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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 5 luglio 2023

ATTI DI CONTROLLO

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   PIERRO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la peste suina africana (Psa) una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, a elevata contagiosità e letalità, ma non per l'uomo né per altri animali domestici o selvatici;

   maiali e cinghiali sani vengono infettati tramite contatto con animali infetti, compreso il contatto tra suini che pascolano all'aperto e cinghiali selvatici, ovvero ingestione o contatto con prodotti od oggetti infetti o tramite morsi di zecche infette;

   il decreto-legge n. 9 del 2022 stabilisce i poteri del commissario straordinario per la peste suina. Il 20 giugno 2023 la commissione agricoltura della Camera ha approvato la risoluzione 8-00016 concentrata sui 7 piani di eradicazione, sulla filiera del suinicolo e sugli indennizzi agli allevatori danneggiati;

   al 6 giugno 2023, nell'Italia continentale, si riscontrano un totale di 847 casi. Ai casi già verificatisi nel 2022 soprattutto in Piemonte e Liguria, si sono aggiunti i focolai registratisi nel 2023 in Campania e Calabria;

   per quanto riguarda le attività umane, il Ministro della salute e il Ministro dell'agricoltura, dal 2022, nell'ambito delle misure per contrastare la diffusione della Psa, hanno disposto nelle zone infette il divieto di alcune attività quali: la raccolta dei funghi e dei tartufi, la pesca, il trekking, il mountain biking, le gite a cavallo e tutte le attività che, prevedendo l'interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti o potenzialmente infetti, comportino un rischio per la diffusione della malattia;

   tale divieto ha prodotto di fatto la chiusura prolungata di intere aree montane, spesso di forte interesse turistico, con gravi ripercussioni anche sul turismo all'aperto, sulla vivibilità delle aree coinvolte, nonché sulla tenuta delle attività alberghiere e di ristorazione sul territorio;

   in Campania, in provincia di Salerno, la situazione si sta rivelando drammatica per 17 comuni del Cilento e Vallo di Diano (Buonabitacolo, Casalbuono, Casaletto Spartano, Castelle in Pittari, Montesano sulla Marcellana, Monte San Giacomo, Morigerati, Padula, Piaggine, Rofrano, Sala Consilina, Sassano, Sanza, Teggiano, Torraca, Tortorella e Valle dell'Angelo), che contano sul turismo montano dove il divieto è scattato – ordinanza n. 1 del presidente della regione Campania, del 26 maggio 2023 – dopo il ritrovamento di carcasse infette di cinghiali. A seguito di ciò stanno pervenendo disdette turistiche e vengono o sono state già annullate diverse manifestazioni turistiche all'aperto;

   la comunità dei sindaci del Parco nazionale del Cilento ha inviato una lettera alla Presidenza del Consiglio dei ministri, chiedendo una deroga per la pratica delle attività legate al turismo outdoor e per la manutenzione del territorio, sulla falsariga delle deroghe già concesse nei comuni dove l'emergenza Psa è scattata già nel 2022;

   a esempio nei comuni del Parco del Beigua (Liguria), nell'ambito della relativa zona infetta, sono consentite le attività all'aperto quali: escursionismo, mountain biking, altre attività sportive outdoor, nonché la pesca in acque interne, nel rispetto delle misure di biosicurezza, consistenti soprattutto nel divieto di uscire dal tracciato dei sentieri e dall'obbligo di sanificare le attrezzature utilizzate; la regione Campania, secondo l'ordinanza n. 2 del 2023 del commissario straordinario per la Psa, potrebbe derogare ai divieti delle attività all'aperto svolte nelle aree agricole e naturali (attività ludico, ricreative e sportive) –:

   se i Ministri interrogati intendano, per quanto di competenza, oltre ad accelerare i piani di abbattimento, adottare iniziative di competenza per tutto il territorio nazionale affinché venga consentito il riavvio in sicurezza delle attività turistiche all'aperto nelle aree infette dalla Psa, al fine di non danneggiare il turismo montano, trasformando operatori turistici, guide, già peraltro all'avanguardia sotto il profilo della sensibilità ambientale, in protagonisti dell'azione di contrasto alla diffusione della Psa;
(4-01275)


   CAVANDOLI e DAVIDE BERGAMINI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   Borgo Val di Taro e le valli, in provincia di Parma, sono famose in tutto il mondo per la crescita del fungo porcino di Borgotaro al quale, dal 1993, è stato riconosciuto il marchio Igp;

   il fungo porcino di Borgotaro è l'unico micete in Europa ad aver ottenuto (1996) il riconoscimento Igp e l'unico ortofrutticolo al mondo totalmente spontaneo e simbionte di situazioni forestali e ambientali particolari; è considerato a livello di alta cucina superiore per le sue qualità organolettiche, e rappresenta la cultura e storia di un territorio; è diventato una concreta opportunità di crescita per l'economia delle Valli del Taro e Ceno, infatti intorno ad esso sono nate e cresciute decine di medio-piccole attività di commercializzazione e trasformazione, ed è un volano formidabile, unico a livello mondiale, per il turismo enogastronomico;

   al fungo Igp è legata anche la passione di centinaia di migliaia di cercatori, e loro familiari, provenienti da tutta Italia, che rappresentano oltre il 90 per cento del turistico locale, quantificabile in svariati milioni di euro; frequentano i boschi del comprensorio, soprattutto nei mesi di settembre e ottobre, ma iniziano a dedicarsi alla passione micologica già da maggio, alloggiano in agriturismi e alberghi, gustano prelibatezze nei ristoranti e acquistano prodotti locali;

   la gestione del fungo porcino è stata dapprima affidata alla Comunità Montana Valli Taro Ceno e quindi all'Unione dei Comuni, e poi al consorzio comunalie Parmensi, ente che dal punto di vista tecnico e amministrativo, ma anche di indirizzo, ha gestito i beni agro-silvo-pastorali delle comunalie e dei Consorzi forestali dell'Appennino parmense che ne fanno parte (circa 13.000 ettari); questi dovrebbe esercitare le funzioni di tutela ambientale, sociale ed economica aventi rilevante valenza pubblica e dovrebbe conseguire l'obiettivo della valorizzazione della gestione forestale ad esse legate, nell'ottica di reinvestire eventuali profitti sul territorio e in ambito sociale; da esso è nato un altro Consorzio di «tutela del Fungo Porcino Igp», ora sotto sequestro cautelativo;

   le Comunalie sono «domini collettivi» storici; usi civici a cui sono affidati beni demaniali, principalmente boschi, pascoli, i cui beni affidati sono inalienabili ed indivisibili e vengono goduti in forma collettiva come esercizio di usi civici dagli aventi diritto ovvero dai residenti dei territori frazionali in cui essi insistono;

   con sentenza del 24 maggio 2023 il Tribunale di Parma ha dichiarato l'apertura della liquidazione giudiziale del Consorzio Comunalie Parmense, ravvisando l'insolvenza consistente in un deficit di bilancio di circa 900mila euro, di fatto bloccando l'operatività del consorzio e di tutti i collegati;

   l'alternanza tra caldo e precipitazioni primaverili ha portato ad una crescita dei funghi sopra ogni aspettativa, anticipando la stagione di raccolta di almeno due mesi; ma le problematiche conseguenti la suddetta sentenza hanno messo in seria difficoltà l'attività di raccolta dei funghi, diventando impossibile ed aumentando quella illegale e furtiva, impedendo così il normale avvio della stagione micologica nella specifica zona dell'Appennino parmense, dove questa attività è di fondamentale importanza; nel solo 2022, si sono registrate in due settimane oltre 48mila presenze certificate, per un valore di circa 500mila euro per la sola vendita dei permessi –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione esposta in premessa, e quali iniziative, per quanto di competenza intenda mettere in atto al fine di tutelare il marchio Igp del fungo porcino di Borgotaro e quanto collegato, nonché rinforzare i controlli nei luoghi di raccolta onde prevenire eventuali atti illegali di raccolta, al fine di salvaguardare l'economia complessiva del territorio parmense, consentendo la continuità dell'attività di raccolta del fungo, in modo legittimo e controllato, base di tutto il sistema.
(4-01281)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

