XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta scritta:
IAIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
il costo di trasporto dei container dalla Cina all'Italia ed Europa ha subìto un ulteriore e notevole aumento;
ciò è grave poiché oltre il 60 per cento del commercio marittimo si muove su container. In tale contesto le compagnie marittime continuano, inesplicabilmente, a mettere a disposizione una scarsa capacità di stiva, insufficiente a rispondere alla maggior domanda esistente;
tale impennata dei costi sembra imputabile, principalmente, a diversi fattori, tra cui l'aumento della domanda di trasporto internazionale, la scarsità di container disponibili, le conseguenze delle interruzioni avvenute nella fase post Covid e, per finire, la crisi geopolitica nel Mar Rosso;
l'aumento dei noli ha causato un forte impatto diretto sui costi delle spedizioni marittime, con conseguenze altrettanto dirette sugli scambi di merci e sui prezzi finali dei beni trasportati. Appare quindi fondamentale affrontare la problematica con una visione ampia e un approccio strategico;
è altresì importante comprendere il fatto che la mancata risoluzione immediata della problematica dei costi dei trasporti marittimi potrebbe portare a una situazione analoga a quella verificatasi nel 2020. In quell'anno, i tassi di incremento raggiunsero picchi insostenibili, specialmente a partire dal mese di settembre, con crescite di oltre il 900 per cento. Si pensi che ciascuna spedizione subì notevoli aumenti, tanto che da costi ordinari pari 1.300 dollari si raggiunsero picchi pari a oltre 15.000 dollari;
paradossalmente si può giungere ad affermare che il commerciante vendeva il servizio di trasporto più che le merci;
ordinariamente il costo per il trasporto di un container dalla Cina all'Italia è di 1.600 dollari e il tempo di viaggio è di 45 giorni. A causa delle tensioni geopolitiche nel Mar Rosso, le rotte sono in via di modificazione ma è inaccettabile che, a causa di circostanze eccezionali che comportano un prolungamento della navigazione arrivando a 65 giorni, possa causare la quadruplicazione dei costi di trasporto;
tali aumenti sproporzionati potrebbero avere un impatto devastante sulle imprese, sui consumatori e sull'economia in generale. Potrebbe essere utile esaminare gli aspetti normativi e contrattuali relativi ai termini di consegna e agli aumenti dei tariffari quando imputabili a situazioni eccezionali e a causa di forza maggiore;
inoltre, appare opportuno promuovere una maggiore chiarezza e trasparenza nelle pratiche e usi commerciali, stabilendo regole e accordi certi che impediscano aumenti eccessivi dei costi in risposta a eventi imprevisti come quelli in corso nel Mar Rosso;
proporre meccanismi di stabilizzazione dei prezzi, anche facilitando accordi contrattuali che tengano conto di eventuali ritardi dovuti a forza maggiore, potrebbe essere parte di una soluzione a lungo termine;
affrontare, per risolvere, la questione, appare fondamentale, anche per evitare che si ripetano in futuro i medesimi scenari di crisi causando ulteriori impatti economici negativi. La ricerca di una soluzione immediata è condizione indispensabile per preservare la stabilità economica, garantire la continuità del commercio internazionale e mitigare gli effetti sulle imprese coinvolte nei trasporti marittimi. A tal fine appare opportuno indagare, andando oltre le motivazioni già note ed evidenti degli aumenti dei costi, sulle eventuali e ulteriori motivazioni, non conosciute, ma potenzialmente esistenti, dell'aumento dei costi stessi –:
se si intenda verificare l'esistenza di eventuali ulteriori cause dell'aumento dei trasporti marittimi, oltre a quelle note e narrate in premessa, in sede nazionale ed europea, e se si intenda intervenire con iniziative finalizzate a mitigare gli ingenti danni subìti dalle intere filiere produttive che si riverberano, di riflesso, sui consumatori finali.
(4-02151)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
DELLA VEDOVA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
la connazionale Maria Salis da quasi un anno è detenuta in un carcere di massima sicurezza a Budapest con l'accusa di aver aggredito due esponenti neonazisti durante il «Giorno dell'Onore», manifestazione alla quale partecipano nostalgici di Adolf Hitler e che si è svolta nella capitale ungherese l'11 febbraio 2023;
in base alle notizie fornite dai media e dalla famiglia Salis, le condizioni di detenzione preventiva di Maria violano le più elementari regole di rispetto per la dignità umana con trattamenti fisici e psichici inaccettabili;
l'Ungheria, Paese membro dell'Unione europea, è tenuta al pieno rispetto della sua Carta dei diritti fondamentali, come pure della Convenzione ONU contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, delle quali è Stato parte;
il procedimento giudiziario merita ogni attenzione vista la sproporzione tra i fatti contestati (lesioni personali guarite in 5 e 8 giorni rispettivamente) e la previsione di pena (fino a 24 anni);
la Corte d'appello di Milano ha negato alle autorità giudiziarie ungheresi l'estradizione di Gabriele Marchesi, accusato degli stessi reati, motivando tale diniego, inter alia, per le condizioni carcerarie in Ungheria –:
quali iniziative di competenza intenda disporre per assicurare la necessaria assistenza consolare alla connazionale, inclusa la partecipazione, in qualità di osservatore, all'udienza del 29 gennaio 2024.
(5-01844)
AMENDOLA, PORTA, PROVENZANO, QUARTAPELLE PROCOPIO e BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
l'Ecuador sta vivendo giorni di terrore e violenza con attacchi simultanei di gruppi armati in centri commerciali, uffici e persino in una stazione televisiva durante una trasmissione in diretta a Guayaquil. Gli attacchi sono iniziati con l'evasione dal carcere di Adolfo Macìas «Fito», leader della banda criminale Los Choneros, quando doveva essere trasferito e isolato in una struttura di massima sicurezza. La seconda città del Paese è stata l'epicentro dell'offensiva da parte di commando legati alla criminalità organizzata che le autorità non hanno esitato a definire «terroristi»;
il presidente Daniel Noboa ha dichiarato, senza mezzi termini, che il suo Paese si trova «in uno stato di guerra» e che le azioni violente degli ultimi giorni sono la risposta dei gruppi criminali alle azioni intraprese dalla sua amministrazione per fermare l'escalation di insicurezza che ha reso l'Ecuador uno dei Paesi più violenti al mondo;
per questo, Noboa ha ordinato con un decreto «la mobilitazione e l'intervento delle forze armate e della polizia nazionale» per «garantire la sovranità e l'integrità nazionale contro la criminalità organizzata e i gruppi terroristici»;
Daniel Noboa, il più giovane presidente nella storia del paese, è stato eletto pochi mesi fa, al termine di una campagna elettorale segnata dall'uccisione di diversi candidati, tra cui Fernando O Villavicencio. Noboa, ha denunciato l'esistenza di un «conflitto armato interno» nel Paese e ha ordinato alle Forze Armate di considerare i gruppi paramilitari e le gang legate ai narcos come «obiettivo militare». Tra le prime attività, ha disposto la «neutralizzazione» delle azioni criminali da parte delle bande di cui ha fornito una lista, sottolineando che le forze armate devono agire «nel rispetto dei diritti umani»;
questi gruppi armati, la maggior parte dei quali erano semplici bande di strada qualche anno fa, sono diventati i protagonisti del traffico internazionale di droga. In Ecuador è notevolmente cresciuta la violenza dopo essere diventato il principale punto di esportazione della cocaina prodotta nei vicini Perù e Colombia. Gli omicidi sono aumentati dell'800 per cento tra il 2018 e il 2023, passando da 6 a 46 ogni centomila abitanti. Nel 2023 sono stati registrati 7.800 omicidi e sono state sequestrate 220 tonnellate di droga;
intanto il governo del Perù ha ordinato l'immediato dispiegamento delle forze armate al confine con Ecuador per evitare che l'instabilità si propaghi nel proprio Paese;
al momento nessun connazionale è stato coinvolto negli scontri –:
quali notizia abbia il Governo in merito alla situazione in Ecuador e quali iniziative di competenza stia intraprendendo per garantire l'incolumità dei nostri connazionali presenti nel Paese anche attraverso l'attivazione di canali di comunicazione in grado fornire alla nostra ambasciata un monitoraggio in tempo reale della situazione e sostenere le istituzioni ecuadoregne per fermare gli scontri ed evitare una escalation della situazione anche nei paesi confinanti.
