XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
il termine giapponese «Hikikomori» significa «stare in disparte». Con questo termine si indica chi decide di ritirarsi dalla vita sociale scolastica o lavorativa per lunghi periodi, alle volte anni, chiudendosi nell'abitazione ed evitando qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno, spesso anche con i familiari;
le persone Hikikomori sono in particolare giovani tra i 14 e i 30 anni, nella maggioranza dei casi di genere maschile, anche se da più parti si afferma che il numero delle ragazze che si ritirano dalla vita sociale potrebbe essere sottostimato;
la ricerca sociologica su questo argomento è iniziata negli anni 2000 e nel 2010 la parola «Hikikomori» è stata introdotta nell'Oxford English dictionary. Da allora, questo concetto è stato sempre più menzionato nella letteratura psichiatrica; l'Hikikomori è stato segnalato anche in altri Paesi, tra cui Hong Kong, Oman, Spagna, Francia, Brasile, Cina, India, Corea, Stati Uniti, Canada e Italia. L'Hikikomori è attualmente considerato un fenomeno mondiale;
nel solo Giappone, le indagini ufficiali condotte finora dal Governo hanno identificato circa un milione di persone di casi, almeno l'1,2 per cento della popolazione, mentre si stima che in Italia siano tra i 50 mila e i 100 mila i giovani potenzialmente colpiti dal fenomeno di abbandono sociale. L'attenzione nei confronti del fenomeno è aumentato, soprattutto a seguito della pandemia di COVID-19, che ha estremizzato il problema;
la condizione Hikikomori ha alla base un disagio adattivo sociale, con i giovani che esprimono una forte ansia sociale, accompagnata dalla difficoltà nella relazione con i coetanei e nella relazione più ampia con la società, trattandosi di giovani introversi e inibiti socialmente, nella convinzione che si sta meglio isolati e da soli;
secondo lo psicologo Marco Crepaldi, fondatore dell'associazione Hikikomori Italia, i principali campanelli di allarme a cui le famiglie dovrebbero prestare attenzione sono legati all'insofferenza nella socialità che parte dal rifiuto delle attività extrascolastiche per passare al rifiuto della scuola, il cui ambiente, dove possono celarsi storie di bullismo, viene vissuto in modo particolarmente negativo;
gli Hikikomori sono generalmente giovani che si isolano progressivamente e sviluppano una visione molto negativa della società, ma la dipendenza da internet, al contrario di quanto si pensi, non è la causa che causa l'esplosione del fenomeno, ma rappresenta una conseguenza;
dalla condizione di Hikikomori derivano problematiche che coinvolgono la salute, in quanto, oltre al rischio di uno stato depressivo, si assiste ad un impatto su alimentazione e attività fisica e sulla cura della propria persona;
per i soggetti Hikikomori, il rischio di una tendenza autodistruttiva è elevato, in quanto autolesionismo e abuso di sostanze sembra siano molto diffusi, con la finalità di farsi del male. I soggetti Hikikomori, perdendo contatto con la realtà, aumentano il rischio di subire disturbi dissociativi e ossessivo-compulsivi;
il 2 marzo 2023 sono stati comunicati i risultati del primo grande studio quantitativo sul fenomeno degli Hikikomori in Italia, una ricerca condotta dal CNR-Istituto di fisiologia clinica, in collaborazione con l'Associazione Gruppo Abele onlus di Torino. Come strumento di raccolta dati è stato utilizzato il questionario ESPAD®Italia 2021, che da molti anni ormai analizza i consumi psicoattivi, quali alcol, tabacco ed altri, e altri comportamenti a rischio degli studenti delle scuole superiori tra i 15 e i 19 anni;
l'81,6 per cento dei dirigenti rispondenti al questionario ha affermato che, nell'anno scolastico 2020-2021, vi è stato almeno uno studente della scuola coinvolto nel fenomeno della dispersione scolastica, mentre il 26,7 per cento ha affermato che almeno uno studente è stato coinvolto nel fenomeno dell'isolamento sociale;
il Centro e il Sud Italia risultano ben sette volte più colpiti rispetto al Nord, mentre l'esperienza dell'associazione Hikikomori Italia afferma che la maggior parte delle richieste di aiuto giungono dalle regioni nel Nord del Paese. Tale differenza di incidenza territoriale può derivare da una sovrapposizione della dispersione scolastica e quello del ritiro sociale volontario cronico Hikikomori;
con il decreto direttoriale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, direzione generale per lo studente, l'integrazione e la partecipazione n. 141 del 19 febbraio 2019, presso l'amministrazione centrale è stato istituito un comitato tecnico nazionale per la tutela del diritto allo studio di alunni e studenti in condizione di ritiro sociale volontario, con il compito di definire: a) linee guida nazionali condivise per l'assistenza di alunni e studenti in condizione di ritiro sociale volontario; b) iniziative atte a favorire la diffusione e il recepimento delle linee guida; c) iniziative funzionali alla tutela del diritto allo studio, della salute e del benessere di alunni e studenti in condizione di ritiro sociale volontario;
la possibilità di attivare servizi educativi con personale adeguatamente formato e competente sul tema del ritiro sociale è uno strumento fondamentale sia in ottica preventiva (lavoro sulle relazioni nelle classi ed altro), sia su interventi di primo livello, rivolti agli alunni a forte rischio di ritiro sociale, quali, ad esempio, attuare modalità alternative alla lezione frontale per rinnovare l'interesse alla frequenza scolastica, che su interventi di secondo livello, ovvero successivamente a ritiro sociale avvenuto. Tali interventi non possono che essere attivati attraverso la collaborazione con scuola, famiglia, servizi sociali e sanitari con progetti individualizzati e/o a piccolo gruppo, che possono prevedere interventi a domicilio e l'attivazione di modalità di lavoro in sinergia con il territorio, con l'obiettivo del graduale rientro sociale e scolastico,
impegna il Governo:
1) a sostenere con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati una ricerca nazionale e periodica con valenza scientifica del fenomeno «Hikikomori», rivolta, in particolare, ai giovani che hanno abbandonato la scuola, agli studenti che non rientrano nelle storie di negligenza da parte delle famiglie e agli adulti che non riescono a rientrare nel mondo del lavoro;
2) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere l'istituzione di un fondo finalizzato alla prevenzione e al contrasto del disagio adolescenziale e del ritiro sociale volontario;
3) a predisporre percorsi e progetti educativi di gruppo specificamente orientati a sostenere nei ragazzi quelle competenze socio-relazionali indispensabili all'assolvimento dei compiti evolutivi dell'adolescenza;
4) a promuovere azioni per realizzare misure di prevenzione, ascolto, valutazione, accompagnamento ed eventuale presa in carico di preadolescenti ed adolescenti che vivono situazioni di fragilità o a rischio di ritiro sociale e abbandono scolastico, che coinvolgano le scuole secondarie di I e II grado e le realtà della formazione professionale nelle diverse articolazioni, i servizi educativi, i servizi sociali territoriali, i centri per le famiglie, i servizi di neuropsichiatria e psicologia per l'infanzia e l'adolescenza, gli spazi giovani, i pediatri e i medici di medicina generale, le organizzazioni del terzo settore e le famiglie stesse;
5) a promuovere la formazione periodica sul ritiro sociale rivolto a docenti e dirigenti scolastici, genitori, personale educativo e sociale degli enti locali e del terzo settore, personale sanitario, al fine della migliore individuazione dei segnali di ritiro sociale dei giovani, definendo un linguaggio comune, una sensibilità condivisa che metta in connessione i nodi della rete sociale che dovranno intervenire a vario livello, in quanto per coloro che opereranno sul ritiro sociale servono competenze specifiche per intervenire precocemente e avviare modalità efficaci sin dalle prime manifestazioni, tramite percorsi formativi, attraverso i quali fornire informazioni aggiornate sul fenomeno del ritiro sociale volontario, sul riconoscimento del fenomeno e sulle azioni per prevenire e contrastare il fenomeno, nonché sulla sua evoluzione e sull'aggiornamento delle migliori pratiche;
6) ad attivare servizi educativi con personale adeguatamente formato e competente sul tema del ritiro sociale, uno strumento fondamentale sia in ottica preventiva (lavoro sulle relazioni nelle classi ed altro) sia su interventi di primo livello, rivolti agli alunni a forte rischio di ritiro sociale, che su interventi di secondo livello, ovvero successivamente a ritiro sociale avvenuto, interventi da attivare attraverso la collaborazione tra scuola, famiglia, servizi sociali e sanitari con progetti individualizzati e/o a piccolo gruppo, che possono prevedere anche interventi a domicilio e attivazione di modalità di lavoro in sinergia con il territorio, con l'obiettivo del graduale rientro sociale e scolastico;
7) ad adottare iniziative volte a prevedere l'introduzione di pratiche didattiche che consentano ai giovani di proseguire gli studi e di reintegrarsi all'interno del contesto sociale in questione attraverso la definizione di percorsi formativi flessibili nell'ottica della personalizzazione, percorsi integrativi ed alternativi, in modo da adattarsi agli interessi e sviluppare le potenzialità di coloro a forte rischio di ritiro sociale o in ritiro sociale, riducendo eventuali situazioni di pressione e mancanza di realizzazione personale all'interno del percorso scolastico da parte degli studenti a rischio;
8) ad adottare le iniziative di competenza per definire l'applicazione di un piano didattico personalizzato che preveda la possibilità di istruzione domiciliare autonoma, con il supporto di insegnanti presso il domicilio dello studente e attraverso l'utilizzo di tecnologie di formazione a distanza e video-lezioni, anche assumendo le necessarie iniziative dirette al riconoscimento economico agli insegnanti per adempiere al piano didattico personalizzato;
9) a promuovere campagne capillari informative, anche attraverso il web circa il fenomeno Hikikomori di ritiro sociale, coinvolgendo le amministrazioni locali, le amministrazioni scolastiche e sanitarie, nonché le associazioni che intervengono su soggetti che si sono ritirati dalla vita sociale scolastica o lavorativa o che sono a rischio, in particolare nelle scuole e nelle università.
