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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 6 dicembre 2023

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DELLA VEDOVA e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 1 dicembre 2023, sul sito dell'ambasciata d'Italia a Mosca, è stato pubblicato il resoconto del discorso di commiato dell'ambasciatore Giorgio Starace;

   in occasione della cerimonia di commiato, si è registrata la presenza di rappresentanti della comunità dei connazionali a Mosca, delle imprese italiane attive in Russia e del corpo diplomatico accreditato;

   è stata inoltre riportata la partecipazione di esponenti della società civile russa, non è chiaro se sostenitori del regime putiniano e della sua guerra di aggressione ai danni dell'Ucraina – condannata in ogni modo ed in ogni sede dall'Italia e dalla UE – oppure se critici della scelta inaccettabile del Governo russo e quindi sintonici con la posizione della Repubblica italiana in tutte le sue articolazioni;

   in precedenza, infatti, precisamente l'11 ottobre 2023, il noto propagandista filoputiniano Andrea Lucidi ha partecipato ad un evento in ambasciata –:

   se questo evento in ambasciata e il «fare il punto sulle prospettive economiche del Paese e gli sviluppi normativi, anche alla luce del quadro sanzionatorio», corrisponda o meno a istruzioni provenienti dal Governo, e più specificatamente dal dicastero guidato dal Ministro interrogato.
(5-01719)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   SERGIO COSTA, ILARIA FONTANA, L'ABBATE, MORFINO e BARZOTTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel giugno 2023 sono iniziati i lavori per un intervento di captazione idrica e l'interramento delle relative condotte presso il lago Bianco nel parco nazionale dello Stelvio nel sito Natura 2000 – ZPS IT2040044 – Parco dello Stelvio e all'interno della riserva naturale statale di Tresero-Dosso del Vallon;

   il parco nazionale dello Stelvio rappresenta un luogo che necessita di particolare attenzione da parte della pubblica amministrazione, in relazione alla sentenza di inadempimento del 20 settembre 2007 della Corte di giustizia dell'Unione europea (causa C-304/05, Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana);

   il dispositivo di detta sentenza recita: «avendo [La Repubblica italiana] autorizzato misure suscettibili di avere un impatto significativo sulla ZPS IT2040044 Parco Nazionale dello Stelvio, senza assoggettarle ad un'opportuna valutazione della loro incidenza alla luce degli obiettivi di conservazione della detta zona... [la Repubblica italiana] è venuta meno agli obblighi ad essa imposti dall'art. 6, nn. 2-4, della Direttiva del Consiglio 21 maggio 1992, 92/43/CEE»;

   da oltre due mesi, il sito web SI VIC Sistema informativo per la valutazione d'incidenza ambientale risulta inaccessibile né risulta effettuata, o almeno verificata, la notifica preliminare ex articolo 99 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;

   il manuale della regione Lombardia per la gestione degli habitat prescrive determinate linee guida per i cantieri nella zona interessata, tra cui l'uso di torbiere di transizione, che permettano una «gestione di tipo passivo evitando tutti gli interventi che influenzino le caratteristiche delle acque presenti garantendone provenienza, modalità di circolazione e composizione»;

   nello stesso manuale si legge che «è necessario garantire la permanenza del regime idrologico e dell'azione morfogenetica dello stesso, alle quali è legata l'esistenza delle estensioni di greto attivo in fregio», e si prevede di «escludere ogni forma di intervento modificatore»;

   il progetto presenta profili formali di censura che, se confermati, renderebbero nullo l'intero procedimento: tra questi, il fatto che, tra i proprietari dei terreni sotto cui dovrebbero essere collocate condutture elettriche e idrauliche, vi è anche il CAI Brescia, elencato nel dettaglio particellare di progetto, ma non menzionato negli altri atti e verbali;

   non risulta che l'attività di cantiere sia stata puntualmente indicata e conseguentemente valutata in sede di Vinca;

   l'habitat è stato distrutto a valle del cantiere dell'opera di presa e per una larghezza di oltre 5 metri, ben superiore a quanto previsto dal progetto (1,5 metri) e una lunghezza di 50-70 metri;

   i lavori citati contravvengono ad almeno due delle condizioni per lo svolgimento delle attività di cantiere poste dal parere emesso il 12 giugno 2018 da Ersaf e Parco Stelvio, con «positiva valutazione» del progetto;

   secondo tale parere, i lavori «dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti per limitare i potenziali fattori disturbo e interferenze con habitat ed ecosistemi», e «Tutte le operazioni di scavo dovranno essere condotte nel rispetto delle sezioni indicate, da realizzare con piccoli mezzi meccanici, minimizzando gli impatti in considerazione della delicatezza del contesto naturalistico d'alta quota»;

   al contrario, la realizzazione del progetto non ha finora adottato tali accorgimenti né condotto gli scavi nel rispetto delle sezioni indicate né attraverso l'utilizzazione di «piccoli mezzi meccanici»;

   una torbiera tutelata (habitat 7140) nei pressi è stata danneggiata dai lavori: una parte ha subito la distruzione della vegetazione, un'altra parte vede porzioni di suolo torboso allo scoperto, la porzione a valle è stata modificata dalla costruzione di una scogliera in pietra sul torrente Gavia ed è stato apposto un tubo di drenaggio al di sotto della carrareccia che la separa in due zone –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare le iniziative di competenza allo scopo di assicurare il corretto svolgimento dei lavori, in modo da preservare il patrimonio naturale adesso in pericolo.
(4-02001)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   DELL'OLIO e FENU. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la legge finanziaria per il 2006 (legge 23 dicembre 2005, n. 266, articolo 1, commi 337 e seguenti) ha introdotto la possibilità per il contribuente di devolvere il 5 per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a soggetti che operano in settori di riconosciuto interesse pubblico per finalità di utilità sociale;

   l'istituto del 5 per mille è stato regolarmente rifinanziato negli anni successivi, mentre con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri sono state emanate specifiche disposizioni riguardanti il riparto e la corresponsione delle somme e la loro rendicontazione da parte dei beneficiari;

   le risorse finanziarie destinate alla distribuzione dei contributi derivanti dal 5 per mille sono state stabilizzate a decorrere dal contributo dell'anno 2015;

   l'articolo 1, comma 154 della legge di stabilità 2015 ha destinato le risorse complessive di 525 milioni di euro per l'erogazione del «cinque per mille dell'Irpef» per l'anno 2022;

   con riferimento alle modalità di pagamento, il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 luglio 2020 disciplina le modalità e i termini per il pagamento e per la comunicazione dei dati necessari ai fini del pagamento del cinque per mille;

   ai sensi dell'articolo 14, commi 1 e 3, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 luglio 2020, gli enti beneficiari devono comunicare entro il 30 settembre 2025 i dati necessari per il pagamento delle somme assegnate, al fine di consentirne l'erogazione entro il termine previsto (entro il termine di chiusura del secondo esercizio successivo a quello di impegno), pena la perdita del diritto a percepire il contributo per l'esercizio 2022 del cinque per mille, con conseguente riversamento dei relativi importi all'entrata del bilancio dello Stato ai fini della successiva riassegnazione al Fondo corrispondente;

   per comunicazione all'amministrazione erogatrice dei «dati necessari per il pagamento» si intende la comunicazione al Ministero, per il tramite del Runts, dell'Iban ovvero delle modalità di pagamento diverse dall'accredito su conto corrente;

   con riferimento agli enti del terzo settore, sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (ente competente al pagamento) espressamente si precisa che il cinque per mille dell'anno 2022 sarà erogato nel corso del 2023, 2024 e del 2025 sulla base degli elenchi resi disponibili dall'Agenzia delle entrate relativi ai soggetti che hanno comunicato le coordinate del conto corrente o postali (Iban) nel Runts;

   molte segnalazioni, ricevute dall'interrogante, lamentano il ritardo nei pagamenti rispetto alle annualità pregresse (nelle quali le somme sono state accreditate entro il mese di agosto) nonché la forte preoccupazione, alla luce dell'avviso pubblicato sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in merito alla possibilità di ricevere pagamenti dilazionati –:

   quali siano le tempistiche dei pagamenti dei contributi derivanti dalla ripartizione del 5 per mille, con particolare riferimento all'esercizio finanziario 2022;

   con riferimento all'esercizio finanziario 2022, quali siano i motivi del ritardo nei pagamenti;

   se confermino che i pagamenti in favore dei beneficiari avvengono sempre in un'unica soluzione escludendo ogni forma di dilazione nei pagamenti;

   se non ritengano opportuna la revisione dei meccanismi di pagamento e quali iniziative di competenza ritengano di dover assumere a riguardo, al fine di accelerare le tempistiche di erogazione dei contributi spettanti.
(4-02002)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BUONGUERRIERI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la linea ferroviaria che collega Bologna a Rimini costituisce uno snodo di notevole importanza per la regione Emilia-Romagna. Essa, infatti, rappresenta una tratta frequentata da un alto numero di pendolari che la adoperano quotidianamente. Inoltre essa è percorsa da numerosi convogli merci;

   nella prima mattinata del 19 dicembre 2022, intorno alle ore 6:53, si sono verificati notevoli disagi sulla linea sopra detta, precisamente nel tratto compreso tra Bologna e Castel San Pietro, in seguito ad un problema tecnico. Di conseguenza ci sono stati numerosi ritardi, creando disservizi e disagi agli utenti;

   il problema tecnico ha comportato ritardi e disservizi anche su altre linee ferroviarie con i conseguenti effetti negativi sulla mobilità ferroviaria regionale ed extraregionale;

   in via generale, si rileva come il traffico ferroviario subisca costantemente ritardi e disagi dovuti a problemi di natura tecnica che causano rallentamenti o cancellazioni e che comportano notevoli disagi agli utenti che pagano regolarmente il titolo di viaggio;

