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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 23 ottobre 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   BARBAGALLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   in data 26 dicembre 2018, alle ore 3,19, il territorio dei Comuni di Aci Bonaccorsi, di Aci Catena, di Aci Sant'Antonio, di Acireale, di Milo, di Santa Venerina, di Trecastagni, di Viagrande e di Zafferana Etnea, in Provincia di Catania, è stato colpito da un sisma che ha provocato una vittima, diversi feriti, l'evacuazione di numerosi nuclei familiari dalle loro abitazioni, nonché gravi danneggiamenti alle infrastrutture e agli edifici pubblici e privati;

   con la delibera del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2018, è stato dichiarato lo stato di emergenza e lo stanziamento di 10 milioni di euro per l'attuazione dei primi interventi. Con successiva delibera del Consiglio dei ministri 11 giugno 2019 è stato disposto un ulteriore stanziamento di 37 milioni di euro. Lo stato di emergenza è stato da ultimo prorogato fino al 31 dicembre 2022 (articolo 1, comma 462, legge di bilancio per il 2022, legge n. 234 del 2021);

   per lo svolgimento delle funzioni di ricostruzione e di assistenza, e la relativa gestione straordinaria, è stato nominato Commissario straordinario il dottor Scalia (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 agosto 2019). A tal fine, è stato dotato di una propria struttura commissariale (con 10 unità) (articolo 8 del decreto-legge n. 32 del 2019), la cui dotazione è stata poi incrementata di 5 unità (da 10 a 15) articolo 9-vicies bis del decreto-legge n. 123 del 2019);

   la nomina del Commissario straordinario e la relativa gestione straordinaria sono state prorogate fino al 31 dicembre 2022 (articolo 1, comma 463, legge di bilancio per il 2022, legge n. 234 del 2021);

   al Commissario straordinario per il sisma di Catania è stata intitolata una contabilità speciale in cui confluiscono le risorse previste dall'apposito Fondo per la ricostruzione che prevede una dotazione pari a 236,7 milioni di euro (articolo 8 del decreto-legge n. 32 del 2019);

   a favore dei comuni della città metropolitana di Catania è consentita altresì l'assunzione fino a 40 unità complessive di personale con professionalità di tipo tecnico o amministrativo contabile, per 7 ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, nel limite di spesa di 0,83 milioni di euro per il 2019 e 1,66 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 a valere sulle risorse disponibili nella contabilità speciale intestata al Commissario straordinario (articolo 14-bis del decreto-legge n. 32 del 2019, modificato dell'articolo 9-vicies bis del decreto-legge n. 123 del 2019). Tali assunzioni sono state prorogate fino al 31 dicembre 2022 (articolo 1, comma 463, legge di bilancio per il 2022. legge n. 234 del 2021);

   il Commissario straordinario è tenuto ad assicurare una ricostruzione unitaria e omogenea nei territori colpiti dagli eventi, attraverso specifici piani di riparazione e di ricostruzione degli immobili privati e pubblici;

   si rammenta che nel corso della scorsa legislatura sono state adottate norme di semplificazione per accelerare gli interventi per la ricostruzione, in caso di presenza di lievi difformità edilizie negli immobili danneggiati (articolo 20-bis, decreto-legge n. 152 del 2021), estesa anche per specifici edifici danneggiati presenti nei comuni fuori cratere (articolo 31-bis del decreto-legge n. 115 del 2022);

   risulta tuttavia all'interrogante il persistere di gravi e inaccettabili ritardi legati alla gestione del processo di ricostruzione e riparazione da parte della struttura commissariale –:

   quante siano le istanze presentate per la concessione del contributo per la riparazione/ricostruzione degli immobili danneggiati dal sisma e quante quelle relative alla concessione del contributo di autonoma sistemazione;

   quante siano le istanze evase rispetto al totale di quelle presentate;

   quali siano le cause dei ritardi del processo di ricostruzione e se ritenga opportuno modificare i poteri e le attribuzioni della struttura commissariale o sostituire il commissario straordinario.
(3-00751)

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIBAUDO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   tra il 2 e il 3 ottobre 2020 il Piemonte è stato interessato da precipitazioni eccezionali per intensità che hanno interessato l'intera regione;

   i fiumi Tanaro, Sesia, Vermenagna e numerosi torrenti in una piena improvvisa, hanno portato giù a valle tonnellate di tronchi, rami, sassi e fango, esondando nelle strade e nei paesi, causando frane e il crollo di edifici e strade portati via dall'acqua;

   i Presidenti delle regioni Piemonte e Liguria hanno chiesto lo stato di emergenza ai sensi dell'articolo 24, comma 1 del codice della protezione civile, al fine di provvedere agli interventi urgenti, anche strutturali, per la riduzione del rischio residuo e alla ricognizione dei fabbisogni per la ricostruzione pubblica e privata;

   la legge di bilancio 2021, al comma 700, ha autorizzato una spesa di 100 milioni di euro per l'anno 2021 nei territori colpiti dagli eventi alluvionali avvenuti nel 2019 e nel 2020, per cui era stato dichiarato lo stato di emergenza, ma oggi i costi degli interventi a causa dell'aumento delle materie prime, della guerra e dell'inflazione è aumentato fino al 30 per cento;

   a marzo 2022 la regione Piemonte è stata beneficiaria del quarto pacchetto di contributi di circa 66 milioni di euro per finanziare 324 interventi di opere pubbliche legati all'alluvione del 2-3 ottobre 2020, destinandoli ai comuni, alle province e ad altri enti locali per realizzare lavori di messa in sicurezza, mitigazione del rischio e ricostruzione, con priorità per gli interventi di difesa del suolo da frane e caduta di massi, di ripristino delle opere igieniche danneggiate, di ripristino di edilizia comunale danneggiata e della viabilità;

   la situazione delle infrastrutture pubbliche, in particolare di strade e ponti, colpite dall'alluvione 2020 in Piemonte è ancora fortemente critica;

   al momento non risultano erogati dalla regione più di 15 milioni a favore di Acda – Azienda cuneese dell'acqua – per il completamento di 9 diversi interventi che erano previsti nei comuni di Ceva, Limone Piemonte, Ormea, Pamparato, Priola e Vernante per il ripristino delle reti fognarie e la sistemazione delle aree delle sorgenti –:

   quanta parte dei fondi stanziati dalla legge di bilancio 2021 per gli eventi alluvionali degli anni 2019 e 2020 sia stata erogata alla regione Piemonte, e da questa spesa, sulla base della stima definitiva dei danni pervenuta al Governo.
(4-01768)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   sono destinate ad aprire il vaso di Pandora le numerose rivelazioni che testimoniano come dietro la morte dell'ambasciatore Luca Attanasio potrebbe esserci il racket dei visti Schengen;

   la denuncia, riportata da un articolo de L'Espresso a firma di Antonella Napoli, getta, infatti, una nuova e inquietante luce sulle dinamiche dell'agguato del 22 febbraio 2021, nel quale persero la vita, oltre all'ambasciatore italiano, il carabiniere Iacovacci e l'autista Milambo, e arriva da un imprenditore italo congolese, «sponsor» dell'ambasciata italiana nella Repubblica democratica del Congo, che avrebbe raccontato di un vero e proprio sistema che vedeva collaboratori e funzionari dell'ambasciata coinvolti in un racket di visti rilasciati dietro il pagamento di cifre esorbitanti che oscillavano tra i 5 e i 6 mila dollari;

   secondo il testimone, «sono anni che sento di brogli per i visti in quella ambasciata, ma nessuno ha mai fatto niente. Perché nessuno ha collegato la morte di Attanasio a ciò che aveva scoperto? Era risaputo che esisteva un business intorno al rilascio di un centinaio di visti illegali al mese. Per non parlare dei soldi del budget per le gare di fornitura all'ambasciata fatti sparire negli anni. C'era chi, pagate le fatture, chiedeva al fornitore, una quota, uno sconto che finiva nelle sue tasche. E ci sono stati maneggi anche sui soldi di noi sponsor della Festa della Repubblica del 2 giugno e della Festa della cucina»;

   in particolare, il nome di un funzionario ricorre più volte in vari esposti e in una relazione dei carabinieri dell'ambasciata di Kinshasa che lo avevano sorpreso mentre lasciava il consolato con una borsa piena di passaporti, ritenendo che «ha sempre preso soldi dalla vendita illegale dei visti. Sono a conoscenza anche di una truffa al capo dei Servizi congolesi: venticinquemila dollari per dei visti promessi ma mai rilasciati. Il funzionario si è volatilizzato, ma i suoi complici in ambasciata hanno coinvolto un italiano molto in vista in Congo che ha risarcito il truffato per fargli ritirare la denuncia»;

