a sottolineare che, anche a fronte delle terribili notizie passate alla ribalta della cronaca nera in questi giorni, azioni di questo genere sono di fondamentale importanza per ridurre al minimo la dipendenza economica delle donne rispetto ai partner e per assicurare che le vittime di violenza domestica non siano costrette a rimanere con i partner violenti solo perché economicamente dipendenti da loro.

Insomma, è fuor di dubbio che la promozione dell'imprenditoria femminile in tutte le sue sfaccettature, aiutandoci a ridurre le differenze di genere, ci aiuterà anche nell'impresa titanica di ridurre il più possibile i terribili fenomeni della violenza sulle donne e del femminicidio, il cui contrasto ci vede tutti orgogliosamente in prima fila.

Ciò detto, tutti noi sappiamo bene che, per fare in modo che questo avvenga, abbiamo l'enorme possibilità di avvalerci delle fondamentali risorse che ci verranno attribuite dal PNRR, il quale però stanzia specifici fondi a favore dell'imprenditoria femminile e, più nello specifico, dell'imprenditoria agricola femminile.

A tal fine, lo scopo dell'ordine del giorno è cristallino: affiancare alla promozione dell'imprenditoria giovanile anche la promozione di quella femminile, in un'ottica generale di riduzione della disparità di genere. L'ordine del giorno quindi parla da sé, e sono molto felice del fatto che la mia Commissione, la cui composizione rispecchia la maggioranza parlamentare, con la quale abbiamo sicuramente, durante questi mesi, ampiamente dibattuto, abbia mantenuto l'ordine del giorno, pur con dei cambiamenti, e non l'abbia spazzato via, come di consueto fa la maggioranza in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole, se ho ben compreso, lei non accetta la riformulazione. No, la accetta. Va bene, quindi la accetta e, a questo punto, chiede comunque di votarlo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/60 Marino, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/61 Graziano, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono un po' stupito dal fatto che ci sia il parere contrario del Governo su quest'ordine del giorno, partendo dal fatto che il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 44 sostanzialmente semplifica le procedure amministrative. In quest'ordine del giorno penso si voglia semplicemente dire di monitorare il tema del PNRR. Non si capisce il parere contrario su due punti fondamentali, che voglio rileggere. Si chiede di costituire un'apposita cabina di regia con regioni, rappresentanti degli enti locali del Mezzogiorno, forze economiche e sociali, con l'obiettivo di monitorare l'attuazione dei progetti PNRR, scongiurando il rischio di perdere risorse e assicurare, al contempo, il pieno rispetto della previsione del 40 per cento destinato proprio al Sud.

Non si capisce perché non si voglia istituire una cabina di regia con gli enti locali, che oggi sono in difficoltà proprio per i progetti del Mezzogiorno, e monitorare che il 40 per cento delle risorse siano date esattamente al Mezzogiorno.

Allora, non so che pensare: o un'inadempienza, una incapacità di leggere una difficoltà degli enti locali del Mezzogiorno, oppure non voler testimoniare che il 40 per cento di risorse non andranno al Sud. In entrambi i casi vedo una volontà del Governo contro, in particolare, il Mezzogiorno. È il motivo per cui chiedo di mettere ai voti l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/61 Graziano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/62 Ubaldo Pagano, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata o meno? Ha chiesto l'aiuto da casa. Prego, onorevole Ubaldo Pagano.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Potrebbe rileggermi un attimo la riformulazione?

PRESIDENTE. Non c'è problema.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Perché penso di avere capito male.

PRESIDENTE. È una cosa comune.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Evidentemente…

PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente: “a valutare l'opportunità di assicurare la celere e tempestiva attuazione degli interventi previsti, favorendo il fattivo coordinamento delle diverse autorità coinvolte nella gestione e attuazione delle misure previste dal PNRR per le ZES, al fine di agevolare nuovi insediamenti produttivi e rilanciare l'economia del Mezzogiorno”.

PRESIDENTE. Onorevole Ubaldo Pagano?

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Ringrazio il Governo, però, devo essere sincero: avevo capito bene e mi sembra che la riformulazione rappresenti quasi un'offesa alla logica della lingua italiana. Infatti, con l'ordine del giorno mi limitavo semplicemente a chiedere al Governo di fare il Governo, ovvero di occuparsi della possibilità di coordinare tutte le autorità e gli enti che, a vario titolo, sovrintendono all'utilizzo di alcuni fondi specifici a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che potrebbero determinare un grande sviluppo di tutte le autorità portuali interessate dalle zone economiche speciali; infatti, dal monitoraggio che lo stesso Governo ha effettuato negli ultimi mesi, parrebbe non si sia ancora proceduto in maniera risolutiva non dico alla pubblicazione dei bandi di gara e alle assegnazioni ai fini del raggiungimento delle obbligazioni giuridicamente vincolanti, ma addirittura alle progettazioni. Mi risulta, come peraltro scrivo nelle premesse dell'ordine del giorno, che alcune autorità portuali, segnatamente quelle della Calabria e della Sardegna, non abbiano ancora cominciato la progettazione.

Allora, onde evitare che queste risorse, peraltro cospicue - parliamo di 630 milioni di euro per le zone economiche speciali direttamente e 1,2 miliardi di euro per le autorità portuali interessate, quindi in totale poco meno di 2 miliardi di euro - siano sciupate, in virtù di una sollecitazione al Governo, si impegna lo stesso a rendersi parte attiva per un'attività di coordinamento che possa raggiungere il risultato di spendere quei soldi nei tempi previsti. Altrimenti, di qui a qualche mese, saremo di nuovo chiamati a dover raccontare di obiettivi, target e milestone non raggiunti, che evidentemente diventerebbero un problema.

Voi, invece, mi proponete una riformulazione in cui valutate l'opportunità di assicurare la celere e tempestiva attuazione degli interventi previsti. Questo dovrebbe essere già alla base del vostro impegno, ecco perché mi permetto di chiedere una rivisitazione del parere del Governo.

Dinanzi a un parere contrario mi sarei messo l'anima in pace, perché avrei sottolineato evidentemente la resa dell'attività governativa rispetto alla possibilità che una parte di quelle risorse vadano perse.

Voi, però, mi dite che “valuterete l'opportunità” di fare l'attività di coordinamento, che dovrebbe essere in re ipsa nelle competenze specifiche dell'autorità di gestione, ancor più dopo il decreto sulla governance del PNRR, che abbiamo da poco convertito in legge, con cui, peraltro, avete accentrato l'attività di coordinamento in un'apposita struttura costituita presso Palazzo Chigi. La vostra riformulazione non solo non rende merito alle questioni che ponevo nell'ordine del giorno, ma addirittura rischia di riempire di ridicolo tutta un'attività, che in maniera proattiva stiamo provando tutti quanti a fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Dunque, l'onorevole Ubaldo Pagano rifiuta la proposta di riformulazione del Governo e chiede che si passi ai voti del suo giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/62 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/63 Stumpo, su cui vi è parere favorevole. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Chiedo soltanto di votare l'ordine del giorno, ringraziando il Governo per il parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/63 Stumpo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/64 D'Alfonso, che è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie, chiedo che si mantenga la natura di ordine del giorno, per evitare, diciamo, una omeopatia documentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non ho capito. L'omeopatia ha tirato fuori? “Omeopatia”? Non capisco.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Omeopatia documentale, con la trasformazione da ordine del giorno in raccomandazione.

PRESIDENTE. L'omeopatia, onorevole, mi mancava.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). È la maniera per comunicare ed entrare dentro la memoria.

PRESIDENTE. Sì, è quello il pericolo. Prego.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Il Parlamento colloca risorse quando delibera. A volte, però, si è costretti a ricorrere allo strumento dell'attività di indirizzo. Gli ordini del giorno collocano indirizzi, che sono, appunto, memoria. Anche da una semplice lettura di quello che ci viene regalato dal digitale, ordine del giorno e raccomandazione, misure tendenti ad entrare nell'agenda del Governo, hanno la premura di richiamare le attenzioni.

Con l'ordine del giorno riguardante la nostra povertà energetica - perché di questo si tratta -, voglio richiamare l'attenzione del Governo e di chi, accanto al Governo, cura la realizzazione degli impegni contrattuali nazionali ed europei sul fatto che stiamo perdendo tempo per l'utilizzo delle risorse del REPowerUE.

Abbiamo 11 misure economiche, con quattro riforme normative, per consentire la pienezza della realizzazione dell'agenda energetica del nostro Paese. Nel regolamento che fa da basamento alla copertura finanziaria e normativa si richiama un insieme di atti procedimentali, allo stato non ancora messi in esercizio: l'affidamento delle singole coperture sulle misure stabilite; l'individuazione dei destinatari delle singole misure; l'insediamento di un portale che consenta la conoscenza piena dei dati e delle informazioni.

Perché ho voluto richiamare la vostra attenzione su questa misura concernente la nostra agenda energetica, preso atto della nostra povertà energetica? Perché questo è un classico settore in corrispondenza del quale il controllo concomitante e cooperativo della Corte dei conti ci aiuterebbe. Che cos'è il controllo concomitante e cooperativo?

Manin Carabba, che tante volte è venuto a portare documenti sulla relazione della Corte dei conti in ordine alla gestione degli enti - lo avete visto documentalmente, probabilmente lo avete anche studiato documentalmente -, consentiva, attraverso le sue relazioni, di correggere l'andamento amministrativo e istituzionale quando compariva quel grande male che è il male della perdita di tempo. Nulla di più, rispetto all'agenda che abbiamo degli impegni stabiliti con l'Europa, nulla di più ci danneggia che il perdere tempo. Voglio ricordare a tutti, a chi ha incarichi di Governo, a chi presiede le Commissioni, a chi facilita il lavoro di Commissione e di Governo che, al 31 dicembre 2026, non bisogna soltanto avere individuato coloro i quali hanno sottoscritto le obbligazioni giuridicamente vincolanti, ma bisogna aver cantierato, concluso e rendicontato. La rendicontazione, per chi ha un po' di formazione economica, è la più complessa delle attività. Vi faccio un esempio: sulla ricostruzione da terremoto, ancora si fa la rendicontazione nel caso dell'Aquila e presumo di poter dire anche nel caso dell'Emilia-Romagna.

Allora, attenzione, Presidente - faccio appello alla sua volontà di concentrazione, anche quando presiede i lavori di quest'Aula -, attenzione a non privarci di quegli strumenti che appaiono contrarianti, ma sono di ausilio. Il controllo concomitante lo dovete leggere come il controllo in sede di legittimità; il magistrato addetto ai Ministeri favorisce l'attività ministeriale, quando dice: “Attenzione, qui si sta sbagliando”! E vorrei citare grandi errori fatti da Ministeri su alcune grandi partite infrastrutturali, nell'ambito delle quali il magistrato addetto ha richiamato l'attenzione e l'azione di Governo si è beneficiata di quell'attività. Quindi, attenzione!

Con queste parole mi sono permesso di mantenere la natura dell'ordine del giorno e di rifiutare la trasformazione in omeopatia documentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prendiamo atto della crisi di rigetto dell'onorevole D'Alfonso, che rifiuta la raccomandazione e il parere sul suo ordine del giorno diventa contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/64 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/65 Guerra c'è una riformulazione. Onorevole Guerra accetta la riformulazione?

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie Presidente, non accetto la riformulazione e spiego brevemente il perché. Il tema sostanzialmente è quello di garantire il coinvolgimento del Parlamento per quanto riguarda le eventuali modifiche e rimodulazioni del PNRR.

Nell'impegno di quest'ordine del giorno si chiede che questo avvenga attraverso l'esame delle Commissioni di merito. Questa parte del nostro impegno è stata espunta e sostanzialmente resta un impegno assolutamente generico e temo possa essere pensato come un semplice passaggio di due ore in Aula su temi che invece sono assolutamente importanti. La richiesta di esame nelle Commissioni di merito è l'unica possibilità per un coinvolgimento vero del Parlamento, che entri appunto nel merito e possa pronunciarsi e indirizzare, com'è il suo ruolo nell'ambito di un Piano di così grande rilevanza per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Il Governo non chiede di intervenire. A questo punto il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/65 Guerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/66 Scarpa c'è un parere favorevole del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Presidente, chiedo che comunque l'ordine del giorno venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/66 Scarpa, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/67 Madia c'è un parere favorevole del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non chiederò di cambiare il parere, anche perché è favorevole, ma vorrei chiedere il voto, per l'importanza del tema oggetto dell'ordine del giorno. Io spero che il parere favorevole del Governo non rimanga solo un parere favorevole, ma ci sia un'attuazione piena di questo impegno, anche alla luce delle parole pronunciate proprio ieri dalla Presidente Meloni, parole che ho apprezzato, sull'occupazione femminile; spero che a queste parole seguano i fatti. Dai diritti delle donne discende, infatti, la qualità della vita sociale e democratica; questo ce lo insegna prima di tutto la storia: è durante i regimi dal 1929 al 1945, regimi che hanno relegato le donne alla funzione più ancillare, che noi abbiamo registrato, nel nostro Paese una regressione, sia democratica che nella vita sociale. Le disuguaglianze esplose durante il COVID hanno fatto sì che proprio le donne fossero le più penalizzate, a partire dall'occupazione. Vede, Presidente, occupazione femminile e tasso di natalità vanno sempre insieme: o vanno bene entrambe o, come nel nostro Paese adesso, vanno male entrambe, e di questo mi piacerebbe molto discutere anche con la Ministra Roccella, facendola parlare - questa volta, sì - nel merito e agire adottando delle azioni conseguenti alle parole, perché, se l'occupazione femminile va male, va male anche il tasso di natalità: è semplice e lo possiamo osservare in tutti i Paesi avanzati.

Concludo rimarcando l'importanza di vedere il voto favorevole, “il verde”, in tutto l'arco costituzionale perché, quando va bene l'occupazione femminile, l'avanzamento è di tutta la società; cresce e si sviluppa tutta la società. Non sono mai battaglie delle donne solo per le donne. Proprio dal PNRR, che ha la complessità di mettere insieme tante politiche pubbliche - perché non basta una legge, non basta una politica pubblica per risolvere il problema dell'occupazione femminile -, che finanzia dai nidi alle mense scolastiche per il tempo pieno e che impone la clausola su cui il Partito Democratico ha lavorato per far sì che ci sia sempre una quota di occupazione femminile sui bandi e sulle risorse spese, proprio a partire da questa complessità di azioni che vanno insieme, noi possiamo far fare finalmente un passo in avanti al nostro Paese sull'occupazione femminile, sul tasso di natalità e, più in generale, sullo sviluppo che l'Italia merita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/67 Madia, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/68 De Maria c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Presidente, chiedo che venga messo in votazione e faccio la dichiarazione di voto. Quest'ordine del giorno avanza una proposta molto precisa, quella dell'assunzione di 500 tecnici di alta professionalità dedicati alla realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e al Piano nazionale complementare, in particolare, destinato agli enti locali.

Presidente, chi parla è stato per molti anni amministratore locale e una delle prime cose che si impara sul campo è proprio il valore della struttura della pubblica amministrazione, quanto il personale della pubblica amministrazione sia la prima condizione per svolgere con efficacia l'azione di governo negli enti locali, quindi, in tutto il territorio del Paese. Una pubblica amministrazione forte ed efficiente vuol dire garantire il turnover, vuol dire garantire assunzioni di figure nuove, giovani, a cui le figure più esperte possono passare conoscenze e competenze, vuol dire sapere, appunto, che la struttura della pubblica amministrazione è un grande patrimonio del Paese e come tale va considerata.

Noi veniamo da anni di indebolimento di questa struttura, di mancato turnover e, oggi, i nostri comuni, i nostri enti locali si trovano di fronte a una doppia sfida: la gestione ordinaria, che già non è semplice in tempi come questi, e, nello stesso tempo, la grande sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza; questo decreto del Governo è largamente debole e insufficiente, non c'è un programma complessivo, ci sono interventi parziali e ci sono pochissime risorse stanziate.

Noi, con questo lavoro che stiamo facendo, proviamo a fare proposte per migliorare questo decreto e in questo caso il riflettore è messo, appunto, sulla possibilità degli enti locali di realizzare gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. D'altra parte, su questo siamo molto critici con il Governo, ma, più in generale, constatiamo una grande debolezza nella realizzazione del PNRR, vediamo mettere in discussione risorse finanziarie così importanti per il Paese. Quindi, appunto, con quest'ordine del giorno chiediamo assunzioni di tecnici di alta qualificazione per il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Mi permetto di dire che questo discorso ha un valore particolare, oggi, anche per la mia terra, l'Emilia-Romagna, dove i comuni saranno chiamati oltre che alla gestione ordinaria, oltre che all'impegno sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, in tanti casi, all'impegno così gravoso e importante della ricostruzione dopo l'emergenza del maltempo. Mi spiace per il parere contrario del Governo, ma noi queste battaglie le continueremo a fare, perché sappiamo quanto conti la pubblica amministrazione e perché vogliamo salvare questa grande opportunità per il Paese che è rappresentata, appunto, dal PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/68 De Maria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/69 Barbagallo: parere favorevole con una riformulazione. Onorevole Barbagallo, l'accetta?

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e intervengo per dichiarazione di voto, per spiegare le ragioni per cui chiedo che venga votato l'ordine del giorno e non accetto la riformulazione, perché serve proprio un intervento straordinario nel sistema del precariato in Italia. I tagli verso la pubblica amministrazione e il blocco delle assunzioni hanno determinato una situazione paradossale, che vede l'Italia fanalino di coda, in questo momento, in Europa. Serve proprio un intervento straordinario per invertire la rotta, anche di fronte alla stagione che sta per arrivare. Entro il 2026, saranno circa 300.000 i lavoratori del settore pubblico che andranno in pensione ed entro il 2030, pensate, ben 700.000. A fronte di questo bacino di fuoriuscita non sono sufficienti neanche le previsioni del PNRR, le 23.000 famose assunzioni. Quindi, serve investire proprio in un settore straordinario anche per far cessare alcune situazioni paradossali, come quelle della mia terra, la Sicilia, dove ci sono ben 4.000 lavoratori ASU che sono precari ormai da oltre vent'anni.

Ogni tentativo di stabilizzare questi precari è fallito e un intervento straordinario si impone proprio per queste categorie, che hanno pagato le diseguaglianze, gli errori, nel corso di questi anni, e la mancata programmazione. Ecco, occorre un intervento straordinario che certamente non può essere il pannicello caldo che propone il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/69 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Colleghi, probabilmente, per disattenzione, c'è qualcuno che distrattamente pigia un pulsante, magari con una tessera inserita, facciamo in modo che non succeda. Certamente, per ora è una distrazione. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/70 Sarracino. Collega Sarracino accetta la trasformazione in raccomandazione?

MARCO SARRACINO (PD-IDP). No, Presidente, non posso accettarla e intervengo in dichiarazione di voto, perché abbiamo presentato quest'ordine del giorno sulla scia del dibattito parlamentare che ha caratterizzato questi ultimi giorni sul decreto Pubblica amministrazione. I numeri della nostra PA, purtroppo, sono quelli che sono stati elencati e testimoniano un fortissimo ridimensionamento della nostra macchina amministrativa, un aumento dell'età media e un numero di quiescenze che sarà di certo superiore a quello degli ingressi.

Ora, come abbiamo ribadito nel corso di questi giorni, per il Partito Democratico, parlare di pubblica amministrazione significa parlare di giustizia, di sanità, di scuola, di diritti e di conquiste che hanno fatto la storia del nostro Paese e per questo noi siamo molto preoccupati perché questo decreto sottovaluta totalmente l'importanza di quella che per noi, invece, è l'ossatura dello Stato. Purtroppo, molte lavoratrici e molti lavoratori della nostra PA vivono ancora in condizioni di precarietà e incertezza rispetto al proprio futuro, aspettano i rinnovi dei contratti, sono sottodimensionati rispetto ai numeri di cui abbiamo necessariamente bisogno, penso, ancora una volta, ai lavoratori della giustizia, agli ex lavoratori delle prefetture, a chi lavora nella nostra sanità.

Allora, con quest'ordine del giorno, che in precedenza era un emendamento che abbiamo presentato al decreto, partivamo dalla seguente constatazione: questo Governo e questa maggioranza fanno finta di non vedere che uno dei drammi del nostro Paese riguarda quelle migliaia di ragazze e ragazzi che vanno via dall'Italia, in cerca di un futuro altrove. Ne ha parlato anche il Presidente Mattarella, la scorsa settimana. Quali sono i motivi per cui vanno via? Bassi salari, scarse opportunità, poco lavoro, servizi inefficienti. Spesso, questo avviene soprattutto al Sud o nelle aree interne, ma ormai siamo dinanzi a un fenomeno che progressivamente coinvolge tutto il Paese e tutte le fasce sociali. Viene messo in discussione il cosiddetto diritto a restare, i ragazzi e le ragazze troppe volte partono perché sono costretti a farlo.

Allora, una piccolissima risposta che andava ad affrontare due delle cause che alimentano questo fenomeno poteva essere un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione. Con questo piano noi avremmo dato una prima risposta, seppur piccola, sul versante occupazionale, proprio perché, come ho detto, uno dei motivi per cui si va via è la mancanza di lavoro, ma avremmo dato anche una grande risposta a quello che non affronta questo decreto, ovvero il potenziamento della nostra macchina amministrativa.

Ecco, cosa proponevamo con quest'ordine del giorno e noi non sappiamo se ve ne siete accorti, ma se vogliamo realizzare davvero il PNRR nella sua interezza avere una pubblica amministrazione all'altezza di tale sfida è fondamentale, è vitale. Solo che questo punto sembra non interessare il Governo che, anzi, sembra più interessato a capire come eliminare i controlli su come vengono spese quelle risorse che a lavorare affinché quelle risorse vengano effettivamente spese. E ci dispiace, ma non possiamo non tornare, Presidente, a raccontare quello che è accaduto la scorsa settimana in Commissione, quando ci è stato presentato un emendamento che con il decreto PA non c'entra assolutamente nulla. Con quell'emendamento, infatti, cosa fate? Limitate il potere della Corte dei conti rispetto al controllo concomitante riguardante il PNRR e lo fate per nascondere la vostra incapacità rispetto proprio alla spesa del PNRR. Ma se è vero che a pensar male si fa peccato, è altrettanto vero che la stessa Corte, solo la settimana scorsa, si era pronunciata in maniera assolutamente netta rispetto al fatto che dei 34 miliardi che il Governo doveva spendere per il PNRR, ne era stato speso soltanto uno. Dopo solo una settimana che cosa accade? Che le vengono limitati i poteri.

Ma c'è di più, perché, purtroppo, questa storia va raccontata fino in fondo. Nella scorsa legislatura, siete stati voi a proporre un disegno di legge che potenziava la possibilità dei controlli che la stessa Corte dei conti poteva svolgere sull'attuazione del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Allora, ci chiediamo: cosa è cambiato? Cosa vi ha spinto a cambiare idea? Facciamolo dicendo la verità, perché non è vero che il Governo precedente aveva approvato questo stesso identico emendamento. Questo non è vero, è falso! Nessuno nel precedente Governo, di cui facevano parte anche forze dell'attuale maggioranza, ha mai lavorato affinché si riducesse il potere di controllo su come venivano spesi i fondi del PNRR. Allora, voi state evidentemente affermando un messaggio chiaro: se i controlli devono essere fatti sugli altri, vanno bene; se i controlli dovete subirli voi, non vanno più bene, ma questo per noi è assolutamente inaccettabile.

Allora, Presidente, siccome noi siamo chiaramente dinanzi a un pasticcio, con gli ordini del giorno, che stiamo presentando oggi, almeno proviamo a impegnare il Governo a cambiare rotta sia rispetto al PNRR sia rispetto al futuro della pubblica amministrazione. Entrambi per noi, per il Partito Democratico, sono due grandi occasioni di crescita per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/70 Sarracino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/71 Scotto.

Ha chiesto di parlare sulla riformulazione del suo ordine del giorno l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Dico che non accettiamo la riformulazione, perché dentro questa riformulazione ci sono proprio i rischi che noi denunciamo, ossia di un ritardo e di una sottovalutazione di quella che è una vera e propria emergenza. Il contratto dei lavoratori e delle lavoratrici del pubblico impiego è un'emergenza del Paese, perché riguarda 3.200.000 persone, riguarda il potere d'acquisto di una larga fascia delle lavoratrici e dei lavoratori italiani e riguarda anche quello che non c'è nel DEF del 2023, in cui voi non avete messo - o previsto - un euro per il potenziamento dei servizi pubblici e, dunque, anche dei salari e degli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori del pubblico impiego. Al contrario, nelle vostre scelte - parliamo della sanità, delle funzioni centrali e degli enti locali - annunciate un'ulteriore contrazione della spesa. Non ve la potete cavare dicendo che, sulla base delle previsioni finanziarie, procederemo sul rinnovo, appena individuate le cifre da appostare per le coperture finanziarie. Le coperture ci sono. Quando abbiamo presentato l'emendamento ve le abbiamo anche individuate. Infatti, parliamo dei sussidi ambientalmente dannosi, istituendo un Fondo di 2 miliardi l'anno per finanziare il rinnovo del contratto. Ci avete detto di no e oggi ve ne uscite con una riformulazione striminzita, che non risolve il problema. Dunque, chiediamo di votare l'ordine del giorno così com'è o, rivolgendoci al Governo, di accantonarlo e ripensarci.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende accantonarlo.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/71 Scotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/72 Laus con parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/72 Laus, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/73 Gribaudo con parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/73 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/74 Fossi con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno ha a che vedere con una vicenda specifica ma parla in generale del nostro Paese, perché parla di lavoro, di cultura, di turismo e principalmente della vita di alcune persone e per questo dispiace il parere negativo del Governo. Faccio riferimento, infatti, in quest'ordine del giorno, alla vicenda che riguarda il bando per i servizi museali per gli Uffizi, Musei Toscana e Opificio delle Pietre Dure. Infatti, ha sollevato molte preoccupazioni tra i lavoratori e le lavoratrici di Opera, l'attuale concessionario nella Galleria, il tema della tutela delle prospettive occupazionali, delle attuali condizioni economico-normative e delle alte professionalità maturate. Opera gestisce da anni, con competenze e professionalità, questi centri espositivi.

