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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 28 novembre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 si terrà a Dubai la 28a conferenza della Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop28);

    giunti alla ventottesima edizione della Conferenza, è purtroppo necessario constatare di avere fallito lo scopo di ridurre le emissioni dei gas climalteranti le quali, al contrario di quando auspicato, continuano ad aumentare; la quantità di emissioni emesse in atmosfera dalla prima Conferenza sul cambiamento climatico ad oggi è pari infatti al totale di tutte quelle emesse nei secoli precedenti dalla rivoluzione industriale in poi;

    il 2022 ha segnato il picco storico nei consumi di carbone (8 miliardi di tonnellate) e di petrolio (più di 100 milioni di barili al giorno) oltre che delle emissioni di gas climalteranti, e i dati del 2023 potrebbero essere addirittura peggiori;

    in tale quadro, è opportuno considerare che i consumi dell'Unione europea rappresentano circa il 10 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica – includendo anche le emissioni dovute alle importazioni – alla luce di un Pil che equivale al 15 per cento di quello mondiale; in tale ambito, le stesse emissioni Ue a differenza di quelle di molte altri Paesi, sono calate in modo netto a partire dagli anni '90;

    la Cina ha quadruplicato negli ultimi venti anni i suoi consumi energetici raggiungendo la cima della classifica dei Paesi per emissioni di gas serra in valori assoluti, mentre a livello pro capite è ancora lontana dagli Stati Uniti;

    solo pochi giorni fa, l'India ha annunciato un Piano per la costruzione entro il 2032 di centrali a carbone per un totale di 80 gigawatt;

    con il progressivo sviluppo dei Paesi più poveri, a partire dall'Africa e dall'India, il trend di emissioni è destinato a crescere;

    nonostante i progressi fatti, le fonti rinnovabili continuano a coprire meno del 5 per cento del totale dell'energia primaria consumata nel mondo;

    lo sforzo finanziario dei Paesi più ricchi deve essere allineato rispetto all'impatto che gli investimenti possono realisticamente produrre in relazione agli obiettivi ambientali globali, che a tale livello vanno perseguiti, per il bene degli ecosistemi e degli esseri umani;

    per raggiungere i dati contenuti negli scenari dell'Agenzia internazionale dell'energia (AIE) sono infatti necessari investimenti di centinaia di miliardi, e affinché tali investimenti producano risultati apprezzabili è necessario che essi si concentrino negli Stati più poveri, a partire dall'adeguamento delle reti elettriche di tali Paesi ai nuovi fabbisogni dettati dalla transizione energetica;

    è inoltre necessario investire nella ricerca tecnologica, a partire dai sistemi di sequestro del carbonio e di stoccaggio, su modelli di produzione alimentare meno impattanti dal punto di vista energetico, sulla riforestazione,

impegna il Governo:

1) a promuovere il dialogo tra le Parti e ad adottare ogni iniziativa volta a incrementare entro il 2025 i finanziamenti per l'adattamento climatico, così come stabilito nella COP26 di Glasgow 2021, e contestualmente a concentrare gli investimenti nei Paesi in via di sviluppo, considerato il maggiore impatto di tali investimenti sugli obiettivi prefissati;

2) ad adottare iniziative di competenza per incrementare le risorse da destinare alla ricerca tecnologica nei settori della cattura, trasporto e stoccaggio di anidride carbonica, nonché in qualsiasi altro settore ad alto impatto di emissioni, a partire da quello della produzione alimentare;

3) a confermare gli impegni assunti con la «Dichiarazione di Glasgow sulle foreste e l'uso dei suoli» al fine di arrestare e invertire la deforestazione e il degrado del suolo;

4) a sostenere il ruolo fondamentale del nucleare nella transizione ecologica verso gli obiettivi di neutralità climatica, come vera alternativa alle fonti fossili.
(1-00220) «Ruffino, Richetti, Bonetti, Benzoni, D'Alessio, Grippo, Sottanelli».


   La Camera,

   premesso che:

    dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 si terrà a Dubai la 28a conferenza della Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop28), durante la quale avrà luogo il primo «Global Stocktake», per valutare l'avanzamento degli impegni derivanti dall'Accordo di Parigi e pianificare le future azioni in materia;

    in tale Accordo gli Stati coinvolti si sono impegnati in un'azione collettiva globale per limitare l'aumento della temperatura globale ai di sotto dei 2 °C, e perseguire ogni sforzo per limitarla a 1,5 °C, rispetto ai livelli preindustriali, entro il 2050 e per agire per adattarsi agli effetti già esistenti del cambiamento climatico, e per rendere i flussi finanziari coerenti con un percorso verso basse emissioni di gas serra e uno sviluppo resiliente al clima;

    i principali temi di negoziato riguarderanno quindi l'accordo sull'obiettivo globale sull'adattamento e l'implementazione del programma di lavoro sul cercare la mitigazione e la definizione nella futura programmazione di una graduale uscita dalle fonti fossili;

    la Cop28 dovrà cercare di adottare le decisioni conseguenti ai contenuti del sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici pubblicato a marzo 2023 dall'Intergovemmental Panel on Climate Change, nel quale si evidenziano i dati sul cambiamento climatico e sulle attività umane che hanno per conseguenza la sua accelerazione, con i conseguenti impatti, consistenti nell'aumento delle temperature globali e nell'intensificazione degli eventi meteorologici estremi, nonché, per l'interconnessione dei sistemi, in danni alla biodiversità, desertificazione, degrado delle acque anche marine e innalzamento degli oceani;

    i risultati dell'ultimo rapporto dell'organizzazione meteorologica mondiale evidenziano uno scenario caratterizzato da livelli record delle temperature globali nei prossimi cinque anni, stimando una probabilità del 66 per cento che la temperatura globale media annuale tra il 2023 e il 2027 sarà superiore di oltre 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali e che tali incrementi stanno mettendo in forte difficoltà l'ecosistema montagna;

    i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, della desertificazione, dell'inquinamento, nonché il lento degrado delle terre, delle acque, degli oceani e delle montagne, sembrano essere connotati tra loro;

    la crisi climatica impatta sulla struttura della società economico, produttiva e antropica, producendo disagi e instabilità geopolitica e insicurezza;

    le misure di contrasto al cambiamento climatico e quelle destinate alla transizione energetica e green, devono essere sviluppate secondo modalità congrue e adatte ai singoli Stati, senza stravolgere il sistema socio economico degli stessi;

    che per il paese Italia tali misure devono tramutarsi in competitività, aumento degli investimenti, innovazione tecnologica e produttiva valorizzando il sistema delle regioni e degli EELL;

    gli impegni assunti dai Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi, devono essere aggiornati ed implementati in termini di raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, nel rispetto delle esigenze di ogni stato ed ella caratterizzazione produttiva e socio-economica;

    in materia di adattamento e contrasto ai cambiamenti climatici dei territori, è necessario aumentare i livelli di investimento coordinando maggiormente la progettualità degli Stati sia a livello europeo che mondiale;

    la transizione verso sistemi economici neutri dal punto di vista climatico, richiede l'eliminazione graduale dell'utilizzo dei combustibili fossili e il graduale raggiungimento dell'autonomia energetica al fine di garantire la salute, la qualità dell'aria e dell'acqua e la sicurezza energetica;

    ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici è strategico per garantire la sicurezza del Paese, diminuendo gli impatti ambientali e antropici con l'obbiettivo dell'azzeramento delle emissioni di gas serra al 2050;

    le tecnologie di abbattimento delle emissioni devono sempre più implementarsi ed evolvere tecnologicamente al fine di ridurre le emissioni, necessario quindi investire nella ricerca scientifica e tecnologica;

    tale evoluzione tecnologica necessità comunque di un continuo aggiornamento e monitoraggio dei crono programmi nazionali per l'abbandono delle fonti fossili, elemento questo necessario per garantire il raggiungimento dell'obiettivo nel 2050;

    a livello nazionale, lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi è il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), la cui versione finale dovrà essere trasmessa alla Commissione europea nel primo semestre del 2024;

    anche in materia di investimenti e progetti di sviluppo ad opera dei privati, è necessario intervenire dal punto di vista del credito e delle garanzie statali sugli investimenti diretti, in un'ottica di crescita della consapevolezza della transizione energetica;

    per gli investimenti pubblici e privati la partecipazione pubblica inclusiva e l'accesso alle informazioni, risulta fondamentale per raggiungere gli obiettivi della transizione verso la neutralità climatica;

    la protezione e il mantenimento degli ecosistemi della montagna e dei territori acclivi, in particolare delle foreste, dei pascoli, dei torrenti, dei fiumi e dei ghiacciai, offrono il più grande potenziale di mitigazione ai cambiamenti climatici in atto, riducendo gli impatti climatici e aumentando la resilienza, anche riducendo i rischi di inondazioni e siccità,

impegna il Governo:

1) a promuovere il dialogo tra le Parti per innalzare l'ambizione globale sui contributi determinati a livello nazionale, al fine di colmare il divario tra gli obiettivi dichiarati e lo stato dei fatti emerso dagli ultimi studi scientifici con particolare riferimento a quello di mantenere l'innalzamento della temperatura media globale entro 1,5 gradi;

2) a sostenere la costruzione di obiettivi e un crono programma globale, rispettoso delle esigenze di ogni singolo Paese, per l'abbandono graduale di tutte le fonti fossili, nel rispetto degli obiettivi temporali di cui alle premesse;

3) a promuovere e sostenere l'avvio del programma di lavoro sulla mitigazione (Mwp) per accelerare con urgenza l'azione globale di riduzione delle emissioni climalteranti;

4) a sostenere l'attivazione del programma di lavoro sulla giusta transizione incentrato sui bisogni delle persone, che non lasci indietro nessuno, e che costituisca uno spazio inclusivo per il dialogo sociale e la partecipazione di tutti gli attori non statali;

5) a farsi promotori di iniziative per contribuire a raggiungere l'obiettivo di impegnare in maniera collettiva i Paesi sviluppati a indirizzare una somma almeno di 100 miliardi per le problematiche legate al clima fino al 2025, e impegnando per gli anni successivi al 2025 di definire nuovi obbiettivi finanziari;

6) ad avviare un rapido percorso nazionale di riduzione ed eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e promuovere tale percorso anche a livello internazionale, sia in riferimento all'agenda della Presidenza italiana del G7 nel 2024, sia attraverso l'implementazione degli obbiettivi nazionali e internazionali;

7) ad allineare il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) agli esiti del processo del Global Stocktake (bilancio globale);

8) a valutare la possibilità che le garanzie pubbliche agli investimenti privati all'estero siano coerenti con l'impegno della Cop26 e che contengano clausole climatiche;

9) a agevolare il passaggio ad un economia climaticamente neutra in linea con l'obbiettivo del raggiungimento del limite di 1,5 °C, attraverso un percorso e misure graduali di eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo già in questo decennio per conseguire la necessaria mitigazione, come indicato dall'IPCC;

10) a promuovere iniziative volte a sostenere la prosecuzione del programma di lavoro sulla mitigazione per accelerare con urgenza l'azione globale della riduzione delle emissioni climalteranti;

11) ad agevolare la creazione di standard comuni e ambiziosi per i piani di transizione del settore privato, finanziario e non finanziario;

12) ad individuare azioni, strategie e politiche virtuose di mitigazione e adattamento del territorio con specifico riferimento a quelle aree del Paese sottoposte ad alti livelli di rischio idrogeologico, con particolare riferimento ai territori acclivi e ai territori di montagna;

13) a incentivare iniziative volte a sensibilizzare l'attenzione e la conoscenza dei cittadini alle tematiche riguardanti i cambiamenti climatici attraverso la partecipazione ai processi decisionali in ambito climatico, soprattutto coinvolgendo i giovani e attraverso incisive azioni nel mondo della scuola;

14) a continuare a monitorare il buon esito degli interventi in materia di transizione energetica e ambientale in corso di esecuzione nell'ambito del raggiungimento dei target qualitativi previsti nel PNRR;