(1-00202) «Zanella, Piccolotti, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zaratti».
ATTI DI CONTROLLO
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazioni a risposta scritta:
PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
i consolati hanno un ruolo molto importante per il Sistema Italia nel mondo ed in particolare per i cittadini italiani residenti all'estero, tanto che Prospero Fedozzi, riferendosi alle funzioni del console, scriveva che «il console all'estero è quello che all'interno sono, contemporaneamente, per i cittadini e per lo Stato stesso, il prefetto ed il questore, il notaio e l'ufficiale di stato civile, il capitano di porto ed il provveditore agli studi»;
il 27 luglio 2022 è stata inaugurata la nuova sede della Cancelleria Consolare dell'Ambasciata d'Italia a Montevideo e secondo le dichiarazioni fatte sia dall'Ambasciatore Iannuzzi che dal Direttore Generale per gli italiani all'estero del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Vignali, la nuova sede avrebbe dovuto dare «una visibilità che non è solo di facciata, ma un modo per chi lavora e per chi viene accolto di vedere quanto sia considerata la nostra collettività in Uruguay e quanto l'Uruguay conti per l'Italia» e avrebbe comportato un «netto miglioramento nella qualità dei servizi che verranno offerti ai connazionali grazie alle caratteristiche di funzionalità del nuovo edificio, cui la Farnesina ha dedicato particolare attenzione» (https://www.esteri.it/it/sala_stampa/archivionotizie/retediplomatica/2022/07);
purtroppo, a distanza di poco più di un anno da quella inaugurazione, il risultato è decisamente negativo, come dimostrano le manifestazioni di protesta di cittadini italiani lì residenti, di associazioni e patronati;
tali manifestazioni sono state ampiamente divulgate dai principali organi di stampa in Uruguay; il quotidiano «El País» ha addirittura dedicato quattro pagine alla protesta contro i disservizi consolari italiani con grande danno di immagine per il nostro Paese;
non solo non sono stati risolti i problemi per i nostri connazionali che formano una grande comunità concentrata soprattutto nella capitale, cosa che avrebbe dovuto agevolare l'organizzazione dei servizi erogati ai tanti cittadini italiani che si sentono ormai abbandonati, ma la situazione è addirittura peggiorata, considerato anche il fatto che non si riescono ad ottenere appuntamenti per le richieste di cittadinanza;
tutto questo reca danno ai connazionali, evidenzia la mancanza di rispetto del loro diritto all'assistenza consolare e, assieme agli episodi gravi connessi alla nostra sede diplomatico-consolare, nuoce gravemente all'immagine dell'Italia all'estero –:
come il Ministro interrogato intenda risolvere la grave emergenza che si è venuta a creare presso il Consolato italiano a Montevideo e come sia stato impiegato il personale recentemente assunto a contratto presso il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale da destinare a quella sede consolare.
(4-01727)
DORI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:
la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'Adolescenza ha istituito un «Comitato sui diritti dell'infanzia», organo indipendente col compito di esaminare i progressi compiuti dagli Stati nell'attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti nel proprio territorio e di proporre misure di miglioramento;
il Comitato ONU emana inoltre periodicamente l'interpretazione del contenuto della Convenzione nella forma di Commenti Generali;
lo scopo dei Commenti Generali è quello di assistere gli Stati parti nel compimento dei loro obblighi sanciti dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e di sostenere le organizzazioni internazionali e le agenzie specializzate nel conseguire la piena realizzazione dei diritti riconosciuti nella Convenzione;
il 22 agosto 2023 il Comitato ha approvato il Commento generale n. 26 che, al punto 35, afferma: «i bambini devono essere protetti da ogni forma di violenza fisica e psicologica e dall'esposizione alla violenza, come la violenza domestica o la violenza inflitta agli animali»;
la stretta correlazione esistente tra maltrattamento e/o uccisione di animali, violenza interpersonale e ogni altra condotta deviante, antisociale e/o criminale, definita «Link», è stata ampiamente dimostrata dalla letteratura nazionale e internazionale;
Malcolm Plant, della Teesside University, in «Making the Link» afferma che «assistere alla brutalità degli animali desensibilizza i giovani e li rende inclini all'aggressività per tutta la vita»;
il maltrattamento e l'uccisione di animali sono scientificamente ritenuti specifici indicatori di pericolosità sociale, ossia fenomeni predittivi di contemporanee e/o successive altre condotte devianti, antisociali e/o criminali;
il maltrattamento e l'uccisione di animali condotte da minorenni sono l'espressione di una potenziale situazione di abuso e/o pregiudizio che lo stesso minore può stare subendo in famiglia o nei contesti ambientali che frequenta;
nel «Report 2016. Profilo zooantropologico comportamentale e/o criminale del maltrattatore e/o uccisore di animali. Manuale di classificazione del crimine su animali» di Francesca Sorcinelli e Rossano Tozzi si legge: «il maltrattamento di animali condotto a qualsiasi età non regredisce spontaneamente tendendo a variare nel tempo tramite una escalation. Quest'ultima può implicare una sempre maggiore espertizzazione sugli animali parallelamente allo sviluppo di altre tipologie di comportamenti antisociali e/o criminali. In particolare il maltrattamento di animali agito nella minore età è un comportamento che non regredisce spontaneamente con la maturità»;
la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia, approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, è stata ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176 ed è pertanto vincolante;
col Commento Generale n. 26 tutti i Paesi che hanno ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite devono attivarsi per introdurre politiche che affrontino il problema dell'esposizione dei minorenni ad abusi su animali al fine di evitare che la violenza sugli animali generi adulti violenti –:
se i Ministri interrogati intendano mettere in atto iniziative di competenza anche di natura normativa, al fine di conformarsi alla Convenzione delle Nazioni Unite secondo le indicazioni del Comitato sui diritti dell'infanzia contenute nel Commento generale n. 26, prevedendo una specifica tutela per i minorenni rispetto alla loro esposizione a crudeltà su animali.
