XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
il 16 marzo 2022 l'Istituto Superiore di sanità ha pubblicato il rapporto Istisan 22/5 – Dipendenze da Internet – con lo scopo di fornire una panoramica sulle principali problematiche legate all'uso di Internet e come contributo per la creazione di definizioni condivise e studi confrontabili;
una parte del predetto rapporto è dedicata alla presentazione del fenomeno emergente del ritiro sociale (Hikikomori) e delle sue implicazioni con la dipendenza da Internet; secondo quanto emerge da questo studio, dagli anni '70 del secolo scorso in poi in Giappone è emersa una peculiare forma di ritiro sociale chiamata Hikikomori; una parola nipponica che deriva dal verbo hiki, che significa tornare indietro, e komoru che significa entrare;
il disturbo del ritiro sociale colpisce principalmente quegli adolescenti o giovani adulti che vivono a casa dei genitori, isolati dal mondo; questi giovani rimangono chiusi nelle loro camere da letto per giorni, mesi o addirittura anni, e rifiutano la comunicazione con l'esterno e addirittura anche con la loro famiglia;
usano Internet in maniera compulsiva e si attivano solo per affrontare i loro bisogni fisici primari; molti giovani che presentano sintomi di «ritiro sociale», trascorrono più di 12 ore al giorno davanti al computer sono soggetti a rischio di assuefazione da Internet e fra essi circa il 10 per cento risponde ai criteri diagnostici per lo sviluppo di una dipendenza;
per arginare la confusione semantica che circonda la definizione di Hikikomori, è stato recentemente proposto un nuovo criterio diagnostico internazionale secondo il quale Hikikomori è una forma di ritiro sociale patologico o distacco sociale la cui caratteristica essenziale è l'isolamento fisico nella propria casa; la persona con tale patologia deve soddisfare i seguenti criteri: 1) marcato isolamento sociale nella propria abitazione; 2) isolamento sociale continuo per almeno 6 mesi; 3) significativa compromissione funzionale o disagio associato all'isolamento sociale; gli individui con una durata di ritiro sociale continuo di almeno 3 (ma non 6) mesi dovrebbero essere identificati come «pre-Hikikomori»; inoltre, è possibile classificare L'Hikikomori come lieve se l'individuo lascia la stanza 2-3 giorni a settimana, moderato se lascia la stanza 1 giorno a settimana o meno, o grave se i tempi rispecchiano quanto precedentemente descritto; gli individui che escono di casa frequentemente (4 o più giorni/settimana), per definizione, non soddisfano i criteri per l'Hikikomori;
l'età di comparsa di questa problematica è solitamente nel corso dell'adolescenza o la prima età adulta; tuttavia, non è raro che avvenga anche dopo i 30 anni, con la diagnosi che si estende anche a casalinghe e anziani;
il «ritiro sociale» è un fenomeno multidimensionale ad etiologia multifattoriale derivando da fattori individuali (es. esperienze traumatiche precoci, personalità introversa), dal contesto in cui si vive (relazioni con i genitori, basso rendimento scolastico, ecc.) e da contesti socioculturali tra cui il progresso tecnologico, i cambiamenti nel modo di comunicare tra persone dovuti all'avvento di Internet, e da ultimo anche l'esperienza drammatica della pandemia Covid e il conseguente isolamento forzoso può aver aggravato tale fenomeno;
l'avvento di Internet con le conseguenti modifiche al modo in cui le persone interagiscono con e all'interno della società possono anche essere fattori importanti che contribuiscono al «ritiro sociale»; il ritiro sociale patologico può creare dipendenza da Internet così come l'uso di Internet può causare il «ritiro sociale»;
nel Rapporto Istisan si evince che il «ritiro sociale» sarebbe più frequente nei maschi e si verifica soprattutto durante la pubertà e l'adolescenza, i fattori di rischio più noti per il «ritiro sociale» sono la presenza di un disturbo psichiatrico, disturbo dello sviluppo, disturbi legati alla dipendenza da sostanze o comportamentali (incluso l'abuso di Internet e del gioco) e contesti psicosociali poveri;
l'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc) ha condotto il primo studio nazionale volto a fornire una stima quantitativa dell'isolamento volontario nella popolazione adolescente del nostro Paese; lo studio, promosso dal Gruppo Abele in collaborazione con l'Università della Strada, ha preso le mosse dallo studio ESPAD®Italia (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs, condotto annualmente dal Cnr-Ifc rispetto al consumo di sostanze psicoattive), coinvolgendo un campione di oltre 12.000 studenti rappresentativo della popolazione studentesca italiana fra i 15 e i 19 anni;
dallo studio emerge che il 2,1 per cento del campione attribuisce a sé stesso la definizione di Hikikomori e proiettando il dato sulla popolazione studentesca (fonte Ministero dell'istruzione) 15-19enne a livello nazionale, si può quindi stimare che circa 54.000 studenti italiani di scuola superiore si identifichino in una situazione di ritiro sociale;
il 18,7 per cento degli intervistati ha affermato di non essere uscito per un tempo significativo, escludendo i periodi di lockdown, e di questi l'8,2 per cento non è uscito per un tempo da 1 a 6 mesi e oltre: in quest'area si collocano sia le situazioni più gravi (oltre 6 mesi di chiusura), sia quelle a maggiore rischio (da 3 a 6 mesi); le proiezioni parlano di circa l'1,7 per cento degli studenti totali (44.000 ragazzi a livello nazionale) che si possono definire Hikikomori, mentre il 2,6 per cento (67.000 giovani) sarebbero a rischio grave di diventarlo;
secondo il predetto studio, l'età che si rivela maggiormente a rischio per la scelta di ritiro è quella che va dai 15 ai 17 anni, con un'incubazione delle cause del comportamento di auto-reclusione già nel periodo della scuola media;
con deliberazione della Giunta regionale 19 ottobre 2018, n. 24-7727, la regione Piemonte ha approvato il protocollo d'intesa tra la regione, l'Ufficio scolastico regionale per il Piemonte del Ministero dell'istruzione, università e ricerca e l'Associazione Hikikomori Italia Genitori Onlus per la promozione della cultura e la definizione di strategie d'intervento sull'emergente fenomeno del ritiro sociale volontario;
il 7 giugno 2022, in occasione del seminario «Vicini ma lontani. Approcci per prevenire ed intercettare il ritiro sociale di ragazze e ragazzi» la regione Emila-Romagna ha presentato le Linee di indirizzo su ritiro sociale. Prevenzione, rilevazione precoce ed attivazione di interventi di primo e secondo livello;
nel documento oltre un'analisi del contesto, una definizione del fenomeno, una descrizione dell'insorgenza e delle prime manifestazioni ed un riferimento all'uso di internet e videogiochi, sono riportati i principali riferimenti normativi sia dell'ambito della scuola, sia di quelli sociale e sanitario e un interessante focus sulle azioni da mettere in atto in materia di prevenzione, rilevazione precoce e attivazione tempestiva di azioni di primo e secondo livello;
tra le normative ove si fa un esplicito riferimento al tema del ritiro sociale volontario, rileva il decreto direttoriale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, n. 141 del 19 febbraio 2019 con il quale è stato istituito un Comitato Tecnico Nazionale per la tutela del diritto allo studio di alunni e studenti in condizione di ritiro sociale volontario con il compito di definire: a) linee guida nazionali condivise per l'assistenza di alunni e studenti in condizione di ritiro sociale volontario; b) iniziative atte a favorire la diffusione e il recepimento delle linee guida; c) iniziative funzionali alla tutela del diritto allo studio, della salute e del benessere di alunni e studenti in condizione di ritiro sociale volontario;
nelle predette linee di indirizzo, in funzione di prevenzione, rilevazione precoce e attivazione tempestiva di azioni, si individuano:
a) azioni di prevenzione universale come la promozione del benessere a scuola con particolare riferimento alla creazione di un ambiente positivo ed al sostegno dello sviluppo delle abilità sociali;
b) la creazione in ambito scolastico di uno spazio d'ascolto;
c) formazione specifica sui quadri di ritiro sociale rivolta a docenti, genitori, personale educativo, sociale e sanitario;
d) rilevazione periodica da parte della scuola, con verifica del consiglio di classe, per quanto riguarda possibili situazioni potenzialmente riconducibili a «ritiri», i casi di studenti o studentesse che abbiano effettuato periodi consecutivi di assenza scolastica, che abbiano una quantità di assenze «frammentarie» e «intermittenti», che abbiano allontanamenti in assenza di giustificati motivi di tipo sanitario collegati a gravi malattie o assenze in presenza di pregresse segnalazioni di difficoltà relazionali, di tratti caratteriali tendenti all'inibizione e all'evitamento delle situazioni sociali tra pari;
e) contatto scuola/famiglia a seguito della rilevazione;
f) progetti individualizzati domiciliari o di piccolo gruppo volti al reinserimento sociale e scolastico;
g) progetti individualizzati da parte dei servizi territoriali (laboratori nel contesto scolastico ed extrascolastico da attivare in tempi brevi), eventuale attivazione dei servizi sanitari;
h) l'istituzione di équipe territoriali formate sul tema del ritiro, attivabili al bisogno, capaci di lavorare in sinergia nella programmazione delle azioni, che vedano la partecipazione di referenti delle istituzioni scolastiche, dei servizi sanitari, sociali, educativi, centri per le famiglie, del terzo settore, in ottemperanza agli accordi territoriali vigenti e alle competenze degli Enti coinvolti;
i) coinvolgimento degli attori esterni alla scuola a sostegno del nucleo familiare al fine di sostenere il più ampio percorso evolutivo del ragazzo e della sua famiglia e curare la psicopatologia eventualmente presente;
j) interventi educativi domiciliari a cura dell'Ente Locale e spazi laboratoriali educativi con attività extrascolastiche;
k) potenziamento del ruolo dei servizi di neuropsichiatria infanzia e adolescenza (Npia);
la presa in carico della patologia del «ritiro sociale» deve prevedere l'accoglienza, una visita medica iniziale per verificare se siano presenti malattie psichiatriche, interventi psicologici e psicosociali, servizi di ascolto e supporto, psicoterapia individuale o di gruppo (terapia comportamentale e familiare);
molti genitori di ragazzi che si autoescludono dalla vita sociale non cercano l'aiuto del medico, rendendo così difficile anche il censimento delle persone in questa condizione e ritardando l'inizio delle cure;
poiché il «ritiro sociale» deriva spesso da un malfunzionamento della comunicazione tra società, famiglia, scuola e individuo, le azioni di prevenzione dovrebbero riguardare non solo la persona malata ma anche tutti i contesti di vita in cui è inserita;
famiglia e scuola soprattutto dovrebbero educare i ragazzi a essere socialmente competenti, ossia in possesso di quelle capacità di ragionamento, linguaggio ed emotive necessarie per instaurare relazioni con gli altri e con l'ambiente circostante;
un approccio educativo indirizzato sia ai giovani che ai loro genitori, nelle fasi iniziali del comportamento di ritiro, è considerato da alcuni la chiave per affrontare questa condizione;
un maggiore supporto sociale (incluse visite a casa) dovrebbe essere fornito nel caso di abbandono scolastico, così come nel delicato momento della transizione scuola-lavoro;
in considerazione dell'espansione del fenomeno, è importante ampliare le conoscenze sia in ambito clinico sia di ricerca al fine di favorire la comunicazione tra professionisti di discipline diverse (psichiatri, psicologi, antropologi, sociologi) e la trasmissione delle corrette informazioni a genitori e insegnanti,
impegna il Governo:
1) a dare completa attuazione al decreto, citato in premessa, con il quale è prevista l'istituzione di un Comitato tecnico nazionale per la tutela del diritto allo studio di alunni e studenti in condizione di ritiro sociale volontario con il compito di definire: a) linee guida nazionali condivise per l'assistenza di alunni e studenti in condizione di ritiro sociale volontario; b) iniziative atte a favorire la diffusione e il recepimento delle linee guida; c) iniziative funzionali alla tutela del diritto allo studio, della salute e del benessere di alunni e studenti in condizione di ritiro sociale volontario;
2) ad approntare gli strumenti più opportuni, anche finanziari, per promuovere la ricerca e la conoscenza epidemiologica del fenomeno del ritiro sociale in Italia e per rafforzare le evidenze sanitarie e le conoscenze in ambito clinico, favorendo la comunicazione tra professionisti di discipline diverse (psichiatri, psicologi, antropologi, sociologi, epidemiologi e altro) e la trasmissione delle corrette informazioni a genitori e insegnanti;
3) ad approntare un monitoraggio del fenomeno con la collaborazione degli istituti scolastici, delle strutture sanitarie, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e degli enti del terzo settore, che consenta il censimento delle persone in questa condizione;
4) a rafforzare le azioni di prevenzione universale, come la promozione del benessere a scuola con particolare riferimento alla creazione di un ambiente positivo ed al sostegno dello sviluppo delle abilità sociali;
5) a promuovere presso tutti gli istituti scolastici e universitari la creazione almeno una volta al mese un momento d'ascolto e di dibattito sul problema;
6) ad istituire la figura professionale dello psicologo scolastico e universitario quale figura di riferimento per il sostegno agli alunni e agli studenti, alle famiglie e al personale scolastico e universitario e promuoverne il benessere psicofisico;
7) ad assicurare una formazione specifica e obbligatoria sui quadri di ritiro sociale rivolta a docenti, genitori, personale educativo, sociale e sanitario, al fine di rilevare il fenomeno e arginarne gli effetti e la diffusione;
8) ad adottare iniziative volte a rendere obbligatoria una rilevazione periodica da parte della scuola sulle situazioni potenzialmente riconducibili a «ritiri», i casi di studenti o studentesse che abbiano effettuato periodi consecutivi di assenza scolastica, che abbiano una quantità di assenze «frammentarie» e «intermittenti», che abbiano allontanamenti in assenza di giustificati motivi di tipo sanitario collegati a gravi malattie o assenze in presenza di pregresse segnalazioni di difficoltà relazionali, di tratti caratteriali tendenti all'inibizione e all'evitamento delle situazioni sociali tra pari;
9) a rafforzare la comunicazione tra famiglia e scuola nell'ottica di creare la giusta alleanza per educare i ragazzi a essere socialmente competenti, ossia in possesso di quelle capacità di ragionamento, linguaggio ed emotive necessarie per instaurare relazioni con gli altri e con l'ambiente circostante;
10) ad adottare iniziative volte a garantire le necessarie risorse e i percorsi istitutivi idonei per la realizzazione di progetti individualizzati domiciliari o di piccolo gruppo volti al reinserimento sociale e scolastico, da parte delle istituzioni scolastiche e dei servizi territoriali, con interventi educativi domiciliari e spazi laboratoriali educativi con attività extrascolastiche, gratuiti, per i ragazzi cui sia stata diagnosticata la patologia del ritiro sociale;
11) ad adottare iniziative per l'istituzione di équipe territoriali formate sul tema del ritiro sociale, attivabili al bisogno, capaci di lavorare in sinergia nella programmazione delle azioni, che vedano la partecipazione di referenti delle istituzioni scolastiche, dei servizi sanitari, sociali, educativi, centri per le famiglie, del terzo settore, in ottemperanza agli accordi territoriali vigenti e alle competenze degli enti coinvolti;
12) a potenziare l'organico sanitario e socio-sanitario adeguato dei consultori familiari, delle strutture sanitarie territoriali e dei servizi di neuropsichiatria infanzia e adolescenza (Npia) al fine di assicurare la necessaria assistenza e cura ai giovani cui sia stata diagnosticata la patologia, con tutti i necessari interventi psicologici e psicosociali come la psicoterapia individuale o di gruppo (terapia comportamentale e familiare);
13) ad attivare una campagna informativa efficace sulla patologia del ritiro sociale affinché la collettività intera sia consapevole del problema, coinvolgendo le istituzioni scolastiche le strutture del Ssn e le associazioni impegnate sul fenomeno.
