Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 17 luglio 2023

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BILLI, FORMENTINI, COIN e CRIPPA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il Consolato Generale a Madrid è stato chiuso nel 2012 a causa dei tagli imposti alla pubblica amministrazione, mentre gli italiani iscritti all'Aire nella Circoscrizione di Madrid erano 66.905; la Circoscrizione Consolare di Madrid comprende attualmente circa 114.290 italiani iscritti all'Aire;

   l'aumento degli italiani iscritti all'Aire nella Circoscrizione madrilena è stato pari al 71 per cento negli ultimi 15 anni;

   la crescita degli iscritti all'Aire nella Circoscrizione di Madrid prosegue inoltre ad un ritmo che è pari a circa il 5 per cento all'anno, caso unico al mondo, eccetto Londra dove una crescita esponenziale si è avuta a causa della Brexit;

   la Farnesina ha deciso di riaprire il Consolato, anche grazie all'impegno dell'interrogante in tal senso, concretizzato con la presentazione dell'interrogazione 4-10027 del 4 agosto 2021 –:

   a che punto siano i lavori intrapresi in vista dell'apertura del nuovo Consolato a Madrid e quando si preveda di inaugurarlo con le necessarie dotazioni di risorse umane e spazi adeguati alle esigenze del gran numero di cittadini italiani presenti.
(5-01123)


   BILLI, FORMENTINI, COIN e CRIPPA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la circoscrizione consolare di Bruxelles comprende ben 111.567 iscritti all'Aire;

   a fronte di questa folta platea, tra l'altro in continua crescita, i servizi consolari in questa circoscrizione sono erogati da una cancelleria consolare interna all'ambasciata, circostanza che genera sovraccarichi di lavoro ed inevitabilmente problemi di fruibilità;

   la situazione brussellese appare anomala anche alla luce di ulteriori considerazioni;

   in particolare, le altre circoscrizioni consolari istituite in Europa aventi più di 100 mila cittadini iscritti all'Aire sono: Charleroi, Parigi, Colonia, Francoforte, Monaco, Stoccarda, Barcellona, Madrid, Londra, Basilea, Ginevra, Lugano e Zurigo;

   in ciascuna di queste grandi circoscrizioni consolari è presente un consolato generale, salvo che a Basilea e a Madrid;

   Basilea dispone però comunque di un consolato di ruolo, mentre la cancelleria consolare istituita nell'ambasciata d'Italia a Madrid sta trasformandosi in consolato di ruolo grazie anche all'azione d'impulso svolta dall'interrogante –:

   se non si ritenga opportuno, alla luce della grande platea di iscritti all'Aire presenti nella circoscrizione consolare brussellese, adottare le iniziative di competenza volte alla creazione di un consolato, dotato di risorse umane e spazi adeguati alle esigenze del gran numero di cittadini presenti.
(5-01124)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GHIO e SIMIANI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con la legge n. 205 del 2017 è stato istituito il nuovo parco nazionale di Portofino;

   il 6 agosto 2021 il Ministero dell'Ambiente ha licenziato un decreto che ha istituito il comitato provvisorio di gestione del parco nazionale di Portofino e fissato una perimetrazione di 5.363 ettari, in cui rientrano 11 comuni;

   a seguito di un percorso amministrativo portato avanti da regione e alcuni comuni, i comuni che ad oggi hanno dato disponibilità a fare parte di un percorso nazionale, anche a seguito di confronto con Anci e Federparchi, sono 7, per un totale di circa 3.000 ettari;

   la regione Liguria il 17 maggio 2023 ha scritto al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica con una nuova proposta che mantiene nel parco solo 3 comuni (Santa Margherita Ligure, Portofino e Camogli), di fatto gli stessi confini dell'attuale parco regionale;

   l'istituzione del parco nazionale di Portofino, nella configurazione condivisa con i comuni rappresenterebbe elemento di tutela per un territorio unico e fragile come quello di buona parte del golfo del Tigullio, una possibilità di far affluire risorse e progettualità per la cura e lo sviluppo del territorio, anche attraverso percorsi di destagionalizzazione turistica;

   la nuova presunta perimetrazione escluderebbe di fatto alcune zone di altissimo pregio naturalistico e paesaggistico come la collina delle Grazie a Chiavari e la Pineta di Montallegro a Rapallo, come indicato dalle osservazioni del Ministero;

   in data 15 luglio 2023 si è tenuto un convegno sul tema, promosso dal comune di Zoagli, che chiede di entrare nel parco nazionale, dove i rappresentanti delle istituzioni del territorio si sono dichiarati favorevoli ad una proposta di parco maggiormente inclusiva –:

   quale sia la posizione del Ministro interrogato rispetto alla riduzione drastica del perimetro del parco proposta dalla regione Liguria, che supera la precedente perimetrazione condivisa con Anci e con i comuni;

   se ritenga che la nuova proposta restrittiva rispetti tutte le osservazioni di carattere scientifico necessarie per la dotazione di un parco nazionale, come previsto dalla ratio della legge n. 394 del 1991, anche in riferimento alle osservazioni del Ministero formulate sulla precedente proposta di parco nazionale;

   se la nuova proposta comporterà anche una riduzione della copertura economica a beneficio della tutela e dello sviluppo, originariamente compresa nell'individuazione del parco provvisorio istituito con decreto ministeriale dell'agosto 2021 e se sia già stata quantificata una eventuale riduzione di risorse in relazione alla nuova proposta.
(5-01127)