(4-01728)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazioni a risposta scritta:
ALMICI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
il progetto di rinaturazione del Po, inserito al punto 3.3 della misura M2C4 «Tutela del territorio e della risorsa idrica», prevede 357 milioni di euro per la biodiversità, il ripristino degli habitat e la sicurezza dei centri abitati che si trovano lungo gli argini;
nello schema progettuale presentato da Wwf e Anepla nel 2021 si parlava di «37 aree da rinaturalizzare lungo il tratto medio padano più 7 sul Delta del Po», mentre il progetto approvato dal Governo prevede 56 aree di intervento, arrivando ad includere anche il Po Piemontese;
sin da subito, il progetto ha sollevato dure critiche da parte di associazioni di categoria e amministratori locali, che hanno espresso insoddisfazione riguardo al contenuto del progetto e alle modalità scelte per condividerlo con la cittadinanza;
in particolare, il progetto è rimasto nelle mani di Aipo, Agenzia interregionale per il fiume Po, recentemente travolta da uno scandalo giudiziario con un'indagine per corruzione a carico dell'ex direttore Berselli; nonostante ciò, peraltro, secondo dati diffusi dalla Commissione europea, Aipo si posiziona al ventiduesimo posto nella lista dei 100 maggiori beneficiari del PNRR in Italia, con un contributo totale di 465.442.703 euro;
dopo una prima fase dove Wwf e Anepla sono state coinvolte nella definizione di dettaglio della proposta, come denunciato da Wwf Italia, si è interrotto qualsiasi reale processo di partecipazione e, per quanto consta all'interrogante, ad oggi sarebbero stati svolti solo alcuni incontri, risalenti a dicembre 2022, da parte dell'Autorità di bacino per illustrare il Piano d'azione approvato, senza alcuna reale possibilità di coinvolgimento degli attori locali, come invece prevede la Direttiva Quadro Acque (articolo 14 Informazione e consultazione pubblica);
la situazione di stallo del progetto è stata, da ultimo, confermata da una comunicazione dell'Aipo ai Ministeri interrogati e a tutti gli enti coinvolti, in cui sono state avvalorate le «diverse e numerose criticità che a oggi non consentono al soggetto attuatore di poter perfezionare la determinazione conclusiva e proseguire nell'attuazione dell'intervento», rilevando come vi siano «criticità di ordine generale sugli obiettivi del progetto, sul rapporto tra l'interesse contrastante di uso del territorio, in particolare nei confronti dell'agricoltura e della pioppicoltura»;
la regione Lombardia, con una nota firmata dagli assessori competenti, ha espresso soddisfazione per la decisione dell'Aipo che avrebbe di fatto tagliato «il rapporto tra il fiume e il territorio circostante, penalizzando, inoltre, settori economici vitali per la Lombardia e con effetti ambientali altrettanto dubbi», mettendosi a disposizione «per rivedere il progetto che deve basarsi su elementi certi come la sicurezza idrogeologica, la salvaguardia dell'ambiente e la tutela del comparto agricolo»;
soddisfatti anche gli agricoltori, convinti che la revisione del progetto risponda alle legittime richieste «di salvaguardare le attività agricole nella Food Valley italiana dove nasce un terzo dell'agroalimentare nazionale» e contro una misura che «avrebbe letteralmente cancellato aree a forte vocazione agricola, con un effetto devastante sulla produzione di cibo oltre che su quella di legname garantita dalle attività di coltivazione del pioppo, facendo peraltro mancare l'acqua ai cittadini nei periodi di siccità»;
è di fondamentale importanza che questa battuta di arresto rappresenti l'occasione per aprire un confronto e rivederne radicalmente il contenuto, coinvolgendo gli enti locali e le associazioni di rappresentanza, con l'obiettivo di arrivare alla definizione di un nuovo programma che contempli le diverse esigenze e consenta di concludere nei tempi previsti il piano delle opere per non perdere i fondi –:
quale sia lo stato di avanzamento dei lavori e di utilizzo dei fondi nonché se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere affinché sia definito un nuovo progetto di rinaturazione del Po che risulti in equilibrio con gli interessi coinvolti.
(4-01729)
DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
lo scorso 5 ottobre 2023 Greenpeace Italia ha diffuso un nuovo Rapporto intitolato «Pfas e acque potabili in Lombardia, i campionamenti di Greenpeace Italia» in cui sono stati resi pubblici gli esiti di un monitoraggio dell'acqua potabile condotto nelle province lombarde;
secondo quanto riportato dall'organizzazione ambientalista, di 31 campioni effettuati ben 11, quindi circa il 35 per cento del totale, hanno rivelato la presenza di sostanze poli e perfluoroalchiliche, i Pfas, nelle acque potabili di diversi comuni lombardi;
i campioni analizzati sono stati raccolti tra il 12 e il 18 maggio 2023 per la maggior parte da fontane pubbliche ubicate in punti sensibili, come parchi giochi o in prossimità di scuole primarie, nei quali soprattutto i minori risultano potenzialmente esposti alla contaminazione;
dal rapporto emerge inoltre come in quattro casi sia stata riscontrata una contaminazione da Pfas superiore al valore limite di 100 nanogrammi per litro definito dalla direttiva europea 2020/2184 in materia di qualità delle acque destinate al consumo umano, questa recepita dal decreto legislativo n. 18 del 2023: si tratta dei comuni di Caravaggio e Mozzanica, in provincia di Bergamo, dove sono stati riscontrati per la somma di Pfas rispettivamente 132 ng/l e 116 ng/l, e dei comuni di Crespiatica e Corte Palasio, in provincia di Lodi, nei quali sono stati riscontrati invece rispettivamente 1840 ng/l e 104 ng/l per somma di Pfas;
simili concentrazioni di Pfas richiedono certamente un intervento immediato in virtù della ben nota pericolosità per la salute umana di tali sostanze che sono ampiamente riconosciute come interferenti endocrini e cancerogeni;
Greenpeace Italia ha presentato sei esposti destinati alle Procure lombarde di riferimento per le province di Bergamo, Brescia, Como, Milano, Lodi e Varese;
non è mancata la replica della Società Acqua Lodigiana, gestore degli acquedotti della provincia di Lodi, che si è affrettata a dichiarare che «non risulta nessun allarme Pfas nell'acqua dei comuni di Corte Palasio e Crespiatica» ammettendo tuttavia che dai risultati delle analisi effettuate da maggio a ottobre 2023 risulta un caso sopra i limiti di legge definiti dalla nuova direttiva UE;
in risposta ai preoccupanti rilievi è intervenuto poi il sindaco di Caravaggio, Claudio Bolandrini, affermando di ricevere «periodicamente le analisi del gestore idrico, Cogeide, e questo genere di criticità non sono mai state rilevate. Inoltre, anche il Comune svolge indagini aggiuntive per le scuole, ma non hanno mai evidenziato il problema»;
da quanto si apprende da fonti di stampa, a seguito di una richiesta di accesso agli atti avanzata da Greepeace, regione Lombardia avrebbe confermato che nelle acque potabili dei comuni di Crespiatica e Corte Palasio si sarebbe riscontrato un valore di concentrazione di Pfas «superiore al limite di sicurezza come somma, e per una sola delle sostanze perfluoroalchiliche, fra le numerose ricercate, come limite singolo» se «confrontato con i valori guida dell'istituto Superiore di Sanità»;
regione Lombardia ha inoltre affermato che, incredibilmente, «nell'anno 2021 il Servizio di igiene (Sian) dell'ATS Bergamo non ha effettuato i campionamenti assegnati a causa della pandemia da Covid. Il valore somma di Pfas, in sintesi, non è presente nei dati allegati»;
in attesa di ulteriori accertamenti, secondo il principio di precauzione, risulta necessario impedire il protrarsi della somministrazione di acque contenenti Pfas alla popolazione –:
se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non intendano attivarsi urgentemente, in accordo con gli enti territoriali competenti e con regione Lombardia, anche attraverso il Comando Carabinieri per la Tutela della salute – NAS, per valutare la gravità della situazione a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente, varando un piano di monitoraggio sulla presenza di Pfas nelle acque potabili del territorio lombardo e rendendo disponibili gli esiti di tali indagini.
