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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 203 di lunedì 27 novembre 2023

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ROBERTO GIACHETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 24 novembre 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno (A.C. 1458-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1458-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'Interno.

Ricordo che nella seduta di venerdì 24 novembre il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione.

Ricordo, altresì, che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 15 novembre, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 13,30.

Dopo tale votazione, i lavori proseguiranno a partire dalle ore 15,30 con l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1458-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Aboubakar Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Dichiaro da subito che il mio sarà convintamente un voto contrario a quanto propone il Governo, per tre motivi.

Il primo motivo è legato al fatto che questo provvedimento del Governo non prende in considerazione che i processi migratori oggi sono l'espressione di un fatto sociale, che rispondono a squilibri, interrogano le disuguaglianze, interrogano le sfide legate alla crisi climatica, interrogano tante guerre, tanti conflitti che sono alla base di tanti processi migratori.

Il secondo motivo, Presidente, è legato al fatto che l'attuale norma di legge che il Governo propone anche oggi non si rende conto che siamo di fronte ai limiti dello Stato-nazione, che dicono che una sfida del genere non può essere affrontata con proclami roboanti o proclami muscolosi. Ci sono oltre 150.000 persone che sono entrate nel nostro Paese dall'inizio dell'anno, 8 milioni di persone con background migratori e i loro figli senza cittadinanza, 12 milioni di persone, con riferimento alle quali le Nazioni Unite - e concludo, Presidente - dicono che l'Italia, il nostro Paese, dovrà far fronte a una sfida che riguarda domanda di lavoro, decrescita demografica e anche sostenibilità del nostro sistema pensionistico.

Concludo con il terzo motivo, che riguarda il fatto che questa norma non tiene in considerazione la necessità di costruire la cornice di un piano che abbia al centro il diritto di restare e di partire: restare con delle opportunità nei luoghi, nei Paesi di origine e, quindi, partire creando canali di immigrazione capaci di salvare le vite umane (Applausi del deputato Ciani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, signora Presidente. Signor Sottosegretario, colleghi, essendo intervenuto anche nella discussione generale, riprenderò brevemente alcune questioni di merito, però, visto che stiamo votando la fiducia, vorrei soffermarmi preliminarmente sul tema metodologico, nel senso che noi siamo, se non erro, alla quarantaduesima fiducia che il Governo pone, tra Camera e Senato, sui provvedimenti di conversione di decreti-legge e siamo, se non sbaglio, a una media di 3,83 fiducie al mese. Questo solo per dare un esempio e per spiegare che questo tema non riguarda solo questo Governo: nella perversione di questo gioco, ovviamente, il Governo che viene dopo riesce sempre a fare peggio del Governo che c'era prima. Facciamo una retromarcia e andiamo a vedere quale era la media dei Governi passati, partendo, per esempio, dall'ultimo Governo Berlusconi, che aveva una media di 1,07; il Governo Letta aveva una media di 1,11, il Governo Renzi di 2, il Governo Gentiloni di 2,13, il Governo “Conte 2” di 2,25, il Governo Draghi di 2,89, e ora siamo arrivati a questa media.

Che cosa comporta questo, oltre alla mortificazione del Parlamento, sulla quale arriverò? È che, spesso e volentieri, ormai, il numero di decreti che viene prodotto dal Governo e le fiducie che vengono messe mortificano, come è del tutto evidente, non soltanto l'istituzione Parlamento, ma anche la possibilità per ciascun deputato e senatore, di maggioranza e di opposizione, di svolgere quello che dovrebbe essere il proprio dovere. Ma si crea anche un meccanismo perverso per il quale, come è accaduto al Governo Meloni, si fanno dei decreti che, poi, non si fa in tempo a convertire in legge; quindi, si fanno sostanzialmente decadere e vengono ripresentati e rimessi all'interno di nuovi decreti che accolgono e raccolgono le norme che non si è fatto in tempo a convertire.

E si aggiunge un altro tema che, anche questo, non è soltanto figlio di questo Governo, ma è un trend che, purtroppo, ci sta portando a quella che è una Costituzione di fatto, prima della Costituzione materiale, cioè la trasformazione del Parlamento in una situazione di monocameralismo perfetto, direi, che vale, presumo, anche per questo decreto-legge, che, se non erro, scade il 4 novembre: siamo al 27, ammesso che noi oggi lo approviamo, il Senato avrà 8-9 giorni - e sono anche parecchi rispetto ad altre situazioni nelle quali ci siamo trovati - per poterlo approvare. Cosa comporta questo? Che ci troviamo in una situazione nella quale, una volta che un provvedimento viene presentato in una delle Camere, l'altra Camera può soltanto ratificarlo, arrivando all'eccesso - anche a me questo non scandalizza, colleghi - che qualcuno nella maggioranza o il Presidente del Consiglio abbia detto che sulla legge di bilancio la maggioranza non presenterà emendamenti. Intanto, è un artificio, perché, comunque, poi, ci sono il Governo e i relatori che possono tranquillamente, facendo parte di quella maggioranza, presentare, a nome della maggioranza, emendamenti al bilancio. Ma è del tutto evidente che, ormai, i tempi e l'ingolfamento del lavoro parlamentare non consentono minimamente di avere un percorso lineare e la possibilità per ciascuna delle due Camere di esaminare, nei due rami del Parlamento, le medesime norme; e mi riferisco a quello che la Costituzione materiale prevedrebbe quando prevede un bicameralismo che almeno consente di correggere non dico gli errori, ma le cose che, magari, non tornano, approvate nell'altra Camera. A questo siamo ridotti.

Quando sento che, sul tema delle riforme istituzionali, si alzano le grida di dolore per quella che sarebbe la trasformazione del Parlamento, la sua umiliazione e via dicendo, vorrei chiedere a coloro che avanzano questo tipo di critiche se possono aprire gli occhi e guardare, senza alcuna riforma costituzionale, a cosa abbiamo ridotto il Parlamento e dire loro se non sia utile, per criticare determinate riforme, come quella istituzionale - del tutto lecitamente -, usare altri argomenti, perché questi, francamente, li ritengo del tutto spuntati; in quanto, a regime attuale, a Costituzione vigente, noi, tutti insieme, quando eravamo in maggioranza o quando eravamo all'opposizione, abbiamo ridotto il Parlamento in un silenziamento, con l'orrido spettacolo - lo dico io, quindi me ne assumo la responsabilità - degli ordini del giorno che ormai sono diventati una specie di suk, in cui, in continuazione, si cercano addirittura la modifica, la correzione, la riformulazione, per poter ottenere cosa? L'unica cosa che è rimasta a un parlamentare: ossia che un ordine del giorno passi con contenuti che sappiamo perfettamente essere del tutto ininfluenti, perché, spesso e volentieri, le norme non contano, figuriamoci gli ordini del giorno.

Questo è il contesto, questa è la cornice nella quale ci troviamo ad agire e questa è la cornice nella quale anche il decreto-legge che abbiamo oggi all'ordine del giorno francamente lascia perplessi, perché ci si domanda in origine: qual è l'urgenza di un decreto-legge, che è un provvedimento urgente per il quale ricorrono precise considerazioni e precetti costituzionali, tra i quali dovrebbe esserci l'omogeneità? Qual è l'utilità e la necessità di un decreto-legge dopo che questo Governo, sul tema dell'immigrazione, è intervenuto ripetutamente tre, quattro volte con decreti, con norme all'interno di altri decreti e, ovviamente, ponendo la fiducia? Apro e chiudo parentesi, in questo teatrino di critiche - il Governo, la fiducia e via dicendo -, non è che l'attuale Governo e, in particolare, l'attuale Ministro per i Rapporti con il Parlamento si possono sottrarre. Vorrei prendere una dichiarazione dell'attuale Ministro per i Rapporti con il Parlamento, durante il Governo Draghi, del 24 maggio 2022. Ricordo che siamo, comunque, a una percentuale inferiore rispetto a quella che sta tenendo l'attuale Governo Meloni.

Così diceva il collega Ciriani: “Il Governo non sa gestire le contraddizioni al suo interno e così è arrivato al record di fiducie. Da Draghi sempre mediazioni al ribasso per accontentare i partiti, non è questo il bene dell'Italia”. Ancora: “Siamo arrivati a 51 fiducie, un record assoluto, perché il Governo non è in grado di gestire le contraddizioni al suo interno, che sono destinate ad aumentare via via che si avvicinano le elezioni, con i partiti che vogliono mettere le loro bandierine”. Pensate cosa diceva Ciriani. “Draghi chiede la fiducia e cerca mediazioni sempre al ribasso, a me sfugge come il Governo possa fare il bene del Paese in questo modo, a partire dal PNRR. Governare così” - conclude - “non è una prova di forza, ma di debolezza”.

Il suo fratello gemello, il collega Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il 5 settembre del 2003, spiegava la ratio delle fiducie e dice: “Il ricorso alla decretazione d'urgenza è dettato dalla necessità del Paese e della politica di avere e dare risposte celeri per rispondere alle emergenze e alle esigenze impellenti. Per quanto riguarda la fiducia, il più delle volte è una questione legata ai tempi. I decreti-legge hanno una data di scadenza fissata a 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta” - c'è anche una lezione di diritto costituzionale, che non fa mai male - “data entro la quale devono per forza essere trasformati in legge dal Parlamento, altrimenti decadono”. Ma va? Diceva qualcuno. Davvero dici che decadono?

Vogliamo, per esempio, raccontare l'iter di questo provvedimento che abbiamo oggi all'ordine del giorno in Commissione affari costituzionali? Vogliamo sapere quando è arrivato? Vogliamo sapere qual è stata la paralisi, non certo legata all'ostruzionismo dell'opposizione, ma legata all'ostruzionismo della maggioranza ed, in particolare, all'incapacità anche di coordinarsi con il Ministero dell'Economia e delle finanze e con la Ragioneria generale dello Stato che poi deve dare i pareri sugli emendamenti (c'è qui il relatore). Uno spezzone di questo esilarante percorso in Commissione affari costituzionali ha comportato una stretta negli interventi per cui gli interventi potevano essere al massimo di tre minuti, con l'impedimento a deputati di altre Commissioni di partecipare al dibattito, che pure è di un certo interesse, sedute fino a mezzanotte e anche oltre, compresa l'ultima seduta dell'altra settimana fino a mezzanotte con interventi massimo di tre minuti perché c'era una dead line che era il venerdì per la scadenza e il parere al relatore. Improvvisamente, finisce la seduta a mezzanotte e uno si aspetta che il giorno dopo ...

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Sono già arrivato a nove minuti? Benissimo. Uno si aspetta che, il giorno dopo, la Commissione venga convocata alle 8 per poter esaminare il provvedimento e si apprende invece che il Presidente della Commissione convoca la Commissione a mezzogiorno. La Commissione, convocata a mezzogiorno, si apre e si chiude, perché manca il parere del MEF; doveva essere ripresa alle 14 e siamo andati alle 16. Insomma, morale della favola, siamo arrivati a un giorno dopo, anzi, due giorni dopo, semplicemente perché non era minimamente preparato il lavoro sugli emendamenti, senza nulla togliere al lavoro del relatore, ma ripeto rispetto al coordinamento con il MEF.

Questo è il contesto nel quale abbiamo facilmente spiegato e spiegheremo (nell'intervento che ho svolto in discussione generale e, soprattutto, in quello che farà in dichiarazione di voto finale l'onorevole Boschi) quali sono le criticità - per dire un eufemismo - e gli errori, per dire come la pensiamo noi, con riferimento a questo decreto, che soprattutto - ho finito, Presidente - avrà una linearità e consequenzialità rispetto a tutto quello che è stato fatto adesso da questo Governo. Non serve assolutamente a nulla perché voi continuate a far credere che l'obiettivo sia quello di impedire che ci sia un fenomeno migratorio che ci investe e noi sappiamo perfettamente che questo non lo impediremo mai. Quello che dovremmo fare è gestirlo e sicuramente queste norme non aiutano a farlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, ci troviamo oggi in quest'Aula a votare la fiducia al Governo posta su un provvedimento riguardante l'immigrazione. È un provvedimento che arriva in un momento storico molto complesso ed, infatti, non solo le crisi sfociate in Ucraina ed in Israele, ma anche le forti instabilità nei Balcani ci impongono una seria riflessione su come vogliamo essere e come vogliamo affrontare i problemi.

Questo Governo, da inizio legislatura, si è posto un ambizioso obiettivo, quello di affrontare i problemi nazionali ed internazionali con serietà e lucidità per dare risposte ai cittadini che hanno riposto la loro fiducia e quella del Paese in questa maggioranza.

Certamente, il problema migratorio non nasce oggi, anzi, storicamente, il nostro Paese per la sua posizione geografica è sempre stato soggetto ai flussi migratori. Il nostro Paese ha saputo e sa accogliere, mostrando forza e collaborazione. Così come il problema, estremamente complicato, non è nato oggi e spero venga risolto nel brevissimo tempo, ma è importante, giorno dopo giorno, lavorare affinché si raggiungano soluzioni serie, concrete e durature. La storia ce lo insegna: con soluzioni tampone non si risolvono i problemi; anzi, purtroppo, si acuiscono, illudendoci di aver fatto del bene. Per questo motivo, il nostro compito sta nel lavorare affinché vengano promulgate giuste leggi che sostengano il nostro Paese, i nostri cittadini e i nostri amministratori locali.

Signora Presidente, ritengo sia fondamentale partire proprio dai dati perché, se, da un lato, l'ideologia e la tifoseria politica, erroneamente, stanno portando la questione migratoria sul piano dei buoni e dei cattivi, dall'altro lato, i dati non sono soggettivi (i dati non hanno colore), ma ci mostrano una realtà difficile e su questo noi tutti dobbiamo scontrarci, ma anche trovare soluzioni.

Dal 1° al 24 novembre il numero dei migranti sbarcati nelle nostre coste è 7.284, a cui dobbiamo aggiungere i 573 migranti che sono sbarcati questa mattina a Lampedusa. Uomini, donne e bambini che affrontano il mare in tempesta per sbarcare nelle nostre coste rischiando la vita. Ecco, se c'è una cosa che questo Governo ha sempre fatto da inizio legislatura è provare a tutelare le vite di questi migranti, cercando di combattere con tutte le forze questo traffico illecito di vite umane. Quello che andremo a votare sarà, infatti, il terzo provvedimento dedicato completamente all'immigrazione e questi provvedimenti fanno seguito poi anche ad importanti interventi sul territorio di Lampedusa e di Linosa, approvati con il decreto Sud e il piano Mattei che, come sapete, è in discussione in questi giorni al Senato. Quindi, lavoro parlamentare e lavoro ministeriale che non possono prescindere dal ruolo sempre più centrale che il nostro Paese sta giocando sullo scacchiere internazionale, sia creando una sinergia maggiore con l'Unione europea, sia trattando singolarmente con i nostri vicini e alleati al fine di costruire una fitta rete di relazioni che possano aiutarci ad affrontare seriamente il problema migratorio.

Non da ultimo ci tengo a citarlo perché continua ingiustificatamente ad essere oggetto di dibattito e scontro il recente accordo tra Italia e Albania in materia di immigrazione che ha mostrato chiaramente la postura che questo Governo e questa maggioranza hanno inteso assumere di fronte al problema dell'immigrazione. Nessun pregiudizio ideologico, nessuna precondizione particolare: semplicemente, il rispetto delle leggi.

L'accordo con l'Albania presenta come strategia di fondo quella di una gestione pragmatica del fenomeno migratorio, finalizzata essenzialmente ad esercitare controlli più serrati a monte, garantendo di conseguenza maggiore sicurezza sia per il nostro Paese che per l'intera Unione europea. Come ricordava il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, non è un caso che il terrorista dell'attentato a Bruxelles dell'ottobre scorso fosse sbarcato proprio a Lampedusa. In tale solco, si inserisce anche il provvedimento oggi in esame in quest'Aula e sul quale è stata posta la questione di fiducia.

Con questo provvedimento vengono aggiornati i riferimenti normativi alla base delle situazioni soggettive che devono essere considerate nel valutare la pericolosità per l'ordine pubblico o la sicurezza dello Stato dei richiedenti il permesso di soggiorno, ai fini del rilascio del permesso, facendo riferimento alle categorie sottoposte a misura di prevenzione, indicati dagli articoli 1, 4 e 15 del codice delle leggi antimafia. Inoltre, si stabilisce che sia il Ministro dell'Interno l'autorità deputata a decretare l'espulsione dello straniero soggiornante di lungo periodo che costituisce una minaccia per l'ordine pubblico o per la sicurezza dello Stato, mentre nei casi in cui ricorrano gravi motivi di pubblica sicurezza l'espulsione è disposta direttamente dal prefetto.

All'interno del testo viene poi ribadita la competenza del giudice amministrativo nell'esame dei ricorsi contro i provvedimenti di espulsione disposti dal Ministro dell'Interno e quello del giudice ordinario contro quelli del prefetto. Inoltre, viene disciplinata la procedura di espulsione dello straniero nei casi in cui sia destinatario di una delle misure amministrative di sicurezza di cui al codice penale. Viene ancora modificata la disciplina relativa al diritto di difesa dello straniero parte offesa, ovvero sottoposto a procedimento penale che sia stato espulso prevedendo che il questore abbia la facoltà di negare l'autorizzazione al rientro in Italia, qualora la presenza dell'interessato possa procurare gravi turbative o grave pericolo all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica. Ci tengo a soffermarmi su questo punto, in quanto strettamente di attualità. Infatti, sempre più di frequente ci scontriamo con notizie di cronaca che coinvolgono individui che hanno già avuto provvedimenti di espulsione e continuano ad aggirarsi nel nostro Paese reiterando il reato. In questo senso si inserisce questa norma che se, da una parte, vuole essere intransigente verso chi entra in maniera irregolare e sceglie il nostro Paese nella speranza di poter indisturbatamente continuare a vivere una vita senza valori, dall'altra, vuole invece premiare chi sceglie il nostro Paese per una vita migliore condividendo le nostre leggi.

Signora Presidente, molto spesso pensiamo che una legge basti per risolvere i problemi e spesso è accaduto nella storia repubblicana che le leggi fatte da Roma non rispondessero in realtà alle necessità che i nostri amministratori locali avevano sul territorio. Proprio per questo, guardo con ammirazione il lavoro che viene svolto quotidianamente da tutti i sindaci, dagli amministratori delle città maggiormente colpite dal flusso migratorio, perché molto spesso si sono sentiti soli e abbandonati, costretti a mettere da parte il loro mandato o, peggio ancora, i progetti imprenditoriali e turistici che avrebbero coinvolto le proprie città per far fronte alla crisi migratoria. Questo Governo non vuole lasciare soli gli amministratori, anzi vuole dare una vera e propria iniezione di fiducia alle città anche tramite l'assegnazione di altre unità nei ruoli di ispettori e sovrintendenti della Polizia di Stato, implementando il contingente delle Forze armate dell'operazione Strade sicure, con 400 unità, e tramite altre misure di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, anche con riferimento alla disciplina della conversione del permesso di soggiorno per minori stranieri non accompagnati al compimento della maggiore età.

Tutto questo per completare un provvedimento che mira sostanzialmente a mettere ulteriore ordine alla disciplina in materia di immigrazione e di gestione giuridico-amministrativa del fenomeno. Con questo voglio dire che sono soddisfatto che all'interno della legge di bilancio siano presenti importanti risorse destinate alle Forze di polizia, a cui va il nostro plauso e la nostra gratitudine per il lavoro che svolgono quotidianamente.

I provvedimenti di questo Governo si muovono tutti in un'unica direzione: interrompere e punire chi lucra sulla vita delle persone e premiare invece chi sceglie di entrare legalmente nel nostro Paese. Riuscire nell'ambizioso intento di gestire e programmare i flussi migratori non solo consente una maggiore sicurezza, ma dà anche risposte più concrete al comparto produttivo nazionale. Proprio ieri si è chiusa la fase di pre-compilazione delle domande per gli ingressi regolari dei lavoratori non comunitari; saranno, infatti, 136.000 i permessi che verranno rilasciati per i lavoratori e se c'è una cosa che ci ha insegnato il decreto Flussi del 2022 è che vi è un'importantissima richiesta di permessi di soggiorno regolari per i lavoratori non comunitari. Infatti, il dato del 2022 indicava oltre 240.000 domande ricevute dal Viminale.

Ritengo che questo Governo sia sulla strada giusta, una strada lunga e che spesso dovrà far fronte a scelte coraggiose e difficili, ma che serviranno a rendere il nostro Paese più sicuro ed ospitale. Dobbiamo avere come unica guida i valori sanciti dalla nostra Costituzione, che mettono al centro l'uomo, con i suoi diritti, che devono essere sempre garantiti, e i doveri, che devono essere rispettati da chiunque voglia entrare e soggiornare nel nostro Paese.

Per questi motivi, noi ci auspichiamo che il Governo prosegua su questa strada, ascoltando gli amministratori locali e promuovendo leggi serie e se continuerà - come riteniamo - su questo solco saprà che da questa parte troverà un alleato serio e affidabile.

Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole alla fiducia del gruppo di Noi Moderati.

PRESIDENTE. Saluto i docenti, le studentesse e gli studenti dell'istituto di istruzione superiore Sallustio Bandini di Siena, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, abbiamo ormai perso il conto dei decreti-legge su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, ma oggi non mi soffermerò sull'abuso della decretazione d'urgenza, per quanto sia sempre più convinta che questa pratica svilisca profondamente il ruolo del Parlamento. La cosa che trovo più incredibile è che le disposizioni necessarie e urgenti vengano impiegate continuamente per fare propaganda e non, piuttosto, per dare risposte al Paese. Lo dimostrate anche con questo ennesimo decreto, il quarto in un solo anno che si occupa di migranti, la vostra ossessione: ve la prendete ancora una volta con persone che fuggono da guerra e miseria e, in questo caso, persino con i minori. Avete provato a chiudere i porti, a ostacolare i soccorsi delle ONG, avete parlato di sbarchi selettivi e carichi residuali, avete pronunciato parole oscene e promosso azioni orrende, pur di nascondere la vostra incapacità e la vostra inadeguatezza a governare.

Non riuscite a dare risposte al Paese e lavorate per costruire un nemico con cui prendersela, portate avanti la retorica dell'invasione, dell'emergenza, instillate paura e preoccupazione, avete parlato persino di sostituzione etnica. Lo stesso Ministro Piantedosi è riuscito ad accusare di irresponsabilità quei padri e quelle madri disperati, che affrontano il rischio della morte per sé e per i propri figli alla ricerca di un futuro migliore. Una vera vergogna.

Avete iniziato facendo di tutto per impedire i soccorsi in mare da parte delle ONG. Poi, dopo la strage di Cutro, avete avuto il coraggio di convocare il Consiglio dei ministri proprio a Cutro e approvare un decreto che - come ho già avuto modo di dire in quest'Aula - ha deregolamentato le politiche migratorie, mirando a non rendere più esigibili quei diritti che non possono essere apertamente negati. Sembra davvero che vogliate produrre condizioni di aleatorietà tali da rendere ordinario l'arbitrio e arrivare a sostenere che, nonostante gli sforzi, non sia possibile nessuna integrazione, ma solo marginalità e segregazione.

Presidente, quando abbiamo saputo che il Governo aveva intenzione di recarsi a Cutro, dopo i tanti scivoloni, dopo le tante inadempienze, dopo aver determinato con spregiudicatezza e cinismo una strage che poteva essere evitata, abbiamo creduto a un ripensamento, a un mea culpa, a un atto di umiltà, a una richiesta di scuse. Era del tutto lecito attendersi norme in grado di prevenire, scongiurare il rischio che si possano ripetere naufragi con morti e sofferenze come quelli avvenuti pochi giorni prima dell'adozione del decreto, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio di quest'anno. E invece no, tutt'altro. Quello che doveva essere un momento di riflessione su come dovrebbe funzionare il sistema di salvataggio e accoglienza nel nostro Paese si è trasformato nell'ennesimo spregiudicato atto di cinismo di questo Governo. Avete perso un'altra occasione per dimostrare di avere un briciolo di umanità, di avere a cuore le sorti di questa povera gente, oltre che del nostro Paese.

Non dimentichiamo che avete tenuto i sopravvissuti di quella strage confinati per giorni in condizioni indecenti. Lo voglio ricordare anche oggi, perché ritengo molto grave quello che avete fatto: solo dopo la denuncia del nostro collega, l'onorevole Franco Mari, vi siete adoperati per trovare soluzioni adeguate. Ma comunque non siete andati a visitare quei luoghi, non siete andati ad abbracciare quelle persone, non siete andati a rendere omaggio a quei poveri corpi, che pensavate addirittura di spedire a Bologna senza il consenso dei familiari, pur di far spazio alla vostra vergognosa passerella. Perché di questo si è trattato. A Cutro il Governo non ha fatto niente che non avrebbe potuto fare qui a Roma, con la vergognosa aggiunta di essere andati lì senza avere un minimo di pietas.

Ma tutto quel dolore e tutta quella sofferenza non vi bastano e, infatti, avete deciso di aggravarli negando alle famiglie delle vittime di Cutro il risarcimento previsto dal Fondo di garanzia per le vittime della strada. Perché? Perché è stato sostenuto che: il natante non fosse stato utilizzato per diporto, né adibito a trasporto pubblico e, per questo motivo, non può essere assoggettato al Codice delle assicurazioni.

Presidente, colleghe e colleghi, dobbiamo ricordarci che lo Stato ha obblighi solidaristici e, quindi, precisi doveri. Proprio per questo ha istituito il fondo di garanzia per le vittime di incidenti stradali o nautici. Neanche il fatto che un'imbarcazione sia destinata al traffico di esseri umani può escludere l'intervento del fondo di garanzia. La normativa che concede il fondo non si applica, infatti, solo al fatto colposo, ma anche al fatto colposo che derivi da una condotta dolosa.

Confido sinceramente che il Governo, oltre a chiedere scusa, seppur tardivamente, si assuma le proprie responsabilità, visto che sappiamo tutti che a Cutro non è intervenuto nessuno, né in mare né a terra, se non quando ormai non c'era più niente da fare, e si attivi rapidamente per garantire almeno il risarcimento ai familiari delle vittime. Sappiamo bene, purtroppo, che quella strage è stata per voi solo un pretesto per intervenire ancora una volta in maniera schizofrenica e strumentale in materia di immigrazione. Il decreto non ha limitato e non limiterà il traffico di esseri umani, come non migliora, anzi, peggiora, la condizione di coloro che già vivono in Italia e aumenterà persino la condizione di irregolarità dei migranti che arriveranno in futuro. Oggi come allora, infatti, non avete previsto nulla per garantire un più coordinato ed efficace intervento di soccorso; nulla per provare a rimuovere le cause di viaggi pericolosi svolti in condizioni inumane; nulla per affrontare il tema della carenza di lavoratori stranieri per il nostro Paese. Avete incrementato le Forze armate del programma “Strade sicure”, è vero, ma non avete previsto nessuna misura per potenziare la Guardia costiera, il cui personale sappiamo essere sotto organico di oltre 1.000 unità. Avete abrogato la protezione speciale, condannando all'illegalità migliaia di persone e causando un aumento smisurato del contenzioso, oltre che dello sfruttamento del lavoro nero e del rischio che gli irregolari diventino vittima della criminalità.

Il quadro che si sta delineando appare peggiore persino di quello tracciato nel 2018 con i decreti Sicurezza, perché entra in gioco il tema della limitazione della libertà personale dei richiedenti asilo. Lo scorso settembre, siete persino riusciti a prevedere, con un decreto del Ministro dell'Interno, che il richiedente asilo per attendere la valutazione della propria richiesta in libertà debba pagare 4.938 euro. Lesioni dei diritti e delle libertà, discriminazioni su discriminazioni: queste sono le vostre politiche, fortunatamente spesso disapplicate, come in questo caso, perché in contrasto con la Costituzione e la normativa europea.

Grave, inutile e disumana è la scelta di finanziare altri centri di permanenza per il rimpatrio e allungare i tempi di trattenimento, fingendo di ignorare le continue rivolte, le morti, gli atti di autolesionismo, i suicidi, le quotidiane vessazioni e gli abusi, tutti ampiamente documentati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, da associazioni e attivisti in numerosi report e pubblicazioni.

Gravi, inutili e ancor più disumane sono le scelte introdotte da questo decreto che ha come nuovo bersaglio i minori. Prevedete l'espulsione dello straniero anche per reati amministrativi e non solo penali, oltre a richiedergli la disponibilità di un reddito non inferiore all'importo annuo dell'assegno sociale e, nel caso di richiesta relativa ai familiari, di un reddito sufficiente e di un alloggio idoneo. Ma l'articolo più abominevole, senza ombra di dubbio, è il 5, sui minori stranieri non accompagnati, che prevede che, in situazioni di momentanea mancanza di strutture di accoglienza per minori, incluse quelle temporanee, il prefetto possa ordinare l'inserimento del minore di età non inferiore a 16 anni in una sezione specifica dei centri di accoglienza per adulti, per un periodo massimo di 90 giorni, in totale spregio della legge Zampa e del decreto Accoglienza che ha come principio base proprio che il minore non accompagnato non possa in nessun caso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) essere trattenuto o accolto presso i centri di permanenza e rimpatrio e i centri governativi di prima accoglienza. Ma che bestialità è mai questa? Non vi rendete conto dei rischi di promiscuità, di sicurezza, dei riflessi che la permanenza in un CPR fino a 3 mesi possono avere sulla salute mentale dei giovani migranti? Sofferenze e disagi che si aggiungono a quanto hanno già visto e vissuto durante il viaggio, rendendoli già profondamente vulnerabili. Sapete quanti sono i minori stranieri non accompagnati presenti sul nostro territorio? Sono 23.500. E sapete quanti sono i posti disponibili nel sistema di accoglienza, nel SAI? Sono 6.150. Cosa vogliamo fare, sbatterli tutti nei CPR? E poi cosa avete in mente per loro al compimento della maggiore età? Farli marcire nelle patrie galere, nel vano tentativo di rimpatriarli?

Sarebbe così assurdo rilasciare loro un permesso di soggiorno per motivi di studio, di ricongiungimento familiare, di accesso al lavoro, di lavoro subordinato o autonomo? Perché trattare dei ragazzi come criminali? Trovo le vostre decisioni davvero incomprensibili e, loro sì, criminali. Continuate a parlare di un fantomatico piano Mattei di cui nessuno conosce i contenuti e nel frattempo siglate accordi con Paesi, come l'Albania, per esportare i migranti, come fossero degli ingombri scomodi, senza neanche informare il Parlamento. Un protocollo in palese contrasto con il diritto dell'Unione europea, visto che i migranti hanno il diritto di essere accolti dallo Stato europeo dove giungono.

Quindi, se salvati in mare da navi italiane, il territorio di pronta accoglienza è l'Italia, non l'Albania, che agirebbe in sua vece senza averne titolo. Smettetela di fare propaganda: prevedere pene più severe non determinerà un fattore deterrente rispetto alla commissione di reati, anche perché sarà di fatto impossibile perseguirli all'estero. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra non possiamo che ribadire la totale contrarietà a questo provvedimento, che contrasta ancora una volta con i principi costituzionali e le normative europee in materia di asilo, con quelli in materia di normazione d'urgenza, ma soprattutto con le più elementari regole di umanità e buon senso. Per questo voteremo “no” alla fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Il tentativo, evidentemente, è quello di realizzare un'ulteriore stretta in materia di immigrazione, ma è un provvedimento sotto troppi profili poco condivisibile. I percorsi del Governo sembrano fallire su tutti i fronti, sia circa le esigenze umanitarie sia in ordine alla necessità di contrastare il fenomeno migratorio, con gli sbarchi che continuano senza soluzione di continuità, con scene umanamente drammatiche e preoccupazioni con riferimento all'organizzazione e alla sicurezza.

Alcuni dei provvedimenti, per esempio il respingimento dei minori che effettuano false dichiarazioni ed altri, non sono attuabili in modo semplice e agevole e ovviamente lasciano fortemente perplessi relativamente ai principi di umanità.

Gravissime sono le difficoltà che si riverberano sui comuni, sulle questure, sugli enti preposti a gestire tutti i segmenti del fenomeno. Peraltro emergono formulazioni poco chiare dei provvedimenti legislativi. Sul tema della pericolosità per l'ordine e per la sicurezza pubblica non sono certo queste un buon viatico per affrontare il problema dei flussi migratori. Aspettiamo ovviamente con un po' di speranza, ma anche con ansia, che l'Unione europea ponga l'attenzione concreta sul tema di una regolamentazione del fenomeno.

Intanto, per gestire problematiche di questo tipo, oggettivamente complesse, difficili, con risvolti umanitari, sociali, tematiche di ordine pubblico, di organizzazione e altro, occorre, anzi, direi occorrerebbe un Governo forte, deciso, autorevole, ma anche illuminato e capace di considerare i risvolti umanitari che vanno certamente coniugati con la sicurezza. Invece, il Governo è forte solo nei numeri, ma appare assolutamente poco attrezzato. Emergono provvedimenti normativi formulati in modo spesso poco chiaro, impreciso, che creano confusione nel momento interpretativo e ovviamente, poi, a cascata, in quello applicativo.

L'obiettivo del contrasto al fenomeno migratorio clandestino sembra fallire miseramente, purtroppo, bisogna dire purtroppo, perché non c'è da rallegrarsi, e peraltro con tutti i dubbi di legittimità costituzionale ed eventuale contrasto alle normative europee. Le autorità giudiziarie, lo stiamo vedendo, stanno già rilevando tutto ciò. In più la poca autorevolezza internazionale del Governo fa tutto il resto. Si aggiunga poi il contrasto con alcuni Stati, che non aiuta.

Oggi ci si chiede l'ennesima fiducia, il tabellino viene nuovamente aggiornato: decretazione di urgenza più fiducia, decretazione di urgenza più fiducia, decretazione di urgenza più fiducia, e si va avanti, svuotando, lo ribadiamo per l'ennesima volta, il Parlamento che peraltro, al di là della funzione democratica e istituzionale, che viene completamente soffocata, soppressa, potrebbe comunque indicare soluzioni, suggerire accorgimenti. È questa la funzione istituzionale: offrire contributi con proposte, ovviare anche a errori o a imprecisioni con il lavoro di maggioranza e opposizione, in una sana dinamica di dibattito e confronto democratico. E invece no. Probabilmente, a breve, ce lo auguriamo, il Presidente della Repubblica interverrà con il suo piglio mite, saggio, ma anche autorevole, a risvegliare l'attenzione su questa giostra continua che stiamo vivendo settimanalmente, con le Camere che lavorano a intermittenza coordinata, in barba all'architettura costituzionale. In pratica, ci stiamo abituando a disfunzioni di cui dovremmo veramente cominciare a provare imbarazzo, se non vergogna.