   sempre secondo le gravi accuse, il funzionario «Dopo la morte di Attanasio ha ricevuto a Goma una busta piena di soldi davanti ad altre persone. E sempre lui ha preso il denaro che era in possesso di Attanasio quando è stato ucciso, denunciandone lo smarrimento»;

   come ricostruisce il testimone, Attanasio poco prima di partire per la missione, durante la quale è stato ucciso, avrebbe promesso di indagare a fondo perché «non avrebbe ammesso illeciti, ma voleva acquisire altre informazioni. Era un diplomatico intransigente e aveva affrontato anche il funzionario al centro dei sospetti. Ne aveva parlato con persone vicine dicendo: quello gioca troppo con i visti»;

   a confermare le troppe anomalie anche la moglie dell'ambasciatore, che entrando nella posta elettronica istituzionale del marito aveva notato che erano state cancellate le mail dell'intero 2020, fino a pochi giorni prima dell'agguato; e ancora, la scorta di Attanasio era stata inspiegabilmente dimezzata, con un secondo uomo che avrebbe dovuto vigilare sulla sicurezza assente, come anche le numerose incongruenze sull'intera organizzazione del viaggio dell'ambasciatore, circostanza per la quale ci sono già due indagati in Italia;

   in un successivo articolo di ottobre 2023, sempre a firma della giornalista Antonella Napoli, si fa riferimento ad una segnalazione alla procura di Roma anche dell'attuale ambasciatore in Congo, Petrangeli e, in particolare, ad «alcuni messaggi arrivati sul cellulare dello stesso diplomatico con i quali, chi scriveva affermava di essere disposto a pagare qualsiasi cifra per ottenere un visto. Un chiaro tentativo di corruzione», in un ambiente dove «a detta dei locali in Congo, il nostro Consolato era considerato più malleabile e vulnerabile alle mazzette. Vari testimoni sostengono che i comportamenti gravi di alcuni funzionari italiani erano ben noti a tutti sia nella capitale congolese che a Goma, capoluogo della regione del Nord Kivu. Le voci erano arrivate anche all'ambasciatore Attanasio che si era messo a verificare di persona l'attendibilità delle segnalazioni [...]. Proprio per questo, qualche giorno prima della missione nel Kivu, [...] il diplomatico [...] aveva discusso con uno dei funzionari chiacchierati e che era stato già avvisato in passato. In quella occasione lo avrebbe ammonito di non giocare con i visti»;

   a destare sospetto, a seguito di numerose denunce dell'on. Di Giuseppe, anche l'ambasciata del Bangladesh, accomunata all'ambasciata del Congo da un comune denominatore: chi si vedeva respinta la richiesta di ingresso nell'area Schengen poteva recarsi all'ambasciata italiana per ottenere, dietro compenso, quanto richiesto –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, il Governo intenda assumere per contribuire a fare piena luce sull'attentato del 22 febbraio 2021 e sull'esistenza di un sistema diffuso di compravendite dei visti Schengen presso le sedi diplomatiche italiane.
(2-00249) «Rampelli».

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FORATTINI, BONAFÈ e GHIO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la riforma degli enti locali introdotta con la legge n. 56 del 2014 ha ridefinito l'ordinamento delle province ed istituito le città metropolitane. In particolare, le province sono state definite (così come le città metropolitane) enti di area vasta e i relativi organi – il presidente della provincia ed il consiglio provinciale – sono divenuti organi elettivi di secondo grado;

   la governance degli enti di area vasta si completa con l'assemblea dei sindaci, per le province, e la conferenza metropolitana, per le città metropolitane, che sono composte dai sindaci dei comuni dell'ente;

   il 17 ottobre 2023, nel corso di un'audizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, senatore Roberto Calderoli ha manifestato e confermato la volontà del Governo di ripristinare le province, così com'erano prima della riforma «Delrio», tornando dunque ad essere nuovamente elette con elezioni di primo livello; se tale scelta venisse fatta immediatamente, ha aggiunto il Ministro, comporterebbe un risparmio di 225 milioni di euro poiché il rinnovo dei consigli provinciali verrebbe fatto in concomitanza con le elezioni Europee previste nel 2024;

   anche da fonti di stampa, come quelle del 9 giugno 2023, si apprende che la maggioranza di Governo pare essere ormai decisa nel destinare anche fondi e maggiori competenze alle province, in una sorta di decentramento che si richiama al principio di sussidiarietà;

   molti consigli provinciali scadranno al termine di quest'anno seguendo le normative vigenti e, dunque, con un'elezione di secondo livello –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e se non ritenga, qualora dovesse essere confermata la volontà di ripristinare l'elezione di primo grado per le province, di dover adottare le iniziative di competenza volte a prorogare i consigli provinciali che vanno a scadenza a dicembre 2023, al fine di non determinare uno squilibrio tra enti che sarebbero eletti, nel giro di brevissimo tempo, con due modalità di elezioni completamente differenti.
(5-01513)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   IACONO, PROVENZANO, BARBAGALLO, MARINO e PORTA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il settore olivicolo siciliano registra purtroppo una grave crisi dovuta prevalentemente al particolare andamento climatico di quest'anno;

   le temperature anomale, l'assenza di piogge e la difficoltà dei produttori ad accedere ai servizi di irrigazione a causa degli altissimi costi energetici e dell'acqua, si stanno ripercuotendo sulle piante provocando un non voluto quanto oggettivo ritardo nell'inizio della raccolta;

   non vi è stato nemmeno l'approvvigionamento idrico straordinario annunciato dalla Regione Siciliana che avrebbe in qualche modo dovuto fare fronte alle conseguenze del prolungato periodo di siccità;

   particolarmente colpiti solo i produttori della Valle del Belice e dell'agrigentino;

   i frantoi che in questo periodo dovrebbero viaggiare a pieno regime sono di fatto svuotati di materia prima e la riduzione di quantità d'olio sarà sicuramente superiore alla stima del 20 per cento attesa sul piano nazionale proprio in relazione alle difficoltà sopra riportate;

   è molto forte la preoccupazione dei produttori e della rete dei frantoi sul territorio che rischiano il default –:

   quali iniziative per quanto di competenza il Governo intenda assumere al fine di valutare il riconoscimento dello stato di calamità per il comparto olivicolo in relazione alla oggettiva emergenza climatica che si è venuta a determinare per la produzione, adottando le iniziative di competenza volte a prevedere specifiche misure di sostegno economiche e fiscali.
(5-01522)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta orale:


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la crisi climatica e la necessità dell'indipendenza energetica, per ridurre le bollette e le tensioni geopolitiche internazionali, impongono all'Italia un'accelerazione della transizione ecologica verso le fonti rinnovabili;

   per conseguire gli obiettivi europei di riduzione di gas climalteranti entro il 2030, stando ai dati di Elettricità Futura, occorrerà realizzare nei prossimi 8 anni 85 gigawatt di nuovi impianti a fonti rinnovabili, di cui 58 gigawatt di fotovoltaico, oltre agli accumuli;

   quanto al fotovoltaico, sarà indispensabile la realizzazione di un numero congruo di impianti a terra «utility scale» su superfici idonee, quali quelle poste in aree industriali, in quelle degradate o nei siti militari dismessi o in via di dismissione;

   quella dei siti militari, in particolare, risulta opzione di grande interesse vista l'estensione delle superfici di sedimi militari attualmente in esubero rispetto agli usi effettivi delle Forze Armate;

   l'installazione di grandi impianti fotovoltaici su aree militari dismesse non è una novità in Europa: in Germania tale scelta è adottata a tappeto da più di 15 anni, tanto che oggi si contano almeno una dozzina di parchi solari in siti militari dismessi, fra cui diversi ex aeroporti;

   sul punto, l'articolo 20 del decreto-legge n. 17 del 2022, convertito dalla legge n. 34 del 2022, prevede che il Ministero della difesa possa affidare a terzi i beni del demanio militare «per installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili», ricorrendo anche alle risorse del PNRR;

   lo stesso articolo prevede la possibilità di «costituire comunità energetiche rinnovabili nazionali anche con altre pubbliche amministrazioni centrali e locali anche per impianti superiori a 1MW», ossia in deroga agli attuali vincoli di legge per la realizzazione delle CER, mentre stabilisce, al comma 3, che i suddetti beni «sono di diritto superfici e aree idonee»;