Interrogazione a risposta scritta:


   BALDINO e AURIEMMA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con decreto dirigenziale del Dipartimento Ambiente della regione Calabria, prot. 4180 del 29 marzo del 2010, è stata autorizzata la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi in località «Pipino» nel Comune di Scala Coeli alla società privata Bieco S.r.l. con condizioni AIA prescriventi: «in relazione ad eventuali aree demaniali interessate dall'intervento, preliminarmente alla realizzazione degli interventi previsti nel progetto, vengano attivate tutte le procedure previste dalle vigenti normative per l'acquisizione delle stesse aree o per le necessarie concessioni»;

   la discarica, per cui si è concluso con controverso provvedimento di autorizzazione anche un progetto di ampliamento, è entrata in esercizio sebbene le aste demaniali occupate non siano state ancora sdemanializzate, per cui come da nota del 14 gennaio 2019 dell'Agenzia del Demanio alla regione Calabria Dipartimento Ambiente e Territorio l'utilizzo sine titulo di aree demaniali costituisce ipotesi di occupazione abusiva;

   la discarica insiste in un territorio inserito nell'elenco delle aree di vocazione turistica e agricola e nel Consorzio di tutela del marchio «D.O.P. Bruzio» tra vigneti, aranceti ed uliveti coltivati con il metodo dell'agricoltura biologica e gli ultimi allevamenti estensivi di razza podolica, a pochi passi da torrenti affluenti del fiume Nicà sfociante nel mare Ionio fra i comuni di Cariati e Crucoli;

   il 22 giugno 2023 si è verificata una grossa perdita di percolato dalla discarica finito nel torrente Capoferro e da qui nel Patia e nel fiume Nicà che scorrono accanto all'impianto di smaltimento di rifiuti della Bieco, per cui i comuni di Cariati e Crucoli hanno emesso un'ordinanza di divieto di pesca di tutte le specie ittiche, il divieto di balneazione nel tratto di mare, per la lunghezza di n. 1 chilometro, a sud della foce del fiume Nicà, nonché il divieto di approvvigionamento idrico dallo stesso corso d'acqua per gli animali domestici, di allevamento e per uso agricolo;

   secondo quanto appreso dalla stampa i liquami sono fuoriusciti da una tubatura che avrebbe ceduto; non sono ancora iniziate le operazioni di bonifica dei corsi d'acqua dal percolato fuoriuscito mentre la testa giornalistica «Il Crotonese» informa che «Il direttore del Dipartimento ambiente della regione Calabria, sabato 24 giugno c.a. aveva chiesto alla Bieco di procedere il più velocemente possibile per evitare che il percolato finisse nella falda acquifera che alimenta i pozzi usati nelle campagne e nelle aziende zootecniche causando danni irreparabili»;

   per cui, riporta «Il Crotonese» «l'azienda avrebbe dovuto inviare nella mattinata di domenica 25 giugno c.a. un piano di bonifica per permettere alla regione di verificarlo ed autorizzare lo smaltimento del percolato presso la Iam di Gioia Tauro, resasi disponibile a operare anche di domenica per superare l'emergenza»;

   dopo due settimane dal disastro la regione Calabria si decideva a convocare un tavolo tecnico in ragione «dell'eccezionalità dell'evento» e della «situazione emergenziale» determinata dalla fuoriuscita di 15.000 metri cubi di percolato, per cui ancora oggi autobotti vengono impegnati per aspirarlo con l'incognita, però, legata al maltempo: «se arrivasse una pioggia – avrebbe detto nel corso del tavolo tecnico il dirigente regionale preposto – gli argini di sabbia creati per confinare il percolato potrebbero sciogliersi e mandare a monte – o, in questo caso, a mare – tutto il lavoro»;

   dubbi sussistono, come ammesso allo stesso tavolo tecnico, circa il grado di permeabilità degli argini tali da scongiurare la fuga di materiale inquinante oltre la zona confinata;

   le prolungate attività di svuotamento degli invasi non hanno ancora reso possibile la caratterizzazione del sito e l'attività di bonifica, di cui peraltro nulla si sa ancora con certezza in merito alla tempistica e alle modalità, come sulle effettive cause del gravissimo sversamento di percolato dall'impianto di smaltimento di proprietà della Bieco s. r. l.;

   a distanza di settimane dallo sversamento di percolato persiste ancora il divieto di approvvigionamento idrico dalle acque del fiume Nicà per gli animali domestici, di allevamento e per uso agricolo –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti in premessa e quali iniziative urgenti intenda adottare per scongiurare l'ulteriore aggravarsi dei danni ambientali;

   se non ritenga opportuno trattare l'evento in premessa attraverso un intervento straordinario dichiarando di conseguenza lo stato di emergenza e nominando un commissario straordinario per la bonifica ambientale al fine di evitare i rallentamenti dovuti alla burocrazia;

   se intenda in ogni caso adottare iniziative di competenza perché la messa in sicurezza e la bonifica del territorio danneggiato dalla perdita ingente di percolato avvenga nel rispetto della normativa vigente.
(4-01348)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE PALMA, D'ATTIS, CAROPPO, BARELLI e BENIGNI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   la legge 5 febbraio 1992, n. 104, ha introdotto importanti disposizioni per l'assistenza e l'integrazione sociale del mondo della disabilità, favorendo anche la rivisitazione in chiave agevolativa di norme a carattere fiscale;