È come se non avessimo ancora tutti quanti contezza, non avessimo raggiunto una consapevolezza piena di questo percorso, che definirei percorso giostra, che continuiamo a vivere veramente in maniera settimanale, con un bicameralismo che oggi non funziona, lo abbiamo detto, con l'attività di proposta emendativa totalmente ingessata, con le richieste del Governo del tipo: “onorevole, se può, lo trasformi in un ordine del giorno, che lo prendiamo in considerazione”. Facciamo un'attività veramente residuale, con ordini del giorno su cui si concentra tutta l'attività di chi vuole esercitare con coscienza la funzione parlamentare che diventa veramente vacua. Totalmente.

Allora concludo, Presidente, dicendo che abbiamo ancora stampate nella mente - per la verità non avevo ancora l'onore di sedere su questi banchi, quindi vedevo dalla TV queste scene - le immagini del Presidente del Consiglio che, dai banchi dell'allora opposizione, ribadiva, peraltro con argomentazioni ineccepibili e con toni anche severi, l'abuso dei decreti, l'abuso del ricorso alla fiducia. La verità è che chi ha sempre fatto opposizione ha una predisposizione immodificabile alla critica, senza capacità di comprendere le difficoltà. Poi, quando si va al Governo, la musica cambia. Voteremo “no” alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Forza Italia voterà convintamente la fiducia a questo decreto. Ringrazio il Governo per il lavoro che sta portando avanti sin dal suo insediamento. Questo rappresenta un ulteriore tassello di un mosaico più ampio, di un'azione finalmente sistemica, perché quello dell'immigrazione è un problema strutturale non più trattabile solo con la logica dell'emergenza. Quindi sono necessarie delle risposte sistemiche ad una problematica strutturale. Siamo in presenza di una congiuntura geopolitica particolare, di una contingenza difficile.

Nel corso degli ultimi mesi la situazione è rapidamente peggiorata in molti Stati, mi riferisco al Niger, al Burkina Faso, al Sudan, con questa tremenda guerra civile, alla Guinea, al Mali, al Gabon, ma anche un quadro difficile in tutti i Paesi MENA, Tunisia in primis. Quindi un continente che sta in estrema difficoltà e che necessita, anche, un cambio di approccio da parte dell'Unione europea rispetto alle dinamiche del rapporto con l'Africa. Quella che stiamo portando avanti è una politica complessiva sul tema delle migrazioni. La difesa e il controllo delle frontiere e il contrasto duro all'immigrazione clandestina rappresentano una premessa necessaria, ma non sufficiente di ogni credibile politica in tema di migrazioni e il Governo sta portando avanti tutta una serie di ulteriori temi, passi ed azioni, ad esempio l'interazione necessaria, imprescindibile con i Paesi di transito; io voglio qui ricordare la necessità di dare piena e rapida attuazione al memorandum europeo con la Tunisia del 16 luglio, che rappresenta un segnale importante per questo Paese, che sta vivendo appunto una fase complessa da un punto di vista costituzionale e dei rapporti interni. Anche il Patto tra l'Italia e la Tunisia, che è stato siglato in data 20 ottobre tra il Ministro Tajani e il suo omologo Nabir Ammar, rappresenta un altro passo importante e prevede procedure semplificate per visti e permessi, oltre a un progetto pilota che riguarderà i primi 40 lavoratori, ma che rappresenta un possibile schema d'azione anche per altre azioni simili.

Altro aspetto imprescindibile - e anche su questo il Governo ha lavorato - è rappresentato dai meccanismi di migrazione legale; io credo che questo sia un aspetto che va rafforzato e finalmente, anche su questo, abbiamo dato alcune prime risposte: il rafforzamento delle agenzie europee dedicate alla tematica dell'immigrazione e la collaborazione tra l'intelligence e le Forze di polizia dei 27 Stati e, più in generale, un rapporto diverso, come dicevo in precedenza, con i Paesi di origine, quello che noi abbiamo, nel tempo, sempre chiamato Piano Marshall per l'Africa; l'Italia sta facendo la sua parte con il Piano Mattei che, tra l'altro, arriverà in discussione in Parlamento, nei prossimi giorni, nelle prossime settimane e che rappresenta, da un lato, una necessità di accompagnare, sostenere, rafforzare percorsi di sviluppo in questi Paesi di origine e, dall'altro, dà all'Unione europea l'opportunità di difendere posizioni geostrategiche in un continente dove si affacciano anche altri player internazionali.

Io ritengo, signor Sottosegretario, che uno degli aspetti più importanti che è stato raggiunto e sul quale dobbiamo continuare a lavorare è questo cambio di passo a Bruxelles; noi l'abbiamo richiesto per anni, siamo stati inascoltati, però c'è un cambio di passo: il 16 settembre, la visita della von der Leyen a Lampedusa; all'ordine del giorno degli ultimi Consigli europei i passi in avanti giganteschi su quella trattativa che era bloccata, relativa al nuovo Patto europeo per la migrazione e l'asilo, che deve essere approvato entro la fine di questa legislatura europea; il memorandum che ho citato in precedenza, con la Tunisia, fatto direttamente dall'Unione europea; sono passi in avanti concreti, nella giusta direzione. Noi dobbiamo continuare a pretendere da Bruxelles una condivisione di responsabilità e di solidarietà e di oneri nella gestione di questa tematica.

Il decreto su cui ci accingiamo a votare la fiducia contiene misure che cercano di dare il giusto equilibrio tra il contrasto all'illegalità, strettamente legata all'immigrazione irregolare e norme che tendono a garantire la sicurezza dei territori e della popolazione. Chi non rispetta le regole, le leggi, la nostra Costituzione non ha diritto di restare. Sono state ricordate, da alcuni dei colleghi che mi hanno preceduto, anche le misure di sostegno per i comuni, che rappresentano spesso la prima linea, vanno nella giusta direzione.

Il susseguirsi di questi arrivi, sempre più frequenti, necessita un impegno e uno sforzo ulteriore per tutti i soggetti coinvolti, ma anche il riconoscimento dell'impegno generoso e professionale di chi ogni giorno è parte di questa dinamica e, quindi, accogliamo con favore la destinazione di risorse aggiuntive per tutte le Forze armate e le Forze dell'ordine che quotidianamente svolgono il proprio dovere, spesso in situazioni pericolose, per gestire l'accoglienza, monitorare i territori e garantire la sicurezza di tutti noi.

Il decreto pone la giusta attenzione anche verso i soggetti più vulnerabili, come donne e minori, in un percorso di accoglienza mirato alle loro esigenze.

Credo che sia necessario intervenire con urgenza per garantire la certezza del diritto, la sicurezza dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, ma anche fornire strumenti adeguati a coloro che arrivano in Italia, per una integrazione che li conduca su percorsi chiari e legali, facendoli sentire parte di una comunità che possa offrire loro l'occasione di una vita migliore.

Ritorno quindi a quello che dicevo in apertura e mi avvio alla conclusione: siamo in presenza di un percorso finalmente ambizioso e organico, con un approccio complessivo, un percorso che Forza Italia ha, con le sue proposte, contribuito a delineare un percorso che Forza Italia condivide e sostiene ed è questa la ragione per cui voteremo a favore di questa fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carmela Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghi e colleghe, siamo qui, oggi, per l'ennesima fiducia che chiede questo Governo. Siamo qui, oggi, per l'ennesima volta, ad approvare un decreto-legge che riguarda la disciplina della materia dell'immigrazione.

Per noi, per il MoVimento 5 Stelle è impossibile dare la fiducia al Governo Meloni e dire “sì” a questo provvedimento. Come possiamo avere fiducia di un Governo che affronta la questione, complessa, dei flussi migratori con provvedimenti di urgenza, che parlano alla pancia delle persone, che hanno un approccio ideologico e che fanno della paura la leva trascinante e che, nonostante i continui fallimenti, non fermano il fenomeno, anzi?

Pensavamo che con la norma con la quale chiedevate 5.000 euro a disperati che arrivavano nel nostro Paese si fosse toccato il fondo dell'inciviltà e della propaganda ideologica e, invece, no, con questo provvedimento, il fondo lo avete raschiato. Con questo decreto, infatti, si attaccano non solo i disperati che arrivano per terra e per mare da Paesi in guerra o in preda agli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche i migranti cosiddetti lungo-soggiornanti, cioè quelli che sono in Italia da più di 5 anni e si sono inseriti nel nostro Paese, i quali possono essere espulsi con un semplice provvedimento del prefetto, in barba a qualsiasi garanzia.

Ma non è finita: con questo provvedimento, Presidente, si trattano i minori con bieco cinismo. No, Presidente, non ci fidiamo di un Governo che, nonostante sia guidato da una madre - come, più volte, si è definita la Premier -, equipara, per mero effetto di una disposizione, un minore a un adulto, con freddezza e asetticità senza precedenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi riferisco all'articolo 5 del decreto in esame, il quale prevede che i minori migranti non accompagnati che hanno compiuto i 16 anni potranno finire nei centri di accoglienza per gli adulti, fino a 5 mesi. Perché, sa, Presidente, alla Lega non sono bastati gli iniziali 90 giorni previsti dal decreto, sono sembrati troppo pochi 3 mesi e, con un subemendamento, hanno previsto altri 2 mesi; quindi, questi ragazzi, questi minori provati staranno ben 5 mesi in centri predisposti per gli adulti. Tutto ciò ci spaventa. Un minore è senza dubbio nella fase più delicata della propria esistenza: è in quella fase della vita dove più si formano e si strutturano le componenti caratteriali, emotive e psicologiche dell'essere umano. Qui, tra l'altro, parliamo di minori che hanno vissuto il dramma della guerra, delle traversate desertiche, della violenza, e per questo sono ancora più fragili. Una norma che contrasta con la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ratificata dall'Italia e in vigore a tutt'oggi in 193 Stati, la quale prevede la collocazione dei minori di età, privi di ambiente familiare, in adeguati istituti a loro dedicati e riconosce il diritto sacrosanto di ciascun minore a vivere ed essere protetto e accolto come tale, difeso dai rischi di abuso, sostenuto nel proprio sviluppo senza condizioni, né differenze in base alla nazionalità, al sesso e alla disponibilità di documenti di riconoscimento.

No, Presidente, non ci fidiamo di un Governo che prevede l'espulsione per i giovani migranti che dichiarano di essere minorenni anche se non lo sono. Stiamo parlando di ragazzi che provengono da Paesi in guerra dove ci sono dittature, dove ci sono violenze, dove ci sono soprusi. Stiamo parlando di ragazzi che hanno stampato sul volto la morte e la carestia. Nel nostro ordinamento c'è una norma, l'articolo 54 del codice penale, che definisce e stabilisce un principio, di civiltà aggiungo: non è punibile chi commette un reato se è costretto dalla necessità di salvare sé o altri. Allora, mi chiedo e le chiedo, Presidente: un giovane, magari di 19 o 20 anni, che proviene da un Paese in guerra e che per salvarsi dice una bugia, commette, così facendo, un reato tanto grave da meritarsi l'espulsione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Questa norma svela tutta la vostra ipocrisia. Il MoVimento vorrebbe che la stessa severità fosse usata da questo Governo per i reati commessi dai colletti bianchi e, invece, loro restano impuniti, anzi per loro praterie di impunità.

Nessuna fiducia a un Governo che sull'immigrazione fa solo propaganda, come a Cutro, dove una conferenza stampa lanciata in pompa magna svelava la totale impreparazione della Premier sui fatti accaduti, senza alcun rispetto né per le vittime né per i loro parenti, che ancora oggi cercano e attendono la verità su quei gravissimi fatti, oppure come a Lampedusa, dove la Premier portava in giro la Presidente von der Leyen quasi fosse un trofeo da esporre, quando poi, dopo pochi giorni, confidava a un comico che l'Italia, sul tema dell'immigrazione, non era ascoltata dall'Europa. Non è questa l'ennesima farsa mediatica?

Infine, non ci fidiamo, Presidente, di un Governo che si astiene sulla risoluzione ONU sul conflitto in Medio Oriente, dimostrando, con tale voto, tutta la sua pavidità e indifferenza davanti alla morte di 5.000 bambini, trucidati e massacrati, davanti alla militarizzazione degli ospedali, che da settimane ormai sono sprovvisti del minimo per garantire assistenza sanitaria, e davanti all'uccisione di 48 giornalisti, il numero più alto mai registrato in un conflitto. Mi vergogno dell'atteggiamento del Governo davanti a tali crimini di guerra e mi vergogno che un Governo vada a violare la Convenzione ONU sui diritti dei bambini. Nessuna fiducia, Presidente, a un Governo classista, a un Governo che è forte con i deboli e che è debole con le banche. Nessuna fiducia né ieri, né oggi, né domani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Laura Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Thomas e Chaid; basterebbe fermarsi a questi due nomi per comprendere l'urgenza di questo provvedimento, che ha come tema centrale l'espulsione più rapida per gli immigrati ritenuti pericolosi socialmente. Tra sabato e domenica 18 e 19 novembre, Chaid Akabli, Ilyes Zazane, Yasir El Moujahid, Nassir Hemaizia, Koudier Marea, Yanis Boukmiriu Canel, Faycal Ramdani e Kais Chorfia hanno assalito con coltelli e mannaie dei giovani e delle giovani che festeggiavano in occasione del ballo d'inverno nel piccolo borgo di Crepol al grido di “siamo venuti a uccidere qualche francese”. Il bilancio è stato tragico: 20 feriti, di cui due gravi, e un morto, Thomas, appunto, un ragazzo di 16 anni. Una vera e propria spedizione punitiva verso persone che avevano un'unica colpa: quella di essere francesi.

Per anni in quest'Aula ci siamo sentiti ripetere dalla sinistra che se avessimo concesso la cittadinanza a tutti gli immigrati essa sarebbe stata motivo di certa integrazione, che se avessimo introdotto lo ius soli nel nostro Paese esso sarebbe stato certa volontà dei futuri cittadini italiani di rispetto della nostra cultura, delle nostre leggi, nonché motivo d'orgoglio e senso di appartenenza al nostro Paese. Ebbene, i 5 assalitori di Crepol erano tutti cittadini francesi, nati e residenti in Francia, ma nessuno con un nome francese e tutti odiavano i francesi e la Francia, a riprova che la cittadinanza, come dice da sempre il centrodestra, deve essere un punto di arrivo e non un punto di partenza e che regalarla a prescindere dai reali intenti di rispetto e integrazione sarebbe una follia.

Eppure anche Thomas, come quei barbari assalitori, era figlio di immigrati. Il suo cognome è Perotto, un cognome italiano, piemontese come il mio, ma i suoi genitori non hanno scelto di chiamarlo Tommaso bensì Thomas, un nome francese, segnale di una reale volontà di integrazione e di gratitudine verso il Paese che li aveva accolti, a riprova, anche qui, che, al contrario di quanto ipocritamente vorrebbe far credere la sinistra, non tutte le migrazioni sono uguali, non tutti gli immigrati sono ugualmente integrabili e soprattutto non tutti hanno o avranno la volontà di integrarsi. L'integrazione è come un matrimonio: per celebrarlo e per volerlo bisogna essere in due, ma evidentemente la sinistra ritiene che basti trascinare qualcuno all'altare per trasformarlo in uno sposo convinto e rispettoso.

Per anni ci siamo sentiti ripetere che la soluzione per un'integrazione effettiva era l'accoglienza diffusa, distribuita tra i piccoli comuni, perché, si dice, è normale che nelle grandi città, in assenza di luoghi di aggregazione e in presenza di maggiori rischi di ghettizzazione periferica, gli immigrati fatichino a integrarsi. Ma Crepol è un piccolo borgo: 519 anime, a riprova che anche questa ricetta pare semplicistica. Raccapriccianti sono stati i messaggi in rete di altri immigrati di seconda e terza generazione, che hanno inneggiato all'uccisione del povero Thomas, o i manifesti in memoria del sedicenne strappati da alcuni militanti di estrema sinistra. Ma ancora più grave è stato che il Governo progressista di Macron abbia dato ordine di tenere nascosti i nomi degli aggressori per non scioccare l'opinione pubblica, un po' come quando da noi, dopo l'ennesimo efferato stupro o aggressione da parte di un immigrato, certi giornali si guardano bene dallo scriverne la provenienza, che altrimenti è razzismo o mancanza di rispetto. Ma diteci, cari colleghi di sinistra, se 5 ragazzi di origini italiane piombassero a una festa di musulmani e li aggredissero al motto di “siamo venuti a far fuori qualche arabo”, non organizzereste cortei a Milano e a Roma, non resuscitereste i vostri girotondi e non denuncereste una pericolosa deriva anti-immigrato, magari adducendone la colpa a questo Governo? Per Thomas neanche un'agenzia.

Questa conversione di decreto-legge è un intervento che si è reso, quindi, necessario anche per non trovarci nella situazione francese, che dopo anni di politiche migratorie sbagliate e illusorie, fa i conti con un'immigrazione di seconda e terza generazione che ha maturato un evidente odio per il sistema sociale francese, sistema odiato perché in esso i giovani immigrati non hanno trovato le condizioni di vita che gli erano state illusoriamente prospettate, perché hanno visto i loro genitori ridotti a lavori che ritengono non dignitosi e perché hanno alimentato una mitizzazione dei Paesi di origine, pur non avendoci mai vissuto. Quanto alla situazione italiana, se rispetto all'anno scorso abbiamo meno sbarchi dall'Algeria e dalla Turchia e se anche gli arrivi dalla Libia sono diminuiti, la differenza la sta facendo la Tunisia, che è un Paese al limite del collasso e del dissesto economico-finanziario e che ha fatto registrare un aumento del flusso di migrazione di circa il 376 per cento rispetto all'anno scorso, oltre all'instabilità politica nel Sahel e a una congiuntura internazionale molto complicata.

Per questo il Governo si è mosso su tutti i fronti, insistendo con l'Europa perché facesse un accordo con la Tunisia e la guardia tunisina ha già riportato a terra più di 42.000 persone e ricordiamo a quest'Aula e al collega D'Alessio di Azione che meno male che c'è un Governo di centrodestra, che è il protagonista negli accordi di cooperazione in Europa, perché, se ci fosse stata la sinistra, un Governo di sinistra, quest'accordo non si sarebbe mai fatto, così come non si sarebbe mai fatto l'accordo con l'Albania, raggiunto con successo sempre da questo Governo, accordo che l'opposizione ha fatto di tutto per boicottare, paragonandolo addirittura a una nuova Guantanamo, smentita nei propositi addirittura dai propri omonimi europei.

Diciamo le cose come stanno: l'obiettivo per noi di centrodestra sono i pattugliamenti congiunti in acque tunisine al fine di contrastare gli scafisti; l'obiettivo per voi di sinistra è, invece, quello di dichiarare la Tunisia Paese non sicuro, così da avere una marea di immigrati sul nostro territorio non rimpatriabili.

I vostri sindaci, i sindaci del PD, fatta eccezione forse solo per il sindaco Sala, che ce lo ricordiamo fare le marce pro-immigrazione con l'assessore Majorino, salvo che ora Milano è diventata la capitale delle baby gang e dei delitti commessi da immigrati, questi sindaci - dicevo - vogliono anche loro meno immigrazione, ma i loro dirigenti di partito vogliono mare nostrum e quindi più migranti. Una sinistra che punta a un mondo senza frontiere e che non riconosce la clandestinità. Tanto loro se ne staranno comunque ben riparati nei loro centri cittadini e chi se ne frega se a Milano, in periferia o anche a ridosso del centro, le ragazze vengono soccorse dai taxisti perché sono accerchiate da giovani immigrati.

Questo decreto interviene, appunto, per arginare questi problemi già esistenti in alcune aree del nostro Paese e per evitare un'escalation futura, come quella francese: e quindi procedure più rapide per le espulsioni degli irregolari, rendere più rapide le espulsioni dei migranti pericolosi, tutelare i minori veri, colleghi Cinquestelle, ma non quelli finti, allungare i tempi di trattenimento nei centri di accoglienza, ma con priorità di riguardo verso le donne che giungono da noi e, soprattutto, rafforzare gli organici delle Forze dell'ordine. E ancora, 400 militari in più nelle città per il progetto “Stazioni sicure" - quei militari che il Governo Conte 2 e i Cinquestelle avevano praticamente dimezzato -, risorse per la strumentazione delle forze dell'ordine e, finalmente, risorse per il pagamento degli straordinari alla Polizia di Stato, ai Carabinieri, alla Guardia di finanza, alla Polizia penitenziaria e ai Vigili del Fuoco.

Come potete, colleghi dell'opposizione tutta, negare oggi questa fiducia, la fiducia nelle nostre Forze dell'ordine, che sono in prima linea ogni giorno per contenere gli effetti della criminalità crescente, anche e soprattutto dovuta alla presenza di immigrati irregolari? Come potete essere contrari alla rapida espulsione di soggetti ritenuti dediti a traffici delittuosi o che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l'integrità fisica e morale dei minorenni, che offendono la sanità, che mettono in dubbio la sicurezza o la tranquillità pubblica? Come potete essere contrari alla più rapida espulsione di soggetti indiziati di reati di particolare gravità, come il terrorismo?

Eppure, vi siete detti contrari e avete costretto il Governo a porre la fiducia di fronte al vostro ostruzionismo, fatto di quasi 150 emendamenti per di più strumentali e volti a consentirvi - nonostante l'iter di esame in Commissione sia stato lungo, un mese e mezzo, abbiamo iniziato l'iter il 18 ottobre - di esercitarvi in speculazioni dialettiche: ne ricordo ancora una di un collega dei Cinquestelle, la scorsa settimana, che ha toccato il picco di 40 minuti.

Quindi, Presidente, io parzialmente concordo con le osservazioni del collega Giachetti sul bicameralismo perfetto, tuttavia è anche vero che, quando al Parlamento e all'opposizione in Parlamento viene data la possibilità di parlare e di confrontarsi, questo succede nelle Commissioni, non sempre sfruttano adeguatamente questo tempo.

Noi della Lega sull'immigrazione non prendiamo lezioni da nessuno, perché con Matteo Salvini

Ministro dell'Interno abbiamo dimostrato che l'immigrazione clandestina si può fermare. Quando Salvini lasciò il Ministero, il 5 settembre 2019, gli sbarchi erano stati solo 5.400. Quello che ha fatto Matteo Salvini e quello che ha fatto la Lega rimarranno nella storia. Il Governo deve continuare sulla strada intrapresa e noi stiamo mettendo a contributo la nostra esperienza, ripresa anche in questo provvedimento.

E quindi nell'esprimere, a nome del gruppo della Lega, la convinta fiducia a questo Governo, anche in occasione della conversione di questo decreto, concedeteci, però, una riflessione finale: se la prossima Commissione europea rifletterà il modello del centrodestra italiano nel contrastare l'immigrazione clandestina senza escludere alcun protagonista del centrodestra o porre veti, e soprattutto senza i socialisti che hanno dato prova di affrontare i temi migratori in chiave ideologica e irrealistica, allora riusciremo davvero a dare un'accelerazione compiuta ai problemi migratori, per non avere mai più dei Chaid e non piangere mai più dei Thomas (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, oggi siamo chiamati a votare la fiducia sull'ennesimo decreto-legge che contiene rilevanti modifiche in materia di immigrazione. Ennesimo perché l'attuale Governo detiene il record di essere intervenuto in questa materia per ben quattro volte in un solo anno e tutte le volte mediante decretazione d'urgenza: prima con il cosiddetto decreto ONG, con cui ha deciso di complicare l'azione e addirittura punire coloro che, con navi private, compiono salvataggi di persone in mare; poi è stata la volta del cosiddetto decreto Cutro, che cinicamente ha preso il nome del luogo di una strage e conteneva misure volte a peggiorare le condizioni di persone nella stessa condizione di quelle morte nel naufragio e che, di fatto, ha abolito la protezione speciale; poi c'è stato il decreto-legge n. 124, una norma sul Mezzogiorno del Paese, in cui avete infilato norme in materia di immigrazione, non so se per la grande passione che avete per il Sud e i migranti, con l'estensione del periodo di permanenza nei CPR fino a 18 mesi.

Ed arriviamo ad oggi alla discussione del decreto-legge n. 133. Oltre tutto questo, c'è il nuovo accordo con l'Albania, per costruire su suolo albanese centri di accoglienza italiani. Capiremo meglio in futuro, su questo parleremo meglio. Ma mi lasci sottolineare un aspetto: la Presidente del Consiglio, l'altro giorno, in Senato, su questo argomento, ha detto che il provvedimento verrà in Parlamento. Ecco, lo dico a lei e, tramite lei, a tutto il Governo, ai colleghi e a tutti i nostri concittadini: non è una concessione generosa, quella di venire a discutere in Parlamento! Sono le nostre regole! È la Costituzione, all'articolo 80, non è una concessione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Lo ricordo a chi ha detto che non era necessario, nel Governo e nella maggioranza. E lo stesso vale per la discussione di oggi: perché porre l'ennesima fiducia? Perché strozzare il dibattito in Commissione? Perché privarsi di un confronto in Aula? Avete i numeri dalla vostra: perché umiliare nuovamente il Parlamento nella sua funzione legislativa? Io un dubbio, oggi, ce l'ho e riguarda il contenuto di questo provvedimento, e alla fine lo espliciterò. Eppure, continuate con la decretazione d'urgenza, tanto vituperata dalla Presidente del Consiglio e dall'attuale maggioranza quando sedeva nei banchi dell'opposizione. Perché? Una fiducia a settimana: ma per quale motivo?

Ma torniamo all'urgenza. C'è un'urgenza nelle tematiche che stiamo trattando? Io penso di sì: la prima e più grave urgenza è quella delle troppe persone che muoiono ancora in mare nel tentativo di raggiungere l'Europa. Questa è l'urgenza! E le misure adottate sino a questo momento, purtroppo - dico purtroppo! - non sono riuscite a rispondere all'esigenza del diritto alla vita e non sono state in grado di raggiungere gli obiettivi che tutti auspicavamo. La volontà di colpire il traffico di esseri umani dovrebbe innanzitutto essere dettata dall'esigenza di salvaguardare la vita delle persone. E invece questa norma sembra avere altre urgenze: quella di ridurre la possibilità di difesa; di dare meno tutela alle donne vittime di violenza; di raddoppiare la capienza dei luoghi, derogando alle norme di edilizia e, quindi, abbassando gli standard qualitativi. E non entro nelle vicende delle espulsioni, perché chi tratta questi argomenti da anni sa bene che il problema non è prolungare i tempi o costruire nuovi luoghi di detenzione, ma sono i rapporti e gli accordi con gli Stati di provenienza.

Ma è soprattutto sui minori che questo provvedimento dà il peggio di sé. Lo avevamo detto nell'illustrare le pregiudiziali di costituzionalità, ma in Commissione la maggioranza è riuscita a peggiorare un testo già pessimo: prolungando ulteriormente il limite dei giorni di trattenimento da 30 a 45 per chi ha meno di 16 anni, e da 90 a 150 giorni - 5 mesi! - per quelli che hanno dai 16 anni in su. Complimenti davvero! Cosa avete contro questi ragazzi? Che paura vi fanno? Ricordo a tutti le misure che risultano particolarmente allarmanti sui minori non accompagnati: quelle relative alla possibilità concessa al prefetto - in caso di momentanea indisponibilità di strutture ricettive temporanee dedicate - di disporre il provvisorio inserimento dei minori, qualora ad una prima analisi appaiano essere di età superiore a 16 anni, nelle strutture di prima accoglienza e di accoglienza straordinaria per adulti. Minori in strutture per adulti: disposizioni che creano grave allarme sotto il profilo della promiscuità che verrebbe inevitabilmente a crearsi tra adulti e minori, con possibili conseguenze anche sotto il profilo della sicurezza del minore.

Una scelta, dunque, questa, che si pone in drammatico contrasto con il principio del rispetto del superiore interesse del minore, oltre che rappresentare una grave discriminazione tra minorenni italiani e stranieri. Le numerose norme internazionali ed europee che tutelano i minori, così come la copiosa giurisprudenza in materia, menzionano chiaramente il dovere di rispettare e promuovere questo superiore interesse in tutte le procedure che lo riguardano, senza alcuna eccezione, anche in caso di situazioni emergenziali, soprattutto in queste situazioni, mi verrebbe da aggiungere. In mancanza di ulteriori interventi, l'accoglienza dei minori non accompagnati in tali strutture risulterebbe, dunque, in palese violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

A tutto ciò si aggiunga l'altrettanto grave procedura introdotta dall'articolo 5 del provvedimento in esame, che prevede che, in caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati, l'autorità di pubblica sicurezza, in deroga alle disposizioni del 2015, possa disporre lo svolgimento di rilievi antropometrici e di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti all'individuazione dell'età, così derogando al protocollo multidisciplinare per la determinazione dell'età dei minori non accompagnati. Queste previsioni derogatorie, oltre ad essere inutilmente coercitive nei confronti dei minori non accompagnati, finiscono per introdurre una differenza immotivata anche sulla metodologia utilizzata per determinare l'età del minore in relazione al momento in cui è giunto in Italia e sembrano violare in modo palese il principio di ragionevolezza, come elaborato dalla giurisprudenza costituzionale, prevedendosi procedimenti e standard diversi per conseguire il medesimo obiettivo, ovvero condurre in modo rigoroso l'accertamento dell'età.

Peraltro, va osservato che l'Italia ha già subito una condanna dalla Corte di Strasburgo su questo. Si tratta della sentenza Darboe contro Italia, che aveva ad oggetto il caso di un minore che era stato tenuto per alcuni mesi in promiscuità con gli adulti nel centro di Cona, in provincia di Venezia, dopo che era stato sottoposto all'esame radiografico del polso e della mano, ritenuto, quindi, maggiorenne. In quella sentenza, la Corte ha affermato che determinare se un individuo sia minore è il primo passo per riconoscere i suoi diritti e mettere in atto tutte le misure assistenziali necessarie. Infatti, se un minore viene erroneamente identificato come maggiorenne, possono essere adottate gravi misure in violazione dei suoi diritti, censurando, in quel caso, il comportamento dell'Italia.

E, ancora, l'articolo che deroga ai parametri di capienza massima previsti per i centri di accoglienza straordinaria e governativi, consentendo di collocare un numero di richiedenti fino al doppio della capienza massima prevista, con varie ripercussioni, ovviamente, sui più basilari diritti dei richiedenti. Desta grave preoccupazione una previsione di legge senza alcuna considerazione di carattere qualitativo né di rispetto dei bisogni delle persone, che raddoppia i posti di accoglienza in strutture straordinarie che garantiscono già, dopo le riforme del 2023, un livello di servizi molto bassi.

Lo dico ora: non ve la prendete domani con chi farà ricorso e con i giudici che accoglieranno quei ricorsi. Tutti questi provvedimenti - potrei andare avanti su vari articoli - hanno un unico denominatore, che è sufficiente per giustificare e spiegare il nostro voto contrario alla fiducia su questo provvedimento. Questo provvedimento, come gli altri tre che ho menzionato all'inizio, ha purtroppo sotteso un pensiero: che i migranti possano essere trattati da cittadini di serie B o da sub-persone. Quello che vi dicevo sui ricorsi tenetelo a mente: questo provvedimento è l'ennesimo che si pone fuori dai confini del diritto derivante dalla Costituzione e dalle norme internazionali che il nostro Paese ha sottoscritto. Non sono i giudici a farvi i dispetti: siete voi che dovete rispettare la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

E vengo al mio dubbio, al dubbio iniziale sul perché oggi c'è l'ennesima fiducia anche su questo provvedimento: forse per evitare che qualcuno in quest'Aula, anche tra i colleghi, prenda coscienza di cosa c'è scritto veramente in questa norma. Ecco, colleghi, ve lo semplifico io con due parole: con il vostro “sì” di oggi direte che un ragazzo o una ragazza arrivati in Italia da soli - provate solo a pensare a questo ragazzo -, quei ragazzi, con questa legge, avranno meno diritti dei minori italiani, saranno meno minorenni dei nostri figli. Cioè, invece di proteggerli di più, li proteggeremo di meno. Che a voi questo sembri normale non ci credo; che vi sembri giusto non voglio crederlo. Per noi non lo è e ci batteremo per loro e i loro diritti con convinzione e per questo voteremo “no” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mura. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MURA (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Sottosegretario Molteni, onorevoli colleghi, siamo arrivati al voto della fiducia, alla dichiarazione di voto sulla fiducia dopo aver passato ore ed ore in Commissione. Abbiamo fatto le notti in I Commissione, con le opposizioni che, per opporsi a questo provvedimento, hanno scelto di attuare due strategie diverse. Se noi fossimo cinici opportunisti, potremmo studiare una strategia comunicativa per dire agli italiani che abbiamo assistito all'ennesima spaccatura di quello che è un mondo tanto variegato, alla costante ricerca di unità, il mondo delle opposizioni al Governo Meloni. Ma noi non siamo cinici opportunisti, siamo, invece, preoccupati per lo stato di salute della nostra democrazia parlamentare e, allora, abbiamo cercato e cerchiamo di dare una mano anche alle nostre opposizioni, perché siamo consapevoli che per la salute della nostra democrazia parlamentare è necessaria un'opposizione in salute.

Quindi, abbiamo cercato di analizzare lo stato confusionale delle nostre due opposizioni e abbiamo dedotto che ci sono due gruppi: il primo gruppo è stato capeggiato dal Partito Democratico, di cui fanno parte anche Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva, che, di fatto, ha inondato la Commissione di un fiume di parole, un'onda di interventi, tutti repliche l'uno dell'altro, con il tentativo vano di rincorrere un risultato improbabile, quello del ritiro del provvedimento, nonostante il Sottosegretario Molteni si sia prestato più volte a cercare un dialogo e aprire un confronto per trovare un modo di entrare nel merito del problema. Hanno, poi, tentato la strada di delegittimare l'azione del presidente Pagano che, invece, è stato abile e corretto nella gestione della Commissione, facendo spesso e volentieri tanti richiami al Regolamento - che si sono resi, poi, vani -, nel tentativo costante di scappare dal merito del problema e di inquinarlo nascondendosi nel metodo. Questo è stato fatto anche da chi, purtroppo, in quest'Aula ha assunto ruoli di rilievo e di apicale importanza, e non dovrebbe accadere.

Poi, c'è l'anomalia del secondo gruppo, che è quello del MoVimento 5 Stelle. Il MoVimento 5 Stelle, all'inizio dei lavori in Commissione, nell'esame degli emendamenti, ha abbandonato i lavori e non si è più prestato alla discussione del provvedimento. Noi su questo ci siamo posti delle domande, ci siamo chiesti il perché il MoVimento 5 Stelle, una forza che ha un forte spirito di opposizione, rinunciasse al confronto e al dibattito nel fare opposizione al provvedimento. Non riuscivamo a spiegarci il perché. Poi, alla fine, siamo arrivati a una conclusione. Siamo arrivati alla conclusione che il MoVimento 5 Stelle sul tema dei migranti vive la sua più grande discrasia ideologica. La vive perché il MoVimento 5 Stelle è guidato da Giuseppe Conte che, di fatto, rimane il Primo Ministro che ha firmato i decreti di chiusura dei porti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); quindi è il Primo Ministro più cinico della storia d'Italia nei confronti del blocco ai flussi migratori e nei confronti dell'aggressione alle organizzazioni non governative. Praticamente, signor Presidente, i grillini si sono addormentati, come i più feroci oppositori delle ONG e dei flussi migratori irregolari e si sono risvegliati, nemmeno fossero come Jurij Gagarin che, dallo spazio, sognava una terra senza confini né frontiere.

