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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 163 di venerdì 15 settembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 73, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Chiarimenti ed iniziative in ordine ai ritardi nell'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ed intendimenti circa i prossimi impegni sui temi del contrasto alla povertà, della lotta ai cambiamenti climatici e dell'uguaglianza di genere - n. 2-00220)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Boldrini e Braga n. 2-00220 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Boldrini se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Sì, Presidente, sono qui al banco del Comitato dei nove. Inizio questa illustrazione, signor Presidente, signor Vice Ministro, con una frase che mi ha colpito molto: “Se non agiamo ora, l'Agenda 2030 diventerà un epitaffio per un mondo che avrebbe potuto esistere”. Con questo allarme, il Segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, ha presentato, nello scorso maggio, il rapporto Progress towards the Sustainable Development Goals: Towards a Rescue Plan for People and Planet. Si tratta di un rapporto sullo stato di avanzamento dell'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Di questo rapporto si discuterà il 18 e il 19 settembre, quindi, tra pochissimi giorni, a New York, presso le Nazioni Unite, nel Forum politico di alto livello per lo sviluppo sostenibile. L'incontro, come sappiamo, è a scadenza quadriennale, e serve per fare il punto sull'attuazione dell'Agenda 2030. Ricordo che quest'Agenda è stata sottoscritta nel 2015 e si articola in 17 goals e 169 targets che ogni Stato, compresa l'Italia, ovviamente, si è impegnato a raggiungere.

L'incontro di New York si svolgerà - c'è una novità, Presidente - per la prima volta a livello di Capi di Stato e di Governo ed è annunciata anche la presenza della Presidente Meloni e del Ministro degli Esteri. Su questo rapporto focalizzerò l'attenzione di questa interpellanza urgente. Il Segretario generale ci dice che, a metà del cammino intrapreso nel 2015, su circa 140 target con dati aggiornati - perché li abbiamo solo su questi dei 169 totali -, solo il 12 per cento è vicino all'obiettivo, quasi il 50 per cento è in una condizione largamente insufficiente e il 30 per cento è fermo, o addirittura in regressione, rispetto alla situazione del 2015. È, quindi, un quadro veramente allarmante. Ma che cosa comportano queste percentuali sulla vita concreta delle persone, perché poi di questo si tratta? Vi sottopongo le previsioni contenute nel rapporto, che sono drammatiche: nel 2030, cioè tra 7 anni, 575 milioni di persone, quasi il 7 per cento della popolazione mondiale, vivranno in condizioni di povertà estrema; circa 670 milioni di persone soffriranno ancora la fame, cioè l'8 per cento della popolazione mondiale, Presidente. Sono livelli uguali a quelli del 2015, nessun progresso, nessuno. Troppi bambini continuano a soffrire di malnutrizione e, per quanto riguarda l'istruzione - anche qui, seguitemi -, se non verranno prese misure straordinarie, solo un Paese su 6 raggiungerà nel 2030 il goal 4, garantendo l'accesso universale all'istruzione di qualità. Si stima che 84 milioni di bambini non andranno a scuola e 300 milioni di studenti non acquisiranno la capacità di calcolo (non sapranno quanto fa 3 per 5) o anche l'alfabetizzazione di base, cioè non sapranno leggere e scrivere. È evidente anche che, di questo passo, falliremo l'obiettivo di raggiungere la parità di genere entro il 2030. A livello globale, nessuno dei 18 indicatori ha raggiunto, o quasi raggiunto, gli obiettivi. Cito dal Rapporto, Presidente: “Al ritmo attuale si stima che ci vorranno 286 anni per colmare le lacune nella protezione legale e rimuovere le leggi discriminatorie; 140 anni perché le donne siano equamente rappresentate nelle posizioni di potere e di leadership nel mondo del lavoro; 47 anni per raggiungere una pari rappresentanza nei Parlamenti nazionali”. Non ce l'abbiamo tutto questo tempo, Presidente, e l'Italia purtroppo sul tema dell'uguaglianza di genere, che è il goal 5 si trova al 14° posto tra i 27 Paesi dell'UE. Questa è una graduatoria basata sugli indicatori di uguaglianza di genere dell'European Institute for Gender Equality, che si forma su dati riguardanti l'occupazione, la gestione del tempo, le risorse economiche, la conoscenza, la salute e il potere nella società.

E ancora - perché il quadro è veramente disarmante -: miliardi di persone non hanno accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari. Raggiungere la copertura universale entro il 2030, che era quello che ci eravamo prefissati, richiederà un aumento di 6 volte degli attuali tassi di progresso sull'acqua potabile e di 5 volte per i servizi igienico-sanitari. Sarà possibile, Vice Ministro? Io non ho una risposta su questo. In ambito energetico, ancora, le previsioni ci dicono che nel 2030 circa 660 milioni di persone non potranno contare sull'elettricità e quasi 2 miliardi di persone continueranno a fare affidamento su combustibili e tecnologie inquinanti per cucinare. La quota di fonti rinnovabili rispetto al consumo totale di energia è oggi pari al 19,1 per cento, cioè il 2,4 per cento in più rispetto al 2015. Allora, io penso che queste siano previsioni che dovrebbero togliere il sonno a chiunque ricopre responsabilità e ruoli pubblici, ripeto: togliere il sonno.