15) a coinvolgere in futuro, a seguito di quanto emergerà dallo svolgimento della Cop28, il Parlamento, i cittadini, le parti sociali nel processo di valutazione e di decisione degli impegni assunti.
(1-00221) «Manes, Steger, Gebhard, Schullian».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DE LUCA, BRAGA, GNASSI, AMENDOLA, CIANI, DE MARIA, FORNARO, FURFARO, GHIO, GIANASSI, GRAZIANO, MANZI, MEROLA, MORASSUT, PELUFFO, TONI RICCIARDI, ROGGIANI, SCOTTO, SIMIANI e VACCARI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la Commissione europea ha inviato un parere motivato in merito alla procedura d'infrazione aperta nei confronti dell'Italia (n. 2020/4118) per la non corretta applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein in materia di concessioni balneari;

   oggetto della contestazione sarebbe l'idoneità dei dati e dei criteri tecnici elaborati dal tavolo tecnico consultivo istituito dal decreto-legge n. 198 del 2022 («Milleproroghe») che, per il Governo, determinano l'insussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, e di conseguenza l'assenza dell'obbligo di procedure selettive per l'affidamento delle concessioni in atto, aggirando così il divieto di rinnovo automatico delle uscenti;

   secondo i dati, la quota di aree occupate dalle concessioni demaniali corrisponderebbe attualmente al 33 per cento delle aree disponibili, mentre il 67 per cento risulterebbe concedibile;

   dalle informazioni che emergono, il Governo intenderebbe dunque avviare procedure di evidenza pubblica relativamente alle aree delle attuali spiagge libere;

   la Corte di giustizia dell'Unione europea, il 20 aprile 2023, oltre a ribadire l'obbligo di procedure selettive con garanzia di trasparenza e imparzialità tra i candidati potenziali, ha chiarito che il diritto UE non osta a che la scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili sia valutata combinando un approccio generale e astratto, a livello nazionale, e un approccio caso per caso, basato su un'analisi del territorio costiero del comune in questiona purché tali criteri si basino su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati;

   anche la giurisprudenza italiana ha censurato i rinnovi automatici delle concessioni demaniali marittime: in particolare, il Consiglio di Stato nel 2021 ha ribadito l'inapplicabilità delle disposizioni nazionali recanti la proroga ex lege per incompatibilità con il diritto UE, consentendo l'efficacia delle concessioni in essere fino al 31 dicembre 2023, termine poi recepito dalla legge per la concorrenza 2021;

   ciononostante il decreto-legge n. 198 del 2022 ha prorogato: a) al 31 dicembre 2024, l'efficacia delle concessioni demaniali e dei rapporti in essere; b) al 31 dicembre 2025 il termine per la conclusione delle procedure di affidamento non ultimabili in presenza di ragioni oggettive e, conseguentemente, l'efficacia delle concessioni in essere fino al rilascio dei nuovi provvedimenti concessori; c) da 6 a 11 mesi (ossia fino al 27 luglio 2023), il termine per l'esercizio della delega legislativa per la mappatura delle concessioni di beni demaniali disposta dalla legge per la concorrenza 2021, stabilendo il divieto per gli enti concedenti di emanare i bandi di assegnazione delle concessioni balneari prima dell'adozione dei decreti legislativi;

   tali proroghe, in contrasto con la giurisprudenza amministrativa e il diritto UE, comportano il rischio che, alla scadenza del 31 dicembre 2023, la permanenza degli attuali concessionari – che dovrebbero rimuovere i manufatti amovibili – si configuri come abusiva e quindi come illecito penale (ex articolo 1161 del codice della navigazione), passibile di sequestro; nonché, per i funzionari comunali, il rischio di dover rispondere di omissione di atti d'ufficio per aver consentito il protrarsi dell'occupazione abusiva o per non aver avviato le gare finalizzate alla valorizzazione del demanio marittimo –:

   in che modo intenda il Governo scongiurare la prosecuzione della procedura d'infrazione in atto nei confronti dell'Italia;

   come siano stati elaborati i dati sulle aree demaniali già in concessione ovvero concedibili, e se i criteri tecnici per determinare la sussistenza della scarsità della risorsa naturale individuati dal Tavolo tecnico rispettino la normativa nazionale ed europea in materia;

   alla luce della scadenza della delega legislativa, quali iniziative normative il Governo intenda adottare al fine di individuare criteri ragionevoli, seri ed equilibrati per la definizione delle procedure di evidenza pubblica, consentendo l'emanazione dei bandi di assegnazione e rimuovendo l'incertezza giuridica che grava sulle amministrazioni concedenti, genera contenziosi e penalizza fortemente gli stessi operatori del settore.
(5-01675)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZINZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la denominazione Jrc Ispra si riferisce al Centro comune di ricerca (Jrc) dell'Unione europea situato nel comune di Ispra, sul Lago Maggiore, che ospita installazioni di ricerca nucleare;

   il Jrc ha recentemente indetto un cruciale bando di gara per l'assegnazione di un contratto quadro denominato Rama – Servizi di funzionamento e manutenzione degli impianti di gestione dei rifiuti radioattivi (Rama) proprio all'interno del sito Jrc di Ispra;

   uno degli offerenti qualificatisi, dopo una prima fase di pre-qualificazione, è il team composto dalla società italiana PentaSystem e dalla società statale slovacca Javys;

   Javys è un operatore nucleare europeo con specifica licenza per gestire impianti nucleari anche di trattamento rifiuti nucleari;

   nella fase di offerta, uno dei criteri principali è il prezzo;

   tuttavia, a causa del formato della gara stessa, i nuovi candidati sono estremamente svantaggiati nel formulare la loro offerta per mancanza di informazioni fornite dal Jrc;

   il team PentaSystem-Javys, ha chiesto più volte l'accesso alle necessarie informazioni anche alla Commissione europea, ma la risposta è stata più volte rinviata e ad oggi inspiegabilmente non è stata ancora fornita;

   altro aspetto è poi la valutazione delle specifiche capacità nucleari dei singoli offerenti all'interno delle loro offerte tecniche: Javys è un operatore nucleare che gestisce in proprio diversi impianti di trattamento dei rifiuti nucleari in Europa;

   al contrario va ricordato che il consorzio Ispra Waste Management Support, il soggetto privato che attualmente fornisce i servizi inerenti Rama al Jrc in Ispra, non ha una licenza per gestire impianti nucleari in proprio (a differenza di Javys e di Jrc che sono esercenti nucleari con specifica licenza) e quindi sarebbe anomalo che la valutazione tecnica del team PentaSystem-Javys non possa essere adeguata al proprio status di operatore nucleare, e questo perché il Jrc sembra non abbia condotto un'analisi delle significative capacità tecnico-operative di Javys;

   resta evidente che, anche nella valutazione tecnica di gara, gli aspetti nucleari non possono essere ridimensionati o peggio sostituiti da mere richieste di capacità industriali;

   pertanto, è fondamentale che il Jrc rispetti tutti i principi fondamentali degli appalti pubblici europei quali la trasparenza, il rispetto delle normative, la parità di trattamento, la non discriminazione, e il miglior rapporto qualità-prezzo, al fine di promuovere la concorrenza –:

   alla luce di quanto sopra, se e quali iniziative, il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, affinché le attività sugli impianti nucleari di trattamento di rifiuti nucleari situati nel sito del Jrc nel comune di Ispra sul Lago Maggiore siano eseguite da fornitori/operatori nucleari altamente qualificati e con specifiche conclamate capacità nucleari, garantendo sempre la massima sicurezza al fine di perseguire la tutela e l'incolumità dei cittadini italiani e dell'ambiente circostante.
(4-01957)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   ASCARI e CHERCHI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   le adozioni internazionali hanno subito una drastica riduzione nel corso dell'ultimo decennio, come evidenziato dal report statistico 2023 della Commissione per le adozioni internazionali (Cai), che attesta l'ingresso in Italia di solo 698 minorenni nel 2022, contrassegnando una riduzione del 77,5 per cento rispetto al 2012;

   è emersa l'esigenza di rilanciare l'accoglienza nel settore delle adozioni internazionali, come parte dello spirito di cooperazione, confermato dall'accordo di collaborazione tra la Cai e l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), firmato il 7 ottobre 2021;

   Il gruppo CRC, un coordinamento di oltre 100 enti per la difesa dei diritti dell'infanzia, sottolinea da anni la necessità di stipulare accordi bilaterali con i Paesi di origine dei minori adottati, specialmente quelli non aderenti alla Convenzione dell'Aja del 1993;

   la Repubblica Democratica del Congo (RDC), importante Paese di provenienza per le adozioni verso l'Italia, richiede ora specifici accordi o convenzioni internazionali per consentire adozioni internazionali, in seguito alla riforma del Codice della famiglia nel 2016;

   la Commissione per le adozioni internazionali ha avviato il processo per un accordo bilaterale con la RDC, del quale esiste un testo in esame e attesa di approvazione;

   la situazione dei bambini orfani, in particolare in Africa, è critica, con milioni di bambini orfani a causa del virus dell'HIV, come riportato nel «2021 HIV and AIDS Global Snapshot» dell'UNICEF;

   la riduzione delle adozioni dall'Africa, con solo 46 bambini adottati nel 2022, rispetto ai 54 del 2021, sottolinea la necessità di intervenire in questo ambito –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della fase del procedimento in cui si trova attualmente l'accordo bilaterale con la Repubblica Democratica del Congo in materia di adozione internazionale e da cosa dipenda la sua mancata conclusione;

   quali iniziative il Governo intenda adottare per giungere alla celere conclusione dell'accordo anzidetto, al fine di consentire che un Paese così importante e toccato dall'abbandono minorile rientri a pieno titolo tra i percorsi di adozione internazionale aperti alle coppie italiane o residenti in Italia.
(4-01952)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, per sapere – premesso che:

   la proposta di revisione del PNRR avanzata dal Governo nel luglio 2023 contiene un taglio di oltre 100 mila posti per gli asili nido, modificando il target finale che passerà da 264.480 a poco più di 150.000 nuovi posti;

   il PNRR aveva originariamente stanziato per asili nido e scuole dell'infanzia risorse pari a circa 4 miliardi di euro per interventi infrastrutturali e circa un miliardo per il potenziamento dei servizi nella fascia di età 0-6 anni, al fine di garantire alle famiglie la creazione di quasi 265 mila nuovi posti negli asili entro il 2026, obiettivo poi rivisto a 250 mila e, infine, quasi dimezzato a quota 150 mila;

   secondo i recenti dati diffusi dall'Istat, a livello nazionale la media della copertura dei posti negli asili è del 30 per cento e un asilo nido su due non riesce a soddisfare la domanda potenziale di nuovi posti, con fortissimi divari a livello regionale;

   questo divario è particolarmente forte nel Mezzogiorno, dove la media di copertura dei posti scende drammaticamente al 16 per cento e dove le barriere all'accesso hanno lasciato bambini in lista d'attesa in oltre due terzi delle unità di offerta pubbliche e in quasi la metà di quelle private;

   nel novembre 2022, il Consiglio dell'Unione europea ha innalzato al 45 per cento l'obiettivo di copertura dei posti negli asili nido per gli Stati membri dell'Ue entro il 2030, mentre l'Italia è ancora molto lontana dal traguardo europeo, non avendo ancora raggiunto neanche l'obiettivo originario di Barcellona del 33 per cento richiesto dall'Unione europea entro il 2010;

   l'accesso ai servizi educativi per l'infanzia rimane un elemento essenziale nell'ambito delle politiche tese a migliorare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per tutti i lavoratori e le lavoratrici e a favorire l'effettiva parità di genere, sia in ambito sia lavorativo sia familiare –:

   alla luce del taglio di 100.000 posti negli asili nido e della relativa decurtazione di risorse in conseguenza della riprogrammazione dei fondi del PNRR, a quali nuove fonti di finanziamento – e nel rispetto di quali tempistiche – il Governo intenda attingere per scongiurare il definanziamento di opere che in molti casi sono già state realizzate e garantire allo stesso tempo il rispetto dei targets europei in termini di copertura negli asili nido e scuole dell'infanzia.
(2-00283) «Donno, Torto, Dell'Olio, Carmina, Caso, Orrico, Amato, Scutellà, Bruno, Scerra, Cappelletti».

Interrogazioni a risposta immediata:


   DELLA VEDOVA. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   in data 24 novembre 2023 la Commissione europea ha presentato una proposta di decisione di esecuzione del Consiglio relativa alla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza presentata dall'Italia;

   il Governo, di fronte ai gravi ritardi accumulati nell'implementazione della tabella di marcia dei progetti presentati sin qui nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, oltre che alla luce delle mutate condizioni rispetto alla loro presentazione, ha chiesto di cancellare o di modificarne un grande numero, determinando tagli di bilancio in alcuni settori che difficilmente potranno essere compensati dall'introduzione di altri;

   la Commissione europea, dopo un lungo e attento esame, ha dato il via libera a tali modifiche, insistendo però sulla necessità di procedere di pari passo con la definizione di importanti riforme strutturali, sempre nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con la richiesta di fissare scadenze precise per la loro realizzazione –:

   quali impegni concreti e cogenti il Governo intenda assumere per la calendarizzazione e l'adozione delle sopra citate riforme, a cominciare da quelle della pubblica amministrazione e della giustizia penale e civile, nonché di una normativa sulla concorrenza in linea con le raccomandazioni dell'Unione europea al fine di adempiere agli obbiettivi vincolanti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(3-00830)


   SALA, BARELLI, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BENIGNI, DEBORAH BERGAMINI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CATTANEO, CORTELAZZO, DALLA CHIESA, D'ATTIS, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MARROCCO, MAZZETTI, MULÈ, NEVI, ORSINI, NAZARIO PAGANO, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, PAOLO EMILIO RUSSO, SACCANI JOTTI, SORTE, SQUERI, TASSINARI, TENERINI e TOSI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   la missione 4 – istruzione e ricerca – componente 1 – Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università – investimento 1.1 «Piano per asili nido e scuole dell'infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia» del Piano nazionale di ripresa e resilienza mira ad aumentare l'offerta di strutture per l'infanzia mediante la costruzione, la riqualificazione e la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell'infanzia, al fine di garantire un incremento dell'offerta educativa e delle fasce orarie disponibili per la fascia di età 0-6 anni, migliorando in tal modo la qualità dell'insegnamento;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede l'aggiudicazione, entro il 30 giugno 2023, dei contratti per la costruzione, la riqualificazione e la messa in sicurezza di asili nido, scuole dell'infanzia e servizi di educazione e cura della prima infanzia, nonché la creazione, entro il 31 dicembre 2025, di almeno 264.480 nuovi posti per servizi di educazione e cura per la prima infanzia (fascia 0-6 anni);

   in data 7 agosto 2023, il Governo ha inviato alla Commissione europea la proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, comprensiva del capitolo RePowerEU, nella quale è contenuta anche la proposta di aumento della dotazione finanziaria della misura di 900 milioni di euro e una rimodulazione del target finale per tener contro dell'incremento dei costi delle materie prime;

   il Governo ha recentemente annunciato il giudizio favorevole della Commissione europea sia in relazione alla proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza formulata dall'Italia, sia in ordine al raggiungimento degli obiettivi previsti ai fini del pagamento della quarta rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   il nuovo Piano, superando le numerose criticità attuative del piano precedente, consentirà di sostenere la crescita economica attraverso un più incisivo precorso di riforme, che passano da 59 a 66, e di investimenti in vari settori –:

   quali siano le iniziative assunte, a livello nazionale ed europeo, dal Governo per incrementare l'offerta di strutture per l'infanzia.
(3-00831)


