XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazione a risposta scritta:
IACONO, PROVENZANO, MARINO, BARBAGALLO e PORTA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
la pesca nazionale ed in particolare il comparto siciliano versa in una condizione di rilevante crisi, in particolare, le misure per la pesca e l'acquacoltura presentate dalla Commissione europea il 21 febbraio 2023 prevedono un piano d'azione per la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini che impone un progressivo divieto della pesca a strascico nei mari italiani;
il piano d'azione, come richiamato in precedenza, se però non adeguatamente supportato con ulteriori misure di sostegno rischia di indebolire ancor di più il settore pesca e di danneggiare fortemente le marinerie italiane, già pesantemente colpite dall'attuale crisi economica e di favorire l'importazione di pesce da Paesi stranieri, del bacino del Mediterraneo, che risultano non sottoposti a tali limiti;
se si dovesse perseverare in questa dinamica come denunciato anche dalle organizzazioni di categoria del settore si rischia perdita di circa 20.000 posti di lavoro e la riduzione della produzione ittica di almeno il 25 per cento –:
quali iniziative il Governo intenda assumere in sede comunitaria al fine di tutelare adeguatamente le marinerie siciliane e l'economia ittica del nostro Paese per attutire gli impatti del piano d'azione riportato in premessa implementando le misure compensative e ponendo in essere misure che prevedano chiusure alla pesca di tratti di mare e l'individuazione di aree specifiche in grado di dare continuità alle attività delle marinerie siciliane.
(4-01261)
CULTURA
Interrogazioni a risposta orale:
ORLANDO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
la sede attuale dell'Archivio di Stato di La Spezia fin dal 1977 è situato al piano terra di un condominio di proprietà del comune di La Spezia nel quartiere periferico di Valdellora e sin da subito sono emersi limiti strutturali;
l'inadeguata collocazione nella periferia della città, ne rende, inoltre, difficile la raggiungibilità;
la mancanza di depositi adeguati non consente da decenni di raccogliere la documentazione storica degli Uffici statali presenti sul territorio, pregiudicando di fatto la missione principale dell'Istituto di conservare la storia governativa dell'intero territorio spezzino;
a riprova di queste criticità vi sono anche le prescrizioni da parte dei vigili del fuoco che prevedono di non far accedere scolaresche ed organizzare eventi all'interno della struttura, dato che è consentito l'accesso solo ad un numero esiguo di persone;
per la nuova sede, individuata da almeno 20 anni, in una palazzina di inizio Novecento in via Roma, 111, dopo varie traversie sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell'immobile da parte del Segretariato regionale del Ministero della cultura della Liguria con il termine di consegna dell'immobile previsto per maggio 2023;
l'attuale andamento dei lavori fa sorgere dubbi circa il rispetto della citata data prevista di consegna;
consta all'interrogante che non sono ancora state determinate le risorse per l'acquisto degli arredi, l'apparato informatico e le scaffalature necessarie all'Archivio per collocare il patrimonio documentale;
l'individuato immobile, per quanto abbia il pregio di trovarsi in una posizione eccellente per svolgere la funzione di sede di rappresentanza del Ministero della cultura, continua a non disporre degli spazi necessari per archiviare la documentazione anche a causa di problemi strutturali –:
se il Ministero stia monitorando l'andamento dei lavori di restauro della palazzina di via Roma 111 al fine di assicurare la fine lavori per maggio 2023 e se non ravvisi la necessità di individuare un'ulteriore struttura che possa conservare tutta la documentazione dell'Archivio e che permetta all'Archivio di Stato di La Spezia di svolgere tutte le sue funzioni e di essere per quanto è più possibile aperto al suo utilizzo anche verso l'esterno.
(3-00503)
MOLLICONE. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
i fuochi d'artificio a Roma hanno sempre rappresentato un palcoscenico privilegiato nel quale architetti, ingegneri e artiglieri si sono misurati per stupire gli spettatori;
la ricerca e la sperimentazione tecnica legate ai fuochi, ha generato sfide e confronti tra geni del passato, tra cui Michelangelo, Bernini, Vespignani, i quali idearono e realizzarono progetti piuttosto audaci e singolari nel campo dell'architettura, della chimica e della meccanica;
nel 2008, dopo 122 anni, è tornata nella Capitale la Girandola, grazie all'impegno, coordinato dalla commissione cultura di Roma Capitale, di Giuseppe Passeri e della IX Invicta;
la Girandola era un evento che richiamava spettatori da tutta Europa, un appuntamento dove confluivano stranieri d'ogni grado e ceto sociale, un momento in cui Roma tornava a splendere di quegli antichi fasti che contribuirono a renderla sempre più faro di cultura e civiltà nel mondo;
la Girandola restituì orgoglio ai romani almeno fino al 1861, data in cui si perse tra i mille segreti che ancora la nostra città cela nelle sue biblioteche e nelle vecchie storie tramandate;
il 27 giugno 2023 il gruppo dei Romanisti ha indirizzato richiesta formale di riconoscere la Girandola come patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare volte a promuovere il riconoscimento della Girandola di Roma, considerato l'alto valore culturale della rievocazione, come patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO.
(3-00504)
DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
FRATOIANNI. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende dai primi giorni di settembre 2023 sarebbe previsto lo svolgimento di esercitazioni militari lungo le spiagge di Sabaudia, ai Pantani d'inferno;
buona parte del lungomare verrà dunque interdetto ai bagnanti e destinato all'addestramento dei militari;
già a fine maggio 2023, nella stessa zona, che ricade all'interno del Parco nazionale del Circeo, era stato stabilito un ciclo di lezioni di sei giorni di tiro di bombe a mano, ma quell'attività era stata subito indicata come dannosa dall'ente che gestisce l'area protetta, sia per il delicato ecosistema che per la stessa economia balneare;
secondo l'Ente Parco, le lezioni di tiro di bombe a mano avrebbero rischiato di accentuare i fenomeni di erosione e potuto provocare altri disastri;
la zona in cui era previsto l'addestramento si trova vicino alla fascia dunale, già malandata, e trattandosi poi di zone umide di interesse internazionale e di zone di protezione speciale, dove sono presenti tra l'altro i fenicotteri rosa, le ripercussioni paventate sull'avifauna erano state diverse;
di fronte alla richiesta e alle proteste del presidente del Parco e dei residenti, dunque, l'ordinanza delle autorità militari competenti che rendeva gran parte del lungomare di Sabaudia «off limits» il 7, 8, 12, 13, 15 e 16 giugno 2023, dalle 8 alle 16, è stata ritirata;
le esercitazioni militari previste riprogrammate a partire da settembre presentano le medesime criticità per l'ambiente e per i bagnanti già sollevate a maggio, e per questo occorre un deciso e risolutivo intervento del Governo che impedisca il compimento di quello che da avviso dell'interrogante è uno scempio;
da mesi si denuncia come la regione Sardegna sia ostaggio delle continue esercitazioni militari che si svolgono in quel territorio, ma a quanto pare adesso anche il litorale di Sabaudia rischia tale, situazione;
il futuro dell'Italia non può essere certo quello di diventare un poligono permanente, con tanto di vedette impegnate a bloccare gli accessi, sacrificando alle esigenze militari un'area a tutela integrale del Parco del Circeo, protetta da normativa europea;
da quanto pubblicato sulla cronaca di Roma del quotidiano la Repubblica del 29 giugno 2023, si apprende che, proprio a seguito del clamore mediatico e delle proteste scaturite dal caso sollevato dallo stesso quotidiano, le autorità militari avrebbero rinunciato, al momento, a svolgere le esercitazioni nel mese di settembre e sempre dal quotidiano La Repubblica si apprende che l'Ente Parco ha rivolto un appello alle istituzioni locali e nazionali e al Presidente della Repubblica affinché si evitino in futuro esercitazioni nella zona interessata –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere per evitare che le esercitazioni militari richiamate in premessa si svolgano sul lungomare di Sabaudia, in una zona che ricade all'interno del Parco nazionale del Circeo, sottoposto a tutela integrale, impedendo così il verificarsi di possibili danni all'ambiente e al turismo;
quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere per preservare dalle esercitazioni militari tutte le zone protette e sottoposte a vincoli e tutele ambientali presenti nel nostro Paese;
se risponda al vero che le autorità militari competenti avrebbero rinunciato a svolgere, al momento per il solo mese di settembre 2023, le esercitazioni di cui in premessa.
