XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta scritta:
BORRELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
l'11 dicembre 2022 nel corso di una riunione di condominio nel quartiere di Fidene della Capitale, morirono quattro donne: Sabina Sperandio, Nicoletta Golisano, Fabiana De Angelis ed Elisabetta Silenti, a seguito di una sparatoria perpetrata da Claudio Campiti;
la procura di Roma ha contestato le accuse di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, tentato omicidio di altre cinque persone partecipanti alla riunione, appropriazione e porto abusivo di armi e di lesioni personali derivanti dal trauma psicologico subito dai sopravvissuti;
il Gup ha, sostanzialmente, recepito l'impianto accusatorio sostenuto dalla procura;
stando a quanto accertato, l'imputato avrebbe sottratto l'arma a un poligono di tiro di Tor di Quinto (Roma) gestito dal Tiro a segno nazionale sezione di Roma; la procura ha richiesto il rinvio a giudizio anche per il presidente dell'associazione e di un dipendente della stessa addetto al locale armeria del poligono;
nel procedimento è stata avanzata dai familiari delle vittime, costituitesi parti civili, la richiesta di responsabilità civile, per omessa vigilanza, del Ministro dell'interno e di quello della difesa, sottolineando come la sottrazione dell'arma dal poligono di Tor di Quinto non fosse il primo caso avvenuto e che quindi, oltre agli addetti e ai vertici del poligono, le strutture competenti facenti capo ai suddetti Ministeri si sarebbero dovute attivare per evitare una tale reiterazione, che nel caso dell'imputato Campiti ha determinato un tragico epilogo;
i legali delle vittime, dopo aver preso visione dal verbale dell'udienza preliminare tenutasi il 27 novembre 2023, avevano reso pubblico che l'Avvocatura dello Stato, nel sostenere l'estraneità di responsabilità civile da parte dello Stato, aveva chiesto una «sentenza di non luogo a procedere» nei confronti dell'imputato;
il 28 novembre 2023 nota di Palazzo Chigi pubblicata sul sito istituzionale si affermava che «l'Avvocato dello Stato non ha mai chiesto nell'udienza preliminare che non si procedesse a carico dell'imputato»;
il giorno successivo diversi organi di informazione riportavano le dichiarazioni degli avvocati delle parti civili costituitesi nel procedimento, i quali confermavano che l'Avvocatura dello Stato aveva richiesto il non luogo a procedere come peraltro da precedente istanza, come si evince dal verbale dell'udienza pubblicato dagli organi di informazione;
a parere dell'interrogante la richiesta dell'Avvocatura dello Stato è particolarmente grave e irrispettosa nei confronti delle vittime e delle loro famiglie, in quanto al fine di evitare un eventuale accertamento della responsabilità civile dello Stato è stata avanzata la richiesta di non luogo a procedere nei confronti di un imputato di una strage;
sempre a parere dell'interrogante è sconcertante che la Presidenza del Consiglio abbia diffuso un comunicato in cui si negava la veridicità della richiesta avanzata dalla Avvocatura dello Stato, la quale al contrario risultava dagli atti processuali –:
sulla base di quali fonti e informazioni la Presidenza del Consiglio dei ministri abbia ritenuto di diffondere un comunicato che non appare veritiero circa la richiesta avanzata dalla Avvocatura dello Stato nel procedimento a carico dell'imputato Campiti;
se la Presidenza del Consiglio dei ministri sia conoscenza delle motivazioni e delle ragioni giuridiche poste alla base della richiesta di non luogo a procedere avanzata dalla Avvocatura dello Stato nel procedimento a carico dell'imputato Campiti;
quali siano gli orientamenti della Presidenza del Consiglio dei ministri, pur nel rispetto della autonomia e indipendenza della Avvocatura dello Stato, relativi alla richiesta di non luogo procedere avanzata dalla stessa Avvocatura nel procedimento a carico dell'imputato Campiti.
(4-01983)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
secondo l'ufficio di statistica nazionale ungherese la popolazione carceraria ha superato le 19 mila persone nel 2022 (a fronte di una popolazione inferiore a 10 milioni di persone);
il Paese ha così raggiunto un record negativo assoluto degli ultimi 33 anni in termini di popolazione carceraria, come ha affermato la Ong per i diritti umani «Hungarian Helsinki Commitee»;
tra i detenuti in Ungheria c'è anche una cittadina italiana, Ilaria Salis, che si trova dallo scorso febbraio in carcere a Budapest per aver partecipato agli scontri con i neonazisti europei l'11 febbraio 2023, in occasione della cosiddetta «Giornata dell'onore»;
da notizie a mezzo stampa, parrebbe che, nella memoria legale nel procedimento di estradizione a carico di Gabriele Marchesi, coimputato della donna in Ungheria, siano stati riportati anche stralci delle lettere della Salis dal carcere, nelle quali la stessa denuncia le condizioni di detenzione che, a suo dire, prevedono episodi frequenti di trattamenti inumani e degradanti, tra cui detenuti al guinzaglio degli agenti di scorta, sezioni miste donne e uomini, celle con spazio inferiore ai 3,5 metri quadrati, mancate retribuzioni del lavoro in carcere per i detenuti stranieri;
i legali affermano che il regime carcerario in Ungheria è incompatibile con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo che vieta trattamenti inumani e degradanti e per i quali l'Ungheria è già stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo anche con riferimento al sovraffollamento carcerario –:
se il Governo abbia avuto modo di verificare le affermazioni della connazionale Salis con riguardo alla situazione delle carceri ungheresi e quali siano le reali condizioni delle stesse.