(1-00200) «Di Lauro, Quartini, Sportiello, Marianna Ricciardi, Auriemma, Cherchi».
La Camera,
premesso che:
secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) la menopausa consiste nella definitiva cessazione dei cicli mestruali conseguente alla perdita della funzione follicolare ovarica quale processo naturale che pone fine alla capacità riproduttiva di una donna ed è diagnosticata dopo 12 mesi consecutivi di amenorrea;
l'età della menopausa varia da individuo a individuo e vari fattori influenzano l'età, come quelli genetici e gli stili di vita. Tuttavia la cessazione della mestruazione può seguire o alla rimozione chirurgica di entrambe le ovaie o alla soppressione iatrogena della funzione ovarica (chemioterapia o radiazioni);
i dati nazionali definiscono i 50,8 anni come l'età media della menopausa nella popolazione italiana. Circa l'1 per cento delle donne ha una menopausa spontanea prima dei 40 anni e il 10 per cento tra i 40 e i 45 anni. Inoltre, circa il 15 per cento va incontro a menopausa chirurgica a un'età media di 42 anni. Fra le donne di età inferiore ai 40 anni il 3,4-4,5 per cento ha una menopausa su base iatrogena conseguente a interventi chirurgici, terapia farmacologica o radiante;
la menopausa non è una patologia, bensì una tappa fisiologica normale, molto importante nella vita di ogni donna. Sebbene sia spesso vista come un singolo momento, in realtà è una transizione che si verifica nell'arco di diversi anni: è un periodo dinamico in cui le donne sperimentano cambiamenti, del loro ciclo mestruale e non solo, che possono differire da donna a donna ed essere presenti in modalità variabile;
il periodo di transizione che precede la menopausa può presentare sintomi come irregolarità mestruali, vampate di calore, sudorazioni profuse e disturbi del sonno, palpitazioni e tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, vertigini;
nella post-menopausa, invece, sintomi tipici sono l'atrofia vulvovaginale e urogenitale, la dispareunia superficiale, la secchezza vaginale e problemi al basso tratto urinario come le cistiti ricorrenti;
la menopausa può portare anche a cambiamenti nel tono dell'umore, a depressione, ansia, irritabilità, affaticamento, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale. Alcuni studi hanno evidenziato che le donne hanno da 2 a 4 volte più probabilità di manifestare sintomi depressivi durante la transizione menopausale rispetto alla pre-menopausa;
pur essendo un fenomeno fisiologico del tutto normale, la menopausa mette in difficoltà moltissime donne che faticano a convivere con la loro nuova condizione. Lo stress, i condizionamenti sociali e culturali, i risvolti psicologici dei sintomi fisiologici della menopausa come le emozioni di imbarazzo e vergogna, il senso di inadeguatezza personale, insicurezza e bassa autostima rappresentano implicazioni psicologiche e sociali che non devono essere trascurate;
la diminuzione degli estrogeni causa altresì nelle donne in post menopausa un aumento del rischio cardiovascolare (infarto, ictus cerebrale, ipertensione) e di patologie osteoarticolari, in particolare dell'incidenza dell'osteoporosi;
le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte per le donne in menopausa, superando tutte le forme di neoplasie. L'osteoporosi colpisce circa l'80 per cento delle donne in menopausa e le correlate fratture da fragilità hanno conseguenze rilevanti sia in termini di mortalità che di disabilità motoria, con elevati costi sociali e sanitari;
di media, considerata l'attuale aspettativa di vita, il periodo che una donna del terzo millennio trascorre in menopausa è di circa trent'anni. Una fase caratterizzata da un aumento esponenziale del rischio di contrarre patologie gravi. Per questo motivo occorre mettere in atto un'accurata prevenzione delle complicanze cardiovascolari e osteoarticolari, prevenire le patologie cronico-degenerative, le loro complicanze e i tumori;
la qualità della vita nella terza età è il risultato di uno stile di vita avuto sin dall'infanzia: l'ambiente, la dieta, l'attività fisica e i rapporti sociali influiscono sullo stato di salute e di benessere. Altresì, una corretta gestione e progettazione del periodo perimenopausale e menopausale sembra essere il fattore chiave per un invecchiamento sano delle donne;
è fondamentale che la donna in menopausa non venga abbandonata a se stessa. La donna in menopausa ha bisogno di consulenza da parte di professionisti del settore per essere supportata, capita e accompagnata in questo nuovo percorso di vita. Necessita di informazioni sulle fasi della menopausa, sui sintomi correlati, sulla gestione dei disturbi associati a questa fase, sugli effetti della menopausa sulla salute a lungo termine. Gli screening personalizzati e approfonditi consentono ai medici di indirizzare la paziente verso le cure più adatte e le terapie ad hoc, le quali si legano ai consigli su una sana alimentazione associata all'attività fisica;
una buona e corretta alimentazione costituisce uno dei migliori consigli durante la menopausa. L'assunzione di frutta, verdura, fibre, vitamine e cibi contenenti calcio, vitamina D e fosforo aiutano a proteggere dal rischio di osteoporosi. L'esercizio fisico è altresì estremamente importante per i suoi benefici nella prevenzione delle malattie cardiocircolatorie, dell'osteoporosi, per migliorare il tono dell'umore e per arginare il naturale aumento di peso collegato alla menopausa;
i colloqui di counselling individuali con medici specializzati sono fondamentali per la donna in menopausa per affrontare eventuali terapie ormonali, per intraprendere uno stile di vita sano che la aiuti a invecchiare in maniera ottimale riducendo i rischi di ammalarsi e anche per ridurre gli stati di dolore fisico e psichico e la perdita di amore per se stessa. Tuttavia, sul territorio nazionale sono pochi i centri di riferimento specializzati per la prevenzione e la personalizzazione delle cure necessarie alle donne in peri e postmenopausa;
da alcune indagini svolte emerge che le donne italiane conoscono la menopausa poco e male. È poco noto, per esempio, che i disturbi associati a questa fase possono essere gestiti con adeguati stili di vita e terapie ad hoc e quali sono gli effetti della menopausa sulla salute a lungo termine. In tale contesto è utile rendere ancor più consapevoli le donne italiane dell'importanza della prevenzione e degli effetti della menopausa sulla salute a lungo termine,
impegna il Governo:
1) a identificare ed eventualmente creare, nell'ambito del riparto di competenze tra Stato e Regioni, sul territorio nazionale dei centri di riferimento per la prevenzione e la personalizzazione delle cure necessarie alle donne in età peri e post menopausale;
2) a promuovere, nell'ambito del riparto di competenze tra Stato e Regioni, percorsi salute in peri e postmenopausa che abbiano come target le donne alla fine dell'età riproduttiva e abbiano, come obiettivo generale, il miglioramento della qualità di vita, la promozione di stili di vita salutari e la prevenzione dei tumori e della patologia cardiovascolare e osteoarticolare;
3) a promuovere, nell'ambito del riparto di competenze tra Stato e Regioni, programmi di screening finalizzati alla prevenzione primaria dell'osteoporosi per le donne a partire dai 40 anni di età;
4) a mettere in campo ogni iniziativa volta ad assicurare le risorse finanziarie necessarie a potenziare l'attività di diagnostica per immagini al fine di ridurre i tempi di attesa e di rendere più accessibili le prestazioni diagnostiche utili a prevenire l'osteoporosi e le fratture osteoporotiche da fragilità nonché la patologia tumorale alla mammella e agli organi riproduttivi e genitali femminili;
5) a promuovere, nell'ambito del riparto di competenze tra Stato e Regioni, incontri di «accompagnamento alla menopausa» affinché un maggior numero di donne possa accedere a un counselling specifico in questa fase della loro vita;
6) ad adottare iniziative volte a introdurre nell'elenco delle spese per le quali si ha diritto alla detrazione Irpef (19 per cento) quelle relative all'acquisto di integratori alimentari utili alle donne in menopausa;
7) ad avviare campagne di sensibilizzazione e di comunicazione istituzionale volte alle promozione di stili di vita salutari e focalizzate su una sana e corretta alimentazione da seguire in peri e postmenopausa, attraverso il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale e i canali web e social istituzionali.
(1-00201) «Semenzato».
Risoluzione in Commissione:
La IX Commissione,
premesso che:
le infrastrutture e la mobilità sostenibili rivestono un ruolo cardine in quanto contribuiscono al benessere dei cittadini e costituiscono il secondo pilastro, dopo il raggiungimento dell'efficienza energetica globale, su cui costruire la transizione ecologica del nostro Paese;
l'obiettivo della neutralità climatica sarà raggiungibile solo attraverso il rinnovamento del sistema dei trasporti in chiave sostenibile. Questo settore è oggi responsabile di circa il 25 per cento delle emissioni di CO2 nel nostro Paese, a causa di un estremo ritardo nel rinnovamento del parco veicoli e del sottoutilizzo del trasporto merci su rotaia;
il settore trasporti, in uno scenario di decarbonizzazione dell'economia al 2050, dovrà necessariamente affrontare una trasformazione radicale, al fine di raggiungere «un obiettivo del 90 per cento di elettrificazione dei consumi»;
l'obiettivo dev'essere ridurre sempre più il trasporto privato motorizzato, e andare verso un trasporto condiviso e rapido di massa;
l'Italia ha una delle flotte di veicoli più vetuste fra i Paesi dell'Europa occidentale. Il parco auto circolante continua a diventare sempre più vecchio e, quindi, sempre più inquinante. Alla fine del 2021 in Italia circolavano sulle strade circa 38,8 milioni di vetture. Se nel 2009 l'età media era di 7,9 anni, progressivamente si è saliti agli attuali 12,5 anni. Molto vecchio anche il parco circolante degli autobus: l'età media è di 12 anni, il processo di riconversione dei trasporti in Italia è fondamentale al fine di rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo;
con la legge di Bilancio 2022 è stato istituito il Fondo per la strategia di mobilità sostenibile. Il fondo ha una dotazione di 2 miliardi di euro per il periodo 2023-2034 per ridurre le emissioni climalteranti del settore dei trasporti con diverse azioni tra cui il rinnovo del parco circolante dei mezzi pubblici; in particolare, il decreto di riparto nel dettaglio prevede un miliardo di euro pari al 50 per cento del fondo, per interventi sulla mobilità urbana nelle Città metropolitane e nei comuni con più di 100.000 abitanti, tra i quali: l'acquisto di veicoli elettrici per il trasporto pubblico locale e la realizzazione delle infrastrutture per la ricarica, interventi di pedonalizzazione di aree urbane e per agevolare la mobilità ciclistica, la realizzazione di infrastrutture digitali per la gestione e il monitoraggio dei flussi di traffico;
il trasporto pubblico locale, per le regioni a statuto ordinario è finanziato attraverso il Fondo per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, istituito dalla legge n. 228 del 2012 (articolo 1, comma 301); gli stanziamenti del fondo si trovano, nel bilancio dello Stato, sul cap. 1315 dello Stato di previsione della spesa del Ministero delle infrastrutture e trasporti (Tab. 10). Come è noto la suddivisione tra le regioni, in deroga alle più recenti disposizioni normative, si basa sul principio della spesa storica che ormai non rappresenta le variabili che rilevano per il servizio agli utenti: territorio servito e chilometri coperti, abitanti e flussi di trasporto reali, qualità del servizio e altro;
risulta emblematico sotto questo profilo il caso di Roma Capitale: l'Atac (azienda pubblica dei trasporti della Capitale), che da sola rappresenta il 16 per cento della media nazionale per numero di passeggeri trasportati ante-Covid e il 7 per cento dell'offerta nazionale in termini di produzione chilometrica, ai sensi del succitato riparto, riceve dalla regione Lazio la quota parte;
lo Stato non finanzia direttamente il trasporto pubblico locale di Roma Capitale (eccetto le ferrovie concesse) con lo strumento del fondo. Gli unici trasferimenti oggi esistenti, pari a circa 250 milioni di euro annui, sono assolutamente insufficienti e destinati a variare senza tenere conto del reale bisogno della Capitale d'Italia;
al fine di agevolare l'uso generalizzato dei mezzi pubblici è stato approntato, e poi rifinanziato negli anni, il cosiddetto bonus trasporti, volto a sostenere l'acquisto degli abbonamenti da parte dei cittadini. Una misura fortemente apprezzata poiché dapprima ha sostenuto lo shift modale e successivamente in modo semplice e diretto i bilanci familiari;
è fondamentale avere un adeguato sistema di trasporto pubblico locale, che risponda all'esigenza di uno sviluppo sostenibile sotto il profilo sociale, economico e ambientale. Non è accettabile infatti che il diritto alla mobilità non sia garantito specie nei contesti urbani più problematici;
inoltre il Contratto collettivo nazionale del TPL è in scadenza e quindi da marzo 2024 si assisterà ad un inasprimento della vertenza sindacale,
impegna il Governo:
a sostenere il diritto alla mobilità dei cittadini attraverso un aumento del fondo per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, prevedendo nel caso della Capitale l'assegnazione diretta, che consenta di attribuire una cifra aggiuntiva al riparto già stabilito;
a mettere al centro della modifica del riparto regionale del fondo di cui in premessa, la perequazione territoriale, evitando che il regionalismo impatti negativamente sui servizi locali tra cui il trasporto pubblico;
a sostenere le misure volte a velocizzare la sostituzione dei mezzi più vetusti con quelli ambientalmente più sostenibili in particolar modo nelle aree metropolitane, con particolare riferimento alla propulsione elettrica, ad idrogeno verde e nel triennio 2024/2026 prendere in considerazione anche l'ipotesi di mezzi ibridi elettrico/metano;
ad adottare iniziative di competenza volte a reperire le risorse economiche necessarie all'adeguamento del contratto collettivo nazionale del trasporto pubblico locale adeguato e a sostenere con maggiori risorse il rinnovo del contratto collettivo nazionale del trasporto pubblico locale;
ad adottare iniziative volte ad aumentare la deducibilità per l'acquisto e il noleggio di veicoli a zero emissioni sia per le imprese che per i lavoratori, al fine di supportare la transizione verso la mobilità sostenibile;
ad adottare iniziative di competenza volte a modificare l'articolo 51 del TUIR per includere l'acquisto di energia per la ricarica elettrica e l'installazione di wallbox come spese non tassate per i lavoratori dipendenti;
ad adottare iniziative di competenza volte a consentire l'accesso agli incentivi per i veicoli a zero emissioni senza la necessità di rottamare un veicolo più vecchio e il supporto al noleggio di tali veicoli ed esentare dal pedaggio autostradale i veicoli elettrici;
a rendere le stazioni ferroviarie hub della mobilità condivisa ed elettrica e di utilizzare i fondi del Psnms e Pnrr anche per il noleggio di veicoli elettrici, oltre a ridurre gli oneri di sistema per le aziende di trasporto pubblico locale;
a introdurre una data limite per l'utilizzo esclusivo di imbarcazioni elettriche sui fiumi e laghi nazionali, il finanziamento del retrofit delle imbarcazioni termiche e l'allocazione di fondi per il trasporto pubblico navale;
a considerare la costruzione di vertiporti per la decarbonizzazione del trasporto locale e la promozione delle attività sperimentali in questo settore.