Il mondo è sull'orlo di una catastrofe climatica e le attuali azioni per affrontare la crisi sono drammaticamente insufficienti. Senza decisioni immediate - e sottolineo “immediate”, non a caso, in quest'Aula - per ridurre le emissioni di gas serra in tutti i settori, l'obiettivo di 1,5 gradi centigradi sarà a rischio e con esso la vita di oltre 3 miliardi di persone. Le emissioni dovrebbero diminuire già ora ed essere dimezzate entro il 2030 e c'è ancora chi fa del negazionismo, Presidente e Vice Ministro, anche nella coalizione che sostiene questo Governo, come se non vedesse gli effetti devastanti che la crisi climatica ha comportato anche durante questa estate e anche nel nostro Paese, in Italia. E poi un quarto dell'umanità vive in aree colpite da conflitti e, a maggio del 2022, 100 milioni di persone, un numero record, sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni; nei primi 6 mesi del 2022 una persona su 251 in tutto il mondo era un rifugiato, la percentuale più alta mai documentata. E allora il finanziamento dello sviluppo sostenibile rimane una sfida importante, in particolare per i Paesi a basso reddito, ma le tensioni geopolitiche, le clamorose sottovalutazioni, l'ascesa dei nazionalismi hanno reso più difficile la diffusione della cooperazione internazionale.

Il Rapporto del Segretario generale dell'ONU si conclude, signor Presidente, con 5 raccomandazioni, che sono certa il Vice Ministro conoscerà. Ed è qui la nostra domanda: è consapevole il Governo del fatto che l'attuazione dell'Agenda 2030 è a rischio e che questo comporterà problemi drammatici per il futuro di miliardi di persone? Se è consapevole, cosa intende fare per contribuire a rimettere le cose sui binari giusti? Nel suo intervento all'incontro di New York, la Presidente Meloni raccoglierà, oppure no, le 5 raccomandazioni contenute nel Rapporto del Segretario generale, António Guterres? Le chiedo, signor Vice Ministro, di rispondermi, ma le chiedo di fare uno sforzo, di non trincerarsi - la prego - dietro risposte burocratiche su temi così importanti da cui dipende il futuro del pianeta.

PRESIDENTE. Il Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli, ha facoltà di rispondere.

EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie Presidente. Innanzitutto, grazie alla collega Boldrini per l'intervento che mette chiaramente in evidenza la situazione vergognosa a livello mondiale, ma anche quella italiana, situazione che abbiamo ereditato dopo ben 10 anni di Governo di centrosinistra. Innanzitutto, mi conosce da tanti anni e sa bene che io non ho affatto un approccio burocratico alle risposte, sebbene sia molto rispettoso dei ruoli dell'opposizione, ma cercherò di essere esaustivo. Innanzitutto, il vertice sugli obiettivi di sviluppo sostenibile sarà il principale appuntamento in materia di cooperazione della 78a Assemblea generale delle Nazioni Unite. L'Italia sarà rappresentata dal Vice Presidente del Consiglio, Ministro Tajani, ed io personalmente sarò presente. Il vertice si colloca a metà percorso tra l'adozione dell'Agenda 2030 e la data prevista per il suo conseguimento. Sarà ovviamente un momento importante in cui le Nazioni ad alto reddito dovranno confermare la centralità dell'Agenda e rispondere alle aspettative dei Paesi in via di sviluppo. Ovviamente, ci sono altre Nazioni ad alto reddito che non vogliono neanche partecipare alla casistica degli obiettivi dell'Agenda 2030, dal punto di vista anche del conteggio dell'aiuto allo sviluppo e alla cooperazione. Tra i temi prioritari vi sarà la sicurezza alimentare; è un tema su cui l'Italia sta giocando un ruolo importante - aggiungo, che si gioca la faccia - rispetto alle nostre grandi responsabilità quale Nazione europea più vicina all'Africa.

Il secondo vertice sui sistemi alimentari si è tenuto proprio per questo a Roma, dal 24 al 26 luglio; è stato il primo vertice onusiano co-presieduto da una Nazione - proprio Antonio Guterres ha scelto l'Italia per i suoi indubbi meriti e per le sue potenzialità - e ha rappresentato per questo un grande successo per il nostro Paese, anche per la partecipazione della quasi totalità delle Nazioni, con una partecipazione ministeriale straordinaria e di molti Capi di Stato del Sud globale. Ha offerto un contributo concreto per il conseguimento dei principali obiettivi di sviluppo sostenibile, proprio perché si è costruita un'agenda parallela in cui l'Italia ha svolto un ruolo molto importante con questi Paesi che hanno dato le loro priorità e hanno avuto una voce chiara per esprimersi, senza un gioco paternalista del mondo occidentale, su quello che va fatto e su quello che non va fatto.

La sicurezza alimentare sarà, quindi, uno dei temi centrali della presidenza italiana del G7. Per far fronte alle sfide in atto, l'Italia è impegnata a rafforzare i canali di finanziamento, affiancando a quelli consueti della cooperazione allo sviluppo nuovi meccanismi e soggetti, cercando di coinvolgere anche il settore privato e donatori non tradizionali. In questi dieci anni di Governo, l'Italia è arretrata paurosamente nella richiesta di fondi per la cooperazione dall'Unione europea, nonostante noi siamo una Nazione che dà tanti contributi all'Unione europea. Siamo un contributore netto ma, in questi dieci anni, il Governo non è stato in grado di fare progetti per chiedere finanziamenti adeguati. Proprio per questo, abbiamo portato avanti una filosofia che abbiamo denominato il Processo di Roma, da noi avviato con la Conferenza del 23 luglio dedicata a migrazioni e sviluppo. Al riguardo, questo Governo - e non altri - ha lanciato un principio molto chiaro: nessuno nega il fatto che ci sia un diritto a migrare e lo sviluppo non può essere fatto per bloccare le migrazioni, perché esiste un diritto a migrare così come esiste un diritto a non migrare. Quindi, lo sviluppo nei Paesi che ne hanno bisogno serve a dare una libera scelta a una persona, affinché non sia costretta, per guerre o per fame, a migrare, serve per una scelta consapevole e per trovare un'opportunità di mettersi in discussione, secondo canali legali che servono, non soltanto alla migliore gestione e integrazione di queste persone, ma anche per impedire ai trafficanti di diventare organizzazioni internazionali di mafia e di terrorismo internazionale, che destabilizzano, con i soldi che guadagnano da questa tratta di persone, quegli stessi Paesi africani. Questo non lo diciamo noi, lo dicono i Paesi africani: la crescita di dette organizzazioni criminali, che in questi dieci anni si sono arricchite con la tratta di migranti dall'Africa all'Europa, sta destabilizzando quei Paesi.