(5-01689)
Interrogazione a risposta scritta:
PAVANELLI, FEDE, CARAMIELLO e PELLEGRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
in data 23 giugno 2016, nel Regno Unito, si è svolto il referendum che ha avviato la procedura di cui all'articolo 50 Tue, finalizzata all'uscita del Paese dall'Unione europea (cosiddetta «Brexit»), conclusasi ufficialmente in data 31 gennaio 2020;
nell'Accordo di recesso raggiunto tra Unione europea e Regno Unito sono stati disciplinati, tra gli altri, gli aspetti riguardanti la protezione dei diritti dei cittadini Ue che vivono nel Regno Unito e dei cittadini britannici che vivono in altri Paesi europei, e gli impegni finanziari assunti in precedenza dal Regno Unito e le frontiere;
in particolare, i cittadini europei nel Regno Unito o i cittadini britannici che risiedevano in uno Stato membro antecedentemente al gennaio del 2021, possono continuare a vivere e lavorare nel Paese in cui sono stabiliti, purché già registrati e in possesso dei permessi concessi dalle autorità nazionali;
fuori da queste ipotesi, il diritto di un cittadino britannico di stabilirsi e di lavorare in uno degli Stati membri Ue non è garantito automaticamente, ma anzi, può essere oggetto di restrizioni;
ferma restando la possibilità per i cittadini britannici di visitare, senza visto, l'Unione europea per un massimo di 90 giorni in un periodo di 180 giorni, la visita che si protragga oltre tale termine, così come la permanenza in altro Paese europeo, soggiace alle stesse condizioni di entrata e di soggiorno previste per chi proviene da fuori dal Unione europea;
tale disciplina, che non prevede eccezioni di sorta, sta provocando non poche problematiche, specialmente nei confronti dei cittadini britannici che possiedono una seconda casa in Europa;
secondo quanto noto all'interrogante, il Senato francese starebbe valutando di concedere a questi ultimi, un permesso speciale che consenta di rimanere più a lungo dei 90 giorni consentiti, concedendo, nel caso de quo, il diritto automatico al visto per soggiorni di lunga durata senza alcuna formalità;
si evidenzia, altresì, che i proprietari di case sono a tutti gli effetti contribuenti locali nonché, in numerosi casi, parte integrante della comunità presso la quale sono stabiliti e vivono per diversi periodi prolungati dell'anno –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non intenda adottare iniziative volte a prevedere una disciplina derogatoria per i cittadini britannici proprietari di immobili in Italia.
(4-01981)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
MARINO, PROVENZANO, PORTA, BARBAGALLO e IACONO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nello scorso mese di ottobre 2023, così come annunciato da Anas nel corso di un tavolo tecnico tenutosi presso la prefettura di Enna nel mese di aprile 2023, si sarebbero dovuti concludere i lavori dello svincolo autostradale A19 sul viadotto Euno, con conseguente, successivo, abbattimento del cavalcavia;
si ricorda che i lavori sono iniziati nell'ottobre del 2021, con un primo impegno di realizzare il tutto entro l'estate del 2022. Tale scadenza è stata poi prorogata ad ottobre 2023;
alla data odierna niente di quanto annunciato si è verificato e i lavori, che durano ormai da più di due anni per il risanamento strutturale di un tratto di circa un chilometro, risultano ancora inconclusi;
Enna è quindi in una condizione di quasi isolamento da oltre 700 giorni, situazione gravissima considerato che si tratta di una città capoluogo che conta, tra l'altro, la presenza di due atenei con oltre 10 mila iscritti;
tale perdurante situazione comporta danni anche alle imprese e al commercio, e frena lo sviluppo del turismo –:
quali siano i motivi del ritardo nella conclusione dei lavori di cui in premessa e quando sia prevista la conclusione dei lavori e la conseguente riapertura dello svincolo per Enna dell'A19.
