XIX LEGISLATURA
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DOC. LXXXVI, N. 1
Doc. LXXXVI, n. 1 – Relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2023 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° luglio 2023 – 31 dicembre 2024)
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 8 ore.
Relatore | 20 minuti | |||
Governo | 20 minuti | |||
Richiami al Regolamento e tempi tecnici | 10 minuti | |||
Interventi a titolo personale | 40 minuti | |||
Gruppi |
5 ore
(discussione) |
1 ora e 30 minuti
(dichiarazioni di voto) |
||
Fratelli d'Italia | 1 ora e 1 minuto | 10 minuti | ||
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 42 minuti | 10 minuti | ||
Lega – Salvini premier | 41 minuti | 10 minuti | ||
MoVimento 5 Stelle | 36 minuti | 10 minuti | ||
Forza Italia – Berlusconi presidente – PPE | 33 minuti | 10 minuti | ||
Azione – Italia Viva – Renew Europe | 25 minuti | 10 minuti | ||
Alleanza Verdi e Sinistra | 22 minuti | 10 minuti | ||
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE | 21 minuti | 10 minuti | ||
Misto: | 19 minuti | 10 minuti | ||
Minoranze Linguistiche | 11 minuti | 6 minuti | ||
+Europa | 8 minuti | 4 minuti |
TESTO AGGIORNATO AL 13 NOVEMBRE 2023
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli nella seduta
del 10 novembre 2023.
Albano, Ascani, Bagnai, Baldino, Barbagallo, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Cappellacci, Carloni, Cavandoli, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Guerini, Gusmeroli, Lampis, Leo, Lollobrigida, Longi, Lucaselli, Lupi, Magi, Mangialavori, Marino, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Nazario Pagano, Pastorella, Patriarca, Pichetto Fratin, Pisano, Prisco, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Semenzato, Francesco Silvestri, Simiani, Siracusano, Sportiello, Tabacci, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Zanella, Zaratti, Zoffili, Zucconi.
Annunzio di proposte di legge.
In data 9 novembre 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MALAGUTI ed altri: «Disposizioni in materia di diffusione di immagini o voci di persone reali prodotte o modificate mediante sistemi di intelligenza artificiale» (1534);
FURGIUELE e ZOFFILI: «Concessione della medaglia d'oro al valor militare alla memoria dei caduti italiani di Nassiriya e modifica alla legge 12 novembre 2009, n. 162» (1535);
BALDELLI ed altri: «Introduzione dell'articolo 23-bis della legge 5 febbraio 1992, n. 104, in materia di partecipazione delle persone con disabilità a pubblici spettacoli o a manifestazioni di intrattenimento o di carattere sportivo» (1536);
SERGIO COSTA ed altri: «Modifica all'articolo 36 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, in materia di istituzione dell'area marina protetta del golfo di Napoli» (1537).
Saranno stampate e distribuite.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge MARINO ed altri: «Istituzione della legge annuale per la parità di genere e la valorizzazione del ruolo delle donne nella società e nelle istituzioni» (971) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Ascani, Berruto, De Luca, De Maria, Forattini, Fossi, Furfaro, Gnassi, Iacono, Lacarra, Lai, Ubaldo Pagano, Sarracino, Stumpo, Toni Ricciardi e Zan.
Adesione di deputati a proposte
di inchiesta parlamentare.
La proposta di inchiesta parlamentare DI GIUSEPPE ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul funzionamento del sistema per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero, con particolare riferimento allo svolgimento delle elezioni politiche dell'anno 2022 nella Circoscrizione estero» (Doc. XXII, n. 34) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Urzì.
Trasmissione dal Senato.
In data 9 novembre 2023 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti progetti di legge:
S. 790. – MOLINARI ed altri; BIGNAMI ed altri; FARAONE ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2» (approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (384-446-459-B);
S. 825. – «Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi» (approvato dal Senato) (1538).
Saranno stampati e distribuiti.
Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
IV Commissione (Difesa):
S. 825. – «Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi» (1538) Parere delle Commissioni I, V, VIII, X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
XII Commissione (Affari sociali):
S. 790. – MOLINARI ed altri; BIGNAMI ed altri; FARAONE ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2» (384-446-459-B) Parere delle Commissioni I, II, V e XIV;
CIOCCHETTI ed altri: «Disposizioni per la riorganizzazione del sistema nazionale di emergenza-urgenza sanitaria» (1455) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII, IX, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.
La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
in data 9 novembre 2023, Sentenza n. 201 del 25 ottobre – 9 novembre 2023 (Doc. VII, n. 231), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 69, quarto comma, del codice penale, nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all'articolo 74, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza), sulla recidiva di cui all'articolo 99, quarto comma, del codice penale:
alla II Commissione (Giustizia);
in data 10 novembre 2023, Sentenza n. 202 del 24 ottobre – 10 novembre 2023 (Doc. VII, n. 232), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 669-quaterdecies e 695 del codice di procedura civile, nella parte in cui non consentono di proporre il reclamo, previsto dall'articolo 669-terdecies del codice di procedura civile, avverso il provvedimento che rigetta il ricorso per la nomina del consulente tecnico preventivo ai fini della composizione della lite, di cui all'articolo 696-bis del medesimo codice:
alla II Commissione (Giustizia);
in data 10 novembre 2023, Sentenza n. 203 del 24 ottobre – 10 novembre 2023 (Doc. VII, n. 233), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 96, comma 1, della legge della Regione Puglia 29 dicembre 2022, n. 32, recante «Disposizioni per la formazione del Bilancio di previsione 2023 e Bilancio pluriennale 2023-2025 della Regione Puglia (legge di stabilità regionale 2023)», nella parte in cui introduce il terzo e il quarto periodo nell'articolo 5, comma 2, della legge della Regione Puglia 28 gennaio 2005, n. 2 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale):
alla I Commissione (Affari costituzionali).
La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria la seguente sentenza che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, è inviata alla I Commissione (Affari costituzionali):
Sentenza n. 200 del 19 settembre - 6 novembre 2023 (Doc. VII, n. 230), con la quale:
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 10, comma 2-bis, anche in combinato disposto con il comma 1, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 (Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari), convertito, con modificazioni, nella legge 11 agosto 2014, n. 114, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 36, 77 e 97 della Costituzione, nonché ai principi di certezza del diritto e di legittimo affidamento, dal Tribunale ordinario di Lucca, in funzione di giudice del lavoro;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 10, comma 2-bis, anche in combinato disposto con il comma 1, del decreto-legge n. 90 del 2014, come convertito, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 36, 77 e 97 della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Siena, in funzione di giudice del lavoro.
Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 9 novembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione, predisposta dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, in merito alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti (COM(2023) 420 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti.
Questa relazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 10 novembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione, predisposta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in merito alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro a seguito di una domanda presentata dal Belgio – EGF/2023/002 BE/Makro (COM(2023) 470 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti.
Questa relazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).
Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 9 novembre 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2013/11/UE sulla risoluzione alternativa delle controversie dei consumatori e le direttive (UE) 2015/2302, (UE) 2019/2161 e (UE) 2020/1828 (COM(2023) 649 final), corredata dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto (SWD(2023) 337 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite II (Giustizia) e X (Attività produttive). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 9 novembre 2023;
Decisione di esecuzione della Commissione del 8.11.2023 relativa alla richiesta di registrazione dell'iniziativa dei cittadini europei dal titolo «EU Live Bus Stop Info»(«Informazioni in tempo reale alle fermate degli autobus dell'Unione europea») a norma del regolamento (UE) 2019/788 del Parlamento europeo e del Consiglio (C(2023) 7436 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
Decisione di esecuzione della Commissione del 8.11.2023 relativa alla richiesta di registrazione dell'iniziativa dei cittadini europei dal titolo «Creazione di un'Autorità europea per l'ambiente» a norma del regolamento (UE) 2019/788 del Parlamento europeo e del Consiglio (C(2023) 7448 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
Decisione di esecuzione della Commissione del 8.11.2023 relativa alla richiesta di registrazione dell'iniziativa dei cittadini europei dal titolo «I'm Going European: An ECI to Connect your National and European Citizenship»(«I'm Going European: un'ICE per creare un ponte tra la cittadinanza nazionale e quella europea») a norma del regolamento (UE) 2019/788 del Parlamento europeo e del Consiglio (C(2023) 7583 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e VII (Cultura);
Decisione di esecuzione della Commissione del 8.11.2023 relativa alla richiesta di registrazione dell'iniziativa dei cittadini europei dal titolo «Trust and Freedom»(«Fiducia e libertà») a norma del regolamento (UE) 2019/788 del Parlamento europeo e del Consiglio (C(2023) 7599 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XII (Affari sociali).
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 9 novembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2007/2/CE per quanto riguarda taluni obblighi di comunicazione per le infrastrutture per l'informazione territoriale (COM(2023) 584 final);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2016/2031 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i programmi d'indagine pluriennali, le notifiche relative alla presenza di organismi nocivi regolamentati non da quarantena, le deroghe temporanee ai divieti di importazione e alle prescrizioni particolari per l'importazione e la definizione di procedure per la loro concessione, le prescrizioni temporanee per l'importazione di piante, prodotti vegetali e altri oggetti ad alto rischio, la definizione di procedure per la redazione di un elenco delle piante ad alto rischio, il contenuto dei certificati fitosanitari, l'uso dei passaporti delle piante e per quanto riguarda talune prescrizioni in materia di comunicazione per le aree delimitate e le indagini sugli organismi nocivi (COM(2023) 661 final).
Comunicazione di nomine ministeriali.
Il Ministero dell'università e della ricerca, con lettera in data 7 novembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, il decreto ministeriale di nomina del professor Filippo Bracci a componente del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale di alta matematica «Francesco Severi» (INDAM).
Questo decreto è trasmesso alla VII Commissione (Cultura).
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 8 novembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento, ai sensi dei commi 4 e 5-bis del medesimo articolo 19, dei seguenti incarichi di livello dirigenziale generale, nell'ambito del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste:
all'ingegnere Remo Chiodi, l'incarico di direttore della Direzione generale per l'ippica, nell'ambito del Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, della pesca e dell'ippica;
al dottor Roberto Tomasello, l'incarico di direttore della Direzione generale per il riconoscimento degli organismi di controllo e certificazione e tutela del consumatore, nell'ambito del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.
Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XIII Commissione (Agricoltura).
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
ERRATA CORRIGE
Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 9 novembre 2023, a pagina 4, seconda colonna, diciannovesima riga, dopo la parola: «sanzioni),» deve intendersi inserita la seguente: «IV,».
INTERPELLANZE URGENTI
Chiarimenti circa la sicurezza delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri alla luce di un suo colloquio telefonico reso pubblico da numerosi media – 2-00263
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
in data 1° novembre 2023 il Paese è venuto a conoscenza di una conversazione telefonica, che sarebbe avvenuta in data 18 settembre 2023, tra la Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ed un sedicente presidente della Commissione dell'Unione Africana;
il contenuto della conversazione è stato pubblicato sulla piattaforma canadese Rumble e ripresa dall'agenzia russa Ria Novosti diventando in brevissimo tempo virale sui social network;
a spacciarsi per il presidente della Commissione dell'Unione Africana sono stati due comici russi, Vovan (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov) che inspiegabilmente hanno fatto breccia nel sistema diplomatico e di sicurezza delle comunicazioni della Presidenza del Consiglio;
a seguito della diffusione del contenuto della conversazione dapprima è stato costretto ad intervenire l'Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei ministri esprimendo il proprio rammarico per essere stato tratto in inganno da un impostore;
in un secondo momento è intervenuto anche il Sottosegretario alla Presidenza di Consiglio Giovanbattista Fazzolari arrivando a sostenere che «La propaganda russa è disperata per il catastrofico andamento della loro cosiddetta “operazione speciale” che si è tramutata in una continua sconfitta dell'esercito russo in terra Ucraina» facendo esplicito riferimento a presunti «propagandisti russi»;
ciò che colpisce subitaneamente in merito a quanto accaduto è la facilità con cui è stato aggirato o peggio raggirato il filtro diplomatico e di sicurezza delle comunicazioni del Presidente del Consiglio;
in secondo luogo, sconcerta il modo con cui si è espressa la Presidente del Consiglio su dossier di assoluta delicatezza, dalla guerra in Ucraina alla questione migranti, con un interlocutore sul quale sembra non nutrire alcun dubbio nel corso dei tanti minuti di colloquio;
l'accaduto, non vi è alcun dubbio, ha oggettivamente posto l'Italia in una condizione di assoluto imbarazzo evidenziando fragilità e lacune non immaginabili per un Paese importante e autorevole sul piano internazionale come il nostro –:
in considerazione della gravità dell'accaduto, come sia stato possibile superare il previsto e indispensabile filtraggio diplomatico a tutela delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri; se intenda portare a conoscenza il Parlamento di quanto realmente avvenuto in riferimento alla, purtroppo, imbarazzante telefonata in questione, nonché quali siano state le informazioni che hanno indotto il Sottosegretario Fazzolari ad affermare quanto riportato in premessa.