(4-01262)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta scritta:
D'ORSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
in data 1° luglio 2023 è prevista l'entrata in vigore della riforma della mediazione di cui al decreto legislativo n. 149 del 2022 (cosiddetta riforma Cartabia del processo civile) che ha inciso sull'articolo 16, comma 1-bis, punto b) del decreto legislativo n. 28 del 2010, introducendo l'obbligo dello svolgimento in via esclusiva dei servizi di mediazione, conciliazione o risoluzione alternativa delle controversie e di formazione nei medesimi ambiti;
tale obbligo sta recando disagio a tantissimi organismi, che per assolvere alla nuova prescrizione dovranno apportare modifiche importanti ed onerose all'atto costitutivo dell'ente, in taluni casi dovrà essere eretto addirittura un nuovo soggetto giuridico con nuovi elementi identificativi (codice fiscale/partita Iva/codice univoco/registrazioni camerali);
ne consegue peraltro che il Ministero verrà letteralmente travolto da un nuovo rilevante carico di lavoro, consistente nella verifica dei nuovi requisiti per ogni organismo iscritto o che intenda iscriversi al relativo registro, il funzionamento delle procedure di mediazione verrà inesorabilmente ritardato, paralizzato e compromesso, e sorgeranno numerose controversie amministrative conseguenti ai provvedimenti ministeriali di cancellazione degli organismi stessi;
la previsione dell'esclusività dello scopo istituzionale rischia dunque di apportare più disagi che benefici –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga di adottare le iniziative di competenza al fine di rivedere l'intervento normativo di cui in premessa o, in via subordinata, garantire che gli organismi già costituiti non siano obbligati all'esclusività dello scopo istituzionale, ma siano piuttosto obbligati ad assicurare una gestione separata ed un'autonomia finanziaria e funzionale riservata ai servizi di mediazione, conciliazione o risoluzione alternativa delle controversie e di formazione nei medesimi ambiti.
(4-01263)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta orale:
QUARTAPELLE PROCOPIO, CUPERLO, MAURI, ROGGIANI e GIANASSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
da notizie a mezzo stampa, parrebbe che, all'inizio di dicembre 2022, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti abbia firmato un accordo con il Ministero della giustizia per terminare i lavori presso il carcere minorile di Milano, Cesare Beccaria, entro aprile 2023;
difatti, riguardo alla ristrutturazione del complesso, il primo lotto è stato ultimato in ben quindici anni, il secondo è in ristrutturazione dal 2018 e ha subìto anche i rallentamenti provocati dalle conseguenze del Covid, e ne manca ancora un ultimo lotto;
in seguito all'episodio di fine anno, quando 7 ragazzi detenuti nell'istituto sono evasi, approfittando delle strutture di alcuni lavori in corso, anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha dichiarato che: «non c'è proprio più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di “sconcerto”. Il Beccaria era un carcere modello. Lo era nel passato, in un passato ormai remoto. Da quasi vent'anni non c'è un Direttore, e ce la si è cavata con dei “facente funzione”. Da una quindicina d'anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai. Questa è la situazione. Chi si vuole scandalizzare per l'accaduto è libero di farlo. Ma la realtà va guardata in faccia»;
Daniele Nahum e Alessandro Giungi, presidente e vice presidente della sottocommissione carceri del comune di Milano, dopo avere effettuato una visita ispettiva all'interno del penitenziario, hanno segnalato numerose criticità: non è stata ancora ripristinata la zona delle celle interessate dall'incendio scoppiato dopo Natale – durante una mini-rivolta, era stato dato fuoco ad alcuni materassi all'interno di alcune celle – la chiusura, da anni, del centro di prima accoglienza situato a fianco dell'istituto, che avrebbe la funzione di far trascorrere in un luogo non detentivo un minore arrestato, finché l'autorità giudiziaria non decida la sua effettiva collocazione, e la cronica carenza di personale, acuita dalle giornate di festa, sia negli spazi relativi al cortile che in quello delle sezioni detentive –:
quali iniziative intenda intraprendere il Governo per procedere ai promessi lavori di sistemazione e di ristrutturazione dell'istituto, così da consentire condizioni detentive più adeguate ed evitare che i ragazzi, residenti a Milano o comunque in Lombardia, vengano portati in altri istituti distanti anche mille chilometri da dove risiedono.
(3-00502)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
IX Commissione:
GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 2 settembre 2019 la Cagliari international container terminal (Cict), dopo una procedura di licenziamento collettivo, metteva tutto il personale (210 persone), in cassa integrazione per un anno e delocalizzava la produzione nel porto di Tangeri. Di conseguenza venivano chiuse tutte le società a cui era stato terziarizzato una parte del lavoro: Impresa terminalista di Cagliari (Iterc srl), Mts, Cts;
sino al 2016 il porto canale di Cagliari garantiva oltre 300 buste paga dirette, con un indotto di almeno il doppio;
a dicembre 2019 l'Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna pubblicava una gara internazionale per l'affidamento del terminal;
alla gara partecipava solo la società Pifim, che però non portava a compimento la procedura;
ad agosto 2020 la suddetta C.i.c.t. rifiutava altri 6 mesi di cassa integrazione, procedendo in data 1° settembre 2020 al licenziamento collettivo del personale ex C.i.c.t.;
il 3 marzo 2022, con deliberazione del comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, veniva costituita la Karalis Agenzia per il lavoro portuale del transhipment (Karlport), l'agenzia del lavoro portuale a sostegno dei lavoratori del comparto contenitori del porto canale di Cagliari, che oggi conta circa 190 lavoratori;
il 14 maggio 2022 veniva firmato l'atto costitutivo dell'Agenzia, con il compito di supportare per 36 mesi la collocazione professionale dei lavoratori, la loro formazione professionale, finanziata dalla regione Sardegna con fondi europei, la somministrazione di lavoro a imprese abilitate a svolgere attività al fine di integrare il proprio organico, la fornitura di lavoro temporaneo a integrazione dell'organico esistente, a qualsiasi impresa abilitata a svolgere attività nell'ambito portuale di competenza dell'AdSP tramite il soggetto autorizzato dalla legge n. 84 del 1994, ma soprattutto con l'obiettivo di garantire un reddito dignitoso e aggiornamento a tutti gli ex lavoratori impiegati nel comparto contenitori, nelle more dell'auspicata ripresa dei traffici nel compendio del porto canale di Cagliari;
nell'ultimo incontro ristretto fra organizzazioni sindacali, Ministero dello sviluppo economico e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il 19 maggio 2023 è emerso che la vertenza del porto canale di Cagliari non rientra più tra le emergenze, come verificabile dal portale del Ministero dello sviluppo economico;
oggi, grazie alla Zes alla zona franca, il porto canale di Cagliari potrebbe rappresentare un'occasione per i lavoratori e per il rilancio di industria e artigianato –:
quali iniziative urgenti si intenda adottare per rilanciare il porto canale di Cagliari anche convocando quanto prima le organizzazioni sindacali.