Per questo abbiamo lanciato anche un Piano Mattei e l'abbiamo chiamato con il nome di un grande italiano che ha cercato di avviare una partnership non predatoria con l'Africa. Il Piano Mattei significherà risorse importanti aggiuntive verso l'Africa - dal 40 per cento siamo passati al 60 per cento - ma significherà anche un coinvolgimento di tutto il sistema Paese e, soprattutto, far uscire l'Unione europea da una logica che non vede assolutamente uno sviluppo importante dell'Africa, lo sviluppo del capitale umano. Non è soltanto una questione di fondi, è questione di dare opportunità formative e di lavoro a questi giovani o per migrare, per poter mettere in gioco in maniera dignitosa, in una Nazione nuova, la propria capacità, o per dare un contributo importante alla crescita dell'Africa stessa.

Il ritardo nell'attuazione dell'Agenda 2030 c'è e riguarda, purtroppo, tutto il mondo. Sappiamo bene che in questi anni c'è stata una pandemia che non soltanto ha provocato crisi economiche in tutto il mondo ma ha distratto importanti risorse, giustamente impegnate per centinaia di miliardi, per esempio, per fare i vaccini, cosa che andava fatta ma che ha sottratto risorse magari allo sviluppo. Purtroppo, c'è anche una guerra che ha conseguenze globali. La Russia non ha soltanto violato il diritto internazionale, aggredendo l'Ucraina, provocando milioni di profughi, milioni di orfani, milioni di nuovi poveri, ma ha anche bloccato l'esportazione del grano, provocando una crisi formidabile soprattutto in Africa.

Questo quadro globale è peraltro aggravato, lo dobbiamo anche dire, da un'esplosione demografica: è evidente che, se quasi raddoppia la popolazione del pianeta, l'obiettivo, nel 2030, di raggiungere determinati standard sarà sempre più alto, perché saranno sempre di più le persone che andranno raggiunte da questi obiettivi. È questo un tema che pure dovremo affrontare. Tuttavia, nonostante questo quadro di instabilità geopolitica e i sempre più limitati margini di bilancio - di cui parlerò meglio dopo - l'Italia ha continuato a garantire la crescita dell'aiuto pubblico allo sviluppo. I dati pubblicati, non dall'Italia ma dal Comitato sviluppo dell'OCSE - raccolti ed elaborati secondo criteri comuni a tutti i Paesi occidentali donatori su cui si fa questo calcolo - confermano un incremento progressivo dell'impegno italiano, che nel 2020 era pari allo 0,22 per cento del reddito nazionale, nel 2021 allo 0,29 per cento e nel 2022 allo 0,32 per cento. Quest'anno ci sarà un ulteriore passo in avanti.

Si tratta di un risultato importante. L'accoglienza dei richiedenti asilo e il sostegno all'Ucraina non sono soltanto doverosi e non sono certo espedienti per gonfiare i dati ma sono giusti moralmente, perché si tratta di salvare persone, tutte persone che provengono da Paesi in via di sviluppo, poverissimi. Le spese per l'accoglienza dei richiedenti asilo sono legate ovviamente all'andamento dei flussi migratori in entrata, non a chissà quali trucchi manipolatori, ed è sorprendente che si possa sostenere che non si tratti di lotta contro la povertà e impegno e aiuto umanitario.

Inoltre, questi aiuti hanno rappresentato il 22 per cento della quota di aiuto allo sviluppo nel 2022 ma pesavano per quasi il 31 per cento nel 2017, con un Governo di centrosinistra, a conferma che questo dipende dai flussi migratori. La quota della cooperazione nel 2022, invece, pur a fronte di un significativo aumento dei flussi migratori rispetto all'anno precedente, non solo non è scesa ma è aumentata dello 0,8 per cento. Quindi, gli interventi a sostegno dell'Ucraina e per l'accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo non hanno sottratto risorse alla cooperazione allo sviluppo ma ne fanno parte, come tutti gli organismi internazionali a ciò deputati confermano.

Voglio rassicurare le interpellanti che siamo consapevoli dell'importanza e della centralità del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, sede privilegiata di incontro tra tutti gli attori del sistema della cooperazione italiana. Abbiamo fatto una riforma per essere più inclusivi e per aprire ancora di più questo Consiglio e per questo c'è stato un ritardo nell'attuazione e nella definizione di tutti i nomi che abbiamo chiesto in giro a decine di enti e organizzazioni; a breve, questo processo sarà completato.

Il dialogo tra la Farnesina e i soggetti della società civile non si è comunque mai interrotto, a tutti i livelli. Hanno sempre avuto pieno accesso agli uffici del Ministero, alla nostra Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, alle sedi sul territorio, tant'è vero che sono state fatte decine di bandi in tutti i Paesi in via di sviluppo. Anzi, questa amministrazione, questo Governo e io personalmente abbiamo voluto che la cifra destinata alle OSC italiane sia nettamente aumentata dal punto di vista percentuale della spesa complessiva e, siccome facciamo fatti concreti, ho anche deciso di predisporre bandi aggiuntivi specifici per le organizzazioni della società civile, che per noi rappresentano l'elemento centrale della politica estera italiana. È stato già pubblicato un bando per l'Ucraina e, a breve, sarà pubblicato un bando complessivo di cui oltre l'80 per cento sarà destinato all'Africa, un modo concreto per fare impegnare non soltanto il Governo ma anche i giovani italiani, che sono tantissimi, e le organizzazioni della società civile che hanno un ruolo appunto - lo ripeto - per noi fondamentale.