(4-01730)
CULTURA
Interrogazione a risposta orale:
ZARATTI, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZANELLA. — Al Ministro della cultura, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
nel corso della trasmissione televisiva «Le Iene» del 10 ottobre 2023 è andato in onda il servizio «Colosseo: una fregatura colossale» dal quale emerge la gestione del sistema di bigliettazione per l'ingresso al Colosseo, ossia lo scandalo dei biglietti per la visita al più importante monumento della Capitale che risultano introvabili;
nel corso del servizio sono stati interpellati il sindaco di Roma, il Ministro della cultura e la direttrice della concessionaria del sistema CoopCulture, senza che siano state fornite risposte adeguate in merito;
l'11 settembre 2023, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha ufficializzato l'avvio di un procedimento, pubblicando un avviso sul Bollettino settimanale, sull'attività di bagarinaggio sui biglietti online mettendo nel mirino cinque aziende per il servizio di vendita dei biglietti per l'ingresso al Parco Archeologico del Colosseo, che comprende le aree dell'Anfiteatro Flavio-Colosseo, del Palatino, del Foro Romano e della Domus Aurea;
secondo quanto emerge da notizie di stampa, con riferimento alla fruibilità del Parco Archeologico del Colosseo da parte dei visitatori, a partire dal 2022, con il superamento della fase pandemica e la ripresa dei normali flussi turistici nella capitale, la reperibilità dei biglietti per la visita di tale sito archeologico è divenuta sempre più difficoltosa – scrive l'Antitrust – in quanto, fino al maggio 2023, non era stata riaperta alcuna biglietteria fisica presso gli ingressi dei siti e i biglietti emessi dal rivenditore ufficiale, CoopCulture, tramite la piattaforma online, si esauriscono entro pochi minuti dalla messa in rete, poiché non sarebbero stati adottati meccanismi atti a limitare procedure di accaparramento da parte dei sistemi automatici di acquisto dei biglietti;
per tali motivi – prosegue l'Antitrust – i biglietti per la visita del Parco Archeologico del Colosseo non sarebbero mai sostanzialmente disponibili sul sito del venditore ufficiale, CoopCulture, bensì soltanto sulle piattaforme di altri operatori (quali GetYourGuide, Viator, Tiqets, Musement) che li accaparrerebbero grazie all'impiego di sistemi automatici di acquisto dei biglietti (cosiddetti «bot»), per poi rivenderli a prezzo maggiorato sui propri canali. Ciò preclude l'acquisto diretto sul sito ufficiale a chiunque, visitatori singoli, gruppo-classe o guida turistica, abbia interesse alla visita dei monumenti inclusi nell'area. Inoltre, la vendita dei biglietti sui siti dei citati operatori risulterebbe spesso inevitabilmente abbinata a servizi accessori di guida turistica, così da non consentire l'acquisto del solo titolo di ingresso al Parco Archeologico del Colosseo;
quanto denunciato nel servizio di «Le Iene» è dunque già oggetto d'inchiesta da parte dell'Antitrust e se confermato, sarebbe un grave danno d'immagine per Roma, visto che i turisti in visita nella Capitale per visitare il sito più importante e prestigioso sarebbero costretti a rinunciare o a pagare fino a tre volte il prezzo del biglietto –:
se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intendano assumere perché il sistema di bigliettazione per la visita al Parco Archeologico del Colosseo sia gestito in piena trasparenza e legalità, garantendo il quotidiano flusso turistico dei visitatori.
(3-00737)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VI Commissione:
FENU, ALIFANO, LOVECCHIO e RAFFA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
nelle scorse settimane, ha suscitato molte polemiche l'invio massivo, da parte dell'Agenzia delle entrate, di avvisi di regolarizzazione del quadro RS del modello dei redditi per i contribuenti forfetari;
è necessario ricordare il principio, introdotto dal decreto Semplificazioni del 2019 all'articolo 1, comma 73, legge 23 dicembre 2014, n. 190, secondo il quale gli obblighi informativi da richiedere al contribuente sono individuati escludendo i dati e le informazioni già in possesso dell'amministrazione o che è previsto siano alla stessa dichiarati o comunicati entro la data di presentazione della dichiarazione dei redditi;
il Governo è stato costretto a un intervento normativo nell'ambito dell'ultimo cosiddetto decreto Proroghe, ora all'esame del Senato, con il quale ha rinviato al 30 novembre 2024 il tanto discusso adempimento, con l'obiettivo di superare gli avvisi di irregolarità;
nella relazione illustrativa il Governo dà atto dell'invio di comunicazioni/lettere di compliance ai contribuenti finalizzate all'esercizio del ravvedimento operoso in presenza di possibili irregolarità nonché di atti di contestazione, «quantomeno in un numero non significativo»;
il rinvio deciso dal Governo ha, tuttavia, alimentato ulteriori critiche mettendo in rilievo un aspetto non proprio rassicurante per i contribuenti ovvero la necessità di garantire, con il rinvio appunto, l'efficace coordinamento tra l'acquisizione dei dati e l'applicazione ai forfetari del concordato preventivo biennale;
in sostanza, oltre a confermare di fatto la sussistenza di un onere (non escluso ma solo rinviato) a cui i forfettari non ritengono di essere tenuti in virtù del principio sopra richiamato, il Governo ha messo in luce anche l'obiettivo di richiedere i dati ai fini di una corretta applicazione del concordato preventivo biennale;
già nelle scorse settimane articoli di stampa avevano riportato l'intenzione del Mef (ora confermata dall'intervento normativo) di strutturare il concordato preventive per i piccoli contribuenti come una sorta di modello precompilato, come avviene per le dichiarazioni dei redditi, prevedendo altresì l'esclusione totale dell'accertamento fiscale in caso di adesione incondizionata –:
quali iniziative intenda intraprendere per rafforzare e garantire la piena applicazione del divieto dell'amministrazione di richiedere dati di cui è già in possesso e, a tal fine, con specifico riferimento al richiamato concordato preventivo biennale per i contribuenti di minori dimensioni, come intenda evitare che si trasformi in un aggravio burocratico per il contribuente e preservare il carattere volontario dello strumento, come previsto dalla delega fiscale.
(5-01478)
CONGEDO, DE BERTOLDI, FILINI, MATERA, MAULLU, MATTEONI e TESTA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la legge di bilancio per il 2023 ha previsto la riapertura dei termini per la rivalutazione delle partecipazioni e dei terreni, con l'applicazione dell'imposta sostitutiva del 16 per cento, allargando il perimetro anche alle partecipazioni quotate, ai titoli, quote o diritti negoziati in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione;
le misure contenute al riguardo, hanno evidenziato l'interesse del legislatore nel favorire l'impulso alle operazioni di riorganizzazione aziendale delle PMI, ed in particolare il passaggio generazionale delle imprese di tipo family business;
l'articolo 1, commi 107-109, della citata manovra economica per il 2023, ha previsto pertanto, la possibilità di rideterminare il valore di acquisto di terreni e partecipazioni negoziate e non negoziate in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione posseduti alla data del 1° gennaio 2023;
in particolare, l'imposta sostitutiva (che sale al 16 per cento, rispetto al 14 per cento previsto nella prima stesura della disposizione) dovuta per le partecipazioni e per terreni posseduti alla data del 1° gennaio 2023, può essere versata:
in un'unica soluzione entro il 15 novembre 2023;
in forma rateale, in tre rate dello stesso ammontare; sull'importo delle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi nella misura del 3 per cento;
l'imposta sostitutiva deve essere calcolata:
sull'intero valore della perizia per quel che riguarda i terreni e i titoli, le quote o i diritti non negoziati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione;
sul valore normale determinato ai sensi dell'articolo 9, comma 4, lettera a), TUIR, con riferimento al mese di dicembre 2022, a condizione che il predetto valore sia assoggettato a un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, ossia sulla media aritmetica dei prezzi rilevati nel mese di dicembre 2022, per le quote o i diritti negoziati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione;
ad avviso degli interroganti, le misure in precedenza indicate hanno determinato effetti positivi e condivisi dal sistema delle imprese e dagli operatori del settore; i richiamati interventi normativi, coniugati nel solco degli interventi previsti nei provvedimenti di natura fiscale che il Governo è prossimo a presentare al Parlamento, possono contribuire ad accrescere lo sviluppo e la competitività del sistema-Paese, per il prossimo futuro –:
se il Ministro interrogato condivida quanto esposto in premessa e se al riguardo, non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza volte a prevedere interventi di proroga termini relativi alla rivalutazione dei beni d'impresa e delle partecipazioni.