X Commissione:


   BENZONI e RUFFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   a seguito di una nota inviata da un operatore idroelettrico nazionale alla città metropolitana di Torino – la quale è competente al rilascio delle concessioni delle piccole derivazioni idriche a uso idroelettrico, di potenza nominale media inferiore ai 3.000 kW – nel maggio 2021, sono stati interrotti in via cautelativa i termini di procedimenti in corso di rinnovo di concessioni di derivazioni d'acqua;

   sul tema insiste il testo unico delle acque pubbliche (regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775) il cui articolo 30 sul rinnovo delle piccole concessioni è tuttavia in contrasto con la direttiva comunitaria 2006/123/CE (cosiddetta «direttiva Bolkestein»), la quale all'articolo 12 specifica che non si può prevedere la procedura di rinnovo automatico delle autorizzazioni, tra cui figurano quelle delle concessioni idroelettriche;

   la giurisprudenza italiana ha confermato questa prospettiva con la sentenza 4 giugno 2018, n. 14232 della Corte di cassazione e con la sentenza 13 dicembre 2018, n. 201 del Tribunale superiore delle acque pubbliche, le quali hanno ribadito che il rinnovo della concessione senza la necessaria procedura competitiva è contrario ai princìpi del diritto comunitario e che la disposizione di cui all'articolo 30 del regio decreto n. 1775 del 1993 va disapplicata nella parte in cui consente il rinnovo di un contratto di concessione senza la previa indizione di una procedura, trasparente e conoscibile, che consenta ai terzi che vi hanno interesse di formulare una proposta concorrente;

   in ultimo, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), con la segnalazione AS1722 inviata il 3 marzo 2021, ha ribadito l'illegittimità di un rinnovo automatico delle concessioni alla loro scadenza;

   la città metropolitana di Torino, comunicando l'interruzione in via cautelativa delle procedure in corso di rinnovo, avrebbe altresì informato sia la regione Piemonte che la stessa Agcm per l'espressione di un loro parere in merito, pur riconoscendo che «la materia della concorrenza è estranea alla competenza legislativa regionale» –:

   quali iniziative di competenza si intendano porre in essere per risolvere in modo univoco a livello nazionale le problematiche connesse all'applicazione del diritto comunitario e del testo unico delle acque pubbliche in materia di concessioni di piccole derivazioni idriche ad uso idroelettrico, onde evitare che tale situazione di incertezza determini un blocco degli investimenti sugli impianti, con danni per l'intera collettività.
(5-01065)


   PELUFFO, DE MICHELI, DI BIASE, GNASSI e ORLANDO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   come sottolineato nei giorni scorsi dalle principali associazioni di categoria, le nuove misure adottate dal Governo per mitigare l'impatto dei costi dell'energia per imprese e famiglie sono insufficienti, anzi rischiano di provocare un aumento repentino dei costi energetici soprattutto per quanto previsto con l'abolizione dell'esenzione degli oneri di trasporto e dispacciamento per i grandi carichi energivori e l'eliminazione dei crediti d'imposta per le imprese;

   dopo due anni di caro energia per famiglie ed imprese, nonostante che il trend dei valori delle materie prime energetiche mostri, nel primo semestre dell'anno, un percorso di progressiva normalizzazione, i prezzi delle forniture al dettaglio permangono ancora su livelli troppo alti rispetto a quelli pre-crisi e purtroppo rimane ancora il differenziale con le politiche governative di altri Paesi europei, che hanno messo a disposizione delle proprie imprese energia a prezzi da 2 a 3 volte più bassi rispetto a quelli italiani: secondo alcune stime che riguardano il terziario, la spesa energetica delle imprese di questo settore si attesterà infatti, nel 2023, intorno ai 38 miliardi di euro, in calo rispetto ai 41 miliardi del 2022, ma quasi il triplo rispetto ai 13 miliardi del 2021;

   proprio in considerazione del divario emerso tra il prezzo dell'energia elettrica rispetto ai valori registrati nel periodo pre-crisi è necessario calmierare i prezzi delle bollette per cittadini e imprese e questo va fatto immediatamente azzerando gli oneri di sistema e reintroducendo i crediti d'imposta energetici;

   è inoltre fondamentale sostenere le imprese nell'acquisto di tutte le tecnologie necessarie per raggiungere l'autosufficienza energetica e traguardare, al contempo, gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni di CO2, e per questo vanno utilizzate le risorse che derivano dal piano europeo contro la crisi energetica REPowerEU e gli strumenti contenuti nel PNRR, puntando ad aumentare la resilienza, la sicurezza e la sostenibilità del sistema energetico e ad accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, l'efficienza energetica e la capacità di stoccaggio dell'energia;

   nel commentare l'invio alla Commissione europea della proposta di aggiornamento del PNIEC al 2030, il Ministro interrogato ha parlato di nuova strategia energetica e percorso realistico e sostenibile per il nostro sistema economico sociale –:

   come il Governo intenda favorire l'allineamento dei prezzi energetici a quelli europei, il miglioramento della sicurezza dell'approvvigionamento e della fornitura, l'incremento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili e la decarbonizzazione del sistema energetico nazionale.
(5-01066)


   SQUERI, CASASCO e POLIDORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   Resta sempre alto l'allarme delle imprese italiane in relazione al prezzo dell'energia, che sconta un gap pari a circa il 30 per cento rispetto agli altri competitors industriali europei;

   in particolare per gli energivori, Francia e Germania sono molto attive sul fronte dei costi gravanti sulle imprese, garantendo loro rispettivamente prezzi dell'energia pari a 42 €/MWh e 60 €/MWh;

   l'articolo 21 del decreto-legge n. 69 del 2023, «decreto infrazioni» modifica l'attuale regime di interrompibilità elettrica, in quanto tale meccanismo è stato considerato dalla Commissione UE come aiuto di Stato distorsivo della concorrenza. Sopprimendo l'esonero dal pagamento degli oneri di sistema ai clienti finali interrompibili, si genera un aggravio dei costi, in particolare per gli energivori;

   il 30 giugno 2023 sono scadute le disposizioni dell'articolo 4 del decreto-legge n. 34 del 2023, in cui si prevedeva in favore delle imprese a forte consumo di energia un credito d'imposta pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica nel secondo trimestre dell'anno 2023. il medesimo articolo 4, al comma 1, giustifica la temporaneità delle misure facendo riferimento all'individuazione di misure pluriennali di sostegno alle imprese per l'acquisto di energia;

   le risorse a bilancio per il sostegno alle imprese in relazione al prezzo dell'energia non sono state appieno utilizzate: secondo l'Ufficio Parlamentare del bilancio, i crediti di imposta energia sono stati utilizzati per 7 miliardi, sui 20 assegnati nel 2022, mentre in relazione al primo semestre 2023 risulterebbero non utilizzati circa 4,9 miliardi di euro;

   la mancanza di interventi fiscali di ampio respiro e la carenza negli strumenti europei comuni penalizzano la produzione industriale italiana, in particolare la siderurgia, seconda in Europa e prima per decarbonizzazione, che, oltre al gap di prezzo, deve fronteggiare la penetrazione delle importazioni da Paesi terzi, non gravate da costi e obiettivi ambientali, non essendo ancora operativo il Carbon border adjustment (CBAM);

   la recente riforma degli ETS, graverà ulteriormente sui settori hard-to-abate (si parla 700 miliardi di euro) –:

   quali siano le iniziative che il Governo intende porre in essere in merito a quanto stabilito dall'articolo 4 comma 1 del decreto-legge n. 34 del 2023 (azioni pluriennali) e in merito alla possibile realizzazione di una tariffa unica europea anche reintroducendo alcuni strumenti di riallineamento dei costi, come l'esenzione da parte dei corrispettivi di dispacciamento (articolo 30 comma 19 legge n. 99 del 2009 recentemente abrogato) e la proroga dei crediti di imposta per le imprese energivore, a fronte dei risparmi di spesa verificatisi.
(5-01067)


