Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 3 agosto 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    con la legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023), sono state introdotte radicali modifiche alla disciplina del Reddito di cittadinanza (di seguito, Rdc), introdotto nel 2019 dal Governo Conte I;

    il Governo ha così di fatto abrogato il Rdc, una misura di sostegno alle fasce più povere del nostro Paese che ha garantito, a coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà, condizioni di vita più dignitose;

    in previsione dell'abrogazione a decorrere dal 1° gennaio 2024, per l'anno 2023 sono state previste molteplici restrizioni alle originarie condizioni di accesso, tra cui l'introduzione del limite massimo di sette mensilità e il termine ultimo di erogazione al 31 dicembre 2023;

    con il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, di recente conversione, è stato definito il regime transitorio fino al 31 dicembre 2023;

    l'articolo 13, comma 5, confermando il limite temporale di sette mensilità, ha previsto l'esclusione per i percettori che, prima della scadenza dei sette mesi, sono stati presi in carico dai servizi sociali in quanto considerati «non attivabili al lavoro»;

    per proseguire con l'erogazione, dunque, è necessario che la comunicazione di presa in carico dei servizi sociali avvenga entro la scadenza del termine ultimo di sette mesi;

    in assenza della comunicazione, scatta la sospensione dell'erogazione, riattivabile solo all'esito della comunicazione;

    lo scorso 28 luglio 2023, circa 169 mila famiglie hanno ricevuto una comunicazione di sospensione dell'Inps tramite SMS;

    il messaggio recherebbe il seguente testo; «Domanda di Rdc sospesa come previsto dall'articolo 13 del decreto-legge 48 del 2023 conv. legge 85 del 2023. In attesa eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali»;

    comunicare la sospensione del Rdc attraverso un SMS inviato dall'Inps dimostra, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, tutta l'insensibilità e il disprezzo verso i percettori della misura: a 169.000 beneficiari è stato comunicato che non avrebbero più percepito il Rdc in attesa di eventuale presa in carico dei servizi sociali, con la beffa che, per continuare a percepire l'assegno unico per i figli, dovranno presentare una nuova istanza;

    da evidenziare che la sospensione ha interessato proprio le famiglie con percettori «non attivabili al lavoro», ovvero le fasce più deboli dei beneficiari e meritevoli di tutela;

    da rilevare inoltre che la sospensione dell'erogazione consegue non alla carenza dei requisiti, bensì alla mancata comunicazione della presa in carico da parte dei servizi sociali, causa dunque non imputabile in alcun modo al beneficiario che avrebbe il diritto di proseguire a percepire il Rdc almeno fino al 31 dicembre 2023;

    la sospensione sta generando molte iniziative di protesta e rischia di fare esplodere una «bomba sociale»;

    il Governo in questi mesi non ha assunto alcuna iniziativa e attività diretta a garantire che i servizi sociali gestiti dai comuni e i centri per l'impiego fossero in grado di gestire la presa in carico di decine di migliaia di persone;

    come denunciato dalla Cgil e dal presidente dell'ordine degli assistenti sociali, mancano almeno 15.000 assistenti sociali, sui 30.000 totali che sarebbero necessari a livello nazionale, per raggiungere il livello essenziale di prestazioni sociali di un assistente sociale ogni 5.000 abitanti, con enormi differenze territoriali, secondo i dati dello stesso Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

    le famiglie interessate sono state lasciate al loro destino con una comunicazione incerta e confusa: tanto coloro che pensano di potere rientrare fra i fragili, meritevoli di una presa in carico da parte dei servizi, quanto quelli che aspirano al sostegno promesso per l'occupazione, che in ogni caso entra in vigore in ritardo rispetto allo stop del Rdc di almeno un mese e per il quale non sono ancora state attivate le procedure per poterne usufruire. Per non parlare di tutti nuclei esclusi per ragioni economiche, in ragione dell'abbassamento delle soglie di accesso alla nuova misura;

    questa incertezza causa una pressione nei confronti dei comuni, per i quali non sono stati previsti strumenti finanziari e risorse umane aggiuntive per i comuni che, oggi, non sono in grado di fronteggiare attraverso i propri servizi sociali il «disastro sociale» creatosi a seguito del venir meno dell'unica fonte di sostentamento per molti nuclei familiari;

    il combinato disposto dell'articolo 1, comma 313 e successivi della legge 29 dicembre 2022, n. 197, e dell'articolo 1 e successivi del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, ha determinato la sostituzione della misura del Rdc con il nuovo assegno di inclusione (Adi);

    l'articolo 40-bis del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2021, n. 233, autorizzava ANPAL Servizi spa a prorogare i contratti stipulati con i cosiddetti navigator, ovvero il personale che operava presso le sedi territoriali delle regioni e delle Province autonome, al fine di consentire la continuità delle attività di assistenza tecnica, fino al 30 aprile 2022, atte a garantire l'avvio e il funzionamento del reddito di cittadinanza (Rdc), nelle more dello svolgimento delle procedure di selezione e di assunzione delle unità di personale da destinare ai centri per l'impiego di cui all'articolo 12, comma 3-bis, del decreto-legge 28 gennaio 2019 , n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26;

    a decorrere dal 2021, il decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, (articolo 12, comma 3-bis), ha consentito sia alle società a partecipazione pubblica, sia alle agenzie, nonché agli enti regionali, alle province e alle città metropolitane (se, delegate all'esercizio delle funzioni con legge regionale), di assumere 4.600 unità di personale, compresa la stabilizzazione delle unità di personale, nei limiti e a valere sulle risorse assegnate a ciascuna regione e non ancora utilizzate per le assunzioni previste;

    la figura professionale del cosiddetto navigator costituisce oggi una comunità professionale formata da circa 1.500 persone – delle 3000 inizialmente assunte – perlopiù con esperienze di lavoro pregresse e dotati di competenze specialistiche acquisite sia attraverso una formazione specifica, sia in circa tre anni di attività sul campo. In ossequio alle finalità di contrasto alla povertà e per il reinserimento sociale ed economico dei percettori del Rdc, operando come case manager, i navigator hanno svolto un'attività di raccordo tra imprese e disoccupati di lunga durata, ricercato ed individuato offerte di lavoro ed opportunità formative, ma soprattutto hanno lavorato in contesti gravati da decennali carenze strutturali e di organico ed estremamente diversificati sul piano delle effettive opportunità occupazionali e sociali, in un periodo caratterizzato dall'emergenza sanitaria i cui effetti, sommati a quelli prodotti dalla attuale crisi internazionale, benché già evidenti, sono ben lungi dall'essere stati realmente stimati;

    nella terza relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del 31 maggio 2023, alla lezione II, investimento 1.1, si specifica che l'obiettivo del potenziamento dei centri per l'impiego (CPI) è consentire un'efficace erogazione di servizi per l'impiego e la formazione, in via complementare rispetto alla riforma delle politiche attive e della formazione definita nel programma Gol «Garanzia per l'occupabilità dei lavoratori»;

    si ricorda che il programma nazionale Gol ha una dotazione di 4,4 miliardi di euro e si pone l'obiettivo di rendere più efficiente il sistema delle politiche attive del mercato del lavoro attraverso servizi specifici per l'impiego e piani personalizzati di attivazione (in particolare, reinserimento lavorativo, upskilling, reskilling, lavoro e inclusione, ricollocazione collettiva). La riforma prevede che, per la fine del 2025, almeno tre milioni di beneficiari partecipino al programma Gol e che 800.000 di questi siano coinvolti in attività di formazione professionale (di cui 300.000 in formazione di competenze digitali). I centri per l'impiego (Cpi) dovranno poi garantire, per la stessa data, i Lep definiti dal programma Gol;

    con riferimento al potenziamento dei centri per l'impiego (Cpi), entro fine 2022 era previsto il completamento per almeno 250 Cpi di almeno il 50 per cento delle attività rientranti nei piani regionali di rafforzamento dei Cpi in linea con il piano straordinario di potenziamento dei centri per l'impiego e delle politiche attive del lavoro, adottato con decreto ministeriale n. 74 del 2019 successivamente integrato e modificato dal decreto ministeriale n. 59 del 2020 (M5C1-6);

    un secondo aggiornamento dei piani regionali è inoltre previsto entro il primo semestre 2023 in relazione al riparto degli ulteriori 200 milioni di euro destinati dal Pnrr al potenziamento dei Cpi sebbene il termine sia scaduto, non se ne ha ancora notizia alcuna;

    il Pnrr investe importanti risorse nel potenziamento delle politiche attive del lavoro per le quali sarà necessario assumere maggiori unità nei centri per l'impiego;

    l'investimento 1.1 sviluppa le previsioni del Piano nazionale (decreto del Ministro del lavoro n. 74 del 2019 e n. 59 del 2020) e si pone l'obiettivo del rafforzamento dei servizi pubblici per l'impiego, evidentemente strumentali anche all'attuazione del nuovo Adi;

    è quindi evidente la perdurante necessità di procedere ad un potenziamento dei Cpi sia attraverso la crescita in forma stabile della base professionale dei servizi, per un raddoppio degli organici in linea con gli standard europei, sia con l'ammodernamento delle strutture;

    a fronte della necessità di personale qualificato all'interno della Pa, legata alle riforme da attuarsi nel quadro del Pnrr – ed in particolare per l'attuazione del programma Gol – sarebbe paradossale non valorizzare risorse umane già formate, su cui si è ampiamente investito, da impiegare immediatamente secondo utilità,

impegna il Governo:

1) ad adottare con urgenza ogni iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, utile a:

  a) ripristinare l'erogazione del reddito di cittadinanza nei casi in premessa, anche al fine di evitare il diffondersi delle proteste e il rischio di episodi di violenza;

  b) differire subito la sospensione dell'erogazione del reddito di cittadinanza, in quanto ad oggi nessuna struttura dei servizi sociali dei comuni è in grado di prendere in carico un numero così alto di persone in disagio sociale, così come i Cpi non sono in grado di sostenere e gestire il patto di servizio personalizzato per avviare al lavoro coloro a cui sarà sospesa tale misura;

  c) istituire un tavolo tecnico con tutti gli attori istituzionali coinvolti, al fine di prevenire nel prossimo futuro e gestire nell'immediato la situazione di «disastro sociale» in cui si trovano, comuni e nuclei familiari coinvolti dalle vicende citate in premessa;

  d) prevedere il potenziamento, in termini di risorse umane ed economiche, dei servizi sociali comunali;

  e) garantire la più celere attuazione della componente M5C1 del Pnrr e, in particolare, il completo investimento 1.1, relativo al potenziamento dei Cpi, al fine di consentire un'efficace erogazione di servizi per l'impiego e la formazione degli, operatori, in un rapporto di stretta complementarità con la riforma definita nel programma Gol;

  f) stabilire un ulteriore proroga per i contratti dei cosiddetti navigator, nonché a prevedere una adeguata valorizzazione della specifica professionalità maturata da soggetti di elevata specializzazione tecnica nell'ambito delle politiche attive del lavoro, in quanto già selezionati mediante la procedura pubblica di cui all'articolo 12, comma 3, del decreto-legge n. 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, della legge 28 marzo 2019, n. 26, sì da non vanificare l'investimento effettuato della pubblica amministrazione, negli anni, per professionalità ormai acquisite e certamente valorizzabili all'interno del sistema di servizi per il lavoro e l'inclusione sociale che il nostro Paese necessita.
(1-00175) «Barzotti, Aiello, Carotenuto, Tucci, Francesco Silvestri, Baldino, Santillo, Cappelletti, Auriemma, Fenu».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SARRACINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   ha destato scalpore e sconcerto la notizia della predisposizione di una specie di dossieraggio, molto dettagliato, che riguarda dati sensibili e personali proprio del dottor Saverio Tommasi di Fanpage;

   sul canale Telegram, con modalità assolutamente ricattatorie, è stata paventata la diffusione di questi dati chiedendo una sorta di riscatto per non divulgarli;

   nelle chat rese note dallo stesso giornalista si evince una chiara matrice neonazista dei web ricattatori e collegamenti con reti no vax e negazioniste;

   lo stesso giornalista già in passato è stato oggetto, per le sue inchieste, di aggressioni e minacce da parte di ambienti estremisti che si richiamano alle citate tesi negazioniste;

   tale modalità estorsiva risulta purtroppo nota anche in altri ambiti;

   risulta molto preoccupante quanto accaduto anche in relazione all'attività giornalistica d'inchiesta svolta dal Tommasi che ha ricevuto attestati di solidarietà dal mondo giornalistico e istituzionale –:

   se il Governo risulti essere a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda opportunamente e tempestivamente attivare al fine di assicurare la massima tutela al professionista dell'informazione e contrastare il fenomeno estorsivo e ricattatorio su web come testimonia anche questo episodio.
(5-01232)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI, ALFONSO COLUCCI, QUARTINI, CAPPELLETTI, TORTO, FENU, BRUNO, CAFIERO DE RAHO, AURIEMMA, MORFINO, D'ORSO, DONNO, ALIFANO, CARMINA, L'ABBATE, ONORI, BOLDRINI, APPENDINO, TODDE, CARAMIELLO, AMATO, ORRICO, LOVECCHIO, LOMUTI, TRAVERSI, CANTONE, RICCARDO RICCIARDI, MARIANNA RICCIARDI, PAVANELLI, AIELLO, CAROTENUTO, CASO, SANTILLO, MALAVASI, FORATTINI, SOUMAHORO, IARIA, DELL'OLIO, GHIRRA, PICCOLOTTI, MARINO, DORI, GRIBAUDO, SERRACCHIANI, FURFARO, VACCARI e GRIMALDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il 23 novembre 2022, la Camera dei deputati ha approvato la mozione 1-00004 Ascari e altri, in materia di contrasto alla violenza di genere. Il dispositivo della mozione impegna – tra l'altro – il Governo a valutare di assumere iniziative per superare il carattere straordinario del piano d'azione contro la violenza sessuale e di genere a favore di azioni di carattere sistemico;

   nell'ambito del contrasto sistemico alla violenza di genere, già il decreto-legge n. 11 del 2009 ha introdotto l'istituto dell'ammonimento nei confronti degli autori delle condotte riconducibili al reato di atti persecutori (vedi articolo 8);

   si tratta di un provvedimento di natura preventiva – che può essere richiesto prima della proposizione della querela per atti persecutori – con cui il questore ammonisce oralmente il soggetto, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge. Esso costituisce la premessa per l'adozione di ulteriori provvedimenti preventivi e sanzionatori;

   con la sentenza Giuliano Germano c. Italia del 22 giugno 2023, la Prima sezione della Corte Edu ha condannato l'Italia per violazione dell'articolo 8 della Convenzione, ritenendo l'ammonimento ricevuto dal ricorrente, il 27 novembre 2009, non necessario e sproporzionato. L'ammonimento era in realtà fondato su numerosissimi e documentati episodi di violenza fisica e verbale posti in essere dall'uomo nei confronti della moglie, di cui si dà altresì conto nella concurring opinion del giudice italiano presso la Corte, Raffaele Sabato;

   in particolare, risulta agli atti che la polizia era dovuta intervenire più volte presso il domicilio della coppia per le aggressioni poste in essere dal marito, che la moglie aveva riportato lesioni medicate al pronto soccorso e che ella aveva dovuto cambiare vita – trovando inizialmente accoglienza presso un centro antiviolenza – per sfuggire agli atti persecutori del marito;

   il provvedimento del questore, inizialmente annullato dal Tar Liguria per mancato invio dell'avviso di inizio del procedimento ai sensi dell'articolo 7 della legge n. 241 del 1990, era stato poi confermato dal Consiglio di Stato, che aveva rilevato come gli elementi raccolti dal questore attestassero la necessità e l'urgenza di prevenire il compimento di ulteriori atti persecutori da parte del Germano;

   adita dal ricorrente, la Corte Edu ha ritenuto che il questore abbia valorizzato eccessivamente le sole dichiarazioni della vittima e indicato in modo troppo generico i fatti posti a fondamento del provvedimento. I giudici di Strasburgo hanno altresì ritenuto meramente formale il sindacato operato dalle autorità giurisdizionali sulla sussistenza dei presupposti legittimanti il provvedimento monitorio;

   appare evidente all'interrogante che le asserzioni contenute nella sentenza, ove restassero definitive, sarebbero suscettibili di arrecare un grave vulnus al contrasto alla violenza di genere, che postula anche e soprattutto la sussistenza di un apparato di strumenti preventivi – quali appunto l'ammonimento – idonei a prevenire il rischio di recidiva e di escalation di violenza;

   l'adozione di tali misure è peraltro imposta dagli impegni assunti dal Governo in ambito nazionale e internazionale;

   in questo contesto, la pronuncia in esame è in contrasto con la giurisprudenza della stessa Corte di Strasburgo, che – da un lato – ha in più occasioni condannato l'Italia per mancata adozione di misure preventive di protezione delle vittime di violenza domestica (vedi le sentenze Talpis c. Italia del 2017 e Landi c. Italia del 2022); dall'altro risulta graniticamente orientata nel senso di ritenere che gli Stati membri dispongono di un margine di discrezionalità nell'apprezzare i fatti che possono giustificare limitazioni nei diritti delle persone. Di contro, nella sentenza Giuliano Germano c. Italia la Prima Sezione della Corte Edu, ad avviso degli interroganti, sostituisce il proprio apprezzamento di merito a quello delle autorità nazionali –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e se intenda assumere le necessarie informazioni dall'Avvocatura Generale dello Stato, ai fini di una valutazione per la domanda del rinvio della causa Giuliano Germano alla Grande Chambre, ai sensi dell'articolo 43 della CEDU.
(4-01461)


   ASCARI e CARAMIELLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   sembrerebbe che l'account Twitter @rgowans, «Migrant Rescue Watch» abbia divulgato materiale «top secret» di apparati militari italiani ed europei e che pubblichi periodicamente materiale delle milizie libiche, celebrandone l'operato;

   risulta che dallo stesso account siano state diffuse pubbliche minacce nei confronti del giornalista Nello Scavo e di don Mattia Ferrari;

   risulta, inoltre, che per questi fatti la prefettura di Como abbia disposto l'intensificazione della vigilanza generica radiocollegata, già in vigore in favore del predetto giornalista, che don Mattia Ferrari sia stato sottoposto a tutela e che la procura di Modena indaghi nei confronti di ignoti per minacce e diffamazione aggravata;

   secondo vari quotidiani nazionali e locali, un team investigativo (denominato JLProject, legato a Mediterranea Saving Humans) avrebbe realizzato una contro-inchiesta e scoperto dettagli inquietanti rivelando l'identità e l'indirizzo e-mail del gestore dell'account @rgowans, recuperati dai database da una e-mail inviata nel 2017 dallo stesso gestore dell'account a Frontex. Egli si vi chiamerebbe Robert B., un ex vicecapo della Guardia costiera canadese, che ha vissuto in Germania e ora è in Polonia, che è stato a Malta nel 2016 e in Italia nel 2017;

   sembrerebbe che tra le amicizie dell'account Facebook ci siano decine di miliziani e guardiacoste libici, addestrati in Italia e parte degli equipaggi delle motovedette regalate dall'Italia alla Libia;

   in particolare, secondo il JLProject, nel giorno del diploma dei cosiddetti guardiacoste libici della motovedetta Sabratha 654, addestrati a Taranto nel 2017, l'account @rgowans pubblicò una fotografia scattata dall'interno della Mariscuola di Taranto;

   inoltre, il signor Robert B. avrebbe il medesimo nome e cognome di un dipendente di Frontex (scriverebbe da una e-mail con dominio polacco e Frontex ha sede a Varsavia);

   interpellata dal giornale il Corriere, Frontex avrebbe dichiarato di non poter rilasciare commenti in merito e che avrebbe approfondito la questione –:

   se la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro interrogato siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative ritengano di dover avviare con estrema urgenza, per quanto di competenza, per verificare la veridicità delle notizie diffuse;