(7-00159) «Iaria, Francesco Silvestri, Cantone, Fede, Traversi».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta in Commissione:
MEROLA e BAKKALI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
l'Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna ha già approvato, con delibera n. 70 del 2 febbraio 2022, la proposta per l'istituzione della zona logistica semplificata – Zls, corredata dal Piano di sviluppo strategico;
l'articolo 1, comma 63, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, recante la legge di bilancio per il 2018 e istitutiva della disciplina delle Zls, prevede che la Zls sia istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare su proposta del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta della regione interessata, per una durata massima di sette anni, rinnovabile fino a un massimo di ulteriori sette anni;
per l'Emilia-Romagna si tratta di una grande rete di collegamenti che andrebbe a beneficio di tutto il sistema di trasporto merci, del tessuto imprenditoriale e dell'occupazione; in particolare il progetto prevede la movimentazione delle merci con un'estensione di circa 4500 ettari, che metterà in relazione infrastrutture viarie e ferroviarie ed aree produttive commerciali dell'Emilia-Romagna unendo il porto di Ravenna, centro del sistema, con i nodi intermodali regionali e le aree produttive commerciali, coinvolgendo 9 province e 28 comuni;
l'istituzione della Zls è un passaggio epocale per la crescita infrastrutturale ed economica della regione, anche alla luce delle recenti calamità che hanno colpito il territorio, in grado di arrecare benefici che vanno ben oltre il sistema logistico, aprendo nuove direttrici territoriali dello sviluppo economico e rendendo servizi e aree produttive più accessibili a beneficio del tessuto imprenditoriale e dell'occupazione emiliano-romagnola –:
quale siano i tempi per l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 1, comma 63, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 al fine di renderne effettivo il funzionamento della zona logistica semplificata, la cui proposta risulta già approvata dalla regione Emilia-Romagna e consentire in tempi rapidi l'insediamento del comitato d'indirizzo.
(5-01463)
AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR
Interrogazione a risposta scritta:
PICCOLOTTI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
nel 2021 il Ministero dell'istruzione ha pubblicato un avviso pubblico per la presentazione di candidature per la realizzazione, attraverso i fondi PNRR, di nuovi edifici scolastici pubblici mediante sostituzione edilizia;
tra le condizioni essenziali di ammissibilità delle proposte progettuali vi è quella della ricostruzione in situ, salvo la possibilità di individuazione di una diversa area, nel caso in cui l'area su cui risulta presente l'edificio da demolire sia soggetta a rischio idrogeologico, a sopraggiunti vincoli di inedificabilità o per altre motivate esigenze, e che l'area su cui deve essere realizzata la nuova edificazione deve essere di proprietà pubblica, nella piena disponibilità dell'ente locale e urbanisticamente consona all'edificazione;
in risposta al suddetto avviso, il comune di Nardò, in provincia di Lecce, ha presentato un progetto per la demolizione del plesso scolastico D. Hammarskjold e costruzione di un nuovo fabbricato destinato a scuola secondaria di primo grado in altra zona della città, che sarà finanziato con oltre 7 milioni di euro dai fondi PNRR;
l'amministrazione comunale di Nardò il primo agosto 2023 ha approvato il progetto definitivo per l'abbattimento della scuola;
tale plesso ad oggi è pienamente funzionante, negli anni sono stati investiti tanti finanziamenti pubblici, conta centinaia di iscritti e serve buona parte della città;
secondo il comitato «Giù le ruspe dalla scuola» la scelta effettuata dal comune di Nardò appare illogica e irrazionale, dettata, più che dalle reali esigenze del territorio, dalla fretta di voler aderire in tempi brevissimi al bando in oggetto, scegliendo il plesso scolastico D. Hammarskjold dopo una rapida ricognizione dello stato di fatto degli istituti scolastici;
secondo il comitato, l'area scelta per la nuova costruzione non risponderebbe all'esigenza della città di avere un plesso di scuola secondaria di primo grado in ogni quartiere, principio stabilito anche dal vigente piano scolastico comunale;
il nuovo edificio sorgerebbe a poche centinaia di metri da un altro plesso di scuola secondaria di primo grado già esistente nella zona Sud-Ovest della città con la conseguenza che l'intera zona posta a Nord-Est rimarrebbe totalmente sguarnita di scuola secondaria di primo grado con le ovvie conseguenze in termini di aumento del traffico veicolare, già pesantemente congestionato nella zona interessata e dove insistono già due istituti superiori, una secondaria di primo grado e una scuola primaria;
lo stesso comune di Nardò nel febbraio 2023 avrebbe chiesto al Ministero dell'istruzione e del merito l'autorizzazione ad una diversa allocazione dell'intervento, individuato però in terreni privati da acquistare, rappresentando le medesime criticità avanzate dal comitato «giù le ruspe dalla scuola»: una maggiore concentrazione di immobili scolastici per scuola secondaria di primo grado nella zona a Sud del centro abitato del comune di Nardò, posizionamento dell'edificio al centro di un quartiere residenziale ad alta densità abitativa, con possibile sovraccarico di traffico nel quartiere, effetti non trascurabili nel medio e lungo periodo in termini di mobilità, impatto su traffico e smog, servizi alla cittadinanza e vivibilità, impossibilità di procedere a successivi potenziamenti attraverso la realizzazione di impianti sportivi e strutture culturali complementari in quanto l'area candidata è circondata da edifici esistenti e non vi sono altre aree disponibili adiacenti;
viste le criticità segnalate dal comitato cittadino, in parte confermate anche dalla richiamata nota del comune di Nardò del mese di febbraio 2023, data anche l'entità del finanziamento e i presumibili disagi che la nuova allocazione della scuola in oggetto provocherà alla cittadinanza –:
se i Ministri interrogati non intendano adottare le iniziative di competenza volte a revocare il finanziamento, procedendo a nuova e più approfondita verifica della sussistenza delle condizioni di ammissibilità della proposta ab origine presentata dal comune di Nardò.
(4-01720)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazione a risposta scritta:
PRETTO, ANDREUZZA, BISA, COIN, DAVIDE BERGAMINI, CARLONI e PIERRO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
il Bostrico tipografo (Ips typographus) o dell'abete rosso, è un coleottero lignivoro che scava gallerie nella corteccia delle conifere ed è il più importante parassita forestale d'Europa; questo insetto sta causando la morte di vaste aree boscate del Triveneto, colpendo in particolare le foreste alpine delle Dolomiti, popolate dall'abete rosso, con pesantissime ripercussioni ambientali, economiche e paesaggistiche;
il Bostrico tipografo, ai sensi della nuova normativa fitosanitaria dell'Unione europea, regolamento (UE) 2016/2031 e regolamento (UE) 2019/2072, è individuato come organismo nocivo da quarantena;
in Italia il Bostrico è un organismo oramai endemico dell'area alpina e prealpina, quindi l'adozione di misure fitosanitarie non risulta essere un criterio adeguato, in quanto non appare ipotizzabile la sua eradicazione;
il fenomeno dell'invasione del Bostrico cresce considerevolmente con l'aumentare del numero di piante indebolite, a causa ad esempio del cambiamento climatico, del forte impatto antropico o di un evento traumatico;
nel 2019, nelle aree del Triveneto maggiormente colpite dalla tempesta denominata «Vaia» verificatasi alla fine del 2018, è stata rilevata un'ampia diffusione del Bostrico, che poi si è esteso a macchia d'olio nel resto del Nord Italia, con particolari criticità nella provincia di Belluno e sull'altopiano di Asiago;
la tempesta «Vaia» ha infatti abbattuto milioni di abeti rossi in Veneto e il materiale legnoso schiantato ha costituito un'importante disponibilità di cibo per il Bostrico tipografo, che ha avuto la possibilità di riprodursi in massa, aumentando il suo potenziale di attacco e di danno, anche a causa della complessa morfologia del terreno che ha reso difficilmente applicabili le più moderne tecniche di esbosco;
come conseguenza della tempesta «Vaia», si sta tuttora sviluppando la più ampia infestazione da Bostrico tipografo dell'abete rosso mai osservata sulle Alpi meridionali, che sta provocando un'ulteriore perdita di risorse forestali;
le piante sopravvissute alla tempesta «Vaia» sono infatti estremamente vulnerabili all'attacco dell'insetto, che si nutre scavando gallerie sotto la corteccia e portando gli alberi al completo disseccamento, in parte perché indebolite e in parte per la grande pressione dell'insetto (fase epidemica);
nel solo Veneto i danni stimati da Bostrico forniscono un bilancio disastroso: 10.000 ettari di terreno colpito, 2,5 milioni di piante morte, 3,8 milioni di metri cubi di materiale da asportare, 200 milioni di euro di danni per il deprezzamento del legname oltre ad altrettanti di danni indiretti;
nella legge di bilancio del 2022 sono state previste misure per il contenimento dell'insetto Ips typographus (Bostrico tipografo) nei territori alpini già colpiti dalla tempesta «Vaia». In particolare, sono stati stanziati 6 milioni di euro (3 milioni annui per il biennio 2022-2023) per l'istituzione di un fondo finalizzato all'adozione di misure di tutela del territorio e per la prevenzione delle infestazioni fitosanitarie per le zone interessate dall'epidemia, nonché la definizione di misure di carattere eccezionale finalizzate al contenimento dei danni causati dalla diffusione dell'insetto Bostrico;
stante il danno che il Bostrico sta causando, destinato ad aumentare nei prossimi anni, non solo al patrimonio forestale nazionale, ma anche alla sicurezza idrogeologica delle aree forestali, alla tenuta delle filiere del legno e all'impatto sul paesaggio e sull'economia delle zone montane, risulta opportuno rafforzare le misure di intervento già in atto, per arrestare la diffusione del Bostrico e i danni da questo causati –:
se intendano adottare, per quanto di competenza, ulteriori misure per arginare la propagazione dell'infestazione da Bostrico tipografo considerato il crescente impatto sui boschi, in particolare del Veneto, in tutte le loro funzioni (produttiva, protettiva, paesaggistica), destinata verosimilmente a perdurare ancora a lungo.