   PAVANELLI, CAPPELLETTI, APPENDINO e TODDE. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   come noto, il piano nazionale integrato per l'energia e il clima Pniec è lo strumento a supporto di un nuovo paradigma di sviluppo, imperniato sulla dimensione climatica, con il quale gli Stati membri identificano politiche e misure per il raggiungimento degli obiettivi energia e clima al 2030, con prospettiva al 2050;

   il suddetto Piano, infatti, determina per gli anni a venire il grado di competitività del sistema produttivo, il livello di sviluppo economico e sociale e l'autonomia strategica del Paese;

   ai sensi del regolamento 2018/1999/UE sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima, entro il 30 giugno 2023 ciascuno Stato membro presenta alla Commissione una proposta di aggiornamento dell'ultimo piano nazionale notificato;

   attualmente sia al Parlamento che ai diversi portatori di interesse non sono state offerte tempestive ed effettive opportunità di partecipare, ben prima della sua adozione, all'elaborazione della proposta di aggiornamento del Piano come indicato dal predetto regolamento europeo;

   lo scorso fine settimana, svariate agenzia di stampa hanno diffuso la notizia che il dicastero in indirizzo aveva provveduto ad inviare alla Commissione europea la proposta di aggiornamento del Pniec;

   tuttavia sulla rivista online Staffetta Quotidiana del 4 luglio, il Ministro Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato che «È partita la sintesi. Stanno definendo la parte di drafting, una volta finita sarà inviato a Bruxelles, a giorni»;

   allo stato attuale, pertanto, alla Commissione europea è stato inviato solamente il cosiddetto executive summary del documento aggiornato, mentre la versione completa è in fase di revisione finale e verrà inviata solamente nei prossimi giorni –:

   quali siano i contenuti e i tempi per l'invio alla Commissione europea della proposta di Pniec aggiornata nonché le forme e i tempi con cui si intenda coinvolgere le istituzioni e i diversi portatori di interesse ai fini dell'elaborazione della versione definitiva del Piano che dovrà essere trasmessa entro giugno 2024.
(5-01068)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   l'isolotto d'Ogliastra, l'antica Heralubra, luogo dei bagni di Hera, la Giunone romana, con tracce di presenza punica e araba, è stato nei secoli rifugio per naviganti e pescatori e ospita una ricca avifauna marina; si tratta di un'isoletta di porfido rosso estesa una decina di ettari con un paio di scogli affioranti; tutelata con specifico vincolo paesaggistico ai sensi e per gli effetti dell'articolo 142, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni, ricade parzialmente nel demanio marittimo (articoli 822 codice civile e 28 codice della navigazione) ed è salvaguardata con vincolo di conservazione integrale ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 1, lettera f), della legge regionale Sardegna n. 45 del 1989 e successive modificazioni e integrazioni;

   da notizie di stampa si apprende che una piccola struttura utilizzata fino alla seconda metà dell'ottocento come riparo dai naviganti e già frequentata in epoca fenicio-punica, ospita oggi un lounge bar, dove si arriva in barca e si accede attraverso un corridoio di lancio di 200 metri, che occupa l'intero golfetto;

   a seguito di istanza di accesso civico inoltrata dall'associazione ecologista Gruppo d'intervento Giuridico (GrIG) il 25 maggio 2023 a Ministero della cultura, regione autonoma della Sardegna, Soprintendenza per archeologia, belle arti e Paesaggio di Sassari, comune di Lotzorai, carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale, guardia costiera, corpo forestale e di vigilanza ambientale, inviata per gli aspetti di competenza alla procura della Repubblica presso il tribunale di Lanusei, si è appreso che, a seguito di istanza di nuova concessione demaniale marittima per la realizzazione di un pontile con annesso corridoio di lancio e utilizzo, previa ristrutturazione, di un fabbricato pertinenziale in loc. «L'Isolotto d'Ogliastra» (Lotzorai), l'Assessorato enti locali, finanze e urbanistica della regione Sardegna, Direzione generale enti locali e finanze, servizio demanio e patrimonio e autonomie locali di Nuoro e Oristano, settore demanio di Nuoro, ha pubblicato in data 6 aprile 2020 un avviso con scadenza 5 maggio 2020 per la presentazione di eventuali istanze concorrenti;

   con nota prot. n. 31167 del 22 giugno 2021 il servizio tutela del paesaggio Sardegna Centrale ha rilasciato parere favorevole alla pratica Suape n. 211494 per la realizzazione di un pontile di metri 13.15x3 e di metri 15x2; la ristrutturazione di un rudere da utilizzare come box office per escursioni sull'isola o immersioni subacquee; la realizzazione di un'annessa area antistante per la vendita di attrezzature per la balneazione;

   l'intervento sarebbe mirato alla conservazione dell'aspetto estetico costruttivo dell'edificio;

   gli interventi entro la fascia di rispetto dei 30 metri dal demanio marittimo necessitano di specifica autorizzazione da parte della competente autorità marittima articolo 55 del codice della navigazione;

   anche qualora si trattasse di interventi di cosiddetta edilizia libera, ai sensi dell'articolo 15 della legge regionale Sardegna n. 23 del 1985 e successive modificazioni e integrazioni, sono sottoposti al necessario preventivo conseguimento dell'autorizzazione paesaggistica (articolo 146 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni –:

   in base a quali criteri si sia ritenuto l'intervento compatibile con la tutela ambientale e paesaggistica dei luoghi;

   se sia stata verificata la coerenza delle opere realizzate con le autorizzazioni rilasciate;

   se l'aspetto estetico-costruttivo del rudere sia stato rispettato;

   quali siano state le modalità di realizzazione delle strutture e se sia stata sterrata o manomessa la macchia mediterranea.
(4-01276)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   ORFINI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   nei prossimi mesi, si terranno all'interno del Parco nazionale del Circeo, presso il poligono Pantani d'Inferno, le esercitazioni a tiro delle forze armate italiane del Comando militare della Capitale. Esercitazioni «a fuoco» che nel secondo semestre del 2023 porteranno nell'area protetta proiettili, cartucce e ordigni, in un'area umida protetta da convenzioni internazionali Sic e Zpa, all'interno dell'ecosistema del Parco nazionale del Circeo. Un'ordinanza del comando generale di Roma ha decretato lo svolgimento delle attività militari tutti i giorni dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023 dalle ore 08 alle ore 16, esclusi il sabato e la domenica;

   inizialmente era stato calendarizzato anche il mese di settembre, escluso poi poiché ancora periodo di balneazione. Nella zona adiacente al poligono è stato disposto lo sgombero di persone e animali, il divieto di accesso ad esclusione del personale autorizzato, limiti di circolazione;

