XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 123 di mercoledì 21 giugno 2023
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 79, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale (A.C. 1151-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1151-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale.
Ricordo che nella seduta del 20 giugno si è conclusa la discussione generale e i relatori sono intervenuti in sede di replica.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 1151-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1151-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, a nome del Governo e autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 1151-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale, nel testo approvato dalle Commissioni riunite.
PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata tra 15 minuti presso la Biblioteca del Presidente, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento.
La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 11,30.
Sui lavori dell'Assemblea e rimodulazione del calendario dei lavori per la settimana 26-30 giugno.
PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge n. 1151-A - Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale (da inviare al Senato – scadenza: 9 luglio 2023), nel testo approvato dalle Commissioni, la votazione sulla questione di fiducia avrà luogo nella seduta di domani, giovedì 22 giugno, alle ore 9,30, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 8.
Alle ore 10,30 avrà luogo la commemorazione del Presidente Silvio Berlusconi.
Al termine avrà luogo, a partire dal parere del Governo, l'esame degli ordini del giorno che, ove non concluso entro le ore 13,30, riprenderà a partire dalle ore 15.
Nella stessa giornata di giovedì 22 giugno, seguiranno le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 13 di oggi, mercoledì 21 giugno.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata previsto per la seduta odierna, alle ore 15, rimane confermato.
Resta altresì confermato lo svolgimento delle discussioni sulle linee generali già previste per la seduta di venerdì 23 giugno, a partire dalle ore 9,30 (si tratta dei seguenti provvedimenti: Relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali, adottata il 1° maggio 2023 (Doc. XXV, n. 1) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2022, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2023, deliberata nello stesso Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 (Doc. XXVI, n. 1) (Doc XVI, n. 1), disegno di legge n. 1134 - Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30 (approvato dal Senato – deliberata l'urgenza) e proposta di legge n. 418 - Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale).
È stato altresì convenuto di rinviare l'esame del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 luglio 2023) alla prossima settimana, la cui organizzazione è stata rimodulata come segue:
Lunedì 26 giugno (ore 11)
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 107 e abbinata - Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti.
Lunedì 26 giugno (ore 13 e p.m.)
Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 luglio 2023).
Lunedì 26 giugno (ore 20)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 luglio 2023) (per la discussione e la votazione delle eventuali questioni pregiudiziali presentate).
Lunedì 26 giugno (ore 21)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 luglio 2023) (per l'eventuale posizione della questione di fiducia)
Martedì 27 giugno (ore 19,30)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 luglio 2023) (per le dichiarazioni di voto sull'eventuale questione di fiducia).
Martedì 27 giugno (ore 21)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 luglio 2023) (per la votazione per appello nominale sull'eventuale questione di fiducia).
Mercoledì 28 giugno (ore 9)
Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 29 e 30 giugno 2023.
Mercoledì 28 giugno (ore 15)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Mercoledì 28 giugno (ore 16-20, con prosecuzione notturna)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 luglio 2023) (per l'illustrazione, l'espressione dei pareri da parte del Governo e le votazioni sugli ordini del giorno).
Giovedì 29 giugno (ore 9,30-13,30 e 15-17)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 luglio 2023) (per l'eventuale seguito dell'esame degli ordini del giorno).
Giovedì 29 giugno (ore 17)
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 685 – Conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 luglio 2023) (per le dichiarazioni di voto finale – con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto – e la votazione finale).
Giovedì 29 giugno (ore 18,30)
Seguito dell'esame della Relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali, adottata il 1° maggio 2023 (Doc. XXV, n. 1) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2022, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2023, deliberata nello stesso Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 (Doc. XXVI, n. 1) (Doc XVI, n. 1).
Venerdì 30 giugno (ore 9,30)
Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 712 e 722 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021.
Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.
(Segue sorteggio).
La chiama avrà inizio dal deputato Quartini.
Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Difesa, il Ministro dell'Interno e il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Intendimenti del Governo in relazione ad un possibile coinvolgimento di Paesi della NATO nel conflitto tra Federazione russa e Ucraina – n. 3-00473)
PRESIDENTE. Il deputato Marco Pellegrini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00473 (Vedi l'allegato A).
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro Crosetto, recentemente organi di stampa hanno riportato la notizia secondo cui l'ex Segretario generale della NATO, Rasmussen, avrebbe detto che, se l'Ucraina non riceverà nel prossimo vertice della NATO a Vilnius nel prossimo mese di luglio rassicurazioni sul prosieguo del conflitto in Ucraina, sarebbe possibile l'intervento diretto di alcuni Paesi baltici, tra cui la Polonia, sul territorio ucraino. Quindi, truppe di Paesi che appartengono alla NATO, secondo questa prospettazione, potrebbero intervenire direttamente nel conflitto. A questa dichiarazione ha fatto seguito la reazione verbale, fino a questo punto, della Federazione russa che ha paventato, appunto, uno scontro diretto fra la NATO e la Federazione stessa. Noi vogliamo sapere se al Governo risulti tutto ciò e che cosa intenda fare per scongiurare questo gravissimo pericolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.
GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. Ringrazio del quesito l'onorevole interrogante anche perché, senza questo quesito, non avrei mai dedicato tempo ed energia per occuparmi delle elucubrazioni personali di un ex Segretario generale della NATO attualmente senza alcun incarico pubblico, né in patria né a livello internazionale. Non mi pare ci sia molto da commentare oltre su queste parole, ma ricordo che il Trattato del Nord Atlantico prevede che ogni decisione in ambito NATO debba essere adottata con il consenso di tutti gli alleati, non solo di uno o due e neanche di tutti meno uno. Preciso ancora una volta che il supporto della comunità internazionale e dell'Italia all'Ucraina non è portato avanti con l'obiettivo di un'escalation del conflitto bensì esattamente all'opposto, cioè nella convinzione che questo possa avere termine quando la Russia si siederà a un tavolo con l'intenzione di cessare le ostilità, rendendo possibile l'avvio di una soluzione pacifica e il ritorno alla situazione preesistente. È questo un obiettivo condiviso, nel cui spirito la comunità internazionale, in linea con la carta ONU, ha deciso di rispondere alla richiesta di aiuto da parte di una Nazione invasa. In questo quadro, l'Italia non trascura alcuna ipotesi di risoluzione del conflitto e promuove contatti pragmatici tra le parti attraverso la costante interlocuzione con tutti gli altri attori internazionali che intendono svolgere un ruolo per mitigare l'impatto del conflitto e contribuire ad una soluzione. Siamo impegnati a discutere con tutti i partner e gli alleati della comunità euro-atlantica le modalità per il sostegno e per dare attuazione alle formule per la pace. Proprio in quest'ottica, con assoluta trasparenza, evidenzio come in ambito NATO, in previsione del prossimo vertice di Vilnius, si stiano negoziando le modalità per approfondire la relazione politica con l'Ucraina anche in termini di trasformazione dell'attuale Commissione NATO-Ucraina in Consiglio NATO-Ucraina, che ha lo scopo di agevolare il processo decisionale al fine di assumere decisioni e pianificare attività in maniera congiunta, sempre con il principio del consenso e che non rappresenta in alcun modo l'ingresso formale dell'Ucraina nella NATO. A titolo informativo, ricordo che analoghi obiettivi di cooperazione caratterizzarono il Consiglio NATO-Russia, istituito nel 2002 nello spirito di Pratica di Mare. Quanto alle considerazioni degli interroganti riguardanti la Polonia e i Paesi baltici, ribadisco che ci sono nostri validi e affidabili alleati che hanno ovviamente una percezione diversa dalla nostra della minaccia, dovuta alla vicinanza geografica alla Russia, che li ha portati a un incremento della spesa militare. Questi timori sono condivisibili e, in questa prospettiva, le iniziative di rassicurazione poste in essere dalla NATO, fin dai primissimi giorni, sul fianco Est, sono servite proprio ad abbassare i toni fino adesso.