   BRAGA, DE LUCA, UBALDO PAGANO, IACONO, MADIA, GUERRA, LAI, MANCINI, ROGGIANI, BONAFÈ, CIANI, GHIO, TONI RICCIARDI, FERRARI, MORASSUT, CASU, FORNARO e DE MARIA. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   in attesa della pronuncia definitiva del Consiglio dell'Unione europea, la Commissione europea, il 24 novembre 2023, ha approvato la proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, incluso il nuovo capitolo sul «RePowerEU», presentata dal Governo nell'estate 2023 dopo mesi di incertezze e ritardi;

   la proposta, che modifica più della metà tra riforme e investimenti e circa un terzo degli obiettivi totali del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è stata trasmessa al Parlamento soltanto pochi giorni prima della presentazione ufficiale alla Commissione europea – senza fornire una puntuale documentazione dei progetti modificati –, non consentendo di fatto l'esame parlamentare espressamente previsto dall'articolo 9-bis, comma 2, del decreto-legge n. 152 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 233 del 2021, e disattendendo la richiesta, reiterata in sede parlamentare dal Partito democratico, di un pieno coinvolgimento del Parlamento;

   il nuovo Piano, all'esito dei negoziati, comporta un aumento delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza da 191,6 a 194,4 miliardi di euro e non già di 21 miliardi di euro come dichiarato dal Governo, peraltro da ricondurre esclusivamente ai 2,8 miliardi di euro per il finanziamento del capitolo RePowerEU;

   ingenti risultano invece i tagli apportati, pari a circa 16 miliardi di euro e in prevalenza a danno dei progetti degli enti locali (circa 10), investendo fondamentali misure per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei comuni (6 miliardi di euro), la gestione e riduzione del rischio alluvionale e idrogeologico (1,287 miliardi di euro), la rigenerazione urbana (2 miliardi di euro), i piani urbani integrati (circa 1 miliardo di euro), la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni di euro), cui si aggiungono le rimodulazioni che compromettono l'incremento dell'offerta di asili nido e di scuole dell'infanzia originariamente previsto, con oltre 100.000 posti e 900 milioni in meno, e il rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia, tagliando circa 500 tra case e ospedali di comunità –:

   quale sia la reale portata del nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare chiarendo – anche attraverso la trasmissione di documentazione dettagliata al Parlamento in un'ottica di trasparenza e condivisione – con quali criteri e modalità di monitoraggio siano stati selezionati i progetti da mantenere e quelli da definanziare e, conseguentemente, con quali eventuali fonti alternative e disponibili di copertura il Governo intenda portare avanti i progetti cancellati, come ha più volte dichiarato, soprattutto quelli relativi agli asili nido, ai comuni, al contrasto del dissesto idrogeologico e alla sanità territoriale.
(3-00832)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta immediata:


   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CERRETO, ALMICI, CARETTA, CIABURRO, LA PORTA, LA SALANDRA, MALAGUTI e MARCHETTO ALIPRANDI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   in data 24 novembre 2023 la Commissione europea ha dato notizia dell'approvazione formale della revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza presentata dall'Italia;

   tale procedura di revisione ha dato luogo a un piano rafforzato, con un incremento generico delle risorse destinate agli investimenti da 191,5 miliardi di euro a 194,3 miliardi di euro;

   nel complesso, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è titolare delle seguenti misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza: sviluppo della logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, con una dotazione di 800 milioni di euro; «Parco Agrisolare», con una dotazione di 1,5 miliardi di euro; innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare, con una dotazione di 500 milioni di euro; investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, con una dotazione di 880 milioni di euro, per un totale di 3,68 miliardi di euro;

   tra le diverse misure intestate al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, la misura «Parco Agrisolare» ha registrato un'ampia partecipazione e apprezzamento da parte del mondo delle imprese;

   la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza valutata favorevolmente dalla Commissione europea presenta notevoli novità in riferimento alle misure di competenza del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e agli stanziamenti a queste destinati –:

   se intenda illustrare l'esito e i risultati della procedura di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con riferimento alle misure di competenza del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
(3-00826)


   FRANCESCO SILVESTRI, CARAMIELLO, SANTILLO, BALDINO, AURIEMMA, CAPPELLETTI e FENU. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 54, secondo comma, della Costituzione recita solennemente che: «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge». Tale disposizione individua una sorta di «dovere di fedeltà qualificata» gravante sui pubblici ufficiali, rispetto a quella generalmente prevista al primo comma per la generalità dei cittadini. Una fedeltà rafforzata dall'obbligo di prestare giuramento, che non è però esteso a tutti coloro cui sono affidate funzioni pubbliche, ma sussiste solo nei casi espressamente previsti dalla legge. Il giuramento, soprattutto in relazione ai titolari di organi politici e costituzionali, introdurrebbe un vincolo ulteriore e diverso dall'obbligo di osservanza della Costituzione e delle leggi e comunque dai doveri di disciplina e onore sopra richiamati; tale vincolo concernerebbe nel rispetto di quelle regole di correttezza costituzionale che non sono facilmente riproducibili in specifiche definizioni legislative ed opererebbe proprio nella sfera morale, quella cioè di fronte alla quale l'operatività dei precetti giuridici normalmente si arresta;

   a giudizio degli interroganti la notizia secondo la quale il Ministro interrogato avrebbe obbligato il personale di un treno a farlo scendere in una fermata, senza chiarirne i contorni, appare un segnale devastante della politica nei confronti dei cittadini;

   difatti, come denunciato dalla stampa nazionale, a causa di un guasto sulla tratta tra Roma e Napoli, il Frecciarossa 9519, partito da Torino e diretto a Salerno, ha accumulato un ritardo di 111 minuti. Proprio su quel convoglio, a Roma Termini, intorno alle 12, è salito il Ministro interrogato;

   visto il ritardo accumulato, la decisione del Ministro interrogato e dello staff sarebbe stata quella di richiedere una fermata ad personam, al fine di scendere nella stazione di Ciampino e proseguire con l'auto blu, provocando un ulteriore ritardo al convoglio e a tutti coloro che vi viaggiavano;

   anche il solo sospetto che, attraverso il suo ruolo di Governo, il Ministro interrogato abbia a giudizio degli interroganti abusato del proprio status al fine di turbare un servizio pubblico, ovvero un servizio di pubblica necessità, ha irrimediabilmente compromesso la sua onorabilità;

   la condotta sopra menzionata, dunque, a parere degli interroganti svelerebbe uno sfacciato abuso del potere, non compatibile con il decoro e la decenza delle istituzioni repubblicane –:

   se non ritenga, anche alla luce dell'attenzione data dall'opinione pubblica sulla vicenda, di chiarire se questa condotta sia ascrivibile alla normale attività del dicastero di cui è responsabile.
(3-00827)


   EVI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   nella puntata del 5 novembre 2023 di Report – Rai3 dal titolo «I Monatti», sono state trasmesse immagini realizzate dall'organizzazione non governativa Last chance for animals che mostrano abusi e irregolarità durante gli abbattimenti negli allevamenti di maiali colpiti dalla peste suina africana in provincia di Pavia e Mantova, in particolare relativamente a misure di biosicurezza e maltrattamenti nei confronti degli animali;

   le immagini andate in onda fanno emergere gravi interrogativi sulla gestione degli animali nelle fasi dello stamping-out, con animali presi a calci e a bastonate. Nel caso di abbattimento per elettrocuzione, il posizionamento degli elettrodi è spesso errato e la procedura può diventare molto dolorosa per l'animale;

   nel caso del sito di Pieve del Cairo, quella che sembra essere una dei veterinari incaricati di supervisionare le operazioni e il responsabile dell'allevamento risultano presenti costantemente nelle aree dove avvengono i maltrattamenti;

   relativamente alle misure di biosicurezza, dalle immagini emerge che gli addetti ai lavori entrano ed escono dai recinti dove viene effettuata l'elettrocuzione e in quelli dove gli animali sono stabulati in attesa, senza guanti e presidi sanitari;

   è stato filmato un cassone aperto con le carcasse dei maiali abbattuti, talmente pieno da rimanere aperto e accessibile ad altri animali;

   secondo quanto consta agli interroganti un'altra organizzazione non governativa, Essere animali, ha riscontrato, oltre alle violazioni delle norme di benessere animale, anche un'ulteriore grave criticità relativa allo spandimento di liquami nelle zone infette. Su questo Essere animali ha presentato un esposto in procura con cui si denuncia che nel mese di settembre 2023 sono avvenuti episodi di spandimento di liquami zootecnici nella zona di Sairano (Pavia) colpita da peste suina africana. Liquami che dopo diversi giorni non erano ancora stati sepolti nel sottosuolo;

   la capacità di propagazione del virus e, probabilmente, il ritardo con cui le misure di biosicurezza imposte a tutti gli allevamenti di suini già da giugno 2022 sono state messe in atto hanno portato alla tragica situazione del pavese dove sono stati soppressi oltre 40.000 maiali. Tra questi, anche quelli del rifugio «Cuori liberi», colpito dal provvedimento di abbattimento, nonostante gli animali non fossero destinati al circuito della produzione di alimenti –:

   se intenda adottare le iniziative di competenza volte a una verifica sulla concessione di eventuali ristori agli allevamenti oggetto dell'inchiesta e se non ritenga necessario destinare tali ristori solamente a coloro che operano nella legalità, per garantire non solo la messa in biosicurezza degli allevamenti ma anche standard più elevati di benessere animale.
(3-00828)


   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il servizio civile universale, noto anche come servizio civile nazionale, è la scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, del Paese, all'educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio, normate e disciplinate in origine con la legge 15 dicembre 1972, n. 772;

   esso si svolge presso una serie di enti convenzionati con il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, una struttura facente capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento oggetto di delega verso il Ministro per lo sport e i giovani;

   l'economia agricola rappresenta uno dei pilastri della capacità produttiva e della cultura imprenditoriale italiana, ma attraversa da tempo una fase di difficoltà che richiede risposte innovative anche da parte delle istituzioni: nel 2022, infatti, il valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca è calato, in termini reali, dell'1,8 per cento, mentre il volume della produzione è diminuito dell'1,5 per cento e l'occupazione del 2,1 per cento;

   il 22 novembre 2023 il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e il Dipartimento per lo sport e i giovani hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per il rilancio del servizio civile agricolo, di durata triennale e avente ad oggetto la formazione di mille giovani nel contesto del settore primario del nostro Paese;

   l'istituzione del citato protocollo d'intesa individua la possibilità di svolgere attività di servizio civile in riferimento all'attività agricola in zone di montagna, agricoltura sociale e salvaguardia della biodiversità, con riferimento al decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;

   i giovani operatori volontari partecipanti al programma avranno modo di acquisire competenze trasversali che aumentino le prospettive di occupabilità in ambito agricolo e agroalimentare, promuovendo e potenziando la conoscenza delle pratiche e della cultura contadina, in particolare nelle aree interne del Paese –:

   se il Ministro interrogato intenda illustrare il contenuto del protocollo d'intesa del servizio civile agricolo, con riferimento alle opportunità per i giovani che intendono aderire e per il mondo dell'agricoltura.
(3-00829)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ANDREA ROSSI, VACCARI, FORATTINI e MARINO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   per la gestione del rischio in agricoltura esistono misure di sostegno pubblico per il costo delle polizze assicurative degli agricoltori, a tutela dei danni causati da avversità atmosferiche ed eventi eccezionali che, tramite la stipula di contratti assicurativi, garantiscono le produzioni agricole e zootecniche, le strutture aziendali e le infrastrutture;

   l'assicurazione per la copertura dei rischi è disciplinata dal decreto legislativo n. 102 del 2004, modificato dal decreto legislativo n. 82 del 2008, Regolamento UE 2021/2115, Piano strategico nazionale per la Pac 2023-2027, intervento SRF.01.;

   gli agricoltori ricevono un contributo parametrato in base alla copertura assicurativa scelta sul premio pagato alle assicurazioni contro i rischi derivanti da avversità naturali;

   i contributi sui premi vengono versati da Agea direttamente agli agricoltori assicurati, che debbono restituirli, unitamente alla quota di premio a loro carico, alle proprie associazioni denominate consorzi di difesa che, nel frattempo, alla fine di ogni annualità anticipano la totalità dei premi alle compagnie assicurative le quali, dopo l'incasso, procedono al pagamento dei corrispondenti risarcimenti ai produttori;

   negli ultimi anni la contribuzione agli agricoltori per la «gestione del rischio» è sempre stata corrispondente al 70 per cento della parte agevolata della polizza;

   per l'anno 2022, alla data odierna, è stato erogato solamente il 40 per cento della spesa ammessa anziché il 70 per cento – previsto dal Pgra – per circa il 90 per cento di tutte le posizioni ammesse al sostegno. Risulta pertanto fondamentale erogare il 30 per cento rimanente per far rientrare i consorzi esposti con le banche;