   Rete ferroviaria italiana (Rfi) è il gestore unico dell'infrastruttura ferroviaria nazionale in virtù degli effetti che derivano dall'atto di concessione sottoscritto nel 2000 tra Ministero dei trasporti e Ferrovie dello Stato. Il compito di Rete ferroviaria italiana è quello di garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria sull'intera rete, sviluppare la tecnologia dei sistemi e dei materiali e assicurare il mantenimento in efficienza della rete stessa. Giova ricordare che Rete ferroviaria italiana (Rfi) è una azienda pubblica avente forma di società per azioni controllata al 100 per cento dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiane;

   Rete ferroviaria italiana definisce e attua gli investimenti per l'intera infrastruttura ferroviaria e per la manutenzione della rete stessa;

   a parere dell'interrogante, la menzionata società dovrebbe effettuare più frequentemente controlli, verifiche ed interventi manutentivi sugli impianti ferroviari, al fine di prevenire ed evitare problemi tecnici che si ripercuotono negativamente sulle esigenze dell'utenza. Si ricorda, infatti, che un servizio ferroviario efficiente, sicuro e con tempi di percorrenza puntuali costituisce un volano fondamentale per lo sviluppo della nostra Nazione sotto molteplici aspetti come quello turistico, industriale e lavorativo;

   ad avviso dell'interrogante, sarebbe auspicabile ed opportuno il fatto che Rfi incrementi in modo significativo i controlli preventivi volti all'efficientamento delle linee ferroviarie al fine di evitare disservizi analoghi a quelli sopra ricordati –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato, intenda assumere al fine di accertare le cause di quanto accaduto in data 19 dicembre 2022 e se intenda intervenire affinché le attività dei soggetti operanti nel mercato del trasporto ferroviario, sia di passeggeri che di merci, e nella gestione della infrastruttura ferroviaria del gruppo Ferrovie dello Stato, in particolare di Rete ferroviaria italiana, siano finalizzate al perseguimento dei propri obiettivi e convengano sinergicamente con il Governo di migliorare l'efficienza complessiva del sistema di trasporto, nonché se ritenga intervenire presso Rete ferroviaria italiana per ricevere precise relazioni sugli interventi di manutenzione effettuati negli ultimi anni e in particolare la loro l'entità sulla rete ferroviaria Bologna-Rimini nonché, in generale, quelli effettuati su tutta la rete ferroviaria italiana.
(5-01716)


   SANTILLO, IARIA, TRAVERSI, CANTONE e FEDE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la disciplina in materia di servizi pubblici di trasporto passeggeri su strada e per ferrovia è normata dal regolamento (CE) n. 1370 del 2007 che è stato modificato l'ultima volta dal regolamento (UE) 2016/2338;

   il regolamento sugli obblighi di servizio pubblico (Osp) stabilisce le condizioni alle quali agli operatori del trasporto possono essere riconosciuti compensazione o diritti di esclusiva da parte dell'autorità pubblica per fornire servizi di trasporto pubblico di interesse generale, ma che altrimenti non sarebbero gestibili secondo la logica commerciale. Definendo obblighi per il servizio pubblico, le autorità mirano a garantire che i passeggeri possano accedere a servizi di trasporto pubblico di passeggeri che siano sicuri, efficienti, attraenti e di alta qualità;

   tra i vari aspetti che vengono normati c'è quello della durata, che non deve essere superiore a dieci anni per i servizi di trasporto con autobus e a 15 anni per i servizi di trasporto per ferrovia o altri modi di trasporto su rotaia;

   il regolamento (UE) 2016/2338 ha modificato il regolamento precedente introducendo il principio di aggiudicazione competitiva anche per gli appalti di servizio pubblico nel settore ferroviario, che era stato precedentemente escluso. Sono stati concessi lunghi periodi di transizione, per consentire alle autorità e agli operatori di adeguarsi alle nuove disposizioni;

   l'aggiudicazione diretta di contratti ferroviari rimane possibile in circostanze eccezionali e ben definite, in particolare quando:

    a) è giustificata dalle caratteristiche strutturali e geografiche del mercato e della rete interessati (dimensione, caratteristiche della domanda, complessità della rete, isolamento tecnico e geografico, tipo di servizi);

    b) tale contratto si traduca in un miglioramento della qualità dei servizi o dell'efficienza in termini di costi, o di entrambi, rispetto al contratto di servizio pubblico aggiudicato in precedenza;

    c) il volume del contratto è di modesta entità, ovvero:

     I) il valore annuo medio stimato è inferiore a 7.500.000 euro l'anno, oppure inferiore a 500.000 chilometri l'anno;

     II) il regolamento europeo prevede che le assegnazioni incondizionate e dirette di contratti di servizio pubblico nel settore ferroviario non saranno più possibili a partire dal 25 dicembre 2023;

   l'attuale Cds è stato firmato il 19 gennaio 2017 in assegnazione diretta e prevede una durata decennale, ovvero per tutta la durata dell'orario ferroviario 2026, impegnando Trenitalia ad avviare un processo di rinnovo della flotta;

   la copertura finanziaria annua è passata da 242 milioni di euro del 2016 a 357 milioni di euro nel 2018, quindi pari al 4760 per cento rispetto ai 7,5 milioni di euro indicati dalla norma europea;

   la produzione annua prevista è di 25,1 milioni di treno-chilometri, ovvero il 5020 per cento rispetto ai 0,5 milioni di treno-chilometri indicati nella suddetta norma;

   i più recenti rotabili impiegati nel servizio universale hanno una età superiore a 25 anni, in alcuni casi di oltre 40 anni, seppur più volte rinnovati;

   solo nel 2023 è stato finalizzato un primo ordine di 70 carrozze per servizi notturni, e solo a seguito di iniziative prese nella XVIII legislatura; l'attuale dotazione è di 900 carrozze, di cui 330 per il servizio notte –:

   se il Ministro interrogato intenda rinnovare in affidamento diretto il contratto di servizio con Trenitalia, e per quanto tempo;

   se non ritenga urgente avviare un tavolo di concertazione con gli stakeholders affinché si programmi un'offerta congrua alle necessità e alle finalità di mobilità nazionale, obiettivo del contratto di Osp relativo ai servizi universali, ove non coperti dai servizi a mercato;

   se non ritenga utile per migliorare i servizi, alla scadenza del 2026, avviare per tempo una o più gare europee per il rinnovo di detto contratto, prevedendo all'interno del nuovo contratto il mantenimento degli attuali livelli occupazionali del personale, con particolare riferimento ai servizi notte.
(5-01717)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   ORRICO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il centro di accoglienza (ex Cara) di Sant'Anna ad Isola Capo Rizzuto in provincia di Crotone rappresenta un unicum giuridico poiché, pur essendo definito come C.d.a. ex articolo 9 e seguenti del decreto legislativo n. 142 del 2015, svolge ruolo e funzioni che non sarebbero state compatibili con tale qualifica giuridica;

   per come denunciato dall'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, nell'ex Cara di Isola Capo Rizzuto hanno luogo prassi che impediscono un sostanziale accesso ad una corretta informativa legale volta a consentire alle persone straniere di avere piena contezza dei loro diritti e della loro condizione giuridica in Italia nonché della loro libertà personale;

   fra le varie attività svolte dal centro di accoglienza di cui sopra vi è quella di accoglienza di minori stranieri non accompagnati, che non potrebbero essere ospitati all'interno di esso, stante la sua configurazione giuridica;

   la mancata attivazione dei servizi specifici (strutture di accoglienza a loro dedicate, rispetto della normativa in termini di accoglienza e di asilo ed un corretto svolgimento delle procedure di nomina del tutore che non può essere provvisorio) previsti per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati ha determinato fino ad oggi il sostanziale e informale trattenimento illegittimo degli stessi;

   è stato approvato il cosiddetto «Decreto Cutro 2» (decreto-legge n. 133 del 2023) che consentirà di trattenere i migranti over 16 nei centri di accoglienza riservati agli adulti per un periodo massimo di 5 mesi –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per verificare, soprattutto alla luce dei nuovi provvedimenti normativi, il rispetto dei diritti umani e delle normative internazionali in tema di accoglienza e tutela dei migranti presso il centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e, in particolare, se il trattamento riservato ai minori stranieri non accompagnati abbia risposto, risponda o risponderà a quanto previsto dagli articoli 3, 4 e 5 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
(4-02003)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ORRICO, AMATO, CASO, SERGIO COSTA, QUARTINI e CARMINA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   dopo gli episodi di violenza contro le donne verificatisi a Caivano e a Palermo, il tema dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole è diventato non più procrastinabile; dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, 105esimo dall'inizio dell'anno, la questione della violenza di genere ha rivelato ancora una volta la sua urgenza;

   come risposta a questa emergenza, il Ministro Valditara ha presentato il progetto «Educare alle relazioni»: un'ora di incontri in orario extra curricolare a settimana, nelle scuole, per tre mesi l'anno, con un totale di dodici sessioni su partecipazione volontaria;

   da notizie di stampa, Domani del 21 novembre 2023, emerge che Alessandro Amadori coordinerà un gruppo di psicologi e giuristi che vaglierà il progetto «Educare alle relazioni»; Alessandro Amadori, nel 2020 ha autopubblicato «La guerra dei sessi», un libro in cui sostanzialmente negava la violenza maschile e sosteneva tesi cospirazioniste sul tentativo delle donne di dominare i maschi;