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare per tutelare l'integrità della Repubblica e, in particolare, dei cittadini minacciati dalla mafia libica e, nello specifico, dal suddetto account.
(4-01463)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   FORMENTINI, BILLI, COIN e CRIPPA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il governo del Vietnam lamenta da anni la violazione delle norme sul diritto internazionale del mare da parte di navi battenti la bandiera della Repubblica Popolare Cinese;

   in particolare, i vietnamiti hanno in più circostanze rilevato attività cinesi non solo nella zona economica esclusiva, ma persino sulla piattaforma continentale;

   nel 2019, le attività irregolari intraprese da Pechino nel mar Cinese Meridionale sono state oggetto di numerosi articoli e studi, anche da parte dell'autorevole CSIS di Washington DC;

   in quell'anno, il 3 luglio 2019, una nave da ricerca cinese, la Hayang Dizhi 8, condusse prospezioni finalizzate alla scoperta di giacimenti gasieri e petroliferi nei Blocchi Riji 03 e 27, situati in aree contese;

   il comportamento cinese è stato stigmatizzato anche dalle autorità della Repubblica di Corea;

   in precedenza, nel 2014, in seguito ad un episodio simile, tra Vietnam e Repubblica Popolare Cinese era insorta anche una grave crisi diplomatica;

   più recentemente, il 7 maggio 2023, la nave cinese Xiang Yang Hong 10 è entrata nella Zona economica esclusiva vietnamita con una scorta significativa, penetrando in aree nelle quali operano già società come la Vietsovpetr e Vietgazprom, joint-venture russo-vietnamite;

   la Repubblica Popolare Cinese pare intenta a confermare il proprio controllo entro la cosiddetta linea dei nove punti, che non trova alcuna corrispondenza o base nel vigente diritto internazionale del mare;

   la pretesa cinese ha l'effetto di compromettere la continuità della Zona economica esclusiva del Vietnam, riducendola in misura significativa –:

   quali iniziative di competenza il Governo italiano intenda assumere a tutela del rispetto del diritto internazionale del mare ed in particolare della UNCLOS fatta a Montego Bay, che la Repubblica Popolare Cinese non riconosce in relazione alla Zona economica esclusiva vietnamita.
(4-01468)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta orale:


   DE PALMA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   le eccessive temperature che hanno interessato la penisola italiana nelle recenti settimane hanno determinato un surriscaldamento dei mari e degli specchi d'acqua in particolare nelle regioni meridionali, in primis in Puglia;

   tale aumento delle temperature non ha risparmiato la città di Taranto con i suoi «due mari», provocando disastrose conseguenze per gli impianti di coltivazione e produzione dei mitili tarantini;

   le associazioni di categoria, infatti, hanno segnalato una gravissima moria dei mitili nel secondo seno del Mar Piccolo, a causa delle alte temperature, che ha portato alla perdita di metà del prodotto, determinando un imponente danno in termini economici per i mitilicoltori e per tutta la filiera –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo in relazione all'emergenza esposta in premessa, eventualmente dichiarando lo stato di calamità naturale con conseguente riconoscimento e risarcimento dei danni subiti dai produttori di mitili nel Golfo di Taranto, ivi compresa la concessione di una cassa integrazione di emergenza per i lavoratori delle imprese operanti nel territorio.
(3-00590)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   PELUFFO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   in Italia piovono annualmente circa 300 miliardi di metri cubi di d'acqua, dei quali viene trattenuto solo l'11 per cento, mentre secondo alcuni studi l'obiettivo raggiungibile è del 40 per cento;

   secondo il Registro italiano dighe, le grandi dighe (volume d'invaso maggiore di 1.000.000 di metri cubi, altezza maggiore di 15 metri) sono in totale 532 diffuse soprattutto sull'arco alpino e nelle isole. Di queste 497 sono ancora in attività e sono date in concessione soprattutto per la produzione di energia idroelettrica (309) a cui seguono gli usi irriguo potabile e industriale;

   con il decreto-legge n. 21 del 2022 (articolo 25, comma 1, lettera 0a), si è estesa la disciplina del golden power anche alle concessioni di grande derivazione idroelettrica;

   con la legge sulla concorrenza n. 118 del 2022 si è stabilito che procedure di assegnazione delle concessioni, da avviare non oltre il 31 dicembre 2023, sono effettuate tenendo conto degli interventi di miglioramento delle infrastrutture esistenti e di recupero della capacità di invaso;

   per ovviare al problema dei sedimenti negli invasi (che arrivano fino al 60 per cento della capacità), con il decreto-legge n. 39 del 2023 si è stabilito, tra l'altro: che tra i compiti della Cabina di regia per la crisi idrica vi sia quello della pulizia degli invasi (articolo 1); che gli interventi per tali attività seguano procedure semplificate (articolo 4); che i sedimenti derivanti da operazioni di svaso, sfangamento e sghiaiamento sono qualificati alla stregua di terre e rocce da scavo (articolo 8);

   tuttavia nell'Executive Summary sul PNIEC al 2030 si prevede una crescita zero della potenza idroelettrica installata (19,2 GW nel 2019 e nel 2030 nonostante i previsti interventi di riqualificazione), mentre il dato produzione è assente (il precedente PNIEC, a fronte di 19,2 GW di potenza prevedeva una crescita minima della produzione a 49,3 TWh – pagina 56 e 57 del PNIEC 2020);

   sono state più volte segnalate capacità non sfruttate del sistema idroelettrico «storico»: la potenza lorda degli impianti idroelettrici operativi è quasi raddoppiata dal 1963 ad oggi eppure la produzione idroelettrica si è mantenuta sostanzialmente costante –:

   quali siano gli obiettivi di incremento di produzione di energia da fonte idroelettrica al 2030 a fronte degli interventi evidenziati in premessa e se non si ritenga opportuno valorizzarne adeguatamente l'apporto in termini sia di produzione, sia di supporto alle fonti rinnovabili intermittenti (baseload e accumuli, utilizzando gli eccessi di produzione di eolico e fotovoltaico).
(5-01231)


   SIMIANI, BRAGA, BARBAGALLO, CURTI, FERRARI, SCARPA, MARINO e IACONO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da notizie di stampa che il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha nominato, con proprio decreto, Italo Cucci, di 84 anni – direttore editoriale di Italpress, ex direttore del Corriere dello Sport/Stadio e commentatore di calcio in TV – commissario nazionale dell'ente parco nazionale dell'isola di Pantelleria. L'incarico avrà una durata di sei mesi e può essere prorogato non oltre la nomina e l'insediamento del presidente;

   nel curriculum di Cucci non è rintracciabile alcuna competenza o interesse ambientale e la sua carriera giornalistica e di saggista è tutta all'interno del mondo sportivo e ciò sembrerebbe in contraddizione con gli stessi principi di competenza previsti dalla legge n. 394 del 1991 sulle aree protette; l'articolo 9 della legge n. 14 del 1978 prevede che le nomine, le proposte o designazioni degli altri amministratori degli istituti ed enti di cui al precedente articolo 1 effettuate dal Consiglio dei ministri o dai Ministri, devono essere comunicate entro quindici giorni alle Camere. Tali comunicazioni devono contenere l'esposizione dei motivi che giustificano le nomine, le proposte o designazioni, le procedure seguite ed una biografia delle persone nominate o designate con l'indicazione degli altri incarichi che eventualmente abbiano ricoperto o ricoprano;

   a parere degli interroganti, la nomina a commissario straordinario di un ente parco nazionale di un giornalista sportivo che sembrerebbe non possedere alcun titolo o competenza per amministrare un'area protetta è del tutto inopportuna e denoterebbe lo scarso interesse del Ministro interrogato per una gestione competente ed efficiente delle aree protette;

   per garantire la piena funzionalità di un ente parco occorrerebbe infatti, in luogo della nomina di commissari straordinari, peraltro di dubbia competenza, procedere con la nomina del Presidente e del Consiglio direttivo, così come previsto dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394 (legge quadro sulle aree protette), recentemente modificato dall'articolo 55, comma 1, lettera a), numero 1), del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 –:

   se confermi la nomina a commissario straordinario dell'ente parco nazionale di Pantelleria del giornalista sportivo Italo Cucci e, in caso affermativo, quali siano i motivi e le competenze del giornalista che ne giustificano la nomina;

   se intenda procedere celermente, per quanto di competenza, con la nomina degli organi ordinari di gestione dell'ente parco nazionale dell'isola di Pantelleria ai sensi della legge n. 394 del 1991 e successive modificazioni.
(5-01235)


   FERRARI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il progetto posto a base di gara per la realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento, opera PNRR, non è ancora stato reso pubblico e non è quindi noto il cosiddetto progetto di fattibilità tecnico economica «plus», che dovrebbe contenere importanti modifiche, avendo recepito, per obbligo di legge, alcune delle raccomandazioni elaborate da provincia di Trento e comune di Trento e imposte in sede di approvazione dal Ministero;

   tra i temi che destano maggiore preoccupazione nel progetto del bypass ferroviario di Trento vi è quello delle aree inquinate di Trento Nord, uno dei 42 siti di interesse nazionale (Sin), in quanto sotto il sedime della ferrovia, dove verrà realizzato lo scavo per posizionare i binari merci, non si è mai indagato, essendo quest'area esterna al Sin;

   dopo un'estenuante contrattazione tra Rfi e Appa, la prima si è impegnata ad eseguire otto sondaggi, escludendo però dalle indagini l'area dell'ex scalo Filzi, contrariamente a quanto indicato nella prescrizione B20 dell'ordinanza numero tre del commissario straordinario Paola Firmi, che recita testualmente: «va posta attenzione anche a caratterizzare i suoli dell'ex scalo, in quanto area, che ha ospitato attività di movimentazione di vari tipi di merci da oltre un secolo»;

   presso l'Osservatorio Corridoio del Brennero, organismo tecnico con funzione di indirizzo, controllo e garanzia per la gestione e la misurazione dello stato ambientale del territorio interessato dalla realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento, risulta non essere ancora stato nominato il rappresentante del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica; si fa presente che i primi lavori dell'opera stanno avvenendo senza aver prima rispettato le prescrizioni che impongono la caratterizzazione preliminare dei terreni interessati al cantiere;

   secondo notizie di stampa, dopo le segnalazioni dei cittadini – circa scavi, carichi sospetti e mancate analisi dei materiali nell'area ex Filzi – la procura di Trento avrebbe posto sotto sequestro materiale del cantiere oggetto di carotaggio per la caratterizzazione. L'11 luglio 2023, Italfer avrebbe infatti rinvenuto, alla presenza dei carabinieri del Noe e dell'Appa, proprio nei terreni ex Filzi la presenza di inquinanti, possibili residui della Carbonchimica;