(5-01688)
Interrogazione a risposta scritta:
PAVANELLI e CARAMIELLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
lo svincolo E45 «Collazzone-Marsciano» è lo svincolo di maggiore transito presente tra Perugia e Terni;
la strada provinciale in oggetto risulta essere in larga parte adiacente a zone esondabili individuate dal vigente Pgr del comune di Marsciano;
lo svincolo dalla E45 verso la SP375 rappresenta l'unico accesso a Marsciano provenendo da un'arteria regionale principale. Gli altri accessi dalla E45 avvengono unicamente transitando dai comuni limitrofi o da strade secondarie e centri abitati;
l'uscita dalla E45 verso Marsciano rappresenta un fondamentale collegamento per i comuni di San Venanzo e Fratta Todina;
il ponte «Montemolino», tra Todi e Montecastello di Vibio, che insiste sul Fiume Tevere, sarà oggetto di interventi strutturali nell'ambito del PNRR e pertanto resterà chiuso per un periodo prolungato precludendo un'ulteriore uscita dalla E45;
si rende pertanto necessario garantire la percorrenza in sicurezza della SP375, anche facendo ricorso ai fondi stanziati per il contenimento del dissesto idrogeologico –:
se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a stanziare congrue risorse per garantire sicurezza e ragionevoli tempi di percorrenza nei tratti stradali descritti in premessa, al fine di non pregiudicare i collegamenti da e verso le aree interne del Paese.
(4-01980)
INTERNO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
con decreto del presidente della provincia di Benevento n. 154 del 31 ottobre 2023 sono stati convocati e indetti i comizi elettorali per il rinnovo del consiglio provinciale per il giorno 20 dicembre 2023;
l'articolo 1, comma 73, delle legge 7 aprile 2014, n. 56 prevede che «Le liste sono presentate presso l'ufficio elettorale di cui al comma 61 dalle ore otto del ventunesimo giorno alle ore dodici del ventesimo giorno antecedente la votazione.»;
nel predetto decreto del presidente della provincia n. 154 del 2023 è scritto: «DATO ATTO che in base alle predette norme ed alle determinazioni degli organi sovra ordinati e di raccordo a livello nazionale, il sottoscritto è tenuto a procedere ad indire le elezioni per il rinnovo del Consiglio per il giorno 20 Dicembre 2023, mercoledì»;
tutti gli atti e i provvedimenti sinora adottati, comprese le accettazioni di candidatura e la raccolta delle firme per la presentazione delle liste, sono avvenuti con l'indicazione e la consapevolezza della circostanza che le elezioni si svolgessero nella data di mercoledì 20 dicembre 2023;
ai sensi dell'articolo 1, commi 58 e 69, della legge n. 56 del 2014, la base elettorale per l'elezione del presidente della provincia e dei consiglieri provinciali e rappresentata dall'insieme dei consiglieri e dei sindaci dei comuni della provincia di Benevento in carica alla data del 35° giorno antecedente quello della votazione;
su espressa richiesta della provincia, ai fini della determinazione numerica e nominativa dell'elettorato attivo, i segretari comunali hanno trasmesso un'attestazione, da inviarsi fra il 34° e 32° giorno antecedente l'elezione, contenente l'elenco degli amministratori in carica (sindaco e consiglieri comunali) alla data del 35° giorno antecedente quello della votazione, per i quali sia avvenuta la convalida degli eletti da parte del consiglio comunale a norma di quanto previsto dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
a norma del punto 3 della circolare n. 32 del 2014 «Linee guida» del Ministero dell'interno per l'elezione di 2° grado digli organi delle province, «I comizi per l'elezione dei presidenti e dei consigli provinciali vengono convocati con provvedimento del presidente della provincia o del commissario straordinario. Il provvedimento di indizione dei comizi elettorali potrebbe opportunamente essere adottato entro il 40° giorno antecedente quello della votazione»;
il termine dei quaranta giorni prima è a garanzia del corretto svolgimento di tutte le successive fasi del procedimento elettorale;
in data 30 novembre 2023 con decreto n. 167 il presidente della provincia di Benevento ha modificato la data di indizione e convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del consiglio provinciale spostandola dal giorno 20 dicembre 2023 al giorno 21 dicembre 2023;
il diritto di elettorato (attivo e passivo) ha rilievo costituzionale (articolo n. 48 della Costituzione);
alla luce di quanto innanzi, ad avviso dell'interpellante, il procedimento elettorale è, allo stato, alterato, in quanto non si tratta di modifica di refuso della data ma dell'emanazione di un nuovo e diverso decreto presidenziale di fissazione di una nuova e diversa data di indizione e convocazione dei comizi elettorali, con la conseguenza che non è rispettato il termine di cui all'articolo 3 della circolare n. 32 del 2014, quello a garanzia della determinazione della base elettorale di cui all'articolo 1, commi 58 e 69, della legge n. 56 del 2014 nonché della determinazione numerica e nominativa dell'elettorato attivo ai sensi del decreto legislativo n. 267 del 2000;
tale modifica della indizione e convocazione dei comizi elettorali è avvenuta nell'ultimo giorno utile per la presentazione delle liste in base alla data del 20 dicembre 2023 e dunque ha determinato la concessione, di fatto, di una proroga secondo l'interpellante contra legem;
tale proroga del termine consente di poter presentare le liste oltre il termine di legge originariamente previsto dalla legge articolo 1, comma 73, della legge 7 aprile 2014, n. 56;
appaiono attentati i diritti costituzionali (elettorato attivo e passivo) degli amministratori provinciali di Benevento in quanto per le ragioni di cui innanzi non appaiono rispettate le garanzie di legge a tutela della corretta informazione degli elettori e del regolare svolgimento del procedimento elettorale;
tale situazione rappresenta, a giudizio dell'interpellante, una grave e persistente violazione di legge;
l'articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000 stabilisce che «I consigli comunali e provinciali vengono sciolti con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno: a) quando compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico» –:
se sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa;
se intenda intervenire, con urgenza, anche per il tramite della prefettura di Benevento, al fine di verificare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione dell'articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000 e dunque procedere allo scioglimento del consiglio provinciale di Benevento ovvero quali eventuali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare.