(5-01847)
Interrogazione a risposta scritta:
BOLDRINI, ASCARI, BAKKALI, CARMINA, CAROTENUTO, CHERCHI, FERRARI, FRATOIANNI, GHIO, QUARTINI, SCARPA, SCOTTO e VACCARI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
nei giorni 11 e 12 gennaio 2024 si svolge la prima udienza della Corte internazionale di giustizia relativa al procedimento che valuterà l'accusa di violazione degli obblighi che discendono dalla Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio del 1948, nei confronti dei palestinesi a Gaza, mossa dal Sudafrica contro Israele;
questa accusa si fonda sugli effetti della reazione del Governo Netanyahu alla brutale azione terroristica messa in atto da Hamas contro civili israeliani il 7 ottobre 2023: da allora fino all'inizio di gennaio 2024 massicci bombardamenti sulla Striscia di Gaza hanno provocato oltre 23 mila morti – di cui la stragrande maggioranza donne e bambini – la distruzione di case, scuole e ospedali;
se la Corte riterrà fondata la denuncia, prima ancora di emettere una sentenza completa e definitiva, accettando la richiesta di misure cautelari avanzata dal Sudafrica, potrà emettere un ordine immediato di cessazione delle operazioni militari a Gaza e di tutti gli atti che violano la Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio;
la Corte internazionale di giustizia, con sede all'Aja, fondata nel 1945, è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite ed esercita una funzione giurisdizionale in relazione all'interpretazione e all'applicazione del diritto internazionale, dirime le controversie tra Stati e le sue decisioni sono vincolanti;
la Corte è composta da quindici giudici di nazionalità diversa eletti dall'Assemblea e dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, restano in carica nove anni e operano in modo del tutto indipendente dai Governi degli Stati di cui sono cittadini a tutela della terzietà e dell'autonomia della Corte stessa;
da notizie di stampa risulta che il Governo Netanyahu abbia deciso di esercitare una pressione politica sui singoli Stati, attraverso la propria rete diplomatica, perché rigettino le accuse rivolte dal Sudafrica come se a decidere su questa materia dovessero essere le dichiarazioni di Ministri degli esteri e non una Corte internazionale autonoma e indipendente –:
in che modo e con quali iniziative il Governo intenda respingere qualunque tentativo di minare l'indipendenza della Corte internazionale di giustizia, impegnandosi fin da subito a rispettarne gli orientamenti e ad attuare, per quanto di competenza, qualunque decisione la Corte stessa vorrà liberamente assumere.
(4-02148)
AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, per sapere – premesso che:
con la legge di conversione del decreto-legge del 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione, si è completata la modifica della governance del fondo sviluppo e coesione;
in particolare, si è completata l'operazione di accentramento della gestione del citato fondo in capo al Ministero interpellato, riforma già avviata con il decreto-legge n. 13 del 2023, cosiddetto decreto PNRR ter, che aveva già previsto la soppressione dell'Agenzia della coesione territoriale e il contestuale trasferimento delle sue funzioni di programmazione, coordinamento e monitoraggio dei fondi nazionali ed europei della politica di coesione al Ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR;
con legge di bilancio 2021 (legge n. 178 del 2020), l'articolo 1, comma 178, recava la disciplina per la programmazione, la gestione finanziaria e per il monitoraggio dell'utilizzo delle risorse del Fsc per la programmazione 2021-2027;
in particolare alle lettere (a ad m) prevedeva l'impiego della votazione del fondo per obiettivi strategici relativi ad arie tematiche per la convergenza e la coesione, basandosi sulle cinque missioni del «piano Sud 2023», in coerenza con gli obiettivi e strategie dei fondi strutturali europei 2021-2027;
la norma di cui alla lettera a), dell'articolo 1, comma 178, della legge n. 178 del 2020, è stata recentemente completamente riscritta dal decreto-legge del 19 settembre 2023, n. 124;
in particolare, la nuova riformulazione della citata lettera prevede che la dotazione finanziaria del Fsc sia impiegata per iniziative e misure afferenti alle politiche di coesione come definite dal Ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, nonché per attuazione degli accordi per la coesione che costituiscono i nuovi strumenti operativi per la gestione del Fsc 2021/2027, voluti dal Governo in carica;
i suindicati accordi di coesione, indispensabili per avere i fondi nazionali, hanno tuttavia determinato uno stallo nella erogazione dei soldi del fondo sviluppo e coesione indispensabili per il cofinanziamento dei programmi finanziati dai fondi europei che continuano a restare fermi da oltre diciotto mesi;
va considerata altresì la presenza, a seguito della riprogrammazione del PNRR voluta dal Ministro interpellato, di un definanziamento di 7,6 miliardi di progetti per il Meridione;
inoltre, dalla legge di bilancio 2024, risulta il taglio di 3,5 miliardi dal Fondo della perequazione infrastrutturale che si aggiunge all'ulteriore taglio di 2,3 miliardi dal fondo sviluppo e coesione, destinato al Sud, per finanziare la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina;
infine, secondo i dati dell'Ufficio parlamentare di bilancio, nell'anno 2023, sono stati spesi 2,5 miliardi di fondi PNRR, pari a circa il 7,4 per cento del previsto con grave danno soprattutto al Sud in considerazione della funzione del perequativa che ha il Piano –:
quali iniziative intenda adottare, anche di carattere normativo, al fine di vincolare l'impiego della dotazione delle risorse del Fsc 2021-2027 in coerenza con gli obiettivi e le strategie di convergenza e coesione territoriale sulla base delle 5 missioni del piano Sud 2023 nonché dei fondi strutturali europei 2021-2027;
quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare al fine di erogare celermente i richiamati fondi alle regioni che attendono da oltre diciotto mesi.
(2-00306) «Auriemma, Caso, Amato, Sportiello, Di Lauro, Caramiello, Carotenuto, Alifano, Bruno, Scerra, Scutellà, Carmina, Donno, Dell'Olio, Torto, Fenu, Lovecchio, Raffa, Cherchi, Sergio Costa, Morfino».
