XIX LEGISLATURA
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli
nella seduta del 15 giugno 2023.
Albano, Ascani, Barelli, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Cappellacci, Carloni, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gruppioni, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Porta, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Rotondi, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zanella, Zoffili.
Annunzio di proposte di legge.
In data 12 giugno 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
DE MARIA: «Modifica all'articolo 73 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, concernente l'elevazione della pena per i reati di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope nei casi di lieve entità» (1219);
PELLICINI: «Modifica all'articolo 100 del codice di procedura penale, concernente l'ufficio del difensore delle altre parti private» (1220);
MAGI: «Disciplina della gravidanza per altri solidale nonché modifiche alla legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di requisiti soggettivi per l'accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita» (1221).
In data 13 giugno 2023 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
PANIZZUT ed altri: «Disciplina delle attività funerarie e cimiteriali e della cremazione» (1222).
In data 14 giugno 2023 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
MICHELOTTI: «Istituzione di una zona franca produttiva nei comuni delle isole minori» (1223).
Saranno stampate e distribuite.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge CAIATA ed altri: «Modifiche alla legge 7 aprile 2014, n. 56, e altre disposizioni in materia di elezione diretta dei presidenti delle province, dei sindaci metropolitani e dei componenti dei consigli provinciali e metropolitani nonché di istituzione delle giunte provinciale e metropolitana» (601) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Antoniozzi.
La proposta di legge ASCARI ed altri: «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e della violenza sui minori» (603) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Pellegrini.
La proposta di legge RAMPELLI ed altri: «Disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana e istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana» (734) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Antoniozzi.
La proposta di legge CAIATA ed altri: «Istituzione della Giornata della lotta contro la mafia» (782) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Kelany.
La proposta di legge CIOCCHETTI ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione del melanoma cutaneo e altre disposizioni per la prevenzione e la diagnosi precoce della malattia» (813) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Kelany.
La proposta di legge CAFIERO DE RAHO ed altri: «Modifiche al codice penale, in materia di procedibilità, e all'articolo 599-bis del codice di procedura penale, in materia di concordato anche con rinuncia ai motivi di appello» (834) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Pellegrini.
La proposta di legge L'ABBATE ed altri: «Incentivo per la realizzazione di opere finalizzate al recupero e al riutilizzo delle acque meteoriche» (860) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Pellegrini.
La proposta di legge FENU ed altri: «Delega al Governo per la riforma fiscale» (1043) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Pellegrini.
Adesione di deputati a proposte
di inchiesta parlamentare.
La proposta di inchiesta parlamentare SIMIANI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause e sulle responsabilità dell'incidente avvenuto presso Freginals, in Spagna, il 20 marzo 2016, nel quale morirono sette studentesse italiane» (Doc. XXII, n. 18) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Antoniozzi.
Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
«Abrogazione di norme prerepubblicane relative al periodo 1861-1870» (1168) Parere della V Commissione.
II Commissione (Giustizia):
BAGNAI ed altri: «Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'incolumità fisica del soggetto interessato» (1074) Parere delle Commissioni I, V, IX e XIV;
BRUZZONE ed altri: «Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di reati contro gli animali, di tutela degli animali di affezione e di compagnia e di assistenza veterinaria gratuita» (1109) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII, IX, X, XII, XIII e XIV;
MAGI: «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di imputabilità e di misure alternative alla detenzione per le persone con disabilità psicosociale» (1119) Parere delle Commissioni I, V e XII.
VII Commissione (Cultura):
ANDREA ROSSI ed altri: «Disposizioni per la promozione dell'educazione motoria e della cultura sportiva, per il sostegno del percorso formativo degli studenti atleti e per il riconoscimento delle professioni relative alle attività motorie e sportive» (592) Parere delle Commissioni I, II, V, VIII, X, XI, XII e XIV;
MINARDO: «Introduzione dell'insegnamento dell'educazione alimentare, ambientale e agli stili di vita sani nelle scuole, nelle università e negli enti di istruzione e formazione delle Forze armate e di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco» (1003) Parere delle Commissioni I, IV, V, VIII, X, XI, XII e XIII.
XI Commissione (Lavoro):
SERRACCHIANI: «Modifica all'articolo 18 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, in materia di obbligo contributivo dei liberi professionisti appartenenti a categorie dotate di una propria cassa di previdenza» (661) Parere delle Commissioni I, II e V.
XII Commissione (Affari sociali):
APPENDINO: «Delega al Governo per il riconoscimento e la disciplina della professione di mediatore interculturale» (1085) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, XI e XIV;
ZANELLA: «Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche» (1200) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, XI e XIV.
Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro):
LUCASELLI ed altri: «Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia nonché delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale» (1052) Parere delle Commissioni II, V, VII, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e XIV.
Trasmissione dalla Presidenza
del Consiglio dei ministri.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 5 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 3, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e dell'articolo 13, comma 6, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 novembre 2010, il conto finanziario della Presidenza del Consiglio dei ministri per l'anno 2022, approvato in data 29 maggio 2023.
Questo documento è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 9 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, concernente l'esercizio di poteri speciali inerenti agli attivi strategici nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 giugno 2023, recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in relazione all'acquisizione da parte della società Jiangsu Dingsheng New Materials Joint-Stock Co. Ltd. dell'intero capitale di Slim Aluminium Spa (procedimento n. 67/2023).
Questo documento è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).
Trasmissione dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 6 giugno 2023, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 1 della legge 8 agosto 1985, n. 440, recante istituzione di un assegno vitalizio a favore di cittadini che abbiano illustrato la Patria e che versino in stato di particolare necessità, della concessione di assegni straordinari vitalizi, con indicazione dei relativi importi, al signor Roberto Baiocchi, tersicoreo, coreografo e scrittore, al signor Elio Fidia Pulli, pittore, scultore e ceramista, al signor Giuseppe Scarpettini, musicista, e alla signora Graziella Scotese, poetessa, pittrice e fotografa.
Queste comunicazioni sono depositate presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.
Trasmissione dalla Corte dei conti.
Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 12 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 37/2023 del 29 maggio-8 giugno 2023, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente «La gestione del Fondo di solidarietà nazionale».
Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).
Trasmissione dal Ministero
dell'economia e delle finanze.
Il Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, di pertinenza del centro di responsabilità «Dipartimento del tesoro», autorizzate, in data 22 maggio 2023, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).
Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 7 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 1999, n. 66, la relazione d'inchiesta dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo concernente l'incidente occorso a un aeromobile in località Buccella, in comune di Vigevano (Pavia), il 14 febbraio 2021.
Questa documentazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 7 giugno 2023, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, concernente la procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione, che, con notifica 2023/0315/IT, è stata attivata la predetta procedura in ordine al progetto di regola tecnica relativa allo schema di regolamento della Regione del Veneto recante progetto di standard di produzione zootecnica da carne sostenibile del sistema di qualità «Qualità verificata» (legge regionale n. 12 del 2001).
Questa comunicazione è trasmessa alla XIII Commissione (Agricoltura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Trasmissione dal Ministro delle imprese
e del
made in Italy.
Il Ministro delle imprese e del made in Italy, con lettera in data 12 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero delle imprese e del made in Italy, corredata del rapporto sull'attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell'allocazione delle relative risorse in bilancio, di cui all'articolo 9, comma 1-ter, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, riferita all'anno 2022 (Doc. CLXIV, n. 6).
Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) alla IX Commissione (Trasporti) e alla X Commissione (Attività produttive).
Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 12 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le seguenti relazioni concernenti progetti di atti dell'Unione europea, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni:
relazione in merito alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'effetto a livello di Unione di determinate decisioni di ritiro della patente di guida (COM(2023) 128 final) – alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul trasferimento dei procedimenti penali (COM(2023) 185 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti – alla II Commissione (Giustizia) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Annunzio di risoluzioni
del Parlamento europeo.
Il Parlamento europeo, in data 5 giugno 2023, ha trasmesso le seguenti risoluzioni e decisione, approvate nella tornata dall'8 all'11 maggio 2023, che sono assegnate, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2020/2170 per quanto riguarda l'applicazione dei contingenti tariffari e di altri contingenti di importazione dell'Unione a determinati prodotti trasferiti in Irlanda del Nord (Doc. XII, n. 145) – alla X Commissione (Attività produttive);
Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme specifiche relative ai medicinali per uso umano destinati all'immissione in commercio nell'Irlanda del Nord (Doc. XII, n. 146) – alla XII Commissione (Affari sociali);
Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a norme specifiche riguardanti l'ingresso in Irlanda del Nord da altre parti del Regno Unito di determinate partite di merci al dettaglio, di piante da impianto, di patate da semina, di macchinari e di determinati veicoli utilizzati a fini agricoli o forestali, come pure i movimenti a carattere non commerciale di determinati animali da compagnia verso l'Irlanda del Nord (Doc. XII, n. 147) – alla XIII Commissione (Agricoltura);
Risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione (UE) 2022/563 per quanto riguarda l'importo dell'assistenza macrofinanziaria alla Repubblica di Moldova (Doc. XII, n. 148) – alla III Commissione (Affari esteri);
Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla liberalizzazione temporanea degli scambi che integra le concessioni commerciali applicabili ai prodotti ucraini a norma dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra (Doc. XII, n. 149) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);
Risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica federativa del Brasile ai sensi dell'articolo XXVIII dell'accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) del 1994 in merito alla modifica delle concessioni per tutti i contingenti tariffari inclusi nell'elenco CLXXV dell'Unione europea a seguito del recesso del Regno Unito dall'Unione europea (Doc. XII, n. 150) – alla III Commissione (Affari esteri);
Risoluzione legislativa sulla proposta di decisione del Consiglio recante modifica della decisione (UE) 2019/1754 relativa all'adesione dell'Unione europea all'atto di Ginevra dell'accordo di Lisbona sulle denominazioni di origine e le indicazioni geografiche (Doc. XII, n. 151) – alla III Commissione (Affari esteri);
Risoluzione sul nuovo quadro dell'Unione europea per la mobilità urbana (Doc. XII, n. 152) – alla IX Commissione (Trasporti);
Risoluzione sul ruolo della politica di coesione nell'affrontare le sfide ambientali multidimensionali nel bacino mediterraneo (Doc. XII, n. 153) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e V (Bilancio);
Decisione sul discarico 2021: bilancio generale dell'Unione europea – Commissione e agenzie esecutive (Doc. XII, n. 154) – alla V Commissione (Bilancio);
Risoluzione sulla relazione 2022 della Commissione sulla Serbia (Doc. XII, n. 155) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
Risoluzione sulla relazione 2022 della Commissione sul Kosovo (Doc. XII, n. 156) – alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
Risoluzione sulle risorse proprie: un nuovo inizio per le finanze dell'Unione europea, un nuovo inizio per l'Europa (Doc. XII, n. 157) – alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
Risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, della convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica per quanto riguarda le istituzioni e l'amministrazione pubblica dell'Unione (Doc. XII, n. 158) – alla III Commissione (Affari esteri);
Risoluzione legislativa sul progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, della convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in materia penale, l'asilo e il non respingimento (Doc. XII, n. 159) – alla III Commissione (Affari esteri);
Risoluzione sulla libertà dei media e la libertà di espressione in Algeria, il caso del giornalista Ihsane El Kadi (Doc. XII, n. 160) – alla III Commissione (Affari esteri);
Risoluzione sul Myanmar/Birmania, in particolare lo scioglimento di partiti politici democratici (Doc. XII, n. 161) – alla III Commissione (Affari esteri);
Risoluzione sul progetto di decisione di esecuzione della Commissione che rinnova l'autorizzazione all'immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da cotone geneticamente modificato 281-24-236 × 3006-210-23 in conformità al regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio (Doc. XII, n. 162) – alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura).
Annunzio di progetti
di atti dell'Unione europea.
La Corte dei conti europea ha comunicato la pubblicazione delle seguenti relazioni speciali, che sono assegnate, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
relazione speciale n. 13/2023 – Operatori economici autorizzati – Un programma doganale solido con potenzialità ancora non sfruttate e un'attuazione disomogenea, che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
relazione speciale n. 16/2023 – La Commissione e la gestione del debito connesso a NextGenerationEU, che è assegnata alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea).
La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al coordinamento efficace delle politiche economiche e alla sorveglianza di bilancio multilaterale e che abroga il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio (COM(2023) 240 final) e la proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1467/97 per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (COM(2023) 241 final), già trasmesse dalla Commissione europea e assegnate, in data 12 giugno 2023, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), sono altresì assegnate alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre, per ciascuna proposta, dal 13 giugno 2023.
La Commissione europea, in data 13 e 14 giugno 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Comunicazione della Commissione al Consiglio – Informazioni finanziarie sul Fondo europeo di sviluppo – Fondo europeo di sviluppo (FES): esecuzione finanziaria 2022 e previsioni 2023-2026 (COM(2023) 293 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Una pesca sostenibile nell'Unione europea: situazione attuale e orientamenti per il 2024 (COM(2023) 303 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'applicazione del regolamento (UE) n. 549/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, relativo al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali nell'Unione europea (COM(2023) 308 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
Relazione della Commissione – Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Estonia, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Slovenia, Slovacchia e Finlandia – Relazione preparata a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (COM(2023) 631 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).
La Commissione europea, in data 13 giugno 2023, ha trasmesso un nuovo testo della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento per le emergenze nel mercato unico e abroga il regolamento (CE) n. 2679/98 del Consiglio (COM(2022) 459 final/2), che sostituisce il documento COM(2022) 459 final, già assegnato, in data 9 novembre 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), nonché alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà.
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 13 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2014/59/UE e il regolamento (UE) n. 806/2014 per quanto riguarda alcuni aspetti del requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili LNSA (COM(2023) 229 final);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al coordinamento efficace delle politiche economiche e alla sorveglianza di bilancio multilaterale e che abroga il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio (COM(2023) 240 final);
Proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1467/97 per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (COM(2023) 241 final);
Proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2011/85/UE del Consiglio relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri (COM(2023) 242 final);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla regola del dazio inferiore riveduta nelle inchieste antidumping e antisovvenzioni nell'Unione europea – Riesame e valutazione dell'applicazione dell'articolo 7, paragrafo 2-bis, dell'articolo 8, paragrafo 1, e dell'articolo 9, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2016/1036 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 giugno 2016 e dell'articolo 12, paragrafo 1, terzo e quarto comma, dell'articolo 13, paragrafo 1, terzo e quarto comma, e dell'articolo 15, paragrafo 1, terzo e quarto comma, del regolamento (UE) 2016/1037 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 giugno 2016 (COM(2023) 294 final);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni su un approccio globale alla salute mentale (COM(2023) 298 final);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato europeo delle regioni e alla Banca europea degli investimenti – Semestre europeo 2023 – Pacchetto di primavera (COM(2023) 600 final);
Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – Una nuova agenda per le relazioni dell'Unione europea con l'America latina e i Caraibi (JOIN(2023) 17 final).