   la tabella A), parte II, punto 31, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, ha introdotto l'aliquota Iva agevolata al 4 per cento per l'acquisto specificatamente di mezzi di locomozione per persone diversamente abili;

   con l'articolo 8 della legge 22 dicembre 1997, n. 449, si è disciplinata la detraibilità ai fini Irpef delle spese di acquisto di beni e strumenti, comprese le autovetture, volti a favorire deambulazione, integrità e autosufficienza di persone diversamente abili;

   l'articolo 30, comma 7, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, ha precisato che le agevolazioni fiscali di cui all'articolo 8 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, competono a tutte le persone alle quali è riconosciuta la condizione dell'articolo 3, comma 3, della citata legge 104 del 1992, e per inciso sia a soggetti non in grado di deambulare sia a soggetti affetti da patologie di tipo psichico o mentale tali che, pur essendo in grado di muoversi autonomamente, hanno diritto all'indennità di accompagnamento, nonché agli invalidi con grave limitazione della capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni, a prescindere dall'adattamento del veicolo;

   con la legge finanziaria 2007 (articolo 1, commi 36 e 37, della legge 27 dicembre 2006 n. 296) sono state introdotte norme antielusive che hanno posto limiti alla fruizione dei benefici fiscali e alla cessione dei veicoli acquistati per i soggetti diversamente abili;

   nello specifico, il comma 36 dell'articolo 1 della suddetta legge, ha disposto che le agevolazioni tributarie e di altra natura relative agli autoveicoli utilizzati per la locomozione dei soggetti di cui all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, con ridotte o impedite capacità motorie, sono riconosciute a condizione che gli autoveicoli siano utilizzati in via esclusiva o prevalente a beneficio dei predetti soggetti. Il successivo comma 37 ha previsto che, in caso di trasferimento a titolo oneroso o gratuito delle autovetture per le quali l'acquirente ha usufruito dei benefìci fiscali prima del decorso del termine di due anni dall'acquisto, è dovuta la differenza fra l'imposta dovuta in assenza di agevolazioni e quella risultante dall'applicazione delle agevolazioni stesse. La disposizione non si applica ai casi in cui i disabili, in seguito a mutate necessità dovute al proprio handicap, cedano il proprio veicolo per acquistarne un altro su cui realizzare nuovi e diversi adattamenti –:

   se, nell'ipotesi in cui la persona diversamente abile debba sostituire il proprio autoveicolo sul quale insiste l'agevolazione entro il quadriennio, per sopraggiunte necessità legate alla patologia o alla propria condizione soggettiva, tale soggetto possa continuare a fruire della stessa agevolazione, non rilevando la limitazione ad un unico acquisto per quadriennio in quanto la sostituzione si rende necessaria a garantire mobilità ed inclusione della persona la cui condizione soggettiva risulta incolpevolmente mutata;

   se, ai fini della continuità agevolativa all'interno del quadriennio, nella casistica delle sopraggiunte e mutate condizioni sia compresa anche la sostituzione necessaria del veicolo per il passaggio da mobilità a combustione a mobilità elettrica o ibrida al fine di garantire il trasporto della persona diversamente abile in zone a traffico limitato nei comuni italiani che impongano restrizioni di accesso, attesa la natura inclusiva della norma.
(5-01125)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   PELLICINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'ufficio del magistrato di sorveglianza di Varese esercita la propria giurisdizione su un territorio molto esteso, che comprende i circondari dei tribunali di Varese, Sondrio, Lecco, Busto Arsizio e Como e nel quale sono compresi cinque istituti di pena: le case circondariali di Varese, Sondrio, Lecco, Busto Arsizio e Como;

   la pianta organica dell'ufficio di sorveglianza di Varese prevede n. 4 posti di magistrato di sorveglianza. Secondo quanto consta all'interrogante, è stato recentemente disposto un ampliamento della pianta organica a cinque magistrati;

   la pianta organica del personale amministrativo prevederebbe complessivamente n. 12 unità e sarebbe rimasta invariata negli anni, nonostante il progressivo aumento del numero dei magistrati di sorveglianza da uno a quattro. Non è prevista la figura del dirigente amministrativo;

   dette 12 unità risultano assolutamente non adeguate a far fronte alle esigenze e ai carichi di lavoro di un ufficio di sorveglianza dotato di quattro magistrati (che, come detto, diverranno cinque) e competente per cinque circoscrizioni di tribunale e cinque istituti penitenziari;

   il dato che preoccupa di più e sta diventando allarmante è che attualmente consta all'interrogante che siano in servizio n. 6 unità di personale amministrativo, pari a solo il 50 per cento di quanto prevede la già inadeguata pianta organica;

   peraltro una unità sarebbe in regime part-time, con riduzione dell'orario settimanale e con fruizione di permessi ex lege n. 104 del 1992;

   il posto di direttore sarebbe solo virtualmente coperto, in quanto il titolare risulta esser andato in aspettativa sindacale al 100 per cento dal 3 ottobre 2022;

   a differenza di altri uffici giudiziari, l'ufficio del magistrato di sorveglianza non duo nemmeno contare sull'ausilio degli addetti del processo;