Interrogazione a risposta orale:
SCERRA. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
il «Fondo di perequazione infrastrutturale» è stato istituito dal Governo Conte 2 (decreto-legge n. 121 del 2021, convertito con legge n. 156 del 2021) con la previsione di uno stanziamento di 4,6 miliardi dal 2022 al 2033 a supporto dei fabbisogni infrastrutturali, del Mezzogiorno in particolare;
il Governo Draghi ha proseguito nell'attuazione del fondo individuando quattro macro settori sui quali intervenire per coprire il gap infrastrutturale: le opere idriche, l'istruzione, la sanità e i trasporti, in alcuni casi suddividendo questi macro-comparti in sottosezioni: ad esempio, in ambito di istruzione, focalizzando gli interventi nei settori dell'edilizia scolastica, degli asili nido e altro. La puntuale ricognizione dei fabbisogni che è stata realizzata, ha individuato un 80 per cento di tale fabbisogno localizzato nelle aree meridionali del Paese, stimando conseguentemente la destinazione al Mezzogiorno di circa 3 miliardi e 700 milioni del fondo perequativo infrastrutturale sul totale dei 4 miliardi e 600 milioni;
nel momento dell'avvio del PNRR e del piano complementare, sono stati curati con attenzione i criteri che garantivano la complementarietà con il fondo di perequazione infrastrutturale, in base a parametri specifici, tra cui insularità e fabbisogni delle aree del Mezzogiorno;
nella ripartizione di dettaglio delle risorse del fondo, pari a 4 miliardi e 600 milioni, 1 miliardo e 300 milioni erano stati assegnati al settore idrico, 1 miliardo e 100 milioni all'istruzione, 1 miliardo e 100 milioni rispettivamente a sanità e trasporti;
il suddetto fondo, in sede di approvazione della legge di bilancio 2024, alla tabella relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, dove era allocato, è stato definanziato tra le pieghe delle varie missioni e programmi, senza neanche far riferimento alla sua norma istitutiva. In sostanza pare che l'attuale Governo abbia proceduto alla soppressione di questo importante strumento finanziario, utilizzando una tecnica legislativa che, a parere degli interroganti, rivelerebbe l'intento di rendere poco visibile questa operazione che sottrae risorse al Sud e le sposta su destinazioni non chiare;
in questo modo si priva il Mezzogiorno di risorse essenziali per colmare i gap infrastrutturali in settori strategici e sensibili come l'istruzione, i trasporti, la sanità, le politiche sociali e urbane, in contraddizione con tutte le politiche nazionali ed europee volte proprio ad una maggiore coesione territoriale, economica e sociale –:
quali siano le motivazioni alla base della scelta di sopprimere di fatto il fondo di perequazione infrastrutturale di cui al comma 1-ter dell'articolo 15 del decreto-legge n. 121 del 2021, così importante per le regioni meridionali e se queste ultime siano state coinvolte in questa decisione che le danneggia riguardo all'obiettivo di colmare i loro gap infrastrutturali;
se le risorse finanziarie sottratte a questo fondo siano state destinate al Mezzogiorno o se siano state spostate su progetti non più coerenti con i fini di perequazione infrastrutturale per i quali erano state stanziate.
(3-00913)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XIII Commissione:
GADDA e MARATTIN. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1,comma 654, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 prevedeva la cessione gratuita, per un periodo non inferiore a venti anni, ai nuclei familiari con tre o più figli, di una quota del 50 per cento dei terreni agricoli di cui all'articolo 66, comma 1, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, e della medesima quota percentuale dei terreni di cui all'articolo 3, comma 3, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91;
i terreni in questione sono i terreni agricoli e a vocazione agricola, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di proprietà dello Stato e i terreni incolti del Mezzogiorno;
le disposizioni citate prevedevano che anche per i genitori che nel corso del triennio 2019-2021 avessero avuto un terzo figlio fosse prevista la concessione gratuita di un terreno statale per un periodo non inferiore ai venti anni;
lo stesso beneficio era anche previsto per le società costituite da giovani imprenditori agricoli che avessero riservato ai nuclei familiari aventi le caratteristiche citate una quota societaria non inferiore al 30 per cento;
all'articolo 1, della medesima legge 30 dicembre 2018, n. 145, con il successivo comma 655, si disponeva fosse anche concesso ai beneficiari delle assegnazioni di cui al citato comma 654, a richiesta, un mutuo di importo fino a euro 200.000 per la durata di venti anni, a un tasso di interesse pari a zero, per l'acquisto della prima casa in prossimità del terreno assegnato;
per le finalità richiamate, è stato istituito un fondo rotativo con una dotazione finanziaria iniziale pari a 5 milioni di euro per l'anno 2019 e a 15 milioni di euro per l'anno 2020;
sempre all'articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145, il comma 656 disponeva che con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, fossero definiti i criteri e le modalità di attuazione dei commi 654 e 655 –:
quale seguito sia stato dato alle disposizioni citate in premessa, quali esiti abbia dato la misura, quanti lotti di terreno siano effettivamente stati assegnati ai nuclei familiari aventi le caratteristiche descritte e quali siano il numero e gli importi complessivi dei mutui concessi in attuazione della disposizione di cui all'articolo 1, comma 656 della legge 30 dicembre 2018, n. 145.
(5-01835)
NEVI e BAGNASCO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
il basilico Dop rappresenta un'eccellenza della regione Liguria, una risorsa di inestimabile valore e non solo dai punto di vista culinario, ma anche dal punto di vista economico e occupazionale;
gli imprenditori agricoli del territorio hanno manifestato una grave preoccupazione riguardo alla sopravvivenza di questa importante produzione;
tale preoccupazione riguarda la deroga che consente l'uso del prodotto 1,3-dicloropropene, necessario alla sterilizzazione dei terreni; la deroga per l'anno in corso è arrivata in ritardo e gli effetti di questo ritardo hanno inciso pesantemente sulla produzione del basilico, un prodotto che per il territorio ligure è di vitale importanza;
il Servizio fitosanitario nazionale nella sua pubblicazione del 17 aprile 2023 ha sancito lo stato di emergenza fitosanitaria per numerose colture erbacee afflitte da nematodi e patogeni del suolo. L'emergenza è stata avallata per il contenimento dei nematodi su numerose colture tra cui in primis il basilico, ma anche floreali, lattuga e insalata in serra, fragola, radicchio e tabacco. I comuni interessati sono 326 in 7 regioni (Campania, Umbria, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria e Sardegna), per un totale di 12216 ettari;
la deroga 2023 è arrivata a metà giugno, quando ormai era troppo tardi. Questo ritardo ha costretto tali aziende a utilizzare prodotti alternativi risultati inefficaci, con conseguenze potenzialmente devastanti soprattutto per gli imprenditori albenganesi che sono quelli che maggiormente operano con la grande distribuzione;
preme evidenziare che gli effetti di questo ritardo hanno inciso pesantemente sulla produzione del basilico, che corre il rischio non solo di scomparire dai nostri territori, ma di essere rimpiazzato da prodotti di scarsa qualità e che non sono garanzia dell'eccellenza culinaria italiana;
ovviamente, il rischio non si limita solo alla perdita di un'eccellenza territoriale, ma comporta anche l'eventualità che le imprese del settore chiudano mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro preziosi per la nostra comunità –:
quali iniziative di competenza intenda porre in essere al fine di assicurare tempestivamente l'adozione delle misure necessarie a garantire la produzione di basilico ligure Dop.