Quindi, in buona sostanza, signor Presidente, siamo di fronte a un serio problema: quello delle opposizioni che, su questo tema, fuggono dal merito per nascondersi nel più comodo metodo. E noi, siccome ci teniamo alla nostra democrazia parlamentare, vogliamo lanciare una sfida alla nostra opposizione affinché possa risolvere questo problema. Lanciamo una sfida affinché si possa entrare finalmente nel merito di un tema così complesso; lanciamo la sfida a loro per dire, non tanto a noi, quanto agli italiani, se pensino davvero che il continuo flusso migratorio illegale in mano alla criminalità organizzata, che consente a chiunque di varcare i nostri confini, sia una situazione che realmente condividono. Vogliamo lanciare la sfida alle nostre opposizioni di smetterla di nascondersi dietro alla forma e iniziare a ragionare di sostanza su temi delicati come questi. Perché, qualora non se ne fossero accorti, ci sono interi quartieri delle nostre periferie, delle periferie delle nostre città, che sono diventati invivibili, interi quartieri dove la tanto cantata integrazione è miseramente fallita ed è miseramente fallita dietro le decisioni, anzi, sotto le decisioni dei Governi targati PD e MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora vogliamo lanciare un'altra sfida alle nostre opposizioni di intraprendere un dialogo, fosse anche un confronto, che liberi però questo tema dai condizionamenti emotivi, con i quali tentano di minare costantemente la lucidità delle Aule parlamentari e dell'opinione pubblica, soprattutto rispetto ai minori, perché sia chiaro, una volta per tutte, che non esiste nessuno qui dentro che vuole vedere più morti in mare. E qualsiasi azione posta in essere dal Governo Meloni e da questa maggioranza è un'azione posta in essere in prima istanza per fermare questa barbarie dei nostri tempi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che ha un diretto responsabile che è il pensiero unico portato avanti dalle sinistre di tutto l'Occidente e, soprattutto, dalle sinistre italiane.

Il decreto-legge n. 133 è un altro atto che cerca di invertire la rotta rispetto alla gestione del problema migratorio, un atto che cerca di riportare l'azione del Governo e il conseguente dibattito parlamentare alla condizione più sensata di pragmatismo necessario e indispensabile per costruire percorsi che possano raggiungere obiettivi così lontani e così complessi. Nel decreto si interviene per regolarizzare il sistema delle domande presentate in fase di rimpatrio, risolvendo una situazione di vuoto normativo che consentiva di aggirare e di ritardare o di evitare il rimpatrio, aggirando la norma. In quel caso, si dà il potere e la possibilità al questore di riesaminare, nell'immediatezza, la pratica rendendo così meno vani gli sforzi delle Forze di polizia che sono impegnate in questo compito, Forze di polizia che sono finalmente di nuovo al centro dell'azione del Governo e che ricevono da questo provvedimento un'azione tangibile e puntuale nei loro confronti; Forze di polizia per le quali non ci stancheremo mai di rivolgere loro il sentitissimo ringraziamento per lo sforzo che fanno costantemente a favore del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Con questo provvedimento s'interviene, inoltre, sull'annoso tema che da tempo mette in difficoltà il nostro sistema di accoglienza, il tema della vera identità del migrante, citato qui anche da qualche intervento. Con la possibilità di procedere alla verifica della reale età anagrafica attraverso un accertamento socio-sanitario, questo provvedimento, al contrario di quanto ripetuto ossessivamente dalle nostre opposizioni, va verso la tutela di chi minore lo è realmente e pone rimedio a una delle più gravi elusioni della norma attuata dai migranti stessi a danno di chi, invece, essendo realmente minore, avrebbe tutto il diritto delle tutele previste, riservate dal nostro ordinamento. Cosa ci sia di non condivisibile nel riportare alla legalità le azioni di chi è presente nel nostro territorio italiano non ci è dato capirlo. E non ci è dato capirlo perché non ce lo avete detto. Il ritorno alla legalità è la principale richiesta che il popolo italiano ci ha fatto con il suo voto.

Presidente, durante la discussione generale qualcuno delle opposizioni ha marginalmente trattato nel merito l'argomento. In un intervento dell'onorevole Fornaro - lo vedo anche - è stato detto che l'Italia ha bisogno di migranti. Bene, cogliamo questa sfida. Noi pensiamo che le priorità dell'Italia siano altre, ma ci rendiamo conto che in alcuni settori del nostro sistema produttivo siano necessari un apporto di manodopera e la presenza di altre persone. Di questo noi ce ne rendiamo conto, ma non possiamo permettere che a gestire le necessità del popolo italiano siano i trafficanti di esseri umani nel pieno dell'illegalità e agiscano con il vostro sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Vive proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo Stato italiano deve poter scegliere (Proteste del deputato Fornaro)! ...

PRESIDENTE. Collega, collega, collega, collega … Colleghi! Colleghi! Colleghi! Collega Fornaro!

FRANCESCO MURA (FDI). Lo Stato italiano deve poter scegliere chi entra e chi rimane in Italia, con buona pace del vostro pensiero (Vive proteste del deputato Fornaro)!

PRESIDENTE. Collega Fornaro! Collega Fornaro! Collega Fornaro!

FRANCESCO MURA (FDI). Voi continuate a richiamare dubbi e norme del diritto internazionale per favorire l'illegalità in Italia….

PRESIDENTE. Collega! Toglietegli il microfono, toglietegli il microfono …

FRANCESCO MURA (FDI). … e noi continueremo ad avere come unico interlocutore il popolo italiano. Voi continuate a nascondere (Proteste del deputato Fornaro)

PRESIDENTE. Collega, collega, la Presidenza le ha chiesto di interrompere …

FRANCESCO MURA (FDI). Voi continuate…

PRESIDENTE. Collega, deve interrompere il suo intervento! È chiaro? L'ho ripresa cinque volte. Deve interrompere il suo intervento.

Colleghi, adesso riprendo io il collega. In quest'Aula non si dice che i trafficanti di esseri umani hanno il sostegno di alcuni gruppi parlamentari. Quindi, la riprendo per quello che lei ha detto in quella circostanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Invito però i colleghi, siccome per queste cose c'è la Presidenza, a mantenere il silenzio e a consentire al collega di svolgere fino alla fine il suo intervento. Prego collega.

FRANCESCO MURA (FDI). Signora Presidente, ovviamente, non mi riferivo a un sostegno diretto ai trafficanti di esseri umani, per cui do per scontato che la condanna anche delle opposizioni ci sia, su questo sia chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma intanto l'azione …

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Chiedi scusa!

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Chiedi scusa!

PRESIDENTE. Collega Scotto! Collega, facciamo concludere! Ha ancora un minuto residuo. Vada alla conclusione. Prego.

FRANCESCO MURA (FDI). Credo ci sia stato un errore di valutazione dell'intervento. Potete anche andare a rileggerlo, ma io non ho mai sostenuto che abbiate dato sostegno ai trafficanti di esseri umani, ma che comunque vogliate eludere la discussione rispetto a questo tema. Secondo me questo avete fatto con tutti gli argomenti che io ho evidenziato in questo intervento. Voi potete pure continuare, nel legittimo diritto di esercizio del vostro ruolo, a nascondervi dietro la forma. Noi, per dare le risposte al popolo italiano, continueremo a lavorare alla sostanza. Per tutte queste ragioni voteremo la fiducia convintamente e orgogliosamente al Governo Meloni

( Applausi dei deputati de l grupp o Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo passare ora alla votazione per appello nominale e sospendere la seduta sino alle 13,30. Tuttavia, in relazione ai ritardi nei collegamenti per Roma, mi risulta che vi siano intese tra i gruppi nel senso di sospendere i nostri lavori fino alle ore 14.

Sospendo pertanto la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 14.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1458-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di venerdì 24 novembre.

La chiama avrà quindi inizio dal deputato Mari.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ……………….. 261

Votanti: ………………… 258

Astenuti: ………………...... 3

Maggioranza: …………... 130

Hanno risposto : ……… 164

Hanno risposto no: ……..... 94

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Bagnasco Roberto

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavo Ilaria

Cecchetti Fabrizio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Filini Francesco

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gatta Giandiego

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Nordio Carlo

Osnato Marco

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Ravetto Laura

Roccella Eugenia

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Stefani Alberto

Tassinari Rosaria

Testa Guerino

Tirelli Franco

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Auriemma Carmela

Barbagallo Anthony Emanuele

Barzotti Valentina

Berruto Mauro

Bonafe' Simona

Bonetti Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cantone Luciano

Caramiello Alessandro

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Costa Enrico

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Evi Eleonora

Fassino Piero

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

Iaria Antonino

L'Abbate Patty

Lacarra Marco

Lai Silvio

Malavasi Ilenia

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pastorella Giulia

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Provenzano Giuseppe

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rossi Andrea

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Schlein Elly

Scotto Arturo

Scutella' Elisa

Simiani Marco

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Zan Alessandro

Zanella Luana

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Steger Dieter

Sono in missione:

Bagnai Alberto

Baldino Vittoria

Bellucci Maria Teresa

Bignami Galeazzo

Boldrini Laura

Brambilla Michela Vittoria

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Cappellacci Ugo

Carloni Mirco

Cattaneo Alessandro

Cavandoli Laura

Cirielli Edmondo

Colucci Alessandro

Della Vedova Benedetto

Faraone Davide

Ferro Wanda

Fitto Raffaele

Frassinetti Paola

Freni Federico

Gardini Elisabetta

Giglio Vigna Alessandro

Giorgetti Giancarlo

Gribaudo Chiara

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Letta Enrico

Lollobrigida Francesco

Lupi Maurizio

Magi Riccardo

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Morrone Jacopo

Orsini Andrea

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pichetto Fratin Gilberto

Rampelli Fabio

Richetti Matteo

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Semenzato Martina

Serracchiani Debora

Silvestri Francesco

Tabacci Bruno

Tajani Antonio

Tremonti Giulio

Vaccari Stefano

Varchi Maria Carolina

Zaratti Filiberto

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle 15,30 con l'esame degli ordini del giorno.

La seduta, sospesa alle 15,15, è ripresa alle 15,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,32).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per rinnovare la richiesta di informativa urgente in Aula del Ministro Salvini, avanzata già da alcuni giorni, peraltro, dal nostro gruppo, sull'episodio dell'arbitraria fermata presso Ciampino imposta dal Ministro Lollobrigida a un treno Frecciarossa sulla linea Roma-Napoli. Con l'occasione aggiungo una richiesta di informativa dello stesso Ministro Salvini sul fatto che, secondo fonti di stampa, tuttavia confermate dall'interessato, il Ministro Salvini avrebbe incontrato, ben prima dell'approvazione del decreto relativo al ponte sullo Stretto e addirittura prima della stessa costituzione del nuovo Governo, l'ex Ministro Lunardi, che nel secondo Governo Berlusconi promosse la gara vinta dal consorzio Eurolink, e anche il titolare dell'impresa, Salini, che oggi è principale azionista dell'attuale Webuild, il gruppo che raccoglie il 40 per cento della società Stretto di Messina Spa.

Ricordo che la procedura scelta dal Governo è stata quella di riaffidare proprio alla società in questione la realizzazione dell'opera, al fine di sanare i contenziosi generati dalla fallimentare gestione delle avventurose decisioni di quel Governo, una scelta che dall'opposizione abbiamo duramente criticato, così come abbiamo duramente criticato la scelta di un'opera che non ha una solida base di approfondimento tecnico e scientifico, come impone la necessità di realizzarla in piena sicurezza. Parimenti, abbiamo criticato la stima dei costi effettuata dal Governo, pari a 13-15 miliardi, stima che abbiamo giudicato largamente approssimativa ed esposta al rischio di amplissime modifiche verso l'alto. Si tratta di una stima, peraltro, priva di certa copertura finanziaria, a fronte del fatto, peraltro, che in legge di bilancio il Governo si prepara a tagliare risorse sulla sanità, sulla scuola, sui trasporti e per gli enti locali. Abbiamo duramente criticato anche la modalità di gestione della riesumata società Stretto di Messina che, in deroga a ogni regolamento e legge di merito, assegna indennità di oltre 240.000 euro per amministratori e dirigenti, un vero e proprio “stipendificio”. Insomma, si tratta di un'opera gigantesca che non ci ha visti mai contrari per principio ma sempre attenti al rispetto massimo delle procedure, della trasparenza e delle scelte tecniche, in funzione della sicurezza e della valutazione dei costi reali.

Ora, la notizia, confermata dal Ministro Salvini, configura a nostro giudizio un atto grave di sudditanza ai gruppi imprenditoriali del vecchio consorzio impegnati in un contenzioso con lo Stato per 8 miliardi di euro per il naufragio del vecchio appalto, causato proprio dal fatto che la vecchia società era diventata una macchina mangiasoldi che non riusciva ad arrivare ad un punto certo di conclusione e di indirizzo sulle scelte tecniche da adottare. Qui c'è un problema di trasparenza e di rigore. Lo Stato e il Governo non possono essere esecutori dei giganteschi interessi privati che da un ventennio ruotano intorno a un'opera pubblica dai contorni ancora incerti. L'indipendenza e l'autorità dello Stato e del Governo sono sacre e sono la tutela degli interessi dei cittadini, tutela su cui questa notizia getta un'ombra inquietante.

Chiediamo, pertanto, che il Ministro Salvini venga in Aula a riferire su quanto riportato dalla stampa, e da egli stesso confermato, riguardo ai contenuti dei colloqui definiti “informali” e “riservati” cui avrebbero partecipato, oltre allo stesso Ministro e all'ex Ministro Lunardi, tecnici poi successivamente nominati ai vertici della società e degli uffici del Ministero preposti all'opera, come Pietro Ciucci e Alberto Prestininzi, attualmente coordinatore del comitato tecnico che dovrà valutare il progetto del ponte. Su questo tema annunciamo la presentazione di un'interpellanza urgente e ribadisco, vista l'occasione, la richiesta che lo stesso Ministro Salvini venga finalmente qui, in Aula, per riferire su quanto accaduto nei giorni scorsi presso la stazione di Ciampino a opera del Ministro Lollobrigida (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Come Alleanza Verdi e Sinistra ci associamo alla richiesta della collega Morassut e del gruppo Partito Democratico. Insieme al collega Bonelli, ho chiesto ai presidenti della VIII e della IX Commissione di poter audire l'AD di RFI sullo stesso tema, ovvero sulla fermata non prevista del treno per far scendere il Ministro Lollobrigida a Ciampino. Allo stesso modo, riteniamo urgente un'informativa del Ministro Salvini rispetto a quanto riportato dall'inchiesta di Report sul ponte sullo Stretto di Messina. Sappiamo che una parte delle risorse previste è già stata stanziata con questa finanziaria, ma temiamo che il ponte sia un'opera irrealizzabile, come abbiamo già detto, che prevedrebbe un investimento di risorse non solo economiche ma anche ambientali spropositate rispetto ai benefici che l'opera stessa - a meno che sia possibile realizzarla come è stata immaginata - creerebbe per il nostro territorio. Quindi, confidiamo che il Ministro Salvini possa venire in Aula quanto prima (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Su questo argomento non vedo altre richieste di intervento.

Il Governo è presente, naturalmente riferirò al Presidente della richiesta pervenuta dai gruppi.

Ha chiesto di parlare il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Presidente, intervengo per chiedere un'informativa urgente del Ministro Crosetto in merito alla situazione della missione UNIFIL in Libano. Questo è l'oggetto. Questa richiesta scaturisce dalle recenti dichiarazioni che il Ministro ha fatto durante la sua visita in Israele, quando ha incontrato il suo omologo, il Ministro della Difesa di Israele. Ha fatto diverse dichiarazioni che ci lasciano davvero basiti. Non solo ha dichiarato che sarebbe andato oggi all'ONU - diceva lunedì, quindi oggi - per parlare della missione UNIFIL in Libano ma, tra le altre cose, ha detto, voglio leggere testualmente le sue dichiarazioni: “Occorre che le Nazioni Unite decidano: o la missione UNIFIL ha ancora un senso oppure bisogna chiedersi se ha senso mantenerla”. Quindi, sembrerebbe che auspichi la rivisitazione delle regole d'ingaggio. Poi, il dubbio lo toglie, perché aggiunge che le attuali regole d'ingaggio non danno sicurezze ai contingenti, basta guardare gli attacchi di ogni giorno. Voglio sottolineare questa frase, cioè “gli attacchi di ogni giorno”, perché tra l'altro collide con altre affermazioni.

In ultimo, ha affermato: che senso ha mantenere una missione ONU, se non fa nulla per raggiungere l'obiettivo di quella missione? Ricordo a me stesso che gli obiettivi di quella missione sono quelli di garantire il ritiro delle truppe israeliane dal sud del Libano, ristabilire la pace in quella zona e aiutare l'autorità libanese, il Governo libanese a ristabilire la propria autorità proprio su quella zona di Libano.

Tuttavia, è ovvio che queste dichiarazioni fanno scaturire un problema politico perché collidono con quelle che sono state rilasciate qualche settimana fa, solo qualche settimana fa, dal Ministro Tajani che, appunto, diceva e voglio leggere sempre testualmente: “Ci sono nel Libano 1.300 militari italiani, sono lì da anni a fare da cuscinetto, al momento non ci sono pericoli ma sono in una situazione complicata”.

Allora, veramente non v'è chi non veda un sostanziale contrasto tra queste dichiarazioni. Quindi, la prima richiesta è che venga a riferire qui, in Aula, per farci capire qual è esattamente il pensiero del Governo in merito alla missione UNIFIL. Oltre a questo dato ce n'è un altro. Siccome il Ministro va all'ONU e parla di eventuali rivisitazioni sia delle regole di ingaggio sia della stessa esistenza della missione UNIFIL, io credo - anzi, è la legge che lo stabilisce - che questo tipo di indirizzo venga dato dal Parlamento, non lo dà il Ministro della Difesa pro tempore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, se ha questi dubbi, che possono essere legittimi, ne venga a discutere qui, nella casa della democrazia, in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non si limiti a fare delle inutili dichiarazioni ai giornali, tra l'altro poi accompagnandole con altre dichiarazioni sui magistrati, e penso che di questo ci occuperemo da qui a qualche minuto. Concludo, Presidente: chiedo, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, che il Ministro venga quanto prima a riferire a questo Parlamento perché la situazione che lì si vive è delicatissima e ci sono nostri connazionali, ci sono nostre truppe che si possono trovare, a suo dire, a dire del Ministro, in situazioni di pericolo e sotto attacco ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Governo è presente, riferirò della richiesta di informativa pervenuta dal suo gruppo. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In questi giorni, esattamente ieri, sul Corriere della Sera, abbiamo letto frasi e parole molto gravi espresse dal Ministro della Difesa di questo Paese. Il Ministro Crosetto, a domanda che gli veniva rivolta su quale fosse il pericolo più grande per la continuità del Governo Meloni, ha risposto che l'unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i Governi di centrodestra, cioè l'opposizione giudiziaria. Insiste: a me raccontano di riunioni di una corrente in cui si parla di come fare a fermare la deriva antidemocratica a cui porta il Governo Meloni. Siccome in Italia ne abbiamo viste di tutti i colori, mi aspetto che si apra questa stagione.

Oggi, sempre sullo stesso quotidiano, ha detto che ha fatto quel passaggio non superficialmente. È indignato qualora tutto ciò fosse vero e se fosse vero quanto gli è stato riferito. Non lo afferma più come certo, ma come voci che gli vengono riferite. Si tratta di accuse evidentemente gravissime: se in un Paese democratico un corpo dello Stato, la magistratura, agisse per sovvertire il Governo e la maggioranza parlamentare, saremmo in presenza di un piano eversivo, che, se fosse vero, sarebbe gravissimo, così grave da non lasciare spazio a interviste di giornale, ma ad azioni concrete. Allora, noi vogliamo sapere di quali fatti e informazioni dispone il Ministro Crosetto, tali da lanciare accuse così gravi e vogliamo che venga a riferirle qui, in Parlamento. Per questo chiediamo una sua informativa. Ha dichiarato che è pronto a riferire, laddove è necessario. Noi glielo chiediamo e pensiamo che sia assolutamente necessario, perché altrimenti si tratta di accuse gravissime, che violano la separazione dei poteri dello Stato e che gettano un clima di scontro fortissimo con la magistratura, che in democrazia è chiamata a svolgere un ruolo autonomo, senza subire minacce o pressioni. Riteniamo assolutamente urgente l'informativa del Ministro perché si chiarisca la gravità delle parole con le quali lui si è espresso in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anche noi chiediamo che il Ministro Crosetto venga in Parlamento, tra l'altro mi pare che il Ministro Crosetto abbia detto che è disponibilissimo a farlo. Magari ci farebbe piacere che venisse accompagnato anche dal Ministro della Giustizia. Le considerazioni fatte dall'onorevole Crosetto francamente non mi stupiscono, nel senso che non sono proprio una mammola, non è che in questi anni in questo Paese noi non abbiamo visto iniziative che, pur non arrivando all'eversione, hanno tentato di inserirsi, anche palesemente, anche con dichiarazioni, nel dibattito politico da parte della magistratura. Vorrei segnalare che non c'è occasione nella quale il Parlamento o il Governo prendano un'iniziativa di modifica strutturale, o anche meno, del piano giustizia e il sindacato dei magistrati, con le varie correnti, innalza gli scudi e grida all'attentato alla Costituzione, alla libertà e alla separazione dei poteri, loro. Che questo poi - e ciò va detto - si realizzi anche attraverso progetti che in un'assemblea di una corrente puntano a raggiungere l'obiettivo di non far realizzare delle riforme o altre cose, è qualcosa che non mi stupisce, è sempre accaduto. Francamente non la ritengo una cosa eversiva, la ritengo una cosa molto, molto, molto problematica. Quello che manca nelle considerazioni dell'onorevole e Ministro della Difesa, Crosetto, è che ci venga a spiegare, una volta che apprende una cosa del genere, qual è l'iniziativa che il Governo vorrebbe prendere per cercare di arginare evidentemente un tentativo di questo tipo e se, di fronte all'ennesima uscita dal seminato della magistratura avvenuta formalmente - e avviene in tante occasioni- e avvenuta informalmente - come sembra essere in questa occasione - il riflesso del Governo è quello di nascondere sotto il tappeto tutte le riforme più importanti di cui aveva preso impegno in campagna elettorale e che aveva annunciato di voler portare avanti, addirittura presentando proposte direttamente. Parlo della separazione delle carriere, parlo delle intercettazioni, parlo di tante cose. Noi, non solo non sentiamo più parlare di riforme, ma non sentiamo neanche più parlare il Ministro Nordio di queste cose, cosa che ci preoccupa moltissimo. Quindi probabilmente sarebbe utile che venisse il Ministro Crosetto a precisare le cose che sa - e al Parlamento lo deve, a chi la pensa in un modo e a chi la pensa in un altro - , ma venga anche il Ministro Nordio a farci sapere che intenzioni ha il Governo rispetto al grande programma rivoluzionario sulla giustizia, che si è ridotto obiettivamente a quattro cosette (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Mi associo anch'io alla richiesta di informativa urgente del Ministro Crosetto, che nei giorni scorsi si è lanciato in questi attacchi scomposti nei confronti della magistratura. Bisogna smetterla di gettare continuamente dubbi e sospetti qua e là, si lancia il sasso e poi si ritira la mano. Questo non fa bene alla nostra democrazia, che invece avrebbe bisogno di massima trasparenza, soprattutto se poi coincide, anche da un punto di vista temporale, con una serie di misure, un pacchetto in Consiglio dei ministri da parte del Governo che coinvolge anche la magistratura. Quindi, ci si chiede se questo è un caso. Se il Ministro ha dei fatti, ma fatti oggettivi, chiaramente li deve riferire, non a noi, ma almeno nelle sedi opportune denunci, e non si limiti, quindi, ai comunicati stampa. Se si tratta, invece, di uno scivolone comunicativo del Ministro, quando parla, in particolare, di atti eversivi, allora venga a dirlo in un'informativa urgente. Questo credo sia necessario non solo per noi, ma per i cittadini e per la magistratura stessa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anche io mi associo, a nome del MoVimento 5 Stelle, alla richiesta di un'informativa urgente, però la nostra posizione è un po' diversa, perché noi pensiamo che, prima ancora di riferire in Parlamento, a questo punto, data la gravità inaudita, perché mai avevamo sentito dichiarazioni di questo tenore, che addebitano un fatto ben preciso, con anche l'individuazione, tra le righe, di soggetti eventualmente ben precisi, un fatto di questa gravità non si era mai verificato e questo deve essere tutto oggetto, casomai, di audizione in procura. Il Ministro Crosetto dovrebbe andare, se sa qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), se conosce dei fatti ben precisi, direttamente in procura. So che i componenti di questo Governo sono refrattari alle procure, ma così è. Quando c'è un fatto che potrebbe assumere gli estremi di un reato, si deve avere la responsabilità di andare presso le sedi competenti, e, in questo Paese, sono le procure le sedi competenti. Segnalo come le improvvide dichiarazioni del Ministro Crosetto - ne abbiamo avuto anche testimonianza un minuto fa in quest'Aula - abbiano ringalluzzito in particolare Forza Italia, ma non solo Forza Italia, anche altre forze politiche, che da ieri, approfittando di quelle dichiarazioni, rilanciano la separazione delle carriere come la madre di tutte le riforme, come la priorità assoluta, come argine alla magistratura, quella magistratura di cui parla nell'articolo, a margine, il Ministro Crosetto. Queste forze politiche e la maggioranza, quindi, tradiscono quello che noi da sempre diciamo, ovvero che il fine ultimo, e direi neanche tanto ultimo, della separazione delle carriere è l'addomesticamento delle procure, l'assoggettamento del potere giudiziario al potere esecutivo, in modo che l'Esecutivo possa spadroneggiare indisturbato sulla Costituzione, sulle convenzioni internazionali.

Lo vediamo, in pratica, quotidianamente in qualsiasi provvedimento che ci viene sottoposto, o quasi. Vedete, è di quelle procure addomesticate che il Ministro Crosetto probabilmente sì fiderebbe. Noi vogliamo, in realtà, rivendicare e difendere - lo faremo sempre, in qualsiasi occasione - l'indipendenza e l'autonomia della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Davvero si tratta di dichiarazioni inaudite che non possiamo che stigmatizzare. Lo ribadisco, venga qui in Aula ma, ancor prima, vada a riferire in procura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Governo è presente. Naturalmente, riferirò al Presidente della richiesta di informativa giunta da diversi gruppi.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 1458-A.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1458-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento, in quanto estranei all'oggetto della discussione, gli ordini del giorno n. 9/1458-A/41 Bonelli, n. 9/1458-A/42 Mari, limitatamente al secondo impegno, n. 9/1458-A/44 Piccolotti, n. 9/1458-A/46 Ghirra, che prevedono modifiche alla legge n. 91 del 1992 in materia di presupposti per l'attribuzione della cittadinanza italiana, e n. 9/1458-A/49 Zaratti, limitatamente al secondo e al terzo impegno, relativi al processo di pace in Medio Oriente.

Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi, sulla inammissibilità immagino. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Trovo davvero sconcertante quello che ha appena detto. Non so se sia stata una sua scelta o piuttosto del Presidente della Camera, come immagino, ma è incredibile, davvero, fatemelo dire, dopo un anno in cui abbiamo visto, in tantissimi decreti, cose assurde, disomogenee e dopo che siamo riusciti a parlare di immigrazione, in seguito a tre decreti sull'immigrazione, addirittura nel decreto sulle ZES e sul Sud. Adesso stiamo parlando di emendamenti? No, stiamo parlando di ordini del giorno e il Presidente della Camera vuole dirci che non è possibile discutere sul tema dell'immigrazione né dello ius soli né dello ius scholae? Le dico di più. In alcuni nostri ordini del giorno ritenuti irricevibili c'è anche, banalmente, la vicenda dei flussi e della regolarizzazione dell'immigrazione in Italia, ovviamente con alcuni presupposti, ossia il lavoro, eccetera. Anche quelli sono decaduti, anche quei punti sono decaduti. Andate a rivedere i nostri ordini del giorno e vedrete che non ci sono lo ius soli, lo ius scholae o i motivi internazionali che lei ha citato. Quindi, io trovo davvero che questa sia una pratica sbagliata ed è ancora più sbagliata perché non è omogenea con altri decreti e altri ordini del giorno. Mi volete dire che l'oggetto dei nostri ordini del giorno deve essere solo sui punti strettamente trattati dal decreto? Ma davvero è questo che mi sta dicendo? Perché se è questo, cioè parliamo di immigrazione e non possiamo parlare di cittadinanza, allora applicheremo lo stesso principio su altri ordini del giorno, anche di altri colleghi, soprattutto della maggioranza. Se l'utilizzo dell'inammissibilità è addirittura politico credo che abbiamo un problema, abbiamo un problema con il Presidente della Camera o con chi si sta per prendere le responsabilità di questo punto.

Adesso le chiederei una breve sospensione dei nostri lavori, per porre il tema e per farle vedere i punti di quegli ordini del giorno che, come le ho citato, non sono neanche sul tema della cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Collega Grimaldi, come lei sa, è una decisione che compete al Presidente della Camera. Vado a leggerle alcune delucidazioni rispetto alle questioni che lei solleva.

Sono state sollevate obiezioni in merito al fatto che la Presidenza abbia considerato inammissibili gli ordini del giorno n. 9/1458-A/41 Bonelli, n. 9/1458-A/42 Mari, limitatamente al secondo impegno, n. 9/1458-A/44 Piccolotti, n. 9/1458-A/46 Ghirra nonché l'ordine del giorno n. 9/1458-A/49 Zaratti, limitatamente al secondo e al terzo impegno.

Ricordo anzitutto che, benché i criteri di valutazione dell'ammissibilità degli ordini del giorno riferiti ai disegni di legge di conversione dei decreti-legge siano meno restrittivi di quelli relativi agli emendamenti, poiché ad essi si applica la disciplina generale di cui all'articolo 89 - che stabilisce l'inammissibilità degli atti affatto estranei all'oggetto della discussione, in luogo della disciplina recata dall'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento - la materia trattata dagli ordini del giorno in esame non appare comunque riconducibile ad alcuno degli ambiti materiali del provvedimento all'esame dell'Assemblea.

Nel caso di specie, gli ordini del giorno n. 9/1458-A/41 Bonelli, n. 9/1458-A/42 Mari, limitatamente al secondo impegno, n. 9/1458-A/44 Piccolotti e n. 9/1458-A/46 Ghirra, recando modifiche alla legge n. 91 del 1992 in materia di requisiti necessari per l'acquisto della cittadinanza italiana, intervengono su un ambito materiale distinto e ulteriore rispetto alla materia oggetto del provvedimento in esame, ossia la gestione dei flussi migratori. A conferma dell'estraneità di tale ambito materiale, faccio altresì presente che, nel corso dell'esame in sede referente del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge all'esame dell'Assemblea, nella seduta del 25 ottobre il Presidente della I Commissione non ha ritenuto ammissibile l'emendamento Zaratti 7.01, che interveniva proprio in materia di acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei minori stranieri nati in Italia o che vi hanno fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età.

Quanto al secondo e al terzo impegno dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/49 Zaratti, volti a impegnare il Governo ad adoperarsi in sede internazionale per favorire la pace in Medio Oriente, intervengono anch'essi su un ambito materiale del tutto estraneo rispetto alla materia oggetto del provvedimento in esame che reca disposizioni di diritto interno in materia di immigrazione, di supporto alle politiche di sicurezza e di funzionalità del Ministero dell'Interno.

Alla luce di tali considerazioni, la Presidenza non può che confermare la decisione circa l'inammissibilità degli ordini del giorno n. 9/1458-A/41 Bonelli, n. 9/1458-A/42 Mari, limitatamente al secondo impegno, n. 9/1458-A/44 Piccolotti e n. 9/1458-A/46 Ghirra nonché dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/49 Zaratti, limitatamente al secondo e al terzo impegno.

Il deputato Fossi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/2.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, ha, di fatto, inasprito in modo inaccettabile, secondo noi, il codice di condotta per i salvataggi in mare delle navi umanitarie, prevedendo multe e sanzioni per i trasgressori.

Nonostante le tante richieste che vengono dall'Europa, le navi umanitarie sono state multate e sottoposte a fermo amministrativo, dopo aver salvato vite in mare. È successo più volte. Per esempio, la Open Arms, il 30 settembre di quest'anno, è stata ritenuta colpevole di aver soccorso, in tre differenti operazioni, 176 persone. Nel caso specifico della nave Open Arms dello scorso settembre, però, il fermo ha creato ulteriori problemi alla ONG stessa. Infatti, si è venuta a creare una situazione davvero insostenibile, che aggrava ancor di più la posizione delle navi ONG, di quelle stesse ONG che salvano vite in mare anche su mandato delle capitanerie di porto, soprattutto quando lo Stato ritarda negli interventi. Alle navi che salvano i migranti non solo avete imposto di navigare lungo tutta l'Italia per raggiungere i porti più lontani, nonostante siano piene di uomini, donne, bambini stremati e in difficoltà. Non solo avete multato e sottoposto a fermo amministrativo le navi, dopo che i loro equipaggi avevano salvato vite in mare, ma per la loro grande colpevolezza, cioè di essere rimasti umani, avete addirittura promosso - usando una definizione a voi cara - una sorta di pizzo di Stato nei confronti di queste stesse navi, com'è successo per la Open Arms, appunto, lo scorso settembre. Il fermo ha creato ulteriori problemi, in quanto alla nave è stato imposto di ormeggiare, non al porto, ma in rada e quindi è stata costretta a utilizzare, per gli spostamenti da e verso il porto, un'agenzia, che per ogni viaggio ha chiesto il pagamento di 300 euro. Quindi, per qualsiasi emergenza, che poteva riguardare anche, per capirsi, l'acquisto di beni di prima necessità, la nave ha dovuto pagare 600 euro di trasporto, andata e ritorno, per poche centinaia di metri. Io questo lo definisco sciacallaggio e accanimento, francamente inaccettabili. Tutto ciò è avvenuto nonostante Open Arms avesse gommoni abilitati ma, in quel caso, non autorizzati a questi spostamenti. Dunque, appare incomprensibile gravare ulteriormente, logisticamente ed economicamente, le navi umanitarie, già costrette a fermi incomprensibili dopo aver collaborato attivamente, lo ripeto, con le capitanerie di porto.