   il carico di lavoro dell'ufficio è in continua crescita: a titolo esemplificativo, secondo quanto appreso dall'interrogante nel 2016 sono stati definiti 9575 procedimenti monocratici e a fine anno ne risultavano pendenti 2690; nel 2020 ne sono stati definiti 10.238 e a fine anno ne risultavano pendenti 6.661; nel 2022 sono stati definiti 11.293 procedimenti e a fine anno ne risultavano pendenti ancora 7.248;

   il trend del carico di lavoro dell'ufficio e dei procedimenti pendenti risulta in costante e preoccupante aumento;

   in queste condizioni, con un personale di cancelleria assolutamente insufficiente, le pratiche non possono essere evase con speditezza, così accumulandosi ritardi che, giocoforza, incidono con grave pregiudizio sulle istanze e quindi sui diritti delle persone detenute;

   l'aumento costante del numero dei magistrati di sorveglianza non può risolvere i problemi indicati in assenza del supporto del personale di cancelleria;

   sarebbe pertanto auspicabile un ampliamento della pianta organica del personale amministrativo, in linea con l'aumento notevole dei carichi di lavoro, da 12 a 18 unità e comunque una urgente destinazione all'ufficio di Varese di personale in aggiunta a quello attualmente in servizio –:

   se il Governo sia a conoscenza della gravità della situazione descritta e quali iniziative di propria competenza intenda assumere al fine di consentire all'ufficio del magistrato di sorveglianza di Varese di poter operare con efficacia ed efficienza nel rispetto dei diritti delle persone detenute.
(4-01352)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


   GHIRRA e BONELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la Sardegna, per la propria conformazione insulare, può essere raggiunta esclusivamente attraverso il trasporto aereo e navale;

   il trasporto marittimo quindi è un fattore determinante per l'isola, indispensabile per garantire il diritto alla mobilità e allo sviluppo economico, nell'ambito del più ampio principio costituzionale di continuità territoriale: in particolare inoltre, durante la stagione estiva, le tariffe legate al trasporto marittimo risultano essere una voce determinante nella scelta delle mete turistiche e costituiscono di conseguenza un elemento capace di incidere sui risultati economici dell'intero comparto, fondamentale per l'economia della Sardegna;

   da anni le condizioni tariffarie offerte dalle compagnie di navigazione che operano nelle tratte sono livellate in maniera tale da impedire che vi sia un'effettiva concorrenza, con la conseguenza che si è assistito al progressivo ma sempre più elevato aumento delle tariffe, ciò anche se le compagnie che viaggiano da e per la Sardegna beneficiano dei contributi pubblici diretti a garantire la continuità territoriale;

   dal 2012 prima la compagnia «Tirrenia» e poi la «Tirrenia-Cin» hanno goduto di sovvenzioni statali erogate per garantire la continuità territoriale marittima; in particolare, quest'ultima per 8 anni ha ricevuto sovvenzioni di Stato per 72,6 milioni all'anno, di cui 60 per le tratte in continuità per la Sardegna, convenzione scaduta nel luglio del 2021; successivamente è stato adottato un nuovo bando di continuità territoriale suddiviso per tratte, una nuova procedura che ha portato alla mancata presentazione di offerte per alcuni collegamenti meno convenienti per i vettori commerciali, non garantendo una copertura adeguata su tratte importanti;

   gli operatori del settore denunciano biglietti a prezzi proibitivi per partire da Genova, Livorno e Civitavecchia, e arrivare nell'isola in nave costa quanto una crociera: il traghetto, un tempo mezzo di trasporto ideale per le vacanze in famiglia, è diventato adesso un'opzione di lusso, che scoraggia in larghissima parte quella fetta di turisti dal budget medio che vorrebbero recarsi in Sardegna per le vacanze;

   si apprende da fonti di stampa che nelle prossime settimane, fino a metà settembre 2023, complice la carente continuità aerea, sia pressoché impossibile prenotare un viaggio in cabina verso la Sardegna senza sostenere costi altissimi, che per 4 persone con un'utilitaria si aggirano fra i milleduecento e i millequattrocento euro;

   l'aumento indiscriminato delle tariffe dei traghetti rende questo mezzo di trasporto proibitivo dal punto di vista economico e inoltre influisce negativamente sulla durata delle vacanze familiari: ciò comporta una perdita di opportunità e un danno per l'economia dell'isola oltre che una diminuzione del flusso di turisti, soprattutto familiari, nella regione;

   il 31 maggio 2023, in risposta all'interrogazione 5-00923 presentata dall'interrogante, il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti ha sottolineato come il ministero delle infrastrutture e i trasporti abbia «previsto una procedura di monitoraggio puntuale dei servizi e delle tariffe applicate ai fini di una valutazione complessiva della situazione e delle eventuali azioni da intraprendere a tutela dell'utenza» –:

   a che punto sia la suddetta procedura di monitoraggio puntuale dei servizi e delle tariffe, e quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di assicurare che la continuità territoriale marittima trovi piena efficacia durante tutto l'anno, e soprattutto nell'imminenza della stagione estiva, sia per il traffico merci sia per quello passeggeri.
(3-00536)