(4-01726)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per sapere – premesso che:
la Edison spa nel dicembre 2019 ha attivato il procedimento di autorizzazione, ai sensi decreto-legge n. 257 del 2016, per la costruzione e l'esercizio di un deposito di gas naturale liquefatto all'interno del porto di Brindisi, banchina Costa Morena Est;
con delibera n. 230 del 26 luglio 2021 la Giunta del comune di Brindisi ha espresso parere sfavorevole evidenziando il pericolo di incidenti rilevanti e la non compatibilità urbanistica del sito prescelto;
con decreto del 28 luglio 2021 il presidente della provincia di Brindisi pure ha espresso parere sfavorevole, evidenziando, tra l'altro le seguenti criticità:
a) il progetto andrebbe sottoposto a valutazione d'impatto ambientale di competenza statale, in quanto rientrante nella categoria progettuale di cui al punto 8, quarta linea, dell'allegato II alla parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni «Stoccaggio di prodotti di gas di petrolio liquefatto e di gas naturale liquefatto con capacità complessiva superiore a 20.000 m3»; sebbene infatti dimensionalmente inferiore alla soglia, si evidenzia che la legge regionale n. 11 del 2001 e successive modificazioni ed integrazioni recante «Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale» ai commi 9 e 10 dell'articolo 4 prevede la riduzione delle soglie del 30 per cento nelle aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale di cui all'articolo 74 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, fra cui il territorio comunale di Brindisi, anche nell'ipotesi di intervenuta cessazione della validità della dichiarazione medesima per trascorso quinquennio, qualora non siano divenuti operativi tutti gli interventi di risanamento; si ritiene che tale previsione, cogente nel caso di procedimenti di competenza regionale, debba essere necessariamente applicata anche ai progetti di competenza statale, per loro natura maggiormente impattanti, al fine di non determinare disparità di trattamento;
b) l'area prescelta costituisce un'area portuale, all'interno della recinzione di security, molto ben infrastrutturata e collegata con la rete ferroviaria per la quale sono già state spese notevoli risorse pubbliche che sarebbero parzialmente vanificate dall'insediamento proposto, atteso che il deposito di Gnl limiterà l'operatività della nuova infrastruttura ferroviaria in quanto durante le attività di scarico delle metaniere saranno precluse altre attività di movimentazione container;
c) nell'ambito del procedimento di Via si potrebbe anche esperire la necessaria consultazione pubblica, come prevista dal comma 8 dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 257 del 16 dicembre 2016, di cui agli atti non risulta sia stata data attuazione;
d) si ritiene che la valutazione delle emissioni in atmosfera sia carente sotto il profilo della valutazione delle emissioni diffuse e fuggitive, soprattutto con riferimento alle fasi di carico/scarico di GNL;
e) non si rileva il titolo di disponibilità dell'area di intervento da parte del proponente Edison;
f) la zona ricade nel Sito inquinato di interesse nazionale di Brindisi (decreto del Ministero dell'Ambiente del 10 gennaio 2000);
g) non risulta effettuata una valutazione degli impatti cumulativi, anche di natura sanitaria, in relazione al funzionamento della torcia e alla presenza di altre analoghe proposte progettuali in fase di esame presso il medesimo Ministero per la Transizione Ecologica;
con decreto interministeriale n. 17487 del 22 agosto 2022 il Ministero della transizione ecologica, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibili, ha autorizzato Edison s.p.a. alla installazione ed all'esercizio del citato deposito di gas GNL;
le dette criticità espresse dal comune di Brindisi e dalla provincia di Brindisi non sono state esaminate dagli organi competenti;
risulta, quindi, che i rischi di un impianto ad alto rischio di incidente rilevante non siano stati valutati adeguatamente e che non siano state opportunamente prese in considerazione le criticità espresse dai rappresentanti degli enti anzidetti;
il consiglio superiore dei lavori pubblici, con propria nota del 13 ottobre 2021 n. 50 del 2021 ha richiamato tutte le criticità espresse dalla provincia di Brindisi, riportando anche che «Nella predetta scheda 1/d del Piano si fa riferimento alla destinazione d'uso prevista dal Piano Regolatore Portuale per l'area di Costa Morena: le previsioni di utilizzo futuro, dei nuovi moli di Costa Morena come porto per merci e passeggeri, comporta una rilevante presenza umana nella zona, e conseguente impossibilità di realizzare un efficace piano di emergenza, in caso di incidente di rilevante entità. In sintesi, le caratteristiche di vulnerabilità del sito lo rendono del tutto incompatibile con attività di movimentazione di merci pericolose come il GPL». Il Consiglio ha poi evidenziato come non sia stata fatta una opportuna «valutazione degli impatti cumulativi in relazione (...) alla presenza di altre analoghe proposte progettuali in fase di esame presso il medesimo Ministero per la Transizione Ecologica»;
anche la Capitaneria di porto di Brindisi, nel proprio parere, aveva riservato approfondimenti;
al fine dell'ottenimento dell'autorizzazione del 22 agosto 2022 risulta che Edison abbia dichiarato che la linea ferroviaria del molo sia inattiva, mentre tale linea fa parte del progetto di collegamento con la rete ferroviaria nazionale, per la quale Rfi ha già pubblicato nel mese di settembre 2023 il bando di gara dei lavori;
l'impianto in questione e la relativa torcia, verrebbero a trovarsi in prossimità del cono di atterraggio degli aerei nell'aeroporto di Brindisi-aeroporto del Salento, e nessun parere circa la non pericolosità dell'eventuale rilascio di gas, di vapori o di fiamme da parte della torcia dell'impianto sul traffico aereo è stato acquisito nell'ambito dell'istruttoria volta al rilascio dell'autorizzazione ministeriale di cui trattasi, avendo i Ministeri ritenuto favorevole il parere di ENAC-ENAV solo per mancata emissione nei termini di legge;
in data 18 settembre 2023 durante le audizioni di Enac-Enav presso il comune di Brindisi, il rappresentante di ENAC ha dichiarato che l'aspetto del rischio derivante da fumi, vapori e fiamme non è stato approfondito;
l'autorizzazione unica in questione, quindi, risulta esser stata emessa senza adeguata valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini, senza una opportuna e doverosa sottoposizione a V.I.A. e senza il rispetto del principio di precauzione ispiratore della cosiddetta direttiva Seveso –:
se alla luce delle evidenti criticità del progetto in questione, i Ministri interpellati non reputino doveroso revocare in autotutela il citato decreto interministeriale n. 17487 del 22 agosto 2022 ed ogni connesso provvedimento.
(2-00242) «Traversi, Conte, L'Abbate, Giuliano, Donno, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo, Sergio Costa, Auriemma, Fenu, Dell'Olio, Caso, Scutellà, Alfonso Colucci, Amato, D'Orso, Ascari, Cherchi, Pavanelli, Iaria».
Interrogazione a risposta orale:
ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende da organi di stampa nella centrale nucleare di Krško, che si trova a circa 150 chilometri da Trieste, in territorio sloveno, negli ultimi giorni si sarebbe registrata una perdita che ha indotto i tecnici della Nuklearna elektrarna Krško (Nek) a ridurre l'attività, fino ad interromperla;
lo spegnimento della centrale era avvenuto già nel 2020, a seguito di un terremoto che colpì la Croazia;
la centrale di Krško, una delle più vicine al confine italiano, venne costruita tra il 1975 e il 1981, in soli sei anni, ed entrò in funzione nel 1983, con un ciclo di vita previsto di 40 anni, con scadenza nel 2023;
sismologi francesi, italiani, austriaci e sloveni hanno accertato che il sito di Krško non è adatto a una centrale nucleare, proprio per il forte rischio sismico dovuto alla prossimità del sito di ben tre faglie attive (Orlica, Libna e Artiče) in grado di produrre terremoti di magnitudo massima pari a circa 7 (30 volte l'energia dei terremoti dell'Aquila del 2009 e Emilia 2012). Valutazione fatta anche dall'IRSN (istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare), consultato dalla Slovenia nel 2013 al fine di costruire a Krško una seconda centrale (NEK 2), e che aveva constatato l'inadeguatezza del luogo proprio a causa del rischio sismico;
il giorno 8 marzo 2022, il Ministero dell'ambiente e della pianificazione spaziale della Slovenia, in qualità di proponente, ha presentato l'istanza per l'avvio della consultazione pubblica per la valutazione di impatto ambientale per il progetto di estensione del ciclo di vita della centrale nucleare di Krško fino al 2043;
la Direzione generale VIA-VAS del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (Mase), quale autorità competente per i procedimenti di valutazione ambientale, ha avviato, il 16 marzo 2022, la consultazione pubblica prevista per il procedimento di valutazione di impatto ambientale in ambito transfrontaliero, ai sensi dell'articolo 32 del decreto legislativo n. 152 del 2006;
la commissione tecnica Via-Vas del Mase dopo aver raccolto diverse osservazioni e documenti a favore e contro la richiesta della Slovenia, nel giugno del 2022 avrebbe concluso il suo lavoro esprimendo parere negativo in merito –:
se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti, se siano in grado di dare tutte le rassicurazioni alle popolazioni interessate circa i rischi derivanti dall'incidente accaduto in Slovenia e quali iniziative di competenza intendano assumere perché si intervenga nei confronti del Governo sloveno affinché sia data immediata garanzia sui protocolli di sicurezza e il rispetto degli standard europei relativi alla centrale nucleare di Krško, per la quale è previsto allungamento del ciclo di vita fino al 2043.
(3-00734)
Interrogazione a risposta scritta:
ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
la centrale idroelettrica di Pozzolago, gestita da Dolomiti Edison Energy srl, si estende nei territori dei comuni di Baselga di Pinè, Bedollo e Lona-Lases in provincia di Trento. Il gestore è titolare della concessione per uso idroelettrico a mezzo del lago delle Piazze e del pompaggio del lago della Serraia, scaduta nel 2016. Gli impianti risalgono al 1925 e al 1927 per la diga, con ammodernamento successivo a fine anni '90;
la stazione di pompaggio esistente è situata sul lago della Serraia, all'interno della zona speciale di conservazione (Zsc) delle paludi di Sternigo (IT3120034);
il gestore dell'impianto ha chiesto rinnovo della concessione nel 2015 per ulteriori 30 anni, che decorreranno dalla scadenza della concessione stessa. Nelle more dell'istanza è stato inoltre chiesto di rideterminare la portata media nominale della concessione;
considerato che l'opera rientra negli impianti di cui al punto 13 dell'allegato II alla parte seconda del decreto legislativo n. 152 del 2006, la competenza in materia di Valutazione di impatto ambientale (Via) è statale e il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è autorità competente;
con parere della commissione tecnica Via-Vas n. 177 dell'8 novembre 2021 sono state espresse delle condizioni ambientali alle quali ottemperare;
nel parere della commissione tecnica è riportato che il rinnovo delle concessioni, secondo le norme tecniche attuative (Nta) del Piano di tutela delle acque della provincia di Trento, è possibile per quei corpi idrici superficiali in stato di qualità buono o elevato, mantenendone inoltre lo stato di qualità. Lo stato delle acque del lago Serraia, classificate con stato di qualità «sufficiente», necessita quindi di «interventi a cura del concessionario volti al recupero qualitativo e/o quantitativo del corpo idrico»;
l'istanza di impatto ambientale per la concessione dell'impianto idroelettrico di Pozzolago (TN) è stata rinnovata con decreto del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica n. 24 del 21 gennaio 2022. Il documento richiama le prescrizioni di cui al parere della Ct-Via-Vas di cui sopra;
tra le condizioni di esercizio espresse nel parere citato (condizione ambientale n. 1) è prescritta: «Una riduzione dei quantitativi di acqua annualmente pompata dal lago della Serraia, tenendo conto che il volume prelevato mediamente negli ultimi dieci anni è stato inferiore del 40 per cento al volume della portata annua misurata allo stramazzo G», e che si è ritenuta necessaria la previsione di «regolamentazione in termini quantitativi e temporali del prelievo delle acque dal lago di Serraia in modo da evitare la diminuzione dei livelli idrici nel periodo più delicato per l'equilibrio delle comunità biologiche che appartengono all'ecosistema lacustre e all'avifauna nidificante presente nell'area protetta»;
si è recentemente appreso, tramite l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente (Appa), della presenza di fioriture di cianobatteri microcystis aeruginosa e della presenza di epatossine microcistine in grado di causare effetti sanitari su persone e fauna, con conseguente divieto di balneazione, pesca e consumo di prodotti ittici, circostanza che aggrava il rischio ambientale;
è quindi opportuno verificare le condizioni operative di cui al procedimento di rinnovo della concessione, nonché procedere alla verifica di ottemperanza delle prescrizioni autorizzative richiamate nel parere della commissione tecnica Via;
è stato istituito un tavolo tecnico per il risanamento del lago di Serraia da parte dell'amministrazione provinciale del Trentino già alla fine del 2020 con l'obiettivo di definire un programma di interventi –:
se sia stata elaborata dal proponente, o comunque siano stati individuati i principi generali tramite interlocuzioni con le autorità competenti, la forma di regolamentazione dei quantitativi prelevabili delle acque del lago di Serraia e se risulti in coerenza con le condizioni ambientali richiamate;
se il Ministro interrogato abbia avviato le verifiche di ottemperanza dell'autorizzazione citata in premessa e quali siano le risultanze della stessa.
(4-01717)
CULTURA
Interrogazioni a risposta in Commissione:
DALLA CHIESA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
la scorsa primavera il Ministro interrogato ha dichiarato che la cultura costituisce un pilastro di sviluppo socio-economico dell'Italia che è necessario valorizzare e che appare prioritario, in ambito culturale, creare un nuovo immaginario italiano;
la situazione della cultura italiana appare complessa e difficile anche se i dati indicano alcuni settori in ripresa: a fronte di un trend positivo per concerti dal vivo, festival culturali e accesso a musei e mostre – quest'ultimo in parte dovuto anche all'eccezionale presenza di turisti – chiudono cinema, librerie, edicole e anche i teatri sono in crisi e vanno avanti tra mille difficoltà;
nel corso del 2021 e del 2022, il settore del teatro ha perso circa il 9 per cento di spettatori con conseguente chiusura delle sale, alcune delle quali con valore storico di estrema rilevanza per il territorio in cui erano inserite;
in questo contesto appare fondamentale anche tener presente il rapporto tra teatro e territorio, tra teatro e scuola, e considerare la rilevanza che assume la costruzione di una cultura teatrale nei più giovani: sarebbe auspicabile la promozione di progetti e attività extracurriculari da svolgersi nelle scuole, volte a far conoscere il teatro e la sua magia sia dal punto di vista dello spettatore che dell'attore;
il teatro ha sempre assunto un importante ruolo di aggregazione, di scambio, di arricchimento personale non soltanto dal punto di vista culturale, riuscendo a trasmettere con grande efficacia valori morali così da perseguire un importante scopo nell'educazione e nella formazione delle persone;
altrettanto importante è il ruolo dei teatri di quartiere, dei piccoli comuni, dove la chiusura di una sala può rappresentare una vera frattura nella società locale. In queste realtà, le sale teatrali hanno anche una funzione di grande patrimonio di inclusione sociale, per tutte quelle persone, soprattutto quelle più anziane, che trovano nella fruizione della cultura, e del teatro in particolar modo, una forte opportunità, per la propria dimensione relazionale –:
quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato al fine di sostenere i teatri italiani e di promuovere l'accesso agli spettacoli teatrali soprattutto per i più giovani, ma anche per gli anziani, per i quali il teatro rappresenta un'opportunità per evitare isolamento e solitudine; quali iniziative, inoltre, intenda assumere al fine di prevedere la riapertura delle più significative sale che sono state costrette, negli anni, a chiudere.
(5-01464)
LOIZZO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
la digitalizzazione delle collezioni delle biblioteche sta trasformando la via di accesso alle informazioni e il modo in cui si fa ricerca; lo Stato e le biblioteche hanno la responsabilità di garantire un accesso globale alle loro collezioni digitali perché il pubblico lo chiede e gli studiosi vi ripongono le loro aspettative;
il web ha abbattuto le tradizionali barriere dovute a distanze geografiche, a situazioni economiche, a conflitti politici e a sensibilità culturali che impedivano questo tipo di accesso; quindi gli studiosi stanno sviluppando nuovi campi di indagine, spesso stimolati dalla capacità delle nuove tecnologie di giustapporre risultati di ricerca provenienti da diverse fonti e discipline e di utilizzare in modi nuovi testi e immagini digitali;
non a caso il Governo, in risposta ai dati Istat del 2019 che vedevano le biblioteche italiane molto indietro nella digitalizzazione, ha incluso questi interventi fra quelli finanziati dal PNRR con la misura M1C3, investimento 1.1 «Strategie e piattaforme digitali per il patrimonio culturale», diviso in 12 sub-investimenti, per colmare il divario digitale esistente e massimizzare il potenziale degli uffici locali incaricati della conservazione del patrimonio, dei musei, degli archivi e delle biblioteche;
queste collezioni, una volta accessibili, diventano risorse fondamentali. Senza digitalizzazione, le collezioni speciali e di libri antichi rimangono poco conosciute ed occorre sottolineare che, mentre molte biblioteche hanno messo a punto proprie procedure per partecipare a progetti di digitalizzazione di massa, le necessità di materiali unici, rari e non a stampa richiedono una considerazione speciale e procedure differenti;
per centrare appieno gli obiettivi previsti, quali sviluppare il potenziale delle banche dati culturali e delle collezioni digitali e assicurare l'uso e l'accessibilità a lungo termine degli archivi digitali e dei prodotti della digitalizzazione del patrimonio culturale, è però necessario uno sforzo ulteriore soprattutto nei territori meno centrali e più in difficoltà;
è necessario considerare, infatti, che spesso le amministrazioni comunali e gli enti gestori di tali beni non sono in grado di utilizzare le opportunità offerte dai bandi regionali e statali a causa della scarsità di personale e di competenze specifiche degli stessi –:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda intraprendere per garantire l'accesso ai fondi per la digitalizzazione del patrimonio bibliotecario alle realtà di tutto il Paese e dunque la digitalizzazione di tutto il patrimonio e se non ritenga di utilizzare lo strumento del partenariato pubblico privato a vantaggio comune.