Sul tema dell'ambiente, il Governo si sta attenendo a tutti gli impegni sul clima assunti a livello internazionale. Stiamo elaborando una proposta di revisione del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, accelerazioni sulle rinnovabili, misure per l'efficienza energetica, biometano e idrogeno verde, geotermia e bioenergie, ricerca e innovazione sul nucleare, cattura e stoccaggio del carbonio, teleriscaldamento efficiente e a basse emissioni.

Questi sono i principali ingredienti. Certo scontiamo un gravissimo ritardo - hanno ragione i colleghi che hanno presentato l'interpellanza - perché con riferimento al fondo clima, disposto oltre due anni fa, per oltre un anno, nell'ultimo Governo italiano, non si è costituito il comitato di indirizzo e di controllo e nemmeno il regolamento per l'attivazione; cosa che noi in pochi mesi abbiamo fatto. Certo, bisogna avere coraggio e ambizione ma anche essere realisti: sinceramente la narrazione di un Governo negazionista dei cambiamenti climatici è priva di fondamento. Voglio anche ricordare: l'Europa inquina solo per l'8 per cento nel pianeta e l'Italia è ben al di sotto dello 0 per cento. Quindi, non siamo disposti a subire direttive e regolamenti “manifesto” che spesso servono ad aiutare alcuni Stati rispetto ad altri e che penalizzano l'Italia e questo Governo certamente non ritiene di agire senza tutelare ampiamente l'ambiente; anzi, manterremo la nostra linea sempre su questo.

L'aggiornamento alla Strategia nazionale di sviluppo sostenibile quindi è in via di finalizzazione. Il processo, curato dal Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, ha visto il largo coinvolgimento di tutti i portatori di interesse. Ciò è avvenuto soprattutto a livello territoriale, in linea con i principi ONU di localizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Un processo di coinvolgimento che è stato considerato un modello a livello internazionale.

Il Governo è impegnato, tra l'altro, nell'attuazione della Strategia nazionale per la parità di genere 2021-26: sicuramente negli ultimi dieci anni si sarebbe potuto fare di più, ma quest'anno cerchiamo di recuperare il tempo perso da chi ci ha preceduto. E ciò grazie anche alle misure del PNRR, che abbiamo “rifinalizzato” in tal senso, che andranno fortemente a sostegno dell'imprenditoria femminile, della certificazione di genere alle imprese, per l'insegnamento delle discipline STEM e per favorire l'assunzione di donne.

La strategia si pone in coerenza con le priorità strategiche definite a livello internazionale ed europeo e, in particolare, con l'Agenda 2030 e, chiaramente, con la strategia della Commissione europea. Lo scorso 13 aprile il Ministro per le Pari opportunità ha convocato l'Osservatorio nazionale per rafforzare interventi per la parità di genere.

Per incentivare le imprese alla certificazione sono previsti meccanismi premiali negli appalti pubblici, sgravi contributivi e misure di sostegno finanziario per la certificazione delle piccole imprese.

Il Governo ha introdotto i meccanismi nel nuovo codice degli appalti, entrato in vigore nel luglio scorso. Il Ministro Roccella ha inoltre promosso un più agile codice di autodisciplina per le imprese da affiancare alla certificazione. Il codice, già sottoscritto da importanti aziende italiane, è una chiamata di responsabilità nei confronti del mondo imprenditoriale rispetto a questo concetto che per questo Governo è fondamentale, quello della parità di genere.

Il Governo ha poi introdotto o consolidato ulteriori misure: l'incremento dei congedi parentali per madre e padre, la decontribuzione per l'assunzione di donne, la riduzione dell'Iva sui prodotti per la prima infanzia e il ciclo mestruale; il potenziamento dell'assegno unico per i figli, il rafforzamento del sostegno per l'imprenditoria femminile, le misure di microcredito, l'estensione delle norme sulle quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate e partecipate.

Infine, il Ministro della Sanità, Schillaci, ha disposto che, da gennaio, ogni donna potrà accedere al sostegno pubblico, con ricetta, alla procreazione medicalmente assistita: riteniamo anche questa una misura molto importante dal punto di vista sociale, perché, in questi anni, la procreazione medicalmente assistita è stata soltanto una cosa per le donne ricche. Noi riteniamo che questo sia un grave vulnus per le donne che, per questioni patologiche, non riescono ad avere figli.

Fondamentale per il miglioramento della condizione della donna nella società e nell'economia è la lotta alla violenza di genere chiaramente. Tra le varie iniziative, il Governo ha rafforzato gli interventi a sostegno delle donne vittime di violenza con misure quali il reddito di libertà e il microcredito di libertà, ma è chiaro che bisognerà anche garantire che coloro che commettono reati scontino, in maniera vera, certa e adeguata, le pene comminate e non usufruire in maniera molto facile di benefici carcerari che rappresentano un vulnus grave proprio alla libertà delle donne, oltre che un aspetto etico inqualificabile.

Il quadro che emerge da questa mia disamina estremamente sommaria - su questo mi scuso - non risulta quindi così fosco come viene dipinto dalle onorevoli interpellanti, nonostante una gravissima crisi finanziaria ereditata, lo voglio ricordare, con oltre 2.800 miliardi di debito che ammontano a quasi il 150 del PIL, con un'Unione europea che, in questi ultimi anni, ha sempre largheggiato sul Patto di stabilità, consentendo un debito molto estremo e che oggi invece vuole rivedere al ribasso, con grave contrazione delle finanze pubbliche. Perciò, la tendenza positiva va comunque registrata, anche se non ci induce certo né all'autocompiacimento né a rallentare l'impegno, ma ci incoraggia a continuare a lavorare insieme verso gli obiettivi in termini di sviluppo sostenibile indicati dall'Agenda 2030, che condividiamo in pieno e che consideriamo cruciali per il futuro di tutti noi.

PRESIDENTE. L'onorevole Boldrini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Ringrazio il Vice Ministro Cirielli ma, in tutta sincerità, diciamo che la risposta è stata veramente insoddisfacente. Tuttavia, dico che il Vice Ministro Cirielli ci ha dato due notizie. La prima: ci ha detto che la Presidente del Consiglio Meloni non va a New York. Ci ha detto questo, sì?

EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.

Non l'ho detto.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). L'ha appena detto - e comunque sono sempre, come dire, aperta alla possibilità che qualcuno possa avere interpretato male - e, se così fosse, lo trovo gravissimo, perché è la prima volta che questo vertice è, come dire, a invito dei Capi di Stato e di Governo.

Quindi, se la Presidente del Consiglio Meloni non va - come lei ci ha detto, ma lei dice ora che non l'ha detto - è un fatto gravissimo, perché vuol dire che non considera questo incontro importante, un incontro nel quale si vanno a decidere le sorti del pianeta.

L'altra cosa che ci ha detto - altrettanto grave, secondo me - è che il Governo ha un'agenda parallela. Ecco, Vice Ministro, non abbiamo bisogno di un'agenda parallela: noi abbiamo bisogno che l'Agenda 2030 venga attuata e che l'Italia si impegni in questo processo. Quindi, quello che lei ci ha detto è la conferma che questi temi, che riguardano il futuro dell'umanità, non sono in cima alle preoccupazioni del Governo; d'altronde, frequentiamo quest'Aula con molta assiduità, Vice Ministro, e non è capitato mai, in un anno di tempo, che la Presidente del Consiglio Meloni venga qui a parlare di crisi climatica, a porre l'attenzione sul tema e a richiamare il Parlamento sulla necessità di unire le forze per far fronte al problema. Questo perché non vi interessa ed è a causa di questa grave sottovalutazione che la vostra performance su questi temi è deludente e negativa.

Vuole qualche esempio? Bene, c'è un allarme mondiale sulla povertà mondiale. Questa è l'emergenza numero uno. Aumenta la povertà - prima le ho citato le cifre - e voi che fate? Abolite il reddito di cittadinanza? Uno strumento, certo, perfettibile; siamo d'accordo che non è uno strumento perfetto e che bisognava lavorarci ma, tuttavia, sosteneva le fasce più povere della popolazione. Voi l'avete abolito! Da un anno la Presidente del Consiglio Meloni ci parla - come ha fatto lei ora - del fantomatico Piano Mattei. Mi scusi, Vice Ministro… Abbiate pazienza, è uno strumento parlamentare che merita attenzione quello dell'interpellanza urgente. Dicevo che è un anno che la Presidente del Consiglio Meloni e anche lei, adesso, Vice Ministro, ci parlate del Piano Mattei. Allora, ho chiesto in quest'Aula più volte, l'ho chiesto anche in Commissione esteri più e più volte, che cosa sia il Piano Mattei. Vorrei avere un progetto, un piano finanziario, uno straccio d'idea, un pezzo di carta che mi documenti che cosa sia il Piano Mattei. Credete che sia troppo? Credete che, dopo un anno che blaterate di questo Piano Mattei, voi possiate continuare a farlo senza circostanziare quello di cui parlate? Che cos'è il Piano Mattei se non uno slogan vuoto?

Dopo un anno è ancora vuoto. E, nel frattempo, che non c'è uno straccio di documento, nella vostra prima legge di bilancio avete tagliato 50 milioni in finanziamenti all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Poi, Vice Ministro, checché lei ne dica, voi non riunite il Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo. Questo è previsto dalla legge n. 125 del 2014. E poi, sempre checché lei ne dica, non rispondete alle organizzazioni non governative impegnate nella cooperazione allo sviluppo, che vi hanno scritto - hanno scritto a lei - più e più volte per avere un incontro. Voi negate un incontro agli organismi che mettono in atto la cooperazione internazionale. Snobbare l'associazionismo, Vice Ministro, è grave, perché contrasta anche con il principio di sussidiarietà che è contenuto, come lei ben sa, nell'articolo 118 della Costituzione, secondo il quale principio - leggo la Costituzione - le istituzioni pubbliche “favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale (…)”. Allora, se la Costituzione dice questo, io penso che un Ministro, un Vice Ministro o un Sottosegretario debba dare ascolto alle associazioni che chiedono udienza, specialmente alla vigilia di un incontro così importante, perché è importante per tutti tranne che per voi evidentemente, visto che la Presidente del Consiglio si sottrae dall'andare a New York.

Continua anche a essere disatteso l'impegno, assunto dall'Italia in sede ONU, di destinare alla cooperazione allo sviluppo almeno lo 0,7 del reddito nazionale lordo. L'Italia è sotto (0,3) - è sotto, Vice Ministro - ben lontana da quell'obiettivo sottoscritto. È al diciottesimo posto tra i Paesi donatori, mentre vi sono Paesi europei che l'hanno già raggiunto e non parliamo di superpotenze: il Lussemburgo ha già raggiunto lo 0,7; la Norvegia, la Svezia, la Germania e la Danimarca hanno già superato quest'obiettivo. Una grande Nazione, come a voi piace definire l'Italia, ci deve stare tra questi Paesi che ho elencato, perché la grandezza di un Paese si vede anche dal modo in cui sta in sede internazionale e non solamente dai vostri slogan vuoti. Lei ci ha detto che in questa futura legge di bilancio aumenterete gli stanziamenti alla cooperazione allo sviluppo. Va bene, vedremo se sarà così, vedremo se in questi stanziamenti non metterete, come al solito, gli aiuti ai rifugiati in Italia - vedremo -, così gonfiando quella percentuale. Allora, lo dirà la Ministra Meloni, anzi no, pardon, lo dirà il Ministro Tajani a New York di quanto vorrete aumentare la cooperazione allo sviluppo? Lei non ce l'ha detto. Io temo di no. Io temo che magari il Ministro Tajani parlerà come ha fatto lei oggi, cioè citerà - perché “parlare” è una parola grossa - il piano Mattei. Lo dico a ragion veduta, perché c'è una vostra forte sottovalutazione politica dell'importanza di questo tema, quando - dovreste saperlo - la cooperazione è una parte integrante della politica estera del Paese. È scritto nella legge e, dunque, dovete darle seguito.