Trasmissione di documenti connessi ad atti dell'Unione europea.
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 12 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, commi 3 e 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le relazioni predisposte dalla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea, riferite al periodo dal 31 maggio al 6 giugno 2023.
Questi documenti sono trasmessi alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e alle Commissioni competenti per materia.
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
MOZIONI AIELLO ED ALTRI N. 1-00052, CATTANEO ED ALTRI N. 1-00096, SCOTTO ED ALTRI N. 1-00152 E MARI ED ALTRI N. 1-00153 CONCERNENTI INIZIATIVE A FAVORE DELL'ADEGUATEZZA DEI TRATTAMENTI PREVIDENZIALI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'IMPORTO DELLE PENSIONI MINIME
Mozioni
La Camera,
premesso che:
1) a quasi tre anni dall'inizio della pandemia, lo scenario economico è in continua evoluzione. Come ricordato nell'ultima edizione del rapporto annuale di Istat, il Paese è attraversato da elementi di vulnerabilità che si sono ampliati durante la pandemia – benché le misure di policy adottate siano state importanti – e rischiano di aggravarsi ulteriormente con l'accelerazione dell'inflazione, che ha indotto una nuova e altrettanto significativa risposta di politica economica;
2) l'inflazione in Italia segna +11,6 per cento a dicembre 2022, stando ai dati definitivi sull'indice nazionale dei prezzi al consumo diffusi dall'Istat a dicembre 2022. Il dato su base annua registra un lieve calo rispetto al +11,8 per cento del mese precedente, mentre è in aumento dello 0,3 per cento su base mensile. In media, l'inflazione italiana nel 2022 è cresciuta del +8,1 per cento, un aumento significativo se confrontato con il +1,9 per cento registrato nel 2021. Si tratta della crescita media annua più alta degli ultimi 37 anni: bisogna infatti risalire al 1985, quando si toccò il 9,2 per cento, per trovare un aumento del dato inflazionistico più ampio di quello osservato nell'anno appena concluso;
3) come rivelato dall'Istat, questo rialzo è dovuto principalmente a causa dell'andamento dei prezzi dei beni energetici (+50,9 per cento in media d'anno nel 2022, a fronte del +14,1 per cento del 2021). Al netto di questi beni, nell'anno che si chiude la crescita dei prezzi al consumo è pari a +4,1 per cento (da +0,8 per cento del 2021); in base alle stime, l'inflazione acquisita per il 2023 è pari al 5,1 per cento, molto più alta di quella osservata per il 2022, quando fu pari a +1,8 per cento;
4) sebbene nello scenario internazionale di fine anno si sia registrata una decelerazione delle spinte inflazionistiche innescata dall'orientamento restrittivo della politica monetaria nei principali Paesi europei e dalla moderazione dei prezzi dei prodotti energetici, l'inflazione in Italia al +8,1 per cento ha significato un aumento del costo della vita nel 2022 pari a 2.219 euro per una famiglia media, di cui oltre 500 euro solo sul carrello della spesa, ha spiegato di recente l'Unione nazionale consumatori;
5) nel terzo trimestre 2022, sempre stando ai dati Istat più recenti, il potere d'acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto ai tre mesi precedenti nonostante l'aumento del livello dei prezzi, mentre i consumi finali delle famiglie sono aumentati del 4,1 per cento, sostenuti anche dal ricorso delle famiglie ai risparmi accumulati. La propensione al risparmio è risultata, infatti, in calo di 1,9 punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti, raggiungendo livelli inferiori al periodo prepandemico;
6) il «carrello della spesa» di dicembre, che sintetizza i prezzi dei beni alimentari per la cura della casa e della persona, ha segnato una marginale decelerazione (12,6 per cento da 12,7 per cento di novembre). Nello stesso mese, l'inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi è accelerata (+5,8 per cento da 5,6 per cento) confermando la persistenza del fenomeno inflattivo;
7) il segnale sull'andamento generale dei prezzi per l'anno in corso proviene dall'inflazione acquisita dell'indice generale che, per il 2023, continua a mostrare una dinamica crescente (+5,1 per cento), dando la misura della diffusione del fenomeno inflattivo tra le diverse tipologie di beni al consumo;
8) come risulta dal report Istat pubblicato il 7 dicembre 2022, al 31 dicembre 2021 sono stati spesi 313 miliardi di euro per 23 milioni di prestazioni a favore di oltre 16 milioni di pensionati. Nel 2021 la spesa pensionistica è aumentata di 1,7 punti percentuali rispetto all'anno precedente (nel 2020 la variazione annua è stata di +2,3 punti percentuali) e rappresenta il 17,6 per cento del prodotto interno lordo (era il 18,5 per cento nel 2020 e il 16,7 per cento nel 2019). Dal 2000 al 2018 il rapporto tra spesa pensionistica e prodotto interno lordo non ha mai superato il 17 per cento, l'aumento registrato negli ultimi due anni è il risultato della contrazione del prodotto interno lordo come riflesso della pandemia (tavola 1 in allegato);
9) complessivamente, il 59,1 per cento delle singole prestazioni pensionistiche è di importo inferiore ai 1.000 euro lordi mensili. Considerando che il 32,1 per cento dei pensionati riceve più di una prestazione, il reddito pensionistico complessivo – dato dalla somma degli importi delle singole prestazioni – è comunque inferiore a tale soglia per un terzo dei pensionati (32,8 per cento). Nel 2021, il valore mediano dell'importo annuo delle singole prestazioni pensionistiche è di 8.897 euro, vale a dire che la metà delle pensioni prese singolarmente non supera questo importo;
10) forti differenze si rilevano con riferimento al genere, al territorio e alla tipologia di prestazione. Le donne sono la maggioranza sia tra i titolari di pensioni (55 per cento) sia tra i beneficiari (52 per cento), ma gli uomini percepiscono il 56 per cento dei redditi pensionistici. In media, l'importo di una pensione di una donna è più basso rispetto a quello riservato agli uomini per lo stesso tipo di pensione (11 mila contro 17 mila) e i redditi mediani percepiti dalle donne sono inferiori del 28 per cento rispetto a quelli degli uomini (14.529 contro 20.106 euro);
11) in media, per l'anno 2021, secondo la rilevazione sulle forze di lavoro, i pensionati da lavoro che percepiscono anche un reddito da lavoro sono 444 mila, in deciso aumento rispetto al 2020 (+13,3 per cento). Il gruppo è composto principalmente da uomini (in oltre tre casi su quattro), da residenti nelle regioni settentrionali (in due casi su tre) e da lavoratori non dipendenti (l'86,3 per cento) dei casi);