(2-00286) «Rubano».
Interrogazioni a risposta scritta:
BARBAGALLO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:
gli episodi di violenza nel corso delle manifestazioni sportive sono in costante aumento e, tra questi, assumono particolare rilievo gli atti commessi a danno di arbitri e di altri soggetti chiamati a svolgere un ruolo nel contesto della direzione di gara;
l'Associazione italiana arbitri (AIA) della Federazione italiana giuoco calcio (FIGC), nel 2007, ha istituito l'Osservatorio sulla violenza agli ufficiali di gara quale strumento di monitoraggio degli atti di violenza in danno dei propri associati;
tra le principali forme di violenza si possono annoverare: la violenza fisica grave, cioè la violenza che procura un danno fisico all'ufficiale di gara, accertato mediante refertazione sanitaria; la violenza fisica, senza accertamento da parte di un presidio ospedaliero; la violenza tentata da parte di tesserati (calciatori, allenatori e dirigenti) che, però, non cagiona danni fisici all'ufficiale di gara; la violenza morale, ossia condotte discriminatorie a danno degli ufficiali di gara poste in essere da soggetti tesserati;
il report dell'osservatorio sulla violenza agli arbitri, aggiornato al 23 novembre 2023, per quest'anno riporta dati complessivamente in aumento: sono 124 rispetto agli 85 della stagione passata nello stesso periodo;
le regioni con il maggior numero di episodi sono: Campania con 20 episodi, Piemonte con 14, Toscana con 13, Lombardia con 12, Sicilia con 12, Lazio con 11;
il quadro offerto dall'osservatorio annuale è desolante e, a parere dell'interrogante, i dodici episodi della Sicilia non sono da trascurare;
proprio pochi giorni fa, lo scorso 19 novembre 2023 a Palermo, durante un match di seconda categoria, si è consumato l'ennesimo episodio di violenza: un giocatore, in campo, ha sferrato un pugno in faccia all'arbitro; per il calciatore è arrivato il provvedimento di Daspo e per tre anni non potrà accedere ad alcuna manifestazione calcistica;
la normativa italiana in materia prevede specifici casi di applicazione del divieto di accedere alle manifestazioni sportive; la disciplina richiede sicuramente alcuni adattamenti, come ad esempio uniformare la normativa in tema di lesioni personali e omicidio preterintenzionale a danno di un arbitro o di altro soggetto cui risulti affidata la responsabilità di assicurare la regolarità tecnica di una manifestazione sportiva, o introdurre specifiche aggravanti di pena. Infine, bisognerebbe prevedere specifiche norme in materia di D.A.Spo e di obbligo di firma per le ipotesi di lesioni personali o omicidio preterintenzionale;
oltre alle norme di legge, è necessaria una profonda azione sul piano culturale che parta dalla sensibilizzazione dei più piccoli affinché nei campi da gioco si concretizzino i valori più alti dello sport senza dare luogo a manifestazioni di violenza di sorta –:
alla luce dei fatti esposti, quali iniziative urgenti si intenda assumere nel primo provvedimento utile al fine di tutelare gli arbitri e i soggetti a cui è affidata la responsabilità di assicurare la regolarità tecnica di una manifestazione sportiva.
(4-01982)
FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende da un articolo pubblicato sull'edizione di Genova del quotidiano la Repubblica del 30 novembre 2023 una ventina di migranti accolti nel centro allestito davanti al capannone degli ex cantieri navali Costaguta nel quartiere Voltri di Genova, gestito dalla Croce Bianca genovese, sono ancora ospitati in una dozzina di tende, nonostante la stagione invernale sia ormai cominciata;
tale sistemazione doveva essere soltanto temporanea, in attesa che venissero ricollocati dei moduli abitativi inizialmente posizionati in un'altra area individuata per ospitare minori stranieri non accompagnati;
il trasferimento dei suddetti moduli abitativi è al momento bloccato e non si conoscono i tempi entro i quali verrà iniziato e completato il loro allestimento a Voltri;
a parere dell'interrogante il fatto che nel mese di dicembre, a Genova, dei migranti siano ospitati in tende, in aree improvvisate, dimostra l'inefficacia delle politiche di accoglienza praticate dal Governo, il quale si ostina a mantenere un approccio emergenziale al fenomeno migratorio e, invece di adottare politiche strutturali di accoglienza, si adopera, al contrario, per smantellare le reti di accoglienza diffusa –:
quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere, sentita anche la prefettura di Genova, affinché vengano individuate soluzioni alternative per fornire un'adeguata sistemazione ai migranti oggi ospitati in tenda nel quartiere Voltri di Genova, visto anche l'approssimarsi della stagione invernale.