   sempre dal medesimo articolo si rileva che l'autore «derubrica la violenza di genere all'espressione della "cattiveria", rimandando la questione all'individualità e non considerandone il carattere sistemico». Nei diversi capitoli, Amadori alterna forme di cattiveria maschile a peculiarità della cattiveria femminile. Si legge: «Ma allora, parlando di male e di cattiveria, dovremmo concentrarci solamente sugli uomini? Che dire delle donne? Sono anch'esse cattive? La nostra risposta è sì, cioè che anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo»;

   la spiegazione dei femminicidi secondo Amadori sarebbe la seguente: «Dietro la punta dell'iceberg dei femminicidi, sembra esserci il grande corpo dell'iceberg, costituito dal bisogno di sottomissione maschile. È come se gli uomini facessero davvero fatica ad avere un rapporto equilibrato con il femminile: o sono carnefici, o sono vittime»; e ancora secondo Amadori «C'è una piccola (...) popolazione di donne che approfitta di questa tendenza maschile alla sottomissione e ne fa una vera e propria fonte di business»;

   desta dunque sconcerto che sia stato scelto come consulente esperto, per un progetto sull'educazione relazionale nelle scuole, di fronte alla violenza maschile e contro i femminicidi, una persona che sposa la tesi, secondo la quale: «Il diavolo è anche donna»;

   sembrerebbe inoltre, che Alessandro Amadori, docente di psicologia alla Cattolica di Milano, non sia un esperto in merito ai temi correlati alla violenza di genere –:

   come intenda spiegare la decisione di affidare ad Alessandro Amadori, portatore di teorie ad avviso degli interroganti inquietanti e pericolose, il ruolo di coordinatore del progetto «Educare alle relazioni» la portare nelle scuole, in un momento storico come quello che si sta vivendo, con il fenomeno dei femminicidi che assume ogni giorno di più i contorni di una vera e propria strage.
(5-01718)

Interrogazione a risposta scritta:


   BARBAGALLO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   in una nota, l'Usb scuola Palermo, scrive: «la conferenza provinciale palermitana ha deliberato la soppressione di 17 istituzioni scolastiche della provincia di Palermo e il loro accorpamento con altre scuole storiche che hanno rappresentato un punto di riferimento per docenti, personale ata, studenti, e famiglie»;

   grazie alla petizione lanciata online dalla Usb scuola Palermo, sono state raccolte quasi tremila firme contro il progetto di dimensionamento scolastico del Governo, che in tre anni taglierà in Sicilia 102 scuole;

   la dispersione scolastica, ricordano Cgil e Flc, si attesta nella regione al 21 per cento con punte del 25 per cento, rispetto a una media nazionale dell'11,5 per cento;

   nel 2022 l'Italia è quinta tra i Paesi Ue per abbandoni scolastici precoci, col grande contributo della Sicilia, dove il 22,4 per cento dei giovani con meno di 18 anni, lascia la scuola senza diploma o qualifica professionale;

   la carenza di servizi e di personale, fa sì che mentre a livello nazionale il 38 per cento delle scuole offre il tempo pieno, il dato crolla al 6,5 per cento a Palermo alla primaria, al 10,4 per cento alla secondaria, a Catania rispettivamente al 9,5 per cento e al 5,1 per cento, mentre va un po' meglio a Messina con il 20,3 per cento e il 31,3 per cento;

   tutto questo in un contesto regionale che vede crescere la povertà e il disagio sociale; il sistema istruzione della Sicilia ha bisogno di investimenti, non di tagli che finirebbero col penalizzare le zone più fragili come le aree interne, le zone montane, le piccole isole;

   il piano di dimensionamento scolastico voluto dal Governo a giudizio dell'interrogante sta devastando interi territori, perpetrando tagli pesantissimi che avranno come unico effetto quello di disgregare comunità scolastiche consolidate, e ridurre l'organico dei lavoratori della scuola, condizionando il futuro delle giovani generazioni –:

   se sia a conoscenza della situazione sopra descritta;

   quali iniziative di competenza intenda mettere in atto, nel pieno rispetto del diritto allo studio, così da evitare il verificarsi di situazioni penalizzanti a danno delle ormai consolidate comunità scolastiche.
(4-02000)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   QUARTINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'Ente nazionale di previdenza ed assistenza medici (E.n.p.a.m.), trasformato in fondazione senza scopo di lucro e con la personalità giuridica di diritto privato ai sensi del comma 33, lettera a), n. 4, dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e dell'articolo 1 del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, ha la denominazione di Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri – Fondazione Enpam;

   la fondazione è l'Ente di previdenza e di assistenza dei medici e degli odontoiatri, sottoposta a vigilanza dei Ministri interrogati ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 e ha lo scopo di attuare la previdenza e l'assistenza a favore degli iscritti, dei loro familiari e superstiti, nonché di realizzare interventi di promozione e sostegno all'attività e al reddito dei professionisti iscritti, secondo quanto previsto dalla legge e dai regolamenti deliberati dalla fondazione medesima ed approvati dalle amministrazioni vigilanti di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509;

   in occasione dell'assemblea nazionale della fondazione, tenutasi il 25 novembre 2023, la Fondazione, con il voto favorevole di circa quattro quinti degli aventi diritto, ha approvato alcune modifiche statutarie. L'ente dei medici e degli odontoiatri, secondo quanto riportato sul sito istituzionale, «ha aperto all'ampliamento della base associativa agli esercenti di altre professioni sanitarie, qualora venisse previsto per legge. Verrebbe inoltre aumentato il numero dei rappresentanti eletti direttamente dai contribuenti Enpam. Modificata inoltre la durata dei mandati, che passerebbero da 5 a 4 anni, sincronizzati con le scadenze elettive degli Ordini professionali, con un limite di tre mandati consecutivi anziché due. Approvate infine modifiche che puntano a garantire una migliore rappresentanza di genere e a facilitare il ricambio generazionale negli organi d'amministrazione.»;

   tra le predette modifiche statutarie colpisce la riduzione della durata dei mandati di presidente e consiglio di amministrazione da 5 a 4 anni per farli coincidere con le elezioni degli ordini professionali provinciali e nazionali di cui la cassa gestisce la previdenza; tuttavia fa da contraltare all'ulteriore modifica che rende possibili tre mandati consecutivi anziché due e potranno poi alternarsi fra loro nelle cariche per i periodi successivi;

   con l'alternanza fra le cariche, l'attuale presidente Oliveti siede nel consiglio di amministrazione dal 1995 (quasi 30 anni), il consigliere Malagnino dal 2000, il vicepresidente vicario Galvano e l'attuale revisore Malek dal 2010;

   l'Enpam rappresenta la cassa previdenziale più imponente per bilancio e patrimonio e proprio sulla gestione del patrimonio immobiliare si sono ripetutamente occupate le cronache giudiziarie; ciò nonostante non si è mai valutata seriamente, la necessità o possibilità di ricollocare in mani pubbliche la previdenza dei professionisti (all'Inps, ad esempio), al pari della gestione ordinistica che, come noto, è in capo ad enti pubblici non economici quali sono, per l'appunto, gli ordini professionali;

   ai sensi dell'articolo 38 della Costituzione i lavoratori hanno diritto che siano previsti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria e ai compiti per assicurare il relativo diritto provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato;

   le predette modifiche statutarie saranno effettive con il parere positivo dei Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze, che hanno compiti di vigilanza –:

   se si intenda esprimere il parere di competenza alla modifica statutaria sulla consecutività dei mandati nell'ottica di mantenere in vigore il limite di due mandati consecutivi, quale principio di democraticità e di alternanza che deve contrassegnare le casse di previdenza, la cui funzione previdenziale discende dall'articolo 38 della Carta costituzionale;

   se si intenda valutare un riordino della previdenza dei professionisti nell'ottica di ricollocare le casse previdenziali nel più rigoroso alveo pubblicistico.
(3-00851)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   QUARTINI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   si legge da fonti di stampa la dichiarazione del direttore medico del Centro nazionale trapianti (Cnt) secondo cui «dei trapianti compiuti da Paolo Macchiarini a Careggi, 4 su 5 sono falliti» («il quinto si è perso al follow up perché la paziente era straniera»). Dei 4, «3 sono esitati in decessi, il quarto ha avuto complicanze di tipo neurologico». È «l'unico caso di sopravvivenza riguarda una giovane paziente sottoposta a trapianto di bronco per una patologia che almeno altri tre medici avevano considerato non grave. È che [...] ha perso anche l'uso di un polmone a seguito dell'operazione;»

   la gravità di quanto avvenuto sta – paradossalmente – non tanto nei trapianti per sé, finché siano stati effettivamente eseguiti veramente (tranne però, quello della giovane) ad uso compassionevole, bensì sulle modalità con cui questi sono stati autorizzati prima e sul come si sia assistito, dopo, ad uno scarico di responsabilità. A peggiorare ulteriormente il quadro, il fatto che la faccenda sia emersa solo grazie ad interventi esterni. È stato solo dopo che il British Medical Journal ha preparato un articolo sul caso, mentre i giornali investigavano sul fatto, Netflix preparava una serie, e le autorità svedesi – nel frattempo il chirurgo si era trasferito in Svezia – si apprestavano a indagare il chirurgo, che Careggi forniva la propria versione dei fatti;