(5-01046)
PASTORELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la misura di incentivazione «Ferrobonus» favorisce, in forma stabile dal 2018, lo sviluppo del trasporto intermodale e trasbordato da e verso nodi logistici ed interporti italiani. Il contributo è diretto alle imprese utenti di servizi di trasporto ferroviario intermodale o trasbordato e agli operatori del trasporto combinato (Mto) che commissionano treni completi in regime di trazione elettrica. L'importo effettivo dell'incentivo è riconosciuto a ciascun beneficiario in funzione delle percorrenze effettuate sul territorio italiano, fino alla soglia massima di 2,50 euro per ogni treno chilometro;
fino al 2022, il periodo di riferimento entro cui considerare le percorrenze per ciascuna annualità è stato quello compreso tra il 31 agosto dell'anno precedente e il 30 agosto dell'anno successivo;
allo stato attuale il rinnovo della misura, rifinanziata fino al 2026 ai sensi dell'articolo 1, comma 673, della legge n. 178 del 2020 e approvata fino a tutto il 2027 dalla Commissione europea con Comunicazione G(2022) 9697 final, non ha ancora trovato attuazione;
la mancanza del decreto attuativo riguardante il rifinanziamento citato fa sì che non risulti chiaro quale sarà il periodo di riferimento entro cui considerare le percorrenze al fine di calcolare l'importo effettivo dell'incentivo riconosciuto a ciascun beneficiario per l'annualità compresa tra il 31 agosto 2022 e il 30 agosto 2023;
lo stato di incertezza attuale sta creando forti disagi alle imprese utenti di servizi di trasporto ferroviario interessate dalla misura e l'eventualità che si prospetta di avviare il nuovo periodo di riferimento a partire da maggio 2023, interrompendo la continuità nella contribuzione, produrrebbe gravi conseguenze per l'intero settore –:
quando si preveda di emanare il decreto attuativo riguardante il rinnovo della misura di incentivazione «Ferrobonus», rifinanziata fino al 2026 dalla legge di bilancio 2021 e se si preveda che l'annualità coprirà l'intero periodo compreso tra il settembre 2022 e l'agosto 2023, seguendo la periodicità mantenuta fino all'agosto 2022.
(5-01047)
FRIJIA e RAIMONDO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la Commissione europea ha accolto favorevolmente l'incentivo cosiddetto Marebonus, previsto dalla legge di stabilità 2016-2018, pari a 125 milioni di euro fino al 2027, al fine di incoraggiare il passaggio dal trasporto su strada al trasporto combinato strada-mare a corto raggio, nella direzione auspicata del riconoscimento dell'importanza dell'intermodalità;
secondo recenti studi, proprio grazie all'utilizzo dell'intermodalità, nel 2022 sono stati trasferiti 5,8 milioni di camion dalle strade italiane e dall'Italia verso l'Europa, pari a oltre 139 milioni di tonnellate di merci, generando un abbattimento di oltre 5,3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e tali dati sono destinati a crescere nel 2023;
al riguardo, gli interroganti evidenziano, come sia importante favorire gli investimenti nel trasporto dell'intermodalità, in relazione ai benefici diretti e concreti per la collettività in termini ambientali, economici e sociali;
la citata legge di stabilità 2016 ha previsto lo stanziamento di 138,4 milioni di euro per il triennio 2016-2018 «per l'attuazione di progetti per migliorare la catena intermodale e decongestionare la rete viaria, riguardanti l'istituzione, l'avvio e la realizzazione di nuovi servizi marittimi per il trasporto combinato delle merci o il miglioramento dei servizi sulle rotte esistenti, in arrivo e in partenza da porti situati in Italia, che collegano porti situati in Italia o negli altri Stati membri dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo», in coerenza con gli orientamenti espressi nel Piano strategico nazionale della portualità e della logistica e in linea con gli indirizzi consolidati di politica europea dei trasporti, contenuti nel libro bianco sui trasporti del 2011 e negli orientamenti Ten-t per lo sviluppo della rete transeuropea di trasporto;
la legge di bilancio 2021 inoltre ha previsto un rifinanziamento del Marebonus a decorrere dal 2021 fino al 2026;
per quanto consta agli interroganti, allo stato attuale, non risulta ancora emanato il regolamento di attuazione, con il rischio di perdita delle risorse già stanziate per l'anno 2022 e il blocco per quelle del 2023 –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere al fine di garantire la tempestiva emanazione del regolamento ministeriale, necessario per finanziare la misura Marebonus per le annualità 2022 e 2023, a tutela della sostenibilità economica delle imprese italiane e della competitività a livello nazionale ed internazionale, in favore di un comparto centrale per lo sviluppo dell'intermodalità.
(5-01048)
BARBAGALLO, BAKKALI, CASU, GHIO e MORASSUT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nel 2021 il settore trasporti in Italia ha consumato circa 36 Mtep di energia, il 32 per cento dei consumi energetici totali e delle emissioni CO2 derivanti dalle trasformazioni energetiche;
il settore ferroviario, con solo l'1,5 per cento dei consumi, nel 2019 ha trasportato il 6,7 per cento dei passeggeri e il 15 per cento delle merci. Appare, quindi, evidente che uno spostamento modale a vantaggio del trasporto ferroviario, soprattutto merci, incrementerebbe sia l'efficienza energetica che il ruolo delle rinnovabili nel settore dei trasporti;
nell'ambito della revisione della direttiva sulle energie rinnovabili (Red), per il settore dei trasporti sarebbe prevista la possibilità per gli Stati membri di scegliere tra un obiettivo di almeno il 29 per cento di quota di rinnovabili nel consumo finale di energia entro il 2030 oppure un obiettivo di riduzione del 14,5 per cento dell'intensità di gas a effetto serra nei trasporti grazie all'uso di fonti rinnovabili a emissioni quasi nulle, come elettricità e idrogeno verde;
la revisione del Pniec deve puntare su una adeguata politica del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a sostegno:
a) del trasporto ferroviario, merci e passeggeri, sia regionale che alta velocità, realizzando o potenziando l'interconnessione nei porti e lo sviluppo di interporti collegati alla rete ferroviaria e, in relazione al traffico passeggeri soprattutto pendolari, facendo crescere gli investimenti per rete e materiale rotabile delle ferrovie regionali, proseguendo negli investimenti del PNRR, sul Tpl elettrico (compresi gli autobus) e sul trasporto rapido di massa (metropolitane nelle grandi aree urbane, filobus e tram su corsia protetta in tutte le città d'Italia);
b) del trasporto pubblico e condiviso (sharing) completamente elettrico: metropolitane, tram, ma anche filobus e bus elettrici. Gli stanziamenti PNRR dovrebbero essere seguiti da un incremento degli investimenti nel Tpl per l'acquisto di 10 mila bus elettrici, il che vuol dire riuscire ad avere Roma, Milano, Torino e Napoli, entro il 2030 con un Tpl a zero emissioni;
c) dell'elettrificazione dei porti, per le navi all'attracco, che così possono spegnere i motori, e delle linee ferroviarie sino alle banchine portuali, per formare subito i treni e garantire uno scambio rapido ed efficiente dei containers dalle navi ai treni (scambio mare-ferro) –:
se non ritenga necessario adottare iniziative di competenza volte ad estendere le misure incentivanti l'utilizzo delle rinnovabili nei trasporti alimentati da soli biocarburanti, anche all'elettricità rinnovabile usata sia nei mezzi privati che nei servizi pubblici, sia stradali che ferroviari, come già accade in altre nazioni europee e come previsto nella proposta di nuova direttiva RED III.
(5-01049)
FEDE, SERGIO COSTA, ILARIA FONTANA, IARIA, CANTONE e TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
sono state annunciate nuove norme in materia di circolazione stradale;
la circolazione dei monopattini elettrici è regolata dalla legge n. 156 del 2021, che ha consolidato il precedente quadro normativo, introducendo alcune disposizioni aggiuntive, relative sia ai servizi di sharing che alle caratteristiche dei veicoli stessi;
le specifiche tecniche dei mezzi sono state definite, nella direzione di un aumento in termini di sicurezza, dal decreto ministeriale 18 agosto 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 202 il 30 agosto 2022;
in particolare, le principali novità riguardano il limite di velocità a 20 km/h (prima a 25 km/h); l'obbligo per i veicoli degli indicatori di direzione; l'obbligo per i veicoli del doppio freno, anteriore e posteriore;
le aziende operanti del settore della micromobilità condivisa hanno già adeguato la velocità dei mezzi e sostenuto investimenti per aggiornare le flotte entro il 2024, acquistando veicoli dotati di frecce e doppio freno. Per i veicoli privati la modifica sarà logicamente più graduale;
come evidenziato nel rapporto pubblicato dall'osservatorio Sharing Mobility, istituito presso il Mit e il Mase, l'analisi dell'incidentalità dei veicoli di micromobilìtà in sharing non conferma una diffusa percezione nell'opinione pubblica del monopattino come un veicolo insicuro. Anzi, l'indice di incidentalità è di molto inferiore a quello degli scooter;
il possibile inserimento dell'obbligo di casco, targatura e assicurazione non appare giustificato dal numero di incidenti registrati. Si rilevi inoltre che nessun altro Paese europeo prevede un tale obbligo e sono residuali i paesi che prevedono la targatura e l'assicurazione;
questi ultimi due obblighi appaiono contradditori non solo perché non sono previsti per gli altri mezzi di mobilità sostenibile ma anche perché sono lesivi verso quei cittadini che, in un contesto di crisi dei costi dell'energia e della benzina, hanno scelto per la propria mobilità urbana mezzi sostenibili e a basso impatto economico;
si rilevi inoltre che il settore dello sharing, oltre ai noti benefìci per la circolazione urbana e l'ambiente, conta complessivamente circa 2.000 addetti e genera un indotto importante per piccole imprese e artigiani;
l'odierno contesto regolatorio italiano è assolutamente in linea con quello del principali altri paesi europei –:
se il Ministro interrogato, prima di annunciare un nuovo impianto regolatorio, abbia valutato l'impatto dello stesso sulla mobilità urbana con particolare riferimento alla sicurezza stradale e alle aziende di sharing, trattandosi di norme uniche nel panorama europeo.