(4-01984)
ASCARI e CARAMIELLO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:
recentemente, il consigliere comunale di Forza Italia a Bologna, Nicola Stanzani, ha fatto delle dichiarazioni, in occasione di un evento solenne dedicato alla Giornata contro la violenza sulle donne, in cui riconduceva in sostanza l'aggressività maschile a un istinto naturale dell'uomo, proprio riferendosi ai femminicidi, sostenendo che «gli uomini sono animali e i maschi rispondono a istinti predatori»;
tali affermazioni, ad avviso degli interroganti, sembrano minimizzare la gravità e la natura criminale della violenza maschile sulle donne, suggerendo una sorta di giustificazione biologica o istintiva per atti di estrema violenza;
queste dichiarazioni sono state rilasciate in un contesto istituzionale, cosa che potrebbe aggravarne l'impatto e la portata –:
se il Governo sia a conoscenza di queste dichiarazioni e quali iniziative di competenza intenda prendere per contrastare un clima di tolleranza o giustificazione nei confronti di crimini così gravi come il femminicidio;
quali iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere per promuovere una cultura del rispetto e della parità di genere nelle istituzioni pubbliche, anche al fine di evitare qualsivoglia segnale che sembri sminuire la gravità della violenza di genere;
come il Governo intenda rafforzare la formazione e la sensibilizzazione delle figure pubbliche per prevenire la diffusione di messaggi dannosi e inesatti riguardo a questioni così delicate e importanti come la violenza sulle donne e il femminicidio.
(4-01987)
GRIMALDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende da un articolo pubblicato il 15 novembre 2023 sul sito «Altreconomia», l'offerta tecnica presentata dalla società Martinina srl alla prefettura di Milano per l'aggiudicazione dell'appalto da oltre 1,2 milioni di euro per la gestione del centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di via Corelli a Milano, che la stessa redazione ha potuto visionare, presenterebbe delle evidenti discordanze tra quanto riportato nei documenti e la realtà che si vive nella struttura;
alcuni degli accordi e dei protocolli d'intesa siglati con associazioni e altri soggetti esterni per svolgere servizi e attività volte a migliorare la vita delle persone trattenute nel Cpr sarebbero falsi – gli interessati, interpellati da Altreconomia hanno dichiarato la loro estraneità e l'assenza di qualsiasi contratto o accordo relativo alla gestione del Cpr di via Corelli –, mentre altri sarebbero stati sottoscritti con soggetti della cui esistenza non è stato possibile trovare alcuna traccia almeno online;
essendo risultata evidente l'assenza di servizi all'interno del centro come lenzuola non distribuite, raro utilizzo dei mediatori culturali, tutela legale inesistente, assistenza sanitaria carente, scarsa qualità del cibo, oltre che palesi incongruenze negli atti e nei documenti versati nella gara di appalto non si comprende quali sia stata l'effettiva attività di controllo posta in essere dalla prefettura sulla corretta gestione del Cpr milanese;
sul sito di Altreconomia si legge che Martinina srl nell'ottobre 2022 si è aggiudicata l'appalto per un anno (scadenza il 31 ottobre 2023, rinnovabile di un anno in assenza di nuove gare pubbliche) indetto dalla prefettura di Milano, presentando un'offerta in cui garantiva, tra le altre cose, la collaborazione con diverse associazioni e società profit, finalizzata ad assicurare l'erogazione di «servizi» da integrare nella gestione del Cpr di via Corelli;
inutile sottolineare come tutte le attività indicate nei protocolli non si sarebbero mai verificate nella struttura, come si evince anche dai report prodotti nel tempo da diversi soggetti, dall'Asgi al Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, e dagli stessi verbali delle visite di monitoraggio redatti proprio dalla prefettura;
anche la ricostruzione e i vari avvicendamenti nelle società gestite dall'imprenditore Alessandro Forlenza (ex gestore del Corelli con la Engel Italia) e dalla moglie Paola Cianciulli (attuale gestore del centro con la Martinina Srl e amministratrice e socia unica di Engel Family) è molto intricata e meriterebbe, ad avviso dell'interrogante, un approfondimento;
sempre in base a quanto risulta dalle fonti di stampa, dai verbali delle ispezioni prefettizie non emerge una verifica dettagliata di quanto avviene nella struttura e risulta assente qualsiasi considerazione sul rispetto dei diritti fondamentali e sulla corretta esecuzione dei servizi presenti nell'offerta tecnica;
l'importante monitoraggio effettuato dalla società civile sulla gestione del Cpr di via Corelli fa emergere tanti punti oscuri che andrebbero maggiormente indagati circa le responsabilità dell'ente gestore per le condizioni in cui versa il centro nonché della prefettura rispetto alle attività di controllo che avrebbe dovuto porre in essere sia in fase di aggiudicazione dell'appalto che, successivamente, nella fase di gestione –:
se il Ministro interrogato non intenda verificare la veridicità dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per appurare eventuali inadempienze da parte della prefettura nei controlli sulla gestione del Cpr di via Corelli a Milano, ponendo in essere ogni atto utile a ripristinare una corretta, gestione del Cpr.