La Galleria degli Uffizi è uno dei musei più visitati al mondo, con oltre 4 milioni di presenze nel 2022 e un trend in crescita esponenziale negli ultimi mesi. Il 19 maggio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando di gara per l'affidamento in concessione dei servizi museali della Galleria degli Uffizi, della direzione regionale dei musei della Toscana e dell'Opificio delle Pietre Dure. Questo bando ha destato nei lavoratori e nelle lavoratrici di Opera una profonda preoccupazione ed è giusto farci carico di questa profonda preoccupazione e del parere dei sindacati, che dicono che questa gara non offre adeguate garanzie su alcuni punti fondamentali, in primo luogo il mantenimento degli attuali posti di lavoro, in secondo luogo il mantenimento delle alte professionalità maturate nel corso di questi anni tra i lavoratori e le lavoratrici, nonché il mantenimento delle attuali condizioni economiche e normative.

In questo contesto va ricordato, inoltre, che dalla riapertura dei siti museali dopo la pandemia - non scordiamolo mai - 35 lavoratori di Opera sono stati impiegati quotidianamente a svolgere i servizi di sorveglianza, che non facevano parte dei servizi attualmente in concessione, all'interno delle Gallerie degli Uffizi, garantendo l'apertura al pubblico di Palazzo Pitti. Negli ultimi mesi, inoltre, il loro impiego straordinario - per un totale di circa 100 turni lavorativi in mansioni di sorveglianza - richiesto sempre dalla direzione delle Gallerie degli Uffizi per sopperire alla carenza di personale statale, ha garantito l'apertura al pubblico delle Gallerie anche durante tutte le festività, come indicato dal Ministero stesso alle direzioni museali. Quindi, è innegabile che l'attività degli operatori di Opera contribuisca in maniera determinante e abbia un'importanza centrale in questi servizi erogati al pubblico. La cultura e, in particolare, gli Uffizi producono introiti significativi e, quindi, è necessario investire in maniera adeguata per promuovere opportunità di sviluppo occupazionale per il territorio.

Per questi motivi, con il presente ordine del giorno chiedevamo al Governo di adottare ogni iniziativa utile affinché, nell'affidamento dei servizi museali negli Uffizi, Musei Toscana e Opificio delle Pietre Dure, siano monitorati la piena tutela dei livelli occupazionali e retributivi in essere nonché la valorizzazione delle professionalità maturate dai lavoratori in questione. Con questo parere negativo non si mette la parola “fine”, perché noi continueremo ad occuparci di questa vicenda e non ci fermeremo certo qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/74 Fossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/75 Cuperlo, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Quest'ordine del giorno dovrebbe essere votato da tutto il Parlamento e dovrebbe avere sicuramente un parere favorevole da parte del Governo, perché si limita esclusivamente a ripresentare, sotto forma di ordine del giorno, le suggestioni che erano comprese all'interno di un famoso disegno di legge, l'Atto Senato n. 2185, dell'allora senatore Fazzolari, attualmente Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Vede, il senatore Fazzolari, in questo atto indimenticabile, scriveva che era necessario il rafforzamento del controllo concomitante, prevedendo che su ogni piano, programma o progetto, comunque denominati, previsti dal PNRR, la Corte dei conti, mediante apposita sezione centrale a ciò dedicata, dovesse assicurare l'immediato svolgimento del controllo concomitante. Ieri, la Presidente del Consiglio dei ministri è andata in televisione e ha detto che l'opposizione mentiva, perché si era permessa di dire le cose che erano scritte all'interno di questo disegno di legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), cioè che non bisognava cancellare il controllo concomitante, anzi, bisognava addirittura aumentarlo!

Dunque, la domanda che faccio a lei, signor Presidente e, per suo tramite, ai colleghi della maggioranza e alla Sottosegretaria Castiello è: a chi dobbiamo credere, al Fazzolari di lotta o di Governo? Oppure vale sempre il doppio standard: se sta al Governo qualcun altro, controlli a gogò, quando ci sono io, i controlli vanno tolti perché la trasparenza è una variabile dipendente dagli interessi della maggioranza di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/75 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/76 Amendola, parere favorevole con riformulazione: onorevole Amendola, la accetta? Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione, e vorrei fare una dichiarazione di voto partendo da una richiesta a lei personalmente e anche alla Sottosegretaria Castiello. Questo è un dibattito molto importante, perché ha degli effetti sull'utilizzo dei fondi e noi sappiamo che fondamentale è l'utilizzo del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Bene, caro Presidente, sono quasi due settimane che il Governo ha fatto la cabina di regia, ha fatto il Consiglio dei ministri e ha detto che faceva una relazione semestrale che, ad oggi, alle ore indicate nell'orologio, non è arrivata alla Camera. Noi, ad oggi, dopo due settimane, fatta la televisione, fatti i giornali, le dichiarazioni, le spigolature contro l'opposizione che rema contro l'Italia, vorremmo sapere dov'è questa relazione, perché, dopo due settimane, una relazione strombazzata addirittura in Europa qui non è arrivata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Ma perché le faccio questa richiesta, caro Presidente? Perché io ho avuto una copia di “stramacchio”, come succede - lo so che è un po' illegale -, quindi dovrò citare alcuni passi di questa relazione, sperando che sia la stessa che arrivi a lei e che arrivi al presidente della Commissione bilancio, ai capigruppo della Commissione bilancio, perché l'obiettivo nostro è salvare questo Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Lo dico con grande serietà: l'opposizione non vede l'ora di avere sessioni parlamentari, progetto per progetto, documento per documento, per capire come facciamo non solo ad avere la quarta e la quinta rata, ma ad avere un piano che si attui e si aggiorni entro il 31 agosto - faremo qui luglio e agosto per lavorare su questo Piano - e per avere, addirittura, 2,7 miliardi in più sull'energia con il REPowerEU.

Ma perché dico questo? Perché in questa relazione che gira per i siti o, meglio, per alcuni giornali e tra alcuni parlamentari ci sono cose incredibili, che sarebbero servite a questo dibattito parlamentare per andare in un'altra direzione (lo dico ai colleghi della maggioranza che, magari, non l'hanno letta, questa relazione). Nel capitolo 7, c'è una descrizione assoluta della principale carenza perché questo Piano non venga attuato, che è la carenza di pubblica amministrazione, di dipendenti, di personale dei piccoli comuni e delle regioni, cioè c'è scritto esattamente quale è il problema essenziale di questo Piano.

Dinanzi a questo, con la citazione di due decreti alla base della relazione - perché, caro Presidente, sono citati due decreti, quello relativo alla governance e quello relativo alla pubblica amministrazione - e con la carenza sottolineata quattro volte, addirittura la chiamano mismatch - volevo dirlo sommessamente anche al Ministro Sangiuliano: c'è scritto mismatch quattro volte, direi di cancellarlo e di scrivere mancanza di personale nella pubblica amministrazione, è più semplice e lo capiscono tutti -, in questa relazione, il punto principale su cui dovremmo lavorare tutti insieme, e potevamo farlo già in questo decreto, è capire come la macchina della pubblica amministrazione funzioni.

E non ci si venga a dire che è colpa dei comuni e delle regioni, perché, in questa relazione, la spesa media dei Ministeri sul PNRR è al 13 per cento, ci sono elencati tutti i Ministeri. E, se devo essere onesto, e lo dico perché questa è una relazione utile, quando tutti la potranno leggere, finalmente, dopo due settimane, addirittura vengono citati anche gli andamenti della spesa, e si cita che, da fine dicembre 2022 ad oggi, è stato speso un miliardo. Peccato che non viene detto che è la Corte dei Conti a dirlo, ma che, addirittura, sono dati del MEF, abbiamo scoperto che il MEF si è sostituito. La Corte dei conti è stata già cancellata in quella relazione: la Corte dei conti faceva parte della governance e la Corte dei conti è considerata solo in 13 note di appendice e in due passaggi estemporanei.

Perché dico tutto questo, Presidente? Perché se questi sono i decreti fondamentali - decreto Governance del PNRR e decreto Pubblica amministrazione -, oltre a fare alcuni errori, che pagheremo, e alcune violazioni anche delle norme dell'Unione europea, quello che serve è che si smetta di usare emendamenti per colpire una macchina che è già stata colpita con ritardi e carenze. E la prego di trasmettere subito la richiesta ufficiale al Governo, affinché, dopo due settimane, ci invii questa benedetta relazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), per lavorare, per farlo funzionare questo Piano e non per perderci nelle chiacchiere dei giornali ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Insieme alla Presidenza, il rappresentante del Governo ha doverosamente preso atto della sua richiesta.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/76 Amendola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/77 Boldrini: parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signora Sottosegretaria, grazie per la sua attenzione. Colleghi e colleghe, se dobbiamo prendere sul serio il titolo di questo decreto e, cioè, il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, allora non si capisce perché, Presidente, il parere su quest'ordine del giorno sia contrario. Veramente non si capisce il perché. Infatti, se si volesse affrontare con il dovuto impegno la carenza della pubblica amministrazione, bisognerebbe, ad esempio, come fa quest'ordine del giorno, dare alcune risposte alla condizione delle prefetture, che sono drammaticamente sotto organico e che non riescono ad esaminare - per citare uno dei casi più difficili, direi il più esplosivo - migliaia di pratiche arretrate relative allo status di rifugiato e alla riorganizzazione della posizione lavorativa di un gran numero di lavoratrici e di lavoratori stranieri.

Il risultato di questa carenza da parte della pubblica amministrazione, signora Sottosegretaria, è la lesione di diritti riconosciuti dalla legge, ma anche dalla nostra Costituzione: l'articolo 10, il diritto d'asilo. Eppure, questa situazione è nota da tempo, lo sanno tutti. E alcuni di noi - in particolare, io, il collega Scotto e il collega Sarracino - hanno presentato interrogazioni e svolto question time, cui sono state date risposte a dir poco evasive dal Sottosegretario Durigon.

Era ed è nota la condizione di centinaia di interinali impiegati dal marzo 2021 presso il Ministero dell'Interno, presso le questure, presso le prefetture e anche presso le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, il cui contratto sarebbe scaduto a marzo 2023, creando, quindi, un vuoto operativo preoccupante.

Ma lei, Sottosegretaria, non le ha viste le file davanti alle questure, a Roma e a Milano? File lunghissime, risse davanti alle questure, persone che stanno lì, di notte, ore e ore, senza alcun sistema che consenta loro di aspettare in modo dignitoso.

Nonostante le nostre sollecitazioni, c'è stata un'inerzia colpevole, che ha creato un triplo danno: sicuramente alla pubblica amministrazione, che si privava di competenze già sperimentate; alle lavoratrici e ai lavoratori, che rimanevano senza impiego e quindi senza reddito; ai richiedenti asilo e ai migranti, che attendevano inutilmente dallo Stato le risposte dovute alle loro domande.

Con quest' ordine del giorno, chiediamo una cosa semplice, che qualunque Governo è in grado di fare: convocare un tavolo con le organizzazioni sindacali del pubblico impiego per studiare il modo attraverso il quale potenziare le prefetture, a partire da quelle del Mezzogiorno, superando definitivamente il ricorso al lavoro precario al quale lo Stato non dovrebbe mai, in alcun modo, ricorrere.

Ma allora, Presidente, in conclusione, tramite lei mi rivolgo al Governo: ditelo chiaramente! Ditelo chiaramente che la vostra unica vera intenzione, con questo decreto, è stata ed è quella di usare, appunto, questo decreto come un cavallo di Troia per cancellare il controllo concomitante della Corte dei conti sulla gestione dei fondi del PNRR e per confermare lo scudo erariale, cioè l'impunità. E in quale caso, Presidente? Glielo cito: anche in caso di condotte commissive gravemente colpose da parte di soggetti pubblici e privati.

E, allora, Presidente, è un “tana libera tutti”, che in un Paese come l'Italia può essere davvero grave e avere effetti devastanti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/77 Boldrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/78 Vaccari, su cui c'è una riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prima di procedere a una breve dichiarazione di voto, vorrei chiedere alla Sottosegretaria se fosse possibile riascoltare la riformulazione, perché la Sottosegretaria ha fatto riferimento…

PRESIDENTE. Sì, sì. Mentre la Sottosegretaria la ripropone, lei cambi microfono, così risparmiamo tempo. Sottosegretaria, per cortesia, se può ripetere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 6/1114-A/78 Vaccari, la quale si rifaceva alla riformulazione dell'ordine del giorno n. 6/1114-A/6 Foti.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sì, grazie, Presidente. La riformulazione riguardava i primi due impegni: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure a sostegno delle imprese per gli esercizi commerciali siti nei comuni montani classificati ad alta e altissima marginalità socioeconomica”; e poi ancora: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, incentivi per la nascita di centri multifunzionali”.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Vaccari.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Purtroppo, non siamo nelle condizioni di accettare questa riformulazione. Speravamo, in verità, in un ravvedimento operoso da parte del Governo, rispetto all'atteggiamento che ha tenuto prima sulla legge di bilancio e poi, con questo decreto, verso i piccoli comuni. Con questi due semplici impegni, che abbiamo messo in quest'ordine del giorno, abbiamo avanzato proposte che non ha fatto il Partito Democratico, brutto, sporco e cattivo, ma ha fatto l'Unione dei comuni e degli enti montani, prima nella legge di bilancio e poi, anche in queste settimane, nella discussione e nelle audizioni sul decreto che stiamo affrontando e discutendo in queste ore. Proposte concrete, che fanno riferimento alle aree interne, di cui la maggioranza si è riempita tanto la bocca, contro la desertificazione e lo spopolamento di queste aree interne, per prevenire l'abbandono e anche per prevenire il rischio idrogeologico, lasciando tante attività e tante persone su quei territori, provando a evitare di aumentare le disuguaglianze territoriali, che, con il disegno di autonomia che la maggioranza sta portando avanti, invece, si rischia di aumentare in modo drammatico.

Con quest'ordine del giorno si proponeva di mettere in campo misure concrete e sgravi fiscali per contrastare la desertificazione commerciale, soprattutto nelle aree montane. Ci sono comuni che non hanno più un esercizio commerciale o un bar, e i pochi rimasti sono a rischio di chiusura. Sappiamo bene che la difesa e la valorizzazione dei piccoli negozi - che sono particolarmente importanti, perché sono di fatto esercizi polifunzionali, laddove ci sono - sono di interesse per tutta la collettività, perché, oltre alla vendita di generi di prima necessità, svolgono una funzione anche pubblica, di presidio, essenziale per le popolazioni e sono in grado di ancorare a quella comunità un luogo di incontro, di dialogo e di condivisione, dove si mantiene vivo lo spirito di coesione.

Introdurre queste misure, come quelle che abbiamo proposto, per chi possiede un negozio in un comune montano o per chi avvia una nuova attività commerciale, anche ipotizzando zone a fiscalità di vantaggio, ovvero le ZES, zone economiche speciali montane, per consentire allo Stato e alle regioni di intervenire con un'opportuna differenziazione delle imposte, poteva essere uno strumento importante per dare una risposta alla desertificazione delle aree interne. Non solo. Abbiamo detto che si poteva favorire la nascita di questi centri multifunzionali per dare una mano anche a quei comuni e, allo stesso tempo, svolgere servizi anche d'intesa con associazioni locali presenti nei piccoli comuni e anche con enti statali.

Ecco perché non possiamo accettare questo annacquamento dei due impegni, poiché rappresentano per noi un punto di qualità rispetto alla pubblica amministrazione, quella in particolare che voi vi siete dimenticati, prima nella legge di bilancio e poi con questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/78 Vaccari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/79 Iacono, su cui c'è una proposta di riformulazione. La accetta o meno?

GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Signor Presidente, vorrei riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Signora Sottosegretaria, per cortesia.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/79 Iacono la riformulazione è: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure che consentano il trasferimento o l'accorpamento di proprietà di fondi rustici in comuni classificati montani, o nel caso di cooperative agricole”.

PRESIDENTE. Onorevole Iacono?

GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Accetto la riformulazione, anche se avrei preferito un parere favorevole su quest'ordine del giorno, e chiedo che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/79 Iacono, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/80 Merola, su cui c'è una proposta di riformulazione. L'onorevole Merola chiede di riascoltarla. Prego, onorevole Sottosegretaria.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

“A valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure per il sostegno alla nascita di nuove imprese o di nuove partite IVA nei comuni montani”.

PRESIDENTE. L'ha compresa, onorevole Merola?

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Sì, l'accetto e chiedo che sia messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/80 Merola, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/81 De Micheli, accolto come raccomandazione. Non viene accettata.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/81 De Micheli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/82 Mancini, su cui c'è una proposta di riformulazione. Accetta la riformulazione?

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/83 Bakkali, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Presidente, intervengo nella speranza che il Governo, la signora Sottosegretaria possa rivalutare il parere, perché, di fatto, chiediamo un intervento di attenzione sul settore che credo sia, anche da questo Governo e da questa maggioranza, ritenuto strategico, ed è il settore della portualità, nello specifico per la carenza grave e cronica di organico presso l'Agenzia delle dogane e dei monopoli. Su questo tema mi aspettavo riformulazioni, precisazioni e riferimenti rispetto al concorso indetto la scorsa estate, che comunque non è sufficiente, ma certamente non un parere contrario.

Quest'ordine del giorno parla specificatamente di un'area del nostro Paese, ma rimanda a una difficoltà, a una complessità che riguarda tante aree portuali. Quindi, non avere sufficiente personale nelle dogane significa non essere competitivi nel settore portuale perché vuol dire avere servizi più lenti e più carenti. Chiediamo che venga posta attenzione al porto di Ravenna, al porto dell'Emilia-Romagna. Su questo direi che questa mancata attenzione è in scia con altri punti sui quali vi stiamo richiamando.

Quest'ordine del giorno è successivo a un'interrogazione che ho presentato qualche tempo fa sul tema delle ZLS, sul quale vi abbiamo richiamato a marzo. Infatti, è inspiegabile il ritardo sull'avvio della zona economica speciale dell'Emilia-Romagna, perché manca una firma del MEF; da mesi questo dossier è parcheggiato al Ministero e non abbiamo risposte.

Quest'Agenzia si occupa di controlli doganali e la sua mancanza di personale causa rallentamenti e spesso anche interruzioni che possono generare conseguentemente effetti negativi sugli scambi, e quindi sull'economia dei territori regionali e del Paese. Porto un esempio di come questo stia anche incidendo su un caso specifico come quello del porto di Ravenna, che da anni chiede un intervento sul tema del personale delle dogane.

Siamo passati, rispetto a quanto gestito per le casse dello Stato in termini di introiti registrati dall'Agenzia delle dogane, da 400 milioni di euro nel 2019 a un miliardo e 48 milioni di euro nel 2022, e questo racconta il lavoro di sviluppo e di crescita che stiamo portando avanti in questo sistema portuale, così come lo sviluppo dell'hub, il terminal crociere, che è passato da 150.000 passeggeri home port a 290.000, quindi il numero di persone che passa dal terminal è quasi raddoppiato.

Quindi, vi chiediamo attenzione attraverso quest'ordine del giorno che è formulato, credo, anche in modo leggero a livello di impegno. Vi chiediamo di individuare, di concerto con le autorità dei territori coinvolte e i sindacati, le soluzioni più opportune per superare la carenza di personale, salvaguardando elementi importanti dell'economia regionale, a partire dall'hub portuale di Ravenna. Nel nome di una competitività e di uno sviluppo che è di questa regione, ma che è del Paese intero, vi chiediamo attenzione, di rivedere il vostro parere e quindi di aiutarci a risolvere questo problema che è del territorio, ma è di tutte le dogane e di tutti i sistemi portuali italiani.

PRESIDENTE. Il Governo non modifica il parere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/83 Bakkali, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/84 Ghio, su cui il parere è favorevole. Chiede di votarlo?

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Chiedo di votarlo proprio per dare maggiore incisività e concretezza a un tema così importante come la sicurezza dei porti.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/84 Ghio, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/85 Caretta è accolto come raccomandazione: viene accettata.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/86 Malavasi è accolto come raccomandazione: viene accettata?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto l'accoglimento come raccomandazione e chiedo di potere fare una dichiarazione di voto.

Con quest'ordine del giorno torniamo su un tema molto importante che riguarda la piena e integrale realizzazione della Missione 6 del PNRR, un tema già affrontato con una certa preoccupazione, perché nell'ultima relazione del Governo al Parlamento abbiamo letto tante volte le parole “difficoltà” (ripetuta ben 67 volte) e “ritardi” (ben 16 volte).

Vi è una preoccupazione per il Paese, perché qui nessuno vuole perdere i 191,5 miliardi che sono a disposizione del Paese. Sempre nella relazione, leggiamo che è necessario rimodulare progetti e rivedere impostazioni, per evitare di non perdere le rate che dobbiamo ancora portare a casa. Sappiamo bene che ci sono difficoltà nel Paese dovute a carenza di personale, a difficoltà di capacità di spesa, anche per la situazione in cui sono i nostri enti locali. Nonostante questo, nel provvedimento non troviamo l'attenzione necessaria nemmeno sul fronte del personale, per supportare - l'abbiamo detto anche negli interventi precedenti - queste azioni.

In particolare, in quest'ordine del giorno non capisco bene il senso dell'accoglimento come raccomandazione, nel senso che il dispositivo è molto semplice. Chiediamo semplicemente un chiarimento per essere rassicurati sulla capacità di portare a termine gli obiettivi prefissati e chiediamo con forza la realizzazione di quelle infrastrutture, case di comunità (Osco), che sono preziose per riorganizzare la sanità territoriale, con quel nuovo sistema di prossimità centrale che è uno degli obiettivi del PNRR.

Abbiamo anche letto, nella relazione del collegio, del controllo concomitante e come, poche settimane fa, sia stato evidenziato un sensibile ritardo per quanto riguarda l'assistenza domiciliare, la realizzazione delle centrali operative territoriali e la telemedicina, che sono innovazioni importanti e strategiche per andare a ridefinire l'assetto di quella medicina prossima al cittadino che è sicuramente una grande innovazione, nonché uno degli obiettivi del PNRR, che trova poi concretizzazione nel DM n. 77 del 2022.

Il fatto che l'ordine del giorno venga accolto come raccomandazione ci fa preoccupare molto perché, forse, nasconde la vera preoccupazione e la consapevolezza di questo Governo di non riuscire a realizzare tutte queste infrastrutture. Quindi non possiamo accettare che sia una semplice raccomandazione. Non “raccomandiamo” al Governo di realizzare, ma chiediamo al Governo di realizzare integralmente questi obiettivi, perché ne va dell'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/86 Malavasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/87 Andrea Rossi. Prima di passare alla votazione, avverto che, nell'ultimo capoverso delle premesse, le parole “i dipendenti della pubblica amministrazione comunale” devono in realtà intendersi sostituite con le seguenti: “i dipendenti della pubblica amministrazione”. Il Governo accoglie quest'ordine del giorno come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io intervengo perché spero che il Governo possa fare un passo ulteriore su quest'ordine del giorno e perché l'Aula possa condividere quanto sto per chiedere, ovvero di non perdere la straordinaria occasione che questo decreto-legge ci offre rispetto alla pubblica amministrazione e al personale della pubblica amministrazione.

Abbiamo qui l'opportunità di intervenire su un tema di straordinaria e drammatica attualità, quello dei femminicidi. Dall'inizio dell'anno sono 47. Gli ultimi due: la donna incinta di sette mesi e la poliziotta che prestava servizio presso la Camera dei deputati. Il rischio che questa strage delle donne ci porti ad una contabilità e a dimenticare le loro storie e i loro nomi, mi porta oggi a leggerli con un tributo che credo tutti dobbiamo loro (Prolungati applausi - L'Assemblea si leva in piedi).

Giulia Tramontano, Pierpaola Romano, Yirelis Peña Santana, Anica Panfile, Jessica Malaj, Danjela Neza, Rosanna Trento, Antonella Leopardo, Wilma Vezzaro, Barbara Capovani, Stefania Rota, Anila Ruci, Rosa Gigante, Sara Ruschi, Brunetta Ridolfi, Carla Pasqua, Alessandra Vicentini, Zenepe Uruci, Agnese Oliva, Francesca Giornelli, Pinuccia Contin, Maria Febronia Buttò, Rubina Kousar, Petronilla De Santis, Rossella Maggi, Iulia Astafiea, Iolanda Pierazzo, Rosalba Dell'Albani, Caterina Martucci, Giuseppina Traini, Maria Luisa Sassoli, Sigrid Gröber, Chiara Carta, Rosina Rossi, Cesina Bambina Damiani, Melina Marino, Santa Castorina, Antonia Vacchelli, Margherita Margani, Yana Malayco, Giuseppina Faiella, Teresa di Tondo, Oriana Brunelli, Martina Scialdone, Giulia Donato, Teresa Spanò.