(5-01050)
Interrogazione a risposta scritta:
GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il raddoppio e il potenziamento della linea ferroviaria Pescara-Roma, è opera inserita nel piano ministeriale «Italia veloce» del 2020, e considerato intervento infrastrutturale di rilevanza strategica e prioritaria;
la realizzazione del raddoppio della Pescara-Roma, è un'opera importante non solo dal punto di vista della mobilità, ma anche sotto l'aspetto ambientale in quanto costituisce una valida alternativa concreta al traffico su gomma e favorisce lo spostamento di merci e persone su ferro;
il potenziamento della suddetta tratta rappresenterebbe un importantissimo volano di sviluppo per la regione Abruzzo, necessario a garantire e migliorare i collegamenti con la città di Roma in tempi assai ridotti e per la crescita dei flussi turistici;
il progetto prevede infatti di collegare Pescara con Roma in due ore. Una sorta di linea veloce di cui gioverebbero soprattutto i pendolari che si spostano quotidianamente dall'Abruzzo per raggiungere la Capitale. Insomma una più che valida alternativa all'attuale unica soluzione di trasporto efficiente, l'autostrada A24-A25. Un'infrastruttura molto importante e attesa da tanti anni;
battute d'arresto, nell'avvio di questa importante opera, mettono in serio pericolo le risorse stanziate con fondi (PNRR). Si parla di fondi (PNRR) previsti per la linea ferroviaria Pescara-Roma, dirottati altrove: nel piano di revisione delle opere da inserire nel PNRR, alcuni investimenti ferroviari potrebbero essere rivisti e cancellati dall'elenco, e tra questi potrebbe rientrare proprio la Roma-Pescara per poter dirottare le risorse verso quelle opere i cui lavori sono in fase di avanzamento oppure prossime al compimento;
oggi si parla di rimodulazione, e intanto la prima tranche di finanziamenti, pari a oltre 600 milioni di euro, sembra essere svanita;
si ricorda che già a dicembre 2022, appena insediato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro Salvini, in sede di Commissione Ambiente e Lavori Pubblici del Senato, dichiarava: «La Roma-Pescara? Mille difficoltà, dovremmo essere molto onesti. Economiche, progettuali, finanziari e di ogni altro genere». Dichiarazioni che avevano sollevato molta preoccupazione e sconcerto, se si pensa che solo pochi mesi prima, in campagna elettorale, lo stesso neo Ministro Salvini prometteva invece lo snellimento delle procedure per iniziare subito i lavori di velocizzazione e ammodernamento della tratta –:
se non intenda fare chiarezza sulle reali intenzioni del Governo sulla realizzazione del progetto di velocizzazione della linea ferroviaria Roma-Pescara di cui in premessa;
quali risorse si intendano utilizzare per la realizzazione dell'opera, e quali siano i tempi programmati per l'avvio dei cantieri.
(4-01267)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta scritta:
ASCARI e AMATO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
è stata portata all'attenzione dell'interrogante la condizione di assoluta incertezza e vana attesa in cui verserebbero alcuni lavoratori che hanno avanzato richieste di interventi ispettivi all'ispettorato territoriale del lavoro di Modena;
sembrerebbe che, almeno dal 2018, lo stesso non fornisca gli esiti degli accertamenti ispettivi sollecitati e le informazioni richieste, se non attraverso vaghe e occasionali comunicazioni, con conseguente e grave pregiudizio per i diritti dei lavoratori stessi;
in particolare, in ordine alla vertenza relativa alla G.M. Cataforesi - G.M. Carrozzeria, avente ad oggetto 30 licenziamenti, oltre a un uso irregolare di cooperative e contratti di somministrazione, sembrerebbe che a oggi nessuna informativa da parte dell'ispettorato del lavoro sia giunta agli interessati;
in ordine alla denuncia di intervento relativa al Prosciuttificio San Francesco spa di Castelnuovo Rangone, avente a oggetto le condizioni di sicurezza dei lavoratori, nonché irregolarità contrattuali e licenziamenti ritorsivi, sembrerebbe che circa gli esiti dell'attività ispettiva compiuta a seguito della segnalazione non sia stata fornita alcuna informazione;
ancora, in ordine alla vertenza con Professional Solutions s.r.l. – gruppo Adecco –, sembrerebbe che 10 lavoratori siano stati sospesi – e molti altri licenziati – per aver scioperato e che abbiano impugnato le sanzioni innanzi all'ispettorato del lavoro, richiedendo l'attivazione dei collegi arbitrali previsti dall'articolo 7 dello Statuto dei lavoratori; sembrerebbe che da molti mesi gli Arbitri nominati dal capo dell'ispettorato non attivino i collegi;
il diritto al lavoro è costituzionalmente garantito e non è ammissibile una compressione delle tutele dei lavoratori;
il diritto di sciopero, altrettanto, è bilanciamento del diritto di iniziativa economica, di talché sanzionarne l'attuazione comporta un'alterazione della dialettica democratica;
in base alle direttive emanate dal Ministero, l'ispettorato del lavoro, tra i vari compiti, deve esercitare e coordinare sul territorio nazionale la funzione di vigilanza in materia di lavoro. Le Istituzioni preposte alla tutela dei diritti dei lavoratori devono dunque agire affinché venga garantito il rispetto della normativa vigente in materia; non sono ammessi né sono ammissibili ritardi e/o silenzi, gravemente pregiudizievoli per le condizioni di lavoro di tutti coloro che denunciano –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se e quali iniziative, anche di carattere normativo, ritenga opportuno adottare per consentire la conoscibilità dell'attività ispettiva espletata a fronte di esposti o richieste di intervento da parte dei lavoratori interessati o dei loro rappresentanti sindacali;
se e quali iniziative, anche di carattere normativo, ritenga opportuno adottare per consentire il rispetto dei diritti di lavoratori e, in particolare, per scongiurare ritorsioni e licenziamenti come risposta alle rivendicazioni dei diritti da parte di questi ultimi;
quali iniziative di competenza intenda adottare per accertare eventuali responsabilità amministrative dell'ispettorato territoriale del lavoro di Modena in merito ai silenzi, ritardi e omissioni segnalati in premessa.