12) nel 2020, il reddito medio netto (esclusi i fitti figurativi) delle famiglie con pensionati è stimato in 33.543 euro (2.795 euro mensili), in lieve riduzione rispetto al 2019 sia in termini nominali (-0,8 per cento) che reali (-0,7 per cento) e, seppur di poco, superiore a quello delle famiglie senza pensionati (2.683 euro mensili) che subiscono una maggiore contrazione nei due anni (-1 per cento e –0,9 per cento rispettivamente in termini nominali e reali). La metà delle famiglie con pensionati ha un reddito netto inferiore ai 26.412 euro (2.201 euro mensili), valore mediano che scende a 22.995 euro nel Mezzogiorno, mentre si attesta intorno a 30.017 euro nel Centro e a 27.869 euro nel Nord;
13) le famiglie con pensionati presentano un reddito mediano lievemente più basso rispetto a quello delle famiglie senza pensionati. Tale situazione, però, si inverte se si considera il reddito netto familiare equivalente, cioè includendo l'effetto delle economie di scala e rendendo comparabili i livelli di benessere tra famiglie di diversa composizione. Infatti, il valore mediano in termini equivalenti è pari a 18.885 euro per le famiglie con pensionati contro i 17.025 euro delle restanti famiglie. Il vantaggio comparativo è ulteriormente avvalorato dal rischio di povertà che è pari al 14,6 per cento per le famiglie con pensionati e quindi di 10 punti percentuali e mezzo inferiore a quello delle restanti famiglie. Ciò conferma l'importante ruolo di protezione economico-sociale che i trasferimenti pensionistici rivestono in ambito familiare;
14) la presenza di un pensionato all'interno di nuclei familiari «vulnerabili» (genitori soli o famiglie in altra tipologia) riduce sensibilmente l'esposizione al rischio di povertà, rispettivamente dal 31,4 per cento al 15 per cento, e dal 33,9 per cento al 12,7 per cento;
15) in conseguenza delle marcate differenze territoriali nei livelli di reddito medio e mediano, le famiglie di pensionati del Sud e delle isole presentano nel 2020 un'incidenza del rischio di povertà due volte superiore a quella delle famiglie residenti al Centro e più che doppia rispetto a quelle del Nord. Nel 2021, l'indice di grave deprivazione materiale (presenza di almeno quattro su nove segnali di deprivazione riferiti all'indicatore Europa 2020) mostra un'inversione di tendenza rispetto all'anno precedente in linea con il quadro socio-economico fotografato dall'indicatore di rischio di povertà (anno 2020): si attenua la situazione di svantaggio delle famiglie senza pensionati rispetto a quelle in cui sono inclusi;
16) al fine di contrastare gli effetti negativi delle recenti vieppiù maggiori tensioni inflazionistiche, il Governo ha introdotto misure di revisione del cosiddetto meccanismo di indicizzazione o perequazione delle pensioni, un meccanismo di incremento annuale della rata pensionistica erogata dall'Inps, per adeguare l'importo della prestazione previdenziale all'aumento del costo della vita. L'aumento riconosciuto è basato sull'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati e ha l'obiettivo di non rendere i pensionati «più poveri» a causa dall'inflazione;
17) a tale riguardo, si noti che, fino a prima della più recente cosiddetta riforma Fornero, la legge 23 dicembre 2000, n. 388, aveva suddiviso – a partire dal 1° gennaio 2001 – la perequazione in tre fasce all'interno del trattamento pensionistico complessivo del regime generale Inps e l'adeguamento veniva concesso in misura piena, cioè al 100 per cento per le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo; scendeva al 90 per cento per le fasce di importo comprese tra tre e cinque volte il trattamento minimo; e ancora calava al 75 per cento per i trattamenti superiori a cinque volte il minimo; dal 1° gennaio 2012, il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, come noto, ha introdotto un blocco temporaneo, nel biennio 2012-2013, dell'indicizzazione per le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo di allora (ossia 1.405,11 euro nel 2011), rivisto poi parzialmente dal decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2015, n. 109, per rispondere ai rilievi della sentenza n. 70 del 2015 della Corte costituzionale. In quella sede era stata prevista una rivalutazione parziale anche degli assegni inferiori a sei volte il trattamento minimo, confermando il blocco totale di quelli superiori a tale soglia. La stessa Corte costituzionale, con la successiva sentenza n. 250 del 2017, ha riconosciuto legittimo il decreto-legge n. 65 citato, poiché «ha introdotto una nuova non irragionevole modulazione del meccanismo che sorregge la perequazione»;
18) dal 1° gennaio 2014, poi, la legge 27 dicembre 2013, n. 147, ha introdotto un nuovo strumento perequativo che, abbandonando i criteri di progressività, ha optato per una rivalutazione unica applicata direttamente sull'importo complessivo del trattamento pensionistico. Il meccanismo ha previsto altresì indici di perequazione meno favorevoli per i trattamenti superiori a tre volte il trattamento minimo;
19) la menzionata disciplina è rimasta in vigore, con limitate modifiche, sino al 31 dicembre 2021, allorché si è tornati ad una rivalutazione per scaglioni d'importo (cioè progressiva), che però, con la legge di bilancio 2023, è già tornata invero a calcolarsi sull'importo complessivo del trattamento per il biennio 2023-2024;
20) in particolare, la legge 29 dicembre 2022, n. 197, all'articolo 1, comma 309, reca, per gli anni 2023-2024, una disciplina speciale in materia di indicizzazione dei trattamenti pensionistici (ivi compresi quelli di natura assistenziale), prevedendo, rispetto alla disciplina a regime, una perequazione in termini più restrittivi per i casi in cui il complesso dei trattamenti pensionistici di un soggetto sia superiore a quattro volte il trattamento minimo del regime generale Inps (la perequazione è riconosciuta nella misura del 100 per cento della variazione dell'indice del costo della vita) e confermando, per i casi in cui il valore complessivo sia pari o inferiore al suddetto quadruplo, il relativo criterio vigente a regime (la perequazione è riconosciuta in misura variabile da 85 a 32 punti percentuali);
21) il successivo comma 310 prevede, per i trattamenti pensionistici (ivi compresi quelli di natura assistenziale) e in via aggiuntiva rispetto alla summenzionata perequazione automatica, un incremento transitorio – con riferimento esclusivo alle mensilità relative agli anni 2023 e 2024 – per i casi in cui il complesso dei trattamenti pensionistici di un soggetto sia pari o inferiore al trattamento minimo del regime generale Inps. Tale incremento è pari a 1,5 punti percentuali per l'anno 2023 – ovvero a 6,4 punti (in base alla modifica operata in sede di esame del provvedimento citato presso la Camera dei deputati, per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni) – e a 2,7 punti per l'anno 2024, e la seconda percentuale non si somma alla prima; l'incremento per il 2024 si applica, dunque, sulla base di calcolo al netto del primo incremento (fermo restando il previo adeguamento della medesima base in virtù della perequazione automatica);