PRESIDENTE. Il deputato Pellegrini ha facoltà di replicare.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, non sono e non siamo soddisfatti della sua risposta. Lei ha parlato di elucubrazioni però le ricordo che sta facendo riferimento a un ex Segretario generale della NATO. Non è il primo che passa, non è un folle che interpreta a suo modo i fatti, è una persona ben informata e, per tutto quello che ha fatto negli scorsi anni, nella sua qualità, credo che abbia delle informazioni di prima mano.
Ciò detto, secondo me è da rimarcare anche un altro aspetto e, cioè, che quello che ha detto l'ex Segretario generale Rasmussen un po' rispecchia quello che si dice in molti Governi - come riportato dalla stampa - cioè questa tendenza bellicista, questa voglia di vincere questa guerra e non di farla terminare nel più breve tempo possibile per mettere fine alla carneficina che sta facendo morire centinaia di migliaia tra russi e ucraini. Tra l'altro, in numero esorbitante sono, come al solito, i civili, le donne e i bambini. Quello dovrebbe essere il nostro primo e unico obiettivo, invece vedo che stiamo andando avanti nella propaganda bellicista, purtroppo anche da parte del nostro Governo, contravvenendo a un impegno che quest'Aula, che questo Parlamento aveva preso il 1° marzo del 2022, quando furono approvati i primi aiuti all'Ucraina. Si impegnava, infatti, il Governo - lo voglio leggere in maniera testuale - a indirizzare i suoi sforzi “a una de-escalation militare e alla ripresa di un percorso negoziale tra Kiev e Mosca”. L'Italia non solo non è protagonista di questo percorso negoziale ma non ha proposto un cessate il fuoco e non ha proposto l'arrivo sul campo, per esempio, di forze di interposizione che possano separare gli attuali belligeranti e, ripeto, portare un po' di tranquillità, un po' di pace su quei terreni. Siamo veramente non soddisfatti della sua risposta e di tutto quello che sta accadendo voi siete corresponsabili e la storia vi giudicherà (Applausi dei deputati del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative di competenza per ridefinire le aree soggette a servitù militare, al fine di ridurre l'impatto ambientale e sulla salute delle esercitazioni militari, con particolare riferimento alla regione Sardegna – n. 3-00474)
PRESIDENTE. La deputata Ghirra ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00474 (Vedi l'allegato A).
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la Sardegna paga da anni un prezzo altissimo per via dell'asservimento a fini militari di ampie zone di territorio. Il 65 per cento delle servitù militari italiane si trovano sull'isola e le aree vincolate a mare superano la superficie dell'intera Sardegna.
In più, nel mese di maggio di ogni anno, si svolgono imponenti esercitazioni. Nel secondo semestre di quest'anno sarebbero previsti nuovi programmi di esercitazioni a fuoco nei poligoni militari, esercitazioni contro cui si è espressa all'unanimità la componente regionale del CoMiPa, il Comitato misto paritetico per le servitù militari.
Uno studio dell'università di Cagliari dimostra che le compensazioni attuali sono insufficienti a risarcire territori e comunità. La dipendenza dall'economia militare ha ostacolato la formazione di capacità imprenditoriali che possano contribuire al loro sviluppo.
Chiedo, quindi, al Ministro, visto l'impatto socioeconomico e ambientale negativo causato da servitù ed esercitazioni, quali iniziative intenda portare avanti per una progressiva smilitarizzazione della Sardegna e una riduzione dell'impatto su ambiente e salute che consenta un'economia di sviluppo sostenibile del territorio.
PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.
GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. Onorevole Ghirra, rispetto alla sua domanda, con la sincerità dovuta al Parlamento, voglio spiegare che l'attuale quadro strategico non consente di ragionare in termini di riduzione delle attività addestrative delle Forze armate. Ciò detto, il Governo e la Difesa assicureranno, per contro, ogni possibile contributo per lo sviluppo sostenibile della regione Sardegna attraverso ulteriori investimenti volti ad incrementare la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico, l'innovazione, anche in chiave duale, nonché programmi di sviluppo industriale civile, e non solo militare, a testimonianza della centralità che per noi la Sardegna ha nello sviluppo del Paese.
La Sardegna costituisce un territorio chiave per gli investimenti della Difesa, come dimostra la recente inaugurazione dell'International flight training school, uno dei centri più avanzati al mondo per l'addestramento di piloti. È per questo che la Difesa collabora quotidianamente con la regione Sardegna al fine di individuare concrete soluzioni per la condotta delle attività militari, in un quadro di sviluppo armonico con la società civile rispettoso dell'ambiente, della salute e della vita quotidiana di popolazioni a noi particolarmente care.
Tengo a precisare che il dato percentuale a cui fa riferimento - oltre il 60 per cento - è una misura della percentuale di ripartizione del contributo finanziario previsto per le sole regioni a statuto speciale, quindi non identifica la percentuale di presenza militare in Sardegna rispetto a tutto il territorio nazionale. Quelle che lei chiama servitù militari non gravano solo sulla Sardegna, anche sulla Sardegna.