   è necessario recuperare uno stanziamento complessivo di circa euro 240 milioni; stanziamento che deve essere reperito a livello nazionale in quanto le risorse comunitarie destinate alla misura si sono esaurite e non è possibile andare ad utilizzare quelle della Pac 2023/2027;

   per il 2023 il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha decretato con prot. N.0643065 del 21 novembre 2023 la distribuzione di una dotazione complessiva di euro 295.278.000,00. La misura del contributo pubblico indicata è pari al 40 per cento della spesa ammessa. A fronte di eventuali riassegnazioni, la percentuale di contribuzione pubblica potrà essere integrata sino alla concorrenza del massimale previsto dal Pgra 2023 (70 per cento). Il rimanente 30 per cento di contribuzione per poter distribuire a tutte le aziende il 70 per cento corrisponde ad una ulteriore dotazione di circa 120 milioni;

   i consorzi di difesa hanno anticipato a novembre 2023, in nome e per conto degli agricoltori, il totale dei premi assicurativi 2023, sottoscrivendo affidamenti bancari;

   la riduzione significativa del contributo pubblico per le polizze assicurative sottoscritte dagli agricoltori rappresenta un duro colpo al sistema della gestione del rischio in Italia, soprattutto in considerazione del moltiplicarsi degli eventi meteorologici avversi;

   il decreto del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è una scelta, ad avviso degli interroganti, in totale controtendenza a fronte dei continui cambiamenti climatici e rischia di portare le aziende agricole a non assicurarsi perché non potranno permettersi di sostenere i costi –:

   quali iniziative intenda adottare per reperire le risorse necessarie ad erogare il contributo pubblico per le polizze assicurative sottoscritte dagli agricoltori nel 2023 nella sua totalità e in quali tempi potranno essere corrisposti alle aziende le ulteriori dotazioni, tenuto conto che il mancato reperimento di tali risorse metterà in situazione di grandissima difficoltà sia i consorzi di difesa che le stesse aziende agricole le quali, all'epoca in cui effettuarono la copertura assicurativa, erano convinte di poter contare su un contributo agevolato pari al 70 per cento, e che a posteriori si vedrebbero quasi dimezzare tale aiuto.
(5-01674)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con delibera n. 10 del 29 aprile 2016, il comitato portuale dell'Autorità portuale di Ancona ha avviato le procedure progettuali e amministrative per la realizzazione del banchinamento del fronte esterno del molo Clementino atto a consentire l'accosto di unità navali da crociera di moderna generazione, lunghe fino a 350 metri;

   l'area di intervento è situata nella zona nordorientale del porto di Ancona, a ridosso del nucleo storico e ricade nella darsena Fincantieri. Essa investe il fronte esterno del molo Clementino, che si estende oltre l'arco di Traiano, l'edificio dell'ex Sanità Marittima, eretta sul basamento della Lanterna e le mura storiche;

   con delibera del comitato di gestione n. 19 del 23 luglio 2019, l'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale (AdSP) ha adottato la variante al piano regolatore portuale (PRP) di Ancona (decreto ministeriale lavori pubblici n. 1604 del 14 luglio 1988) relativa al banchinamento del fronte esterno del molo Clementino, corredata da Rapporto preliminare ambientale;

   l'AdSP con nota prot. n. MiTE. 158545 del 16 dicembre 2022, ha presentato alla divisione V – procedure di valutazione Via e Vas della Direzione generale valutazioni ambientali del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, ai sensi dell'articolo 6 comma 3-ter del decreto legislativo n. 152 del 2006, la documentazione necessaria per l'avvio della fase di scoping della procedura di valutazione di impatto ambientale integrata dalla valutazione ambientale strategica relativa al progetto;

   in data 26 luglio 2023 sul sito del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è stato pubblicato il parere di scoping della commissione tecnica di verifica d'impatto ambientale Via-Vas (Ctvia), al cui punto 5 – Salute umana, si richiama la necessità di «Approfondire la caratterizzazione dello stato attuale di salute della popolazione facendo riferimento ai dati aggiornati agli ultimi anni disponibili su mortalità e morbilità, ad un livello di definizione per lo meno comunale»;

   da un'analisi della documentazione trasmessa dal proponente e dall'esame dell'articolato parere della Ctvia non risulta sia stata allegato lo studio progetto inquinamento atmosferico (Pia) di Ancona, commissionato dal comune di Ancona, dalla regione Marche e dalla stessa Autorità portuale e consegnato agli enti committenti nei novembre 2021, da cui si evidenziano livelli eccessivi di inquinamento della città ben oltre i limiti fissati dall'Oms nel 2021, dovuti sia al traffico che alle attività portuali, e la loro correlazione con la mortalità e la morbilità della popolazione, quantificata in 110 morti prematuri l'anno, con un considerevole aumento percentuale nell'area entro gli 800 metri dal porto, rispetto al resto del territorio comunale;

   nella sezione inquinamento atmosferico del medesimo rapporto Pia, è stata eseguita anche una simulazione della sosta della nave da crociera Fantasia di MSC al molo Clementino, con un evidenza di valori emissivi di No2 (biossidi di azoto) ben 200 volte superiori dei valori stabiliti dall'OMS;

   benché sia previsto il rispetto del principio «do not significant harm» (Dnsh), appare evidente che l'ampliamento dell'estensione del molo, per quanto questo possa essere ridotto con un approfondimento delle alternative progettuali raccomandate, determinerà una sottrazione di spazio marino e un ulteriore ampliamento delle aree cementificate;

   il progetto risulta interferente con gli habitat naturali delle rete europea Natura 2000 e nello specifico l'habitat 1170 – scogliere, il quale si trova nelle immediate vicinanze dell'area Fincantieri e si estende fino al Passetto ed oltre –:

   se il Ministro interrogato risulti a conoscenza dei fatti richiamati in premessa, se la realizzazione dell'intervento sia stato sottoposto alla procedura di screening ambientale ai fini della valutazione di incidenza e se, alla luce delle evidenti criticità del progetto in questione, non reputi di assumere ogni iniziativa di competenza perché sia valutata la non compatibilità ambientale del progetto per la realizzazione del banchinamento del fronte esterno del molo Clementino del porto di Ancona.
(5-01673)

DIFESA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:

   il Corriere della Sera di domenica 26 novembre 2023 ha pubblicato un'intervista al Ministro Crosetto dal titolo «È l'opposizione giudiziaria l'unico pericolo per il Governo», in cui il Ministro dichiara: «l'unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i Governi di centrodestra: l'opposizione giudiziaria», e: «a me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee...»;

   il contenuto e la gravità istituzionale di tali affermazioni sono tali da richiedere informazioni circostanziate relativamente ai fatti evocati e alle persone coinvolte –:

   se intenda fornire al Parlamento tutti i dettagli in suo possesso su quando si sarebbero svolte le riunioni a cui il Ministro interpellato ha fatto riferimento nella summenzionata intervista, quali persone vi avrebbero partecipato, la corrente della magistratura che le avrebbe organizzate e i contenuti di queste riunioni.
(2-00281) «Della Vedova, Magi, Schullian».

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta immediata:


   MARATTIN, FARAONE, DEL BARBA, DE MONTE, GADDA, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 6 del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 (cosiddetto «decreto liquidità»), si stabiliva la momentanea disapplicazione degli articoli 2446, secondo e terzo comma, 2447, 2482-bis, quarto, quinto e sesto comma, e 2482-ter del codice civile;

   veniva meno, a seguito delle disposizioni sopra citate, l'operatività della causa di scioglimento della società per riduzione o perdita del capitale sociale di cui agli articoli 2484, primo comma, n. 4), e 2545-duodecies del codice civile;

   la deroga al contenuto degli articoli citati del codice civile ha comportato considerevoli effetti pratici consistenti nell'esclusione, seppur temporanea, della rilevanza delle perdite di capitale subite e nella sospensione dell'operatività della causa di scioglimento per riduzione del capitale al di sotto del minimo legale;

   tralasciando ogni valutazione sulla validità dello strumento, successivamente, prima con legge 30 dicembre 2020, n. 178, a decorrere dal 1° gennaio 2021, si è proposta una nuova formulazione del medesimo articolo 6, poi, con legge 30 dicembre 2021, n. 228, si è giunti all'attuale disposizione normativa, con la quale la riduzione del capitale prevista dagli articoli 2446, 2447, 2482-bis e 2482-ter del codice civile, dapprima sospesa dall'aprile 2020 al 31 dicembre dello stesso anno, può essere rinviata, in relazione alle perdite emerse nell'esercizio in corso alla data del 31 dicembre 2022, fino all'assemblea che approva il bilancio del quinto esercizio successivo (esercizio 2025), di fatto prolungando la sospensione della causa di scioglimento di cui all'articolo 2484, primo comma, n. 4, del codice civile, anche in questo caso fino all'assemblea che delibererà sul bilancio dell'esercizio 2025;

   nella novellata formulazione dell'articolo 6 del suddetto decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, si precisa poi, che, in ogni caso le perdite devono essere distintamente indicate nella nota integrativa con specificazione, in appositi prospetti, della loro origine, nonché delle movimentazioni intervenute nell'esercizio –:

   se il Governo, nella sua opera di monitoraggio della situazione debitoria delle imprese che hanno usufruito della deroga all'applicazione della causa di scioglimento delle società per riduzione di capitale sotto il minimo legale, abbia contezza della consistenza debitoria attuale di tali società attraverso i bilanci e le dichiarazioni Ires presentati in questi anni, anche rispetto agli eventuali utili e, sulla base delle risultanze dei dati acquisiti, quale preveda sia l'impatto degli esiti della misura sull'eventuale mancato gettito per l'erario.
(3-00823)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CENTEMERO, BAGNAI, CAVANDOLI e GUSMEROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dal 9 ottobre 2023, data di pubblicazione del decreto del Ministero delle imprese e del made in Italy recante «Attestazione dell'operatività del sistema di comunicazione dei dati e delle informazioni sulla titolarità effettiva», ai sensi dell'articolo 3, comma 6, del regolamento di cui al decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero delle imprese e del made in Italy, del 11 marzo 2022, n. 55, decorre il termine perentorio di sessanta giorni per effettuare le comunicazioni dei dati e delle informazioni sulla titolarità effettiva dei trust e degli istituti giuridici affini;

   ai sensi dell'articolo 22 comma 5-bis, decreto legislativo n. 231 del 2007, infatti, si considerano istituti giuridici affini al trust gli enti e gli istituti che, per assetto e funzioni, determinano effetti giuridici equivalenti a quelli dei trust espressi, anche avuto riguardo alla destinazione dei beni a uno scopo e al controllo da parte di un soggetto diverso dal proprietario, nell'interesse di uno o più beneficiari o per il perseguimento di uno specifico fine;

   a parere degli interroganti, da tale disposizione sarebbe desumibile la non assimilabilità ai trust diretti e agli istituti a essi affini dei contratti e rapporti di mandato fiduciario oggetto dell'attività delle società fiduciarie e di revisione di cui alla legge n. 1966 del 1939, ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese e della comunicazione dei dati sulla titolarità effettiva;

   in particolare, l'iscrizione dei trust nel registro delle imprese può riguardare solo quelle ipotesi in cui un'attività determini il trasferimento dal fiduciante al fiduciario non della sola legittimazione all'esercizio dei poteri di amministrazione, bensì anche della titolarità effettiva dei beni affidati in amministrazione; soltanto, quindi, i negozi fiduciari che giuridicamente ed economicamente determinino il riconoscimento di una proprietà, anche temporanea, al fiduciario possono ritenersi affini all'istituto del trust;

   il mandato fiduciario si caratterizza, invece, esclusivamente per il riconoscimento alla fiduciaria della legittimazione a esercitare secondo le regole del mandato per conto o, anche, in nome e per conto del fiduciante i poteri di amministrazione, conferiti di volta in volta dal fiduciante sulla base di istruzioni specifiche, a differenza di quanto previsto per il trust;

   alla luce di incertezze applicative ancora esistenti sull'iscrizione nella sezione speciale del registro delle imprese e sulla comunicazione dei dati relativi alla titolarità effettiva da parte delle società fiduciarie, sarebbe opportuno chiarire espressamente la non applicazione di tali obblighi anche al mandato fiduciario –:

   per quanto di competenza, se e quali iniziative di carattere normativo si intenda adottare in merito alle criticità esposte in premessa.
(5-01677)

Interrogazione a risposta scritta:


   FENU. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con la legge di bilancio 2023 il Governo ha adottato diverse disposizioni per la definizione agevolata delle pendenze tributarie;

   in particolare, l'articolo 1, commi 231-252, della legge n. 197 del 2022, ha nuovamente previsto la definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione (cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali) nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022, proseguendo il percorso già avviato con i precedenti interventi previsti dai decreti-legge n. 193 del 2016, n. 148 del 2017, n. 119 del 2018, n. 34 del 2019 e dalla legge di bilancio 2019 (legge n. 145 del 2018);

   aderendo alla definizione agevolata, il debitore beneficia dell'abbattimento delle somme affidate all'agente della riscossione a titolo di sanzioni e interessi, nonché degli interessi di mora, delle sanzioni civili e delle somme aggiuntive;

   era possibile aderire alla definizione agevolata entro il 30 settembre 2023; quanto al pagamento, le somme dovute potevano essere versate in unica soluzione, entro il 30 ottobre 2023, ovvero usufruendo di una dilazione dei pagamenti nel numero massimo di n. 18 rate;

   nella relazione tecnica (RT) provvedimento il Governo ha individuato poco più di 1 miliardo di carichi definibili. Stimando un tasso di adesione pari all'1,8 per cento, secondo il Governo la cosiddetta rottamazione quater dovrebbe portare ad incassi per circa 12,37 miliardi;

   oltre alla rottamazione quater, il Governo ha introdotto le seguenti sette forme di definizione agevolata delle pendenze tributarie:

    1) la regolarizzazione delle irregolarità formali (commi 166-173), i cui effetti finanziari non sono stati stimati in RT;

    2) il ravvedimento speciale delle violazioni tributarie (commi 174-178). Ai fini del calcolo dei potenziali incassi derivanti dalla regolarizzazione «speciale», è stato stimato un tasso di adesione pari all'1 per cento e, tenuto conto dell'ammontare complessivo delle violazioni sostanziali potenzialmente regolabili (65 miliardi), potenziali incassi complessivi pari a 1,95 miliardi di euro;

    3) l'adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento (commi 179-185), in relazione alla quale non sono stati esposti impatti finanziari in RT non prevedendo significativi impatti finanziari;

    4) la definizione agevolata delle controversie tributarie (commi 186-205) dalla quale il Governo si attende incassi per 1,2 miliardi di euro, stimando un tasso di adesione del 3,5 per cento sul totale delle liti definibili;

    5) la conciliazione agevolata delle controversie tributarie (commi 206-212) alla quale non sono stati ascritti effetti finanziari in considerazione dello scarso impatto atteso;

