Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 24 ottobre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    alle ore 6:30 di sabato 7 ottobre 2023, l'organizzazione terroristica palestinese Hamas, di concerto con movimenti alleati come il Jihad islamico palestinese, ha lanciato un'operazione multidominio contro Israele;

    in poche ore sono stati lanciati verso il territorio israeliano più di 5000 tra missili e razzi, per la gran parte intercettati dal sistema di difesa israeliano «Iron Dome»;

    l'attacco missilistico ha replicato una tattica militare che Hamas adotta ciclicamente contro lo Stato ebraico;

    la vera novità, in questa occasione, è stata rappresentata dall'attacco portato via terra: milizie di Hamas hanno varcato il confine da Gaza e sono entrate in territorio israeliano, attraverso incursioni vario genere;

    in poche ore, i miliziani di Hamas sono stati in grado di entrare nei villaggi israeliani di confine – Kfar Aza, Sderot, Nahal Oz, Be'eir, Reim Camp, Zikim, Erez – dove hanno avuto luogo uccisioni e sequestri nei confronti dei civili israeliani;

    al momento, sul fronte israeliano si contano 1400 morti e quasi 3000 feriti, mentre sul versante palestinese si parla di oltre 3000 morti e 10 mila feriti;

    quanto sta accadendo in questi giorni rimanda all'inizio della guerra dello Yom Kippur del 1973, quando allo stesso modo gli eserciti egiziano e siriano sferrarono un attacco che colse di sorpresa Israele, riuscendo ad attraversare il canale di Suez e ad occupare parti delle alture del Golan;

    il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, attraverso un videomessaggio pubblicato qualche ora dopo l'attacco di Hamas, ha evidenziato il cambio di paradigma dell'escalation in corso rispetto a quelle passate;

    il Primo Ministro Netanyahu ha ripetuto più volte che quella che si trova ad affrontare Israele non è una semplice operazione militare ma una guerra vera e propria;

    il Governo italiano ha già espresso la più ferma condanna della brutale aggressione di Hamas e della Jihad islamica palestinese contro il territorio ed i cittadini dello Stato di Israele, contravvenendo a tutte le norme del diritto internazionale;

    l'Italia ha rinnovato, inoltre, la condanna più ferma ad ogni forma di antisemitismo, richiamandosi alla definizione dello stesso concetto di antisemitismo della International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), che include «il negare agli ebrei il diritto dell'autodeterminazione, per esempio sostenendo che l'esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo»;

    il Parlamento italiano infine, attraverso la votazione di risoluzioni presentate presso la Camera dei deputati il 10 ottobre 2023 ha impegnato il Governo ad assumere ogni iniziativa valida a fornire la necessaria tutela della popolazione civile, mediante aperture di corridori umanitari che consentano l'evacuazione dei civili da Gaza fino al valico di Rafah;

    anche il Consiglio europeo, con decisione adottata il 15 ottobre 2023, ha sottolineato la necessità di sostenere la popolazione civile in fuga dalla guerra con aiuti umanitari,

impegna il Governo:

   a riconoscere il diritto di Israele ad autodifendersi;

   ad adoperarsi, in sede europea e mondiale, affinché venga ribadita con forza la condanna degli attacchi di Hamas ed il diritto a difendersi dello Stato di Israele, nel rispetto del diritto internazionale umanitario, così come sancito dalla risoluzione del Parlamento UE del 19 ottobre 2023;

   ad appoggiare ogni iniziativa, a livello europeo ed internazionale in genere, che tenga conto degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas e che ne solleciti la salvaguardia e la liberazione;

   ad assumere ogni iniziativa, a livello europeo ed internazionale in genere, affinché siano aperti corridoi umanitari che permettano alle popolazioni civili di allontanarsi dal Nord della Striscia di Gaza, teatro delle operazioni militari, e di ricevere i necessari aiuti umanitari.
(7-00164) «Tremonti, Formentini, Calovini, Billi, Orsini, Tirelli».


   La III Commissione,

   premesso che:

    si ribadisce la più ferma condanna per l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 nei confronti di Israele;

    si riconosce il diritto di Israele di esistere, di difendersi nel pieno rispetto del diritto internazionale e umanitario e di chiedere l'immediato rilascio degli ostaggi;

    il brutale attacco di Hamas contro obiettivi civili israeliani ha provocato la reazione di Israele che, a sua volta, ha colpito civili palestinesi;

    il Ministero della sanità di Gaza ha riferito che il numero di rifugiati nella Striscia ha raggiunto 1,4 milioni di persone. Secondo il Ministero, 685.000 rifugiati si sono trasferiti a vivere con altre famiglie, 544.000 si sono trasferiti nelle scuole dell'Unrwa, circa 100.000 si sono trasferiti in moschee e chiese e circa 70.000 si sono trasferiti nelle scuole statali;

    nella giornata del 21 ottobre 2023 il valico di Rafah alla frontiera tra l'Egitto e Gaza è stato aperto per la consegna degli aiuti umanitari agli abitanti della Striscia a corto di cibo, medicine e acqua potabile che Israele non fornisce più dal 7 ottobre;

    più di 200 camion con un carico di 3 mila tonnellate di aiuti aspettavano al valico da giorni prima di entrare a Gaza. Il transito del primo convoglio di 20 camion si è svolto regolarmente, come ha fatto sapere l'agenzia Onu per gli affari umanitari. L'operazione è coordinata dalla Mezzaluna Rossa egiziana;

    il 22 ottobre 2023, su richiesta del Governo degli Stati Uniti, le autorità israeliane hanno permesso l'ingresso di nuovi aiuti umanitari nella Striscia di Gaza: 14 camion che trasportavano cibo, acqua e medicinali, dopo i 20 che erano già entrati sabato. Sono ancora troppo pochi per soddisfare i bisogni della popolazione della Striscia (secondo le Nazioni Unite ne servirebbero 100 al giorno), e soprattutto tra questi non c'è il carburante, che al momento servirebbe soprattutto per avere elettricità e far funzionare gli ospedali;

    il transito dei mezzi lungo il valico di Rafah si è concretizzato a neanche 24 ore di distanza dal rilascio di due cittadine americane tenute in ostaggio insieme ad almeno altre 200 persone sequestrate da Hamas nel corso delle irruzioni che hanno sconvolto le località al confine con la Striscia di Gaza;

    Israele ha dichiarato però che la liberazione degli ostaggi non influirà sul piano di invadere la Striscia che prepara da giorni. Le autorità hanno cominciato a organizzare l'evacuazione dei cittadini di Kiryat Shmona per allontanarli dai possibili attacchi del gruppo paramilitare libanese Hezbollah;

    a Gaza nessun posto è sicuro. Secondo l'Unicef dal 7 ottobre sono stati uccisi oltre 1.600 bambini. Medici senza frontiere denuncia la quasi totale assenza di elettricità, internet, cibo e medicine per gli abitanti della Striscia e l'Onu invita all'evacuazione delle scuole dove i palestinesi si sono rifugiati;

    inoltre, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, sarebbero ormai già sette gli ospedali costretti a chiudere sia per gli attacchi militari che per la mancanza di energia elettrica per operare; la popolazione civile di Gaza è indiscriminatamente colpita da questa escalation, contro la Convenzione di Ginevra;

    il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres si è detto «inorridito» per l'uccisione di centinaia di civili nel bombardamento dell'Ospedale Al-Alhi, a Gaza City, dove si erano rifugiate donne, bambini e persone già costrette a lasciare le loro case a causa dell'offensiva militare e dei raid di Israele. Secondo Guterres, «i blitz, le prese di ostaggi e le uccisioni compiute dalle organizzazioni Hamas e Jihad islamica nel sud di Israele il 7 ottobre non giustificano la punizione collettiva delle comunità palestinesi di Gaza»,

impegna il Governo:

   ad adoperarsi, in ambito europeo ed internazionale, per un immediato cessate il fuoco umanitario, l'attivazione di corridoi umanitari e di sicurezza per permettere di uscire da Gaza ai cittadini palestinesi e al personale umanitario internazionale, bloccati in un luogo pieno di macerie, senza energia elettrica e dove l'acqua non è più potabile, e per permettere l'ingresso di carburante, indispensabile per avere elettricità e far funzionare gli ospedali;

   a favorire ogni iniziativa utile a riprendere il processo di pace in Medio Oriente, quello che guarda alla soluzione dei due popoli e due Stati, perché sia israeliani che palestinesi hanno diritto di vivere in pace e sicurezza.
(7-00165) «Fratoianni».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata:


   FRATOIANNI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   lunedì 23 ottobre 2023, per il terzo giorno consecutivo, sono entrati nella Striscia di Gaza camion con aiuti umanitari: i primi 20 erano entrati sabato, poi altri 14 domenica. Sono comunque troppo pochi per i bisogni della popolazione: secondo l'Onu ne servirebbero almeno 100 al giorno. Finora sono entrati solo cibo, acqua e medicine, non il carburante, fondamentale per le strutture sanitarie e per rendere vivibile la quotidianità della popolazione;

   secondo il Ministero della sanità di Gaza, dal 7 al 23 ottobre 2023 sono state uccise 5.087 persone, di cui 2.055 minori, 1.119 donne e 57 operatori sanitari; 15.273 sono i feriti. Altre 1.450 persone risultano ancora sotto le macerie. 35 strutture sanitarie sono state danneggiate e 25 ambulanze distrutte; 12 ospedali e 29 centri sanitari sono fuori servizio. Secondo l'Ocha, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, 91 palestinesi sono stati uccisi e 1.734 feriti dal 7 ottobre 2023. Le persone uccise in Israele sono 1.400, tra cui tre italo-israeliani, con 4.932 feriti. Secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), 1.400.000 persone, pari al 60 per cento degli abitanti della Striscia, sono state costrette ad abbandonare le loro case;

   oltre ai civili palestinesi, nella Striscia di Gaza si trovano anche diversi cooperanti stranieri, tra cui, come confermato il 22 ottobre 2023 dal Ministro interrogato nel corso della trasmissione «In mezz'ora», 19 italiani, «sette-otto cittadini italiani, più i bambini e le mogli»;

   da quanto si apprende da un articolo de Il Corriere della Sera del 23 ottobre 2023, cooperanti e famiglie si trovano a Rafah, in una sede logistica dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, sistemati in un parcheggio con servizi igienici insufficienti; alcuni dormono nelle macchine delle organizzazioni non governative o all'aperto;

   i cooperanti, seppure organizzati ad affrontare i disagi, vivono in precarie condizioni igieniche, a rischio di infezioni e sono rimasti senza strutture adeguate e sicure in cui operare;

   da 12 organizzazioni umanitarie era partito, il 12 ottobre 2023, un appello per chiedere di revocare l'ordine del Governo di Israele a più di un milione di palestinesi di lasciare i governatorati del nord della Striscia e di Gaza City. Le organizzazioni umanitarie che operano a Gaza avevano previsto una crisi umanitaria di portata enorme –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire al più presto agli operatori umanitari e ai famigliari l'uscita da Gaza e l'arrivo in sicurezza a Il Cairo e, contemporaneamente, per la creazione di zone sicure in cui gli stessi possano tornare a operare.
(3-00754)