Nel tempo è stata riservata alla regione una sempre maggiore attenzione, culminata con la costituzione della cabina di regia, a seguito del protocollo del 2017 tra Ministero e regione Sardegna, recentemente rinnovato, e sono state accolte specifiche istanze del territorio, formalizzate in appositi protocolli d'intesa, in gran parte avviate e concluse in diversi stati di progresso. A titolo esemplificativo: la sospensione dal 1° al 30 settembre di ogni anno, nonché nel periodo delle festività pasquali e natalizie, delle esercitazioni; l'apertura estiva a tutta la cittadinanza delle spiagge situate in prossimità dei poligoni di Teulada e San Lorenzo; la cessione al comune di Teulada della spiaggia di Porto Tramatzu, con le relative pertinenze.
Relativamente agli aspetti ambientali, evidenzio come la Difesa abbia avviato, ormai da tempo, molteplici percorsi virtuosi finalizzati alla protezione dell'ambiente e dei cittadini. In particolare, con riferimento ai poligoni, sono stati recentemente sottoscritti ed implementati disciplinari d'uso, sottoscritti con l'autorità regionale, e specifici disciplinari ambientali che prevedono, tra l'altro, specifiche campagne di raccolta di materiale residuale di esercitazioni, nel pieno rispetto del codice dell'ambiente.
Per quanto riguarda la compensazione, si configura con le seguenti modalità: la corresponsione annuale di circa 17 milioni di euro come indennizzo ai pescatori; l'erogazione di un contributo, di cui all'articolo 330 del decreto legislativo n. 66, di un milione di euro; la convenzione per l'utilizzo da parte dei pastori delle aree non utilizzate per le esercitazioni, per un'area di oltre 2.600 ettari; l'erogazione di 80.000 euro al comune di Teulada; la presenza di 12.500 militari che, con le proprie famiglie, costituiscono un prezioso patrimonio civile, culturale, economico e sociale.
PRESIDENTE. La deputata Ghirra ha facoltà di replicare.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Il Ministro capirà che non sono affatto soddisfatta di questa risposta, perché la nostra visione di sviluppo del territorio non è certo legata all'economia di guerra, delle esercitazioni in questo caso. La nostra isola ha enormi potenzialità, gli indennizzi non sono sufficienti a garantire lo sviluppo economico sostenibile del nostro territorio. Non è certo da addossare a lei la responsabilità di questa situazione; è una storia che va avanti da decenni, però la cabina di regia e i tavoli tecnici non stanno producendo, a mio avviso, le necessarie soluzioni per l'armonizzazione delle esigenze della Difesa con quelle dei cittadini che abitano quei territori. Non c'è una consapevolezza reale dei limiti che la presenza delle servitù e dei poligoni crea nei territori, anche dal punto di vista ambientale. Non si parla mai di bonifiche, nonostante persino la Corte dei conti abbia invitato il Governo ad intervenire per riqualificare quei luoghi che sono profondamente inquinati dalle esercitazioni che si svolgono da troppo tempo. Io davvero non ho grande fiducia, ma spero che ci possa essere una riflessione profonda rispetto alle esigenze che una terra come la nostra ha e ai benefici che non arrivano da questo tipo di politiche (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Iniziative del Governo in sede europea in ordine all'opportunità di escludere dai vincoli del Patto di stabilità le spese dedicate alla difesa – n. 3-00475)
PRESIDENTE. Il deputato Comba ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00475 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
FABRIZIO COMBA (FDI). Onorevole Presidente, onorevole Ministro, il tema al centro del vertice NATO in programma il prossimo 11 e 12 luglio a Vilnius sarà l'accordo, da raggiungere tra gli alleati, di dedicare il 2 per cento del bilancio dello Stato alla spesa militare, come prevede un impegno preso dai Paesi membri dell'Alleanza atlantica nel 2014.
L'Italia, attualmente, dedica alle spese militari l'1,38 per cento del proprio PIL, mentre, nel complesso, sono 9 gli Stati che hanno già raggiunto il traguardo del 2 per cento, ovvero gli Stati Uniti (3,5 per cento), la Grecia (3,5 per cento), fino alla Romania (2 per cento).
Il Segretario generale della NATO, Stoltenberg, in una conferenza stampa dello scorso aprile, ha affermato che il 2 per cento del PIL investito in difesa non sarà considerato più solo un obiettivo da raggiungere per i Paesi della NATO, ma il minimo richiesto da tutti.
Il Ministro del Governo si è impegnato a raggiungere la soglia del 2 per cento del PIL da dedicare al bilancio militare, ma anche ha rilevato come sarebbe opportuno scorporare le spese per la difesa dai vincoli del Patto di stabilità.
Alla luce di quanto esposto in premessa, si chiede quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di portare all'attenzione degli alleati europei l'opportunità di scorporare le spese dedicate alla difesa dai vincoli del Patto di stabilità.
PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.
GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Comba. Come è noto, nel 2014, al summit del Galles, i Capi di Stato e di Governo assunsero l'impegno, definito Defence investment pledge, di mirare, entro il 2024, al conseguimento del 2 per cento del rapporto spese per la difesa-PIL e del 20 per cento delle spese militari dedicate all'investimento e di contribuire alle operazioni e alle missioni a sostegno della sicurezza nazionale.
Questo impegno è stato solennemente confermato in tutte le sedi da tutti i Governi che si sono succeduti, compresi i Governi Conte 1 e 2 e, ovviamente, il Governo Draghi, solo che quello che ai tempi veniva ritenuto pacifico e giusto, oggi viene ritenuto una mossa, una posa bellicistica; mi duole dirlo, non innoviamo in questo caso, confermiamo soltanto gli impegni presi da tutti i precedenti Governi. Non si tratta di un mero dato contabile, ma di un pilastro fondamentale su cui costruire una difesa che possa rispondere adeguatamente alle future minacce.
Al prossimo summit di Vilnius, l'11 e il 12 luglio, molte Nazioni vorrebbero far adottare ai Capi di Stato e di Governo obiettivi ancora più ambiziosi: raggiungere immediatamente il 2 per cento e farlo diventare la base minima per garantire il contributo nazionale alla sicurezza e all'alleanza necessaria per assicurare la credibilità dello strumento militare per la difesa collettiva, impiegare almeno il 20 per cento (del citato 2) in quota investimenti e dimostrare la volontà politica di fornire disponibilità delle forze e delle capacità nazionali per l'intero spettro di operazioni NATO.
Al momento, come evidenziato dagli stessi interroganti, l'Italia si pone ben al di sotto di tale soglia. L'aumento delle spese della Difesa è importante non perché la decisione è condivisa tra gli alleati, ma soprattutto perché l'attuale contesto di sicurezza richiede uno strumento militare credibile e dotato delle capacità necessarie a contribuire alla difesa.