   in Svezia, il chirurgo «è stato accusato di aver alterato i dati scientifici dei suoi trapianti». La regione Toscana che, rispondendo nella persona del presidente ad una pioggia di diverse interrogazioni, ha sempre difeso la propria scelta del chirurgo, fino alla nomina a direttore del «Centro di ricerca europeo delle vie aeree, chirurgia toracica generale e rigenerativa e biotrapianti intratoracici (CERT)», è tuttora silente. Eppure, nel periodo intercorso fra il primo e l'ultimo trapianto, oltre alle varie valutazioni positive sugli interventi, che risultano essere state compilate a volte dallo stesso Macchiarini e da altri medici e trasmesse, come rapporti, alla direzione sanitaria di Careggi, un secondo documento, compilato all'epoca da altri medici di Careggi, avrebbe dato una lettura opposta dei risultati, senza che però risulti una reazione di Careggi al riguardo;

   in Svezia è stato velocemente accertato che quei tipi di trapianti erano fallimentari, arrivando alla dimissione di una serie di autorità accademiche e ospedaliere, ed alla condanna di Macchiarini a due anni e mezzo di reclusione per violenza aggravata nei confronti di tre pazienti. È quindi preoccupante, in un'ottica di trasparenza e sicurezza dei pazienti, il persistente silenzio da parte della regione dell'ospedale di Careggi. Dove, non solo nessuno si è dimesso, ma non è ancora chiaro cosa sia avvenuto, perché non sia stato controllato, perché ad oggi si continui a non attivarsi –:

   se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere ispettivo, in ordine a:

    a) quali siano stati gli esiti dei trapianti svolti da Macchiarini a Careggi e se con i pazienti – e, nel caso di decesso, con le loro famiglie – siano stati raggiunti accordi stragiudiziali per un risarcimento, con vincolo di riservatezza;

    b) quali verifiche siano state svolte per controllare che quei trapianti fossero effettivamente impartiti come cure compassionevoli;

    c) quali iniziative si possano promuovere al fine di ripristinare la fiducia dei cittadini nella trasparenza e nella sicurezza delle cure, considerato il comportamento assai discutibile, per quanto consta all'interrogante tenuto dall'ospedale di Careggi e dalla regione Toscana.
(3-00852)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIRELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 30 agosto 2023 il Ministero della salute ha emanato il decreto n. 156 «Regolamento recante la disciplina per l'attività di raccolta sangue e emocomponenti da parte di laureati in medicina e chirurgia abilitati», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 264 dell'11 novembre 2023, in attuazione dell'articolo 19, comma 11, secondo e terzo periodo, della legge 28 dicembre 2001, n. 448;

   tra l'altro in questo decreto si prevede che sia consentita l'erogazione da parte di medici in formazione specialistica di prestazioni solo «occasionali», senza che venga specificato cosa si intenda con questa espressione;

   inoltre, si dispone che le attività sopra ricordate «possono essere svolte esclusivamente presso enti e associazioni che, senza scopo di lucro, svolgono attività di raccolta di sangue ed emocomponenti sulla base di convenzioni stipulate con le regioni o con gli enti del Servizio sanitario nazionale i cui statuti rispettano le finalità previste dal decreto del Ministro della salute 18 aprile 2007 (...), la normativa vigente in materia di organizzazioni di volontariato, e che siano iscritte nel relativo registro, ai sensi delle vigenti disposizioni»;

   si tratta, a parere dell'interrogante, di una dizione poco chiara, in quanto, escludendo il necessario riferimento all'articolo 7 della legge 219 del 2015, si potrebbe ritenere che il decreto in oggetto voglia prevedere, oltre alle associazioni di donatori di sangue, e alle relative federazioni riconosciute dalla legge, una nuova fattispecie di associazioni non meglio specificate;

   appare anche di difficile comprensione la disposizione secondo la quale il medico specializzando che decida di svolgere attività di volontariato, ad esempio presso Avis, debba darne previa comunicazione al direttore della scuola di specializzazione cui è iscritto, pure se la sua attività di volontario non comporti alcuna remunerazione, alcun riconoscimento del percorso formativo della scuola stessa e non incida sul suo orario di formazione;

   ancor più di difficile comprensione, e appare francamente preoccupante, è la disposizione che interviene sulle modalità di collaborazione tra medici in formazione specialistica e associazioni e federazioni dei donatori di sangue. Infatti, stabilire che le prestazioni volontarie del medico in formazione specialistica e le citate associazioni possa essere esclusivamente «occasionale» potrebbe arrivare a caducare molte convenzioni già in essere e che, invece, non prevedono questa «occasionalità» obbligatoria, che escluderebbe quella permanenza delle competenze acquisite in tema di selezione dei donatori, e di idoneità della donazione, prevista dall'accordo CSR del 25 marzo 2021, e che si può realizzare solo con precise garanzie di continuità nell'attività di volontariato del medico in formazione specialistica; il rischio di caducazione comporta, come è evidente, la grave possibilità di una vera e propria paralisi nella raccolta di sangue e di emocomponenti in diverse parti del Paese, laddove le convenzioni già stipulate prevedano quella continuità sopra ricordata, e magari anche rimborsi per l'attività svolta dai soggetti in formazione specialistica –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato per chiarire i dubbi sopra esposti ed affrontare le criticità che con il decreto in oggetto inevitabilmente, a parere dell'interrogante, si creeranno;

   se non intenda, per quanto di competenza, disporre iniziative che consentano la possibilità ai medici e chirurghi abilitati, anche iscritti a corsi di specializzazione o a corsi di formazione specifica di medicina generale, di poter assumere su base volontaria e al di fuori dell'orario dedicato alla formazione, incarichi libero-professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa presso unità di raccolta gestite da associazioni e federazioni senza scopo di lucro, che svolgano attività di raccolta sangue ed emoderivati o presso i centri di raccolta ospedalieri o Irccs.
(5-01720)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Foti e altri n. 3-00843, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 dicembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Polo, Trancassini, Deidda.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Carfagna n. 3-00846, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 dicembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Pastorella.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta del presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Buonguerrieri n. 4-00222 del 4 gennaio 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01716;

   interrogazione a risposta scritta Santillo e altri n. 4-01999 del 5 dicembre 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01717.

INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA


   BONELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 1° agosto 2023 per Devrim Akcadag, cittadino tedesco di origine curda, giornalista e traduttore presso l'Università di Berlino, inizia un'odissea in Italia;

   alle 9.30 tre funzionari della Digos lo prelevano dall'Hotel Red Sun Village, in provincia di Sassari, e lo portano prima alla stazione di polizia, poi in isolamento nel carcere Bancali di Sassari. Il 3 agosto, dopo la prima udienza, viene trasferito nella «sezione del terrore», con la presenza di militanti islamici radicali, compresi membri dell'ISIS;

   il 4 agosto gli vengono concessi gli arresti domiciliari presso l'Asce (Associazione sarda contro l'emarginazione) di Selargius;

   il caso non è chiuso e la richiesta di estradizione della Turchia è ancora pendente: Erdogan considera Devrim un terrorista affiliato al Pkk, ma i giudici tedeschi hanno sentenziato per tre volte che si tratta di un'accusa falsa;

   l'accusa che la Turchia muove è quella di «partecipazione ad associazione terroristica», prevista dagli articoli 314/2,53,58/9 del codice penale turco punita con la pena massima di anni 15 di reclusione. Trattasi di una Red Notice: un avviso diffuso dall'Interpol su richiesta di una forza di polizia di uno Stato che serve a individuare ed arrestare una persona ricercata da un determinato paese per metterla a disposizione dell'autorità giudiziaria in attesa di una richiesta di estradizione;

   si accusa Akcadag di essere affiliato al Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e di aver svolto «attività di hacker, prodotto comunicazioni criptate e presenziato in un programma televisivo nell'interesse del partito»;

   nella realtà Devrim si è recato spesso come giornalista nei teatri di guerra del Medio Oriente, nell'Iraq del Nord, dove ha girato diversi servizi televisivi anche per la Bbc, l'agenzia Reuters e Al Jazeera, oltre che per emittenti televisive belghe e tedesche;

   Devrim è entrato ed è uscito più volte dalla Turchia. Fino a quando il permesso gli è stato revocato e, dal 2013, è cominciato per lui un lungo calvario giudiziario. In Germania le indagini per terrorismo richieste da Ankara sono state archiviate per ben tre volte, perché è stato accertato che Devrim non ha nessun legame con il Pkk;

   ad avviso dell'interrogante è incredibile che l'Italia non riconosca l'Interpol Abuse, cioè la strumentalizzazione della cooperazione di polizia, continuando ad eseguire Red Notices emesse in Stati autoritari in automatico senza alcun vaglio politico, che pure è previsto nella materia estradizionale; altrove c'è una verifica preventiva per evitare la persecuzione politica per via giudiziaria;

   la Turchia da tempo non dà alcun affidamento circa il rispetto dei diritti fondamentali come sottolineato dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 54467 del 2016, ribadita poi con sentenza n. 31588 del 2023. La Corte si riferisce alle sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dal Governo turco anche attraverso lo strumento della persecuzione politica degli oppositori attuata dall'emissione di Red Notice Interpol;

   in casi di questo tipo, secondo il codice di procedura penale, il Ministro della giustizia ha il potere di rifiutare l'estradizione, «tenendo conto della gravità del fatto, della rilevanza degli interessi lesi dal reato e delle condizioni personali dell'interessato»;

   la qualificazione del PKK come organizzazione terroristica è talmente fuorviante e talmente strumentale che le magistrature dei Paesi UE maggiormente interessati alla presenza curda la ignorano di fatto (come Francia e Germania) o addirittura la contraddicono in diritto (come il Belgio) –:

   quali iniziative urgenti i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di negare immediatamente l'estradizione di Devrim, così come peraltro fatto da altri Paesi dell'UE;

   quali siano i termini degli accordi con la Turchia in materia di cooperazione giudiziaria.
(4-01645)

