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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 20 giugno 2023

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 20 giugno 2023.

  Albano, Ascani, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Benzoni, Bignami, Bitonci, Bonetti, Braga, Caiata, Cappellacci, Carloni, Cavo, Cecchetti, Cesa, Cirielli, Colosimo, Enrico Costa, Sergio Costa, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Fassino, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gardini, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Graziano, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Loperfido, Lupi, Magi, Mangialavori, Mantovani, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Onori, Orlando, Osnato, Nazario Pagano, Pellegrini, Pichetto Fratin, Pietrella, Prisco, Quartapelle Procopio, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Paolo Emilio Russo, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Toccalini, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albano, Ascani, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Benzoni, Bignami, Bitonci, Bonetti, Braga, Caiata, Cappellacci, Carloni, Cavo, Cecchetti, Cesa, Cirielli, Colosimo, Enrico Costa, Sergio Costa, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Fassino, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gardini, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Graziano, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Loperfido, Lupi, Magi, Mangialavori, Mantovani, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Onori, Orlando, Osnato, Nazario Pagano, Pellegrini, Pichetto Fratin, Pietrella, Pizzimenti, Prisco, Quartapelle Procopio, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Paolo Emilio Russo, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Toccalini, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 19 giugno 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   DI LAURO ed altri: «Istituzione del servizio di psicologia del territorio e delle cure primarie nonché della figura professionale dello psicologo delle cure primarie» (1228);

   PELLA: «Istituzione della Giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città» (1229);

   DE MONTE: «Modifiche alla legge 15 gennaio 1992, n. 21, e altre disposizioni in materia di organizzazione dei servizi e concorrenza nel settore del trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea» (1230).

  Saranno stampate e distribuite.

Ritiro di proposte di legge.

  In data 19 giugno 2023 il deputato Bicchielli ha comunicato, anche a nome dei cofirmatari, di ritirare la seguente proposta di legge:

   BICCHIELLI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio cibernetico e sull'attuazione delle strategie e delle misure di sicurezza nazionali» (931).

  La proposta di legge sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia):

  ROSATO: «Disciplina dell'attività di tutela e di recupero stragiudiziale dei crediti per conto di terzi» (380) Parere delle Commissioni I, V, VI, VII, X, XI e XIV.

   XI Commissione (Lavoro):

  AMATO ed altri: «Proroga dell'efficacia delle graduatorie dei concorsi ordinari per il reclutamento del personale docente per posti comuni e di sostegno della scuola dell'infanzia e primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, indetti con decreti del Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione 21 aprile 2020, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 34 del 28 aprile 2020» (1101) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XII.

Assegnazione del programma di lavoro della Commissione europea e della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.

  La comunicazione recante il programma di lavoro della Commissione per il 2023 – Un'Unione salda e unita (COM(2022) 548 final), corredata dai relativi allegati (COM(2022) 548 final – Annexes 1 to 3), di cui è stato dato annuncio nella seduta del 9 novembre 2022, e la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023 (Doc. LXXXVI, n. 1), annunciata in data odierna, sono assegnati, per l'esame generale, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e, per l'esame delle parti di rispettiva competenza, a tutte le altre Commissioni permanenti nonché al Comitato per la legislazione.

Trasmissione dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 15 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la relazione concernente l'attività e le deliberazioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), riferita all'anno 2022 (Doc. CLXXVI, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.

  Il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, con lettera in data 19 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023 (Doc. LXXXVI, n. 1).

Annunzio di progetti
di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 19 giugno 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul riesame degli interventi di emergenza per far fronte ai prezzi elevati dell'energia in conformità del regolamento (UE) 2022/1854 del Consiglio (COM(2023) 302 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  La Corte dei conti europea, in data 19 giugno 2023, ha comunicato la pubblicazione della relazione speciale n. 15/2023 – La politica industriale dell'Unione europea in materia di batterie, che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZA E INTERROGAZIONI

Iniziative di competenza per promuovere l'adozione dei registri telematici regionali dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche – 3-00345

A) Interrogazione

   D'ALFONSO, LAUS, MALAVASI, FORATTINI, VACCARI, UBALDO PAGANO, GHIO, MARINO, TONI RICCIARDI, STEFANAZZI, GIRELLI, BERRUTO, CARÈ, CIANI, LAI e BONAFÈ. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   l'articolo 32, comma 21, della legge 28 febbraio 1986, n. 41 e successivamente integrato con l'articolo 24 comma 9, della legge n. 104 del 1992, ha introdotto il P.e.b.a., Piano di eliminazione delle barriere architettoniche, uno strumento necessario per monitorare e superare le barriere architettoniche insistenti sul territorio;

   il P.e.b.a., di cui ogni ente locale dovrebbe dotarsi, è teso a rilevare e classificare tutte le barriere architettoniche presenti in un'area circoscritta e può riguardare edifici pubblici o porzioni di spazi pubblici urbani;

   dalla sopra indicata legge del 1986 ad oggi le finalità e i contenuti del piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche si sono, di fatto, arricchiti delle progressive stratificazioni normative, internazionali – Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006 – e nazionali – decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 4 ottobre 2013;

   è opinione degli interroganti che governare l'insieme delle caratteristiche spaziali e organizzative dell'ambiente che ci circonda, possa incidere sulle capacità di fruizione da parte di chiunque, anche in relazione all'età, in situazione temporanea o permanente di ridotta attività motoria, psicosensoriale e cognitiva;

   l'adozione del P.e.b.a. rende percepibile nei territori il principio di eguaglianza sostanziale, per cui situazioni diverse comportano differenti trattamenti e, altresì, implicano un ruolo maggiormente attivo da parte delle persone disabili nel costruire la propria vita, se non altro nel senso di vederle come persone che hanno sì necessità di ricevere, ma sono capaci anche di dare, svolgendo un ruolo attivo nella società;

   risulta agli interroganti che ad oggi, alcune regioni, come l'Abruzzo, non abbiano ancora approvato il P.e.b.a., e che quindi siano sprovviste di un registro regionale telematico dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche, necessario per monitorarne e promuoverne l'adozione del piano da parte dei comuni, delle province e delle città metropolitane –:

   se i Ministri interrogati siano al corrente della situazione esposta in premessa e, per quanto di loro competenza, non ravvisino l'urgenza di promuovere iniziative di competenza al fine di rendere certa l'adozione nelle regioni del nostro Paese del registro telematico regionale dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche (P.e.b.a.);

   quali siano i dati aggiornati, aggregati e distinti per regione, relativi all'adozione del P.e.b.a.
(3-00345)


Iniziative di competenza volte a garantire la reindustrializzazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali dello stabilimento Whirlpool di Napoli – 2-00005

B) Interpellanza

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, per sapere – premesso che:

   in data 31 maggio 2019 la Whirlpool ha manifestato le circostanze che rendevano insostenibile il mantenimento della produzione presso il sito di Napoli e comunicato l'intenzione di reindustrializzare lo stabilimento, sito a Napoli, in via Argine, attraverso una nuova missione produttiva entro il termine del 1o novembre 2020;

   il 4 giugno 2019 si è aperto presso il Ministero dello sviluppo economico il tavolo di confronto istituzionale con incontri a cadenza mensile finalizzato a trovare un'intesa tra l'azienda, le istituzioni e le organizzazioni sindacali. Fino alla decisione della proprietà, comunicata il 17 settembre 2019, di procedere alla cessione di ramo d'azienda del sito di Napoli, per cui si era trovato un compratore;

   a ottobre 2019 il tavolo di confronto si è spostato in Presidenza del Consiglio; il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri hanno preso atto della successiva decisione, nella quale l'azienda ha deciso di abbandonare l'ipotesi del trasferimento del ramo d'azienda e confermato la volontà di cessare le attività di produzione di lavatrici nella sede di Napoli;

   il 15 luglio 2021, l'azienda ha avviato la procedura di licenziamento collettivo, con l'inoltro della relativa comunicazione ai sindacati. La conseguente procedura conciliativa ha avuto esito negativo;

   il 3 novembre 2021 sono state notificate ai dipendenti le lettere individuali di licenziamento, con effetto immediato dalla data di ricezione;

   il 24 novembre 2021 si è svolta un'ulteriore riunione presso il Ministero dello sviluppo economico nel corso della quale è stata prospettata la possibilità di una reindustrializzazione del sito di via Argine, con il supporto delle istituzioni, a opera di un costituendo consorzio, il «Consorzio Sistema Campania» che aveva manifestato l'intenzione di realizzare un hub per la mobilità sostenibile per cui Whirlpool si è resa disponibile a cedere a questo consorzio il sito;

   il 23 marzo 2022, presso il Ministero dello sviluppo economico, si è svolto un incontro durante il quale si è confermata la presenza del gruppo Adler, in qualità di capofila del consorzio, ed è stato comunicato che le imprese del consorzio coinvolte avrebbero presentato in tempi rapidi progetti compatibili tra loro, di pronta realizzazione sulla mobilità sostenibile. Durante la riunione, sono stati illustrati i piani industriali delle aziende Midsummer, Garnet Services ed Envision;

   in esito alla predetta riunione del 23 marzo 2022, il prefetto di Napoli ha annunciato l'istituzione di due tavoli di confronto separati, volti ad analizzare rispettivamente il tema della formazione e quello della trasferibilità degli immobili, venendo incontro all'espressa richiesta formulata dal Consorzio Sistema Campania che aveva segnalato la difficoltà ad aderire alla proposta formulata dalla Whirlpool, stante la necessità di chiarire preventivamente alcune questioni di natura amministrativa e ambientale;

   sempre il 23 marzo 2022, Whirlpool ha ribadito al Ministero dello sviluppo economico la volontà di vendere a prezzo simbolico l'immobile di Via Argine a uno o più soggetti che si fossero impegnati in un loro progetto di reindustrializzazione che garantiscano l'assorbimento degli ex lavoratori Whirlpool;

   il 24 marzo 2022, si sono quindi istituiti presso la prefettura di Napoli i suddetti tavoli di confronto che hanno visto la partecipazione costante di tutti gli attori istituzionali coinvolti. Durante i numerosi incontri regione Campania, comune di Napoli e il commissario Zes Campania hanno dato ampia disponibilità ad assumere tutte le, iniziative di propria competenza, al fine di chiarire tempestivamente le questioni ambientali, urbanistiche ed edilizie e così consentire l'avvio del processo di reindustrializzazione e formazione del personale;

   il 5 agosto 2022 è stata indetta, presso il Ministero della transizione ecologica, la conferenza di servizi decisoria semplificata relativa al procedimento di bonifica sito;

   il costante lavoro di tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte ha consentito la rapida conclusione del predetto procedimento, giungendo all'adozione del provvedimento finale;

   con decreto del Ministero dello sviluppo economico del 25 agosto 2022 è stata definita la destinazione dei 2 miliardi di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, assegnati dal Cipess al Ministero dello sviluppo economico;

   il comune di Napoli ha chiarito che l'immobile è trasferibile in quanto tutti i procedimenti legati a verifiche strutturali, urbanistiche ed edilizie risultano debitamente completati e documentati;

   il 21 ottobre 2022 è stato firmato un verbale tra Ministero dello sviluppo economico, prefettura di Napoli, regione Campania, comune di Napoli le organizzazioni sindacali e Whirlpool, nel quale la Whirlpool, in linea con gli impegni già precedentemente assunti, è disponibile a cedere il sito di via Argine 310 a l'ente Zes o privati;

   il comune di Napoli, in quanto ente competente, ha l'impegno affinché l'immobile mantenga la sua attuale destinazione industriale;

   il commissario straordinario del Governo della Zes Campania ha dichiarato la disponibilità ad acquisire entro il 30 novembre 2022 l'immobile in presenza delle idonee condizioni normative;

   il Ministero dello sviluppo economico congiuntamente al commissario della Zes Campania e alla prefettura di Napoli, per quanto riguarda gli strumenti, le procedure e le risorse economiche, si è impegnato affinché la successiva cessione dell'immobile possa avvenire verso soggetti che presentino piani completi e dettagliati e che venga assicurata la tutela dell'intero bacino dando priorità di occupazione ai lavoratori ex Whirlpool alle medesime condizioni economiche e normative della società di provenienza, vigilando sul mantenimento dell'impegno che i tempi di assunzione rimangano nei limiti del periodo coperto dagli ammortizzatori. In tale ambito saranno verificate da Invitalia le possibilità di attivare forme di supporto alle attività di investimento previste nei piani –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per proseguire il lavoro portato avanti in questi anni volto a garantire la cessione dell'immobile di via Argine, la sua reindustrializzazione e il riassorbimento dei 312 lavoratori ex Whirlpool;

   se intenda valutare la possibilità di incontrare quanto prima tutti gli attori istituzionali coinvolti in questa vicenda per chiarire come intende proseguire il lavoro che si trova in fase avanzata, dando le garanzie necessarie al costituendo consorzio della fattibilità del piano industriale già concordato nei mesi precedenti.
(2-00005) «Scotto, Guerra, Fornaro».