(4-01264)
SALUTE
Interrogazione a risposta scritta:
SCOTTO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
la casa di riposo di Arcole (VR) nasce come Ipab, trasformandosi poi in fondazione. Ha una capienza di circa 100 posti letto, consta di cinque nuclei, uno dei quali dato in gestione a una cooperativa;
da svariati anni il sindacato, e in particolare la Cgil, denuncia criticità spesso anche gravi, rimaste nel tempo inascoltate, avuto riguardo in particolare alla carenza del personale;
il numero del personale in servizio non rispetta quanto previsto dall'allegato A della Dgr n. 1720 del 30 dicembre 2022 della regione Veneto «Nuovo modello assistenziale del centro servizi per persone non autosufficienti di norma anziane», che prevede un numero maggiore di infermieri e di operatori socio-sanitari rispetto a quelli oggi impiegati;
durante il periodo emergenziale della pandemia del COVID-19 si sono riscontrate criticità fortissime derivate da turni di lavoro massacranti e carenza di dispositivi di protezione individuale;
nel dicembre 2020 si è tenuto anche un incontro in prefettura, a seguito di una dichiarazione di stato di agitazione proclamato dalla Cgil, cui hanno partecipato il direttore dei servizi sociosanitari dell'Unità locale socio-sanitaria n. 9 competente per territorio, il sindaco di Arcole, il direttore della casa di riposo;
nel medesimo mese di dicembre 2020 il sindacato ha scritto anche al presidente della regione e all'assessore della sanità e dei servizi sociali regionale, evidenziando tutte le criticità legate alla carenza di personale, soprattutto infermieristico, al mancato rispetto di riposi e possibilità di usufruire di ferie, come pure della mancanza di coordinatori sanitari. In tale incontro è stato chiesto alla regione di valutare se vi siano i termini per commissariare la struttura;
la mancanza della figura infermieristica nel turno notturno costringe gli operatori socio sanitari a contattare spesso il pronto soccorso dell'ospedale di San Bonifacio, per inviare pazienti che potrebbero essere invece gestiti in struttura, senza sovraccarico per il pronto soccorso stesso;
la forte condizione di stress cui sono sottoposti gli infermieri e gli operatori socio-sanitari compromette l'ambiente di lavoro e non può non avere ripercussioni sugli ospiti della struttura, avuto riguardo in particolare al loro percorso diagnostico;
la struttura, viste le criticità sopra evidenziate, non è in grado di reperire infermieri e operatori socio-sanitari professionalmente qualificati, dovendo ricorrere a personale non ancora adeguatamente formato;
nessuna risposta è fin qui pervenuta dalla regione Veneto –:
quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, in raccordo con la regione Veneto al fine di adottare tutte le possibili misure volte a garantire tanto la qualità del lavoro di chi opera all'interno della struttura, quanto le migliori condizioni di permanenza per gli ospiti della casa di riposo di Arcole (VR), e di casi analoghi.
(4-01265)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta scritta:
BORRELLI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
intorno alle 13 del 23 giugno 2023, nel primo pomeriggio, sulla tangenziale di Napoli una Volkswagen Polo, prototipo diesel-elettrico, è esplosa per circostanza ancora da chiarire;
nell'esplosione sono rimasti gravemente feriti uno studente universitario che stava effettuando un tirocinio curriculare per i crediti della laurea magistrale presso il Cnr e una ricercatrice dello stesso, di comprovata esperienza professionale, entrambi purtroppo deceduti nei giorni successivi;
la vettura era un prototipo su cui era stato installato un kit elaborato da ricercatori dell'Università di Salerno che consisteva in due motori elettrici montati sui mozzi delle ruote posteriori e l'esplosione sarebbe stata improvvisa;
nel corso dei sopralluoghi sarebbero state rinvenute nell'abitacolo delle bombole contenenti ossigeno o altro liquido infiammabile;
il progetto condotto sull'auto sperimentale esplosa ammontava a 4 milioni di euro, finanziato anche con fondi europei attraverso bandi dedicati a Horizon 2020;
al momento, si ipotizza che a innescare l'esplosione possano essere state o le batterie aggiuntive installate sull'auto o le mini-bombole di ossigeno e, nel frattempo, sono in corso due inchieste sull'incidente: una interna del Cnr anche per fare chiarezza sul percorso urbano scelto e per comprendere la ragione della presenza a bordo dell'auto di un tirocinante, e l'altra della procura di Napoli per individuare la causa dell'esplosione e far luce sui flussi di finanziamenti pubblici regionali ed europei destinati alle società titolari del progetto «Life-save» e capire se quel viaggio in tangenziale fosse autorizzato o meno;
il progetto «Life Save» è nato a Salerno come spin-off dell'ateneo di Fisciano e poi è stato portato avanti dalla eProInn, con l'obiettivo di convertire auto tradizionali in veicoli ad energia ibrido-solare a costi molto ridotti – appena 4 mila euro – per l'utenza finale;
a parere dell'interrogante andrà chiarito, da parte del Cnr e dell'Università titolare originaria del progetto, ruoli e mansioni affidate ai ricercatori impiegati nel progetto, anche per comprendere se il giovane tirocinante poteva partecipare a quei test e a che titolo fosse presente mentre si stava testando su strada un veicolo prototipo, dato il rischio che in ogni caso si sarebbe corso nell'effettuare quel tipo di test – oltre che sulla gestione dei contratti di formazione che regolano il rapporto tra università e istituti di ricerca a proposito della gestione di stagisti, tirocinanti, giovani ricercatori impegnati a progetto;
occorrerà infine chiarire quali misure e dispositivi di sicurezza sono stati adottati per effettuare un test che di per sé presentava elevati profili di rischio e quali esperimenti erano stati condotti prima che venisse effettuato un test su strada, in pieno giorno su una tangenziale ad elevato traffico di veicoli –:
se il Ministro interrogato non intenda acquisire ogni elemento utile a comprendere se la prova su strada effettuata sulla tangenziale di Napoli fosse stata preceduta da test volti a misurare la sicurezza e l'affidabilità del mezzo e se tale prova fosse autorizzata o meno;
se non intenda acquisire ogni elemento utile a chiarire le motivazioni per cui a bordo dell'auto esplosa si trovasse anche un tirocinante e se questi fosse stato adeguatamente formato per effettuare tali tipi di test;
se non intenda fare chiarezza sulla gestione dei contratti di formazione che regolano il rapporto tra università e istituti di ricerca a proposito della gestione di stagisti, tirocinanti, giovani ricercatori impegnati a progetto;
se sia a conoscenza di quali misure e dispositivi di sicurezza fossero stati adottati per effettuare un test che di per sé presentava elevati profili di rischio in pieno giorno su una strada urbana ad elevato traffico di veicoli.
(4-01266)
Apposizione di una firma ad una interrogazione.
La interrogazione a risposta in Commissione Quartapelle Procopio e altri n. 5-00333, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1° febbraio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gianassi.
Pubblicazione di testi riformulati.
Si pubblica il testo riformulato della mozione Braga n. 1-00003, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 6 del 7 novembre 2022.