   le attività previste avverrebbero, inoltre, in un momento particolarmente delicato per l'avifauna ed allo stesso tempo il periodo di chiusura impedirebbe in quei mesi le attività di istituto dell'Ente Parco nazionale del Circeo. Cosa non meno importante, la continuità con la Zsc «Dune del Circeo» un'area particolarmente fragile come dimostrato anche dai cedimenti dei mesi scorsi. L'Ente Parco ha inoltre evidenziato che nulla è stato riferito sulla bonifica dell'area;

   dal 1979, anno d'istituzione della riserva Pantani d'Inferno a Sabaudia, ad oggi sono cambiate molte condizioni, prime fra tutte quelle legate allo sviluppo delle attività balneari; si ritiene sia giunto il momento di promuovere un'azione risolutiva che trovi un nuovo equilibrio tra la necessità delle operazioni militari e la salvaguardia e tutela dell'ambiente e dell'economia locale;

   va, inoltre, nuovamente verificata, nella direzione di salvaguardare e valorizzare il patrimonio ambientale e naturalistico del territorio, la compatibilità di un poligono militare in un parco nazionale che garantisce la tutela della biodiversità in applicazione di direttive comunitarie e di convenzioni internazionali –:

   se il Ministro interrogato intenda valutare la possibilità di dismissione del poligono Pantani d'Inferno, che risulta ormai incompatibile con il contesto turistico-ambientale del lungomare e dell'ecosistema dunale già messo a dura prova dall'erosione costiera e dagli eventi meteorologici.
(4-01280)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   TASSINARI. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 38 della Costituzione recita: «Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.»;

   i soggetti invalidi con percentuali inferiori al cento per cento – cosiddetti invalidi civili parziali – che mantengono, quindi, una minima capacità lavorativa, sono nella impossibilità assoluta di mantenersi per l'estrema difficoltà ad accedere al mercato del lavoro per l'oggettiva limitazione fisica ad assumersi il peso di un rapporto di lavoro costante. Essi sono altresì nell'impossibilità di provvedere al proprio mantenimento in ragione dell'esiguo sostegno assistenziale che ricevono dallo Stato;

   l'articolo 38 legge n. 448 del 2001 ha previsto un incremento delle maggiorazioni sociali per garantire un reddito mensile fino a euro 516,46 per 13 mensilità solamente per le categorie degli invalidi civili totali, ciechi civili assoluti, sordomuti ed inabili al lavoro (articolo 2, legge n. 222 del 1984) di età pari o superiore a 60, mentre nulla dispone per i soggetti con un'invalidità pari o superiore al 74 per cento;

   l'assegno mensile per gli invalidi civili parziali ammonta ad euro 313,91, con un limite reddituale annuo di 5.391,88, a differenza degli invalidi civili totali per i quali è prevista la maggiore sogli reddituale di euro 17.920. Oltre tali soglie l'assegno non spetta;

   per gli invalidi civili parziali gli importi sono decisamente al di sotto del limite della sussistenza;

   è evidente che l'attuale impianto normativo si palesa assolutamente inadeguato a garantire il precetto costituzionale di cui all'articolo 38 –:

   se e quali iniziative in particolare di carattere normativo il Governo intenda adottare al fine di garantire l'effettività del diritto al mantenimento e all'assistenza sociale in favore dei soggetti di cui in premessa.
(4-01274)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Al Ministro della giustizia — Per sapere – premesso che:

   il carcere di Buoncammino ha ospitato la casa circondariale di Cagliari per circa 120 anni; nel 2014 è stato chiuso e i detenuti sono stati trasferiti nel nuovo carcere di Uta;

   l'edificio si trova su uno degli 11 colli di Cagliari, al centro del grande parco storico urbano e di un distretto universitario di oltre 20 mila tra studenti, docenti e ricercatori; secondo i progetti guida del piano particolareggiato del centro storico di Cagliari, approvato dal Consiglio comunale con deliberazione n. 126 del 2021, dovrebbe diventare un edificio multifunzionale, oltre che museo di sé stesso, «condensatore» di una molteplicità di funzioni di animazione e servizio comune alla vita universitaria dei diversi poli, e più in generale del campus urbano, di attività pregiate di ricerca e sviluppo integrato (incubatori, startup, fablab, coworking), e di servizio agli studenti e ai docenti in un quadro di internazionalizzazione (mense, foresterie, biblioteche) e di ambienti per l'animazione culturale (associazionismo studentesco e non, ambienti espositivi, libreria universitaria) in uno scambio di reciproca fertilizzazione con la città;

   dunque, a parere dell'interrogante, non un'altra istituzione totale segregante, ma un luogo in cui l'attore pubblico, pur in una visione che ne disponga come «bene comune», non escluda, ma anzi favorisca l'interazione con soggetti privati interessati coerentemente a promuovere innovazione, con i quali trovare forme di gestione integrata della struttura; in questo modo, potrebbe anche funzionare da «presidio» del sistema del parco urbano storico e da «elemento scambiatore» tra la città e l'Università, offrendo a Cagliari un servizio di grande efficacia, animando un settore urbano potenzialmente d'eccellenza, ma che sino a ora è inevitabilmente rimasto ai margini del riuso e della riqualificazione della città in chiave contemporanea;

   a giugno 2023 è stata riportata dagli organi di stampa la notizia che la direttrice dell'Agenzia del demanio in Sardegna avrebbe dichiarato che l'ex carcere di Buoncammino a Cagliari ospiterà un polo di uffici pubblici;

   già nel novembre 2015, l'Agenzia del demanio avrebbe trasferito nella sede del vecchio carcere gli uffici del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), dell'Uepe (Ufficio per l'esecuzione penale esterna), gli archivi della Corte d'appello e della prefettura e la sede della commissione per l'immigrazione; trasferimenti che sarebbero stati definiti «temporanei» dalla stessa Agenzia del demanio;

   sembra invece ora sostanzialmente definito un percorso statale di riutilizzo del bene che non avrebbe più alcuna caratteristica di «temporaneità» e che precluderebbe qualsiasi disponibilità per finalità di interesse generale; mentre la precedente attività carceraria appare sicuramente ascrivibile alle competenze statali che giustificavano la detenzione del bene, l'eventuale occupazione della struttura da parte di uffici statali decentrati avverrebbe in spregio a quanto previsto dallo Statuto speciale per la Sardegna (legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3), che all'articolo 14 stabilisce l'acquisizione al patrimonio regionale di tutti i beni dismessi di cui non sia più dimostrabile la valenza strategica per lo Stato –:

   se non si ritenga di dover cedere il bene alla regione autonoma della Sardegna ai sensi dell'articolo 14 del Titolo III dello Statuto speciale per la Sardegna;

   come si intenda definire, di concerto con la regione autonoma della Sardegna e il comune di Cagliari e in coerenza con lo Statuto regionale e con il piano particolareggiato del centro storico, la nuova destinazione d'uso dell'ex carcere di Buoncammino a Cagliari.
(4-01277)


   ZANELLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   con avviso esplorativo protocollo n. 2022/2206RI/DR-VE del 7 dicembre 2022 è stata pubblicata da parte dell'Agenzia del demanio la manifestazione d'interesse per l'acquisto o concessione di valorizzazione di lunga durata dell'isola di Sant'Andrea (Venezia), un isolotto dove sono collocati due edifici di un sistema fortilizio con strutture funzionali all'uso militare, la cui superficie complessiva è di circa 22.400 metri quadrati, bene sottoposto a vincolo di demanio storico artistico ex decreto legislativo n. 42 del 2004;

   con avviso esplorativo protocollo n. 2022/2207RI/DR-VE del 7 dicembre 2022 è stata pubblicata la manifestazione d'interesse per l'acquisto – dopo sdemanializzazione – del compendio denominato «Casa Madonna Nicopeja», sito a Venezia Lido;

   con analogo avviso esplorativo è stata pubblicata la manifestazione d'interesse per l'acquisto in proprietà ovvero per la concessione di valorizzazione di lunga durata della maggior porzione del compendio immobiliare sito in Venezia denominato «Ex Convento di San Salvador», bene sottoposto a vincolo di demanio storico artistico ex decreto legislativo n. 42 del 2004;

   infine, con avviso esplorativo è stata pubblicata la manifestazione d'interesse per l'acquisto in proprietà ovvero per la concessione di valorizzazione di lunga durata dell'isola di Poveglia, bene sottoposto a vincolo di demanio storico artistico ex decreto legislativo n. 42 del 2004;

   con interpellanza urgente 2-00055 lo scorso 24 gennaio 2023 l'interrogante ha chiesto ai Ministri interrogati se non ritengano dover mettere in atto tutte le iniziative urgenti e necessarie per evitare la svendita di un inestimabile patrimonio ambientale, storico ed artistico destinandolo alle funzioni proprie di Venezia;

   nella seduta n. 62 del 3 marzo 2023 il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti onorevole Tullio Ferrante, in risposta all'interpellanza urgente su citata, precisava come gli avvisi su richiamati non costituiscono bandi di vendita o concessione, né sono inseriti in alcuna procedura ad evidenza pubblica, ma rivestono una finalità meramente esplorativa e l'acquisizione di eventuali candidature non comporta, in alcun modo, l'assunzione di obblighi da parte dell'Agenzia, né vincola la stessa in merito alla pubblicazione di bandi o avvio di procedure ad evidenza pubblica;

   da quanto si apprende da organi di stampa, pur essendo scaduti i termini per la presentazione di manifestazioni di interesse per acquisto in proprietà o concessione di lunga durata dei suddetti beni, continuano ad apparire, sulla pagina dei beni da «valorizzare» dell'Agenzia del demanio, i relativi avvisi esplorativi;

   l'unica manifestazione d'interesse esplicitata riguarda una proposta di 240 mila euro avanzata dall'associazione «Poveglia per tutti», per la pulizia e la gestione dell'area verde dell'isola di Poveglia finalizzata alla realizzazione di un parco pubblico lagunare, a tutela della biodiversità –:

   se i Ministri interrogati non ritengono necessario, ciascuno per quanto di competenza, adottare ogni iniziativa perché venga rimosso dalla pagina dei beni da valorizzare dell'Agenzia del demanio ogni riferimento alla manifestazione d'interesse per l'acquisizione in proprietà o concessione di lunga durata dei beni oggetto degli avvisi esplorativi citati in premessa, garantendo che i beni rimangano di proprietà demaniale, anche valutando l'apposizione di un vincolo di inalienabilità sugli stessi, e in che modo si intenda utilizzare l'importo per gli interventi di recupero e valorizzazione dell'isola di Sant'Andrea e dell'annesso Forte demaniale finanziati con la delibera del 9 giugno 2021 dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.
(4-01279)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VARCHI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   inequivocabili e preoccupanti le dichiarazioni del procuratore capo di Trapani, Gabriele Paci, a margine dell'operazione Alcatraz, che ha documentato uno spaccato inquietante della realtà carceraria trapanese e si è conclusa con l'esecuzione di 24 misure cautelari: «Il carcere di Trapani “Pietro Cerulli” era un luogo “benedetto” dai detenuti, ma nella realtà l'inchiesta ha fotografato uno scenario pericoloso se non esplosivo»;

   un'indagine molto complessa, che ha fatto emergere una grave situazione di malcostume diffuso, che «riguarda tutto il territorio nazionale», dove le carenze strutturali e la disponibilità di alcuni agenti penitenziari consentivano l'introduzione nelle celle di telefonini cellulari, sostanze stupefacenti, armi rudimentali, profumi e sigarette;

   è stato accertato che alcuni tratti del muro di cinta della casa circondariale non erano videosorvegliati e questo consentiva di introdurre anche palloni di calcio contenenti microtelefoni e droga; ma la «merce» arrivava anche con droni che sorvolavano indisturbati il penitenziario, non, distante dal lungomare della città;

   due detenuti, in particolare, condannati con sentenza definitiva per omicidio, uno appartenente alla Sacra Corona Unita e uno alla camorra, sarebbero stati i «perni» del «traffico» di droga e telefonini in carcere, gestito approfittando anche di alcuni lavori dentro il penitenziario per i quali i reparti di alta sicurezza si sarebbero mescolati a quelli ordinari;

   come evidenziato da Paci «il livello della tecnologia oggi è tale che un carcere deve attrezzarsi in modo nuovo, per prevenire il modo in cui opera la criminalità. A Trapani, invece, dal punto di vista dell'organizzazione, la situazione del carcere è sotto gli standard. Intere parti del muro di cinta non sono controllate, ad esempio. Abbiamo svelato delle falle che possono determinare problemi di sicurezza»;

   secondo Paci, peraltro, carenze strutturali, come, ad esempio, l'assenza di vigilanza costante, impianti di video sorveglianza assenti o guasti, l'impossibilità di vietare il sorvolo delle aree di reclusione ai droni, «non è un qualcosa che riguarda solo Trapani ma in generale molti carceri italiani» –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito ai fatti di cui in premessa, con particolare riguardo alle gravi carenze strutturali del carcere di Trapani «Pietro Cerulli» emerse dall'inchiesta Alcatraz, nonché se e quali iniziative di competenza intenda assumere per accertare lo stato di sicurezza infrastrutturale degli istituti penitenziari italiani; da ultimo, se intenda disporre l'implementazione dell'organico effettivo della polizia penitenziaria in forze presso l'istituto in parola.
(5-01069)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   SIMIANI, BRAGA, STUMPO, CURTI, DI SANZO e FERRARI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Il 3 maggio 2023, a causa delle intense precipitazioni che hanno provocato la piena del fiume Trionfo, è crollata la campata centrale del viadotto Ortiano 2, lungo la strada statale 177 conosciuta come «Sila-mare» nel comune di Longobucco, in provincia di Cosenza;

   la strada «Sila-mare», è un'infrastruttura strategica per i cittadini residenti nelle zone dello Ionio cosentino e per i comuni dei medesimi territori in quanto, una volta ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne dell'altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina;

   la strada è già costata circa 80 milioni ed è ancora lontana dal completamento;

   il suddetto viadotto, realizzato con fondi regionali dalla Comunità montana Destra Crati – Sila Greca, ora in liquidazione, è stato inaugurato da soli 9 anni e trasferito alla gestione Anas che, poche ore prima del crollo, aveva chiuso cautelativamente la strada scongiurando così possibili vittime;

   dopo il crollo del viadotto, con la conseguente chiusura al traffico viario, i cittadini del comune silano, hanno promosso un incontro pubblico, con più rappresentanti istituzionali, per sollecitare la riapertura della strada statale 177, che con la sua chiusura ha quasi isolato il paese della Sila cosentina dal resto della provincia –:

   se siano già stati effettuati gli accertamenti da parte di Anas sulle cause del cedimento del viadotto di Longobucco, anche al fine di sapere se si sia attivato, per quanto di competenza, per reperire, anche mediante l'adozione di un provvedimento di urgenza ad hoc, le risorse finanziarie necessarie al tempestivo ripristino dalle viabilità sulla strada statale 177 e al conseguente completamento della strada Sila mare.
(5-01062)