Signor Vice Ministro, la nota più critica, però, deve ancora arrivare ed è quella sul contrasto alla crisi climatica. Non è stata ancora approvata, da parte del Governo, la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, che ogni tre anni deve essere aggiornata. Questo ritardo la dice lunga sulle vostre priorità. Tutto il vostro atteggiamento negazionista è emerso il 12 luglio scorso, quando i parlamentari europei, che sostengono il Governo, hanno contrastato la legge europea per il ripristino della natura, ma per fortuna - per fortuna! - sono stati sconfitti perché la legge è stata approvata. Ma che farete? Continuerete a contrastarla anche in sede di Consiglio europeo, perché sarà interessante vedere che posizione prenderete? E che cosa avete intenzione di fare per realizzare gli obiettivi di tagliare almeno del 55 per cento, entro il 2030, le emissioni di gas serra per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050? Che farete? Ce lo dovete dire, perché non può essere qualcosa di cui non si sa niente. Questi obiettivi sono scritti nella legge europea sul clima del 2021 e non potete disattenderli.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, le chiedo, visto che non abbiamo molte interpellanze, qualche secondo in più. Voi non fate gli interessi dell'Italia in questo modo. Non fate gli interessi dell'Italia! Voi sapete che cosa stanno facendo le altre grandi Nazioni? Gli Stati Uniti, un anno fa, hanno approvato l'Inflation Reduction Act. È un investimento di 730 miliardi di dollari per progetti volti a contrastare il riscaldamento climatico. Com'è finanziato? Con la minimum tax sulle grandi corporation, quelle super ricche. Voi avreste gridato: “Aiuto, la patrimoniale. Non si può fare”. E la Cina, Presidente, che cosa fa la Cina? È ormai il più grande produttore di auto elettriche, pari a 5,5 milioni nel 2022, cioè la metà delle immatricolazioni globali, che si prevede arriveranno al 60 per cento entro la fine di quest'anno.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Allora, bisogna correre, sì, bisogna correre, signor Vice Ministro, come fanno tutti gli altri Paesi, altrimenti fate perdere all'Italia una grande opportunità di crescita e di lavoro. Altro che grande Nazione! Voi state mettendo le basi per un'Italietta impaurita e chiusa, che teme il nuovo e che conserva il peggio di sé, il contrario della visione e degli obiettivi dell'Agenda 2030.

(Intendimenti in merito ad una nuova sospensione dell'aggiornamento delle tabelle dei medicinali contenenti sostanze stupefacenti e psicotrope, al fine di ulteriori approfondimenti tecnico-scientifici - n. 2-00217)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Quartini ed altri n. 2-00217 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Quartini se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie alla Sottosegretaria per essere qui, disponibile per questa risposta. L'interpellanza è urgente semplicemente perché fra pochi giorni potrebbe essere operativo un decreto che praticamente sospende la possibilità di commercializzare liberamente un prodotto, il cannabidiolo, il CBD. Noi sappiamo che questa sostanza, che deriva dalla cannabis, è stata scoperta nel 1940. Nel 1942, invece, è stato isolato il THC, che è sostanza psicotropa, sempre derivata dalla cannabis, e sul THC si è concentrata praticamente tutta l'attenzione. Fondamentalmente, fino agli anni recenti, l'attenzione sul CBD, sul cannabidiolo, è stata minima. Tuttavia da quando, nel 2017, l'Organizzazione mondiale della sanità ha definito questo prodotto sostanza non controllata - quindi, è stata declassata rispetto all'idea che fosse una sostanza stupefacente -, non essendo più catalogata fra le sostanze stupefacenti ha avuto un certo successo in termini di ricerca. Abbiamo scoperto, per esempio, che questo farmaco ha un'evidenza - come farmaco - nell'ambito di alcune sindromi epilettiche gravi e rare dell'infanzia e, quindi, associato a degli antiepilettici, è un farmaco efficace. Si è dimostrato tale ed è prescrivibile nelle farmacie. Poi abbiamo scoperto, pur non essendoci prove di evidence based medicine, che comunque può avere altri importanti impieghi. Per esempio, ha blandi effetti sull'ansia, sui disturbi del movimento, ha un effetto antinfiammatorio, ha un effetto sul dolore.

Non ci sono prove scientifiche di questo tipo, tuttavia, proprio per questa ragione, è stato inserito fra gli integratori.

C'è stato un fiorire di attività nella filiera della cannabis non stupefacente, non psicotropa. Circa 18.000 attività che esistono, fioriscono e danno lavoro a decine di migliaia di persone in tutto il territorio nazionale, dalla produzione alla commercializzazione, dalla distribuzione alla vendita di questi prodotti.

In qualche modo, sappiamo che questi prodotti possono essere acquistati nelle erboristerie, nelle tabaccherie e nei canapa shop. Questo lo rammento giusto per dare l'idea di un'attività produttiva interessante, che ha avuto un discreto sviluppo negli ultimi anni. Tant'è vero che oggi portiamo una sorta di grido d'allarme di Federcanapa, di Imprenditori Canapa Italia, ICI, della CSI, Cannabis Sativa Italia, tutti soggetti estremamente preoccupati che stanno cercando di capire quale tipo di azione possano fare. Peraltro stanno chiedendo anche di essere auditi, visto che c'è un rischio reale di una crisi importante di questo settore se tale decreto prenderà corpo. Con questo decreto, chiaramente, succede che il CBD, che non è considerato stupefacente, va a finire nella tabella B delle sostanze stupefacenti e potrà essere prescritto soltanto dai medici.