Iniziative di competenza urgenti per salvaguardare la continuità produttiva ed occupazionale delle imprese del distretto della camperistica nella Valdelsa, anche tramite il tavolo sull' automotive e sulla transizione ecologica – 3-00471

C) Interrogazione

   FOSSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nella zona della Valdelsa (tra le province di Siena e di Firenze e in particolare nei comuni di Firenze, Siena, Poggibonsi, San Gimignano, Colle Val d'Elsa, San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle) viene attualmente realizzato circa il 90 per cento dei camper prodotti in Italia, con 3.000 mila addetti diretti e 5.000 circa nell'indotto (8.000 in tutto);

   dopo un periodo di crisi acutizzato dalla diffusione della pandemia, la richiesta di camper ha avuto una crescita costante nell'ultimo biennio; il 2021 è stato infatti un anno da record per la camperistica in Europa: basti pensare che per la prima volta è stato superato il tetto dei 180.000 veicoli di nuova immatricolazione di cui il 13 per cento prodotto in Toscana, a fronte di un parco circolante di 6 milioni di veicoli;

   nonostante questo trend favorevole le aziende di camperistica della Valdelsa sono state costrette, nel corso della prima metà del 2022, a ricorrere alla cassa integrazione per circa 500 lavoratori (un dipendente su 5) prevalentemente a causa della cronica e prolungata carenza di materie prime, della componentistica e dei microchip che vengono prodotti quasi esclusivamente nelle nazioni del sud-est asiatico e la cui disponibilità è stata ridotta notevolmente a seguito della diffusione del Covid;

   queste criticità, aggravate anche dalle conseguenze della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina, hanno portato il tempo di attesa per un veicolo di nuova produzione dai 18 ai 24 mesi;

   tale crisi è stata certificata anche dall'ultimo report di Intesa San Paolo sull'andamento dei distretti toscani, che ha reso noto come il settore della camperistica (nonostante un trend positivo di tutti gli altri comparti territoriali) abbia registrato nel primo semestre del 2022 una riduzione delle esportazioni (che valgono l'80 per cento del business) del 28 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021;

   nella seconda metà del 2022 le problematiche relative alla mancanza di componenti non sono state risolte e continuano a mettere a rischio la continuità produttiva delle aziende ed i livelli occupazionali, nonostante la paradossale crescita della domanda stimata in 3,5 miliardi di euro nei prossimi 24 mesi;

   anche ad agosto e settembre 2022 molte aziende hanno richiesto la cassa integrazione e negli ultimi mesi sono stati persi oltre 250 posti di lavoro mentre sono 420 i dipendenti con un contratto in scadenza: «È una fase davvero complicata da gestire, sia sul fronte sindacale che imprenditoriale. Se consideriamo che un camper è fatto da 3.500-4.000 componenti realizzati da fornitori esterni, dalla domotica alle luci, dagli elettrodomestici alle finestre, diventa difficile organizzare una filiera come questa», continuano a denunciare le associazioni sindacali;

   «stiamo perdendo un'occasione incredibile – dichiarano dall'associazione produttori camper – perché col Covid tante persone si sono avvicinate al mondo del camper e tutte le aziende hanno un portafoglio ordini ben nutrito che purtroppo non riescono a evadere per carenza di materiali»;

   i sindacati unitariamente rimarcano da mesi la necessità di salvaguardare i posti di lavoro lanciando l'idea di istituire un tavolo a livello nazionale (e poi europeo) per rendere la produzione indipendente dalle componenti e dalle materie prime provenienti dai Paesi dell'est asiatico. È stato richiesto, in questa direzione, l'inserimento del settore della camperistica nel tavolo di lavoro, attivato nei mesi scorsi presso il dicastero dello sviluppo economico e dedicato all'automotive e alla transizione energetica: tale istanza è stata condivisa e sostenuta anche dalla regione Toscana –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in permessa e quali iniziative di competenza urgenti intenda assumere al fine di salvaguardare la continuità produttiva ed occupazionale delle imprese del distretto della camperistica nella Valdelsa;

   se si intenda riattivare in tempi brevi il tavolo sull'automotive e sulla transizione ecologica inserendo al suo interno anche le istanze della camperistica, anche al fine di definire politiche nazionali e comunitarie per rendere la produzione indipendente dalle componenti e dalle materie prime provenienti dai Paesi dell'est asiatico.
(3-00471)


Iniziative di competenza a sostegno delle imprese agricole danneggiate dalla siccità, anche mediante ulteriori accantonamenti a valere sul Fondo di solidarietà nazionale – 3-00216

D) Interrogazione

   NEVI, ARRUZZOLO e GATTA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   un inverno sin qui anomalo con temperature superiori alla media (oltre 2,5 gradi in più in media) rinnova lo spettro della siccità già sofferta lo scorso anno;

   i dati rilevati da Isac Cnr certificano che, dal 1800 in avanti, il 2022 è stato l'anno più caldo con una temperatura media superiore di 1,15 gradi e la caduta del 30 per cento in meno di precipitazioni, rispetto al periodo 1991-2020, lasciando il Paese con circa 50 miliardi di metri cubi d'acqua in meno rispetto alla media storica;

   i danni prodotti dalla siccità vedono il comparto agricolo in prima fila: nel 2022 il 10 per cento dei raccolti è andato perso, con un danno stimato da Coldiretti in 6 miliardi di euro e il 2023 non si preannuncia migliore;

   i cali produttivi sono stati del 45 per cento per il mais e i foraggi, del 20 per cento per il latte nelle stalle, del 30 per cento per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzioni di frumento tenero, del 30 per cento del riso, del 15 per cento per la frutta;

   l'articolo 13 del decreto-legge n. 115 del 2022, ha incrementato di 200 milioni di euro il Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura per il 2022 a sostegno delle imprese agricole che hanno subito danni dalla siccità;

   in Italia piovono annualmente circa 300 miliardi di metri cubi di d'acqua, dei quali viene trattenuto solo l'11 per cento mentre secondo alcuni studi l'obiettivo raggiungibile è del 40 per cento. L'acqua è centrale per puntare all'autosufficienza alimentare e aumentare la resa produttiva per ettaro rispetto alla quale l'Italia è già al primo posto nell'Unione europea;

   in aggiunta alle risorse per gli investimenti infrastrutturali già stanziate nel PNRR e nel Piano nazionale degli interventi nel settore idrico, Abi e Coldiretti hanno presentato alcuni mesi fa un piano che punta a realizzare 10.000 invasi medio-piccoli e multifunzionali entro il 2030, di cui 223 immediatamente cantierabili. È necessario altresì semplificare alle imprese agricole la possibilità di realizzare o ripristinare propri invasi;

   l'irrigazione innovativa (a goccia o a nebbia) per l'agricoltura è fondamentale per utilizzare l'acqua in modo efficiente. Importanti sono le iniziative volte a implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura. Altrettanto importanti quelle relative alla ricerca di varietà di colture maggiormente resistenti ai cambiamenti climatici –:

   quali iniziative, anche in termini di disponibilità di risorse finanziarie, intenda adottare il Ministro, per quanto di competenza, con riguardo a quanto esposto in premessa, ivi compresi ulteriori accantonamenti nel Fondo di solidarietà nazionale.
(3-00216)


Iniziative volte a garantire l'effettiva applicazione del protocollo d'intesa tra il Ministero dell'istruzione e le associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo – 3-00114

E) Interrogazione

   DE MARIA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   a inizio 2022 è stato siglato un protocollo d'intesa fra il Ministero e le associazioni dei famigliari delle vittime del terrorismo, che prevedeva una serie di importanti iniziative di formazione rivolte alle scuole;

   la conoscenza della drammatica stagione del terrorismo e della strategia della tensione rappresenta un importante strumento di crescita culturale e della coscienza civile delle giovani generazioni;

   il protocollo deve trovare effettiva e concreta applicazione, attraverso le opportune iniziative che il Ministero deve mettere in campo –:

   quali iniziative intenda assumere per dare effettiva applicazione al protocollo d'intesa sopra ricordato.
(3-00114)


MOZIONI BRAGA ED ALTRI N. 1-00143, FRANCESCO SILVESTRI ED ALTRI N. 1-00146, RICHETTI ED ALTRI N. 1-00154, ZANELLA ED ALTRI N. 1-00156 E FOTI, MOLINARI, BARELLI, LUPI ED ALTRI N. 1-00158 CONCERNENTI INIZIATIVE IN MATERIA DI ATTUAZIONE DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

Mozioni

   La Camera,

   premesso che:

    1) la piena attuazione del PNRR rappresenta una prova fondamentale per la credibilità e l'affidabilità dell'Italia nel contesto internazionale. La rinuncia, anche parziale, come recentemente prefigurato dal Ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il PNRR, Fitto, e da altri esponenti del Governo, al conseguimento degli obiettivi e delle riforme del PNRR avrebbe ricadute negative per il nostro Paese, a partire dalle trattative in corso nelle sedi istituzionali dell'Unione europea relativamente al nuovo Patto di stabilità, sulle previsioni programmatiche relative al prodotto interno lordo e alle altre variabili macroeconomiche e di finanza pubblica come descritte nel Documento di economia e finanza 2023, nonché sui mercati finanziari internazionali per la collocazione dei titoli del debito pubblico;

    2) al nostro Paese sono stati riconosciuti oltre 191 miliardi di euro per l'attuazione del PNRR, di cui 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. La sua attuazione prevede un percorso serrato fino al 30 giugno 2026, con scadenze concordate con la Commissione europea a cui sono legate le 10 rate di erogazione di risorse fondamentali per il raggiungimento di tutti gli obiettivi qualitativi e quantitativi (milestones e target) obbligatori del PNRR, irrinunciabile occasione per dare slancio alla nostra economia già a partire dal corrente anno;

    3) le prime due Relazioni al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza hanno certificato il pieno conseguimento di tutti gli obiettivi e le riforme concordate entro i termini previsti. Conseguentemente, sono state erogate le due rate del PNRR, per un ammontare complessivo di 42 miliardi di euro;

    4) le incertezze del Governo in carica sull'attuazione del PNRR hanno determinato nel breve volgere di pochi mesi una situazione di stallo che potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi previsti per l'anno in corso e il conseguente ottenimento della terza e della quarta rata spettante all'Italia per complessivi 35 miliardi di euro;

    5) il 30 dicembre 2022 il Governo ha comunicato di aver raggiunto i 55 traguardi-obiettivi del PNRR per il secondo semestre 2022 e ha inviato alla Commissione europea la richiesta di pagamento della terza rata del valore di 19 miliardi di euro. Allo stato attuale, tuttavia, in conseguenza dell'incerta gestione del PNRR da parte dell'Esecutivo in carica, sono tuttora in corso le valutazioni della Commissione europea, che si stanno lungamente protraendo. La quarta rata in scadenza a giugno 2023, legata al raggiungimento di ulteriori 27 obiettivi, e alla conseguente assegnazione di 16 miliardi di euro, per stessa ammissione dell'Esecutivo, è a fortissimo rischio;

    6) in pochi mesi la positiva dote, anche reputazionale, lasciata dal Governo Draghi è stata dilapidata attraverso vaghi annunci circa la «impossibilità» di raggiungere gli obiettivi entro il 2026, «spostamenti» di opere sulle altre fonti di finanziamento e «smantellamenti» cui non è seguito nessun atto ufficiale;

    7) l'evidenza di tale cambiamento è emersa con chiarezza il 28 marzo 2023, quando le sezioni unite in sede di controllo della Corte dei conti hanno presentato al Parlamento la terza relazione semestrale sullo stato di attuazione del PNRR. Tale relazione ha evidenziato numerose criticità che, qualora non opportunamente e tempestivamente affrontate, avrebbero messo a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali connessi al piano. In particolare, relativamente ai profili di attuazione del Piano, rispetto agli obiettivi europei, che risultano tutti conseguiti alla scadenza del secondo semestre del 2022, per gli obiettivi nazionali risulta un conseguimento pari solo al 62 per cento, nella misura in cui «le attività inerenti a 7 target risultavano solo avviate, 5 target figuravano ancora in via di definizione, mentre per ulteriori 8 obiettivi emergevano ritardi rispetto alla scadenza programmata». Per quanto concerne l'attuazione finanziaria, la Corte dei conti ha sottolineato come oltre la metà delle misure interessate dai flussi sulle specifiche contabilità di tesoreria e da quelli del bilancio mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti, e in particolare l'avanzamento dei pagamenti nelle missioni legate alle politiche agricole, all'istruzione scolastica e agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei comuni stia procedendo a rilento;

    8) con l'avanzare del cronoprogramma, la relazione della Corte dei conti ha evidenziato un atteso aumento del peso relativo dei target rispetto alle milestone, a cui dovrebbe associarsi un maggiore impegno del Governo, delle strutture preposte alla governance e dei diversi livelli istituzionali coinvolti;

    9) anziché monitorare costantemente l'avanzamento dell'attuazione del Piano da parte delle amministrazioni pubbliche e velocizzare le procedure, anche riconsiderando pochi e limitati obiettivi con il concorso di tutte le forze politiche alla luce del mutato quadro internazionale, il Governo ha scelto la strada della discontinuità politica e amministrativa rispetto al passato perseguita, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, attraverso infantili ricerche di responsabilità pregresse e intempestivi e dannosi cambiamenti nella governance che stanno generando, come previsto, ulteriori rallentamenti;

    10) a seguito dell'approvazione del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, la nuova governance prevista dall'Esecutivo è ancora in fase di avvio, con conseguenti ricadute sull'intero processo di attuazione degli interventi già previsti e da attuare e, in relazione agli evidenti ritardi che si stanno accumulando, l'Esecutivo sta ripetutamente tentando di addossare le responsabilità sui precedenti Governi;