Con quest'ordine del giorno, quindi, chiediamo almeno che il fermo amministrativo della nave si riferisca alla sola unità navale principale, ad esclusione della lancia o qualsiasi tipologia di imbarcazione di salvataggio, quindi all'interno di un provvedimento assurdo e inaccettabile almeno sgravare di questo aspetto le navi ONG (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La deputata Ghirra ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Borrelli n. 9/1458-A/43, di cui è cofirmataria.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Come ho sottolineato anche questa mattina, durante l'intervento in dichiarazione di voto sulla questione di fiducia, questo decreto riguarda, ancora una volta, il tema dell'immigrazione, ed esso prevede tutta una serie di disposizioni estremamente punitive e restrittive del diritto d'asilo. In particolare, l'ordine del giorno che presento riguarda la revisione dell'articolo 10 di un decreto del Ministro Piantedosi, che prevede addirittura che, per poter disporre della libertà di movimento nel nostro Paese, i richiedenti asilo debbano versare una cifra di 4.938 euro. Si tratta di una disposizione che per noi è assurda e inaccettabile e che per fortuna i tribunali non stanno applicando, perché in contrasto con le norme costituzionali ma anche con le norme del diritto europeo e del codice della navigazione. Chiediamo assolutamente di rivederlo, così come chiediamo di rendere meno complesse le procedure per i figli dei migranti che, per motivi di studio o di ricongiungimento familiare, arrivano nel nostro Paese e chiediamo anche di riconoscere come originali le certificazioni dei familiari rilasciate dagli uffici consolari.

Come abbiamo sottolineato in altri ordini del giorno, ma anche durante la discussione del provvedimento, riteniamo che l'accordo con l'Albania sia assolutamente illegittimo. Peraltro, non c'è stato un coinvolgimento del Parlamento nel momento in cui si è deciso di siglarlo. Il Manifesto dell'8 novembre scorso titolava “Balcani da guardia”, un articolo con cui si annunciava il Protocollo, l'accordo col Governo albanese, con cui si stabilisce che, una volta recuperati in mare i cittadini extra Unione europea, si sarebbe potuto decidere se farli sbarcare sulle coste italiane oppure sul territorio albanese. Questo è un Protocollo che è in palese contrasto con il diritto dell'Unione, visto che sappiamo benissimo che i migranti hanno diritto di essere accolti nel Paese dalle cui marinerie e sulle cui coste vengono salvati. Quindi, se sono salvati in mare da nave italiana, il territorio d'accoglienza non può che essere l'Italia, mentre l'Albania agirebbe in sua vece senza averne alcun titolo. Si tratterebbe, in questo caso, di respingimenti collettivi, una pratica vietata dal diritto internazionale del mare, nonché dagli articoli 10 e 117 della Costituzione, cosa per cui l'Italia è già stata condannata.

Noi riteniamo che le procedure di accoglienza dovrebbero essere ripensate per quanto riguarda il sistema del nostro Paese e, piuttosto che fare accordi con Stati come l'Albania, sarebbe opportuno intervenire in Europa per rivedere il regolamento di Dublino, ridefinire una distribuzione dei migranti compatibile con la possibilità di integrarli e di includerli all'interno delle società dei Paesi in cui vengono accolti. Sicuramente occorre potenziare il nostro sistema di accoglienza, rafforzare gli uffici delle questure per poter garantire soprattutto a coloro che hanno diritto al permesso di asilo di averlo in tempi ragionevoli e senza dover sborsare somme quali quelle indicate dal Ministro Piantedosi nel suo decreto, che sono del tutto inadeguate, inopportune e che creano delle discriminazioni. Confido, quindi, che il parere del Governo su quest'ordine del giorno possa essere favorevole e che possa essere accolto positivamente dall'Aula, per riuscire a dare, nell'ambito di un decreto che noi non apprezziamo affatto, almeno alcuni segnali positivi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il deputato Mauri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/4.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto, dobbiamo dire una cosa, riprendendo una discussione che si è fatta all'interno di quest'Aula non più di qualche settimana fa, cioè che quando si sveglia la mattina questo Governo pensa sempre a come può fare un nuovo decreto sull'immigrazione. Questo è il quarto decreto Immigrazione a partire dall'inizio dell'anno; oltre a questo c'è stato un decreto ministeriale - vi ricorderete -, quello del Ministro dell'Interno che prevede quasi 5.000 euro per evitare la detenzione amministrativa per i migranti con alcune caratteristiche e poi abbiamo discusso in quest'Aula, giusto la settimana scorsa, dell'accordo con l'Albania. È come se ci fosse - diciamo così - un profondo convincimento dentro la maggioranza e dentro il Governo che, per far fronte all'evidente incapacità di gestione del fenomeno migratorio, di fronte all'incapacità di gestione politica e di gestione concreta, l'unica soluzione possibile, che viene rintracciata, è quella di fare propaganda.

Su questo ci potrebbe essere una censura da parte dell'opposizione, che potrebbe essere anche solo di carattere politico, se volete, se non fosse che questa propaganda è fatta sostanzialmente sulle spalle dei più fragili, dei più deboli, in alcuni casi rispetto ai migranti che chiedono protezione internazionale, in altri casi - e noi riteniamo che questa sia tra tutte le gravità quella peggiore - sui ragazzi, sulle ragazze, sui ragazzini e sulle ragazzine, cioè su tutte quelle persone, che, però, hanno un nome, un cognome e una storia personale, che stanno sotto la dicitura generica di minori stranieri non accompagnati. Se noi possiamo trovare un punto qualificante - si fa per dire qualificante - di questo decreto, sia nella sua impostazione iniziale che nel suo peggioramento ulteriore, facendo un'operazione anche di una certa difficoltà, perché peggiorare questo decreto non era proprio facile in fase di conversione, nel passaggio in Commissione e poi inevitabilmente con il voto di fiducia, è proprio quello sui minori stranieri non accompagnati. Noi possiamo dire che il tratto qualificante è quello di un accanimento sui minori stranieri non accompagnati. Fatto come? Intanto intervenendo in maniera che va contro le garanzie sul tema della verifica della minore età, come se ci fosse un'urgenza in questo Paese sul tema della minore età, come se ci fosse un'emergenza di ragazzi che fingono di essere minorenni ma sono maggiorenni. In tutte le audizioni, compresa quella dell'UNICEF, ci hanno spiegato che non solo non è così, ma è il contrario, cioè di minorenni che provano a spacciarsi per maggiorenni, con quello che ne consegue rispetto ai vantaggi che ne traggono le organizzazioni criminali dal loro sfruttamento, l'allargamento dei centri di accoglienza in generale di tutti i richiedenti asilo, in particolare del 50 per cento dei minori stranieri non accompagnati.

Poi, c'è una cosa che noi abbiamo provato in tutti i modi a far togliere o a limitare in questo decreto e non solo c'è stata la sordità assoluta ma si è pure peggiorato, da questo punto di vista, non ultimo con un subemendamento di uno dei componenti della Commissione. Si tratta del fatto che i minori stranieri non accompagnati sono messi all'interno dei centri per adulti, stabilendo un principio pericolosissimo, introducendo un elemento di promiscuità che può essere assolutamente pericoloso e che sarebbe stato assolutamente da evitare, anche semplicemente facendo leva sull'ordinamento europeo che dice, sì, che in alcuni casi si possono mettere in centri per adulti, ma solo ed esclusivamente a garanzia del superiore interesse del minore. Qui non si garantisce in nessun modo il superiore interesse del minore; qui si garantisce solo l'interesse di un Governo che non è in grado di gestire l'immigrazione, che ha avuto più di un anno per attrezzarsi e che non l'ha fatto, che dovrebbe fare un piano straordinario sul tema dell'accoglienza, in particolare, per la delicatezza, sul tema dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e se ne frega. Fa qualcosina ma assolutamente in maniera insufficiente e risolve i propri problemi di inadeguatezza, perché questo è dimostrazione di inadeguatezza, sulle spalle dei ragazzi e delle ragazze e questo è assolutamente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La deputata Evi ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/1458-A/47 Zanella, di cui è cofirmataria.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Siamo di fronte all'ennesimo provvedimento che non fa altro che smantellare e demolire la normativa a protezione dei migranti. In particolar modo, in questo caso, con quest'ordine del giorno che abbiamo presentato ci concentriamo sul tema dei diritti dei minori non accompagnati. Colleghi, è dai decreti Sicurezza che questa cosa sta accadendo nel nostro Paese. Non sono bastati i decreti Sicurezza, dopo è arrivato anche il decreto Cutro e adesso stiamo lavorando a questo ennesimo decreto. È un decreto che, come ho detto, non fa altro che smantellare i livelli di tutela e protezione, in particolare, per i minori stranieri non accompagnati. La domanda è: come esattamente, smantellando questo sistema di protezione e di tutele per i minori, voi pensate di gestire il fenomeno dell'immigrazione? Esattamente, qual è il senso di questo tipo di misure? Francamente, non ha alcun tipo di logica, se non quella perversa di rispondere a ideologie e dare risposte di pancia, in questo momento, nell'affrontare l'enorme tema migratorio. In che modo, quindi, pensate di risolvere il problema? Francamente, non è in alcun modo logico e chiaro, dal momento che, in particolar modo, sono due le questioni che vengono introdotte con questo nuovo decreto: la prima riguarda la possibilità, per i minori di età non inferiore a 16 anni, di essere accolti, nella sezione dedicata, nei centri di accoglienza per adulti; la seconda questione riguarda, in caso di arrivi consistenti e multipli, lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari e medici, anche radiografici, volti alla valutazione dell'età del minore. Ecco, queste due previsioni sono completamente in contrasto con le Convenzioni internazionali e con quello che dovrebbe essere un principio cardine da seguire, ossia l'interesse superiore del fanciullo, del minore, che viene assolutamente calpestato con queste due nuove previsioni incorporate in questo decreto. È evidente come, per un minore, essere all'interno di una struttura per adulti possa creare ansie, possa creare traumi, possa creare stress e possa creare dei veri e propri impatti psicologici. Ci domandiamo come mai abbiate introdotto questa norma, quando le regole, già oggi, potrebbero prevedere, ad esempio, di potenziare le strutture dedicate all'accoglienza dei minori invece di fare questo pastrocchio che consente di inserirli all'interno di strutture dove sono presenti adulti. L'altra questione riguarda gli esami radiografici per la valutazione dell'età. Anche qui c'è una serie di normative e di Convenzioni internazionali che già ci dicono che questa è una strada assolutamente inadeguata per verificare e confermare l'età del minore, che, quindi, deve essere assolutamente abbandonata e scartata.

Questo nostro ordine del giorno impegna il Governo a evitare di infliggere ai minori e alle persone fragili esami fisici che possano creare situazioni di stress e ansia, per stabilire l'esatta età del minore migrante. Inoltre, vogliamo impegnare il Governo a fornire ai minori non accompagnati condizioni di accoglienza adeguate alle loro esigenze, anche attraverso l'allestimento di nuove strutture in spazi attualmente disponibili (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il deputato Quartini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/52.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Purtroppo, considerando la capacità che ha questa maggioranza di essere supina rispetto al Governo e considerando la capacità che ha questo Governo di delegittimare, squalificare e offendere le prerogative del Parlamento, all'opposizione non resta altro che illustrare e fare dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno. Mi duole dire questo, tant'è che spesso mi chiedo perché vogliano fare la riforma costituzionale, dato che l'hanno già fatta, nei fatti, decidono, comandano e squalificano tutte le nostre attività. Anche in questo caso, ci troviamo a dover dare suggerimenti per rimediare, altro che all'emergenza, al caos vero e proprio rispetto al tema dell'immigrazione. C'è uno spezzatino di disposizioni da quando è iniziata la legislatura, mai definitivamente necessarie e urgenti, spesso eterogenee, infilate un po' dappertutto in questo provvedimento, nel decreto-legge Coesione, nel decreto-legge Anticipi e anche in legge di bilancio, pensi un po'.

Proprio in questa logica e in questo contesto, noi suggeriamo, con quest'ordine del giorno, di dare attuazione alle disposizioni previste nel testo unico concernente la disciplina delle immigrazioni e alle norme sulla condizione dello straniero, predisponendo il documento programmatico relativo alla politica dell'immigrazione e degli stranieri e trasmettendolo al Parlamento. Almeno, se si avesse questo piano triennale, qualcosa in più si potrebbe pensare e qualche suggerimento in più si potrebbe dare. Lo stesso Governo e la stessa maggioranza, forse, potrebbero recuperare un minimo d'orientamento che ci sembra, rispetto all'immigrazione, abbiate completamente perso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Passate dal bloccare tutto ai 150.000 ingressi e, addirittura, volete fare i CPR in Albania, fuori dalla nostra Nazione, con costi spropositati.

Quello che preoccupa ancora di più è il linguaggio che, comunque, viene usato. Abbiamo sentito parlare di carichi residuali e di discarica d'Europa, come se i migranti fossero dei rifiuti. Ma non vi vergognate proprio a usare questi termini? Abbiamo sentito parlare di sostituzione etnica. Durante l'evento Cutro si è sentito dire che era colpa delle madri e dei padri che imbarcavano i propri figli sulla nave se morivano annegati. Da non credere! Da non credere! Poi si fa fatica a non pensare che, di fatto, si sta degenerando verso rischi di discriminazione razziale. Questo è un dato di fatto ma anche in questo contesto si riesce ancora a far peggio: addirittura, si calpestano i diritti dei minori e si pensa che, in una capienza raddoppiata nei centri di accoglienza, possano convivere tranquillamente con gli adulti per 5 mesi. Ragazzini violati, sottoposti a violenze di ogni genere, che hanno visto la morte e hanno visto le torture e non riuscite a rispettare i loro diritti. È una cosa che non è assolutamente sopportabile.

Addirittura, siamo arrivati al punto che c'è una nuova fattispecie di maggiorenni nei preamboli di questo decreto, costituita dai minori non accompagnati che appaiono essere di almeno 16 anni, appaiono essere di almeno 16 anni! Sono ragazzi sottoposti a tortura, alla fame e si invecchia tutti sottoposti a tortura, a violenza e alla fame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Chi è che decide se quello appaia essere di 16 anni? Addirittura li volete sottoporre a degli esami. Li volete marchiare come le bestie? Volete fare allevamenti di minorenni stranieri in questo Paese? Dovete vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. La deputata Ferrari ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/8.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Cronaca di questi giorni, cioè realtà vera, drammatica: un pescatore di Lampedusa è al largo durante la notte, con la sua imbarcazione, quando scorge due ragazzini aggrappati a uno scoglio.

Pare siano gli unici superstiti di una delle tante bagnarole andate a fondo nel mare della morte, il più grande cimitero a cielo aperto. Li raccoglie a bordo e il figlio si preoccupa per i rischi legali che correranno per questo salvataggio, per i rischi legali dovuti all'aver salvato la vita a due ragazzini. Eh sì, perché avete trasformato l'Italia in un Paese in cui l'umanità delle persone deve fare i conti con la disumanità delle vostre leggi, perché la vita umana e il diritto alla sopravvivenza non valgono per tutti. Il supremo interesse del minore nel nostro Paese vale solo se quel minore è italiano. Ma dove ci state portando? A quale livello di disumanità spingete e costringete i nostri cittadini con le vostre norme? Le convenzioni internazionali sui diritti umani sottoscritte da questo Paese sono diventate all'improvviso carta straccia? Mi rifiuto di pensare che, se salviamo qualcuno che incontriamo nel nostro cammino, dobbiamo prima chiedergli di che nazionalità sia, se abbia un passaporto, un permesso di soggiorno, altrimenti non lo salviamo. A questo ci conducono le vostre leggi e, dopo che si sono salvati o qualcuno li ha salvati, rischiando l'incriminazione per questo, dove li mettiamo? In un centro di detenzione e delle loro condizioni là dentro non ci interessa più nulla. Anzi, all'improvviso, con questo decreto si possono raddoppiare sulla carta - sulla carta e, ahinoi, anche nei fatti - i numeri delle persone che migrano, persone che avete deciso di gestire come? Privandole semplicemente della loro libertà, così almeno non stanno in giro e non minano la sicurezza degli italiani. E quale terribile pericolo, vi chiedo, potrebbe venire alla comunità italiana, invece, dalla gestione umana dei minori non accompagnati? Così ragazzini e ragazzine, se hanno fra i 16 e i 18 anni, con questa ignobile, incivile, disumana, efferata, spaventosa, violenta, spietata legge, da oggi, potranno essere collocati, serenamente, accanto, insieme ad altri adulti, dove nessuno controlla certamente lo stato del loro benessere. E tra di loro ci saranno, lo ripeto, anche ragazzine. E, allora, c'è anche il tema del contrasto alla violenza sulle donne, di cui ci siamo riempiti tutti la bocca in questi giorni e di cui ci siamo occupati anche con una norma approvata dal Senato non più tardi di pochi giorni fa, un mese dopo di noi. Forse dovevamo chiamarla “legge di contrasto alla violenza sulle donne italiane”, perché se, invece, le donne sono donne migranti, che magari hanno già subito violenza nel loro Paese, e/o nel percorso migratorio, e/o in Libia, e/o nel viaggio in mare, se, poi, di grazia, le mettiamo in queste condizioni, allora il problema non c'è, il problema per voi non esiste, le possiamo tranquillamente collocare nei CPR. Ecco cosa ci distingue, colleghi, abissalmente da voi, che avete pensato a queste leggi e che oggi vi preparate a votarle, colleghi e colleghe…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, collega.

SARA FERRARI (PD-IDP). …da voi che addirittura ve ne fate vanto con l'opinione pubblica: ciò che ci distingue abissalmente da voi è il bisogno di restare umani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Colleghi, continuate a rivolgervi alla Presidenza. La deputata Zanella ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/1458-A/48 Evi, di cui è cofirmataria.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Ringrazio di cuore anche le colleghe e i colleghi che mi hanno preceduta, perché i loro interventi sono importanti, sono da ascoltare, direi da far entrare, oltre che nella nostra testa, nel cuore.

Io inizio l'illustrazione con una citazione, una brevissima poesia: “Giardiniere, apri la porta del giardino; io non sono un ladro di fiori, io stesso mi sono fatto rosa, non vado in cerca di un fiore qualsiasi”. È una breve poesia scritta da Zaher Rezai, un giovane afgano entrato in Italia clandestinamente, morto schiacciato, stritolato dalle ruote del TIR sotto il quale aveva cercato di nascondersi. Lì si era nascosto al porto di Venezia, scappato dall'Afghanistan due anni prima. È morto a pochi passi da casa mia. Questa vita spezzata così prematuramente, così ingiustamente, mi ha fatto riflettere nel corso di questi giorni, nei quali ho cercato di vedere come sia stato possibile accanirsi - come diceva qualcuna - contro i giovani immigrati. Ma di cosa parliamo, Presidente? Secondo i dati rilevati nel giugno del 2023, parliamo, in Italia, di 20.926 minori stranieri. Questi, per lo più, hanno tra i 16 e i 18 anni, sono richiedenti asilo, ovviamente hanno il permesso di asilo, in quanto minorenni, fino ai 18 anni. Ma cosa capita, poi, quando hanno compiuto i 18 anni? Ai 18 anni, la cosiddetta legge Zampa, la n. 47 del 2017, ha dato loro la possibilità di continuare ad ottenere, ad avere, a godere del permesso di soggiorno per motivi di studio e di lavoro ma, con questa norma che oggi ci apprestiamo ad approvare - noi no, perché voteremo contro, ovviamente -, questi margini vengono ancora maggiormente ristretti. Voglio sottolineare anche la complessa problematica per i minori stranieri con invalidità che perdono, compiuti 18 anni, l'indennità per la frequenza ai corsi di formazione. Il IV rapporto di monitoraggio sulla tutela volontaria dei minori stranieri non accompagnati del 2022, pubblicato sul sito dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, ci dice che 9 su 10 di questi minori sono maschi, circa il 60 per cento si trova nelle regioni del Sud Italia, ben 3.466 in Sicilia. I minori hanno la possibilità di avere un garante, un tutore, una persona che li possa accompagnare - e chiudo - lungo le complicate procedure per loro previste. A fronte, di quasi 3.500 minori, solo 458 sono le figure di tutela, i tutori. A 18 anni perdono l'alloggio, il diritto non esiste più, perdono il tutore e si trovano, quindi, nel passaggio, che è velocissimo, istantaneo, alla maggiore età, senza diritti, senza possibilità. Presidente, mi sembra anche una cosa in contraddizione con il bisogno che noi abbiamo, invece, di giovane manodopera. Qui abbiamo anche la possibilità di formare, di garantire un percorso, di dare prova che vogliamo e che possiamo, se vogliamo, integrare queste giovani generazioni di minori non accompagnati. Mi sembra, quindi, che, oltre a un ingiusto e disumano accanimento, ci sia anche molto poco buonsenso e assenza assoluta di razionalità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il deputato Alfonso Colucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/54.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Signor Presidente, durante la campagna elettorale, la Presidente del Consiglio Meloni sbandierava i blocchi navali. Dunque, non noi, quanto, probabilmente, i suoi elettori ci saremmo aspettati di vederla solcare le acque dei mari, la nuova Poiseidona, con un tridente, minacciando i migranti che arrivano in Italia nei barchini; ma non l'abbiamo vista. Abbiamo sentito parlare di una guerra contro tutti gli scafisti - certo, sono criminali, è inutile negarlo -, per tutto il globo terracqueo, e, dunque, ci saremmo aspettati che il Ministro della Giustizia Nordio, con il tintinnare delle manette, potesse solcare velocissime motovedette messe a disposizione dal Ministro dell'Interno per andare ad arrestare, anche oltre, anche nell'oceano, naturalmente, questi criminali, per metterli nelle nostre galere patrie che, notoriamente, sono vuote, come sappiamo. Ma neanche uno - a me risulta - è stato preso.

Abbiamo sentito assurdità. Abbiamo sentito parlare il Ministro Piantedosi di carico residuale, il quale lamentava, addirittura, la scarsa responsabilità dei genitori e delle genitrici che facevano partire i loro figli, solcando le acque pericolose, senza considerare che, semplicemente, quella partenza era necessitata, appunto, dalla necessità di sfuggire alla morte in quei Paesi.

E poi abbiamo sentito parlare il Ministro Lollobrigida di sostituzione etnica e, forse, verrebbe da consigliargli una qualche permanenza in un vagone ferroviario in qualche stazione, leggendo un libro, perché questo potrebbe migliorare la sua cultura, come molti pendolari, in Italia, fanno, quando percorrono pochi chilometri in intere ore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In questo quadro di provvedimenti in materia d'immigrazione, che si affastellano tra di loro e si sovrappongono - e ognuno alza ancora di più il tono, il livello propagandistico del tono -, mi è venuto da pensare al seguente brano contenuto nel primo capitolo de “I Promessi sposi”: “La forza legale non proteggeva in alcun conto l'uomo tranquillo, inoffensivo e che non avesse altri mezzi di far paura altrui. Non già che mancassero leggi e pene contro le violenze private. Le leggi, anzi, diluviavano; i delitti erano enumerati e particolareggiati con minuta prolissità; le pene, pazzamente esorbitanti e se non basta aumentabili quasi per ogni caso ad arbitrio del legislatore stesso e di cento esecutori; le procedure, studiate soltanto a liberare il giudice da ogni cosa che potesse essergli d'impedimento a proferire una condanna: gli squarci che abbiam riportato delle gride contro i bravi, ne sono un piccolo, ma fedel saggio. Con tutto ciò, anzi in parte a cagione di ciò, quelle gride, ripubblicate e rinforzate di governo in governo, non servivano ad altro che ad attestare ampollosamente l'impotenza dei loro autori; o, se producevano qualche effetto immediato, era principalmente d'aggiunger molte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli già soffrivano da' perturbatori e d'accrescer le violenze e l'astuzia di questi”.

Ecco, è quanto mai attuale il brano del nostro illustre letterato ed è proprio il senso di questo affastellarsi di norme, che hanno un'unica funzione, evidentemente, non quella di regolare o di disciplinare il fenomeno migratorio in Italia, ma esclusivamente quello di emettere gride sempre più alte, sempre più elevate per coprire l'assoluto fallimento di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/16.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, quest'ordine del giorno fa parte di un filone di altri ordini del giorno che abbiamo presentato come gruppo del Partito Democratico riguardanti l'innovazione, a nostro giudizio negativa, prevista all'articolo 7 del decreto. In buona sostanza, mi riferisco alla possibilità di incrementare la capienza massima dei centri di accoglienza, una misura che riteniamo del tutto inadeguata, che non solo non risolve i problemi ma rischia, invece, di accentuare le criticità, poiché risponde a un'idea sbagliata - lo abbiamo detto e lo ripetiamo, testardamente, in occasione di tutti i decreti sull'immigrazione che questo Governo sta sfornando a raffica -, risponde a un'idea che non coglie, invece, quella che sarebbe una soluzione, quella di un'accoglienza diffusa e non la creazione e l'alimentazione di strutture, di centri di accoglienza straordinari di origine governativa e loro evoluzione, che accumulano - tra virgolette - una quantità molto grave di criticità.

Più è alto il numero delle persone che sono ospitate (qui colgo l'occasione per segnalare un errore da parte nostra e, quindi, chiederei una rettifica: l'ultima parola dell'ordine del giorno non è “trattenute”, ma “persone ospitate”), più si aumenta il numero di ospiti, più, inevitabilmente, si va incontro a problemi interni di gestione di queste strutture e anche di compatibilità e di integrazione con il territorio circostante.

La soluzione c'era e c'è ancora, è l'accoglienza diffusa attraverso strumenti come lo SPRAR, ridimensionato con i decreti sicurezza Salvini e, oggi, ridenominato SAI, con una difficoltà nel ricostruire quanto, in maniera veramente sbagliata ed erronea, è stato smantellato.

Infatti, è solo attraverso l'accoglienza diffusa che si può migliorare l'accoglienza, rendere più compatibile, da questo punto di vista, l'inserimento e la gestione di un fenomeno (l'ho detto in sede di discussione generale e lo vorrei ribadire in questa sede) che, sbagliando, testardamente, continuate a considerare di tipo emergenziale - e questa, ad esempio, dell'articolo 7 è una norma emergenziale - e, invece, il fenomeno migratorio deve essere considerato come un fenomeno strutturale, da affrontare in una logica di breve periodo, per rispondere anche a picchi di arrivi e a situazioni, oggettivamente, difficili da gestire, ma in una logica anche di medio e lungo periodo.

Questo è un fenomeno, ci piaccia o meno, che interesserà chi governerà pro tempore di qui ai prossimi venti o trent'anni. Continuare, invece, testardamente, come dicevo prima, ad affrontarlo in una logica di breve periodo produce questo affastellare di decreti che dimostrano una cosa: è un'ammissione d'impotenza. La vostra strategia, la vostra gestione del fenomeno migratorio - e i dati sono sotto gli occhi di tutti - è fallimentare, proprio perché continuate ad agire in una logica emergenziale e non riuscite a dare un approccio, invece, di medio-lungo periodo.

Credo che, da questo punto di vista, quest'ordine del giorno, come altri, provano a intervenire su una lesione grave, quella di aumentare ulteriormente il numero delle persone ospitate in questi centri con il risultato di accrescere i problemi e non di risolverli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/40.

MARCO GRIMALDI (AVS). Signor Presidente, spero che il Governo, a un certo punto, voglia intervenire per rivendicare questo quarto decreto e per dirci cosa ne è dei tre decreti precedenti e delle relative strategie.

Lo chiedo all'unico Sottosegretario presente in aula, perché, di rave, da quando avete voluto contrastarli non ne abbiamo più sentito parlare, ma neanche tanto di trafficanti.

Sapete, fra i 135.000 entrati in Italia, quanti sono andati nelle patrie galere? Non avreste dovuto intercettarli, andare nel globo terracqueo a scovarli ovunque? Io vi ho visto fare solo accordi, affari, con loro, anzi, ad alcuni avete fatto pure il picchetto d'onore qui a Palazzo Chigi. È davvero strana questa maggioranza che continua a vedere dei numeri che non tornano. Adesso state uscendo pure fuori dal coro degli amichetti nazionalisti che ogni giorno urlano all'invasione. Non potete più farlo perché forse non conviene. Alla fine, che cosa succede? Succede che riuscite a fare delle cose incredibili, come aver abrogato la protezione speciale condannando all'illegalità migliaia di persone e causando un aumento smisurato del contenzioso oltre che dello sfruttamento, del lavoro nero e del rischio che gli irregolari diventino vittime della criminalità che vorreste contrastare.

Tuttavia, il quadro che si sta delineando appare peggiore persino di quello tracciato nel 2018 dai decreti Sicurezza, perché entra in gioco anche il tema della limitazione della libertà personale dei richiedenti asilo. Addirittura, lo scorso settembre, siete persino riusciti a prevedere, con un decreto del Ministero, che il richiedente asilo, per attendere la valutazione della propria richiesta in libertà, debba pagare 4.938 euro. Lesione dei diritti, delle libertà e anche discriminazioni su discriminazioni, queste sono le vostre politiche. Grave, inutile e disumana è la scelta di rifinanziare altri centri di permanenza per il rimpatrio e allungare i tempi di trattenimento, fingendo di ignorare quello che è successo in questi anni in Italia, cioè rivolte, morti, atti di autolesionismo, suicidi, quotidiane vessazioni e abusi in quei luoghi, tutti ampiamente documentati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, da associazioni e attivisti ma anche dalla stessa Unione europea.

Gravi, inutili e ancor più disumane sono le scelte, invece, introdotte in questo decreto che ha come nuovo bersaglio i minori e che prevede addirittura l'espulsione dello straniero anche per reati amministrativi e non solo penali, come invece previsto oggi, oltre a richiedere la disponibilità di un reddito non inferiore all'importo annuo dell'assegno sociale e, nel caso di richieste relative ai familiari, di un reddito sufficiente e di un alloggio idoneo.

Presidente, l'articolo più abominevole, secondo noi, come ricordava l'onorevole Ghirra stamattina nelle dichiarazioni di voto, è senza dubbio quello relativo ai minori stranieri non accompagnati, che prevede che in situazioni di momentanea mancanza di strutture di accoglienza per i minori, incluse quelle temporanee, il prefetto possa ordinare l'inserimento del minore di età non inferiore ai 16 anni in una sezione specifica nei centri di accoglienza per adulti, per un periodo di 90 giorni. Il minore non accompagnato la norma direbbe che non possa in nessun caso essere trattenuto.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARCO GRIMALDI (AVS). Ma qual è - concludo - la cosa più assurda? Che mentre fate la deroga, conoscete benissimo i numeri strutturali del sistema. Sapete quanti sono i minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro territorio? Sono 23.500. Sapete quanti sono i posti disponibili nel sistema di accoglienza? Sono 6.150. Voi avete già in testa che tutti gli altri, più di 15.000 ragazzi, finiscano nei centri con gli adulti. È una vergogna!

In quest'ordine del giorno noi vi chiediamo semplicemente, almeno, di togliere questa cosa spudorata e di dire che i luoghi previsti per il sistema di accoglienza e integrazione siano esattamente quanti i minori non accompagnati nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il deputato Pellegrini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/74.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo è l'ennesimo provvedimento del Governo che tende a coprire, che cerca di coprire il disastro a cui stiamo assistendo da mesi e mesi in materia di immigrazione, dopo che questa maggioranza di Governo ha fondato per anni le proprie campagne elettorali proprio sulla questione dell'immigrazione, spacciando al Paese di avere nelle mani le soluzioni più semplici possibili, quali, per esempio, il blocco navale. Però, i numeri, purtroppo, stanno dando loro torto e, quindi, tutti noi assistiamo a un flusso migratorio senza precedenti e registriamo numeri che sono quasi il doppio di quelli che si registravano prima che purtroppo - purtroppo, dal nostro punto di vista - questo Governo prendesse il potere.

C'è stato un susseguirsi, come dicevo prima, di norme, tra l'altro affastellate, di tanti decreti, a cominciare dal decreto-legge n. 1 di quest'anno. Tutte norme che sono dichiarate urgenti e indifferibili e che, invece, vengono infilate in provvedimenti che sono i più disparati. Quindi, si perde quell'unitarietà che dovrebbe esserci in una materia così delicata. Devo dire, però, che apprezziamo - questo lo voglio sottolineare - le modifiche che sono state introdotte dagli emendamenti che sono stati presentati dal relatore e che, sostanzialmente, si riferiscono ai diritti dei minori. D'altro canto, devo dire che questi emendamenti del relatore rimarcano quelli che i gruppi di opposizione avevano presentato e che quegli stessi emendamenti non erano stati accolti dalla maggioranza. Poi, invece, sono stati sostanzialmente accolti in modo surrettizio e presentati come propri. Io credo che questo, Presidente, rappresenti davvero una scorrettezza dal punto di vista politico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché non è questo il modo, innanzitutto, di rispettare il lavoro delle opposizioni e non è nemmeno il modo di rispettare il lavoro che si fa nelle Commissioni.

Comunque, la questione dei minori è un punto centrale, è uno dei punti centrali in questo decreto e rappresenta, ovviamente, una criticità. Davvero, cosa dire della norma che innova la qualificazione del minore e introduce questa nuova figura del minore non accompagnato di età apparente di circa 16 anni? In altri termini, se apparentemente hanno 16 anni e se non c'è altra possibilità di collocazione di questi migranti minori, possono essere mandati nelle strutture occupate dagli adulti, in spregio a ogni previsione normativa, a ogni trattato internazionale. Questo dimostra ancor di più la poca aderenza alla realtà, l'incapacità di affrontare in maniera seria un problema che è drammatico, come quello dell'immigrazione, facendo un'opportuna programmazione. Devo ricordare la sequela di questi provvedimenti, incluso quello dell'Albania che prevede che gli immigrati vengano portati in Albania con tutte le spese relative e con un maggior costo a carico del nostro Paese - quindi, del contribuente - anche per tutti gli accertamenti che dovranno essere fatti per accertare i diritti che verranno reclamati da questi migranti in Albania. Se non sarà possibile rimpatriarli, poi, si dovranno riportare in Italia, con un aggravio di costi, con un aggravio di domande alla magistratura, perché tutti questi migranti potranno poi sempre adire l'autorità giudiziaria per veder salvaguardati i propri diritti. Davvero, non si capisce qual è il filo logico, perché, in effetti, non c'è un filo logico nella gestione dei migranti. Non c'è ed è questo un problema gravissimo.

Allora, noi abbiamo presentato quest'ordine del giorno proprio a salvaguardia delle risorse che verranno utilizzate in questo senso. Questo è l'ordine del giorno che noi ci auguriamo che questa maggioranza, che si è dimostrata miope, finora, voglia accogliere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Barbagallo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/24.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ancora una volta in questa legislatura il Governo interviene per normare, per giunta con un decreto-legge, la materia dell'immigrazione. È il quarto decreto-legge in 13 mesi dall'inizio della legislatura. Non solo interviene con decreti-legge ma anche con alcuni decreti ministeriali e pure con accordi con Paesi stranieri.