22) nell'ambito della disciplina generale della perequazione, si fa riferimento (in via interpretativa) all'importo del trattamento minimo Inps nell'anno precedente a quello di applicazione della perequazione medesima, e gli incrementi a titolo di perequazione si basano sulla variazione dell'indice del costo della vita, decorrendo dal 1° gennaio dell'anno successivo a quello di riferimento. Più in particolare, la decorrenza dal 1° gennaio dell'anno successivo concerne sia l'incremento riconosciuto in base alla variazione dell'indice del costo della vita relativa all'anno precedente e provvisoriamente accertata, ai sensi dell'articolo 24, comma 5, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, con decreto ministeriale (nel caso più recente, si veda il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali del 10 novembre 2022), sia l'eventuale conguaglio, relativo alla differenza tra il valore – definitivamente accertato con il suddetto decreto – della variazione dell'indice relativo al penultimo anno precedente e il valore provvisoriamente accertato con il precedente decreto annuo. Tale eventuale conguaglio comprende il ricalcolo, in via retroattiva, dei ratei di pensione decorrenti dal 1° gennaio dell'anno precedente;
23) riguardo alla giurisprudenza costituzionale in materia di perequazione, si noti che la Corte costituzionale con la già citata sentenza n. 70 del 2015 ha stabilito che: «L'interesse dei pensionati, in particolar modo di quelli titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata»;
24) la Consulta ha altresì più volte ammesso la legittimità di interventi legislativi che incidono sull'adeguamento degli importi dei trattamenti pensionistici, a condizione che vengano rispettati limiti di ragionevolezza e proporzionalità: in questa ottica, quindi, non riconoscere la rivalutazione automatica a trattamenti pensionistici superiori di un certo numero di volte il trattamento minimo Inps può tradursi quale misura di bilanciamento tra diritti di prestazione sociale ed equilibrio economico-finanziario;
25) che sia necessaria «gradualità nell'attuazione dei valori costituzionali che imponga rilevanti oneri a carico del bilancio statale», come affermato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 260 del 1990, appare un principio da tenere in debito conto soprattutto a seguito della riforma dell'articolo 81 della Costituzione e dell'approvazione della legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1, sull'introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale;
26) in tal senso, il meccanismo di perequazione automatica delle pensioni va valutato alla luce degli orientamenti della giurisprudenza costituzionale secondo i quali se è vero che occorre assicurare una ragionevole corrispondenza tra dinamica delle pensioni e dinamica delle retribuzioni (si confronti Corte costituzionale, sentenze n. 226 del 1993 e n. 42 del 1993), è altrettanto vera l'esclusione di un diritto automatico e totalizzante alla rivalutazione del trattamento pensionistico, soprattutto quando tale diritto possa essere diversamente modulato, per fasce di reddito e limitato temporalmente;
27) esemplare in questo senso è la sentenza n. 316 del 2010, secondo la quale «dal principio enunciato nell'articolo 38 della Costituzione non può farsi discendere, come conseguenza costituzionalmente necessitata, quella dell'adeguamento con cadenza annuale di tutti i trattamenti pensionistici. E ciò, soprattutto ove si consideri che le pensioni incise dalla norma impugnata, per il loro importo piuttosto elevato presentano margini di resistenza all'erosione determinata dal fenomeno inflattivo. L'esigenza di una rivalutazione sistematica del correlativo valore monetario è, dunque, per esse meno pressante di quanto non sia per quelle di più basso importo»;
28) similmente, la sentenza della Corte costituzionale n. 234 del 2020, facendo riferimento anche a precedenti sentenze della stessa Corte di costituzionale, ha rilevato che il carattere parziale, per alcuni trattamenti pensionistici, della rivalutazione al costo della vita non costituisce, di per sé, una violazione del principio di adeguatezza dei trattamenti previdenziali (principio di cui all'articolo 38, secondo comma, della Costituzione) e che, nella valutazione del rispetto o meno (da parte di normative che presentino il suddetto effetto) di tale principio, sono fondamentali «la considerazione differenziata dei trattamenti di quiescenza in base al loro importo», nonché la sussistenza di una «motivazione sostenuta da valutazioni della situazione finanziaria basate su dati oggettivi, emergenti, ad esempio, dalle relazioni tecniche di accompagnamento delle misure legislative»,
impegna il Governo:
1) al fine di contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche, nel pieno ed effettivo rispetto del principio costituzionale di adeguatezza dei trattamenti previdenziali, e in ogni caso sulla base di un ragionevole bilanciamento dei valori costituzionali:
a) ad adottare le iniziative di competenza, volte a prevedere che il trattamento minimo del regime generale Inps sia almeno pari a 1.000 euro nella misura netta;
b) al fine di proseguire nel tentativo di attenuare l'impatto della tassazione attraverso la previsione di una detrazione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) da applicare in misura progressiva, fino a determinate soglie, ai redditi derivanti da pensione, ad adottare le opportune iniziative di carattere normativo volte a riorganizzare e armonizzare le detrazioni per redditi da pensione, estendendo la misura di cui all'articolo 1, comma 2, capoverso lettera b), della legge 30 dicembre 2021, n. 234;
c) ad adottare le opportune iniziative, anche di carattere normativo, volte alla definizione di un diverso indice per la rivalutazione delle pensioni, maggiormente rappresentativo della struttura dei consumi dei pensionati e volto a proteggere il potere d'acquisto del trattamento previdenziale degli stessi, tenendo conto delle sostanziali differenze che li caratterizzano con riferimento al genere, al territorio e alla tipologia di prestazione;
d) a definire una revisione del meccanismo di indicizzazione che garantisca nel tempo l'altezza del trattamento pensionistico minimo, alla stregua delle risorse finanziarie attingibili e fatta salva la garanzia irrinunciabile delle esigenze minime di protezione della persona;
e) a valutare l'opportunità di separazione contabile tra previdenza e assistenza, tra spesa per le pensioni maturate a fronte di contributi versati e spesa di pura assistenza, a tale scopo anche adottando le opportune iniziative di carattere normativo volte alla ricostituzione della commissione tecnica incaricata dello studio sulla classificazione e comparazione, a livello europeo e internazionale, della spesa pubblica nazionale per finalità previdenziali e assistenziale, di cui all'articolo 1, comma 475, della legge 27 dicembre 2019, n. 160.
(1-00052) «Aiello, Francesco Silvestri, Barzotti, Carotenuto, Tucci, Torto, Dell'Olio, Carmina, Donno».