(5-01836)
CARAMIELLO, CHERCHI e SERGIO COSTA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 893, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 prevede che, al fine di tutelare la qualità del sughero nazionale contro l'attacco dell'organismo nocivo Coraebus undatus, il sughero estratto è obbligatoriamente sottoposto a trattamento termico mediante bollitura; le modalità di contenimento della diffusione del predetto organismo nocivo sono definite da decreto del Ministero dell'agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste entro 90 giorni dall'entrata in vigore del testo di legge;
tale disposizione è stata prorogata prima di 12 mesi, durante l'esame del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 con l'introduzione dell'articolo 26-quinquies e poi, di ulteriori 12 mesi durante l'esame del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, introducendo all'articolo 4, il comma 9-sexies;
la produzione italiana di sughero, eccellenza riconosciuta nel mondo, risulta essere fortemente penalizzata dalla presenza di tale organismo nocivo e, a oggi, l'unica soluzione fitosanitaria compatibile con l'attività di estrazione di sughero è il suo contenimento;
come emerge dal Piano di settore sughericolo 2022-2026 del Ministero dell'agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste, la presenza del Coraebus undatus conduce a una riduzione del prezzo di vendita del sughero di circa 75 per cento del valore, generando una ingente perdita economica per la filiera – costituita principalmente da micro o piccole e medie imprese – e per l'economia italiana in generale;
a seguito dell'accoglimento di alcuni ordini del giorno al decreto cosiddetto Milleproroghe del febbraio 2023, il sottosegretario Luigi D'Eramo aveva dichiarato con un comunicato stampa ufficiale (https://aericolae.eu/) che il Ministero era al lavoro per la stesura del decreto in parola, riconoscendo la gravità della situazione delle imprese sughericole nazionali; tale decreto, a quanto apprendono gli interroganti, sarebbe ormai pronto;
pur essendo, quella del Coraebus undatus, una infestazione endemica, è necessario intervenire al più presto con le efficaci misure di contenimento del parassita, al fine di evitare situazioni di emergenza per il settore e conseguente necessità di ristoro, come avvenuto a esempio con i danni causati dal punteruolo rosso delle palme a della peronospora della vite –:
quando sia prevista l'adozione del decreto in parola, specie considerando l'imminente avvio della campagna sughericola di maggio 2024, al fine di evitare un nuovo anno di difficoltà e incertezza per i produttori di questa importante filiera nazionale.
(5-01837)
VACCARI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
il 30 aprile 2021 l'Italia ha presentato alla Commissione europea il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Successivamente, la Commissione ha espresso valutazione positiva alla Riprogrammazione, approvando la nuova versione modificata in data 8 dicembre 2023;
la dotazione finanziaria disponibile totale del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è aumentata a partire dal 2023 a seguito dell'introduzione della nuova misura M2C1, I3.4 – Fondo rotativo Contratti di filiera PNRR (2 miliardi di euro) e dello scale-up della misura «Parco Agrisolare» (1,5 miliardi di euro a cui si sono aggiunti altri 850 milioni di euro);
il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, a seguito delle modifiche, ha in capo le seguenti misure: M2C1, investimento 2.1: sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo; M2C1, investimento 2.2: parco agrisolare; M2C1 investimento 2.3: innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare; M2C1, investimento 3.4: fondo rotativo contratti di filiera (FCF) per il sostegno dei contratti di filiera dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo; M2C4, investimento 4.3: investimenti nella resilienza dell'agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche;
il Ministro, intervenendo il 13 aprile 2023 alla prima riunione del tavolo del partenariato sullo stato di attuazione del PNRR, istituito ai sensi del decreto-legge n. 77 del 2021, tenutasi al Masaf alla presenza degli attori istituzionali, delle organizzazioni datoriali, delle rappresentanze degli enti locali, dei sindacati e di tutte le principali associazioni di settore, convocato con l'obiettivo di garantire la massima trasparenza e informazione sullo stato di attuazione delle misure di competenza e raccogliere contributi e suggerimenti utili ad una più efficace realizzazione degli investimenti previsti, si era impegnato a convocare una riunione del tavolo con cadenza trimestrale in modo da seguire, insieme, con continuità l'evoluzione del Piano –:
quale sia ad oggi lo stato di avanzamento per ogni singola misura, e se non ritenga necessario riconvocare quanto prima il tavolo sullo stato di attuazione del PNRR presso il Masaf.
(5-01838)
Interrogazione a risposta in Commissione:
GADDA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
al fine di valorizzare le pratiche di gestione agricole e forestali sostenibili, in grado di migliorare le capacità di assorbimento del carbonio atmosferico e aggiuntive rispetto a quelle prescritte dalla normativa europea e nazionale, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste avrebbe dovuto emanare entro fine ottobre 2023 le linee guida con le modalità di certificazione dei crediti e di gestione del registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale, istituito presso il Crea. L'ente, tuttora commissariato dal Ministro Lollobrigida, non ha ancora provveduto all'adozione di un decreto fondamentale sia per l'ambiente sia per il comparto agricolo nazionale –:
quali siano le eventuali criticità che ritardano l'adozione delle linee guida di cui all'articolo, comma 2-septies del decreto-legge n. 13 del 2023, convertito con modificazioni dalla legge n. 41 del 2023, anche al fine di escludere che tali criticità siano da ricondurre all'inefficienza del CREA-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, ente dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste che risulta a tutt'oggi commissariato.
(5-01845)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazioni a risposta immediata:
RUFFINO, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO e GRIPPO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
il 13 dicembre 2023 il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l'elenco delle aree presenti nella proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) – elaborata da Sogin – la quale individua le zone dove sarà possibile realizzare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco tecnologico;
con proprio comunicato, lo stesso Ministero ha concesso trenta giorni di tempo agli enti territoriali, le cui aree non sono presenti nella proposta di Carta nazionale delle aree idonee, per presentare la propria autocandidatura ad ospitare tali strutture, chiedendo una rivalutazione del territorio al fine di verificarne l'eventuale idoneità;
il sindaco di Trino (Vercelli), territorio che già ospita una delle centrali nucleari italiane in disuso e che non è stato incluso nella proposta di Carta nazionale delle aree idonee, entro il termine di trenta giorni, ha proposto la candidatura del proprio comune secondo le modalità previste, alla luce anche della sicurezza del progetto e delle opportunità – sia in termini di occupazione che di indotto – delle compensazioni che ne deriveranno;
peraltro, occorre ricordare come tra i comuni Trino e Saluggia, distanti meno di 30 chilometri, già venga ospitato circa l'82 per cento dei rifiuti radioattivi italiani in depositi temporanei;
il Ministro interrogato ha espresso il proprio apprezzamento per l'autocandidatura del piccolo comune piemontese, confermando che l'istanza dovrà sottostare all'esito positivo della verifica di idoneità da parte di Sogin e alla validazione dell'autorità competente in materia di sicurezza;
allo scopo di prevenire ogni possibile dubbio circa deficit di sicurezza e ridurre il rischio di polemiche mediatiche e contenziosi legali, con riferimento all'esame parlamentare del decreto-legge cosiddetto «sicurezza energetica» (decreto-legge n. 181 del 2023), il gruppo Azione-PER-Renew Europe ha avanzato proposte nel senso di far sì che Sogin accerti che eventuali aree autocandidate non presenti nella Carta nazionale delle aree idonee possano superare il vaglio di conformità con adeguate modifiche al progetto definitivo del Deposito nazionale ovvero alla luce di vincoli territoriali che nel frattempo possano essere decaduti o modificati –:
quali si prevede siano le tempistiche di valutazione dell'autocandidatura del comune di Trino e se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, in termini procedimentali, per dare soluzioni alle problematiche segnalate in premessa con riguardo alle aree autocandidate.