   nell'ambito di tale inchiesta, si apprende da notizie di stampa – ci sarebbe un primo indagato per ipotesi di reato di inquinamento ambientale e disastro ambientale per omessa comunicazione agli enti preposti del rinvenimento di inquinanti nell'area del cantiere posta sotto sequestro;

   nel frattempo ancora non sono pervenute le risultanze dei carotaggi che sono stati richiesti sul sedime di scavo in corrispondenza della ferrovia nello spazio tra il Sin Sloi e Carbochimica;

   il PD ha attivamente promosso richieste di indagini sulle aree inquinate ottenendo il finanziamento statale a tale scopo previsto dall'articolo 1, comma 694, della legge, di bilancio n. 197 del 2022;

   la tempistica di realizzazione del progetto che, per i vincoli del PNRR, ha la scadenza ravvicinata, pare portare oggi a giustificare forzature nella realizzazione del progetto stesso –:

   quando si intenda nominare il rappresentante del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica presso l'osservatorio Corridoio del Brennero;

   se si intenda esortare Rfi a rendere pubblico il progetto di fattibilità tecnico economica «plus», che dovrebbe contenere importanti modifiche e richiamarne il rispetto;

   se si condivida l'opportunità di utilizzare parte dei fondi stanziati dall'articolo 1, comma 694, della legge di bilancio n. 197 del 2022 per i carotaggi nell'area ex Sloi anche per ulteriori analisi sul tracciato;

   se si intenda adottare iniziative di competenza volte a prevedere una proroga dei tempi di realizzazione dell'opera stessa.
(5-01237)

Interrogazione a risposta scritta:


   GRUPPIONI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   il Parlamento ha recentemente convertito, con modificazioni, approvando la legge 31 luglio 2023, n. 100, il decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante «Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023»;

   all'allegato 1 del testo pubblicato sono indicati i comuni per i quali trovano applicazione le disposizioni relative ai ristori prima e alle procedure connesse alla ricostruzione poi, in relazione agli eventi alluvionali che hanno colpito i territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche;

   nell'elenco contenuto nel citato allegato 1, nonostante siano stati colpiti in modo violento dai fenomeni piovosi di maggio, non figurano alcuni comuni del Bolognese, che, pertanto, risultano esclusi da tutte le misure contenute nel decreto-legge;

   a seguito di alcuni sopralluoghi dell'interrogante, effettuati insieme ad altri parlamentari nei comuni di Pianoro e Monterenzio, si è potuto verificare che questi due comuni non potranno beneficiare di alcuna delle misure previste dalle norme vigenti;

   la stessa esclusione è stata operata nei confronti dei comuni di Saffi, Collina, Bellaria, San Savino a Bologna, Castel Guelfo, Castel Maggiore, Castel San Pietro, Castenaso, Imola, Medicina, Ozzano, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro e Sasso Marconi;

   ne consegue che nessuno degli abitanti di queste zone, nonostante si trovino in condizioni di grande difficoltà, potrà pertanto contare né sui ristori né sulle risorse destinate alla ricostruzione –:

   quali siano stati i criteri che hanno guidato l'azione dell'esecutivo nella predisposizione dell'allegato 1 del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61 per i quali le zone citate sono state escluse e, al contempo, intenda chiarire se e in che modo il Governo abbia intenzione di supportare questi comuni e le loro popolazioni, tanto per quanto riguarda i ristori quanto in relazione all'attribuzione delle risorse necessarie alla ricostruzione.
(4-01465)

DIFESA

Interrogazione a risposta orale:


   DE PALMA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, ai lavoratori di alcune aziende facenti parte dell'indotto dell'Arsenale militare di Taranto è stata inoltrata una comunicazione nella quale si preavvisano gli stessi che, a seguito della scadenza della CIGO, si procederà alla loro forzata collocazione in ferie sino a nuove comunicazioni, paventando anche la possibilità del successivo ricorso a procedure di licenziamento collettivo;

   lo scenario che si presenta per numerosi lavoratori di Taranto e provincia dell'indotto Arsenale, è assolutamente preoccupante;

   a quanto a conoscenza dell'interrogante, sembrerebbe che nel corso di alcuni incontri tra la Marina Militare e le parti sociali sia stato garantito il massimo impegno da parte del Ministero della difesa per scongiurare il ridimensionamento della forza lavoro all'interno dell'Arsenale militare di Taranto; ad oggi, tuttavia, non ci sono atti concreti perfezionati;

   Maristanav Taranto è la più grande base navale del Paese; secondo le previsioni della Stato Maggiore della Marina Militare entro il 2024 mancheranno 280 lavoratori civili, la metà dell'intera forza lavoro. Mancano nautici, elettricisti, elettronici, manutentori, vigilanti, ed altri profili preziosi per garantire la continuità dei servizi di assistenza e manutenzione alle unità navali, comprese le attività logistiche assicurate, nei due mari, dal più importante nucleo di piccoli battelli del paese;

   in occasione del concorso appena bandito di 1.452 unità su scala nazionale, solo circa 80 assunzioni saranno destinate alla Puglia; sarebbe opportuno che una parte congrua sia assegnata alla base navale di Taranto per garantire la massima operatività del sito in questione-:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere in ordine alle vicende che interessano i lavoratori dell'indotto dell'Arsenale militare di Taranto riportate in premessa; quale sia la pianificazione delle attività per Maristanav Taranto, con particolare riguardo alle nuove assunzioni, nonché quali siano gli investimenti previsti per il rafforzamento dell'importante sito.
(3-00591)

GIUSTIZIA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   nonostante il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188, recante «Disposizioni per il compiuto adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016, sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali», sia entrato in vigore il 14 dicembre 2021, sono innumerevoli, a parere dell'interpellante, violazioni delle disposizioni in esso contenute;

   solo per citare l'ultimo caso, benché la legge vieti di assegnare ai procedimenti pendenti denominazioni lesive della presunzione di innocenza, da un comunicato stampa autorizzato dalla procura della Repubblica di Milano il 6 luglio 2023 si apprende di un'inchiesta denominata «Beagle Boys», ovvero «Banda Bassotti»; il comunicato, lungi dal rispettare il perimetro assegnato dalla legge alla comunicazione giudiziaria, arriva addirittura a informare dell'individuazione di un «sodalizio criminale», salvo poi, in coda, precisare che vige la presunzione d'innocenza;

   oltre a prevedere il divieto di assegnare ai procedimenti pendenti denominazioni lesive della presunzione di innocenza, il decreto legislativo in oggetto modifica l'articolo 5 del decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, prevedendo che il procuratore della Repubblica mantenga personalmente, ovvero tramite un magistrato dell'ufficio appositamente delegato, i rapporti con gli organi di informazione, esclusivamente tramite comunicati ufficiali oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa; la determinazione di procedere a conferenze stampa è assunta con atto motivato in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che la giustificano;

   la stessa disposizione prevede che «la diffusione di informazioni sui procedimenti penali è consentita solo quando è strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini o ricorrono altre specifiche ragioni di interesse pubblico»; in tali casi, il procuratore della Repubblica può autorizzare gli ufficiali di polizia giudiziaria a fornire, tramite comunicati ufficiali oppure tramite conferenze stampa, informazioni sugli atti di indagine compiuti o ai quali hanno partecipato; l'autorizzazione è rilasciata con atto motivato in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che lo giustificano;

   la legge 17 giugno 2022, n. 71, recante deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario, ha inoltre disposto la modifica dell'articolo 2, comma 1, lettera v) del decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, inserendo tra gli illeciti disciplinari nell'esercizio delle funzioni la violazione delle norme sopra illustrate;

   il Governo si è impegnato, prima con l'accoglimento dell'ordine del giorno 9/00547-A/009 e poi con la mozione 1-00094, a prevedere che l'ispettorato generale del Ministero della giustizia effettui un monitoraggio degli atti motivati dei procuratori della Repubblica in ordine alla sussistenza dell'interesse pubblico che giustifica l'autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti-:

   se il Governo abbia proceduto, in ossequio all'ordine del giorno 9/00547-A/009, ad effettuare un monitoraggio degli atti motivati dei procuratori della Repubblica in ordine alla sussistenza dell'interesse pubblico che giustifica l'autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti, e quali siano gli esiti;

   nello specifico, quante siano state, a partire dall'entrata in vigore delle nuove norme, le conferenze stampa degli organi inquirenti disposte con atto motivato, e quali le specifiche ragioni di pubblico interesse che le abbiano giustificate in ciascun caso;

   in quanti casi, a partire dall'entrata in vigore delle nuove norme, siano state autorizzate conferenze stampa o comunicati stampa delle forze di polizia giudiziaria ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 188 del 2021, e quali motivazioni siano state addotte per giustificarle;

   se si sia monitorata anche la deprecabile prassi di assegnare denominazioni alle inchieste e se tali denominazioni fossero compatibili con il principio di presunzione d'innocenza;

   se a seguito dell'entrata in vigore della legge 17 giugno 2022, n. 71 siano state avviate azioni disciplinari ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera v), del decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109;

   se intenda avvalersi della facoltà di adottare, entro il 14 dicembre 2023, un decreto legislativo recante correttivi e integrazioni al decreto legislativo in materia di presunzione di innocenza a partire da quanto emerso dalla sua concreta applicazione, con particolare riferimento alla violazione del principio di presunzione di innocenza attraverso la pubblicazione dell'ordinanza di custodia cautelare e alla necessità di modificare l'articolo 114 del codice di procedura penale impedendone la pubblicazione integrale e testuale fino, a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare.
(2-00212) «Enrico Costa».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SARRACINO e BORRELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   ha destato scalpore e sconcerto il video registrato da un telefonino e che ha avuto vasto eco mediatico in cui alcuni detenuti del carcere di Poggioreale di Napoli si sono esibiti in una serie di deliranti affermazioni;

   si tratta di un episodio di assoluta gravità e non affatto derubricabile a semplice atto di goliardia;