(5-01479)
MEROLA, D'ALFONSO, TONI RICCIARDI, STEFANAZZI e TABACCI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la Banca Centrale europea ha alzato con decorrenza 20 settembre 2023 il tasso ufficiale dell'area euro al 4,5 per cento; si tratta del decimo rialzo dei tassi dal luglio 2022 dopo un lungo periodo di tassi negativi;
ad agosto l'indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), che si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente, registra un aumento del 5,2 per cento su base annua; nei 2022 lo stesso indice è aumentato dell'8,1 per cento su base annua;
il continuo aumento dei prezzi riduce il reddito reale dei lavoratori dipendenti più suscettibili al fenomeno del drenaggio fiscale che svaluta le buste paga e spinge la pressione fiscale;
come riportato nella relazione al Parlamento, presentata il 27 aprile 2023, del documento economia e finanza DEF, «il dato di contrazione dei consumi privati osservato nel quarto trimestre dello scorso anno segnala che il potere d'acquisto delle famiglie è stato eroso dalla fiammata inflazionistica dell'anno scorso»;
inoltre «la prolungata fase di inflazione e il rialzo dei tassi di interesse, in un contesto internazionale che rimane complesso e caratterizzato da forte incertezza, incide in misura maggiore sui redditi delle famiglie e sui margini delle imprese. Si rende pertanto necessario adottare misure urgenti con cui contrastare tali effetti.»;
negli ultimi anni caratterizzati dalla pandemia e dalla crisi energetica che ha riacceso l'inflazione con il rialzo dei tassi dei mutui e il caro vita, si sono determinati degli squilibri nella redistribuzione della ricchezza che il precedente Governo ha affrontato con misure emergenziali volte a fronteggiare l'impoverimento di alcune categorie di lavoratori e combattere le disuguaglianze sociali;
ancora oggi ci si trova in piena emergenza ed è quanto mai opportuno che il Governo intervenga a salvaguardia della classe di lavoratori dipendenti incisi in maniera determinante dal caro vita;
è necessario garantire il rispetto dell'articolo 53 della Costituzione per una tassazione che sia progressiva e che faccia partecipare i cittadini tutti in ragione della propria capacità contributiva –:
quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire la restituzione dell'eccesso di tassazione dovuta al fenomeno del drenaggio fiscale a tal fine anche applicando pienamente le norme di cui all'articolo 3, commi 1 e 2, del decreto-legge 2 marzo 1989, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 1989, n. 154, volte ad indicizzare le detrazioni da lavoro dipendente.
(5-01480)
CENTEMERO, BAGNAI, CAVANDOLI e GUSMEROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la recente disciplina fiscale applicabile alle cripto-attività, prevista dalla legge di bilancio 2023 (articolo 1, commi 126-147, legge n. 197 del 2022), ha reso la normativa tributaria coerente con l'evoluzione delle diverse tipologie di cripto-attività presenti nel sistema italiano;
nel merito, le cripto-attività sono state incluse in modo esplicito nell'ambito del quadro impositivo sui redditi delle persone fisiche, per tali intendendosi rappresentazioni digitali di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente, utilizzando la tecnologia del registro distribuito o una tecnologia analoga;
la legge sopramenzionata ha, altresì, modificato gli articoli 5, 6 e 7 del decreto legislativo n. 461 del 1997, che introducono la disciplina dell'imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri redditi, configurando i diversi regimi della dichiarazione, dei risparmio amministrato e del risparmio gestito;
in primo luogo, rispetto all'operatività delle sopracitate disposizioni, in sede di risposta al precedente atto di sindacato ispettivo n. 5-01210, sono state fornite alcune definizioni relative ai criteri di collegamento idonei ad integrare il requisito della territorialità con riferimento alla tassazione, in Italia o all'estero, dei redditi derivanti da cripto-attività e alla delimitazione della prova del costo d'acquisto delle cripto-valute: nello specifico, è stato rappresentato che «nei confronti dei soggetti a residenti nel territorio dello Stato, il principio di tassazione è costituito dal "worldwide taxation", pertanto, indipendentemente dal luogo in cui siano detenute le cripto-attività, i redditi derivanti dalle stesse sono soggetti a tassazione in Italia»; è stato rilevato, inoltre, che «il costo o valore di acquisto è documentato con elementi certi e precisi a cura del contribuente [...] ad esempio, avvalendosi della documentazione rilevabile sul sito attraverso il quale è avvenuto l'acquisto o lo scambio delle cripto-valute, alla data in cui lo stesso è concluso, ovvero di altra documentazione bancaria o extra-bancaria attestante l'acquisto»;
sempre nell'ambito della tassazione dei redditi derivanti da operazioni mediante cripto-attività, sarebbe utile e auspicabile proseguire, dunque, il già intrapreso percorso normativo riferito alla disciplina fiscale in argomento: in particolare, a parere degli interroganti si ritiene opportuno valutare anche la possibilità di compensare le minusvalenze derivanti da cripto-attività con le plusvalenze derivanti da altre attività finanziarie detenute dal medesimo contribuente, al fine di favorire in tal modo la continuità degli investimenti da parte dei soggetti che operano nel settore delle cripto-attività e, in generale, della finanza alternativa –:
se e quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda assumere in relazione a quanto esposto in premessa.
(5-01481)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta scritta:
GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il 4 ottobre 2022 Stefano Dal Corso veniva provvisoriamente trasferito dall'Istituto penitenziario di Rebibbia a quello di Oristano in vista dell'udienza, che lo vedeva imputato, fissata per il 6 ottobre 2022. Dal Corso, detenuto in transito, veniva quindi collocato in una cella all'interno dell'infermeria dell'istituto penitenziario sardo;
il 12 ottobre 2022 Stefano Dal Corso veniva rinvenuto privo di vita, all'interno della propria cella, dal personale sanitario;
alle ore 16 circa, il parroco del carcere informava la sorella, Marisa Dal Corso, della morte del fratello avvenuta intorno le ore 15;
il 13 ottobre 2022, alle ore 10, l'ex compagna di Stefano, Giada Murgia, si recava presso l'istituto, ove apprendeva dall'infermiera del reparto, dottoressa Faa, che Dal Corso risultava «morto suicida» e che «lo stesso non aveva sofferto in quanto nel lasciarsi andare si era spezzato l'osso del collo che ne aveva provocato, quindi, la morte immediata». Inoltre, nel sentire parlare gli operanti presenti sul posto, apprendeva che «la vittima veniva rinvenuta appesa alla finestra con una gamba sul letto e una fuori, avendo preso male le misure perché le finestre di Rebibbia sono più alte»;
nonostante la morte violenta, la procura della Repubblica di Oristano non riteneva opportuno disporre l'autopsia e disponeva la chiusura del caso come «suicidio»;
la sorella di Dal Corso ha sempre dubitato della morte per suicidio per tutta una serie di elementi incongruenti acquisiti prima e dopo la morte del fratello;
più volte, la prima volta il 21 ottobre 2022, il difensore della sorella del detenuto Dal Corso, avvocato Armida Decina, avanzava denuncia con richiesta di esame autoptico, ma le richieste venivano sempre archiviate;
il 22 ottobre 2022, il difensore della sorella del detenuto Dal Corso, avvocato Armida Decina, richiedeva alla direttrice del carcere di Oristano dottoressa Luisa Pesante, di poter acquisire i filmati di quanto avvenuto nelle 24 ore del tragico evento nella zona dell'infermeria, ma veniva informata del mancato funzionamento delle telecamere;
il 19 luglio 2023 il difensore avvocato Decina avanzava istanza di riapertura delle indagini;
in data 4 ottobre 2023 la procura della Repubblica presso il tribunale di Oristano notificava all'avvocato Decina l'avvenuta riapertura delle indagini –:
se sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quale ricostruzione dei fatti abbia acquisito l'amministrazione penitenziaria per quanto di competenza e per quanto riferibile;
se corrisponda al vero che le telecamere dell'infermeria non abbiano funzionato e quindi non abbiano ripreso quanto avveniva il 12 ottobre in quei luoghi, comprese le stanze detentive;
se non ritenga di impartire disposizioni, per quanto di competenza, per le quali, nei casi di decesso di un detenuto in carcere, i filmati debbano essere sempre immediatamente acquisiti, in maniera tale da poter essere messi a disposizione di tutte le parti interessate;
per i decessi di detenuti che si sono verificati in carcere in questo 2023, se risulti in quanti casi le autorità giudiziarie non abbiano predisposto l'autopsia distinguendo fra suicidio e decesso per altre cause.