In tale contesto, ho ritenuto di dover sollevare la questione del vincolo del Patto di stabilità che, considerato il nostro debito pubblico, ci colloca in una posizione peculiare con margini di manovra ristretti. Ho stimolato una riflessione sull'opportunità di sottrarre le spese in argomento dai vincoli suddetti, scrivendo ai miei colleghi dell'Unione europea, all'Alto rappresentante, Vicepresidente della Commissione Borrell, al Commissario per l'Economia Gentiloni e al Segretario generale Stoltenberg.
La stessa posizione ho portato alle ministeriali Difesa della NATO di febbraio 2023 e del 15 e 16 del corrente mese. Tra l'altro, questa soluzione, laddove approvata a livello europeo, libererebbe volumi finanziari importanti per tutti i Paesi membri, che potrebbero essere destinati in favore di settori come la sanità, la scuola, le opere pubbliche, le infrastrutture, l'ambiente, la cultura e la ricerca scientifica.
Solo in questo modo potremo davvero, da un lato, garantire la stabilità e la pace e, dall'altro, far crescere il tessuto sociale, economico e civile.
Concludendo, non posso che dare rassicurazioni in questa sede sul fatto che il Governo proseguirà la sua azione per cercare il superamento del vincolo del Patto di stabilità per favorire il percorso verso il 2 per cento, ma ribadisco in questa sede che, se non risolveremo l'attuale quadro di incoerenza tra la responsabilità di rafforzare la sicurezza e i limiti di finanza pubblica imposti dalla UE, sarà ben difficile raggiungere in tempi ragionevoli la soglia minima del 2 per cento prevista dalla NATO.
PRESIDENTE. La deputata Chiesa ha facoltà di replicare.
PAOLA MARIA CHIESA (FDI). Signor Ministro, grazie della risposta, che ci soddisfa pienamente. Dallo scorso 24 febbraio è chiaro a tutti che la nostra libertà non è più scontata; dallo scorso 24 febbraio è chiaro a tutti che la nostra difesa ha un costo. È vero, dal 2014 l'Italia sta percorrendo la strada, peraltro condivisa da tutti i Governi che si sono succeduti, di portare le spese militari al 2 per cento del PIL, un obiettivo importante, un obiettivo concordato in sede NATO con i nostri alleati, un obiettivo che, ahimè, non abbiamo ancora raggiunto. Si tratta di un obiettivo concordato dieci anni fa. Ecco, sono passati dieci anni e il nostro Governo, l'avete sentito, intende onorare questo impegno.
È doveroso, lo ripeto, è doveroso raggiungere almeno il 2 per cento, è doveroso per garantire stabilità e sicurezza nazionale e internazionale; lo dobbiamo ai nostri alleati, lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle nostre amate Forze armate che sono lo specchio migliore della società.
Grazie, ancora, per la risposta, signor Ministro, certi che l'11 e il 12 luglio al vertice NATO porterà a testa alta il nome dell'Italia, come sempre, in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative volte ad accelerare e semplificare le procedure di rilascio e rinnovo dei passaporti – n. 3-00476)
PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-00476 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ministro, noi riproponiamo nel question time un'interrogazione che avevamo già svolto il 25 gennaio 2023 e, ascoltando appunto la risposta del Ministro, che proponeva alcune soluzioni rapide, oggi, riproponiamo questa interrogazione in quanto, dopo circa sei mesi, nulla è cambiato.
Anzi, nonostante le parole del Ministro Santanchè, che il 6 febbraio pronunciava invocazioni per cui in 10 giorni il problema sarebbe stato risolto, una recente inchiesta di Altroconsumo mostra come, non solo la situazione non sia migliorata, ma in 6 città sulle 12 analizzate, sono peggiorati i tempi di rilascio dei passaporti, nel corso di questi 6 mesi.
Ecco, allora, le chiediamo quali azioni intenda applicare per risolvere questa questione che oramai è diventata un'emergenza nazionale e per la quale tantissimi cittadini si stanno lamentando, anche rispetto a una delle soluzioni che avevamo proposto, oltre a quella dell'aumento del personale, che era l'eliminazione di quel vincolo di territorialità che non permette ai cittadini di scegliere liberamente dove poter fare questa procedura.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, preciso immediatamente che il portale “Agenda Online” per il quale si registrano i disagi nella fissazione degli appuntamenti conseguenti all'elevato numero di accessi a tale sistema è soltanto uno degli strumenti di accesso agli uffici delle questure dedicati al rilascio dei passaporti, rivolto peraltro ai casi privi del carattere dell'urgenza. Al riguardo, informo che il 15 giugno scorso, peraltro, il dipartimento della pubblica sicurezza ne ha ultimato l'adeguamento tecnologico, nella prospettiva di migliorarne la funzionalità.
Nella fase post-pandemica è comunque di nuovo possibile avvalersi di una pluralità di canali di accesso per consentire la presentazione delle domande e la conseguente rapida trattazione per coloro che documentino situazioni di urgenza legate a malattia, lavoro, studio o turismo. Tra di essi figurano i cosiddetti Open Day, gli sportelli urgenze, gli indirizzi telematici e telefonici dedicati.
Per quanto riguarda i tempi per il rilascio del passaporto in quasi tutte le questure essi si attestano su quelli previsti dalla normativa di riferimento, che sono 15 giorni e, in caso di ulteriore accertamento, 30 giorni, consentendo, per le ipotesi di urgenza, di consegnarlo senza ritardo rispetto alle prenotazioni esibite o alle motivazioni addotte a sostegno della domanda. Sul piano organizzativo, poi, oltre all'aggregazione di personale appartenente ad altri settori e al maggior ricorso a ore di lavoro straordinario, è stata ultimata la sostituzione delle postazioni di front office e back office degli uffici passaporti, con nuove soluzioni più performanti.
Tutto questo insieme di misure ha fatto sì che da 1.800.000 passaporti emessi in tutto l'anno 2022, quest'anno siamo passati agli oltre 1.340.000 passaporti emessi, in meno dei 6 mesi, appunto, dell'anno in corso, di cui più di 170.000 sono stati stampati, ma non ancora ritirati dai richiedenti.
Con particolare riferimento, poi, alle 6 città segnalate dall'interrogante come connotate da particolari criticità, le statistiche aggiornate al 19 giugno 2023 indicano che tutte e 6 fanno registrare un incremento dei passaporti stampati rispetto allo scorso anno. Si va da un aumento del 137 per cento di Milano a quello del 244 per cento di Torino.
Circa la semplificazione delle procedure di rilascio, segnalo che il 13 giugno scorso è stato pubblicato il decreto-legge n. 69 del 2023 che ha introdotto una modifica del procedimento di rilascio del passaporto o della carta d'identità valida per l'espatrio in favore del genitore di figli minori. In sostanza, non è più richiesto l'assenso dell'altro genitore, salvo casi particolari previsti dalla disposizione. Quanto al vincolo della territorialità citato dall'interrogante, informo che la domanda può essere presentata in qualunque ufficio di polizia, ferma restando la necessità di acquisire elementi informativi presso la questura di residenza del richiedente.