Presidente e colleghi, l'occasione che ci offre oggi questo decreto-legge è di investire in formazione specifica e aggiornamento del personale delle Forze dell'ordine, della magistratura, della giustizia, del comparto sociale, sanitario e scolastico per agire in chiave preventiva, ma anche in formazione generale e informazione per gli operatori pubblici tutti, per una maggior consapevolezza generale di questo fenomeno e delle sue caratteristiche, perché tutti noi possiamo essere sentinelle attive rispetto al fenomeno e, a maggior ragione i dipendenti pubblici, possono giovarsi di una formazione specifica e generalizzata. Quindi, credo che il segnale che oggi questa Camera può dare è di lavorare anche con forza su questa formazione, che è uno strumento di prevenzione sicuramente fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Governo non modifica il parere. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/87 Andrea Rossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

( Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/88 Toni Ricciardi, su cui vi è parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei riascoltare la riformulazione, se possibile.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Savino?

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Va bene: “a valutare la possibilità di prevedere un intervento legislativo volto a consentire per i concorsi per dirigenti banditi dalle pubbliche amministrazioni l'accesso di dipendenti pubblici assunti con concorso pubblico a tempo indeterminato per i quali è stato richiesto specificamente come requisito di ammissione il possesso del dottorato di ricerca, anche conseguito all'estero, o di titoli professionali abilitativi”.

PRESIDENTE. Onorevole Toni Ricciardi?

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione, perché è meglio un bicchiere d'acqua che nulla, visto il deserto che ci circonda rispetto al tema, però vorrei dire due parole sul punto. Presidente, mi consenta giusto una postilla, se posso. Colleghi e colleghe, è un po' contraddittorio: ci siamo tutti abbracciati simbolicamente in un lungo applauso poc'anzi, eppure la maggioranza ha votato contro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Credo che si sia persa un'opportunità.

Detto questo, Presidente, mi verrebbe da citare l'omeopatia documentale del collega D'Alfonso, con il quale abbiamo presentato quest'ordine del giorno, perché accetto, sì, la riformulazione, però, mi verrebbe anche da aggiungere: se non ora, quando, colleghe e colleghi? Di che cosa parliamo? Noi abbiamo un problema strutturale in questo Paese, nel quale chi fa un dottorato di ricerca, un PhD, non se lo vede riconoscere come titolo abilitante nella pubblica amministrazione, nelle professioni. Noi siamo uno dei pochi Paesi, se non uno degli ultimi Paesi, nei quali noi stiamo dicendo e continuando a dire a ragazze e ragazzi: se fate il dottorato di ricerca, l'unica speranza di occupazione che avete è la carriera accademica, ma non è così. Ora, conosciamo benissimo sia le difficoltà che abbiamo nell'incardinare concretamente il PNRR, sia le carenze di personale qualificato o altamente qualificato che abbiamo nella pubblica amministrazione. Ora, attenzione, lo dico alle colleghe e ai colleghi, due professioni sono particolarmente presenti in quest'Aula e sono quelle dell'avvocato e del commercialista. Ora, vedere la possibilità che questo titolo professionalizzante sia riconosciuto per gli incarichi concorsuali di alta professionalità nella pubblica amministrazione credo che sia un'emergenza, un'urgenza, in questo Paese. E lo dico perché mettere mano immediatamente a questa carenza legislativa consentirebbe, da un lato, di riformulare le griglie concorsuali, dall'altro, di innalzare anche il livello di gratifica professionale ed economica per tutta una serie di persone che si è formata, ha studiato, ma che non vede riconoscersi nella pubblica amministrazione una gratificazione adeguata e corre e scappa nel privato.

Allora, noi abbiamo dinanzi questa sfida, abbiamo dinanzi la sfida del PNRR perché, come veniva ricordato poc'anzi, noi siamo forse uno dei pochi Paesi che in Costituzione, all'articolo 35, sancisce la libertà di emigrazione; non garantiamo il diritto a restare, ma quanto meno garantiamo - ed è l'ultimo tassello di quest'ordine del giorno - il diritto a tornare a migliaia e migliaia di ragazze e di ragazzi che si sono formati, che troverebbero soddisfazione e gratificazione e che potrebbero dare un grande contributo a rilanciare la nostra pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/88 Toni Ricciardi, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/89 Porta, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Presidente, colleghi, non capisco, e ovviamente mi rivolgo soprattutto al rappresentante del Governo, il parere negativo su un ordine del giorno che chiede semplicemente di favorire, attraverso un concorso interno, come tra l'altro si è già fatto in passato, l'ultimo di questi concorsi è del 2001, l'immissione rapida, urgente, con professionalità già esistenti, di parte del personale impiegato a contratto presso la nostra rete consolare.

Sembrerebbe un problema minore, ma stiamo parlando del 60 per cento degli impiegati che dà servizi a 6 milioni di persone, a 6 milioni di italiani all'estero, più di una città che comprenderebbe Roma, Milano e Napoli. Ebbene, noi abbiamo un bisogno urgente di aumentare questo contingente, in particolare, il contingente degli impiegati di ruolo e questo concorso interno prevederebbe di farlo in maniera rapida e senza costo. Ci viene detto di no, tra l'altro, in maniera anche abbastanza originale, perché il contenuto di quest'ordine del giorno era contenuto, appunto, in un emendamento che a sua volta era stato fatto proprio dal relatore al provvedimento che stiamo votando oggi. Le obiezioni potrebbero essere o di natura economica o finanziaria, da parte del MEF, ma, lo ripeto, questo provvedimento non costa nulla, perché si tratta soltanto di deviare parte dei posti già messi a concorso per una fattispecie che avrebbe come effetto di portare nuove energie nei consolati, dove, lo ricordo, il 70 per cento degli impiegati di ruolo non va a ricoprire i posti vacanti. Non è nemmeno concepibile un'obiezione di carattere costituzionale da parte degli uffici, visto che, come ho detto, questa iniziativa concorsuale è stata già fatta in passato.

Allora l'emendamento non è stato accettato, l'ordine del giorno è stato rifiutato e giudico davvero incomprensibile questo atteggiamento da parte del Governo e della maggioranza che in sede di Commissione avevano espresso parere favorevole a questo proposito e che invece stanno facendo marcia indietro soltanto a seguito del parere del Governo. Quindi, chiedo ovviamente che venga messo in votazione e chiedo un ultimo tentativo o supplemento di riflessione al Governo e lo faccio non soltanto a nome mio, ma a nome dei 6 milioni di connazionali che vivono all'estero e che meritano servizi efficienti e personale adeguato ad attendere a questi servizi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Governo non muta il suo parere, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/89 Porta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/90 Bicchielli, con il parere contrario del Governo. Lo ritira? Sì, bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/91 Rampelli. C'è una richiesta da parte del Governo, se me la vuole esplicitare, per cortesia, Sottosegretario Savino. Chiede di accantonarlo?

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, per cortesia, chiedo l'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/1114-A/91 Rampelli.

PRESIDENTE. Bene.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/92 Cavandoli ha il parere favorevole e, quindi, si intende approvato senza voto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/93 De Luca con il parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/93 De Luca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/94 Pierro è stato ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/95 Gebhard, con il parere contrario. Chiede di intervenire, di metterlo ai voti?

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Chiedo di metterlo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/95 Gebhard, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/96 Di Sanzo c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sanzo. Ne ha facoltà.

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Grazie. Intervengo perché con quest'ordine del giorno avevamo chiesto semplicemente di portare in maniera stabile una misura che è stata approvata con gli emendamenti in Commissione ed è stata approvata nella legge. Si tratta, cioè, della misura che ristabilisce l'adeguamento per i nostri impiegati a contratto della rete consolare all'estero. Invece di cercare risparmi per trovare un adeguamento rispetto a ciò che dovrebbe già essere stabilito, noi chiediamo che ciò avvenga in maniera automatica piuttosto che cercare di elemosinare ogni anno un adeguamento che, invece, dovrebbe avvenire di diritto per questi lavoratori, che sono poi la grossa fetta di quelli che lavorano all'estero.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/96 Di Sanzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/97 Baldino c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Voglio sottoscrivere quest'ordine del giorno e fare la dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Il disegno di legge che stiamo discutendo in Aula è volto al rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni. Sono stati presentati nottetempo una serie di emendamenti che vanno dalla riduzione della validità delle graduatorie dei concorsi pubblici alla possibilità di ridurre a una sola prova scritta i concorsi per il reclutamento pubblico di tutti i profili, salvo quelli apicali, nonché la riorganizzazione radicale delle attribuzioni per le posizioni apicali del Ministero della Difesa; proposta, quest'ultima, successivamente ritirata per eccesso di inopportunità.

Con l'emendamento 1.83 del Governo è stata introdotta, unitamente alla proroga del cosiddetto scudo contabile, adottato nel corso dell'emergenza pandemica…chiedo un po' di silenzio, Presidente, se mi è concesso.

PRESIDENTE. Mi ero preoccupato, onorevole Amato. Se è solo questo si può fare.

GAETANO AMATO (M5S). La ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE. È il mio lavoro. Colleghi, consentiamo all'onorevole Amato di svolgere il suo intervento in silenzio. Prego, onorevole Amato.

GAETANO AMATO (M5S). Dicevo che con l'emendamento 1.83 del Governo è stata introdotta, unitamente alla proroga del cosiddetto scudo contabile, adottato nel corso dell'emergenza pandemica, l'inclusione del controllo concomitante della Corte dei conti sulla regolarità gestionale del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale complementare.

Non è chiaro come le predette nuove disposizioni, segnatamente quelle inerenti alle prove delle procedure concorsuali per il reclutamento pubblico e quelle di cui all'emendamento 1.83 del Governo, possano ritenersi in linea con l'obiettivo del rafforzamento, nonché, ai sensi del Capo I, del potenziamento dell'amministrazione pubblica e ad esso funzionali, in quanto l'una non può che ritenersi, in esito, una forte limitazione nella valutazione dei candidati e, dunque, un abbassamento del livello della selezione e, di conseguenza, del reclutamento pubblico, e l'altra, ben più gravemente, sottraendoli al controllo concomitante della Corte dei conti, pone a rischio la sana e corretta gestione nonché l'attuazione stessa dei predetti piani, in particolare del PNRR, in quanto viene eliminato il controllo in corso d'opera sulla gestione contabile e finanziaria, su eventuali irregolarità, nonché sui tempi della realizzazione delle opere e dei progetti per i quali la Corte è (era) chiamata anche a individuare i ritardi o gli impedimenti e ad informare i Ministeri competenti.

Il predetto controllo della Corte dei conti è (era) da intendersi collaborativo, finalizzato alla prevenzione rispetto alla verifica di frodi, conflitti di interessi o irregolarità nella gestione delle risorse, nonché alla segnalazione tempestiva di eventuali ritardi, impedimenti o problematiche in ordine all'attuazione dei progetti e delle opere, verso cui provvedere in tempi utili a scongiurare gli effetti pregiudizievoli.

Ai fini della regolare attuazione delle opere e dei progetti del PNRR preoccupano i forti ritardi dell'amministrazione pubblica, già segnalati, rispetto agli adempimenti connessi. Destano forti perplessità, infine, l'opportunità e la legittimità della misura limitativa dei controlli della Corte dei conti, i quali, sulla base degli accordi in sede europea concernenti le risorse dello strumento finanziario Next Generation EU, garantiscono il funzionamento di un sistema di controllo interno ed efficiente, previsto, in sede europea, anche a tutela degli interessi finanziari dell'Unione.

I firmatari prendono atto dell'apertura di un tavolo di lavoro per revisionare e definire meglio alcuni istituti relativi ai controlli sul PNRR, concordato all'unanimità tra il Governo e gli organi di vertice della Corte dei conti (finisco, Presidente). Noi chiediamo che il tavolo di lavoro, indicato in premessa, sia convocato con cadenza settimanale e ogni qualvolta sia richiesto dalla Corte dei conti e siano rese al Parlamento comunicazioni e informazioni in ordine agli orientamenti, alle proposte e alle misure allo studio del consesso.

Vede, Presidente, credo che il Parlamento debba essere informato di quanto avviene e, se viene informato a cadenza settimanale, forse ne prenderà contezza piena (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/97 Baldino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Ha chiesto di parlare per una precisazione l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Solo per mettere anche a verbale quello che le stiamo comunicando in formato elettronico, cioè che sulla votazione n. 52 sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/95 Gebhard l'espressione di voto di Alleanza Verdi e Sinistra è favorevole.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimaldi.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/98 Barzotti c'è il parere contrario del Governo.

Lo poniamo in votazione, onorevole Barzotti?

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Sì, lo mettiamo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/98 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/99 Carmina c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Savino, per cortesia può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1114-A/99 Carmina?

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Senz'altro.

PRESIDENTE. Signori, un po' di silenzio, per favore. Prego.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere è favorevole con riformulazione della seconda premessa: “con un pacchetto di emendamenti depositati dal Governo sono state introdotte misure concernenti, tra le altre, la riduzione della validità delle graduatorie dei concorsi pubblici per i candidati idonei, la possibilità di ridurre alla sola prova scritta i concorsi per il reclutamento pubblico di tutti i profili, salvo quelli apicali, la riorganizzazione delle attribuzioni per le posizioni apicali del Ministero della Difesa”, proposta quest'ultima successivamente ritirata, e con riformulazione dell'impegno “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Accetta questa riformulazione, onorevole Carmina?

IDA CARMINA (M5S). Accetto la riformulazione e chiedo che venga messa ai voti. Volevo precisare che la ritengo un primo passo rispetto a quella che è la vera sfida del Governo, cioè il rafforzamento della pubblica amministrazione, che solo consentirà di poter spendere le risorse del PNRR. Credo anche che questo riconoscimento serva a sgombrare il campo da una narrazione erronea, poiché si parla di incapacità di spesa da parte degli enti locali, dei comuni, con un approccio che sottende un malcelato giudizio di disvalore nei confronti dei comuni, soprattutto dei comuni meridionali. E io che sono stata sindaco di un comune con un gravissimo dissesto, che ho ereditato, in cui non si riusciva neppure a pagare i dipendenti, figuriamoci ad assumerne altri - per questo ho presentato quest'ordine del giorno - davvero dico che non si può impedire, con lacci e lacciuoli, alle amministrazioni che siano in difficoltà di dotarsi di personale adatto e, magari, con una carità pelosa, offrirsi di spendere loro quelle risorse che servirebbero a recuperare quei gap di offerta di servizi essenziali ai cittadini per distrarre queste risorse in parti più fortunate del Paese, più ricche del Paese. Perché qui non è incapacità, ma è impossibilità materiale, quindi il Governo deve assumere l'impegno forte di provvedere a che ognuno abbia ciò che gli spetta in termini di diritti costituzionalmente garantiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/99 Carmina, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

Sottosegretario Savino ha pronta la riformulazione per l'ordine del giorno n. 9/1114-A/91 Rampelli? Prego.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Per quanto riguarda…

PRESIDENTE. Mi scusi, quel microfono però innesca, quindi, se per cortesia, può parlare all'altro microfono. Prego.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1114-A/91 Rampelli è la seguente: “impegna il Governo a favorire il conseguimento dell'abilitazione ai partecipanti al concorso straordinario di cui…”.

PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli l'accetta, quindi l'ordine del giorno n. 9/1114-A/91 Rampelli non è più accantonato. Restano gli ordini del giorno n. 9/1114-A/8 Maiorano, n. 9/1114-A/20 Lai, n. 9/1114-A/23 Palombi e n. 9/1114-A/48 Zingaretti che faremo più avanti.

Ordine del giorno n. 9/1114-A/100 Riccardo Ricciardi, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Noi dobbiamo chiedere scusa a questa maggioranza, come MoVimento 5 Stelle, perché vi abbiamo lasciato troppi soldi da spendere, troppi soldi da investire: dovevamo lasciarne di meno, dovevamo lavorare peggio, dovevamo, in piena pandemia, prendere il MES magari, non andare in Europa, non cercare di portare a casa 200 miliardi, perché, purtroppo, grazie a questa operazione, stiamo rivelando tutta la vostra incapacità.

I nemici ve li create ogni giorno, ogni settimana da quando siete al Governo per non parlare delle cose concrete. Siete partiti con i rave party, poi la Banca d'Italia, oggi, questa settimana, il turno è della Corte dei conti: la Corte dei conti è il nemico, genera tutti i mali, è quello che rallenta questo Paese.

Ma andiamo a vedere cosa fa la Corte dei conti, perché, se uno va sul bel sito della Corte dei conti, vede 48 delibere della Corte dei conti sul PNRR e non vede giudizi dove dice che siete fascisti, siete incapaci, siete inetti, non dice questo.

Semplicemente, quando si vede che si rischiano 265.000 posti per gli asili nido (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) si dice, la Corte dei conti dice: attenzione, Ministero competente, questi bandi vanno fatti; quando vede che su 40 colonnine a base di idrogeno ci sono delle gravissime disfunzioni gestionali, si dice: attenzione, Ministero, intervieni; quando su 2 miliardi di euro di reti idriche - parliamo di acqua - vede delle disfunzioni, dice: attenzione, controllate. Qui è come se uno andasse a farsi le analisi, le analisi gli dicessero “guarda, non stai benissimo” e dicesse “a me le analisi fanno perdere tempo, a me non interessa”. E voi cosa dite? Quand'è che andiamo a controllare? Dopo che il paziente è morto. Quand'è che facciamo i controlli? Dopo che questi soldi, che sono nostri di tutti quanti, sono mal spesi. Questo è il grosso problema. Questo è paradigmatico di questo Governo e anche di un certo sistema mediatico italiano, perché, ieri, in prima serata, che la Meloni, la Presidente del Consiglio, dica una colossale bugia in televisione e non ci sia un giornalista (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) in tutte le trasmissioni che dica “ma come si permette di mentire?”. Perché dire che è stato portato avanti il lavoro dei vecchi Governi è una bugia, perché, altrimenti, che senso aveva fare questo emendamento? Voi avete fatto un emendamento per cambiare questa cosa. Dunque, il PNRR non è una roba che potete gestire in questa maniera, perché il PNRR è un patrimonio di questo Paese, per il quale noi abbiamo lottato e che siamo riusciti a portare in Italia. Voi, poi, la buttate, ovviamente, in barzelletta, perché questo siete capaci di fare, ma, purtroppo, un certo sistema mediatico-intellettuale vi segue, perché a voi si fa un favore a darvi dei fascisti. Voi non siete fascisti, voi siete incapaci, inetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Vive proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e voi non sapete amministrare neanche un condominio...

PRESIDENTE. Per favore, per favore, concluda, onorevole. Colleghi, per favore!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Scusate, quando si dice la verità, questo è!

PRESIDENTE. Collega Ricciardi, si rivolga alla Presidenza e concluda l'intervento. Prego.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Quindi, aspettiamo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… Io chiudo quando lo dico io, non quando me lo dice lei!

PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, però abbia pazienza, lei svolga l'intervento sull'ordine del giorno…

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, è inaccettabile questa cosa. Me lo deve dire un collega quando devo concludere?

PRESIDENTE. Allora, facciamo parlare il Presidente. Collega, le ripeto, collega Riccardo Ricciardi, sto parlando con lei. Per cortesia, si rivolga alla Presidenza, eviti di usare espressioni che finiscono per essere eccessive rispetto alla critica che, legittimamente, lei può fare e si rivolga alla Presidenza. Prego (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Allora, nel momento in cui 200 miliardi portati in questo Paese vengono messi a rischio da questa maggioranza di inetti, io credo non ci sia termine maggiormente adeguato di questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Vive proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

SALVATORE DEIDDA (FDI). Siete sempre di meno!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/100 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

(Commenti)… Colleghi, per favore, è inutile… non alziamo i toni, votiamo. Colleghi non mi costringete a intervenire, vi prego. Ordine!

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/101 Penza: con molta calma, sentiamo se l'onorevole Penza accetta la riformulazione. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per richiamo al Regolamento, sull'articolo 8, per la conduzione dell'Aula. Per il verbale, io ci terrei che fosse sottolineato a verbale che, nelle due volte in cui il collega Ricciardi si è rivolto alla maggioranza, richiamandoli come fascisti, dai banchi della maggioranza si è sollevata una reazione, perché considerano questa definizione come un insulto, e non perché definiti, poi, inetti (Commenti)…

PRESIDENTE. Un complimento non è.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Perché altrimenti, Presidente, il verbale potrebbe dare di quegli ululati un'interpretazione errata. Quindi, per il verbale, penserei che lei volesse precisare questo aspetto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Mancini, il verbale è composto dal resoconto stenografico di quello che è accaduto in quest'Aula. Tutti abbiamo udito le espressioni che l'onorevole Ricciardi ha inteso rivolgere alla maggioranza. Va da sé che il termine che ha usato l'onorevole Ricciardi e che lei ha reiterato, tutto può essere fuorché un complimento, quindi andiamo avanti.

Chiedevamo all'onorevole Penza se accetta la riformulazione del Governo del suo ordine del giorno n. 9/1114-A/101. Onorevole Penza, pensa o non pensa di accettarla? Non è in Aula. Qualcuno del gruppo ci dice… Prego, onorevole Auriemma. Che pensa di fare?

CARMELA AURIEMMA (M5S). Se gentilmente si può rileggere la riformulazione, grazie.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Savino, se può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1114-A/101 Penza.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Parere favorevole con la seguente riformulazione della seconda premessa: “con un pacchetto di emendamenti depositato dal Governo sono state introdotte misure concernenti, tra le altre, la riduzione della validità delle graduatorie dei concorsi pubblici per i candidati idonei, la possibilità di ridurre alla sola prova scritta i concorsi per il reclutamento di tutti i profili, salvo quelli apicali, la riorganizzazione delle attribuzioni per le posizioni apicali del Ministero della Difesa - proposta, quest'ultima, successivamente ritirata” e con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di (…)”.

PRESIDENTE. L'onorevole Auriemma la accoglie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà. Su cosa?

IDA CARMINA (M5S). Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'accordo, lo sottoscriviamo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/102 Aiello, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Il parere contrario del Governo rispetto a quest'ordine del giorno non mi stupisce affatto. Questo è il Governo delle giravolte, delle inversioni a “U”, dei passi indietro, altro che essere pronti. Siete pronti solo quando si tratta di eliminare, ad esempio, il controllo concomitante della Corte dei conti…

PRESIDENTE. Si rivolga a me.

DAVIDE AIELLO (M5S). Presidente, mi rivolgo a lei. Questo Governo è pronto soltanto quando si tratta di eliminare, ad esempio, il controllo concomitante della Corte dei conti, che, voglio ricordare all'Aula, è un controllo finalizzato alla prevenzione, al rispetto della verifica dei fondi, al conflitto di interessi, alle irregolarità nella gestione delle risorse, nonché alla segnalazione tempestiva di eventuali ritardi. Quindi, qual è stata la colpa della Corte dei conti? Aver vigilato, aver fatto emergere i ritardi di questo Governo proprio sulla spesa del PNRR. Quando c'è un organo di controllo che evidenzia i vostri ritardi, voi cosa fate? Eliminate i controlli! È questa la cura? È questa la soluzione che voi date al Paese?

Presidente, con quest'ordine del giorno vogliamo dire che siamo molto preoccupati di questi ritardi, perché questi ritardi incidono sul mondo del lavoro. Quest'ordine del giorno voleva impegnare il Governo a rendere finalmente effettivo lo sgravio che dev'essere previsto per l'assunzione degli under 36 e delle giovani donne. Il Governo è un Governo dei continui ritardi! Per questo è paradossale il parere contrario su quest'ordine del giorno, che vi impegnava a fare in modo che gli under 36 e le donne avessero finalmente uno strumento che potesse agevolare la loro assunzione. Anche su questo siete in ritardo e anche su questo non date risposte concrete agli italiani. Noi, ovviamente, voteremo a favore di quest'ordine del giorno e prendiamo atto dell'ennesimo ritardo e dell'ennesima mancata occasione. Un'occasione persa per questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/102 Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/103 Auriemma, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Mi sorprende il secco “no” del Governo, visto che si tratta di un ordine del giorno che vuole porre fine alla discriminazione. I Vigili del fuoco oggi prendono, per i festivi e per i notturni, meno delle altre Forze dell'ordine. Quindi è evidente che c'è una discriminazione in atto tra Forze di polizia appartenenti allo stesso comparto di pubblica sicurezza. In Commissione, il Sottosegretario ci aveva quasi concesso un impegno su quest'ordine del giorno, che viene però smentito oggi, in Aula. Quindi prendiamo atto che, per questo Governo e per questa maggioranza, i Vigili del fuoco non sono il fiore all'occhiello del nostro Paese. Per noi sono il fiore all'occhiello del nostro Paese e quindi continueremo a portare avanti questa battaglia, perché riteniamo che non bisogna soltanto celebrarli nei momenti di emergenza, ma soprattutto tutti i giorni, quando queste discriminazioni vengono rese chiare e lapalissiane proprio sugli stipendi dei Vigili del fuoco. Per questo chiedo di metterlo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendiamo atto che l'onorevole Scotto lo sottoscrive.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/103 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/104 Alfonso Colucci, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Mi rivolgo direttamente al Governo per chiedere una rivalutazione di quest'ordine del giorno. È un ordine del giorno un po' tecnico, quindi necessita di un'illustrazione un po' tecnica.