    11) fatto ancora più grave è che risultano assolutamente insufficienti le attività di relazione e confronto con le istituzioni europee, come chiaramente indicato nella recente nota informativa del Parlamento europeo sullo stato di avanzamento dell'attuazione dei PNRR nazionali. Nonostante la Commissione europea abbia reso chiaro che la revisione dei piani nazionali sia possibile, purché all'interno dei binari tracciati dai regolamenti dell'Unione europea, ad oggi risulta che dal Governo non è giunta alle sedi istituzionali dell'Unione europea alcuna formale richiesta di revisione del PNRR, e ciò in netto ritardo rispetto a quanto già fatto da altri Stati membri;

    12) in tale contesto di grave incertezza e ritardo, risulta assolutamente necessario che il Governo ponga in essere, con urgenza, un costruttivo dialogo anche con le Camere, garantendo corretta informazione, fornendo relazioni e schede-progetto che rendano chiare le prospettive del Piano;

    13) l'articolo 1, commi da 2 a 7, della legge 29 luglio 2021, n. 108, garantisce un incisivo coinvolgimento del Parlamento in ogni fase attuativa del PNRR anche con riferimento alle singole misure, con particolare attenzione al rispetto e al raggiungimento degli obiettivi inerenti alle priorità trasversali del medesimo Piano, quali la riduzione dei divari territoriali, la parità di genere e i giovani;

    14) il Parlamento sinora non è stato coinvolto in alcun modo né sulle modifiche che il Governo intenderebbe apportare al PNRR né tantomeno sull'inserimento, ai sensi del nuovo regolamento (UE) 2023/435, di un apposito capitolo dedicato al piano REPowerEU, adottato a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina e che ha come obiettivo quello di rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima dell'anno 2030;

    15) l'inserimento di tale capitolo consentirà all'Italia di avere a disposizione ulteriori risorse, pari a 2,76 miliardi di euro, derivanti dal trasferimento delle risorse Ets, oltre alla possibilità di trasferire fino al 7,5 per cento delle dotazioni dei fondi relativi alla programmazione 2021-2027 della politica di coesione, e di ricevere ulteriori disponibilità finanziarie;

    16) come indicato nella comunicazione della Commissione europea 2023/C 80/01, gli Stati membri sono stati fortemente invitati a presentare i PNRR modificati con il capitolo REPowerEU entro il 30 aprile 2023, e cioè prima del termine legale del 31 agosto 2023, al fine di consentirne la verifica e la valutazione da parte della Commissione stessa senza ritardi;

    17) ciononostante, il Governo a metà aprile 2023 comunicava di non essere ancora in grado di fornire nemmeno un'indicazione dei progetti che dovrebbero essere inclusi nel nuovo capitolo REPowerEU e, al contempo, rendeva noto di avere intenzione di rivedere alcuni investimenti del PNRR, per mutate condizioni ed esigenze o per difficoltà di realizzazione nei tempi previsti;

    18) nella raccomandazione specifica per il nostro Paese – COM(2023) 612 del 24 maggio 2023 – presentata nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo, la Commissione europea afferma che l'Italia dovrebbe finalizzare rapidamente il capitolo REPowerEU del suo PNRR al fine di avviarne l'attuazione;

    19) è necessario, anche alla luce della discussione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio COM (2023) 237 final 2023/0140 (COD), confermare la destinazione delle risorse già impegnate del PNRR esclusivamente alla realizzazione delle misure previste in relazione agli assi strategici della digitalizzazione e innovazione, della transizione ecologica e dell'inclusione sociale, riducendo, al contempo, i divari territoriali, generazionali e di genere,

impegna il Governo:

1) ad adempiere con urgenza, al fine di salvaguardare la credibilità e l'affidabilità del nostro Paese nel contesto internazionale, nonché la stabilità dei fondamentali economici e di finanza pubblica, all'attuazione di tutti gli impegni previsti dal PNRR e concordati con le istituzioni europee;

2) in merito alla terza tranche di risorse del PNRR, a garantire la piena e totale collaborazione con la Commissione europea attraverso uno scambio costruttivo e continuo ed un'informazione efficace e completa, che permetta di dare soluzione al ritardo nel pagamento della terza rata in tempi rapidi e utili per il Paese;

3) ad adottare iniziative volte a garantire il conseguimento, entro il 30 giugno 2023, dei traguardi e degli obiettivi – 27 interventi tra riforme e investimenti – necessari all'ottenimento, senza ritardi, dell'erogazione della quarta rata del PNRR;

4) ad improntare le proprie relazioni con le istituzioni europee, soprattutto in vista della prospettata revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla massima trasparenza, alla massima condivisione e alla chiarezza di proposte e prospettive di cambiamento del PNRR;

5) a mantenere costantemente informato il Parlamento circa lo stato di attuazione del PNRR, e a dar conto dell'utilizzo delle risorse e dei risultati raggiunti e delle eventuali misure necessarie per accelerare l'avanzamento dei progetti o per una migliore efficacia degli stessi rispetto agli obiettivi, garantendo, per quanto di competenza, altresì il pieno coinvolgimento del Parlamento sulle modifiche da apportare al PNRR, comunque rimanendo nel solco tracciato dal Next Generation Eu e dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza, individuandole in maniera puntuale e dettagliata, fornendo un'informazione piena e tempestiva, mediante le relative schede-progetto, sulle ragioni di tali cambiamenti e sugli effetti che questi determinerebbero sull'utilizzo delle risorse e sulla crescita complessiva del Paese;

6) a mettere al centro della prospettata revisione del PNRR gli interventi sul fronte del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo che, come dimostrano i recenti accadimenti nelle Marche e in Emilia-Romagna, necessitano di un ulteriore rafforzamento e di una rapida esecuzione;

7) a garantire la centralità degli interventi per la transizione green e digitale, quali elementi strutturali del processo di ammodernamento del Paese e precondizione per la sua crescita;

8) ad adottare iniziative volte a garantire la realizzazione degli obiettivi inerenti alle priorità trasversali e, in particolare, a rispettare la riserva d'impiego del 40 per cento delle risorse del PNRR allocabili territorialmente per le regioni del Mezzogiorno;

9) a procedere tempestivamente alla presentazione del capitolo dedicato al piano REPowerEU all'interno del PNRR, come raccomandato dalla Commissione europea, comunque garantendo, per quanto di competenza, il coinvolgimento del Parlamento sulla definizione dei programmi ivi ricompresi e sull'utilizzo delle relative risorse, anche al fine di assicurare la coerenza con gli obiettivi fissati dal PNRR e la piena sostenibilità economico-sociale, territoriale e ambientale;

10) a trasmettere alle Camere, in tempo utile e comunque non oltre il 30 giugno 2023, le schede descrittive di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del nuovo capitolo dedicato al REPowerEU, al fine di consentirne un tempestivo e completo esame da parte dei competenti organi parlamentari, così come avvenuto in occasione della predisposizione delle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e successivamente della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza;

11) a non utilizzare, alla luce della discussione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio COM(2023) 237 final 2023/0140 (COD), le risorse di pertinenza del PNRR per la produzione di munizioni e armamenti in conseguenza degli aiuti forniti all'Ucraina.
(1-00143)(Nuova formulazione) «Braga, Amendola, De Luca, Ubaldo Pagano, Ascani, Bakkali, Barbagallo, Berruto, Boldrini, Bonafè, Carè, Casu, Ciani, Cuperlo, Curti, D'Alfonso, De Maria, De Micheli, Di Biase, Di Sanzo, Fassino, Ferrari, Forattini, Fornaro, Fossi, Furfaro, Ghio, Gianassi, Girelli, Gnassi, Graziano, Gribaudo, Guerini, Guerra, Iacono, Lacarra, Lai, Laus, Letta, Madia, Malavasi, Mancini, Manzi, Marino, Mauri, Merola, Morassut, Orfini, Orlando, Peluffo, Porta, Provenzano, Quartapelle Procopio, Toni Ricciardi, Roggiani, Andrea Rossi, Sarracino, Scarpa, Schlein, Scotto, Serracchiani, Simiani, Speranza, Stefanazzi, Stumpo, Tabacci, Vaccari, Zan, Zingaretti».


   La Camera

impegna il Governo

1) a non utilizzare, alla luce della discussione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio COM(2023) 237 final 2023/0140 (COD), le risorse di pertinenza del PNRR per la produzione di munizioni e armamenti in conseguenza degli aiuti forniti all'Ucraina.
(1-00143)(Nuova formulazione – Testo modificato nel corso della seduta) «Braga, Amendola, De Luca, Ubaldo Pagano, Ascani, Bakkali, Barbagallo, Berruto, Boldrini, Bonafè, Carè, Casu, Ciani, Cuperlo, Curti, D'Alfonso, De Maria, De Micheli, Di Biase, Di Sanzo, Fassino, Ferrari, Forattini, Fornaro, Fossi, Furfaro, Ghio, Gianassi, Girelli, Gnassi, Graziano, Gribaudo, Guerini, Guerra, Iacono, Lacarra, Lai, Laus, Letta, Madia, Malavasi, Mancini, Manzi, Marino, Mauri, Merola, Morassut, Orfini, Orlando, Peluffo, Porta, Provenzano, Quartapelle Procopio, Toni Ricciardi, Roggiani, Andrea Rossi, Sarracino, Scarpa, Schlein, Scotto, Serracchiani, Simiani, Speranza, Stefanazzi, Stumpo, Tabacci, Vaccari, Zan, Zingaretti».


   La Camera,

   premesso che:

    1) in risposta alla crisi generata dalla pandemia di COVID-19, il Consiglio europeo del luglio 2020, dopo un lungo e difficile negoziato, ha approvato il bilancio dell'Unione per il settennato 2021-2027, nell'ambito del quale è stato previsto il nuovo strumento detto Next Generation EU (Ngeu) che, pensato per favorire la ripresa e la resilienza delle economie nazionali, non reperisce risorse da contributi degli Stati, ma (e questa è stata la novità principale) reperisce denaro in prestito sui mercati finanziari per conto dell'Unione europea, per un totale di 750 miliardi di euro. Di questi 750 miliardi, all'Italia sono stati assegnati poco meno di 209 miliardi;

    2) al fine di accedere ai fondi del Dispositivo di ripresa e resilienza (Rrf), nel quadro di Ngeu, l'Italia ha quindi approvato il proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), con Decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021, ovvero un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l'impatto economico e sociale della pandemia e costruire un'Italia nuova, dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali di oggi e di domani. Il Piano si articola in 6 Missioni, che rappresentano le aree «tematiche» strutturali di intervento: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute;

    3) come noto, l'erogazione dei finanziamenti è collegata a un meccanismo di tappe e obiettivi intermedi, le cosiddette milestones, che vede coinvolta la Commissione europea e gli Stati membri, attraverso il Comitato Economico-Finanziario in cui siedono i direttori del Tesoro dei 27 Stati membri. In particolare, nel cosiddetto cronoprogramma sono indicate le misure legislative previste dal PNRR italiano come risultante dalla decisione adottata dal Consiglio dell'Unione europea citato e dal relativo allegato, nonché sulla base dei successivi operational agreements. Per ogni misura, sono specificati: il termine entro il quale è indicata l'adozione della misura nella decisione del Consiglio dell'Unione europea; la tipologia di misura (fonte normativa); la missione di appartenenza o la tipologia di riforma; lo stato di attuazione e altri elementi ritenuti utili;

    4) il Documento di economia e finanza 2023 riporta un'analisi degli impatti macroeconomici affidando al Programma nazionale di riforma (Pnr) ulteriori elementi di dettaglio sul sentiero di sviluppo dell'economia italiana nel medio-lungo periodo. In particolare, gli esercizi presentati offrono una documentazione dell'impatto positivo che si registrerebbe sul Pil e sulle principali grandezze macroeconomiche, senza tuttavia esternare le ipotesi circa tempi e modalità di realizzazione degli interventi stimati per il PNRR e per le riforme;

    5) sulla revisione della programmazione delle risorse del PNRR, infatti, il Def 2023 non fornisce informazioni dettagliate in merito alla dinamica annuale della spesa, in attesa degli esiti delle interlocuzioni con le istituzioni europee sulla rimodulazione di alcuni degli interventi e dei relativi cronoprogrammi. La spesa per investimenti finanziati dal Piano è dunque attesa in crescita nell'anno in corso e nei due successivi, raggiungendo il picco nel 2025 (1,8 per cento del Pil, pari ad oltre 39 miliardi, a fronte dei 36 previsti nella NaDEF 2022), per quanto, come pure riportato in audizione da Banca d'Italia, si tratti di «prospettive circondate da incertezza straordinaria, su cui gravano forti rischi al ribasso. In un simile contesto, il ruolo di stabilizzazione delle politiche è stato e continua ad essere rilevante; affinché gli strumenti già a disposizione – in particolare gli interventi finanziati dal PNRR – possano dispiegare appieno la loro efficacia è cruciale che il loro utilizzo sia improntato alla tempestività e all'efficienza»;

    6) sempre più centrale anche per il mantenimento del percorso di crescita appare, quindi, la piena attuazione delle riforme e degli investimenti del PNRR;