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, inerente la vicenda del cittadino tedesco, di origine curda, Devrim Akcadag, si ribadisce quanto già riferito, di recente, in risposta ad interpellanza urgente (n. 2-00234 del 6 ottobre 2023) avanzata, tra gli altri, anche dall'odierno interrogante.
  Orbene, il cittadino tedesco Devrim Akcadag è stato tratto in arresto in data 1° agosto 2023 sulla base di un mandato di cattura emesso dalla corte di assise di Malatya in data 2 aprile 2020, in relazione al reato di partecipazione ad associazione terroristica, commesso a decorrere dal 2005.
  Il successivo 2 agosto 2023 la Corte di appello di Cagliari ha convalidato l'arresto e ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere, poi sostituita con quella degli arresti domiciliari in data 4 agosto 2023, revocati il successivo 25 settembre 2023. In data 7 agosto 2023, anche nelle more dei complessivi accertamenti da svolgere in ordine alla vicenda in questione, a mezzo della preposta articolazione, il Ministero della giustizia ha chiesto alla corte di appello il mantenimento della misura cautelare in atto.
  In data 10 agosto 2023, è stato richiesto alla procura generale di Berlino di voler indicare se le autorità tedesche avessero intenzione di emettere per i fatti in questione un mandato di arresto europeo, di voler specificare se il medesimo cittadino avesse mai goduto dello
status di protezione internazionale in Germania e se la Turchia avesse mai richiesto l'estradizione dello stesso alla Germania.
  In data 7 settembre 2023, poi, è stata inoltrata alla competente procura generale la domanda di estradizione, con relativa documentazione, fatta pervenire dalle autorità turche.
  In data 14 settembre 2023 è stato trasmesso alla procura generale e alla corte di appello il riscontro fornito dalla procura generale di Berlino, per cui le autorità tedesche hanno già esaminato le accuse alla base della medesima segnalazione dell'Interpol nel 2015, astenendosi dall'avviare un procedimento preliminare e non dando seguito alla richiesta di arrestare il soggetto a causa della cittadinanza tedesca del medesimo e, in assenza di nuovi sviluppi, la decisione presa all'epoca rimane invariata, non potendosi e non intendendosi pertanto emettere un mandato di arresto europeo in relazione a tale vicenda.
  Dall'altro lato, ha rappresentato che, all'atto dell'acquisizione della cittadinanza tedesca per naturalizzazione da parte di Akcadag, non risultava esistere in suo favore alcuno
status di protezione.
  Si è in attesa, allo stato, del prosieguo della procedura estradizionale.
  Per completezza si specifica che tra Italia e Turchia non sono in vigore accordi bilaterali in materia di estradizione, trovando applicazione, pertanto, in
subiecta materia, la Convenzione europea di estradizione, firmata a Parigi il 13 dicembre 1957, così come integrata e modificata dal suo secondo, terzo e quarto Protocollo addizionale.
  Infine, si riferisce che la Turchia considera i curdi del Pkk e le incarnazioni siriane, i comunisti del Dhkp/C e i gulenisti di Feto come organizzazioni terroristiche, ed anche l'Unione europea considera il Pkk e il Dhkp/C organizzazioni terroristiche, sottoponendole come tali a sanzioni nel quadro del regime sanzionatorio tematico creato per combattere il terrorismo.
  Tale regime è stato rinnovato, da ultimo, nel luglio del 2023.

Il Ministro della giustizia: Carlo Nordio.


   CONGEDO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la fontana ellenica di Gallipoli è considerata la fontana più antica d'Italia. Su essa, alta 5 metri, sulla facciata principale e più antica, sono scolpite tre scene mitologiche riferite alle metamorfosi in fonte di Dirce, Salmace e Biblide. Sulla facciata posteriore, invece, sono rappresentati gli stemmi della città di Gallipoli, di Carlo III di Borbone e di Filippo II;

   la fontana, purtroppo, protetta esclusivamente da una catena per non permettere ai viandanti di sedersi, risulta fortemente deteriorata e sono sempre più evidenti delle ampie lesioni che rischiano di provocare il crollo a breve delle parti stesse;

   a testimonianza dell'importanza attribuita alla fontana situata in prossimità del ponte seicentesco che conduce al centro storico della città, negli anni '70, la fontana antica («greca») di Gallipoli fu riprodotta su un francobollo della serie dedicata alle «fontane d'Italia»;

   al di là comunque delle sue origini, la fontana di Gallipoli rimane un'opera d'arte da ammirare e soprattutto da proteggere. Periodicamente vengono eseguiti lavori di restauro, ma sarebbe bene proteggerla dalle intemperie e dall'usura del tempo, oltre che da atti di vandalismo;

   occorre proteggere e conservare un bene del nostro patrimonio culturale affinché possa essere offerto alla conoscenza e al godimento collettivi;

   è evidente l'urgenza di interventi di restauro tesi non solo a valorizzare, ma a proteggere l'opera, considerata la delicatezza del monumento che impone una particolare attenzione prima che le preoccupanti lesioni diventino irreparabili –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per assicurare un intervento di restauro accurato e adeguato atto a garantire la salvaguardia del monumento descritto in premessa e per proteggere adeguatamente l'antica fontana simbolo della città di Gallipoli.
(4-01375)

  Risposta. — L'interrogante chiede a questo Ministero quale sia lo stato di conservazione della fontana ellenistica di Gallipoli, ovvero quali siano le azioni che si intendono promuovere per garantirne la salvaguardia.
  La questione è da tempo all'attenzione della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, la quale ha già da tempo coinvolto il comune di Gallipoli per rendergli note le condizioni di conservazione del manufatto, affermando la necessità di un tempestivo intervento per quanto di competenza degli amministratori locali. Amministrazione che risulta essersi attivata per il reperimento di fondi per il finanziamento del restauro.
  Allo stesso tempo, la Soprintendenza competente ha tempestivamente segnalato, per il tramite del segretariato regionale per la Puglia, il suddetto monumento tra gli interventi meritevoli di restauro urgente che possano accedere al fondo interventi tutela e promozione del patrimonio culturale e storico, costituito con decreto ministeriale n. 142 del 6 giugno 2023 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Tale fondo è destinato a proposte che riguardino, tra gli altri, interventi di restauro del bene di interesse culturale e storico e di adeguamento per l'accessibilità totale o parziale e la fruibilità del bene da parte delle persone con disabilità. Tra i requisiti essenziali e premianti per l'accesso al finanziamento è contemplata la «cantierabilità» del progetto entro e non oltre il 2024; per tali interventi, la Soprintendenza ha richiesto un finanziamento di euro 510.000,00.
  La fontana ellenistica rappresenta un bene di grande valore artistico, storico e culturale ed è per questo motivo che il Ministero della cultura vigilerà affinché vengano realizzati tutti i necessari interventi di salvaguardia e valorizzazione.

Il Sottosegretario di Stato per la cultura: Vittorio Sgarbi.


   FORATTINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   come denunciato dall'interrogazione 4-00965, presentata nel corso della seduta del 9 maggio 2023, l'ufficio del Giudice di pace di Mantova era a rischio paralisi per il sottodimensionamento della pianta organica dei dipendenti; tale sottodimensionamento comportava un aumento dei carichi di lavoro per il personale in servizio e dunque il pericolo di non garantire tempi ragionevoli per i processi; come denunciato dal Presidente facente funzioni del Tribunale di Mantova, Dott. Mauro Pietro Bernardi attraverso organi di stampa, rimane critica la situazione legata alla condizione del personale amministrativo con particolare riferimento ai ruoli dei cancellieri: dieci previsti, solo tre effettivamente presenti; dei funzionari giudiziari, carenti di quasi il 17 per cento; degli assistenti giudiziari: ventuno in organico, solo undici in servizio;

   tale sottodimensionamento risulta mettere a rischio l'espletamento dei servizi in Tribunale, rendendo di fatto impossibile il funzionamento minimo dell'ufficio del Giudice di pace già colpito da una riduzione del 50 per cento, a partire dal mese di settembre, delle udienze penali. La continuazione dei lavori del Tribunale viene garantita a fatica solo grazie all'inserimento degli addetti agli uffici del processo (peraltro in numero di undici su trentatré dal Ministero);

   gli stipendi del personale amministrativo non risultano adeguati al lavoro svolto e al costo della vita, considerato anche l'aumento e i prezzi degli affitti delle case; questo può essere uno dei motivi per i quali l'accesso ai concorsi per le posizioni indicate sia sempre in calo. Il concorso per l'assunzione del personale amministrativo bandito lo scorso anno, a esempio, vedeva 248 posti a bando e solo 130 idonei, di cui solo 36 assunti. In tanti hanno rifiutato proprio perché lo stipendio risultava essere troppo basso con un termine di scadenza (due anni e sette mesi) troppo breve –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se non ritenga, per quanto di competenza, di dover intervenire celermente per ovviare a tale situazione;

   se non intenda adottare le iniziative di competenza affinché, viste anche le difficoltà logistiche riscontrate dal personale amministrativo, possa essere presa in considerazione la possibilità di costruire convenzioni che coinvolgano presidenti dei tribunali, sindaci, Ance e altri soggetti disponibili per mettere loro a disposizione alloggi a prezzi calmierati.
(4-01756)

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, deve essere in primo luogo sottolineato che la scopertura media nazionale del personale amministrativo si attesta al 22,24 per cento in relazione alla pianta organica di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2022 n. 54.
  Quanto alle specifiche iniziative poste in essere per fare fronte a tale scopertura, corre l'obbligo di evidenziare l'imponente attività di reclutamento che questo Dicastero ha avviato a livello nazionale sin dall'anno 2020. In particolare, siffatto impegno ha consentito l'assunzione di 9.396 risorse umane nell'intero territorio nazionale.
  Trattasi, peraltro, di una quantificazione che può definirsi per difetto in quanto non tiene conto delle assunzioni concernenti gli addetti all'ufficio per il processo e il personale a supporto dell'ufficio per il processo.
  Di conseguenza, alle citate 9.396 assunzioni dovrebbero essere in realtà aggiunte anche le 12.277 unità relative ai profili di addetto all'ufficio per il processo e di personale a supporto dell'ufficio per il processo, giungendo così a un totale di 21.673 assunzioni.