L'articolo 15, comma 23, del provvedimento in esame adegua il riferimento normativo rispetto ai reati che impediscono la progressione di carriera del personale direttivo e dirigente della Polizia di Stato, anche nel caso di rinvio a giudizio o di accesso ai riti alternativi. Questo adeguamento riguarda, però, solo i reati di cui alle lettere a) e c), perché questo è previsto dal decreto-legge in oggetto, e non anche quelli di cui alla lettera b) dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 235 del 2012, meglio conosciuto come legge Severino. I reati esclusi, cioè quelli di cui alla lettera b), sono reati gravissimi, reati consumati o tentati, di cui all'articolo 51, commi 3-bis e 3-quater del codice di procedura penale. Si tratta di reati diversi di quelli di cui alla lettera a). Sono i reati a carattere associativo, cui sono aggiunti quelli inerenti, pensate un po', il traffico di esseri umani, la schiavitù, cui sono aggiunti i reati di abuso sui minori e i reati con finalità di terrorismo. Davvero non riesco a comprendere perché essi siano esclusi tra le cause che impediscono l'avanzamento di carriera del personale dirigenziale della Polizia di Stato. Non è chiaro perché, con l'adeguamento, queste fattispecie criminose non siano state introdotte tra quelle ostative alle promozioni. Si tratta di reati gravissimi, signora Sottosegretario, che non erano presenti nel testo unico degli enti locali, in quanto aggiunti solo con la nota legge Severino, ma che sarebbe oggi opportuno inserire, visto che ora si procede a un adeguamento della richiamata normativa. Ricordo che il Corpo della Polizia di Stato, che ogni giorno garantisce la legalità e la sicurezza dei cittadini, risulta maggiormente garantito e valorizzato dall'inserimento dei suddetti gravi reati tra quelli che impediscono ogni progressione di carriera e anche in caso di rinvio a giudizio o di accesso a riti alternativi.

E questo io lo dico oggi, giornata in cui leggiamo che un ispettore e quattro agenti della questura di Verona sono finiti agli arresti domiciliari con le accuse di tortura, lesioni aggravate, peculato, rifiuto o omissione di atti di ufficio e falso ideologico in atto pubblico. È a tutela della Polizia di Stato impedire che dirigenti che si siano macchiati di gravi reati possano procedere con la progressione di carriera. Plaudiamo agli anticorpi di questo sano Corpo che è la Polizia di Stato, che ha consentito di arrestare, avendo compiuto le indagini, questi soggetti che sembra abbiano così pesantemente deragliato dal loro compito istituzionale.

Per cui vi invito, signora Sottosegretaria, se del caso accantoni questo emendamento per un ripensamento, ad approvare quest'ordine del giorno, che è stato da noi scritto a tutela della Polizia di Stato, che è sano e fondamentale presidio di legalità, organo verso il quale noi manifestiamo rispetto e profonda gratitudine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Governo non intende modificare il parere.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/104 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/105 Carotenuto, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, come dicevamo, questo decreto per noi è irricevibile nel merito e nel metodo. Nel merito perché non è accettabile che pensiate di curare la febbre buttando il termometro, lo sentivo dire anche da alcuni colleghi. Doveva occuparsi di pubblica amministrazione, si potevano aiutare, ad esempio, tanti comuni in dissesto e pre-dissesto ad assumere personale, perché ci sono città come la mia, Napoli, che da questo punto di vista stanno veramente in una situazione grave, e invece è diventato un decreto che serve a regolare i conti tra Fitto e la Corte dei conti.

Avete deciso di eliminare il controllo più utile, che è quello concomitante, perché è quello che permette di individuare i problemi quando ancora si può provare a risolverli, in questo Paese - è doveroso secondo me ricordarlo, a questo punto, perché evidentemente a qualcuno sfugge - che è sempre quello dell'inchiesta Mani Pulite, quello dove ci sono tre potenti organizzazioni criminali, quello noto alle cronache per la corruzione e per l'economia sommersa. Ed è veramente assurdo che la vostra ricetta, quando arrivano miliardi di euro da spendere in breve tempo, sia quella di tagliare i controlli.

Allora viene spontaneo chiedersi da che parte stiate, colleghi. Dei colleghi, qui, del mio gruppo mi suggeriscono dalla parte dei Gentile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Eppure, quando eravate all'opposizione, la pensavate esattamente al contrario. A Palazzo Madama, lo diceva anche il collega Scotto, giace il disegno di legge n. 2185, presentato nell'aprile 2021 - quindi 2 anni fa, non tantissimo - a prima firma dell'attuale Sottosegretario Fazzolari, che in questa proposta di legge chiedeva, pensate un po', di estendere i poteri della Corte dei conti sul PNRR, di estenderli, Presidente.

Adesso, al Governo, Fratelli d'Italia fa tutto il contrario. Mi domando cosa ne è della vostra coerenza e che fine abbia fatto. Per non parlare del metodo, perché voi prendete un argomento su cui è legittimo effettivamente intervenire per decreto, e all'improvviso, spesso nel cuore della notte, a lavori della Commissione pressoché ultimati, arrivano degli emendamenti che ne modificano sostanzialmente il contenuto in corso d'opera. Così il nostro lavoro, nei giorni passati sul testo di partenza, alla fine diventa quasi superfluo. Presidente, questo è veramente immorale, oltre che sleale, nei confronti di tutti, anche dei colleghi della maggioranza.

Ed è inaccettabile che neanche i richiami del Quirinale abbiano suggerito un intervento di questa Presidenza per impedire il ripetersi di questo raggiro, a tutela non solo della minoranza, ma delle prerogative parlamentari, degli uffici e dei dipendenti.

D'altra parte, per voi vige la legge del più forte, non vi interessa come ottenere il risultato, conta solo ottenerlo. I fragili possono tranquillamente soccombere e, allora, via il reddito di cittadinanza e, se siete occupabili, allora lavorate. Peccato che il lavoro non ci sia e riguardo ai vostri corsi di formazione - quelli magici, quelli grazie ai quali, appena terminati, si trova il lavoro per magia - niente, ancora niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sapete, colleghi, c'è una pagina social, che si intitola “Miglioramenti da quando Giorgia Meloni è Presidente del Consiglio”, che ogni giorno pubblica un post, sempre lo stesso post: “Ancora niente” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quello che state ottenendo, che poi è il vostro obiettivo politico, è creare povertà. Volete manodopera a basso costo e voti a basso prezzo. In questo Paese, con l'11,7 per cento di lavoratori poveri, dove l'inflazione cresce e i salari reali sono diminuiti negli ultimi 30 anni - unico Paese OCSE - se non interveniamo il nostro tessuto sociale è destinato a sfaldarsi. Se non interveniamo noi, perché voi non intervenite. Ecco perché abbiamo presentato la proposta di legge per il salario minimo, ecco perché abbiamo presentato la proposta di legge sulla settimana corta, probabilmente presenteremo un salario minimo universale. Ora, però, da voi ci aspettavamo almeno una lezione. Dopo che per anni ci avete rinfacciato che il reddito di cittadinanza non aveva creato posti di lavoro - che tra l'altro è un falso - abbiamo osato sperare che ci voleste almeno dare una bella lezione, mostrarci come si fa. Invece, voi siete riusciti in un paradosso: oggi, non solo i corsi di formazione non sono partiti, non solo non riuscite a completare le assunzioni nei centri per l'impiego, ma addirittura non si conosce il destino di ANPAL, cioè dei ricercatori che vi lavorano. Grazie al vostro mirabile lavoro, chi fa ricerca sul mondo del lavoro si ritrova a sua volta precario. È per questo che con quest'ordine del giorno chiedevamo che i dipendenti transitati nei ruoli di ANPAL disciplinati dal contratto collettivo nazionale potessero scegliere dove andare a lavorare in futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Carotenuto. Anche per i prossimi interventi, alla fine del suo intervento lei è andato sull'ordine del giorno specificatamente, che era quello legato al regime transitorio di ANPAL. Quindi, prego anche i suoi colleghi, nel prosieguo della discussione, di stare sull'argomento dell'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), così svolgiamo al meglio il nostro lavoro.

Prendo atto che sottoscrivono l'ordine del giorno n. 9/1114-A/105 Carotenuto gli onorevoli Sarracino, Fratoianni, Scotto e Zanella. Gli altri, eventualmente, possono sottoscriverlo al banco della Presidenza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/105 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Colleghi, come previsto dal calendario dei lavori, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 21 con immediate votazioni.

La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 21,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1114-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 1114-A. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/1114-A/105 Carotenuto e che risultano accantonati gli ordini del giorno n. 9/1114-A/8 Maiorano, n. 9/1114-A/20 Lai, n. 9/1114-A/23 Palombi e n. 9/1114-A/48 Zingaretti.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1114-A​)

PRESIDENTE. Prima di passare all'ordine del giorno n. 9/1114-A/106 Tucci, diamo la parola alla Sottosegretaria Savino per una precisazione.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Signor Presidente, con riferimento all'ordine del giorno n. 9/1114-A/91 Rampelli, volevo solo precisare che sul primo impegno vi è un parere favorevole con la seguente riformulazione: “a concedere l'opportunità a tutti i partecipanti al concorso straordinario bis, di cui al comma 9-bis dell'articolo 59 del decreto legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, di conseguire l'abilitazione, anche con percorsi a pagamento e a carico degli stessi”. Sul secondo impegno il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Questo perché c'era un refuso nella prima lettura. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/106 Tucci, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.

RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Per l'ennesima volta questo Governo fa retromarcia su quanto promesso dai suoi più autorevoli esponenti durante l'ultimo decennio. Oggi bocciate un ordine del giorno sui Vigili del fuoco che chiedeva, in estrema sintesi, una cosa semplicissima e, allo stesso tempo, molto efficace. Semplicemente si chiedeva di dare ai Vigili del fuoco, vincitori di concorso, la possibilità di essere assegnati alle caserme presenti nelle province della propria residenza, avvicendandosi con i propri colleghi. Un emendamento, prima, e un ordine del giorno, oggi, che viene bocciato senza alcuna ragione, senza alcuna logica, senza alcuna logica politica e soprattutto economica, solo per il gusto di bocciare le iniziative delle opposizioni. A conferma di ciò, Presidente, vi posso dire che oggi avete dato parere favorevole all'ordine del giorno n. 9/1114-A/10, a prima firma Tenerini, che è di fatto identico a questo. Sulla base di ciò, chiedo anche al Sottosegretario se cortesemente può valutare l'idea di modificare il parere, visto che l'ordine del giorno è identico. Spiegatemi qual è la logica. Ormai questo, però, non ci meraviglia più, Presidente. Quello che mi meraviglia è la continua contraddizione fra le dichiarazioni acchiappavoti del passato e le iniziative politiche del presente. Alla prova dei fatti smentite voi stessi quotidianamente, costantemente; tradite chi ha creduto in voi e lo fate in ogni occasione: l'avete fatto oggi con i Vigili del fuoco vincitori di concorso, l'avete fatto ieri sempre con i Vigili del fuoco; in quel caso, si trattava della categoria dei discontinui che è stata sempre difesa dall'attuale Ministro Salvini, però solo nelle dichiarazioni stampa, perché poi alla prova dei fatti, anche lì, non avete prodotto alcunché. Continuate a farlo, quindi; continuate a contraddirvi in ogni occasione che vi si pari davanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Presidente, gira un video sui social in cui, in un congresso del suo partito, il segretario Salvini dichiarava: “io non sono il tipo che cambia idea in base ai quarti d'ora”. E, infatti, ha cambiato idea sul PNRR, passando dal chiamarlo un “mega MES” (l'ha definito così), ad oggi, in cui annuncia che non vuole perderne nemmeno un euro, tra l'altro in contraddizione con alcuni autorevoli esponenti del suo stesso partito. Ma il Ministro, si sa, non cambia idea in base ai quarti d'ora. Ha cambiato idea sul Ponte sullo Stretto, quando diceva che non stava in piedi e, addirittura, si diceva favorevole al Renzi prima versione che poi, a sua volta, ha cambiato idea, dicendo che in Calabria e in Sicilia c'erano altre priorità. Bene, oggi siamo noi che diciamo al Ministro Salvini: siamo favorevoli al Salvini prima versione e gli confermiamo che, ancora ad oggi, in Calabria e in Sicilia ci sono altre priorità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma, si sa, il Ministro Salvini non cambia idea ogni quarto d'ora. Ha cambiato idea e anche un bel po' di volte sulla pandemia. Tutti quanti ricordiamo i vari “apriamo tutto” o “chiudiamo tutto”; ma lì non cambiava idea ogni quarto d'ora, ma semplicemente in base a chi lo intervistava: se lo intervistava qualcuno, che so, della RAI diceva “apriamo tutto”; se lo intervistava qualcuno de LA7 diceva “chiudiamo tutto”. Ma, si sa, il Ministro Salvini non cambia idea ogni quarto d'ora. Ha cambiato idea sul Sud e sulla secessione, o almeno così voleva farci credere in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), salvo poi oggi trovare il suo Ministro che ci porta l'autonomia differenziata (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma, si sa, lui non cambia idea ogni quarto d'ora.

PRESIDENTE. Si attenga al contenuto dell'ordine del giorno, per cortesia.

RICCARDO TUCCI (M5S). Sto per arrivare, Presidente.

PRESIDENTE. Ha finito il tempo. È arrivato un po' lungo. Si attenga al contenuto del suo ordine del giorno.

RICCARDO TUCCI (M5S). Ho 5 minuti, Presidente. Mi dia 2 minuti.

PRESIDENTE. Mancano 30 secondi.

RICCARDO TUCCI (M5S). Va bene. Non riesco a capire, comunque va bene. In parole povere, Presidente, il Ministro Salvini ha cambiato idea su qualunque cosa si sia discusso in tutti questi anni, nel passato e nel presente. E anche oggi cambiate idea: lui e il vostro Governo cambiano idea su un emendamento concernente i Vigili del fuoco che costa zero. Tra l'altro, l'avete fatto solo per logiche politiche, per non approvare le iniziative delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/106 Tucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/107 Giuliano: è accolto come raccomandazione. A lei la parola.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Non possiamo accettare…

PRESIDENTE. Chiedo scusa se la interrompo. Il Governo chiede la parola per cambiare il parere, quindi penso sia opportuno e utile anche per lei ascoltare. Prego, Sottosegretaria Savino.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Bene, allora passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/108 Cafiero De Raho. Anche quest'ordine del giorno… La deputata Giuliano vuole parlare ancora. Prego, ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Ringrazio il Governo e chiedo che comunque quest'ordine del giorno venga posto in votazione e voglio spiegare il perché. Con quest'ordine del giorno chiediamo di potenziare l'organico della Polizia penitenziaria. È un ordine del giorno importante anche a fronte dei dati allarmanti che si ricavano: mi riferisco ai dati ufficiali dello stesso Ministero. Sappiamo che, purtroppo, il nostro Paese ha ancora gravi problemi di sovraffollamento…

PRESIDENTE. Chiedo scusa. Colleghi, la collega Giuliano sta facendo la sua dichiarazione di voto: ne ha pieno diritto, anche se il Governo ha dato parere favorevole. È nelle sue facoltà parlare e consumare i 5 minuti. Insomma, penso che ciascuno di voi potrà trarre le sue conclusioni al riguardo. Prego, a lei la parola.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Stavo dicendo che, secondo i dati del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - dati aggiornati al 30 giugno 2022 - le persone detenute negli Istituti penitenziari sono quasi 55.000, con un tasso di sovraffollamento di quasi il 108 per cento; in alcuni istituti penitenziari arriva al 120 per cento.

Di contro, manca il 15 per cento del personale di Polizia penitenziaria, previsto in pianta organica. Presidente, io seguo da vicino gli istituti penitenziari del mio territorio e vado a visitarli e il primo problema, effettivamente, è la carenza di organico. Si hanno spesso agenti con turni massacranti; molti agenti e sempre più agenti, purtroppo, sono vittime di aggressioni e sono costretti a turni talmente massacranti per carenza di personale, che spesso non riescono a usufruire correttamente delle ferie e dei riposi compensativi, quindi, a danno della propria salute fisica, ma anche a danno della loro sicurezza. Ovviamente, questo comporta degli altissimi livelli di stress. A fronte di tutto ciò, accolgo con favore il cambio del parere e ringrazio il Governo. Infatti, dobbiamo sempre ricordarci che gli uomini e le donne della Polizia penitenziaria sono uomini e donne dello Stato, che assicurano la tutela di noi cittadini, che assicurano la tutela e l'ordine all'interno degli istituti penitenziari e che, insieme a tutti le altre figure istituzionali e a tutti gli altri operatori, danno attuazione concreta a quei principi costituzionali, in base ai quali si deve favorire la rieducazione e il reinserimento sociale dei detenuti. Il mio grazie va al Governo, ma soprattutto va a tutti gli uomini e a tutte le donne della Polizia penitenziaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/107 Giuliano, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63)(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/108 Cafiero De Raho, accolto come raccomandazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Anche qui restiamo per la verità sorpresi sul parere, Cosa avevamo chiesto? Semplicemente l'impegno a prevedere e finanziare delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale amministrativo del Ministero della Giustizia e l'incremento dei concorsi per i magistrati, qualcosa che, peraltro, almeno teoricamente, fino a oggi, è stato affermato. Eppure il personale amministrativo rappresenta l'ossatura fondamentale del funzionamento della giustizia. Proprio recentemente si è tenuto alla Camera, da diversi consigli dell'Ordine degli avvocati, un convegno in cui si evidenziava che la carenza di personale amministrativo costituiva uno degli ostacoli maggiori all'andamento e allo sviluppo della giustizia. La mancanza del personale amministrativo è oggi un qualcosa di veramente deleterio per la nostra giustizia. Pensate che abbiamo una scopertura in alcuni tribunali del 60 per cento del personale amministrativo: i tribunali sono quasi totalmente bloccati. C'è stata l'assunzione di circa 8.000 unità di addetti al processo, ma gli addetti al processo sono qualcosa di totalmente diverso rispetto al personale amministrativo che deve assistere i giudici, cancellieri, segretari e commessi, tutto quel personale che serve, appunto, a far funzionare, a celebrare le udienze, a fare giustizia. È proprio quello che manca. A fianco al personale amministrativo, mancano proprio i magistrati. Su 10.558 unità dell'organico della magistratura, ne mancano ben 1.458, ovvero il 13,7 per cento. Dal rapporto della CEPEJ, la Commissione europea per l'efficienza della giustizia, risulta che la media europea, o meglio per i Paesi europei, dei magistrati presenti in ciascun Paese è di 22,2 giudici ogni 100.000 abitanti, con punte di 25 magistrati ogni 100.000 abitanti per la Germania. In Italia ne abbiamo 11,9, cioè la metà dei magistrati presenti negli altri Paesi. Poi parliamo di prescrizione e di improcedibilità e di tutto il resto, quando in realtà è da tempo che sottolineiamo come sia importante rafforzare gli organici della magistratura e riprendere effettivamente quel numero che consenta di celebrare i processi. I processi si fanno con il personale, con le risorse e con i magistrati.

Non tocchiamo sempre il rito: è inutile toccarlo. Pensiamo, invece, a celebrare i processi e a dare effettivamente giustizia. Il nostro ordine del giorno era finalizzato a questo impegno e sul punto abbiamo avuto solo un accoglimento come raccomandazione. Io credo che sia non un dovere, ma un obbligo procedere a rafforzare la giustizia ed escludere che si pensi ad altro. Si deve invece pensare finalmente a dare il personale necessario per la celebrazione dei processi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non ha accettato il parere di accoglimento come raccomandazione, giusto? Ha svolto il suo intervento, spiegandone le ragioni. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/108 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/109 D'Orso, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anche con quest'ordine del giorno, a mia prima firma, torniamo a chiedere l'attenzione e anche la serietà a quest'Aula e al Governo sul tema della sorte degli addetti all'ufficio per il processo.

Ebbene, faccio notare intanto al Governo che davvero deve avere le idee confuse sul da farsi in merito, perché ha dato un parere come raccomandazione all'ordine del giorno n. 9/1114-A/40, a prima firma del collega Gianassi, che in linea di massima proponeva quello che anche noi stiamo proponendo con quest'ordine del giorno. Anzi, dico di più: l'ordine del giorno che stiamo esaminando in questo momento ha un impegno ben meno stringente rispetto a quello del collega, perché intenderemmo impegnare il Governo ad adottare ulteriori misure, anche legislative, al fine di consentire la prosecuzione della durata dei contratti in essere degli addetti agli uffici per il processo, nel rispetto degli obiettivi imposti dal PNRR e in un'ottica di reale smaltimento degli arretrati. Cosa intendiamo? Diciamo che in qualche modo sta al Governo anche la scelta e la tempistica delle concrete modalità, con cui far proseguire e prorogare questi contratti rispetto agli addetti in questo momento in servizio, per i quali originariamente era prevista una durata del contratto per 31 mesi. Anche sotto questo aspetto il Governo, in realtà, già aveva aggiunto confusione a confusione, con l'ultimo intervento legislativo sul punto dello scorso febbraio, laddove aveva inserito un emendamento in cui si diceva che i contratti potevano essere della durata massima di 36 mesi, non rinnovabili; poi, aveva eliminato anche il richiamo all'assunzione in due scaglioni. Ecco, con quell'emendamento, invece di dare certezze, si sono alimentate ulteriori incertezze negli addetti all'ufficio per il processo.

Anche con un emendamento a questo provvedimento si era chiesto di chiarire la portata di quell'intervento, di chiarire, ad esempio, che anche per gli addetti che sono in questo momento in servizio veniva automaticamente prorogato a 36 mesi il contratto in essere. Tutto questo non è stato chiarito. Avevamo depositato un emendamento appunto per ottenere un chiarimento, quindi, una sorta di interpretazione autentica di quanto già era stato previsto, ma è stato respinto.

Ora, io vorrei sapere dal Governo, davvero, che intenzioni abbia, perché a nostro avviso sarebbe un gravissimo errore non riconoscere il contributo prezioso che gli addetti per il processo stanno fornendo agli uffici giudiziari, occupandosi di molte attività propedeutiche e accessorie rispetto alla celebrazione delle udienze, ad esempio, o alla redazione dei provvedimenti e stanno consentendo un'accelerazione della trattazione dei procedimenti che è sotto gli occhi di tutti, è un'accelerazione significativa che è già stata fotografata nella relazione governativa sull'attuazione del PNRR, così come è stata fotografata nelle relazioni di apertura dell'anno giudiziario che si sono tenute nei vari distretti di corte d'appello. In quelle occasioni, tutti hanno riconosciuto il ruolo fondamentale che l'ufficio del processo sta giocando proprio con l'obiettivo dello smaltimento dell'arretrato, incidendo positivamente su quest'obiettivo.

Ecco, io vorrei conoscere, quindi, dal Governo le sue reali intenzioni; anzi, non sono io che desidero conoscerne le intenzioni, ma tutti coloro che ci stanno seguendo, ci stanno ascoltando, stanno ascoltando questi lavori e si chiedono, appunto, quale sorte il Governo riservi loro. Quantomeno è auspicabile ed è doverosa la chiarezza, quindi, io chiederei una parola di chiarezza al rappresentante del Governo in Aula, sia in merito alla scelta, alla decisione di dare un parere differente rispetto a un ordine del giorno sullo stesso tema, perché questo, lo ripeto, alimenta incertezza e confusione, sia proprio in merito alla domanda centrale, che è quella della sorte di questi preziosi profili professionali, la cui professionalità non si può disperdere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/109 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/110 Ascari, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei confrontarmi con la Sottosegretaria, perché il mio ordine del giorno è identico, è praticamente uguale, a un ordine del giorno che è stato accolto con un parere favorevole secco, mi riferisco all'ordine del giorno n. 9/1114-A/29 Lacarra. Quindi, io chiedevo la cortesia alla Sottosegretaria, al Governo, di rileggere l'ordine del giorno per avere possibilmente un cambio di parere.

PRESIDENTE. La Sottosegretaria la ascolta, sta verificando ma scuote la testa; non è la stessa cosa.

Prosegua e ci dica se accoglie la raccomandazione oppure se vuole che lo poniamo in votazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Non accolgo la raccomandazione e chiedo che venga messo in votazione l'ordine del giorno. Mi dispiace che non ci sia stato un cambio di parere su un ordine del giorno che dice la stessa cosa, alla luce anche dell'importanza con cui noi chiediamo, sempre attraverso quest'ordine del giorno, di assumere personale nei ruoli di funzionario giuridico-pedagogico e di funzionario mediatore culturale per rafforzare il personale nell'ambito degli istituti penitenziari, alla luce ovviamente della scopertura dell'organico e alla luce dell'importante ruolo che rivestono questi operatori. Ciò anche perché dobbiamo tenere in considerazione che abbiamo un tasso di recidiva medio stimato sulla popolazione carceraria che si attesta al 68,7 per cento, su una popolazione carceraria di 56.107 detenuti, mentre è solo del 2 per cento quello riferito ai 18.654 detenuti che hanno, per esempio, un contratto di lavoro. Quindi, lo ripeto, alla luce anche delle condizioni delle carceri, che sono carceri vetuste, non dignitose per ospitare detenuti, ma soprattutto per chi ci lavora, alla luce del sovraffollamento, alla luce dell'assenza totale di progetti individualizzati e personalizzati e alla luce anche di tutte le conseguenze che si verificano all'interno di un istituto di pena, tra cui, nel 2022, 84 suicidi e un suicidio ogni 5 giorni, con situazioni gravissime, mi dispiace che a quest'ordine del giorno non sia stato dato un parere favorevole secco e siano stati utilizzati criteri diversi e, soprattutto, che ci sia veramente una restrizione nel rispetto dell'articolo 27 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/110 Ascari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/111 Torto. Il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno richiamo all'attenzione di questa maggioranza e del Governo un tema importante, il tema del precariato, un tema tanto caro alla Premier Meloni, talmente caro che addirittura il 1° maggio se ne andava per i corridoi di Palazzo Chigi, a suon di passo lento e con un sorriso di compiacimento, per aver trovato la soluzione al futuro dei lavoratori italiani. Nasceva proprio così il decreto Precariato, colleghi, altro che decreto Lavoro. Una farsa, un miserabile spot televisivo, che serviva soltanto a mascherare la condanna dei nostri lavoratori italiani a un destino incerto e traballante, perché è questa la vera essenza del decreto Precariato firmato Giorgia Meloni, quello stesso decreto contro cui il MoVimento 5 Stelle si batterà dentro questo Parlamento ma, ancor di più, fuori.