(3-00919)
LUPI, ROMANO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
la transizione verso un sistema energetico centrato su un maggiore impiego delle fonti energetiche rinnovabili è fondamentale e strumentale alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
le comunità energetiche rinnovabili rappresentano uno degli strumenti elaborati dall'Unione europea per promuovere azioni virtuose e sussidiarie dei cittadini verso la transizione ecologica;
le comunità energetiche rinnovabili sono composte da gruppi di soggetti, persone fisiche, enti locali, istituti religiosi, che si associano per condividere l'energia autoprodotta da fonti rinnovabili;
l'obiettivo principale delle comunità è quello di creare benefici ambientali, economici e sociali al fine di contrastare i cambiamenti climatici e la povertà energetica;
il Piano nazionale di ripresa e resilienza incentiva la costituzione di comunità energetiche rinnovabili stabilendo, per il 2026, di raggiungere l'obiettivo di 2.000 megawatt di capacità rinnovabile ed una produzione di 2.500 gigawatt in comuni con meno di 5.000 abitanti;
in Italia sono presenti 104 configurazioni in autoconsumo collettivo, suddivise in 74 gruppi di autoconsumatori e 30 di comunità di energia, e, considerando le iniziative ancora in fase di definizione, si conta un totale di 198 progetti;
la forma giuridica più utilizzata per la costituzione delle comunità energetiche è quella della fondazione di partecipazione caratterizzata da un modello giuridico aperto, nato per raggiungere diversi scopi tramite la partecipazione e collaborazione tra pubblico, privato e volontari cittadini che diventano elementi attivi della fondazione stessa;
le forme di autoproduzione di energia rinnovabile devono essere promosse anche tramite attività di informazione che raggiungano soprattutto i piccoli comuni;
la costituzione delle comunità energetiche rinnovabili necessita di interventi di semplificazione che riducano la burocrazia e accelerino le fasi di realizzazione, anche alla luce dell'obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza da raggiungere entro il 2026 –:
quali iniziative intenda programmare il Ministro interrogato al fine di incentivare la costituzione delle comunità energetiche, promuovendo una maggiore informazione e consapevolezza degli enti coinvolti o anche attraverso la semplificazione della normativa vigente.
(3-00920)
CAPPELLETTI, PAVANELLI e APPENDINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
dalla presentazione del 12° Rapporto annuale sull'efficienza energetica e del 14° Rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti dell'Enea, nel 2022 il nostro Paese ha raggiunto un risparmio record di 3 miliardi di euro nella fattura energetica nazionale grazie agli interventi di efficienza energetica realizzati;
con particolare riferimento alle minori importazioni di petrolio e gas, dalle stime Enea emerge che la riduzione delle emissioni di anidride carbonica raggiunta ammonta a circa 6,5 milioni di tonnellate, con un risparmio di poco più di 2,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio; un risultato che avvicina l'Italia agli obiettivi della nuova direttiva sull'efficienza energetica;
ai positivi risultati hanno contribuito l'«ecobonus», il «bonus casa» e il «superbonus», con un risparmio di 1,363 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (54,3 per cento rispetto ai nuovi risparmi 2022), pari al 98,1 per cento del risparmio atteso secondo le traiettorie del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec) per il 2023;
in merito al «superbonus», i dati evidenziano che a dicembre 2022 il numero totale di progetti è stato pari a 352.101, con 60,76 miliardi di euro di investimenti ammessi a finanziamento, di cui 45,2 miliardi per lavori già conclusi, e un risparmio complessivo pari a 9.050,04 gigawattora per anno;
tuttavia la tabella 3-31 «Superbonus: Dati nazionali complessivi al 31 dicembre 2022» del citato rapporto annuale sulle detrazioni fiscali non include nel conteggio per il calcolo del risparmio complessivo di 9.050,04 gigawattora per anno i risparmi generati dai 341.101 impianti fotovoltaici installati (con una potenza pari a 2,1 gigawatt) e dai 329.188 sistemi di accumulo a questi abbinati per massimizzare l'autoconsumo;
contabilizzando, infatti, i menzionati interventi si stimerebbero circa 2.240 gigawattora per anno di ulteriori risparmi rispetto a quelli indicati nella citata tabella 3-31, per un totale decisamente più alto rispetto al record di 3 miliardi di euro della fattura energetica –:
a quanto ammonti la stima dei risparmi generati dagli impianti fotovoltaici e dai sistemi di accumulo installati tramite la misura del cosiddetto «superbonus», attualmente non inclusi nel calcolo complessivo, e se non ritenga opportuno che tali dati siano da considerare nei futuri rapporti Enea, anche per ottenere un quadro conoscitivo esaustivo della fattura energetica nazionale utile al raggiungimento dei nuovi obiettivi europei sull'efficienza energetica.
(3-00921)
Interrogazione a risposta in Commissione:
DEL BARBA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
l'idroelettrico in Italia rappresenta l'11 per cento della capacità di generazione installata in Italia e fornisce mediamente circa il 7 per cento del totale dell'energia elettrica prodotta nel Paese. Le ricadute in termini di posti di lavoro si attestano in oltre 3000 lavoratori tra diretti ed indiretti;
le centrali idroelettriche forniscono servizi di regolazione di rete, garantiscono capacità di riserva di immediata attivazione e hanno un ruolo fondamentale nei «Piani di riaccensione e rialimentazione della rete elettrica nazionale», anche in relazione ai fenomeni di «over generation»;
il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha approvato il 13 gennaio 2022 la «Relazione sulla sicurezza energetica nella fase di transizione ecologica», che sottolinea, con riferimento all'idroelettrico, l'importanza quale asset strategico per la sicurezza energetica nazionale;
la disciplina attualmente in vigore è prevista dall'articolo 12, decreto legislativo n. 79 del 1999, così come modificato, dal decreto-legge n. 135 del 2018 e dalla legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021, e prevede la competenza normativa, sulla materia, delle singole regioni e l'avvio non oltre il 31 dicembre 2023 delle gare per l'assegnazione delle concessioni di derivazione d'acqua per uso idroelettrico scadute o in scadenza;
in questo scenario, è stata archiviata nel 2021 la procedura d'infrazione europea che contestava, fra l'altro, l'obbligo previsto nell'allora disciplina vigente di trasferimento dal concessionario «uscente» a quello «entrante» della titolarità del ramo d'azienda, a fronte di un corrispettivo determinato secondo criteri di mercato;
l'archiviazione sarebbe stata motivata dal fatto che la stagnazione degli investimenti nell'idroelettrico in Europa e la previsione della perduranza della stessa fino al 2050 sono tali da non esservi un problema di concorrenza da tutelare;
da indiscrezioni apparse sulla stampa, parrebbe che l'ipotesi di una modifica dell'articolo 12 del cosiddetto decreto Bersani che introduce, con riferimento alle sole «Grandi concessioni idroelettriche», la riassegnazione al concessionario scaduto o uscente sulla base di una negoziazione diretta finalizzata alla presentazione e approvazione di un piano pluriennale di investimenti, sarebbe stata valutata, in una comunicazione della Commissione europea al Ministro interrogato, come non compatibile con gli «operational arrangments» del PNRR –:
quale sia, nel dettaglio, il contenuto della comunicazione della Commissione europea al Ministro interrogato e quale sarebbe la posizione dell'Italia in merito alle valutazioni della Commissione, anche con riferimento alla particolare natura delle grandi concessioni di derivazione idroelettrica quali asset strategici per la sicurezza e l'autonomia energetica nazionale.