(4-01732)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VIII Commissione:
SIMIANI e ROGGIANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
relativamente all'autostrada Pedemontana Lombarda, un'opera d'interesse nazionale inserita nella legge obiettivo, la regione Lombardia mai come in questi ultimi anni sta sostenendo il suo completamento nelle tratte mancanti (B2, C e D);
in particolare la tratta D da Vimercate a Dalmine (la cui realizzazione non è ancora finanziata) è ora oggetto di una riprogettazione che la regione vorrebbe qualificare come variante all'opera, ma che a tutti gli effetti risulta essere una nuova progettazione (questione dibattuta anche con i legali);
è proprio questa «Variante» all'opera che sta creando discussione e non pochi contrasti nel territorio. Le Amministrazioni comunali coinvolte sono tutte contrarie, diversi comitati in difesa del territorio si sono costituiti e le richieste di interlocuzione politica con regione Lombardia, avanzate dal territorio da tempo, non hanno mai trovato risposta.
nel mese di agosto 2023 è stata avviata la procedura di «variante» con la presentazione del progetto definitivo e ad ottobre è convocata la conferenza di servizio a Roma presso il Ministero delle infrastrutture –:
di quali elementi conoscitivi disponga circa la variante citata in premessa, in considerazione del fatto che si ritiene non sia una semplice variante ma un nuovo progetto dato che il tracciato dell'opera è stato di fatto stravolto.
(5-01472)
RUFFINO e BENZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il ponte della Becca è un'importante infrastruttura del 1912 che attraversa il fiume Po e collega l'Oltrepò Pavese alla città capoluogo, e da lì a Milano;
progettato per un traffico di ben altra epoca, attualmente impatta su un bacino di oltre centoventi comuni e circa 360 mila abitanti, raccogliendo buona pare del traffico autostradale della A21 verso Pavia;
la zona è stata scelta da numerose grandi multinazionali come hub logistico, contribuendo all'aumento del traffico pesante su gomma;
negli ultimi decenni il ponte ha presentato problemi di stabilità e ha subìto ingenti danni, con i costi per i frequenti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che ammontano a decine di milioni di euro;
la struttura esistente è in evidente stato di degrado, con danneggiamenti e cedimenti che ne causano con cadenza regolare la chiusura parziale, arrecando gravi disagi alla popolazione;
per di più, le sbarre che dovrebbero impedire il transito dei camion hanno recentemente subìto per l'ennesima volta atti vandalici tali da renderle inutili;
nel 2018 regione Lombardia ha deliberato uno schema di convenzione per uno studio di fattibilità di un nuovo ponte;
la legge di bilancio 2019 ha appositamente stanziato 250 milioni di euro per la messa in sicurezza dei ponti esistenti e per la costruzione di nuovi ponti nel bacino del Po;
il nuovo ponte alleggerirebbe il traffico pesante nella zona, migliorando l'inquinamento, diminuendo i costi di trasporto per le aziende e garantendo la conservazione del vecchio Ponte come via ciclopedonale e monumento storico;
uno studio dell'Università di Pavia ha stimato che i costi della mancata realizzazione di questa infrastruttura in realtà siano maggiori dell'opera stessa, con una perdita annuale stimata in circa 42 milioni di euro;
il nuovo progetto, approvato finalmente poche settimane fa, dovrà essere adeguato al nuovo codice degli appalti;
risulta che la predisposizione ad un futuro allargamento a quattro corsie sia stato stralciato, per un mero contenimento dei costi di circa 5 milioni di euro sugli oltre 160 milioni totali –:
quali siano le tempistiche previste di realizzazione dell'opera e se, alla luce della sua importanza strategica, non si ritenga di prevedere, in ogni caso, la predisposizione ad un futuro aumento del numero delle corsie, in modo tale da non rendere già obsoleta un'infrastruttura essenziale, soprattutto alta luce delle cifre già stanziate in passato per la manutenzione dei vecchio ponte.
(5-01473)
BATTISTONI, CORTELAZZO e MAZZETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 7-ter del decreto-legge n. 68 del 2022 ha disposto, per grave inadempimento del concessionario, la risoluzione della convenzione unica del 18 novembre 2009 sottoscritta tra l'ANAS S.p.a. e la Strada dei Parchi S.p.a. relativa alla gestione in concessione della rete autostradale costituita dalle autostrade A24 Roma-Teramo e A25 Torano-Pescara;
la gestione è passata ad Anas che provvede a riscuotere le tariffe da pedaggio, comprensive del sovrapprezzo di cui all'articolo 1, comma 1021, della legge n. 296 del 2006, vigenti alla data del 31 dicembre 2017. I relativi proventi sono destinati alla copertura dei costi di gestione, degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria antisismica e di ogni ulteriore intervento ritenuto necessario dal Ministro interrogato o dal Commissario straordinario, al fine di assicurare la continuità della circolazione in condizione di sicurezza;
dopo il subentro gestionale l'ANAS ha garantito la circolazione sulle autostrade A24 e A25, operando importanti interventi di recupero manutentivo e di ottimizzazione;
nel 2023 si rileva un incremento dei flussi di traffico che hanno determinato maggiori introiti da pedaggio tali da compensare una possibile riduzione delle tariffe attualmente applicate;
ANAS riveste un ruolo di primaria Società pubblica altamente specializzata nel settore delle infrastrutture stradali ed autostradali in grado di garantire le migliori pratiche di intervento e realizzazione, individuando la soluzione economicamente più vantaggiosa;
dal punto di vista economico/finanziario ai fini dell'attuazione degli interventi manutentivi straordinari e di adeguamento normativo di sicurezza, occorre avvalersi delle risorse finanziarie già disponibili a legislazione vigente derivanti da contributo pubblico, ai sensi dell'articolo 206, del decreto-legge n. 34 del 2020;
appare necessaria un'accelerazione del necessario processo manutentivo straordinario, con particolare riferimento al miglioramento/adeguamento della sicurezza sismica delle opere d'arte e all'adeguamento antincendio delle gallerie;
per la realizzazione degli interventi ANAS può assumere le funzioni di stazione appaltante, operando, con il Commissario Straordinario, in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici, fatti salvi i limiti di legge –:
se non ritenga opportuno, in qualità di Ministero concedente, consentire ad ANAS la valutazione e la presentazione di un piano di riduzioni tariffarie per l'anno 2024, tra il 5 e il 10 per cento, anche prevedendo possibili misure di agevolazione per il traffico pendolare, o residente in particolari comprensori anche ai fini del decongestionamento del traffico urbano.
(5-01474)
ILARIA FONTANA, ASCARI, L'ABBATE, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il progetto denominato «Passante di Bologna» prevede l'ampliamento da 12 fino a 18 corsie dell'attuale raccordo autostradale di Bologna, dal casello di San Lazzaro a Borgo Panigale;
secondo Autostrade per l'Italia il traffico sull'infrastruttura passerà da 158.000 a 180.000 veicoli giornalieri, provocando un aumento della già grave pressione ambientale sui residenti in termini di inquinamento atmosferico e acustico, con conseguenze sulla salute delle persone;
secondo uno studio presentato dal proponente a febbraio 2021 le emissioni di CO2 derivanti dal solo traffico di esercizio aumenteranno di 1850 tonnellate/anno nel tratto di progetto, in contrasto con gli impegni di riduzione delle emissioni in tutti i settori assunti dallo Stato italiano. Detto studio peraltro non analizza le emissioni legate alla realizzazione dell'opera, sottostimando di molto l'aumento complessivo delle emissioni;
l'intervento non risolverebbe il problema della congestione del nodo di Bologna, come rilevato anche dal parere finale della regione Emilia-Romagna;
peraltro l'aumento della capacità stradale in un'area congestionata costituisce un incentivo alla mobilità privata e al trasporto su gomma, con un aumento conseguente della congestione;
l'incentivo alla mobilità privata contrasta con gli obiettivi di riduzione previsti dal Pums di Bologna, come rilevato anche dal rapporto MobilitAria del 2022;
comitati, associazioni e reti ambientaliste il 27 febbraio 2022 hanno inoltrato a regione e comune una petizione per una Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario (Viias) sull'opera, con oltre 2.000 firme, senza avere risposta;
la legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1 ha riconosciuto un espresso rilievo alla tutela dell'ambiente: il nuovo terzo comma dell'articolo 9 della Costituzione, nel prevedere che la Repubblica «Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni», detta un criterio generale di azione dei pubblici poteri improntato alla protezione dell'ambiente, vincolando direttamente le istituzioni nazionali e ribadendo sul piano interno il principio di integrazione delle esigenze ambientali nelle scelte pubbliche –:
se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, non ritenga necessario – al fine di verificare la coerenza del progetto con gli impegni di riduzione delle emissioni di CO2 – l'avvio di un'analisi dell'intero ciclo di vita dell'opera, che comprenda le emissioni legate alla fase di realizzazione oltre a quelle legate al traffico in fase di esercizio, anche in considerazione dell'effettiva utilità dell'opera, alla luce di quanto rilevato in premessa.