    6) la rinuncia agevolata dei giudizi pendenti innanzi alla Corte di cassazione (commi 213-218), con un gettito complessivo stimato in RT – ulteriore rispetto agli incassi ordinariamente attesi – pari a 165,6 milioni di euro (applicando la percentuale dell'1,5 per cento all'80 per cento di 13,8 miliardi di euro definibili);

    7) la regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo/mediazione e conciliazione giudiziale (commi 219-221), senza stimare alcun impatto finanziario;

   escluse le misure non stimate, dunque, dal complesso delle misure elencate il Governo si attende potenziali incassi per oltre 16 miliardi di euro –:

   quali siano, per ciascuna misura indicata in premessa, il numero di adesioni avute e l'ammontare degli incassi conseguiti, nonché di quelli attesi in caso di rateazione;

   quali siano gli effetti sui saldi di finanza pubblica derivanti dagli incassi;

   se non ritenga opportuna una proroga della scadenza relativa al pagamento della seconda rata di versamento, in scadenza il prossimo 30 novembre 2023, con riferimento alla cosiddetta rottamazione quater;

   se sia intenzione del Governo adottare iniziative di competenza per riaprire i termini di adesione con riferimento a tutte o a parte delle misure indicate in premessa.
(4-01959)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da mesi il tribunale di Bergamo si trova in una situazione gravissima di arretrati: sono migliaia i fascicoli in stallo e la situazione non accenna a migliorare, considerando che i fascicoli già fissati arriveranno in udienza solo a partire da novembre 2025;

   i tempi processuali risultano oltremodo dilatati. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, nel 2023 i giudici hanno potuto occuparsi di poco più di duecento procedimenti su un totale di circa 1.500;

   circa 1.300 procedimenti dovranno quindi attendere il nuovo anno per approdare in aula, con il rischio di assistere a ulteriori slittamenti in considerazione dell'andamento processuale dell'anno in corso;

   sulla situazione paradossale si sono espressi anche i magistrati che in prima persona si trovano a gestirla, lamentando difficoltà legate al carico di lavoro, alla carenza di personale negli uffici giudiziari e alla mole di udienze che intasano il tribunale;

   tra le conseguenze c'è l'amara presa di coscienza da parte di tribunale e procura della Repubblica di dover, di fatto, filtrare i fascicoli di cui occuparsi, individuando ad esempio quelli in via di prescrizione e quelli in cui manca la querela, lasciando così indietro tanti fascicoli che hanno eguale diritto a esser processati;

   da fonti stampa emerge che, in diverse occasioni, la polizia giudiziaria è stata costretta a ricoprire mansioni da impiegato amministrativo propria a causa del personale d'ufficio mancante;

   vi è una carenza di organico sia di magistrati sia di personale amministrativo. Come sottolineato dal presidente del tribunale, Cesare De Sapia, un'importante carenza si riscontra soprattutto nell'ufficio del giudice di pace, con la presenza di 6 giudici di pace a fronte di una pianta organica che ne prevede una quindicina, unita all'insufficienza del personale di cancelleria, rendendo necessario ricorrere al personale amministrativo in forza presso altri uffici per la doverosa attività di assistenza al magistrato in udienza;

   gravissima è altresì la condizione in cui versa l'ufficio NEP bergamasco: la carenza di risorse umane e materiali, accentuata dai nuovi compiti conferiti dalla cosiddetta riforma Cartabia – accesso diretto alle banche dati ex articolo 492-bis codice di procedura civile – sta minando la funzionalità stessa dell'intero settore dell'esecuzione civile –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare urgentemente ogni iniziativa di competenza per risolvere la situazione in cui si trova il tribunale di Bergamo, con un significativo aumento di personale amministrativo, di magistrati, di giudici di pace e per l'Unep.
(4-01953)


   MARCHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   sono 87 le donne uccise da familiari, partner o ex partner dall'inizio dell'anno. Costituiscono l'82 per cento delle donne uccise complessivamente (106) e il 29 per cento di tutti gli omicidi sia di uomini che di donne (295). Si tratta, dunque, di un fenomeno davvero allarmante;

   Elga Profili, personaggio pubblico, residente a Foligno, ha denunciato un uomo, F.B., dirigente pubblico, con cui ha avuto una relazione per un breve periodo, per il reato di atti persecutori. Il processo, in corso, deve ancora concludersi. In attesa della sentenza il giudice, ravvisando un pericolo per la vittima, ha disposto alcune misure cautelari nei confronti dell'uomo: indossare il braccialetto elettronico e non avvicinarsi all'abitazione e ai luoghi frequentati dalla donna;

   nonostante queste misure però, come si legge negli atti giudiziari, le persecuzioni sono continuate in più occasioni, con violazioni ripetute anche più volte al giorno. Motivo per cui a seguito delle denunce di Profili, il pubblico ministero ha chiesto l'aggravamento delle misure cautelari chiedendo gli arresti domiciliari per l'imputato. La richiesta è stata tuttavia rigettata dalla giudice, Maria Silvia Festa che ha aggiunto al divieto di avvicinamento l'obbligo di firma presso la Polizia, ma non i domiciliari;

   nonostante le denunce, il divieto di avvicinamento, il braccialetto elettronico che funziona poco e male o il processo a Spoleto, nonostante gli arresti domiciliari poi revocati, l'uomo continua a perseguitare Elga Profili da sette mesi continuando a seguirla e a comparire dove non dovrebbe essere per ordine del giudice;

   le ripetute condanne ricevute dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (dal caso Talpis nel 2017 ai casi Landi c. Italia, De Giorgi c. Italia e M.S. c. Italia nel 2022) mostrano in modo evidente il perdurare nel nostro Paese di una situazione di grave sottovalutazione del rischio di escalation delle aggressioni, nei casi di violenza sulle donne (e di violenza nel rapporto di coppia in particolare), ad opera della magistratura. È del resto una constatazione costante, nei casi di femminicidio, che la vittima avrebbe potuto essere salvata se fossero stati colti i segnali d'allarme (spesso lampanti);

   quello che più sorprende è lo scarso o comunque inadeguato ricorso alle misure cautelari, sulla base di una valutazione prognostica circa la maggiore o minore probabilità di una nuova aggressione: una stima che non può mancare proprio nei casi di violenza di genere che, per le sue radici culturali, ha carattere ripetitivo e va intensificandosi nel corso del tempo. Se già la Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma aveva registrato elevati livelli di inefficienza in questo ambito, sottolineando che, se in molti casi la valutazione del rischio è del tutto assente, in altri casi gli ufficiali di polizia valutano il rischio in base alle proprie esperienze e capacità intuitive e non in base a parametri strutturali e standardizzati, anche l'attività di monitoraggio svolta dal Consiglio superiore della magistratura nel maggio 2018 ha fatto emergere che «meno del 20 per cento delle procure e solo l'8 per cento delle cancellerie hanno adottato dei criteri di valutazione del rischio per consentire alle forze dell'ordine, alle autorità giudiziarie ed ai tribunali penali o civili di prevenire casi di recidività e l'aumento della violenza» –:

   se il Ministro interrogato non intenda promuovere ogni iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, al fine di rendere più efficace il contrasto alla violenza di genere;

   se non ritenga comunque di valutare la sussistenza dei presupposti per intraprendere un'attività ispettiva con riferimento a quanto esposto in premessa.
(4-01960)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la Holostem Terapie Avanzate, nata grazie al prezioso connubio tra l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e le capacità industriali di Chiesi Farmaceutici, è la prima azienda biotecnologica interamente dedicata allo sviluppo, alla produzione, alla registrazione e alla distribuzione di prodotti per terapie avanzate (ATMPs) basati su colture di cellule staminali epiteliali per terapia cellulare e genica;

   vanto della ricerca italiana nel campo della medicina rigenerativa e della terapia genica, Holostem sta per chiudere definitivamente e dispendere il patrimonio rappresentato oggi dai suoi 43 ricercatori e tecnici rimasti a tenere accesa la speranza per le migliaia di «bambini farfalla» nel mondo (si calcola 800 solo in Italia) o in attesa di ricostruzione della cornea a seguito di ustione (decine ogni anno in Italia) attraverso la terapia genica, che possono già usufruire un farmaco, Holoclar, autorizzato in ambito europeo che si produce a Modena;

   a seguito della messa in liquidazione, deliberata dall'assemblea dei soci della Holostem Terapie Avanzate, la fondazione Enea Tech e Biomedical ha recentemente sottoposto al Ministero delle imprese e del made in Italy un progetto volto all'acquisizione della stessa;

   Holostem sembra essere l'investimento perfetto per la fondazione Enea Tech e Biomedical, creata dal Governo nel 2020 per «sostenere la sperimentazione pre-clinica e clinica». La fondazione ha a disposizione 500 milioni di euro per «partecipare, concorrere e investire anche in start-up e PMI ad alto potenziale innovativo e spin-off universitari e di centri di ricerca e sviluppo per offrire soluzioni tecnologicamente avanzate, processi o prodotti innovativi, ovvero per rafforzare le attività di ricerca, consulenza e formazione»;

   con queste premesse Holostem ed Enea Tech hanno avviato una trattativa interrotta dall'opposizione del Ministero delle imprese e del made in Italy. Il Ministero sostiene che questo investimento possa essere considerato un aiuto di Stato, una forma di concorrenza sleale vietata dalle direttive europee;

   secondo gli interpellanti, in questo preciso caso, non esiste concorrenza perché Holostem è l'unica azienda in Europa che fa ricerca su questa terapia. I regolamenti europei, inoltre, prevedono che l'aiuto di Stato possa essere concesso quando rappresenta uno strumento per correggere i cosiddetti fallimenti del mercato, cioè quando lo Stato interviene per garantire la produzione di un bene necessario. La fondazione Enea Tech ha infatti presentato un ricorso argomentato alla mancata autorizzazione del Ministero, anche perché da quando è stata creata non è riuscita a spendere nemmeno un euro dei 500 milioni messi dal Governo;

   il 30 novembre 2023 è l'ultimo giorno disponibile per ottenere l'autorizzazione del Ministero: senza una prospettiva economica, dal 1° dicembre 2023 la Holostem sarà liquidata è per i ricercatori inizierà la procedura di licenziamento;

   la scorsa settimana davanti alla sede del Centro di medicina rigenerativa «Stefano Ferrari», che ospita Holostem, si sono riuniti in tanti, malati, famigliari, ricercatori, rappresentanti delle per portare la loro testimonianza. Le associazioni che assistono i pazienti affetti da epidermolisi bollosa hanno organizzato una raccolta firme per sostenere la causa di Holostem;

   la chiusura di Holostem sarebbe un fatto devastante per i pazienti poiché non avrebbero altra possibilità di cura e rappresenterebbe una sconfitta per il mondo della ricerca e per quanto è stato investito in Holostem –:

   quali urgenti iniziative si intenda adottare per evitare la chiusura dell'azienda di ricerca medica e farmacologica Holostem al fine di scongiurare la perdita di un patrimonio scientifico e di cura come quello rappresentato dalla stessa azienda.
(2-00282) «Vaccari, Guerra, Forattini, Marino, Andrea Rossi, Boldrini, De Micheli, Di Biase, Di Sanzo, Ferrari, Furfaro, Gnassi, Madia, Mancini, Merola, Orfini, Quartapelle Procopio, Scarpa, Schlein, Stefanazzi, Tabacci, Zan».

Interrogazioni a risposta immediata:


   BENZONI, RICHETTI, BONETTI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Holostem terapie avanzate s.r.l. è una azienda biotecnologica dedicata allo sviluppo, alla produzione e alla distribuzione di prodotti per terapie avanzate, basati su colture di cellule staminali epiteliali per la terapia cellulare e genica;

   Holostem nasce dal 2008 come uno spin-off universitario a partire dall'esperienza del Centro di medicina rigenerativa dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, specializzato nell'applicazione clinica delle cellule staminali epiteliali;

   i prodotti di Holostem hanno applicazioni nella terapia salva-vita delle ustioni oculari e hanno dato avvio alla prima sperimentazione clinica di terapia genica della epidermolisi bollosa, una malattia genetica rara, grave e invalidante, nota anche come «sindrome dei bambini farfalla»;

   la terapia Holoclar a base di cellule staminali contro la cecità è distribuita in esclusiva da Holostem (per dieci anni dalla registrazione) in sette Stati europei;

   i successi della ricerca e dell'applicazione clinica di Holostem sono stati celebrati sulle riviste scientifiche più importanti del mondo, da Lancet a Nature, e hanno avuto vasta risonanza sulla stampa internazionale, tra cui New York Times, Cnn e Bbc;

   circa un anno fa, dopo un periodo di crisi coincidente con la fase più acuta della pandemia, era stata annunciata la messa in liquidazione di Holostem, che potrebbe essere salvata dall'intervento della Fondazione Enea tech e biomedical, che gestisce per conto del Ministero delle imprese e del made in Italy il «Fondo per la ricerca e lo sviluppo industriale biomedico» e che ha manifestato da mesi l'interesse all'acquisizione dell'azienda biotecnologica modenese;

   gli attuali azionisti cederebbero gratuitamente la società, dopo averne ripianato il debito e lasciando in dote nelle sue casse ben 17 milioni di euro;

   prima dell'avvio delle trattative con Holostem due aziende straniere avevano avanzato offerte, che non sono state considerate in assenza di garanzie circa la permanenza della struttura produttiva e di ricerca in Italia;

   questa acquisizione risulta ferma al Ministero delle imprese e del made in Italy perché, secondo l'analisi della struttura tecnica del Ministero, l'operazione potrebbe configurare un aiuto di Stato illegittimo, malgrado sia impossibile ravvisarvi gli estremi di un ostacolo alla concorrenza, essendo Holostem al momento l'unico produttore e distributore di terapie per patologie definite «orfane», proprio perché rare e prive di altri trattamenti utili –:

   quali siano le ragioni dell'opposizione al progetto di acquisizione di Holostem terapie avanzate s.r.l. da parte della Fondazione Enea tech e biomedical e dell'incomprensibile ritardo nell'autorizzazione dell'operazione.
(3-00824)