Cominceremo da questo 17 giugno a raccogliere nelle piazze la voce disperata di tutti quei cittadini che si sentono vittime di questo Governo miope (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, soprattutto, di un Governo che non sa ascoltare.

Presidente, tutto questo lo sanno bene i docenti dell'alta formazione musicale e coreutica, che proprio in queste ore, mentre noi del MoVimento 5 Stelle siamo in quest'Aula a cercare di indicarvi la soluzione normativa per questo settore, questi artisti, questi musicisti stanno dando vita a una manifestazione seria, a una manifestazione decorosa e pacifica di fronte al Ministero dell'Università e della ricerca. Sono tutti artisti impegnati in un programma di 36 ore, colleghi, lo dico così, per chi non lo sa, 36 ore di musica non stop, una maratona musicale che inizia alle 10 del mattino e finisce alle 22 di sera - quindi sono in scadenza -, per ripartire il giorno dopo. E tutto questo sapete perché? Perché si cerca, in qualche modo, di svegliare queste destre dal torpore che le annichilisce quando si decide di condannare una generazione di lavoratori a un meccanismo distorto, inopportuno, poco saggio, un meccanismo messo in piedi chiaramente da persone incompetenti, che rimettono in auge un concorso selettivo, senza tenere minimamente conto di chi ha già prestato servizio per lo Stato per 3, 4 o 5 anni.

Io mi chiedo: come volete aiutare le giovani generazioni, come pensate che questi precari possano programmare un loro progetto di vita? Poi, voi siete quelli che ci venite a parlare di sostegno alla natalità; ebbene, io vedo che l'unica cosa che volete sostenere è l'interesse di pochi e, purtroppo, non l'interesse degli ultimi.

Dunque, un parere contrario a quest'ordine del giorno, Presidente, non mi lascia assolutamente stupita, ma conferma, non soltanto a me ma a tutti i cittadini, la vostra totale inadeguatezza ma, anche e soprattutto, la vostra insensibilità umana verso chi dietro un concerto musicale di qualche ora in realtà spende e impegna mesi e anni di lavoro.

Vi ritroverete sicuramente ad applaudire un artista e il suo lavoro e gli stringerete la mano per fargli i complimenti. Ebbene, in quell'istante ricordate, colleghi, che il nostro impegno in politica ci impone di guardarci bene da qualunque iniziativa che vada minimamente a scoraggiare, a soffocare e a ledere la creazione artistica, la ricerca e le attività culturali, perché, cari colleghi, io vi dico, prima ancora che da politico da musicista, che la condizione vitale del mondo culturale non è quella di obbedire a un particolare partito o di obbedire a un'ideologia. No, la condizione vitale del mondo culturale è quella di potersi dispiegare in totale libertà e spirito critico.

PRESIDENTE. Concluda.

DANIELA TORTO (M5S). Concludo, Presidente.

Chiedo a questo punto un impegno che non è un passo indietro…

PRESIDENTE. Deve concludere.

DANIELA TORTO (M5S). …ma un atto di fiducia (sto concludendo, Presidente). Io chiedo alla Sottosegretaria di accantonare quest'ordine del giorno e di chiamare la Ministra Gelmini per poter dare una risposta in diretta ai nostri lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/111 Torto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/112 Fenu c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accettata, deputato Fenu?

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Io chiedo di poter riascoltare la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Prego, Sottosegretaria Savino.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative finalizzate a garantire (…)”.

PRESIDENTE. Accoglie la riformulazione, deputato Fenu?

EMILIANO FENU (M5S). Io non accolgo la riformulazione, perché in realtà con quest'ordine del giorno intendevamo suggerire e chiedere al Governo proprio quello che era scritto nell'ordine del giorno. Chiedo se posso fare la dichiarazione di voto anche per illustrarlo.

PRESIDENTE. Prosegua.

EMILIANO FENU (M5S). Pensavo che la richiesta contenuta nell'impegno fosse una cosa ovvia e vado a rileggere quanto scritto nella formulazione originaria dell'ordine del giorno: “impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, al fine di garantire l'integrale, tempestivo ed efficiente utilizzo da parte dell'Italia dei fondi europei del programma Next Generation EU (…)”. Quindi, io deduco, dalla riformulazione proposta, che non è intenzione di questo Governo adottare ogni iniziativa utile all'utilizzo delle risorse.

I dati che sono contenuti anche nelle premesse sono abbastanza sconfortanti. Secondo la relazione della Corte dei conti del marzo 2023, il livello di attuazione finanziaria del PNRR si attesta attorno al 6 per cento. Una relazione, quella della Corte dei conti, che formalmente non verrà eliminata ma nella sostanza verrà depotenziata, alla luce delle modifiche proposte dallo stesso Governo sul controllo concomitante.

Quindi voi non siete in grado di imprimere un'accelerazione all'attuazione finanziaria del PNRR e, anziché porre in essere tutte le iniziative utili per farlo, per imprimere questa accelerazione cosa fate? Depotenziate l'attività di chi deve registrare questi ritardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Prima sono stati fatti alcuni esempi. È come se avessimo una malattia però, anziché curarla, cercassimo di censurare il medico, di sabotarlo, di bucargli le gomme della macchina o chiuderlo in casa perché non vogliamo né sentire né sapere di avere delle malattie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma non è tutto, Presidente, perché il livello di attuazione al 6 per cento, di cui ho parlato, è al netto della spesa per Transizione 4.0 e superbonus. La Corte dei conti ci dice che con queste spese l'attuazione si attesterebbe, invece, al 12 per cento e, quindi, la spesa di 23 miliardi, riferita al 2022, abbiamo modo di pensare che sia riconducibile soprattutto al superbonus.

Tra l'altro, su questo aspetto abbiamo già chiesto, con un'interrogazione in Commissione, maggiori dettagli sulle spese comunicate relative a questa misura. Crediamo, infatti, che siano stati il superbonus e Transizione 4.0 a reggere finora tutto il Piano e crediamo che su questo punto serva maggiore chiarezza, perché abbiamo il sospetto che, mentre qui in Italia, in patria, si è fermato tutto, in particolare con l'ultimo decreto Crediti, in Europa ci sia potuta essere addirittura una sovrastima - chiamiamola così - della spesa per poter giustificare una minima attuazione del Piano.

Poi, un ultimo aspetto, con cui ritorno anche all'oggetto dell'ordine del giorno. Ad oggi sono rilevabili pagamenti principalmente riferibili ai cosiddetti progetti in essere, previsti, cioè, da disposizioni che sono antecedenti al PNRR. Si tratta, quindi, di misure già finanziate a valere su strumenti nazionali e successivamente assorbite all'interno del Piano in ragione della coerenza con i relativi contenuti. In pratica, abbiamo coperto con il PNRR misure che in genere erano già nel bilancio dello Stato, mentre dei nuovi interventi sostanzialmente non si registra alcuna esecuzione.

Quindi, l'impegno che abbiamo chiesto e che chiediamo con quest'ordine del giorno è proprio legato ai nuovi interventi, che, sebbene in linea con le scadenze, rischiano di saltare se non sorretti da adeguate misure di esecuzione e di monitoraggio. Voi ci proponete una riformulazione che ne compromette il senso e per questo chiediamo di riconsiderare l'originale formulazione e di mettere ai voti l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/112 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/113 Donno c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Assistiamo ormai inermi da mesi a uno spettacolo indecoroso da parte di questo Governo, anzi non tanto inermi perché lo stiamo denunciando in tutte le salse e in tutte le lingue. Le risorse del PNRR - voglio ricordarlo - non appartengono a questa maggioranza, al Governo Meloni, al Presidente Meloni o a chi siede in quest'Aula, ma appartengono a tutti gli italiani. Quindi, io mi chiedo: ma con quale mandato voi pensate di poter mettere a rischio queste risorse? Abbiamo sentito, in questi mesi, in queste settimane e in questi ultimi giorni, dichiarazioni di ogni tipo, con esponenti di Governo che si contraddicevano quotidianamente, andando in confusione. Addirittura, avete definito il Piano una frittata. State veramente offrendo un pessimo spettacolo a questo Paese! Mentre i cittadini stanno soffrendo e chiedono misure serie e urgenti per creare occupazione e sviluppo, voi continuate a fare i patrioti della propaganda.

Ma ancora più grave è il metodo. Di fronte a ogni conseguenza causata dalle vostre azioni scellerate, scegliete la strada che più gli si addice: o scappate oppure puntate il dito contro qualcun altro, perché nascondendovi nei palazzi in pratica provate a spostare quotidianamente l'attenzione da tutt'altra parte. Anche i cittadini, devo dire, stanno iniziando a comprendere chi hanno di fronte e sono stufi di chi in campagna elettorale ne ha dette di tutti i colori e ora sta trascinando il Paese in un futuro grigio e pieno di ombre. Sono stanchi di sentire le solite accuse propinate in ogni dove o le solite scuse, come quando dicevate di avere la ricetta pronta, per esempio, su un tema importante come quello dell'immigrazione con il blocco navale. Voi siete arrivati al Governo e gli sbarchi sono quintuplicati. Complimenti per il grande lavoro! Poi avete iniziato a dire che la colpa era dei migranti, della Wagner e dei poteri forti. Invece no! La colpa è vostra, perché siete incapaci, inadeguati e pure bugiardi.

Ricordiamo, poi, che quando dicevate di voler tagliare le accise sulla benzina, sui carburanti, anziché fare questo, avete tagliato lo sconto sulle accise dei carburanti e in quell'occasione, anche in quell'occasione, avete detto che era colpa dei benzinai. Oggi che cosa succede? Siccome qualcuno ha smascherato i vostri ritardi sul PNRR, che cosa fate? Volete silenziare la Corte dei conti, un organo costituzionale. Io non so se vi rendete conto, volete nascondere i vostri limiti a colpi di bavaglio. Una vergogna assoluta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quand'è che capirete di avere delle responsabilità, che siete al Governo? Quando deciderete di prendervi una responsabilità, ogni tanto? E sia chiaro che tutto quello che sta accadendo anche sul PNRR è solo colpa vostra, di nessun altro e da questo, ovviamente, non potete scappare. Avevate detto di essere pronti, di voler aiutare i cittadini e le imprese: io credo che siate pronti sicuramente, però a fare danni e lo stiamo vedendo. Dove sono finite tutte le promesse? Mentre voi governate come chi non ha nulla da perdere, noi vediamo una maggioranza, invece, incapace di dare risposte ad un Paese che non ha più tempo. Io vorrei sapere, come pensate di creare, per esempio, sviluppo in questo Paese, se dite “no” anche alle buone idee? Vi spiego perché. Lo avete fatto, per esempio, con il superbonus 110 per cento (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia: “ma che c'entra?”), su cui, proprio ieri, uno studio della Fondazione commercialisti, elaborato anche da Enrico Zanetti, consigliere economico del Ministro Giorgetti, ha stimato effetti positivi del superbonus 110 sul PIL, sugli investimenti, sul trend del debito pubblico. Ci rendiamo conto? Evidentemente non vi rendete conto. Addirittura, il consigliere economico del Ministro sconfessa lo stesso Ministro. Allora quale sarà il prossimo passo? Silenziare anche Zanetti? Mettere il bavaglio anche a Zanetti? Arriverete sicuramente anche a questo. Chiudo, Presidente. Il PNRR è un'occasione che, certamente, non possiamo perdere, ecco perché con questo ordine del giorno abbiamo chiesto trasparenza, coinvolgimento di tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Perché noi vogliamo collaborare, ma, siccome siete proprio incapaci anche ad ascoltare, non accettate nemmeno il nostro aiuto e confermate ancora di più la vostra impreparazione, inadeguatezza e rischiate di far andare a sbattere il Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/113 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/114 Dell'Olio, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Ho sentito che il Governo ha dato un parere contrario a questo ordine del giorno. Sono basito, allibito, da un lato; dall'altro, so che questo Governo sarà in grado di stupirci, ovviamente in negativo, perché lo fa giorno dopo giorno. Io, però, ho il sospetto che il Governo, Presidente, non abbia letto questo ordine del giorno, perché questo ordine del giorno ripete, in pratica, esattamente quello che il Governo deve fare, Mi permetta, lo leggo: “impegna il Governo a dare celere e piena attuazione agli impegni previsti dal PNRR, anche attraverso un tempestivo e continuo rapporto di collaborazione costruttivo con le istituzioni europee, al fine di scongiurare il mancato pagamento della terza rata, nonché garantire il conseguimento dei traguardi e degli obiettivi necessari all'ottenimento, senza ritardi, della quarta rata del PNRR”. Quindi, non c'è, in questo ordine del giorno, qualcosa di particolare, è esattamente quello che deve fare il Governo. Volevamo solo una rassicurazione. Quindi il Governo, dando parere contrario all'ordine del giorno, sostanzialmente, sta dicendo che non deve dare celere attuazione agli impegni del PNRR, non deve avere un continuo rapporto di collaborazione, eccetera, eccetera. Ma, sulla parte della collaborazione, guarda caso, proprio oggi, sui giornali, il Ministro Fitto, che è andato ad incontrare la Presidente Metsola, dice: “Abbiamo avuto un proficuo scambio di opinioni sui principali dossier d'attualità dell'agenda europea”, sottolineando come nell'incontro sia stata ribadita la comune volontà di collaborare nell'interesse delle istituzioni. Lo dice Fitto, voi state dicendo ora che non si può fare questo ordine del giorno. Ma la nostra preoccupazione, vista la percentuale di completamento del PNRR che, in media, è del 13 per cento, con punte che vanno dall'1 per cento nella sanità al 16 per cento nella transizione e in altri ambiti, che il Governo sia in affanno o, forse, proprio il Ministro Fitto sia in affanno. Lo dimostra il fatto che mancano ancora 19 miliardi della terza rata da ottenere e che il Ministro Fitto, sempre in questi articoli di stampa, ha dichiarato che presenterà una relazione sullo stato di attuazione del PNRR, in cui l'Esecutivo ha indicato 120 voci di spesa che presentano elementi di criticità. Ma, ripeto il collegamento - è stato detto prima -, dove sta questa relazione semestrale che non è ancora arrivata una settimana dopo? Di fatto, siamo ormai quasi all'ottavo mese in cui il Ministro Fitto sta facendo il Ministro sul PNRR, non può più dire che siamo all'inizio e che, quindi, non è colpa sua, non è sua responsabilità, sono già 8 mesi. Quindi, io vi chiedo, non per noi, ma per voi, per voi come Governo: potrebbe, forse, essere opportuno accantonare questo ordine del giorno e rileggere, anzi, direi, leggere il dispositivo dell'ordine del giorno? Perché dare un parere contrario significa dire che non volete portare a casa il PNRR nei tempi normali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/114 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/115 Lovecchio, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Signor Presidente, il titolo del decreto in discussione reca “Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche” e questo ordine del giorno va proprio in quella direzione. Infatti, nella premessa, richiama proprio l'articolo 3, comma 5, che modifica la disciplina che, in via transitoria, consente alle pubbliche amministrazioni la stabilizzazione diretta di personale già in servizio come dipendenti a tempo determinato presso la medesima amministrazione. Il comma 5-ter ha introdotto, altresì, la possibilità fino al 31 dicembre 2026, per le regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, interessate dagli eventi sismici verificatesi a far data dal 6 aprile 2009, di prevedere, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione ed in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni, una riserva di posti non superiore al 50 per cento da destinare al personale che abbia maturato, con pieno merito, almeno 36 mesi di servizio, anche non continuativi, negli ultimi 8 anni, presso gli uffici speciali per la ricostruzione e che sia stato assunto a tempo determinato, previo esperimento di procedure selettive ad evidenza pubblica. Dico questo perché il costo del personale che ha prestato servizio presso gli uffici per il sisma è stato sempre una spesa finanziata da trasferimenti regionali. Nel 2002 le regioni hanno bloccato i trasferimenti, in quanto le unità in servizio presso gli uffici per il sisma potevano essere assunte mediante stabilizzazione a valere su un fondo ministeriale appositamente creato. La condizione per la stabilizzazione è che il personale risulti in servizio presso gli uffici per il sisma alla data di entrata in vigore della norma, quella del 13 marzo 2023, e non consente di stabilizzare le unità per le quali, a causa del blocco dei trasferimenti regionali, non sono stati rinnovati i contratti a tempo determinato e, quindi, scaduti il 31 dicembre 2022. Questo perché i comuni, specialmente quelli più piccoli, non potevano far fronte alla relativa spesa con i propri fondi di bilancio. Poi c'è stata una nota del 31 marzo 2023 del capo del Dipartimento della Funzione pubblica e sono state emanate le disposizioni per la raccolta dei dati online per finalizzare la procedura di stabilizzazione dei lavoratori con rapporto a tempo determinato in servizio presso gli uffici speciali per la ricostruzione e presso gli enti dei crateri dei sismi. Quindi, l'impegno che noi abbiamo chiesto nell'ordine del giorno è semplice. Chiedo l'attenzione del Sottosegretario Delmastro, giusto perché non ha nessun costo questo impegno.

L'impegno chiede, infatti, di prevedere la possibilità di stabilizzare, attraverso la procedura diretta, anche il personale non in servizio al 12 marzo 2023 il cui rapporto è cessato il 31 dicembre 2022, per i motivi illustrati poc'anzi e di prevedere nel prossimo provvedimento utile l'introduzione della possibilità, nei casi in cui non sussistano i requisiti per la stabilizzazione diretta, di bandire una procedura concorsuale interamente riservata al personale da stabilizzare, senza impegnare necessariamente l'intera capacità assunzionale dell'ente.

Quindi, quello che noi chiediamo è di rivedere questa norma - semmai accantoniamolo un attimo questo ordine del giorno - perché non ha alcun costo, la prevede già un decreto ministeriale. Per un vulnus, per un problema dell'entrata in vigore di questo provvedimento, c'è stato un vuoto di 3 mesi e tutte le persone che, in 8 anni, hanno dato un contributo ai comuni per 36 mesi, anche non continuativi, non possono essere assunte a tempo indeterminato. Io chiedo, quindi, un accantonamento e un ripensamento da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/115 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/116 Alifano, accolto come raccomandazione: va bene? Prego, a lei la parola.

ENRICA ALIFANO (M5S). Non credo che ci si possa fermare a una raccomandazione. Anzi, io chiedo che il Governo possa, invece, esprimere un parere favorevole su questo ordine del giorno, e spiego anche il perché. Tra gli obiettivi del PNRR vi è anche il contrasto all'evasione e all'elusione fiscale e viene anche prevista la rimodulazione del rapporto tra il fisco e il contribuente, attraverso la massimizzazione dello strumento dell'adempimento spontaneo del contribuente, quindi di tributi e contributi. Due obiettivi, tra l'altro, che sono anche condivisi dalla delega della riforma fiscale, che è attualmente in esame presso la Commissione finanze. Quindi, sono obiettivi che il Governo dovrebbe voler perseguire. Ora, come si possono perseguire questi due obiettivi? Con l'implementazione delle banche dati, con l'incremento delle stesse e anche con l'assunzione di personale specializzato, che possa avere accesso alle banche dati, processare i dati e farne il migliore utilizzo.

Nell'ordine del giorno a mia firma si chiedeva il completamento del piano di assunzione dell'Agenzia delle entrate, rafforzando altresì la specializzazione e la formazione professionale continua del personale dell'Agenzia, con particolare riferimento all'utilizzo delle nuove tecnologie digitali e all'utilizzo dei big data. Se veramente il Governo vuole perseguire gli obiettivi che descrive nella delega per la riforma del sistema fiscale e vuole tenersi in linea con gli obiettivi del PNRR, non vedo come possa esprimere semplicemente una raccomandazione su questo ordine del giorno e non dare, invece, parere favorevole. Per cui si chiede che il Governo possa mutare il parere. In caso contrario, ovviamente, si chiede che questo ordine del giorno venga messo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/116 Alifano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/117 Raffa, accolto come raccomandazione: non è d'accordo. Prego, a lei la parola.

ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Non possiamo accogliere come raccomandazione questo ordine del giorno, perché in questo ordine del giorno noi del MoVimento 5 Stelle chiediamo al Governo di impegnarsi a favore della lotta contro l'evasione fiscale. Quindi, non possiamo, noi, raccomandare al Governo di farlo. Noi chiediamo l'impegno che il Governo faccia la lotta all'evasione fiscale. In un Paese normale, Presidente, questo ordine del giorno sarebbe stato approvato subito, all'unanimità, senza alcun problema. Invece, noi siamo qui a discutere e a capire se il Governo, invece, vuole affrontare questa lotta all'evasione fiscale o meno. Perché poi, quando sentiamo, invece, la Presidente Meloni, l'altro giorno, dal palco, a Catania, parlare di “pizzo di Stato”, allora tutti noi, che qui dentro rappresentiamo comunque i cittadini, che rappresentiamo le istituzioni, diciamo che nessuno si può permettere di utilizzare questi termini. Nessuno può parlare dell'evasione fiscale in questo modo. E, allora, noi chiediamo al Governo di mutare il parere su quest'ordine del giorno e trasformarlo in parere favorevole, perché non possiamo accettare che un Governo, che fa condoni su condoni, sia sempre dalla parte dei più forti, per poi dire dal palco, o per comunicare alla stampa o in TV: facciamo la lotta all'evasione fiscale e alle grandi aziende. Perché vedete, per le grandi aziende - e lo dico ai colleghi della maggioranza - il problema non è soltanto l'evasione fiscale, ma anche l'elusione fiscale.

All'interno di questo ordine del giorno noi chiediamo anche al Governo di utilizzare l'intelligenza artificiale, perché non è possibile che al giorno d'oggi l'intelligenza artificiale venga utilizzata dai privati e i cittadini la possono toccare con mano, avendo anche benefici ogni giorno, mentre nel pubblico questo ancora non può avvenire, perché rimaniamo sempre indietro. Noi dobbiamo pretendere che lo Stato, per la tax compliance, metta a disposizione dei cittadini e anche dell'amministrazione finanziaria, quindi dell'Agenzia delle entrate, nuovi strumenti per migliorare i controlli. Non è, infatti, possibile che chi paga le tasse sia sottoposto, spesso e volentieri, a molti più controlli e quindi subisca anche fastidi perché deve perdere tempo, deve sospendere la propria attività e deve pagare anche onorari ai propri consulenti per portare all'Agenzia delle entrate tutti i documenti che vengono richiesti. Con l'intelligenza artificiale e con gli strumenti idonei si possono evitare tutti questi problemi, sia da parte dell'amministrazione finanziaria che da parte del contribuente. Quindi chiediamo al Governo di prendersi questo impegno, anche perché all'interno del PNRR viene fatta richiesta di utilizzare l'intelligenza artificiale e i nuovi strumenti tecnologici per migliorare tutta la tax compliance e quindi eliminare l'evasione fiscale in questo Paese, che ha raggiunto ormai livelli veramente preoccupanti.

Chiediamo, dunque, al Governo di cambiare questo parere, anche perché il MoVimento 5 Stelle vuole essere sempre dalla parte dei cittadini onesti, che non evadono le tasse. Siamo stanchi di condoni fiscali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, che il Governo si prenda la responsabilità di fare delle scelte - e scelte come si deve! - perché una raccomandazione, non è un impegno. Noi chiediamo a questo Governo di prendere posizione. Questo è un tema fondamentale, perché chi non paga le tasse, ruba i soldi a tutti i cittadini e a tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/117 Raffa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/118 Orrico, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Non mi accontento, non ci accontentiamo della raccomandazione, perché questo ordine del giorno ci riporta all'attenzione il tema delle fondazioni lirico-sinfoniche, che nelle ultime settimane ha occupato gli spazi sui giornali e in TV, e non di certo per le finalità nobili per le quali esse sono state istituite e che corrispondono al dettato costituzionale. Abbiamo, infatti, assistito al balletto delle nomine dei vertici Rai, per le quali è servito liberare il posto da sovrintendente del teatro San Carlo di Napoli con una norma che conferma la cifra di questo Governo: le regole si modificano a convenienza o ad personam. Da oggi, infatti, per le fondazioni lirico-sinfoniche, l'incarico di sovrintendente non potrà essere attribuito a persone di età superiore ai 70 anni, però lo stesso limite di età non vale, evidentemente, per altri organi dello Stato, nei quali questo Governo ha riservato i posti a determinate persone. Per questo, l'ordine del giorno che vi proponiamo e che vi abbiamo proposto è importante, perché ribadisce un indirizzo che si è cristallizzato nella legge delega sullo spettacolo, che questo Parlamento, alla fine della scorsa legislatura, ha approvato all'unanimità e della quale ancora, purtroppo, non vediamo neppure un decreto attuativo o legislativo.

Ebbene, in quella legge delega, con riguardo alle fondazioni lirico-sinfoniche, c'è l'indirizzo specifico a rivedere i requisiti necessari per il reclutamento dei sovrintendenti e di altre figure molto importanti che sono all'interno delle fondazioni lirico-sinfoniche affinché non si verifichino più questioni di conflitto di interesse con le funzioni svolte all'interno degli enti lirici e affinché la selezione dei sovrintendenti e di questi altri organici fondamentali, che hanno un ruolo di gestione, un ruolo direzionale, venga fatta attraverso dei bandi pubblici, anche di carattere internazionale.

Questo, ovviamente, per migliorare l'organizzazione, l'attività e la gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche, che in tutti questi anni sono diventate il tipico caso italiano di enti pubblici assoggettati ad una privatizzazione che, di fatto, non ha sortito gli effetti sperati.