   ILARIA FONTANA e TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la grave emergenza idrica causata dal lungo periodo di siccità e l'aumento delle temperature sta mettendo in grande difficoltà moltissime regioni d'Italia. La portata dei fiumi e dei torrenti non riesce a contrastare la salita dell'acqua salmastra verso l'entroterra, mettendo a rischio falde acquifere;

   l'innalzamento del cuneo salino è un fenomeno che si ripresenta con tempi di ritorno sempre più brevi che colpisce sempre più aree della nostra penisola. Un caso emblematico è quello del territorio del comune di Andora, in provincia di Savona, in cui da mesi si registra la fuoriuscita di acqua salmastra e torbida dai rubinetti delle abitazioni e degli esercizi con ricadute preoccupanti sia sul piano sanitario che economico;

   abitanti e residenti, pur continuando a pagare il servizio idrico, non hanno a loro disposizione l'acqua potabile. Sono enormi i disagi di chi deve ricorrere all'approvvigionamento di acqua delle autobotti. Le iniziative di protesta, richieste di indennizzo e chiarimenti intrapresi dal comitato «Acqua cara in bolletta», Assoutenti, «Onda Ligure consumo e ambiente» sono molteplici, ma ad oggi non si ha ancora certezza delle tempistiche previste per ripristinare la regolarità del servizio idrico. Quello che preoccupa maggiormente i residenti, al di là della carenza delle precipitazioni, è lo stato precario e obsoleto delle infrastrutture idriche il cui consorzio che gestisce gli acquedotti della zona è Rivieracqua;

   ciò che oggi vivono i cittadini di Andora potrebbe presto ripetersi anche per altre realtà italiane, purtroppo le conseguenze della risalita del cuneo salino stanno compromettendo irreversibilmente la risorsa di acqua dolce per quanto riguarda gli usi idropotabile e agricolo, provocando un'alterazione permanente delle falde con devastanti conseguenze ecologiche ed ambientali dell'intero ecosistema;

   l'articolo 2 del decreto-legge n. 121 del 2021 prevede l'adozione del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (Pnissi) per la programmazione e realizzazione degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e per promuovere il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche, anche al fine di aumentare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici e ridurre le dispersioni di risorse idriche –:

   se il Governo intenda intraprendere iniziative al fine di accelerare il ripristino del sistema di approvvigionamento idrico del territorio del comune di Andora, anche avviando strategie specifiche a livello nazionale per affrontare il gravoso fenomeno della risalita del cuneo salino.
(5-01063)


   CORTELAZZO, BATTISTONI e MAZZETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'autostrada A24 collega Roma a L'Aquila e Teramo, con un percorso di 166 chilometri, rappresenta un importante collegamento viario per l'Italia centrale e mette in comunicazione Roma con i capoluoghi di provincia abruzzesi;

   dal luglio 2022, Anas gestisce la A24 (assieme alla A25 Torano-Pescara), in forza dell'articolo 7-bis del decreto-legge n. 68 del 2022 per grave inadempimento della concessionaria e al fine di assicurare la continuità della circolazione in condizione di sicurezza. Tale gestione è prevista non oltre la data del 31 dicembre 2023;

   la situazione per l'estate 2023 non lascia ben sperare sulla percorribilità della A24: in questi giorni, in direzione Roma lungo il percorso, si incontrano 10 cantieri e ci sono 7 chilometri di tragitto dove è in uso una sola corsia, corsia unica anche nei 10 chilometri della galleria del Gran Sasso. Senza contare i 6,5 chilometri privi di corsia d'emergenza;

   un'indagine di Altroconsumo conferma che la A24 è tra le autostrade con la maggiore densità di cantieri e di limitazioni alla percorribilità. Ma basta consultare il sito «Stradeanas/regioni/autostrade-a24a25» per rendersi conto della quantità di ordinanze di limitazione del traffico presenti e programmate lungo quel percorso;

   lungo la A14 Adriatica è stato da poco adottato un piano estivo per scongiurare code e disagi durante le feste e per facilitare il rientro. Nell'estate del 2022 nell'ambito del piano concordato e promosso dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, l'Anas ha rimosso tra l'8 luglio e il 4 settembre oltre 500 cantieri, più della metà di quelli attivi, con l'obiettivo di offrire un viaggio più confortevole e sicuro, non solo per spostamenti di breve e medio raggio, ma anche di lungo raggio –:

   se non ritenga opportuno verificare con la concessionaria Anas i motivi della presenza di un così elevato numero di limitazioni al traffico sulla A24 Roma L'Aquila Teramo, ai fini della loro riduzione al numero minimo possibile, anche adottando specifici piani per la riduzione dei cantieri presenti sulle autostrade italiane nel periodo estivo.
(5-01064)

INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:


   DI BIASE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 21 novembre 2022 il Consiglio dei Ministri ha decretato lo scioglimento dei comuni di Nettuno e Anzio, decisione scaturita a seguito all'operazione della Direzione distrettuale antimafia di Roma denominata «Tritone» che ha portato all'arresto di 65 persone per presunte infiltrazioni mafiose nelle due amministrazioni locali;

   nel corso dei mesi passati molti eventi di stampo criminale hanno avuto luogo nell'ambito dei citati comuni del litorale Sud di Roma, evidenziando una crescita dei fenomeni di violenza;

   da ultimo, nel corso della notte tra il 19 e il 20 giugno 2023, due atti intimidatori, a un'ora di distanza uno dall'altro, hanno colpito due noti locali commerciali del litorale;

   alle ore 4:00 della notte sono divampate fiamme di origine dolosa all'interno del locale «Bodeguita» sulla riviera Mallozzi al centro di Anzio;

   a prendere fuoco la struttura in legno del locale, chiuso da 12 mesi e ancora sotto sequestro dopo la drammatica notte dell'omicidio Muratovic, avvenuto nel mese di luglio del 2022;

   nella stessa nottata, appena un'ora più tardi, le fiamme sono divampate anche nel locale «Mandala», lungo la via Nettunense. Al momento, la polizia che indaga sull'accaduto non esclude uno stretto, collegamento tra i due episodi;

   la sera del 18 giugno 2023, intorno alle 21,30, nel pieno centro storico di Nettuno, in via dei Volsci, a pochi metri dalla sede comunale, le forze dell'ordine sono intervenute, a seguito di numerose segnalazioni ricevute, per soccorrere un 23 tunisino riverso in terra, con due ferite da arma da taglio e una ferita lacero contusa alla testa;

   inoltre, tra il 17 ed il 18 giugno 2023, come riportano le cronache dei media, altri due fenomeni di violenza e rissa sono stati registrati nel comune di Anzio e in quello di Nettuno, entrambi sedati grazie all'intervento delle forze dell'ordine;

   questo crescente clima di violenza è stato attenzionato anche nell'ambito della neo istituita Commissione parlamentare antimafia, con la richiesta formulata da parte di alcuni parlamentari componenti di accendere i fari sulle vicende che riguardano il litorale Sud di Roma, con particolare attenzione ai fenomeni emersi proprio ad Anzio e Nettuno;

   in merito si segnala che, nell'ambito del Consiglio regionale del Lazio, il gruppo del Partito Democratico ha presentato una mozione chiedendo al Presidente di regione di farsi parte in causa per la convocazione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenze intenda assumere per contrastare il susseguirsi di inquietanti fenomeni criminosi su questo tratto di litorale e come intenda rafforzare il percorso di legalità sui territori in questione, a partire da un confronto costante con i presidi di sicurezza pubblica sul territorio, potenziandone gli organici, nonché con i commissari che gestiscono le amministrazioni comunali e con le associazioni ed i comitati che in questi anni si sono battuti e si battono contro ogni forma di infiltrazione criminale nel tessuto economico e sociale dei citati contesti.
(3-00515)