   NAZARIO PAGANO, BARELLI, PAOLO EMILIO RUSSO, ORSINI, DEBORAH BERGAMINI, MARROCCO, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BENIGNI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CATTANEO, CORTELAZZO, DALLA CHIESA, D'ATTIS, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MAZZETTI, MULÈ, NEVI, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TASSINARI, TENERINI e TOSI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   nell'attuale contesto di crescenti tensioni geopolitiche, instabilità sociale e cambiamenti climatici, la tratta e il traffico di esseri umani rappresentano una fonte di lucro sempre più significativa per il crimine organizzato;

   il Governo sta svolgendo un'azione a tutto campo, in via bilaterale, in ambito europeo e in seno alle Nazioni Unite, per cercare soluzioni durature e sostenibili alla sfida migratoria e per contrastare le reti di trafficanti di esseri umani;

   sul solco di questa azione, la rete diplomatico-consolare all'estero, attraverso l'esame delle domande di visto d'ingresso per l'Italia, rappresenta uno snodo fondamentale della più ampia attività di gestione ordinata dei flussi migratori e può contribuire al contrasto dei crimini legati all'immigrazione illegale (contraffazione, tratta, traffico, corruzione);

   proprio in virtù di questo ruolo, ambasciate e consolati italiani sono esposti a crescenti rischi e pressioni, soprattutto in contesti particolarmente complessi, come alcune sedi in Africa, Asia e America latina, da cui sono giunte alcune segnalazioni di criticità –:

   quali iniziative stia mettendo in atto il Ministro interrogato per rafforzare i controlli nelle sedi più esposte e far sì che essere svolgano con sempre maggiore efficacia il ruolo di «barriera all'ingresso» per il contrasto all'immigrazione irregolare.
(3-00755)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CURTI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il fondo di contrasto alla deindustrializzazione – FCD è l'incentivo che punta ad opporsi ai fenomeni di deindustrializzazione e impoverimento del tessuto produttivo e industriale di alcuni territori di Lazio e Marche;

   il fondo, gestito da Invitalia per conto dell'Agenzia per la coesione territoriale, prevede la concessione di contributi in conto capitale alle imprese del settore manifatturiero che realizzano investimenti per il potenziamento o la riqualificazione di insediamenti produttivi già esistenti nei territori comunali di competenza di alcuni consorzi, o che prevedono di insediare nuove unità produttive nei territori comunali di competenza degli stessi consorzi;

   nelle Marche, in particolare, risultano interessate dalle misure di incentivo le imprese localizzate nel territorio di competenza del consorzio per lo sviluppo industriale del Piceno Consind;

   i termini per la presentazione della domanda finalizzata alla concessione degli incentivi sono stati fissati a partire dalle ore 12.00 del 24 gennaio 2023 e fino alle 12.00 del 24 marzo 2023;

   nei limiti del regolamento de minimis, alle imprese beneficiarie veniva concesso un contributo in conto capitale di importo non superiore al 100 per cento delle spese ammesse e di 200.000 euro per impresa, per l'acquisto di macchinari, impianti, arredi, attrezzature e altri beni, anche immateriali, e la realizzazione di opere murarie e impiantistiche strumentali;

   sono ammissibili le spese sostenute a decorrere dalla data del 30 novembre 2021 e fino al 31 dicembre 2023;

   i contributi a valere sulle risorse del fondo sono concessi da Invitalia secondo l'ordine cronologico di presentazione delle domande in ciascuna delle sei aree individuate dall'articolo 3, comma 1 del decreto del direttore generale dell'Agenzia per la coesione territoriale n. 344 del 19 ottobre 2022, previa verifica del rispetto dei requisiti previsti dal citato decreto;

   all'esito delle istruttorie, i provvedimenti di concessione sono adottati da Invitalia nel limite delle risorse disponibili per ognuna delle sei aree e progressivamente inviati via Pec – a decorrere dal 23 giugno 2023 – alle singole imprese ammesse all'agevolazione;

   risulta che a tutt'oggi non vi sia piena contezza delle aziende risultate beneficiarie tra quelle ricadenti nell'area del consorzio per lo sviluppo industriale del Piceno Consind;

   il consolidamento della graduatoria, che doveva avvenire entro il 30 giugno 2023, è stato infatti prorogato al 30 settembre 2023 ma alla data odierna l'elenco dei beneficiari continua ad essere in corso di aggiornamento;

   alcune aziende, inoltre, lamentano di non aver ottenuto la comunicazione ufficiale da parte di Invitalia;

   tale stato di fatto pregiudica a livello operativo la possibilità di concludere i programmi di investimento entro il 31 dicembre 2023, come stabilito dall'articolo 7 comma 3 del decreto del direttore generale dell'Agenzia per la coesione territoriale n. 344 del 19 ottobre 2022;

   al fine di scongiurare un grave pregiudizio alle aziende beneficiare che corrono il rischio di non poter cogliere un'importantissima opportunità, si rende necessario stabilire con urgenza la proroga della scadenza fissata per il termine degli investimenti –:

   quali iniziative di competenza intenda avviare il Ministro interrogato per garantire alle imprese ricadenti nel territorio del consorzio per lo sviluppo industriale del Piceno Consind la proroga del termine per la conclusione degli investimenti, così come stabilito dal decreto del direttore generale dell'Agenzia per la coesione territoriale n. 344 del 19 ottobre 2022.
(5-01527)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta immediata:


   GADDA, DEL BARBA, ENRICO COSTA, GRIPPO, MARATTIN e SOTTANELLI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   la povertà alimentare purtroppo è una realtà nel nostro Paese; la pandemia ha fatto esplodere situazioni di disagio, peggiorate di recente dall'incremento dei prezzi degli alimentari;

   il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti è stato istituito con decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, e finanzia apposite produzioni di beni alimentari da destinare alla distribuzione gratuita agli indigenti;

   il paniere delle produzioni è deciso da un tavolo permanente di coordinamento, di cui al decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali del 17 dicembre 2012, ripreso poi dall'articolo 8 della legge 19 agosto 2016, n. 166, cosiddetta «legge antisprechi», che promuove anche le donazioni aziendali;

   del tavolo fanno parte le organizzazioni partner nazionali e Agea, agenzia incaricata degli acquisti e delle assegnazioni dei beni alle organizzazioni accreditate;

   il Fondo trae il suo finanziamento da fondi nazionali e, per il medesimo scopo, concorrono alla spesa le risorse del Fondo di aiuti europei agli indigenti (fondo europeo per l'acquisto e la distribuzione di beni alimentari, che opera in base a procedure analoghe a quelle del fondo nazionale), poi incrementati dal provvedimento React-EU;

   il fondo nazionale fu finanziato per la prima volta nel 2014; nella XVIII legislatura l'allora Ministra Bellanova lo dotò di 300 milioni di euro, anche per sostenere alcune filiere produttive messe in ginocchio dalla pandemia;

   queste risorse hanno garantito importanti forniture di prodotti essenziali e hanno anche permesso di allargare notevolmente i panieri, estendendoli agli alimenti per l'infanzia e alla carne avicola e arricchendo in modo consistente la dieta delle persone meno fortunate;

   mentre è certa la dotazione Fondo di aiuti europei agli indigenti di circa 490 milioni di euro per i prossimi 7 anni, cioè 70 milioni di euro annui, non c'è alcuna certezza riguardo alle risorse del fondo nazionale per il prossimo triennio;

   appare necessario dare continuità alla operatività del fondo nazionale, che coniuga il sostegno a comparti agricoli in crisi con la necessità di supportare la distribuzione delle derrate alimentari da parte del terzo settore;

   proprio per le modalità previste dai bandi e per i tempi di attuazione di cui necessitano, sarebbe inoltre necessario introdurre nuove modalità che garantiscano semplificazione burocratica e tempi di erogazione più celeri e certi –:

   quante e quali risorse il Governo sia in grado di garantire per rifinanziare il fondo nazionale per il prossimo triennio, al fine di assicurare, come in passato, una programmazione pluriennale e rivedendo le procedure dei bandi, nella direzione della semplificazione burocratica e della riduzione dei tempi di erogazione.
(3-00756)


   CARAMIELLO, SCUTELLÀ, QUARTINI, SCERRA, SPORTIELLO, BRUNO, DI LAURO e MARIANNA RICCIARDI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   per impedire la creazione di nuove barriere al mercato interno europeo, ai sensi della procedura Tris, di cui alla direttiva 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 settembre 2015, gli Stati sono obbligati a notificare, prima della loro adozione, i progetti legislativi concernenti i prodotti e i servizi della società dell'informazione;

   secondo tale procedura, lo Stato non può adottare il provvedimento per un periodo di tre mesi dalla data di recepimento della notifica e, laddove emerga che esso potrebbe creare ostacoli alla libera circolazione delle merci, la Commissione europea e gli altri Stati membri possono presentare un parere allo Stato notificante, dal quale deriva una proroga di ulteriori tre mesi del periodo di non adottabilità, al fine di consentire di risolvere le criticità riscontrate, nel rispetto del diritto dell'Unione europea in materia di mercato unico;

   relativamente al disegno di legge governativo, atto Camera n. 1324, all'esame della Camera dei deputati, l'Italia aveva fatto pervenire alla Commissione europea la notifica Tris in data 27 luglio 2023, con scadenza del periodo di non adottabilità fissata de jure al 30 ottobre 2023;

   a meno di un mese da tale data, il Governo ha ritirato la notifica, spiegando che tale decisione è stata presa «alla luce della discussione parlamentare in corso e delle modifiche che il testo potrebbe subire» e che «la notifica ritirata sarà rinotificata all'esito dell'approvazione parlamentare»;

   attraverso un comunicato del 14 ottobre 2023, il Ministro interrogato ha dichiarato la volontà di procedere velocemente all'adozione del testo e ha espresso il suo plauso ai presidenti delle commissioni parlamentari per aver velocizzato i lavori, consentendo a breve il voto finale in Aula;

   la libera circolazione delle merci è la prima delle quattro libertà fondamentali del mercato interno, garantita attraverso l'eliminazione dei dazi doganali e delle restrizioni quantitative e dal divieto di adottare misure di effetto equivalente;

   approvando una legge che appare dannosa per economia, ricerca e sviluppo sostenibile, esprimendo parere contrario a tutte le modifiche intese a garantire l'armonizzazione dell'atto Camera n. 1324 al diritto europeo e ritirando la notifica, il Governo sta esponendo l'Italia ad un serio rischio di infrazione europea –:

   quali urgenti iniziative intenda intraprendere al fine di scongiurare l'eventuale apertura di una procedura di infrazione conseguente a quella che appare agli interroganti un'illegittima limitazione del mercato interno e di evitare una conclamata violazione del diritto eurounitario per la mancata notifica del testo prima della sua adozione finale, come previsto dalla procedura Tris.
(3-00757)