La Camera,
premesso che:
1) il quadro normativo che regola il sistema previdenziale italiano è ispirato ed adeguato ai principi fondamentali incardinati nella Costituzione italiana;
2) in particolare, l'articolo 38 della Carta costituzionale stabilisce che: «Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L'assistenza privata è libera», riservando al legislatore l'importante compito di regolare tale materia;
3) l'Unione europea è intervenuta sulla materia in oggetto relativamente alle attività e alla vigilanza degli enti pensionistici aziendali o professionali (direttiva 2016/2341/UE e 2003/41/CE), nonché sui requisiti minimi per accrescere la mobilità dei lavoratori tra Stati membri migliorando l'acquisizione e la salvaguardia di diritti pensionistici complementari (direttiva 2014/50/UE) e ha istituito l'Autorità europea di vigilanza – Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali – (regolamento n. 1094/2010/UE);
4) dal 1992 in poi in Italia si è intervenuti con cadenza annuale sul sistema pensionistico nazionale che attualmente si basa sul criterio della ripartizione, ovvero i contributi che i lavoratori e le aziende versano agli enti di previdenza vengono utilizzati per pagare le pensioni di coloro che hanno lasciato l'attività lavorativa; per far fronte al pagamento delle pensioni future, dunque, non è previsto alcun accumulo di riserve finanziarie;
5) le riforme strutturali sono state finalizzate al progressivo controllo della spesa pubblica per le pensioni in modo che non assuma dimensioni troppo elevate rispetto al prodotto interno lordo, all'istituzione di un sistema di previdenza complementare da affiancare a quello pubblico, all'introduzione di alcuni elementi di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro utilizzando anche la previdenza complementare;
6) il sistema previdenziale è da anni al centro delle attenzioni politiche e di interventi motivati in gran parte dalla necessità di dare attuazione alle prescrizioni europee o per far fronte a necessità di bilancio prodottesi nel corso degli anni a seguito dei cambiamenti della nostra società, come ad esempio la maggiore aspettativa di vita o il calo del flusso delle entrate contributive, quest'ultimo legato ad un aumento della disoccupazione e della denatalità. Denatalità che nel 2021 ha subito un ulteriore calo dell'1,1 per cento rispetto al 2020 e del 30,6 per cento rispetto al 2008;
7) i dati Istat di dicembre 2022 in materia di previdenza attestano che nel 2021 in Italia risultavano 16.041.202 pensionati per un totale di 22.758.797 prestazioni previdenziali, ovvero una media di 1,4 pro capite. Mediamente il valore di una pensione annua si aggira intorno ai 13.753 euro, ovvero 10.985 euro per le donne e 17.136 euro per gli uomini;
8) i pensionati al minimo risultano essere circa 3.674.259, dei quali più di 1 milione e mezzo percepiscono un valore pari o inferiore a 500 euro al mese, mentre il restante milione percepisce tra i 500 e i 1.000 euro al mese;
9) il Governo Berlusconi, con la legge n. 448 del 2001, a decorrere dal 1° gennaio 2002, ha elevato gli importi delle pensioni minime a 1 milione di lire per tutte le persone con età superiore a 70 anni e con un reddito allora al di sotto di 13 milioni di lire, con la finalità di prevedere un aiuto concreto in favore delle fasce di popolazione più disagiate;
10) disagio che oggi, dopo oltre 20 anni da quella riforma, molti pensionati sono tornati a vivere considerato l'aumento del costo della vita media, che secondo i dati Istat, oggi è pari a circa 2.437 euro mensili, che si traducono per un single tra 1.200 e 1.700 euro al mese, mentre per una famiglia tra 2.200 e 2.700 euro al mese;
11) la lettura di tali dati dovrebbe indurre ad un'attenta riflessione, perché significa che quasi 4 milioni di pensionati oggi vivono al di sotto della soglia di povertà;
12) un primo, parziale, passo avanti in tal senso è stato compiuto con la legge di bilancio per l'anno 2023 che, per le persone con più di 75 anni ha innalzato, per il medesimo anno, l'importo minimo delle pensioni a 600 euro mensili;
13) presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, su iniziativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali è stato avviato un «cantiere pensioni» al fine di impostare una riforma di sistema previdenziale;
14) dal confronto con le associazioni sindacali sono già emersi vari aspetti quali, ad esempio, l'accesso alla pensione ai 62 anni, colmare i vuoti di contribuzione conseguenti alla precarietà giovanile, valorizzare il lavoro delle donne all'interno delle famiglie con l'anticipo pensionistico per ogni figlio avuto, rendere strutturale opzione donna nella sua versione originale e ripristinare la rivalutazione delle pensioni colpite da più di 10 anni di blocco della perequazione;
15) l'abrogazione a decorrere dall'anno 2024 della misura denominata reddito di cittadinanza, prevista dalla legge di bilancio per l'anno 2023, ha liberato in bilancio circa 7 miliardi di euro a regime, appostati per il momento sul capitolo n. 3552 dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
16) parte di queste risorse potrebbero essere utilizzate per finanziare una misura volta ad innalzare in maniera strutturale l'attuale importo minimo delle pensioni, misura che rientrerebbe a pieno titolo nell'ambito della lotta alla povertà, con particolare riferimento alle persone più anziane e come tali più fragili della nostra società,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative volte a confermare l'innalzamento a 600 euro mensili dell'importo minimo delle pensioni per le persone ultrasettantacinquenni di cui all'articolo 1, comma 310, della legge 197 del 2022;
2) ad individuare le risorse e le modalità per prevedere un incremento progressivo, da realizzarsi nell'arco della legislatura, dell'importo minimo delle pensioni, dando priorità, nell'individuazione della platea, ai soggetti ritenuti più deboli individuati sulla base di una valutazione che tenga conto dell'età, del reddito complessivo.
(1-00096) «Cattaneo, Tenerini, Barelli, Tassinari, Arruzzolo, Bagnasco, Battilocchio, Battistoni, Benigni, Deborah Bergamini, Calderone, Cannizzaro, Cappellacci, Caroppo, Casasco, Cortelazzo, Dalla Chiesa, D'Attis, De Palma, Fascina, Gatta, Mangialavori, Marrocco, Mazzetti, Mulè, Nevi, Orsini, Nazario Pagano, Patriarca, Pella, Pittalis, Polidori, Rossello, Rubano, Paolo Emilio Russo, Saccani Jotti, Sala, Sorte, Squeri, Tosi».
La Camera,
premesso che:
1) le proiezioni di finanza pubblica per l'anno 2024 indicano un deficit tendenziale del 3,5 per cento e il mantenimento dell'obiettivo del 3,7 per cento del prodotto interno lordo produrrebbe uno «spazio di bilancio» di circa 0,2 punti di prodotto interno lordo, da destinare al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento delle cosiddette «politiche invariate» a partire dal 2024 e alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026 e concorrerà a una significativa revisione della spesa pubblica e a una maggiore intesa tra fisco e contribuente;
2) sulla base di tali previsioni, i margini per il 2024 si attestano a soli 4,5 miliardi di euro;
3) il 2022 si è caratterizzato per i marcati aumenti di prezzo, diffusi tra le voci di spesa, tra cui spiccano quelle dei beni energetici. L'inflazione al consumo ha raggiunto nel complesso del 2022 l'8,1 per cento (dall'1,9 del 2021), il valore più alto dal 1985. Nel 2023 l'inflazione dovrebbe ridursi molto gradualmente (al 7,0 per cento contro l'8,7 del 2022), per scendere ulteriormente nel 2024 intorno al 5 per cento. Un valore che rispetto alla media dell'ultimo decennio risulta ancora molto alto, riducendo ulteriormente il valore d'acquisto di salari, stipendi e pensioni;
4) per i lavoratori e i pensionati le misure portate avanti dal Governo in questi primi mesi di legislatura si caratterizzano per un'accentuazione della precarizzazione del mercato del lavoro – dapprima con la reintroduzione dei «voucher lavoro» nella legge di bilancio per il 2023 e, ora, con il decreto-legge n. 48 del 2023 con una loro ulteriore estensione e con la sostanziale liberalizzazione del ricorso ai contratti a tempo determinato. Strumenti che colpiranno soprattutto i giovani e le donne, contribuendo a rendere sempre più incerto il futuro di tanti lavoratori, precarizzandone non solo la condizione economica, ma anche quella esistenziale e pregiudicandone ulteriormente il loro futuro previdenziale;