La Camera,
premesso che:
la pandemia da COVID-19 ha aggravato un'emergenza abitativa cresciuta enormemente negli anni della crisi economica coinvolgendo fasce sempre più ampie di popolazione. Molte persone in Italia sono prive di una soluzione abitativa adeguata, molti sono i giovani che non riescono ad avere accesso ad abitazioni a canoni compatibili con l'ammontare del loro reddito, molte persone, tra cui bambini e ragazzi, vivono in case sovraffollate ed energicamente inefficienti;
le diseguaglianze presenti sono bene evidenziate dai dati del Forum disuguaglianze e diversità: le stime pre-Covid, oggi certamente peggiorate, indicano in 650 mila le domande di alloggi Erp in attesa nelle graduatorie dei comuni, in 100 mila le nuove unità di edilizia sociale necessarie a corrispondere al fabbisogno. Sono 50 mila le sentenze di sfratto, con un aumento del 57 per cento in 10 anni (dal 2006 al 2016), di cui la quota di quelli per morosità incolpevole è passata dal 75 all'89 per cento. Il tasso di sovraffollamento delle abitazioni, misurato a livello europeo, è fra 2 e 3 volte quello dei principali paesi UE-15 e presenta un grave divario Nord-Sud. Le famiglie in condizioni di povertà energetica rappresentano l'8,8 per cento del totale, con una forte varianza territoriale, demografica e di genere, che vede maggiormente colpito il Mezzogiorno e più vulnerabili le famiglie più numerose, quelle il cui capofamiglia è relativamente più giovane (sino a 35 anni) e le donne. Quasi 300 mila persone sono a rischio di perdita dell'abitazione per alluvioni o eventi idrogeologici; mentre 21 milioni di persone vivono in aree a elevato rischio sismico spesso con abitazioni inadatte a reggere il rischio. Nelle aree più disagiate, si stima in circa 80 mila alloggi il patrimonio pubblico e privato che richiede interventi per la riqualificazione e successiva assegnazione a coloro che ne abbiano bisogno;
in questo contesto, l'altra urgenza, quella climatica, si intreccia con il tema della rigenerazione delle città e del patrimonio residenziale esistente, con la necessità di dare una risposta al fenomeno crescente della povertà energetica e di contenere l'aumento delle bollette aggravato dall'aumento dei costi dell'energia e del gas, che rischiano di colpire soprattutto le fasce sociali più deboli, che vivono in case vecchie, sovraffollate, inefficienti dal punto di vista energetico e insicure da quello sismico;
esiste una domanda ancora molto forte nel nostro Paese di edilizia residenziale pubblica, necessaria per dare risposta alle situazioni di disagio più gravi, dove l'impossibilità di avere una casa si somma spesso a situazioni di difficoltà economica, mancanza di occupazione, emarginazione sociale, povertà alimentare e educativa; ma esiste anche una domanda di edilizia sociale per categorie sociali che proprio in assenza di un ancoraggio abitativo rischiano di scivolare in un'area di precarietà e fragilità economica anche a causa del costo stesso dell'abitazione;
l'obiettivo di una casa dignitosa, sicura e socievole è quindi un tassello imprescindibile per uno sviluppo più equo e che sani disuguaglianze non più accettabili, per riqualificare le periferie, offrire prospettive di autonomia ai giovani, assicurare una vita dignitosa agli anziani, costruire un rapporto migliore tra cittadini e istituzioni; tale impostazione è riconosciuta anche a livello europeo, da ultimo con la risoluzione (2019/2187(INI)) approvata dal Parlamento europeo il 21 gennaio 2021, che conferma come l'accesso a un alloggio adeguato costituisca un diritto fondamentale e una condizione preliminare per l'esercizio di altri diritti fondamentali, nonché per condurre una vita in condizioni rispettose della dignità umana;
per far fronte all'emergenza abitativa, nel corso della XVIII legislatura sono state adottate varie misure, tra cui alcune forme di esenzione dall'imposta di registro e dalle imposte ipotecaria e catastale per l'acquisto della prima casa per i giovani sotto i trentasei anni di età, l'incremento della dotazione del Fondo di garanzia per la prima casa per l'anno 2022, il bonus affitto per i giovani, la proroga fino al 31 dicembre 2022 delle agevolazioni per la rinegoziazione di mutui ipotecari per l'acquisto «prima casa», oggetto di procedure esecutive. Sempre nel corso della XVIII legislatura sono stati adottati il rafforzamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, con un incremento di risorse di 160 milioni di euro per l'anno 2020 e di ulteriori 160 milioni di euro per l'anno 2021, e l'incremento del Fondo inquilini morosi incolpevoli, successivamente azzerati dalla legge di bilancio per il 2023;
in tema di sfratti, in considerazione dell'emergenza sanitaria da Covid-19 sono state adottate misure straordinarie, derogatorie delle vigenti normative nell'ambito delle locazioni uso abitativo e, contestualmente, in considerazione delle suddette misure, è stata prevista l'esenzione totale dell'Imu 2021 per i proprietari che possiedono immobili concessi in locazione su cui gravano procedimenti di sfratti sospesi a causa dell'emergenza Covid (articolo 4-ter, del decreto-legge n. 73 del 2021);
anche il PNRR contiene misure rilevanti che possono concorrere a dare una risposta al bisogno abitativo; il rifinanziamento con 14 miliardi del superbonus per la riqualificazione del patrimonio abitativo esistente; il Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare (PinQua); i Piani urbani integrati dedicati alle città metropolitane, finanziati con lo strumento del Fondo dei fondi gestito dalla Bei, per la rigenerazione urbana finalizzata a promuovere l'inclusione sociale e combattere le forme di vulnerabilità, attivando risorse e finanziamenti privati;
la questione abitativa si incrocia anche con il tema strategico della rigenerazione integrata dei quartieri di edilizia residenziale pubblica (Erp), dove per affrontare il grave problema dell'emarginazione sociale e garantire condizioni di vita dignitose e sicure risulta prioritario raggiungere i segmenti obiettivi: l'aumento della disponibilità di alloggi attraverso il recupero del patrimonio inutilizzato, la sostenibilità finanziaria degli interventi di recupero e gestione dell'edilizia pubblica, la riqualificazione integrata degli edifici e dello spazio pubblico con particolare attenzione alla mobilità dolce, alla dotazione di verde pubblico e all'incremento della permeabilità dei suoli, la dotazione di servizi pubblici di qualità e alti standard ambientali. Lo stesso vale per le operazioni, vere, di social housing che si stanno sviluppando nelle città, riqualificando parti di città, senza comportare nuovo spreco di suolo ma rigenerando aree dismesse e degradate, a volte anche simbolicamente rilevanti come le aree sottratte alla criminalità organizzata, spesso attraverso l'apporto della cooperazione e la realizzazione di obiettivi di miglioramento ambientale e sociale che si estendono al quartiere, rafforzando quel welfare di comunità che è sempre più parte integrante delle politiche per l'abitare;
in tale contesto le comunità energetiche rappresentano oggi una grande opportunità permettendo ai cittadini di essere consumatori dell'energia da loro autoprodotta, contribuendo alla riqualificazione diffusa del patrimonio edilizio esistente e contrastando situazioni di povertà energetica. Anche per questo è fondamentale che strumenti come i bonus edilizi siano dispiegati pienamente in operazioni, di questo tipo, garantendo la giusta durata temporale e la necessità primaria di perseguire finalità ambientali e sociali. Occorre pertanto valorizzare azioni di riqualificazione edilizia che puntino a prestazioni energetiche avanzate, criteri ambientali minimi nelle costruzioni, legalità e sicurezza nei cantieri per concorrere anche a un'evoluzione virtuosa del settore delle costruzioni;
secondo gli ultimi dati Istat, quindi pre-pandemia, in Italia, il livello di urbanizzazione nel 2011 è pari al 6,7 per cento dell'intero territorio nazionale e in dieci anni la variazione della superficie delle località su base nazionale è stata dell'8,7 per cento, pari ad oltre 1.600 chilometri quadrati. Inoltre, in molti dei principali centri urbani, il suolo urbanizzato è cresciuto a tal punto da saturare lo spazio disponibile per i nuovi insediamenti che, invece, si diffondono nei territori immediatamente circostanti dei comuni di prima e seconda corona. Per quanto riguarda il periodo post-pandemia, da una prima analisi degli ultimi dati Istat su base comunale relativi al saldo migratorio interno, cioè ai trasferimenti di residenza da e per un altro comune in rapporto alla popolazione residente, sembrerebbe emergere una fotografia che mette in luce un movimento di allontanamento dalle grandi città verso centri minori ma ben collegati, di cui ancora non si conosce il carattere strutturale o contingente;
la pandemia, durante la quale sono aumentate le richieste di più elevati standard edilizi abitativi e lavorativi, ha inoltre fatto emergere quanto sia ancor più complesso coniugare la crescita delle città, con il contenimento del consumo di suolo fisso all'obiettivo finale del consumo 0 per il 2050;