   DELLA VEDOVA. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   l'articolo 2 del disegno di legge, atto Camera n. 1324, approvato al Senato della Repubblica e attualmente all'esame in sede referente presso le Commissioni affari sociali e agricoltura della Camera dei deputati, introduce il divieto di produzione, promozione e commercializzazione di alimenti e mangimi isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati, ovvero la cosiddetta «carne derivata da colture cellulari»;

   in base al regolamento (CE) n. 178/2002 spetta all'Autorità europea per la sicurezza alimentare valutare la sicurezza degli alimenti derivati da nuove tecnologie, quali la coltura cellulare e l'ingegneria tissutale, in vista dell'eventuale ammissione alla produzione e alla commercializzazione, che è disposta dalla Commissione europea e non dagli Stati membri;

   l'articolo 7 del regolamento (CE) n. 178/2002, (Principio di precauzione), prevede che «qualora, in circostanze specifiche a seguito di una valutazione delle informazioni disponibili, venga individuata la possibilità di effetti dannosi per la salute, ma permanga una situazione d'incertezza sul piano scientifico, possono essere adottate le misure provvisorie di gestione del rischio», ma delimita questa eventualità alla sussistenza di evidenze concrete di rischi per la salute e ne circoscrive l'ambito di applicazione nel senso della proporzionalità ai rischi evidenziati;

   ad oggi non è pervenuta all'Autorità europea per la sicurezza alimentare alcuna richiesta di valutazione di alimenti derivati da cellule animali coltivate e, quindi, la loro produzione e commercializzazione non è, allo stato attuale, consentita nell'Unione europea;

   non esiste, quindi, alcun presupposto perché possa applicarsi il principio di precauzione previsto dall'articolo 7 del regolamento (CE) n. 178/2022 e l'articolo 2 del disegno di legge, atto Camera n. 1324, appare quindi all'interrogante in palese violazione del diritto dell'Unione europea;

   la procedura di notifica (cosiddetta procedura Tris), di cui alla direttiva 2015/1535 – istituita tramite la direttiva 83/189/CEE – consente alla Commissione europea di esaminare le regolamentazioni che gli Stati intendono introdurre per i prodotti industriali, agricoli e della pesca prima che siano adottate, per garantirne la compatibilità con i principi del diritto dell'Unione europea e del mercato interno;

   il 14 ottobre 2023 si è appreso dalla stampa che il Ministro interrogato ha richiesto il ritiro della notifica Tris relativo al disegno di legge sulla carne derivata da colture cellulari, precedentemente inviata alla Commissione europea –:

   se il ritiro della notifica preluda al ritiro del disegno di legge in discussione o alla presentazione di un nuovo testo, ovvero se intenda comunque adottare iniziative, per quanto di competenza, per non esporre l'Italia a nuove e costose procedure di infrazione.
(3-00758)


   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CERRETO, ALMICI, CARETTA, CIABURRO, LA PORTA, LA SALANDRA, MALAGUTI e MARCHETTO ALIPRANDI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   nel 2022 il valore della produzione ortofrutticola italiana alla fase agricola è stata di circa 15 miliardi di euro e le esportazioni di settore hanno superato i 10 miliardi di euro per prodotti freschi e trasformati, a fronte di oltre 60 miliardi di euro di esportazioni per il settore agroalimentare, un valore che supera il 16 per cento delle esportazioni totali in ambito agroalimentare;

   il comparto dell'ortofrutta nazionale rappresenta un quarto della produzione agricola nazionale, con 1,2 milioni di ettari coltivati a frutta e verdura e oltre trecentomila aziende coinvolte;

   presso il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è stato istituito un tavolo dedicato al settore ortofrutticolo che permette un confronto tra gli operatori e l'aggiornamento sulle problematiche e sulle sfide affrontate dal comparto ortofrutticolo;

   gli eventi alluvionali, gli eventi siccitosi e le gelate hanno impattato sulla produzione ortofrutticola nazionale e, in particolar modo, delle regioni principali produttrici di prodotti ortofrutticoli, determinando anche la perdita di importanti fette di mercato internazionale, come accaduto, ad esempio, per la produzione di pere a vantaggio della Spagna;

   l'Italia è il primo produttore europeo e quarto produttore mondiale di pere, posizione contesa con la Spagna, che produce un quarto delle pere del continente europeo, con un incremento costante dei volumi esportati, grazie anche a politiche aggressive sul lato dei prezzi;

   anche la coltivazione del kiwi ha subito un calo in Italia, dovuto alle avversità climatiche e ad alcune fitopatie, avvantaggiando la Grecia, che da sempre contende la posizione italiana tra i maggiori esportatori globali di kiwi;

   la produzione greca di kiwi ha infatti visto un costante incremento negli ultimi anni, insidiando la posizione sui mercati dell'Italia, particolarmente in difficoltà dopo lo scatenarsi dei recenti eventi climatici, dal susseguirsi di caldo torrido a gelate, agli episodi alluvionali che hanno colpito aree a vocazione agricola e dunque ortofrutticola maggiormente rilevanti in tutta Italia;

   la situazione è tale per cui, a fronte di una situazione di emergenza ed improvvisa, ancorché temporanea, contrazione del volume produttivo nazionale in ambito ortofrutticolo, altre produzioni straniere stanno insidiando le quote di mercato detenute sinora dai produttori italiani, dovute in larga parte anche ad una produzione di nota e netta eccellenza –:

   quali iniziative intenda adottare per tutelare la produzione ortofrutticola italiana, anche alla luce delle difficoltà delineate in premessa.
(3-00759)


   DAVIDE BERGAMINI, MOLINARI, BRUZZONE, CARLONI, PIERRO, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, CANDIANI, CAPARVI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   per la gestione del rischio in agricoltura esistono misure di sostegno pubblico per il costo delle polizze assicurative degli agricoltori, a tutela dei danni causati da avversità naturali ed eventi eccezionali che, tramite la stipula di contratti assicurativi, garantiscono le produzioni agricole e zootecniche, le strutture aziendali e le infrastrutture;

   l'assicurazione per la copertura dei rischi, è disciplinata dal decreto legislativo n. 102 del 2004, modificato dal decreto legislativo n. 82 del 2008, regolamento (UE) 2021/2115, sulle previsioni della politica agricola comune, annualmente completati dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura;

   gli agricoltori ricevono un contributo, parametrato in base alla copertura assicurativa scelta, sul premio pagato alle assicurazioni contro i rischi derivanti da avversità naturali;

   i contributi sui premi vengono versati da Agea agli agricoltori assicurati, che debbono restituirli, unitamente alla quota di premio a loro carico, alle proprie associazioni denominate consorzi di difesa, che, nel frattempo, alla fine di ogni annualità anticipano la totalità dei premi alle compagnie assicurative, le quali, dopo l'incasso, procedono al pagamento dei corrispondenti risarcimenti ai produttori;

   negli ultimi anni la contribuzione agli agricoltori per la «gestione del rischio» corrispondeva al 70 per cento della parte agevolata della polizza;

   secondo quanto risulta agli interroganti, per il 2022 il Ministero sembra, per carenza di fondi, che abbia deciso di corrispondere sino a ora solo il 40 per cento del contributo totale anziché il 70 per cento, che non sarebbe stato erogato finora a tutte le aziende agricole; per il rimanente 30 per cento di contribuzione e per chiudere la vecchia programmazione occorrerebbero circa 240 milioni di euro;

   i consorzi di difesa che hanno anticipato a novembre 2022, in nome e per conto degli agricoltori, il totale dei premi assicurativi 2022, sottoscrivendo finanziamenti bancari, sono obbligati a rientrare del debito del 2022 e richiedere agli istituti di credito i finanziamenti per il pagamento dei premi 2023;

   il mancato rientro dei finanziamenti concessi dalle banche per il 2022 potrebbe precludere o limitare il finanziamento ai consorzi di difesa da parte degli stessi istituti per il pagamento dei premi assicurativi relativi all'anno 2023 e, conseguentemente, bloccare o limitare i risarcimenti attesi dai produttori a fine anno –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per velocizzare i pagamenti ancora in sospeso per chiudere il 2022, nonché in quali tempi potranno essere corrisposti alle aziende agricole affinché gli istituti di credito possano rinnovare le erogazioni necessarie.
(3-00760)