   l'aeroporto militare «Girolamo Moscardini» di Frosinone, attualmente sede del 72° Stormo dell'Aeronautica Militare e dell'annessa scuola di volo elicotteristica, ha al suo interno una area pianeggiante non edificata, pari a circa 90 ettari, adibita ad elisuperficie;

   secondo i piani resi noti dall'Aeronautica Militare, da ultimo nella persona del generale Silvano Frigerio a margine di una cerimonia svoltasi il 12 luglio 2023, entro il 2025 sarà completato il trasferimento a Viterbo delle funzioni attualmente attestate sull'aeroporto di Frosinone, che consiste in «un processo di dismissione che prevede la chiusura dell'aeroporto»;

   nel 2021, Legambiente ha lanciato la proposta di una riqualificazione del sito che prevede l'installazione di un parco fotovoltaico da 70 megawatt nell'attuale elisuperficie, presentando un rendering progettuale della proposta, che ha visto l'adesione di importanti stakeholder territoriali quali il Consorzio Industriale del Lazio, Unindustria Frosinone e la Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino;

   in risposta a una lettera del Presidente Nazionale di Legambiente Stefano Ciafani all'ex Ministro Guerini, il Capo di Gabinetto generale Antonio Conserva ha reso noto nell'agosto 2022 che l'aeroporto Moscardini è inserito tra i sedimi militari destinatari del piano per l'autoproduzione di elettricità da fonti rinnovabili che interesserà i compendi della Difesa dislocati sul territorio nazionale;

   nonostante dette dichiarazioni, ad oggi nulla è trapelato circa i reali intendimenti del Ministero relativamente alla destinazione futura del sito aeroportuale, né risulta essere stata avviata una interlocuzione in tal senso con gli enti locali –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti descritti e quali iniziative di competenza intendano assumere affinché l'elisuperficie dell'aeroporto militare «G.Moscardini» di Frosinone, successivamente al trasferimento del 72° Stormo a Viterbo, venga destinata a sito di produzione di energia solare fotovoltaica, auspicabilmente con destinazione di parte della produzione energetica in favore dal tessuto industriale locale.
(3-00752)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBAGALLO, IACONO, MARINO e PROVENZANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la Regione Siciliana ha emanato il decreto di proroga della scadenza di fine lavori per il progetto di rigassificatore di Porto Empedocle. Ne dà notizia la giunta, dopo l'incontro, lo scorso 18 settembre 2023, a Roma del presidente della Regione Siciliana con l'amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo;

   Enel ha nel cassetto questo progetto da 19 anni; la crisi del gas causata dalla situazione con la Russia lo ha rispolverato. Di fatto, si tratta di un passaggio formale, l'opera è già stata autorizzata, ma necessario perché la concessione precedente prevedeva la fine lavori nel 2020;

   il presidente della Regione Sicilia ha dichiarato: «Lo sviluppo del terminale on shore di Porto Empedocle darà un importante contributo per diversificare gli approvvigionamenti energetici e costituire un'opportunità di sviluppo per il Mezzogiorno, sia con la creazione di un hub energetico nel Mediterraneo sia in termini di ricadute occupazionali e di sviluppo e riqualificazione del territorio». Il Ministro dell'ambiente pare abbia previsto l'opera nella proposta di Pniec inviata alla Commissione europea lo scorso 30 giugno 2023;

   a tal proposito, è difficile comprendere come sia stato possibile inserire nel Pniec un progetto inesistente, perché non rinnovato, ed incompatibile sia con il buon senso che con le norme, nonostante, nel piano presentato all'Europa, il Ministero avesse scartato l'ipotesi del rigassificatore in zona Kaos, a vantaggio di due strutture «galleggianti» rispettivamente a Piombino e Ravenna;

   per l'interrogante, a proposito della proroga della scadenza di fine lavori, sono mancate sicuramente le doverose consultazioni con i comuni interessati;

   perché bisogna considerare, nella remota eventualità che Nuove Energie – Enel e Snam – riuscissero ad ottenere i nulla osta dalla Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali e tutte le autorizzazioni necessarie compresa la VAS, che il terminale non vedrebbe la luce prima di sette/otto anni allorché il gas non avrà più mercato;

   tutto questo per un progetto i cui lavori non sono mai iniziati, dato che il cantiere è stato tempestivamente sequestrato dalla Direzione investigativa antimafia e sembrerebbe ancora sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Agrigento, un progetto nato privo del gasdotto di collegamento alla rete nazionale, che Enel aveva già tentato di ripescare nel 2022;

   infine, in questa complicata vicenda c'è da considerare la forte contrarietà dei cittadini, da anni un fronte formato da ambientalisti e da comitati civici si oppone all'opera, che non sarà off shore ma all'interno del porto da dove partono anche i collegamenti per Linosa, per tutelare la costa e il patrimonio Unesco della Valle dei Templi di Agrigento;

   a parere degli interroganti, al fine di tutelare la sicurezza, la salute e il futuro di chi vive in questo territorio, sarebbe indispensabile una revoca immediata del provvedimento di proroga –:

   in che termini sia stato inserito il progetto del rigassificatore nella proposta di Pniec un progetto che prevedeva fine lavori nel 2020 e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di tutelare la sicurezza, la salute e il futuro di chi vive in questo territorio.
(5-01524)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   BRAMBILLA. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   ieri, sulla sua pagina Facebook, l'associazione Gruppo unitario per le foreste italiane (GUFI) ha denunciato «un altro caso di comune che vende il legno dei propri boschi, abbattendoli, per fare cassa». Si tratta del comune di Altavilla Silentina (SA), al confine del Parco nazionale del Cilento, dove si stanno tagliando 27 ettari di bosco misto non tagliato dal '78;

   secondo una direttiva operativa del Comando dei carabinieri forestali, citata dal GUFI, quel bosco ceduo invecchiato, con turno di taglio superato di 1,5 volte, non può essere abbattuto «senza autorizzazione paesaggistica»;

   ciononostante, l'inizio delle operazioni di abbattimento è previsto per oggi, lunedì 23 ottobre 2023, sulla base di un'autorizzazione della regione Campania che non tiene conto né del pericolo idrogeologico derivante dal taglio del bosco in una località ad alta pendenza e a rischio scivolamento, né dei danni alla biodiversità dell'area al confine del Parco, frequentata da specie come il gatto selvatico e l'istrice –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare per evitare l'annientamento di un bosco d'alberi alti ormai come palazzi, i rischi idrogeologi connessi, i danni al paesaggio e alla biodiversità.
(4-01769)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   QUARTINI, FEDE e AMATO. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 10 ottobre 2023 si è consumato l'ennesimo suicidio di una persona in divisa, un carabiniere forestale, che si è tolto la vita indossando la vecchia uniforme ai piedi del monumento al forestale;

   si tratta del trentaseiesimo evento tragico del 2023 riguardante personale che, per lavoro, indossa una divisa. Nello specifico, sono: nr. 2 carabinieri forestali; nr. 2 guardia di finanza; nr. 5 carabinieri; nr. 2 guardie giurate; nr. 1 aeronautica; nr. 15 polizia di Stato; nr. 2 esercito: nr. 3 capitaneria di porto, di cui due della guardia costiera; nr. 3 polizia locale; nr. 1 polizia penitenziaria. Numeri che ripetono tristemente quanto accaduto negli anni scorsi, laddove i suicidi nel 2022 furono 72, nel 2021 nr. 57, nel 2020 nr. 51, nel 2019 nr. 69. Quindi, ammontano in totale a 285 i suicidi del personale in divisa dal 2019 ad oggi. Numeri preoccupanti, che vanno ben oltre la statistica della popolazione non in divisa;

   spesso si tende a collegare questi eventi luttuosi a presunte debolezze psichiche o a problemi personali ma, più probabilmente, essi hanno come concausa il disagio di vivere in ambienti di lavoro spesso connotati da episodi di «pressione interna» – come gli episodi di «nonnismo» dei quali non si parla più dalla sospensione della leva obbligatoria – che si sommano alle «pressioni esterne» che subisce chiunque svolga questi delicatissimi compiti;

   gli incontri anche con i sindacati delle forze dell'ordine, la collaborazione con professionisti della salute mentale, la prevenzione, l'informazione non sono semplici da attuare in un sistema in cui, secondo prassi anacronistiche ma ancora consolidate, il disagio – magari transitorio – suole essere negato e nascosto perché può dar luogo alla destituzione, come se un operatore in divisa non potesse attraversare momenti di debolezza o, appunto, disagio;

   l'ascolto – senza paura di essere giudicati negativamente – costituisce l'unica via d'uscita dalle paure e dalle ansie che a volte assalgono chi lavora fuori dalle caserme e, quindi, a maggior ragione, possono aggredire chi affronta per lavoro lo stress, il male, la paura, tutti i giorni –:

   se il Governo sia al corrente di quanto innanzi evidenziato quali iniziative intenda intraprendere per rendere strutturale e stabile un sistema di incontri, monitoraggio e confronto con i casi di disagio, senza che questo possa dar luogo ad azioni di alcun genere, né disciplinari né tantomeno volte a sospensione o destituzione del personale che si trovi in situazione di difficoltà.
(4-01770)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:


   CENTEMERO, BAGNAI, CAVANDOLI e GUSMEROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il credito d'imposta in favore delle PMI in relazione alle spese di consulenza sostenute per l'ammissione alla negoziazione su mercati regolamentati o MTF europei, in misura pari al 50 per cento delle spese, istituito dall'articolo 1, comma da 89 a 92, della legge n. 205 del 2017 e dal decreto ministeriale Mise-Mef del 23 aprile 2018, ha rappresentato la forma di incentivo a favore dell'impresa più adatta al modello di mercato azionario per le sue caratteristiche di immediata comprensione e facilità di implementazione, configurandosi come alternativo rispetto al credito bancario: emissione di specifici strumenti di debito (cosiddetti minibond), raccolta tramite portali on-line (cosiddetto crowdfunding) e varie forme di incentivazione fiscale a favore dei soggetti che investono in strumenti finanziari emessi da PMI;

   in particolare, trattasi di incentivo riconosciuto alle imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera euro 50 milioni oppure il cui attivo totale di bilancio non supera euro 43 milioni, le quali abbiano avviato una procedura di ammissione alla negoziazione in un mercato regolamentato o in un MTF di uno Stato membro dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo, e siano state effettivamente ammesse agli scambi;

   lo stanziamento iniziale previsto per il bonus IPO era di euro 80 milioni, per un importo massimo di credito di imposta per singola PMI pari euro 500.000, per il biennio 2018-2020; l'incentivo è stato poi prorogato annualmente dalle leggi di bilancio per gli anni 2021, 2022 e 2023 a conferma dell'efficacia della misura;

   secondo le analisi dell'Osservatorio PMI Euronext Growth Milan di IRTOP Consulting, dalla sua nascita nel 2009 ad oggi le 297 società quotate hanno raccolto capitali privati per euro 6,0 miliardi in IPO; nel quadriennio 2018-2021 la misura in questione ha favorito la quotazione sul mercato azionario italiano, registrando 122 IPO (Initial Public Offerings), con un valore percentuale riconducibile alle PMI pari a circa l'80 per cento;

   al 17 ottobre 2023 le società quotate su Euronext Growth Milan sono 198 per una capitalizzazione complessiva di euro 7,4 miliardi. Il mercato ha registrato un notevole sviluppo a partire dal 2016, grazie all'effetto combinato dei PIR e del Credito di imposta sui costi di IPO: +157 per cento in termini di società quotate rispetto al 2016, +156 per cento in termini di capitalizzazione rispetto al 2016 –:

   quali iniziative, anche normative, si intenda adottare per garantire alle PMI anche per il prossimo anno la misura di cui in premessa.
(5-01514)


   TONI RICCIARDI, MEROLA, D'ALFONSO, STEFANAZZI, TABACCI, ASCANI, BAKKALI, BOLDRINI, BONAFÈ, CARÈ, CASU, CUPERLO, DE LUCA, DI SANZO, FASSINO, FORATTINI, FORNARO, FURFARO, GHIO, GIRELLI, GNASSI, GRAZIANO, GRIBAUDO, IACONO, LACARRA, LAI, LAUS, MALAVASI, MANZI, MARINO, ORFINI, UBALDO PAGANO, PORTA, PROVENZANO, QUARTAPELLE PROCOPIO, ROGGIANI, ANDREA ROSSI, SARRACINO, SCOTTO, SERRACCHIANI, SIMIANI, STUMPO, VACCARI, ZAN e ZINGARETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel corso degli ultimi anni si sono succedute diverse misure volte ad attrarre risorse umane nel Paese, prevedendo in particolare regimi di tassazione agevolata temporanei sia per soggetti che trasferiscono la residenza in Italia ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo n. 147 del 2015 (cosiddetti impatriati), sia per il rientro in Italia di docenti e ricercatori per esercitarvi la propria attività ai sensi dell'articolo 44, del decreto-legge n. 78 del 2010;

   in particolare per i contribuenti impatriati dipendenti o autonomi, è previsto, a legislazione vigente, l'abbattimento del reddito del 70 per cento, ovvero del 90 per cento trasferendo la residenza in una regione del Mezzogiorno, per un periodo di cinque anni o più in base a determinate condizioni (numero figli e acquisto abitazione di residenza: cosiddetto radicamento);

   per docenti e ricercatori trasferiti in Italia dal 2020 è prevista la riduzione della base imponibile IRPEF del 90 per cento per 6 anni dal trasferimento (con estensione da otto a tredici anni in base al radicamento);

   in attuazione della legge 9 agosto 2023 n. 111 (delega fiscale), il Governo intende sostituire i vari regimi di favore e dalle prime bozze di riforma circolate sarebbe peggiorativa delle condizioni attuali;

   secondo l'ISTAT gli italiani emigrati sono il 30 per cento in più di quelli che rientrano: nel 2021 i rimpatriati sono stati 74.759 a fronte degli espatriati pari a 94.219;

   le misure che il Governo intende introdurre profilano un depotenziamento delle agevolazioni che potrebbero peggiorare le prospettive ISTAT e al contempo non portare alcun miglioramento per l'Erario in quanto analogamente alle stime effettuate in occasione dell'introduzione dei regimi agevolati, anche in questo caso il depotenziamento non produce effetti sostanziali sul gettito fiscale;

   per un intervento condiviso e razionale è opportuno, a parere degli interroganti, avere dati ufficiali sul numero dei soggetti che hanno beneficiato delle agevolazioni citate con riferimento agli ultimi tre anni inclusivi della distribuzione geografica e dell'attività lavorativa e professionale svolta e sapere se nella riforma sono previsti periodi transitori per coloro che hanno già programmato il rientro nel 2024 –:

   se, al fine di valutare gli effetti dei regimi speciali volti ad attrarre risorse umane nel Paese, il Ministro interrogato intenda fornire un quadro complessivo degli effetti delle misure in vigore, anche al fine di prevedere una differenziazione che potenzi il vantaggio per i soggetti che trasferiscono la residenza nelle regioni del Mezzogiorno.
(5-01515)


   FENU, SANTILLO, LOVECCHIO, ALIFANO e RAFFA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della conferenza stampa del 16 ottobre 2023, tenutasi all'esito dell'approvazione in Consiglio dei ministri del disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e il bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 e l'aggiornamento del documento programmatico di bilancio (DPB), il Ministro Giorgetti ha dichiarato testualmente: «Non abbiamo fatto nessun intervento sul Superbonus in manovra. I lavori devono essere completati entro la fine dell'anno se si vuole beneficiare dello sconto in fattura»;

   il messaggio lanciato dal Ministro nel corso della conferenza stampa è stato tanto chiaro quanto lapidario in merito al futuro dello strumento della cessione del credito, soprattutto con riferimento agli interventi già ammessi in deroga al divieto di cessione, che a normativa vigente possono continuare a fruire dello strumento anche per l'anno 2024 sebbene con una percentuale di credito ridotta al 70 per cento;

   le dichiarazioni del Ministro hanno generato accese polemiche tra gli operatori del settore, oltre che ad aggravare l'incertezza sul quadro normativo degli incentivi;

   il risultato immediato è stato il blocco delle contrattazioni e degli ordinativi, come segnalato dalle associazioni di categoria, in attesa della definizione del testo della prossima legge di bilancio;

   al fine di tamponare le polemiche, consigliere del Ministro Enrico Zanetti, con un comunicato personale, ha precisato che «se nella manovra non ci sono norme su superbonus, sconti e cessioni, come è stato affermato ieri in conferenza stampa da Premier e Ministro dell'economia, questo vuol certamente dire che chi sta facendo lavori al 110 per cento con sconto in fattura non avrà proroghe del 110 per cento per la parte di spese che andrà a sostenere nel 2024, ma vuole dire anche che potrà sostenerle con sconto in fattura al 70 per cento, come da legislazione attualmente vigente»;

   sennonché lo stesso consigliere, con altra dichiarazione al Congresso nazionale dei commercialisti, ha affermato: «Mandare definitivamente in soffitta sconti e cessioni con visti di conformità e asseverazioni tecniche applicati su percentuali ragionevoli potrebbe forse rivelarsi una scelta di pancia non abbastanza ragionata.»;