sempre citando il rapporto Istat del 2017, gli attuali studi sulle città europee sono ormai concordi nel considerare finito il periodo dell'espansione urbana, sostenendo la necessità di un nuovo approccio orientato alla densificazione (o ridensificazione) e al recupero di aree urbane non utilizzate o male utilizzate, senza prevedere ulteriore consumo di suolo. Nonostante queste indicazioni e la consapevolezza che il continuo incremento di territorio reso edificabile comporti costi ingenti per la collettività e un forte impatto sulla qualità dell'ambiente, lo sprawl (descritto dall'Agenzia europea dell'ambiente come un modello fisico di espansione a bassa densità delle grandi aree urbane a scapito delle aree agricole e uso misto del territorio e delle periferie, con rischio di innalzamento delle spese pubbliche per la fornitura di servizi e un maggior utilizzo di mezzi privati) si è progressivamente andato affermando come forma di urbanizzazione prevalente in Italia, amplificando il consumo del suolo (Istat 2016) potenzialmente destinabile ad altri usi o con diversa vocazione;
la diffusa mobilitazione messa in campo in questi mesi in molte città italiane dagli studenti ha posto con forza il tema del diritto allo studio e del rapporto con adeguate politiche della casa; in particolare, la carenza di alloggi universitari e il problema crescente del caro affitti si sommano al fenomeno degli affitti brevi che, se non correttamente regolamentati, rappresentano un fattore distorsivo del mercato abitativo, soprattutto nelle città maggiormente interessate dai flussi turistici;
si rende quindi necessario attivare risorse, nazionali e europee, per mettere in campo una nuova stagione delle politiche abitative con strumenti e soluzioni adeguate alla natura del bisogno emergente, con una visione di sistema e una forte assunzione di responsabilità pubblica nel costruire risposte organiche, capaci di corrispondere non solo al bisogno «fisico» di casa ma insieme a quello di inclusione sociale, emancipazione dei soggetti fragili, creazione di welfare di comunità radicato sul territorio e contribuire alla grande sfida della sostenibilità ambientale;
emerge inoltre la necessità di migliorare gli strumenti necessari a far incrociare domanda e offerta di case, in grado di rispondere a un bisogno molto articolato e certamente anche molto diverso dal passato; occorre aumentare la disponibilità di alloggi a canone sociale, affrontare nell'immediato l'emergenza abitativa e la graduazione degli sfratti, coniugando le legittime esigenze dei proprietari, specie quelli piccoli che dall'affitto di una casa di proprietà traggono una parte di reddito fondamentale per il sostentamento della propria famiglia, con un bisogno di case in affitto a prezzi accessibili, anche attraverso strumenti efficaci di sostegno alla locazione per gli inquilini, rifinanziare i fondi dedicati e intervenendo sui meccanismi di trasferimento e assegnazione della risorse stanziate; sviluppare soluzioni di cohousing e di collaborazione intergenerazionale, strumenti di incentivazione all'utilizzo del patrimonio abitativo privato, che rappresenta la stragrande maggioranza nel nostro Paese,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative di competenza volte a rifinanziare con risorse adeguate, nel primo provvedimento utile, il Fondo per il sostegno all'affitto e il Fondo per la morosità incolpevole per sostenere la locazione dei soggetti in condizioni di particolare difficoltà, ottimizzando i tempi e i meccanismi di trasferimento e assegnazione delle risorse stanziate;
2) ad adottare e promuovere politiche pubbliche organiche per la casa, sostenute da una legge quadro sull'edilizia residenziale pubblica e l'edilizia sociale e da adeguate risorse pluriennali, al fine di incrementare significativamente l'offerta di alloggi a canone sociale;
3) ad adottare iniziative al fine di prevedere un sostegno diretto agli enti pubblici, anche attraverso una revisione dell'attuale regime di tassazione che equipara il patrimonio Erp all'edilizia privata, nonché la possibilità di attrarre investimenti privati mediante incentivi e semplificazioni per promuovere specifici programmi di rigenerazione urbana, anche con interventi complessi di demolizione e ricostruzione che privilegino interventi di densificazione urbana per il miglioramento dei servizi pubblici allo scopo di perseguire il «saldo zero» del consumo di suolo, la possibilità di cessione agli enti locali di una quota dei nuovi alloggi, proporzionale agli incentivi goduti, finalizzata al soddisfacimento della domanda abitativa debole e alla coesione sociale;
4) a promuovere il coordinamento dei livelli territoriali coinvolti (Stato, regioni, comuni) per rigenerare il patrimonio pubblico dismesso, i beni confiscati alla criminalità organizzata e le aree demaniali ormai privi delle funzioni originarie e, in alcuni casi, giunti ad uno stato di degrado o di abbandono, al fine di offrire soluzioni utili a fronteggiare l'emergenza abitativa;
5) a garantire il rispetto degli obiettivi previsti dalla missione 5 del PNRR, al fine di realizzare gli interventi di rigenerazione urbana volti a dare risposta al disagio abitativo e a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale;
6) a potenziare l'offerta di edilizia residenziale universitaria pubblica, prioritariamente attraverso operazioni di recupero del patrimonio edilizio esistente, utilizzando le risorse previste dal PNRR, anche al fine di assicurare il pieno riconoscimento del diritto allo studio;
7) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere una più efficace regolazione degli affitti brevi, attraverso una legge nazionale di regolamentazione delle piattaforme turistiche che riconosca il ruolo essenziale degli enti locali nel definire strategie adeguate alla specificità dei contesti di riferimento, così da valorizzare il patrimonio artistico e culturale e salvaguardare l'assetto urbanistico delle città;
8) ad adottare iniziative idonee in materia di locazione abitativa, sia in termini di incentivi e aiuti ai locatari, sia di ristoro ai proprietari che accettino di rinegoziare i canoni e di accompagnare con misure adeguate l'esecuzione dello sfratto, anche garantendo il passaggio da casa a casa alle famiglie sfrattate, e a promuovere la sottoscrizione di appositi protocolli di programmazione delle esecuzioni degli sfratti, mediante l'istituzione di cabine di regia territoriali coordinate dalle prefetture che permettano e facilitino la gradualità delle esecuzioni al fine di contenere l'emergenza ed evitare conflitti sociali;
9) ad adottare iniziative al fine di prevedere incentivi fiscali per la rinegoziazione dei canoni di locazione ed una loro diminuzione per prevenire le difficoltà e criticità che provocano la morosità incolpevole, nonché l'introduzione di norme, anche procedurali, che prevedano esplicitamente la rinegoziazione dei canoni d'affitto in presenza di determinati elementi oggettivi e soggettivi, che possano essere valutati dal giudice in sede di contenzioso;
10) ad adottare iniziative al fine di prevedere la riduzione dal 10 per cento al 4 per cento dell'Iva applicata sui canoni di locazione di edilizia convenzionata o in qualsiasi modo agevolata;
11) ad adottare iniziative al fine di prevedere un'estensione e un ulteriore rafforzamento delle misure di sostegno all'acquisto della prima casa e della detrazione sui canoni pagati dagli inquilini con redditi inferiori ai 30 mila euro, ampliando la misura attualmente prevista;
12) a istituire una banca dati del patrimonio alloggiativo degradato pubblico e privato, da finalizzare ad un uso in tempi brevi per le gravi emergenze alloggiative, con particolare riferimento alle disponibilità immediata degli enti previdenziali e degli altri enti pubblici o con forme di partecipazione, controllo pubblico o vigilanza pubblica, anche sostenendo l'azione dei comuni per l'affitto o acquisto di alloggi da assegnare prioritariamente ai soggetti colpiti da provvedimenti di sfratto sulla base di una graduatoria definita dall'indicatore della situazione economica (Isee);
13) ad adottare iniziative per prevedere una revisione del regime della cedolare secca prevista per contratti di locazione a canone libero, al fine di assicurare che il beneficio fiscale riconosciuto al proprietario si traduca in una effettiva sostenibilità della locazione da parte dell'inquilino;
14) a monitorare e sostenere l'utilizzo del superbonus 110 per cento e degli altri incentivi fiscali da parte degli enti proprietari e di gestione dell'edilizia residenziale pubblica, valutando l'opportunità di una proroga dei termini per la realizzazione degli interventi e prevedendo una stabilizzazione degli incentivi fiscali, anche in misura ridotta, al fine di consentire la programmazione di investimenti di riqualificazione energetica sul patrimonio abitativo pubblico e privato finalizzato al recupero e alla messa a disposizione in tempi rapidi di alloggi attualmente inagibili e inutilizzati;
15) a sostenere lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e solidali, attraverso la rapida emanazione dei provvedimenti attuativi previsti dalla legislazione vigente, come strumento di contrasto ai crescenti fenomeni di povertà energetica;
16) a sostenere e valorizzare il contributo della cooperazione sociale e delle cooperative a proprietà indivisa, anche alla luce del loro potenziale in termini di innovazione sociale e di contributo alla calibrazione dei prezzi degli alloggi;
17) ad adottare iniziative per ripristinare e sostenere l'Osservatorio nazionale della condizione abitativa (Osca) presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, già previsto dall'articolo 12 della legge n. 431 del 1998.