   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   il comparto agricolo, negli ultimi anni, è stato colpito da numerosi episodi di natura emergenziale, improvvisa e di difficile previsione, tra cui siccità, alluvioni, gelate e diffusioni di fitopatie, con la diffusione di specie invasive, come il granchio blu;

   in Italia è stata segnalata la presenza del granchio blu per la prima volta tra il 2007 e il 2008 in Basilicata, sulla costa adriatica dell'Abruzzo e della Puglia, oltre che nell'alto Adriatico da Gora ai lidi ferraresi;

   relativamente al granchio blu, considerando che solo l'area compresa tra le foci del Po vede la presenza del 55 per cento della produzione italiana di vongole veraci, la diffusione della specie ha rappresentato un danno economico all'acquacoltura nazionale;

   il comparto della molluschicoltura nazionale, principalmente quello delle vongole veraci, ma anche quello dell'allevamento dei mitili e delle ostriche, è stato pesantemente colpito dalla predazione da parte del granchio blu, in quanto sta distruggendo il prodotto adulto pronto per l'attuale commercializzazione estiva;

   con il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, il Governo ha previsto lo stanziamento di 2,9 milioni di euro per sostenere l'attività di cattura e smaltimento del granchio blu portata avanti dalle imprese colpite;

   il citato decreto-legge n. 104 del 2023 ha visto ulteriori modifiche anche in relazione alle disposizioni sul granchio blu, con un ulteriore stanziamento di 500.000 euro per la copertura dell'esonero parziale, nel limite del 50 per cento, del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dalle imprese dell'acquacoltura;

   gli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna a maggio 2023 hanno anche decretato forti difficoltà di natura emergenziale in altri comparti come quello agricolo, in un territorio, quello dell'Emilia-Romagna, che rappresenta oltre il 15 per cento della produzione agricola nazionale, e hanno anche agevolato la diffusione del granchio blu in Emilia-Romagna, in Veneto e in altre regioni italiane;

   a questa emergenza è da sommarsi il danno apportato dalla siccità, la quale, secondo stime di associazioni di categoria nazionali, ha portato ad un crollo del 6,5 per cento delle ore lavorate in agricoltura nel secondo trimestre 2023 rispetto al secondo trimestre 2022, con ripercussioni impreviste e gravi sulla produzione agricola nazionale;

   nel corso del 2023, si sono susseguiti episodi di siccità e gravi precipitazioni alternativamente, richiedendo un cambio di passo nella gestione delle emergenze e negli strumenti a disposizione per affrontarle –:

   quali misure intenda adottare per contrastare le emergenze di cui in premessa, anche in riferimento al granchio blu.
(3-00761)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   ZINZI, FORMENTINI, BORDONALI, BENVENUTO, BOF, MONTEMAGNI e PIZZIMENTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   dalla fine dell'ottocento la specie «Coregonus lavarelus», conosciuta come Coregone, è presente nella maggior parte dei laghi italiani ed europei;

   il 1° luglio 2021 la regione Lombardia in attuazione di quanto prescritto dall'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, ha chiesto al Ministro pro tempore l'autorizzazione in deroga per l'immissione di larve di Coregone nei laghi Iseo, Como e Garda, presentando lo studio di rischio come previsto dal comma 5 dello stesso articolo, non essendo tale specie autoctona;

   lo studio evidenzia le diversità di habitat e i periodi riproduttivi diversificati rispetto alle altre specie presenti nel Garda, tutelate dalla direttiva habitat 92/43/CEE, indicando in particolare le differenze di habitat e preferenze trofiche tra il lavarello e il Carpione del Garda, specie endemica a rischio critico di estinzione;

   in seguito ad interlocuzioni intervenute con Ispra, nell'ambito delle integrazioni consegnate nel maggio 2023, la regione Lombardia ha limitato la richiesta ai soli laghi Iseo e Como per il triennio 2023-2025, ottenendo l'autorizzazione con decreto ministeriale prot. 329 del 6 settembre 2023 e riservandosi di condurre uno studio di rischio dedicato al Garda, basato su richieste di ulteriori approfondimenti degli eventuali impatti dell'immissione del Coregone sull'ecosistema lacustre, anche interessando gli altri enti territorialmente competenti, regione Veneto e provincia di Trento;

   allo stato si sta redigendo il capitolato, in attesa dell'imminente stipula di un protocollo con Veneto e Trentino-Alto Adige per l'affidamento congiunto dello studio di rischio –:

   se il Ministro interrogato intenda rilasciare con urgenza l'autorizzazione in deroga per l'immissione di larve della specie «Coregonus lavarelus» nel lago del Garda, come già avvenuto per i laghi di Iseo e di Como, nelle more dell'avvio di un apposito procedimento per il riconoscimento definitivo dell'autoctonia della specie del coregone, attraverso l'acquisizione con rigore scientifico di conoscenze biologiche volte al recupero di tale specie acquatica.
(5-01534)


   ILARIA FONTANA, SERGIO COSTA, L'ABBATE, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con legge n. 60 del 2022 è stata adottata la legge «SalvaMare», recante disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare;

   la legge «SalvaMare» prevede una serie di nuove, definizioni e procedure atte a garantire la «diffusione di modelli comportamentali virtuosi volti alla prevenzione dell'abbandono dei rifiuti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e alla corretta gestione dei rifiuti medesimi»;

   diversi sono i decreti attuativi collegati alla legge «SalvaMare»;

   l'articolo 2, comma 9, stabilisce che con decreto del Ministro delle politiche agricole, di concerto con il Ministro dell'ambiente, da adottare entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge, sono individuate misure premiali, ad esclusione di provvidenze economiche, nei confronti del comandante del peschereccio soggetto al rispetto degli obblighi di conferimento relativi ai rifiuti accidentalmente pescati;

   l'articolo 4 prevede che sia il Ministro dell'ambiente a stabilire i criteri e le modalità con cui i rifiuti accidentalmente pescati e i rifiuti volontariamente raccolti cessano di essere qualificati come rifiuti, ai sensi dell'articolo 184-ter del decreto legislativo n. 152 del 2006;

   l'articolo 6 prevede che il Ministero dell'ambiente attui un programma sperimentale triennale di recupero delle plastiche dedicato a quei corpi idrici che risultino interessati dalla presenza di tali rifiuti, da realizzarsi anche mediante la messa in opera di strumenti galleggianti;

   l'articolo 7 prevede che il Ministero dell'ambiente emani, entro tre mesi, un decreto recante le linee guida operative dedicate alle attività tecnico-scientifiche funzionali alla protezione dell'ambiente marino che comportano l'immersione subacquea in mare al di fuori degli ambiti portuali;

   l'articolo 11 prevede che il Ministero dell'ambiente, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, emani un decreto attuativo entro dodici mesi affinché sia attribuito agli imprenditori ittici un riconoscimento ambientale attestante l'impegno per il rispetto dell'ambiente e la sostenibilità nelle proprie attività e a fronte del conferimento di rifiuti accidentalmente pescati;

   l'articolo 12, comma 4, prevede che entro centottanta giorni, con decreto del Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Ministro della salute, sono definiti criteri di indirizzo nazionali sull'analisi dei rischi ambientali e sanitari correlati agli impianti di desalinizzazione nonché le soglie di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale;

   la legge «SalvaMare» prevede la trasmissione, da parte del Ministro dell'ambiente, di una relazione annuale circa l'attuazione della legge –:

   quale sia lo stato dell'arte circa l'emanazione dei decreti attuativi previsti dalla legge n. 60 del 2022 «SalvaMare».
(5-01535)


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   a seguito della sentenza del Tar Lazio n. 7694/2021 del 28 giugno 2021, con decreto 6 agosto 2021 del Ministero della transizione ecologica, sulla base della proposta tecnica di Ispra, è stata definita la perimetrazione provvisoria del Parco nazionale di Portofino per un'estensione di 5363 ettari, nella quale venivano ricompresi i territori dei comuni di Avegno, Camogli, Cicagna, Chiavari, Coreglia Ligure, Portofino, Rapallo, Recco, Santa Margherita Ligure, Tribogna, Zoagli e il perimetro del Parco regionale di Portofino;

   con sentenza n. 625 del 18 gennaio 2023 della IV sezione del Consiglio di Stato veniva annullata la sentenza di primo grado del Tar della Liguria del 22 marzo 2022, con la quale i giudici amministrativi avevano accolto il ricorso contro il su citato decreto;

   il 17 maggio 2023 la regione Liguria avrebbe inviato al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica una proposta di perimetrazione ricomprendente i soli territori dei comuni di Portofino, Camogli e Santa Margherita Ligure per una estensione di circa 1500 ettari per la parte terrestre e 350 per l'area protetta marina, escludendo gli altri comuni e alcune zone di pregio naturalistico come la collina delle Grazie di Chiavari e la Pineta di Montallegro a Rapallo;

   secondo quanto si apprende da organi di stampa il 1° settembre 2023, in riscontro della nota del 9 agosto 2023 con la quale il Ministero chiedeva una valutazione tecnica in riferimento alla nuova proposta di perimetrazione trasmessa dal presidente della regione Liguria il 4 agosto, l'Ispra ha inviato propria comunicazione con la quale «si fa presente che non sembrano emergere, allo stato, motivazioni tecniche a supporto dell'eliminazione della perimetrazione provvisoria di aree di rilevante valore naturalistico già individuate e perimetrate in via provvisoria come zone 1», aggiungendo che Ispra resta in attesa di poter «valutare una proposta aggiornata che recepisca tutti i contributi tecnico-scientifici per una valutazione completa delle istruttorie»;

   il 10 ottobre 2023 il Ministro interrogato ha firmato il decreto che istituisce il Parco nazionale di Portofino secondo il perimetro ridotto proposto dalla regione Liguria –:

   se il Ministro non intenda chiarire sulla base di quali valutazioni tecnico-scientifiche sia stato emanato il decreto che istituisce il Parco nazionale di Portofino secondo il perimetro ristretto proposto dalla regione Liguria che ha escluso zone ad alto valore ecologico e naturalistico già individuate nella perimetrazione provvisoria sulla base della proposta tecnica di Ispra.
(5-01536)