(4-01988)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta scritta:
PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende dalla stampa locale l'edificio scolastico della scuola primaria di San Genesio nei giorni scorsi è stato posto sotto sequestro, a scopo cautelativo, dalla procura di Pavia, a causa di presunte irregolarità negli interventi di messa in sicurezza, miglioramento sismico, adeguamento antincendio e ampliamento degli spazi eseguiti, secondo gli inquirenti, senza rispetto per le regole né cautele che potrebbero aver compromesso la stabilità della struttura;
la polizia giudiziaria ha accertato che il comune di San Genesio ha percepito 613 mila euro come finanziamento del PNRR finalizzato ad eseguire interventi per manutenzione straordinaria e ampliamento della scuola primaria;
l'indagine ha portato agli arresti domiciliari un ingegnere dello studio di progettazione Civiling Lab, la direttrice dell'ufficio tecnico del comune di San Genesio, il presidente e il direttore generale della municipalizzata Asm Pavia con accuse, a vario titolo, di indebita percezione di denaro pubblico e irregolarità negli appalti;
per i pubblici ministeri titolari delle indagini le contestazioni sono lo spaccato di «un sistema circolare in cui le aziende municipalizzate» o «gli enti locali subiscono deprivazioni a vantaggio di individui attivi nel campo della politica». Soldi usati «per scopi personali», per il «rifinanziamento delle campagne elettorali, così da mantenere le funzioni già occupate e di ribadire lo schema»;
il Gip parla di «grovigli di linee d'ombra generate da condotte di connivenza, di fiancheggiamento, di compartecipazione». Un sistema «torbido» in cui le gare vengono «truccate» per escludere i vincitori e affidare i lavori ad aziende amiche;
se venissero confermate le irregolarità nell'esecuzione dei lavori e la consapevolezza da parte dei progettisti dei difetti di progettazione e delle gravi inadempienze nella realizzazione dei lavori con veri e propri vizi strutturali, sarebbe gravissimo che sia stata messa deliberatamente in pericolo la sicurezza dei bambini e di tutto il personale scolastico che quotidianamente frequenta l'istituto;
a parere dell'interrogante non è ammissibile che fondi del PNRR destinati all'edilizia scolastica vengano utilizzati in modo illecito e irregolare, che i lavori vengano affidati a ditte che non sono in grado di effettuare i lavori a regola d'arte, utilizzati per favorire piccoli o grandi gruppi di affaristi che progettano ed eseguono i lavori lucrando sulla sicurezza delle persone e occorre dunque vigilare affinché episodi come quello descritto non si verifichino in futuro –:
quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo al fine di rafforzare la vigilanza e il controllo sugli appalti affidati con le risorse messe a disposizione dal PNRR affinché i lavori realizzati con l'utilizzo di tali risorse vengano affidati in modo regolare e trasparente a ditte affidabili ed effettuati a «regola d'arte», come quello citato in premessa.