Durante il dibattito parlamentare sulla conversione in legge di questo provvedimento (non soltanto di questo provvedimento, ma anche degli altri tre decreti-legge), il Partito Democratico si è fatto carico di una questione, quella di dare congruo ristoro ai comuni che subiscono gli arrivi consistenti dei migranti. È un tema di tutta evidenza nella mia regione, in particolare, la Sicilia: quest'estate e fino a qualche settimana fa, ci siamo fatti carico anche di una verifica empirica in tutti i centri di accoglienza per vedere concretamente qual era la situazione. Insomma, da Catania ad Augusta, da Pozzallo a Lampedusa, a Porto Empedocle, il tema non cambia.

C'è una gestione che avviene in continua emergenza e a pagarne le spese sono soprattutto i comuni, le aziende e le imprese che devono gestire questo sovraccarico, che, in alcuni casi, è impressionante. Ad esempio, a Lampedusa, ci sono stati picchi di 7.000 o 8.000 unità, che poi ricadono anche sulla gestione ordinaria dell'ente locale. Con quest'ordine del giorno, ci riferiamo proprio alla gestione ordinaria dei comuni e degli enti locali, nello specifico Pozzallo.

Crediamo che il compito dello Stato sia di garantire a quei comuni che subiscono questi arrivi consistenti non soltanto un congruo ristoro, ma la possibilità di gestire almeno i servizi pubblici essenziali, e, quindi, dare un congruo sostegno al riguardo. Ci riferiamo, in particolare, alla gestione del servizio dei rifiuti. Ricordiamo che in Sicilia in questo momento si paga la Tari più alta d'Italia, quindi, il minimo è che il Governo reperisca le risorse necessarie per non far pagare ai cittadini questo aumento, proprio perché il servizio di raccolta dei rifiuti subisce incrementi consistenti, per non far lievitare pure la tassa sui rifiuti.

La stessa cosa per il servizio idrico, dove il governo regionale continua a strizzare l'occhio ai privati. Questo sta comportando progressivamente un aumento della tariffa per quanto riguarda il servizio idrico, e, quindi, è un altro settore da monitorare.

Ci preoccupa inoltre il costo del servizio della mensa a carico dell'utente e a dei comuni. Ahimè, la Sicilia continua a essere la regione con il minore numero di scuole con il tempo pieno, quindi è un paradosso. Anche da questo punto di vista servono congrui interventi.

Per non parlare del trasporto pubblico locale che i comuni non riescono più a garantire. Il trasporto su gomma è sempre in maggiore difficoltà, per non parlare, ovviamente, del trasporto su ferro, che vede la nostra isola in condizioni dell'età borbonica.

Con l'ordine del giorno, chiediamo - mi accingo a concludere, Presidente - che il Governo si faccia carico di reperire le risorse necessarie per l'espletamento dei servizi pubblici essenziali nei comuni; del pari, che si faccia carico, come abbiamo fatto e ottenuto con l'emendamento, a firma del Partito Democratico, nello scorso provvedimento sull'immigrazione, anche degli investimenti. È un tema cui il Governo non può sfuggire e con questo provvedimento, chiediamo di intervenire con forza.

PRESIDENTE. Il deputato Mari ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/42.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. È stato già detto, però penso che il centellinare, penso che l'affastellarsi di interventi - alcuni passano per il Parlamento, altri no, o almeno si cerca di non farli passare -, in realtà, dimostri il carattere propagandistico della vostra azione in materia di immigrazione. Sembra il cartello “stiamo lavorando per voi, scusate il disagio”, in un cantiere che non finisce mai, in un'opera che, in realtà, non si può fare, per un qualsiasi motivo. Ma poi questo modo di fare rende ancora più difficile rilevare l'irrazionalità della normativa che state mettendo in campo, la contraddizione tra le norme, tra le misure, la difficile sovrapponibilità di queste misure.

Capisco i motivi che hanno indotto la Presidenza, il Regolamento, a ritenere inammissibili alcuni nostri ordini del giorno, ma la maggioranza, invece, non ci può impedire di trattare la materia a pezzi, come fa.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 16,55)

FRANCESCO MARI (AVS). Noi, invece, abbiamo il dovere di affrontare complessivamente la questione che affrontate oggi con un provvedimento che reca disposizioni per la prevenzione e il contrasto dell'immigrazione irregolare. Si tratta di una questione difficile, però si potrebbe cominciare anche da cose facili. Difficile perché è come svuotare il mare con un cucchiaino, però, per quanto riguarda la prevenzione, si potrebbe cominciare dal mettere mano alla crisi climatica, alle guerre e al saccheggio del Sud del mondo. Sarebbe già una cosina, per operare in direzione della prevenzione. E poi per il contrasto all'immigrazione irregolare si potrebbe cominciare dall'eliminazione della Bossi-Fini perché, in quel caso, già l'immigrazione irregolare verrebbe un po' ridimensionata. Poi, di governare sul territorio, non ne parliamo proprio, però anche questo potrebbe essere più facile in questo momento, visto che l'alibi di Riace non c'è più e che Mimmo Lucano è stato assolto. Prego il Governo di ascoltarmi. Comunque, anche qui, non ci siamo, non riusciamo ad andare in questa direzione.

Invece, sì, aumenta la burocrazia, quelli che vogliono sburocratizzare, scaricano la burocrazia su tutti quelli che scappano, che attraversano il mare: i controlli e le sanzioni. Tutta roba che dovrebbe scoraggiare, ma, guardate, non scoraggerà; non è possibile dissuadere chi scappa da quei luoghi, chi cerca un futuro.

Da questo punto di vista, voglio aggiungere una cosa rispetto al complesso dei provvedimenti che state mettendo in piedi, che davvero impattano anche su quello che state facendo.

Nell'idea di realizzare centri in Albania, c'è davvero qualcosa che non funziona e che contrasta con questo che state dicendo. Infatti, più burocratizzate, più mettete controlli, più non si capisce, in alcuni casi, questi controlli, dove si fanno, se si fanno su una nave, se si fanno a terra. Nel caso di coloro che dovrebbero andare nei centri in Albania, credo che, se una nave italiana, se un'imbarcazione italiana della Guardia di finanza o delle capitanerie, della Marina, carica migranti (siccome non ha il divieto, come le ONG, di salvare migranti su più imbarcazioni), se li carica, se è piena di centinaia di migranti, com'è avvenuto, diventa davvero complicato fare le operazioni di indagine rispetto a questi migranti sulla nave. Se si fanno quando si arriva in Albania, diventa altrettanto complicato, perché ci potremmo trovare di fronte a migranti di cui si verifica immediatamente il diritto, per esempio, ad avere una protezione. Non è che la fermiamo come un taxi, dicendo: aspetta un attimo qui, che questi devono tornare indietro. Ma c'è la questione gravissima della separazione dei soggetti fragili, semmai, dal resto della famiglia o dai parenti che viaggiano assieme a loro. Là c'è veramente, come in altri casi che sono stati descritti dai colleghi, un terribile accanimento. Non funziona. Più ne fate, di norme, con questo carattere propagandistico, che puntano ad avere, periodicamente, ogni mese, o poco più, una misura di contrasto e di prevenzione dell'immigrazione irregolare, e più, in realtà, rendete complicata e ingestibile la situazione…

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

FRANCESCO MARI (AVS). In alcuni casi, e concludo con una cosa che non è una battuta, in una situazione così tragica potrebbe ancora convenire, a questo punto, farsi salvare da una ONG, almeno non si va in Albania (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. L'onorevole Dell'Olio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Siamo, forse, al quarto decreto-legge sull'immigrazione, dopo il primo, quello sulle ONG, quello su Cutro, un paio di articoli nel decreto Coesione. Insomma, Presidente, questo Governo sta intervenendo su una materia così complessa e complicata con una serie di decreti-legge che manifestano l'urgenza, ma non riescono a risolvere il problema.

È una materia che viene affrontata in maniera spezzettata, e questo sicuramente non fa bene. Infatti, la domanda è: farne uno, ma buono, no? Era la cosa più corretta da fare, anche perché non avete risolto nulla; ora, è stato detto anche dai miei colleghi, ci sono state manovre sulla salvaguardia per quanto riguarda i minori, in alcuni emendamenti, ma questi emendamenti vengono da proposte dell'opposizione che sono state riformulate, e questo è un comportamento di questo Governo un po' vecchio, risale già alla legge di bilancio, in cui abbiamo dovuto fermare tutto, far cancellare tutte le proposte del Governo, poi ripresentarle tutte con la firma di un capogruppo per ogni gruppo; è stato fatto in un'altra legge, quella sulle startup, in cui emendamenti delle opposizioni non onerosi sono stati dichiarati non validi per il Governo, salvo poi essere ripresentati da parte della maggioranza e aver ricevuto il parere favorevole da parte del Governo. Quindi, era una questione politica, non economica e, utilizzando la sfera di cristallo, credo che la stessa cosa verrà fatta in legge di bilancio, in cui questa maggioranza non ha potuto presentare emendamenti; ci saranno emendamenti solo delle opposizioni e, verosimilmente, io mi aspetto che ci sarà una serie di emendamenti del relatore o del Governo che integreranno parte di quegli emendamenti delle opposizioni e li faranno passare, non so come e con che motivazione.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 17,01)

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Ciò detto, torniamo alla questione di quest'ordine del giorno e di questo decreto, torniamo ai minori. In questo decreto è stata istituita una nuova fattispecie di maggiore età: i quasi maggiorenni; cioè, si istituisce il concetto di ragazzi che appaiono maggiori di 16 anni che, poi, però, potranno andare a finire nelle stesse strutture, quelle per cui il decreto Cutro ha soppresso i servizi di orientamento legale, mediazione linguistica e assistenza psicologica, proprio quelli che servono sicuramente ai più giovani.

Ma quest'ordine del giorno, Presidente, si occupa molto di più delle donne, perché? Perché si chiede, con quest'ordine del giorno, Sottosegretario Molteni, di adottare iniziative che prevedano modalità di accesso e procedure semplificate al fine di agevolare il rilascio dei visti di ingresso in Italia alle donne provenienti dai Paesi di origine in cui sia vietato o non garantito l'effettivo esercizio delle libertà democratiche, nonché siano in atto forme di discriminazione contro di loro. Parliamo di Paesi come l'Iran o come l'Afghanistan che hanno eseguito anche condanne a morte nei confronti di donne che hanno semplicemente manifestato. A tale proposito, ricordo a quest'Aula che la Convenzione di Istanbul, che l'Italia ha ratificato nel 2013 e che è stata sostanzialmente ratificata dall'Unione europea quest'anno, recentemente, è stata approvata, in sede di Unione europea, a maggioranza, senza il voto favorevole di Fratelli d'Italia e della Lega. Voglio leggerne la motivazione, e perché voglio leggere questa motivazione di tale astensione? Perché il capo delegazione di Fratelli d'Italia ha detto che non condivideva il metodo del voto a maggioranza e per la preoccupazione che la Convenzione potesse essere strumentalizzata in relazione alle cosiddette tematiche del gender.

Concludo, vorrei ricordare che la Convenzione di Istanbul si occupa della prevenzione e della lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica; non ha nulla a che vedere con la teoria gender, ed è proprio per questo che bisogna intervenire. Chiudo, Presidente, per ricordare che oggi è il 27 novembre, ossia solo due giorni dopo - ripeto, solo due giorni dopo - la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e su questo concludo davvero, Presidente, con le dichiarazioni che ha fatto la Presidente del Consiglio che, da Palazzo Chigi, ha detto che le ricorrenze di solito servono a tenere acceso un riflettore, ma quando una donna muore ogni tre giorni quel riflettore è acceso continuamente, e ancora ha detto, che questa sia soprattutto una ricorrenza che serva a tutti quelli che possono fare qualcosa per fare i conti con il proprio lavoro, per fare i conti con quello che è stato fatto e con quello che ancora può essere fatto. Ecco, potete approvare quest'ordine del giorno, per cercare di permettere alle donne che vivono condizioni drammatiche in altri Paesi di poter ottenere in maniera un po' più facile il visto d'ingresso in Italia.

PRESIDENTE. Il deputato Ciani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/32.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, poniamo all'attenzione del Governo e dell'Aula uno dei temi più delicati di questa norma, che riguarda le previsioni relative ai minori. Su questo tema ci siamo confrontati a lungo con il Governo e nelle varie sedi in cui abbiamo potuto farlo, sempre in una maniera molto, molto seria provando a spiegare e ad argomentare. Dispiace aver sentito parlare, questa mattina, di un atteggiamento ostruzionistico; abbiamo sempre provato a entrare nel merito delle questioni, proprio perché sono questioni di interesse nazionale e fa anche piacere iniziare a sentire colleghi che per anni hanno detto altro parlare delle migrazioni come di un fenomeno strutturale e non emergenziale, di un fenomeno di rilevanza nazionale, che andrebbe trattato in maniera collegiale, nell'interesse del Paese: sono cose molto serie, che condivido e che condividiamo, che purtroppo non abbiamo sentito spesso ripetere, in questi anni. Proprio per questo motivo i punti trattati da questo provvedimento sui minori ci preoccupano in maniera particolare. Noi sappiamo bene cosa ha comportato, in questi anni, l'accoglienza di minori non accompagnati e anche le problematiche legate spesso alla loro presenza nelle nostre città e a come si è riusciti o meno a dare una accoglienza e un accompagnamento dignitoso per questi ragazzi. Ma, innanzitutto, ci poniamo il problema e il tema di questi ragazzi; non solo ormai viviamo in un tempo in cui si conoscono molto bene i percorsi, le strade, le difficoltà, i drammi legati all'arrivo in Italia. Pensare che ci sono minori che da soli intraprendono dei viaggi che spesso, nell'avvicinamento all'Europa, prendono uno, due o tre anni, lasciando il loro Paese veramente da bambini, da piccoli, per arrivare in Italia ancora da minorenni, già questo ci fa capire, con tutte le difficoltà, con tutti i problemi, con i drammi, con le violenze che spesso subiscono nel loro viaggio, ci fa capire di cosa parliamo, se proprio dovessimo dimenticarci chi è un minore. È un po' difficile dimenticarcelo perché poi, ringraziando il Cielo, parlando dell'Italia, parlando dei nostri figli, parlando dei ragazzi del nostro Paese, c'è un'attenzione, una tenerezza, una preoccupazione rispetto alle loro debolezze e alle loro fragilità e noi questa preoccupazione, questa tenerezza, questa attenzione specifica vorremmo fossero mantenute anche nei confronti dei minori non accompagnati che arrivano in Italia. Per questo il fatto di equiparare il loro stato a quello dei maggiorenni ci preoccupa molto, non solo perché introduciamo nel nostro diritto un doppio binario per cui decidiamo che i minori dai 16 ai 18 anni è come se non fossero minori e quindi li accogliamo in strutture per maggiorenni e abbiamo anche prolungato - dico abbiamo per dire l'Italia, il nostro Parlamento - la loro permanenza in questi centri fino a 5 mesi; siamo preoccupati di quello che potrebbe accadere, di come potrebbero essere trattati, anche alla luce del fatto che spesso questi centri non hanno tutte le cose necessarie anche per accogliere un maggiorenne, figuriamoci un minorenne. Per questo motivo, con quest'ordine del giorno, chiediamo al Governo - e speriamo che il Governo possa accogliere questa nostra richiesta - una particolare attenzione a questi minori, con una pratica abbastanza semplice, ma che è importante per chi, come noi, è deputato, ossia una relazione periodica dettagliata che dia conto della condizione dei minori stranieri non accompagnati all'interno delle strutture di accoglienza per adulti.

Questo sicuramente potrebbe permetterci di verificare se questa norma riesca realmente a tutelare questi minori ed eventualmente a intervenire lì dove ci rendessimo conto che questa norma non riesce a garantire tali diritti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di illustrare, per la parte ammissibile, l'ordine del giorno n. 9/1458-A/49 Zaratti, di cui è cofirmataria.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Illustro quest'ordine del giorno a prima firma del collega Filiberto Zaratti, che, purtroppo, ha qualche problema di salute e, quindi, oggi non è potuto essere qui. È un ordine del giorno che illustro con particolare attenzione, perché riguarda, anche in questo caso, i minori e i bambini. Riguarda minori e bambini che sono in una condizione di assoluta difficoltà, che sono vittime delle guerre, dei conflitti, dell'assenza di rispetto del diritto internazionale e, quindi, anche dei diritti umani che il diritto internazionale dovrebbe garantire. Fa male sapere che, a fronte anche delle convenzioni internazionali, compresa quella delle Nazioni Unite del 1989, che dovrebbero garantire a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo alcuni diritti fondamentali, in particolare 10 diritti, tra cui il diritto al cibo, ad avere una nazionalità, una casa, un'istruzione, il diritto al benessere, al gioco e alla gioia, ebbene a fronte di queste convenzioni, purtroppo, ogni anno, il 20 novembre, quando si celebra la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, dobbiamo prendere atto che queste convenzioni internazionali non sono rispettate e ci sono milioni di bambini nel mondo che vivono in una condizione assolutamente intollerabile, che la comunità internazionale e i Paesi civili non dovrebbero per nessuna ragione tollerare.

Allora, a fronte di questa situazione che denuncia l'ONU, ma anche tutte le organizzazioni internazionali, è pazzesco che il nostro Governo, invece di preoccuparsi di come aumentare i diritti e le tutele nei confronti dei minori, si preoccupi di come ridurli, come ha fatto con questo decreto, di fatto paragonando i minori agli adulti, permettendo che possano essere ospitati negli stessi centri in cui sono ospitati gli adulti e, quindi, togliendo a questi ragazzi, a queste ragazze e a questi bambini anche il diritto a essere riconosciuti come tali, cioè il diritto all'infanzia e i diritti connessi a questa particolare età della vita.

Ci sono altri bambini e altre bambine, fuori dalle nostre frontiere, cui, in queste ore, spesso è andato il nostro pensiero. Naturalmente, sono i bambini e le bambine che sono stati rapiti da Hamas nell'attacco del 7 ottobre. Sono circa 30 i minori innocenti rapiti, di cui, fin dall'inizio, abbiamo chiesto la liberazione e che, per fortuna, piano piano - speriamo fino all'ultimo -, in queste ore sono stati liberati, almeno in parte; ed è proprio di pochi minuti fa l'annuncio che ne verranno liberati altri 9 (Applausi) e di questo siamo davvero contenti, perché tornano alle loro famiglie.

Poi, ci sono, sempre in Palestina, altri bambini cui non è stata risparmiata alcuna sofferenza. Parlo dei bambini di Gaza, Presidente. Sono 11.000, a oggi, i palestinesi morti in bombardamenti inaccettabili e pesantissimi che Israele stava compiendo fino a qualche ora fa nella Striscia e che speriamo non ricomincino dopo questa tregua. Sotto questi bombardamenti sono morti 4.500 bambini e bambine innocenti, che non avevano alcuna responsabilità della situazione in cui si sono trovati. Ne sono morti uno ogni 10 minuti e ci sono anche 4.000 minori che risultano dispersi sotto le macerie, 15.500 bambini e bambine che sono rimasti feriti e 17.500 orfani.

Presidente, l'ordine del giorno chiede una cosa sola: di fare in modo che, attraverso anche una collaborazione con l'agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, dei bambini feriti e dei bambini orfani ci si possa prendere cura, anche aprendo corridoi umanitari per fare in modo che possano venire negli ospedali italiani se hanno bisogno di cure, oppure raggiungere eventuali familiari che sono sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Speriamo, quindi, che il Governo accetti questa nostra proposta, perché sarebbe un gesto di umanità verso una popolazione a cui gesti di umanità, purtroppo, non sono stati fatti in questo mese e mezzo di guerra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/65.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, stiamo discutendo su un decreto che viene rinominato decreto dei finti minori. A tanto arriva la furia ideologica di questo Governo e di questa maggioranza. Questa maggioranza, come al solito, se la prende con le persone più fragili, che non hanno colpa della loro condizione, che vogliono sopravvivere e che versano in una condizione di estrema necessità e in un stato di estremo di bisogno.

Invece, il nostro bel Paese si ritrova ad avere una nuova normativa aggiornata che prevede vessazioni nei confronti dei minori non accompagnati, una normativa che - non ho timore di essere smentita, Presidente - sarà in violazione delle convenzioni internazionali, della normativa internazionale e della normativa costituzionale del nostro Paese.

Detto questo, Presidente, il nostro ordine del giorno vuole semplificare quantomeno la procedura di rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro, nel momento in cui questi minori non accompagnati raggiungono la maggiore età.

Secondo i dati del Ministero del Lavoro, Ministero competente sia per l'integrazione di questi minori non accompagnati e dei loro percorsi di vita all'interno del nostro Paese, sia per tutte le politiche del lavoro che possono riguardarli, al 30 giugno 2023 sono 20.926 i minori non accompagnati all'interno del nostro Paese e, di questi, circa la metà ha 17 anni. Quindi, semplificare le procedure e fare in modo che a una richiesta di permesso di soggiorno per motivi di lavoro sia data un'effettiva risposta, una risposta veloce e perentoria rispetto al rilascio del permesso di soggiorno, diventa fondamentale per non continuare a perpetrare vessazioni nei confronti di queste persone fragili, vulnerabili e che non vedono l'ora di ricominciare a vedere una prospettiva di futuro all'interno del nostro Paese.

Quindi, di fatto, chiediamo di prevedere un termine perentorio entro il quale la direzione del Ministero del Lavoro deve esprimersi rispetto a questi permessi e che la mancata espressione di una risposta effettiva rispetto alla domanda non sia preclusiva del rilascio del permesso di soggiorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La deputata Ghio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/35.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con riferimento a quest'ordine del giorno, voglio iniziare, parlandovi di Iwinosa, che ha 6 anni e frequenta la prima elementare, di Winners, che ha 4 anni e frequenta la scuola dell'infanzia - i quali arrivano dalla Nigeria -, e di Hamza, che ha 6 anni, frequenta anche lui la prima elementare e arriva dall'Afghanistan. Questi bambini sono inseriti nel sistema di accoglienza e integrazione SAI, che ha consentito, in questi anni, di gestire percorsi d'integrazione nelle comunità territoriali grazie al grande impegno dei comuni. Nel complesso, questo è un sistema che coinvolge più di 43.000 persone, con famiglie e bambini, e con oltre 1.000 comuni titolari di progetto.

È un sistema che ha dimostrato di funzionare, ovviamente con tutte le difficoltà che un fenomeno così complesso implica, ma che ha consentito di funzionare con progetti di accoglienza diffusa, spesso correlati con altri soggetti del territorio, progetti che hanno dato vita a percorsi di integrazione sociale e integrazione economica e, spesso, a progetti di sviluppo. Il sistema accoglie persone singole ma anche famiglie, bambini, minori non accompagnati, e lo fa con modalità più umane e più efficaci, per il benessere delle persone ma anche per il benessere della società. È un sistema che si propone di gestire un fenomeno complesso, di proteggere chi ne ha bisogno invece di pensare a soluzioni crudeli e disumane, come quelle portate avanti da questo decreto verso i minori non accompagnati, per i quali si è prolungato il periodo di trattenimento fino a 150 giorni in situazioni promiscue e non controllate, non adatte a ragazze e ragazzi.

Ad oggi, non si hanno notizie circa l'uscita dei decreti necessari a garantire la prosecuzione di progetti per 8.600 persone inserite in questo percorso, progetti gestiti da 200 comuni per 8.600 donne, uomini, bambini, persone con un bagaglio di sofferenza e di privazioni. A fine 2023 andranno in scadenza anche gli altri 4.000 posti destinati a persone giunte in Italia a seguito dei conflitti in Afghanistan e in Ucraina, per i quali - lo ricordiamo tutti - sotto l'onda emotiva di quei giorni c'era la gara ad accoglierli. Ad oggi, il destino di queste persone non interessa più. Oggi, nessuna notizia per i comuni interessati, nonostante la richiesta, già del giugno scorso, dell'ANCI, l'Associazione nazionale dei comuni italiani, e la grande preoccupazione dei sindaci e delle sindache, i quali conoscono bene le loro comunità e sanno che, qualora non venisse garantita la prosecuzione, occorrerà in fretta e furia trovare una collocazione per migliaia di persone, prevalentemente per famiglie e bambini, bambini che vanno a scuola, che è il luogo per eccellenza di integrazione sociale. Come non capire che la sicurezza che tanto utilizzate per fare questi decreti emergenziali, la sicurezza di una società deriva anche dalla capacità e dalla volontà di mettere in atto percorsi reali di integrazione? Inoltre, l'allarme riguarda i lavoratori del sistema. Circa 10.000 sono le persone impiegate nel sistema di accoglienza e integrazione. Si tratta di lavoratori qualificati, assistenti sociali, psicologi, educatori e avvocati che non sanno che destino avranno da gennaio.

Siamo, quindi, con quest'ordine del giorno, a chiedervi di dare una risposta alle migliaia di persone che, da gennaio, non sanno dove abiteranno e dove andranno a scuola e ai 200 comuni di diverso colore politico che, con impegno e umanità, hanno gestito il sistema che ha dato risultati positivi, nella consapevolezza che, per governare fenomeni globali come questo, occorrono risposte globali e calate nei territori, non politiche emergenziali che trattano la vita delle persone e in particolare dei minori con scelte d'intervento che trascendono i limiti etici e, molto spesso, i confini dell'umanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/45.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno parte da una reale preoccupazione relativa alla previsione contenuta nel comma 1, lettera b), dell'articolo 5, che stabilisce un termine di impugnazione, pari a 5 giorni, degli atti rivolti ad accertamenti volti all'individuazione dell'età. Nello specifico, la norma afferma che, in caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati, l'Autorità di pubblica sicurezza, nel procedere a rilievi dattiloscopici e fotografici, può disporre nell'immediatezza lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti all'individuazione dell'età, dandone immediata comunicazione alla Procura della Repubblica presso il tribunale per le persone minorenni e la famiglia, che ne autorizza l'esecuzione in forma scritta. Poi afferma che, nei casi di particolare urgenza, l'autorizzazione può essere data oralmente e successivamente confermata per iscritto e il verbale delle attività compiute, contenente anche l'esito delle operazioni e le indicazioni del margine di errore, è notificato allo straniero e, contestualmente, all'esercente i poteri tutelari. Il predetto verbale, poi, può essere impugnato davanti al tribunale per la persona, la famiglia e i minorenni entro 5 giorni dalla notifica e, quando è proposta istanza di sospensione, il giudice in composizione monocratica decide in via d'urgenza entro 5 giorni.

Come ho già evidenziato anche durante il mio intervento in discussione generale, la Corte europea per i diritti dell'uomo ha rilevato che, in materia di migrazioni, l'interesse degli Stati nel controllo delle frontiere non deve privare i minori stranieri, specialmente se non accompagnati, della protezione giustificata dal loro status. Pertanto, si devono conciliare la tutela dei diritti fondamentali e le restrizioni imposte dalla politica di uno Stato in materia di immigrazione, fermo restando che l'estrema vulnerabilità del minore è il fattore decisivo e prevale - ripeto, prevale - sulle considerazioni relative allo status di immigrato. A tal fine, quindi, è fondamentale, proprio per una piena tutela del minore, l'applicazione del principio della presunzione della minore età, che la Corte ritiene essere un elemento inerente alla tutela del diritto internazionale e costituzionale in materia di diritti riconosciuti ai minori stranieri che giungono in Italia. In tema di accertamento dell'età, la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, adottata con una risoluzione dell'Assemblea generale nel 1990, stabilisce espressamente: “Gli Stati dovrebbero astenersi dall'utilizzare metodi medici basati (…) su analisi ossee e dentali, che possono essere imprecise, con ampi margini di errore e possono anche essere traumatiche e dare luogo a procedimenti legali non necessari”.

Con quest'ordine del giorno chiedo, dunque, al Governo di garantire che i tempi e le modalità, previsti dalla norma, di impugnazione degli atti di espulsione siano, però, accompagnati - questa è la garanzia che chiedo al Governo - da sufficienti garanzie procedurali e che anche la partecipazione sia informata alla procedura di determinazione. Auspico, quindi, in un suo accoglimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il deputato Amato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/58.

GAETANO AMATO (M5S). La ringrazio, Presidente. Se il Governo e la maggioranza non avessero ancora fatto un provvedimento per accontentare la piazza, se non avessero fatto un provvedimento ideologico che non risolve il problema, ma anzi lo aggrava, se il Governo non avesse messo la fiducia, probabilmente quest'ordine del giorno non sarebbe stato necessario, perché ci sarebbe potuto essere un confronto, si sarebbe potuto parlare. Invece, i 90 giorni del decreto Cutro alla maggioranza devono essere sembrati pochi, perché ha deciso di aggiungerne 60. Tanto, che importa se si tratta di carichi residuali - come ebbe a chiamarli il Ministro Piantedosi - non ancora maggiorenni? Che importa se poniamo un adulto e un minore sullo stesso piano? Che importa se il tutto è in contrasto con la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza? Che importa di quanto dice la Costituzione? Facciamo provvedimenti per accontentare la piazza, provvedimenti ideologici. Avete i numeri per farli, avete i numeri per approvarli e avete i numeri per fare marcia indietro, come puntualmente fate ogni volta che emanate un provvedimento d'urgenza come questo, ogni volta che emanate un provvedimento che risponde alle esigenze giornaliere.

Ciò, senza pensare a quello che può essere il futuro, senza pensare a emanare un provvedimento che possa essere strutturale. Allora quest'ordine del giorno vi vuole venire incontro, vuole darvi una mano ad avere rispetto per la Convenzione dell'ONU e per la Costituzione, chiedendo che per i minori, per i sedicenni o che sembrano sedicenni si possa avere un occhio particolare e aiutarli quando arrivano in questo Paese, senza conoscere la lingua e senza sapere dove sono e come verranno trattati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La deputata Roggiani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/36.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci troviamo di nuovo, per l'ennesima volta, di fronte a un decreto che annuncia di voler risolvere alcuni problemi ma, in realtà, non lo fa minimamente. Tra l'altro, mi ritrovo, per l'ennesima volta, in quest'Aula a parlare dei comuni, dei nostri enti locali, che anche su una vicenda come quella dei minori stranieri non accompagnati, per l'ennesima volta, restano inascoltati e soli. Ci troviamo ad affrontare questo tema in un momento in cui, quest'estate, il flusso migratorio è aumentato del più 103 per cento, con un Governo che - oggi non lo voglio ricordare, ma lo hanno ricordato anche i miei colleghi prima - chissà quanti annunci avrebbe fatto dall'opposizione se i numeri fossero stati questi. Invece siamo qui per cercare di portare proposte, per cercare di migliorare i vostri decreti, nonostante le tante fiducie che continuamente continuate a porre.

Voglio ricordarvi alcune cose. Intanto, che c'è una Convenzione dell'ONU, la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, in cui si dice che i minori stranieri non accompagnati non possono essere respinti e, anzi, la tutela va rafforzata. Questo dice la Convenzione. Invece quello che state facendo voi oggi è tutt'altro: ve la prendete con i finti minori, con i falsi minori, continuando con questa retorica. Volete far sì che i minori stiano insieme agli adulti, cosa peraltro sulla quale - anche qui, un piccolo ricordo - la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia per il fatto che un minore era stato per 8 mesi in un centro a Como insieme agli adulti, proprio perché i minori non possono stare con gli adulti e non importa che abbiano 16 o 17 anni. I minori vanno tutelati, i minori non possono stare con gli adulti e, se vogliamo essere un Paese all'altezza di chiamarsi europeo, io penso che di questo dovremmo occuparci.

Ma di un'altra cosa dovremmo occuparci: dei nostri sindaci, perché il fatto che sia lo Stato a doversi occupare dei minori non accompagnati e a doverne garantire l'accoglienza lo stabilisce la legge, invece, quello che accade oggi, in Italia, è tutt'altro: accade che sono i nostri comuni a doversi occupare, purtroppo sulle loro spalle, dell'accoglienza, con un numero di posti che non è assolutamente congruo al numero di arrivi. Faccio alcuni esempi. Tra l'altro, a settembre, proprio qui, a Roma, c'è stato un convegno dell'Associazione nazionale dei comuni italiani e molti esponenti anche della maggioranza erano presenti e hanno potuto sentire i numeri. A Cremona, ad esempio, dove, a fronte di 100 posti, i minori stranieri non accompagnati sono più di 400; a Bergamo, Bergamo ha portato lo Stato davanti al tribunale per provare a farsi restituire 5 milioni spesi, che, però, non erano di competenza del comune. Ma potrei anche uscire dalla regione Lombardia, che è il tema del mio ordine del giorno ma, in realtà, è solo un esempio, perché questo accade in tutta Italia. Bologna è nella stessa condizione e, spesso, a essere in questa condizione sono proprio i comuni che fanno accoglienza, l'accoglienza quella buona, quella che vuole portare anche alla coesione sociale e, quindi, a combattere l'insicurezza; sono quelli più colpiti, perché sono quelli dove i minori, ovviamente, vanno di più.

C'è un tema legato agli spazi. I nostri sindaci si trovano costretti, spesso, ad accogliere i minori nelle palestre, in spazi assolutamente non idonei, oppure a trovare spazi e dover pagare gli affitti. Pensiamo al comune di Milano, che oggi si trova ad avere più di 1.150 minori non accompagnati, di cui 22 con protezione internazionale, perché le persone scappano da zone di guerra. Lo hanno detto anche i miei colleghi prima: qui stiamo parlando di persone che cercano un futuro migliore, che cercano un futuro più dignitoso e che scappano dalla violenza e dalla guerra. Ma torno al tema dell'ordine del giorno. Non ve l'abbiamo fatta noi questa proposta, questa proposta viene da ANCI, viene, ancora una volta, dall'Associazione nazionale dei comuni italiani che, come ho ricordato anche la scorsa settimana, accoglie e raggruppa comuni di tutti gli schieramenti politici. Che cosa vi ha chiesto l'ANCI, anche in quel convegno, dove ha parlato anche un sindaco della Lega, di Novara, che ha fatto sua la proposta? Che cosa chiede? Un hub di prima accoglienza, almeno un hub di prima accoglienza in ogni regione, un hub di prima accoglienza vero, che abbia uno screening sanitario, che abbia uno screening psicologico. E, poi, noi vi diciamo, non subito, nel medio periodo - siamo consapevoli che non è facile trovare delle soluzioni -, provate a organizzare davvero un sistema di redistribuzione dei minori stranieri non accompagnati che coinvolga gli enti locali, che coinvolga i comuni, che coinvolga chi ogni giorno è in prima linea, spesso per garantire quella sicurezza che voi sventolate come bandiera, ma che, purtroppo, tante volte non è possibile garantire proprio perché, a livello nazionale, non si è messi nelle condizioni di farlo. Ascoltate i comuni, almeno questa volta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/39.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signora Presidente. Signor Sottosegretario, questo decreto ha molte cose che non vanno. È un decreto che, in particolare, segnala, per quel che penso, un'ulteriore recrudescenza in una politica che, in questi ultimi mesi - per la verità, da molto tempo - continua a trattare la vicenda delle migrazioni in un modo che potremmo semplicemente definire un modo sbagliato, per una ragione di fondo: perché continuate a trattare l'immigrazione come un'emergenza. E qui sta l'inghippo, perché l'immigrazione non è un'emergenza, non lo è mai stata probabilmente, non lo è certamente dopo 30 anni nei quali l'immigrazione, dalle nostre parti e, più generalmente, nel mondo che abbiamo di fronte, è diventata quello che vediamo quotidianamente, cioè un grande, un enorme fenomeno strutturale che, come ogni fenomeno strutturale, presenta un notevolissimo numero di contraddizioni, presenta molti problemi, molte difficoltà nel governo di questo processo. C'è, però, una cosa che è chiarissima: affrontare in modo emergenziale ciò che è emergenza non è, non funziona. Questo elemento viene prima di ogni altra considerazione.