(2-00263) «Braga, Provenzano, Amendola, Bonafè, Ciani, Ghio, De Luca, Casu, De Maria, Ferrari, Fornaro, Morassut, Toni Ricciardi, Roggiani».
Iniziative di competenza volte a rispondere alla carenza di personale nella pubblica amministrazione, con particolare riferimento allo scorrimento delle graduatorie Ripam – 2-00262
B)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:
la carenza di personale nel sistema della pubblica amministrazione è estremamente grave, come evidenziato dal Piano integrato di attività e organizzazione (Piao 2023);
la situazione attuale rischia di peggiorare nei prossimi anni. Secondo le stime dei sindacati più rappresentativi entro il 2026 circa 300 mila lavoratori del settore pubblico andranno in quiescenza e durante il Forum PA del maggio 2023 è stato osservato che entro il 2033 oltre un milione di dipendenti pubblici andrà in pensione;
relativamente al piano per 340 mila nuove assunzioni nelle pubbliche amministrazioni per il biennio 2023-2024 annunciato dal Ministro Zangrillo, non si può non sottolineare che i molteplici provvedimenti sinora varati nell'anno 2023 rappresentino solo una parzialissima risposta mentre, alla luce delle indicazioni della Nadef, le risorse disponibili per il 2024 risultino lontanissime dal poter consentire una sua concreta realizzazione;
al riguardo, è certamente importante segnalare il fatto che il 17 ottobre 2023 si sia, finalmente, almeno proceduto allo scorrimento di ulteriori 5.253 idonei nella graduatoria del concorso Ripam 2293 assistenti, che rende immediatamente disponibili per la pubblica amministrazione le risorse necessarie e preparate di un personale altamente qualificato e dotato di ampie capacità professionali e tecniche, ed evidenzia come sia questo il metodo più veloce, economico ed efficace per rispondere alle gravi carenze di personale e alle esigenze del turnover;
è quindi auspicabile che da ora in avanti si continui con un ritmo sostenuto per procedere a scorrimenti e assunzioni, superando le lentezze pregresse che, a esempio, hanno fatto decorrere ben otto mesi tra uno scorrimento e l'altro relativamente ai funzionari amministrativi;
si rende necessaria, a tal fine, una rapida stipula delle convezioni con le amministrazioni centrali e le agenzie in modo da completare gli scorrimenti di tutti i profili e garantire subito alla pubblica amministrazione tutte le nuove energie di cui ha immediato bisogno;
al riguardo già il 29 maggio 2023, è stato approvato un emendamento (ora articolo 1, comma 4, lettera b-bis del decreto-legge n. 44 del 2023, come convertito con modificazioni dalla legge 21 giugno 2023 n. 74) che autorizza le amministrazioni centrali e le agenzie a stipulare convenzioni volte a reclutare il personale di cui necessitano mediante scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici svolti per il tramite della commissione Ripam in corso di validità;
successivamente, il 6 giugno 2023 la Camera ha approvato l'ordine del giorno n. 9/1114-A/27 con il quale si impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile affinché le amministrazioni centrali e le agenzie provvedano a stipulare, nel più breve lasso di tempo possibile, le convenzioni necessarie per consentire, mediante lo scorrimento delle graduatorie Ripam in corso di validità, di rispondere celermente alla carenza di personale nella pubblica amministrazione;
il 26 luglio 2023 è stato approvato un ulteriore emendamento (ora articolo 28-bis del decreto-legge n. 75 del 2023, come convertito con modificazioni dalla legge 10 agosto 2023 n. 112) che consente di provvedere alle assunzioni funzionali previste dal decreto relativamente all'ispettorato nazionale del lavoro, Ministero della cultura, Ministero della giustizia, amministrazione penitenziaria, Ministero dell'istruzione e del merito, Ministero dell'interno, relativamente alle prefetture dei territori interessati dall'alluvione del 1o maggio 2023, anche mediante la stipula di convenzioni volte a reclutare il personale necessario con lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici svolti per il tramite della commissione Ripam in corso di validità;
il 31 luglio 2023 la Camera ha approvato l'ordine del giorno n. 9/1239-A/67 che impegna il Governo a valutare tutte le opportune iniziative necessarie a semplificare le procedure e ridurre le tempistiche di scorrimento delle graduatorie, considerato il fatto che dal momento in cui l'amministrazione viene a conoscenza della rinuncia dei soggetti chiamati e la successiva convocazione di ulteriori idonei trascorrono mediamente sei mesi nei quali le pubbliche amministrazioni interessate sono costrette a operare in carenza di personale, nonostante la copertura finanziaria stanziata per le assunzioni –:
quali siano state in questi mesi le iniziative di competenza intraprese dal Governo per far sì che le amministrazioni e le agenzie stipulassero nel più breve tempo possibile le citate convenzioni, così come indicato nell'ordine del giorno n. 9/1114-A/27;
quali siano state le iniziative messe in atto dal Governo al fine di accelerare e semplificare le procedure volte a ridurre sensibilmente i tempi di attesa negli ulteriori scorrimenti delle graduatorie da effettuare dopo le rinunce dei soggetti chiamati in precedenza, come indicato nell'ordine del giorno n. 9/1239-A/67;
quale sia il numero complessivo di assunzioni previste per assistenti e funzionari nell'anno 2023/2024 da parte delle amministrazioni centrali e delle agenzie, attraverso l'utilizzo delle graduatorie Ripam in corso di validità, sulla base delle gravi carenze di organico già formalmente dichiarate dalle amministrazioni con la pubblicazione dei Piao 2023.
(2-00262) «Casu, Braga, Scotto, Bonafè, Ascani, Barbagallo, Carè, De Luca, Fornaro, Fossi, Girelli, Graziano, Gribaudo, Lacarra, Laus, Malavasi, Manzi, Marino, Mauri, Ubaldo Pagano, Porta, Serracchiani, Simiani, Toni Ricciardi, Roggiani, Sarracino».