   SIMIANI, CURTI, FERRARI e SCARPA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la pineta mediterranea rappresenta nel nostro Paese un presidio ambientale e paesaggistico straordinario ricco di biodiversità, oltre che un settore importante nell'economia forestale, spesso tutelato da apposite norme nazionali e regionali;

   tali pinete a partire dagli anni 50 del secolo scorso sono sempre più soggette a processi di invecchiamento, non seguiti da una apposita manutenzione e da strategie di rinnovamento del patrimonio forestale;

   negli ultimi anni i pini sono stati inoltre aggrediti da una concomitante presenza di più agenti patogeni, tra cui:

    a) la Toumeyella Parvicornus, originario delle foreste del Nord America, arrivato dapprima in Campania per poi diffondersi in tutto il Paese;

    b) la Matsucoccus Feytaudi, già presente in alcune regioni, come la Toscana e la Liguria: originario delle regioni atlantiche come Francia, Spagna, Portogallo e Marocco;

    c) Leptoglossus occidentalis Heidemann: un insetto di origine nordamericana, rinvenuto per la prima volta in Europa nel Nord Italia nel 1999;

   si tratta molto spesso di parassiti molto aggressivi che si riproducono in modo esponenziale grazie soprattutto ai climi miti e purtroppo difficilmente estirpabili;

   tali insetti hanno determinato soprattutto la scomparsa dei pinoli; in molti casi l'abbandono delle operazioni colturali delle pinete hanno conseguentemente trasformato aree verdi in un fitto sottobosco, con esemplari spesso disseccati o comunque con una grande quantità di biomassa morta sia a terra che in chioma;

   in questo contesto va aggiunto come i profondi cambiamenti del contesto socio economico degli ultimi decenni abbiano favorito il progressivo avanzare dell'insediato abitativo e delle attività produttive tra abitato e bosco: tale vicinanza legata alla scarsa manutenzione delle pinete rischia di risultare pericolosa anche in presenza di eventuali incendi;

   si aggiunga, a tutto questo, l'effetto dei cambiamenti climatici che incidono profondamente in molti contesti geografici nei quali la pineta è un elemento storicamente riconoscibile e di essenziale difesa del suolo. Le condizioni di scarsa piovosità implicano una progressiva sostituzione della copertura del suolo con generali processi di impoverimento ecologico ed ecosistemico;

   molto spesso gli enti locali competenti sono consapevoli delle problematiche relative alle pinete mediterranee ma non hanno le risorse necessarie per poter garantire interventi efficaci e puntuali di manutenzione e rinnovamento degli arbusti –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di salvaguardare la presenza della pineta mediterranea su tutto il territorio nazionale, anche attraverso l'istituzione di un apposito fondo ministeriale capace di garantire risorse adeguate per finanziare i progetti e gli interventi degli enti locali preposti.
(5-01537)


   MAZZETTI, TENERINI, CORTELAZZO e SQUERI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'erosione costiera o l'erosione della spiaggia in Apuo-Versilia, sulla costa che parte da Marina di Carrara ed arriva a Viareggio, si è sviluppata a partire dalla realizzazione del porto di Marina di Carrara negli anni '30;

   negli anni il fenomeno erosivo ha toccato per prima l'adiacente Partaccia cioè la zona dei camping per poi scendere a Marina di Massa e toccare i Ronchi, Poveromo ed arrivare a Forte Dei Marmi nella zona Sud a Vittoria Apuana. Questo sino a due anni fa;

   nel 2022 l'erosione è arrivata al pontile di Forte dei Marmi e dal 2023 si notano scalini addirittura davanti al bagno Costanza, che è al confine con Marina di Pietrasanta; la spiaggia di Oliviero, chiamata la spiaggia della principessa, larga anche 220 metri, come documentato dalle foto, si è ridotta quasi a nulla;

   i rilievi batimetrici, hanno evidenziato come da una spiaggia di tipo dissipativo (l'energia del moto ondoso viene assorbita gradualmente ed arriva alla battigia con bassa energia) documentata ad inizio anni 2000 si è passati ad una spiaggia di tipo intermedio (il moto ondoso arriva con forte energia vicino a riva);

   la preoccupazione è altissima e condivisa da tutte le categorie economiche a partire da Forte Dei Marmi sino a Massa e i proprietari temono molto perché le case, nella costa Apuana, hanno subito una svalutazione addirittura del 30 per cento;

   negli anni si sono adottate misure di mitigazione diverse, si è provato con le scogliere orizzontali, pennelli verticali, geotubi, soffolte e tutti gli esperimenti, a fronte di un minimo ripascimento locale, non hanno fatto che spostare l'erosione più a Sud, incrementando quindi il fenomeno naturale;

   in una situazione del genere già molto precaria, si sta pensando di ampliare un porto che deve considerarsi l'artefice dell'erosione. Nel 2001 il progetto fu bocciato, perché ritenuto troppo impattante dai Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti, e dell'ambiente;

   oggi sarebbe in discussione un progetto di ampliamento del porto che comprende 50.000 metri quadri di lavori, una nuova banchina, l'allargamento di un'altra, il prolungamento della diga foranea, il raddoppio del piazzale Città di Massa. Progetto che al momento appare privo di misure di mitigazione dei rischi delle coste limitrofe –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato a tutela della costa Apuo-Versiliana.
(5-01538)


   LAMPIS, DEIDDA, MATTIA, FOTI, MURA, POLO, IAIA, BENVENUTI GOSTOLI, MILANI, RACHELE SILVESTRI e FABRIZIO ROSSI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'istituzione dell'area marina protetta «Capo Spartivento», sita nel comune di Domus de Maria, dovrebbe realizzarsi in seguito all'intesa del 14 luglio 2005 fra il Governo, le regioni, le province autonome e le autonomie locali ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, in materia di concessioni di beni del demanio marittimo e di zone di mare ricadenti nelle aree marine protette, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 174 del 28 luglio 2005;

   a tal fine è necessario un procedimento volto all'istituzione dell'area prevedendo, contestualmente al decreto istitutivo, l'emanazione di un decreto che regolamenta le attività consentite nelle diverse zone in essa presenti;

   la regione ha adempiuto i propri doveri istituzionali e sono stati acquisiti nel novembre 2020 i pareri favorevoli della Conferenza unificata sia sullo schema di decreto istitutivo, sia sullo schema di decreto di adozione del regolamento di disciplina nelle diverse zone dell'area marina protetta;

   è stata anche acquisita l'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze nel 2020, e successivamente confermata nell'agosto 2021;

   in particolare, lo schema di regolamento suddivide l'area marina protetta di «Capo Spartivento» in zone che sono individuate nell'allegato 1 del provvedimento;

   in base alle differenti caratteristiche ambientali e socioeconomiche rilevate, tali zone sono sottoposte a diverso regime di tutela ambientale in funzione del grado di protezione necessario;

   sullo schema di decreto è stato richiesto dal Ministro interrogato il parere del Consiglio di Stato, che lo ha rilasciato nel dicembre 2021, con osservazioni, successivamente recepite dal Ministro stesso;

   nello scorso marzo il Consiglio di Stato, sullo schema di regolamento, ha espresso parere favorevole –:

   considerata l'acquisizione del parere favorevole del Consiglio di Stato, quando saranno compiuti gli ulteriori adempimenti necessari e finalizzati al perfezionamento del procedimento relativo ad entrambi gli schemi di decreto, poiché sono atti indispensabili per l'istituzione dell'area marina protetta di «Capo Spartivento».
(5-01539)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CAPPELLETTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   per fare fronte alla crisi energetica causata dal conflitto russo ucraino, la Commissione europea ha presentato, nel maggio 2022, il piano REPowerEU volto a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde;

   come noto e sovente evidenziato da prestigiose fonti di stampa, la Commissione europea ha mosso al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica dei rilievi preliminari sul capitolo aggiuntivo inserito all'interno del PNRR italiano, la cui proposta di revisione è stata trasmessa a Bruxelles il 7 agosto 2023; rilievi che concernono 16 investimenti su 19 e il cui valore complessivo ammonta a 2,85 miliardi di euro;

   in particolare, oltre «a scoraggiare nel proseguire» sulla strada della conversione delle raffinerie in bioraffinerie e ad esortare il nostro Paese nel fissare «target più ambiziosi», la Commissione europea evoca in particolare tre casi di pericolo di violazione della normativa Ue sugli aiuti di Stato. Ci si riferisce ai biocarburanti, alle hydrogen valleys, ossia le aree industriali dismesse dove sperimentare la produzione di idrogeno a partire da fonti rinnovabili e alla riforma volta a mitigare il rischio finanziario associato ai contratti Ppa da rinnovabili e relativa piattaforma di negoziazione;

   ulteriori critiche riguardano la proposta di un testo unico per l'autorizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, posto che il termine del 2026 è ritenuto troppo tardivo per avere un impatto sulle misure REPowerEU e PNRR;

   oltre a ciò, Bruxelles ha richiesto ulteriori chiarimenti su alcuni investimenti allo scopo di scongiurare il rischio del doppio finanziamento, chiedendo che venga fornito un chiarimento per quanto riguarda la distinzione tra la parte finanziata dal piano REPowerEU e la parte finanziata dalla Bei, soprattutto con riguardo ai progetti del Tyrrhenian Link e del Sa.Co.l.3;

   nel merito, nei giorni scorsi il Ministro Fitto ha incontrato la task force europea per concordare le modifiche al PNRR e la definizione del REPowerEU –:

   quali siano i rilievi puntuali che la Commissione europea ha segnalato e, nell'ambito del negoziato in corso con la stessa, quali siano modifiche degli investimenti che si rendendo necessarie al fine di rispettare le regole sul REPowerEU.
(5-01528)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta immediata:


   FURFARO, CIANI, GIRELLI, MALAVASI, STUMPO, GHIO, ROGGIANI, GUERRA, VACCARI, QUARTAPELLE PROCOPIO, DI SANZO, SARRACINO, BAKKALI, MARINO, SERRACCHIANI, MANZI, FOSSI, BONAFÈ, UBALDO PAGANO, STEFANAZZI, FORATTINI, CARÈ, ZINGARETTI, ORFINI, PORTA, ANDREA ROSSI, MEROLA, D'ALFONSO, GRIBAUDO, CUPERLO, GRAZIANO, CURTI, DE MARIA, BOLDRINI, SIMIANI, SCOTTO, LACARRA, LAI, MADIA, CASU, FASSINO, BERRUTO, FERRARI e FORNARO. – Al Ministro per le disabilità. – Per sapere – premesso che:

   ad oggi nessuno dei decreti attuativi della legge delega sulla disabilità (legge n. 227 del 2021) ha visto la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, lasciando, di fatto, dopo quasi due anni inapplicata una riforma che garantisce alla persona con disabilità, secondo i principi di autodeterminazione e di non discriminazione, il riconoscimento della propria condizione affinché possa godere appieno dei suoi diritti civili e sociali, compreso il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa;

   invece di accelerare la stesura e la pubblicazione dei decreti attuativi, rendendo così operativa una legge tanto attesa, il Governo ha deciso di azzerare il fondo previsto dalla legge delega, togliendo le poche risorse previste, pari a 350 milioni di euro, fino a quando i decreti attuativi non saranno emanati (si ricorda che il termine ultimo è marzo 2024);

   sono risorse importantissime per un comparto in prima linea nel prendersi cura delle fragilità e che non sono utilizzate solo per la mancanza dei decreti attuativi;

   le motivazioni a supporto di questa scelta politica non possono essere in alcun modo accettate, visti anche i precedenti di segno opposto, non ultimo il fondo per il caregiver familiare, istituito inizialmente per la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare e poi modificato nelle sue finalità per essere ripartito tra le regioni, non essendoci ancora una legge che regoli tale figura;