Quindi, con questo ordine del giorno noi vi chiediamo di mettere in atto subito quanto fissato dalla legge delega sullo spettacolo che, come dicevo, è stata approvata all'unanimità da questo Parlamento nella passata legislatura, e per unanimità intendo tutte le forze parlamentari, comprese quelle che oggi rappresentano la maggioranza di Governo.

C'è urgenza di questi decreti perché le fondazioni lirico-sinfoniche non possono più essere merce di scambio nello spoils system delle nomine politiche. Ci sono questioni importanti da affrontare che riguardano le tutele degli artisti, dei corpi di ballo, spesso i più soggetti ai tagli indiscriminati per ridurre l'indebitamento di queste fondazioni. E allora, se la cultura è importante, che lo sia davvero e che si agisca con un impegno concreto, e non con una raccomandazione all'acqua di rose, come spesso fa questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/118 Orrico, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/119 Caso, sul quale c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta?

ANTONIO CASO (M5S). Presidente, non posso accoglierla, ma per un semplice motivo, perché non è la prima volta che porto questo tema in quest'Aula, non è la prima volta che ne parliamo, e, dopo otto mesi di Governo, sentire ancora che si vuole “valutare l'opportunità di” per me non è assolutamente accettabile. Ma lo sapete perché? Perché parliamo del personale dell'organico aggiuntivo ATA a cui le promesse in campagna elettorale non le ha fatte il sottoscritto. Le promesse in campagna elettorale le avete fatte voi, sono nel programma di maggioranza, le hanno fatte candidati di partiti della coalizione di maggioranza ora seduti qui alla Camera, così come seduti al Senato, che sostenevano, e dico giustamente, che era fondamentale proprio per il funzionamento delle scuole, al di là della pandemia, al di là dell'emergenza, questo personale, per il corretto funzionamento, perché è chiaro che le scuole ne hanno bisogno.

Perché non so se tutti sanno che ci sono degli istituti in cui per un docente è anche impossibile andare in bagno perché non c'è nessuno che sorveglia l'aula, perché abbiamo delle segreterie sotto affanno. E, nonostante questo, ora le forze di maggioranza, questo Governo, quello, ricordiamolo, “dei pronti”, cosa dice a queste 150.000 persone? Che dobbiamo valutare l'opportunità, ancora, aggiungerei. Allora diciamolo a questi lavoratori che semplicemente li avete illusi; che, così come in tante altre cose, prima dite una cosa e poi ne fate un'altra. Per l'ennesima volta ho provato a lanciarvi un'ancora di salvezza, ma intendo per salvarvi la faccia, sia chiaro. Neanche questa volta è stata colta, anche se devo sottolineare che in questa fase un sussulto di dignità un po' c'era stato, perché c'era un emendamento di maggioranza che andava in questa direzione, però poi è stato ritirato. E allora diciamocelo, allora diciamolo agli italiani che non siete pronti, non siete quelli pronti. Non siete pronti a mantenere le promesse elettorali che avete fatto a queste 150.000 persone, non siete pronti a gestire il PNRR, non siete pronti a gestire i flussi migratori, non siete pronti a tagliare le accise della benzina, non siete quelli pronti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma siete, invece, quelli pronti a tagliare il reddito di cittadinanza, pronti ad attaccare i più deboli, pronti a favorire i furbetti, pronti a ridurre i controlli, pronti a limitare la Corte dei conti, che a quanto pare dà fastidio, pronti a sprecare la preziosa opportunità del PNRR. Chiudo, Presidente, ricordando quello che per me è il rischio più grande che sta portando avanti questa maggioranza: siete pronti a spaccare l'Italia con l'autonomia differenziata. Quindi invito tutti a votare in modo favorevole questo ordine del giorno, ma soprattutto i colleghi di maggioranza, perché, ve lo ricordo ancora, chi ha fatto queste promesse siete voi e non siamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/119 Caso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/120 Gubitosa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/121 Lomuti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. No, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Presidente, il parere contrario del Governo non ci meraviglia. Vero è che non stiamo approvando emendamenti, siamo in una seduta dove si approvano gli ordini del giorno, dove il Governo si assume degli impegni. Però, anche qui, quando questo Governo si assume degli impegni, non è che noi gli diamo tanta fiducia. Ma, Presidente, il diniego su questo ordine del giorno per noi era già prevedibile perché dare parere favorevole sarebbe stata un'ammissione di colpa, e mi spiego.

Nel merito siamo nell'articolo 12 del decreto, che ci rapporta a delle modifiche sulla figura dell'inviato speciale per il cambiamento climatico. È una figura che è stata istituita nel 2021 proprio per dare all'Italia una figura competente per quanto riguarda i consessi internazionali dove si parla di crisi climatica, di cambiamento climatico, di ambiente in generale. Ed era stato previsto nella normativa precedente, quella del 2021, che questa figura fosse individuata all'interno della pubblica amministrazione, ricercandola nelle figure competenti dirigenziali. Ora che fa questo articolo 12? Modifica un po' tutto, e cioè non si prendono più queste figure dalla pubblica amministrazione, ma vengono lasciate alla libera scelta del Ministro dell'Ambiente e del Ministro degli Affari esteri.

Altra differenza è che nella previsione originaria non erano previste delle spese a carico dello Stato, mentre qui sono previsti gli emolumenti, oltre alle spese di missione. Perché noi non siamo meravigliati, e non stiamo parlando nemmeno dell'ennesima giravolta di questo Governo, della propaganda a cui ormai ci sta abituando? Qui, Presidente, si tratta di un altro problema che viene evidenziato e cioè che questo Governo evidentemente ha parecchie bocche da sfamare: gli amici, gli amici degli amici, i trombati della politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quindi noi creiamo un bel posto di lavoro come inviato speciale con le spese a carico dei cittadini. Questo è, Presidente.

Quindi, la ringrazio e chiedo di porre in votazione l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/121 Lomuti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/122 Onori, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Onori. Prego, a lei la parola.

FEDERICA ONORI (M5S). Grazie, Presidente. Gentili colleghe e colleghi, membri del Governo, è un vero peccato che anche oggi sia un'occasione persa, perché quello che si verifica attraverso la contrarietà a questo ordine del giorno non può essere definito diversamente. Questo ordine del giorno cerca, infatti, di portare all'attenzione del Governo un tema di rilievo per gli italiani all'estero, categoria rispetto alla quale da tempo cerco e cerchiamo come gruppo del Movimento 5 Stelle di far sentire la voce in quest'Aula, essendo le loro istanze e necessità evidentemente da troppo tempo dimenticate.

Concretamente, l'articolo 6 del provvedimento in esame - che, lo ricordiamo, riguarda il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche - contiene disposizioni in materia di personale del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. In particolare, il comma 1 dispone la possibilità, nelle procedure concorsuali relative all'assunzione di 100 unità aggiuntive di personale dell'area degli assistenti, di riservare il 50 per cento dei posti in favore del personale a contratto assunto localmente dagli uffici all'estero. Bene, è importante sottolineare che tale misura è volta a favorire la stabilizzazione del personale a contratto, il quale personale a contratto fornisce un apporto determinante per il buon funzionamento della pubblica amministrazione all'estero. Voglio ricordare, Presidente, che il personale interessato, quindi il personale a contratto di cui stiamo parlando, è preposto a ogni genere di attività che afferisce ai compiti istituzionali degli uffici diplomatico-consolari: alla sicurezza degli interessi nazionali e dei cittadini, alla proiezione dell'attività culturale all'estero, di quella commerciale, del diritto di voto da parte dei cittadini italiani all'estero, per giungere da ultimo anche a quella riguardante la politica di immigrazione e di gestione delle frontiere. Inoltre, il personale a contratto assunto localmente dagli uffici all'estero riveste un ruolo cruciale in vista del pieno conseguimento degli importanti obiettivi in capo al Dicastero prefissati nell'ambito dell'architettura del PNRR.

E, allora, attraverso questo ordine del giorno, si chiede al Governo di garantire lo svolgimento delle prove concorsuali di cui stiamo parlando anche in modalità da remoto, considerata l'eventualità della residenza all'estero dei partecipanti al concorso in oggetto e/o in servizio già presso sedi estere ubicate in aree carenti di funzionali collegamenti con l'Italia. Ci tengo a terminare ricordando a tutti quanti noi l'articolo 97 della Costituzione che stabilisce il principio per cui la forma generale ed ordinaria di accesso agli impieghi della pubblica amministrazione è rappresentata dalla selezione concorsuale volta a garantire la piena partecipazione di tutti i cittadini all'esercizio delle funzioni pubbliche. Tale principio è collegato - e questo ce lo dice sempre l'articolo 97 della Costituzione - all'efficienza e al buon andamento della pubblica amministrazione. Ecco perché chiedo al Governo un supplemento di riflessione in merito a questo ordine del giorno o, in alternativa, un accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/122 Onori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/123 Pellegrini, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Non posso accogliere la raccomandazione e quindi chiedo che l'ordine del giorno sia posto ai voti. Svolgo la dichiarazione di voto, sperando di spiegare i motivi per cui non possiamo accettare la raccomandazione.

Allora, con questo decreto-legge, in particolare all'articolo 7, comma 2, lettera a), si prevede l'aumento degli uffici centrali alle dirette dipendenze del Ministero che passano da due a tre. Il nuovo ufficio centrale che sarà istituito sarà dedicato alle importanti attività di promozione e di valorizzazione dei beni della Difesa riferiti al demanio, al patrimonio e alle relative funzioni che saranno stabilite in via regolamentare. Quindi, siccome riteniamo che il compito che sarà assegnato a questo ufficio sia davvero importantissimo, abbiamo presentato questo ordine del giorno che impegna il Governo a fare delle cose precise, cioè a dare un indirizzo ben preciso alle azioni che deve portare avanti questo ufficio. In particolare, abbiamo chiesto che il Governo si impegnasse ad adottare le opportune iniziative volte a concentrare e rafforzare l'azione del costituendo Ufficio centrale nella valorizzazione, nel riuso, nel recupero e nella tutela del patrimonio immobiliare, nonché a dedicare particolare attenzione agli edifici storici e ai complessi monumentali che hanno un grandissimo valore dal punto di vista artistico, storico e culturale. Quindi, visto l'impegno, noi davvero non riusciamo a capire il motivo per cui il Governo voglia soltanto accoglierlo come raccomandazione e non come impegno. Lo ripeto: il compito che si affida a questo ufficio è importantissimo. La valorizzazione del grandissimo compendio dei beni della nostra Difesa nazionale è davvero una fase nodale che può portare alla stessa un flusso di fondi che le consenta di essere parzialmente autonoma.

Noi non vogliamo che questi beni siano, come dire, non valorizzati oppure alienati semmai per pochi soldi e, quindi, che vengano depauperati i beni della collettività. È questo il motivo per cui chiedevamo e chiediamo al Governo di prendere una posizione precisa, e che si impegnasse con un ordine del giorno di questo tipo e non con una semplice raccomandazione. Se il Governo, come più volte ci ha spiegato nelle ultime settimane anche per bocca del Ministro Crosetto, intende seguire questa strada, non capiamo il motivo per cui non accoglie questo impegno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, noi chiediamo all'Aula di approvare questo ordine del giorno, per una questione di coerenza con le cose che tutti noi abbiamo detto e di seguire questa strada nella valorizzazione dei beni della Difesa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/123 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/124 Francesco Silvestri su cui il Governo ha espresso parere contrario. La parola al deputato Silvestri che l'ha richiesta.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Però, io credo che qui ci sia un problema perché io ho presentato…

PRESIDENTE. Prego, prosegua.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Prego? Siamo al circo! Prego! Io ho presentato questo ordine del giorno, che chiede al Governo di impegnarsi, leggo testualmente: “a scongiurare la distrazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza a favore del co-finanziamento dell'industria della Difesa, in particolare per la produzione di armamenti”, che è quello che state dicendo in TV da settimane. Tra l'altro, prendo anche i vostri comunicati stampa che vengono da Palazzo Chigi. Il 5 maggio - cito Palazzo Chigi -: “l'Italia non intende usare i fondi del PNRR per produrre armi”. Andando avanti, il perché: “È uno strumento di investimento strategico e non un veicolo per finanziare la produzione di munizioni o armamenti”. Queste sono le vostre parole in TV e nei comunicati stampa. Adesso venite qui e state dicendo che questo ordine del giorno invece è contrario.

Io non ho capito a quale Palazzo Chigi noi dobbiamo credere: a quello che esce in TV (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e dice che i fondi del PNRR non verranno finanziati per le armi oppure dobbiamo chiedere a voi che state dando parere contrario a questo ordine del giorno? Uno fa bene, poi, a pensare male, quando pochi giorni dopo il Ministro Fitto cambia il punto di vista del Governo e passa da “l'Italia non intende usare i fondi del PNRR per produrre armi” a “l'uso del PNRR per le armi non è all'ordine del giorno”. Poi uno pensa male, perché questo in politichese è un'apertura, diventa un'apertura, e oggi ne abbiamo una testimonianza. Stiamo vedendo questa confusione strutturale sul PNRR sotto tutti i punti di vista, dal Ministro Giorgetti, che dice che dobbiamo utilizzare tutti i fondi del PNRR, alla sua forza parlamentare, che legittimamente, per carità, dice invece che i fondi non vanno utilizzati. Vado avanti. Fino adesso abbiamo speso un miliardo, rispetto ai 32 che dobbiamo spendere entro il 2023, e rischiamo di perdere i 4,6 miliardi per gli asili nido, con una data che avete già bucato, il 30 aprile. E avete anche già anticipato che bucherete quella del 30 giugno e rischiamo di perdere anche la quarta rata, che vede tutti i finanziamenti per il dissesto idrogeologico. Il problema sarebbe la Corte dei conti? Il problema di tutto questo casino e di tutte queste contraddizioni è la Corte dei conti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ma scherziamo? Ve lo dico con chiarezza: smettetela di perdere tempo a cercare dei responsabili e mettetevi a lavorare, giorno e notte, per spendere i 209 miliardi che in teoria andrebbero per le infrastrutture, per la sanità, per la nostra scuola e per tutto quello che serve al nostro Paese. La prego di chiamare Palazzo Chigi e farci sapere la vostra posizione sul PNRR rispetto alla produzione degli armamenti, perché non è possibile: abbiamo due versioni che sono completamente diverse e arrivano dallo stesso palazzo! A fronte di tutta l'opposizione che vi sta dicendo che è disposta a aiutarvi per quanto riguarda i fondi del PNRR, perché non sono né di Conte né di Draghi né della Meloni, questa volta se deraglierà il treno di tutte le speranze di questa Italia di risorgere, se deraglierà, noi andremo ovunque, piazze e TV, a dire che qui c'è un unico colpevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). C'è un unico colpevole! Quindi, chiamate Palazzo Chigi e fateci sapere, su una cosa così importante, come la pensate veramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente, per annunciare anche ai colleghi che abbiamo chiesto il voto separato di questo ordine del giorno. Annuncio che il gruppo del Partito Democratico voterà a favore solamente dell'impegno contenuto nell'ordine del giorno a prima firma Francesco Silvestri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come ha testé detto l'onorevole Fornaro, noi voteremo a favore di questo ordine del giorno, perché consideriamo che il PNRR è nato ed è stato pensato per sostenere crescita, sviluppo, riforme e modernizzazione del Paese e tale finalità non può essere cambiata in corso d'opera. Questo non significa affatto che non si debba sostenere l'Ucraina in tutte le sue esigenze, comprese le esigenze di sostegno militare. D'altra parte questo Parlamento, fin dal primo momento dell'aggressione russa all'Ucraina, ha espresso in più risoluzioni e in più prese di posizione il pieno sostegno del nostro Paese all'Ucraina con la consapevolezza che, se si vuole aprire una strada a una pace giusta, occorre che l'Ucraina non soccomba. E non soccombe soltanto se gli si mette a disposizione il necessario per resistere e difendere la propria sovranità.

La Commissione europea ha proposto un programma di aiuti sul fronte militare di un miliardo, con 500 milioni a carico della Commissione stessa e 500 milioni a carico degli Stati membri. Questa dimensione di 500 milioni a carico di 27 Stati significa che l'onere che graverà su ciascuno Stato è tutto sommato contenuto. Pertanto, non comprendiamo perché si debba fare ricorso ai fondi del PNRR, perché una dimensione contenuta (500 milioni diviso 27), pur tenendo conto del diverso peso demografico e di PIL di ogni Paese, significherà per l'Italia qualche decina di milioni e una cifra di questo genere non può essere obbligatoriamente ricavata dal PNRR, ma può essere desunta da altre fonti. Peraltro, la Commissione europea, nel momento in cui ha ammesso che si possano utilizzare anche fondi del PNRR per questa esigenza, lo ha ammesso come una facoltà residuale e non stabilendo nessun obbligo cogente, per i Paesi che concorreranno a quel programma, di ricorrere alle risorse del PNRR. Quindi, noi pensiamo che non si debba ricorrere al PNRR e per questo voteremo la parte impegnativa di questo emendamento. Chiediamo che il Governo, invece, faccia chiarezza e venga a dire come intende sostenere, insieme agli altri Paesi europei, il programma che la Commissione europea ha proposto, anche individuando fonti di finanziamento diverse, a partire dal Fondo nazionale della difesa. Siccome l'impegno che graverebbe sulle nostre finanze è tutto sommato contenuto - l'ho quantificato prima, sarà di qualche decina di milioni, - è possibile sostenerlo senza ricorrere al PNRR, ma facendo leva per esempio sul Fondo nazionale per la difesa oppure su altre fonti che il Governo ritiene individuare. Per questo voteremo a favore dell'ordine del giorno, ma nel momento in cui ribadiamo che il PNRR va utilizzato nelle sue finalità primarie, chiediamo al Governo di fare chiarezza e di venirci a dire come sosterrà coerentemente l'impegno di supportare l'Ucraina e le sue esigenze, cosa che peraltro la Meloni ha dichiarato in occasione delle riunioni del G7 e del G20 e il Ministro Crosetto in occasione del vertice ultimo della NATO a Ramstein. Con questa opposizione noi votiamo a favore dell'impegno e chiediamo al Governo di uscire dalle ambiguità e di fare chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. A nome di tutto il gruppo Alleanza Verde e Sinistra, se il firmatario Francesco Silvestri è d'accordo, chiediamo di sottoscrivere l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ne condividiamo sia le premesse sia gli impegni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pavanelli. Ne ha facoltà. È stato sostituito con il deputato Cappelletti. Prego.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, considerata l'importanza dell'ordine del giorno, aggiungiamo le firme di tutti i colleghi di tutto il MoVimento 5 Stelle non ancora firmatari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Possiamo procedere alla votazione.

Avverto che è stata chiesta, come abbiamo potuto ascoltare dal gruppo del Partito Democratico, la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente il dispositivo dalle premesse.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/1114-A/124 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Essendo stato respinto il dispositivo, non saranno poste in votazione le premesse.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/125 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie Presidente, grazie colleghi. Ogni mattina un membro del Governo si alza e sa che deve correre più forte degli slogan della maggioranza stessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); non importa se il provvedimento sia utile o meno, l'importante è correre in campagna elettorale, perenne, tra l'altro. Scusate, io ho usato questo proverbio africano, ho preso spunto da esso - tra l'altro, proverbio africano che ha il permesso di soggiorno, lo dico per tranquillizzarvi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - per dirvi semplicemente che questo decreto doveva essere il primo provvedimento di questo nuovo Governo, perché è un provvedimento strategico per poter spendere i soldi del PNRR, mentre vi siete persi in decreti slogan come quello sui rave, quello per togliere il superbonus, per eliminare il reddito; avete perso tempo veramente in decreti inutili, quando questo era quello più importante. Adesso, questo tempo prezioso non lo recuperate, vi state arrampicando sugli specchi e trovate solo scuse.

Migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, cosa che si fa con nuove assunzioni, anche con un ricambio generazionale, doveva essere una priorità e voi come la affrontate? Togliendo il controllo concomitante della Corte dei conti. Noi non riusciamo a capire come questa scelta possa rafforzare o potenziare la pubblica amministrazione, sinceramente è molto poco chiara questa vostra scelta.

Nel nostro ordine del giorno sottolineiamo un aspetto che, tra l'altro, ha sottolineato anche la Corte dei conti: ci sono 61,5 miliardi per il settore trasporti: treni efficienti, stazioni di ricariche elettriche, colonnine a idrogeno per rifornimento, stazioni di produzione dell'idrogeno in aree dismesse; tutte queste bellissime cose si perderanno come lacrime nella pioggia, proprio perché voi non siete in grado di governare e non riuscite a lavorare su un tema così importante.

Tutto questo lavoro passa dalle pubbliche amministrazioni, sono le pubbliche amministrazioni che approvano i progetti e che sono anche enti attuatori di questi stessi progetti, quindi, smettetela di deregolare tutto, perché non siete in grado di gestire la complessità del governare e ammettete che avete bisogno di aiuto e, lasciatemi dire, fatevi aiutare da chi sa fare questo lavoro, cioè noi del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/125 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/126 Traversi, con il parere contrario del Governo.

Non ci sono richieste di intervento, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/126 Traversi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/127 Fede; c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Fede. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Presidente, innanzitutto volevo dire che non accetto la riformulazione e in dichiarazione di voto vorrei spiegare anche perché. Chiaramente, non è possibile accettare una riformulazione che auspica una ricerca di risorse per coprire questo emendamento nella fiscalità e nella finanza pubblica; questo ragionamento non è e non può essere chiaramente coerente con quello che è l'agire di questo Governo, quindi, una banale promessa, perché poi la finanza pubblica consta di due assi fondamentali, la fiscalità - citazione di Giorgia Meloni: pizzo di Stato - oppure i finanziamenti, quelli a disposizione a livello europeo, il PNRR, quei finanziamenti che noi abbiamo lasciato sulla scrivania di questo Governo per 209 miliardi, per poi scoprire che quel lavoro semplice, non di andarli a cercare, ma di spenderli, diventa un lavoro impossibile. Allora, questa cosa si trova scritta anche in questo ordine del giorno che fa riferimento a una scelta del Governo, quella dell'emendamento 1.83 del Governo, per esempio, tesa ad evitare il controllo concomitante della Corte dei conti. Chiaramente, è un provvedimento che era stato inserito dal Governo Draghi con il decreto-legge Semplificazioni, perché, poi, uno per agire le cose le semplifica oppure deve fare più controlli; qui, non si riesce a semplificare, ma addirittura si tolgono i controlli, quindi, questa è una cosa che, come è stato ribadito molte volte in quest'Aula, non è in alcun modo comprensibile.

Così come non è comprensibile neanche la ratio di un provvedimento che ha l'ambizione di governare e di dare indicazioni per la pubblica amministrazione e, lo ricordo, la pubblica amministrazione è quella che, insieme con il lavoro dipendente, copre l'80 per cento della fiscalità. Ciò solamente per ricordare la rilevanza di questo fattore, di persone che si ritrovano con stipendi bloccati da contratti fermi da anni, di tutto quel mondo che nel pubblico garantisce la sicurezza, garantisce la sanità, garantisce l'istruzione e garantisce i servizi. Allora, uno pensa che debba essere migliorata, semplificata o spinta questa Nazione in avanti, ma il modo di fare di questo Governo oggi lo potremmo tranquillamente ribattezzare come il “vorrei ma non posso”, citando una canzone. Questo Governo diceva di essere pronto, ma alla fine: volevo forse fare, ma non riesco e non riesco perché? Quando uno deve semplificare un provvedimento e anziché - che ne so? - consentire un facile accesso alle persone, alle assunzioni, semplicemente mantenendo la proroga delle graduatorie, si blocca la proroga delle graduatorie, si mettono disposizioni per fare nuove selezioni con minori prove selettive, alla fine non se ne capisce la ratio.

Sempre parlando nel merito di questo emendamento, noi avevamo chiesto un potenziamento delle risorse a favore dell'ANSFISA. Ricordo che l'ANSFISA è l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, quella stessa Agenzia che è stata messa dopo i tragici fatti di Genova dal Ministro Toninelli del Governo Conte 1, e che aveva la funzione - e ha la funzione - di garantire la sicurezza degli italiani, perché ricordiamo che le nostre cronache, ahimè, sono tristemente ricche delle 43 vittime di Genova del 2018, ma cito anche le 32 vittime di Viareggio nel 2009, ricordando un provvedimento di un disastro ferroviario, quindi, non era una richiesta strana, una richiesta anomala, era una richiesta di buonsenso per garantire la sicurezza degli italiani in maniera concreta. Però, con questa filosofia del vorrei ma non posso, purtroppo, ci viene detto che non è possibile. Per cui questa cosa noi non la accettiamo e chiedo che venga messo al voto l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/127 Fede, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/128 Cantone, con il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/128 Cantone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/129 Marianna Ricciardi, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Non possiamo accettare la raccomandazione, ma il motivo è molto semplice: quando parliamo di sanità pubblica, un impegno blando a noi non basta e ai cittadini là fuori non può bastare un impegno così blando, perché noi, con questo ordine del giorno, chiedevamo di derogare al tetto di spesa all'assunzione di personale sanitario, personale che serve come il pane nelle strutture e negli enti del Servizio sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Voi, a parole, dicevate di voler garantire e tutelare il diritto alla salute dei cittadini, da Nord a Sud, ma poi nei fatti al primo provvedimento utile vi dimenticate di aumentare le assunzioni di personale sanitario. Voi, a parole, dicevate di voler arginare la fuga verso il privato e questo sarebbe molto semplice, basterebbe appunto aumentare il personale sanitario. In questo modo si lavorerebbe tutti di meno, con turni meno massacranti e si lavorerebbe meglio. Il problema è che voi i numeri li avete, lo ripeto, i numeri li avete, quindi, se fosse stata realmente vostra intenzione, lo avreste davvero fatto, lo avreste fatto al primo provvedimento utile; con tutti i decreti che avete fatto, avreste fatto anche questo, avreste derogato al tetto di spesa per l'assunzione del personale.