   è urgente fare chiarezza al fine di dare certezze alle imprese e ai cittadini –:

   se confermi l'applicazione, quantomeno per l'anno 2024, dello sconto in fattura e della cessione dei crediti agli interventi superbonus con aliquota al 70 per cento che, come da legislazione vigente, sono già ammessi in deroga al divieto di cessione e sconto.
(5-01516)


   CONGEDO, TESTA, DE BERTOLDI, FILINI, MATERA, MAULLU e MATTEONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso gennaio 2021, la Commissione europea ha presentato il documento: «Industria 5.0» che integra l'attuale paradigma «industria 4.0», indicando la ricerca e l'innovazione quali motori per la transizione verso un'industria europea sostenibile, incentrata sull'uomo e resiliente;

   il Piano nazionale transizione 4.0 è stato introdotto nel nostro Paese dalla legge di bilancio 2020, al fine di incentivare l'innovazione tecnologica del tessuto industriale italiano, attraverso un fitto piano di investimenti grazie ai quali erogare, a sostegno delle imprese, crediti d'imposta finalizzati alla realizzazione di investimenti in beni strumentali, formazione 4.0, ricerca e sviluppo;

   il credito d'imposta per le spese di formazione 4.0 al riguardo, era stato istituito inizialmente dalla legge di stabilità 2018, con la finalità di agevolare le spese per la formazione del personale dipendente, finalizzate all'acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale previste dal Piano nazionale impresa 4.0;

   l'agevolazione fiscale nella misura del 70 per cento delle spese ammissibili, (nel limite massimo di 300 mila euro all'anno per le piccole imprese, del 50 per cento delle spese ammissibili nel limite massimo di 250 mila euro all'anno per le medie imprese e del 30 per cento delle spese ammissibili per le grandi imprese, nel limite massimo di 250 mila euro all'anno) è terminata lo scorso 31 dicembre 2022 e attualmente non risulta essere stata prorogata dal legislatore;

   gli interroganti a tal fine evidenziano come i benefìci derivanti dall'agevolazione fiscale di Industria 5.0, in termini di competitività alle imprese, (in particolare nei confronti del segmento produttivo di piccola e media dimensione) possono rappresentare un valore aggiunto per la crescita e lo sviluppo del sistema-Paese per il prossimo futuro, la cui proroga legislativa non potrà che contribuire a potenziare la ricerca e l'innovazione, rendendo il Paese più moderno e riducendo al contempo i ritardi accumulati nel passato –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze, iniziative normative prossime, volte a prorogare il credito d'imposta per la formazione nel piano transizione 5.0., compatibilmente con le risorse economiche disponibili, i vincoli di bilancio e il quadro economico complessivo.
(5-01517)


   BORRELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 26 del decreto-legge n. 104 del 2023 istituisce, in dipendenza dell'andamento dei tassi di interesse e del costo del credito, per l'anno 2023, una imposta straordinaria a carico delle banche con aliquota del 40 per cento la cui base imponibile viene configurata confrontando il margine degli interessi dell'esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 e quello del solo periodo d'imposta antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024;

   nelle originarie previsioni del Governo la disposizione prevedeva che le maggiori entrate derivanti dalla stessa affluissero in un apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato, per essere destinate, anche mediante riassegnazione in un apposito fondo per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese;

   nel corso dell'esame parlamentare la disposizione ha subito rilevanti modifiche che ne hanno radicalmente mutato la funzione e attenuato gli effetti, come l'introduzione del divieto di traslare gli oneri derivanti dalla tassa sugli extraprofitti sui costi dei servizi erogati nei confronti di imprese e clienti finali; e in luogo dell'effettuazione del versamento, le banche possono destinare un determinato importo, non inferiore a due volte e mezzo l'imposta a una riserva non distribuibile che verrà inclusa tra gli elementi del capitale primario di classe 1, al fine di concorrere al rafforzamento patrimoniale;

   il tetto massimo dell'imposta straordinaria sugli extra profitti delle banche è fissato allo 0,26 per cento dell'importo complessivo dell'esposizione al rischio su base individuale ovvero delle attività ponderate per il rischio, in moda da escludere i titoli di Stato;

   la tassa provocò subito una forte caduta dei corsi azionari delle banche e fu criticata dalla BCE;

   oltre ad essere mal disegnata e distorsiva, presenterebbe alcuni aspetti di incostituzionalità e, soprattutto, rischia di minare la credibilità del sistema Paese;

   una rapida simulazione effettuata utilizzando le stime di Deutsche Bank sull'onere dell'imposta e i profitti attesi dichiarati dalle banche per il 2023 induce a ritenere che i principali istituti di credito italiani non verseranno al fisco alcun centesimo e che inoltre la misura non sarà capace di inficiare la loro politica di dividendi/accantonamenti. Infatti, la dimensione degli utili sarà tale da permettere loro un'ottima distribuzione dei dividendi accompagnata da accantonamenti che superano i limiti imposti dal Governo –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare anche al fine di arginare il danno reputazionale derivante al Paese dagli effetti distorsivi della tassa.
(5-01518)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIULIANO, D'ORSO, ASCARI e CAFIERO DE RAHO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il giudice di pace di Verona, in data 29 settembre 2023 ha emesso un decreto ingiuntivo nel quale ha compensato le spese legali per violazione dei criteri di forma e redazione degli atti giudiziari ex articolo 46 disposizioni attuative del codice di procedura civile in riferimento agli articoli 6 e 8 (dimensione carattere ed interlinea) del decreto ministeriale n. 110 del 7 agosto 2023, recante il «Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile»;

   tale provvedimento, così come da più voci associative formalmente stigmatizzato, ha scosso il mondo forense del nostro Paese in quanto al mancato rispetto di formalismi stilistici non può legittimamente ricollegarsi alcuna «sanzione» punitiva a carico della parte, che, per il resto, ha visto la propria domanda sostanziale integralmente accolta;

   in particolare, l'articolo 6 del decreto ministeriale n. 110 del 7 agosto 2023, rubricato «Tecniche redazionali», indica il carattere la dimensione e l'interlinea che devono essere preferibilmente utilizzati nella redazione degli atti;

   a parere dell'interrogante, non appare giustificata e costituisce una forzatura nell'interpretazione del dettato normativo la decisione del giudice di pace di Verona che ha deciso di porre totalmente a carico della parte, che ha avuto ragione nel merito, i costi di un procedimento monitorio per problemi legati al mancato rispetto di mere indicazioni redazionali formali;

   il ricorso all'istituto della compensazione delle spese applicato ad un procedimento monitorio privo di contraddittorio, denota, secondo l'interrogante, la oltremodo forzata strumentalità della motivazione;

   la semplificazione dell'accesso alla giustizia e la rimozione degli ostacoli formali tra il cittadino ed il giudice, che deve accertare e valutare il merito della pretesa avanzata, costituiscono doveri di civiltà giuridica, prim'ancora che corretta applicazione di principi cardine costituzionali e comunitari;

   la statuizione del giudice di pace di Verona, a parere dell'interrogante, appare aver travalicato il corretto esercizio della funzione giurisdizionale, basandosi su una lettura non equa e distorta del disposto normativo –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare per evitare che, per il futuro, possano ripetersi provvedimenti ad avviso dell'interrogante così abnormi e iniqui a danno dei cittadini e dei propri difensori, se intenda adottare le iniziative di competenza volte a rimuovere dal regolamento di cui al decreto ministeriale n. 110 del 2023 le disposizioni di cui all'articolo 6 e quali iniziative di carattere normativo voglia porre in essere per riaffermare la centralità della tutela sostanziale delle regioni delle parti che non può certamente essere in alcun modo svilita e compromessa dalla rigida e non corretta applicazione di meri formalismi redazionali.
(5-01526)

Interrogazione a risposta scritta:


   LACARRA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto comunicato di recente dallo stesso Ministero della giustizia, nel settore giustizia in Italia la scopertura di organico è del 22 per cento, e in valori assoluti di 9.739 operatori su 43.468;

   tale carenza riguarda le sedi della giustizia presenti in tutta Italia, dal Nord al Sud;

   il 30 giugno 2023, il Ministro interrogato ha sottoscritto insieme al presidente della regione del Veneto, Luca Zaia, un importante protocollo d'intesa con l'obiettivo di rendere la giustizia efficiente attraverso una modernizzazione e una accelerazione dei processi;

   in particolare, tale protocollo costituisce un accordo quadro che darà il via a una serie di convenzioni per condividere graduatorie e concorsi fra regione e tribunali veneti;

   dalle carceri alle aule di tribunale, anche in Puglia ogni comparto del Ministero della giustizia soffre di una gravissima mancanza di personale cui nemmeno i concorsi più recenti si sono dimostrati capaci di ovviare;

   attualmente migliaia e migliaia di giovani che hanno partecipato ai concorsi pubblici attendono invano la chiamata della pubblica amministrazione –:

   se intenda intraprendere iniziative di competenza volte ad estendere l'iniziativa di cui in premessa su tutto il territorio nazionale, permettendo così a tutte le regioni di condividere graduatorie e concorsi.
(4-01772)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta orale:


   BOF, ANDREUZZA, BISA e COIN. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   con interrogazione a risposta immediata n. 5-01346 il gruppo Lega richiamava l'attenzione del Governo sulle gravi disfunzioni relative alla percezione del segnale televisivo in molte province del Veneto (Treviso, Veneto orientale da San Donà a Jesolo fino a Portogruaro nonché nei comuni dell'entroterra), perdurante da circa un anno, con l'impossibilità da parte degli utenti di vedere i canali RAI;

   con il summenzionato atto si evidenziava, altresì, che la società concessionaria aveva riconosciuto trattarsi di un problema esteso a più province e dai controlli effettuati sugli apparecchi non risultano anomalie, neanche collegabili con il recante switch off, in quanto è il segnale a risultare assente;

   in sede di risposta in Commissione trasporti il 20 settembre 2023, il Sottosegretario delegato, on. Bergamotto, affermava che «(...) per risolvere la problematica di ricezione del canale 37 RAI, verificatasi in alcune zone del Veneto Orientale, dietro istanza della concessionaria pubblica, il Ministero ha espresso parere tecnico positivo temporaneo, nelle more del passaggio al DVB-T2, all'attivazione di un impianto operante nel Comune di Jesolo sul canale 30 in deroga al PNAF19. (...) la RAI ha confermato che l'impianto in questione è stato attivato. Questo dovrebbe segnare il superamento delle criticità evidenziate.»;

   a parere dell'interrogante, persiste il rischio per la provincia di Treviso di rimanere scoperta dalla ricezione, con la conseguenza per molti utenti residenti in provincia di continuare a non poter vedere i canali RAI fino ai primi mesi del 2024, quando – si auspica – il passaggio alla tecnologia DVB-T2 dovrebbe risolvere – a detta anche del Ministro interrogato nella sopracitata risposta – gran parte dei problemi di ricezione locale, di interferenza o disturbo del segnale televisivo –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare con urgenza per garantire anche ai residenti in provincia di Treviso il diritto di accesso alle reti del servizio pubblico radiotelevisivo.
(3-00750)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOSSI e FURFARO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dal 1978 l'azienda Fiorentini spa si dedica alla progettazione e alla produzione di macchine per la pulizia industriale ed è attualmente tra i leader italiani ed europei in questo settore;

   l'azienda è concentrata in due stabilimenti di produzione: in Toscana a Piancaldoli (nel comune di Firenzuola) ed Emilia-Romagna nel comune di Castel San Pietro Terme, con filiali per le attività commerciali a Milano ed a Roma. Il fatturato annuo è di circa 35 milioni di euro all'anno;

   l'azienda Piancaldoli è la sede storica dello stabilimento con 82 dipendenti: nel luglio 2023 l'azienda aveva fatto ricorso alla cassa integrazione per un momentaneo calo di ordini ma lavoratori ed associazioni sindacali erano stati subito rassicurati dalla proprietà sul ruolo centrale e indispensabile di tale stabilimento;

   l'11 ottobre 2023, con una comunicazione improvvisa ed unilaterale, l'azienda ha annunciato però la decisione di spostare, entro poco più di un anno, tutta la produzione dal sito di Piancaldoli nei capannoni di Castel San Pietro Terme;

   tale decisione, presa peraltro senza presentare un piano industriale, ha subito sorpreso ed allarmato sindacati e lavoratori che hanno programmato iniziative di protesta per contrastare questa scelta che appare incomprensibile anche da un punto di vista logistico: nello stabilimento in Toscana ci sono 82 dipendenti mentre in Emilia-Romagna 39;

   tale spostamento andrebbe inoltre ad aggravare l'attuale condizione dei dipendenti di Firenzuola, già impegnati a far fronte alle difficoltà create dalle alluvioni dello scorso mese di maggio;

   appare inoltre evidente come la decisione dell'azienda (in ogni caso inammissibile e giustificabile nel metodo e nel merito) potrebbe anche essere stata «incoraggiata» anche dalle perduranti criticità infrastrutturali, economiche ed ambientali in cui versa ancora il Mugello colpito dagli eventi alluvionali: una situazione insostenibile che il Governo, nonostante le continue promesse, non ha ancora risolto;

   il 16 ottobre 2023 si è svolta una assemblea sindacale al cui termine i lavoratori hanno votato per attivare lo stato di mobilitazione e denunciare così la loro contrarietà ad una scelta che andrebbe a colpire in maniera pesante e tragica non solo le famiglie ma tutta la comunità territoriale;

   la Fiom Cgil di Firenze, assieme alla Rsu, ha chiesto un incontro immediato alle istituzioni locali ed il 18 ottobre 2023 ha effettuato uno sciopero con presidio davanti ai cancelli presso lo stabilimento di Firenzuola –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto espresso in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di salvaguardare la continuità produttiva ed occupazionale dello stabilimento Fiorentini di Firenzuola.
(5-01520)

Interrogazione a risposta scritta:


   CIOCCHETTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Alitalia Servizi s.p.a. in amministrazione straordinaria è stata una società italiana attiva nel settore del trasporto aereo, occupandosi di manutenzione e revisione di aeromobili, operazioni aeroportuali ed handling, servizi amministrativi, informatici e telecomunicazioni;

   la compagnia nasce il 10 novembre 2004 diventa operativa dal 1° maggio 2005, con la riorganizzazione della holding Alitalia che le conferisce i rami d'azienda relativi ai servizi strumentali e di supporto al volo, quali manutenzione aeronautica, assistenza aeroportuale, information technology, call center, servizi condivisi, servizi di manutenzione e gestione del patrimonio immobiliare, asset valutati circa 315 milioni di euro. Per questo motivo l'impresa era nota anche come AZ Service, entità diversa rispetto ad Alitalia (AZ Fly), a cui rimanevano in capo le operazioni di volo (piloti e assistenti), la gestione della flotta e le attività commerciali;

   Alitalia, per contratto, doveva approvvigionarsi in via esclusiva presso Alitalia Servizi. Ad Alitalia Servizi, invece, era consentito muoversi liberamente sul mercato. Tuttavia, l'84 per cento del fatturato Alitalia Servizi era dovuto ai rapporti con Alitalia;

   secondo la sentenza di primo grado del tribunale di Roma, 28 settembre 2015, le tariffe che Alitalia Servizi applicava ad Alitalia erano superiori a quelle di mercato e comunque la scissione cagionò inefficienze produttive, duplicazioni di funzioni di controllo, conflittualità interna, carenze nei flussi informativi cui sono conseguiti solo diseconomie. Gli imputati, condannati tra le altre cose a risarcire Alitalia Servizi, hanno presentato appello e il processo e ancora in corso;

   l'obiettivo del piano industriale era quello di aprire tali business a nuovi partner industriali insieme ai quali poi condurre le attività, senza successo a causa delle proteste dei sindacati, nonostante fossero stati firmati accordi con AlmavivA (call center), Accenture (servizi amministrativi) ed Eds (Ict) e create le società veicolo in cui conferire le attività da vendere (Call Center 2006 s.r.l., Servizi Condivisi 2006 s.r.l., Servizi Informatici 2006 s.r.l.);