Iniziative di competenza, anche normative, per la tutela degli iscritti al fondo pensione per il personale del gruppo Unicredit – 2-00245
C)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
il fondo pensione per il personale dell'ex Banca di Roma ha circa 20.000 iscritti, di cui circa 3.000 in servizio nel gruppo Unicredit, 1.000 esodati, 1.000 differiti e oltre 15.000 pensionati, a suo tempo dipendenti delle aziende confluite nell'ex Banca di Roma, poi Capitalia e oggi Unicredit;
l'iscrizione al fondo era obbligatoria e faceva parte del contratto di lavoro;
la finalità del fondo era quella di assicurare una pensione integrativa, correlata alla retribuzione, da godere all'atto del pensionamento e da adeguare annualmente;
per godere di tale beneficio sia il dipendente che l'azienda provvedevano a versamenti mensili rapportati all'importo della retribuzione percepita;
a partire dal 2015 le fonti istitutive (Unicredit e sindacati) hanno autonomamente modificato lo statuto, sostituendo all'adeguamento annuale, basato sulle regole di perequazione INPS, una variazione che fosse funzione del rendimento conseguito, anno per anno, dagli amministratori, e nella percentuale eccedente il tasso tecnico di equilibrio;
la modifica statutaria sull'adeguamento annuale è stata basata sulla disposizione di cui all'articolo 10, comma 2, del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76 (convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99), richiamato espressamente nelle premesse dell'accordo sindacale del 16 maggio 2014;
tale disposizione ha inserito nell'articolo 7-bis del decreto legislativo n. 252 del 2005 il comma 2-bis, in base al quale «qualora i fondi pensioni di cui al comma 1 che procedono alla erogazione diretta delle rendite non dispongano di mezzi patrimoniali adeguati in relazione al complesso degli impegni finanziari esistenti, le fonti istitutive possono rideterminare la disciplina, oltre che del finanziamento, delle prestazioni, con riferimento sia alle rendite in corso di pagamento sia a quelle future»;
la norma richiamata ha conferito un ampio potere modificativo delle «fonti istitutive» dei fondi pensioni, omettendo il necessario bilanciamento tra le esigenze di tenuta finanziaria dei fondi e il diritto dei pensionati a che siano assicurati trattamenti pensionistici «adeguati alle esigenze di vita», in palese contrasto con i princìpi sanciti dalla Costituzione (articoli 36 e 38) e dalla giurisprudenza della Corte costituzionale in materia di diritti acquisiti;
è da notare, in particolare, come il decreto legislativo n. 252 del 2005 non contenga una disposizione analoga a quella dettata dal comma 7 dell'articolo 18 del decreto legislativo n. 124 del 1993 che prevedeva: «in presenza di squilibri finanziari delle relative gestioni le fonti istitutive di cui all'articolo 3 possono rideterminare la disciplina delle prestazioni e del finanziamento per gli iscritti che, alla predetta data, non abbiano maturato i requisiti previsti dalle fonti istitutive medesime per i trattamenti di natura pensionistica», facendo quindi salve le prestazioni per le pensioni già maturate;
fatto sta che a seguito della modifica statutaria a oggi, l'assegno è diminuito del 70 per cento;
il fondo ha avuto un rendimento annuo quasi sempre inferiore a quello di analoghi fondi, così come risulta dai bollettini annui dell'organo di vigilanza, COVIP;
a quanto risulta all'interrogante, il fondo avrebbe portato avanti discutibili operazioni immobiliari;
si pensi ad esempio, all'acquisto, da Unicredit, di un unico complesso immobiliare, quello di viale Tupini in Roma, costituente circa un sesto dell'intero patrimonio della specie, con evidente concentrazione del rischio;
detta operazione, già oggetto di interrogazione parlamentare del luglio 2004, per possibile conflitto di interessi (si precisa che l'azienda, a norma di statuto, nomina metà dei consiglieri), risulta al momento non a reddito, avendo Unicredit, affittuaria dell'immobile, dato disdetta del contratto di locazione;
molto discussa anche la partecipazione a un fondo immobiliare riconducibile all'immobiliarista Luca Parnasi che sarebbe stato svalutato nel bilancio 2018 per oltre 10,5 milioni di euro (con una diminuzione del 96 per cento): il fondo Idea Fimit Sviluppo-Comparto Uno, che ha riguardato un progetto di sviluppo in area poi risultata destinata a parco naturale, investimento che chiaramente non pare ispirato a criteri di sana e prudente gestione;
il fondo avrebbe poi realizzato una serie di operazioni in prodotti finanziari derivati per le quali la COVIP ha sanzionato amministratori, sindaci e direttore per circa 500.000 euro pagati interamente dal fondo stesso;
inoltre, la politica di Unicredit degli ultimi anni, basata su continui esodi del personale e cessione di sportelli, avrebbe fatto venir meno versamenti atti a rafforzare il patrimonio e ha allungato i periodi di corresponsione della pensione –:
se i Ministri interpellati siano a conoscenza di questa vicenda;
se, alla luce dei fatti sopra esposti, ritengano opportuno aprire, in tempi brevissimi, un tavolo di confronto tra i Ministeri, Unicredit, i pensionati e le organizzazioni sindacali, ai fini dell'individuazione di una soluzione che soddisfi le legittime aspettative degli iscritti al fondo pensione;
se si intenda adottare ogni iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, affinché Unicredit (che, nel 2022, ha registrato un utile record di 5,2 miliardi di euro, miglior risultato di sempre) contribuisca al ripianamento del fondo;
se siano possibili iniziative atte a tutelare il risparmio degli iscritti, che corrono addirittura il rischio di vedersi erogare meno di quanto versato negli anni, soprattutto per coloro che alla data di modifica dei criteri di adeguamento avevano già maturato i requisiti pensionistici;
se non abbiano considerato la possibilità che siano avanzati rilievi sulla legittimità costituzionale della disposizione richiamata in premessa (comma 2-bis dell'articolo 7-bis del decreto legislativo n. 252 del 2005) nella parte in cui consente di rideterminare la disciplina delle prestazioni con riferimento alle rendite in corso di pagamento, non considerando adeguatamente i diritti di coloro che «hanno raggiunto un elevato livello di consolidamento» del trattamento pensionistico (anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 390 del 1995).
(2-00245) «Francesco Silvestri, Fenu, Pavanelli, Iaria, Cherchi, Ascari, Alfonso Colucci, D'Orso, Amato, Scutellà, Caso, Dell'Olio, Auriemma, Sergio Costa, Santillo, Morfino, Ilaria Fontana, Donno, Giuliano, L'Abbate, Tucci».