(1-00003) (Nuova formulazione) «Braga, Serracchiani, Provenzano, Morassut, Fornaro, Roggiani, Ferrari, Vaccari, Malavasi, Scarpa, Carè, Amendola, Simiani, Gribaudo, Manzi, Furfaro, Ciani, Ghio».
Si pubblica il testo riformulato della mozione Cattaneo n. 1-00096, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 68 del 14 marzo 2023.
La Camera,
premesso che:
il quadro normativo che regola il sistema previdenziale italiano è ispirato ed adeguato ai principi fondamentali incardinati nella Costituzione italiana;
in particolare, l'articolo 38 della Carta costituzionale stabilisce che: «Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L'assistenza privata è libera», riservando al legislatore l'importante compito di regolare tale materia;
l'Unione europea è intervenuta sulla materia in oggetto relativamente alle attività e alla vigilanza degli enti pensionistici aziendali o professionali (direttiva 2016/2341/UE e 2003/41/CE), nonché sui requisiti minimi per accrescere la mobilità dei lavoratori tra Stati membri migliorando l'acquisizione e la salvaguardia di diritti pensionistici complementari (direttiva 2014/50/UE) e ha istituito l'Autorità europea di vigilanza – Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali – (regolamento n. 1094/2010/UE);
dal 1992 in poi in Italia si è intervenuti con cadenza annuale sul sistema pensionistico nazionale che attualmente si basa sul criterio della ripartizione, ovvero i contributi che i lavoratori e le aziende versano agli enti di previdenza vengono utilizzati per pagare le pensioni di coloro che hanno lasciato l'attività lavorativa; per far fronte al pagamento delle pensioni future, dunque, non è previsto alcun accumulo di riserve finanziarie;
le riforme strutturali sono state finalizzate al progressivo controllo della spesa pubblica per le pensioni in modo che non assuma dimensioni troppo elevate rispetto al prodotto interno lordo, all'istituzione di un sistema di previdenza complementare da affiancare a quello pubblico, all'introduzione di alcuni elementi di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro utilizzando anche la previdenza complementare;
il sistema previdenziale è da anni al centro delle attenzioni politiche e di interventi motivati in gran parte dalla necessità di dare attuazione alle prescrizioni europee o per far fronte a necessità di bilancio prodottesi nel corso degli anni a seguito dei cambiamenti della nostra società, come ad esempio la maggiore aspettativa di vita o il calo del flusso delle entrate contributive, quest'ultimo legato ad un aumento della disoccupazione e della denatalità. Denatalità che nel 2021 ha subito un ulteriore calo dell'1,1 per cento rispetto al 2020 e del 30,6 per cento rispetto al 2008;
i dati Istat di dicembre 2022 in materia di previdenza attestano che nel 2021 in Italia risultavano 16.041.202 pensionati per un totale di 22.758.797 prestazioni previdenziali, ovvero una media di 1,4 pro capite. Mediamente il valore di una pensione annua si aggira intorno ai 13.753 euro, ovvero 10.985 euro per le donne e 17.136 euro per gli uomini;
i pensionati al minimo risultano essere circa 3.674.259, dei quali più di 1 milione e mezzo percepiscono un valore pari o inferiore a 500 euro al mese, mentre il restante milione percepisce tra i 500 e i 1.000 euro al mese;
il Governo Berlusconi, con la legge n. 448 del 2001, a decorrere dal 1° gennaio 2002, ha elevato gli importi delle pensioni minime a 1 milione di lire per tutte le persone con età superiore a 70 anni e con un reddito allora al di sotto di 13 milioni di lire, con la finalità di prevedere un aiuto concreto in favore delle fasce di popolazione più disagiate;
disagio che oggi, dopo oltre 20 anni da quella riforma, molti pensionati sono tornati a vivere considerato l'aumento del costo della vita media, che, secondo i dati Istat, oggi è pari a circa 2.437 euro mensili, che si traducono per un single tra 1.200 e 1.700 euro al mese, mentre per una famiglia tra 2.200 e 2.700 euro al mese;
la lettura di tali dati dovrebbe indurre ad un'attenta riflessione, perché significa che quasi 4 milioni di pensionati oggi vivono al di sotto della soglia di povertà;
un primo, parziale, passo avanti in tal senso è stato compiuto con la legge di bilancio per l'anno 2023 che per le persone con più di 75 anni ha innalzato, per il medesimo anno, l'importo minimo delle pensioni a 600 euro mensili;
presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, su iniziativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sono stati avviati tavoli di confronto con le parti sociali al fine di impostare una riforma di sistema previdenziale;
dal confronto con le associazioni sindacali sono già emersi vari aspetti, quali, ad esempio, l'accesso alla pensione ai 62 anni, colmare i vuoti di contribuzione conseguenti alla precarietà giovanile, valorizzare il lavoro delle donne all'interno delle famiglie con l'anticipo pensionistico per ogni figlio avuto, rendere strutturale «opzione donna» nella sua versione originale e ripristinare la rivalutazione delle pensioni colpite da più di 10 anni di blocco della perequazione;
nella risoluzione al documento di economia e finanza approvata il 28 aprile 2023 dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica uno degli impegni prevede di valutare nell'ambito degli eventuali spazi di bilancio che si renderanno disponibili per la prossima manovra di bilancio un intervento in materia di innalzamento delle pensioni minime e delle pensioni di invalidità,
impegna il Governo:
1) a fornire ogni elemento utile in merito all'attuazione dell'innalzamento a 600 euro mensili dell'importo minimo delle pensioni per le persone ultrasettantacinquenni, previsto dall'articolo 1, comma 310, della legge di bilancio per il 2023 (legge 29 dicembre 2022, n. 197);
2) a valutare l'opportunità di adottare iniziative di competenza volte a prevedere, nell'arco della legislatura e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, un adeguamento delle pensioni minime, dando priorità ai soggetti ritenuti più deboli;
3) a confermare come priorità del Governo la riforma del sistema pensionistico, con una sostanziale revisione in chiave di maggiore certezza e coordinamento interno fra le gestioni presenti nell'ordinamento vigente, proseguendo le attività dei tavoli tecnici istituiti presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al fine di individuare obiettivi programmatici condivisi, tra i quali quello già segnalato di «quota 41» e «opzione donna» quali uscite anticipate dal lavoro;
4) a procedere con la valutazione dell'adozione di un metodo di monitoraggio della spesa pubblica, osservando il principio di separazione tra assistenza e previdenza, anche al fine di fugare voci allarmistiche sulla tenuta del sistema previdenziale italiano, monitorandone in modo oggettivo e scientifico la sostenibilità specie nel lungo periodo.
(1-00096) (Nuova formulazione) «Cattaneo, Rizzetto, Giaccone, Romano, Tenerini, Schifone, Nisini, Barelli, Coppo, Caparvi, Tassinari, Giovine, Giagoni, Arruzzolo, Malagola, Bagnasco, Mascaretti, Battilocchio, Volpi, Battistoni, Zurzolo, Benigni, Deborah Bergamini, Calderone, Cannizzaro, Cappellacci, Caroppo, Casasco, Cortelazzo, Dalla Chiesa, D'Attis, De Palma, Fascina, Gatta, Mangialavori, Marrocco, Mazzetti, Mulè, Nevi, Orsini, Nazario Pagano, Patriarca, Pella, Pittalis, Polidori, Rossello, Rubano, Paolo Emilio Russo, Saccani Jotti, Sala, Sorte, Squeri, Tosi».
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta orale Zanella n. 3-00378 del 9 maggio 2023;
interrogazione a risposta scritta Ghirra n. 4-01254 del 29 giugno 2023.
Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono così trasformati su richiesta dei presentatori:
interrogazione a risposta in Commissione Orlando n. 5-00217 del 12 gennaio 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00503;
interrogazione a risposta in Commissione Quartapelle Procopio e altri n. 5-00333 del 1° febbraio 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00502;
interrogazione a risposta orale Iacono e altri n. 3-00415 del 16 maggio 2023 in interrogazione a risposta scritta n. 4-01261.