5) sul piano del potere di acquisto di salari e pensioni, erosi dall'inflazione, l'azione del Governo si è caratterizzata per un'aprioristica contrarietà ad ogni forma di introduzione, anche sperimentale, dello strumento del salario minimo legale e dall'inerzia per quanto concerne la messa in campo di interventi per favorire i rinnovi dei contratti collettivi – in alcuni casi scaduti da molti anni –, con la conseguenza che, oltre a ridurre ulteriormente la quota di reddito dei lavoratori italiani, con il mancato adeguamento del montante contributivo generale, si finisce per incidere negativamente anche sulla stessa sostenibilità complessiva del sistema pensionistico;
6) per quanto attiene più direttamente i temi previdenziali, va rilevato che, sulla base delle richiamate disponibilità finanziarie evidenziate dal documento di economia e finanza, si può considerare del tutto irrealistica la possibilità di interventi che possano portare alla cosiddetta «fuoriuscita dalla Fornero». Una delle principali promesse elettorali di alcune forze che sostengono il Governo. Al contrario, si è quasi azzerato l'istituto di «opzione donna», non solo nel 2023, ma anche per gli anni a venire. Una misura che, introdotta dall'allora Ministro Maroni con l'articolo 1, comma 9, della legge n. 243 del 2004, è sempre stata prorogata da tutti i Governi sino al 2022;
7) uno dei profili che maggiormente rendono incerto e squilibrato il sistema previdenziale italiano è determinato dal progressivo invecchiamento della popolazione – conseguenza del costante calo delle nascite – e la contestuale diffusione di rapporti di lavoro precari e discontinui. Condizioni di lavoro che coinvolgono prioritariamente i giovani e le donne e che determineranno, se non si predisporranno gli opportuni interventi correttivi, l'ampliarsi della platea dei pensionati poveri, con trattamenti pensionistici inadeguati a garantire una qualità della vita dignitosa, così come previsto dall'articolo 38, secondo comma, della Costituzione;
8) a riprova della sostanziale impossibilità di dare corso alla citata promessa elettorale in materia previdenziale, va ricordato il sostanziale stallo del confronto con le parti sociali su questo tema, il cui ultimo tavolo risale al 13 febbraio 2023 e, da ultimo, sostituito con un nuovo organismo tecnico, l'Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell'impatto della spesa previdenziale e l'analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico;
9) per di più, non può non essere evidenziato come il Governo in carica abbia utilizzato il settore previdenziale quale fonte di finanziamento di politiche fiscali più che discutibili, come nel caso della mancata indicizzazione delle pensioni medio-alte che, come ammesso dallo stesso Ministro dell'economia e delle finanze, ha comportato per il solo triennio 2023-2025 un taglio degli assegni pensionistici pari a 10 miliardi di euro e pari a 35,8 miliardi di euro fino al 2032. Secondo uno studio dello Spi Cgil, è stato calcolato che con il meccanismo di perequazione degli assegni pensionistici introdotto dalla legge di bilancio per il 2023 saranno 4,3 milioni, pari ad oltre un terzo degli 11,2 milioni delle pensioni di vecchiaia, a subire una decurtazione delle pensioni;
10) le prestazioni del sistema pensionistico italiano vigenti al 31 dicembre 2021 sono risultate pari a 22.758.797, per un ammontare complessivo annuo di 313.003 milioni di euro, che corrisponde a un importo medio per prestazione di 13.753 euro. I beneficiari di prestazioni pensionistiche sono stati, sempre nell'anno 2021, pari a 16.098.748. Di questi, sebbene le donne rappresentino il 52 per cento, gli uomini percepiscono il 56 per cento dei redditi pensionistici: l'importo medio dei redditi percepiti dalle donne è, infatti, inferiore rispetto a quello degli uomini del 27 per cento (16.501 contro 22.598 euro);
11) per quanto concerne la distribuzione in base agli importi degli assegni pensionistici si rileva che il 73,5 per cento del totale dei trattamenti ha importi inferiori a 1.500 euro lordi mensili e circa la metà di essi (8,6 milioni) ha importi compresi tra 500 e 1.000 euro mensili; le pensioni fino a 500 euro sono circa 5 milioni e costituiscono il 21,7 per cento del totale, mentre quelle tra 1.000 e 1.500 euro sono 3,3 milioni, pari al 14,3 per cento del totale. I restanti 6 milioni di pensioni (il 26,5 per cento del totale) superano i 1.500 euro lordi mensili;
12) solo dal 2007, grazie ad una misura varata dall'allora Governo di centro-sinistra, i circa 5 milioni di pensionati che percepiscono trattamenti pensionistici non superiori a 500 euro mensili hanno potuto beneficiare della cosiddetta «quattordicesima». Un aiuto concreto e strutturale che ha rappresentato un sostegno importante per tanti pensionati con redditi molto bassi. Uno strumento molto importante anche perché tiene conto degli anni di contribuzione e veicola quindi l'importante messaggio per cui i contributi versati vengono comunque valorizzati, sia per determinare la misura della pensione, nel momento della liquidazione, sia successivamente, per determinare la misura del sostegno nel caso si sia maturata una pensione bassa. Uno strumento, quindi, che meriterebbe di essere riproposto aumentandone gli importi e la platea di applicazione;
13) tra i tanti profili che caratterizzano e spesso condizionano il dibattito sul tema previdenziale vi è la questione della incidenza della spesa pensionistica rispetto al prodotto interno lordo, soprattutto in raffronto con la media dei Paesi dell'Unione europea. A tal proposito andrebbe ricordato come il dato italiano risulti ancora fortemente condizionato dal fatto che, da un lato, l'onere complessivo dei trattamenti pensionistici viene computato al lordo degli oneri fiscali – ovvero una partita di giro per il bilancio dello Stato –, dall'altro, dal fatto che ancora non si sia giunti ad applicare la doverosa distinzione e separazione dei due grandi capitoli della spesa previdenziale e di quella assistenziale;
14) basti pensare che, secondo autorevoli studi, l'Italia, che viene indicata come avere una spesa pari al 16,5 per cento del prodotto interno lordo, contro una media europea del 12,4 per cento, in realtà, ha una spesa per le pensioni – comprensiva delle integrazioni al minimo, maggiorazioni sociali e gestione assistenziale per i dipendenti pubblici, che valgono 20,3 miliardi di euro – che è ammontata nel 2019 a 230,25 miliardi di euro, ovvero pari al 12,88 per cento del prodotto interno lordo;
15) anche per quanto attiene ai profili fiscali, va sottolineato come nell'anno di imposta 2021, circa l'84 per cento della base imponibile dell'Irpef attiene a reddito da lavoro dipendente (e assimilati) e pensioni ed è, pertanto, necessario che eventuali ipotesi di riduzione del carico tributario siano finalizzate prioritariamente ai redditi bassi e medi compresi in tali categorie,
impegna il Governo:
1) ad adottare una nuova impostazione della politica di bilancio che metta al centro il tema del superamento dei divari sociali, avendo a riferimento, in particolare, la condizione di milioni di pensionati con trattamenti pensionistici al di sotto dei mille euro mensili;
2) a riprendere un serio e serrato confronto con le parti sociali, in vista della legge di bilancio per il 2024, per individuare le soluzioni più opportune per superare le attuali rigidità del sistema pensionistico, soprattutto in vista del progressivo e definitivo passaggio al metodo di calcolo contributivo, nonché per prevedere l'introduzione di una pensione di garanzia per i giovani lavoratori;
3) ad individuare le opportune risorse per ampliare gli importi e la platea dei beneficiari della cosiddetta «quattordicesima», introdotta ai sensi dell'articolo 5, commi da 1 a 4, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127;
4) ad adottare, sin dal primo provvedimento utile, le opportune iniziative volte a ripristinare l'istituto di «opzione donna» nei termini previgenti la legge di bilancio per il 2023;
5) a riconsiderare, nell'ambito del citato confronto con le parti sociali, l'esigenza di individuare le soluzioni più appropriate per delineare una puntuale contabilizzazione e separazione della spesa assistenziale e di quella previdenziale;
6) ad adottare le iniziative di competenza volte a ripristinare un meccanismo di perequazione degli assegni pensionistici all'andamento dell'inflazione che non penalizzi ulteriormente i trattamenti dei lavoratori che, avendo sempre contribuito regolarmente al finanziamento del sistema previdenziale, hanno avuto profili professionali o percorsi di carriera in base ai quali hanno maturato pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo Inps;
7) nell'ambito della delega per la riforma del sistema fiscale, a finalizzare eventuali riduzioni del carico tributario prioritariamente ai redditi di pensione e di lavoro dipendente e assimilati, a partire da quelli bassi e medi.