   la domanda è come sia possibile che all'interno di un istituto penitenziario come Poggioreale possano girare liberamente dei telefonini;

   il video pone oggettivamente una serie di inquietanti interrogativi sui mancati controlli e sui rischi connessi a questi collegamenti;

   suddetto sconcerto è stato ben rappresentato da una serie di riflessioni pubblicate anche a mezzo stampa, in particolare quella di don Maurizio Patriciello sul quotidiano Avvenire-:

   se il Ministro risulti essere a conoscenza di quanto riportato in premessa e se e quali iniziative abbia adottato con urgenza per verificare l'accaduto e per individuare le responsabilità e la causa dei mancati controlli al fine di scongiurare il ripetersi di tali episodi e di evitare un rischio di emulazione rafforzando le misure di sicurezza e gli organici della polizia penitenziari in servizio presso tale struttura.
(5-01236)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BAKKALI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 61 del 2023 recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 ha previsto una misura a sostegno delle imprese esportatrici dei territori colpiti dall'alluvione di maggio 2023 attraverso contributi a fondo perduto a copertura dei danni materiali subiti a seguito dell'evento calamitoso. La dotazione complessiva prevista è di 300 milioni di euro. In particolare, una quota fino a 30 milioni di euro è riservata alle micro e piccole imprese, una quota fino a 180 milioni di euro è riservata alle Pmi (incluse le micro e piccole imprese) e una quota fino a 90 milioni di euro è riservata alle mid Cap;

   l'importo massimo concedibile è pari a € 1.500.000 ed è riconoscibile rispetto ai danni riportati nella Perizia asseverata pari a: per i beni non assicurati, fino all'80 per cento dei danni accertati, per i beni assicurati, fino al 100 per cento dei danni accertati esclusi dalla copertura assicurativa (franchigia/scoperto o quota non assicurata);

   il contributo è riconosciuto nei limiti della quota dei medesimi danni per la quale non si è avuto accesso ad altre forme di ristoro a carico della finanza pubblica, o a indennizzi assicurativi, sotto qualsiasi forma e da qualunque soggetto concessi o erogati;

   il contributo è erogato in un'unica tranche entro 10 giorni dalla ricezione dell'esito della delibera del Comitato agevolazioni di Simest –:

   quante siano le imprese – micro e piccole imprese, Pmi e Mid Cap, che abbiano già ricevuto il contributo e per quali importi.
(5-01238)

Interrogazione a risposta scritta:


   GADDA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la crisi energetica ha reso evidenti alcune debolezze strutturali del sistema energetico italiano, che possono essere superate – nel medio periodo – perseguendo con maggiore convinzione uno sviluppo deciso delle fonti rinnovabili;

   ciò è particolarmente vero se si fa riferimento alle potenzialità che potrebbero essere liberate da una politica di sostegno dello sviluppo diffuso di impianti fotovoltaici di autoproduzione di energia elettrica su edifici produttivi;

   il tema delle rinnovabili è tornato all'attenzione del decisore politico come strategico per fronteggiare la crisi energetica, anche se lo sforzo si è concentrato prevalentemente sulla semplificazione degli iter autorizzativi, ma i risultati concreti, in termini di nuove installazioni, sono ancora ben lontani dagli obiettivi di installazione che dovrebbero attestarsi sugli 8 GW all'anno;

   è necessario rendere il quadro normativo omogeneo e in grado di recepire le ulteriori opportunità derivanti dalla prossima implementazione delle comunità energetiche, un modello che sembra essere adeguato alle piccole e medie imprese e alle attività artigiane che rappresentano l'ossatura del tessuto produttivo italiano;

   uno snellimento degli oneri fiscali, finanziari e burocratici per l'installazione di impianti fotovoltaici su edifici produttivi e relative pertinenze permetterebbe di prevenire l'impatto sulle imprese derivante dall'aumento del costo dell'energia, di incrementare la sicurezza degli approvvigionamenti e l'autosufficienza energetica, di accelerare il processo, di decarbonizzazione;

   secondo i dati diffusi della confederazione nazionale dell'artigianato (Cna), coinvolgere a pieno le Pmi per aumentare la potenza installata da Fer, sfruttandone i grandi numeri e l'ampia diffusione territoriale di manufatti idonei a ospitare impianti fotovoltaici valorizzerebbe il patrimonio di immobili «ad uso produttivo» che sfiora le 800 mila unità ed è detenuto, per circa il 70 per cento dalle piccole e medie imprese, stimando una superficie potenziale complessiva di 400 milioni di metri quadri;

   ciò metterebbe a disposizione una potenza di circa 57.600 GWh, con un dimezzamento del fabbisogno energetico delle imprese e una riduzione della dipendenza dalle fonti fossili, della vulnerabilità degli approvvigionamenti, delle emissioni climalteranti;

   il coinvolgimento di 200 mila piccole e medie imprese potrebbe generare nel breve termine una potenza ulteriore di 8.700 MW e una produzione annua addizionale di più di 10 mila GWh, corrispondenti poco meno di un terzo di tutta l'energia elettrica prodotta attualmente in Italia con impianti fotovoltaici, riducendo il consumo di gas per la generazione elettrica di circa 1 miliardo di metri cubi e le emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate con evidenti benefici per l'ambiente;

   a tal fine è necessario prevedere strumenti in grado di supportarle finanziariamente nell'affrontare l'investimento iniziale, nonché eliminare gli ostacoli burocratici e fiscali successivi alla fase di installazione, così da stimolare ulteriori margini di sviluppo per il settore delle rinnovabili –:

   se il Governo sia a conoscenza delle potenzialità inutilizzate sopra illustrate e se intenda utilizzare, e con quali tempistiche, tutti gli strumenti di sua competenza al fine di:

    a) istituire un credito d'imposta con percentuali da applicare in modo inversamente proporzionale alla dimensione dell'impianto sulla base delle diverse classi di potenza degli impianti, fino ad un massimo del 50 per cento per le spese sostenute per l'installazione di impianti di auto-produzione da Fer fino a 200 kilowatt;

    b) intervenire per via normativa al fine di sgravare tali impianti dagli obblighi fiscali attualmente previsti dalla normativa vigente, con particolare riferimento alla rilevanza catastale attraverso un'esclusione chiara da tale imposizione anche degli impianti installati su edifici produttivi o relative pertinenze;

    c) equiparare gli impianti fotovoltaici che insistono su attività produttive e relative pertinenze ai beni strumentali funzionali all'attività di impresa ai sensi dell'articolo 1, comma 21, della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
(4-01469)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:


   BOLDRINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il lavoro svolto dalle donne in ambito portuale e marittimo è poco conosciuto ed è quindi necessario sviluppare un dibattito costruttivo fra gli stakeholder del settore, al fine di aumentare e migliorare la presenza femminile nei porti e nel comparto marittimo come un'opportunità per le generazioni future;

   a livello mondiale la percentuale di lavoratrici in ambito marittimo, ossia imbarcate su navi passeggeri e commerciali, si attesta al 2 per cento circa della forza lavoro complessiva, mentre ci sono solo 12 donne comandanti di navi da crociera;

   sempre a livello globale, le donne che lavorano nelle imprese portuali occupandosi delle operazioni di imbarco e sbarco merci sono il 16 per cento della forza lavoro complessiva, percentuale che scende all'8 per cento in Italia con profonde differenze tra le realtà portuali; mentre nel porto di Livorno la percentuale delle lavoratrici sale al 10 per cento, avvicinandosi alle percentuali dei porti nordeuropei, in altri porti italiani non risultano donne;

   la carenza di figure femminili nel settore portuale e marittimo si registra anche nelle posizioni di vertice: in Italia, le 16 autorità di sistema portuale hanno 16 presidenti uomini, 14 segretari generali uomini e 2 segretari generali donne. Inoltre il numero delle donne in posizioni dirigenziali è basso (5 per cento) e non esistono donne comandanti di navi;

   il lavoro portuale è profondamente cambiato negli ultimi 50 anni e per le operazioni di sbarco e imbarco si utilizzano mezzi meccanici come le gru; quindi le mansioni svolte dalle lavoratrici non sono più limitate ai settori amministrativi, ma sono le medesime della manodopera maschile: oggi le donne sono gruiste, guidano mezzi di sollevamento, svolgono funzioni con palmari a bordo di portacontainer di ultima generazione;

   un esempio in tal senso è il porto di Livorno, dove il ruolo delle donne cresce non solo nella parte manuale, ma anche in ambito di pianificazione e progettazione, entrando negli ingranaggi del terminal e nelle fasi decisionali;

   il mercato del lavoro portuale è regolamentato dalla legge n. 84 del 1994, che dispone in capo al presidente Adsp l'adozione del piano dell'organico del porto di lavoratori e lavoratrici delle imprese portuali che ha valore di documento strategico di ricognizione e analisi, sulla base del quale si adottano piani di intervento finalizzati a formazione e riqualificazione professionale;

   sarebbe importante che il Mit indirizzasse le Adsp verso l'elaborazione del piano dell'organico del porto tenendo conto della dimensione di genere e del profilo professionale contrattualmente previsto; ad oggi non tutte le Adsp elaborano questo documento con dati disaggregati per genere e che mettano in evidenza il profilo professionale di uomini e donne;