   a giudizio degli interroganti è l'ennesimo atto di forza contro il welfare italiano, che mostra plasticamente che questo Governo va avanti solo per slogan, senza, nella realtà, prendersi cura delle persone più deboli e vulnerabili;

   invece di tagliare i fondi, forse sarebbe stato più opportuno dedicare quelle risorse ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, usando quei 350 milioni di euro per le relative coperture –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché siano immediatamente ripristinate, fin dalla legge di bilancio per il 2024, le risorse previste dalla legge delega sulla disabilità e, qualora in tempi brevi non fossero adottati i decreti attuativi, destinare i 350 milioni di euro già previsti per il 2023 ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
(3-00753)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   ALMICI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   preoccupa la situazione in cui versa la casa circondariale di Canton Mombello, definita dal presidente della Corte d'appello, Claudio Castelli, «ingestibile, ma di cui sembra non importi nulla a nessuno. Il peggiore d'Italia per sovraffollamento» e a cui fa eco il presidente del Tribunale di Sorveglianza, Monica Cali: «Canton Mombello è stato costruito nel 1915, pensato per un regime detentivo del tutto diverso rispetto a quello attuale»;

   anche i dati confermano la situazione preoccupante dell'istituto penitenziario, che registra la presenza di 370 detenuti contro una capienza che ne prevede 189, con addirittura anche 18 persone in una cella, molti dei quali sempre più giovani, psichiatrici o con dipendenze, il 60 per cento rappresentato da stranieri, spesso di etnie diverse;

   come riportato da fonti di stampa, le precarie condizioni detentive all'interno del carcere di Brescia avrebbero portato altresì ad una escalation di episodi di violenza: da gennaio si contano 62 aggressioni verso altri detenuti e 25 nei confronti della polizia penitenziaria, a sua volta sotto organico e che opererebbero in mancanza di protocolli d'intervento operativi che permettano di preservare la sicurezza del personale e di ripristinare e mantenere l'ordine all'interno delle sezioni detentive;

   a parere dell'interrogante, la non vivibilità degli ambienti carcerari rischia di vanificare anche qualunque intento rieducativo della pena, nonostante gli sforzi delle associazioni e le intese, ad esempio, siglate con Confindustria, università e Assoartigiani per progetti lavorativi in cui coinvolgere i detenuti –:

   accertata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere in merito per addivenire a soluzioni tempestive che consentano, nell'immediato, di alleggerire la popolazione carceraria della casa circondariale di Canton Mombello, senza rinunciare alle istanze penitenziarie.
(4-01775)

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   tutti i media nazionali hanno dato notizia che, nella seduta del 17 ottobre 2023, il consiglio comunale di Lucca ha negato, con il voto della maggioranza, la richiesta di intitolare una via o una piazza cittadina a Sandro Pertini;

   Sandro Pertini, parlamentare, antifascista, resistente, uno dei leader storici del CLN e del Partito Socialista Italiano, è stato Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985 e, ancora oggi, è agli occhi dell'opinione pubblica una delle personalità politiche più prestigiose della nostra storia;

   nel corso del Consiglio comunale, come sottolineano ancora i mezzi di informazione, la maggioranza ha giustificato tale scelta con la risibile motivazione che non essendo stata fatta alcuna intitolazione da parte dell'amministrazione precedente non ne vedeva il motivo di farla ora. Inoltre, il consiglio è stato disturbato da urla e schiamazzi provenienti dai banchi della maggioranza tra i quali, riferiscono le cronache, le grida del motto fascista «A noi!» da parte del capogruppo di Fratelli d'Italia Lido Fava. Fuori dell'aula alcuni consiglieri della maggioranza avrebbero affermato che «a Lucca una strada a uno che è stato partigiano non la si può proprio dedicare». Nel corso della discussione in consiglio il sindaco Mario Pardini non è mai intervenuto;

   sarebbe opportuno verificare come si sia effettivamente svolta la vicenda. È infatti assai grave, ad avviso degli interpellanti il rifiuto di intitolare una via o una piazza a uno degli esponenti del movimento che ha liberato l'Italia dal nazifascismo e ha rappresentato i valori della Resistenza, sia da parlamentare che da Presidente della Repubblica, forse il più amato e rispettato dall'opinione pubblica –:

   di quali elementi disponga sulla vicenda esposta in premessa e se intenda promuovere, per quanto di competenza e in raccordo con gli enti locali, ogni iniziativa utile a promuovere il riconoscimento, nell'ambito della toponomastica, di personalità che hanno rappresentato i valori fondanti della Repubblica e dello Stato democratico come configurato dalla nostra Carta costituzionale.
(2-00250) «Bonafè, Stumpo, Tabacci, Lai, Ferrari, Vaccari, Curti, Lacarra, Laus, Di Biase, Gnassi, Di Sanzo, Ciani, Iacono, Carè, Furfaro, Merola, Andrea Rossi, Ubaldo Pagano, Boldrini, Fossi, Sarracino, De Luca, De Maria, Provenzano, Quartapelle Procopio, Peluffo, Stefanazzi, Toni Ricciardi, Roggiani, Fornaro, Graziano, D'Alfonso, Zingaretti, Porta, Amendola, Scotto, Bakkali, Scarpa, Gribaudo, Girelli, Orfini, Cuperlo, Forattini, Berruto, Casu, Marino, Simiani, Manzi, Serracchiani, Ghio, Malavasi, Gianassi».

Interrogazione a risposta scritta:


   CANGIANO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   domenica 22 ottobre 2023, alle ore 12.30, presso lo stadio Olimpico di Roma, ha avuto luogo l'incontro tra Roma e Monza, valido per il campionato di serie A 2023-2024; secondo quanto risulta da diverse agenzie di stampa, così come da testimonianze dirette di persone presenti allo stadio, durante lo svolgimento della partita, e per tutta la sua durata, è stato esposto uno striscione raffigurante Daniele De Santis, condannato in via definitiva a sedici anni di reclusione per l'uccisione del tifoso del Napoli, Ciro Esposito, poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli del maggio 2014; la sola esposizione di uno striscione siffatto costituisce un fenomeno di violenza in occasione di manifestazioni sportive; numerosi sono le leggi e i decreti emanati in materia di contrasto a fenomeni di tale portata e che dettano regole stringenti affinché tali episodi possano essere prevenuti e condannati; l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, istituito in seno al Ministero dell'interno, ha approntato, tra le altre cose, una serie di norme in materia di esposizione di striscioni. La determinazione n. 14 del 2007, dell'8 marzo 2007, stabilisce infatti che «è fatto divieto di introdurre in tutti gli impianti sportivi striscioni e qualsiasi altro materiale ad essi assimilabile, compreso quello per le coreografie, non espressamente autorizzato»;

   in aggiunta alle disposizioni di legge, tutte le società di calcio hanno definito specifiche misure per l'autorizzazione all'accesso e al posizionamento, all'interno degli stadi, di striscioni –:

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano intraprendere nelle sedi opportune per evitare il ripetersi di episodi di questo tipo; se intendano attivare le opportune iniziative, per quanto di competenza, al fine di accertare le eventuali responsabilità in capo ai soggetti interessati; se non ritengano opportuno adottare, anche per il tramite dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, misure più stringenti in materia di prevenzione e contrasto della violenza in occasione di manifestazioni sportive al fine di ridurre fenomeni come quello citato in premessa.
(4-01774)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MALAVASI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 76 del 30 marzo 2023 la legge 23 marzo 2023, n. 33 «Deleghe al Governo in materia di Politiche in favore delle persone anziane»;

   la legge persegue importanti macro obiettivi, quali sono il superamento dell'attuale frammentazione delle misure in materia e la definizione di nuovi modelli d'intervento, progettati a partire dalle condizioni di anziani e famiglie e, quindi, in grado di rispondere opportunamente alle loro complesse e mutevoli esigenze;

   dunque, i decreti delegati – che devono essere adottati entro il 31 gennaio 2024 – attueranno la delega nei profili attinenti l'invecchiamento attivo, la promozione dell'inclusione sociale e la prevenzione della fragilità, l'assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti, le politiche per la sostenibilità economica e la flessibilità dei servizi di cura e assistenza a lungo termine per le persone anziane, anche non autosufficienti;

   provvedimenti specifici sulla non autosufficienza sono stati presi in Austria nel 1993, in Germania nel 1995, in Francia nel 2002 e in Spagna nel 2006;

   la legge n. 33 del 2023 attua quanto previsto dal PNRR in materia di politiche in favore delle persone anziane non autosufficienti che in Italia sono 3,8 milioni (su 14,5 milioni di over 65) ed entro il 2030 saranno 5 milioni. Considerando familiari e caregiver impegnati nella loro assistenza, sono quasi 10 milioni le persone coinvolte su cui attualmente ricade il maggior carico dell'assistenza sociosanitaria, anche sotto il profilo economico, a cui oggi la maggior parte delle famiglie non riesce a far fronte;

   oggi appena il 6,3 per cento delle persone non autosufficienti è ospitato in una struttura residenziale: si tratta soprattutto di anziani over 85, spesso con demenza e una limitata aspettativa di vita. Meno dell'1 per cento usufruisce di servizi in strutture semiresidenziali. Il 21,5 per cento beneficia di servizi di assistenza domiciliare, ma con un'intensità media di 15 ore l'anno. Circa 1 milione, pari al 26 per cento è assistito da una badante, il restante 45 per cento è affidato soltanto alla cura di un familiare;

   la capacità di questa legge di essere efficace di dare risposte concrete dipende dall'emanazione nei tempi previsti dei decreti attuativi, la cui scadenza è prossima, e dall'investimento di risorse con un graduale e costante incremento dei fondi;

   si stima che per realizzare compiutamente tale legge servano circa tra i 5 e i 7 miliardi di euro l'anno;

   dopo la presentazione del disegno di legge di bilancio 2024, le organizzazioni che hanno aderito al «Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza» hanno sottolineato attraverso un comunicato stampa come gli anziani non autosufficienti e coloro che forniscono loro assistenza non abbiano trovato spazio nella legge di bilancio che il Governo ha presentato alla stampa;

   le organizzazioni che aderiscono al network, tra cui «Percorsi di secondo welfare», segnalano come «si evince dal disegno di legge di bilancio appena varato per il 2024 dal Governo che, sulla scorta delle prime bozze circolanti, sembrerebbe ignorare completamente questo ambito del welfare. Tuttavia, come ben sanno le persone coinvolte – anziani, caregiver, familiari, operatori – la realtà del nostro Paese e ben altra»;

   secondo il «Patto», per avviare un piano di legislatura che attui progressivamente la riforma, i fondi in questa legge di bilancio dovrebbero essere pari a 1 miliardo e 306 milioni di euro. Nell'attuale contesto, l'idea di dedicare la XIX legislatura a costruire una welfare migliore per gli anziani e le loro famiglie si fa così più flebile –:

   quante risorse si intendano stanziare per poter dare seguito alla legge recante deleghe al Governo in materia di Politiche in favore delle persone anziane.
(5-01540)