Insomma, le misure messe in campo hanno permesso di incrementare in modo consistente il numero dei passaporti rilasciati e di ridurre i tempi di attesa, dando priorità alle situazioni di urgenza. Lo sforzo organizzativo continuerà anche sviluppando le buone prassi di sinergia già avviate, soprattutto con gli enti locali, per delocalizzare la ricezione delle domande; tra queste sinergie rientra proprio il “Progetto Polis”, in partenariato con Poste Italiane.
PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di replicare.
FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Ministro. È evidente che non possiamo ritenerci soddisfatti, nonostante alcune opere messe in campo dal Governo, per migliorare la situazione. Sicuramente, i numeri che lei ha citato lo testimoniano, però viviamo tutti in un Paese in cui non solo le fonti di stampa, ma anche le associazioni che rappresentano le agenzie di viaggio, o le associazioni di categoria che rappresentano il mondo imprenditoriale denunciano ogni giorno come ci siano grandi difficoltà nell'accedere al portale, nel trovare un appuntamento in tempi che sono ben oltre quelli che lei cita nei suoi dati. Lo constatiamo in moltissime città, questi tempi non sono per niente allineati ai 15 e ai 30 giorni che lei sta citando.
Ed è anche vero - e vanno ringraziati per questo - che il personale di polizia e i commissariati locali stanno facendo un grande lavoro sull'emergenza, ma non dobbiamo portare tutto all'emergenza, quanto superare un problema che deve essere risolto strutturalmente. Ci sono persone, la informo, che acquistano biglietti low cost per andare nel Regno Unito, per accedere al diritto di emergenza e avere quello che è un diritto, ossia il passaporto e, conseguentemente, il diritto di libero movimento nel mondo. È un danno economico e un'emergenza davvero importante, che non va assolutamente sottovalutata. Il vincolo di territorialità c'è ancora sul portale. Le confermo che è ancora impossibile, con il proprio codice fiscale, prenotare un appuntamento fuori dal proprio commissariato di zona. Quindi, la situazione è ancora esattamente quella di prima.
Siamo felici che il 15 giugno, dopo qualche mese dal suo annuncio, il portale venga rivisto, perché oggi i problemi per i cittadini sono davvero tanti e ci sono anche con gli altri canali, poiché non si ottiene risposta nemmeno con la PEC, e le denunce che riceviamo, ogni giorno e da tutta l'Italia, lo dimostrano. Quindi, continueremo a monitorare il lavoro che, come Governo, metterete in campo.
(Iniziative per rafforzare i presidi delle Forze dell'ordine nelle zone turistiche maggiormente esposte all'incremento di fenomeni criminosi – n. 3-00477)
PRESIDENTE. Il deputato Ziello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00477 (Vedi l'allegato A).
EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, con l'avvio della stagione estiva è noto che nelle città si registra una recrudescenza di fenomeni criminali legati, per esempio, allo spaccio di sostanze stupefacenti, al commercio abusivo, all'occupazione di immobili o anche a quel fenomeno di recente apparizione nel nostro Paese denominato come “malamovida”. Questi fenomeni sono radicati soprattutto in quelle città e in quei contesti dove c'è un'alta presenza turistica e, molto spesso, questa alta presenza turistica coincide con le città più belle del nostro Paese.
Dalle notizie apparse recentemente sulla stampa abbiamo visto che lei si è occupato e ha posto la sua attenzione in particolare alle province di Rimini e di Macerata, disponendo, tra l'altro, servizi articolati e importanti, che stanno ottenendo risultati efficienti da un punto di vista statistico.
Quello che le chiediamo con questa interrogazione, Ministro, è quale iniziativa intenda intraprendere, a livello nazionale, per efficientare e innalzare i livelli di sicurezza in tutte quelle città e in quelle zone del nostro Paese che hanno un'alta presenza turistica.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Signor Presidente. Onorevoli deputati, dico immediatamente che ho impartito direttive affinché fosse predisposto un piano per il potenziamento dei servizi di vigilanza estiva a vantaggio delle località a elevata vocazione turistica. Preciso che la pianificazione si basa su criteri oggettivi, che tengono conto sia dei dati Istat sulle presenze turistiche sia degli indici di delittuosità provinciale, con l'obiettivo di concentrare le forze ove si prevedono maggiori criticità, e, tra le province interessate, rientrano sicuramente Rimini e Macerata, con significative assegnazioni di personale. Il modello, inoltre, è caratterizzato da elementi di flessibilità, nel senso che i prefetti e le autorità provinciali sono chiamati a valutare, in seno appunto ai comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, le specifiche esigenze dei propri territori, legate, ad esempio, a emergenze o alla programmazione di grandi eventi e qualora, all'esito di tali valutazioni, i prefetti richiedano risorse aggiuntive, si procede all'assegnazione di contingenti di rinforzo. Il piano contempla altresì l'attivazione temporanea di uffici di specialità della Polizia di Stato e di presidio dell'Arma dei Carabinieri, nonché l'allocazione di mezzi navali del Corpo della Guardia di finanza.
Nelle località turistiche è anche previsto un rafforzamento dei dispositivi di controllo ordinario del territorio, mediante l'impiego di 30 equipaggi del reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato, per un totale di 90 unità, e di circa 150 equipaggi, per un totale di 300 unità, per il concorso nei servizi straordinari del territorio, il tutto sempre in base alle specifiche esigenze rappresentate dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza. Completano i dispositivi in parola alcuni assetti specializzati, quali le squadre nautiche, munite anche di scooter d'acqua, e i reparti a cavallo.
Ho disposto, inoltre, che continui anche quest'estate il piano straordinario dei servizi di controllo del territorio in modalità cosiddetta ad alto impatto presso le stazioni ferroviarie e le zone limitrofe, avviato nello scorso mese di gennaio nelle principali città del Paese. Il modulo di intervento è basato sul concorso coordinato di personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza, compreso quello delle rispettive specialità, delle Polizie locali e degli altri enti eventualmente competenti, e tale modulo è stato esteso anche alle zone della movida e ad alcune piazze di spaccio.
Confido che il complesso insieme di queste misure consentirà di prevenire e contrastare, con più efficacia, i fenomeni di microcriminalità, abusivismo e illegalità diffusa, che destano allarme sociale tra i cittadini, danneggiando l'immagine dell'Italia e la sua capacità di attrazione turistica.
PRESIDENTE. Il deputato Ziello ha facoltà di replicare.
EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Ministro. Della sua risposta noi non possiamo che essere soddisfatti, perché finalmente abbiamo un Ministro dell'Interno che vive la realtà quotidianamente. Lo abbiamo notato quando ha convocato il Forum delle città metropolitane. Da allora lei ha avviato un'operazione complicata e complessa, ma molto efficace e che dà un segnale di vicinanza ai territori, funzionale a garantire maggiore sicurezza in tutti i principali snodi ferroviari del nostro Paese, come, per esempio, Roma Termini, Milano Centrale e altri snodi ancora, dove, purtroppo, fenomeni di marginalità e di insicurezza sono sempre più all'ordine del giorno. Tuttavia, grazie ai servizi che lei ha programmato con costanza e, soprattutto, con presenza, tali fenomeni sono sempre meno frequenti e meno pressanti nei confronti della cittadinanza.
Anche sotto il profilo della concretezza, per esempio, posso segnalare, da questo punto di vista, il suo impegno sul fronte del personale della Polizia di Stato. Posso citare il suo enorme impegno per il contrasto al fenomeno delle occupazioni abusive, con la presenza costante e incessante delle nostre Forze dell'ordine, che, quotidianamente, svolgono un lavoro prezioso per tutti noi, perché garantiscono la sicurezza del nostro Paese e fanno dell'Italia un Paese orgoglioso, sia delle proprie Forze dell'ordine, che del suo Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Iniziative in sede europea in materia di qualità dell'aria nel quadro della tutela del sistema produttivo ed economico-sociale italiano, con particolare riferimento al territorio padano – n. 3-00478)
PRESIDENTE. Il deputato Squeri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00478 (Vedi l'allegato A).
LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, Presidente. La nostra interrogazione verte sulla proposta della Commissione europea di rivedere la normativa vigente relativa alle emissioni inquinanti dell'aria. Nel mese scorso, la regione Lombardia ha presentato a Bruxelles il manifesto a sostegno delle politiche per la qualità dell'aria. In questo documento si evidenzia che, se fossero confermati questi limiti, si andrebbero a chiudere il 60 per cento delle attività industriali e il 70 per cento degli allevamenti, si impedirebbe la circolazione di tre quarti degli autoveicoli e si metterebbe fuori legge il 75 per cento degli impianti di riscaldamento.
Chiediamo al Governo come intenda procedere per far sì che in Europa passi una linea politica che sappia coniugare il rispetto dell'ambiente con la tutela del tessuto economico-sociale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente, grazie all'interrogante. In relazione al tema posto dagli onorevoli interroganti, si evidenza come, nonostante i significativi livelli di riduzione degli inquinanti raggiunti in Europa negli ultimi tre decenni, l'inquinamento dell'aria resta un problema rilevante che obbliga gli Stati membri a innalzare i target sulla qualità dell'aria, in linea con le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità.
L'Italia ha manifestato apprezzamento sul livello di ambizione avanzato nella proposta europea, ma, contestualmente, come ribadito ieri in occasione del Consiglio dell'Unione europea dei Ministri dell'Ambiente, ha richiesto alla Commissione di fissare tempistiche a cui si possa ragionevolmente ottemperare. Infatti, la tempistica prevista dalla direttiva appare inadeguata a raggiungere i target fissati, in quanto non vi sarebbe la reale possibilità di implementare le necessarie azioni coordinate a livello europeo, nazionale e locale.
Auspichiamo un confronto, anche bilaterale, con la Commissione europea per valutare la correttezza dei dati e della metodologia utilizzata per la stesura della bozza di direttiva, in modo tale da evitare, in uno spirito di leale collaborazione, di avallare presupposti errati che inficiano ab origine la fattibilità delle politiche messe in campo.
Inoltre, nella definizione dei parametri da raggiungere non si può non tener conto delle caratteristiche dei singoli Paesi e della presenza di peculiarità di natura orografica e meteorologica che impediscono la dispersione degli agenti inquinanti, come quelle rilevabili nel bacino padano citato dall'interrogante. In tale area, pure in presenza di un solido apparato produttivo, le regioni hanno contribuito, come richiamato dall'onorevole interrogante, ad un significativo miglioramento della qualità dell'aria negli ultimi anni. Questo impegno non va dissipato, anzi è in armonia con la possibilità di modellare gli scenari di rientro in modo realistico, senza conseguenze negative sul sistema produttivo, economico e sociale del Paese. L'obiettivo di inquinamento zero non può prescindere da un sano pragmatismo, che deve essere accompagnato da campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema e da appositi fondi, anche europei, che aiutino le politiche integrate nei territori.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Squeri.
LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, signor Ministro. Condivido il contenuto della sua risposta dove si fa evidenza di portare alla ragione i necessari equilibri tra il mantenimento degli obiettivi ambientali con il tessuto economico e sociale.
La Lombardia è una regione virtuosa, la più virtuosa in Europa, tant'è che, negli ultimi quindici anni, ha fatto sì che le emissioni inquinanti siano state al di sotto di un terzo rispetto ai limiti indicati dall'Europa.
Non può essere una colpa quella di essere in val Padana ed essere circondati da tre quarti di catene montuose e il particolato rimanga stanziale in assenza di una corrente d'aria che lo disperda.
Siamo assolutamente preoccupati; la regione Lombardia rappresenta il 22 per cento del PIL e, se si considerano le altre regioni padane, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, arriviamo ad oltre il 50 per cento. Riteniamo che si debba dire basta a una politica di transizione, a una politica ambientale che non tenga conto delle necessità pragmatiche.
Faccio un esempio: la regione Lombardia ha stanziato milioni di euro per favorire il ricambio degli impianti di riscaldamento a biomassa inquinanti, che costituiscono un problema, con impianti evoluti a livello tecnologico che risolvono questo problema. In tutta la Lombardia, governata dal centrodestra, questi finanziamenti potranno essere utilizzati tranne che in un comune, il capoluogo, Milano, che, governato dalla sinistra, a livello pregiudiziale impedisce l'installazione di impianti a biomassa.
Noi, Ministro, con le sue parole, non solo di adesso, ma anche quelle che negli ultimi mesi abbiamo sentito nelle varie sedi, apprezziamo una linea che riporti la transizione energetica su un livello di fattibilità, di sostenibilità, che non può essere solamente considerata a livello ambientale senza considerare le altrettanto importanti sostenibilità a livello economico e sociale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Iniziative di competenza per promuovere politiche ambientali ed energetiche volte a ridurre il consumo di energia e l'inquinamento, anche con riferimento agli obiettivi dell'Unione europea - n. 3-00479)
PRESIDENTE. La deputata Semenzato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00479 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie Presidente. Ministro sappiamo che, a breve, l'Italia presenterà alla Commissione europea la propria la proposta di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima.