(5-01467)
DIFESA
Interrogazione a risposta orale:
QUARTINI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 gennaio 2022 il Governo individuava nella città di Pisa, e precisamente in località Coltano, il luogo dove realizzare la sede del gruppo intervento speciale «Tuscania» e del centro cinofili, e al contempo la dichiarava «opera destinata alla difesa nazionale»;
nel progetto iniziale, detta base avrebbe occupato un'area di 730.000 metri quadrati, su cui sarebbero stati edificati 440.000 metri cubi di nuovi locali con destinazioni varie: poligoni di tiro, infrastrutture di addestramento, magazzini, uffici, villette a schiera, eccetera. Il tutto, nell'area di Coltano, una zona di pregio naturalistico e paesaggistico, su cui insistono vincoli ambientali, e godendo dell'iter realizzativo delle procedure semplificate previste dal decreto-legge 31 maggio n. 77 del 2021 sulla governance del PNRR trattandosi, appunto, di opere atte a difesa nazionale. Il PNRR, però non ha fra i propri primi fini quelli militari; all'opposto, sono la preservazione del territorio, il miglioramento di società e impresa, la mitigazione delle debolezze strutturali dell'economia italiana a costituire i capisaldi del PNRR. Non potrebbe essere altrimenti, considerato il percorso di transizione ecologica, ambientate e di sostenibilità, di riduzione dei divari territoriali, generazionali e di genere le idee alla base del PNRR stesso;
reso pubblico il progetto, anche grazie all'azione del Movimento 5 Stelle (mozione n. 856) in Consiglio regionale Toscana, si levarono numerosissime proteste; molti soggetti – attori istituzionali, varie parti politiche, comitati di cittadini – manifestarono la loro contrarietà alla realizzazione dell'opera; lo stesso presidente della Giunta regionale Toscana aveva suggerito all'epoca di costruire la base del Tuscania in un altro luogo, ossia a Pontedera;
sembrava che il progetto fosse stato accantonato, salvaguardando le aree del parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. Nel settembre 2023 venivano invece ripresentate nuove linee progettuali per lo sviluppo dello studio di prefattibilità nell'area Cisam; attraverso un tavolo interistituzionale veniva di fatto recuperata l'idea della base, forzandola attraverso una parcellizzazione delle diverse installazioni e strutture, smistate (poligoni di tiro, depositi di armi, eliporto, eccetera) in aree diverse, fra cui l'area del Cisam (Centro interforze studi per le applicazioni militari), sede di un reattore nucleare. Una «diffusione» incoerente con la natura di un sistema organizzato militare. L'uso di termini chiave quali «biodiversità», «riqualificazione floro-faunistica», «opere compensative a favore del territorio», eccetera, completavano il quadro di un progetto di dubbia utilità strategica e, ad avviso dell'interrogante, certamente contrario alla tutela dell'ambiente. Il Movimento 5 Stelle si attivava nuovamente in Consiglio regionale, con ulteriore mozione (1392), eccependo gli aspetti sopraindicati, a cui si aggiunge il fatto che, nonostante il cambio di parere di alcuni soggetti, l'impegno di spesa (non comunicato) non potrà più far conto sul «Fondo per la coesione sociale e lo sviluppo»; come sottolineato dal presidente dell'Ente parco, tale sostentamento «ora non è più disponibile: le risorse andranno individuate in altre poste di bilancio all'interno della prossima legge finanziaria» –:
come intenda il Ministro interrogato intervenire, anche attraverso proposte alternative e partecipate, in relazione alla rinnovata volontà di ubicare la base in diverse aree, fra le quali la ex Cisam, con un progetto che appare in contrasto con le posizioni dello Stato italiano, con le indicazioni di destinazioni d'uso dei fondi PNRR, non più coperta finanziariamente, oltre che non utile dal punto di vista strategico e certamente dannosa per il territorio.
(3-00733)
Interrogazione a risposta scritta:
UBALDO PAGANO. — Al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
l'Arsenale M.M. di Taranto è un arsenale di grande potenzialità per la quantità e la qualità del personale impiegato, per la consistenza e la funzionalità delle infrastrutture, degli impianti e dei mezzi ed attrezzature di lavoro in dotazione;
fa parte dell'area tecnica-industriale della Difesa (di cui rappresenta, con i quasi 2.400 dipendenti civili, l'Ente anche numericamente più importante) e i suoi compiti consistono principalmente nell'assicurare il supporto e l'efficienza delle unità navali, secondo un programma annuale di soste lavori e di interventi che viene proposto dallo Stato Maggiore, concordato ed approvato dall'ispettorato navale logistico, previo esame congiunto con lo stabilimento;
secondo quanto appreso dalle organizzazioni sindacali di riferimento, i dipendenti impegnati come manovali facchini esprimono una crescente preoccupazione per le attuali condizioni lavorative applicate che stanno incidendo in maniera significativa sulla condizione economica e sul benessere dei lavoratori;
in particolare, le organizzazioni sindacali hanno rilevato un considerevole calo delle ore assegnate ai dipendenti, circostanza che impatta negativamente sul loro reddito mensile, rendendo molto difficoltoso il sostenimento delle spese quotidiane familiari;
risulta, inoltre, che l'amministrazione ha bisogno del servizio fornito da suddetti lavoratori, ma al medesimo tempo, la stessa destina sempre meno fondi annuali a tale servizio, con pesanti ricadute negative per le condizioni salariali dei lavoratori;
per di più, risulta grottesca la recente decisione aziendale di addebitare le spese di bonifico dello stipendio ai lavoratori;
tra le altre cose, i lavoratori, allo scopo di evitare una riduzione dello stipendio, si trovano nella condizione di dover utilizzare le ferie per coprire le perdite finanziarie causate dalle ore di lavoro esigue e dai succitati addebiti in busta paga, smaltendo, a tal fine, una giornata di ferie alla settimana e ridurre, di conseguenza, il numero dei giorni lavorativi settimanali, con ricadute significative anche sull'equilibrio tra lavoro e vita personale –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti denunciati dalle organizzazioni sindacali e riportati in premessa;
se e quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, al fine di alleviare le condizioni di disagio vissute dai dipendenti dell'azienda appaltatrice, e se intendano valutare l'opportunità di revisionare il contratto di servizio e promuovere un confronto tra l'azienda appaltatrice e l'organizzazione sindacale e tra quest'ultima e l'amministrazione appaltante;
se e quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, al fine di garantire il godimento integrale dello stipendio da parte dei lavoratori;
se, considerate le reiterate richieste aziendali di ulteriori fondi a copertura del costo del lavoro annuo, non ritengano opportuno adottare le iniziative di competenza volte a garantire a priori lo stanziamento delle risorse occorrenti per ogni annualità.
(4-01724)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
FABRIZIO ROSSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'alta velocità rappresenta un'infrastruttura fondamentale per unire i territori di una moderna Nazione poiché garantisce numerosi vantaggi per: produttività delle piccole e medie imprese e grandi imprese, mobilità di cittadini e lavoratori, incentivazione del turismo, garantendo collegamenti con porti, aeroporti, aree intermodali, e così via;
si segnala la tratta della costiera tirrenica, in particolare il collegamento tra Roma e Genova, poiché è gravemente penalizzante per gli utenti a causa della scarsa frequenza di corse di treni Frecciabianca che dalla Capitale giungono a Genova. I treni, soprattutto nel tratto tra Grosseto e Massa Carrara, attraversano senza farvi scalo stazioni capoluoghi di provincia e importanti cittadine dal punto di vista economico e turistico. Si consideri che l'ultima corsa da Roma per Genova parte alle ore 18:27;
nel 2022, Unioncamere Toscana ha pubblicato il «Libro Bianco delle infrastrutture», facendo emergere in modo solare la necessità di superare il gap infrastrutturale che affligge la parte costiera della regione per carenti o inadeguate, come la rete ferroviaria, le strade e autostrade, rendendo necessaria l'adozione d'una strategia di sviluppo infrastrutturale per superare l'obsolescenza e insufficienza delle infrastrutture attuali;
nel territorio insiste l'aeroporto «Galilei» di Pisa, utilizzato da due milioni di utenti l'anno, tredicesimo in Italia per traffico passeggeri e sesto per merci, pari a quindicimila tonnellate annue movimentate nonché tre porti importanti: Piombino, Livorno; Marina di Carrara. Tutti inseriti nel Comprehensive Network europeo perché producono un imponente movimento annuo di merci e persone. V'è anche l'interporto toscano di Livorno Guasticce, inserito nel Core Network europeo. Opere che devono essere meglio collegate con la rete ferroviaria e viaria;
Trenitalia, impresa pubblica che ha tra i propri obiettivi quello di garantire alla Nazione un'offerta di servizi di qualità, in grado di soddisfare, le esigenze di mobilità dei viaggiatori, dovrebbe quindi incrementare i collegamenti ferroviari tra Roma-Genova e viceversa, rispondendo alle maggiori esigenze di mobilità di passeggeri e lavoratori, compresi i numerosissimi turisti che visitano la magnifica zona costiera compresa tra alto Lazio, Toscana e parte della Liguria, in particolare prevedendo un'ulteriore corsa pomeridiano-serale del predetto treno, partendo indicativamente alle 19:30, prevedendo anche ulteriori corse quotidiane di treni AV Frecciabianca, incrementando l'offerta e soddisfare le esigenze dette –:
se ritenga opportuno e necessario rappresentare la situazione descritta in premessa a Trenitalia affinché, per quanto di competenza, si possa implementare la tratta della costiera tirrenica, in particolare nel collegamento tra Roma e Genova.
(5-01469)
BARBAGALLO, IACONO, PROVENZANO, MARINO e PORTA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
i sindaci delle isole minori siciliane (Ustica, Eolie, Egadi, Pelagie e Pantelleria) chiedono il ripristino dei collegamenti marittimi integrativi soppressi in tempi celeri, a seguito della rinuncia della compagnia Caronte &Tourist;
tale interruzione vede in contrapposizione l'attività amministrativa della regione, l'indisponibilità della società di navigazione interessata e la legittima attività della magistratura, questo scrivono i sindaci nella nota inviata ai Governi nazionale e regionale;
i collegamenti integrativi, a seguito del congelamento delle risorse e del trasferimento delle competenze dallo Stato alle regioni, hanno assunto sempre di più un ruolo essenziale in quanto sostitutivi dei vari tagli operati nei collegamenti statali sia a causa dell'aumento dei costi di gestione sia a causa dell'invecchiamento del naviglio;
oggi questa interruzione dei collegamenti navali integrativi sta comportando disagi nell'approvvigionamento dei generi di prima necessità, difficoltà nel rifornimento di generi alimentari, dei carburanti, bombole d'ossigeno e gas;
inevitabilmente sta determinando un peggioramento delle condizioni di vita che si traduce in danno sociale per le popolazioni isolane, già penalizzate dalle pesanti condizioni di micro insularità;
tutto questo si ripete dopo le vicissitudini degli ultimi anni che hanno riguardato i collegamenti marittimi, con effetti negativi sull'economia turistica isolana, principale fonte di sostentamento di queste comunità –:
alla luce dei fatti esposti in premessa, se il Governo intenda adottare iniziative di competenza volte al ripristino urgente e immediato dei collegamenti soppressi, al fine di garantire la continuità territoriale ed evitare danni irreversibili che potrebbero mettere in serio pericolo la permanenza dei residenti nelle isole, già caratterizzate da un forte fenomeno di spopolamento.
(5-01471)
INTERNO
Interrogazione a risposta orale:
ORFINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nei mesi scorsi, il Ministro dell'interno Matteo Piantedosi, a margine del comitato per l'ordine e la sicurezza che ha presieduto insieme alle forze dell'ordine e al prefetto di Latina Maurizio Falco, ha annunciato che tra le prossime iniziative a sostegno delle comunità locali di Latina e provincia per la lotta alla criminalità ci sarà anche la prossima istituzione di un commissariato di pubblica sicurezza ad Aprilia;
come risulta anche da notizie a mezzo stampa il Ministro avrebbe dichiarato che l'iter per l'istituzione del commissariato sarebbe a buon punto: «Stanno terminando tutte le pratiche legate alla sede, contiamo che da qui a un anno sarà possibile aprire ufficialmente il commissariato» –:
alla luce delle molteplici dichiarazioni già rese in passato, alle quali non è stato dato seguito, quale sia lo stato reale dell'arte in merito all'istituzione del commissariato di pubblica sicurezza ad Aprilia.