   SERGIO COSTA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel comune di Bacoli è stato installato un dispositivo per la video rilevazione degli accessi alla zona a traffico limitato (ZTL);

   l'introduzione della regolamentazione del traffico all'interno dell'area urbana del comune di Bacoli ha suscitato il malcontento e le proteste di alcuni cittadini;

   purtroppo, oltre alle legittime manifestazioni di dissenso, si sono verificati episodi molto preoccupanti, frutto di un'inconcepibile intolleranza ad ogni tentativo di pianificazione stradale e del traffico;

   in appena quaranta giorni, infatti, ignoti criminali hanno per ben tre volte divelto il palo su cui era installata una videocamera di controllo per poi distruggere a calci e bastonate la stessa videocamera;

   in particolare, nell'ultimo episodio – poiché il palo era stato assicurato al terreno con una gettata di cemento – gli autori dell'atto di vandalismo hanno addirittura fatto esplodere una bomba per distruggere la telecamera della ZTL, sul porto di Baia;

   va sottolineato che il luogo in cui si è verificata l'esplosione è in piena area di interesse storico e archeologico, in prossimità del Tempio di Venere, struttura di epoca romana che avrebbe potuto subire danni incalcolabili;

   il gesto avrebbe potuto avere anche conseguenze per l'incolumità delle persone, considerato il notevole passaggio di turisti e cittadini nella zona;

   la decisione di regolamentare il traffico nella zona è stata frutto di un'attenta valutazione da parte dell'amministrazione comunale, che l'ha ritenuta la scelta migliore, oltre che per ridurre lo smog e migliorare la vivibilità della zona, anche per porre fine alla piaga del parcheggio selvaggio sul porto, alle auto in terza fila, e parcheggiatori abusivi ovunque, che talvolta minacciavano gli automobilisti o danneggiavano i veicoli di chi si rifiutava di pagare il parcheggio –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato per garantire il pieno rispetto della legalità nel Comune ai Bacoli e al fine di tutelare il diritto-dovere dell'amministrazione comunale di compiere le proprie scelte in materia di pianificazione della mobilità, senza dover correre il rischio che la città sia vittima di atti vandalici e criminali.
(3-00516)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ZINGARETTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che il 29 giugno 2023 il comune di Genazzano ha comunicato alla segretaria del PD del circolo di Genazzano il divieto di utilizzazione dei giardini del castello Colonna dove dal 7 al 9 luglio 2023 si sarebbe dovuta svolgere la Festa dell'Unità;

   desta perplessità il fatto che, nonostante la domanda al comune di Genazzano fosse stata correttamente inviata con pec del 2 maggio, la pec con cui si comunicava il divieto di utilizzo dell'area sottostante il Castello Colonna sia giunta solo il 29 giugno, cinquanta giorni dopo, ad una sola settimana dallo svolgimento dell'evento sopracitato;

   le motivazioni addotte nella nota protocollata, citata ma non inviata unitamente alla pec con cui si comunicava il divieto, risiederebbero nel non rispetto dell'area di alcune norme e regole tecniche del decreto ministeriale 19 agosto 1996, e nella non conformità ad alcune disposizioni vigenti per l'igiene, la sicurezza e l'incolumità pubblica ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 311 del 2001 – norme e disposizioni non meglio specificate – che non consentirebbero l'utilizzazione dell'area per «manifestazioni temporanee pubbliche o private»;

   è appena il caso di notare che tale area è stata regolarmente utilizzata nei mesi scorsi per lo svolgimento di altri eventi e manifestazioni, mentre il diniego di utilizzazione dell'area a pochi giorni dall'evento ha costretto gli organizzatori ad annullare la Festa dell'Unità, non esistendo peraltro altri spazi con caratteristiche analoghe che consentissero lo svolgimento della festa, consentendo agli organizzatori di garantire la sicurezza ad esempio delle strumentazioni necessarie prese in affitto;

   tale condotta ha causato gravi danni al Partito Democratico di Genazzano, sia patrimoniali che di immagine, avendo il circolo sostenuto costi non rimborsabili, e avendo dovuto disdire all'ultimo momento la partecipazione di ospiti di rilievo nazionale –:

   quali iniziative intenda adottare per garantire che anche nel comune di Genazzano siano assicurati, con parità di trattamento, diritti di espressione e di associazione garantiti dalla Costituzione.
(5-01070)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIBAUDO, SCOTTO, FOSSI, LAUS e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il potere d'acquisto di salari e pensioni è già stato fortemente ridotto dall'inflazione del 2022 pari all'8,1 per cento, così come nell'anno in corso in cui dovrebbe attestarsi al 7,0 per cento e al 5 per cento nel 2024;

   effetti che appaiono ancora più incisivi sulle pensioni più basse. Le pensioni fino a 500 euro sono circa 5 milioni e costituiscono il 21,7 per cento del totale, mentre quelle tra 1.000 e 1.500 euro sono 3,3 milioni, pari al 14,3 per cento del totale. I restanti 6 milioni di pensioni (il 26,5 per cento del totale) superano i 1.500 euro lordi mensili;

   tranne poche eccezioni, il Governo in carica ha sinora utilizzato il settore previdenziale quale fonte di finanziamento di politiche fiscali più che discutibili, come nel caso della mancata indicizzazione delle pensioni medio-alte che, come ammesso dallo stesso Ministro dell'economia e delle finanze, ha comportato per il solo triennio 2023-2025 un taglio degli assegni pensionistici pari a 10 miliardi di euro e pari a 35,8 miliardi fino al 2032;

   l'unica misura che sinora è stata varata al riguardo ha determinato un aumento per i percettori di un assegno pari o inferiore al trattamento minimo (563,74 euro) di 8,46 euro per gli under 75 anni, e di 36,08 euro per gli over 75;

   incomprensibilmente, nei cedolini del mese di luglio inviati dall'Inps detti importi e gli arretrati sono stati corrisposti unitamente – e con la medesima dicitura: «aumento delle pensioni basse 2023» –, alla quattordicesima, che viene ordinariamente corrisposta in unica soluzione, in aggiunta alla rata di pensione di luglio, a partire dal 64esimo anno di età;

   un trattamento aggiuntivo, quello della quattordicesima, introdotto sin dal 2007, grazie ad una misura varata dall'allora Governo di centro-sinistra, che interessa circa 5 milioni di pensionati che percepiscono trattamenti non superiori a 500 euro mensili e che ha rappresentato un sostegno concreto e strutturale;

   dopo l'immediata denuncia dello Spi-Cgil della fuorviante comunicazione, l'Inps ha comunicato che provvederà a rettificare i cedolini in questione e di aver inviato le opportune indicazioni agli aventi diritto sia con Sms su cellulare, sia con notifica sulla sezione MyInps del sito www.inps.it, sia via mail;