Per quanto l'Italia sia sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di efficienza energetica fissati dal PNIEC al 2030, gli obiettivi del pacchetto UE “Fit for 55” e del piano RePowerEU risultano essere piuttosto ambiziosi.
Le chiediamo, pertanto, quali iniziative il suo Ministero intenda assumere per promuovere politiche ambientali ed energetiche di riduzione del consumo di energia e dell'inquinamento con riferimento alle future normative sull'efficientamento energetico degli edifici e dell'evoluzione del settore automotive, tenuto conto che per noi la sostenibilità è perfettamente compatibile con lo sviluppo, la produzione e le imprese che non vanno sacrificate.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie Presidente, come evidenziato dagli onorevoli interroganti, l'aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima è un passaggio fondamentale per delineare la politica energetica e ambientale del nostro Paese, nell'obiettivo della decarbonizzazione nel medio e lungo periodo.
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei consumi finali non si potrà prescindere dalla piena attuazione di quanto già previsto nel PNRR, così come potenziato dal nuovo capitolo RePowerEU. Sono, inoltre, in fase di valutazione, in questo momento, ulteriori politiche e la rimodulazione di misure esistenti in collaborazione con gli altri Dicasteri competenti. È ferma intenzione garantire un ventaglio di opzioni per l'implementazione del Piano la cui realizzazione dipenderà anche dall'eliminazione di vincoli aprioristici sulle tecnologie e sulle misure da attuare.
L'accelerazione sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, la promozione dell'efficienza energetica degli edifici, l'incentivazione dell'autoconsumo energetico e la citata decarbonizzazione dei trasporti sono tutti ambiti chiave su cui dovranno concentrarsi le politiche pubbliche nei prossimi anni, che dovranno favorire, al contempo, anche un cambiamento delle abitudini di consumo. È evidente che occorrerà garantire non solo un quadro normativo semplificato e chiaro che non generi incertezza nei cittadini e negli operatori, ma avere anche forme di sostegno e di incentivazione fiscale che stimolino la transizione energetica in tutti i settori. Al tempo stesso sarà fondamentale continuare ad investire in ricerca e sviluppo per offrire le migliori soluzioni tecnologiche possibili al raggiungimento degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione.
Io ringrazio per l'interrogazione, ma con una considerazione: a giorni, entro inizio prossima settimana, tireremo le somme del confronto con i vari stakeholder e naturalmente le simulazioni con la stesura dell'aggiornamento del PNIEC. Posso dire che noi rispetteremo, con la proposta del PNIEC, il termine del 30 giugno; poi, naturalmente, su questo sarà importante il contributo che deriverà dall'anno di confronto che ci sarà fino a giugno del 2024, proprio per definire ciò che, per il rispetto degli obiettivi, dobbiamo fare e in che tempi dobbiamo farlo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Alessandro Colucci.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie Presidente, ringrazio il Ministro per la sua risposta esaustiva e precisa, anche rispetto alle tempistiche sul Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Noi siamo a fianco del Ministro, a fianco del Governo Meloni per quanto riguarda questo tema: raggiungere gli obiettivi prefissati dall'Europa, però con un'attenzione precisa, a cui ha fatto riferimento l'onorevole Semenzato. Per noi è fondamentale che ci sia sicuramente sostenibilità e attenzione all'ambiente, ma è fondamentale lo sviluppo e l'economia perché siamo sempre convinti che bisogna intervenire in difesa dell'ambiente, ma il lavoro va valorizzato e tutelato altrettanto. Crediamo sia importante che siano realizzati tutti i piani sui quali l'Europa ci indirizza, però non siamo per lo svuotamento del sistema produttivo, non siamo per creare disoccupazione e non siamo per creare povertà. Crediamo che lo sviluppo sia assolutamente compatibile con la sostenibilità. Questa è la vera sfida che abbiamo davanti su cui sappiamo che il Ministro sta lavorando con grande impegno. Noi, come Moderati, abbiamo depositato una proposta di legge, la n. 1082 sulla protezione del clima, il cui contenuto lo stiamo condividendo anche con l'Intergruppo sullo sviluppo sostenibile, con la quale pensiamo di poter dare un aiuto, un contributo al Governo, affiancarlo in quest'opera, che è una sfida importante, che solo noi, senza posizioni ideologiche, possiamo realizzare (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
(Elementi in ordine alla trasmissione alla Commissione europea della proposta di decreto sulle comunità energetiche rinnovabili e ai requisiti relativi agli incentivi per la realizzazione degli impianti - n. 3-00480)
PRESIDENTE. La deputata Ferrari ha facoltà di illustrare l'interrogazione Simiani ed altri n. 3-00480 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie Presidente, egregio Ministro, siamo qui ancora una volta come Partito Democratico a chiederle tempi e chiarimenti rispetto al destino delle comunità energetiche. Questo pilastro per la decarbonizzazione, una decarbonizzazione dentro un percorso comunitario che tutti condividiamo e che il Paese sta aspettando con grande interesse.
Lei ha comunicato sul sito del Ministero l'avvio dell'iter con l'Unione europea sulla proposta di decreto, che ora dovrà attendere il via libera della Commissione, la quale dovrà pronunciarsi sulla compatibilità con la disciplina in materia di aiuti di Stato. Si tratta di un provvedimento molto atteso. Risulta agli interroganti, però, che il testo della proposta di decreto, inviato per la prenotifica alla Commissione europea il 23 febbraio, differisca da una nuova proposta di decreto, in cui, all'articolo 3, rubricato soggetti beneficiari e requisiti per l'accesso agli incentivi, si prevede che accedano all'incentivo gli impianti a fonti rinnovabili, inclusi i potenziamenti inseriti all'interno delle configurazioni di cui al comma 1 e che rispettano, tra gli altri, il requisito dell'avvio dei lavori per la realizzazione degli impianti, successivo alla data di entrata in vigore del decreto. Quello che le chiediamo è quando sia stato trasmesso ufficialmente alla Commissione europea, ai sensi dell'articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il testo della proposta che incentiva la diffusione delle forme di autoconsumo, ma vorremmo sapere in particolare se lo stesso preveda o meno, tra i requisiti di accesso agli incentivi, quello dell'avvio dei lavori per la realizzazione degli impianti, successivo alla data di entrata in vigore del decreto.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti. Riguardo alle questioni poste, in primo luogo voglio ribadire che lo schema di decreto concernente l'incentivazione delle configurazioni di autoconsumo è stato condiviso con gli uffici della Commissione durante tutta la fase di prenotifica, già quindi dallo scorso febbraio, come citato dall'interrogante, a cui è seguita tutta la procedura di notifica formale, finito il contraddittorio anche con quelli che possono essere i percorsi di modifica.