   è inoltre fondamentale ricostruire un quadro conoscitivo sull'occupazione femminile nel comparto portuale e marittimo nel nostro Paese. Risulta necessario sapere: il numero delle donne impiegate nelle 16 Autorità di sistema portuali nazionali e in quale posizione esse siano occupate; il numero delle donne impiegate nelle imprese portuali, sia come amministrative sia come operative (imprese ex articoli 16, 17 e 18 della legge n. 84 del 1994) nei porti gestiti dalle 16 Autorità di sistema portuale;

   nel comparto marittimo è importante conoscere quante siano le donne e in quale profilo professionale siano iscritte nel turno generale gestito dalle capitanerie di porto -:

   quali iniziative di competenza si intenda adottare per aumentare il numero delle donne nel comparto portuale e marittimo e migliorare la loro condizione lavorativa, in particolare prevedendo specifici investimenti per la realizzazione di servizi e spogliatoi riservati e l'istituzione di asili e nidi aziendali per la conciliazione del lavoro con la vita familiare;

   quali iniziative si intenda adottare per ampliare l'offerta formativa oggi molto limitata;

   se non si ritenga di intervenire, per quanto di competenza, per consentire il riconoscimento del lavoro portuale e marittimo come usurante sia per gli uomini sia per le donne.
(4-01462)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   MARIANNA RICCIARDI, CAROTENUTO, SERGIO COSTA, L'ABBATE, ILARIA FONTANA, SANTILLO, MORFINO, CASO e QUARTINI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dal quotidiano «Il Corriere del Mezzogiorno», il 18 luglio 2023 intorno alle 5 del mattino un violento incendio è divampato per motivi ancora non chiari nelle vicinanze di un campo rom a Barra, in via Mastellone; a seguito dell'incendio alcune baracche sono andate distrutte e si è levata una colonna di fumo denso e nero visibile da tutta Napoli e dal Vesuviano, che ha provocato il blocco della circolazione in autostrada, con circa dieci chilometri di coda per entrare in città;

   solamente un anno fa un altro incendio era scoppiato nella stessa zona;

   il dipartimento di Napoli dell'Arpa Campania ha attivato un campionatore ad alto flusso per il monitoraggio di diossine e furani dispersi in atmosfera;

   da una prima analisi dei dati registrati nella prima parte della mattinata dalle stazioni della rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria dislocate entro alcuni chilometri dal luogo dell'incendio, non si evidenziavano criticità apprezzabili riconducibili all'evento, ma gli ulteriori approfondimenti sul quadro della qualità dell'aria nel territorio hanno rilevato valori di diossine e di furani superiori 11 volte il limite massimo consentito per legge;

   in pratica nei tre giorni successivi in prossimità dell'ex campo rom di via Mastellone le sostanze tossiche provenienti dalla combustione di copertoni, materiali edili di risulta e rifiuti speciali hanno reso l'aria irrespirabile;

   a nulla sono valse le numerose segnalazioni di cittadini e comitati preoccupati per la presenza di una vera e propria discarica a cielo aperto;

   numerosi comitati di cittadini si sono attivati per protesta, rilasciando la seguente nota congiunta: «L'ultimo incendio ha provocato una nube tossica densa e asfissiante. Molti cittadini hanno dovuto ricorrere alle cure mediche, altri ancora hanno dovuto lasciare le loro case. L'incendio si è protratto per diversi giorni, ancora giovedì 20 luglio si avvertivano i miasmi provocati dalla nube tossica. I residui della combustione continueranno per un lunghissimo tempo ad avvelenare ambiente. Negli anni scorsi, più volte nello stesso spazio sono stati segnalati roghi soffocanti. Nel campo, nel mese di agosto 2021 si sprigionò un incendio di vaste proporzioni, per questo fu chiuso e posto sotto sequestro. Ciò nonostante, successivamente sono stati segnalati altri roghi di minore entità ma ugualmente insopportabili. Si è così giunti all'ultimo gravissimo episodio. L'area è in larga parte di proprietà del comune di Napoli, che deve provvedere a bonificare i suoli disseminati di rifiuti pericolosi e restituire lo spazio ad un uso sociale. Deve inoltre provvedere a vigilare l'area divenuta un pericolo grave per la pubblica incolumità»;

   secondo quanto riportato dal quotidiano «Il Mattino», in occasione della riunione del Consiglio della municipalità di Napoli Est si è appreso come i costi delle operazioni di rimozione di rifiuti (baracche, carcasse di auto e materiali di ogni genere gestiti illecitamente), presupposto necessario per procedere alla successiva bonifica, siano aumentati; si è passati dal preventivo di Asìa di maggio 2023 di 4,5 milioni di euro agli oltre cinque milioni di euro per il solo prelievo e smaltimento dei rifiuti presenti; la cifra non copre l'eventuale intervento di bonifica che si potrebbe rendere necessario per ristabilire la sicurezza di suolo e falda-:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti in premessa e se non ritengano di dover intervenire urgentemente, per quanto di competenza, al fine di garantire che i controlli e le azioni poste in essere per scongiurare i danni alla salute della popolazione derivanti dall'incendio della discarica di via Mastellone possano essere quantitativamente e qualitativamente idonei ed efficaci a preservare la tutela della salute della popolazione;

   quali iniziative di competenza intendano adottare per agevolare e velocizzare le operazioni di bonifica dei terreni coinvolti.
(3-00593)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   l'ultimo rapporto «Piccoli schiavi invisibili» di Save the Children denuncia le condizioni dei minori, vittime o a rischio di tratta e sfruttamento nel nostro Paese i cui diritti più basilari vengono sistematicamente violati;

   in Italia e nel mondo, una vittima su tre di tratta e sfruttamento è minorenne;

   nel 2022, 2.517 persone in Italia sono state valutate come possibili vittime di tratta e sfruttamento e tra queste almeno 101 sono minorenni;

   il report racconta in particolare la condizione dei minori sfruttati in agricoltura nella provincia di Latina (Lazio) e nella «Fascia Trasformata» di Ragusa (Sicilia): bambini e bambine, figli di braccianti sfruttati, che spesso trascorrono la loro infanzia in alloggi di fortuna, in condizioni di isolamento e con un difficile accesso alla scuola e ai servizi sociali e sanitari;

   per queste famiglie risulta complicato persino ottenere la residenza, un codice fiscale, l'assegnazione del medico o del pediatra, accedere ai bonus per i servizi mensa e trasporto scolastico, compilare un Isee;

   spesso tali minori sono «invisibili», non sempre vengono censiti ed è complicato anche stabilire la loro reale presenza sul territorio, sicuramente superiore rispetto a quella accertata;

   le testimonianze di chi vive o ha vissuto in condizioni di sfruttamento e quelle dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, sindacati, medici e insegnanti che operano in questi territori, consegnano una realtà contrassegnata da diffuse privazioni;

   la scuola rappresenta un presidio attivo per il contrasto all'isolamento sociale di questi minori, un'isola felice in una giornata impiegata a lavorare nei campi e nelle aziende, a contatto con pesticidi, senza protezioni individuali;

   la frequenza scolastica è compromessa dai ritmi di lavoro, tanti bambini si assentano perché obbligati a lavorare o, per la stanchezza, si addormentano durante le lezioni;

   secondo Save the Children, in Italia, tra i 14-15enni che lavorano, il 27,8 per cento (circa 58.000 minorenni) ha svolto lavori particolarmente dannosi allo sviluppo educativo e al benessere psicofisico;

   occorre porre fine alla condizione di invisibilità in cui vivono questi minori, assicurando loro una residenza anagrafica, l'iscrizione ai servizi sanitari, alla scuola e ai servizi di sostegno indispensabili alla tutela dei minori e alla lotta allo sfruttamento;

   il cosiddetto «Decreto Cutro» ha abrogato il permesso di soggiorno per protezione speciale a tutela della vita privata e familiare dello straniero e la possibilità di convertire lo stesso in permesso di soggiorno per motivi di lavoro –:

   se non intendano realizzare un programma specifico per la presa in carico di minori a rischio sfruttamento e minori figli di vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura, assicurando loro un reale accesso alla protezione sociale, all'assistenza sanitaria, all'istruzione, potenziando i servizi di mediazione culturale, le attività di accompagnamento allo studio, l'accesso alla mensa, al tempo pieno, ad attività pomeridiane gratuite;

   se il Ministro dell'interno non intenda incrementare, attraverso un maggior utilizzo dei fondi europei di propria competenza, i servizi di mediazione culturale all'interno delle Procure, Servizi sociali, scuole e altri uffici pubblici, in forma gratuita per i beneficiari;

   se non intendano garantire ai minori vittime di tratta e sfruttamento, protezione immediata attraverso l'accoglienza presso strutture protette specializzate nella cura di minori;

   se non intendano adottare iniziative normative per reintrodurre il permesso di soggiorno per protezione speciale, consentendone la conversione in permesso di soggiorno per motivi di lavoro;

   se non intendano, attraverso il Tavolo-Caporalato, adottare nei tempi previsti le linee guida nazionali sulle soluzioni alloggiative dignitose a favore dei lavoratori occupati in agricoltura;

   se non intendano rafforzare azioni di sensibilizzazione e informazione sui diritti dei lavoratori, orientamento ai servizi, assistenza amministrativa e legale a favore di adulti e minori a rischio o in condizioni di sfruttamento, potenziare i controlli nelle aziende per contrastare l'impiego di manodopera minorile.
(4-01464)


   SCOTTO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 25 luglio 1943 è stata una giornata storica per l'Italia che ha segnato la fine del fascismo dopo 21 anni, in tale giorno, infatti, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini è stato destituito e arrestato;

   una famiglia emiliana democratica e cattolica, la famiglia Cervi, dopo aver appreso la notizia, decise di festeggiare e di distribuire pastasciutta gratuita alla popolazione nella speranza che l'arresto del dittatore avesse posto fine alla guerra;

   purtroppo non fu così e i sette fratelli Cervi presero parte attiva alla resistenza, furono fatti prigionieri, torturati e poi, il 28 dicembre 1943, a Reggio Emilia furono fucilati dai fascisti;

   l'Anpi, associazione che svolge attività culturale, promuove da diverse anni l'organizzazione di un evento denominato «Pastasciutta antifascista» nella ricorrenza del 25 luglio: un gruppo di simpatizzanti dell'Anpi si ritrova a trascorrere qualche ora insieme con un momento conviviale caratterizzato da una pastasciutta;

   nel bassanese sono diversi anni che l'associazione culturale Anpi, sezioni di Bassano del Grappa, Altopiano 7 comuni, Marostica e Valbrenta organizza questo evento;

   il giorno 4 luglio 2023 il signor Redento Geremia, a nome dell'associazione Anpi, ha chiesto verbalmente al sindaco di organizzare tale evento presso il parco pubblico di via Sacro Cuore;

   in data 10 luglio il sindaco Mezzalira autorizzava telefonicamente il signor Geremia ad organizzare la Pastasciutta presso il Parco;

   in data 19 luglio lo stesso sindaco sempre telefonicamente annullava la concessione adducendo motivi di «regolamento comunale e di sicurezza pubblica»;

   in data 20 luglio il signor Geremia presentava domanda scritta per avere l'autorizzazione all'evento;

   il comma 5 dell'articolo 31 del Regolamento comunale di Polizia Urbana approvato il 17 dicembre 2018 recita: «All'interno del parco vi possono essere strutture coperte fisse o smontabili. In dette strutture si possono tenere attività ricreative e culturali (non sono ammesse attività politiche)»;

   l'Anpi non ha nessuna finalità politica né economica, promuove i valori espressi dalla Costituzione valorizzando quanti hanno perso la vita nella lotta per la Liberazione;

   l'Ufficio ordine pubblico del Commissariato di Bassano del Grappa, interpellato dagli organizzatori, non ha posto nessun veto sull'evento-:

   quali iniziative – per quanto di competenza – intenda intraprendere rispetto al diniego sostanzialmente immotivato che a parere dell'interrogante rischia di essere interpretato dai vari gruppi neofascisti presenti sul territorio come un chiaro messaggio da parte del comune, che sembra favorire posizioni in contrasto con i principi fondamentali della nostra democrazia, che si fonda sulla resistenza e sull'antifascismo.
(4-01470)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta orale:


   BATTILOCCHIO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 59 del 2017 disciplina il sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria e introduce, a tal fine, un percorso universitario e accademico di formazione iniziale e abilitazione dei docenti successivo al conseguimento della laurea magistrale che prevede, tra l'altro, l'acquisizione di 60 crediti formativi universitari o accademici (Cfu o Cfa) attraverso centri individuati dalle istituzioni della formazione superiore, anche in forma aggregata, nell'ambito della rispettiva autonomia statutaria e regolamentare, conseguiti in modalità aggiuntiva;

   il Governo avrebbe dovuto adottare, entro il 31 luglio 2022, il Dpcm per la definizione dei contenuti e la strutturazione dell'offerta formativa corrispondente ai medesimi 60 Cfu/Cfa che, si apprende dalla stampa, è in corso di definizione in questi giorni e potrebbe essere pubblicato prima della pausa estiva dei lavori parlamentari;

   il profilo conclusivo del docente abilitato descrive le competenze educative, disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali, di osservazione, valutazione, documentazione, innovazione e ricerca, tra loro correlate e interagenti; la professionalità del docente si delinea attraverso lo sviluppo e l'evoluzione continua delle competenze culturali e disciplinari, e il candidato all'abilitazione professionale all'insegnamento deve dimostrare padronanza in relazione ai nuclei basilari dei saperi disciplinari che appartengono alla classe di concorso per la quale concorre, nonché deve essere capace di sviluppare connessioni interdisciplinari tra le discipline a cui si riferisce la classe di concorso e le altre discipline;

   dall'ultima bozza di Dpcm che è possibile consultare attraverso la rete internet, è possibile evincere che sia l'allegato 1 che l'allegato 2, che individuano l'offerta formativa finalizzata all'acquisizione del profilo conclusivo del docente abilitato e degli standard professionali minimi di cui all'allegato A del medesimo Dpcm ove si disciplinano i criteri e i contenuti del percorso di formazione iniziale con riferimento specifico alle singole discipline, ai relativi Cfu e agli obiettivi formativi minimi da raggiungere, nell'elenco dei settori scientifico disciplinari (Ssd) relativi all'area delle discipline psico-socio-antropologiche non è stato inserito il settore scientifico disciplinare M-FIL/03 – Filosofia morale – quale insegnamento utile a maturare i crediti nell'ambito antropologico, nonostante fosse previsto nel precedente decreto di definizione dei Cfu necessari per accedere alla professione docente (ordinamento previgente);

   le ragioni culturali che avevano reso possibile l'inserimento dell'antropologia filosofica nell'ambito dell'antropologia sussistano ancora oggi e rappresenterebbe un'ulteriore possibilità per gli studenti di scegliere anche il Ssd in cui vengono impartiti insegnamenti di antropologia filosofia, oltre a consentire agli studenti che hanno già svolto il percorso Pf24 e maturato Cfu nel Ssd M-FIL/03 di avere convalidati questi crediti nell'ambito del nuovo percorso abilitante;

   non ultimo, l'inserimento del Ssd M-FIL/03 consentirebbe infine di mantenere attivi nelle università gli insegnamenti di antropologia filosofica, senza disperdere le competenze culturali e didattiche maturate da parte dei docenti universitari grazie al percorso Pf24 –:

   se quanto espresso in premessa corrisponda al vero e, nel caso, se non si ritenga di dover adottare iniziative di competenza volte a riconsiderare il contenuto del Dpcm nel senso di reintrodurre il settore scientifico disciplinare M-FIL/03 tra quelli previsti dalla voce «discipline psico-socio-antropologiche» del nuovo percorso di formazione degli insegnanti.
(3-00592)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   la conferenza delle regioni e delle province autonome del 22 marzo 2023 con nota protocollo 1935/C8SOC ha indirizzato al Ministro del lavoro e delle politiche sociali un segnale di forte preoccupazione per l'utilizzo del fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS) e in particolare sulle regole di rendicontazione;

   sono state segnalate le criticità legate all'attuazione delle disposizioni normative di cui all'articolo 89 comma 1 del decreto-legge n. 34 del 2020 che prescrive le modalità di rendicontazione da parte delle regioni in termini di percentuale di spesa sostenuta nelle precedenti annualità e in particolare alla pretesa della rendicontazione del 100 per cento della spesa sostenuta, pena la mancata erogazione del fondo annuale di competenza;

   tale interpretazione degli uffici mostra evidenti limiti nell'applicazione pratica perché la gestione dei servizi sociali territoriali è demandata ai Comuni associati in ambiti territoriali sociali ed eventuali ritardi nella spesa anche di un solo ambito territoriale priverebbero l'intera regione del trasferimento delle intere risorse del fondo di competenza;

   tale interpretazione colpisce anche altri fondi: Fondo Nazionale per le non autosufficienze, Fondo per l'assistenza delle persone con disabilità prive di sostegno familiare (Dopo di Noi) e dal 2024 il Fondo Nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare affinché si possa risolvere il problema sopra rappresentato che rischia di mettere in crisi il sistema dei Servizi sociali di molte regioni e si applichi la norma a quanto effettivamente speso e rendicontato senza ulteriori penalizzazioni;

   in subordine, nel caso in cui occorra un intervento normativo, se intenda promuovere un'iniziativa per la modifica dell'articolo 89, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020, consentendo di rendicontare quanto effettivamente speso dai comuni e non impedendo le erogazioni alle regioni della quota annuale di spettanza.
(2-00211) «Ciocchetti, Foti».

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   SCOTTO, BONAFÈ, BRAGA, GUERRA, ORLANDO, CUPERLO, GRIBAUDO, FORNARO, FOSSI, LAUS, MAURI e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nel corso dell'esame del decreto-legge n. 75 del 2023, è stata introdotta una norma che ha disposto la sostituzione del Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare (Previdenza Italia) con l'Associazione italiana per la previdenza complementare (Assoprevidenza), nelle funzioni di analisi, ricerche, studi e valutazioni concernenti investimenti dei fondi pensione nel capitale delle micro, piccole e medie imprese;

   il Ministero del lavoro e delle politiche sociali erogherà quindi direttamente ad Assoprevidenza le risorse previste per lo svolgimento dei suoi compiti, pari a 2 milioni di euro annui fino al 2034, al fine di accelerare la capacità amministrativa nei processi di analisi e di valutazione degli interventi in materia di previdenza complementare;

   l'articolo 58-bis, comma 4, del decreto-legge n. 124 del 2019, nella sua attuale formulazione, prevede che per le finalità relative ad investimenti dei fondi pensione nel capitale delle micro, piccole e medie imprese, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali si avvale anche delle attività di analisi e studio del Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare denominato «Previdenza, Italia», con la partecipazione dei rappresentanti delle Associazione dei Fondi pensione;

   la modifica in questione è stata introdotta con un emendamento che nella seduta delle Commissioni referenti dell'11 luglio 2023 era stato dapprima dichiarato inammissibile, poi riammesso, e successivamente approvato;

   il Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare dovrebbe svolgere funzioni di interesse generale di accompagnamento e sostegno alla previdenza integrativa e i suoi compiti non dovrebbero essere affidati a una struttura privata, che inoltre rappresenta solo una parte dei fondi pensione, a cui, tra l'altro, verrebbero corrisposti i corrispondenti contributi finanziari;

   il rilancio delle adesioni alla previdenza complementare negoziale, rendendola effettivamente accessibile anche a chi lavora nelle piccole imprese e ai giovani è un obiettivo che va perseguito senza esitazioni e soluzioni contraddittorie che rischiano di togliere credibilità a tale fondamentale strumento di miglioramento dei trattamenti previdenziali per milioni di lavoratori-:

   se non ritenga di dover adottare iniziative normative per quanto di competenza, al fine di rivedere la soluzione in questione e per restituire credibilità ed imparzialità nella gestione di importanti funzioni riguardanti una questione sociale di primaria rilevanza come la previdenza complementare.
(5-01233)