Il problema è che, magari, qualcuno dice che non ci sono soldi, però, intanto, con questo decreto avete trovato i soldi per fare nomine di diretta collaborazione con il Ministro della Salute. A quel punto, per le nomine dirette e per i ruoli di potere, i soldi ci sono. Per i ruoli che riguardano la salute dei cittadini questi soldi, magicamente, non si trovano più.

Quindi, quello che chiediamo noi non è la luna, ma è mantenere le promesse che avete fatto, perché anche voi dite di voler garantire la tutela della salute dei cittadini ma, nei fatti, questo al momento non sta avvenendo. Pertanto, quello che chiediamo è di rivedere il parere e di accogliere favorevolmente e non solo come una raccomandazione il nostro ordine del giorno, perché un impegno blando per la tutela della salute dei cittadini e del Servizio sanitario nazionale non ci basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/129 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/130 Sportiello il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente…

PRESIDENTE. Deputato Quartini, lei vuole intervenire sul suo ordine del giorno o su questo? Siamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/130 Sportiello.

ANDREA QUARTINI (M5S). Intervengo su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prego, prosegua.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Mi sembrava abbastanza chiaro.

PRESIDENTE. Magari uno si distrae, a quest'ora.

ANDREA QUARTINI (M5S). No, no, ero molto attento.

PRESIDENTE. Prego. L'ho voluta avvisare.

ANDREA QUARTINI (M5S). Ero molto attento soprattutto su questo ordine del giorno, perché sono veramente stupito, sorpreso e amareggiato del fatto che il Governo abbia espresso un parere contrario su questo ordine del giorno. Guardate, è una vergogna assoluta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Venti giorni fa quattro ordini del giorno identici a questo sono stati approvati da quest'Aula. Venti giorni fa nel decreto Bollette questa maggioranza e questo Governo prima hanno approvato un emendamento che autorizzava la stabilizzazione dei ricercatori degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, poi ha ritirato quell'emendamento e poi ha approvato quattro ordini del giorno. Questo era il primo provvedimento utile per rimediare e addirittura bocciate un ordine del giorno che va in quella direzione. Ma voi state prendendo a schiaffi dei ricercatori per la seconda volta in maniera vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Dovete vergognarvi di questa cosa, perché per la seconda volta li prendete a schiaffi, per la seconda volta prendete in giro persone che stanno lavorando mediamente da 13 anni in maniera precaria. Pensate che siano dei citrulli nel paese degli “Acchiappacitrulli”, ma questo non è assolutamente accettabile. Voi state eleggendo il precariato a modello esistenziale e non è assolutamente tollerabile.

Io invito il Governo a rivedere la posizione e ad accantonare almeno questo ordine del giorno, se non altro per un principio di coerenza, altrimenti vi eleggeremo noi come recordman e recordwoman di ipocrisia assoluta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, per sottoscrivere, se lo consente il collega Quartini, questo ordine del giorno e per associarmi davvero alla richiesta di accantonamento e di rivalutazione che ha poco fa espresso il collega Quartini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/130 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/131 Quartini c'è una proposta di riformulazione. Deputato Quartini, l'accetta?

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, posso chiedere di poter riascoltare la riformulazione, dato che era un po' complessa?

PRESIDENTE. Prego, Sottosegretaria Savino.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. La riformulazione è la seguente: “impegna il Governo, proprio nell'ottica della nuova visione del collocamento mirato delle persone con disturbi del neurosviluppo e con disabilità intellettiva, considerando la particolare loro fragilità anche sociale e, proprio per questo, la necessità di un inserimento lavorativo che, una volta inquadrate le loro capacità e desideri, massimizzi la loro soddisfazione e, attraverso un percorso di coaching, anche il contributo all'attività dei datori di lavoro, a valutare l'opportunità di una riforma che permetta l'assunzione diretta delle predette persone previa valutazione positiva del percorso di accompagnamento all'inserimento”.

PRESIDENTE. Tutto chiaro, deputato Quartini? Qual è la sua risposta?

ANDREA QUARTINI (M5S). Sì. Va bene, accogliamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Se il collega è d'accordo, vorrei sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Prendo atto che il collega Quartini è d'accordo. Quindi, la riformulazione è accolta dal proponente.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/132 Di Lauro il parere del Governo stavolta è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/132 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/133 Bruno c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/134 Scerra il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Scerra. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie, Presidente. Come sappiamo, con l'emendamento 1.83 del Governo è stata introdotta l'esclusione del controllo concomitante della Corte dei conti sulla regolarità gestionale del Piano nazionale di riprese e resilienza e del Piano nazionale complementare. È evidente che la proposta di eliminare il controllo concomitante sulle spese del PNRR impedisce la trasparenza delle spese, così come la trasparenza sui temi di attuazione e su eventuali ritardi che possono porre a rischio il finanziamento degli interventi nel nostro Paese. Il vero problema evidentemente è questo, cioè che questo Governo non vuole che venga fatta trasparenza e chiarezza su quello che stanno facendo.

Allora, la mia domanda è: qual è il problema effettivo della Corte dei conti? Perché la verità è che il rallentamento di cui molti parlano praticamente non esiste, cioè non c'è un rallentamento sull'avanzamento dei piani che può essere creato dalla Corte dei conti. Il controllo concomitante è finalizzato a evidenziare eventuali carenze nel funzionamento della macchina amministrativa, tanto più rispetto all'enorme mole di investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e a fronte di una legislazione antimafia immutata. La verità è che il controllo concomitante non ostacola l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anzi la stimola.

Mi chiedo allora, Presidente, qual è la colpa della Corte dei conti? La verità è che la Corte dei conti ha osato rilevare che nei primi 4 mesi del 2023 sono stati spesi solo 1,1 miliardi degli oltre 32 miliardi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. È questo il problema e la Corte dei conti ha evidenziato, in maniera plastica, l'incapacità di questo Governo di spendere i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È questa la lesa maestà che è stata fatta e, anziché mettersi a lavorare per rimediare al danno e per riuscire ad approfittare dell'opportunità unica che questo Paese ha, il Governo ha pensato bene di eliminare il problema alla fonte, cioè di eliminare il controllo concomitante della Corte dei conti. Quindi, di male in peggio, Presidente. Alla conclamata incapacità di spendere le risorse si aggiunge anche il tentativo del Governo di mascherare la propria inadeguatezza.

Ma la verità, Presidente, è che nella scorsa legislatura il centrodestra si era espresso chiaramente a favore del controllo concomitante e ora improvvisamente ha cambiato idea. Quindi, che cosa succede? Per la serie: i controlli sono buoni quando governano gli altri e, invece, quando governate voi i controlli non sono più buoni. Questa è la realtà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Allora, Presidente, questo Governo, se pensiamo all'Anac, alla Banca d'Italia e alla Corte dei conti, ha dimostrato, in questi mesi, di essere allergico a ogni forma di controllo.

Vuole eliminare ogni forma di controllo e adesso addirittura succede che quando si fanno le dichiarazioni in TV si dichiarano cose false, perché, ieri sera, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato: “Quello che noi stiamo facendo sulla Corte dei conti in rapporto ai controlli sul Piano nazionale di ripresa e resilienza non è nulla di difforme da quello che ha fatto il precedente Governo”.

Ecco, Presidente, questa dichiarazione è falsa, diciamolo, perché la verità è che non è vero che questo Governo ha fatto la stessa cosa del Governo precedente, perché il controllo concomitante è stato introdotto per la prima volta nel 2009, è rimasto inattuato fino al 2020, è stato rilanciato dal Governo Conte e, nel 2021, il Governo Draghi non ha fatto nulla sul controllo concomitante, cioè il controllo concomitante ha continuato ad essere efficace, tanto è vero, Presidente, che, fino ad oggi, il Collegio del controllo concomitante ha pubblicato 48 delibere in cui ha analizzato i singoli progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quindi è stato operativo ha lavorato anche durante il Governo Draghi.

Tra le altre cose, i magistrati della Corte hanno individuato ritardi nel raggiungimento dei vari obiettivi - quello che dicevo prima -, come, per esempio, la piantumazione di 1,7 milioni di alberi entro la fine del 2022.

Quindi, non è vero che il Governo Meloni si sta comportando come il Governo Draghi o come il Governo Conte: la verità è che avete voluto eliminare questo controllo. Questo Governo ha sempre considerato il Piano nazionale di ripresa e resilienza come una medicina amara da dover prendere. Fratelli d'Italia non ha mai votato il Piano nazionale di ripresa e resilienza, lo sappiamo benissimo, nelle votazioni della scorsa legislatura, probabilmente perché sapevano che questo Piano è stato ottenuto da Giuseppe Conte e, implicitamente, ne avrebbero riconosciuti i meriti o, probabilmente, adesso non sono in grado di spendere queste risorse per loro incapacità.

PRESIDENTE. Concluda.

FILIPPO SCERRA (M5S). Concludo, Presidente. L'unica sicurezza è che voi volete nascondere la vostra inadeguatezza. Lo scenario è catastrofico, Presidente, perché, se guardo a quelle che sono le ipotesi di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, come si legge sulla stampa…

PRESIDENTE. La ringrazio.

FILIPPO SCERRA (M5S). … queste sono in ritardo, come in ritardo siamo sui Fondi di coesione 2014-2020 e 2021-2027. Scenario catastrofico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/134 Scerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/135 Scutella', parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Scutella'. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, dispiace il parere contrario del Governo a questo ordine del giorno, ma, del resto, siamo abituati alle contraddizioni di questo Governo, siamo abituati alla vostra crociata sull'autonomia differenziata per cercare di spaccare il nostro Paese, siamo abituati all'ingiustificato commissariamento di INPS e INAIL e ora, come se non bastasse, non avete neanche ascoltato il monito del Presidente della Repubblica, il quale vi ha detto chiaramente di non utilizzare in maniera inadeguata lo strumento emendativo. E voi come avete risposto? Con un emendamento per imbavagliare la Corte dei conti. Ma per voi c'è sempre un colpevole: una volta Giuseppe Conte, reo di aver portato troppi soldi, una volta la Banca d'Italia, perché ha osato mettere in discussione la vostra prima legge di bilancio, adesso c'è la Corte dei conti e, poi, magari ci sarà l'Autorità anticorruzione per quanto riguarda il codice degli appalti.

Presidente, io vorrei dire una cosa: il PNRR non è una bandierina intorno alla quale bisogna fare la tifoseria, perché non è questo l'atteggiamento esatto, idoneo da utilizzare. Il PNRR ha una sola bandiera, che è quella italiana. Questi soldi servono al nostro Paese, servono per la sanità, per le infrastrutture, servono per le scuole. Io voglio solo darvi un dato: una mamma su tre, specialmente al Sud, deve abbandonare il proprio lavoro perché non ci sono asili nido. C'erano tanti miliardi, tanti soldi per questo, nello specifico per creare 260.000 posti negli asili nido, e voi non riuscite a spenderli, però, poi, parlate di denatalità, di inverno demografico.

Tra le tante contraddizioni, voglio sottolineare anche una cosa. Nel 2021, l'attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fazzolari ha presentato al Senato un disegno di legge, firmato anche da colleghi di Lega e Fratelli d'Italia, che, indovinate un po', prevede di introdurre il rafforzamento del controllo concomitante e prevede che, su ogni piano comunque denominato previsto dal PNRR, la Corte dei conti, mediante apposita sezione centrale, assicuri l'immediato svolgimento del controllo concomitante. Oggi, però, con un emendamento, volete togliere il controllo della Corte dei conti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è l'ennesima idea chiara che avete, un po' come l'abolizione delle accise, oppure il click per i 1.000 euro subito, immediato, questa è una delle tante. Invece di pensare a ridurre il raggio di azione della magistratura contabile, il cui controllo concomitante non interferisce affatto con la gestione amministrativa e non rallenta affatto il processo di avanzamento dei progetti, per nascondere sotto il tappeto la vostra inadeguatezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ricordate che gli impegni presi a livello comunitario e le grandi riforme strutturali ed infrastrutturali che avevamo promesso non ce le chiede l'Europa, ma servono all'Italia e ai tanti enti locali, per i quali chiedo, con il mio ordine del giorno, di rafforzare la loro capacità amministrativa. Vi do una notizia: non sono loro gli incapaci. Senza strumenti adeguati e personale in possesso di specifiche professionalità non possiamo aspettarci che riescano da soli a realizzare gli obiettivi previsti dal PNRR e di quei soldi ottenuti dal presidente Conte non vogliamo che venga sprecato nemmeno un centesimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/135 Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/136 Ilaria Fontana: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta? Prego.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Sì, la accetto.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1114-A/137 Sergio Costa, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Per capire se ci sono i margini per rivedere il parere su questo ordine del giorno, che sembra secondario, ma, in realtà, non fa nient'altro che porre alla massima priorità interventi ed investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativamente alla rigenerazione urbana, quindi del territorio, e alla riduzione del consumo di suolo.

Colleghi, nel Piano nazionale sono previsti 15 miliardi di euro per la tutela del territorio e della risorsa idrica, ora questi soldi vanno spesi bene. Questo ordine del giorno impegna il Governo su qualcosa che dovrebbe essere sacrosanto e che non ha nemmeno un costo. Voi, per il momento, avete pensato di escludere la Corte dei conti nel percorso contabile dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, però, poi, qui, in quest'Aula e in TV, quando accadono le tragedie, siamo tutti i primi a dire che dobbiamo cercare di fare qualcosa. E non siamo sicuramente noi gli unici a dire c'è bisogno di fare una legge sul consumo di suolo zero, tant'è vero che questo impegno al Governo chiede proprio questa legge entro il 2050. Allora, se proprio vogliamo fare le cose per bene, questo è il momento opportuno. La preoccupazione qual è? Se, davanti alla possibilità di usare uno strumento per spendere bene dei soldi voi escludete la Corte dei conti, allora la nostra preoccupazione è che, davanti alla possibilità di fronteggiare alluvioni e siccità, voi pensiate, da qualche remoto angolo della vostra testa, di escludere la matrice acqua, però questa cosa la natura non ve lo consentirà. Per cortesia, se potete, rivedete questo parere, non costa nulla, lo dovete agli italiani, lo dovete agli alluvionati, lo dovete agli emiliani, lo dovete al buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo ordine del giorno, se il collega consente.

PRESIDENTE. Il collega consente.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/137 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Ordine del giorno n. 9/1114-A/138 L'Abbate, c'è un accoglimento con la formula della raccomandazione: va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1114-A/139 Santillo è accolto come raccomandazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/140 Morfino c'è una proposta di riformulazione: viene accolta?

DANIELA MORFINO (M5S). Sì, Presidente. Accolta.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/141 Caramiello.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/141 Caramiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/142 Appendino.

Ha chiesto di parlare la deputata Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Quando era passato all'ordine del giorno n. 9/1114-A/141 Caramiello, mi sono alzata, ma non mi ha visto, Presidente. Parlo io per l'onorevole Caramiello.

PRESIDENTE. No, dovrebbe parlare sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/142 Appendino.

SUSANNA CHERCHI (M5S). No, sul n. 9/1114-A/141 Caramiello…

PRESIDENTE. Lo abbiamo appena respinto.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Siate gentili, siate gentili (Applausi)!

PRESIDENTE. Deputata Cherchi, qui non è un problema di gentilezza. L'ordine del giorno precedente l'abbiamo già licenziato, quindi se vuole può parlare sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/142 Appendino.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Va bene, non intervengo. Comunque, non importa. Siate gentili ugualmente, anche se essere gentili vi potrebbe costare la poltrona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) . Grazie, Presidente!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/142 Appendino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… No, revoco l'indizione della votazione, c'è un po' di disordine, chiedo scusa. Deputata Appendino, vuole parlare sul suo ordine del giorno? No.

Il deputato Grimaldi vuole sottoscrivere l'ordine del giorno, gli viene consentito dalla collega Appendino.

Allora passiamo nuovamente ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/142 Appendino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Non è successo nulla di grave, però, se è possibile, dato che abbiamo speso tanto tempo per illustrare e poi per dichiarare, se in un gruppo qualcuno alza la mano, magari, per sottoscrivere a nome del gruppo, è bene, solo per guardare un attimo cosa succede nell'Aula, che, se appunto un delegato d'Aula alza la mano, se è possibile prima della votazione, magari, anche se ha esaurito il tempo, potrebbe, per esempio, richiedere questa cosa. Noi avremmo voluto sottoscrivere, come Alleanza Verdi e Sinistra, l'ordine del giorno che abbiamo appena votato, tutto qui.

PRESIDENTE. Cosa che io ho, appunto, citato. In ogni caso, mi pare che sia andata esattamente così questa seduta. Chiunque abbia avuto desiderio di parlare, fermo restando che si deve segnalare e che mi deve essere segnalato, ha avuto la possibilità di farlo, quindi non credo che sia il caso di polemizzare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/143 Todde, su cui c'è un parere contrario da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Todde. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA TODDE (M5S). Grazie, Presidente. Questo decreto-legge dovrebbe intervenire sulle difficoltà strutturali che rendono difficile per la macchina amministrativa la gestione di progetti connessi al PNRR, nonché l'ordinaria amministrazione. Poteva essere un'ottima occasione per intervenire seriamente, con cognizione di causa, per dare slancio alla pubblica amministrazione, soprattutto intervenendo per potenziare la capacità tecnico-amministrativa dei dipendenti con compiti di programmazione, controllo, attuazione, e un'efficace gestione delle risorse del PNRR, per assistere le aziende del territorio e quelle che investono in Italia e formarle circa gli indicatori ESG e la finanza per lo sviluppo sostenibile, temi fondamentali, tenendo conto che i piani e i progetti del PNRR devono contribuire agli obiettivi di sostenibilità, senza in alcun modo arrecare danno ad altri obiettivi ambientali, ma per l'ennesima volta è risultato essere un calderone di emendamenti e di norme non coese, poco omogenee e soprattutto non mirate alla risoluzione di problemi reali della macchina amministrativa. Eliminare il controllo concomitante della Corte dei conti sui progetti del PNRR è un fatto grave. Vorrei sottolineare due aspetti critici.

Il primo concerne il merito: eliminare il controllo della Corte non velocizza i progetti, rende solo più difficile monitorarne l'esecuzione. Capisco che il Governo non veda di buon occhio qualsiasi critica da parte della magistratura contabile, delle autorità indipendenti o di altri pericolosi dissidenti, ma limitare il controllo concomitante sul PNRR è un po' come quando si accende la spia del motore della macchina e, anziché aggiustare il motore, si spegne forzosamente la spia. Non è una mossa saggia, prima o poi la macchina si fermerà, con o senza la spia accesa. Senza contare che Giorgia Meloni era la stessa che, con un Governo diverso, nel 2021, richiedeva maggiori controlli sugli stessi fondi.

In secondo luogo, c'è un problema di forma. E si sa, nel contesto istituzionale, quando viene meno la forma viene meno anche la sostanza. Intervenire con la decretazione d'urgenza per limitare il ruolo della magistratura contabile, come se il controllo della Corte fosse un problema urgente e necessario, fa ben capire quale sia l'approccio della maggioranza. Ma è proprio il vostro approccio che ci preoccupa. Il PNRR richiede una classe amministrativa che sia efficace, efficiente e veloce, ma al riguardo non si vedono grandi miglioramenti. I nostri comuni, che sono in prima fila nell'attuazione del Piano, lamentano mancanza di personale qualificato, non eccesso di controlli. Senza un massiccio intervento in capitale umano nelle pubbliche amministrazioni, togliere i controlli della Corte dei conti non sortisce alcun effetto, se non quello, nefasto, di porre a rischio la realizzazione del Piano.

Se poi vi faceste un giro tra gli enti locali, anziché fare le passerelle per promuovere l'autonomia differenziata, vi rendereste conto che gli uffici tecnici dei comuni con solo un dipendente sono moltissimi, spesso con qualifiche non sufficienti per il compito assegnato loro. Pensate davvero che togliere il controllo della Corte dei conti renda più facile la realizzazione dei progetti? I nostri enti locali, le province, le regioni, le città metropolitane, i Ministeri e l'amministrazione pubblica tutta, hanno la necessità di personale qualificato e non di eliminare il controllo della Corte dei conti. Se si vuole rafforzare la capacità amministrativa, si deve ripartire dal capitale umano, dalla qualità dei nostri funzionari, dal ricambio generazionale all'interno degli uffici pubblici. Senza un significativo miglioramento, qualitativo e quantitativo, della pubblica amministrazione, il provvedimento di oggi, scusatemi, è un'ennesima bandierina da sventolare. Da quando si è insediato il nuovo Governo, risulta che è stato speso solo l'1 per cento del PNRR. Eliminare il controllo della Corte dei conti serve ad aumentare la percentuale di spesa o a evitare che si sappia della vostra capacità amministrativa? Io una risposta ce l'ho: non userò il termine “inetti” del mio collega Ricciardi, ma “incapaci” sì (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Questa non è la prima volta che lei mi ignora, Presidente. Sarò piccolina, sarò piccolina (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… siate gentili, siate gentili, che essendo gentili perderete 40 posti. Non è la prima volta che lei mi ignora. Io sono piccola, però tante volte io cerco di parlare e lei non mi fa parlare. E questo non è carino da parte sua. È già successo altre volte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che io mi sia alzata e lei non mi abbia visto. Allora, ripeto, non sono alta, però mi vedo e mi sento. Quindi, per cortesia, la prossima volta, quando faccio così, vorrei essere sentita da lei! Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/143 Todde, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/144 Pavanelli, su cui c'è parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente, vorrei fare una dichiarazione di voto. Questo ordine del giorno chiede di rafforzare la capacità tecnico-amministrativa degli uffici tecnici regionali e delle sovrintendenze al fine di migliorare, rafforzare e velocizzare il rilascio dell'autorizzazione per gli impianti da fonti rinnovabili, nel rispetto delle tutele ambientali. Questo, ovviamente, alla luce del raggiungimento degli obiettivi di spesa del PNRR. Penso, ad esempio, alle comunità energetiche, per le quali, tra l'altro, siamo ancora in attesa dei decreti attuativi, per non rischiare di perdere 2,2 miliardi di euro per i piccoli comuni per fare le comunità energetiche. Inoltre il REPowerEU innalza gli obiettivi indicati dal pacchetto Fit for 55, dal 40 per cento al 45 per cento la quota di produzione di energia rinnovabile, cioè il 42,5 per cento entro il 2030. Il 2030 più o meno coincide con la fine naturale di questo Governo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora occorre il rilascio delle autorizzazioni da parte delle regioni, tra l'altro per lo più in Italia sono governate proprio dal centrodestra, e dagli enti locali.

C'è assolutamente la necessità di portare avanti questa transizione ecologica ed energetica, però è evidente che questo Governo non intende accelerare questa transizione energetica con le rinnovabili, e così state impedendo alle imprese di fare transizione energetica, ma state anche impedendo alle imprese di fare investimenti ingenti su tutto il territorio nazionale, con la conseguenza naturale di portare posti di lavoro. Per non parlare del fatto che così si sta impedendo ai cittadini di mettere impianti di rinnovabili sopra i loro tetti per poter pagare bollette più basse, e di conseguenza partecipare a questa transizione ecologica ed energetica.

Credo che dovrebbe essere un diritto di ogni cittadino e di ogni imprenditore poter avere dei tempi certi per poter fare la transizione energetica per questo Paese.

Ecco perché si chiede con questo ordine del giorno… Chiedo, per favore, Presidente, di non essere derisa dai colleghi di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché dall'inizio del mio intervento c'è chi sta ridendo e c'è chi mi sta dicendo di farla finita. Allora capisco che sono le ore 23,20, siamo tutti stanchi, ma è nostro diritto, in quanto parlamentari, poter illustrare i nostri ordini del giorno (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Siete voi che state continuamente portando avanti una politica in quest'Aula di decreti d'urgenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), siete voi che state continuando a mettere la fiducia su ogni decreto, e non state lasciando la possibilità alle opposizioni di fare il loro dovere costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pertanto, Presidente, le chiedo di potere tenere in ordine quest'Aula e di far sì che i deputati delle opposizioni non vengano derisi, perché sono ore che sta succedendo, non solo con i colleghi del MoVimento 5 Stelle, ma anche delle altre forze di opposizione (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e francamente siamo stanchi di essere continuamente derisi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Pertanto vorrei finire il mio intervento, se posso.

PRESIDENTE. Prosegua, ha ancora venti secondi a disposizione.

EMMA PAVANELLI (M5S). No, sarebbe anche utile, magari, una sua risposta alle mie rimostranze, comunque questo ordine nel giorno va nella direzione di poter migliorare la qualità della vita dei cittadini e degli imprenditori, e ovviamente aiutare le regioni che sono governate da voi a poter dare un servizio ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ci sono due richieste sull'ordine dei lavori, portate pazienza, sono stato interpellato. Intanto vorrei precisare che, quando il Presidente ravvede dei comportamenti scorretti in Aula, ora e sempre è intervenuto per farli notare e richiamare i soggetti (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente, intervengo perché, ai sensi dell'articolo 8 del Regolamento, il Presidente assicura il buon andamento dei lavori della Camera (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e a me non sembra che da qualche minuto, da una decina di minuti a questa parte, lei stia assicurando il buon andamento dei lavori, visto che ripetutamente i miei colleghi sono stati interrotti da versi che provengono dai banchi della maggioranza e lei non si è occupato, anche in questo momento non lo sta facendo, mentre sto svolgendo il mio intervento, di richiamare i colleghi al rispetto delle persone che intervengono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Perché bene ha fatto la collega Pavanelli a ricordarvi, colleghi, che è vero che sono le ore 23,30 e tutti vorremmo essere a casa, però è colpa vostra se a colpi di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Applausi ironici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ci consentite di esprimere la nostra voce soltanto così, soltanto facendo degli inutili interventi in dichiarazione di voto su degli inutili ordini del giorno, perché sono gli unici strumenti che abbiamo, visto che mettete mille fiducie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, la ringrazio per la parola che mi è stata concessa…

PRESIDENTE. Aspetti, perché non vorrei ingenerare ulteriori polemiche, perché mi pare che questo sia l'andamento. Prego, prosegua, deputata Baldino. Avevo pensato, vista la sua pausa, che lei avesse concluso il suo intervento.