    7) nel 2022 ha preso piena forma il quadro comune di valutazione, espressamente previsto dalle disposizioni regolamentari che disciplinano il Dispositivo per la ripresa e resilienza. I progressi nell'attuazione dei Piani nazionali vengono ora monitorati, in modo omogeneo e comparabile, anche attraverso 14 indicatori comuni, riferibili all'impatto delle misure sui sei Pilastri europei (Regolamento delegato UE/2021/2106);

    8) per quanto concerne le iniziative cosiddette «in essere», in esito ad una preliminare perimetrazione delle voci di bilancio che ne accolgono le risorse, i dati ancora non definitivi di consuntivo mostrano un livello di pagamenti di competenza di 2,4 miliardi nel 2022, superiore a quello di 1,5 miliardi del 2021. Tale andamento denota un tasso di finalizzazione degli stanziamenti in crescita nel triennio, ma comunque fermo nel 2022 al 41 per cento (dal 20,3 per cento del 2020 e 30,5 per cento del 2021). Particolarmente a rilento l'avanzamento dei pagamenti nelle missioni legate alle politiche agricole, all'istruzione scolastica e agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei comuni;

    9) in base a quanto previsto dall'articolo 1, comma 1043, della legge 30 dicembre 2020 n. 178 (legge di bilancio per il 2021) e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato in data 15 settembre 2021, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ha sviluppato il sistema informatico ReGiS. Al 13 febbraio 2023, le unità progettuali censite nel sistema si attestavano a circa 134 mila ed erano relative a 148 delle 285 misure che compongono il PNRR (52 per cento del totale);

    10) secondo la relazione della Corte dei conti del marzo 2023 il livello di attuazione finanziaria del PNRR si attesta attorno al 6 per cento. In particolare, ad esclusione della missione 3 «Infrastrutture per una mobilità sostenibile», tutte le altre missioni si attestano ben al di sotto del 10 per cento; tre missioni (4, 5 e 6) non raggiungono nemmeno la soglia del 5 per cento. Tale situazione mette in evidenza l'importante sforzo finanziario richiesto nei prossimi anni per assicurare il pieno utilizzo delle risorse stanziate nel Piano. Nel periodo triennale, un progresso più lento, rispetto al cronoprogramma, si rileva nelle misure della componente 3 «Turismo e cultura 4.0» (ferma al 4,8 per cento) della missione 1 «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura», e nelle missioni 5 «Inclusione e coesione» (37,8 per cento) e 6 «Salute» (23 per cento);

    11) nel Country Report sull'Italia pubblicato il 24 maggio 2023 dalla Commissione Ue insieme alle Raccomandazioni specifiche per Paese si legge che, conformemente all'articolo 19, paragrafo 3, lettera b), e all'allegato V, criterio 2.2, del regolamento (UE) 2021/241, il PNRR comprende un'ampia serie di riforme e investimenti che, da attuare entro il 2026, si rafforzano reciprocamente, ma la cui attuazione rischia crescenti ritardi. L'Italia ha presentato 3 richieste di pagamento, corrispondenti a 151 tappe e obiettivi del Piano, per un esborso complessivo di 42 miliardi di euro: l'importo si riferisce alle prime due richieste di pagamento, mentre la terza è in fase di valutazione e la quarta, in scadenza a giugno, e legata al raggiungimento di 27 obiettivi per una assegnazione pari a 16 miliardi, è a fortissimo rischio;

    12) come sottolinea la stessa Commissione europea, procedere rapidamente con l'attuazione del piano e la negoziazione della sua modifica è essenziale a causa della natura temporanea del dispositivo per la ripresa e la resilienza in vigore fino al 2026;

    13) similmente nelle Raccomandazioni si legge che è importante che l'Italia rafforzi la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per realizzare gli impegni del piano, mentre un quadro di governance efficace e pienamente operativo rimane fondamentale per un'attuazione agevole e tempestiva del piano. Anche qui, però, si registra un operato «contrario» del Governo che, invero, in questi ultimi mesi ha operato una riforma della governance (decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 aprile 2023, n. 41) al fine di distinguersi per discontinuità politica e amministrativa e, di fatto, oggi ancora in fase di avvio con gravi ricadute sul processo di attuazione degli interventi;

    14) continua ad essere fondamentale identificare tempestivamente potenziali ritardi e problemi di attuazione e adottare misure tempestive per affrontarli. A norma dell'articolo 14, paragrafo 6, del regolamento (UE) 2021/241, il 31 marzo 2023 l'Italia ha espresso l'intenzione di richiedere un ulteriore sostegno tramite prestiti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. La negoziazione dell'addendum e del capitolo REPowerEU è in corso, è ancora possibile una revisione del PNRR, ma il Governo italiano non ha ancora presentato alcuna proposta ufficiale;

    15) come pure chiesto dal Movimento 5 Stelle, attraverso atti di indirizzo parlamentari, la stessa Commissione europea ha sottolineato che la rapida inclusione del nuovo capitolo REPowerEU nel piano per la ripresa e la resilienza consentirà di finanziare ulteriori riforme e investimenti a sostegno degli obiettivi strategici dell'Italia nel campo dell'energia e della transizione verde per cui il coinvolgimento sistematico ed effettivo delle autorità locali e regionali, delle parti sociali e di altri portatori di interessi rimane importante per il successo dell'attuazione del PNRR, nonché di altre politiche economiche e occupazionali che vanno oltre il piano, per garantire un'ampia titolarità dell'intero piano agenda politica;

    16) e invero fino ad oggi il Parlamento non è stato coinvolto sull'inserimento di un capitolo specificatamente dedicato al piano REPowerEU, né ancora sulle modifiche che il Governo intenderebbe apportare al PNRR e su cui manca una proposta ufficiale alle stesse istituzioni europee;

    17) affinché PNRR e connesso Pnc rappresentino effettivamente un'occasione storica, probabilmente unica e irripetibile, per investire sul futuro, per fornire ai giovani nuove opportunità di lavoro e, più in generale, disegnare, innestare e realizzare, a tutti i livelli di governo, un nuovo percorso di crescita sostenibile del Paese, sia essa di tipo economico, sociale che ambientale, è fondamentale che il Parlamento, istituzione rappresentativa per eccellenza, svolga maggiormente una funzione di indirizzo e controllo sugli atti del Governo connessi alla relativa attuazione secondo il cosiddetto cronoprogramma;

    18) la denominazione stessa dello strumento finanziario predisposto dalla Commissione europea – Next Generation EU – impone di orientare e modulare tutte le politiche attuative del PNRR in funzione del beneficio che dovrà derivarne, nel medio e lungo periodo, in favore delle giovani generazioni; giova ricordare che due dei tre obiettivi trasversali del PNRR sono rappresentati dalla parità generazionale – accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani – e dalla parità di genere: le riforme e gli investimenti delle missioni saranno valutate sulla base dell'impatto che avranno sul recupero del potenziale dei giovani e delle donne;

    19) con riferimento al settore della giustizia, la sua riforma rappresenta certamente una delle sfide di maggiore rilevo che l'Italia si è impegnata ad affrontare nell'ambito del PNRR. Quest'ultimo, al fine di migliorare la celerità e l'efficienza della macchina della giustizia, ha previsto circa 3 miliardi di euro. Nello specifico il PNRR individua la componente «Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici» che comprende anche l'obiettivo dell'efficientamento degli edifici pubblici, con uno stanziamento di 410 milioni di euro per l'efficientamento degli edifici giudiziari, allo scopo precipuo di intervenire sulle strutture inadeguate che influiscono sull'erogazione del servizio giudiziario. La misura si pone l'obiettivo di intervenire su 48 edifici, di questi, 38 sono interventi di grande manutenzione e 10 relativi a cittadelle della giustizia (Trani, Bergamo, Monza, Napoli, Benevento, Perugia, Roma, Latina, Velletri, Venezia). Tuttavia, è di tutta evidenza come anche in questo settore molte missioni e componenti abbiano subìto una preoccupante decelerazione. Infatti, tra gli obiettivi che non possono dirsi ancora pienamente raggiunti, vi è anche quello relativo al processo di efficientamento energetico degli edifici giudiziari. Come emerge dalla relazione della Corte dei conti del 2023 citata, solo di recente, il Ministero della giustizia ha pubblicato il primo bando di gara per individuare i soggetti incaricati di predisporre la riqualificazione della prima quota, pari al 20 per cento degli edifici giudiziari in forte ritardo nello stato di attuazione;

    20) il 3 maggio 2023 la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento «Act in Support of Ammunition Production» (Asap) volta ad incrementare la produzione di armamenti impiegando fondi dell'Unione europea, pari a cinquecento milioni di euro l'anno destinati alla produzione di un milione di munizioni d'artiglieria, munizioni terra-terra e missili. Il 9 maggio scorso il Parlamento europeo ha approvato la procedura d'urgenza per l'esame della proposta di regolamento Asap con 518 voti favorevoli, 59 contrari tra cui i parlamentari del Movimento 5 stelle, e 31 astenuti. Il Commissario Breton ha dichiarato, in merito alle risorse a disposizione, che stanno liberando finanziamenti dai fondi di coesione e dai fondi del Recovery and Resilience Facility da destinare agli Stati membri che «desiderano co-finanziare la loro industria della difesa». Stando a quanto affermato dal Commissario, il Recovery fund «è stato specificatamente costruito per tre principali azioni: la transizione verde, la transizione digitale e la resilienza. Intervenire puntualmente per sostenere progetti di industriali che vanno verso la resilienza, compresa la difesa, fa parte di questo terzo pilastro». Secondo le dichiarazioni rilasciate dal Commissario Breton, «l'attuale produzione nel settore della difesa dell'Unione è adattata al tempo di pace», sostenendo che l'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina «ha cambiato il paradigma» ed ora per le imprese del settore la sfida è «affrontare un aumento della domanda nel settore delle munizioni e dei missili, che richiede loro di produrre di più e più velocemente». Sostanzialmente, dunque, si sta spostando l'asse dell'azione europea dalla promozione della pace, dei suoi valori e del benessere dei suoi cittadini verso un'economia centrata sulla guerra;

    21) con riferimento alla materia fiscale, il PNRR contempla una serie di riforme dirette ad assicurare la sostenibilità delle finanze attraverso l'incremento del gettito, sia potenziando la taxcompliance e il contrasto all'evasione fiscale sia attraverso un piano di revisione delle taxexpenditure. È necessario potenziare le misure di contrasto all'evasione fiscale e migliorare il rapporto tra fisco e contribuente; sotto tale profilo, deve essere garantita la specializzazione e la formazione professionale continua del personale delle agenzie fiscali, con particolare riferimento all'utilizzo delle nuove tecnologie digitali, anche applicate alle attività economiche, all'utilizzo dei big data e al relativo trattamento, alla sicurezza informatica e ai nuovi modelli organizzativi e strategici delle imprese, completando altresì il piano di assunzioni. La semplificazione e la digitalizzazione del sistema tributario rappresentano obiettivi strategici per favorire la comprensibilità del sistema tributario e la partecipazione attiva del contribuente;

    22) nell'ambito delle risorse del PNRR, gli incentivi connessi all'efficientamento energetico e sismico degli edifici e agli investimenti 4.0 rappresentano una componente assai significativa. Il perseguimento dei descritti obiettivi richiede una programmazione strutturale degli strumenti di sostegno agli investimenti lungo tutto l'arco di realizzazione del Piano nonché la riattivazione e il potenziamento dello strumento della cessione del credito, estendendone altresì l'applicazione anche agli incentivi fiscali connessi agli investimenti in beni 4.0;

    23) la missione n. 4 del PNRR, denominata «Istruzione e ricerca», per 30,88 miliardi di euro, mira a rafforzare entro il 2026 le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca; pertanto, ritardi e inefficienze nell'utilizzo di queste risorse pesano oltremodo e con maggiore incredibile gravità sulle generazioni future;

    24) in materia di «Tutela del territorio e della risorsa idrica» il PNRR prevede lo stanziamento di 15 miliardi di euro, riservando circa 2,49 miliardi agli interventi sul dissesto idrogeologico con l'obiettivo della messa in sicurezza di 1,5 milioni di persone che vivono nelle aree attualmente a rischio idrogeologico. Rispetto al sub-investimento consistente nell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per interventi in materia di gestione e riduzione dei rischi idrogeologici, al fine della completa realizzazione dei predetti interventi entro il 30 marzo 2026, non si è conclusa la relativa procedura;

    25) nel PNRR le risorse assegnate al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ammontano complessivamente a 61,5 miliardi di euro. Il 55 per cento delle risorse deve essere destinata a interventi nel Mezzogiorno, al fine di provvedere al riequilibrio territoriale e delle disuguaglianze sociali. Il settore dei trasporti dovrebbe giovare particolarmente dagli investimenti del PNRR, in chiave di maggiore sostenibilità ambientale. Come reca la relazione della Corte dei conti sullo stato di attuazione del PNRR, nel campo infrastrutturale, il semestre in corso vede la scadenza per l'aggiudicazione degli appalti pubblici per l'acquisto di treni puliti per il rinnovo del parco ferroviario, di quelli per la costruzione di 2.500 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici lungo le superstrade e di almeno 4.000 in zone urbane, dei progetti di produzione di idrogeno in aree industriali dismesse e di quelli per lo sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno lungo autostrade, vicino ai porti, e in prossimità dei terminali logistici. Con riguardo a tale ultima milestone, si rileva una serie di ritardi che hanno portato a un forte rallentamento nell'attuazione del progetto. Tra gli obiettivi che destano particolare preoccupazione si segnala in particolare quello avente ad oggetto l'aggiudicazione della gara per l'acquisto delle tre nuove unità navali veloci per il rinnovo della flotta navale dello Stretto Messina. Appare evidente, su questo tema che, secondo quanto disposto dal decreto-legge n. 35 del 2023 sul ponte sullo Stretto di Messina, il Governo stia abbandonando l'obiettivo di migliorare l'attraversamento dinamico dello Stretto in funzione del ponte, considerando che l'attraversamento navale sarà comunque sempre necessario anche se e quando il ponte sarà aperto alla circolazione;