   BORDONALI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la disponibilità interna di rottame ferroso è strutturalmente inferiore rispetto alla produzione nazionale di acciaio da forno elettrico ed è per questo motivo che si importa almeno il 25 per cento del fabbisogno di rottame di ferro dai Paesi non appartenenti all'Unione europea;

   negli ultimi tempi, la difficoltà di approvvigionamento di alcuni tipi di rottami, dovuta in particolare al conflitto in Ucraina, al rallentamento generale dell'economia e all'aumento delle esportazioni di rottame ferroso, prevalentemente dai porti italiani verso Paesi non appartenenti all'Unione europea, ha aggravato ulteriormente la situazione;

   l'articolo 30 del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 maggio 2022, n. 51, prevede, in considerazione delle tensioni geopolitiche, del crescente prezzo delle materie prime e delle difficoltà di approvvigionamento, che i rottami ferrosi siano considerati materie prime critiche e che la loro esportazione in quantità superiore alle 250 tonnellate sia soggetta a obbligo di notifica al Ministero delle imprese e del made in Italy;

   alcune acciaierie del nostro Paese hanno dovuto nei giorni scorsi sospendere la produzione per mancanza di rottame interno con relativa connessa tensione sui prezzi;

   sarebbe auspicabile che, nel controllo di suddette notifiche, ad ognuna di essa possa corrispondere una reale esportazione, in modo da non eludere il sistema di monitoraggio e dunque di controllo;

   sarebbe, altresì, auspicabile una valutazione dell'impatto di nuove produzioni a forno elettrico sul territorio nazionale, al fine di non minare la competitività delle acciaierie a forno elettrico già esistenti –:

   quante tonnellate in uscita siano previste, secondo le suddette notifiche, nei prossimi 60 giorni e da quali porti, nonché quante ne siano uscite nei due mesi precedenti e se esista un piano nazionale a tutela delle imprese che costituiscono le filiere produttive strategiche, stante la possibile crisi di rottame nazionale.
(3-00825)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste – per sapere – premesso che:

   il numero di persone che sceglie il treno come mezzo di trasporto giornaliero è stimato in circa 5 milioni di utenti;

   la linea ferroviaria ad alta velocità, rappresenta un servizio collettivo di trasporto nazionale. Dai dati forniti da Trenitalia ci sono di media circa 250 treni Frecciarossa al giorno che attraversano lo stivale raggiungendo la velocità di 300 km/h;

   la pianificazione delle linee è effettuata da Trenitalia in accordo con il gestore dell'infrastruttura e le fermate sono impianti appositamente attrezzati per la salita e la discesa dei viaggiatori dai treni;

   il capotreno in questo contesto svolge, anche tramite il coordinamento degli eventuali altri agenti di accompagnamento presenti sul treno, le attività connesse alla sicurezza della circolazione e dei passeggeri a bordo, nelle fasi di salita e discesa dal treno e nelle situazioni di emergenza o di degrado;

   le motivazioni per cui un treno può effettuare una fermata straordinaria, possono essere varie, tutte caratterizzate o da una pianificazione pregressa o da un evento emergenziale: fra questi, ad esempio gli interventi del 118, la presenza a bordo del treno di viaggiatori intemperanti, o casi di ordine pubblico;

   in conformità al regolamento UE n. 782 del 2021, volto a tutelare l'insieme dei viaggiatori nei confronti delle imprese ferroviarie, è previsto un robusto sistema informativo volto alla conoscenza di tutto l'itinerario;

   L'articolo 18 di detto regolamento prevede che qualora sia ragionevolmente prevedibile, alla partenza o in caso di perdita di coincidenza o di soppressione, che il ritardo all'arrivo alla destinazione finale prevista dal contratto di trasporto sarà di 60 minuti o più, l'impresa ferroviaria che presta il servizio oggetto del ritardo o della soppressione offre immediatamente al passeggero la scelta tra le seguenti opzioni e adotta le necessarie disposizioni:

    a) ottenere il rimborso integrale del biglietto, alle condizioni alle quali è stato acquistato, per la parte o le parti del viaggio non effettuate e per la parte o le parti già effettuate, qualora il viaggio non risulti più utile ai fini del programma originario di viaggio del passeggero, oltre ad avere la possibilità, se del caso, di ritornare al punto di partenza iniziale non appena possibile;

    b) proseguire il viaggio o seguire un itinerario alternativo, a condizioni di trasporto simili, verso la destinazione finale non appena possibile;

    c) proseguire il viaggio o seguire un itinerario alternativo, a condizioni di trasporto simili, verso la destinazione finale a una data successiva, a discrezione del passeggero;

   come denunciato dalla stampa nazionale, a causa di un guasto sulla tratta da Roma e Napoli, il Frecciarossa 9519 partito il 21 novembre 2023 da Torino alle 7 e diretto a Salerno ha accumulato un ritardo di 111 minuti. Proprio su quel convoglio, a Roma Termini, intorno alle 12, è salito il Ministro Francesco Lollobrigida;

   il convoglio ha continuato a viaggiare in ritardo rispetto a quanto previsto da tutti coloro che si trovavano sul treno a causa del passaggio sulla vecchia linea «Roma-Napoli»;

   visto il ritardo, la decisione del Ministro e dello staff sarebbe stata quella di richiedere una fermata «ad personam», scendere alla stazione di Ciampino e proseguire con l'auto blu, provocando un ulteriore ritardo al convoglio e a tutti coloro che vi viaggiavano;

   il personale di Rfi alla stazione di Ciampino, allertato dalla centrale operativa, autorizzava dunque il capotreno ad una «fermata straordinaria» nella cittadina aeroportuale,

   prontamente, Trenitalia, ha dichiarato che «L'effettuazione di una fermata straordinaria non è un evento eccezionale e rientra nelle dinamiche dell'esercizio ferroviario. Negli ultimi sei mesi, nei servizi Frecce, vi sono stati 207 casi di fermate straordinarie per coincidenza/riprotezione dei clienti derivanti da gestione anormalità o circolazione perturbata». Sottolineando che «le fermate straordinarie sono valutate in funzione ai tempi di arrivo alla prima località di servizio utile e in relazione alla fermata per servizio commerciale»;

   si ricorda, sul punto, che in sei mesi hanno viaggiato circa 45.000 frecce e ci sono state, sempre secondo i dati forniti da Trenitalia, 207 fermate straordinarie;

   l'articolo 54, secondo comma, della Costituzione recita solennemente che «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge». Tale disposizione individua un «dovere di fedeltà qualificata» gravante sui pubblici ufficiali, rispetto a quella generalmente prevista al primo comma per la generalità dei cittadini. Una fedeltà rafforzata dall'obbligo di prestare giuramento, che non è però esteso a tutti coloro cui sono affidate funzioni pubbliche, ma sussiste solo nei casi espressamente previsti dalla legge. Il giuramento, soprattutto in relazione ai titolari di organi politici e costituzionali, introdurrebbe un vincolo ulteriore e diverso dall'obbligo di osservanza della Costituzione e delle leggi e comunque dai doveri di disciplina ed onore sopra richiamati; tale vincolo concernerebbe il rispetto di quelle regole di correttezza costituzionale che non sono facilmente riproducibili in specifiche definizioni legislative, ed opererebbe proprio nella sfera morale, quella cioè di fronte alla quale l'operatività dei precetti giuridici normalmente si arresta;

   è assai grave anche il solo sospetto che, attraverso il suo ruolo di Governo, il Ministro abbia, ad avviso degli interroganti, abusato del proprio status forzando una attività che normalmente si effettua per ragioni di sicurezza o salute pubblica –:

   se i Ministri interpellati intendano rendere noto quali siano state le ragioni per le quali vi siano state 207 fermate straordinarie, quale protocollo sia utilizzato e come questo sia stato applicato nel caso in oggetto;

   con riferimento alla fermata straordinaria summenzionata, da chi sia partita la richiesta per l'effettuazione di tale fermata e chi l'abbia poi autorizzata e se vi siano state ulteriori interlocuzioni;

   se, come previsto dal regolamento europeo, a tutti i passeggeri a bordo sia stata fornita la possibilità di essere informati della fermata in essere e/o se siano state prese in esame ulteriori richieste e con quale esito;

   se le porte del treno, una volta arrivati alla stazione di Ciampino, siano state tutte aperte in sincrono come nelle fermate ordinarie o sia stata aperta una sola porta per la discesa del Ministro.
(2-00280) «Santillo, Francesco Silvestri, Caramiello».

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   desta sconcerto, preoccupazione e sdegno quanto accaduto sabato 25 novembre 2023 durante il corteo organizzato a Roma in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne da parte dell'associazione «Non una di meno», avendo alcune manifestanti provato ad assaltare la sede di «Pro Vita & Famiglia», associazione a favore della famiglia e volta a mettere le donne in condizione di non abortire, sita in viale Manzoni, nonostante fosse presidiata dalle forze dell'ordine;

   ci sono stati lunghi momenti di tensione, iniziati intorno alle 18.30, quando il mezzo in testa al corteo si è fermato davanti alla sede dell'associazione e alcune manifestanti, nonostante il presidio delle forze dell'ordine, hanno lanciato bottiglie, pietre e fumogeni, divelto serrande, spaccato vetri con spranghe;

   tra i primi a denunciare l'accaduto su «X» è stato Jacopo Coghe, portavoce dell'associazione, dichiarando: «Siamo profondamente scioccati e turbati dalla violenza inaudita di quanti oggi durante la manifestazione contro ogni violenza, hanno accerchiato e poi assaltato la nostra sede»;

   «una sede devastata è inaccettabile sempre. Particolarmente se la si devasta nel nome delle donne violentate, picchiate o uccise», ha dichiarato la Premier Giorgia Meloni;

   la Digos di Roma sta indagando su un ordigno trovato nella sede devastata nel corso di un sopralluogo dopo il blitz messo a segno dalle frange più estremiste del corteo, e che da una prima ricostruzione sembrerebbe essere stato introdotto all'interno degli uffici attraverso un vetro rotto nella parte superiore della saracinesca d'ingresso, proprio nel corso del blitz;

   le manifestanti che si sono rese protagoniste dell'assalto alla sede di «Pro Vita» hanno anche esposto uno striscione con la scritta «Voi pro vita, noi pro vibra» e lanciato slogan accusando l'associazione di essere contraria alla «educazione affettiva a scuola» e di incarnare, quindi, «il patriarcato più becero»;

   si tratta di forme di degenerazione della protesta non giustificabili e deprecabili, maggior ragione se commesse all'interno di un corteo contro la violenza e ai danni di un'associazione la cui attività si fonda sulla tutela della vita, la promozione della famiglia e la tutela della libertà educativa dei genitori;

   è di tutta evidenza che non si può combattere la violenza contro le donne rendendosi protagonisti di intollerabili atti di violenza e intimidazione come quelli avvenuti sabato a danno dell'associazione «Pro Vita & Famiglia»; la violenza va sempre condannata;

   in questo quadro occorre sottolineare anche come la manifestazione sia stata caratterizzata dalla esplicita adesione alla lotta «contro il genocidio di uno Stato colonialista nei confronti di Gaza», senza fare, invece, alcun accenno all'aggressione del 7 ottobre al popolo israeliano, nell'ambito del quale si sono consumati anche atti di estrema violenza proprio nei confronti delle donne –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere con riguardo ai fatti descritti in premessa e a tutela dell'associazione «Pro Vita & Famiglia», e per scongiurare in futuro il ripetersi di atti di violenza messi in atto da parte di alcuni nel corso di una manifestazione volta proprio a stigmatizzare la violenza.
(2-00278) «Foti, Almici, Ambrosi, Amich, Amorese, Baldelli, Benvenuti Gostoli, Buonguerrieri, Caiata, Calovini, Cangiano, Cannata, Caramanna, Caretta, Cerreto, Chiesa, Ciaburro, Ciocchetti, Colosimo, Comba, Congedo, Coppo, De Bertoldi, De Corato, Deidda, Di Giuseppe, Di Maggio, Dondi, Filini, Frijia, Gardini, Giorgianni, Iaia, Kelany, Lampis, Lancellotta, La Salandra, Loperfido, Lucaselli, Maccari, Maiorano, Malagola, Malaguti, Mascaretti, Maschio, Matera, Matteoni, Mattia, Maullu, Messina, Michelotti, Milani, Mollicone, Morgante, Mura, Osnato, Padovani, Palombi, Pellicini, Perissa, Polo, Pozzolo, Pulciani, Raimondo, Rampelli, Rizzetto, Roscani, Angelo Rossi, Fabrizio Rossi, Rotelli, Sbardella, Schifone, Rachele Silvestri, Testa, Tremaglia, Tremonti, Urzì, Varchi, Vietri, Vinci, Zucconi, Zurzolo».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARZOTTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso 25 settembre 2023, a Sesto San Giovanni, è stato eseguito con la forza pubblica lo sfratto ai danni della signora Najji Hlima e della figlia undicenne, senza che sia intervenuta alcuna iniziativa da parte delle amministrazioni pubbliche ai fini della presa in carico delle fragilità economica, familiare e sociale della famiglia;

   si tratta di un caso accertato e riconosciuto di morosità incolpevole ai danni di un nucleo familiare che aveva maturato il diritto a un alloggio ERP e utilmente collocato anche nelle graduatorie previste per i servizi abitativi provvisori;