(4-01986)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
GRIBAUDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
bisognerebbe essere tutti consapevoli dell'importante ruolo svolto quotidianamente dalle ispettrici e dagli ispettori del lavoro, autorevolmente ricordato anche dal Presidente della Repubblica, che, come risulta anche da un comunicato della Presidenza, ha indirizzato un ringraziamento a questi lavoratori «che ogni giorno si spendono per intercettare le irregolarità in materia di sicurezza e garantire l'applicazione delle regole»;
in tale contesto, è stato sottolineato anche come le morti sul lavoro rendano evidente che quello che si sta facendo non è abbastanza; non si riscontra tuttavia, secondo l'interrogante, un sincero interesse da parte della Ministra del lavoro e delle politiche sociali sul potenziamento del ruolo dell'ente preposto, l'INL;
resta, infatti, un problema di fondo, che ad avviso dell'interrogante riguarda il conflitto di interesse della Ministra interrogata e dunque la volontà politica di non investire serialmente sull'INL, e sull'attività di vigilanza sul lavoro più in generale, come ha dimostrato con la firma dei protocolli d'intesa sottoscritti dal presidente dell'ordine dei consulenti del lavoro, dottor Rosario De Luca – marito della Ministra interrogata – e dal direttore dell'INL dottor Paolo Pennesi – già direttore generale del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro –, protocolli mai ritirati, che vanno nella direzione di indebolire l'INL, mettendolo sotto tutela e avviando un percorso di privatizzazione di alcune fondamentali funzioni pubbliche di vigilanza, che vede la nostra totale contrarietà e la più totale opposizione;
in questi mesi, nonostante l'arrivo di centinaia di nuovi ispettori e funzionari, nulla si è messo in campo per rendere più attrattivo e appetibile l'INL, col risultato che altre centinaia di lavoratori non hanno preso servizio – in particolare nelle sedi del Nord Italia – e molti altri hanno rinunciato, così vanificando in parte l'effetto di potenziamento che si era avviato;
il 30 ottobre 2023, si è tenuto il terzo sciopero del personale dell'ispettorato nazionale del lavoro, indetto da tutte le sigle sindacali con la richiesta, tra le altre, di aumentare il salario accessorio dei lavoratori di questo ente che, altrimenti, per effetto dei blocchi normativi e dell'aumento di personale, verrà a ridursi in maniera considerevole, rendendo l'INL ancora meno attrattivo e aumentando l'emorragia di personale;
sul tavolo resta ancora il nodo della mancata perequazione dall'indennità di amministrazione del triennio 2020-2022, che riguarda INL e altre agenzie, come Anpal, che nonostante le rassicurazioni della Ministra interrogata non sembra arrivare all'esito auspicato dalle lavoratrici e dai lavoratori dell'ente –:
se si intenda finalmente adottare le iniziative di competenza volte a trasformare, con le opportune modifiche normative, l'ispettorato del lavoro in una moderna e autonoma agenzia, in grado di attrarre le professionalità e le competenze che servirebbero per contrastare le illegalità del mondo del lavoro;
se e come si intenda aumentare il salario accessorio del personale dell'INL che, a seguito dell'aumento di personale, rischia addirittura di essere dimezzato se non si interviene subito, con la conseguente emorragia di personale verso altre amministrazioni pubbliche;
se sarà previsto il pieno riconoscimento degli arretrati della perequazione dell'indennità di amministrazione per il triennio 2020-2022;
infine, se ed entro quanto tempo si intenda dotare tutto il personale della strumentazione adeguata, come accesso pieno e completo a banche dati pubbliche e private e cellulari di servizio (visto che ad oggi tutti i dipendenti e in particolare gli ispettori devono usare i propri cellulari personali), di programmi adeguati allo svolgimento delle attività istituzionali e di un'informatizzazione piena, anche considerando che finora l'INL ha già speso svariati milioni di euro per la propria informatizzazione, senza tangibili risultati.
(5-01690)
SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
MARIANNA RICCIARDI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
in sede di conversione del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, all'articolo 12 veniva aggiunto, dopo il comma 2, il comma 2-bis: «Fino all'adozione del regolamento previsto dall'articolo 19, comma 11, terzo periodo, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, fermo restando quanto previsto dall'articolo 11 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 2019, n. 60, in via sperimentale, il personale medico in formazione può prestare la propria collaborazione volontaria e occasionale, con contratto libero-professionale, agli enti e alle associazioni che, senza scopo di lucro, svolgono attività di raccolta di sangue ed emocomponenti. Tale attività è prestata al di fuori dell'orario dedicato alla formazione specialistica e fermo restando l'assolvimento degli obblighi formativi»;
il 26 novembre 2023 è entrato in vigore il decreto ministeriale 30 agosto 2023, n. 156, con cui il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca e il Ministro dell'economia e delle finanze, ha adottato il «Regolamento recante la disciplina per l'attività di raccolta sangue ed emocomponenti da parte di laureati in medicina e chirurgia abilitati. (23G00169) (Gazzetta Ufficiale Serie generale n. 264 del 11 novembre 2023)»;
al comma 1 dell'articolo 1 del predetto decreto ministeriale, il regolamento prevede disposizioni di attuazione dell'articolo 19, comma 11, secondo e terzo periodo, della legge 28 dicembre 2001 n. 448, individuando modalità e limiti per la collaborazione volontaria, gratuita e occasionale di laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche iscritti a corsi di specializzazione o ai corsi di formazione specifica in medicina generale, di seguito medici specializzandi, presso gli enti e associazioni che svolgono attività di raccolta di sangue ed emoderivati senza scopo di lucro;
il nuovo decreto pone un interrogativo sulle attività che gli specializzandi portavano avanti da maggio, in virtù di quanto stabilito dalla legge 26 maggio 2023, n. 56 (conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, recante misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali), a seguito di apposite convenzioni tra università e associazioni: tale attività veniva permessa nell'attesa di un regolamento da adottarsi appunto con decreto ministeriale;
il regolamento predetto sembra però ribadire esattamente il contrario di quanto avrebbe dovuto disciplinare, ovvero individua modalità e limiti per la collaborazione volontaria, gratuita e occasionale di laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche iscritti a corsi di specializzazione o ai corsi di formazione specifica in medicina generale, presso gli enti e associazioni che svolgono attività di raccolta di sangue ed emoderivati senza scopo di lucro;
i dubbi interpretativi emersi alla luce di questo regolamento circa il tipo di inquadramento contrattuale e il trattamento economico dei laureati in medicina e chirurgia abilitati, anche iscritti a corsi di specializzazione o ai corsi di formazione specifica in medicina generale, rischia di mettere in pericolo le attività di raccolta di molte regioni che, proprio tramite il ricorso ai medici in formazione, riuscivano a garantire l'attività dei centri di raccolta consentendo al sistema di raccolta del sangue di raggiungere l'autosufficienza –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto in premessa, e se non valuti l'adozione di un nuovo regolamento, tramite successivo decreto ministeriale, al fine di sciogliere i dubbi interpretativi di cui in premessa.