Iniziative di competenza in materia di gestione dei patronati Cgil all'estero, alla luce di presunte irregolarità emerse da fonti di stampa – 2-00257
D)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
un articolo pubblicato nella giornata del 30 ottobre 2023, dal quotidiano «Il Giornale» riporta la notizia dell'esistenza di una relazione depositata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, approvata nel 2016 dal Comitato per le questioni degli italiani all'estero istituito al Senato, frutto di un'accurata inchiesta sui patronati all'estero gestiti dalla Cgil;
stando all'articolo il lavoro ispettivo, «durato anni» avrebbe riguardato le «sedi Inca-Cgil di Brasile, Argentina, Canada, Svizzera, Stati Uniti, Austria», e avrebbe «messo in luce un giro di svariati milioni di euro»;
stando alle notizie di stampa «Inca-Cgil è il primo patronato in Italia e all'estero per volume di attività, che assiste oltre cinque milioni di persone in Italia e seicentomila connazionali residenti all'estero», e «dal bilancio CGIL emerge che finanzia l'apparato della comunicazione del sindacato rosso. Nell'assetto societario di Futura Srl, una società creata da Landini nel 2021 per gestire la comunicazione Cgil, Inca possiede ben il 15,5 per cento delle quote»;
il finanziamento di Inca-Cgil avviene proprio attraverso i «patronati sparsi in tutto il mondo, i quali forniscono assistenza fiscale e previdenziale agli italiani all'estero. Per ogni pratica o pensionato, Inca-Cgil incassa soldi dallo Stato italiano», pratiche rispetto alle quali la relazione del Comitato parlamentare ha denunciato numerosissime irregolarità: «Ecco alcuni esempi: a New York gli ispettori del Ministero del lavoro hanno annullato 444 pratiche fiscali, a Buenos Aires 92, a Berna 61, a Parigi 90, a Innsbruck 51»;
le false pratiche, secondo la ricostruzione giornalistica, servirebbero ad aumentare gli incassi da parte dei patronati, posto che i finanziamenti ricevuti si basano su un punteggio direttamente correlato al numero di pratiche evase, secondo il seguente meccanismo: «Per istruire una pratica è necessario (per il Patronato) ricevere un mandato. Ma la verifica ha ravvisato “mandati inesatti o assenti, registrazione di attività inerenti agli anni precedenti, pratiche intestate ad individui non cittadini italiani, o residenti in paese diverso da quello ispezionato, pratiche non finanziabili”», o anche secondo il meccanismo «della doppia statisticazione: riproporre la stessa pratica per più anni solari»;
il Giornale riporta anche una dichiarazione raccolta sui legami tra patronati e parlamentari eletti all'estero: «Va ricordato anche il legame con i parlamentari eletti nelle circoscrizioni estere. I voti arrivano proprio dagli italiani residenti all'estero i cui elenchi sono custoditi dai patronati. Per mantenere lauti introiti e un adeguato status quo fanno eleggere i loro referenti che sono lì a monitorare che nulla venga toccato»;
l'articolo si sofferma, inoltre, sul mancato esame di quella relazione da parte dei Ministri succedutisi dal 2016 al 2022: Giuliano Poletti, indicato dal Partito Democratico, Luigi Di Maio e Nunzia Catalfo, entrambi esponenti del Movimento 5 Stelle, e Andrea Orlando, esponente del PD –:
quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere per fare luce sui gravi fatti riportati in premessa.
(2-00257) «Foti, Almici, Ambrosi, Amich, Amorese, Baldelli, Benvenuti Gostoli, Buonguerrieri, Caiata, Calovini, Cangiano, Cannata, Caramanna, Caretta, Cerreto, Chiesa, Ciaburro, Ciocchetti, Colosimo, Comba, Congedo, Coppo, De Bertoldi, De Corato, Deidda, Di Giuseppe, Di Maggio, Dondi, Filini, Frijia, Gardini, Giorgianni, Iaia, Kelany, Lampis, Lancellotta, La Salandra, Loperfido, Lucaselli, Maccari, Maiorano, Malagola, Malaguti, Mascaretti, Maschio, Matera, Matteoni, Mattia, Maullu, Messina, Michelotti, Milani, Mollicone, Morgante, Mura, Osnato, Padovani, Palombi, Pellicini, Perissa, Polo, Pozzolo, Pulciani, Raimondo, Rampelli, Rizzetto, Roscani, Angelo Rossi, Fabrizio Rossi, Rotelli, Sbardella, Schifone, Rachele Silvestri, Testa, Tremaglia, Tremonti, Urzì, Varchi, Vietri, Vinci, Zucconi, Zurzolo».
Iniziative per l'avvio di un tavolo tecnico di confronto con gli operatori del sistema logistico ferroviario in ordine alle criticità del trasporto delle merci su ferro, nonché elementi sull'erogazione del cosiddetto «ferrobonus» – 2-00251
E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
il settore della logistica e del trasporto ferroviario delle merci costituisce un comparto economico imprescindibile per una politica dei trasporti che si ponga obiettivi generali di decarbonizzazione dell'ambiente, «circolarità» dell'economia, sostenibilità della circolazione delle merci e integrazione tra le diverse modalità di trasporto;
tuttavia, in Italia, tale settore rappresenta una quota ancora minoritaria in riferimento al complesso della mobilità delle merci in Europa;
sono, quindi, necessari investimenti ed interventi mirati per sostenere la competitività del settore della logistica e del trasporto ferroviario delle merci che risulta decisivo per concorrere sui mercati internazionali e per realizzare la transizione ecologica;
il comparto logistico ferroviario in Italia pur avendo grandi potenzialità oggi registra volumi di traffico distanti dalla media europea secondo dati del 2020, con una quota modale pari al 12 per cento rispetto ad una media UE pari al 17 per cento, nonostante venti anni di politiche pro-liberalizzazione del mercato, quattro pacchetti di norme europee e interventi legislativi nazionali di sostegno della cura del ferro. Appare, quindi, necessario intervenire per favorirne l'ulteriore sviluppo;
in particolare sono necessari investimenti che portino in tempi rapidi ai livelli europei il comparto ferroviario italiano, velocizzando ed estendendo gli interventi sulla infrastruttura ferroviaria per l'allineamento delle performance agli standard di trasporto europei e consentire il trasporto di maggiori volumi di merce a parità di costi, producendo efficienza nel sistema e maggiore competitività del trasporto ferroviario; in tale contesto assumono un rilievo centrale i nodi ferroviari urbani per il trasporto delle merci che diventano condizione imprescindibile per lo sviluppo dei territori come, ad esempio, nel caso della città di Roma, in cui la realizzazione della Gronda merci è attesa ormai da lungo tempo con la realizzazione della cintura Nord e quindi di una piena e funzionale infrastruttura ferroviaria;
per una effettiva competitività del comparto nazionale, sono necessari interventi importanti relativi alla intermodalità, eliminando tra l'altro definitivamente i cosiddetti «colli di bottiglia» dell'ultimo miglio attraverso l'integrazione dei diversi sistemi della catena logistica e aumentando l'efficienza dell'infrastruttura di trasporto, che risulta oggi soffrire di un pesante ritardo che, unito alle limitazioni diffuse sulla rete nazionale, determina un pesante aumento dei costi di manovra sulle relazioni ferroviarie di corto, medio e lungo raggio che mette in difficoltà gli operatori del settore;
il trasporto intermodale ferroviario ha dimostrato durante la recente pandemia la sua affidabilità e resilienza, garantendo il trasporto delle merci al sistema produttivo italiano con grande efficienza. Evidenze statistiche degli ultimi anni confermano che l'erogazione del contributo diretto ai clienti (cosiddetto «ferrobonus») ha permesso il rilancio del traffico ferroviario merci, in particolare del trasporto intermodale. L'incentivo è una leva fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi ambientali e di riequilibrio modale posti dal legislatore;
solo il 7 ottobre 2023 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha adottato il provvedimento attuativo della decisione della Commissione europea C (2022)9697 final del 19 dicembre 2022, con la quale la Commissione ribadiva la compatibilità della misura nazionale «ferrobonus» con il mercato interno UE anche con riferimento al periodo 2023-2027;