   questo evento ha determinato una forte protesta della città, con lo svolgimento di un pacifico presidio, promosso dall'Unione inquilini, con una presenza molto partecipata di cittadini, altre organizzazioni sindacali degli inquilini, forze politiche, esponenti di associazioni laiche e religiose e con una forte risonanza sulla stampa nazionale e locale, su cui veniva rivelato come il comune di Sesto San Giovanni avesse circa 150 appartamenti vuoti «per risolvere i casi di emergenza» senza però utilizzarli;

   lo sfratto della famiglia Hlima non è un caso isolato nella città. Si segnalano, a questo proposito, lo sfratto con la forza pubblica avvenuto ai danni del nucleo familiare del signor Mohamed Alaa, con due minori a carico, e il caso dello sfratto della famiglia del signor Kulatunga (moglie, marito e tre figli minorenni) in data 18 luglio 2023, ambedue assegnatari in sublocazione da parte del comune di alloggio da esso preso in locazione privata;

   si richiama l'articolo 11 del Patto internazionale dei diritti economici, sociali e culturali (Pidesc), nonché l'articolo 27 della Convenzione sui diritti del fanciullo, ambedue ratificati dall'Italia, nonché la legge n. 833 del 23 dicembre 1978 in virtù della quale il sindaco è responsabile legale della tutela della salute dei cittadini ed è tenuto ad adottare tutte le misure necessarie per reperire una abitazione dignitosa ed adeguata ai fini di concretizzare tale tutela;

   la recente direttiva del Ministro dell'interno del 10 agosto 2023, in merito all'occupazione arbitraria di immobili, ha ribadito la validità delle procedure previste dall'articolo 11 del decreto-legge n. 14 del 2017. In esso si prevede che ci si debba far carico dei casi di «fragilità» e «vulnerabilità sociale». Tra queste, viene esplicitamente citata la «presenza di minori». Si precisa altresì, la necessità del coinvolgimento a tale fine di tutte le istituzioni interessate, con riferimento «in primo luogo agli enti territoriali, cui compete in via esclusiva adoperarsi per la sistemazione delle persone in condizioni di fragilità e vulnerabilità sociale»;

   appare del tutto illogico che, quanto previsto nella direttiva, non possa estendersi ai casi di esecuzione di sfratto, in presenza delle medesime condizioni di fragilità e vulnerabilità –:

   se non ritenga:

    a) di dover accertare se, quanto affermato nelle premesse, in relazione ad alloggi di edilizia residenziale pubblica vuoti e non assegnati nel comune di Sesto San Giovanni corrisponda al vero e, in caso affermativo, accertarne le ragioni;

    b) di sensibilizzare la Prefettura di Milano ai fini della convocazione di un tavolo di confronto tra il comune, le parti sociali, gli altri enti e soggetti utili, sia per la presa in carico dei casi segnalati che per prevenire il ripetersi di tali situazioni;

    c) di chiarire che quanto previsto dalla direttiva dello scorso 10 agosto 2023 possa essere esteso alle esecuzioni degli sfratti ai danni di soggetti aventi le medesime condizioni;

    d) di esplicitare quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di garantire il rigoroso rispetto di quanto previsto dai trattati e dalle convenzioni internazionali, firmate e ratificate dall'Italia e segnalate nella premessa.
(5-01676)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIPPO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   con l'avviso del direttore generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l'internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione del 23 giugno 2022, n. 16475, integrato dal decreto direttoriale 5 luglio 2022, n. 1645 sono state individuate le istituzioni scolastiche per l'avvio, a partire dall'anno scolastico 2022/2023, del percorso di potenziamento-orientamento «Biologia con curvatura biomedica»;

   tali licei mantengono l'ordinaria preparazione in ambito umanistico e fisico-matematico potenziando però, grazie all'aggiunta delle scienze biomediche, l'acquisizione di competenze in campo biologico-sanitario, mediante l'adozione di pratiche didattiche attente alla dimensione laboratoriale e all'orientamento degli studenti che nutrono un particolare interesse per la prosecuzione degli studi in ambito chimico-biologico e medico-sanitario;

   gli studenti e le studentesse che scelgono questo indirizzo scolastico iniziano un percorso formativo che prevede il potenziamento delle discipline scientifiche e chimiche attinenti all'area medica, come l'anatomia, la fisiologia, la biochimica e la microbiologia;

   a tal fine, il piano orario settimanale di tali licei è integrato da alcune ore di lezioni frontali e di attività laboratoriali;

   è giunta all'interrogante la segnalazione che la classe di concorso A-15 discipline sanitarie – costituita da docenti laureati, tra le altre, in medicina e chirurgia, odontoiatria, farmacia, scienze biologiche – si vede immotivatamente esclusa dal poter insegnare nei licei con attivo il percorso di potenziamento-orientamento «Biologia con curvatura biomedica»;

   attualmente, infatti, a detenere le cattedre per le attività biomediche inserite nei piani formativi di questi licei, sono solamente i docenti della classe di concorso A-50 scienze naturali, chimiche e biologiche, a cui afferiscono i laureati in scienze geologiche, scienze ambientali, scienze forestali, agrarie e affini;

   questi ultimi, come è evidente, sono docenti che non detengono in maniera esclusiva una formazione in ambito biochimico o biomedico, né tanto meno una specifica e approfondita preparazione in ambito sanitario, al contrario, invece, della prima classe di concorso menzionata;

   è indubbio, pertanto, che tra i docenti più indicati a insegnare tutte quelle materie attinenti all'area biomedica non possano non figurare anche i professionisti del settore appartenenti alla classe di concorso A-15 –:

   per quale ragione non siano stati inclusi i licei con il percorso di potenziamento-orientamento «Biologia con curvatura biomedica» tra gli istituti dove la classe di concorso A-15 può prestare servizio;

   se abbia intenzione di porvi rimedio, e con quali tempistiche, nel prossimo provvedimento di revisione e aggiornamento delle classi di concorso per la scuola secondaria di secondo grado.
(4-01955)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI e CHERCHI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, la chiusura del magazzino Leroy Merlin a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, ha sollevato significative preoccupazioni relative all'occupazione, all'ambiente e alle dinamiche socio-economiche nel Piacentino. Questa situazione si inserisce in un contesto più ampio di trasformazioni industriali e urbanistiche che hanno impattato negativamente sull'ambiente e sul tessuto sociale della provincia, con la perdita di suolo agricolo e un aumento dei problemi sanitari legati all'inquinamento –:

   in merito alla salvaguardia dell'occupazione, quali iniziative intenda adottare il Governo per garantire la continuità occupazionale dei circa 500 lavoratori e lavoratrici impiegati presso il magazzino Leroy Merlin a Castel San Giovanni nel Piacentino, in considerazione del forte impatto sociale ed economico che la perdita di lavoro avrebbe sulla comunità locale;

   in merito alla protezione ambientale e allo sviluppo sostenibile, quali iniziative intenda promuovere il Governo per bilanciare lo sviluppo economico e industriale con la tutela dell'ambiente nella provincia di Piacenza, al fine di preservare il suolo agricolo e ridurre l'inquinamento atmosferico;

   in merito ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, come il Governo preveda di affrontare la problematica dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici in contesti di globalizzazione economica, in particolare in relazione a decisioni aziendali come quella di Leroy Merlin che sembrano guidate dalla ricerca di minori costi di manodopera;

   in merito all'equilibrio socioeconomico locale, quali strategie intenda adottare il Governo per mitigare l'impatto delle decisioni aziendali delle multinazionali sull'economia e sulla società locali, specialmente in aree già segnate da problemi sociali e ambientali.
(4-01956)


   CAPPELLETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nella seduta dell'Assemblea della Camera dei deputati, tenuta il 21 novembre 2023, si sono svolte le Comunicazioni del Governo sul Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria;

   l'onorevole Antonio Tajani, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, nell'illustrare all'Aula i contenuti e gli obiettivi del Protocollo, ha dichiarato, sulle ragioni che hanno portato il Governo albanese a firmare l'accordo con l'Italia, che: «Con l'Albania siamo inoltre in procinto di firmare un importante accordo in materia di pensioni e previdenza sociale» –:

   quali siano gli elementi salienti dell'accordo ed in particolari quali siano le valutazioni degli impatti in termini di costi che ne deriveranno per la sua applicazione.
(4-01958)

SALUTE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   la legge n. 281 del 14 agosto 1991, «Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo», regola e norma le azioni dello Stato in materia di tutela degli animali da affezione. Tra i prìncipi ispiratori della legge, si trova la condanna per gli atti di crudeltà contro gli animali, i maltrattamenti e l'abbandono;

   la legge pone in capo alle regioni la responsabilità di legiferare in materia, prevedendo l'istituzione dell'anagrafe canina, l'elaborazione dei criteri per la costruzione o il risanamento dei canili comunali e dei criteri per la ripartizione dei fondi destinati alla gestione dei canili. Lo stesso articolo, specifica che i canili devono garantire buone condizioni di vita per i cani e il rispetto delle norme igienico-sanitarie, e sono sottoposte al controllo sanitario dei servizi veterinari delle unità sanitarie locali;

   le legge, infine, demanda ai comuni la costruzione e il risanamento delle strutture, nonché la gestione delle stesse, in applicazione dei criteri stabiliti con legge regionale ed avvalendosi dei fondi ripartiti dalle regioni. Le strutture esistenti in Italia sono circa 1.200, ed ospitano oltre 70.000 cani;

   nei fatti, dopo decenni di applicazione, gli addetti ai lavori, e in particolare i veterinari e i cittadini che prestano volontariato, segnalano molti problemi che si sono ormai sedimentati, e che costituiscono una condizione de facto del tutto differente rispetto alle previsioni di legge;

   esistono casi ormai comuni, quali ad esempio quelli dei canili sovraffollati, con numeri anche cinque volte superiori rispetto alle capienze previste. Si citano, ad esempio non esaustivo, la struttura de la «Muratella», quella del «Frullone», o ancora il canile di Cosenza. Vi è anche il caso recentissimo della struttura sequestrata dai carabinieri in provincia di Caserta, a Casaluce, un canile con 400 animali che presentava condizioni prive di ogni minima cura;

   questa condizione genera problemi gravissimi in termini di rischi per la salute pubblica, ma soprattutto contravviene apertamente alla legge, condannando animali – privi di alcuna colpa – a situazioni di maltrattamento e crudeltà. Tale problematica fa il paio con i criteri di ripartizione dei fondi determinati dalle regioni, che premiano le strutture ove il numero di animali cresce, incentivando dunque la reclusione dell'animale in gabbia e contribuendo a complicare i percorsi di affidamento;

   questo circolo vizioso attira le attenzioni delle organizzazioni criminali e di gestori senza scrupoli che, in molti territori, dimostrano interesse per la gestione dei canili, speculando sui fondi pubblici a loro destinati e costituendo vere e proprie strutture da incubo, ove la sofferenza fisica ed emotiva dell'animale raggiunge livelli intollerabili. Costringe, inoltre, i cittadini ad assistere ad accalappiamenti operati dai vigili urbani, con la consapevolezza piena che il cane accalappiato sarà destinato ad una struttura ove si consumano le irregolarità fin qui sollevate, con un controllo da parte dei comuni e delle Usl totalmente insufficiente e inadeguato –:

   se il Ministro interpellato non ritenga di dover adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di garantire una corretta applicazione della legge, o se non ritenga che siano necessarie modifiche alla normativa, nel senso di una maggiore tutela della salute pubblica e del benessere animale, nonché di un rafforzamento delle garanzie contro le speculazioni economiche sulla pelle di essere viventi incapaci di difendersi.
(2-00279) «Dalla Chiesa, Battilocchio».

Interrogazione a risposta scritta:


   GIRELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'epatite C è una malattia infiammatoria del fegato causata dal virus dell'epatite C (HCV, acronimo dell'inglese Hepatitis C Virus) che, in tutto il mondo, rappresenta una delle principali cause di trapianto e dello sviluppo di malattie croniche del fegato come, ad esempio, l'epatite cronica, la cirrosi epatica e il cancro del fegato o epatocarcinoma;

   l'infezione acuta da Hcv (quella conseguente al primo incontro con il virus) è, molto spesso, di lieve entità e non causa disturbi (sintomi) ma tende a persistere nell'organismo, diventando cronica nel 50-80 per cento delle persone infettate. I sintomi, infatti, possono manifestarsi dopo diversi anni dal contagio a causa dello sviluppo di una malattia epatica cronica o di altre complicazioni in altri organi (manifestazioni extraepatiche dell'epatite C);

   l'infezione e diffusa in tutto il mondo. Infatti, l'Oms stima che ogni anno si verifichino circa 1,5 milioni di nuovi casi. Le persone con infezione cronica sono circa 58 milioni. Ogni anno muoiono circa 290.000 persone a causa di patologie del fegato Hcv correlate. La malattia è diffusa in tutto il mondo. I Paesi con i più alti tassi di infezioni croniche sono l'Egitto, il Pakistan e la Cina;

   non è ancora disponibile un vaccino contro l'epatite C, tuttavia i nuovi farmaci antivirali ad azione diretta, estremamente efficaci e sicuri, sono in grado di curare il 95 per cento delle persone infette;

   l'articolo 25-sexies del decreto-legge del 30 dicembre 2019, n. 162, rubricato «Screening nazionale gratuito per l'eliminazione del virus Hcv», introdotto dall'articolo 1, comma 1 della legge di conversione 28 febbraio 2020, n. 8 ha previsto lo screening gratuito volto con l'obiettivo di eradicare definitivamente il virus;

   successivamente il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ha emanato il 14 maggio 2021 un decreto per disporre l'attuazione di quanto previsto dal citato articolo 25-sexies;

   in particolare, l'articolo 6 del sopra ricordato decreto ministeriale ha previsto che l'attività di screening nazionale per l'eliminazione del virus dell'Hcv in via sperimentale doveva concludersi entro il 31 dicembre 2022;

   la campagna di screening gratuita è stata, però, fortemente rallentata dalla epidemia di COVID-19 e che solo poche regioni sono riuscite a completare le attività necessarie;

   quindi, il Ministro della salute ha emanato il 16 dicembre 2022 un decreto, di concerto con il Ministro dell'economia e finanze, per prorogare le procedure di screening al 31 dicembre 2023 –:

   se il Ministro interrogato possa fornire dati esatti relativi all'esecuzione dello screening e qualora non si sia riusciti in tutta Italia a completare le procedure, se non intenda procedere ad una nuova proroga in modo da evitare che si comprometta un'azione essenziale per la salute dei cittadini.
(4-01954)

Apposizione di firme ad una interpellanza.