(3-00735)
Interrogazioni a risposta scritta:
SERGIO COSTA, CAPPELLETTI, ILARIA FONTANA, L'ABBATE, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
in data 22 aprile 2022 è stato approvato, ai sensi dell'articolo 21 del decreto-legge n. 152 del 2021, il decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, recante «Assegnazione delle risorse ai soggetti attuatori dei piani integrati selezionati dalle città metropolitane», tra cui il piano «Più Sprint» della città metropolitana di Venezia, che comprende il progetto «Bosco dello Sport» del comune di Venezia;
il progetto «Bosco dello Sport» consiste nella realizzazione di una cittadella sportiva con uno stadio per il gioco del calcio, un palazzetto dello sport per il gioco della pallacanestro, vari altri edifici di servizio, parcheggi (anche interrati), opere di urbanizzazione e viabilità di collegamento, il tutto in area agricola e di pregio ambientale;
in data 28 aprile 2023 è stato approvato un secondo decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, di revoca del finanziamento dell'anno precedente a favore del progetto «Bosco dello Sport»;
la revoca si è resa necessaria a seguito delle osservazioni della Commissione europea sull'ammissibilità degli interventi finanziati, per la non conformità di alcuni degli interventi previsti dai Piani urbani integrati promossi dalle città metropolitane con le finalità della norma di cui all'articolo 21 del decreto-legge n. 152 del 2021;
con un ulteriore decreto del 3 luglio 2023 del Ministro dell'interno, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e per gli affari europei, assegnava al comune di Venezia per il progetto «Bosco dello Sport» 93.581.321,26 euro, questa volta a valersi sul Piano nazionale per gli investimenti complementari di cui al decreto-legge n. 59 del 2021;
per esplicita previsione dell'articolo 2, del decreto-legge n. 59 del 2021 e dell'articolo 21 del decreto-legge n. 152 del 2021, le risorse dei Piani urbani integrati provenienti dal Piano nazionale per gli investimenti complementari, devono in ogni caso perseguire le finalità e gli scopi di cui all'articolo 21 del decreto-legge n. 152 del 2021: «favorire una migliore inclusione sociale riducendo l'emarginazione e le situazioni di degrado sociale, promuovere la rigenerazione urbana attraverso il recupero, la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione ecosostenibile delle strutture edilizie e delle aree pubbliche, l'efficientamento energetico e idrico degli edifici e la riduzione del consumo di suolo anche attraverso operazioni di demolizione e ricostruzione finalizzate alla riduzione dell'impermeabilizzazione del suolo già consumato con modifica di sagome e impianti urbanistici, nonché sostenere progetti legati alle smart cities, con particolare riferimento ai trasporti ed al consumo energetico»;
la cittadella sportiva è prevista in località Tessera, dove l'indice di criminalità è bassissimo, il disagio sociale praticamente inesistente, il territorio è costituito da un paesaggio agrario con fiumi di risorgiva, flora e fauna significative e suggestivi percorsi nel verde molto frequentati: in sostanza l'area non presenta alcuna delle caratteristiche previste dalla normativa;
il citato decreto del 3 luglio 2023 assegnava al comune di Venezia 45.962.572,90 euro per il solo palazzetto dello sport per la pallacanestro, mentre il rimanente del finanziamento era per opere di completamento e nulla veniva destinato alle altre strutture sportive (stadio);
la più importante squadra di pallacanestro di Venezia è di proprietà del sindaco di Venezia –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;
quali verifiche di propria competenza ritengano opportuno avviare per dare corso ai necessari accertamenti;
se ritengano che l'impiego dei fondi per il progetto «Bosco dello Sport», come destinati dal decreto 3 luglio 2023, sia compatibile con le finalità di rigenerazione urbana e di riduzione del consumo di suolo previste dall'articolo 21 del decreto-legge n. 152 del 2021;
se non ritengano che la decisione di destinare fondi statali per la realizzazione da parte di un amministratore locale di strutture sportive dalle quali trarrà presumibilmente vantaggio personale non rischi di dare luogo ad un macroscopico conflitto di interessi.
(4-01715)
PENZA, GUBITOSA, CAFIERO DE RAHO, SERGIO COSTA, PAVANELLI, AURIEMMA, GIULIANO, DONNO, ASCARI, MARIANNA RICCIARDI, IARIA, QUARTINI, CARAMIELLO, SANTILLO e CARMINA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da fonti di stampa (Ansa Campania, 10 ottobre 2023) risulterebbe che in data 10 ottobre 2023 i carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un decreto di fermo, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nei confronti di nove indagati;
i soggetti sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, corruzione ed altro aggravati dalla finalità mafiose. Coinvolti anche alcuni esponenti della precedente amministrazione del comune di Caivano; spicca la figura dell'ex assessore comunale di Caivano, Carmine Peluso, tra i destinatari dei provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Napoli;
segnatamente, i provvedimenti emessi riguardano un ex consigliere comunale, Giovanbattista Alibrico, l'esponente politico Armando Falco e il tecnico comunale Martino Pezzella, insieme con il dirigente comunale Vincenzo Zampella. Gli altri destinatari sono Raffaele Bervicato (luogotenente del boss Antonio Angelino), Raffaele Lionelli (che recuperava e custodiva armi, e gestiva le estorsioni e il welfare per i detenuti), Domenico Galdiero (che si occupava tra l'altro delle estorsioni) e Massimiliano Volpicelli, incaricato di attuare le direttive di Angelino. Alibrico, Falco e Peluso (Italia Viva) erano componenti della maggioranza della precedente amministrazione comunale di Caivano, che ora è retta da un commissario straordinario;
agli amministratori pubblici di Caivano, la procura di Napoli e i carabinieri contestano di avere fornito in vari modi appoggio all'organizzazione malavitosa guidata da Antonio Angelino (ritenuto elemento di spicco del clan Sautto-Ciccarelli di Caivano e capo del gruppo Gallo-Angelino, arrestato dai carabinieri lo scorso luglio a Castel Volturno) con il quale interagivano per fornirgli informazioni riguardo i lavori pubblici assegnati alle imprese e anche per gestirne l'aggiudicazione a imprenditori vicini al clan. Erano quest'ultimi, secondo quanto emerso dalle indagini, a versare mazzette, sia agli amministratori, sia al clan Zampella, sempre secondo l'ipotesi accusatoria, nella veste di dirigente del settimo settore lavori pubblici del comune di Caivano, firmava le determine di affidamento;
con il decreto del Presidente della Repubblica del 31 agosto 2023 è stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Caivano e la nomina del commissario straordinario, in considerazione delle dimissioni rassegnate, con atto unico presentato al protocollo dell'ente, da tredici consiglieri su ventiquattro;
alla luce di tali circostanze pare del tutto opportuna la proposta di provvedere anche allo scioglimento del Consiglio comunale, in conseguenza di evidenti fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo camorristico. L'istituto dello scioglimento ai sensi dell'articolo 143 Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali risulterebbe opportuno, anche in relazione ai suoi effetti riferiti ai procedimenti elettorali futuri e, dunque, fornirebbe maggiori garanzie di legalità al comune –:
quali iniziative urgenti intenda porre in essere al fine di verificare, in base a tutti gli elementi emersi, se sussistano i presupposti per lo scioglimento immediato del Consiglio comunale di Caivano, ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000;
quali iniziative intenda porre in essere al fine di rafforzare la dotazione, in termini di mezzi e di personale, delle forze di polizia, con particolare riguardo al territorio caivanese.
(4-01718)
DE CORATO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il 7 ottobre 2023, nel pieno dei festeggiamenti della settimana dei tabernacoli (Sukkot), un attacco di Hamas è stato lanciato dalla Striscia di Gaza in Israele, attraverso migliaia di razzi diretti verso le regioni del centro e del sud dell'Israele. Nelle stesse ore, inoltre, miliziani del gruppo palestinese islamico avevano oltrepassato il confine israeliano dalla Striscia di Gaza, dando inizio ad un'operazione di terra e prendendo il controllo di alcune località nel sud del paese. L'operazione di Hamas ha causato più di 1.200 vittime israeliane e circa 2.700 persone sono rimaste ferite nonché decine disperse o in ostaggio, mentre tra i palestinesi il bilancio arriva a oltre 950 vittime;
gli eventi internazionali hanno destato particolari preoccupazioni anche a Roma, dove la questura ha previsto che nella Capitale i dispositivi e i servizi di sicurezza fossero rafforzati sugli obiettivi israeliani considerati sensibili: la misura riguarda, infatti, il Tempio Maggiore, la zona del Ghetto ebraico e l'ambasciata d'Israele, così come le altre residenze diplomatiche. Lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, in visita alla Sinagoga di Roma, ha sottolineato come sia di fondamentale importanza intensificare la protezione dei cittadini di religione ebraica presenti sul nostro territorio con il fine di evitare il rischio di emulazione degli atti criminali da parte dei sostenitori di Hamas;
in diverse occasioni, in passato, esponenti della comunità islamica italiana hanno dimostrato vicinanza alle posizioni di Hamas: nel 2013, ad esempio, in occasione del Coordinamento dei centri islamici milanesi, venne invitato Riyad Al Bustanji, un Imam giordano pro-jihad, noto per le sue idee integraliste;
ciò considerato e alla luce dei recenti avvenimenti, risulta imprescindibile, infatti, predisporre ulteriori verifiche, puntuali e capillari, a tutela delle comunità islamiche ed ebraiche presenti nel territorio nazionale, con la finalità di scongiurare ogni eventuale infiltrazione di Hamas nelle stesse, integrando un controllo più minuzioso con riferimento ai finanziamenti indirizzati alle comunità, oppure prevedendo, ad esempio, la sottoscrizione di un'apposita dichiarazione da parte degli Imam, attraverso la quale prendere le distanze dall'antisemitismo e dal terrorismo –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere per evitare eventuali infiltrazioni di Hamas nelle comunità islamiche ed ebraiche situate in Italia.
(4-01721)
AMATO e CARAMIELLO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
con avviso pubblico prot. n° 6247, del 28 aprile 2005, l'amministrazione comunale di Santa Maria la Carità (Na) manifestava la volontà di affidare la realizzazione del cimitero comunale con la procedura del project financing;
in data 9 marzo 2007 la giunta comunale approvava la proposta progettuale presentata da un ATI formata dalle imprese Gi.Vi Costruzioni, Vincenzo Zenga spa e Votiva Fiamma e successivamente, in data 5 aprile 2007, indiceva gara pubblica per la scelta della società realizzatrice del progetto presentato dall'ATI e, in mancanza di altre offerte, la commissione giudicatrice affidò provvisoriamente alla stessa ATI la progettazione ed esecuzione della costruzione, nonché la gestione della fornitura elettrica votiva del cimitero comunale, affido che divenne definitivo in data 29 aprile 2008;
a quel punto l'ATI istituì una società consortile denominata «cimitero di santa Maria la Carità – società consortile a r.l.» e con contratto contenente tutti gli adempimenti da porre in essere (calendario attività amministrative e tecniche, lavori da realizzare, gestione delle lampade votive) si stipulò la concessione in parola per la durata di 30 anni, senza però provvedere al versamento del deposito cauzionale del 10 per cento come previsto dal decreto legislativo n. 163 del 2006, creando in tal modo una situazione anticoncorrenziale nei confronti di altri soggetti economicamente interessati;
da quel momento si sono succeduti degli avvicendamenti nelle imprese costituenti la «cimitero di Santa Maria la Carità società consortile a r.l.», e una serie di accadimenti, ad avviso dell'interrogante quantomeno strani, si sono succeduti: compravendita di quote societarie, variazioni progettuali, inadeguatezza del progetto a soddisfare le reali esigenze della popolazione, l'azzeramento contrattuale, conseguenza di un cronoprogramma variato che non passa per una nuova gara d'appalto ma diventa un riaffidamento, una procedura atipica per la campagna di prenotazione dei cespiti, un non rispetto dei termini contrattuali con i prenotanti i cespiti, con i cui soldi l'amministrazione ha completato le procedure di esproprio necessarie dopo lo stravolgimento della convenzione iniziale, esproprio che sarebbe spettato alla ditta consortile, il mancato pagamento da parte della ditta consortile delle penali stabilite dalla convenzione, ritardi ingiustificati per la nomina del collaudatore, non certezza che tutte le particelle demaniali siano entrati nella proprietà comunale;
tra il comune e la ditta è sorto infine un contenzioso con un possibile accordo transattivo, per far fronte al quale il comune ha finalmente pubblicato la graduatoria di coloro che potevano acquistare un loculo, chiedendo che venisse versato il 10 per cento circa del costo totale (approssimativamente 400 mila euro) entro il 2010, in più un ulteriore 20 per cento entro il 2018. Dall'accordo veniva fuori che la ditta avrebbe pagato una penale di 208 mila euro;
non si capisce per quale motivo il comune abbia corrisposto alla ditta l'intero importo in acconto versato dai cittadini (400 mila euro) e non invece la differenza tra il dare (400 mila) e l'avere (208 mila). A tutt'oggi le opere risultano completate approssimativamente al 40 per cento del totale e i cittadini, che hanno già versato parte della cifra, ancora non sanno quando e se i loro diritti saranno tutelati. Qualcuno è nel frattempo deceduto e i parenti sono stati costretti ad interrare i propri cari altrove –:
se non si intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, in particolare ai sensi dell'articolo 60, commi 5 e 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, anche ai fini della tutela delle risorse pubbliche e del corretto funzionamento dei servizi cimiteriali.
(4-01722)
RAMPELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
stanno destando scalpore i filmati degli incontri del sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei, punta dell'iceberg di quello che ad avviso dell'interrogante è un sistema di potere e di consenso «clientelare» che ruota intorno a un politico di lunghissimo corso;
in particolare, come riportato dai quotidiani, in uno dei famosi filmati acquisiti dalla procura di Civitavecchia, è lo stesso Tidei a proclamare: «lo ne ho assunti 4 mila, non è che ne ho assunto uno: 4 mila!»: dalla preparazione di un concorso ad hoc per l'assunzione come giardiniere del nipote di un «compagno», mancato da poco, presso la Multiservizi, partecipata del comune; alla raccomandazione per l'assunzione nel gruppo FS del parente dell'architetto Rosa, da lì a poco candidato in una lista civica a sostegno della riconferma del sindaco;
sempre secondo fonti di stampa, al marito di una delle donne con cui il primo cittadino è stato registrato sarebbero stati promessi 53 mila euro per una consulenza informatica;
in alcuni video di marzo, Tidei mostra un rapporto confidenziale anche con il comandante della locale stazione dei carabinieri, Carmine Ricci, mostrando interessamento per il lavoro della consorte del maresciallo: «Ma sua moglie poi che ha fatto?». Il sottufficiale spiega: «Sta facendo il corso da Oss (Operatore socio-sanitario). Finisce a giugno». Tidei risponde: «Allora a giugno la sistemamo subito». Il maresciallo sembra frenare: «Si, vabbè, ma tanto di posti ce ne sono...». Tidei non si arrende: «Oss posso... di Oss ne servono tantissime. Quante ne vuole di Oss. Ne sistemo uno o due al giorno»;
già in una intercettazione del 21 dicembre 2021 il luogotenente Ricci dispensava consigli al primo cittadino su una querela da presentare per tentata corruzione, quando il comune era già finito nel mirino della magistratura: il sindaco racconta, infatti, di presunti tentativi di far cadere la sua giunta da parte dell'imprenditore Quartieri, interessato a permessi che il comune non concederebbe. Si parla anche di un soggetto immischiato con il clan Casamonica;
in quell'occasione, Tidei chiedeva al comandante Ricci di prendere tempo nella denuncia di alcuni ipotetici reati: «Eh parlamo sinceramente marescia', perché io non vorrei mo' adesso la questione sta buona... 'sta cosa qui riapre un casino... riavrei avuto intenzione di andare avanti se... effettivamente questi stavano... ma ormai so' morti ... perché hanno capito che non c'è...» e Ricci lo asseconda: «Posso pure non trasmettere nulla»;
Il 16 marzo 2022 l'indagato Quartieri, intercettato, parla con una persona che lo avvisa: «Poi ho saputo che ci sta un'indagine pesante contro i consiglieri...». E alla richiesta di quale sia la fonte l'interlocutore risponde che sono i carabinieri di Santa Marinella;
ferma restando la sussistenza di possibili profili di fattispecie di reato, sui quali indagherà la magistratura, tale modus operandi, se accertato, configurerebbe un gravissimo quadro generale di mala gestio politica e amministrativa del comune di Santa Marinella, con un primo cittadino ad uso a gestire la res pubblica con uno spregiudicato ricorso alle reciproche conoscenze e convenienze personali e alle raccomandazioni, in spregio ai principi di trasparenza, efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione –:
accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, il Governo intenda assumere per fare chiarezza sulla vicenda, con particolare riguardo alla condotta dei soggetti coinvolti nella loro qualità di pubblici ufficiali, nonché al fine di accertare la sussistenza degli estremi di cui all'articolo 142 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
(4-01723)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANZI e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende da notizie di stampa sono moltissimi i docenti e il personale Ata che, controllando la consultazione pagamenti dal sito NoiPa, hanno riscontrato che nel cedolino del mese di ottobre non è ancora presente il pagamento dei compensi accessori del Fondo di istituto;
le scuole, da parte loro, garantiscono di avere svolto tutte le procedure necessarie per mettere in pagamento i compensi aggiuntivi dell'anno scolastico 2022-2023;
si tratta, in tutta evidenza, di un ritardo inspiegabile che sta diventando veramente eccessivo e che negli ultimi anni non si era più verificato;
in tal senso, appare necessario procedere ad una emissione speciale quanto prima per vedere riconosciuto quanto già lavorato da docenti e Ata entro il 31 agosto 2023;
l'amministrazione sta trattenendo, con un colpevole ritardo, una cifra che supera gli 800 milioni di euro senza tenere conto delle economie degli anni precedenti;
le organizzazioni sindacali hanno espresso, a più riprese, preoccupazione per il ritardo registrato nel pagare i compensi accessori dell'anno scolastico 2022-2023 a docenti e personale Ata;
nel frattempo per l'anno scolastico 2023-2024 si sono già iniziati ad assegnare compiti aggiuntivi che andrebbero retribuiti, tenendo conto degli aumenti del 10 per cento previsti dal Ccnl scuola 2019-2021, ma le risorse sono le stesse, ancora non pagate, dell'anno precedente –:
se non ritenga di spiegare la ragioni tale ritardo, che penalizza i docenti e il personale Ata;
se intenda chiarire al più presto le modalità e i tempi di pagamento delle funzioni svolte da docenti e Ata nell'anno scolastico 2022-2023, procedendo a un'emissione speciale per il pagamento dei compensi accessori del Fondo di istituto.