INTERNO

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   l'articolo 5 del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, convertito con modificazioni dalla legge 23 maggio 2014, n. 80, al comma 1, prevede che: «Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l'allacciamento a pubblici servizi in relazione all'immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, gli atti aventi ad oggetto l'allacciamento dei servizi di energia elettrica, di gas, di servizi idrici e della telefonia fissa, nelle forme della stipulazione, della volturazione, del rinnovo, sono nulli, e pertanto non possono essere stipulati o comunque adottati, qualora non riportino i dati identificativi del richiedente e il titolo che attesti la proprietà, il regolare possesso o la regolare detenzione dell'unità immobiliare in favore della quale si richiede l'allacciamento...»;

   il medesimo articolo 5, al successivo comma 1-quater, invece, stabilisce: «Il Sindaco, in presenza di persone minorenni o meritevoli di tutela, può dare disposizioni in deroga a quanto previsto nei commi 1 ed 1-bis, a tutela delle condizioni igienico sanitarie»;

   con nota del 12 luglio 2023 il presidente del Municipio 8 del comune di Napoli ha rappresentato il caso di un ragazzino con gravi patologie, che non poteva accedere al percorso riabilitativo previsto in capo al distretto sanitario poiché privo di residenza, essendo quest'ultima presupposto per il rilascio della carta di identità;

   il caso segnalato è esemplificativo di una condizione generale in cui si trovano in realtà molti cittadini e per le più svariate ragioni;

   nella predetta nota la municipalità di Napoli ha richiamato altresì la direttiva n. 1 del 4 novembre 2022 con la quale il comune di Roma, facendo proprio leva sul comma 1-quater del predetto articolo 5, ha precisato che il divieto generalizzato di chiedere la residenza e l'allacciamento ai servizi essenziali per chiunque occupi abusivamente un immobile senza titolo, in presenza di persone meritevoli di tutela per situazioni soggettive di fragilità psico-fisica ed economica viene a ledere diritti fondamentali della persona e della dignità umana;

   la citata direttiva n. 1 del 2022 ha dunque derogato ai divieti di cui all'articolo 5 del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47 considerando meritevoli di tutela:

    a) persone che fanno parte di nuclei familiari che sono seguiti dai servizi sociali, ovvero in condizione di particolare fragilità e vulnerabilità sociale quali presenza di disabili, figli minori o ultrasessantacinquenni;

    b) persone che fanno parte di nuclei con reddito inferiore a quanto stabilito dalla legge regionale n. 12 del 1999;

    c) i richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale;

    d) le persone che fanno parte di nuclei che si trovano in condizione di precarietà abitativa sotto il profilo delle condizioni igienico sanitarie, come nel caso dell'assenza di allacciamento ai pubblici servizi essenziali necessari per assicurare il rispetto della dignità della persona nei suoi bisogni quotidiani;

   una sentenza del Tribunale di Firenze (RG 2909/18), affrontando il caso di una persona sine titulo che si era vista respingere la richiesta per il riconoscimento della residenza, ha richiamato sulla necessità di affidarsi al criterio sancito dall'articolo 2, comma 3, della legge n. 1228 del 1954 secondo il quale: «la persona che non ha fissa dimora si considera residente nel comune dove ha stabilito il proprio domicilio. La persona stessa, al momento della richiesta di iscrizione, è tenuta a fornire all'ufficio anagrafe gli elementi necessari allo svolgimento degli accertamenti atti a stabilire l'effettiva sussistenza del domicilio»;

   il presidente della municipalità partenopea ha rappresentato diverse considerazioni tra le quali rileva che:

    quale collegamento tra il soggetto giuridico ed il sistema dei diritti, la residenza costituisce snodo strategico di diritti fondamentali come la salute, il lavoro, la scuola e l'anagrafe segna una linea di demarcazione che separa residenti legittimi, per i quali saranno attivabili una serie di diritti, e chi finirà in un cono d'ombra senza poter votare, studiare e ricevere assistenza sanitaria non emergenziale;

    la mancata iscrizione anagrafica può accentuare quei processi di spoliazione che caratterizzano molti abitanti delle grandi metropoli post moderne. Il rischio inaccettabile è quello di determinare una popolazione di fatto ed una di diritto –:

   se, rispetto alla condizione illustrata in premessa, nelle more di un intervento del legislatore, intenda adottare iniziative di competenza, tramite circolari esplicative o d'indirizzo, affinché le amministrazioni comunali producano gli atti di competenza anagrafica interpretando estensivamente le due condizioni di meritevolezza della tutela e condizioni igienico-sanitarie ovvero invitando gli uffici anagrafici all'applicazione di quanto sancito dall'articolo 2 della legge n. 1228 del 1954.
(2-00193) «Sportiello».

Interrogazioni a risposta scritta:


   PASTORINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   sin a decorrere dal 2022, gli uffici immigrazione di tutta Italia hanno mostrato la necessità di un intervento;

   la situazione, già aggravata dalla diminuzione del personale e dal concomitante incremento esponenziale della mole di lavoro, in aggiunta alla trattazione delle migliaia di istanze dei richiedenti asilo e protezione internazionale, è peggiorata con la cessazione dei contratti temporanei dei lavoratori interinali, parte dei quali erano impiegati proprio per il riconoscimento della protezione internazionale;

   lo scorso mese di maggio 2023 la Direzione centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere ha rappresentato «che, a seguito della pubblicazione della legge di bilancio n. 197 del 29 dicembre 2022 la quale, all'articolo 1 comma 683 ha previsto la possibilità di continuare ad avvalersi dei lavoratori interinali impiegati presso gli uffici immigrazione delle questure, è stata avviata una procedura negoziata per individuare una Agenzia di somministrazione di lavoro a tempo determinato che metterà a disposizione detto personale da dislocare presso gli uffici immigrazione delle questure, per le esigenze di definizione delle procedure finalizzate al rilascio del permesso di soggiorno. A tal fine è stato stimato un fabbisogno di 550 unità»;