Quindi, chiaramente, tanti soggetti - allo stato attuale si stima qualche centinaio di migliaia di soggetti, indipendentemente dal fatto che si possa ipotizzare che sfruttino un effetto placebo, lo dico da medico, ancora non ci sono evidenze -, nel caso che arrivasse solo nelle farmacie, dovranno andare dal medico, farsi fare la prescrizione; ci sarà una filiera molto più complicata, anche se magari forse ci sarà anche più sicurezza nel controllo del farmaco.

Ma questo si può comunque bilanciare bene rispetto al fatto che esiste una filiera che rischia di chiudere, esiste anche un numero importante di cittadini che sfrutta gli effetti positivi, dal loro punto di vista, di questo integratore, al momento, almeno fino a che il decreto non sarà attuato. Quindi, da questo punto di vista, chiediamo che intenzioni abbia il Governo, che tipo di valutazione darò di questa situazione di rischio, e naturalmente vorremmo anche scongiurare l'ipotesi che, siccome è un derivato della cannabis, ci sia ancora la stigmatizzazione sul CBD come se fosse considerato un sostanza psicotropa e stupefacente.

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze, Lucia Albano, ha facoltà di rispondere.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Come ricordato nell'interpellanza in esame, il decreto del Ministro della Salute 7 agosto 2023 ha revocato il decreto 28 ottobre 2020, il quale aveva sospeso l'entrata in vigore del decreto 1° ottobre 2020, relativo all'inserimento nella tabella dei medicinali, sezione B, di cui al DPR 9 ottobre 1990, n. 309, delle composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo, CBD, ottenuto da estratti di cannabis.

Al riguardo, evidenzio che il suddetto decreto ministeriale del 7 agosto 2023, frutto di un'approfondita disamina scientifica, rivolta a garantire la salute e la sicurezza dei cittadini, è stato adottato sulla base dei pareri delle massime autorità scientifico-sanitarie italiane, quali l'Istituto superiore di sanità, il Consiglio superiore di sanità e l'Agenzia italiana del farmaco, che hanno espresso il proprio parere favorevole all'inserimento del cannabidiolo nella summenzionata tabella dei medicinali, di cui al DPR n. 309 del 1990.

In conseguenza dell'entrata in vigore del suddetto provvedimento, pertanto, la produzione e la distribuzione alle farmacie delle citate composizioni saranno effettuate da officine farmaceutiche e da distributori all'ingrosso di medicinali, autorizzati ai sensi del suddetto DPR, a garanzia della qualità e della sicurezza del prodotto.

Tale disposizione, occorre precisare, ha come finalità non già quella di vietare incondizionatamente l'uso del cannabidiolo, bensì l'esigenza di rendere lo stesso sicuro, a tutela della salute pubblica. Ciò in quanto i prodotti contenenti CBD, che è una sostanza farmacologicamente attiva, devono essere ricondotti sotto la vigente disciplina dei medicinali.

In questo contesto, i medicinali a base di cannabidiolo, comprese le preparazioni magistrali, potranno essere dispensati dalle farmacie dietro presentazione di ricetta medica non ripetibile, in modo che possa essere garantita l'appropriatezza della terapia e l'accesso alle cure dei pazienti, secondo le dosi e le modalità di somministrazione stabilite dal medico curante, al quale spettano le valutazioni in merito ai dosaggi da somministrare a tutela del paziente e ai fini dell'efficacia della terapia.

I prodotti a base di cannabidiolo fabbricati e venduti da soggetti non autorizzati, al di fuori delle disposizioni previste per i medicinali stupefacenti, e senza le valutazioni del medico prescrittore, invece, non possono assicurare la qualità e la sicurezza, né tantomeno l'appropriatezza della terapia.

Per quanto concerne, inoltre, il medicinale Epidyolex, richiamato nell'interpellanza, faccio presente che si tratta dell'unico farmaco a base di cannabidiolo ad oggi autorizzato nel nostro Paese dall'Agenzia italiana del farmaco e dall'EMA in Europa.

Detto farmaco è indicato come terapia aggiuntiva, in associazione con clobazam, per le crisi epilettiche, come ricordava l'interpellante, associate a sindrome di Lennox-Gastaut o a sindrome di Dravet, nonché per le crisi epilettiche associate a sclerosi tuberosa, nei pazienti a partire da 2 anni di età. Il regime di fornitura autorizzato dall'AIFA per l'Epidyolex è quello di “medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibile al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti-neurologo, psichiatra infantile RNRL”.

Si tratta, di fatto, di un farmaco orfano, utilizzato per il trattamento di malattie rare. I meccanismi di azione con cui il cannabidiolo esercita i suoi effetti anticonvulsivanti negli esseri umani, così come descritto nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, non sono noti con precisione. La posologia autorizzata per l'Epidyolex non stabilisce una dose minima terapeutica e il dosaggio di attivazione parte da 5 mg/kg/dir in bambini da 2 a 10 anni.

La dose viene quindi aumentata settimanalmente, fino a una dose di mantenimento, in base alla risposta clinica e alla tollerabilità individuale del paziente pediatrico accertata dal medico curante. Ciò considerato, non risulta ad oggi possibile estrapolare dati che consentano di stabilire se esista una dose minima terapeutica per il cannabidiolo. Tutto ciò premesso, desidero altresì segnalare la presa di posizione dell'Ordine dei medici di Roma che, nell'esprimere la totale condivisione sia dal punto di vista scientifico sia da quello sistematico del contenuto del decreto in questione, ha sottolineato come il CBD è stato utilizzato come un espediente negli ultimi anni per promuovere, soprattutto presso i giovani, la cultura della cannabis e per sperimentare nuovi prodotti di dubbia qualità, con conseguenze cliniche importanti e ricadute sul Servizio sanitario nazionale.

La stessa Omceo ha altresì confermato che dai numerosi protocolli di ricerca emerge un potenziale terapeutico del CBD solo se utilizzato sotto stretto controllo medico, nei termini di modi, tempi, dosi e monitoraggio. Al contrario, nulla di scientifico si rinviene nell'utilizzo non controllato del CBD, dal quale possono derivare seri rischi per la salute.