(5-01687)
Interrogazione a risposta scritta:
PAVANELLI, FEDE, CARAMIELLO e PELLEGRINI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 9-ter, comma 9, del decreto-legge n. 78 del 2015, nell'ottica di razionalizzazione della spesa pubblica, ha imposto alle aziende fornitrici di dispositivi medici alle strutture sanitarie pubbliche di concorrere al ripianamento dell'eventuale superamento del tetto di spesa regionale per gli acquisti di dispositivi medici per gli anni 2015, 2016, 2017, 2018 cosiddetto «payback sanitario»;
la medesima disposizione, al comma 9-bis (introdotto dall'articolo 18, comma 1, del decreto-legge n. 115 del 2022 cosiddetto decreto «Aiuti bis») prevede una deroga alle disposizioni di cui all'ultimo periodo del comma 9 e demanda alle regioni e alle province autonome il compito di definire «con proprio provvedimento, da adottare entro novanta giorni dalla data di pubblicazione del predetto decreto ministeriale, l'elenco delle aziende fornitrici soggette al ripiano per ciascun anno, previa verifica della documentazione contabile anche per il tramite degli enti del servizio sanitario regionale»;
in ragione dell'incombenza del termine entro il quale le aziende fornitrici avrebbero dovuto assolvere ai propri adempimenti in ordine ai versamenti in favore delle singole regioni e province autonome, il Governo ha introdotto l'articolo 4, comma 8-bis, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 (cosiddetto milleproroghe), con cui è stata disposta una nuova scadenza al 30 aprile 2023;
spirato tale termine, numerose aziende fornitrici, a fronte di un onere economico ingente, insostenibile e ritenuto iniquo, si sono trovate costrette ad adire gli organi giudiziari competenti, rilevando, a fondamento della pretesa giudiziaria, tra le altre cose, l'illegittimità sostanziale del sistema posto a fondamento del cosiddetto payback sanitario, e l'incostituzionalità della norma e la violazione delle direttive UE in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture;
in data 24 novembre 2023, è stata resa nota la decisione del Tar Lazio di emanare le prime ordinanze di rimessione alla Corte costituzionale con riferimento alle cause che erano state trattenute in decisione all'esito delle udienze pubbliche del 23 ottobre 2023;
nelle ordinanze, i giudici amministrativi hanno rilevato diversi potenziali profili di illegittimità costituzionale con particolare riferimento all'errata equiparazione del meccanismo del payback sui dispositivi medici con quello sui farmaci (articolo 3 della Costituzione); l'ingiustificato sacrificio dell'iniziativa economica privata con la determinazione di un tetto di spesa «ex post» (articolo 41 della Costituzione); l'assenza di criteri e di prevedibilità nella quantificazione del payback (articolo 117, comma 1, della Costituzione); la delega in bianco per la totale assenza di criteri specifici e vincolanti per le amministrazioni nella determinazione dei tetti (articolo 23 della Costituzione);
in attesa della pronuncia sulle rilevate questioni di legittimità costituzionale, i giudizi a quo sono stati sospesi, lasciando impregiudicati i provvedimenti cautelari emessi e, dunque, le sospensive emanate nei confronti delle imprese che hanno impugnato i provvedimenti relativi al payback;
per converso, il meccanismo del payback continua ad operare nei confronti delle imprese che non hanno adito l'autorità giudiziaria e che continuano ad essere esposte al rischio di compensazioni e/o di esecuzioni del credito da parte delle regioni, a fortiori nell'ipotesi in cui il termine ultimo per i pagamenti – fissato per la fine di novembre 2023 – non dovesse essere ulteriormente prorogato –:
se, alla luce delle ordinanze di rimessione alla Corte costituzionale, il Governo intenda adottare iniziative di carattere normativo per eliminare o modificare sostanzialmente il funzionamento del meccanismo del payback sanitario;
se, in via gradata, non si intenda adottare le iniziative di competenza volte a rinviare il termine per i pagamenti all'esito del giudizio di legittimità costituzionale.
(4-01985)
Apposizione di una firma ad una interpellanza.
L'interpellanza urgente Donno e altri n. 2-00283, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 novembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Traversi.