Io penso che questo decreto sia sbagliato, ingiusto, che lo sia, in particolare, perché se la prende, nello specifico, con i più fragili tra i fragili, i minori. Che ragione c'è di rendere più difficile la protezione dei minori? Che ragione c'è di mettere i minori insieme agli adulti, di non garantire percorsi di tutela, di protezione specifici per chi presenta una specificità tra le specificità di chi è fragile, di chi è più fragile tra i fragili? Che ragione c'è? A che cosa serve fare questo? Qual è l'obiettivo di questo decreto per rendere più efficace il governo del sistema? È incomprensibile o, meglio, è comprensibile, perché, vedete, da quando siete al Governo - ma, ripeto, non è la prima volta che accade -, l'obiettivo vero di ogni intervento su tutta la materia che attiene alla gestione dei flussi migratori sembra essere quello di rendere il sistema meno governabile, di rendere più fragile, più farraginoso, più pieno di buchi, più ancora di quanto non lo sia già, un sistema di accoglienza che in tutta evidenza non funziona. Non c'è niente che abbia l'obiettivo di far funzionare meglio le cose, nell'interesse dei migranti - dei minori, in particolare, in questo caso, ma anche degli altri - e, naturalmente, anche nell'interesse delle comunità che si misurano con il fenomeno delle migrazioni, delle nostre comunità, nell'interesse dei nostri funzionari, delle nostre funzionarie, delle prefetture, delle questure, delle cooperative, di chiunque si misuri con questo fenomeno. Niente di quello che avete fatto fino ad oggi va in questa direzione. Tutto quello che avete fatto ha come effetto quello di rendere tutto ciò che ha a che fare con le politiche migratorie meno funzionale, più complicato, più confuso.

L'emergenza produce questo, favorisce fenomeni corruttivi, favorisce chi specula sull'immigrazione. L'emergenza, di fronte a un fenomeno che, con l'emergenza, non ha nulla a che vedere, produce un caos che non finisce più. Questo è il risultato della vostra politica e di tutte le politiche che, in questi anni, anche da parte di Governi di altro segno rispetto al vostro, hanno avuto lo stesso segno, quello dell'emergenza.

Quest'ordine del giorno - ho finito Presidente - propone alcune cose semplici; invece, di fare quello che state facendo, propone di lavorare per l'apertura di corridoi umanitari, così si sconfiggono i trafficanti di uomini, non lanciando improbabili cacce sul globo terracqueo, sottraendogli l'acqua nella quale nuotano, sottraendogli ciò che li ingrassa da ogni punto di vista, ma non lo fate. L'ordine del giorno chiede, per esempio, di smontare questo ridicolo protocollo con l'Albania e di destinare i fondi (che saranno enormi, ammesso che mai si realizzi quel ridicolo accordo) ad altro. Dateli alle questure per assumere, in modo stabile, personale che si occupi di queste cose! Dateli alle prefetture. Aumentate il numero delle commissioni territoriali per l'asilo, così si risponde con tempismo alle richieste d'asilo, invece di farle durare per mesi e anni che poi gravano sul sistema di accoglienza. Aumentate i posti SAI. Fate qualcosa che serva alla dignità dei migranti e delle migranti del nostro Paese, dei nostri cittadini e dei funzionari che si misurano con questo problema. Sarebbe una grande novità. Se lo fate, avrete il nostro applauso, altrimenti, come abbiamo fatto finora, la nostra opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Rossi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/27.

ANDREA ROSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, mi rivolgo a voi, oggi, con quella serietà che questo dibattito richiede, affrontando una questione cruciale che, non solo riguarda la nostra Nazione, ma anche i principi fondamentali che dovremmo difendere come società civile. Il decreto proposto al Governo in materia d'immigrazione solleva preoccupazioni, come hanno ricordato diversi colleghi. Al netto della retorica populista, è fondamentale considerare il contenuto effettivo di questo decreto che, seppur non generando uno stravolgimento nella disciplina, segna invece una scelta di campo politicamente ben definita. Rappresenta la visione del Paese su se stesso e sul suo futuro, segnala un'indifferenza verso coloro che cercano rifugio nelle nostre terre, con un'algida mancanza di comprensione e, nonostante le annunciate misure rivoluzionarie, non vi è che un insieme di limitazioni e restrizioni volte a incrementare difficoltà, nel tentativo di dissuadere l'arrivo di migranti. Non si coglie, infatti, che poco più che ostacoli procedurali posti nei gangli amministrativi attraverso domande di protezione umanitaria e nella procedura di accoglienza.

Fatta una premessa obbligatoria, Presidente, spero che sia accolto dal Governo quest'ordine del giorno che vuole più che altro mettere al centro delle scelte che compiamo in quest'Aula i comuni, che rappresentano il cuore pulsante della nostra società, il luogo dove si intrecciano le vite e le storie di vita dei cittadini, indipendentemente dalla loro provenienza. È naturale che siano i comuni il fulcro del sistema di accoglienza diffusa ed è nostro dovere difendere e promuovere questa impostazione dell'accoglienza, perché sono gli enti locali i veri registi e fautori dell'integrazione sociale.

I migranti, con il loro vissuto e le loro esperienze, contribuiscono a plasmare la nostra società e i comuni, con la loro prossimità alle singole situazioni, sono in grado di facilitare questo processo, trasformando le sfide in opportunità. Sosteniamo i comuni nel loro impegno quotidiano a favorire l'integrazione con la consapevolezza che una società in cui vi è integrazione è una società sana, al contrario di una in cui questa manca.

Investire nelle risorse locali significa investire nella struttura e nel tessuto stesso della nostra società. Questa è l'impostazione che ha guidato gli scorsi Governi. Si tratta di un'impostazione di buonsenso, non di parte, che avreste potuto fare vostra. Proprio verso i comuni, in questi anni, abbiamo visto un aumento di costi in tutti i settori, dai servizi mensa all'assistenza agli anziani, dal costo del lavoro, fino all'adeguamento dei contratti collettivi. Quello che chiedo in quest'ordine del giorno, in modo specifico, per i comuni della provincia di Reggio Emilia, ma lo fanno anche altri colleghi per altri comuni del nostro Paese, nasce da alcuni dati oggettivi, reali, d'incremento di costi registrato in questi anni e non solo nei comuni.

Prendo, ad esempio, il comune di Reggio Emilia. Vi do alcuni dati: nei servizi dai 0 ai 6 anni, in questi anni, si è passati da 20 a 24 milioni di spesa; nella non autosufficienza, da 1 a 6 milioni; nel sostegno scolastico e nel diritto allo studio, da 600.000 a 3 milioni. Solo per i minori non accompagnati, che sono circa 210, a Reggio Emilia si spendono 5 milioni all'anno, che lo Stato non rimborsa. Questi sono i numeri che non hanno colore politico, per realtà che sono vitali per la tenuta del nostro sistema istituzionale.

Purtroppo, il Governo - lo dimostra anche nella legge di bilancio - non sostiene questa forza positiva che ha il nostro territorio e il ruolo essenziale che questi enti locali svolgono nell'erogazione dei servizi, tra i quali c'è la gestione dell'accoglienza e assicurare un'integrazione armoniosa dei migranti nelle nostre comunità. Questa decisione rischia di mettere a repentaglio il tessuto sociale che i comuni contribuiscono a costruire quotidianamente. La forza trainante dell'accoglienza e dell'integrazione risiede nelle azioni concrete dei comuni. Tagliare le risorse significa indebolire la capacità di questi enti di offrire servizi essenziali, di promuovere la coesione sociale e di facilitare l'inclusione di nuovi arrivati.

Non possiamo accontentarci, come previsto nell'articolo 8, sul fronte dei rifiuti, di un leggero riequilibrio di un contributo. Non è questo il punto vero. Come ha ricordato prima la collega Roggiani, è la stessa ANCI che ha evidenziato il problema, invitando il Governo a riflettere attentamente su questa sua impostazione, affinché un sostegno finanziario e strumentale adeguato sia indispensabile per garantire soprattutto ai comuni di continuare a svolgere il proprio ruolo.

In conclusione, colleghi, oggi ci troviamo di fronte a uno di quei momenti in cui un popolo decide da che parte della storia vuole stare. Dobbiamo decidere se vogliamo essere un Paese basato sulla paura e sull'isolamento o se vogliamo preservare i valori della solidarietà, della giustizia e dell'umanità, che sono alla base della nostra democrazia.

La storia ci giudicherà in base alle nostre azioni. Dobbiamo assicurarci che la nostra risposta sia all'altezza dei princìpi che professiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, prima di dare la parola al rappresentante del Governo, avverto che, come precisato nel corso dell'odierna seduta dal presentatore, per un mero errore nella trasmissione del testo, all'ordine del giorno n. 9/1458-A/16 Fornaro, nell'impegno, la parola: “trattenute” deve intendersi sostituita dalla seguente: “ospitate”.

Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Signor Presidente, sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/1 Simiani e n. 9/1458-A/2 Fossi, il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/3 Paolo Emilio Russo il parere è favorevole.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/4 Mauri, n. 9/1458-A/5 Bonafe', n. 9/1458-A/6 Di Biase, n. 9/1458-A/7 Forattini, n. 9/1458-A/8 Ferrari, n. 9/1458-A/9 Cuperlo, n. 9/1458-A/10 Provenzano, n. 9/1458-A/11 Madia, n. 9/1458-A/12 Girelli, n. 9/1458-A/13 Sarracino, n. 9/1458-A/14 Lacarra, n. 9/1458-A/15 Toni Ricciardi, n. 9/1458-A/16 Fornaro, n. 9/1458-A/17 Serracchiani, n. 9/1458-A/18 Casu, n. 9/1458-A/19 Malavasi, n. 9/1458-A/20 Iacono e n. 9/1458-A/21 Lai.

Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/22 Boldrini, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a verificare, compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente, la possibilità di indirizzare le donne migranti vittime di violenza, accertata dai servizi sociosanitari territoriali di riferimento, a percorsi presso le reti territoriali antiviolenza e di creare sezioni specifiche nell'ambito dei centri sai, prevedendo in tempi rapidi le risorse necessarie”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/23 Scarpa, n. 9/1458-A/24 Barbagallo, n. 9/1458-A/25 Guerra, n. 9/1458-A/26 Ubaldo Pagano, n. 9/1458-A/27 Andrea Rossi, n. 9/1458-A/28 Scotto, n. 9/1458-A/29 Bakkali, n. 9/1458-A/30 Stefanazzi, n. 9/1458-A/31 Marino, n. 9/1458-A/32 Ciani, n. 9/1458-A/33 Zan e n. 9/1458-A/34 Stumpo.

Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/35 Ghio, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di garantire la prosecuzione dei progetti inseriti nel sistema di accoglienza integrazione e SAI anche per l'anno 2024”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/36 Roggiani, n. 9/1458-A/37 Soumahoro, n. 9/1458-A/38 Pastorino, n. 9/1458-A/39 Fratoianni e n. 9/1458-A/40 Grimaldi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1458-A/41 Bonelli è inammissibile.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/42 Mari, per la parte ammissibile, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/43 Borrelli il parere è contrario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1458-A/44 Piccolotti è inammissibile.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/45 Dori il parere è contrario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1458-A/46 Ghirra è inammissibile.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/47 Zanella e n. 9/1458-A/48 Evi. Chiedo di accantonare l'ordine del giorno n. 9/1458-A/49 Zaratti per la parte ammissibile.

PRESIDENTE. Va bene.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/50 Bordonali e n. 9/1458-A/51 Iezzi. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/52 Quartini, n. 9/1458-A/53 Riccardo Ricciardi, n. 9/1458-A/54 Alfonso Colucci.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1458-A/55 Penza, il parere è contrario sulle premesse; invece, sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a continuare a corrispondere alle accresciute esigenze connesse all'espletamento dei compiti istituzionali delle Forze di polizia e a innalzare i relativi livelli di presenza e di operatività, valutando la possibilità, anche finanziaria, di procedere al potenziamento degli organici e di incrementare i relativi riconoscimenti economici”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/56 Donno, n. 9/1458-A/57 Di Lauro.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1458-A/58 Amato, il parere è contrario su tutte le premesse mentre è favorevole sul dispositivo, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, nel sistema nazionale di accoglienza dello straniero, adeguati strumenti informativi di sostegno psicologico per i minori e gli adolescenti (…)”, poi, prosegue con tutto il resto. Quindi, toglieremmo dal dispositivo le parole “in particolare”. Quindi, il parere è favorevole con la riformulazione che ho appena letto ed è contrario su tutte le premesse.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/59 Tucci, n. 9/1458-A/60 Scutella', n. 9/1458-A/61 Bruno, n. 9/1458-A/62 Caso, n. 9/1458-A/63 Torto, n. 9/1458-A/64 Sportiello, n. 9/1458-A/65 Barzotti, n. 9/1458-A/66 Marianna Ricciardi.

Sull'ordine del girono n. 9/1458-A/67 Lomuti il parere è contrario su tutte le premesse, mentre è favorevole sul dispositivo. Quindi, è favorevole con riformulazione, nel senso di espungere le premesse.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1458-A/68 Auriemma, il parere è contrario su tutte le premesse, mentre è favorevole sul dispositivo con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, ai fini di un equo riconoscimento, nonché allo scopo di allineare progressivamente la misura delle retribuzioni per i servizi resi dagli appartenenti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco negli orari notturni, festivi e durante le particolari festività alle indennità corrisposte agli appartenenti alle Forze dell'ordine, a prevedere un incremento degli importi e a individuare i destinatari delle specifiche indennità”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/69 Carmina, n. 9/1458-A/70 Cantone, n. 9/1458-A/71 Orrico, n. 9/1458-A/72 Onori, n. 9/1458-A/73 Ascari, n. 9/1458-A/74 Pellegrini, n. 9/1458-A/75 Vaccari, n. 9/1458-A/76 De Maria e n. 9/1458-A/77 Furfaro.

Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/78 Pastorella il parere è contrario su tutte le premesse mentre, per quanto riguarda il dispositivo, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di rafforzare la capacità di individuare i bisogni di protezione dei minori stranieri non accompagnati, delle donne vittime di violenza e delle potenziali vittime di tratta, valorizzando i protocolli specifici stipulati con l'UNHCR e le linee guida inserite nel Piano nazionale d'azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1458-A/79 Bonetti, n. 9/1458-A/80 Ruffino, n. 9/1458-A/81 Boschi, n. 9/1458-A/82 De Monte e n. 9/1458-A/83 Giachetti.

Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/84 Loperfido il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/1 Simiani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Di solito la politica è un elemento di concertazione, di unione e, soprattutto, di mediazione. Ci sono però temi che sono, secondo me, ma penso anche secondo molti, non negoziabili e credo che quelli che riguardano i diritti umani siano proprio non negoziabili. Dopo tre decreti inutili e dannosi, quello che emerge oggi è chiaro: gli sbarchi, con la destra, si sono moltiplicati, siamo a oltre 200.000. Far morire in mare i migranti, impedendo alle navi umanitarie di salvare persino i bambini, non risolverà il problema e non lo risolveranno nemmeno gli annunci mirabolanti di accordi come quello con l'Albania, che nonostante il bluff del Governo dovrà essere approvato dal Parlamento, o il fantomatico Piano Mattei per l'Africa, che mette di fatto solo 3 milioni di euro a disposizione, che serviranno solamente per lo staff di Palazzo Chigi. In questo, la soluzione non può che essere quella europea, deve essere assolutamente quella, con la ridistribuzione obbligatoria e con la modifica del Regolamento di Dublino, bloccata, però, proprio dai Paesi sovranisti alleati con la destra italiana.

Quest'ordine del giorno è necessario per sancire il diritto alla vita dei bambini, delle donne e delle tantissime persone che decidono di attraversare il Mediterraneo. La Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa ha infatti chiesto ripetutamente all'Italia di ritirare il provvedimento sulle navi umanitarie o, almeno, di rivedere alcune norme, perché in palese violazione dei trattati internazionali e dei diritti umani dei migranti. Nonostante le richieste europee, le navi umanitarie sono state multate e sottoposte a fermo amministrativo dopo aver salvato vite umane in mare. L'ultima in ordine temporale è la nave Open Arms, il 30 settembre 2023, colpevole di aver soccorso, in tre differenti operazioni, 176 persone, di cui 94 minori, che si trovavano su un gommone senza familiari e soprattutto provati dal viaggio. In tutti e tre i casi, Open Arms era l'unica nave nei pressi delle imbarcazioni in pericolo e ha informato preventivamente le autorità competenti senza però ricevere alcuna risposta.

Open Arms è una nave che è stata interdetta e multata solamente per aver salvato vite umane e credo che questo sia un grave errore da parte vostra. Sono stato al porto di Carrara e, subito dopo lo sbarco, sono salito a bordo di quella nave. Vi posso dire che vedere quel disordine, quei piatti ancora sporchi che stavano per essere puliti da tutto lo staff della nave, è stata per me una grande emozione, che credo che ognuno di voi dovrebbe vivere proprio per capire effettivamente quali sono le reali difficoltà per chi decide di attraversare il Mediterraneo.

È per questo che chiedo, con quest'ordine del giorno, che si possa rivedere questo decreto, che si possa, una volta per tutte, riuscire ad avere senso di umanità e consentire anche, a chi oggi decide di salvare vite umane, di poterlo fare in libertà, tenendo conto che non deve essere un reato. Io non credo che oggi serva multare le navi e, soprattutto, i comandanti che decidono di salvare le vite.

Il vostro decreto va cambiato, non serve a fermare gli arrivi, perché in questo caso può causare solo vittime. Ecco perché chiedo ai colleghi della maggioranza di rivedere fortemente questo decreto e di apprestarsi a vedere e a salire, una volta, anche loro sulle navi, perché è un'esperienza da vivere e, sicuramente, è un'esperienza negativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/1 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/2 Fossi. Ha chiesto di parlare il collega Fossi. Ne ha facoltà.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Semplicemente, mi piacerebbe dire che sono sorpreso. Così non è, quindi chiedo di metterlo in votazione, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/2 Fossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/3 Paolo Emilio Russo il parere è favorevole. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/4 Mauri. Ha chiesto di parlare il collega Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono già intervenuto, come lei sa, come sanno i colleghi, come sa il Sottosegretario Molteni, che segue la partita, nella fase di illustrazione per spiegare le ragioni non tanto politiche, ma direi umanitarie, che ci hanno spinto ad avanzare questa proposta come ordine del giorno, ma poi, il Sottosegretario lo sa bene, a fare tutta una discussione nei lavori di Commissione molto incentrata sul tema dei minori stranieri non accompagnati, per un elemento di forte preoccupazione. Chiedo a tutti i colleghi della maggioranza di credere nel fatto che noi su questo aspetto - e chi ha partecipato ai lavori lo sa perfettamente - ci abbiamo messo un carico anche emotivo maggiore, oltre alla politica, oltre a valutazioni sul decreto nel suo complesso, oltre a valutazioni sulle scelte politiche della maggioranza sul tema immigrazione. Di conseguenza, vorrei chiedere al Sottosegretario, in primis e alla maggioranza tutta, di rivedere il parere sull'ordine del giorno per una ragione specifica: in quest'ordine del giorno non si chiede la luna, non si chiede nemmeno, come facciamo con altri, giustamente, ordini del giorno, di rivedere complessivamente la politica del Governo sul tema migratorio, ma si dice semplicemente di rispettare il superiore interesse del minore nel momento in cui si dovesse fare la scelta di trasferirlo in un centro di accoglienza per adulti. Posto che noi siamo contrari, come lei sa perfettamente, alla convivenza e alla promiscuità tra adulti e minori, però assumiamo che avete posto l'ennesima fiducia su un decreto che dice questo. Per cui, in una logica di realpolitik, proviamo a introdurre, se non altro con un ordine del giorno, per cui con una forza limitata, ma su cui confidiamo nell'impegno del Governo, se deciderà di assumerlo, semplicemente di fare questa cosa nel superiore interesse del minore, che da un lato è esattamente quello che dice l'Europa, come ho spiegato nell'intervento precedente, cioè dice che si può fare, ma a condizione che, dall'altro, di conseguenza, è una norma che vale a prescindere. Sarebbe ben curioso espungerla dalla norma in senso stretto, oltre al fatto che voglio pensare, anche se alcune cose mi fanno propendere per un'interpretazione opposta, che qua dentro tutti, spero tutti, abbiamo a cuore i superiori interessi dei minori, perché altrimenti rischiamo di dire una cosa nel momento in cui ci relazioniamo all'opinione pubblica e all'esterno, e un'altra quando normiamo. Siccome il nostro lavoro è quello dei legislatori, dobbiamo metterci un di più di coerenza tra le cose che diciamo e quelle che scriviamo nella legge. Di conseguenza chiedo al Governo di rivedere la propria posizione e di approvare quest'ordine del giorno, faccio fatica anche a pensare riformulandolo, che non capisco come, e ho finito, introducendo o assumendosi la responsabilità di tenere comunque in ogni caso sempre in considerazione questo superiore interesse del minore. Facciamo quello che è previsto dalle normative internazionali e facciamo quello che credo dovrebbe dire a ognuno di noi la propria coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/4 Mauri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/5 Bonafe', su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/5 Bonafe', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/6 Di Biase, su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/6 Di Biase, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/7 Forattini, su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/7 Forattini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/8 Ferrari, su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/8 Ferrari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/9 Cuperlo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Mi perdoni, Presidente, distrazione mia. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno?

PRESIDENTE. Contrario, onorevole.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Se posso permettermi una breve dichiarazione di voto, rivolgendomi, per il suo tramite, al Sottosegretario Molteni e ai banchi del Governo, questo stupisce. E stupisce effettivamente per diverse ragioni, perché, Sottosegretario, per la conoscenza che lei ha, annosa e approfondita, della materia, e anche per la sensibilità che in tante occasioni ha dimostrato su questi argomenti, avrei perfettamente compreso la posizione contraria del Governo alle premesse di quest'ordine del giorno. Quello che risulta letteralmente incomprensibile è l'espressione di un parere contrario al dispositivo, che non implica e non contempla alcun impegno di spesa, alcun onere finanziario per il Governo. È un dispositivo che si limita a chiedere al Governo una cosa che considero, citando il collega Mauri di poco fa, umanamente comprensibile da tutti. Lei sa che noi ci siamo schierati nel dibattito dentro la Commissione contro la scelta del decreto di derogare ai limiti di capienza dei centri di permanenza, sia per gli adulti che, in misura del 50 per cento, per i minori, ma in questo dispositivo, vorrei fare notare all'Aula e a lei in persona, nemmeno noi ci poniamo il tema della contrarietà del principio in sé.

Noi semplicemente impegniamo il Governo a derogare, come il Governo vuole fare, quindi riconoscendogli questa potestà, che pure noi non condividiamo, ai limiti di capienza attualmente previsti solamente dopo avere verificato la sussistenza di condizioni di vivibilità adeguate e pienamente rispettose dei diritti umani, per adulti e minori all'interno dei centri, e con una chiosa conclusiva del dispositivo, anche questa depurata da qualunque impegno od onere di tipo finanziario, che recita “con particolare riguardo alla condizione delle persone che hanno subìto torture fisiche o psicologiche”. Non vi chiediamo un euro, un soldo, una moneta in più. Riconosciamo anche il vostro diritto di derogare ai limiti di capienza di questi centri. Vi chiediamo semplicemente un impegno politico, etico, morale a verificare che, quando derogherete a quei limiti di capienza, prima di farlo, vi possiate sincerare che all'interno di quei centri le condizioni di vivibilità siano compatibili con il rispetto dei diritti umani e con un'attenzione specifica a donne e uomini, potenzialmente anche minori, che abbiano subito trattamenti degradanti, offensivi, forme di tortura, fisica o psicologica.

Io prendo atto, naturalmente, della posizione di contrarietà espressa dal Governo ma, ancora una volta, seppure in extremis, mi permetto di fare appello al Sottosegretario Molteni, avendo ripetuto qui, in pochi minuti, il senso, il significato, soprattutto il merito di quest'ordine del giorno, per chiedere al Governo se non ritenga di modificare questa posizione, perché - l'ultima cosa che voglio dire è questa - se, in effetti, al contrario della nostra richiesta, voi doveste confermare questa posizione, allora, al di là del fatto che avremmo l'ennesima conferma che non esisteva alcuna volontà di procedere a un confronto di merito sulle misure che state adottando, ci troveremmo di fronte a un atteggiamento di contrarietà non alle posizioni espresse da una forza dell'opposizione, ma a princìpi che dovrebbero essere, in quest'Aula, costitutivi di un'idea del bene e dell'umanità che credo - spero - non debba dividerci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Chiedo di sottoscrivere quest'ordine del giorno, Presidente.

PRESIDENTE. Prendo atto che anche l'onorevole Fratoianni lo sottoscrive.

Ha chiesto di parlare la collega Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, per chiedere la sottoscrizione da parte di tutto il gruppo e per richiamare, in questa dichiarazione di voto, l'appello - che anche io faccio - al Sottosegretario, con il quale abbiamo condiviso anche impegni nella gestione dell'emergenza migratoria, particolarmente delicata. Ciò perché, rispetto ad altri ordini del giorno, che vanno nella direzione di modifica della scelta governativa, che pure non condividiamo, quest'ordine del giorno impegna il Governo semplicemente a rispettare quelle che sono le convenzioni internazionali di difesa dei diritti umani. Dire di no - io guardo anche i colleghi e le colleghe della maggioranza -, dire che si è contrari a verificare che le condizioni siano tali da garantire i diritti, per i bambini e per gli adulti, di tutela della vivibilità e della tutela dei diritti significa che questa maggioranza, se voterà contro quest'ordine del giorno, sta affermando di non volere garantire l'applicazione, per esempio, della Convenzione per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Mi chiedo come la collega Brambilla, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, potrebbe mai accettare di votare che lei decide di derogare alla Convenzione internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, tra l'altro, mi permetto di dire, a una settimana esatta in cui quella Convenzione l'abbiamo celebrata.

Io davvero invito il Governo, se è possibile, a rivedere questo parere, eventualmente accantonando l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere quest'ordine del giorno, a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico e per rinnovare l'invito della collega Bonetti nei confronti del Sottosegretario, ad accantonare quest'ordine del giorno, per trovare una riformulazione che possa essere condivisa da tutta l'Aula. Credo che, di fronte a questa impostazione dell'ordine del giorno, si possa e si debba trovare una soluzione concorde.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. A nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, chiedo la sottoscrizione e chiedo che, per quest'ordine del giorno, ma anche per il n. 9/1458-A/10 Provenzano e per il n. 9/1458-A/11 Madia, si trovi una riformulazione utile.

Questo perché, qualora non ci fosse una riformulazione utile, al contrario, potremmo dire che voi non solo siete pronti a derogare a questi numeri, così come avete scritto nel decreto, ma siete già nell'idea di far sì che ci siano quasi 18.000 ragazzi - perché parliamo di 23.500 minori non accompagnati in Italia e solo 6.500 posti disponibili -, con una deroga chiara ad accoglierli anche nei luoghi appunto previsti per i maggiorenni. Ma poi stiamo dicendo che questa deroga è possibile in generale a tutti anche se si sono riscontrate condizioni inumane di quei luoghi. Io trovo veramente incredibile che stiamo anche solo discutendo un minuto in più della possibilità di accantonare quest'ordine del giorno, così come i successivi, in cui si parla di persone che hanno subìto torture fisiche o psicologiche o, nel successivo, addirittura persone che hanno subito persecuzioni, cioè stiamo parlando di persone che hanno subito persecuzioni, che hanno subito torture e che vogliamo mettere addirittura in luoghi inospitali, inidonei e magari che violano i diritti umani. Io non so se davvero il Governo vuole arrivare a tanto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Non vedo dal Governo segnali, quindi se nessun altro chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/9 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/10 Provenzano.

Ha chiesto di parlare il collega Provenzano.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io chiedo, per suo tramite, al Governo e a tutta la maggioranza se i secondi intercorsi tra questa votazione e la dichiarazione di voto su quest'ordine del giorno abbiano prodotto nel Governo, nei membri della maggioranza un ripensamento. Chiedo se il Governo, dunque, in questi secondi intercorsi dalle argomentazioni dell'onorevole Cuperlo, dell'onorevole Bonetti, degli altri che si sono susseguiti e che hanno sottoscritto l'ordine del giorno n. 9/1458-A/9 Cuperlo abbia avuto un ripensamento sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/10 a mia firma. È una domanda, Presidente. Voglio sapere se è cambiato il parere sul mio ordine del giorno n. 9/1458-A/10, da parte del Governo, oppure no.

PRESIDENTE. Se il Governo non ritiene di intervenire, non è obbligato a intervenire, naturalmente, in questa fase della seduta, quindi prosegua. Ovviamente, se il Governo chiede la parola, gliela diamo immediatamente, altrimenti si intende che il parere è quello che ha già dato. Prego, collega.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Allora, Presidente, mi corre il dovere politico, ma anche morale, di denunciare in quest'Aula che il voto espresso sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/9 Cuperlo e quello che si preannuncia sul mio ordine del giorno n. 9/1458-A/10 fa gettare la maschera sulla natura di questo Governo e di questa maggioranza, che hanno scelto, al posto della legge, la disumanità. È disumano non immaginare che, per le ragioni illustrate dall'onorevole Cuperlo, per le ragioni scritte in quest'ordine del giorno, che fanno riferimento in particolare a persone che hanno subito persecuzioni, le stesse persone che per il diritto internazionale e per le convenzioni internazionali noi siamo tenuti ad accogliere e a salvare con il massimo della cura, perché chi salva una vita salva il mondo intero, non possa nemmeno derogare a un principio che noi non condividiamo, ma che rischia di tradursi nell'invivibilità, nella mancanza del rispetto dei più elementari diritti umani. Io vi chiedo, e lo chiedo al Governo, se vi rendete conto, con questo parere sull'ordine del giorno, cosa state raccontando di voi stessi.

Noi ve lo chiediamo ancora una volta, di derogare alla disumanità di questo decreto, alla disumanità di questa legge. Per un sussulto di coscienza, io vi invito a farlo. Ci sono ancora secondi a disposizione. Noi continueremo a portare avanti queste ragioni nel Parlamento e nel Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente. Intanto per sottoscrivere, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, se il collega Provenzano è d'accordo naturalmente, quest'ordine del giorno e poi per fare qualche considerazione ulteriore.

L'ordine del giorno n. 9/1458-A/9 Cuperlo e l'ordine del giorno n. 9/1458-A/10 Provenzano avanzano una richiesta al Governo che, come è già stato ricordato prima del mio intervento, non dovrebbe per la verità richiedere neanche l'apertura di una discussione. Peraltro, con questi ordini del giorno si chiede una qualche attenzione o - mi verrebbe da dire - il rispetto della legge perché, se non siamo finiti in un altro tipo di Paese a mia insaputa, credo ancora che il rispetto dei diritti umani fondamentali sia un obbligo. Non credo, cioè, che le nostre norme possano consentire a nessuno, neanche al Governo della Repubblica, di violare i diritti umani fondamentali. Se avete cambiato le norme o, meglio, la Costituzione repubblicana su questo punto fatecelo sapere, perché credo che una modifica come questa imponga al Parlamento un altro tipo di dibattito, per la verità alla politica, per la verità ai cittadini e alle cittadine. Se il Governo pensa di essere legittimato a violare consapevolmente i diritti umani fondamentali di chiunque, guardate che stiamo in un altro film. Lo ripeto, gli onorevoli Cuperlo e Provenzano si sono occupati di chiedervi di garantire i diritti umani fondamentali per persone particolarmente fragili, cioè chi ha subito torture e chi ha subìto persecuzioni. Io credo che il rispetto dei diritti umani fondamentali dovrebbe essere comunque garantito a chiunque, anche a chi non è in una condizione di fragilità, figuriamoci a chi è in condizione di fragilità. Come ha ricordato l'onorevole Cuperlo, con quell'ordine del giorno, come con questo, non si chiede al Governo alcun aumento di spesa, non si chiede una modifica sostanziale a un decreto, che pure, in tutta evidenza, consideriamo sbagliato, ingiusto, irragionevole e irrazionale, si chiede soltanto di rispettare la legge.

Temo - mi rivolgo, sempre per suo tramite, all'onorevole Provenzano, all'onorevole Cuperlo e a chi è intervenuto prima di me - che non sia il caso di sorprendersi, perché in questo atteggiamento del Governo non c'è soltanto il venir meno di una maschera, la disumanità, l'approccio alle politiche migratorie degli imprenditori politici dell'odio e della paura, che conosciamo da molti anni. È un cinismo organizzato e non un incidente di percorso, una scelta precisa. Però, c'è anche un'altra cosa che invece vorrei riconoscere al Governo, cioè un atto di onestà, perché sa benissimo che il sistema di accoglienza di questo Paese è tutto fondato sull'emergenza e sull'emergenzialismo ed è strutturalmente incapace di garantire livelli accettabili sul piano del rispetto dei diritti umani. Lo sa benissimo e, quindi, risponde col silenzio, come la sfinge, perché in fondo sa che non c'è storia. La deroga ai limiti di capienza implica inevitabilmente che non ci siano le condizioni per garantire fino in fondo il rispetto dei diritti umani fondamentali. Allora, delle due l'una: se è come dico io è proprio tutto l'impianto - temo che sia così - che non regge; se, però, voi siete convinti che non sia così, allora non avrete alcuna difficoltà a prendere l'impegno che questi ordini del giorno vi chiedono, cioè dichiarare che siete in grado di garantire, che quando derogate lo fate sapendo che i diritti umani fondamentali sono rispettati. Altrimenti, davvero la situazione, non di questo decreto ma del Paese, comincia a essere più preoccupante di quanto già non pensassi che sia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno dell'onorevole Provenzano a nome di tutto il gruppo Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cuperlo. Ne ha facoltà. Può intervenire per qualche secondo, perché ha quasi esaurito il suo tempo.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Pochissimi secondi solo per dire questo: prendiamo atto, Sottosegretario Molteni, del parere contrario e naturalmente lo rispettiamo, perché questa è un'Aula parlamentare e il Governo ha le sue prerogative.