(5-01848)
CULTURA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VII Commissione:
MANZI, ORFINI, ZINGARETTI e BERRUTO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
il David di Donatello è considerato il premio più prestigioso del cinema italiano, assegnato ogni anno a film, documentari e cortometraggi, sia italiani che stranieri;
l'Ente, inizialmente Open Gate Club, fondato nel 1950, è diventato, il 18 luglio 2007 per analogia con le altre importanti Accademie cinematografiche, l'Accademia del Cinema Italiano, con delibera del consiglio direttivo è una fondazione di diritto privato che promuove la conoscenza e la diffusione del cinema italiano in Italia e all'estero;
dal 2016 l'Accademia, in seguito all'approvazione della legge di bilancio 2016, proprio per essere autonoma nella gestione e nell'organizzazione dell'evento gode di un contributo economico annuale;
dal quotidiano la Repubblica del 16 gennaio 2023, si apprende la notizia di una lettera inviata dal capo della Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della cultura alla presidente Detassis per chiedere di inserire, nell'ordine del giorno della prossima assemblea dei soci, la modifica statutaria necessaria a includere nel direttivo dell'Accademia cinematografica il Ministro della cultura o un proprio delegato;
preoccupa la linea politica definita dall'Esecutivo, che, a parere degli interroganti, dalla norma cosiddetta Fuortes alla proposta sulla riorganizzazione del Ministero e all'intervento sulla governance del Centro sperimentale cinematografia, intende sottrarre autonomia e sottoporre al controllo politico la cultura, per definizione, invece, autonoma;
gli interroganti intendono esprimere la loro ferma opposizione al controllo sui luoghi di cultura –:
se intenda confermare e motivare la richiesta inviata alla presidente Detassis per chiedere di inserire, nell'ordine del giorno della prossima assemblea dei soci, la modifica statutaria che permetterebbe al Ministro, o ad un proprio delegato, di essere incluso nel direttivo dell'Accademia cinematografica.
(5-01850)
ORRICO, AMATO, CASO e FRANCESCO SILVESTRI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
Cultura Crea 2.0 è la nuova versione di Cultura Crea – ovvero la principale misura di supporto per le imprese culturali e creative del Mezzogiorno – destinata alle iniziative imprenditoriali (creazione e sviluppo di impresa) e no profit nel settore dell'industria culturale e turistica ubicate nelle regioni Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia;
l'incentivo ha sostenuto in maniera risolutiva lo sviluppo di programmi di rigenerazione urbana, sociale ed economica in diverse città e territori del Sud Italia, in contesti difficili e fragili ma ricchi di potenzialità che necessitano di supporto in modo da poter avviare processi di concreta trasformazione così come già accaduto in centinaia di circostanze;
grazie a Cultura Crea in questi contesti segnati da preoccupanti tassi di scolarizzazione, illegalità e disoccupazione sono nati molti nuovi posti di lavoro sia a tempo indeterminato che stagionali;
secondo quanto riportato dal sito internet di Invitalia (l'Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell'economia) i risultati della misura di cui sopra, che comprendono anche la precedente edizione di Cultura Crea, aggiornati al 1° agosto 2023, descrivono 485 progetti finanziati, 95,9 milioni di euro di investimenti attivati e 80,9 milioni di agevolazioni concesse;
come stabilito dal decreto 11 agosto 2023 dell'Adg del Pon Cultura & Sviluppo 2014-2020, a seguito dell'esaurimento delle risorse, dalle ore 18.00 del 4 settembre 2023 non è più possibile inviare le domande per l'incentivo Cultura Crea 2.0 con relativa chiusura dell'apposito sportello –:
quali iniziative di competenza intenda attivare il Ministro interrogato per verificare l'opportunità di rifinanziare una misura il cui successo e le cui ricadute sono incontrovertibili senza destinare invece altre risorse verso strumenti simili che ripartirebbero da zero, anche mantenendo, ad ogni buon conto, comunque attivo uno sportello, accompagnato da adeguate politiche promozionali, in modo da consolidare ulteriormente un programma agevolativo innovativo i cui risultati si vedranno negli anni a seguire.
(5-01851)
AMORESE e MOLLICONE. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
la Certosa di Trisulti si erge su un promontorio roccioso a picco su una vallata, all'interno della cornice dei Monti Emici nel Lazio;
situata a pochi chilometri dal caratteristico borgo di Collepardo, in provincia di Frosinone, a 100 chilometri da Roma, la Certosa di Trisulti domina la valle a oltre 800 metri di altezza ed è uno dei gioielli nascosti della regione Lazio;
la Certosa di Trisulti necessita di un'azione complessiva di tutela e valorizzazione, e di manutenzione ordinaria e straordinaria;
la Certosa è già destinataria di linee di intervento del PNRR, che stanno riqualificando la struttura –:
se non ritenga di adottare iniziative di competenza per la costituzione di una fondazione fra Ministero della cultura, regione Lazio e il comune di Collepardo e avviare un progetto di partenariato pubblico-privato per investire nella riqualificazione e nei servizi come l'ospitalità e l'accoglienza.