(5-01470)
Interrogazioni a risposta scritta:
DEL BARBA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
ai sensi dell'articolo 7, comma 28, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, le iscrizioni sono effettuate on line per tutte le classi iniziali della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado statale;
si effettuano on line anche le iscrizioni ai percorsi di istruzione e formazione professionale erogati in regime di sussidiarietà dagli istituti professionali, nonché dai centri di formazione professionale accreditati dalle regioni che, su base volontaria, aderiscono al procedimento di iscrizione on line;
le iscrizioni alle classi iniziali dei corsi di studio delle istituzioni scolastiche paritarie si effettuano on line esclusivamente per quelle che decidono facoltativamente di aderire alla modalità telematica;
tali iscrizioni si effettuano attraverso il portale messo a disposizione dal Ministero dell'istruzione e del merito, generalmente nel mese di gennaio; per esempio per l'anno scolastico 2023/2024, il periodo individuato è stato dal 9 al 30 gennaio 2023;
sono invece escluse dalla modalità telematica le iscrizioni relative a alcuni percorsi dell'istruzione professionale e tecnica con caratteristiche peculiari, ai percorsi di istruzione degli adulti, ivi compresi quelli attivati presso gli istituti di prevenzione e pena e alle sezioni della scuola dell'infanzia;
in particolare, per l'anno scolastico 2023/2024 l'iscrizione alle sezioni di scuola dell'infanzia si è effettuata con domanda da presentare all'istituzione scolastica prescelta sempre dal 9 al 30 gennaio 2023, attraverso la compilazione di una scheda cartacea;
alcuni tra i comuni con un numero significativo di scuole dell'infanzia che incidono sul proprio territorio hanno predisposto autonomamente proprie piattaforme per la gestione delle iscrizioni, ma questo non è avvenuto ovunque anche in considerazione dei costi che per realtà più piccole sarebbero insostenibili;
appare peraltro illogico e sproporzionato, sul piano della corretta gestione della spesa pubblica, un sistema formato da decine di piattaforme locali, quando si potrebbe utilizzare la stessa piattaforma nazionale utilizzata per la scuola dell'obbligo;
la mancata informatizzazione delle iscrizioni alle scuole dell'infanzia comporta una serie di problemi sia per le famiglie che per i gestori pubblici, soprattutto quando sono comuni con più di una scuola sul proprio territorio;
per le famiglie il problema principale è rappresentato dal fatto che, a differenza di quanto avviene per le altre scuole dove possono essere indicate più preferenze grazie alle potenzialità garantite dal supporto informatico, per l'infanzia è possibile presentare una sola domanda con il rischio che possa essere respinta, innestando una catena di seconde scelte di difficile gestione e programmazione;
per i gestori i problemi principali sono: l'impossibilità di verificare ex ante il rispetto della disposizione sopra menzionata da parte delle famiglie, con il rischio di dover ripetere la procedura più volte e/o aumentare oltre il necessario le liste d'attesa; l'enorme flusso di informazioni da processare, moltiplicando il rischio di errore; la necessità di sostenere costi aggiuntivi per ideare proprie piattaforme informatiche per la gestione di detto flusso informativo e della relazione con l'utenza –:
quali siano le ragioni che impediscono di adottare una piattaforma unica nazionale per le iscrizioni quali quelle presso le istituzioni di cui in premessa e se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza volte a prevedere l'utilizzo di tale strumento almeno per le scuole dell'infanzia statali e comunali, lasciando, come per la scuola dell'obbligo, alle scuole a gestione privata la scelta di aderire o meno alla modalità telematica.
(4-01719)
MIELE, SASSO, LATINI, LOIZZO, MONTEMAGNI e BARABOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
per contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono, il Ministero dell'istruzione e del merito ha adottato, con il decreto n. 328 del 22 dicembre 2022, le linee guida per l'orientamento, con lo scopo di aiutare docenti, studenti e famiglie a contribuire alla costruzione di una scuola capace di affrontare la crisi educativa del Paese e di costruire un percorso virtuoso, volto anche al superamento delle difficoltà frutto di diseguaglianze di natura sociale e territoriale;
l'obiettivo complessivo è quello di fornire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro;
con le medesime linee guida sono state istituite due nuove figure professionali: il docente tutor e il docente orientatore, alle quali il Governo ha dedicato misure di valorizzazione sia economica, con uno stanziamento di 150 milioni di euro previsto dalla legge di bilancio per il 2023 ripartito con decreto ministeriale 5 aprile 2023, n. 63, sia professionale, con il riconoscimento di un punteggio aggiuntivo ai fini della mobilità. La misura ha avuto ampio successo, visto che sono state raccolte circa 60 mila candidature a fronte delle 40 mila previste;
con l'approvazione di una recente mozione di maggioranza, il Ministero interrogato si è impegnato a valorizzare in tutti gli ordini di scuola il docente tutor e il docente orientatore, promuovendo la formazione iniziale e continua prevista dalla recente legge n. 79, del 29 giugno 2022 e relativi decreti attuativi, anche attraverso l'introduzione, attraverso la scuola di alta formazione di recente istituzione, di percorsi di sviluppi di carriera per favorire la creazione di una nuova generazione di docenti qualificati e con differenziazioni di funzioni, per rompere l'uniformità delle prestazioni e della retribuzione degli insegnanti, così come avviene da tempo a livello europeo;
dalla stampa specializzata si apprende che il collegio dei docenti dell'Istituto di istruzione superiore di Barga, in provincia di Lucca, ha respinto la nomina dei tutor e dell'orientatore con 24 voti favorevoli, 16 astenuti e ben 79 contrari, per ribadire «la necessità del controllo e della legittimazione democratica dei ruoli all'interno della comunità scolastica», come da nota diramata dalla RSU;
nella medesima nota, a salvaguardia della decisione del collegio docenti, si richiama anche la normativa del Contratto collettivo nazionale del lavoro 2006/9 che prevede che tutte le nomine relative agli incarichi aggiuntivi retribuibili con il Fis devono essere deliberate dal collegio dei docenti, salvo solo due collaboratori del dirigente, da quest'ultimo scelti –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda adottare affinché l'attuazione delle misure contro la dispersione scolastica, fra cui l'introduzione del docente tutor, pur nell'assoluto rispetto della funzione insopprimibile degli organi collegiali della scuola, non sia messa a repentaglio da delibere come quelle segnalate in premessa.
(4-01725)
PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
VACCARI, MALAVASI, ANDREA ROSSI, DE MARIA, MEROLA, GUERRA, BAKKALI e GNASSI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la ricostruzione post-sisma nell'area che ha colpito l'Emilia sta proseguendo, dal 2012, in modo incessante grazie all'impegno delle istituzioni, dei cittadini e del tessuto imprenditoriale;
l'esperienza della gestione dell'emergenza e della ricostruzione emiliana è stata virtuosa, come si può evincere anche dall'intervento del Presidente Mattarella in occasione della ricorrenza del 10° anniversario del sisma in Emilia del maggio 2012;
il cratere sismico individuato dalla regione Emilia-Romagna è stato ridotto dagli iniziali 60 a soli 15 comuni, impegnati a portare celermente a termine i lavori, soprattutto per il recupero delle opere pubbliche e per il rilancio dei centri storici;
l'ordinanza n. 10 del 20 maggio 2022 ha previsto un riconoscimento straordinario pari al 20 per cento massimo dell'importo previsto per le opere di ricostruzione, che viene però riconosciuto alle imprese esecutrici unicamente al termine dei lavori, creando una fortissima sofferenza in termini di liquidità delle imprese esecutrici;
la proroga dell'emergenza scadrà, anche per i comuni che fanno attualmente parte del cratere, il 31 dicembre 2023;
il 23 marzo 2023 è stato istituito un tavolo tecnico di confronto tra regione Emilia-Romagna e Ministero per la protezione civile e le politiche del mare per definire le esigenze economico-finanziarie e normative in vista del superamento definitivo dello stato d'emergenza, ipotizzato, in tale sede, a fine 2023, relativo al terremoto che colpì l'Emilia il 20 e 29 maggio 2012 e alla fase della ricostruzione;
ad oggi vi sono ancora, nei comuni afferenti al cosiddetto cratere ristretto, con ben 780 cantieri in atto relativi alla ricostruzione privata (Mude), con un avanzamento medio pari al 41,23 per cento, che stante la situazione edilizia generale necessitano di un orizzonte temporale maggiore per la conclusione degli stessi;
l'importo complessivo della ricostruzione privata ancora da eseguirsi ammonta ad un importo complessivo delle opere pari a 225.000.000 di euro ancora da eseguirsi, a cui si assommano 146.000.000 di euro per le unità produttive ed opere pubbliche a programma per 1.636.000.000 di euro di cui 560.000 assegnati;
se non intervengono proroghe o misure legislative primarie sarà necessario individuare altri strumenti legislativo-normativi – oggi oggetto di trattativa – necessari al completamento della ricostruzione pubblica e privata;
è necessario ridare forza alla collaborazione tra le istituzioni, i cittadini, le imprese ed il mondo professionale, con la definizione di una nuova governance con un proprio potere decisionale e con tutte le risorse necessarie al fine di agire in modo forte e condiviso, con l'obiettivo di completare la ricostruzione privata, e nei tempi corretti la più complessa ricostruzione pubblica, ridando alla cittadinanza la possibilità di fruire di tutti i beni immobili più identitari –:
quali iniziative urgenti, anche di carattere normativo, si intenda adottare, d'intesa con la regione Emilia-Romagna, al fine di prorogare lo stato di emergenza per i comuni del cratere del sisma del 20 e 29 maggio 2012 e di definire una nuova governance che si occupi della fase finale della ricostruzione dotata di una propria indipendenza decisionale e di tutte le risorse economico-organizzative necessarie per superare la limitazione temporale imposta allo stato di emergenza nazionale dall'articolo 24 del decreto legislativo n. 1 del 2018.
(5-01465)
SALUTE
Interrogazione a risposta scritta:
PENZA e GUBITOSA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
nella provincia a Nord di Napoli è presente l'ospedale San Giovanni di Dio – ASL Napoli Nord 2, che abbraccia le utenze di numerosi comuni come ad esempio Frattamaggiore, Frattaminore, Crispano, Cardito, Caivano, Succivo, Orta di Atella;
il 7 luglio 2023 un paziente, al quale non erano state riscontrate criticità, ha colpito un medico con un pugno alla tempia, dopo che gli è stato comunicato che non sarebbe stato ricoverato;
il personale dell'ospedale ha protestato per la cronica carenza di unità infermieristiche, come segnalato dalla Cgil;
sono state registrate situazioni di tensione e disordine, come rissa al pronto soccorso e una paziente in stato di incoscienza che si è allontanata dalla struttura;
negli anni 2019/2020, sono stati segnalati casi di pazienti fuggiti dal reparto di psichiatria;
vi sono testimonianze mediche che evidenziano come i medici, una volta preso servizio presso la struttura, tendano a lasciarla a causa delle pessime condizioni di lavoro, specie nel pronto soccorso;
sono stati segnalati casi di errata assegnazione del codice di urgenza, con competenze scaricate tra i medici del pronto soccorso, ritardando l'assistenza ai pazienti –:
se sia a conoscenza di questi gravi episodi e inefficienze all'ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore;
se abbia già effettuato, oppure abbia intenzione di valutare la sussistenza dei presupposti per procedere con iniziative di carattere ispettivo in merito per affrontare le problematiche sopra citate;
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda attuare per risolvere le criticità emergenti, al fine di garantire la sicurezza del personale sanitario e la qualità delle cure ai pazienti.