VITTORIA BALDINO (M5S). Aveva pensato male! Mi sono fermata perché, ancora una volta, lei non ha richiamato…

PRESIDENTE. Ma se lei non parla, non penso male, apprezzo le circostanze. Se lei ha il microfono acceso, deve parlare, è una cosa facile. Prego, prosegua.

VITTORIA BALDINO (M5S). La ringrazio, Presidente, di concedermi la parola, a questo punto non è scontato. Quindi mi appello al Presidente Fontana perché si faccia portavoce del rispetto del Regolamento, chiunque sia il Presidente di turno, perché le persone che intervengono non vengano derise dai versi dei colleghi della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché è in questo modo che vi state comportando, e questo è inaccettabile, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente, perché ho ascoltato invece con molta attenzione quanto ha ricordato adesso la collega, oltre che quanto ha detto - ed è un intervento molto importante, secondo me, questo, non perché lo faccio io, ma sull'ordine dei lavori - la collega Pavanelli. Anch'io, Presidente, mi rivolgo al Presidente Fontana, perché sono state evidentemente cambiate tutte le regole democratiche del nostro Paese. Dopo avere sentito che quelli del centrodestra di Governo, in questo caso, sono inetti, sono incapaci, sono ignoranti, abbiamo sentito parole sul diritto costituzionale da parte della collega Pavanelli e abbiamo capito che, secondo la collega Pavanelli del MoVimento 5 Stelle, abbiamo votato nel 2022 e la legislatura dura 8 anni, esattamente sino al 2030, come il Governo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, Presidente, tenderei sotto questo punto di vista a stigmatizzare quanto appena ricordato dalla collega Baldino. Qui, collega, non c'è nessuno che accusa. Stiamo semplicemente ricordando che in questo caso una legislatura non dura 8 anni e stiamo semplicemente guardando e in questo caso sottendendo a quello che evidentemente succederà nei prossimi anni. Ci state dicendo che governeremo ancora per altri 8 anni, avete capito come funziona (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e come funzioneranno le elezioni nei prossimi tempi, ma non accettiamo lezioni di stile da parte di nessuno, tanto meno da un'opposizione sotto questo punto di vista, Presidente, a cui viene dato ovviamente tempo per…

PRESIDENTE. Deputato Rizzetto, ha fatto un richiamo sull'ordine dei lavori, quindi faccia la sua proposta.

WALTER RIZZETTO (FDI). Sull'ordine dei lavori, lo ripeto, questa è una maggioranza che sta ascoltando quanto l'opposizione sta dicendo, il Governo è presente, ma sotto questo punto di vista, le rinnovo: non prendiamo lezioni di stile da parte di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Colucci, su cosa vuole parlare?

ALFONSO COLUCCI (M5S). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ma su cosa?

ALFONSO COLUCCI (M5S). Questo comizio appena tenuto dall'onorevole Rizzetto dimostra ampiamente che l'onorevole Pavanelli non ha avuto la possibilità di esprimere compiutamente il proprio pensiero. Quindi, il tema non è tanto quello dell'irrisione o solo quello dell'irrisione di un deputato della minoranza, quanto il fatto che la continua interruzione e anche la modalità, che definirei naïf, di Presidenza di questa Assemblea non ha consentito all'onorevole Pavanelli di esprimersi compiutamente, al punto che l'onorevole Rizzetto non ha affatto capito il senso delle sue parole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, abbiamo la prova plastica del fatto che, attraverso questa conduzione, non si consente alle minoranze di esprimere, come proprio diritto e anche proprio dovere, il proprio legittimo pensiero in quest'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1114-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1114-A​)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/144 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/145 Cappelletti: il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Cappelletti. Ne ha facoltà, prego.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno rappresenta un doppio errore, per due motivi.

Il primo è un errore di ordine politico. Per carità, è legittimo che ciascuno abbia la sua opinione; noi naturalmente abbiamo la nostra che è opposta, e adesso vi spiego il perché.

Il secondo, se posso avere attenzione e anche un po' di pazienza da parte del rappresentante del Governo, io credo che sia un errore materiale. Ovviamente, mi riferisco al parere contrario, perché questo ordine del giorno non fa altro che impegnare il Governo ad adottare ogni misura utile volta ad assicurare l'adozione dei decreti attuativi per le cosiddette comunità energetiche rinnovabili, per contrastare il caro energia, l'emergenza climatica e la povertà energetica.

Ora, cosa c'è di strano? Di strano c'è che il vostro Ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin ha annunciato questi decreti almeno una mezza dozzina di volte. Li ha annunciati in televisione, li ha annunciati in quest'Aula, li ha annunciati nei question time, li ha annunciati durante i convegni e alle conferenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E, allora, Sottosegretario, delle due l'una: o vi siete sbagliati voi e il Ministro Pichetto Fratin legittimamente ha portato avanti il suo obiettivo di adottare questi decreti nel più breve tempo possibile; oppure è esattamente il contrario, il vostro parere contrario all'adozione urgente di questi decreti è la linea del Governo e il Ministro Pichetto Fratin da sei mesi racconta frottole in tutta Italia, in tutti gli studi televisivi, a tutte le agenzie di stampa, perché dichiara esattamente il contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ora, al di là di questo - poi mi risponderà, se lo riterrà, Sottosegretario - c'è un aspetto di fondamentale importanza per i cittadini. Infatti, le comunità energetiche sono la soluzione per milioni di famiglie in situazione di povertà energetica e il Governo con questo parere contrario le blocca.

Il Governo, al contrario, dovrebbe intervenire con urgenza per alleviare i costi dell'energia e venire incontro agli oltre 2 milioni di utenti che sono oggi appunto in condizioni di grave povertà energetica.

I dati definitivi sui prezzi al consumo dell'Istat per il 2022 mostrano che l'impatto dell'inflazione determinato dal costo dell'energia è stato più consistente proprio per le famiglie meno abbienti rispetto naturalmente alle famiglie con maggiore capacità di spesa.

Se gli attuali livelli dei prezzi non scenderanno e gli extra profitti delle aziende energetiche non verranno limitati, per queste famiglie sarà evidentemente sempre più difficile arrivare alla fine del mese. Quindi, l'ordine del giorno non fa altro che sollecitare il Governo perché c'è la necessità di sbloccare i decreti attuativi, ancora bloccati dal MASE. Il primo è il cosiddetto meccanismo di incentivazione per le comunità energetiche rinnovabili e il secondo riguarda il PNRR, per un investimento di 2,2 miliardi di euro proprio nelle comunità energetiche. Invece, non fate questo e non andate incontro alle esigenze del mondo reale, nonostante la notizia di oggi. Infatti, immagino che i colleghi qui presenti siano consapevoli che oggi l'agenzia antifrode dell'Unione europea, proprio oggi, ha annunciato l'apertura di indagini a carico di alcuni Paesi a proposito della modalità di gestione del PNRR. Guarda caso, proprio oggi. L'Italia - forse non lo sappiamo - è al secondo posto in Unione europea proprio per il numero di indagini sulle frodi nella gestione dei fondi comunitari. Ebbene, in questa condizione, cosa fa la maggioranza? Esime dai controlli della Corte dei conti e attacca un giorno sì un giorno no l'Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione. Mi sembra di vivere, Presidente, in un mondo alla rovescia, quindi, dichiaro naturalmente il voto favorevole di questo ordine del giorno da parte del MoVimento 5 stelle e guardo ancora una volta un po' allibito al Governo, chiedendo se effettivamente conferma il parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega, a nome del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Stessa sottoscrizione da parte degli onorevoli Dell'Olio e Carmina.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/145 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95)

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1114-A/146 Loizzo, c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare la deputata Loizzo. Ne ha facoltà.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Presidente, grazie, il mio ordine del giorno è ritirato.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1114-A/147 Mattia, c'è un accoglimento come raccomandazione. Viene accettato. Ordine del giorno n. 9/1114-A/148 Serracchiani, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Accogliamo la riformulazione e chiediamo di votarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/148 Serracchiani, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 96)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/149 Pastorino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 97)

Dobbiamo ora tornare agli ordini del giorno precedentemente accantonati. Invito la rappresentante del Governo a esprimere il parere, Prego, Sottosegretaria Savino.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/1114-A/8 Maiorano, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1114-A/20 Lai, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1114-A/23 Palombi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1114-A/48 Zingaretti, favorevole con riformulazione. “impegna il Governo a valutare l'opportunità di garantire che le risorse previste dalla riforma 1.7 della Missione 4, componente 1, del PNRR, così come previsto dal decreto ministeriale 27 dicembre 2022, n. 1437, del Ministero dell'Università e della ricerca, vengano utilizzate per il finanziamento anche di progetti delle università pubbliche per acquisire, costruire e ristrutturare, entro il 2026, studentati universitari pubblici.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo, dunque, all'ordine del giorno 9/1114-A/8 Maiorano, su cui vi è parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1114-A/20 Lai, c'è una proposta di riformulazione. Non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/20 Lai, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98)

Ordine del giorno n. 9/1114-A/23 Palombi è accolto. Ordine del giorno n. 9/1114-A/48 Zingaretti, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: è accettata la riformulazione, ma si chiede la votazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1114-A/48 Zingaretti, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 99)

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, mercoledì 7 giugno, a partire dalle ore 9,30 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale, che avrà comunque luogo non prima delle ore 12,30.

Seguirà l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 1183 di conversione in legge del decreto-legge n. 57 del 2023.

Sempre secondo le medesime intese tra i gruppi, l'esame del disegno di legge n. 1195 di conversione del decreto-legge n. 39 del 2023, in materia di contrasto della scarsità idrica, avrà inizio nella giornata di domani, alle ore 16, proseguirà nella giornata successiva e si concluderà entro le ore 14 di venerdì 9 giugno.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà, per 2 minuti.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Caro Maurizio, te ne sei andato nella notte improvvisamente e improvvisamente davvero, lasciandoci sgomenti. Nessun segnale, nessuna possibilità di prepararci. Si è spento il tuo cuore, Maurizio, e questa necessità di capire la complessità di questo mistero l'hai lasciata a noi, alle tante, tantissime persone che ti volevano bene.

Maurizio Zeppilli era il capogruppo del Partito Democratico nel X Municipio di Roma, ma soprattutto era un uomo che aveva dedicato la sua vita a tre infinite passioni: la politica, lo sport e la cultura. L'impegno illuminato per la pallavolo, nella tua Ostia, l'impegno per la politica, come forma di cultura e come strumento per prendersi cura di quel pezzo di mondo dove sei nato e per restituirlo migliore a chi verrà dopo di te. Siamo arrivati a quel momento, Maurizio, siamo quelli che vengono dopo di te. Allora, il nostro impegno sarà quello di continuare nella tua memoria, a fare tutto quello che sappiamo e possiamo fare per prenderci cura di quelle tue grandi passioni, la politica, la cultura e lo sport, soprattutto del loro intreccio, come sapevi fare tu, con educazione, con stile, con uno sguardo capace di anticipare i tempi.

Sei stato testimone vivente di attenzione all'importanza e alla dignità delle politiche per lo sport, per le quali, fin dal primo giorno del mio inedito impegno politico, mi avevi spronato ad esserci e mi avevi concesso la tua fiducia, sempre. Nella nostra pallavolo c'è una regola fondamentale: il passaggio è un obbligo regolamentare. Ci hai passato però troppo presto la palla, Maurizio, e nell'ultimo tuo intervento pubblico, che ho sentito, parlando di pallavolo dicevi: “Non vogliamo solo costruire i campioni di domani, vogliamo soprattutto costruire i cittadini di domani”. Cercheremo di essere alla tua altezza anche in quel compito. Sicuramente non dimenticherò io e non dimenticheremo noi, i tuoi compagni e le tue compagne del Partito Democratico.

Ci stringiamo al dolore dei tuoi familiari e di tutti coloro che ti hanno voluto bene e ti auguriamo buon viaggio, Maurizio, sperando che ti porti in un luogo più simile possibile a quel mare che amavi follemente e che usavi come cartolina nei messaggi che mandavi per gli auguri. Ti sia lieve la terra e soprattutto ti accolga quel mare, il tuo mare (Applausi) .

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà, per 2 minuti.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei portare oggi in quest'Aula la voce dei lavoratori della Sangiorgio It Wash, che stanno protestando da alcuni giorni fuori la loro fabbrica per il licenziamento di quattro lavoratori, La causa, la motivazione ufficiale di questo licenziamento è il calo di produzione, ma in realtà questi lavoratori sono stati puniti perché hanno iniziato ad alzare la testa e la proprietà ha pensato bene di licenziarli. Tra l'altro tre dei quattro sono anche condizioni di salute precarie, addirittura, un lavoratore ha la sclerosi multipla.

Faccio presente che la proprietà dell'azienda si è macchiata anche di un accaduto intollerabile, ha apostrofato il lavoratore “sporco negro”. Mike protestava fuori da questa fabbrica per un diritto che appartiene anche a lui, il diritto di un lavoro libero e dignitoso. Mike rappresenta tutti i lavoratori che fuori da un'azienda continuano a protestare e a manifestare perché la nostra Repubblica, come abbiamo ricordato pochi giorni fa, si fonda sul lavoro e non sulla schiavitù.

Per questo mi unisco alla richiesta dei lavoratori e alla richiesta del sindacato USB di un ritiro immediato di questi licenziamenti e di un tavolo di concertazione con la proprietà, al fine di trovare una soluzione e, soprattutto, affinché questi episodi di discriminazioni e di vessazioni nei confronti dei lavoratori non possano più accadere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. A nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra vogliamo ricordare in quest'Aula Giulia Tramontano. È passata agli onori della cronaca, purtroppo, questa donna originaria di un comune della provincia di Napoli, Sant'Antimo, perché è stata massacrata dal suo compagno, assieme al figlio che portava in grembo e che aveva 7 mesi. Domani ci sarà una fiaccolata a Roma, ci sarà una fiaccolata a Napoli, dopodomani ci sarà a Sant'Antimo.

Tutti quanti si affrettano a dire, giustamente, “mai più”, ma in realtà i “mai più” nei confronti delle tante Giulie Tramontano sono troppi e quello su cui noi vogliamo invitare quest'Aula a riflettere - anche tramite lei - è di cercare di migliorare l'attività di intervento prima che avvengano questi episodi e, soprattutto, di cercare di insegnare fin da giovanissimi nella cultura di tutti i nostri concittadini, soprattutto nei confronti dei compagni. Giulia pensava di essere al sicuro, con il suo compagno, con suo figlio, e in realtà ha visto la morte, uccisa in un modo terrificante. Questa vicenda ci deve spingere a utilizzare al meglio la nostra capacità legislativa e, soprattutto, a intervenire in modo netto, perché si eviti che un'altra donna, dopo Giulia, possa subire quello che ha subito lei e anche ovviamente la sua famiglia (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 7 giugno 2023 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche. (C. 1114-A​)

Relatori: NAZARIO PAGANO, per la I Commissione; RIZZETTO, per la XI Commissione.

2. Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:

Conversione in legge, del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico. (C. 1183​)

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

4. Discussione del disegno di legge:

S. 660 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39, recante disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche (Approvato dal Senato). (C. 1195​)

Relatore: BOF.

La seduta termina alle 23,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 5, 6, 65 e 76 il deputato Toccalini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 6 e 9 il deputato Di Sanzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 9 la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 13, 14 e 15 la deputata De Monte ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 16, 17 e 18 la deputata Ruffino ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 24 i deputati Bisa e Morrone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 26 il deputato Borrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 39 il deputato D'Alfonso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 45 il deputato Morrone ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 62 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 63 il deputato Girelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 65 la deputata Ilaria Fontana ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 73 la deputata Morgante ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 80 il deputato Furgiuele ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 81 il deputato D'Attis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 82 il deputato Rubano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 82 le deputate Madia e Zanella hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 83 i deputati Carrà e Nevi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 89 il deputato Crippa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1114-A - ODG. N. 1 279 279 0 140 51 228 58 Resp.
2 Nominale ODG 9/1114-A/14 291 229 62 115 61 168 58 Resp.
3 Nominale ODG 9/1114-A/16 290 289 1 145 288 1 57 Appr.
4 Nominale ODG 9/1114-A/18 298 253 45 127 83 170 56 Resp.
5 Nominale ODG 9/1114-A/24 297 235 62 118 64 171 55 Resp.
6 Nominale ODG 9/1114-A/27 296 249 47 125 247 2 54 Appr.
7 Nominale ODG 9/1114-A/29 305 304 1 153 304 0 54 Appr.
8 Nominale ODG 9/1114-A/33 299 283 16 142 111 172 54 Resp.
9 Nominale ODG 9/1114-A/34 297 283 14 142 108 175 53 Resp.
10 Nominale ODG 9/1114-A/35 296 283 13 142 107 176 53 Resp.
11 Nominale ODG 9/1114-A/36 298 295 3 148 125 170 53 Resp.
12 Nominale ODG 9/1114-A/37 301 300 1 151 130 170 53 Resp.
13 Nominale ODG 9/1114-A/40 298 295 3 148 125 170 53 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1114-A/43 296 293 3 147 123 170 53 Resp.
15 Nominale ODG 9/1114-A/44 292 290 2 146 109 181 53 Resp.
16 Nominale ODG 9/1114-A/45 295 295 0 148 125 170 53 Resp.
17 Nominale ODG 9/1114-A/46 295 292 3 147 123 169 53 Resp.
18 Nominale ODG 9/1114-A/47 302 287 15 144 114 173 53 Resp.
19 Nominale ODG 9/1114-A/49 302 299 3 150 126 173 53 Resp.
20 Nominale ODG 9/1114-A/50 295 292 3 147 123 169 53 Resp.
21 Nominale ODG 9/1114-A/56 297 278 19 140 104 174 53 Resp.
22 Nominale ODG 9/1114-A/57 291 291 0 146 102 189 53 Resp.
23 Nominale ODG 9/1114-A/60 RIF. 289 287 2 144 285 2 52 Appr.
24 Nominale ODG 9/1114-A/61 284 268 16 135 104 164 52 Resp.
25 Nominale ODG 9/1114-A/62 292 290 2 146 121 169 52 Resp.
26 Nominale ODG 9/1114-A/63 284 282 2 142 278 4 52 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1114-A/64 292 292 0 147 124 168 52 Resp.
28 Nominale ODG 9/1114-A/65 287 287 0 144 120 167 52 Resp.
29 Nominale ODG 9/1114-A/66 290 289 1 145 285 4 52 Appr.
30 Nominale ODG 9/1114-A/67 296 292 4 147 287 5 52 Appr.
31 Nominale ODG 9/1114-A/68 295 280 15 141 106 174 52 Resp.
32 Nominale ODG 9/1114-A/69 297 280 17 141 106 174 52 Resp.
33 Nominale ODG 9/1114-A/70 299 295 4 148 123 172 51 Resp.
34 Nominale ODG 9/1114-A/71 303 301 2 151 126 175 51 Resp.
35 Nominale ODG 9/1114-A/72 301 282 19 142 109 173 51 Resp.
36 Nominale ODG 9/1114-A/73 300 298 2 150 128 170 51 Resp.
37 Nominale ODG 9/1114-A/74 300 297 3 149 127 170 51 Resp.
38 Nominale ODG 9/1114-A/75 297 279 18 140 108 171 51 Resp.
39 Nominale ODG 9/1114-A/76 292 283 9 142 116 167 51 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/1114-A/77 290 271 19 136 106 165 51 Resp.
41 Nominale ODG 9/1114-A/78 292 276 16 139 112 164 51 Resp.
42 Nominale ODG 9/1114-A/79 RIF. 297 295 2 148 293 2 51 Appr.
43 Nominale ODG 9/1114-A/80 RIF. 284 283 1 142 281 2 51 Appr.
44 Nominale ODG 9/1114-A/81 293 274 19 138 111 163 51 Resp.
45 Nominale ODG 9/1114-A/83 291 248 43 125 85 163 51 Resp.
46 Nominale ODG 9/1114-A/84 289 288 1 145 285 3 51 Appr.
47 Nominale ODG 9/1114-A/86 295 292 3 147 120 172 51 Resp.
48 Nominale ODG 9/1114-A/87 286 281 5 141 118 163 51 Resp.
49 Nominale ODG 9/1114-A/88 RIF. 283 281 2 141 280 1 51 Appr.
50 Nominale ODG 9/1114-A/89 285 283 2 142 113 170 51 Resp.
51 Nominale ODG 9/1114-A/93 285 283 2 142 114 169 51 Resp.
52 Nominale ODG 9/1114-A/95 275 271 4 136 41 230 51 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/1114-A/96 284 282 2 142 114 168 51 Resp.
54 Nominale ODG 9/1114-A/97 282 271 11 136 101 170 51 Resp.
55 Nominale ODG 9/1114-A/98 282 268 14 135 97 171 51 Resp.
56 Nominale ODG 9/1114-A/99 RIF. 287 283 4 142 280 3 51 Appr.
57 Nominale ODG 9/1114-A/100 284 274 10 138 100 174 51 Resp.
58 Nominale ODG 9/1114-A/102 276 270 6 136 102 168 51 Resp.
59 Nominale ODG 9/1114-A/103 273 273 0 137 106 167 51 Resp.
60 Nominale ODG 9/1114-A/104 269 268 1 135 91 177 51 Resp.
61 Nominale ODG 9/1114-A/105 263 254 9 128 93 161 51 Resp.
62 Nominale ODG 9/1114-A/106 239 236 3 119 86 150 58 Resp.
63 Nominale ODG 9/1114-A/107 252 250 2 126 247 3 56 Appr.
64 Nominale ODG 9/1114-A/108 252 250 2 126 98 152 56 Resp.
65 Nominale ODG 9/1114-A/109 252 250 2 126 94 156 55 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale ODG 9/1114-A/110 246 245 1 123 90 155 55 Resp.
67 Nominale ODG 9/1114-A/111 252 245 7 123 90 155 55 Resp.
68 Nominale ODG 9/1114-A/112 250 249 1 125 92 157 55 Resp.
69 Nominale ODG 9/1114-A/113 246 242 4 122 82 160 54 Resp.
70 Nominale ODG 9/1114-A/114 246 246 0 124 93 153 54 Resp.
71 Nominale ODG 9/1114-A/115 249 199 50 100 42 157 54 Resp.
72 Nominale ODG 9/1114-A/116 243 240 3 121 88 152 54 Resp.
73 Nominale ODG 9/1114-A/117 243 240 3 121 88 152 54 Resp.
74 Nominale ODG 9/1114-A/118 238 230 8 116 81 149 54 Resp.
75 Nominale ODG 9/1114-A/119 245 239 6 120 86 153 54 Resp.
76 Nominale ODG 9/1114-A/120 235 233 2 117 83 150 54 Resp.
77 Nominale ODG 9/1114-A/121 246 239 7 120 86 153 54 Resp.
78 Nominale ODG 9/1114-A/122 245 242 3 122 90 152 54 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale ODG 9/1114-A/123 244 243 1 122 88 155 54 Resp.
80 Nominale ODG 9/1114-A/124 DISP. 247 246 1 124 86 160 54 Resp.
81 Nominale ODG 9/1114-A/125 233 233 0 117 86 147 54 Resp.
82 Nominale ODG 9/1114-A/126 229 227 2 114 77 150 54 Resp.
83 Nominale ODG 9/1114-A/127 235 232 3 117 83 149 54 Resp.
84 Nominale ODG 9/1114-A/128 231 228 3 115 77 151 54 Resp.
85 Nominale ODG 9/1114-A/129 241 234 7 118 80 154 54 Resp.
86 Nominale ODG 9/1114-A/130 238 235 3 118 81 154 54 Resp.
87 Nominale ODG 9/1114-A/132 238 235 3 118 82 153 54 Resp.
88 Nominale ODG 9/1114-A/134 237 229 8 115 73 156 54 Resp.
89 Nominale ODG 9/1114-A/135 233 230 3 116 76 154 54 Resp.
90 Nominale ODG 9/1114-A/137 236 233 3 117 75 158 54 Resp.
91 Nominale ODG 9/1114-A/141 235 226 9 114 73 153 54 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 99)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale ODG 9/1114-A/142 243 240 3 121 82 158 54 Resp.
93 Nominale ODG 9/1114-A/143 242 239 3 120 83 156 54 Resp.
94 Nominale ODG 9/1114-A/144 244 238 6 120 79 159 54 Resp.
95 Nominale ODG 9/1114-A/145 242 242 0 122 86 156 54 Resp.
96 Nominale ODG 9/1114-A/148 RIF. 241 236 5 119 233 3 54 Appr.
97 Nominale ODG 9/1114-A/149 240 236 4 119 83 153 54 Resp.
98 Nominale ODG 9/1114-A/20 240 238 2 120 85 153 54 Resp.
99 Nominale ODG 9/1114-A/48 RIF. 240 238 2 120 236 2 54 Appr.