Sin dalla fine della prenotifica, è stato avviato un proficuo scambio con gli uffici della Commissione sullo schema incentivante per agevolare la valutazione delle compatibilità del regime proposto con la normativa in materia di aiuti di Stato. Difatti, a differenza degli usuali schemi di sostegno alle fonti rinnovabili e per precisa scelta del legislatore nazionale in sede di recepimento della cosiddetta direttiva RED II, la misura è volta ad incentivare la quantità di energia condivisa nelle configurazioni di autoconsumo o nelle comunità energetiche, mediante il riconoscimento di una tariffa premio, il cui accesso, peraltro, non richiede la preventiva iscrizione a bandi o registri. Inoltre, a questa innovativa modalità di incentivazione, al fine di garantire maggiore certezza per la promozione di tale configurazione, si è aggiunta la necessità di notificare, nell'ambito dello stesso provvedimento, anche la misura del PNRR, che prevede contributi in conto capitale fino al 40 per cento del costo di investimento. Era a norma di finanziamento e non a fondo perduto. L'approfondito scambio di interlocuzione con la Commissione è stato arricchito dalla necessità di verificare anche la congruità, rispetto alle regole del mercato (quindi, anche con l'AGCM), del cumulo dei benefici nel caso di configurazioni realizzate nei comuni con popolazione al di sotto dei 5.000 abitanti.
Infine, con riferimento alla paventata previsione dell'accesso all'incentivo tariffario per i progetti avviati a seguito dell'entrata in vigore del decreto, si specifica che il testo condiviso con la Commissione non contempla tale previsione. Si fa, infatti, riferimento a quanto previsto dal decreto legislativo n. 199 del 2021, all'articolo 8.
Considerata l'importanza strategica della misura per il nostro Paese e anche l'attesa dei cittadini, sto portando avanti, peraltro personalmente, anche un po' i confronti. Proprio questa mattina ho avuto una lunga telefonata col Commissario Gentiloni, che colgo l'occasione, in seduta pubblica in questo caso, di ringraziare anche per la disponibilità personale e dei suoi uffici. Quindi, ho portato avanti personalmente l'interlocuzione con la Commissione europea, al fine di accelerare l'iter di registrazione finale, trasmissione e valutazione, per arrivare quanto prima alla più rapida applicazione.
PRESIDENTE. Il deputato Simiani ha facoltà di replicare.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Noi non ci riteniamo per niente soddisfatti della sua risposta. Dopo aver presentato diverse interrogazioni e aver fatto anche altri question time in Commissione, ci ritroviamo, ancora oggi, in un periodo ormai anche molto limitato per l'espletamento di alcuni documenti che serviranno sicuramente a salvaguardare e, soprattutto, a incentivare l'uso dell'energia rinnovabile nel nostro Paese. E ci ritroviamo ancora a non avere un testo chiaro che ci possa indicare quale sia l'idea del Governo in questo contesto.
Anche prima, nell'ambito del PNIEC, ha descritto una situazione in cui dice di auspicare o, comunque, di poter affrontare questo tema in maniera positiva, ma non dice esattamente quali sono gli elementi. Noi abbiamo oggi una serie di appuntamenti importanti nei prossimi mesi. Tra nove giorni, come diceva giustamente lei, dovrà farci capire cos'è effettivamente il testo del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima; ci dovrà dire esattamente quale sarà il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici; ci dovrà dire quale sarà il decreto sulle aree idonee a ospitare le rinnovabili; ci dovrà dire quali sono i decreti attuativi sulle comunità energetiche e, per finire, lo sblocco e la pubblicazione del decreto FER2 per l'incentivazione delle energie rinnovabili. Infatti, se effettivamente dobbiamo percorrere una strada molto complicata, per riuscire a definire anche nel futuro quei traguardi non dobbiamo strisciare e arrivare fino al 2030 o al 2050; dobbiamo riuscire fin d'ora a capire qual è l'idea del Governo, perché ad oggi questo non sta accadendo. Ecco perché noi incalzeremo ancora di più su questo tema, non solo in Commissione, ma anche in Aula, perché vogliamo arrivare a condividere e a poter dare un nostro contributo sul tema dell'efficientamento energetico e, soprattutto, sull'autoconsumo e sull'energia rinnovabile.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 78, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire per ricordare la morte di una persona di cui, purtroppo, ci si è accorti tardi: un clochard a Pomigliano d'Arco che, l'altro giorno, per l'ennesima volta, da quanto dicono le persone che hanno avuto modo di conoscerlo, si chiamava Frederick, è stato pestato a sangue, e sembrerebbe, dalle ultime notizie che stiamo leggendo dalle agenzie, da un gruppo di bulli, di ragazzini che già in passato l'avevano picchiato.
Presidente, il ricordo di questa persona non è soltanto, ovviamente, perché era clochard, ce ne sono tanti, ma in questo caso parliamo di una persona che, a detta degli abitanti di Pomigliano d'Arco, non faceva male a nessuno. Certo, era un disperato, beveva, ma non era molesto. E quindi le violenze che subiva erano come quelle che subiscono tante altre persone: da un gruppo di bulli che non sono stati fermati in tempo. Domani ci sarà una grande manifestazione indetta dal parroco di Pomigliano, ma credo che ci dobbiamo interrogare su dove stiamo andando rispetto a queste continue e costanti violenze. Le vediamo tutti i giorni: per farsi un video sui social, per divertirsi, sempre alle spalle dei più deboli, sempre con finali, purtroppo, in alcuni casi, più tragici.
Rispetto a questo, non solo voglio ricordare questa persona, ma voglio chiedere un appello, tramite lei, al Ministro Piantedosi, che era oggi in Aula. Noi viviamo una situazione delicatissima in Campania, ma, in particolare, nella provincia di Napoli e, ancor di più, a Pomigliano d'Arco, dove, solo negli ultimi due mesi, ci sono stati esplosioni di bombe, aggressioni, accoltellamenti e adesso - l'ultimo episodio - hanno pestato a sangue questa persona. E non soltanto non c'è ancora un piano di contrasto, ma, addirittura, la Polizia municipale è stata obbligata a lasciare il servizio motociclisti e il sindaco ha affermato che, nel suo comune, la camorra non esiste. Purtroppo, esiste e si trasforma in tantissimi aspetti terrificanti. Io ricordo questa persona e tutti gli ultimi come lui.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 22 giugno 2023 - Ore 8:
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale. (C. 1151-A)
Relatori: URZÌ, per la I Commissione; CATTOI, per la V Commissione.
La seduta termina alle 15,55.