questo grave ritardo ha causato un forte danno alle imprese che hanno perso 10 mesi di contributi, non essendo, infatti, la misura retroattiva;
la digitalizzazione è uno strumento necessario per aumentare il trasporto intermodale. Nella catena logistica è fondamentale la condivisione in formato digitale e in tempo reale di dati e documenti, in maniera rapida, efficiente e sicura. Risulta necessario superare tutti i vincoli tecnici e normativi in modo da rendere possibile la digitalizzazione di tutti i procedimenti del settore. Le imprese sono già pronte, dato che operano da anni nel mercato europeo, la maggior parte degli altri Paesi dell'Unione, infatti, ha digitalizzato interi processi documentali;
il personale addetto alla circolazione ferroviaria del settore merci è insufficiente a soddisfare l'attuale domanda di traffico e soprattutto per sostenere la crescita dei volumi auspicata dagli obiettivi fissati dal legislatore europeo. Il comparto ha bisogno di circa 3000 addetti alla circolazione ferroviaria per il prossimo triennio;
secondo le associazioni del settore ferroviario merci, il Pnrr prevede un contributo ad oggi insufficiente per promuovere il rilancio del settore (60 e 55 milioni di euro rispettivamente per le locomotive e per i carri), che necessita invece complessivamente di ulteriori 500 milioni di euro per promuovere da un lato un completo svecchiamento del parco esistente e dall'altro consentire il raggiungimento degli obiettivi di shift modale;
secondo quanto dichiarato in una nota dalle principali associazioni di categoria negli scorsi mesi, l'intero cluster della logistica ferroviaria è molto a rischio, poiché le interruzioni ferroviarie previste per la realizzazione delle opere Pnrr, il perdurare della crisi energetica e la burocrazia che affligge il settore rischiano di provocare danni irreversibili per l'intero comparto del trasporto ferroviario merci in Italia. Nel 2026, termine di fine lavori del recovery fund, potrebbero esserci meno operatori attivi sul mercato e vanificare lo sforzo degli investimenti previsto per gli utilizzatori dell'infrastruttura;
al contrario, l'attuale Governo mostra, ad avviso degli interpellanti, un estremo disinteresse per tutti gli aspetti finora illustrati, mentre appare concentrato solo ed esclusivamente su questioni di propaganda politica connesse al progetto del ponte sullo Stretto di Messina, ricominciando ad investire preziose risorse per riattivare la società concessionaria Stretto di Messina Spa e per eliminare il tetto di 240 mila euro agli stipendi dei dirigenti –:
se non ritenga urgente avviare un tavolo tecnico di confronto con gli operatori del sistema logistico ferroviario finalizzato a individuare tutte le criticità emergenti, al fine di predisporre le più adeguate soluzioni per l'intero comparto del trasporto su ferro, particolarmente apprezzabile nel corso della fase attuativa del Pnrr, con riferimento agli investimenti che prevedono interventi e lavori sull'infrastruttura ferroviaria;
quali siano le ragioni che hanno determinato un così forte ritardo nell'adozione dei provvedimenti attuativi delle disposizioni legislative per l'erogazione del contributo «ferrobonus» per l'annualità 2023 e come intenda procedere per il contributo nell'anno 2024.
(2-00251) «Casu, Braga, Barbagallo, Simiani, Bakkali, Ghio, Morassut, Curti, Ferrari, Scarpa».
Iniziative di competenza volte a chiarire le modalità di applicazione delle norme in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime, alla luce della recente giurisprudenza italiana ed europea – 2-00256
F)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
il Consiglio di Stato con le sentenze nn. 17 e 18 del 9 novembre 2021 ha stabilito che le norme italiane che prorogano in modo automatico le concessioni demaniali marittime sono in contrasto con il diritto europeo e, pertanto, vanno disapplicate. Le concessioni in vigore restano efficaci fino al 31 dicembre 2023, al fine di dare alle pubbliche amministrazioni il tempo per organizzare le gare;
la legge n. 118 del 5 agosto 2022, legge sulla concorrenza 2021, ha stabilito la necessità di effettuare una ricognizione sulla effettiva «scarsità» del bene aree demaniali marittime, al fine di valutare l'applicabilità o meno della Direttiva 2006 123 CE – «Bolkestein»;
al fine di consentire la definizione dei criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, il decreto-legge n. 198 del 2022 (cosiddetto «Milleproroghe») ha previsto la proroga delle concessioni fino al 31 dicembre 2024;
il Consiglio di Stato, con la sentenza 2192 del 1° marzo 2023 ha ritenuto, in maniera netta, che qualsiasi proroga, anche a quella introdotta dalla legge di conversione del decreto «Milleproroghe», sia in contrasto con il diritto europeo e confermandone la disapplicazione;
su tale sostrato è intervenuta la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) del 20 aprile 2023, emessa su rinvio pregiudiziale del Tar Puglia, che ha fornito un'interpretazione «autentica» della direttiva Bolkestein, affermando che i giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, debbano applicare le norme dell'Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse;
innovativamente la suddetta sentenza statuisce un ulteriore principio riguardante la valutazione della scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili: la CGUE, in merito all'applicabilità dell'articolo 12 della direttiva Bolkestein, ha chiarito che esso deve essere interpretato nel senso che tale valutazione deve avvenire combinando un approccio generale e astratto, a livello nazionale, e un approccio caso per caso, basato su un'analisi del territorio costiero del comune in questione;
un significativo cambio di prospettiva dopo la sentenza «Promoimpresa» (CGUE 14 luglio 2016), nella quale, invece, l'accertamento sulla scarsità della risorsa era stato demandato al giudice nazionale;
dai lavori del tavolo tecnico per la mappatura dei regimi concessori di beni pubblici, dell'estate 2023, è emersa una disponibilità delle aree del solo demanio marittimo (7.000 chilometri quadrati), con esclusione del demanio idrico (65.000 chilometri quadrati), che giunge al 67 per cento;
la questione è di non scarsa rilevanza e si inserisce in uno scenario normativo e giurisprudenziale caratterizzato da uno stato di incertezza e confusione. Da un lato, il legislatore ha concesso maggiore tempo al Governo per dare attuazione alla riforma introdotta dalla legge sulla concorrenza, dall'altro, il Consiglio di Stato si è sempre espresso in senso contrario, da ultimo la Corte di giustizia dell'Unione europea fornisce ulteriori elementi interpretativi;
il comma 4-bis dell'articolo 4 della legge sulla concorrenza 2021, inserito dal cosiddetto decreto Milleproroghe 2023, in vigore dal 28 febbraio 2023, precisa che è fatto divieto agli enti concedenti di procedere all'emanazione dei bandi di assegnazione delle concessioni demaniali marittime fino all'adozione dei decreti legislativi di riordino del sistema;
quanto sopra detto può interpretarsi nel senso che non vi sarebbe responsabilità degli enti concedenti, qualora dessero applicazione alla suddetta norma di legge che si porrebbe in contrasto con la giurisprudenza amministrativa, ma non con il diritto comunitario, mentre viceversa l'emanazione dei bandi di assegnazione di concessioni demaniali marittime a far data dal 1° gennaio 2024 comporterebbe le responsabilità per legittimo affidamento, danno erariale e danno ai concessionari uscenti –:
se non si ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza volte a chiarire le modalità applicative del complesso di statuizioni descritte in premesse, anche al fine di individuare i limiti della responsabilità degli enti e dei loro dirigenti.