Però, Presidente, tramite lei io mi sento di rivolgere una domanda, un appello: dopo questo voto che avete espresso e il voto che state per esprimere, almeno per decenza e almeno per rispetto di una parte importante di questo Paese, dite al Vicepresidente del Consiglio ispiratore di questi provvedimenti che non salga mai più sul palco di una piazza sventolando il rosario e il crocifisso. Almeno questo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/10 Provenzano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/11 Madia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/12 Girelli.

Ha chiesto di parlare il collega Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rendo conto, dopo aver visto il voto contrario su ordini del giorno che richiamano lo stesso tema, che difficilmente posso sperare di far cambiare idea al Governo e chiedere al Sottosegretario di accantonare il mio ordine del giorno, valutando una presa di posizione diversa. Però, a mia volta non posso non sottolineare alcuni aspetti che riguardano le premesse dell'ordine del giorno, che, mi rendo conto, sono politicamente in forte contrasto rispetto al provvedimento in esame e che, quindi, possono trovare una qualche difficoltà nell'accoglimento. Tuttavia, voglio anche richiamare l'attenzione sull'impegno che, come già i colleghi, in maniera molto efficace, hanno ricordato, chiede soltanto di verificare la vivibilità dei luoghi in cui le persone vengono accolte, in considerazione proprio di quanto previsto dal provvedimento stesso, che è superare i limiti di capienza ed è soprattutto mettere in condizioni i minori di convivere con persone adulte.

Io vorrei far riflettere come il dire “no” senza spiegare il motivo rischi di essere interpretato come una certa insensibilità o, meglio, una manifesta insensibilità verso le condizioni in cui queste persone si vengono a trovare, come se violare le normali condizioni di vivibilità possa essere considerato tollerabile se riguarda le persone immigrate. La riflessione che credo tutti dobbiamo fare è questa: davvero possiamo pensare che la vita di queste persone valga meno della nostra? Davvero dobbiamo pensare che queste persone possano essere trattate in maniera più simile - scusatemi l'esagerazione - al mondo animale? Anzi, vista la cultura del tempo, abbiamo più attenzione verso la cura degli animali che verso le persone. Davvero verificare che vi siano le condizioni igieniche, che vi siano le condizioni di convivenza e che vi siano le tutele, specialmente verso le persone minorenni, non è un problema da affrontare? Io credo che prima di esprimere i pareri bisognerebbe avere per lo meno la pazienza di leggere quanto viene proposto e non semplicemente, con un “sì” o con un “no”, riassumere il tutto.

Lo ripeto, mi sarei aspettato una richiesta di riformulazione, mi sarei aspettato la cassazione delle premesse ma non mi sarei di certo aspettato un “no” così secco su impegni che si sono sforzati - badate bene - di cogliere la difficoltà, da parte del Governo e della maggioranza, di accettarne il contenuto. Però, proprio in virtù delle considerazioni, che non voglio addossare ma voglio porre come provocazione etica a ciascuno di noi, chiedo che ci possa essere un sussulto di ripensamento, perlomeno la volontà di spiegare un po' meglio questo “no”, perché altrimenti, ripeto, rischia di passare per un “sì” alle cose che prima ho enunciato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/12 Girelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/13 Sarracino.

Ha chiesto di parlare il collega Sarracino. Ne ha facoltà.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa, per noi, è la solita operazione di distrazione di massa, perché, quando ci sono difficoltà sul versante economico e sociale, assistiamo sempre a due scelte: da un lato, le riforme istituzionali, con la scusa e la necessità di avere più poteri per risolvere i problemi, come se i poteri di ora non bastassero, e, dall'altro, si alimenta la paura sui migranti, Questo è quello che si fa sempre ogni qualvolta si è in difficoltà sul versante economico e sociale. Due scelte che ovviamente contrastiamo e lo facciamo, nel secondo caso, perché davvero riteniamo incomprensibile quest'accanimento da parte del Governo nei confronti dei poveri, nei confronti di chi fugge da guerre e povertà. Un accanimento, Presidente, che, purtroppo è presente in tutti gli atti fondamentali di questo Governo in questa legislatura, anche in decreti che avrebbero dovuto affrontare ben altri problemi. Lo abbiamo visto, da ultimo, con il decreto Sud, dove sono stati inseriti due articoli in cui aumentate la possibilità di trattenere le persone migranti fino a 18 mesi e addirittura qualificate quelle strutture come siti per la difesa e la sicurezza nazionale. Si tratta di misure non solo poco umane, ma che nulla c'entravano con quel provvedimento.

Ma in questo decreto si completa definitivamente l'opera, perché introducete gravi disposizioni a carico dei minori stranieri non accompagnati, i quali, per la prima volta nel nostro ordinamento, potranno essere accolti nei centri per gli adulti. Una disposizione grave, a nostro giudizio, che non tiene conto delle condizioni di grande vulnerabilità di un minore, che è riuscito, tra mille difficoltà, ad arrivare nel nostro Paese. Una disposizione, Presidente, che si accompagna all'allargamento della capienza dei centri, sia per gli adulti, sia per i minori. Questo, però, non può che comportare ulteriori affollamenti, che si aggiungono ai problemi già esistenti, soprattutto sul versante igienico-sanitario. Ma voi, con questo decreto, anziché migliorare le condizioni di permanenza di queste povere persone, finite per peggiorarle.

Con quest'ordine del giorno, chiediamo una cosa molto semplice al Governo: derogare ai limiti di capienza attualmente previsti solo dopo aver verificato se le condizioni di vita all'interno di queste strutture rispettino i diritti umani. Vi chiediamo una cosa semplice: un po' di umanità. E se siete contrari, almeno abbiate il coraggio di spiegarci il perché (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Amato. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Sì, Presidente, per sottoscrivere.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/13 Sarracino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/14 Lacarra.

Ha chiesto di parlare il collega Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Questo decreto ci suggerisce due fatti, a mio modo di vedere, che hanno molto a che fare con questo Governo e con il suo modus operandi. In primo luogo, è una dimostrazione plastica del fallimento sul tema dell'immigrazione. Negli ultimi 10 anni, l'attuale Governo, all'epoca opposizione, ha riempito i social network, le piazze, i giornali e le televisioni, di proclami e slogan anti migranti, non di rado sfociando nella disumanità dei modi e delle idee. Ha promesso agli italiani, in tutte le salse, che, con la destra al Governo, con loro al Governo, gli sbarchi si sarebbero azzerati, che nessun migrante sarebbe più arrivato sulle nostre coste. I fatti, com'era prevedibile, hanno dato ampiamente torto: non solo gli sbarchi non sono diminuiti, azzerati non ne parliamo proprio, ma addirittura sono più che raddoppiati, raggiungendo, qualche giorno fa, le 200.000 unità. Avete capito che il fenomeno di cui parliamo, il fenomeno dell'immigrazione, è molto più grande di chiunque di noi, di voi, della volontà politica, delle misure emergenziali e degli accordi internazionali.

Avete completamente smesso, per fortuna, di parlare d'invasione, nonostante i numeri, come detto, siano molto, ma molto più grandi di quando urlavate a squarciagola contro i Governi precedenti.

Questo decreto - lo ripeto - è l'attestazione di questo enorme buco nell'acqua, perché è il quarto provvedimento - com'è stato detto da chi mi ha preceduto - che non si preoccupa minimamente di regolare un fenomeno, ma di irrigidire e avvelenare tutto ciò che gira attorno all'accoglienza e alle misure di protezione internazionale.

In secondo luogo - e qui vengo ai contenuti di quest'ordine del giorno - segna un punto di svolta in termini tremendamente negativi delle norme che riguardano specificamente i minori stranieri non accompagnati: minori che non sono più protetti e garantiti, come vorrebbero la nostra Costituzione, il diritto internazionale e l'ordinamento interno, ma criminalizzati e trattati alla stregua degli adulti, con tutto ciò che questo implica in termini di cura e servizi da assicurare loro. S'introduce, per la prima volta nel nostro ordinamento, un principio pericolosissimo, ossia che, in caso di momentanea indisponibilità di strutture ricettive temporanee, i minori, dai 16 ai 18, anni potranno essere accolti in una sezione dedicata nei centri per adulti.

Ma ancora più grave è l'articolo 7, che, come ribadito da tanti colleghi intervenuti prima di me, permette di derogare ai limiti di capienza attualmente previsti per i centri dedicati sia agli adulti che ai minori, nella misura del doppio per gli adulti e del 50 per cento per le strutture riservate ai minori.

Ebbene, se avessimo interlocutori responsabili, non occorrerebbe ricordare, in questa sede, quanti appelli sono stati fatti, negli scorsi anni, per denunciare i problemi gravissimi dovuti al sovraffollamento di quelle stesse strutture: condizioni materiali e igieniche oltre ogni limite di decenza, senza servizi essenziali, problemi di promiscuità, di vigilanza, di sicurezza per le persone ospitate e per chi dovrebbe occuparsi di garantire l'ordine di quei luoghi.

Voi siete passati sopra ogni garanzia, sopra ogni regola di buonsenso, sopra quel sentimento di umanità che tutti dovremmo avere verso la specie umana a prescindere dalle condizioni in cui si versa.

Con quest'ordine del giorno, chiediamo che il Governo si impegni a derogare ai limiti di capienza attualmente previsti solo dopo aver verificato la sussistenza di condizioni di vivibilità adeguate e pienamente rispettose dei diritti umani per adulti e minori all'interno dei centri, con particolare riguardo alle differenti posizioni giuridiche ed esigenze delle persone ospitate. Insomma, vi chiediamo di ripensare profondamente alle norme che avete scritto, perché non crediamo affatto che criminalizzare i minori sia un modo efficace per dissuadere le partenze, ma soprattutto perché pensiamo che, qualsiasi cosa accada, un buon Governo e un buon legislatore non debbano mai smarrire il senso di umanità e solidarietà che la fede cristiana, tanto sbandierata da molti esponenti della maggioranza e la nostra Costituzione, ci impone in qualità di cittadini dell'Italia e del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/14 Lacarra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/15 Toni Ricciardi.

Ha chiesto di parlare il collega Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sottosegretario Molteni, ci risiamo. Il tema è sempre lo stesso, ormai lo riaffrontiamo da mesi, come una sorta di stanco refrain e ogni volta facciamo fatica a capire dove volete andare.

Sottosegretario - per suo tramite, Presidente -, quando nel 1924, a Ginevra, fu promulgata la prima Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, si compì il primo salto verso la tutela del soggetto minore, non più in chiave ottocentesca, che ne riconosceva il diritto alla tutela, ma si entrava nell'alveo dell'universalità, che significava sempre, dove e comunque.

Tanto fu importante e pregnante la dichiarazione del 1924 che fu l'architrave della dichiarazione successiva, ancora più importante, ancora più universale, ossia quella del 1948, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Con questo ordine del giorno, che non è dissimile, Sottosegretario, a quelli che lo hanno preceduto, le chiediamo esattamente questo: perché non valutare, perché non rispettare l'universalità di un diritto sancito e riconosciuto? Perché i 16 anni? E, soprattutto, come farete a capire se una persona ha 15 anni e 6 mesi, se ne ha 16 e un mese o se ne ha 18? Perché fate questo? E, soprattutto, durante la discussione in Commissione, ci sono stati più emendamenti dell'opposizione - e lei lo ricorderà, Sottosegretario - che vi avevano chiesto di appostare 180 milioni per colmare quel gap di capienza per i minori non accompagnati: sono oltre 23.500 per una capienza di poco più di 6.150. E, guarda caso, Sottosegretario, 180 milioni è esattamente la cifra che voi volete destinare, in 5 anni, per l'Albania. Perché? Perché fate questo? E perché questa Italia si è ridotta così? Guardi, Sottosegretario, questa istituzione non è di destra né di sinistra, è l'istituzione. Questo luogo è lo stesso luogo che, qualche decennio fa, Sottosegretario, non secoli fa, tuonava rivendicando lo scempio del divieto di ricongiungimento familiare che subivano le italiane e gli italiani in mezza Europa, centinaia di migliaia di bambini ai quali era negato il diritto all'infanzia, quel diritto universale che voi, oggi, con questo provvedimento continuerete e continuate a calpestare. Perché? Allora, l'invito che le faccio, l'invito che le facciamo è: ripensateci, ridate dignità e sacralità a questo luogo, fatelo tornare quel luogo dove chi ci ha preceduto combatteva, senza distinzione di parte, senza interrogarsi se fosse di destra o di sinistra, semplicemente per un motivo: rispettare il diritto universale dei minori, sempre e ovunque (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/15 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/16 Fornaro, su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/16 Fornaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/17 Serracchiani. Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Lo sottoscrivo e intervengo per dichiarazione di voto. Con questo provvedimento, l'ennesimo decreto-legge in materia di immigrazione e sicurezza, il Governo non sta facendo altro che conclamare la propria inadeguatezza a confrontarsi con un problema difficile e complesso. D'altronde, oggi, chi governa il Paese si trova a governare anche perché, in campagna elettorale, aveva promesso risposte risolutive a problemi difficili e complessi che riguardano l'Italia, l'Europa. Dopo oltre un anno di Governo, non solo non sono arrivate le risoluzioni dei problemi, ma i problemi stanno aumentando. È in questo che si evidenzia il fallimento del Governo e nell'ulteriore decreto che si porta oggi in conversione non si va nella direzione di risolvere i problemi, i problemi aumenteranno ulteriormente. Avevamo già denunciato nei precedenti decreti che l'esito sarebbe stato questo, ancora una volta denunciamo e basterà attendere qualche settimana, qualche mese, per vedere che, ancora una volta, anche questo ulteriore intervento sarà fallimentare. Il Governo pensa, con un tratto di penna, modificando le normative in materia di diritto penale, le normative in materia di immigrazione, di poter contenere il fenomeno, ma, prevaricando i diritti dei minori, cercando di derogare ai limiti previamente esistenti in materia anche di diritti umani, di condizioni igieniche, non otterrà affatto la risoluzione del problema, che andrà inevitabilmente ad aggravarsi.

Con questo ordine del giorno, come con altri precedentemente presentati, stiamo chiedendo al Governo di impegnarsi a derogare ai limiti di capienza previsti, come è previsto dal provvedimento, solo dopo aver verificato che ci sono condizioni di vivibilità adeguate e pienamente rispettose dei diritti umani. Negare il parere favorevole a questo ordine del giorno significa essere disponibili a sacrificare la tutela dei diritti umani - non sacrificabile per noi -, a fronte di nessun beneficio in termini di sicurezza. Dunque, si otterranno due effetti: aumentare l'insicurezza nel Paese e aumentare le condizioni di violazioni dei diritti umani. Chiediamo un ripensamento al Governo e di considerare un voto favorevole su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/17 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/18 Casu, su cui il parere del Governo è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/18 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/1458-A/19 Malavasi. Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo su questo ordine del giorno partendo da un'esperienza personale. Qualche giorno fa, abbiamo tutti quanti ricordato la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e, in quell'occasione, ho deciso di andare a conoscere alcuni ragazzi, profughi minorenni, che sono ospitati nella mia città. Stavano facendo il corso di italiano grazie ad alcune insegnanti in pensione particolarmente generose e solidali che dedicano tutte le mattine della settimana ad accompagnare in questi percorsi questi ragazzi. Questi ragazzi sono stati sostenuti dalla comunità, dal Terzo settore, sono stati dati loro i vestiti, sono stati accompagnati in questo percorso di accoglienza su un territorio per farlo sentire un po' meno ostile, un po' più fraterno, un po' più umano.

Con questo ordine del giorno abbiamo chiesto semplicemente un po' di chiarezza, anche perché non passa giorno in cui non riceviamo dai nostri amministratori locali - penso che capiti a tutti i parlamentari di qualsiasi schieramento - richieste di aiuto rispetto a questi arrivi, che, da un giorno all'altro, si verificano sui nostri territori, a cui bisogna dare accoglienza, ospitalità, trovare i posti letto e, comunque, costruire un contesto di umanità doveroso, proprio perché i diritti di cui stiamo parlando oggi in questo decreto-legge, che riteniamo anche un po' crudele, non dipendono certamente dal colore della pelle, ma dalle convenzioni universali sui diritti umani. In questo provvedimento, in modo particolare con questo ordine del giorno, abbiamo cercato di chiedere un po' di chiarezza, anche perché crediamo che sia un provvedimento che non affronta certamente la complessità di questo fenomeno migratorio, ma introduca delle disposizioni a carico dei minori stranieri non accompagnati che, per la prima volta - l'hanno ricordato anche alcuni colleghi - si trovano ad essere inseriti anche in strutture non dedicate per i minori, ma in sezioni dedicate all'interno di centri per adulti, con addirittura alcune aggravanti, ossia alcune disposizioni che vengono introdotte sulla determinazione dell'età dei minori in base alle quali, in alcuni casi, in casi di arrivi consistenti e ravvicinati, l'autorità di pubblica sicurezza può disporre nell'immediatezza di svolgere alcuni rilievi antropometrici e alcuni accertamenti sanitari per individuare l'età, dandone immediata comunicazione, poi, alla procura della Repubblica.

Questo termine ci preoccupa perché non vorremmo che ci fossero nei territori applicazioni differenti che possono portare a disomogeneità o a discriminazioni ulteriori rispetto a questa divisione tra adulti e minori, che invece noi riteniamo sia una tutela che va garantita proprio per non parlare di propaganda sulla pelle dei più deboli, ma per accompagnare e tutelare questi minorenni all'interno di questi centri, nel momento dell'accoglienza.

Questa disposizione supera, infatti, l'approccio che è stato seguito dalla legislazione vigente in base alla quale, sino ad oggi, sono state applicate metodologie multidisciplinari che, con gradualità e meno invasività, hanno accolto i minori e li hanno accompagnati in questo percorso proprio per tutelarli, trattandosi di minori di età, spesso di soggetti fragili e per scongiurare il rischio che questi minori possano essere considerati proprio degli adulti. Lo dico perché i ragazzi che ho incontrato io qualche giorno fa provenivano dalla Tunisia, dal Ghana, dal Mali; alcuni di loro hanno visto uccidere i loro genitori e mi hanno raccontato anche la fatica di questo viaggio, l'ambizione, la richiesta e le aspettative che hanno quando arrivano nel nostro Paese. Quindi, mi sono interrogata molto su quale fosse l'interesse del minore e non solo un interesse che deve essere di tutti, indipendentemente dai Paesi di arrivo e dalla scelta che fanno per partire e lasciare il loro Paese. E' un ordine del giorno, Presidente e concludo, che chiede un chiarimento ossia una circolare interpretativa - quindi, non era una richiesta economica - per fare in modo che questa modalità, che riteniamo sia molto invasiva, possa essere l'estrema ratio e, quindi, cercare di continuare con quella gradualità che possa accogliere i ragazzi con meno invasività, per espletare tutte le procedure prima di arrivare a queste analisi, a questi accertamenti sanitari e a questi rilievi antropometrici che riteniamo siano certamente non tutelanti e non garanti del benessere e dei migranti. Quindi, una richiesta di chiarimento anche per evitare le difformità che riteniamo ulteriormente penalizzanti e discriminatorie verso i minori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/19 Malavasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/20 Iacono, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/21 Lai.

Ha chiesto di parlare il deputato Lai. Ne ha facoltà

SILVIO LAI (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo su quest'ordine del giorno che sostanzialmente riprende in parte argomenti che sono stati già illustrati sotto la dimensione che riguarda la sacralità del minore nel diritto internazionale, anche con riferimento a quello che, sino a questo momento, anche in Italia è stato applicato. Sarebbe la prima volta che un Paese che sottoscrive accordi internazionali sul trattamento dei minori - sono stati già ampiamente citati - si sottrae nella distinzione tra le politiche che riguardano i minori e quelle che riguardano gli adulti.

Nell'ordine del giorno si segnala il tema che riguarda la rilevazione antropometrica ovvero l'uso di altri accertamenti sanitari anche radiografici volti all'individuazione dell'età. Vorrei in qualche modo approfondire questo tema, nel senso che non so se qualcuno abbia pensato - diciamo al Governo - che sia possibile, attraverso una radiografia, individuare l'età esatta di qualcuno. E ancora di meno se qualcuno pensi che si possa individuare, attraverso una radiografia (normalmente, si fa quella del polso sinistro e della mano sinistra), l'età esatta differente tra i 16 e i 18 anni. Io vi segnalo che questo non si può fare. Normalmente, questo tipo di rilievo radiologico viene fatto unicamente per vedere una cosa: la corrispondenza tra l'età ossea e l'età anagrafica, il che vuol dire che uno deve avere l'età anagrafica. Serve soprattutto a vedere se lo sviluppo osseo è concluso oppure se è ancora possibile un ulteriore sviluppo osseo. Sapete quando serve? Per esempio, quando c'è una carenza di ormoni della crescita e, quindi, si tratta di capire se è ancora possibile somministrare l'ormone della crescita a persone che - bambini, naturalmente, o bambine molto spesso - non sono cresciuti abbastanza oppure serve per vedere se ci sono stati difetti di assorbimento, per esempio di malassorbimento a causa di patologie.

Adesso, vorrei che qualcuno, al Governo e in maggioranza, immaginasse che cosa succede quando si misura l'età ossea di bambini o bambine, provenienti da zone dove hanno sofferto di malnutrizione, che magari hanno passato un anno intero di viaggio prima di arrivare in Italia; mi chiedo se pensate che uno strumento, che serve semplicemente per individuare la corrispondenza tra età anagrafica ed età dello sviluppo, possa essere davvero preciso, adeguato e sufficiente a valutare l'età vera di un ragazzino, di una ragazzina, di un'adolescente che abbia subito quello che ha subito sul piano della malnutrizione, delle malattie, delle patologie e dello stress di un viaggio, durato un anno, sotto ogni livello possibile da sopportare per un bambino. Ma vi sembra davvero questo il modo per decidere se un ragazzino o una ragazzina possa stare in un posto per adulti con precisione scientifica? E' evidente che state usando scorciatoie che non saranno minimamente rispettose dell'integrità individuale, sanitaria e sociale di questi minori e questa cosa non farà altro che rappresentare in tutto il mondo come state facendo diventare il nostro Paese, ossia un posto dove non c'è il rispetto degli accordi internazionali di convivenza, primo fra tutti, quello che riguarda i diritti dell'uomo e i diritti degli adolescenti.

Per questo, chiederei al Governo, suo tramite Presidente, di rivedere almeno uno degli ordini del giorno - se non il mio, uno dei prossimi - segnalando che non è possibile utilizzare il metodo che scrivete per discriminare il fatto che abbiano compiuto o non abbiano compiuto 16 anni. Si rischiano danni e violenze inutili, nonché di peggiorare l'immagine del nostro Paese in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Signor Presidente, se il collega lo consente, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1458-A/21 Lai.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/21 Lai, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/22 Boldrini, con il parere favorevole del Governo con riformulazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Bonafe' per sottoscriverlo. Chiedo alla collega se interviene per dire se accoglie o meno la riformulazione

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Signor Presidente, se possibile, chiederei al Sottosegretario Molteni di rileggermi la riformulazione.

PRESIDENTE. Prego, signor Sottogretario.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. La riformulazione è: “impegna il Governo a verificare, compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente, la possibilità di indirizzare le donne migranti vittime di violenza, accertata dai servizi sociosanitari territoriali di riferimento, a percorsi presso le reti territoriali antiviolenza e di creare sezioni specifiche nell'ambito dei centri SAI prevedendo in tempi rapidi le risorse necessarie”.

PRESIDENTE. Sottosegretario, le premesse dovevano essere espunte, è corretto?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. No.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole sulle premesse e questa è la riformulazione del dispositivo. Benissimo. Collega Bonafe'?

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Intanto, voglio ringraziare il Sottosegretario che è stato presente durante i lavori d'esame di questo decreto in Commissione, dove ci siamo a lungo confrontati su questo punto. Penso che ne condividiamo tutti la finalità…

PRESIDENTE. Collega, mi perdoni, mi deve dire se accetta o no la riformulazione e, poi, potrà fare la dichiarazione di voto, se intende metterla al voto.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Volevo chiedere al Sottosegretario un ulteriore sforzo, prima di dire se accetto la riformulazione, per cui, se posso articolare il mio intervento per chiedere al Sottosegretario un ulteriore sforzo…

PRESIDENTE. Io posso vedere se il Sottosegretario intende intervenire, ma se non intende intervenire, lei deve dirmi se accetta o meno la riformulazione. Può dirmi di no e poi chiedere una revisione.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Allora, accetto la riformulazione, però, voglio sottolineare che mi sarei aspettata dal Sottosegretario un ulteriore sforzo, lo dico molto sinceramente, perché, su questo punto, c'è stata una lunga discussione in Commissione, a cui il Sottosegretario ha partecipato. Condividiamo tutti, abbiamo condiviso tutti la finalità di quest'ordine del giorno, che, allora, era un emendamento, e cioè di dotare le reti territoriali antiviolenza di risorse necessarie per far fronte non solo alle donne, cittadine italiane, vittime di violenza, ma anche alle donne straniere che arrivano nel nostro Paese e che, appunto, hanno subito violenze, perché queste donne sono in condizioni di particolare fragilità e noi credevamo e crediamo che abbiano bisogno di percorsi adeguati in relazione al loro status nelle reti dei centri che si occupano di queste tematiche nel nostro Paese o prevedendo, all'interno dei SAI, alcune strutture apposite.

Quindi, accettiamo la riformulazione, perché prevedere risorse necessarie in tempi rapidi penso che sia l'obiettivo di tutti, però, Sottosegretario, verificare compatibilmente con la disponibilità di risorse, a normativa vigente, cozza un po' con la disponibilità di risorse in tempi rapidi. Comunque, accettiamo questa riformulazione, chiediamo che sia messa ai voti e ci auguriamo che, davvero, nel più breve tempo possibile, queste risorse possano essere messe a disposizione, perché servono, voglio dirlo a tutti i colleghi, non solo, per intervenire, ma anche per prevenire questi odiosi fenomeni di femminicidio, a cui continuiamo ad assistere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, in realtà intervengo per invitare il Governo, per suo tramite, ad accantonare e a rivedere il giudizio su questo ordine del giorno. Veniamo da giorni in cui…

PRESIDENTE. Collega, mi perdoni. La riformulazione è stata accolta dalla presentatrice ed è stato chiesto il voto. Lei non può, adesso, chiedere l'accantonamento, ma può fare una dichiarazione di voto, assolutamente.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, farò una dichiarazione di voto. Naturalmente, affermiamo la paternità, anzi, forse, la maternità di questo ordine del giorno per le ragioni che ora cercherò di esporre. Il motivo per cui, appunto, chiedevamo l'accantonamento è che veniamo da giorni in cui, insieme a tutta l'Italia, abbiamo davvero sofferto per il gravissimo episodio di violenza contro le donne e davvero non riusciamo a capire come il Governo voglia tutelare le donne vittime di violenza accertata dai servizi socio-sanitari mediante un invito a valutare la possibilità di, compatibilmente a… questo non è serio! Questa non è una seria tutela delle donne vittime di violenza, siano esse italiane, siano esse straniere o siano esse migranti. Quest'ordine del giorno, peraltro, ha una lunga storia. Penso che la destra del Governo non sappia cosa fa la sua sinistra, perché riproduce esattamente il contenuto di un ordine del giorno già approvato al Senato, mi riferisco all'ordine del giorno 5.0.100/29, a firma della senatrice del MoVimento 5 Stelle Alessandra Maiorino al decreto Cutro.

Riproduce, peraltro, il contenuto di un emendamento presentato a questo provvedimento - per questo ne affermiamo e ne rivendichiamo la maternità -, presentato al decreto-legge oggi in discussione, per la conversione, a firma della deputata Stefania Ascari. Si tratta di un emendamento che è stato dapprima accantonato nei lavori della Commissione e gentilmente sottoscritto dalla presidente Boldrini, vista la nostra forzata assenza dai lavori della Commissione e, quindi, per questo, salvato dalla decadenza, emendamento dapprima accantonato dal Governo e, poi, approvato con una riformulazione che faceva salva l'invarianza di bilancio. Ma, naturalmente, non è stato possibile accettare, in sede di Commissione, questa riformulazione, perché davvero non riusciamo a comprendere come si possa perseguire una seria lotta contro la violenza sulle donne, se non stanziando seriamente le risorse occorrenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per noi questo risulta completamente inspiegabile, anzi, è spiegabile esattamente con la volontà di non perseguire una seria lotta alla violenza contro le donne. È una forma d'ipocrisia e, allora, davvero, chiedo al Governo di rivalutare spontaneamente - senza che questa possa essere una mia formale richiesta, come la sostanza delle cose, invece, richiederebbe - di accantonare e di rivedere il giudizio su questo ordine del giorno. Mi dicono che l'intero gruppo del MoVimento 5 Stelle, anche in onore della deputata Stefania Ascari, che, oggi, non è potuta essere presente, intende sottoscrivere questo ordine del giorno. Signor Sottosegretario, ci ripensi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/22 Boldrini, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/23 Scarpa.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Presidente, quest'ordine del giorno parla di risorse ai comuni, in particolare ai comuni interessati da consistenti arrivi di persone migranti. Ma vorrei prendere il discorso un po' più alla larga, se mi si consente, anche utilizzando quest'occasione per parlare delle risorse che andrebbero messe in campo e che, evidentemente, mancano e per evidenziare un po' quella che è, secondo me, la profonda ipocrisia di un Governo che sostiene di mettere in campo il quarto decreto urgente su un tema strutturale, anche su richiesta dell'allarme di sindaci e comuni molto affaticati anche e soprattutto dall'arrivo di minori stranieri non accompagnati, e, poi, in legge di bilancio, prevede, per quegli stessi comuni, un taglio lineare di 200 milioni di euro utili a garantire servizi ai cittadini, di diversa natura, che sicuramente vengono anche compressi e affaticati da arrivi consistenti di migranti. Tutto questo in una cornice in cui l'ANCI, quindi, chi al massimo livello rappresenta i comuni e gli enti locali, denuncia con parole molto chiare le mancanze strutturali sul fronte accoglienza, certo non auspicando le risposte che sono arrivate.

Ricordo che, anche solo sul difficile tema dei minori non accompagnati, che sono 23.000 nel nostro territorio nazionale, i posti SAI disponibili sono 6.000 e l'ANCI stessa, come unico emendamento, anche a esprimere l'importanza dello stesso, al decreto Cutro, che, se non sbaglio, era il secondo o il terzo atto urgentissimo su questa questione evidentemente non strutturale quale l'immigrazione, chiedeva semplicemente di rifinanziare almeno 4.000 posti SAI mancanti.

Questo emendamento ovviamente è stato respinto e bellamente ignorato da questo Governo, che probabilmente questa situazione non ha realmente interesse a gestirla. Purtroppo, di fronte anche al deliberato definanziamento degli enti locali, ai deliberati tagli all'accoglienza di secondo livello, alla strategia delle grandi aggregazioni di persone, non importa neanche più se minori o non minori, di fronte all'assenza completa della volontà di investire su qualsiasi cosa che aiuti i processi di integrazione di queste persone, vedo davanti a noi due scenari anche di analisi di queste scelte, e sono entrambi inquietanti. Uno è quello dell'inadeguatezza, dell'incomprensione del danno che si sta facendo e dell'incuria, forse, verso una fetta di persone che non si considerano all'altezza di serie politiche strutturali, anche per garantirne la permanenza e l'integrazione. Il secondo scenario, ancora peggiore, è quello del lucido disegno politico, per cui dal grande centro, chiaramente, dopo il tempo previsto, perché oltre un certo tempo non si possono trattenere, usciranno persone senza permesso di soggiorno, senza strumenti di integrazione, con grossi bagagli di trauma psicologico, per cui i comuni, sempre più affaticati dal dover gestire e sopperire alle mancanze anche del Governo sull'accoglienza di secondo livello, la lasceranno pian piano, anche contro la loro volontà, sgretolarsi, per cui il divario tra le persone che finiranno nelle nostre strade e i cittadini italiani sarà sempre più grande, incolmabile, genererà insicurezza, che chiama politica securitaria, politica securitaria è risposta semplice, che garantisce il consenso anche alla prossima tornata elettorale. Lo voglio esplicitare, lo hanno fatto tanti colleghi in dichiarazione di voto e in discussione generale, credo che ci sia un disegno in questo senso, lo trovo inquietante, lo trovo molto dannoso e molto pericoloso. Mi chiedo, Presidente, se e quando si sarà finito di misurare biometricamente l'età e il colore preferito di ogni migrante, se dopo che li si sarà portati in Albania, a Timbuctu o dove capita, se dopo che si sarà arrestato e multato anche l'ultimo capitano di nave ONG, se si guarderanno, a un certo punto, di fronte al caos che ne verrà fuori, la situazione di inverno demografico che abbiamo in Italia, le richieste delle imprese e le istanze di tante organizzazioni del Terzo settore, di tanti cittadini e di tanti comuni che invece vorrebbero dei colleghi, dei compagni di scuola, dei concittadini con cui condividere una prospettiva di futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/23 Scarpa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/24 Barbagallo, su cui c'è parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Francamente siamo basiti dal parere contrario del Governo. Noi chiedevamo un impegno specifico al Governo, lo rileggo anche a beneficio dei colleghi, visto che chiederò di metterlo in votazione. Chiedevamo un impegno del Governo a reperire tutte le risorse necessarie per mettere i comuni nelle condizioni di erogare i servizi essenziali ai cittadini, con particolare riferimento poi a uno dei comuni che è oggetto di arrivi consistenti di migranti, che è Pozzallo. Ma non serviva questa ulteriore conferma che questo Governo, il Governo Meloni, è un Governo contro i comuni. Dopo la proroga alle calende greche degli interventi del PNRR senza coperture per i comuni, dopo il decreto Sud, che in realtà è un decreto contro il Sud, arriva anche questo ennesimo “no” alle risorse necessarie per coprire i servizi essenziali. Servizi essenziali che, non c'è bisogno di ricordarlo a quest'Aula, sono quelli che i comuni erogano alle categorie più deboli, ai minori e agli anziani, comuni che non ce la fanno più nel tempo che stiamo vivendo. E tra i comuni maggiormente in difficoltà ci sono quelli che in questi anni, lo ripetiamo dopo l'intervento che ho fatto sull'illustrazione dell'ordine del giorno, hanno gestito arrivi consistenti di migranti. Quei comuni oggi sono veramente allo stremo. Abbiamo presentato specifici emendamenti in tutti e quattro i decreti-legge che in questa legislatura il Governo ha presentato sui temi dell'immigrazione e continueremo a farne una battaglia politica. I servizi pubblici essenziali vanno dal tema della raccolta dei rifiuti solidi urbani. L'ordine del giorno fa riferimento a Pozzallo, che gestisce migliaia di arrivi ogni mese, e in Sicilia la Tari è la più alta d'Italia. Quindi non solo i comuni, con grande generosità, gestiscono, attraverso i centri di accoglienza e la generosità dei cittadini, i servizi di accoglienza, ma hanno pure la beffa di dover sopportare i maggiori costi. Quello che chiediamo è un intervento minimo e mi appello all'Aula e ai colleghi affinché votino favorevolmente l'ordine del giorno.