(5-01475)
BONELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto si apprende da organi di stampa il Ministro interrogato ha recentemente annunciato che le risorse finanziarie per la realizzazione del Ponte di Messina, di cui non vi è traccia nella NADEF recentemente approvata dal Parlamento, verrebbero prese dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) per il ciclo di programmazione 2021-2027;
la dotazione iniziale del FSC per il ciclo di programmazione 2021-2027, pari a complessivi 50.000 milioni di euro, è stata individuata dall'articolo 1, comma 177, della legge di bilancio 2021 (legge 30 dicembre 2020, n. 178);
le risorse del FSC sono impiegate per obiettivi strategici relativi ad aree tematiche per la convergenza e la coesione economica, sociale e territoriale, sulla base delle missioni previste nel «Piano Sud 2030», dando priorità alle azioni e agli interventi previsti nel Piano, compresi quelli relativi al rafforzamento delle amministrazioni pubbliche, in coerenza con i contenuti dell'accordo di partenariato europeo per i fondi strutturali e di partenariato europeo del periodo di programmazione 2021-2027 e del PNRR;
nel Piano Sud 2030 – Sviluppo e Coesione per l'Italia al fine di incrementare e rendere più efficiente la dotazione infrastrutturale del Sud, promuovendo la realizzazione e il completamento di opere in ambito ferroviario, stradale, idrico e edilizio, concorrendo così a ridurre la distanza fra i territori del Paese, migliorare la mobilità interna tra le regioni del Mezzogiorno e sostenere nuove e già esistenti filiere logistiche è previsto un Piano Sud del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per oltre 33 miliardi;
nello stesso Piano Sud del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non vi è traccia del Ponte sullo Stretto di Messina;
non esiste allo stato attuale alcun progetto esecutivo dell'opera, mentre il 30 settembre 2023 il contraente generale Eurolink ha reso noto di aver consegnato alla società Stretto di Messina la documentazione relativa all'aggiornamento del progetto definitivo, che dovrebbe dimostrare la rispondenza alle eventuali prescrizioni dettate in sede di approvazione del progetto preliminare con particolare riferimento alla compatibilità ambientale e alla localizzazione dell'opera, oltre all'adeguamento alle nuove norme tecniche per le costruzioni ed alla normativa vigente in materia, verifiche ancora non rese note –:
se il finanziamento del Ponte dello Stretto di Messina tramite il FSC determinerà l'utilizzo di fondi già impegnati per altri interventi e quali di questi verranno stralciati dal Piano Sud 2030 i cui interventi risultano prioritari per l'impiego delle risorse del FSC.
(5-01476)
MATTIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
negli ultimi mesi un nuovo silenzio è calato sulla Murgia Pollino, asse viario strategico per collegare Puglia, Basilicata e Calabria Ionica, in particolare il tratto Strada Statale 7 Appia, tra Matera e Ferrandina, e sulla ex Strada Statale n. 175 Valle del Bradano (che dalla SS 7 prosegue in direzione Metaponto, verso la SS 106 Ionica);
nonostante le numerose rassicurazioni, non appare iniziata la procedura amministrativa e, soprattutto, non un solo cantiere è stato allestito per ammodernare l'asse viario essenziale e strategico sia per la Basilicata che per l'intero Mezzogiorno, poiché mette in collegamento diretto tra loro quattro regioni (Puglia, Basilicata, Campania e Calabria) e tre mari (Mar Adriatico, Mar Ionio e Mar Tirreno);
due strade che, nonostante dieci anni di impegni inattuati, resta con una sola carreggiata per ogni senso di marcia, nonostante sostenga il peso di un enorme volume di traffico per lo spostamento di prodotti agricoli e merci che da Sicilia, Calabria e fascia Ionica attraversano la provincia di Matera per proseguire verso l'autostrada A14, e viceversa, e che nel periodo estivo è tra le vie a più alta densità di traffico in Italia, perché collega l'area murgiana e barese con la costa Ionica tarantina, materana, cosentina;
per la Matera e Ferrandina (Strada Statale 7 Appia) si chiese un intervento anche per superare le complicanze burocratiche che hanno bloccato i lavori, realizzando il raddoppio della carreggiata, mentre per la Matera Metaponto si chiese un intervento diretto dello Stato, per consentire una gestione di tutte le fasi di appalto, consegna e realizzazione dei lavori di raddoppio della carreggiata –:
quale sia la situazione e quali iniziative siano previste per il collegamento mediano «Murgia-Pollino», con particolare riferimento al tratto della strada statale n. 7 Matera-Ferrandina e della ex strada statale n. 175 Valle del Bradano.
(5-01477)
Interrogazione a risposta scritta:
SERGIO COSTA, ILARIA FONTANA, L'ABBATE, MORFINO, SANTILLO, AMATO e CASO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della cultura, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha dato parere positivo alla realizzazione dell'opera pubblica lotti 1b e 1c Romagnano/Praia a Mare della linea alta velocità Salerno/Reggio Calabria;
Rete Ferroviaria Italiana S.p.a. ha inviato le lettere di esproprio ai cittadini interessati dal lotto 1° pur avendo apportato varianti sostanziali al progetto definitivo precedentemente approvato;
Il MASE si è così espresso sul tema, nella nota 0102702 del 23 giugno 2023: «in ordine agli interventi sopra indicati [...] si ritiene che non possa escludersi la sussistenza di potenziali impatti significativi e negativi. Ciò porta a ritenere necessario svolgere un approfondimento valutativo in ordine ai potenziali impatti sulle componenti ambientali interessate dagli interventi proposti, da espletarsi nell'ambito della verifica di assoggettabilità alla VIA, ex articolo 19, oppure attraverso la procedura di riesame e aggiornamento del provvedimento di VIA PNRR emanato che consentirebbe la continuità valutativa della Commissione tecnica PNRR- PNIEC competente ai sensi dell'articolo 8 comma 2-bis. Il soggetto proponente dovrà provvedere a presentare allo scrivente Ministero l'istanza corredata dalla documentazione progettuale e degli atti amministrativi comprensivi della quietanza di avvenuto pagamento degli oneri istruttori di cui all'articolo 33 del decreto legislativo n. 152 del 2006.»;
nella stessa nota si legge anche: «per quanto riguarda invece le modifiche apportate, finalizzate al riscontro delle prescrizioni dettate in ambito della VIA, ulteriori o di ottimizzazione di quelle già valutate dalla Soprintendenza Speciale per il PNRR con il parere del 28 novembre 2022, dovrà procedersi con la procedura di verifica di ottemperanza, ai sensi dell'articolo 28, decreto legislativo n. 152 del 2006, coinvolgendo il Ministero della cultura al quale la presente è inviata per opportuna conoscenza»;
il territorio non necessita di più linee ma di più treni: la linea tirrenica, infatti, conta adesso un numero dei treni nel tratto Salerno/Reggio Calabria pari a 19 su una potenzialità di 220 treni al giorno, ulteriormente incrementabile, installando il sistema di controllo unificato europeo «European Rail Traffic Management System»;
sulla questione delle grandi opere, in particolare delle ferrovie ad alta velocità, molti economisti esprimono riserve su vari progetti, considerando che l'investimento non è giustificato da benefìci economici (aspetto trattato in «Results and Efficienty of Railway Infrastructure Financing in the EU», Study for the European Parliament, Brussels 2015);
lo studio dei Professori Ugo Arrigo e Giacomo Di Foggia intitolato «L'alta velocità della spesa pubblica ferroviaria. Un contributo alla spending review», 2014, Università degli Studi di Milano-Bicocca, evidenzia come «l'eccesso di spesa ferroviaria italiana sia in grado di spiegare oggi tra un quarto e un terzo del debito pubblico totale italiano e oltre la metà dell'eccesso di debito rispetto a quello ammesso dal vincolo di Maastricht.»;
nel rapporto Pendolaria si apprende come «tra Napoli e Bari non esistano, ancora oggi, treni diretti o che esistano situazioni come quella della linea Palermo-Trapani, via Milo (chiusa dal 2013 a causa di alcuni smottamenti di terreno), della Caltagirone-Gela (chiusa a causa del crollo del Ponte Carbone l'8 maggio 2011) e della tratta Corato-Andria in Puglia (ancora inattiva dopo 6 anni e mezzo dal tragico incidente del 12 luglio 2016 che causò 23 morti).» –:
se il Governo intenda garantire il rispetto delle norme preordinate alla corretta approvazione di questa opera pubblica, considerando anche l'interesse sostanziale del territorio;
se, alla luce di quanto esposto in premessa e tenendo sempre in considerazione l'irrinunciabile principio della preminenza dell'interesse pubblico e dell'utilità sociale di ogni azione che rechi un nocumento ai singoli cittadini, il Governo intenda esprimere la propria valutazione sull'effettiva opportunità della realizzazione dell'opera, anche in considerazione dei dubbi sollevati in merito alla piena legittimità degli espropri precedentemente menzionati.