(2-00256) «Deborah Bergamini, Bagnasco, D'Attis, Tenerini, Tassinari, Battilocchio, De Palma».
Chiarimenti in merito alla tipologia di prodotti da fumo oggetto di divieto di comunicazioni commerciali ai sensi del decreto legislativo n. 6 del 2016 – 2-00259
G)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
il comma 10 dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 6 del 2016, vieta le comunicazioni commerciali nei servizi della società dell'informazione, sulla stampa e altre pubblicazioni stampate, aventi lo scopo anche indiretto di promuovere le sigarette elettroniche e i liquidi di ricarica;
il divieto scopra citato è rivolto alle sigarette elettroniche e ai liquidi di ricarica contenenti nicotina, ma si sta registrando un'incertezza interpretativa nell'applicazione della disposizione normativa che ha portato a pronunciamenti giudiziari difformi che avrebbero ricompreso nel divieto anche la comunicazione commerciale di prodotti privi di nicotina;
ricomprendere nel divieto di pubblicità i prodotti da fumo non contenenti nicotina appare agli interpellanti un'interpretazione distorsiva della norma vigente –:
se il Governo intenda adottare iniziative volte a chiarire se nelle disposizioni recate dal comma 10 dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 6 del 2016 siano da ricomprendersi anche i prodotti da fumo non contenenti nicotina.
(2-00259) «Deborah Bergamini, Battilocchio».
Chiarimenti in merito alla possibile quotazione in borsa di Ferrovie dello Stato – 2-00264
H)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, il Governo sta lavorando ad un piano per quotare Ferrovie dello Stato in borsa fino al 40 per cento, sul «modello Terna» che possiede la rete elettrica per il 40 per cento del gruppo;
il Ministro dell'economia e delle finanze, alla fine dell'audizione in Parlamento sulla Nadef, non avrebbe smentito l'ipotesi di un piano di «dismissione» delle Ferrovie nel tentativo di finanziare la manovra di bilancio 2024, per venire incontro alle aspettative della maggioranza e, nello stesso tempo, ridurre il debito pubblico, rassicurando i mercati sulla stabilità delle finanze pubbliche;
dall'operazione ci si attenderebbe un valore compreso tra i 4 ed i 5 miliardi di euro nell'ambito dei più cospicui incassi che il Governo punta a realizzare con le privatizzazioni, in relazione alle quali nei documenti di finanza pubblica il Governo ha indicato la cifra di 20 miliardi di incassi nel triennio;
l'operazione relativa alle Ferrovie è, comunque, molto complessa e per portare a fondo un'operazione del genere le medesime fonti dichiarano che occorre almeno un anno; ciò che rende complicata l'operazione è il conseguente riassetto societario poiché la rete non può essere venduta come il business dei treni, dato che è la stessa sulla quale transitano i treni privati di Italo; si paventa, quindi, la possibilità di seguire due strade;
da una parte si potrebbe procedere attraverso una separazione secca fra le due grandi controllate del gruppo, ovvero Trenitalia e Rete ferroviaria italiana, con quest'ultima che gestisce l'infrastruttura e che resterebbe per intero allo Stato. Tale soluzione richiede molto tempo e determinerebbe minori introiti;
la seconda ipotesi prevede di rendere preventivamente «neutrale» la rete ed allo stesso tempo remunerativa per alcuni privati. L'ipotesi è quella di permettere ai fondi pensione di partecipare ai nuovi investimenti infrastrutturali sulla rete; in questo modo si massimizzerebbero gli introiti e si eviterebbe la censura delle istituzioni comunitarie;
il Pnrr ha assegnato al gruppo Ferrovie dello Stato oltre 26 miliardi di euro, rendendo l'azienda il più grande appaltatore del Paese. Inoltre l'azienda ha definito un piano da 200 miliardi di investimenti in un decennio per colmare il divario infrastrutturale tra Nord e Sud e per il potenziamento delle interconnessioni tra porti e aeroporti, stazioni ferroviarie e terminal merci;
il gruppo Ferrovie è l'ultima società pubblica privatizzabile di cui lo Stato possiede ancora il 100 per cento ed il business ferroviario richiama l'attenzione di molti investitori, come dimostra il caso Italo;
il Ministro interpellato in audizione sulla Nadef dichiarato che la prossima manovra di bilancio presuppone un taglio della spesa ed un piano di dismissioni «monstre» da 20 miliardi di euro, in «un percorso ad ostacoli che vogliamo comunque perseguire»;
il finanziamento di misure sociali ed il perseguimento di riforme strutturali non può essere realizzato con introiti una tantum derivanti dalla cessione delle quote di partecipazioni dello Stato –:
quale siano le intenzioni del Governo sulle questioni esposte in premessa e se intenda garantire l'interesse nazionale evitando in ogni modo la privatizzazione della rete ferroviaria, tutelandone, in tal modo, la funzione strategica per il Paese.