  In proposito giova rammentare che tra gli scopi dell'ufficio per il processo vi è, in primis, quello dell'abbattimento dell'arretrato, funzionale a un più concreto efficientamento del comparto giustizia.
  L'obiettivo auspicato, pur trattandosi di assunzioni a tempo determinato, è quello di riuscire a raggiungere – nell'arco temporale considerato – una
performance degli uffici Giudiziari idonea a consentire una più ottimale gestione dei carichi di lavoro anche per il futuro.
  Venendo adesso alla tematica affrontata nell'atto di sindacato ispettivo, va ricordato che nell'ufficio del giudice di pace di Mantova, a fronte di una dotazione organica di 8 unità, prestano servizio 3 risorse umane, registrandosi una scopertura del 62 per cento.
  Quanto alle vacanze registrate nei vari profili, queste interessano la figura professionale di assistente giudiziario (2 vacanze su 3 posti in organico).
  Si segnala, inoltre, la totale copertura dei profili di ausiliario e di operatore giudiziario e la completa scopertura di quelli di cancelliere esperto e di funzionario giudiziario.
  Si ricorda che in data 26 luglio 2023 è stato indetto l'interpello nazionale per 9.739 posti vacanti, rivolto al personale dell'organizzazione giudiziaria ai sensi dell'articolo 4 dell'accordo sindacale del 15 luglio 2020. Per l'ufficio del giudice di pace di Mantova sono stati messi a disposizione 4 posti.
  Si sottolinea poi che dal piano triennale dei fabbisogni 2023-2025 emerge chiaramente la volontà di questo Dicastero di sopperire quanto più possibile alle carenze di personale amministrativo.
  Non solo, la previsione di procedure volte alla stabilizzazione del personale amministrativo assunto a tempo determinato allo scopo di non disperdere le competenze acquisite nonché la previsione, in deroga alla normativa vigente, della validità delle graduatorie dei concorsi svolti in periodo pandemico consentono di meglio finalizzare l'attività di reclutamento.
  Le attività di reclutamento previste nell'arco temporale che va dal 2023 al 2025 concernono complessivamente 1.051 unità dell'area funzionari, 6.624 dell'area assistenti e 179 dell'area dirigenti, per un totale di ben 7.854 risorse umane.
  A ciò vi è da aggiungere il contingente di 3.691 unità di personale amministrativo non dirigenziale per le quali l'autorizzazione a bandire e ad assumere, in aggiunta alle facoltà assunzionali, è prevista da varie fonti normative, divise in 1.967 funzionari e 1.724 assistenti.

  Giova poi segnalare che in data 28 febbraio 2023 è stata disposta la proroga della scadenza dei contratti individuali di lavoro a tempo determinato sottoscritti dal personale assunto con la qualifica di operatore giudiziario nonché la contestuale assunzione a tempo indeterminato (stabilizzazione) presso le sedi in cui prestavano servizio alla data del 30 maggio 2022 degli operatori giudiziari che, previa accettazione della proroga del contratto a tempo determinato, matureranno il suddetto requisito alle nuove scadenze contrattuali, con decorrenza dal giorno successivo a tale scadenza (decorrenza stabilizzazione).
  Si evidenzia che allo scopo di fronteggiare le ulteriori criticità che nel frattempo dovessero sopravvenire, determinate dal pensionamento di unità di personale ovvero da altre situazioni soggettive di carattere temporaneo (maternità, malattia e altro), l'organico del personale amministrativo dell'ufficio del giudice di pace di Mantova potrà essere implementato facendo ricorso all'istituto della mobilità temporanea del personale, previsto dall'articolo 20 dell'accordo sottoscritto in data 15 luglio 2020, come successivamente modificato.
  Appare quindi incontestabile come, seppure nei limiti di manovra consentiti, si stia cercando di attuare con ogni strumento possibile tutte le misure strategiche per un più strutturale rinvigorimento della dotazione di personale amministrativo degli Uffici Giudiziari dislocati sul territorio, ivi compreso l'ufficio del giudice di pace di Mantova.
  Tra le possibili iniziative va ricordata la disponibilità del Ministero della giustizia a procedere alla sottoscrizione di accordi quadro con le regioni interessate, aventi ad oggetto anche forme di collaborazione in tema di selezione e reclutamento di personale, attraverso il perfezionamento di procedure concorsuali uniche per i reciproci coincidenti fabbisogni o la stipula di convenzioni per l'utilizzo reciproco delle graduatorie in relazione ai concorsi direttamente espletati da questo Dicastero e dalle regioni.
  In quest'ottica deve essere ricordato a titolo esemplificativo, con specifico riferimento al distretto di Corte di appello di Venezia, che in data 27 giugno 2023 è stato sottoscritto un accordo tra il Ministero della giustizia e la regione Veneto volto, tra l'altro, ad adottare forme di «...collaborazione in tema di selezione e di reclutamento di personale, attraverso il possibile perfezionamento di procedure concorsuali uniche per i reciproci coincidenti fabbisogni – in termini di inquadramento e profilo professionale – della Regione Veneto e degli Uffici Giudiziari operanti nel Veneto e/o il convenzionamento per l'utilizzo reciproco delle graduatorie in relazione ai concorsi direttamente espletati da ciascuna delle parti firmatarie...».
  In forza della convenzione stipulata tra il Ministero della giustizia e la regione Veneto in data 30 giugno 2023 in base al suddetto accordo, il Ministero della giustizia è stato autorizzato ad utilizzare, per la copertura fino a 100 posti nel profilo di assistente giudiziario, già area II, F2, nel Ristretto di Corte di appello di Venezia la graduatoria finale di merito relativa al bando di concorso pubblico per la copertura a tempo pieno e indeterminato di 30 posti di collaboratore professionale amministrativo, categoria B, posizione economica B3, approvata con decreto della direzione organizzazione e personale della regione Veneto n. 127 del 14 giugno 2022, così come modificata con decreto n. 193 del 25 agosto 2022.
  Tra il 5 e il 13 luglio 2023 gli idonei interessati ad entrare nei ruoli del Ministero della giustizia, nel profilo professionale di assistente giudiziario, già area II, F2, hanno partecipato alla procedura di scelta tra i 69 posti messi a disposizione dall'Amministrazione giudiziaria nel distretto di Corte di appello di Venezia, di cui 7 unità al tribunale di Treviso e 2 unità alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso.
  Alla data fissata per la presa di possesso (12 settembre 2023), tutte le 9 unità hanno sottoscritto il relativo contratto individuale di lavoro.

Il Ministro della giustizia: Carlo Nordio.


   MAULLU. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la filiera automobilistica vanta un'importante e duratura storia in Italia durante la quale ha dimostrato di essere un settore essenziale nella crescita del Paese, nonché tassello trainante per l'industria nazionale in termini di fatturato, occupazione e capacità di innovazione;

   purtroppo, gli ultimi anni sono stati segnati da un trend negativo del mercato nazionale delle auto aggravato ulteriormente dalla crisi nelle forniture di microchip e dal più recente aumento dei costi dei prodotti energetici e delle materie prime;

   a supporto della filiera automotive, con il cosiddetto «Decreto energia», è stato recentemente istituito un apposito fondo, per l'anno in corso e per i successivi anni sino al 2030, per favorire la transizione, la ricerca, la riconversione produttiva del comparto, nonché per il riconoscimento di incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti;

   al predetto provvedimento sono poi seguiti più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri che hanno disciplinato la ripartizione delle risorse disponibili per il periodo temporale tra il 2022 e il 2024, definendo anche le modalità di accesso agli incentivi all'acquisto e la definizione delle diverse fasce di beneficiari, nonché hanno previsto talune ulteriori misure agevolative per il lato della domanda per il 2022;

   per favorire la crescita del mercato auto, occorrerebbe aumentare il cap di spesa a 50 mila euro per la fascia 0-20 g CO2/km, anche alla luce dell'innovazione tecnologica che i veicoli immessi sul mercato hanno, insieme a una misura incentivante che consenta a tutti i canali di vendita di beneficiare, persone giuridiche incluse, di dette agevolazioni, oltre al mantenimento dell'estensione a 270 giorni del periodo di prenotazione degli incentivi all'acquisto sul portale dedicato, funzionale a una ripresa della produzione –:

   se si intenda adottare iniziative volte a rivedere l'attuale cap di spesa fissato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 aprile 2022 per gli autoveicoli di categoria emissiva 0-20 g CO2/km, aumentando il tetto massimo di acquisto a 50 mila euro;

   se, in virtù di quanto esposto, si intenda valutare una riforma della struttura degli incentivi che includa anche le persone giuridiche, con particolare riguardo alle flotte aziendali;

   se i Ministri interrogati considerate le persistenti problematiche relative al reperimento delle materie prime che impattano fortemente sulle tempistiche di consegna dei veicoli, possano valutare positivamente di riconfermare anche per il 2023 l'estensione a 270 giorni del periodo di prenotazione degli incentivi all'acquisto sul portale dedicato.
(4-00498)