PRESIDENTE. Il deputato Quartini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretaria, ha dato ovviamente una lettura molto tecnica della questione - di questo la ringrazio - ma la risposta è decisamente non soddisfacente rispetto almeno a due aspetti. Il primo aspetto è che la questione scientifica è comunque, ancora oggi, controversa, proprio perché c'è una dichiarazione dell'Organizzazione mondiale della sanità, che parla non di prescrivibilità del CBD, ma di raccomandabilità da parte dei medici. È una cosa un pochino diversa in termini di operatività scientifica. In questo senso, l'OMS cataloga di fatto il CBD fra gli integratori al di sotto di dosaggi importanti, come invece si rinvengono nell'Epidyolex o nel Sativex, un altro prodotto utilizzato, in cui c'è anche il THC. Per cui, siamo su livelli estremamente bassi - direi quasi omeopatici - di CBD nei prodotti che troviamo in giro. L'Organizzazione mondiale della sanità va quindi in questa direzione. Sul piano scientifico, potremmo discutere anche del fatto che la stessa Federazione nazionale degli ordini dei medici giustamente, dal mio punto di vista, e prudentemente chiede maggiore sicurezza in termini generali, ma è il suo compito. C'è anche ovviamente l'aspetto relativo al primato del medico nel valutare una serie di situazioni come queste. Personalmente, da medico, dico che in teoria la stessa cosa dovrebbe essere fatta su tutti i prodotti che vengono ingeriti, quindi su tutti gli integratori, di qualunque natura, dalla valeriana ai multivitaminici, a tutti gli altri integratori e questo è un dato di fatto in termini di sicurezza. Allora, se c'è una libertà di commercializzare gli integratori, il CBD, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, è un integratore e quindi c'è questa grande possibilità di commercializzarlo. Sul piano giuridico, quello che noi stiamo facendo direi che è infondato semplicemente perché la Corte europea di giustizia ha avallato ciò che l'Organizzazione mondiale della sanità sta sostenendo, vale a dire che nel sistema europeo c'è libertà di distribuzione, di somministrazione e di vendita di un prodotto che contiene meno di un tot di THC, al pari della valeriana. Questo più o meno è il ragionamento che dovremmo fare e allora bisogna essere anche pragmatici - qui svesto il ruolo di tecnico, di medico - e bisogna dire che noi abbiamo una filiera veramente in difficoltà in questo momento e si rischia di mettere in ginocchio fino a 28.000 imprese, secondo le stime di Federcanapa e delle altre agenzie che ho stimato prima. Mi chiedo: un Governo che, fino a qualche settimana fa, ha affermato con forza di non voler disturbare chi vuole fare che cosa risponde a queste famiglie che rischiano, dal 20 settembre, di dover chiudere le loro attività commerciali e di mettersi in ginocchio? Probabilmente, l'impatto sulle erboristerie sarà minimo, l'impatto sulle tabaccherie sarà minimo ma immagino che sui canapa shop sarà invece massimo. Si sta parlando di diverse migliaia di situazioni.

Allo stesso tempo, si corre il rischio di vedere tanti pazienti seguire una filiera di maggior controllo perché, se tutto è garantito da officine autorizzate e da prescrizioni mediche, si parla non più di una raccomandazione o una supervisione medica ma di una filiera molto più burocratica - dover andare dal medico di famiglia per farselo prescrivere e valutare i dosaggi - che metterà un po' in difficoltà anche molti cittadini che stanno sfruttando il blando effetto del CBD. È bene che l'effetto sia blando in questi casi perché altrimenti, a maggior ragione, bisognerebbe fare un altro tipo di operazione e bisognerebbe forse utilizzare, nell'ambito della prescrizione medica, farmaci per i quali l'evidenza è molto più forte, come per il THC per esempio, e si dovrebbe fare un altro tipo di ragionamento. Tuttavia, qui fondamentalmente si sta parlando di un prodotto da banco. Quindi, noi siamo molto preoccupati e ci dispiace che venga sfruttata l'idea che i canapa shop stanno facendo la cultura della cannabis: questa idea si presta al rischio di ideologizzazione e io vorrei che, quando si parla di salute, di attività produttive e di un sistema che si è messo in moto e che cerca di fare, si eliminassero i pregiudizi e le stigmatizzazioni ideologiche, perché alla fine generano mostri e generano soggetti che rischiano di trovarsi, da un giorno all'altro, in una grave difficoltà economica. Questo è contrario anche a qualunque tipo di legge di mercato neoliberale, è una cosa che non sta in piedi.

Allora, non posso che esprimere un giudizio negativo rispetto alla soddisfazione della risposta e mi auguro che, già dalle prossime settimane, sfruttando il decreto che riguarda anche la lotta alle tossicodipendenze, si riesca a introdurre qualche proposta emendativa a quel decreto, per rimediare al rischio che, sulle basi sostanzialmente infondate della Corte di giustizia europea e dell'Organizzazione mondiale della sanità, venga catalogato il CBD, come se fosse una droga pericolosa, in una tabella che limiterebbe tantissimo il mercato e limiterebbe tantissimo i cittadini nella possibilità di utilizzarne gli effetti terapeutici. Mi auguro quindi che il Governo e la maggioranza ci ripensino e non inquadrino la questione in un meccanismo ideologico che non fa bene al Paese.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 18 settembre 2023 - Ore 10:

1. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

S. 340 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BALBONI e LIRIS: Introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche (Approvata dal Senato). (C. 911​)

Relatore: PELLICINI.

2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale:

S. 13 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI IANNONE ed altri: Modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva (Approvata, in prima deliberazione dal Senato e dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, dal Senato). (C. 715-B​)

Relatori: URZÌ e BERRUTO.

3. Discussione sulle linee generali della mozione Carotenuto ed altri n 1-00080 concernente iniziative in materia di sicurezza sul lavoro .

La seduta termina alle 10,40.