  L'interpellanza urgente Matone e altri n. 2-00276, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 novembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Varchi, Cannata, Ciancitto, Longi, Messina.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Braga n. 1-00217, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 198 del 20 novembre 2023.

   La Camera,

   premesso che:

    ogni anno la Conferenza delle parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) si riunisce per determinare ambizioni e responsabilità in materia di clima, nonché per individuare e valutare le misure in materia di clima;

    la COP28 di Dubai è un passaggio cruciale nel percorso globale verso il contenimento del cambiamento climatico, evidenziato quest'anno dalla prima valutazione complessiva dell'implementazione rispetto agli obiettivi dell'Accordo di Parigi, attraverso il processo chiamato «Global stocktake». Tale valutazione permetterà agli Stati di misurare l'efficacia delle politiche adottate finora e di identificare le aree dove è necessario intensificare gli sforzi. Si tratterà di una riflessione collettiva sulle promesse mantenute e su quelle ancora in sospeso, con l'obiettivo comune di rimanere al di sotto della soglia critica di aumento delle temperature medie globali di 1.5 gradi centigradi entro la fine del secolo;

    la decarbonizzazione si presenta come una sfida urgente e non negoziabile nell'attuale scenario climatico, in cui il sesto rapporto di valutazione dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) segnala cambiamenti climatici senza precedenti – e relativi impatti, perdite, danni – dovuti alle emissioni antropogeniche: attualmente i contributi determinati a livello nazionale (ndc), considerati collettivamente, sono di gran lunga insufficienti per far sì che il limite di 1,5 gradi centigradi resti raggiungibile nel XXI secolo, sottolineando nel contempo che sono già disponibili opzioni di adattamento e mitigazione praticabili, efficaci e a basso costo;

    l'ultima relazione Global annual to decadal climate update dell'Organizzazione meteorologica mondiale prevede livelli record delle temperature globali nei prossimi cinque anni, stimando al 66 per cento la probabilità che, tra il 2023 e il 2027, la temperatura globale media annua in prossimità della superficie superi di oltre 1,5 gradi centigradi i livelli preindustriali per almeno un anno;

    in tale contesto, gli Stati sono chiamati a definire piani nazionali energia e clima (in Italia il Pniec in linea con gli obiettivi europei al 2030) per la cessazione dell'uso dei combustibili fossili e per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi;

    il percorso verso la neutralità climatica richiede un cambiamento profondo nelle pratiche economiche e sociali. L'accesso alle informazioni e la partecipazione pubblica sono fondamentali per promuovere la giustizia sociale e l'inclusione, rendendo le comunità parte attiva nella transizione energetica e nella protezione dell'ambiente;

    un altro tema centrale del negoziato è senz'altro quello dell'adattamento ai cambiamenti climatici e alla COP28 si cercherà di concordare un obiettivo globale comune che ancora manca. È evidente la necessità di azioni e progetti che permettano alle popolazioni e agli Stati di fare fronte agli effetti del cambiamento climatico, soprattutto in quei contesti dove le risorse economiche e le capacità tecniche sono limitate. Il superamento della soglia di 1,5 gradi centigradi avrebbe, infatti, effetti devastanti, con perdite e danni (loss & damage) che già oggi esulano dalle attuali capacità di adattamento di molte comunità. Alla COP27 si è raggiunto l'accordo storico che ha portato all'istituzione di un fondo dedicato, alla COP28 si cercherà di adottarne le regole e renderlo operativo secondo criteri di solidarietà, co-progettazione, compartecipazione e rispetto dei diritti umani fondamentali. È imperativo, in questo ambito, rafforzare gli accordi finanziari per rispondere a questi impatti, coinvolgendo istituzioni finanziarie internazionali per garantire volumi finanziari adeguati;

    la crisi climatica e quella della biodiversità sono interconnesse e gli obiettivi dell'Accordo di Parigi non possono essere raggiunti senza ripristinare la natura. La biodiversità è minacciata da un tasso di perdita senza precedenti, aggravato dall'impatto dei cambiamenti climatici. La conservazione e il ripristino degli ecosistemi sono essenziali per mantenere la capacità del pianeta di assorbire carbonio e di fornire servizi ecosistemici vitali. Per tali motivi, la COP28 affronterà il bisogno di proteggere la biodiversità come un elemento chiave nella lotta al cambiamento climatico;

    la mobilitazione di finanziamenti per il clima sarà sempre di più il tema chiave dei negoziati. Senza trovare un nuovo accordo su chi paga, quanto e come, sarà difficile costruire la fiducia comune per alzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni nei piani nazionali (azione richiesta entro il 2025) e determinare i flussi finanziari dopo il 2025, termine dopo il quale non c'è un accordo sulla finanza per il clima. La COP28 dovrà quindi affrontare il tema per tutte e tre le dimensioni dell'Accordo di Parigi: la mitigazione, l'adattamento e le perdite e danni. La COP28 si concentrerà su quest'ultima, ma dovrà anche informare il negoziato della COP29 sull'obiettivo finanziario di lungo termine (post 2025). La riforma dell'architettura globale finanziaria ovvero le regole, i mandati e le risorse degli istituti finanziari internazionali (come, ad esempio, le banche multilaterali di sviluppo e istituti come Cassa depositi e prestiti e Sace) e la regolamentazione finanziaria per allineare i flussi finanziari agli obiettivi di Parigi e mobilitare la finanza privata – è riconosciuta come un pilastro per supportare la transizione e la costruzione di resilienza di tutti i Paesi;

    il Fondo italiano per il clima è il principale strumento per perseguire obiettivi nell'ambito degli accordi internazionali su clima e ambiente e, a legislazione vigente, prevede lo stanziamento di 4,2 miliardi di euro su cinque anni entro il 2026 in azioni di mitigazione e adattamento da sviluppare in Paesi partner secondo le strategie e gli obiettivi delineati dal già insediato comitato di indirizzo interministeriale;

    le previsioni contenute nel disegno di legge di bilancio per il 2024 evidenziano un taglio annuale del Fondo italiano per il clima di 240 milioni di euro nel triennio 2024-2026. Risorse che vengono spostate al 2027 per un totale di 840 milioni di euro. L'articolo 88, comma 17, dispone, poi, l'abrogazione della disposizione, introdotta dalla legge di bilancio per il 2022, che prevede che le esposizioni della Cassa depositi e prestiti, a valere sulle risorse della gestione separata, per interventi volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Fondo italiano per il clima, possano beneficiare della garanzia del fondo medesimo;

    si tratta di un ulteriore grave depotenziamento del fondo e di un pessimo segnale per gli impegni che attendono il nostro Paese;

    il Green deal europeo, il piano per fare dell'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, è insieme sia la risposta ai cambiamenti climatici, sia l'occasione per ricostruire su nuove basi la capacità economica e industriale italiana;

    la transizione ecologica è infatti la via migliore per rilanciare l'economia italiana attraverso un cambiamento del modello produttivo. Il Green deal è una sfida dell'oggi che guarda al futuro e per questo va sostenuta, senza lasciare indietro nessuno;

    in vista della preparazione della COP28 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato conclusioni, che fungeranno da posizione negoziale generale dell'Unione europea, in cui si evidenziano le opportunità che un'azione ambiziosa per il clima offre per il pianeta, l'economia globale e le persone e l'importanza di garantire una transizione giusta, che non lasci indietro nessuno, verso economie e società sostenibili, resilienti ai cambiamenti climatici e climaticamente neutre;

    in particolare, il Consiglio: a) sottolinea l'importanza di innalzare considerevolmente il livello di ambizione globale affinché l'obiettivo di 1,5 gradi centigradi resti raggiungibile; b) evidenzia l'importanza di rendere il settore dell'energia prevalentemente privo di combustibili fossili ben prima del 2050, nonché di adoperarsi a favore di un sistema energetico globale completamente o prevalentemente decarbonizzato negli anni 2030. Chiede, inoltre, di eliminare gradualmente il prima possibile le sovvenzioni ai combustibili fossili che non affrontano le questioni della povertà energetica o di una transizione giusta e un'azione globale al fine di triplicare la capacità di energia rinnovabile installata per portarla a 11 terawatt e raddoppiare il tasso del miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030; c) chiede maggiori sforzi a favore della mitigazione dei cambiamenti climatici e dell'adattamento agli stessi; d) riconosce la necessità di rafforzare i finanziamenti per il clima per affrontare perdite e danni;

    in un rapporto pubblicato a settembre 2023 dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), si legge come negli ultimi trenta anni la produzione agricola e zootecnica ha registrato perdite per circa 3,6 trilioni di euro. Una perdita media di 116 miliardi di euro all'anno: il 5 per cento del prodotto interno lordo agricolo mondiale. Particolarmente colpiti i settori strategici cerealicolo, ortofrutticolo e zootecnico con gravi conseguenze sulla sicurezza alimentare. La causa viene identificata nelle calamità naturali. In Italia il 30 per cento dei territori coltivabili è andato perso negli ultimi 25 anni e dunque la tutela e messa in sicurezza del territorio è diventata una condizione indispensabile ad ogni latitudine,

impegna il Governo:

1) in sede di negoziati della COP28:

  a) a sostenere l'azione climatica in modo ambizioso e trasparente durante il «Global stocktake», impegnandosi a presentare entro giugno 2024 un Pniec ambizioso per l'uscita ordinata e progressiva dalle fonti fossili, con particolare riferimento alla pianificazione dell'uscita dal gas, prima causa delle emissioni nazionali e della crisi economica degli ultimi anni, e a svolgere, altresì, una valutazione critica dei progressi fatti e quelli ancora da fare, stabilendo nuovi percorsi per rispettare gli impegni presi in vista del prossimo ndc europeo;

  b) a sostenere una roadmap globale per l'uscita ordinata da tutte le fonti fossili – carbone, petrolio e gas – e per l'eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e a promuovere, sia a livello nazionale che internazionale, politiche che favoriscano l'espansione delle energie rinnovabili, delle reti elettriche, dei sistemi di stoccaggio e dell'efficienza energetica, contestualmente ad una graduale eliminazione delle eccezioni riservate a nuovi investimenti fossili fuori dal territorio nazionale, pienamente in linea con la dichiarazione di COP26 sulla clean energy transition che l'Italia ha firmato assieme ad oltre 30 Paesi del mondo;

  c) a sostenere l'obiettivo di triplicare a livello globale la capacità di energia rinnovabile installata e raddoppiare il taglio dei consumi attraverso il miglioramento dell'efficienza energetica;

  d) a promuovere un approccio inclusivo verso la neutralità climatica, garantendo il coinvolgimento della società civile e la trasparenza nelle politiche ambientali, poiché è necessario un impegno condiviso per la riduzione delle emissioni e per l'adozione di pratiche sostenibili;

  e) a sostenere azioni finalizzate a garantire che i finanziamenti per l'adattamento ai cambiamenti climatici siano equamente distribuiti, con particolare riguardo verso i Paesi in via di sviluppo, e a garantire, inoltre, che i negoziati internazionali si traducano in impegni finanziari solidi e in iniziative concrete per sostenere l'adattamento globale;

  f) ad assicurare la tempestiva operatività del Fondo italiano per il clima secondo l'originale roadmap presentata a COP27, che prevede lo stanziamento di 4.2 miliardi di euro su cinque anni entro il 2026 in azioni di mitigazione e adattamento da sviluppare in Paesi partner secondo le strategie e gli obiettivi delineati dal già insediato Comitato di indirizzo interministeriale e in vista di una successiva fase di rifinanziamento del fondo (2026-2030) a copertura degli anni rimanenti al 2030, a tal fine garantendo l'incremento degli stanziamenti per il fondo e prevedendo idonee garanzie per le esposizioni della Cassa depositi prestiti per interventi volti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi del fondo medesimo;

  g) ad adottare iniziative volte a prevedere lo stanziamento di un contributo di almeno 100 milioni di dollari quale contributo dello Stato italiano per il nuovo fondo perdite e danni (loss & damage) e sostegno a meccanismi di compensazione per le perdite e i danni legati ai cambiamenti climatici secondo criteri di solidarietà finanziaria nella risposta all'emergenza e non solo schemi assicurativi o sotto forma di prestiti, prevedendo inoltre azioni finalizzate a garantire che le istituzioni finanziarie internazionali partecipino attivamente all'ideazione di soluzioni per le popolazioni più vulnerabili, nel pieno rispetto dei diritti umani delle popolazioni coinvolte;

  h) a sostenere iniziative finalizzate a garantire una risposta concreta alle sfide interconnesse del degrado del suolo, dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità e, in particolare, iniziative che prevedano politiche di conservazione e la creazione di aree protette, il ripristino degli ecosistemi e la loro protezione sia a livello nazionale che internazionale, nonché politiche di contrasto alla desertificazione, al degrado del suolo e alla siccità;

  i) a sostenere iniziative finalizzate alla creazione di un sistema finanziario globale che faciliti e incentivi gli investimenti sostenibili, orientando l'economia verso la neutralità climatica e rafforzando la resilienza di fronte al cambiamento climatico.
(1-00217) (Nuova formulazione) «Braga, Simiani, Provenzano, Vaccari, Peluffo, Curti, Ferrari, Scarpa, Forattini, Marino, Andrea Rossi, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando».

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta orale Evi n. 3-00789 del 9 novembre 2023.