  Risposta. — Con l'atto in oggetto l'interrogante fa riferimento alle misure volte a favorire la transizione verde, la ricerca e gli investimenti nella filiera del settore automotive, e chiede al Governo se si intenda valutare una riforma della struttura degli incentivi previsti in tale settore.
  A tal proposito, rappresento che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 aprile 2022 – successivamente modificato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2022 – sono stati definiti, per il triennio 2022-2024, gli incentivi per l'acquisto di veicoli non inquinanti, stanziando a tale scopo 1 miliardo e 830 milioni: 610 milioni per ciascun anno. I contributi sono destinati all'acquisto di veicoli di categoria M1 (fasce di emissione 0-20; 21-60 e 61-135 grammi di C02 al km), L (elettrici e a motore termico), N1 e N2 commerciali esclusivamente elettrici.
  A tali fondi si aggiungono poi 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024 per le infrastrutture di ricarica per uso domestico.
  L'articolo 3, comma 3, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 aprile 2022 prevede la possibilità di rimodulare, con successivi provvedimenti, le destinazioni e gli incentivi, anche in ragione dell'andamento del mercato e dell'evoluzione tecnologica.
  Informo, a tal proposito, che è attualmente in corso l'elaborazione di un nuovo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di rimodulazione delle risorse e dei contributi, contenente, altresì, le previsioni in merito ai requisiti soggettivi e oggettivi per il riconoscimento dei contributi.
  Per le prenotazioni effettuate nel 2022, il termine per completare le operazioni è stato esteso a 270 giorni, dall'articolo 7-
quinquies, comma 6 del decreto-legge 16 giugno 2022, n. 68, introdotto con legge di conversione 5 agosto 2022, n. 108.
  Inoltre, si informa che è attualmente in fase di concertazione, tra i Ministeri competenti, un provvedimento di modifica del citato decreto ministeriale 20 marzo 2019, nella direzione di prevedere l'estensione del termine da 180 a 270 giorni per la conferma delle operazioni, anche per gli acquisti effettuati nell'anno 2023.
  Inoltre, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2022 ha previsto, per l'anno 2022, un contributo per l'acquisto di infrastrutture di potenza
standard per la ricarica di veicoli alimentati ad energia elettrica da parte di utenti domestici. La misura è stata estesa al 2023 e al 2024 dall'articolo 12, comma 3, del citato decreto-legge n. 198 del 2022. Con decreto direttoriale del Ministero delle imprese e del made in Italy, sono individuate le disposizioni procedurali per l'erogazione degli incentivi.
  Ad oggi, è stato adottato decreto direttoriale in parola e sono stati finalizzati gli adempimenti amministrativi e tecnici necessari per applicare per la prima volta una misura autonoma, destinata a un bacino particolarmente ampio di utenti domestici. La misura è stata presentata all'utenza attraverso il sito istituzionale del Ministero, ove è caricata la documentazione utile ai fini della presentazione delle richieste di contributo. Le domande relative alle installazioni effettuate dal 4 ottobre 2022 al 31 dicembre 2022, possono essere presentate dal 19 ottobre al 2 novembre 2023, mentre i termini di apertura e chiusura per le domande relative alle installazioni effettuate nel 2023, verranno comunicati con successivi avvisi del Ministero delle imprese e del made in Italy.
  Fino ad ora, dunque, sono state programmate con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 aprile e 4 agosto 2022 risorse per complessivi 2,7 miliardi di euro. Restano pertanto a disposizione per le future iniziative nella filiera
automotive 6 miliardi di euro (1 miliardo per ciascuno degli anni dal 2025 al 2030).
  Ebbene, la linea che si sta seguendo è quella di calibrare gli incentivi esistenti, al fine di incentivare la produzione e la vendita di autovetture realizzate in Italia e svecchiare il parco macchine circolante. Se è vero che la transizione energetica costituisce una svolta necessaria, è altrettanto vero che questo processo va governato con attenzione, giacché un passaggio alla propulsione elettrica troppo drastico e non adeguatamente organizzato potrebbe penalizzare l'industria nazionale italiana più di altre.
  Per questo motivo, l'azione di Governo si è sviluppata su più fronti, con una decisa posizione anche in Europa per rendere i condivisi obiettivi di transizione ambientale coerenti con le esigenze e i tempi di riconversione dell'industria e con una strategia nazionale di rilancio del settore
automotive.
  A tal proposito ricordo che lo scorso 25 settembre è stato approvato l'orientamento generale del consiglio sul regolamento Euro 7. Il testo, elaborato dalla presidenza di turno dell'Ue (Spagna), rappresenta un compromesso di successo per l'Italia. L'Europa ha condiviso la visione e l'approccio italiano all'evoluzione verso un sistema industriale complessivo verde, ma sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, bensì anche dal punto di vista della continuità della produzione e della difesa dell'occupazione.
  Nei prossimi cinque anni si ridisegnerà dunque totalmente la filiera
automotive nazionale e si definirà la sua competitività in Europa e nel mondo.
  Per affrontare le sfide della transizione produttiva e della decarbonizzazione, puntando allo stesso tempo alla salvaguardia di lavoratori e imprese, si sta mettendo in campo un piano straordinario, potendo contare anche sulle risorse del fondo
automotive sopra richiamate (circa 6 miliardi), destinate a sostenere investimenti privati e pubblici per consolidare e ampliare la capacità d'innovazione sull'insieme delle tecnologie chiave per lo sviluppo dell'auto e della mobilità del futuro.
  In tale ottica, è stato recentemente siglato un protocollo di intesa MiMIT-Anfia per il rilancio dell'intera filiera. Esso costituirà la premessa del piano di lavoro con Stellantis, che porterà all'istituzione di un tavolo con tutte le parti sociali e produttive, per riprendere la strada della crescita nella produzione auto nel nostro Paese.
  Si conferma, dunque, che la politica del Governo sull'
automotive è quella di sostenere l'industria italiana a compiere il salto definitivo verso la mobilità sostenibile, nell'ottica del principio della neutralità tecnologica, garantendo al contempo la produzione e tutelando i lavoratori coinvolti.
Il Sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy: Massimo Bitonci.


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   la dirigente scolastica del liceo Luigi Einaudi di Siracusa, attraverso una circolare che richiamava una delibera approvata dal Consiglio di Istituto nel mese di giugno 2023, aveva chiesto alle famiglie un contributo «obbligatorio» per finanziare alcune attività, tra cui l'accesso al registro elettronico da parte delle famiglie, il «funzionamento didattico generale» destinato a materiale di consumo per le esercitazioni di laboratorio, le fotocopie fornite agli studenti, l'acquisto di attrezzatura sportiva di facile consumo, il pagamento delle licenze software ad uso didattico utilizzato dalle classi e nei laboratori, la manutenzione e abbonamento server e rete wi-fi, le quote di partecipazione a concorsi e gare, la quota per l'innovazione tecnologica e informatica e per l'ampliamento dell'offerta formativa;

   nella circolare si affermava che alle scuole è consentito richiedere contributi alle famiglie per finanziare l'attività didattica;

   il sito istituzionale del Ministero dell'istruzione e del merito, riporta che in ragione dei princìpi di obbligatorietà e di gratuità, non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l'espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all'assolvimento dell'obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, eccetera) ed eventuali contributi possono essere richiesti solo ed esclusivamente quali contribuzioni volontarie con cui le famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, partecipano al miglioramento e all'ampliamento dell'offerta formativa degli alunni, per raggiungere livelli qualitativi più elevati;

   pur comprendendo le gravi difficoltà degli istituti nel garantire il buon funzionamento generale delle scuole vista la carenza strutturale di fondi, non si possono chiedere alle famiglie contributi economici obbligatori per spese che dovrebbero essere garantite gratuitamente o, al massimo, attraverso contribuzioni libere e volontarie;

   le famiglie, per garantire un'adeguata istruzione ai propri figli devono già farsi carico del caro libri (circa 400 euro per alunno), del contributo obbligatorio per finanziare l'attività formativa (almeno 50 euro per ragazzo), delle ingenti spese per i viaggi di istruzioni (almeno 700 per alunno/a), di sobbarcarsi anche parzialmente, specialmente al sud, le spese per il trasporto pubblico degli studenti pendolari, eccetera;

   per i nuclei familiari a medio e basso reddito diventa sempre più complicato far fronte alle spese per l'istruzione, anche a causa dei rincari generalizzati, della crisi economica, dell'inflazione e del caro vita;

   il 15 settembre 2023 la dirigente scolastica, che peraltro avrebbe anche rilasciato dichiarazioni molto discutibili lamentando la scorrettezza di chi intendeva segnalare la vicenda in sede istituzionale ha annunciato di aver modificato la delibera eliminando il riferimento all'obbligatorietà del contributo richiesto;

   secondo la stessa dirigente la scuola dell'autonomia nasce con l'idea della compartecipazione in ragione dell'idea di ampliare l'offerta formativa, ma questo, ad avviso dell'interrogante, non può tradursi in atti che mettono in difficoltà le famiglie meno abbienti e negano di fatto il diritto allo studio –:

   se non intenda, anche attraverso gli uffici scolastici regionali, vigilare affinché gli istituti scolastici non richiedano alle famiglie forme «obbligatorie» di contributi oltre a quelli dovuti per legge, ribadendo l'illegittimità di tali atti;

   quali iniziative di competenza intenda assumere per assicurare maggiori fondi agli istituti per garantire loro di coprire adeguatamente tutte le spese necessarie al buon funzionamento delle scuole, senza dover ricorrere a richieste di natura economica nei confronti delle famiglie che sono già costrette a far fronte ad ingenti spese per garantire la formazione scolastica dei propri figli.
(4-01589)