(5-01852)
MULÈ e DALLA CHIESA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
Il teatro lirico sperimentale di Spoleto «A. Belli» è stato fondato nel 1947 con la finalità di sostenere, e avviare alla professione dell'arte lirica, giovani dotati di particolari qualità artistiche;
l'istituzione, che si è distinta per la qualità dell'attività di formazione e delle opere messe in scena, ha ricevuto numerosi premi e segnalazioni e ha visto collaborare alle stagioni liriche, registi e artisti prestigiosi;
il comma 7-ter dell'articolo 7 del decreto-legge n. 198 del 2022 ha disciplinato la proroga del finanziamento di cui all'articolo 1, comma 781, della legge n. 234 del 2021 a favore dell'Accademia internazionale di Imola, dell'Accademia musicale Chigiana di Siena e della Fondazione Scuola di musica di Fiesole;
l'autorizzazione di spesa disposta con decreto-legge n. 198 del 2022 ammonta a 0,6 milioni di euro per l'anno 2023 e a 2,7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 e prevede l'erogazione, in parti uguali, alle istituzioni culturali citate al fine di garantire la prosecuzione delle loro attività istituzionali;
l'interrogante ha più volte presentato emendamenti al fine di comprendere tra gli enti e le istituzioni culturali destinatarie di analogo finanziamento, il Teatro Lirico di Spoleto che nel merito svolge le stesse attività e propone le medesime iniziative musicali delle su citate istituzioni;
in data 22 febbraio 2023, in sede di esame alla Camera dei deputati del decreto-legge n. 198 del 2022, è stato accolto l'ordine del giorno n. 47 presentato dal primo firmatario del presente atto che impegnava il Governo a valutare l'opportunità di risolvere le criticità relative al finanziamento del Teatro Lirico sperimentale di Spoleto, individuando le opportune forme di sostegno, nell'ambito delle disponibilità di bilancio;
l'istituzione Teatro lirico di Spoleto e il territorio dell'Umbria continuano a rimanere esclusi da interventi di indispensabile sostegno per lo svolgimento dell'attività relativa all'altissima formazione musicale –:
se non ritenga opportuno porre in essere ogni iniziativa di competenza per promuovere l'istituzione e l'adozione di misure di carattere finanziario per sostenere e riconoscere l'attività del teatro lirico sperimentale di Spoleto e assicurare un futuro ad una istituzione culturale e teatrale la cui attività si inserisce in un territorio culturalmente estremamente vivace, con una forte vocazione culturale e turistica, dovuta sia alla sua storia che alle importanti manifestazioni che vi si svolgono durante l'anno cui contribuisce la stagione del Teatro lirico sperimentale «Belli».
(5-01853)
PICCOLOTTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende, Marino Sinibaldi, scrittore, autore, per decenni direttore a Radio tre è stato rimosso, tanto improvvisamente quanto rapidamente, dal ruolo di presidente del Centro per il libro è la lettura;
l'ex direttore di Rai Radio Tre, tra l'altro ideatore del programma cult Fahrenheit, è stato infatti raggiunto da una telefonata con cui gli è stata comunicata la sua sostituzione e il tutto si sarebbe concluso in ventiquattro ore;
una sostituzione talmente rapida che sul sito del Centro per il libro e la lettura Sinibaldi è indicato ancora come presidente;
Sinibaldi, da presidente del Centro per il libro e la lettura, ha contribuito come pochi altri alla promozione e alla divulgazione di nuove proposte, autori, linguaggi e favorito il sostegno alla lettura; negli anni, anche in radio, ha svolto un egregio lavoro di ricerca scientifica attenta alle novità senza per questo mai dimenticare i classici della letteratura e della musica, tentando sempre di coniugare innovazione e promozione culturale;
sorprende dunque la notizia della sua sostituzione visto il bilancio positivo della sua attività da presidente del Centro per il libro e la lettura e non si comprendono le motivazioni, nonostante fosse in scadenza di un mandato triennale, rinnovabile, che hanno portato alla sua rimozione e comunque alla sua mancata conferma;
probabilmente, a parere dell'interrogante, la sua presenza è stata ritenuta incompatibile con l'idea di cultura che l'attuale Governo intende perseguire e affidare soltanto a persone di stretta fiducia e osservanza e provenienti dalle stesse radici culturali a discapito del pluralismo e anche del riconoscimento della qualità del lavoro svolto dagli, altri, dimostrando, secondo l'interrogante, una propensione all'occupazione di ruoli apicali che non tiene in considerazione le competente, le biografie e il lavoro, cancellando professionalità ed eccellenze escludendo qualsiasi forma di pluralismo e di orientamenti culturali;
il Centro per il libro e la lettura gestisce circa 4 milioni di finanziamenti e tra le attività che promuove, ci sono impatti per la lettura e il sostegno a festival e associazioni culturali –:
quali siano le motivazioni alla base del mancato rinnovo del mandato al presidente del Centro per il libro e la lettura, Marino Sinibaldi, e della sua repentina sostituzione, anche alla luce dei risultati ottenuti e dell'ottimo lavoro svolto dallo stesso Centro per il libro e la lettura sotto la sua presidenza.
(5-01854)
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta immediata:
TOSI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la pena riveste secondo l'impianto costituzionale una funzione rieducativa del condannato, propedeutica ad un suo futuro reinserimento in società. In tal senso tendono secoli di storia giuridica occidentale, oltre che lo stesso articolo 27 della Costituzione;
secondo i dati più recenti forniti dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria a fine novembre 2023, il numero di detenuti nelle carceri italiane ha raggiunto quota 60.116, superando di gran lunga la capienza regolamentare dei posti disponibili, fissata a circa 50.000. In particolare, l'aumento è significativo se considerato rispetto all'inizio 2023, fotografando una crescita di 3.920 unità e raggiungendo così i livelli precedenti alla pandemia;
il fenomeno del sovraffollamento non solo impatta negativamente sulla qualità di vita dei detenuti, ma è altresì non in linea con le direttive stabilite dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura delle pene o trattamenti inumani o degradanti. Tale divario tra le condizioni reali e gli standard internazionali è motivo di seria preoccupazione, esponendo il nostro Paese a costose procedure d'infrazione, generando altresì un elevato rischio per la sicurezza all'interno degli istituti penitenziari;
a riprova dell'importanza e della delicatezza del fenomeno in parola, particolare preoccupazione destano i recenti fatti di cronaca relativi ai suicidi nella casa circondariale di Verona. Nei soli mesi di novembre e dicembre 2023, infatti, qui si sono tolti la vita Farhady Mortaza (10 novembre), Giovanni Polin (20 novembre) e Oussama Saidiki (8 dicembre), quest'ultimo a cui mancavano solo 3 mesi di detenzione;
il conteggio dei suicidi in carcere aumenta di continuo. Solo nel 2022 sono stati 84 i detenuti a togliersi la vita, tra uomini e donne. Le statistiche dicono che dentro le quattro mura di una cella ci si toglie la vita con una frequenza 19 volte maggiore che fuori. La casa circondariale di Montorio non è purtroppo nuova a questo genere di avvenimenti, anche a causa di una situazione di sovraffollamento dei detenuti e di sottodimensionamento nel numero di personale di polizia penitenziaria –:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere, per quanto di competenza, al fine di evitare il ripetersi di tragedie come quelle verificatesi recentemente nella casa circondariale di Verona di cui in premessa, anche alla luce del fenomeno del sovraffollamento carcerario.