(4-01716)
SPORT E GIOVANI
Interrogazione a risposta in Commissione:
BERRUTO. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:
con sentenza del 26 luglio 2022, n. 1, il giudice monocratico dell'ente Associazioni sportive sociali italiane (Asi), applicava, nei confronti del dottor Fabio Caiazzo, nella sua qualità di consigliere nazionale dell'Asi e delegato del comitato zonale Asi, nonché dirigente e tesserato Asi, la sanzione più rigorosa e severa contenuta nell'articolo 34 del regolamento organico Asi, ovvero quella della radiazione e ciò per aver esposto l'Ente di appartenenza ad un grave e rilevante pregiudizio e/o a un probabile danno conseguente;
ad un anno dal processo di radiazione il dottor Fabio Caiazzo, nel frattempo ricollocatosi come direttore generale in un altro ente (Libertas), veniva nominato nel consiglio di amministrazione della società Sport e Salute s.p.a.;
al momento dell'espressione del parere parlamentare sulla proposta di nomina, l'interrogante ribadiva il voto contrario sulla nomina del dottor Fabio Caiazzo a componente del consiglio di amministrazione, ricordando come egli sia stato radiato dall'Asi, auspicando, quindi, che il conflitto di interessi in cui si trova attualmente il dottor Fabio Caiazzo si risolva rapidamente con le dimissioni dall'attuale carica presso l'ente di promozione sportiva Libertas, che riceve fondi in quanto tale da Sport e salute s.p.a; dichiarava, inoltre, che il Partito democratico si sarebbe riservato in ogni caso di effettuare ulteriori verifiche, relative al casellario giudiziale e all'eventuale iscrizione sul registro degli indagati;
il 2 agosto 2023, nel corso dell'audizione in merito al rinnovo degli organi societari di Sport e Salute s.p.a, il Ministro per lo sport e i giovani denunciava, rispetto alla nomina di Caiazzo, senza entrare nel merito del giudizio della giustizia Asi, la presenza comunque di un conflitto di interessi con il ruolo ricoperto di direttore generale in un altro ente (Libertas), e la necessità, conseguente, delle dimissioni dall'incarico;
con nota del 25 settembre 2023 il Presidente del CONI, dottor Giovanni Malagò, invita il presidente dell'ente di promozione sportiva Libertas ad intervenire sul dottor Caiazzo e sulla oggettiva inopportunità che lo stesso sia ancora ricoprente il ruolo di direttore generale, assunta la nomina a componente del consiglio di amministrazione di Sport e Salute s.p.a.;
in un comunicato dello scorso 12 ottobre 2023, pubblicato sul sito istituzionale dell'Asi e indirizzato all'Esecutivo e ai presidenti delle commissioni competenti di Camera e Senato, il coordinamento nazionale degli enti di promozione sportiva chiede di riconsiderare la nomina del dottor Fabio Caiazzo quale componente del consiglio di amministrazione della società Sport e Salute s.p.a., al fine di scongiurare il perdurare di una situazione evidentemente inopportuna e astrattamente lesiva degli interessi e della credibilità di tutti gli organismi sportivi;
nelle pagine dei suoi canali social e di promozione di attività sportive legate a Libertas, Caiazzo si presenta ancora come direttore generale di Libertas e membro del consiglio di amministrazione di Sport e Salute, usando, in modo improprio, il logo di Sport e Salute, evidenziando così un esplicito conflitto di interessi –:
se il Ministro interrogato non intenda adottare le iniziative di competenza volte a riconsiderare – per le motivazioni suddette – la nomina del dottor Fabio Caiazzo quale componente del consiglio di amministrazione della società Sport e Salute s.p.a., al fine di scongiurare il perdurare di una situazione chiaramente lesiva degli interessi e della credibilità di tutti gli organismi sportivi.
(5-01468)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANZI e UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende da notizie di stampa il rettore dell'Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, si è dimesso in seguito a quanto emerso dopo la denuncia di Paolo Todaro, segretario della Gilda università e componente del Senato accademico messinese, che dieci giorni fa ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Messina, alla Guardia di finanza, alla Corte dei conti e all'autorità nazionale anticorruzione;
la denuncia riguarda gli oltre due milioni di euro di rimborsi a favore del rettore, incassati tra il 2019 e il 2023, e i 122.300 euro incassati in soli nove mesi dalla «Divaga Srl», una società agricola di proprietà sua e della moglie e amministrata e rappresentata dalla madre;
la delibera dell'Anac numero 184 del 5 aprile 2022 ha segnalato gravi inadempienze da parte dell'Università di Messina, una serie di appalti, che l'Ateneo di sicuro ha affidato, direttamente, al di sopra delle soglie comunitarie, senza gara obbligatoria, utilizzando in maniera abusiva la normativa emergenziale: in particolare, vengono contestati appalti «sull'efficientamento energetico del patrimonio immobiliare dell'ateneo», «lavori di restauro conservativo», «lavori per la riconversione di residenze universitarie» e «affidamenti di forniture e servizi». Inoltre Anac ha contestato che l'Ateneo non avesse espletato le dovute verifiche sui requisiti dell'impresa aggiudicataria, la «mancata suddivisione dell'appalto in lotti funzionali», e «la non corretta applicazione delle norme sulla progettazione»;
da questo quadro sembrano emergere gravi inadempienze, irregolarità e opacità nella gestione dei fondi dell'Ateneo di Messina –:
alla luce di quanto sovra esposto se non si ritenga di procedere, per quanto di competenza, agli approfondimenti necessari tramite i servizi ispettivi di finanza pubblica per far luce sui rilievi espressi a carico dell'Ateneo di Messina.
(5-01466)
Apposizione di una firma ad una mozione.
La mozione Braga e altri n. 1-00191, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Schlein.
Apposizione di una firma ad una interrogazione.
L'interrogazione a risposta in Commissione Urzì n. 5-00594, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Padovani.
Pubblicazione di un testo riformulato.
Si pubblica il testo riformulato della mozione Di Biase n. 1-00198, già pubblicato nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 176 dell'11 ottobre 2023.
La Camera,
premesso che:
il fenomeno degli Hikikomori, persone affette da un particolare disturbo psicologico, il cui significato letterale è «stare in disparte» nasce in Giappone alla fine degli anni Settanta, per poi espandersi a macchia d'olio nel resto del mondo;
chi è afflitto da questa sindrome tende ad autoescludersi dal mondo che lo circonda, rifugiandosi in un universo tutto suo, delimitato dalle mura della propria stanza;
riteniamo importante oggi, soprattutto dopo le conseguenze evidenti derivate dal periodo di pandemia, parlare di questo fenomeno in quanto si sta diffondendo molto rapidamente anche nel nostro Paese;
secondo un'indagine condotta dagli psicologi dell'associazione Hikikomori Italia, dopo i mesi di isolamento dovuti alla pandemia da Covid-19, i casi di Hikikomori sono ampiamente aumentati, con un numero che arriva a toccare i 150 mila casi dichiarati, senza contare tutti quei casi silenziosi, di coloro che decidono di non parlarne e conservare la propria storia all'interno delle mura domestiche;
le prime manifestazioni di questa forma di ritiro sociale comparvero in Giappone nell'era pre-digitale, precisamente nel 1978, quando si parlava di tajkyaku shinkeishou ovvero «curare la nevrosi», e ci si riferiva a persone che abbandonavano la loro vita fatta di amicizie, studio, lavoro e tanto altro per rinchiudersi tra le mura domestiche;
a queste persone non era stata diagnosticata nessuna patologia mentale come schizofrenia o depressione. Perciò si cercava un termine per poterle definire ed identificare;
i giovani Hikikomori si rinchiudono volontariamente nella loro stanza per un periodo che va da qualche mese a diversi anni. In questo luogo sicuro si creano una seconda vita in quanto stanchi della prima, quella vera;
a volte questi ragazzi rifiutano i contatti con qualsiasi persona esterna dal loro essere, perfino con i loro genitori, con la quale condividono l'abitazione;
l'unico ponte con la realtà è il mondo virtuale, dove possono essere loro stessi e creare un'esistenza parallela, nella quale le pressioni sociali non esistono e non hanno la meglio su di loro;
tale fenomeno non è ancora così conosciuto e studiato, soprattutto in Italia, tanto che ancora non viene classificato come un disturbo psichiatrico a sé stante ma legato ad altre patologie quali schizofrenia, depressione e ansia sociale;
il Ministero della salute giapponese, vista l'importanza del fenomeno e i casi che aumentavano sempre di più, ha deciso di stilare una lista di sintomi e caratteristiche peculiari, per riconoscere i casi di Hikikomori e provare a distinguerli da altre patologie;
oggi si ha, comunque, la certezza che non si tratti di un fenomeno sociale, ma di una dimensione psicologica che non può e non deve essere sottovalutata;
il sottile limite tra la sfera sociale e psicologica richiede un maggiore impegno e coinvolge diversi ambiti, da quello familiare, a quello della scuola e della sanità, fino alle istituzioni;
la maggior parte degli Hikikomori inizia il ritiro in età adolescenziale, all'interno della scuola quindi, è probabile che ci sia quanto meno il motivo apparente, la causa superficiale, che li spinge verso l'isolamento;
una delle cause scatenanti di questo fenomeno, che porta i giovani all'autoesclusione dalla società, sembrerebbe essere la forte competitività, insita oggi nella nostra società;
l'autorealizzazione personale e il perseguimento del successo, e tutto ciò che provoca in alcuni di loro una forte pressione derivante dall'ansia di prestazione;
non a caso si ricorda lo slogan delle proteste degli studenti contro la «scuola del merito» voluta dall'esecutivo che denunciavano in piazza di voler «imparare e non gareggiare»;
i recenti dati elaborati dagli esiti della ricerca condotta dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova tramite un questionario distribuito a 4.383 studenti tra i 18 e i 20 anni evidenziano un aumento del disagio tra i giovani che si manifesta con un maggior senso di solitudine;
oggi, se, da un lato, è vero che la pandemia ha, almeno sul piano strettamente sanitario, colpito poco i bambini e in modo non grave, dall'altro, è innegabile che la stessa ha profondamente modificato la vita dei bambini e degli adolescenti;
il trauma legato alla chiusura delle scuole e alla limitazione alla libertà di movimento ha rappresentato senza dubbio un gravissimo danno per la socialità dei bambini, nonché per il loro normale sviluppo psicofisico;
non è da escludere tra i motivi dell'isolamento, e più in generale del disagio sociale, anche il fenomeno del bullismo; i ragazzi iniziano a sviluppare forme di ansia sociale, che prendono il sopravvento e fanno piombare il giovane in uno stato di isolamento e malessere;
alcuni dati, come quelli più recenti di Save the Children, rilevano che un giovane su quattro, tra i 6 e i 17 anni, almeno una volta nella vita, ha subito un episodio di bullismo o cyberbullismo;
spesso i social network sono il principale strumento utilizzato per il cyberbullismo, seguiti dalle chat, dai messaggi e dai videogiochi online;
i ragazzi che subiscono bullismo o cyberbullismo spesso tacciono e non denunciano gli episodi, tendendo ad isolarsi;
secondo studi recenti, solo il 5 per cento delle vittime lo segnala alle autorità competenti. Peraltro, coloro che hanno sperimentato episodi di bullismo e cyberbullismo hanno maggiori probabilità di sviluppare difficoltà relazionali, sentirsi depressi, soli, ansiosi, avere scarsa autostima o sperimentare pensieri suicidari; ma anche i bulli possono spesso sviluppare problemi psicologici a lungo termine;
sono numeri che interrogano tutte le istituzioni e impongono interventi di carattere socioeducativo e formativo, con un ruolo centrale per il mondo della scuola, le azioni a carattere preventivo e l'attenzione alla tutela e all'educazione nei confronti dei minori coinvolti, a prescindere dal fatto fossero le vittime o i responsabili degli illeciti;
fondamentale è il compito della scuola, dei servizi territoriali anche con l'ausilio delle associazioni e degli altri enti di supporto alle famiglie;
molto spesso le famiglie si trovano in una condizione di impotenza, compresse da una parte dal rifiuto del figlio a socializzare e a frequentare la scuola e dall'altra dalle richieste che la scuola pongono, spesso inconsapevoli del reale disagio del ragazzo;
considerata la particolarità del tema, nasce l'esigenza di fare una ricognizione di alcuni strumenti a supporto delle famiglie e più in generale riteniamo necessario porre l'attenzione su alcune misure che possono essere intraprese nella scuola, attraverso la riformulazione di obiettivi, tempi, luoghi e modalità, a sostegno delle famiglie e dei giovani che manifestano un disagio;
è di monito l'impegno dell'associazione «Hikikomori Italia Genitori», che ha promosso ed identificato le linee guida utili per sostenere i genitori nelle difficoltà che incontrano quotidianamente nella spiegazione di quello che stanno vivendo i loro figli;
le linee guida sono finalizzate ad avviare un rapporto costruttivo con le scuole dei ragazzi in ritiro sociale volontario, traccia strade percorribili, dimostrando che il problema del ritiro sociale è affrontabile già con alcuni strumenti disponibili. In particolare sono individuati indirizzi di tipo relazionale e indirizzi di tipo operativo;
il documento illustra le modalità generali con cui possono essere gestite le principali criticità, partendo dalle scuole, che si incontrano con ragazzi in ritiro sociale volontario. In particolare il documento suggerisce l'attivazione di un gruppo di lavoro integrato che coinvolga il consiglio di classe, la famiglia e l'eventuale professionista che segue il ragazzo per lo studio di soluzioni personalizzate. In questo modo le soluzioni operative potranno essere concordate attraverso la redazione di un piano didattico personalizzato, da creare coinvolgendo tutte le parti interessate e garantendo soluzioni equilibrate e su misura,
impegna il Governo:
1) a promuovere all'interno degli istituti scolastici, in un'ottica di prevenzione e di contrasto al disagio giovanile, progetti di intervento volti a favorire il benessere sociale al fine di creare le condizioni adatte per consentire ai giovani di affrontare in modo soddisfacente i propri compiti di sviluppo, rendendoli protagonisti delle proprie scelte e della propria crescita, facendo emergere le loro potenzialità e dando spazio alle loro voci;
2) ad istituire, al fine di assicurare il benessere, la consapevolezza, l'adozione di comportamenti positivi e la salute psicofisica dei giovani, anche a seguito delle conseguenze dovute all'isolamento durante la pandemia da Covid-19, la figura dello psicologo delle cure primarie, quale primo livello di servizi di cure psicologiche di qualità, accessibile, efficace, cost effective ed integrato con gli altri servizi sanitari per una presa in carico rapida della persona;
3) a promuovere campagne informative sul disagio giovanile ed in particolare sul fenomeno degli Hikikomori coinvolgendo anche le principali associazioni che si occupano di tale tematica;
4) a promuovere la sottoscrizione di un protocollo d'intesa fra il Ministero dell'istruzione e del merito, il Ministero della salute e le regioni così da sensibilizzare e prevenire i fenomeni legati al disagio giovanile;
5) a promuovere, presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, giornate dedicate, con il supporto di competenze specifiche, per favorire il riconoscimento delle problematiche legate al disagio giovanile;
6) ad adottare iniziative di competenza volte a firmare un protocollo di intesa con Coni, federazioni sportive, enti di promozione sportiva di sensibilizzazione sul tema attraverso le società sportive e, con la società Sport e Salute, giornate di avvicinamento gratuito alla pratica sportiva al fine di prevenire e contenere il fenomeno del Hikikomori.
(1-00198) (Nuova formulazione) «Di Biase, Manzi, Furfaro, Malavasi, Madia, Berruto, Iacono, Orfini, Ciani, Zingaretti, Girelli, Stumpo».
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Boschi n. 4-00776 del 3 aprile 2023;
interrogazione a risposta immediata in Commissione Urzì n. 5-01443 del 10 ottobre 2023.