    26) nella relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) del 20 gennaio 2023, alla sezione II, investimento 1.1, si specifica che l'obiettivo del potenziamento dei centri per l'impiego (Cpi) è consentire un'efficace erogazione di servizi per l'impiego e la formazione, in via complementare rispetto alla riforma delle politiche attive e della formazione definita nel programma Gol «Garanzia per l'occupabilità dei lavoratori». Ad oggi, sulla base della rendicontazione effettuata dall'Unità di missione istituita presso il Ministero del lavoro (nota prot. 46/82 del 20/06/2022), i Cpi che presentano uno stato di avanzamento complessivo delle attività superiore al 50 per cento sono 327, di cui 95 sono localizzati nell'area nord-est (29 per cento), 66 in quella nord ovest (20 per cento), 72 al centro (22 per cento), 66 al sud (20 per cento) e 28 nelle isole (9 per cento). Sebbene si prevedesse l'innesto di 11.600 persone entro il 2021 (il raddoppio dell'organico Cpi), il dato reso noto dal Ministero ad agosto 2022 conta appena 3.855 operatori ossia un terzo del totale;

    27) dopo la difficile fase congiunturale, il reddito di cittadinanza (Rdc) ha visto una progressiva riduzione del numero di nuclei familiari beneficiari, ma la legge di bilancio per il 2023 ne ha previsto la soppressione dal prossimo anno, introducendo, nelle more di una sua riforma, una disciplina transitoria particolarmente severa nei confronti delle famiglie che non presentano caratteristiche di vulnerabilità (presenza di minori, di disabili, di ultra sessantenni). Poiché l'Rdc ha avuto un grande rilievo nel contrastare la povertà ed è importante che anche l'Italia si sia dotata di uno strumento universalistico per l'inclusione e il contrasto delle forme estreme di esclusione sociale, per favorire il collocamento sul mercato del lavoro dei beneficiari in grado di esercitare un'attività lavorativa, in un contesto di generale ritardo nei programmi di potenziamento dei centri per l'impiego, appare opportuno correggere taluni elementi di non efficace funzionamento, ma altresì necessario e urgente confermare l'impianto di fondo di quel sistema di tutele anziché procedere sulla scia di quanto disposto con il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48. L'attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR – in particolare quelli finalizzati all'inclusione lavorativa – insieme all'impegno delle istituzioni coinvolte per la rapida progressione delle altre azioni previste dalla normativa potrà infatti contribuire ad abbinare al mero trasferimento monetario una maggiore garanzia nell'offerta di servizi, in modo omogeneo sul territorio e a conseguire, auspicabilmente, concreti risultati;

    28) nel marzo 2023 la Corte dei conti ha adottato la relazione conclusiva delle istruttorie denominate «Case della Comunità e presa in carico della persona» e «Rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture», accertando talune criticità che sembrano prefigurare un concreto e possibile ritardo, rispetto alla scadenza e rilevando che «sembrerebbe dunque di cogliere la volontà di spostare in avanti la piena integrazione del target Italia relativo all'approvazione dei progetti». La Corte dei conti ha quindi evidenziato la necessità di un maggiore impulso del Ministero sui soggetti attuatori, rammentandone i compiti di coordinamento, monitoraggio, rendicontazione e controllo e rammentandone la responsabilità del monitoraggio costante e continuativo dei dati di avanzamento fisico, procedurale e finanziario delle misure di propria responsabilità, dell'avanzamento dei relativi obiettivi intermedi e finali, nonché della trasmissione e validazione dei dati finanziari e di realizzazione fisica e procedurale dei singoli progetti. La Corte dei conti ha altresì segnalato che non sarebbero state ancora prodotte le rendicontazioni da parte delle regioni che hanno già percepito le rispettive anticipazioni mentre altre regioni non hanno ancora avanzato richiesta di anticipazione;

    29) il fallimento nell'attuazione del PNRR significherebbe far perdere al sistema Paese la possibilità del suo definitivo rilancio, lasciarsi sfuggire una capillare rivoluzione in termini di maggiori investimenti nella sanità, nelle scuole, nelle infrastrutture, in tutto ciò che può consentire all'Italia di affrontare una impegnativa transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale, nonché al sistema sovranazionale europeo di tradursi in una Europa più solidale, capace di allontanare lo spettro di tagli e politiche di austerità, suscettibili solo di rinnovare il senso di sfiducia verso l'Italia e verso l'Europa intera;

    30) nel disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, è stato inserito – attraverso emendamento governativo presentato in Commissione referente alla Camera dei deputati – unitamente alla proroga del cosiddetto «scudo erariale», adottato nel corso dell'emergenza pandemica, l'esclusione del controllo concomitante della Corte dei conti sulla regolarità gestionale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del Piano nazionale complementare (Pnc);

    31) tale esclusione del controllo concomitante da parte della Corte dei conti pone in rischio la sana e corretta gestione nonché l'attuazione stessa dei predetti Piani, in particolare del Pnrr, in quanto viene eliminato il controllo in corso d'opera sulla gestione contabile e finanziaria, su eventuali irregolarità nonché sui tempi della realizzazione delle opere e dei progetti, per i quali la Corte dei conti è – era – chiamata anche ad individuare i ritardi o gli impedimenti e ad informare i Ministri competenti. Il predetto controllo della Corte dei conti è – era – da intendersi collaborativo, finalizzato alla prevenzione rispetto alla verifica di frodi, conflitti di interessi o irregolarità nella gestione delle risorse nonché alla segnalazione tempestiva di eventuali ritardi, impedimenti o problematiche in ordine all'attuazione dei progetti e delle opere, verso cui provvedere in tempi utili a scongiurarne gli effetti pregiudizievoli. Destano, peraltro, forti perplessità l'opportunità e la legittimità della misura limitativa dei controlli della Corte dei conti i quali, sulla base degli accordi in sede europea concernenti le risorse dello strumento finanziario Next Generation EU, garantiscono «il funzionamento di un sistema di controllo interno efficace ed efficiente, previsto anche a tutela degli interessi finanziari dell'Unione»;

    32) il comma 12-quinquies, dell'articolo 1, alla lettera a), del disegno di legge governativo proroga di un anno (dal 30 giugno 2023 al 30 giugno 2024) la disposizione del decreto-legge n. 76 del 2020 sul cosiddetto «scudo erariale», che limita in via transitoria la responsabilità erariale di amministratori, dipendenti pubblici e privati cui è affidata la gestione di pubbliche risorse ai danni cagionati dalle sole condotte poste in essere con dolo, escludendo quindi ogni responsabilità per colpa grave,

impegna il Governo:

1) ad adottare ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, al fine di garantire l'integrale, tempestivo ed efficiente utilizzo da parte dell'Italia dei fondi europei del programma Ngeu, come previsto da PNRR e Pnc in tempi celeri e rispettosi del cronoprogramma, in particolare assicurando prioritariamente il raggiungimento di obiettivi trasversali, come la sostenibilità economica, sociale e ambientale degli interventi, nonché la relativa attuazione nell'ambito delle transizioni digitali e green e del riparto bilanciato delle risorse con la destinazione minima del 40 per cento delle stesse al Sud;

2) ad istituire, dopo aver assicurato una accurata operazione di trasparenza, un tavolo operativo con il coinvolgimento di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, al fine di tentare di superare le conclamate difficoltà operative nell'ambito attuativo del PNRR per scongiurare la possibilità di perdere, anche parzialmente, i fondi ottenuti nel 2020, essenziali per il nostro Paese per investimenti in sanità, nell'istruzione, nelle infrastrutture, verso una autentica transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale;

3) a dare celere e piena attuazione agli impegni previsti dal PNRR, anche attraverso un tempestivo e continuo rapporto di collaborazione costruttivo con le istituzioni europee, al fine di scongiurare il mancato pagamento della terza rata, nonché garantire il conseguimento dei traguardi e degli obiettivi necessari all'ottenimento, senza ritardi, della quarta rata del PNRR;

4) a garantire, per quanto di competenza, il coinvolgimento pieno e tempestivo del Parlamento nel processo di definizione della eventuale proposta di modifica del PNRR, assicurando di informare e chiarire in modo puntuale alle competenti Commissioni parlamentari quali siano i cambiamenti richiesti nonché le conseguenti previsioni in termini di effetti degli investimenti e di crescita del sistema Paese, così come nella definizione del capitolo dedicato al piano REPowerEU all'interno del PNRR, al fine di assicurare la coerenza dello stesso rispetto alla evoluzione dell'economia verso un modello sostenibile;

5) a trasmettere alle Camere, in tempo utile e comunque non oltre il 30 giugno, le schede descrittive di revisione del Pnrr e del nuovo capitolo dedicato al REPowerEU, al fine di consentirne un tempestivo e completo esame da parte dei competenti organi parlamentari, così come avvenuto in occasione della predisposizione delle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e successivamente della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza;

6) ad assicurare massima priorità, nell'attuazione degli investimenti e degli interventi previsti nel Pnrr relativamente al contenimento del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo, al contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, all'equità e progressività del sistema fiscale, alla parità generazionale e di genere, nonché alla funzionalità piena del Servizio sanitario nazionale, in particolare costituendo dei consessi che, per settori ed ambiti di competenza, con il coinvolgimento dei competenti organi parlamentari, provvedano alla valutazione ed al monitoraggio delle fasi di attuazione e soprattutto con riferimento alla definizione della prossima proposta di revisione del Pnrr;

7) a monitorare l'attuazione e le modalità di applicazione dell'articolo 47 del decreto-legge n. 77 del 2021, in particolare con riguardo alle misure e ai criteri applicativi forniti alle stazioni appaltanti e agli operatori economici dalle linee guida adottate, ai sensi del predetto articolo 47, comma 8, con il decreto interministeriale 7 dicembre 2021, recante «Adozione delle linee guida volte a favorire la pari opportunità di genere e generazionali, nonché l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità nei contratti pubblici finanziati con le risorse del Pnrr e del Pnc»;

8) in riferimento agli interventi in materia di edilizia giudiziaria, a procedere con maggiore speditezza, nel rispetto dei tempi previsti, alla costruzione di edifici, riqualificazione e potenziamento del patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia, anche in chiave ecologica e digitale, in attuazione dei progetti del Pnrr a ciò destinati;

9) a scongiurare la distrazione delle risorse del Pnrr a favore del co-finanziamento dell'industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell'economia del Paese provato dalla recente pandemia;

10) in linea con le recenti raccomandazioni Ue, a preservare la progressività del sistema impositivo e la centralità dello Stato quale garanzia dell'unità e del principio di solidarietà ai fini del raggiungimento della perequazione e del contrasto alle disuguaglianze sociali, ferma restando la necessità di avviare un percorso di graduale riduzione del carico fiscale, anche al fine di sostenere le famiglie, i lavoratori, i giovani, i risparmiatori e le imprese, a partire dalle fasce di contribuenti più fragili e dalle piccole e medie imprese;

11) a favorire lo sviluppo sostenibile introducendo maggiori e crescenti forme di detassazione dei redditi a favore di investimenti a tutela dell'ambiente, a sostegno delle energie rinnovabili, di impianti di autoconsumo e dei processi produttivi e dei prodotti a basso impatto ambientale, nonché dell'efficientamento energetico e della riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente, programmando la durata degli incentivi in funzione del pieno raggiungimento degli obiettivi europei di cui al piano «Fit for 55»;

12) ad assumere ogni iniziativa utile allo sblocco di crediti fiscali edilizi incagliati ai danni di cittadini, imprese e istituti di credito valutando, in considerazione del carattere emergenziale della carenza di liquidità creatasi, l'introduzione di misure straordinarie finalizzate al l'ampliamento della capienza fiscale dei soggetti coinvolti o delle possibilità di compensazione;

13) al fine di rafforzare, entro il 2026, le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, a realizzare tutti gli interventi del Piano entro il 2026, in particolare ad intraprendere ogni azione utile volta a rispettare gli obiettivi sul sistema di reclutamento dei docenti al fine di non compromettere l'assunzione, entro dicembre 2024, ovvero altro termine concordato con la Commissione europea, di circa 70 mila docenti, e ad intraprendere con urgenza azioni finalizzate ad assicurare il conseguimento dei target «Borse di studio per l'accesso all'università», al fine di scongiurare il rischio della totale perdita dei fondi previsti dal Pnrr, in quanto i ritardi nell'erogazione delle borse ed il permanere in alcune regioni del fenomeno degli «idonei non beneficiari» e del conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi, vanificherebbe l'investimento considerato;