   nel novembre 2005 Alitalia cede il 49 per cento delle azioni a Fintecna, per 167 milioni di euro; nel 2007 Fintecna versa altri 43 milioni per ricapitalizzare l'azienda. Nel 2009 viene rilevata da Alitalia – Compagnia Aerea Italiana al prezzo di 57 milioni di euro. A oggi, formalmente, è ancora esistente, sottoposta a procedura di amministrazione straordinaria;

   la procedura commissariale di Alitalia Servizi ha avuto inizio nel 2008; con l'autorizzazione del tribunale fallimentare, ha effettuato un primo piano di ripartizione parziale dei crediti nel 2013;

   un secondo piano di ripartizione dei crediti autorizzati dal tribunale fallimentare è stato depositato nella cancelleria del tribunale stesso, nel mese di agosto 2020;

   questo secondo piano di ripartizione, che prevede il pagamento del 100 per cento dei creditori ammessi con privilegio ex articolo 2751-bis, n. 1 del codice civile e con privilegio ex articolo 2751-bis, n. 2 del codice civile, dopo 26 mesi non era ancora stato dichiarato esecutivo dal giudice delegato della quattordicesima Sezione civile fallimentare;

   la procedura ha confermato, formalmente, la presenza di un'opposizione al riparto di un solo creditore rispetto agli altri 6000 creditori riconosciuti dal tribunale fallimentare come aventi diritto. Il nuovo piano di ripartizione, è stato redatto dai commissari in data 4 aprile 2022 e il giudice delegato, dottoressa Francesca Vitale (Tribunale di Roma Sezione fallimentare amministrazione straordinaria n. 4/2008 – Alitalia Servizi s.p.a.) ha ordinato il deposito in cancelleria il 30 maggio 2022, inoltre, ha ordinato di darne avviso a tutti i creditori. L'importo per onorare i crediti riconosciuti dal tribunale è disponibile ed accantonato dai commissari. Dopo 7 mesi, a fronte di ripetute richieste tramite Pec alla struttura commissariale circa l'esecutività del piano di ripartizione è stato risposto, sempre via Pec, che il giudice delegato non ha ancora reso esecutivo il piano di ripartizione, senza ulteriori informazioni sulle ragioni della mancata esecutività;

   circa 6000 (seimila) creditori sono in attesa dal 2008 –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto rappresentato in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare per salvaguardare gli interessi legittimi di seimila creditori.
(4-01773)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VACCARI, GUERRA e MALAVASI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Trenitalia ha comunicato di eliminare la sosta di cinque corse dei treni Frecciarossa che a metà giornata percorrevano la linea Adriatica, da Milano alla Puglia, e si fermavano anche nelle stazioni di Parma e Modena;

   tale decisione, con i treni regionali perennemente affollati e con la carenza di collegamenti rapidi con la stazione Mediopadana, sta causando allarme e forte preoccupazione tra le comunità interessate: il treno rappresenta infatti per molti cittadini modenesi e parmensi, in particolare lavoratori e studenti, l'unico mezzo di trasporto pubblico a disposizione;

   tale decisione, che costringerà migliaia di pendolari a viaggiare su gomma, è assolutamente incoerente con le esigenze di rafforzare la mobilità sostenibile –:

   quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Ministro interrogato per salvaguardare le fermate dei treni veloci nelle stazioni di Parma e Modena, tenuto conto delle notevoli ripercussioni negative che tale riduzione sta causando rispetto ad un vasto ed articolato bacino demografico di riferimento e allo sviluppo sociale, economico, produttivo ed occupazionale dei territori interessati.
(5-01523)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ASCANI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da notizie apparse dagli organi di stampa è stato reso noto che in una classe del liceo scientifico Ribezzo di Francavilla Fontana, città in provincia di Brindisi, una docente ha deciso di dedicare alcune ore di educazione civica alla lettura del libro, oggetto di diverse polemiche per via delle tesi espresse al suo interno, «Il mondo al contrario», scritto dal generale Roberto Vannacci;

   la docente di lettere avrebbe affermato che una tale lettura «Aiuta a sviluppare il pensiero critico» e che «I ragazzi hanno la possibilità di confrontarsi, per prendere le distanze da un libro bisogna leggerlo», dedicando poi alcune ore di educazione civica proprio al contestato libro;

   la dirigente dell'istituto avrebbe confermato la linea del docente affermando: «Lavoriamo sulla libertà di pensiero»;

   fermi restando la necessità e il valore di tutelare la libertà di pensiero, che nelle scuole si adotta spesso anche nell'insegnamento secondo un modello di tesi/antitesi, ci si chiede se il ministro interrogato fosse informato della situazione e come intenda ora procedere per evitare che si svolga quella che ad avviso dell'interrogante sarebbe una becera propaganda;

   sono ormai note le posizioni omofobe e razziste assunte nel suo libro dal generale Vannacci;

   dalla presentazione del libro sono state diverse le reazioni di protesta e allarme contro la pubblicazione e la promozione di un saggio politico, intriso di idee antidemocratiche, razziste, omofobe e misogine, in palese contrasto con la Costituzione;

   si ricorda che contro Vannacci, in seguito alle proteste dei maggiori esponenti politici, anche di Governo, è stato avviato un provvedimento disciplinare, preceduto da un dispaccio dello Stato Maggiore dell'Esercito, che lo ha rimosso dalla guida dell'istituto geografico militare di Firenze;

   per aiutare a sviluppare il pensiero critico tra i ragazzi una riflessione su un messaggio educativo da assumere dovrebbe, piuttosto, partite dall'articolo 604 del codice penale che punisce ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;

   i giovani dovrebbero essere accompagnati alla riflessione e alla ricerca di una migliore conoscenza della società;

   la scuola costituisce un luogo di primaria importanza, nella quale i giovani intrattengono le loro prime relazioni con amici e insegnanti ed in cui apprendono nuove competenze e mettono alla prova le loro capacità;

   in tale contesto, possono emergere difficoltà a livello del comportamento, relazionali e del rendimento;

   il docente ha il compito, in quella che viene ormai da tempo definita la scuola delle competenze, di aiutare gli studenti a realizzarsi pienamente come persona umana;

   l'azione didattica non riguarda soltanto il favorire l'apprendimento di specifici contenuti o tecniche, ma interessa la dimensione emozionale e quella dei significati valoriali;

   in questo periodo caratterizzato, anche in seguito alle difficoltà legate dall'emergenza legata alla pandemia, i messaggi educativi assumono un ruolo importante nell'affrontare le incertezze, le difficoltà e le sfide nelle quali la scuola e gli alunni si trovano oggi;

   recenti dati evidenziano un aumento del disagio tra i giovani che si manifesta con un maggior senso di solitudine che non va incitato con dibattiti basati sulla valutazione di parole violente, omofobe e razziste;

   i nostri giovani studenti, nella fase delicata dell'adolescenza, dovrebbero essere tutelati, proprio nei luoghi, quali le istituzioni scolastiche, responsabili della formazione, da messaggi diseducativi e dovrebbero essere guidati, invece, alla responsabilità verso gli altri, la società e ai compiti di cittadino per costruire una convivenza più avanzata –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare in seguito ai fatti suesposti e, altresì, come intenda intervenire al fine di evitare messaggi diseducativi e garantire ai nostri studenti una crescita responsabile.
(5-01525)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la motorizzazione civile si occupa di innumerevoli procedimenti fondamentali per la vita economica del Paese;

   i blocchi delle assunzioni di questi anni, uniti ai tanti pensionamenti hanno portato gli uffici preposti al collasso, il che si traduce in condizioni di lavoro estreme per gli addetti e a scarsa capacità di rispondere alle istanze degli utenti;

   in particolare si segnalano le innumerevoli criticità della Motorizzazione civile di Napoli, in cui le organizzazioni sindacali denunciano le criticità inerente alla carenza di personale;

   nella sede di Napoli, ormai da tempo si cerca di sopperire a queste carenze d'organico autorizzando a far volgere le operazioni di verifica sui veicoli (revisioni, collaudi e altro) a personale in pensione e/o a personale esterno all'amministrazione;

   per sopperire alla carenza si è adottata anche la scelta di aprire gli sportelli al pubblico solo nei giorni dispari il che crea innumerevoli disagi ai cittadini;

   occorre ricordare la comunicazione del direttore generale del Personale sulla concessa autorizzazione della Funzione pubblica di indire due concorsi in deroga per 160 assistenti tecnici;

   ad oggi questi concorsi ancora non risultano essere stati banditi –:

   quali iniziative – per quanto di competenza – intendano intraprendere i Ministri interrogati, quali siano le soluzioni per la sede della motorizzazione civile di Napoli e più in generale di tutte le sedi della motorizzazione civile e se non ritengano necessario ed improrogabile effettuare una ricognizione del personale in servizio in maniera da poter procedere a redigere un piano dei fabbisogni tale da garantire un servizio efficace ed efficiente per i cittadini.
(4-01771)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   dall'elaborazione dell'associazione Als e Anaao Giovani dei dati delle immatricolazioni del 18 ottobre 2023 al concorso di specializzazione d'area medica 2023, la situazione si è aggravata rispetto alle assegnazioni del concorso 2022;

   il numero di contratti rimasti liberi è complessivamente 6.125 (di cui 5.095 contratti statali) su 16.165 contratti banditi (ben il 38 per cento) e 1.648 contratti che erano precedentemente assegnati non sono stati seguiti da immatricolazione;

   tutto ciò appare il frutto di una errata programmazione dei medici specialisti causata da una sbagliata suddivisione dei contratti a bando, con evidenti storture che hanno portato a diminuire i contratti in quelle scuole che lo scorso anno erano state pienamente coperte e viceversa aumentati in quelle scuole con già poche assegnazioni;

   pare evidente che la scelta di aumentare indiscriminatamente tutte le tipologie di contratti utilizzando un algoritmo inefficiente, senza una idonea programmazione e soprattutto senza una riforma della formazione medica non poteva che portare a queste conseguenze;

   il numero di contratti di medicina di emergenza-urgenza non assegnati – si legge – rappresentano il 76 per cento dei posti sul bando, un netto peggioramento rispetto al 2022 quando i contratti non assegnati rappresentavano il 61 per cento;

   il dato più preoccupante riguarda la scuola di specializzazione d'emergenza-urgenza, che rappresentano il 76 per cento dei posti a bando, in cui su 855 contratti stanziati sono risultati assegnati solo 266 (il 31 per cento) con ben 4 scuole senza alcuna assegnazione (tra cui La Sapienza di Roma - Umberto I e Milano San Raffaele), una ulteriore flessione rispetto agli scorsi anni che certifica ufficialmente il rischio di veder scomparire a breve la figura dello specialista in medicina d'emergenza con l'avanzata della figura del medico gettonista che corrisponde irrimediabilmente a una diminuzione della qualità erogata in un ambito delicato come quello dei pronto soccorso;

   i dati storici degli scorsi concorsi ci dicono che il 20 per cento di costoro abbandonerà durante gli anni di specializzazione. Pertanto, tra cinque anni avremo meno di due nuovi specialisti di medicina di emergenza per ogni provincia italiana (1 specialista MEU ogni 125.000 abitanti);

   un altro elemento critico riguarda il numero delle scuole che non hanno nemmeno uno specializzando assegnato; parliamo di ben 103 scuole, oltre a 127 ulteriori con meno del 25 per cento di specializzandi assegnati;

   come segnalato dalle associazioni si tratta di un esito scontato, poiché «il semplice aumento dei contratti stanziati in medicina d'emergenza, associata ad un aumento globale dei contratti ed in assenza di una riforma della formazione medica, avrebbe non solo non risolto il problema della carenza di specializzandi d'emergenza ma l'avrebbe addirittura peggiorata dandole il colpo di grazia, in un contesto concorsuale mal gestito e con controlli poco adeguati in cui vi sono già diversi casi di concorrenti iscritti a una specializzazione che si sono visti assegnare i punteggi curriculari, concorrenti che hanno dichiarato requisiti per accedere a contratti finanziati da più regioni e concorrenti che hanno erroneamente auto-dichiarato essere portatori di handicap, certificando pertanto una graduatoria falsata che ci auguriamo non sia oggetto di ricorsi con ulteriori ritardi e disservizi» –:

   quali iniziative di competenza intenda attuare per tutelare i medici in formazione specialistica e per risolvere i problemi generati da un'errata programmazione dei medici specialisti causata, a sua volta, da una sbagliata suddivisione dei contratti a bando, con evidenti storture che hanno portato a diminuire i contratti in quelle scuole che lo scorso anno erano state pienamente coperte e viceversa, ad aumentarli in quelle scuole con già poche assegnazioni;

   come intenda risolvere, in particolare, la cronica e pericolosa carenza di medici specializzandi in branche come la medicina d'emergenza.
(5-01519)


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2020 n. 160 del 2019 (articolo 1, comma 449) ha previsto uno stanziamento di 235.834.000 euro per far fronte al fabbisogno di apparecchiature sanitarie dirette a garantire le prestazioni di competenza dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta;

   tali strumenti di prevenzione riguardano elettrocardiogramma, spirometria, diagnostica rapida o ecografie e sono finalizzati a migliorare il processo di presa in cura dei pazienti, a ridurre il fenomeno delle liste di attesa, garantendo diagnosi precoci anche attraverso l'utilizzo di test diagnostici rapidi per quantificare i livelli della proteina C-reattiva nel sangue, biomarcatore responsabile per valutare la gravità dell'infiammazione e prevedere la gravità di una infezione, che permette di ridurre in modo sicuro ed efficace la prescrizione eccessiva di antibiotici;

   dopo anni di attesa, in data 27 luglio 2022, la conferenza Stato-regioni ha sancito l'intesa sullo schema di decreto del Ministro della salute recante la ripartizione alle regioni delle risorse sopra citate (euro 235.834.000) per il fabbisogno di apparecchiature sanitarie di supporto ai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, effettuata sulla base dei parametri stabiliti per l'adozione dei piani regionali;

   il provvedimento di cui sopra è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 226 del 27 settembre 2022 e prevede che le apparecchiature di diagnostica di primo livello siano assegnate alle case della comunità hub&spoke, agli studi spoke di medicina generale e di pediatri, oltre che ad aggregazioni di medicina di gruppo, tenendo conto delle caratteristiche demografiche del territorio al fine di favorire la capillarità dei servizi;

   le prestazioni erogate da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta mediante le suddette apparecchiature rientrano nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza sanitaria di base. Per espressa previsione normativa, le modalità di rilevazione dell'attività erogata, le specifiche tecniche della documentazione relativa agli atti medici eseguiti con il supporto delle apparecchiature, le modalità di alimentazione del fascicolo sanitario elettronico, gli indicatori minimi di processo e di risultato sono definiti da un tavolo tecnico congiunto, tra Ministero della salute e regioni;

   con il decreto direttoriale n. MDS/DGPROGS/95 del 3 maggio 2023 è stato istituito, presso la Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute, il tavolo tecnico congiunto, tra Ministero della salute e regioni, in tema di apparecchiature sanitarie per medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, che ne ha stabilito i relativi compiti;

   in data 24 maggio 2023 la conferenza Stato-regioni ha acquisito l'assenso del Governo sulla designazione dei componenti del suddetto tavolo;

   le regioni avrebbero dovuto presentare al Ministero della salute, un piano pluriennale dei fabbisogni per l'utilizzo, anche parziale, delle risorse assegnate entro 90 giorni dal completamento dei lavori del tavolo tecnico;

   allo stato attuale non vi sono evidenze su fonti stampa o sul sito del Ministero della salute in merito alla convocazione del tavolo tecnico sopra indicato –:

   quali iniziative intenda adottare per la convocazione del tavolo tecnico congiunto, tra Ministero della salute e regioni, in tema di apparecchiature sanitarie per medici di medicina generale e pediatri di libera scelta;

   quali altre iniziative si intenda assumere per garantire la piena attuazione della normativa citata in premessa e l'utilizzo delle risorse già stanziate, assicurando il supporto alla prevenzione e la maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne, rurali, piccole isole e periferie urbane, nel rispetto del principio di prossimità.
(5-01521)

Apposizione di firme ad una mozione.

  La mozione Lupi n. 1-00205, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Bicchielli, Brambilla, Cavo, Cesa, Alessandro Colucci, Pisano, Romano, Semenzato, Tirelli.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Piccolotti n. 4-01759, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bonelli.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza Ciocchetti n. 2-00130 del 18 aprile 2023.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Barbagallo n. 5-00146 del 14 dicembre 2022 in interrogazione a risposta orale n. 3-00751;

   interrogazione a risposta orale Gribaudo n. 3-00459 del 6 giugno 2023 in interrogazione a risposta scritta n. 4-01768;

   interrogazione a risposta in Commissione Bof e altri n. 5-01375 del 22 settembre 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00750.