Interrogazioni a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO, LACARRA, STEFANAZZI, ROGGIANI, SARRACINO, GRAZIANO, BERRUTO, D'ALFONSO, TONI RICCIARDI, LAI, SERRACCHIANI, ANDREA ROSSI, GHIO, LAUS, CASU, DE LUCA, FORNARO, MALAVASI, GIRELLI, SIMIANI e BONAFÈ. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 21 ottobre 2023 il Direttore dell'unità Operativa di Pronto Soccorso e medicina di Emergenza urgenza dell'Azienda ospedaliero-universitaria Policiclico di Bari si è rivolto con una lettera al Presidente della Repubblica denunciando, con grande amarezza, l'irrogazione di una sanzione a suo suo carico, comminata dal locale Ispettorato del lavoro, per l'eccessiva attività straordinaria prestata durante il periodo dell'emergenza Covid-19;

   il nostro Servizio sanitario nazionale registra, da anni, una carenza di personale sanitario che manifesta i suoi effetti più dirompenti proprio nei reparti di emergenza ed urgenza, come testimoniato, al riguardo, dalla tragica esperienza pandemica;

   come si evince dal rapporto Sanità del Crea dell'Università di Roma Tor Vergata del gennaio 2023, nel nostro Paese mancano all'appello 30.000 medici e 250.000 infermieri e, di conseguenza, per allinearsi al livello di altri Paesi europei di riferimento, occorrerebbe investire nel settore un ingente ammontare di risorse;

   a tal proposito, bisogna osservare che, sebbene il rapporto medici/abitanti sia superiore a quello di altri Paesi UE, tale proporzione non tiene conto della maggior quota di popolazione anziana presente nel nostro Paese, destinata a crescere, secondo alcune stime, fino al 34,5 per cento del totale entro il 2050;

   dal medesimo rapporto Crea si evince che i medici italiani guadagnano in media il 6 per cento in meno dei colleghi europei e gli infermieri addirittura il 40 per cento in meno dei loro omologhi;

   come osservato da diversi economisti, sebbene nel 2024, stando al Documento programmatico di bilancio, la spesa sanitaria aumenti di 3 miliardi rispetto all'iniziale previsione, tale incremento non riesce a compensare la forte crescita inflazionistica dell'ultimo biennio, determinando un definanziamento di fatto della spesa per la sanità pubblica;

   sebbene la tutela della salute sia, ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione, un fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, le recenti scelte del Governo sembrano porsi in contrasto con la rilevanza che si è finora conferita al SSN nell'ambito del nostro sistema di welfare;

   anzi, i passi indietro registrati in termini di rapporto tra la spesa sanitaria e il PIL, ai minimi storici secondo le anticipazioni della prossima legge di bilancio, rischiano di rendere ancora più critico l'effettivo esercizio di quel diritto;

   da più parti è stata rilevata la necessità dell'immediata sospensione dei provvedimenti sanzionatori;

   secondo quanto si è appreso dagli organi di stampa, il Presidente della Repubblica sarebbe intervenuto sulla questione –:

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano intraprendere per revocare le sanzioni irrogate e prevenire situazioni analoghe a quella denunciata dal dott. Vito Procacci;

   se e in quali forme, per quanto di competenza, intendano riservare la doverosa attenzione nei confronti dei professionisti del settore sanitario, garantendo in particolare una «giusta valutazione del loro impegno quotidiano e dell'abnegazione dimostrata durante la pandemia», come dichiarato dal Presidente nazionale degli ordini dei medici;

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano intraprendere per invertire la rotta in tema di finanziamento del Servizio sanitario nazionale, dando concreta attuazione al testo costituzionale e alla legge n. 833 del 1978 e garantendo, su tutto il territorio nazionale, il rispetto dei principi di universalità, uguaglianza ed equità nell'accesso alle prestazioni e ai servizi sanitari pubblici.
(4-01776)


   BOSCHI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   all'ex direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, Vito Procacci e ad almeno altri due primari sarebbe stata notificata, dall'ispettorato del lavoro, una sanzione amministrativa di oltre 27.000 euro, perché i medici non avrebbero rispettato – durante i tragici mesi della pandemia da COVID-19 – i riposi prescritti e avrebbero prestato servizio per un numero di ore maggiore rispetto a quelle previste dalla legge, violando, in tal modo, la normativa, in materia di straordinari e risposi, vigente per il personale medico-infermieristico;

   la circostanza porterebbe all'assurda conseguenza di elevare sanzioni per quell'impegno e sacrificio – talvolta estremo – che il Paese, la politica e le tragiche circostanze hanno richiesto a migliaia di medici e infermieri;

   soltanto attraverso tale impegno, profuso disinteressatamente, il Paese ha superato, non senza ferite, uno dei periodi più critici della storia recente;

   gli sforzi immani del personale del nostro sistema sanitario nazionale hanno consentito di salvare centinaia di migliaia di persone (8.600 solo al Policlinico di Bari) e sono derivati da un atto di profonda consapevolezza e dedizione al presidio del diritto fondamentale alla salute di cui all'articolo 32 della Costituzione, che in quelle fasi era concretamente messo a repentaglio per tutta la collettività;

   appaiono emblematiche, in tal senso, le parole del dottor Procacci, contenute nella lettera inviata al Presidente della Repubblica: «Le affido tutta l'amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo, ma nel quale a oggi faccio fatica a riconoscermi. [...] Mi sento profondamente ferito da un Paese che fino a poco tempo fa ci definiva eroi [...] e oggi ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale di sanzione amministrativa che ci rinfaccia di aver portato avanti la nostra missione di medici, infermieri e operatori socio sanitari nonostante le grandi difficoltà [...] di garantire la salute dei cittadini per conto delle istituzioni, anche a costo della propria vita»;

   il mancato e pieno riconoscimento del sacrificio del personale medico e sanitario attraverso specifiche premialità e averlo – anzi – abbandonato a una strutturale situazione di carenza di personale non può tradursi, perfino, nel paradosso che si giunga a sanzionare chi ha adempiuto con disciplina e onore alla protezione della salute, bene prezioso e tutelato dall'ordinamento;

   a seguito della lettera aperta al Presidente della Repubblica e al suo diretto interessamento, l'ispettorato avrebbe sospeso le sanzioni comminate ai sanitari, che tuttavia, risulterebbe all'interrogante, non sarebbero ancora state annullate-:

   quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati – per quanto di competenza – affinché le sanzioni amministrative comminate vengano annullate senza indugio;

   quali iniziative di competenza intendano adottare per garantire che venga definitivamente superata, a livello nazionale, la strutturale situazione di carenza di personale medico e paramedico nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, risultato che costituirebbe il miglior riconoscimento per tutti coloro che hanno sacrificato i propri turni di riposo, prestando servizio per tutto il tempo necessario a salvare vite umane, supplendo, con abnegazione, ad una cronica mancanza di organico cui oggi, con sollecitudine, è necessario porre rimedio.
(4-01777)

SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:


   FURFARO, UBALDO PAGANO, STEFANAZZI, LACARRA, MALAVASI, STUMPO, GIRELLI e CIANI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la sclerosi laterale amiotrofica (Sla) è una malattia neurodegenerativa che porta a una degenerazione dei motoneuroni e causa una paralisi totale, per cui allo stato attuale non esiste cura. L'incidenza è di circa 1-3 casi ogni 100.000 abitanti all'anno e in Italia si stimano almeno 3.500 malati e 1.000 nuovi casi ogni anno;

   dopo l'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata rilasciata dal Canada nel giugno 2022, lo scorso ottobre 2023 la Food and Drug Administration (Fda) statunitense ha approvato il farmaco AMX0035 per persone adulte affette da Sla, immesso in commercio con il marchio Relyvrio;

   il farmaco rappresenta una delle più interessanti prospettive di trattamento della Sla, in quanto sembra promettere ottimi progressi in termini di rallentamento dei sintomi della malattia, come dimostrato dai risultati raggiunti nello studio clinico di fase II Centaur, che ha evidenziato sia un beneficio statisticamente significativo nella funzione, sia un beneficio osservato sulla sopravvivenza in un'analisi a più lungo termine;

   inaspettatamente, il parere, del comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) sull'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata di AMX0035, che precede l'autorizzazione definitiva della Commissione europea, è stato negativo;

   occorre sottolineare che, a oggi, non esiste ancora una cura per la Sla e che l'unico farmaco attualmente a disposizione è il Riluzolo, che ha un effetto limitato sul rallentamento dei devastanti sintomi della malattia;

   da quando, più di vent'anni, questo medicinale è stato approvato dall'Ema, la comunità di persone che in Europa vive con la Sla è rimasta in attesa di ulteriori terapie per combattere la perdita della mobilità, del linguaggio e della possibilità di deglutire, mangiare e respirare che questa patologia comporta;

   secondo quanto si apprende da organi di stampa, la Amylyx Pharmaceuticals Inc., produttrice del farmaco, ha già fatto intendere di voler richiedere una procedura formate di riesame;

   tale procedura, però, potrebbe durare diversi mesi, cioè fino a quando lo studio di Fase III PHOENIX, attualmente in corso, non sarà completato e suoi dati potranno essere a disposizione degli esperti del Chmp -:

   se, per quanto di competenza, intenda intraprendere iniziative al fine di rendere disponibile quanto prima il farmaco AMX0035 e autorizzare l'uso compassionevole dello stesso nelle more dell'autorizzazione all'immissione in commercio.
(5-01529)