14) ad addivenire alla definitiva adozione dei decreti attuativi disciplinanti sulle comunità energetiche rinnovabili, anche al fine di fornire alle famiglie e alle imprese uno strumento fondamentale per contrastare il «caro-energia», l'emergenza climatica e la povertà energetica, nonché ad intervenire rapidamente per semplificare le procedure per l'assegnazione delle risorse per l'installazione delle infrastrutture di ricarica elettriche e ad accelerare l'emanazione dei decreti per la definizione dei criteri per lo «Sviluppo del sistema agri voltaico» al fine di non lasciare il comparto agricolo in attesa di una norma che consentirebbe nuove opportunità di sviluppo e di futuro, contribuendo, in maniera determinante, ad una transizione energetica effettiva e duratura del Paese;

15) ad adottare ogni utile iniziativa volta a garantire l'attuazione dei progetti volti a preservare e rafforzare la biodiversità, con particolare riferimento alla forestazione urbana ed extraurbana e aree urbane e alla riduzione del consumo di suolo;

16) a stimolare le attività relative allo sviluppo dell'idrogeno nel comparto trasporti, l'elettrificazione e la resilienza delle ferrovie del Sud da adottare entro il 30 giugno 2023, l'attività del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulle istruttorie – proprie o delegate –, senza disperdere la capacità amministrativa in inutili e costose opere di dubbia fattibilità e pertanto a dar seguito al già programmato acquisto delle necessarie nuove navi per l'attraversamento dello Stretto di Messina;

17) a garantire la piena e tempestiva attuazione degli obiettivi previsti dal Pnrr con riguardo alla riforma delle politiche attive del lavoro ed alla lotta al lavoro sommerso, in particolare assicurando l'operatività e l'implementazione delle attività previste nel Piano di potenziamento dei centri per l'impiego;

18) a garantire che l'Italia si sia dotata di uno strumento universalistico per l'inclusione e il contrasto delle forme estreme di esclusione sociale, attraverso il ripristino del sistema del reddito di cittadinanza così come vigente prima della legge di bilancio per il 2023, nonché ad assicurare uno strutturale rafforzamento del comparto degli ammortizzatori sociali, fondamentale nei prossimi anni, al fine di dotare anche il nostro Paese di un implicito strumento di politica anticiclica di natura non discrezionale, anche alla luce delle probabili modifiche delle regole di bilancio europee che dovrebbero prevedere, come indicatore unico di sorveglianza degli equilibri della finanza pubblica, un aggregato di spesa depurato, tra le altre cose, dalla componente ciclica dei sussidi;

19) a non vanificare la grande conquista di aver ottenuto le risorse utili per rafforzare la capacità del Servizio sanitario nazionale (Ssn) assicurando di evitare stasi o rallentamenti procedurali nel percorso volto al rispetto dei previsti milestone e target e per recuperare possibili ritardi accumulati ed a vigilare, per quanto di competenza, affinché i progetti in corso di approvazione rispondano alle esigenze di funzionalità delle strutture sanitarie da realizzare, con riferimento ai contingenti di personale richiesti, ai servizi e alle opere infrastrutturali connaturate alle attività che verranno espletate all'interno delle stesse;

20) a ripristinare e rafforzare, senza indugio e con provvedimenti normativi aventi carattere di urgenza, il controllo concomitante della Corte dei conti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e sul Piano nazionale complementare;

21) ad intervenire, senza indugio e con provvedimenti normativi aventi carattere di urgenza, per ripristinare il regime ordinario di responsabilità per danno erariale dal 1° luglio 2023.
(1-00146)(Nuova formulazione) «Francesco Silvestri, Torto, Alfonso Colucci, D'Orso, Onori, Pellegrini, Fenu, Orrico, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Scutellà».


   La Camera

impegna il Governo

1) a escludere qualunque utilizzo delle risorse del PNRR per investimenti e acquisti in armamenti, e comunque a informare il Parlamento su qualunque decisione relativa alle richiamate risorse.
(1-00146)(Nuova formulazione – Testo modificato nel corso della seduta) «Francesco Silvestri, Torto, Alfonso Colucci, D'Orso, Onori, Pellegrini, Fenu, Orrico, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Scutellà».


   La Camera,

   premesso che:

    1) il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta il più grande piano di riforme e investimenti dell'era repubblicana e un'irripetibile occasione per accompagnare il necessario cambiamento strutturale dell'economia italiana, al fine di rimediare alla stagnazione della produttività, promuovere un modello di crescita sostenuto e sostenibile e favorire l'aumento del reddito nazionale, che rappresentano condizioni imprescindibili per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e la competitività del Paese;

    2) considerato che entro il 31 agosto 2023 deve concludersi il percorso di condivisione con l'Unione europea in merito alle modifiche al Piano nazionale di ripresa e resilienza e alla predisposizione del piano RePowerEU, il Governo italiano appare in grave ritardo, anche con riguardo a quanto avvenuto negli altri Paesi europei;

    3) il gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe nel dicembre 2022, in un incontro a Palazzo Chigi con la Presidente Meloni e i principali esponenti dell'Esecutivo, ha avanzato una prima proposta concreta di rimodulazione del piano, basata sulla riconversione dei finanziamenti legati a progetti non più realizzabili nei tempi previsti nella direzione del ripristino integrale del piano «Impresa 4.0», nonché della sua estensione alla transizione ecologica; tale proposta è solo una di quelle che si ritiene necessario ora finalizzare, dalla rimodulazione degli investimenti infrastrutturali al maggior coinvolgimento dei privati e del terzo settore nel percorso di raggiungimento degli obiettivi, dalla riduzione della frammentazione degli interventi a nuove e più snelle modalità di supporto anche tecnico per gli enti locali e le stazioni appaltanti, garantendo il mantenimento degli obiettivi principali, tra cui la costruzione degli asili nido e la riduzione dei divari territoriali, oltre che l'approvazione e l'implementazione delle riforme abilitanti attualmente contenute nel piano,

impegna il Governo

1) a trasmettere alle Camere, in tempo utile e comunque non oltre il 30 giugno 2023, le schede descrittive di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del nuovo capitolo dedicato al REPowerEU, al fine di consentirne un tempestivo e completo esame da parte dei competenti organi parlamentari, così come avvenuto in occasione della predisposizione delle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e successivamente della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(1-00154) «Richetti, Marattin, Del Barba, Enrico Costa, Gadda, Grippo, Sottanelli, Benzoni, Bonetti, Bonifazi, Boschi, Carfagna, Castiglione, D'Alessio, De Monte, Faraone, Giachetti, Gruppioni, Pastorella, Rosato, Ruffino».


   La Camera,

   premesso che:

    1) a seguito dell'emergenza da COVID-19 e della conseguente grave crisi economica e sociale, l'Unione europea ha presentato NextGenerationEU, un piano per la ripresa senza precedenti, per rilanciare l'economia europea e sostenere le transizioni verde e digitale, rendendo l'Europa più resiliente;

    2) il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) costituisce il programma di utilizzo delle risorse del Recovery Fund messe a disposizione dall'Unione europea per il finanziamento dell'iniziativa Next GenerationEU (Ngeu), che nel suo complesso a livello europeo prevede lo stanziamento di 750 miliardi di euro, dei quali 672,5 miliardi di euro erogati tramite sette programmi, sotto forma di prestiti (360 miliardi di euro) e sovvenzioni (390 miliardi di euro);

    3) le risorse destinate al nostro Paese nell'ambito del Dispositivo per la ripresa e la resilienza ammontano a 191,5 miliardi di euro ripartiti in 69 miliardi di sovvenzioni e 122,5 miliardi di prestiti;

    4) finora il nostro Paese ha ricevuto poco meno di 67 miliardi di euro, dei quali i primi 24,9 miliardi sono stati liquidati ad agosto 2021 in forma di prefinanziamento (9 miliardi a fondo perduto e 15,9 miliardi di prestiti). La prima rata da 21 miliardi di euro (10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti) è stata erogata ad aprile 2022, e un importo simile è stato poi incassato a dicembre 2022 per la seconda tranche;

    5) mentre le due prime relazioni al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR hanno dato conto del conseguimento degli obiettivi e delle riforme e le prime due rate, pari a 42 miliardi di euro, sono giunte a destinazione, per la terza e quarta rata – 35 miliardi complessivi – l'incertezza regna sovrana;

    6) è ancora bloccato il versamento della terza rata che doveva avvenire a febbraio 2023. Il rischio è che alla fine venga liquidata una cifra minore rispetto ai previsti 19 miliardi di euro (10 miliardi a fondo perduto e 9 miliardi a prestito). La rata è infatti appesa ad un supplemento di indagine della Commissione europea su 55 obiettivi;

    7) peraltro, a fine giugno l'Europa dovrebbe versare la quarta rata, ossia ulteriori 16 miliardi di euro (1,9 miliardi di sovvenzioni e 14,1 miliardi di prestiti) a fronte del raggiungimento dei previsti 27 obiettivi, tra i quali la sostituzione dei treni a gasolio, la produzione di idrogeno, misure per gli asili nido da raggiungere entro il 30 giugno 2023, la riforma della giustizia civile e penale. Ma ormai non vi è nessuna certezza di niente, tanto che già da tempo la task force del Ministro Raffaele Fitto insediata a Palazzo Chigi ha previsto dei rinvii. Ovviamente, se questo avverrà, è molto probabile che porti purtroppo con sé anche un taglio dei fondi previsti;

    8) a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, l'Esecutivo manifesta troppo spesso un evidente fastidio e un'intolleranza verso tutti quei soggetti istituzionali che legittimamente in questi mesi, coerentemente al loro ruolo istituzionale, hanno sollevato perplessità, preoccupazioni e forti dubbi sull'azione di governo: dagli uffici parlamentari circa la riforma fiscale o sugli effetti nefasti dell'autonomia differenziata, ai rapporti con Bruxelles per il dossier sulle concessioni balneari, laddove l'Unione europea ha già aperto una procedura di infrazione. A tale riguardo si ricorda che nel rapporto sull'Italia, nell'ambito del pacchetto di primavera del semestre europeo, la Commissione europea ha sottolineato come i continui ritardi nell'implementazione di procedure competitive efficaci per l'assegnazione di licenze per la gestione di strutture marittime, lacustri e fluviali per il tempo libero e il turismo (concessioni balneari) rimangono una fonte di preoccupazione e comportano una significativa perdita di entrate;

    9) a ciò si aggiungono gli ulteriori rilievi critici che la Commissione europea e la stessa Corte dei conti hanno nelle scorse settimane doverosamente sollevato circa le troppe incertezze e i ritardi del Governo nell'attuazione del PNRR;

    10) la Commissione europea ha in particolare richiamato i rischi di ritardo nel raggiungimento di obiettivi e traguardi, chiedendo al Governo di presentare velocemente e quanto prima eventuali modifiche al Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    11) lo stesso Commissario europeo all'economia, Paolo Gentiloni, nei giorni scorsi dichiarava: «Non bisogna guardare alle scadenze formali ma alla realtà, e la realtà indica che l'Italia dovrebbe chiedere una quarta tranche a giugno e una quinta a dicembre: per mantenere un tale ritmo occorre che la discussione sulle richieste di modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza avvenga prima possibile, altrimenti le cose diventano difficili, se si vuole mantenere il ritmo stabilito»;

    12) nei medesimi giorni la Corte dei conti, provocando insofferenza nel Governo, ha presentato il suo rapporto con una sua impietosa diagnosi sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I numeri dicono che nei primi quattro mesi del 2023, si è a quota 1,1 miliardi di euro su una programmazione da 32,7 miliardi di euro per l'intero 2023;

    13) a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, la risposta del Governo alla pubblicazione di questi dati non certo esaltanti da parte della Corte dei conti è stata di irritazione e, cosa ancora ben più grave, quella di mettere in atto iniziative legislative volte a limitare la vigilanza e ridurre i poteri di controllo della magistratura contabile sul PNRR;

    14) il 29 maggio 2023, l'Associazione magistrati della Corte dei conti ha dovuto pubblicare una nota ufficiale con la quale si «manifesta sconcerto e stupore in merito alle possibili e prossime iniziative del Governo, riportate dagli organi di stampa, volte a ridurre gli ambiti di competenza della magistratura contabile sul fronte del controllo concomitante e a prorogare di nuovo e inopinatamente il cosiddetto “scudo erariale”, introdotto nel 2020, ormai in scadenza»;

    15) come promesso, il Governo, il 31 maggio 2023, ha quindi presentato alla Camera dei deputati un emendamento al decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, ora all'esame del Senato della Repubblica, esattamente con il contenuto riportato nella suddetta nota dell'Associazione magistrati della Corte dei conti: esclusione del controllo concomitante sugli interventi del PNRR e del Piano nazionale complementare, e proroga di un anno dello scudo che impedisce la contestazione di danno erariale per colpa grave a funzionari;

    16) i magistrati contabili non avevano fatto altro che rielaborare ed esaminare i dati contenuti nella piattaforma regis, gestita dalla Ragioneria generale dello Stato e alimentata dai dati sugli avanzamenti che arrivano dai soggetti attuatori del PNRR, Ministeri ed enti locali. Numeri che si riferiscono al periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2023;

    17) al 4 maggio 2023, il totale della spesa, distribuita nelle sei missioni del Piano, ammontava a poco più di un miliardo, che si è andato ad aggiungere ai 24,5 miliardi di euro «messi a terra» dal 2020 al 31 dicembre 2022. L'avanzamento del PNRR è al 13,4 per cento. E sarebbe stato addirittura inferiore senza la spinta che è arrivata tra il 2020 e il 2022, dall'ecobonus e dal sismabonus, oltre che dai crediti d'imposta per il piano Transizione 4.0;