(2-00264) «Barbagallo, Casu, Bakkali, Ghio, Morassut, Serracchiani, Orlando, Cuperlo, Porta, Lai, Lacarra, Provenzano, Stumpo, Roggiani, Amendola, D'Alfonso, De Luca, Malavasi, De Maria, Gnassi, Graziano, Zingaretti, Andrea Rossi, Fassino, Peluffo, Fornaro, Ubaldo Pagano, Fossi, Marino, Scotto, Forattini, Toni Ricciardi, Bonafè, Iacono, Girelli, Curti, Gribaudo, Berruto».
Iniziative volte alla salvaguardia del gruppo aziendale «La Perla», al fine di garantire la continuità operativa e il mantenimento dei livelli occupazionali, nonché elementi in ordine all'assolvimento degli obblighi contributivi e fiscali dell'attuale gestione – 2-00261
I)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
«La Perla», fondata nel 1954 da Ada Masotti, rappresenta un marchio di grandissimo valore per il made in Italy ed un presidio produttivo di rilievo nazionale conosciuto in tutto il mondo. L'azienda, situata a Bologna, svolge attività di ideazione, produzione e vendita su scala mondiale di abbigliamento intimo di pregio maschile e femminile;
gran parte del personale impiegato da «La Perla» è rappresentato da donne, artigiane d'eccellenza, altamente specializzate che hanno acquisito nel tempo competenze professionali uniche e difficilmente riscontrabili in altre realtà nazionali;
i capi della collezione «La Perla», realizzati da maestrie artigianali uniche con tecniche antiche e considerati unici ed espressione di un lusso raro e prezioso, sono venduti in tutto il mondo anche direttamente attraverso propri negozi presenti in Europa, nell'America del Nord, in Asia e in Medio Oriente;
dal febbraio 2018, con il passaggio della proprietà di «La Perla» al fondo olandese Tennor Holding, la situazione economica e finanziaria dell'azienda è notevolmente peggiorata dal punto di vista economico e finanziario ed organizzativo, per effetto di scelte gestionali errate e per l'assenza di un vero e proprio piano industriale incentrato sul rilancio e la valorizzazione dei prodotti e delle capacità manifatturiere dell'azienda;
dal 2018 al 2023, in ragione della gestione fallimentare di Tennor Holding:
a) la rete retail di «La Perla» nel mondo è stata ridotta da centoventi punti vendita, quarantaquattro corner e tre spacci, a quarantaquattro punti vendita, un negozio stagionale ed uno spaccio. Al contempo, quella nazionale è stata ridotta da nove boutique, un corner, sette outlet e tre spacci, ad una sola boutique, un corner, tre outlet e uno spaccio;
b) i fornitori vanterebbero almeno 70 milioni di euro di mancati pagamenti;
sulla base dei dati di bilancio disponibili de La Perla Fashion Holding:
a) i ricavi si sono ridotti da 85,5 milioni di euro del 2019 a 69 milioni di euro nel 2022;
b) l'azienda non ha registrato utili nel periodo 2019-2022, ma soltanto perdite pari a 89 milioni di euro nel 2019, 136,3 milioni di euro nel 2020, a 45,2 milioni di euro nel 2021 e a 49,4 milioni di euro nel 2022;
c) l'indebitamento netto è cresciuto in misura esponenziale passando da 132,66 milioni di euro a 336,68 milioni di euro;
nel Regno Unito, La Perla Global Management Limited è stata liquidata il 1° novembre 2023 con una sentenza della magistratura inglese a causa di 2,8 milioni di sterline di imposte non pagate; risulta anche una petizione da parte dei creditori volta a chiedere la liquidazione della società e la destinazione dei proventi all'estinzione dei debiti pregressi;
il taglio del personale in organico è tra i dati maggiormente preoccupanti della gestione Tennor Holding. A febbraio 2018, il gruppo «La Perla» occupava 615 dipendenti, mentre nel 2023, dopo una sequenza di licenziamenti, i dipendenti si sono ridotti a 324, di cui 220 in La Perla manufacturing srl, 70 in La Perla UK e 34 in La Perla Italia;
nel mese di agosto 2023, il personale di «La Perla», senza alcun preavviso, non ha ricevuto il pagamento dello stipendio relativo al mese di luglio; gli stipendi sono stati successivamente corrisposti grazie alle iniziative assunte dai sindacati e dalle istituzioni;
nel tavolo di crisi del 5 settembre 2023, aperto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, per affrontare la situazione di crisi dell'azienda, sono mancati impegni chiari da parte della proprietà sullo sviluppo e il rilancio del gruppo «La Perla» sul fronte produttivo e finanziario, lasciando nell'incertezza le lavoratrici e i lavoratori dell'azienda;
in data 6 novembre 2023 è previsto un ulteriore incontro al tavolo di crisi aperto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, dal cui esito dipende il futuro del gruppo «La Perla» e dei suoi dipendenti, anche in considerazione della grave mancata programmazione della produzione di capi per la prossima stagione, che rischia di ripercuotersi ulteriormente sull'andamento delle vendite, dei ricavi e della situazione debitoria dell'azienda;
in conseguenza della gestione e del comportamento, ad avviso degli interpellanti, irresponsabile della proprietà del gruppo «La Perla» sono a forte rischio numerosi posti di lavoro altamente qualificati e la continuità operativa di una impresa di grande valore per il Paese –:
quali iniziative si intenda intraprendere al fine di garantire il rilancio immediato della produzione del gruppo «La Perla» e per evitare derive finanziare e speculazioni finalizzate a disperdere il know-how professionale dei dipendenti e a sottrarre al nostro Paese il marchio di una realtà aziendale di prestigio per l'industria tessile;
se non si ritenga opportuno, in assenza di precisi e documentati impegni da parte del fondo Tennor Holding, tenuto conto della preoccupante situazione economica e finanziaria del gruppo «La Perla», che sia immediatamente attivata una procedura di amministrazione straordinaria finalizzata a garantire la continuità operativa dell'azienda, il mantenimento dei livelli occupazionali e la transizione verso una nuova proprietà che sia in grado di garantire, attraverso un serio piano industriale e finanziario, gli investimenti necessari al rilancio e alla valorizzazione dell'azienda bolognese;
se si intenda, altresì, adottare le iniziative di competenza volte ad accertare se l'attuale proprietà del gruppo «La Perla» abbia effettivamente versato tutti gli stipendi e i contributi dovuti al personale dipendente e se risulti che siano stati adempiuti tutti gli obblighi di versamento di imposte e tributi nei confronti dell'erario.
(2-00261) «De Maria, Schlein, Braga, Scotto, Merola, Guerra, Malavasi, Andrea Rossi, Vaccari, Laus, Sarracino, Gribaudo, Fossi».