   tuttavia, a oggi, dopo 6 mesi dalla cessazione dei contratti in essere, non si ha ancora nessuna notizia certa né sull'annunciato bando, dell'importo complessivo di circa 37 milioni di euro, per dare mandato a una o più agenzie interinali di selezionare e assumere assistenti amministrativi in tutta Italia all'interno di questure e prefetture, né sulla relativa procedura di gara;

   sul piatto della bilancia continua a esserci anche la questione dell'applicazione nel nuovo bando della clausola sociale, cioè l'obbligo di sondare la disponibilità di chi ha già prestato servizio a continuare la propria mansione prima di procedere a nuove assunzioni;

   il personale ormai esperto, dopo quasi due anni di impiego, è stato lasciato a casa da dicembre 2022 e non è stato ancora richiamato: 1200 persone dislocate in tutta Italia. Senza tenere conto del prezioso lavoro svolto, in particolare nell'ufficio immigrazione dove grazie ai lavoratori precari si erano recuperate 12 mila pratiche arretrate relative al rilascio del permesso di soggiorno, accumulatesi durante il periodo dell'emergenza pandemica;

   il quadro appare sempre più disastroso per gli addetti, impiegati in prima linea negli Uffici immigrazione, e per i cittadini stranieri che denunciano l'inefficienza e i ritardi di un sistema oggettivamente in ginocchio;

   emerge un profondo disinteresse dell'Esecutivo per la gestione dell'immigrazione e trapela, ad avviso dell'interrogante, una mal celata volontà di creare caos a fini propagandistici –:

   quali iniziative di competenza voglia intraprendere al fine di intervenire tempestivamente e con decisione sulle criticità evidenziate e giungere speditamente alla conclusione delle procedure di assunzione dei lavoratori interinali necessari, tenendo in adeguata considerazione il lavoro già svolto, nell'interesse dei lavoratori, delle loro famiglie, dei cittadini italiani e dei richiedenti asilo.
(4-01350)


   SCOTTO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la città metropolitana di Napoli con 2.966.178 abitanti costituisce la terza città metropolitana italiana per numero di abitanti, pur essendo la più piccola per superficie delle quattordici città metropolitane; è invece la prima in quanto a densità abitativa;

   la città metropolitana di Napoli comprende, 10 municipalità cittadine, e ben 91 comuni, la stessa è attraversata da varie autostrade: A1 A3 A16, oltre alla Tangenziale A56, più tutte le numerose strade extraurbane presenti; il terminal ferroviario di Napoli è il più importante di tutto il Meridione, al quale si è aggiunto quello per l'alta velocità di Napoli-Afragola;

   il porto di Napoli è uno dei più importanti d'Europa: nel 2015 si è attestato al 12° posto tra i porti europei più trafficati per numero di passeggeri, mentre i dati del 2017 lo collocano al 35° posto mondiale per le crociere turistiche;

   nel 2019 lo scalo portuale è il terzo in Italia per traffico crocieristico, contando circa 1,4 milioni di passeggeri con 475 toccate nave; l'aeroporto di Napoli-Capodichino è posizionato in una zona densamente abitata, in particolare la vicinanza al centro abitato implica il sorvolo a bassa quota di tutta la zona Nord-occidentale di Napoli, area collinare della città. Nel 2018 è stato lo scalo con la maggiore crescita in Europa, poiché è passato da 6.775.988 passeggeri del 2016 a 8.577.507 passeggeri del 2017, con un incremento del 26,6 per cento;

   secondo il piano metropolitano di Protezione civile, in relazione alla cosiddetta direttiva Seveso III, sono presenti sul territorio della città metropolitana di Napoli: n. 35 stabilimenti soggetti agli obblighi di cui al decreto legislativo n. 105 del 2015, n. 24 di soglia inferiore, e n. 11 di soglia superiore, in funzione dei quantitativi di sostanze pericolose di cui all'allegato 1 al suddetto decreto;

   il territorio comunale di Napoli risulta quello a maggior presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante (10/35), seguito da Qualiano, Nola, Caivano;

   a quanto si apprende da note sindacali dei vigili del fuoco del comando provinciale di Napoli, si è venuta a creare una grave situazione a causa della pesante carenza di personale già annunciata da tempo;

   i recenti passaggi di qualifica hanno ulteriormente sguarnito di personale il comando provinciale dei vigili del fuoco di Napoli e in particolare di autisti; tale situazione de facto costringe il comando alla chiusura dei distaccamenti, o al loro ridimensionamento in termini di risposta operativa, come verificatosi domenica 2 luglio 2023 con la chiusura di cinque distaccamenti (Ponticelli, Vomero, Scampia, Pianura e Giugliano in Campania);

   il tutto provoca inevitabilmente un pesante aggravio di lavoro per tutte le altre sedi e sul personale in servizio – in un momento di stagione estiva, col conseguente ulteriore carico dovuto agli incendi di vegetazione e boschivi, e con l'aumento inevitabile di rischio per la sicurezza dei cittadini e del personale operativo;