    18) sempre nel periodo gennaio-aprile 2023, la Missione «Rivoluzione verde e transizione ecologica» ha visto impiegare appena 2,2 milioni di euro;

    19) è importante che, in sede di revisione del PNRR, il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo trovino, a maggior ragione ora dopo il disastro e la tragedia che si sono consumati in Emilia-Romagna e nelle Marche, particolare attenzione;

    20) tra le tante criticità e i ritardi che si stanno accumulando in modo preoccupante e che il Governo fatica sempre più a gestire, vi è inoltre la questione degli appalti per la realizzazione degli asili nido e il potenziamento dell'offerta di servizi educativi. Ritardi che rendono complicato il raggiungimento dei 27 target del PNRR da conseguire entro il 30 giugno 2023 per riuscire a ricevere la quarta rata da 16 miliardi di euro e poter migliorare la qualità e l'accessibilità dei servizi;

    21) il programma prevede un investimento di 4,6 miliardi di euro per la costruzione di 1.857 asili nido e 333 scuole materne entro il 2026;

    22) perdere i fondi del PNRR in questo ambito sarebbe gravissimo per il nostro Paese. Secondo l'Istat, solo un bambino su tre ha accesso ad asili nido e scuole in tenera età. Il Consiglio dell'Unione europea, di recente, ha aggiornato dal 33 per cento al 45 per cento l'obiettivo che devono raggiungere gli Stati membri sul numero di bambini fino a 3 anni che dovrebbero poter accedere a sistemi e cura per la prima infanzia;

    23) ritardi che vedono interessare più in generale la Missione 4, che contiene gli investimenti per le scuole e le università, e le risorse impiegate sono solo il 4,7 per cento, tanto che si valuta l'intenzione di tagliare gli investimenti. Questo è il prezzo della revisione del PNRR prevista dal Governo;

    24) così come desta preoccupazione il ritardo sugli obiettivi in materia di salute. Sempre la Corte dei conti ha evidenziato come la Missione 6 in tema di salute presenta un tasso di avanzamento dei progetti che non raggiunge la soglia dell'1 per cento, sottolineando peraltro che non tutte le risorse finanziarie afferenti agli interventi PNRR e Pnc sono state ripartite applicando il criterio della riserva del 40 per cento in favore delle regioni del Mezzogiorno;

    25) ad alimentare questi ritardi ha inoltre contribuito la decisione del Governo, attuata con il decreto-legge n. 13 del 2023, di spostare la governance del PNRR dal Ministero a Palazzo Chigi. Una decisione che non sta portando alcun beneficio, ma al contrario sta rischiando di produrre una ulteriore perdita di tempo prezioso;

    26) la Corte dei conti, nella sua seconda relazione semestrale sullo stato di attuazione del PNRR, valutando suddetta decisione del Governo di modificare la governance e istituire la Struttura di missioni PNRR presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha rilevato l'esigenza che tali modifiche strutturali e organizzative vengano attuate cercando però di evitare quei rallentamenti nell'azione amministrativa che possono compromettere il prosieguo dell'attuazione del Piano;

    27) la realtà è che le insicurezze e le indecisioni del Governo sull'attuazione del PNRR stanno producendo una preoccupante situazione di stallo con conseguenti ritardi che rischiano fortemente di pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi previsti;

    28) il nostro Paese non può però permettersi di fallire la piena attuazione del PNRR. La Corte dei conti ha calcolato nel Rapporto annuale sul coordinamento della finanza pubblica, che i due terzi della crescita italiana nel 2023-2026 sono agganciati all'attuazione del PNRR, senza il quale la dinamica medi annua del prodotto interno lordo crollerebbe dal +1,2 per cento previsto, a un modesto +0,4 per cento;

    29) la stessa Unione europea ha chiesto al nostro Paese di garantire una governance efficace e rafforzare la capacità amministrativa per consentire un'attuazione rapida del Piano di ripresa e resilienza. Contestualmente ha altresì raccomandato all'Italia di completare rapidamente il capitolo REPowerEU per avviarne rapidamente l'attuazione;

    30) si ricorda che proprio per rispondere alla recente crisi energetica, l'Unione europea ha adottato una serie di misure, e in particolare il citato piano RepowerEU, finalizzate prioritariamente ad affrancarsi dalla dipendenza russa, accelerando la transizione verso l'energia pulita anche per aumentare l'indipendenza energetica dell'Unione europea dai combustibili fossili;

    31) conseguentemente il regolamento (UE) 2023/435 ha inserito il Piano REPowerEU e i cambiamenti climatici nel dispositivo per la ripresa e resilienza dell'Unione europea (istituito dal regolamento 2021/241);

    32) come riporta lo stesso Def 2023, il Governo intende «rivedere o rimodulare alcuni progetti del Piano per poterne poi accelerare l'attuazione. È in fase di elaborazione il programma previsto dall'iniziativa europea REPowerEU, che comprenderà, tra l'altro, nuovi investimenti nelle reti di trasmissione dell'energia e nelle filiere produttive legate alle fonti energetiche rinnovabili»;

    33) se con le risorse del Piano REPowerEU dovrebbero essere finanziati fondamentalmente progetti che garantiscono l'utilizzo di energie alternative e rinnovabili e consentono di accelerare il percorso di decarbonizzazione del sistema produttivo, in realtà il Governo ha intenzione di finanziare con il REPowerEU anche quei progetti e piani di investimento delle grandi aziende statali (Enel, Eni, Terna, Snam) che poco hanno a che fare con gli obiettivi di decarbonizzazione e di superamento delle fonti fossili che caratterizzano il medesimo piano REPowerEU;

    34) sta di fatto che l'esigenza di integrare la riscrittura del PNRR con i piani di REPowerEU sta però diventando un ulteriore ennesimo motivo di ritardo del Governo;

    35) il capitolo REPowerEU da aggiungere al PNRR conseguentemente aggiornato, doveva infatti essere inviato alla Commissione europea entro il 30 aprile 2023. In realtà con l'avvicinarsi della scadenza, la data di fine aprile è scomparsa, e il Governo ammetteva realisticamente di avere bisogno di più tempo, sfruttando le regole europee che danno la possibilità di presentare i piani rivisti, fino alla data ultima del 31 agosto 2023. È evidente che se non si presentano i progetti non si otterranno le risorse;

    36) nonostante il PNRR, nell'ambito della Misura M2C4-4 abbia posto attenzione alle perdite della rete idrica e l'estrazione illegale di acqua, si è limitato a stanziare modeste risorse (900 milioni) dedicate alla riduzione delle perdite nelle reti per l'acqua potabile (-15 per cento target su 15k di reti idriche), quando l'Ocse nel 2013 stimava che dovremmo spendere 2,2 miliardi di euro l'anno per i prossimi 30 anni per far fronte alle necessità del Paese, per metterci in pari con il livello di investimenti per il mantenimento delle reti del resto d'Europa e ridurre le perdite d'acqua che ha raggiunto il 42 per cento;

    37) così come è indispensabile che il Governo dica una parola chiara e definitiva sulla sua non disponibilità di utilizzare i fondi del PNRR per aumentare gli investimenti nella difesa e in armamenti. Giova ricordare che questa è stata una opzione sostenuta nelle settimane scorse in ambito di Unione europea anche dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera, Josep Borrel, che dichiarava: «La guerra è una realtà e va affrontata. Preferiremmo spendere questi soldi aumentando il benessere delle persone, come chiedono i sindaci, ma non abbiamo scelta»;

    38) si ricorda che il 3 maggio 2023 la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento «Act in Support of Ammunition Production» (Asap) finalizzata ad incrementare la produzione di armamenti impiegando fondi dell'Unione europea;

    39) il 9 maggio 2023 il Parlamento europeo ha quindi approvato la procedura d'urgenza per l'esame della suddetta proposta di regolamento «Asap». Una corsia preferenziale grazie alla quale saranno ridotti i tempi di analisi delle commissioni parlamentari, e per il voto finale. Nel corso del dibattito, il commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton, ha chiarito che non c'è alcun obbligo da parte degli Stati membri nell'uso dei fondi di coesione e di quelli del Recovery, e che se alcuni Paesi vorranno utilizzarli, possono farlo;

    40) va segnalato inoltre come i dati delle procedure di affidamento di qualsiasi importo, censite nella banca dati nazionale dei contratti pubblici di Anac e «perfezionate», mostrano come quasi il 70 per cento degli appalti del PNRR e del Pnc (Piano nazionale complementare) prevede una deroga totale alla clausola che obbliga le imprese che si aggiudicano la gara a occupare almeno il 30 per cento di giovani under 36 e donne,

impegna il Governo:

1) a garantire che le amministrazioni centrali coinvolte nell'attuazione del PNRR assicurino che almeno il 40 per cento delle risorse sia destinato alle regioni del Mezzogiorno;

2) a prevedere, per quanto di competenza, il massimo e costante coinvolgimento della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica in tutte le fasi di aggiornamento e definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e anche riguardo all'utilizzo delle risorse del REPowerEU;

3) visti i preoccupanti ritardi che si stanno accumulando nell'attuazione di molti degli obiettivi e dei progetti del PNRR, a metter in atto tutte le iniziative, anche in ambito di Unione europea, al fine di escludere la possibilità di rinunciare a parte delle risorse di cui l'Italia beneficia e garantirsi la piena erogazione delle rate del PNRR;

4) a prevedere che, in sede di revisione del PNRR, il dissesto idrogeologico, la messa in sicurezza del territorio e il consumo di suolo, trovino, specie dopo il disastro e la tragedia che si sono consumati in Emilia-Romagna e nelle Marche, particolare centralità;

5) a disporre, coerentemente con la raccomandazione accolta dal Governo in sede di conversione in legge del decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39, in sede di revisione del PNRR, un più ambizioso intervento di riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione idrica del Paese, aumentando le risorse da destinare alla sostituzione-manutenzione degli acquedotti fatiscenti;

6) ad adottare iniziative atte a garantire tutte le risorse e gli interventi previsti dal PNRR, con riguardo agli investimenti per la transizione ecologica e i processi di decarbonizzazione e di superamento delle fonti climalteranti, attraverso investimenti nel settore delle fonti rinnovabili e delle energie alternative;

7) a garantire la centralità dello sviluppo della mobilità elettrica e della necessaria capillare infrastrutturazione, nonché delle energie rinnovabili secondo gli obiettivi europei di fabbisogno elettrico da Fer;

8) a escludere dal Piano REPowerEU il finanziamento di progetti e piani di investimento che riguardino direttamente o indirettamente combustibili fossili e fonti energetiche climalteranti;

9) a escludere qualunque utilizzo delle risorse del PNRR per investimenti e acquisti in armamenti, e comunque a informare il Parlamento su qualunque decisione relativa alle richiamate risorse;

10) ad adottare tutte le iniziative di competenza, anche in coordinamento con gli enti territoriali, necessarie a rispettare gli investimenti e gli obiettivi del PNRR per le scuole e per la realizzazione degli asili nido e il potenziamento dell'offerta di servizi educativi;

11) al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione europea previsti da piano «Fit for 55», a sostenere in particolare gli enti locali ad accelerare l'efficientamento energetico anche attraverso l'installazione di pannelli fotovoltaici negli edifici scolastici, negli edifici pubblici, e negli ex-Iacp comunque denominati;

12) a garantire il pieno rispetto nelle procedure di affidamento degli appalti del PNRR e del Pnc (Piano nazionale complementare) della clausola che obbliga le imprese che si aggiudicano la gara a occupare almeno il 30 per cento di giovani under 36 e di donne;

13) a trasmettere alle Camere, in tempo utile e comunque non oltre il 30 giugno, le schede descrittive di revisione del PNRR e del nuovo capitolo dedicato al REPowerEU, al fine di consentirne un tempestivo e completo esame da parte dei competenti organi parlamentari, così come avvenuto in occasione della predisposizione delle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e successivamente della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(1-00156) «Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».


   La Camera

impegna il Governo

1) a escludere qualunque utilizzo delle risorse del PNRR per investimenti e acquisti in armamenti, e comunque a informare il Parlamento su qualunque decisione relativa alle richiamate risorse.
(1-00156)(Testo modificato nel corso della seduta) «Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».