(4-01733)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta orale:
CIOCCHETTI e FOTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la conferenza delle regioni e delle province autonome del 22 marzo 2023 con nota protocollo 1935/C8SOC ha indirizzato al Ministro del lavoro e delle politiche sociali un segnale di forte preoccupazione per l'utilizzo del fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS) e in particolare sulle regole di rendicontazione;
sono state segnalate le criticità legate all'attuazione delle disposizioni normative di cui all'articolo 89 comma 1 del decreto-legge n. 34 del 2020 che prescrive le modalità di rendicontazione da parte delle regioni in termini di percentuale di spesa sostenuta nelle precedenti annualità e in particolare alla pretesa della rendicontazione del 100 per cento della spesa sostenuta, pena la mancata erogazione del fondo annuale di competenza;
tale interpretazione degli uffici mostra evidenti limiti nell'applicazione pratica perché la gestione dei servizi sociali territoriali è demandata ai Comuni associati in ambiti territoriali sociali ed eventuali ritardi nella spesa anche di un solo ambito territoriale priverebbero l'intera regione del trasferimento delle intere risorse del fondo di competenza;
tale interpretazione colpisce anche altri fondi: Fondo Nazionale per le non autosufficienze, Fondo per l'assistenza delle persone con disabilità prive di sostegno familiare (Dopo di Noi) e dal 2024 il Fondo Nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale –:
quali iniziative di competenza intenda adottare affinché si possa risolvere il problema sopra rappresentato che rischia di mettere in crisi il sistema dei Servizi sociali di molte regioni e si applichi la norma a quanto effettivamente speso e rendicontato senza ulteriori penalizzazioni;
in subordine, nel caso in cui occorra un intervento normativo, se intenda promuovere un'iniziativa per la modifica dell'articolo 89, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020, consentendo di rendicontare quanto effettivamente speso dai comuni e non impedendo le erogazioni alle regioni della quota annuale di spettanza.
(3-00736)
Interrogazione a risposta scritta:
GIACCONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
da 60 giorni gli oltre cento lavoratori del macello di Baldichieri, in provincia di Asti, protestano di fronte ai cancelli della propria azienda;
oggetto della protesta è la proposta della ditta CM, affittuaria con impegno all'acquisto del macello di un inquadramento con contratto del settore agricolo, sebbene macellino trecento maiali all'ora;
la Fortes aveva promesso di applicare il contratto degli alimentaristi; il gruppo Cm, facendo parte della filiera agricola, vuole applicare quello agricolo che per le centinaia di lavoratori comporterebbe un compenso di 9,50 euro all'ora contro i 13 euro del contratto alimentare, pari a circa 300 euro in meno e la perdita della Naspi;
la vertenza sta avendo ripercussioni anche economiche per l'astigiano: dopo il carico di 600 suini pronto per la macellazione, partito alla volta dell'Emilia in due tranche lo scorso agosto, il rischio è, per l'appunto, che le grandi firme degli insaccati che si rivolgono al macello ex Pelissero Carni di Baldichieri, come Beretta, Raspini, Galbani o il prosciutto di Parma Dop, vadano in Emilia a prendere la loro materia e non più in Piemonte;
a peggiorare la situazione è anche la vicenda giudiziaria del «patron» del macello di maiali di Baldichieri, che lo scorso 12 ottobre ha ricevuto la notifica degli arresti domiciliari nell'ambito dell'indagine condotta dalla Guardia di finanza di Asti; al magnate della carne gli viene contestata, come amministratore unico della Al.Pi. (ridenominazione della ex Pelissero Carni di Baldichieri) di aver attinto manodopera prima dalla Officina del Lavoro srl e poi dalla Fortes srl, considerate delle aziende «vuote», ovvero nate esclusivamente per rispondere a quell'unico committente ma di fatto prive di mezzi, struttura e, soprattutto, di capacità decisionali;
in seguito alla vicenda giudiziaria lo stabilimento risulterebbe sotto sequestro –:
se e quali iniziative di competenza intenda adottare con riguardo alla vicenda esposta in premessa affinché sia garantita l'applicazione del giusto contratto e, più in generale, quale iniziativa di competenza intenda adottare per salvaguardare i livelli occupazionali anche alla luce della vicenda giudiziaria citata in premessa.
(4-01731)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta scritta:
D'ALESSIO. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la pubblicazione del primo «Libro Bianco della Logopedia», avvenuta a fine 2021 a seguito di una ricerca demoscopica di Datanalysis, ha evidenziato l'assenza di non meno di 10 mila logopedisti in Italia, per raggiungere la media europea;
la crescente richiesta di tale figura professionale, peraltro aumentata del 30 per cento dopo la pandemia da COVID-19, e la necessità di individuare già in fase di prescolarizzazione gli eventuali Disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa), rendono complicato per le famiglie l'accesso ad un percorso dedicato per i bimbi con tali disturbi;
le liste di attesa sono anche superiori ai 12 mesi, con la conseguenza che molti disagi non vengono gestiti in maniera tempestiva. Sempre più, quindi, si ricorre a visite privatistiche, dal costo non inferiore ai 40 euro, spesa che diventa ingente in considerazione della necessità minima di un incontro settimanale, per un periodo di almeno un anno;
la media annua di persone che si laureano e diventano logopediste in Italia, è di 850, stando al report di Datanalysis: un dato chiaramente insufficiente a far fronte alla crescente richiesta delle famiglie italiane;
un'altra figura su cui occorre intervenire in modo da fare chiarezza e risolvere l'annoso problema della carenza di offerta professionale, è quella del neuropsicomotricista;
in tal senso va segnalato che sono sempre di più le richieste di iscrizione nell'elenco speciale per le figure socio-educative, le quali arrivano però da scuole private non riconvertite agli standard dei corsi di laurea triennale, e dunque irricevibili, in quanto tali scuole erogano in modalità privata i corsi di laurea, senza aderire a quanto previsto dai decreti istitutivi;
tale anomalia comporta una spesa in termini economici e di tempo per molti studenti, che solo dopo aver concluso il proprio percorso di studi, scoprono di non avere accesso ai concorsi pubblici e alla professione –:
se non si ritenga di rendere possibile l'accesso senza numero chiuso al corso triennale di laurea in logopedia e in neuropsicomotricità, onde ridurre i tempi di attesa, e calmierare i prezzi di un mercato con una sempre più accentuata sperequazione fra domanda e offerta;
se sia allo studio uno strumento di supporto economico per le famiglie più bisognose, con particolare riferimento a quelle aventi più di un minore che necessiti di un percorso logopedico.
(4-01734)
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta in Commissione Centemero n. 5-01239 del 4 agosto 2023;
interrogazione a risposta scritta Benzoni n. 4-01569 del 13 settembre 2023.
Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta scritta Ciocchetti e Foti n. 4-01523 del 6 settembre 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00736.