   pur auspicando maggiori assunzioni di personale autista, è evidente che tale condizione comunque non potrebbe risolvere il problema nell'immediatezza da quanto si apprende, le organizzazioni sindacali ritengono indispensabile intervenire al più presto attraverso soluzioni percorribili come lo stanziamento di fondi per consentire il richiamo in turnazioni straordinarie e su base volontaria di personale operativo, e in particolare con la mansione di autisti;

   infatti il recente stanziamento di risorse per le 6.024 ore di straordinario previste per la regione Campania, come da prot. ufficiale U.0014845 del 30 giugno 2023, risulta ampiamente insufficiente –:

   quali iniziative – per quanto di competenza – intenda intraprendere in ordine a quanto rappresentato in premessa e se non intenda di intervenire con la massima urgenza attraverso misure risolutive volte ad alleviare almeno le criticità che il personale operativo dei vigili del fuoco denuncia oramai da troppo tempo e se non intenda adottare le iniziative di competenza volte all'avvio di una mobilità nazionale speciale, su base volontaria, che interessi almeno autisti residenti nella provincia di Napoli.
(4-01351)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GADDA, GIACHETTI e BONETTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   la legge 13 luglio 2015, n. 107 ha introdotto la carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente, cosiddetta «card docente», per sostenerne la formazione continua e contribuire alla valorizzazione professionale dei docenti con un contributo esentasse di 500 euro per ciascun anno scolastico;

   la legge ha correttamente definito in modo puntuale, ma al contempo generico, quali sono i beni e i servizi che i docenti possono acquistare con la card, elencando libri e testi, anche in formato digitale, pubblicazioni e riviste comunque utili all'aggiornamento professionale, hardware e software; la norma prevede anche la possibilità di iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, purché svolti da enti accreditati, corsi di laurea o master, purché inerenti al profilo professionale, ma anche rappresentazioni teatrali e cinematografiche, l'ingresso a musei, mostre, eventi culturali, spettacoli dal vivo;

   appare evidente la volontà del legislatore di finalizzare l'uso della carta all'acquisto di qualsivoglia bene o servizio che serva al docente per aggiornarsi, approfondire, ampliare le proprie conoscenze e competenze, purché tale attività sia sempre volta a migliorare la didattica all'interno dei plessi scolastici oppure anche rispetto ad attività educative di progetti integrativi organizzati dalle scuole come accaduto a esempio in occasione dei bandi e progetti sui centri estivi in collaborazione con enti territoriali e terzo settore; peraltro è sempre la norma a inserire nell'elenco di ciò che si può acquistare anche «iniziative coerenti con le attività individuate nell'ambito del piano triennale dell'offerta formativa delle scuole (Ptof) e del Piano nazionale di formazione (pnf)»;

   questo orientamento è precisato anche dalle faq che è possibile leggere sul sito del Ministero, ove si può leggere che «l'impiego diretto del bonus o di parte di esso per la sperimentazione didattica rientra nell'organizzazione delle attività individuate nell'ambito del Ptof e del Pnf»;

   dalla metà del secolo scorso, con Piaget, si è consolidato in letteratura il valore educativo e formativo del gioco per lo sviluppo del bambino e del ragazzo; riflessioni sviluppate da numerosi pedagogisti e rese popolari dal lavoro di personalità quali Gianni Rodari, Bruno Ciari e Mario Lodi; più recentemente si sono consolidati l'uso dei cosiddetti «giochi educativi» a e la pratica della ludodidattica in particolare per lo sviluppo delle competenze nelle discipline Stem, in relazione alle quali, per altro, il decreto ministeriale 65 del 12 aprile 2023 attribuisce risorse destinate alle istituzioni scolastiche in attuazione della linea di investimento 3.1 «Nuove competenze e nuovi linguaggi» nell'ambito della Missione 4 - Istruzione e Ricerca – Componente 1 – «Potenziamento dell'offerta dei servizi all'istruzione: dagli asili nido all'Università» del Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dall'Unione europea – next generation EU –;

   quali iniziative, se necessario anche normative, intenda intraprendere per precisare che la card docente può essere utilizzata anche per l'acquisto di giochi, giochi da tavolo o giocattoli, purché finalizzati alla sperimentazione didattica in coerenza con Ptof della scuola.
(5-01126)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   BRAGA, GRIBAUDO, ORLANDO, SCOTTO, FURFARO, SPERANZA, GUERRA e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   il caldo torrido di questi giorni espone in diversi ambiti molti lavoratori ad uno stress climatico che può avere seri rischi per la propria e altrui incolumità;

   purtroppo si sono registrate già alcune vittime, come l'operaio impegnato nel rifacimento della segnaletica stradale Lodi o l'addetto alle pulizie presso l'ospedale di Firenze;

   l'annuncio per la prossima settimana di condizioni climatiche particolarmente proibitive proprio per le elevatissime temperature previste accentua la necessità di assicurare adeguate condizioni di sicurezza per i lavoratori maggiormente esposti;

   alcune regioni hanno provveduto ad emettere delle ordinanze per quanto riguarda le ore maggiormente a rischio, ma non essendo queste misure uniformi si possono creare situazioni di diversa tutela per mansioni identiche sul territorio nazionale;

   diventa, quindi, imprescindibile assicurare tempestivamente livelli di protezione uniforme nei diversi ambiti lavorativi –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo con la massima tempestività per scongiurare rischi per la salute dei lavoratori maggiormente esposti a queste elevate temperature come strumento di prevenzione a tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro.
(3-00535)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:


   SOTTANELLI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   con le sentenze 17 e 18 del 9 novembre 2021, il Consiglio di Stato si è pronunciato sulle questioni della proroga delle concessioni balneari per finalità turistico-ricreative, riproponendo la questione irrisolta del recepimento della direttiva «Bolkestein»;

   le sentenze ribadiscono «il principio secondo cui il diritto dell'Unione impone che il rilascio o il rinnovo delle concessioni demaniali marittime (o lacuali o fluviali) avvenga all'esito di una procedura di evidenza pubblica, con conseguente incompatibilità della disciplina nazionale che prevede la proroga automatica ex lege fino al 31 dicembre 2033 delle concessioni in essere, sia rispetto all'articolo 49 TFUE che all'articolo 12 della direttiva “servizi”»;

   pertanto, risultano prive di efficacia la proroga introdotta dalla legge di bilancio 2019 e la moratoria introdotta dal decreto-legge n. 54 del 2020;

   i titoli di concessione non sarebbero più validi, ma il CdS ha considerato accettabile salvaguardarne l'efficacia fino al 31 dicembre 2023 per evitare l'impatto socio-economico che ne deriverebbe nell'immediato e per tener conto dei tempi tecnici necessari all'avvio delle procedure di gara e al riordino della materia;

   la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 ha delegato il Governo a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime;

   dal 2024 tutte le concessioni demaniali in essere dovranno considerarsi prive di effetto, indipendentemente dal fatto che vi sia o meno un soggetto subentrante nella concessione o che si intervenga con un ulteriore proroga in contrasto con il diritto comunitario;

   la direttiva «Bolkestein» definisce – in particolar modo nel considerando n. 40 – i «motivi imperativi di interesse generale» per i quali sono previste delle deroghe, e diverse realtà italiane rientrano nella fattispecie. Un esempio riguarda i trabocchi abruzzesi, definiti dalla legge regionale n. 93 del 1994 «beni culturali primari», i quali sono sottoposti alla disciplina del Testo unico in materia di beni culturali e del paesaggio;

   i trabocchi della fascia costiera tra Ortona e Vasto sono tutelati paesaggisticamente: il decreto del 1966 per primo fa riferimento ai trabocchi come componente del valore paesaggistico d'insieme della costa;

   a supporto del valore storico, artistico e culturale dei trabocchi è la loro candidatura all'Unesco come Patrimonio culturale immateriale nel progetto «Patrimonio culturale della Pesca»;

   il trabocco rappresenta un'icona della costa teatina e delle sue tradizioni, originariamente legato alla pesca e nel tempo assorto ad ulteriori funzioni quali laboratorio e luogo deputato alla conoscenza e valorizzazione di prodotti enogastronomici locali;

   in sostanza, qualora si volesse portare a gara le concessioni demaniali, tali disposizioni entrerebbero in conflitto con le tutele su elencate che non permettono al concessionario lo smantellamento delle strutture provocando un conflitto giuridico tra le norme in essere e le parti;

   inoltre, negli atti di concessione demaniale rilasciati ai trabocchi la stessa concessione ha come oggetto e scopo quella di «mantenere una bilancia da pesca fissa» pertanto non alle finalità «turistico-ricettive» a cui si riferisce la direttiva «Bolkestein»;

   la stessa legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 esclude, «nel rispetto delle politiche di protezione dell'ambiente e del patrimonio culturale», determinate strutture e attività «relative ad aree, strutture e infrastrutture dedicate alla cantieristica navale, all'acquacoltura e alla mitilicoltura»;

   ne consegue che i trabocchi non possano rientrare tra le concessioni da mettere a gara sulla base della normativa europea –:

   se i trabocchi abruzzesi, alla luce di quanto esposto in premessa, saranno esclusi dalle procedure di gara relative alle concessioni demaniali marittime.
(4-01349)

Apposizione di firme ad una mozione e modifica dell'ordine dei firmatari.

  Mozione Orlando e altri n. 1-00169, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 luglio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata: Braga. Contestualmente, l'ordine delle firme si intende così modificato «Orlando, Braga, Cuperlo, Ghio, Provenzano, Sarracino, Speranza, Bakkali, Barbagallo, Berruto, Boldrini, Carè, Casu, Ciani, Curti, D'Alfonso, De Luca, De Maria, Di Biase, Fassino, Ferrari, Forattini, Fornaro, Fossi, Gianassi, Girelli, Graziano, Lacarra, Lai, Laus, Malavasi, Manzi, Marino, Orfini, Ubaldo Pagano, Peluffo, Toni Ricciardi, Roggiani, Andrea Rossi, Scotto, Serracchiani, Simiani, Stefanazzi, Stumpo, Vaccari, Zingaretti».

Apposizione di firme ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Pittalis e altri n. 4-01345, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 luglio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Mulè, Cattaneo, Tenerini, Ambrosi, Maullu, Iaia, Lucaselli, Matone, Zinzi, Bicchielli, Alessandro Colucci.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

  interrogazione a risposta orale De Palma n. 3-00421 del 23 maggio 2023;

  interpellanza urgente Baldino n. 2-00188 dell'11 luglio 2023.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

  interrogazione a risposta scritta Billi e altri n. 4-01269 del 4 luglio 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01124;

  interrogazione a risposta scritta Billi e altri n. 4-01319 del 12 luglio 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01123.