   La Camera,

   premesso che:

    1) i Piani nazionali di ripresa e resilienza sono i programmi di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026 che gli Stati membri definiscono per accedere ai fondi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility, Rrf), nel quadro di NextGenerationEU (Ngeu);

    2) il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) dell'Italia è stato definitivamente approvato a livello europeo il 13 luglio 2021, con decisione di esecuzione del Consiglio dell'Unione europea (Cid). La Cid contiene un allegato con cui vengono definiti, in relazione a ciascun investimento e riforma, precisi obiettivi e traguardi, cadenzati temporalmente, al cui conseguimento si vincola l'assegnazione delle risorse, che è articolata in dieci rate entro il 30 giugno 2026;

    3) il PNRR italiano prevede 132 investimenti e 63 riforme, cui corrispondono 191,5 miliardi di euro finanziati dall'Unione europea attraverso l'Rrf, suddivisi tra 68,9 miliardi di euro di sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro di prestiti, da impiegare nel periodo 2021-2026 attraverso l'attuazione del Piano;

    4) l'Italia ha stanziato risorse nazionali aggiuntive (a debito) per 30,6 miliardi di euro, destinato all'attuazione del Piano per gli investimenti complementari al PNRR (Pnc);

    5) alla data del 23 ottobre 2022, data di insediamento dell'attuale Governo, risultavano conseguiti 25 dei 55 obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre 2022;

    6) il 30 dicembre 2022, ovvero a distanza di poco più di due mesi dal suo insediamento, il Governo ha comunicato di aver raggiunto i 55 traguardi-obiettivi del PNRR per il secondo semestre 2022 e ha inviato alla Commissione europea la richiesta di pagamento della terza rata del valore di 19 miliardi di euro;

    7) a seguito della formalizzazione della richiesta di pagamento della terza rata, la Commissione europea ha avviato un'intensa attività di verifica e controllo sui risultati conseguiti, caratterizzata da un costante dialogo con il Governo che ha sempre provveduto a fornire tutti i dati, i documenti, le informazioni e i chiarimenti richiesti;

    8) l'Italia, a differenza di altri Paesi, ha presentato regolarmente le richieste di pagamento entro i termini riportati nell'allegato riveduto della decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione della valutazione del Piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia (Cid) ed è uno dei pochissimi Stati membri (in totale tre su ventisette) ad aver presentato alla Commissione europea tre richieste di pagamento. Ciò, nonostante il PNRR italiano presenti un numero di scadenze complessive (527) ampiamente superiore a quello degli altri Paesi che maggiormente hanno beneficiato delle risorse messe a disposizione dall'Rrf (Spagna, 416 scadenze; Francia, 175 scadenze; Polonia, 283 scadenze; Grecia, 331 scadenze) e costituisca il Piano che, sia in termini assoluti che relativi, presenta la percentuale più elevata di indicatori relativi al risultato utilizzati per verificare il raggiungimento dei target;

    9) la tempistica relativa alla corresponsione della terza rata appare, dunque, condizionata dalle attività di verifica e controllo da parte della Commissione europea che hanno riguardato, con ogni evidenza, non solo gli obiettivi conseguiti dall'attuale Governo in poco più di due mesi ma anche quelli che risultavano già realizzati alla data del suo insediamento. Come avvenuto nei confronti di altri Stati membri in ragione del progressivo avanzamento dell'attuazione dei rispettivi piani, le attività di verifica e controllo da parte della Commissione europea hanno richiesto dei tempi di definizione più lunghi rispetto ai precedenti, da ascrivere alla numerosità ed all'intrinseca complessità degli obiettivi previsti per il 31 dicembre 2022;

    10) diversamente dalle milestone e dai target associati alle precedenti rate, quelli relativi alla terza rata e, ancor di più, quelli relativi alle rate successive riguardano la fase attuativa degli investimenti programmati e delle riforme approvate e, pertanto, presentano problematicità sensibilmente diverse dalle precedenti;

    11) in considerazione della rigida scansione temporale del PNRR, è indispensabile individuare per tempo le criticità e le possibili soluzioni, anche aggiornando e potenziando le semplificazioni di tipo normativo o amministrativo esistenti, nonché, ove necessario, aggiornando le previsioni del Piano medesimo;

    12) con il decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 aprile 2023, n. 41, sono state introdotte, con il parere favorevole della Conferenza unificata, disposizioni volte non solo a riorganizzare la governance per il PNRR, rafforzando il sistema di coordinamento, gestione, attuazione e monitoraggio delineato dal decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, ma anche a rafforzare la capacità amministrativa degli enti preposti all'attuazione del Piano ed a semplificare le procedure, con l'obiettivo di ridurre i tempi di realizzazione degli investimenti;

    13) la modifica di governance introdotta dal decreto-legge n. 13 del 2023 non ha determinato alcuna interruzione o rallentamento nella fase di esecuzione del Piano, in quanto tanto le disposizioni che hanno espressamente previsto la costituzione della Struttura di missione per il PNRR presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, quanto quelle che hanno consentito alle amministrazioni titolari delle misure di poter procedere alla riorganizzazione delle unità di missione per il PNRR, non solo contengono specifiche disposizioni finalizzate ad escludere qualsiasi soluzione di continuità nell'operatività, ma hanno finanche previsto il rafforzamento delle strutture preesistenti. Ciò, sia per quanto concerne le funzioni, sia per quanto riguarda le risorse umane disponibili, anticipando, tra l'altro, al corrente anno la stabilizzazione del personale assunto con contratti a tempo determinato;

    14) parallelamente alle iniziative di tipo legislativo, il Governo ha comunicato di aver svolto un'intesa attività di verifica dell'effettiva corrispondenza tra i cronoprogrammi originariamente previsti per gli investimenti inseriti nel PNRR e i cronoprogrammi aggiornati in considerazione dei recenti eventi geopolitici che hanno inciso notevolmente sui prezzi dell'energia, dei prodotti alimentari e dei materiali da costruzione ed hanno inoltre causato carenze nelle catene di approvvigionamento mondiali, provocando un aumento dell'inflazione oltre che generare nuove sfide, tra cui il rischio di povertà energetica e un incremento del costo della vita;

    15) il regolamento n. 2023/435 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 febbraio 2023 reca modifiche al regolamento n. 2021/241 ovvero al regolamento istitutivo del dispositivo per la ripresa e la resilienza, prevedendo l'inserimento del capitolo dedicato al piano REPowerEU nel PNRR, sulla base della considerazione che: «Dopo l'adozione del regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, che ha istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza, gli eventi geopolitici senza precedenti provocati dalla guerra di aggressione da parte della Russia nei confronti dell'Ucraina e l'aggravarsi delle conseguenze dirette e indirette della crisi COVID-19 hanno avuto ripercussioni considerevoli sulla società e sull'economia dell'Unione, sulla sua popolazione e sulla sua coesione economica, sociale e territoriale. In particolare, è più che mai evidente che per una ripresa efficace, sostenibile e inclusiva dalla crisi COVID-19 sono indispensabili la sicurezza energetica e l'indipendenza energetica dell'Unione, essendo queste tra i principali fattori che contribuiscono alla resilienza dell'economia dell'Unione» (considerando n. 1). Inoltre, l'inserimento nei piani per la ripresa e la resilienza di un capitolo dedicato al piano REPowerEU è funzionale a «ottimizzare la complementarità, la coerenza e la coesione delle strategie e delle azioni intraprese dall'Unione e dagli Stati membri per promuovere l'indipendenza, la sicurezza e la sostenibilità dell'approvvigionamento energetico dell'Unione» (considerando n. 5);

    16) l'iniziativa REPowerEU è stata attuata dalla Commissione europea anche mediante l'introduzione di opportune modifiche ai programmi legati alle politiche di coesione allo scopo di renderli idonei a fronteggiare l'emergenza energetica. Al regolamento REPowerEU è, infatti, collegata la possibilità di utilizzare le risorse della programmazione 2014-20 per finanziare misure eccezionali per supportare le piccole e medie imprese colpite dall'aumento del prezzo dell'energia e sostenere le famiglie bisognose nell'affrontare le spese energetiche unitamente ad un uso flessibile del Fesr e del Fse (cosiddetta iniziativa Safe). Pertanto, l'introduzione del capitolo aggiuntivo PNRR relativo al REPowerEU consente di avviare l'allineamento dei quadri programmatori delle diverse fonti di finanziamento, sia europee che nazionali, in materia di coesione e di assicurarne il coordinamento per una gestione maggiormente efficace ed efficiente;

    17) avendo l'Italia già utilizzato tutta la quota dei contributi a fondo perduto di 122 miliardi di euro sotto forma di prestiti resi disponibili dal dispositivo di ripresa e resilienza, la quota italiana dei fondi REPower è pari a 2,7 miliardi di euro, ai quali si può aggiungere fino al 7,5 per cento dei fondi relativi alla programmazione 2021-2027 della politica di coesione. Conseguentemente, è indispensabile che il capitolo REPower del PNRR italiano sia costituito da riforme e investimenti non solo realizzabili entro l'arco temporale del dispositivo di ripresa e resilienza, ma anche in grado di contribuire effettivamente a realizzare gli obiettivi di diversificazione dell'approvvigionamento energetico, in particolare dei combustibili fossili, nonché di aumentare la resilienza, la sicurezza e la sostenibilità del sistema energetico, così come declinati dall'articolo 21-quater, paragrafo 3, del regolamento n. 241 del 2021;

    18) il Governo ha comunicato di aver avviato, così come previsto dalla comunicazione della Commissione europea 2023/C 80/01, pubblicata in data 3 marzo 2023 e recante gli «Orientamenti sui piani per la ripresa e la resilienza nel contesto di REPowerEU», costanti interlocuzioni con la Commissione europea in ordine all'avanzamento dell'istruttoria relativa all'aggiornamento del PNRR e al capitolo REPowerEU finalizzate a concordarne preventivamente i contenuti, nonché i tempi e i modi della loro presentazione entro il termine legale del 31 agosto 2023 previsto dai regolamenti europei;

    19) nella cabina di regia sul PNRR del 31 maggio 2023 è stata approvata la terza relazione sullo stato di attuazione del PNRR, trasmessa al Parlamento in data 7 giugno 2023, nella quale sono indicati i contenuti preliminari del capitolo REPower del PNRR italiano, nonché descritte le macro-tipologie di proposte formulate dalle amministrazioni ai fini della modifica del PNRR in termini di: rimodulazione delle milestone e dei target per effetto dell'aumento dei prezzi o ad altri fattori oggettivi; rimodulazione delle scadenze delle milestone e dei target intermedi, senza modifica delle milestone e dei target finali; revisioni di denominazione/descrizione/meccanismi di verifica delle milestone e dei target intermedi, dirette a chiarire meglio gli obiettivi (Cid e Oa); revisioni collegate a criticità oggettive connesse al mutato contesto attuativo; riallocazione delle risorse per un utilizzo più efficiente delle stesse,

impegna il Governo:

1) a proseguire nell'attività di attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR, come aggiornato anche con l'inserimento del capitolo REPowerEU, assumendo tutte le iniziative ritenute necessarie al fine di assicurare il tempestivo raggiungimento entro il 2026 delle milestone e dei target;

2) a informare il Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, sugli investimenti e sulle riforme inserite nella proposta di aggiornamento del PNRR, comprensiva del capitolo REPowerEU, consentendo un adeguato ed approfondito esame;

3) a garantire il coinvolgimento delle principali società a partecipazione pubblica statale, delle parti sociali, delle organizzazioni della società civile, degli enti locali e regionali, ai fini dell'elaborazione della proposta di aggiornamento del PNRR e del capitolo REPowerEU italiano, in coerenza con le indicazioni contenute nella comunicazione della Commissione europea al Parlamento e al Consiglio COM (2023) 99 final, del 21 febbraio 2023;

4) ad assicurare la piena coerenza della proposta di aggiornamento del PNRR, comprensivo del capitolo REPowerEU, con le finalità del piano, garantendo l'attuazione delle riforme previste dal PNRR, nonché il conseguimento degli obiettivi trasversali relativi alla parità di genere, al miglioramento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno;

5) ad inserire nel capitolo REPowerEU del PNRR italiano proposte di investimento e di riforme che riguardino, in particolare: le reti di trasmissione e di distribuzione dell'energia; la produzione di energie rinnovabili, la riduzione della domanda di energia e la sua riqualificazione verso fonti rinnovabili; la transizione verde e l'efficientamento energetico del settore produttivo; gli investimenti in favore di famiglie e imprese; il sostegno alle filiere produttive green;

6) al fine di assicurare la piena realizzazione del PNRR e il raggiungimento di tutti gli obiettivi qualitativi e quantitativi dallo stesso previsti, ad elaborare una proposta di aggiornamento del Piano che si focalizzi specificatamente su misure che hanno registrato un notevole ritardo nella fase di avvio o un rilevante incremento dei costi a causa dell'inflazione, della mancanza di materie prime ovvero di altre circostanze oggettive e non preventivabili;

7) in linea con le raccomandazioni sul PNRR italiane formulate nell'ambito della comunicazione del 24 maggio 2023 della Commissione europea «Semestre europeo 2023 – pacchetto di primavera», a salvaguardare gli interventi esclusi dal PNRR all'esito dell'aggiornamento del Piano, utilizzando altre fonti di finanziamento nazionali disponibili a legislazione vigente, anche mediante la riprogrammazione del Piano nazionale complementare, e ricorrendo alle risorse messe a disposizione dalla programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali e del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027;

8) al fine di realizzare un miglioramento tangibile e duraturo dell'Italia, a garantire un utilizzo sinergico, più razionale ed efficiente delle risorse europee e nazionali destinate alla realizzazione degli investimenti pubblici, con particolare riguardo al rafforzamento dell'autonomia energetica, al sostegno alle attività produttive, alla transizione green e digitale, nonché all'attuazione delle politiche di coesione.
(1-00158) «Foti, Molinari, Barelli, Lupi, Mantovani, Bagnai, Pella, Romano, Lucaselli, Candiani, Cannizzaro, Ambrosi, Giglio Vigna, D'Attis, Caiata, Mangialavori, Cannata, Di Maggio, Donzelli, Giordano, Giorgianni, Mascaretti, Pietrella, Rampelli, Angelo Rossi, Rotondi, Trancassini, Tremaglia».