  Risposta. — In riferimento all'atto parlamentare in esame, si rende noto che l'ufficio scolastico regionale per la Sicilia – ambito territoriale di Siracusa, in risposta alla richiesta di questo Ministero di fornire elementi, ha comunicato quanto di seguito si riporta.
  In data 15 settembre 2023, l'ambito territoriale di Siracusa ha avanzato la richiesta di fornire una copia della circolare (protocollo n. 285 del 3 luglio 2023), oggetto della presente interrogazione, alla dirigente scolastica dell'Istituto in argomento, con la quale ne ha discusso i contenuti.
  All'esito dell'incontro, in pari data, la dirigente scolastica ha revocato ed annullato la precedente circolare con altra circolare ove si specifica che il contributo è volontario, che le attività elencate sono rivolte a tutti gli studenti, indipendentemente dal fatto che i genitori abbiano o meno versato il contributo, e che quest'ultimo è rendicontato al consiglio di istituto al termine dell'anno scolastico.
  L'ufficio scolastico regionale ha specificato, inoltre, che la richiesta del versamento del contributo volontario, da parte delle Istituzioni scolastiche, è legittima, così come stabilito dal decreto del Presidente della Repubblica, 8 marzo 1999, n. 275, che all'articolo 17 ha abrogato le due disposizioni del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, l'articolo 143, secondo comma, e l'articolo 176, terzo comma, i quali vietavano alle scuole di chiedere contributi.
  Il medesimo ufficio ha chiarito che il versamento della quota del contributo volontario è detraibile fiscalmente, in base alla legge 2 aprile 2007, n. 40, a condizione che detto versamento risulti effettuato tramite bonifico bancario e che sia destinato all'innovazione tecnologica e all'ampliamento dell'offerta formativa.

Il Ministro dell'istruzione e del merito: Giuseppe Valditara.


   STEFANAZZI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il complesso petrolchimico LyondellBasell di Brindisi produce resine di polipropilene utilizzando due impianti produttivi: uno basato sulla tecnologia Spheripol ed uno sulla tecnologia Spherizone;

   i prodotti dell'impianto Spheripol sono utilizzati principalmente per applicazioni nel settore dell'imballaggio (film Bopp) e nel settore tessile, mentre la linea Spherizone produce resine impiegate nella produzione di tubazioni, materiali per l'edilizia, prodotti per l'auto e per la casa;

   l'impianto PP2 ha una capacità produttiva di circa 280 mila tonnellate annue di polipropilene;

   sebbene l'impianto P9T abbia una capacità produttiva annua pari a 200 mila tonnellate, negli ultimi anni i volumi prodotti non hanno superato le 120 mila t/anno;

   la materia prima, il propilene, è fornito dall'impianto di cracking di Brindisi di proprietà di Versalis. Negli ultimi anni tali forniture agli stabilimenti LyondellBasell si sono attestate su valori tra le 250/280 mila tonnellate annue;

   il 5 settembre 2023 LyondellBasell ha comunicato la decisione di chiudere uno dei due impianti, denominato P9T;

   l'azienda ha motivato tale scelta in una nota pubblica, in cui si legge «che la chiusura di questa unità sia la soluzione più sostenibile dal punto di vista strategico e finanziario», poiché si tratta del «primo impianto del suo genere costruito a livello mondiale ed è purtroppo diventato non competitivo. Il mercato di riferimento per i prodotti realizzati dall'impianto di Brindisi è sempre più difficile, con una prospettiva di miglioramento molto limitata»;

   per di più, come si apprende da ambienti sindacali, la LyondellBasell avrebbe addotto quale ulteriore motivazione alla chiusura l'insufficienza di materia prima;

   nell'opinione dell'interrogante, la genericità delle giustificazioni fornite sembrano fungere da facile pretesto per un chiaro disimpegno dell'azienda relativamente al necessario percorso di transizione che lo stabilimento deve affrontare;

   la città di Brindisi, come poche altre città italiane, ha offerto un contributo enorme in ambito petrolchimico e di produzione energetica negli scorsi decenni, pagandone talvolta un prezzo molto alto in termini ambientali e anche per questa ragione merita di vedere valorizzate le professionalità di alto livello esistenti e, soprattutto, di essere accompagnata in un processo di transizione verso la piena sostenibilità;

   inoltre, malgrado nella stessa nota l'azienda si dica pronta a «condividere con i sindacati e con le parti sociali soluzioni che possano sostenere [i 47 lavoratori coinvolti] nel miglior modo possibile durante questa transizione», le modalità e la celerità dei tempi con cui la notizia è stata trasmessa suscita sconcerto e perplessità, visto che la nota è stata pubblicata in contemporanea all'assemblea generale aziendale dei lavoratori alla presenza dell'amministratore delegato;

   non si può escludere, poi, il rischio che tale disimpegno possa riverberarsi su altre aziende legale al ciclo produttivo degli impianti brindisini di LyondellBasell, mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro, oltre ai 150 complessivi dell'azienda stessa, tra cui anche quelli (circa 480) legati alle produzioni del cracking di Brindisi;

   infine, un ulteriore timore deriva dal fatto che l'esercizio del solo impianto PP2 potrebbe rappresentare, nel medio periodo, un ulteriore fattore di insostenibilità della produzione per l'azienda, sancendo la chiusura definitiva di LyondellBasell a Brindisi, con essa, un durissimo colpo a una filiera ad alto valore strategico come quella della chimica –:

   se e quali iniziative intendano intraprendere per scongiurare il rischio di chiusura dell'impianto P9T di Brindisi e tutelare di conseguenza le professionalità coinvolte;

   se e quali iniziative intendano intraprendere in tema di politiche industriali per salvaguardare settori strategici per gli interessi economici nazionali come quello chimico.
(4-01536)

  Risposta. — Con l'atto in esame l'onorevole interrogante chiede quali siano gli interventi del Ministero delle imprese e del made in Italy volti a scongiurare il rischio di chiusura dell'impianto della Lyondell Basell di Brindisi e quali iniziative si intendono intraprendere in tema di politiche industriali per salvaguardare settori strategici per gli interessi economici nazionali, come quello chimico.
  A tal riguardo, sentiti i competenti uffici del Ministero delle imprese del
made in Italy si rappresenta che il gruppo Lyondell Basell è presente in Italia con tre sedi: Ferrara (sito che conta 928 dipendenti), Brindisi (con 136 dipendenti) e Milano (con 14 dipendenti).
  Come ricordato dall'onorevole interrogante, il sito di Brindisi produce polipropilene, basato su due tecnologie proprietarie: Spheripol e Spherizone. La prima viene impiegata nel settore degli imballaggi e in quello alimentare, mentre la tecnologia Spherizone costituisce un
unicum nel settore ed è utilizzata per applicazioni di tubi, materiale edilizio, nel settore automotive e infine per i prodotti casalinghi.
  Con un'informativa del 5 settembre scorso, Lyondell Basell ha annunciato la volontà di chiudere detto impianto con il conseguente esubero strutturale di 47 lavoratori, riconducendo tale decisione a difficoltà congiunturali del polo chimico brindisino e all'obsolescenza dei macchinari dell'impianto.
  Al riguardo si informa che in data 20 settembre 2023 si è svolto un incontro in sede regionale (Puglia) sulla situazione di crisi innescata da tale decisione. In tale occasione l'azienda ha confermato la chiusura dell'impianto ma ha garantito una gestione non traumatica degli esuberi (prospettando tra l'altro il possibile utilizzo degli ammortizzatori sociali, il trasferimento dei lavoratori presso il sito di Ferrara nonché l'accompagnamento alla pensione).
  Come già comunicato in occasione di un'interrogazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, regione Puglia ha altresì informato che la prima fase della procedura di licenziamento collettivo risulta essersi chiusa lo scorso 18 ottobre, con esito negativo; con la successiva fase amministrativa presso l'agenzia regionale per le politiche attive, si è addivenuti lo scorso 10 novembre ad un accordo sottoscritto da tutte le parti, che delinea gli impegni di azienda e lavoratori, con rinvio ad un successivo incontro da tenersi a gennaio 2024.
  È stata, quindi, aperta un'interlocuzione istituzionale con l'azienda rispetto alla quale Lyondell Basell ha dato la propria disponibilità a valutare in prospettiva l'eventuale consolidamento del sito brindisino.
  Rispetto a tale vicenda, si informa che il Ministero delle imprese e del
made in Italy manterrà alta l'attenzione, al fine di salvaguardare la produzione nonché i lavoratori coinvolti, posto che il polipropilene e il polietilene sono i polimeri che maggiormente pervadono il sistema produttivo (essendo rispettivamente la prima e la seconda materia plastica al mondo per quantità prodotte).
  In particolare si evidenzia che in Italia i succitati polimeri rappresentano «la materia prima» per numerose piccole e medie imprese trasformatrici a valle del ciclo produttivo, appartenenti a vari settori del
made in Italy.
  Considerata l'importanza del settore si sta valutando di riattivare presso il Ministero l'apposito Tavolo per la chimica presieduto dal Ministro Adolfo Urso e partecipato – oltre che dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica – da rappresentanti delle imprese del settore e da organizzazioni sindacali nazionali di categoria, con la finalità di definire una strategia nazionale per la chimica.

Il Sottosegretario di Stato per le imprese e il made in Italy: Fausta Bergamotto.