   è di tutta evidenza come, per molti pensionati – soprattutto di età più avanzata –, le comunicazioni inviate per via telematica non possano rappresentare una modalità di informazione altrettanto accessibile ed efficace rispetto alle indicazioni riportate sul cedolino. Pertanto, appare necessario un intervento capillare ed immediato di riparazione all'errore che ha indotto molti pensionati a credere di aver ricevuto consistenti aumenti dei trattamenti pensionistici;

   non è chiaro come si possa essere determinata una tale commistione, ci si augura involontaria, tra corrispettivi contingenti e transitori e un istituto strutturale, in vigore sin dal 2007 –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di accertare le cause che hanno prodotto tale grave disguido comunicativo per milioni di pensionati, nonché per assicurare che le opportune rettifiche siano rese tempestivamente e facilmente accessibili da parte di tutti i diretti interessati.
(5-01061)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI, GRIMALDI e MARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da un comunicato stampa dello Spi Cgil del 29 giugno 2023 e da successivi articoli di stampa si apprende che da una verifica effettuata dallo stesso sindacato e dagli autori degli articoli sui cedolini delle pensioni del mese di luglio emessi dall'Inps, l'erogazione della quattordicesima mensilità è stata indicata sotto la voce «aumento pensioni basse 2023» e non sotto la corretta dicitura «quattordicesima, legge 7 agosto 2007 n. 127» come riportata nei precedenti anni;

   a parere degli interroganti si è trattato di un messaggio mistificatorio diretto a far credere che dietro quelle erogazioni ci sia una decisione dell'attuale Governo, ma che per di più tale erogazione sia un aumento che verrà garantito mensilmente a favore delle pensionate e dei pensionati italiani;

   il riconoscimento della quattordicesima mensilità per alcune categorie di pensionate e pensionati è il frutto di un'importante conquista del sindacato risalente ormai al 2007 e ulteriormente allargata nel 2016, mentre l'aumento previsto per le pensioni più basse e definito in legge di bilancio 2023 varia tra gli otto e i 36 euro, cifre decisamente inferiori a quella della quattordicesima mensilità, che è una mensilità aggiuntiva legata al reddito personale;

   a parere degli interroganti, su quanto denunciato dallo Spi-Cgil occorre che il Governo faccia immediata chiarezza perché ci si trova di fronte ad un gravissimo comportamento dell'istituto di previdenza che, ad avviso degli interroganti, si piega o si fa parte solerte di una propaganda senza precedenti ponendo in essere atti che appaiono quantomeno di dubbia legittimità e che minano l'autonomia dell'istituto;

   a parere degli interroganti la scelta del Consiglio dei Ministri di commissariare l'Inps non può tradursi nella perdita di autonomia e indipendenza dell'istituto previdenziale che non può in alcun modo prestarsi ad operazioni poco trasparenti e di disinformazione come accaduto con l'erogazione dei cedolini pensionistici di luglio, dai quali era possibile distinguere la più che modesta entità dell'aumento delle pensioni più basse dall'erogazione della quattordicesima mensilità in essere da anni;

   il 30 giugno 2023, l'Inps, con una nota, ha informato di aver provveduto a modificare i cedolini, indicando separatamente i due diversi importi relativi all'erogazione della quattordicesima mensilità e all'incremento della pensione, riportando per la quattordicesima la dicitura «legge 3 agosto 2007, n. 127 - Credito anno 2023», e per l'aumento pensionistico la dicitura «Incremento legge n. 197 del 2022»;

   i pensionati e le pensionate italiani hanno bisogno di sostegno concreto al loro reddito, anche attraverso l'aumento della platea dei destinatari della quattordicesima, come richiesto dal sindacato, e non di messaggi fuorvianti e mistificatori –:

   se il Ministro interrogato non intenda comunque richiedere urgentemente all'Inps di accertare le responsabilità circa l'inserimento di una dicitura errata e le motivazioni;

   se non intenda verificare che l'Inps abbia proceduto, come comunicato il 30 giugno 2023, all'emissione di nuovi cedolini riportanti una dicitura corretta, e avvertito gli interessati dell'errore commesso;

   come intenda garantire la più assoluta indipendenza e autonomia dell'istituto nazionale di previdenza sociale e la correttezza delle informazioni rispetto ai servizi da questo erogati.
(4-01278)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   PAVANELLI, CARAMIELLO e AMATO. — Al Ministro della salute, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   nelle sue conclusioni 2020 sulle disposizioni della carta sociale europea relative all'impiego, alla formazione e alle pari opportunità, il Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS) ha emesso delle decisioni relative all'Italia riguardanti l'interruzione volontaria della gravidanza (IVG), evidenziando che su tutto il territorio nazionale permangono notevoli disparità d'accesso ai servizi sanitari collegati all'IVG con una forte compressione dei diritti all'autodeterminazione e alla libera scelta delle donne (pp. da 187 a 195);

   il consesso ha altresì evidenziato che il personale medico specializzato nel fornire il servizio di IVG sia insufficiente a garantire l'attuazione di tale diritto per le donne chiedendo al Governo di dimostrare che i medici non obiettori non subiscano discriminazioni sul lavoro e di carriera;

   la Carta, la CEDU e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, sanciscono una connessione tra i diritti sessuali e riproduttivi delle donne e molteplici diritti umani, tutelati anche dalla Costituzione italiana;

   diversi organismi delle Nazioni Unite hanno a più riprese sottolineato che l'accesso all'aborto sicuro e legale, come pure ai servizi e alle informazioni inerenti, sono aspetti essenziali della salute riproduttiva delle donne, esortando nel contempo i Paesi a porre fine alle restrizioni sulla salute sessuale e riproduttiva delle donne e delle ragazze, in quanto rappresentano una minaccia per la loro salute e le loro stesse vite, che l'accesso all'aborto costituisce un diritto umano, mentre il ritardo e la negazione dello stesso costituiscono forme di violenza di genere e possono equivalere a tortura o a trattamenti crudeli, disumani e degradanti;

   l'accesso a informazioni complete e adeguate all'età, all'educazione in materia di sessualità e rapporti affettivi e alla salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, compresi la pianificazione familiare, i metodi contraccettivi e l'aborto sicuro e legale, nonché l'autonomia e la capacità delle donne e delle ragazze di decidere in maniera libera e indipendente sul proprio corpo e sulla propria vita, rappresenta un prerequisito per la loro indipendenza economica e pertanto essenziale per conseguire la parità di genere ed eliminare la violenza di genere;

   la legge n. 194 del 1978 ha introdotto per la donna il diritto di interrompere volontariamente una gravidanza non desiderata, entro i primi 90 giorni;

   in data 8 giugno 2022 è stata trasmessa al Parlamento la relazione contenente i dati definitivi 2020 sull'attuazione della legge n. 194 del 1978 contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG). Nel 2020 in Italia sono state notificate 66.413 IVG, pari a un tasso di abortività del 5,4 IVG ogni 1000 donne tra i 15 e i 49 anni, uno dei più bassi a livello globale;

   rispetto al 2019, nel 2020 il tasso e il rapporto di abortività sono ulteriormente diminuiti. I dati per il 2020 confermano un'alta percentuale di obiettori (64,6 per cento dei ginecologi, 44,6 per cento degli anestesisti e 36,2 per cento del personale non medico) con ampie variazioni regionali –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intendano intraprendere per risolvere le criticità riscontrate dal CEDS nel rapporto del 2020 e a tutt'oggi irrisolte;

   se non intendano adottare ogni iniziativa di competenza, in raccordo con le regioni, per rimuovere ogni ostacolo che si frappone alla piena attuazione del diritto all'IVG in sicurezza e riservatezza, in particolare con riferimento alla possibilità di trattamento farmacologico senza ricovero ospedaliero.
(4-01282)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta immediata in assemblea Gadda n. 3-00510, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 4 luglio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gruppioni.

  L'interrogazione a risposta immediata in assemblea Foti n. 3-00513, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 4 luglio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Dondi.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Traversi n. 5-00042 del 18 novembre 2022;

   interrogazione a risposta in Commissione Simiani n. 5-00936 del 31 maggio 2023.