   BAKKALI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in conseguenza dei gravi eventi meteorologici che, a partire dal 1° maggio 2023, hanno colpito il territorio delle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, il Consiglio dei ministri, nella seduta del 4 maggio 2023, ha deliberato lo stato di emergenza per la Regione Emilia-Romagna;

   il decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante «Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023» (Allegato n. 1), tra le misure previste in materia di lavoro, prevede all'articolo 7 un nuovo strumento di sostegno al reddito, sotto forma di ammortizzatore sociale «unico», a tutela sia dei datori di lavoro – costretti a sospendere l'attività a causa degli eventi alluvionali – sia dei lavoratori dipendenti del settore privato, impossibilitati a prestare attività lavorativa, ovvero a recarsi al lavoro, in conseguenza del medesimo evento alluvionale;

   l'ammortizzatore unico è riconosciuto ai lavoratori subordinati del settore privato che, alla data del 1° maggio 2023, risiedevano o erano domiciliati ovvero lavoravano presso un'impresa avente sede legale od operativa in uno dei territori indicati nell'allegato 1 e che sono stati o sono impossibilitati a prestare attività lavorativa a seguito degli eventi straordinari emergenziali, in ogni caso entro il limite temporale del 31 agosto 2023. La medesima integrazione al reddito è riconosciuta anche ai lavoratori privati dipendenti, impossibilitati in tutto o in parte a recarsi al lavoro, ove residenti o domiciliati nei medesimi territori e ai lavoratori agricoli impossibilitati a prestare l'attività lavorativa per il medesimo evento straordinari -:

   quanti lavoratori abbiano fino ad ora beneficiato dell'ammortizzatore unico di cui in premessa, per quanto tempo e per quali importi medi.
(5-01234)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel 2019 l'amministrazione comunale del comune di Castellammare di Stabia, ha indetto una procedura pubblica per titoli e colloquio di profili professionali, con contratto di lavoro dipendente, a tempo determinato, per la realizzazione di servizi/interventi di sostegno a valere sul fondo sociale europeo. Il profilo per cui si pone il quesito riguarda il profilo di funzionario assistente sociale;

   il 1° aprile 2019 il comune ha instaurato i rapporti di lavoro con termine 31 agosto 2021;

   nel maggio 2021 l'amministrazione comunale ha pubblicato un avviso di selezione pubblica per titoli ed esami per il reclutamento a tempo determinato (24 mesi) di varie figure professionali; solo alcune delle precedenti assistenti sociali hanno vinto il concorso e dal 2 novembre 2021 è decorso il contratto;

   a febbraio 2022 il comune di Castellammare di Stabia è stato sciolto per infiltrazione camorristica;

   a giugno 2022, al raggiungimento dei 36 mesi di servizio, è stata inviata istanza di stabilizzazione ai sensi dell'articolo 20 della cosiddetta legge «Madia» e ad oggi a quell'istanza l'Ente non ha dato alcun riscontro;

   si ricorda che il cosiddetto decreto «Milleproroghe», approvato a fine 2022, dà agli enti locali l'opportunità di assunzione a tempo indeterminato per gli assistenti sociali che svolgono la professione nei comuni;

   lo scopo, come si legge al comma 19 dell'articolo 1 del provvedimento, è quello di garantire la continuità nell'erogazione delle prestazioni dei servizi sociali comunali, e in particolare della «presa in carico dei beneficiari» degli interventi da parte degli assistenti sociali, e della salvaguardia della relazione tra assistente ed assistito;

   potranno essere assunti a tempo indeterminato gli assistenti sociali che al 31 dicembre 2023 abbiano maturato almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni alle dipendenze dell'amministrazione che procede all'assunzione;

   si precisa che sono tre le unità di personale nel comune di Castellammare di Stabia in possesso dei requisiti previsti dalla cosiddetta legge «Madia»;

   ad ottobre 2022 viene pubblicata la programmazione del fabbisogno 2022/2023 del personale in cui vengono individuate 11 assunzioni relativamente al profilo funzionario assistente sociale e viene individuata come modalità di reclutamento la stabilizzazione del personale precario ai sensi dell'articolo 20 cosiddetta legge «Madia»;

   il 26 aprile 2023 la commissione straordinaria, unitamente alla segretaria generale, nominata dalla precedente amministrazione, hanno incontrato le sigle sindacali Cisl Fp e Uil Pl sulla questione relativa alla stabilizzazione del personale precario del settore socio-assistenziale;

   in sede di incontro, la segreteria generale ha rilevato talune criticità rispetto alle procedure selettive relativamente all'avviso pubblico risalente al 2019, ormai concluso senza alcun ricorso;

   le OO.SS. presenti hanno sottolineato invece la regolarità della procedura e la necessità della stabilizzazione. Il perfetto in conclusione ha affermato che, è intenzione richiedere un parere al Dipartimento della funzione pubblica;

   a maggio 2023 invece è stata pubblicata determina per l'assunzione di 8 assistenti sociali tramite scorrimento di graduatoria, sotto a cui sono seguite le diffide a procedere da parte delle sigle sindacali Cisl Fp e Uil Pl, unitamente alle richieste di incontri monotematici;

   il 26 giugno 2023 nella bozza relativa alla programmazione del fabbisogno del personale 2023 la Commissione Straordinaria ha valutato, con riferimento alle assunzioni a tempo indeterminato delle 3 unità di personale di profilo funzionario assistente sociale previste per l'anno 2023 e finanziate con il contributo di cui al comma 797 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2021, di modificare le modalità assunzionali previste nella decorsa programmazione, ritenendo di non avvalersi dello strumento offerto dall'articolo 20 della cosiddetta legge «Madia» (procedure di stabilizzazione del personale precario) in favore di un totale reperimento delle professionalità ricercate dall'esterno. Si precisa che non è stata addotta alcuna motivazione circa il cambio di rotta che ha indotto l'ente ad abbandonare la strada delle stabilizzazioni, preferendo quella alternativa del reperimento di unità di graduatorie di altri enti;

   il 10 luglio 2023 è stato pubblicato il piano integrato di attività e organizzazione, all'interno del quale vengono previste 11 assunzioni di personale istruttore direttivo assistente sociale esclusivamente tramite scorrimento di graduatorie esterne, a scapito di lavoratori che hanno maturato requisiti ex lege, esperienza e professionalità sul campo soprattutto nel periodo pandemico in un Comune importante e densamente popolato come Castellammare di Stabia –:

   se il parere richiesto dall'ente comunale al dipartimento della funzione pubblica sia stato effettivamente reso e se non si ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a salvaguardare la posizione dei tre lavoratori che avevano maturato i requisiti per la stabilizzazione.
(4-01460)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   desta preoccupazione la situazione in cui versa l'Ospedale Santa Maria dell'Olmo di Cava de' Tirreni, a causa della grave e atavica carenza di personale, che in alcuni periodi dell'anno, come questo, è chiamato a svolgere turni estenuanti in condizione di perenne emergenza;

   secondo quanto si apprende da fonti di stampa, il pronto soccorso, da anni in sottorganico, ad oggi vedrebbe assegnate solo tre unità per l'area medica e tre unità per l'area chirurgica, grazie alle ore fornite da medici in servizio in medicina e in cardiologia per l'area medica e da quelle fornite dai medici in servizio in chirurgia per l'area chirurgica;

   tale situazione si è ulteriormente aggravata con il venir meno di alcune unità sia per pensionamento sia per trasferimento all'Asl Salerno in quanto vincitori di concorso e se fino al mese di giugno le unità, per ciascuna specializzazione, erano 5, attualmente si sarebbero ridotte a 3, un numero troppo esiguo per garantire una regolare turnazione;

   particolarmente critica è anche la situazione del 118 dove le carenze di ambulanze e personale a bordo rischiano di portare a una prossima chiusura della postazione in città, proprio nel periodo dell'anno in cui gli accessi aumentano;

   gli stessi operatori sanitari del Santa Maria dell'Olmo avevano paventato il rischio di possibili disservizi nella stagione estiva la riduzione delle attività operatorie alle sole emergenze, complice trasferimenti, pensionamenti e ferie; problemi che, combinati alle carenze croniche di personale, rendono difficoltosa, se non addirittura impossibile, la copertura dei turni;

   stando così la situazione, se non si interverrà tempestivamente con l'immissione in servizio di personale sanitario e socio-sanitario, nei prossimi mesi sarà inevitabile una paralisi del Pronto soccorso e dei ricoveri divisionali e a pagarne le conseguenze, più di tutti, saranno ovviamente i cittadini;

   è inaccettabile che l'ospedale di una città come Cava de’ Tirreni rischi di non poter continuare a servire un bacino di utenza con un potenziale di oltre 100.000 utenti, soprattutto in questo particolare periodo dell'anno durante il quale la presenza di turisti nella vicina costiera Amalfitana rende il nosocomio un punto di riferimento centrale –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere al fine di porre rimedio alla grave situazione in cui versa l'ospedale Santa Maria dell'Olmo di Cava de' Tirreni, con particolare riguardo alle gravi carenze di organico dell'ospedale e del 118.
(4-01466)

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:


   BARABOTTI. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   in data 6 luglio 2023 è stato emanato dal Ministro interrogato il decreto per le imprese ubicate all'interno dei comprensori sciistici nelle regioni del dorsale appenninico, più dettagliatamente denominato «Disposizioni applicative per l'erogazione delle risorse di cui all'articolo 3-quinquies, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14, in favore dei soggetti esercenti impianti di risalita a fune e di innevamento artificiale, dei gestori di stabilimenti termali, delle imprese turistico-ricettive, delle imprese di ristorazione e delle scuole di sci che svolgono la propria attività nei comuni ubicati all'interno dei comprensori sciistici nelle regioni con la dorsale appenninica, come individuati dalle medesime regioni con proprio provvedimento»;

   l'articolo 3-quinquies, a cui fa espresso riferimento il decreto, prevedeva la possibilità di destinare un ammontare pari a 30 milioni per investimenti diretti ad incrementare la competitività e la sostenibilità del settore turistico. Medesima finalità è riportata all'interno dell'articolo 2 del decreto in esame;

   nonostante ciò, tra i codici Ateco individuati al successivo articolo 3 (Beneficiari) non compaiono moltissime attività imprenditoriali e commerciali che fanno pienamente parte del comparto turistico interessato dalla norma. A titolo meramente esemplificativo, si riporta l'assenza delle attività che effettuano noleggio attrezzature sciistiche, le quali, come molte altre del settore, partecipano attivamente alla economia delle zone in cui operano e hanno un filo diretto con il turismo e le sue attività;

   pur ritenendo corretto e doveroso il sostegno alle imprese di cui all'articolo 3 del decreto, si segnala che escludere le attività commerciali significa tagliare fuori una grande maggioranza di imprenditori che hanno investito sul territorio e sulle relative attività e che vengono certamente colpiti da crisi e calo di affluenze turistiche; risultano, quindi, meritevoli della medesima attenzione e dei medesimi sostegni economici-:

   se il Ministro interrogato abbia intrapreso o intenda intraprendere iniziative volte a risolvere la problematica di cui in premessa e se abbia valutato o intenda valutare la possibilità di estendere, a determinate condizioni, gli aiuti di cui al richiamato provvedimento anche nei confronti delle attività commerciali attualmente escluse.
(4-01467)

Apposizione di una firma
ad una interrogazione.

  La interrogazione a risposta orale De Palma n. 3-00588, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 agosto 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bergamini Deborah.