Peggio mi sento sul tema del trasporto pubblico locale. Non soltanto le grandi città che hanno gestito il tema dei migranti, come Catania, Palermo, Messina, Trapani e Agrigento, ma anche i piccoli centri che non hanno un trasporto su gomma gestito in modo esemplare, il trasporto su ferro è in gravissimo ritardo. Serve un segnale specifico da questo punto di vista. Il tema non riguarda però soltanto i servizi, c'è un tema specifico che riguarda gli investimenti e un tema specifico che riguarda anche le norme ordinamentali, che più volte in questa legislatura abbiamo proposto. Il Governo da questo punto di vista è stato sordo. Mi riferisco al Fondo per i crediti di dubbia esigibilità, che è un intervento minimo che consentirebbe ai comuni un respiro importante; al Fondo accantonamenti per il contenzioso, perché si tratta spesso di somme che possono essere previste e per cui è inutile accanirsi con questa ulteriore previsione. Per non parlare poi del tema che diventa - concludo, Presidente - cautelare, perché tanti comuni gestiscono i servizi pubblici essenziali in modo diretto. Riaprire una finestra per garantire ai comuni di fare delle assunzioni specifiche per garantire e per gestire questi servizi sarebbe il minimo in questo tempo così difficile. Insisto quindi, Presidente, nella votazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/24 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/25 Guerra. Ha chiesto di parlare la collega Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo che si metta ai voti questo ordine del giorno, che è il «fratello» di quello che è appena stato illustrato dall'onorevole Barbagallo. Vorrei sottolineare una cosa che mi suona molto curiosa: il parere negativo del Governo significa che testualmente il Governo non si impegna, perché dice “no”, a reperire tutte le risorse necessarie per mettere i comuni nelle condizioni di erogare i servizi essenziali ai cittadini. A me sembrava che fossero mesi e mesi che stiamo discutendo di una legge, la legge sull'autonomia differenziata, che parte dal presupposto che il Governo e la maggioranza ci stanno garantendo che si procederà solo definiti e garantiti i livelli essenziali delle prestazioni, che altro non sono che l'erogazione dei servizi essenziali ai cittadini.

Quindi, ancora una volta siamo di fronte a un comportamento, come posso dire, schizofrenico - il comportamento, non le persone - e cioè al fatto che da una parte, in un ramo del Parlamento, in un certo momento si dice una cosa e poi, quando ci si deve esprimere anche con un impegno, per quanto cogente possa essere (e sappiamo che il voto di un ordine del giorno non lo è), si dice con tranquillità esattamente l'opposto. È una cosa, francamente, incomprensibile.

Poi, l'ordine del giorno chiede anche una specifica attenzione, in questo caso al comune di Messina, però, in generale, ai comuni interessati da arrivi consistenti di migranti; e anche qui c'è un atteggiamento dissociato come posso dire, perché è proprio in questo decreto che stiamo approvando - anzi che state approvando: scusate, mi ero sbagliata - che, all'articolo 8, si riconosce, ad esempio, un'esigenza specifica per i comuni sottoposti a costi superiori perché gestiscono arrivi consistenti; lo si fa con riferimento a un servizio particolare, quello di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ma sfido chiunque a dimostrarmi che non ci sono tanti altri servizi che sono coinvolti dalla necessità, per un comune, di gestire flussi così consistenti di arrivi.

Quindi, vi invito a pensare, prima di premere il pulsante, cari colleghi. Vi invito, attraverso ovviamente la Presidente, perché se votate “no”, voi rifiutate di chiedere al Governo di impegnarsi a fare quello che dovrebbe fare e, cioè, lo ripeto, a reperire tutte le risorse necessarie per mettere i comuni nelle condizioni di erogare i servizi essenziali ai cittadini. Quindi, noi non vogliamo che i comuni abbiano le risorse necessarie per i servizi essenziali: è un po' anche anticostituzionale, se ci ripassiamo un po' la Costituzione negli articoli giusti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/25 Guerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/26 Ubaldo Pagano, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. In questi ordini del giorno, non potendo occuparci in profondità dei problemi economici del Paese - perché il dibattito sui temi economici e, soprattutto, sulla prospettiva dei conti pubblici del prossimo anno e del prossimo triennio, di fatto, è molto contratto a seguito dei diktat della Presidente del Consiglio dei ministri alla sua maggioranza - e avendo più o meno immaginato che il passaggio qui alla Camera lo vogliate far diventare essenzialmente un passaggio formale, abbiamo l'occasione di intervenire su questi provvedimenti, purtroppo, solo attraverso gli ordini del giorno, visto che ormai sugli emendamenti non possiamo più dire nulla perché con la posizione della fiducia di fatto avete azzerato ogni possibilità del Parlamento di incidere in profondità sui provvedimenti.

Attraverso questi ordini del giorno proviamo a tracciare almeno alcune questioni che riteniamo prioritarie, ma che dovrebbero diventare patrimonio condiviso di tutto il Parlamento. Ad esempio, vi è il tema delle difficoltà dei comuni italiani, che non sono di destra o di sinistra, ma sono i comuni italiani e rappresentano istituzioni che pro tempore hanno maggioranze con un segno politico piuttosto che un altro, e rappresentano quello che dovrebbe essere il primo punto di approccio dei cittadini alle istituzioni e alla capacità delle istituzioni di dare risposta ai loro bisogni. Ecco, quelle istituzioni sono particolarmente in difficoltà e sono in difficoltà non solo perché, anche a causa di alcune scelte di politica economica che questo Governo ha messo in atto, le amministrazioni locali devono fare supplenza rispetto a quello che un tempo era una presa in carico che veniva effettuata dallo Stato.

Mi riferisco alla sparizione del reddito di cittadinanza che ha tirato fuori da situazioni di bisogno tantissime fasce di popolazione, senza entrare nel merito di quale potesse essere il reale bisogno che potesse nascere. Tali amministrazioni sono anche alle prese con altre esigenze che, nel frattempo, vista la complessità del momento, stanno emergendo con forza.

In tutto questo si inserisce anche la dinamica di una immigrazione, di una gestione dei flussi immigratori che è particolarmente pesante e gravosa e che, in alcuni casi, molto spesso anche attraverso fenomeni indotti, finisce per diventare un ulteriore gravame in termini di costi per le amministrazioni locali.

Ecco, a fronte di questo quadro, che mi sembra semplicemente di verità e su cui è difficile che ci si possa dividere, pensando che si stia facendo polemica a basso costo, cosa fa questo Governo? Questo Governo, all'interno della prossima legge di bilancio, prevede tagli per 600 milioni di euro, di cui 200 a carico dei comuni. Guardate, la cosa più stridente rispetto ai grandi programmi di investimento che stiamo attuando, tra cui il PNRR - ma poi verranno i Fondi di sviluppo e coesione, verranno i Fondi strutturali, nella globalità intesa con riferimento ai rapporti con l'Unione europea – è che questi fondi riguardano la spesa corrente. Allora, noi avremo, purtroppo, la drammatica inquietudine di avere molto spesso progetti realizzati, infrastrutture realizzate a valere sui grandi piani di investimento e l'impossibilità, da parte dei comuni, di fare in modo che quelle strutture siano animate da un'attività reale di erogazione di servizi al cittadino, perché la spesa corrente gli è inibita addirittura da tagli che per il prossimo triennio diventano una cosa insostenibile.

Attraverso quest'ordine del giorno, ma anche attraverso tutta la discussione che faremo anche sui prossimi provvedimenti, nonostante le vostre fiducie alla cieca che ci menate in Parlamento semplicemente perché non riuscite a trovare una sintesi politica che possa avere ordine nella discussione parlamentare, noi proveremo a ricordarvi che il vostro libro dei sogni è impiccato ad alcuni totem che voi portate avanti semplicemente per piantare bandierine su quello di cui, invece, il Paese avrebbe bisogno. Di bandierine, però non si vive, con le bandierine si fa in modo che il Paese finisca in un fenomeno di arretramento profondo che ha radici ormai nella vostra sottocultura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/26 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Colleghi, anticipo che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, interromperemo l'esame degli ordini del giorno alle ore 20. Tale esame riprenderà nella seduta di domani, martedì 28 novembre, a partire dalle ore 9.30.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/27 Andrea Rossi. Prendo atto che l'onorevole Malavasi intende sottoscriverlo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/27 Andrea Rossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/28 Scotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1458-A/29 Bakkali. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io ho chiesto la parola per sottoscrivere l'ordine del giorno e intervenire in dichiarazione di voto. Mi rivolgo al Sottosegretario: sono molto colpita che il Governo abbia dato un parere contrario su quest'ordine del giorno che presenta uno spirito nel quale credo la maggioranza dovrebbe assolutamente riconoscersi. Ho sentito molte volte il partito del Sottosegretario e altri partiti della maggioranza dire che non vogliono qui gli immigrati, ma sono pronti ad aiutarli a casa loro. Quest'ordine del giorno riguarda proprio i fondi per la cooperazione internazionale, che è il modo con cui ci si esprime nelle interazioni di solidarietà nei confronti dei Paesi, non manifestando semplicemente un fastidio rispetto a chi viene qui e dovrebbe, invece, starsene a casa propria.

Quest'ordine del giorno, quindi, dovrebbe incontrare il sostegno dei partiti di maggioranza nello spirito e poi soprattutto nella lettera, nel senso che l'ordine del giorno richiede semplicemente il rispetto della legge così com'è, la legge n. 125 del 2014 che è quella che regola gli aiuti alla cooperazione internazionale.

Il primo punto del dispositivo dell'ordine del giorno impegna il Governo a fare quello che dovrebbe fare per legge e che finora il Governo non ha fatto, cioè convocare il Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo entro la fine dell'anno, cosa che non è ancora avvenuta. È un anno che il Governo è in carica e non ha mai pensato di riunire, come prevede la legge, le organizzazioni del settore privato, le università, le organizzazioni della società civile e gli enti locali, che sono tutti impegnati nella cooperazione internazionale. Quindi, sono molto stupita che ci sia un parere contrario almeno su questo punto.

In secondo luogo, si chiede una cosa normale, cioè per quale motivo il Governo non ha ritenuto di sostenere quanto previsto dalla legge. Aggiungo a questo che le Commissioni affari esteri competenti della Camera e del Senato stanno ancora aspettando altre due cose previste dalla legge, cioè la trasmissione del consuntivo delle spese del 2022 ma, soprattutto, la previsione delle spese del 2023, che il Governo è obbligato, per legge, a trasmettere al Parlamento ma non ha mai trasmesso, forse perché non ha idea di cosa fare con le risorse della cooperazione internazionale.

In ultimo, chiediamo di fare quello che aveva previsto il Governo Draghi per la cooperazione internazionale, cioè ripristinare le risorse previste dalla legge di bilancio precedente a quella che andremo a votare a breve. Mi chiedo onestamente perché partiti, che si sgolano rispetto al fatto che sono pronti ad aiutare le persone straniere e i migranti a casa propria, si sottraggano a questo.

Aggiungo, poi, un punto, che è l'elemento forse più disturbante del “no” del Governo su quest'ordine del giorno. Il punto è molto semplice: c'è una legge varata dieci anni fa non da una maggioranza o da un partito politico, ma dal Parlamento con il voto di tutte le forze politiche, che è lo strumento principale della politica estera per cooperare con i Paesi dell'Africa; e poi c'è un intervento molto bizzarro, che è il piano Mattei del Governo, che ha l'obiettivo di scardinare quanto previsto da quella legge, perché prevede altre linee di comando, altre persone che decideranno e un apparato completamente diverso per fare esattamente le stesse cose previste dalla legge n. 125 del 2014, che pure tutti i partiti di questo Parlamento hanno votato. Io non vorrei che il “no” su quest'ordine del giorno avesse l'obiettivo di dire che adesso ci siete voi, comandate voi e, quindi, mandate in malora il lavoro che il Paese ha fatto per dotarsi di uno strumento di politica estera com'è la cooperazione internazionale. Se è così, fatecelo sapere, perché poi valuteremo i risultati che darete rispetto al fantomatico piano Mattei e agli altri interventi che prevedete, in particolare per il continente africano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di poter sottoscrivere quest'ordine del giorno e per poter fare un intervento.

PRESIDENTE. Prego.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie. La gestione dell'immigrazione che questo Governo porta avanti si basa su una strategia che presenta due elementi fondamentali: interventi - e questo è il quinto, è già stato detto oggi, dall'inizio legislatura - contro i migranti e contro le ONG, oggi anche con questa legge disumana contro i ragazzini e le ragazzine non italiani. Se, da una parte, con una mano, agite in questa maniera, avete provato a coprirvi, con l'altra, di fronte ai cittadini italiani, che vi guardano compiere questi obbrobri, raccontando che, però, con il piano Mattei - di cui ancora, però, non c'è traccia - investirete in un nuovo modello di sviluppo della cooperazione internazionale. Purtroppo, però, non solo non c'è traccia del piano Mattei, ma c'è traccia del taglio alla cooperazione internazionale. E c'è, come quest'ordine del giorno ricorda, la cancellazione - al momento silenziosa, speriamo non definitiva - del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, che è questo strumento strategico di collaborazione, condivisione e confronto che il Governo dovrebbe utilizzare, composto da vari soggetti territoriali, di cui io ho avuto l'onore di far parte, rappresentando le regioni, e dentro al quale stanno, per l'appunto, insieme ai rappresentanti dei Ministeri, quelli delle regioni, degli enti locali, dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, delle principali reti di organizzazioni della società civile, di cooperazione, aiuto umanitario, università e volontariato.

Il dubbio, allora, è che il vostro nuovo modello di cooperazione allo sviluppo preveda un'esclusiva decisione del Governo senza alcun confronto con il Paese, sbagliando, però, in questa maniera l'approccio, perché è soprattutto attraverso il dialogo tra territori che, in questi anni, è maturata una vera possibilità di mediazione fra la realtà, in questo caso africana, e la nostra, in un rapporto che è win-win, dove si è superato l'approccio del dono di un Paese ricco verso i Paesi poveri, e dove si investe sullo sviluppo dei Paesi africani per davvero, affinché il vantaggio sia reciproco. Dallo slogan che ricordava prima la collega Quartapelle Procopio, cui va il mio personale riconoscimento per il lavoro che ha svolto sulla legge n. 125, che ha portato l'Italia ad un approccio di cooperazione internazionale e moderno, da quel mantra “aiutiamoli a casa loro”, di cui ci avete riempito le orecchie per anni, oggi siamo passati al piano Mattei. Però non ci è chiaro in che modo questo piano Mattei possa contribuire a sviluppare e a dare una mano allo sviluppo dell'Africa, stante che, nella legge di bilancio di quest'anno, sono stati tagliati i fondi alla cooperazione allo sviluppo, che è ferma allo 0,3 per cento, allontanando così sempre di più la possibilità di arrivare all'obiettivo dello 0,7 per cento, che è l'Obiettivo 17 dell'Agenda per lo sviluppo sostenibile. Quindi, voi non solo non state rispettando un obbligo di legge, ma non state, poi, nei fatti, oggettivamente, raggiungendo e dimostrando di essere davvero intenzionati rispetto a quanto voi stessi dite, quando parlate di piano Mattei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/29 Bakkali, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/30 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/1458-A/31 Marino.

Ha chiesto di parlare la deputata Marino. Ne ha facoltà.

MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Anch'io, nonostante il diniego del Governo a quasi tutti gli ordini del giorno, tramite lei, signora Presidente, voglio provare a chiedere al Governo di ripensarci, di valutare l'opportunità di accogliere quest'ordine del giorno. Non comprendo l'insensibilità di questo Governo - lo dico veramente - rispetto a un tema così delicato, come quello del sempre più consistente aumento di immigrati nei nostri comuni e come non voglia assolutamente dare l'opportunità almeno ai comuni di avere le risorse per una accoglienza giusta e dignitosa di questa gente che scappa dalle proprie terre. Già l'ANCI ha denunciato il fatto che nel bilancio ci saranno ulteriori tagli per i comuni.

Ma il problema non è solo l'accoglienza degli immigrati. Il problema è che saranno tagliati i servizi essenziali, come le mense e l'assistenza agli anziani. Non comprendo perché questo Governo non si occupa dei propri cittadini e dei propri territori. A me risulta inaccettabile non solo che non sappia quali progetti mettere in atto per gestire questo flusso di migranti, ma che non sappia neppure come gestire i propri territori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/31 Marino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/1458-A/32 Ciani.

Ha chiesto di parlare il deputato Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono stupito e chiederei al Sottosegretario e al Governo, per suo tramite, un supplemento di riflessione su questo parere negativo. Lo chiederei anche, sempre per suo tramite, cortesemente…

PRESIDENTE. Collega Latini, deve liberare i banchi del Governo… collega Latini, deve liberare i banchi del Governo, perché si stanno rivolgendo al Sottosegretario. Prego, collega Ciani.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Lo chiederei, per suo tramite, anche ai colleghi della maggioranza, soprattutto a quelli che so più attenti ad alcune tematiche relative ai minori, relative alla famiglia, relative ai diritti universali. Infatti, con quest'ordine del giorno, che, peraltro, anche nelle premesse, non è assolutamente offensivo, ma, soprattutto, nell'impegno, non si chiede di cambiare questa norma, ma si prova a entrare in una delle pieghe più delicate della norma: il tema dei minori.

Cari colleghi, qual è il timore di avere una relazione dettagliata che dia conto delle condizioni dei minori all'interno delle strutture di accoglienza? Credo sia nell'interesse di tutti. Sono sicuro che il Governo stesso vorrà realizzare questa relazione dettagliata. Colleghi, questo non è un voto di fiducia, non è un voto fideistico, stiamo votando su un ordine del giorno e penso sia nell'interesse di ognuno di noi, nell'interesse del nostro Paese, verificare quale sarà l'impatto di queste novità legislative rispetto ai minori. Qual è il problema, Sottosegretario? Il tema di farlo entro un mese? Facciamolo entro due mesi, entro tre mesi, ma il fatto che ci sia una relazione sull'impatto che questa misura avrà sui minori stranieri non accompagnati, nel momento in cui introduciamo una novità importante, come quella di collocare questi minori in alcuni centri insieme ai maggiorenni, il fatto di fare una relazione dettagliata per sapere come andrà questa misura, quale problema vi crea? Quale preoccupazione vi crea? E' nell'interesse di tutti, delle istituzioni e del nostro Paese e, chiaramente, è anche nell'interesse di questi ragazzi e di questi minori che tali rimangono, anche se sono stranieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Signor Presidente, grazie. Mi sento convocato da quest'ordine del giorno, dalle parole giuste dette dal collega Ciani e impegnato anche dal disinteresse che si coglie nell'attività fino a adesso istruttoria.

Il collega Ciani ha messo in campo un'iniziativa - permettetemi davvero - che depoliticizza l'argomento immigrazione che, da qualche decennio, ha assunto una potenza divisiva e, volendo entrare nel merito, quasi laicizzando, come ci insegnava Pasolini, a ritenere che significa laicizzare, ossia entrare dentro, distinguendosi dall'atteggiamento dei chierici, togliendo ogni talare alla questione. Allora, come si fa ad essere contrari rispetto ad una relazione dettagliata? Quando è cominciato il cammino del nostro Paese unitario, nel 1871, per capire di cosa si trattava, Stefano Jacini convinse il Parlamento a dire: facciamo una relazione dettagliata sulla condizione dell'economia agraria e tutti furono d'accordo. Come si fa a essere in disaccordo su una relazione dettagliata, che veda l'impatto, come questo incide sulla condizione reale di vita delle persone, per coniugare le idee che tutti abbiamo in modo convergente sulla prevalenza dei diritti fondamentali, avvertiti come universali e il diritto, quando delibera, non può negare la dignità della persona.

Allora, il collega Ciani chiede, ma mi risulta su iniziativa e premura di tutto il gruppo parlamentare, il Ministero dell'Interno fa il Ministero dell'Interno, attivando il patrimonio conoscitivo, a valle del quale poi c'è un'attività deliberativa, o amministrativa o legislativa, cioè la precondizione affinché la materia venga gestita senza quella potenzialità divisiva che, a volte, ha creato problemi al dibattito politico ed istituzionale. E' necessario, è un avvertimento che vi è utile e consente al Ministero dell'Interno di fare il Ministero dell'Interno. Quando è nata questa Repubblica, si reggeva su due grandi pilastri, uno dei due era il Ministero dell'Interno, perché aveva l'insorgenza del patrimonio conoscitivo, a valle del quale c'era l'attività deliberativa che consentiva la statualità, l'istituzionalità.

Allora, collega rappresentante del Ministero dell'Interno, raccolga l'invito del collega Ciani, in maniera tale che questa volontà di convergenza non si disperda, avvertendo la complessità dell'argomento ed evitando che nasca una norma legalizzata dall'attività del Parlamento, ma illegittima. Nella storia della legislazione, ci sono molte norme che hanno prodotto obiezione di coscienza, quando c'è il disinteresse a entrare nel merito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo per sottoscriverlo a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere quest'ordine del giorno e per sottolineare quanto, dal mio punto di vista, sia preoccupante il fatto che il Governo si rifiuti, addirittura, di rendicontare. Qui si chiede, semplicemente, una relazione dettagliata per capire quello che potrebbe succedere ai minori messi all'interno di strutture insieme agli adulti e sappiamo benissimo che c'è un rischio reale di contaminazione, anche di insofferenza, di rabbia, di condivisione di corpi violati.

È una cosa incredibile. Allora, forse, l'unica spiegazione che mi viene da pensare è che il Governo pensi semplicemente, in maniera arrogante, che non sarebbe doveroso rendicontare rispetto alle azioni che fa. Questo, sinceramente, lo ritengo davvero inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/32 Ciani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1458-A/33 Zan.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è un ordine del giorno molto semplice e invito il Governo a ripensare al parere contrario. Si tratta di trasmettere alle Camere, entro un mese dall'approvazione di questo decreto, una relazione dettagliata sull'applicazione della normativa europea. Insomma, Presidente, tramite lei, mi rivolgo al Sottosegretario: questo Parlamento voi l'avete completamente svuotato, esautorato di ogni funzione. Qui si approvano solo decreti, ma noi vi chiediamo di trasmettere alle Camere una relazione sull'applicazione di questo decreto.

Lei sa bene, Sottosegretario, conoscendo la materia, che la normativa europea dice che i minori sopra i 16 anni possono andare nei centri solo in un caso specifico, cioè solo nel supremo interesse del minore stesso. Che cosa significa? Che se un minore arriva con lo zio o con un parente, va nei centri, perché è nel supremo interesse del minore stesso - che ha affrontato un viaggio così difficile e una situazione così drammatica per arrivare nel nostro Paese - che non venga separato dal parente, dallo zio, dall'amico o dalla persona a cui è legato da un affetto, da un legame forte. Invece, siccome ci sono arrivi multipli e non sapete come gestire questo problema, li mettete tutti dentro i centri e, dunque, avete adottato situazioni dedicate ai minori, comparti dedicati ai minori, quando i minori dovrebbero avere la possibilità di approcci multidisciplinari. Stiamo parlando di persone che, proprio perché sono minori, sono più fragili; devono essere accompagnati, devono essere sostenuti, ma la normativa europea non l'applicate in questo decreto, come non l'applicate mai, perché l'Accordo che avete fatto con l'Albania non è proprio rispettoso delle normative europee e delle normative internazionali.

Per cui, Sottosegretario, almeno su un tema così delicato, come la permanenza dei minori nei centri, proprio perché la normativa europea è precisa e proprio perché stabilisce condizioni nel supremo interesse del minore, ci saremmo aspettati che almeno una piccola relazione venisse fatta a questo Parlamento; fatela a queste Camere. Insomma, almeno usate il Parlamento per questo. Invece, no, neanche in questa situazione.

Allora, io penso che invece di fare una legge a tutela dei minori, siccome non sapete cosa fare, fate una legge che viola le norme europee e internazionali che tutelano realmente i minori migranti e non accompagnati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/33 Zan, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno 9/1458-A/34 Stumpo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per concludere un po' questa trilogia, se così posso dire, di ordini del giorno che abbiamo fatto, tutti e tre in cui c'è una forte preoccupazione, che poi è stata anche l'oggetto della discussione da parte nostra e della critica rispetto a vari temi, ma questa in particolare, sulla gestione dei minori, in generale dentro al decreto, e in particolare sulla loro distribuzione nei centri per adulti. Noi conosciamo anche un po' il vostro atteggiamento rispetto alla materia, ritenete che sia impossibile distinguere i minori dagli adulti. Anche per questo pensate che sia normale mandarli nei centri per adulti, e così commettete non un errore, ma state commettendo oggettivamente un reato verso questi ragazzi, perché li costringerete, in futuro, ad avere un atteggiamento sbagliato.

Noi vi stiamo chiedendo, con questi ordini del giorno, non di rivedere il vostro pensiero, che è diverso dal nostro, e lo sapevamo da prima, ma almeno di avere un atteggiamento per voi, per andare a verificare quello che succede realmente.

Abbiamo chiesto, in un modo che a volte voi poteva sembrare provocatorio, di farlo entro un mese. Riformulatelo, mettete 3 mesi, prendetevi più tempo per scrivere una relazione. Non volete farla dettagliata, come vi ha ripetuto, in precedenza, dottamente il collega D'Alfonso? Fate una relazione, anche se non propriamente dettagliata, però fateci sapere cosa succede in questi centri, perché, in qualche, modo quella responsabilità è di tutto il Paese. E noi non vorremmo in alcun modo, tra qualche mese, sentire dire che ci sono ragazzi che vengono sfruttati successivamente, perché si può finire in giri che sono il contrario di quello che ci dite voi, che vengono inseriti nei centri per minori per essere sfruttati, ma stare in quei centri per adulti e subirne poi le conseguenze, senza averne colpa.

Per questo vi chiedo di provare a riformularlo nel modo più semplice possibile per assumervi qualche responsabilità, senza lavarvene le mani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il collega Quartini chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1458-A/34 Stumpo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Essendo giunti alle ore 20, interrompiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi: all'ordine del giorno della seduta di domani sarà iscritto, dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge in materia di immigrazione e protezione internazionale, il seguito della discussione delle mozioni in materia di politiche per il clima, già previsto dal vigente calendario dei lavori a partire dalla seduta di giovedì 30 novembre; all'ordine del giorno della seduta di mercoledì 29 novembre, sarà iscritto, al termine della riunione del Parlamento in seduta comune, il seguito della discussione delle mozioni in materia di aggiudicazione e gestione degli appalti e sicurezza sui luoghi di lavoro, anch'esso previsto dal vigente calendario dei lavori a partire dalla seduta di giovedì 30 novembre.

Avverto, infine, che, sempre secondo le medesime intese, le votazioni nella parte antimeridiana della seduta di domani termineranno entro le ore 13, anche al fine di consentire alla Commissione ambiente di concludere l'esame del decreto-legge n. 140 del 2023 in materia di rischio sismico nell'area dei Campi Flegrei.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà. Colleghi, per cortesia, se dovete lasciare l'Aula, fatelo in silenzio, in modo che la collega Pavanelli possa svolgere il suo intervento. Prego, collega, proviamo.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. È notizia di pochi giorni fa che il TAR del Lazio ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sul meccanismo del payback sanitario. Lo avevamo ampiamente anticipato, infatti il MoVimento 5 Stelle ha provato in tutti i modi a farlo capire anche al Governo.

Purtroppo, però i nostri appelli sono caduti nel vuoto, così come i nostri emendamenti, gli ordini del giorno e le varie interpellanze. Avevamo di fatto anticipato quello che adesso anche un tribunale ha messo nero su bianco e cioè l'iniquità di un sistema impositivo che rischia di far chiudere migliaia di imprese. E, allora, per velocizzare, Presidente, vorrei soltanto dire che chiedo, con questo mio intervento, che il Governo blocchi immediatamente i pagamenti dovuti entro il 30 novembre, cioè fra tre giorni, in quanto la sentenza del TAR rimanda alla Corte costituzionale per una valutazione di legittimità della norma del Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Io e i miei colleghi, specialmente quelli piemontesi, siamo molto preoccupati per l'emorragia di posti di lavoro che sta caratterizzando la provincia di Torino. Abbiamo già parlato, in quest'Aula, del problema della fabbrica Lear, con un esubero di 400 dipendenti. Oggi vorrei portare all'attenzione un'altra fabbrica, questa volta a Collegno, la TE Connectivity Srl, che ha previsto 223 licenziamenti nell'arco di quest'anno e del 2025. Il problema a cui la società si riferisce per giustificare i licenziamenti è un calo di fatturato nel settore del bianco e dell'automotive, ma, da quanto sappiamo, da fonti sindacali, l'azienda - dal punto di vista globale, è una multinazionale - non ha problemi di fatturato.

Quindi, chiedo al Governo di aprire un tavolo di lavoro con questa azienda, anche in collaborazione con la regione Piemonte e gli enti locali torinesi, in modo da riuscire a capire se ci sono i margini per riportare questa azienda a produrre in Italia, magari riconvertendo la produzione di questa azienda, come ho detto prima, nel settore del bianco (cioè elettrodomestici) e dell'automotive.

Troviamo che questo preoccupante problema di emorragia dei posti di lavoro sia un sintomo che sta diventando molto preoccupante in Italia, specialmente nella nostra provincia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il 23 novembre, pochi giorni fa, ricorreva un anniversario importante nella sua data: era il novantesimo anniversario dell'Holodomor, il cosiddetto sterminio per fame avvenuto in Ucraina esattamente novant'anni fa, tra il 1932 e il 1933, quando l'Unione Sovietica utilizzò la carestia come arma per riplasmare l'Ucraina sovietica, di fatto soggiogando il popolo ucraino attraverso uno sterminio che utilizzò da un lato, la fame e, dall'altro lato, l'uccisione di intellettuali, di politici e il ricorso contro tutti gli strumenti culturali che testimoniavano l'esistenza di un'identità nazionale ucraina. Fu una tragedia che, per molti anni, venne occultata e solo in epoca recente, in epoca in particolare post-sovietica, venne descritta nella sua dimensione gigantesca. Morirono, in quegli anni, tra i 4 e 5 milioni di persone; un ucraino su otto perì a causa dell'Holodomor. Ricordo qui il lavoro di due importanti storici italiani, Marcello Flores e Andrea Graziosi, che si accostarono al lavoro utilizzando importanti testimonianze d'archivio, tra cui anche le lettere dell'inviato diplomatico dell'Italia in Ucraina di allora, che testimoniò vividamente le condizioni in cui vivevano e morivano i cittadini ucraini allora.

Faccio questo intervento per auspicare che la Camera tutta arrivi al più presto ad approvare una mozione che riconosca quel genocidio come tale. Fu una tragedia che formò la Nazione Ucraina e ne rafforzò l'identità, partendo dalla memoria e dal rispetto dei diritti umani, un percorso comune ad altre Nazioni europee, che anche questo Parlamento deve ratificare, per segnalare, ancora una volta, quanto il percorso dell'Ucraina verso l'Unione europea abbia radici profonde, di convinzione e radici storiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 28 novembre 2023 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno. (C. 1458-A​)

Relatori: MICHELOTTI, per la maggioranza; MAGI, di minoranza.

2. Seguito della discussione delle mozioni Ilaria Fontana ed altri n. 1-00207, Bonelli ed altri n. 1-00216, Braga ed altri n. 1-00217 e Cortelazzo, Mattia, Zinzi, Semenzato ed altri n. 1-00219 in materia di politiche per il clima e impegni per la 28a conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP28) di Dubai .

La seduta termina alle 20,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 5 e 19 la deputata Ambrosi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 8 la deputata Kelany ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 28 i deputati Lancellotta e Pellicini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 29 il deputato Borrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 29 e 30 il deputato Amato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1458-A - ODG N 1 244 243 1 122 98 145 80 Resp.
2 Nominale ODG 9/1458-A/2 240 238 2 120 94 144 80 Resp.
3 Nominale ODG 9/1458-A/4 245 244 1 123 101 143 79 Resp.
4 Nominale ODG 9/1458-A/5 245 245 0 123 101 144 79 Resp.
5 Nominale ODG 9/1458-A/6 240 238 2 120 97 141 79 Resp.
6 Nominale ODG 9/1458-A/7 245 245 0 123 101 144 79 Resp.
7 Nominale ODG 9/1458-A/8 244 244 0 123 102 142 79 Resp.
8 Nominale ODG 9/1458-A/9 248 247 1 124 105 142 78 Resp.
9 Nominale ODG 9/1458-A/10 250 250 0 126 105 145 76 Resp.
10 Nominale ODG 9/1458-A/11 250 249 1 125 104 145 76 Resp.
11 Nominale ODG 9/1458-A/12 252 250 2 126 105 145 75 Resp.
12 Nominale ODG 9/1458-A/13 253 250 3 126 103 147 74 Resp.
13 Nominale ODG 9/1458-A/14 253 252 1 127 104 148 74 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1458-A/15 255 254 1 128 105 149 73 Resp.
15 Nominale ODG 9/1458-A/16 255 254 1 128 106 148 73 Resp.
16 Nominale ODG 9/1458-A/17 255 255 0 128 105 150 73 Resp.
17 Nominale ODG 9/1458-A/18 256 256 0 129 107 149 73 Resp.
18 Nominale ODG 9/1458-A/19 252 250 2 126 104 146 73 Resp.
19 Nominale ODG 9/1458-A/20 249 247 2 124 103 144 73 Resp.
20 Nominale ODG 9/1458-A/21 254 253 1 127 104 149 72 Resp.
21 Nominale ODG 9/1458-A/22 RIF 252 248 4 125 245 3 72 Appr.
22 Nominale ODG 9/1458-A/23 254 254 0 128 106 148 72 Resp.
23 Nominale ODG 9/1458-A/24 249 246 3 124 100 146 72 Resp.
24 Nominale ODG 9/1458-A/25 248 246 2 124 101 145 72 Resp.
25 Nominale ODG 9/1458-A/26 246 244 2 123 100 144 71 Resp.
26 Nominale ODG 9/1458-A/27 245 243 2 122 98 145 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 33)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1458-A/28 245 244 1 123 98 146 71 Resp.
28 Nominale ODG 9/1458-A/29 238 236 2 119 96 140 71 Resp.
29 Nominale ODG 9/1458-A/30 237 235 2 118 93 142 71 Resp.
30 Nominale ODG 9/1458-A/31 236 235 1 118 91 144 71 Resp.
31 Nominale ODG 9/1458-A/32 241 238 3 120 94 144 71 Resp.
32 Nominale ODG 9/1458-A/33 238 235 3 118 93 142 71 Resp.
33 Nominale ODG 9/1458-A/34 236 234 2 118 92 142 71 Resp.