(1-00152) «Scotto, Guerra, Gribaudo, Fossi, Laus, Sarracino, Ghio».
La Camera,
premesso che:
1) il dato preliminare sull'inflazione per il mese di maggio 2023, comunicato dall'Istat, registra un aumento dello 0,3 per cento su base mensile e del 7,6 per cento su base annua, dopo che a dicembre 2022 l'inflazione segnava un +11,6 per cento su base annua;
2) l'impatto dell'inflazione nel 2022, misurata dall'Ipca, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa +12,1 per cento che per quelle con maggiore capacità di spesa +7,2 per cento;
3) da un recente studio della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) su dati della Banca d'Italia, riportata da vari organi di stampa, i soli depositi bancari delle famiglie sono passati da 1.163,425 miliardi di euro del dicembre 2021 a 1.149,194 miliardi di euro del marzo 2023, con una diminuzione di 14,231 miliardi euro;
4) l'elevata inflazione incide pesantemente sul potere di acquisto e sull'accesso a servizi essenziali, in particolare di pensionati e lavoratori con redditi mediobassi, che vedono consumarsi anche i loro risparmi;
5) l'Inps ha pubblicato il 22 marzo 2023 il report sulle prestazioni pensionistiche aggiornate a gennaio 2023. Dai dati emerge una spesa complessiva di 231 miliardi di euro per le prestazioni erogate, in prevalenza pensioni di vecchiaia per il Nord Italia, dove si concentra il maggior numero di residenti del Paese. Gli importi arrivano in media 1.400 euro mensili, mentre l'età media dei pensionati è di 71,4 anni per gli uomini;
6) a gennaio 2023, il pagamento delle pensioni 2023 pesa sulle casse dello Stato per ben 231 miliardi di euro, di cui 206,6 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 24,4 miliardi da quelle assistenziali. In generale, le prestazioni erogate dall'Inps sono 17 milioni, di cui molte sono pensioni da vecchiaia, maturate da lavoro dipendente; al secondo posto si collocano quelle di tipo assistenziale, in particolare le pensioni di invalidità civile;
7) il Nord Italia è caratterizzato da un numero di pensioni di vecchiaia e superstiti maggiore, seguito dal Centro e dal Mezzogiorno, mentre l'ordine si inverte per le pensioni di categoria, di invalidità previdenziale e per le prestazioni assistenziali. L'età media dei pensionati è di circa 71 anni, mentre l'assegno medio mensile varia da un minimo di 750 euro ad un massimo di circa 1456,71 euro;
8) l'importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.359,53 euro, con un valore più elevato al Nord Italia (1.456,71 euro). Sempre dai dati emerge una distribuzione delle pensioni concentrata nelle classi basse;
9) gli assegni vedono una ripartizione geografica: il 55,3 per cento viene erogato in Italia settentrionale (per la vecchiaia la percentuale passa al 60,2 per cento); il 24,3 per cento in Italia meridionale e Isole (per pensioni e assegni sociali la percentuale passa al 55,7 per cento); il 19,7 per cento in Italia centrale; lo 0,7 per cento a soggetti residenti all'estero;
10) il 46,5 per cento delle pensioni è di natura assistenziale, circa il 6,1 per cento, con un importo complessivo delle pensioni pagate a gennaio 2023 di una spesa di 14,2 miliardi di euro. Le prestazioni di tipo assistenziale sono costituite per il 20,3 per cento da pensioni e assegni sociali, di cui il 37,5 per cento erogate a uomini; il restante 79,7 per cento delle prestazioni sono erogate ad invalidi civili sotto forma di pensione e/o indennità. Di cui: 612.405 sole pensioni; 1.807.182 sole indennità di accompagnamento; 98.193 pensioni e indennità di accompagnamento insieme, per un totale complessivo di 2.817.780 invalidi civili;
11) nella distribuzione per classi di importo mensile delle pensioni, una forte concentrazione si riferisce alle classi basse: il 55,8 per cento delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro. Delle 9.883.267 pensioni con importo inferiore a 750 euro, il 43,1 per cento (4.272.173) beneficia di prestazioni legate a bassi redditi, come integrazioni al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile;
12) le erogazioni pensionistiche dovrebbero garantire standard di vita adeguati e dignitosi, ma i dati dell'inflazione, gli elevati costi energetici e gli aumenti della spesa alimentare hanno reso evidente l'impossibilità di garantire standard di vita adeguati e dignitosi con gli attuali importi pensionistici minimi e hanno fortemente eroso il potere di acquisto della maggior parte dei pensionati;
13) studi riferiscono che, per portare a 1.000 euro il reddito pensionistico di tutti i percettori di pensione minima, il costo della riforma sarebbe di circa 19,5 miliardi di euro. Aggiungendo i pensionati con un reddito fino a due volte il minimo (la maggior parte dei quali ha un reddito pensionistico inferiore a 1.000 euro) il conto sale a 31,2 miliardi di euro, da qui la necessità di prevedere un aumento graduale delle pensioni da portare fino a 1.000 euro netti entro la legislatura;
14) tale aumento della spesa non considera le maggiori entrate che deriverebbero dal rigoroso contrasto all'evasione fiscale e contributiva, considerando che il tax gap sfiora i 100 miliardi di euro, come emerge dalla «Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva» del 2022;
15) se i pensionati, in particolare quelli che percepiscono importi inferiori ai mille euro al mese, sono particolarmente esposti agli effetti dell'inflazione e al «caro vita»; si deve sempre rammentare che l'articolo 38 della Costituzione stabilisce l'impegno dello Stato a garantire mezzi adeguati alle loro esigenze di vita e che ad oggi si tratta di un principio costituzionale inattuato, ma che resta un obiettivo prioritario da perseguire,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative volte a provvedere, già a partire dal disegno di legge di bilancio per il 2024, all'aumento graduale, comunque entro il termine della legislatura, delle pensioni che risultano sotto la soglia di povertà, attraverso il potenziamento e l'allargamento della cosiddetta quattordicesima, anche prevedendo la riduzione del prelievo fiscale su tali assegni pensionistici, non solo per contrastare gli effetti dell'inflazione ma anche per garantire l'attuazione di quanto previsto dall'articolo 38 della Costituzione;
2) ad assumere le opportune iniziative al fine della stabilizzazione ed estensione alle persone ultrasessantacinquenni dell'importo minimo recato dall'articolo 1, comma 310, della legge n. 197 del 2022;
3) ad adottare le necessarie iniziative al fine di prevedere che l'indice di rivalutazione automatica delle pensioni sia applicato nella misura del 100 per cento per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici fino a sei volte il trattamento minimo Inps;
4) ad attivarsi, attraverso il massimo coinvolgimento delle parti sociali, per la predisposizione di una riforma organica del sistema previdenziale che garantisca un'adeguata copertura previdenziale ai giovani, oggi preda di bassa stipendi e lavori precari, e che contenga criteri di maggiore equità e solidarietà interna al sistema stesso, anche in riferimento alla separazione contabile tra previdenza e assistenza e anche attraverso l'istituzione di una pensione contributiva di garanzia;
5) a un rigoroso e deciso contrasto all'evasione contributiva e all'adozione di iniziative volte a destinare, nell'ambito dell'eventuale riduzione del carico fiscale, prioritariamente tale riduzione ai redditi da pensione e da lavoro dipendente con redditi medio-bassi, compensando tale intervento tramite i maggiori introiti derivanti dall'introduzione di un'imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni.
(1-00153) «Mari, Zanella, Grimaldi, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Piccolotti, Zaratti».