   BENIGNI e PATRIARCA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel mondo oltre 55 milioni di persone soffrono di demenze, una delle principali cause di disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane: i numeri sono destinati a crescere raggiungendo, secondo le previsioni, 78 milioni di persone nel 2030 fino ad arrivare a 140 milioni, nel 2050;

   l'OMS stima che l'Alzheimer e le altre demenze rappresentino la settima causa di morte nel mondo. In Italia, secondo l'ISS, oltre 1 milione di persone soffrono di demenza, di cui oltre 600 mila di Alzheimer, con proiezioni di crescita dovute anche al progressivo invecchiamento della popolazione, con impatto socio-sanitario ed economico stimato in circa 13,7 miliardi all'anno a carico degli oltre 3 milioni di caregivers;

   sono allo studio terapie innovative, in grado di rallentare il decadimento cognitivo causato dall'Alzheimer, che possono rappresentare una straordinaria opportunità per milioni di pazienti ancora senza alternativa terapeutica, per le quali la diagnosi precoce è fondamentale: oggi, solo la metà delle persone affette dall'Alzheimer riceve una diagnosi in fase non avanzata;

   con l'elaborazione del Piano nazionale demenze già nel 2014 l'Italia si è distinta a livello globale identificando le priorità strategiche, il monitoraggio per la sua implementazione e l'istituzione del Fondo per l'Alzheimer e le demenze (legge n. 178 del 2020) con una dotazione di 5 milioni di euro per gli anni 2021, 2022 e 2023, prevedendo inoltre il finanziamento del Piano d'azione triennale regionale;

   secondo il Barometro Alzheimer 2022 le apparecchiature risultano ancora insufficienti e disomogenee per il fabbisogno potenziale di pazienti che dovrebbero poter beneficiare di terapie innovative nelle fasi precoci;

   la costituzione dell'Intergruppo parlamentare Alzheimer neuroscienze evidenzia l'attenzione politica trasversale, con un vasto consenso tra le forze parlamentari e un coinvolgimento delle principali società scientifiche e delle associazioni pazienti più rappresentative-:

   se il Ministro interrogato intenda confermare l'impegno e l'attenzione che l'Italia ha dedicato alle demenze e all'Alzheimer, adottando le iniziative di competenza per garantire il rifinanziamento del Fondo nazionale per l'Alzheimer e le demenze per il triennio 2024-2026 e un tempestivo aggiornamento del Piano nazionale demenze includendo obiettivi quadro a livello nazionale per potenziare la capacità diagnostica, oltre che strutturare un nuovo modello di early access per le potenziali terapie innovative in arrivo.
(5-01530)


   VIETRI, GIORGIANNI, CIOCCHETTI, CIANCITTO, MACCARI, LANCELLOTTA, MORGANTE e ROSSO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con determina Aifa del 26 giugno 2023, n. 452, «Riclassificazione del medicinale per uso umano “Enhertu” [...]», il citato medicinale è attualmente ammesso alla rimborsabilità solo per il trattamento di pazienti adulti con «cancro della mammella HER2-positivo» non resecabile o metastatico;

   a seguito della delibera Aifa del 26 aprile 2023, n. 15, dopo opportuni approfondimenti in merito all'innovatività e all'impatto di spesa discussi nella seduta del Comitato prezzi e rimborsi (Cpr) del 23-24-25-26 maggio 2023, il CdA nella riunione del 21 giugno 2023, ne approvava la rimborsabilità;

   relativamente all'estensione della rimborsabilità per «cancro della mammella HER2-low», la stessa terapia è stata approvata in Europa con decisione della CE in data 23 gennaio 2023, ed è rimborsata in Germania, Austria, Lussemburgo e Francia;

   a livello nazionale non è ancora rimborsabile e, nello specifico, l'esame della Commissione tecnico-scientifica (Cts) sul valore terapeutico, sull'innovatività, nonché sul regime di fornitura e la classe di rimborsabilità si è concluso con esito positivo nella seduta del 6-8 settembre 2023 ed è stata, di seguito, avviata la procedura di negoziazione presso il Comitato prezzi e rimborsi (Cpr);

   è da quasi due mesi che il Cpr è chiamato a definire il prezzo da attribuire al medicinale e la classe di rimborsabilità, dopodiché la procedura negoziale si concluderebbe mediante l'accordo tra l'Aifa e l'azienda farmaceutica e con l'adozione di un provvedimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale;

   in ultimo, ma non per importanza, resta incomprensibile il motivo della mancata attivazione dell'accesso precoce (legge n. 648 del 1996) per HER2-low: la Cts, nelle sedute dal 7 al 9 giugno 2023, ha espresso parere «non favorevole», evidenziando, però, contestualmente come il mancato inserimento nell'elenco previsto dalla legge n. 648 del 1996 rappresentasse una limitazione per i pazienti e quindi sollecitando una valutazione tempestiva di tutto l'iter;

   si configura, pertanto, ai danni delle 3000 donne che sono affette da HER2-low una totale disparità di trattamento, nonostante l'unica differenza tra i due tipi di carcinoma consista semplicemente nella presenza di un quantitativo differente della proteina Her_2 –:

   quali immediate iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di accelerare, anche nel rispetto dei punti 2) e 3) della Direttiva ministeriale di definizione, per l'anno 2023, degli indirizzi e delle priorità di Aifa, la procedura di rimborsabilità di Enhertu anche per la cura della patologia HER2-low.
(5-01531)


   LOIZZO, PANIZZUT, LAZZARINI e MATONE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo l'ultimo report dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), il carcinoma della mammella è il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne in Italia. Le diagnosi sono state 55.700 solamente nell'anno 2022, con un incremento dello 0,5 per cento rispetto al 2020;

   nonostante i progressi in termini di sopravvivenza delle pazienti affette da carcinoma mammario, esistono tipologie di tumori più aggressivi, come il carcinoma mammario triplo-negativo PD-L1-positivo e il carcinoma mammario HER2-positivo, che hanno una capacità di diffusione elevata e un'alta probabilità di recidivare e determinare la comparsa di metastasi anche in organi a distanza;

   la sopravvivenza mediana del carcinoma triplo negativo è di soli 14,5 mesi, con una sopravvivenza a cinque anni dell'11 per cento, di molto inferiore rispetto alle altre forme di cancro mammario;

   l'avanzamento della ricerca e i progressi della scienza hanno messo a disposizione terapie innovative, come ad esempio gli anticorpi coniugati o i trattamenti chemioterapici di ultima generazione, che si sono dimostrati efficaci nell'allungamento della sopravvivenza delle donne con cancro al seno metastatico e inoperabile HER2+ e del tipo HER2 Low;

   per questo tipo di carcinoma, la speranza di sopravvivenza di circa 3.000 donne italiane, affette da tumore al seno al quarto stadio inoperabile, dipende dalla rapidità dei tempi di approvazione e di ammissione alla rimborsabilità dei trattamenti innovativi a disposizione;

   le tempistiche di approvazione e di classificazione di tali terapie hanno inevitabilmente un impatto sui mesi di sopravvivenza che ognuna di queste donne potrebbe guadagnare e che, in tali condizioni, rappresentano un valore inestimabile per la loro vita e per quella dei loro familiari;

   la ricerca scientifica metterà a disposizione un numero sempre maggiore di terapie innovative antitumorali che aumenteranno la sopravvivenza dei pazienti se somministrate in modo tempestivo e che, dunque, non dovrebbero essere valutate con procedure standard;

   con l'imminente riforma dell'Agenzia italiana del farmaco, che ad oggi ha comunque prodotto un lavoro importante, anche grazie alla procedura cosiddetta dei «cento giorni», si auspica che possa essere impressa una ulteriore accelerazione alle procedure relative alle terapie innovative antitumorali –:

   se e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per sviluppare un percorso di valutazione accelerato e dedicato alle terapie salvavita antitumorali, al fine di garantire un accesso immediato e tempestivo alle cure che permetta una ottimizzazione dell'impiego di queste terapie.
(5-01532)


   ZANELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la nuova campagna vaccinale contro il COVID-19 è partita da alcuni giorni, ma le somministrazioni procedono a rilento, l'ultima rilevazione parla di meno di 6.000 vaccinazioni effettuate in tutta Italia;

   sembra, da questi dati, che ci sia da parte degli italiani, anche quelli anziani e fragili, una fuga dalle vaccinazioni anche se per ora negli ospedali la situazione appare sotto controllo;

   il primo milione di dosi del nuovo vaccino adattato alle ultime varianti del COVID-19 per la nuova campagna vaccinale è arrivato a fine settembre, quando sono state distribuite alle regioni per le somministrazioni;

   un report del Governo aggiornato al 13 ottobre 2023 afferma che le vaccinazioni effettuate in tutta Italia sono state solo poco più di 5.600, un numero insufficiente e insoddisfacente visto che la platea potenziale per la quale è raccomandata la vaccinazione è di quasi 20 milioni di italiani;

   fino a novembre 2023 sono attese in tutto oltre 9 milioni di dosi, un numero che copre circa metà della platea delle persone più fragili, ma il rischio vero è che le dosi attese siano addirittura troppe; gli italiani vivono una sorta di «esitazione vaccinale» come la chiamano i tecnici, con il rischio di una vera e propria fuga dal nuovo vaccino, proprio quando la campagna invece dovrebbe produrre i suoi massimi effetti per mettere in sicurezza soprattutto i soggetti più anziani e i fragili;

   33.841 sono i casi di COVID-19 registrati in Italia nella settimana 12-18 ottobre 2023, in calo della precedente rilevazione. Aumentano invece i morti: 197 i deceduti, con una variazione di +22,4 per cento rispetto alla settimana precedente, l'incidenza è pari a 58 nuovi casi per 100 mila abitanti, -18,3 per cento rispetto alla settimana precedente. La fascia di età più colpita è quella degli «over 90»;

   è necessario non abbassare la guardia e prevedere una adeguata e periodica campagna informativa sulle vaccinazioni, tenuto conto che pur in un contesto di dati confortanti per quanto riguarda la rilevazione di persone positive al Covid, si segnala il dato negativo per quanto riguarda i deceduti che nell'ultima settimana rilevata è del +22,4 per cento —:

   allo scopo della più efficace tutela della salute dei cittadini, se non ritenga necessario contrastare l'esitazione vaccinale, che sembra presente tra gli italiani, con una adeguata e capillare campagna informativa che sostenga la necessità della vaccinazione con particolare riguardo alle persone anziane e fragili.
(5-01533)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Simiani n. 5-00654 del 4 aprile 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Ubaldo Pagano n. 5-01155 del 19 luglio 2023;

   interrogazione a risposta scritta Patriarca n. 4-01498 del 5 settembre 2023;

   interpellanza Caramiello n. 2-00248 del 20 ottobre 2023.