(3-00914)
FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, VARCHI, MASCHIO, BUONGUERRIERI, DONDI, LA SALANDRA, PELLICINI, PULCIANI e VINCI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
nel mese di novembre 2023 il comitato paritetico composto da Ministero della giustizia e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha approvato un impegno economico di oltre 160 milioni di euro destinati a ventuno interventi di edilizia penitenziaria in istituti siti in diverse parti del territorio nazionale;
la questione del sovraffollamento affligge da anni il sistema carcerario italiano, ma sinora era stato affrontato solo con provvedimenti una tantum volti alla liberazione anticipata dei detenuti, i cosiddetti provvedimenti «svuota carceri», incapaci di risolvere il problema sul lungo periodo e anche di migliorare le condizioni di vita di chi rimaneva detenuto, determinando, invece, l'indebolimento del concetto della certezza della pena e aumentando l'insicurezza sociale;
attualmente le carceri italiane ospitano oltre 60.000 detenuti, a fronte di circa 51 mila posti disponibili, con le evidenti ripercussioni negative in termini di qualità della vita delle persone recluse, delle condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria e di sicurezza;
gli interventi programmati in materia di edilizia carceraria si aggiungono al potenziamento degli organici degli agenti di polizia penitenziaria, entrambi finalizzati a migliorare le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria e di vita dei detenuti, sia dal punto di vista della sicurezza che dal punto di vista della vivibilità;
in particolare, gli interventi di edilizia sono incentrati su tre temi principali: il miglioramento delle condizioni di sicurezza degli istituti, con interventi di ristrutturazione e di messa in sicurezza delle strutture, il miglioramento delle condizioni di vivibilità dei detenuti, con interventi per la realizzazione di nuove celle, di spazi comuni e di servizi, e l'adeguamento funzionale degli istituti, con interventi per la realizzazione di nuovi spazi per attività educative, ricreative e lavorative –:
quale sia lo stato di attuazione degli interventi previsti e quali altre iniziative siano contemplate per migliorare le condizioni di vita e di lavoro all'interno degli istituti penitenziari.
(3-00915)
GADDA, GIACHETTI, FARAONE, DE MONTE, DEL BARBA, MARATTIN, BONIFAZI, BOSCHI e GRUPPIONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la situazione delle carceri in Italia risulta grave, tanto dal punto di vista del sovraffollamento quanto da quello del personale carcerario;
nei primi 15 giorni dell'anno, nelle carceri italiane, sono deceduti 20 detenuti, dei quali ben 6 si sono suicidati e 14 a seguito di malattia;
proprio nella contingenza di queste gravi notizie, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia per non aver garantito a un detenuto le necessarie cure mediche;
stando agli ultimi dati diffusi dalla stampa, rispetto ai 47.300 posti disponibili nelle carceri italiane, i detenuti sono attualmente 60.323, con un indice di affollamento pari al 127 per cento, con punte del 232 per cento al San Vittore di Milano, del 204 per cento a Lodi e del 195 per cento a Foggia;
in aggiunta ai problemi strutturali e di degrado degli edifici che ospitano le strutture carcerarie, si aggiunge una cronica carenza di personale: mancano oltre 18.000 agenti di polizia penitenziaria, oltre a direttori, educatori, assistenti sociali e magistrati di sorveglianza;
risulta altresì grave lo stato della gestione sanitaria, anche alla luce dell'elevata presenza di detenuti con problemi di dipendenze e affette da disagi psichiatrici;
all'interno del sistema carcerario, i detenuti che stanno scontando condanne (non un residuo di pena) inferiori ad un anno sono quasi 1.500, che si sommano ai quasi 3.000 che hanno da scontare pene tra uno e due anni e a quelli che hanno scontato quasi per intero la condanna, a cui manca meno di un anno per il fine pena, che sono oltre 7.700;
si moltiplicano le prese di posizione di cittadini e associazioni perché le istituzioni si attivino per porre rimedio ad una situazione grave e disastrosa;
a seguito del grande satysgraha deciso a dicembre 2023 dall'associazione «Nessuno tocchi Caino», è di tre giorni fa la presa di posizione di Rita Bernardini che ha annunciato che il 23 gennaio 2024 inizierà uno sciopero della fame perché le proposte provenienti dalla società civile vengano valutate e prese in considerazione dalle istituzioni –:
quali provvedimenti urgenti il Governo intenda adottare per far fronte ad una situazione di tale gravità e disagio, sul tema della qualità della vita e della salute, anche mentale, dei detenuti in un sistema carcerario al collasso, tanto in tema di sovraffollamento che rispetto alla carenza di risorse umane e strumentali.
(3-00916)
BISA, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
durante la puntata del 10 gennaio 2024 di «Fuori dal coro» di Mario Giordano su Rete 4 si è parlato anche dei cosiddetti «ladri di appartamento», mostrando agli spettatori un copioso numero di casi in cui proprietari di appartamenti sono spossessati del proprio immobile, persino per quattro anni, da soggetti, prevalentemente stranieri, che, dopo aver pagato solo una caparra (in caso di acquisto), i primi canoni di affitto (in caso di locazione) o, addirittura, nulla (occupazione senza titolo), non hanno più lasciato il bene;
il filo conduttore consiste nella mancata esecuzione da parte dell'ufficiale giudiziario della convalida di sfratto adottata da tribunale competente, anche a distanza di mesi ed anni, «per assenza del possessore» –:
quali iniziative di natura amministrativa o normativa il Ministro interrogato intenda adottare per velocizzare le esecuzioni e se ritenga che sussistano i presupposti per promuovere ispezioni presso gli uffici notificazioni esecuzioni e protesti (nep) presso le corti di appello interessate dal servizio del giornalista Giordano.
(3-00917)
ZANELLA, FRATOIANNI, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il 10 gennaio 2024 il Ministro interrogato ha respinto la richiesta di estradizione in Argentina di don Franco Reverberi, accusato di tortura, crimini contro l'umanità, sequestro di persona e di aver partecipato personalmente all'uccisione di un cittadino argentino di 20 anni, durante il regime militare del Paese tra gli anni '70 e '80;
la richiesta di estradizione, presentata nel 2021 dall'Argentina, era stata accolta dalla corte d'appello di Bologna e il successivo ricorso presso la Corte di cassazione presentato dalla difesa di Reverberi è stato respinto nell'ottobre 2023;
il Ministro interrogato non ha confermato l'estradizione motivando il diniego con l'«età estremamente avanzata» del sacerdote, le sue «patologie cardiologiche», «lo stress psicologico», nonostante la perizia medico-legale disposta dalla corte di appello di Bologna avrebbe concluso «che le attuali condizioni di salute di Reverberi sono compatibili con il trasferimento in Argentina»;
durante la dittatura di quegli anni la giunta militare operò una feroce repressione politica: morirono oltre duemila persone e ne scomparvero oltre trentamila, i cosiddetti «desaparecidos»;
secondo le testimonianze dei sopravvissuti alla dittatura, Reverberi, da cappellano militare, era un assiduo frequentatore dei centri illegali di detenzione, partecipando alle torture sui prigionieri;
nell'ottobre del 2010 Reverberi venne formalmente accusato dalla magistratura argentina e nel 2011 tornò in Italia;
per gli interroganti, non concedere l'estradizione in Argentina del sacerdote accusato di essere complice dei militari durante il periodo della dittatura in quel Paese, mentre torturavano ed uccidevano, e di aver commesso lui stesso dei crimini è un grave errore;
le ragioni umanitarie e il garantismo a giudizio degli interroganti c'entrano poco con le vicende in cui è coinvolto don Reverberi, tanto che sia la corte d'appello che la Corte di cassazione hanno approvato l'estradizione;
il Governo italiano rischia di inviare il messaggio che persone accusate di tortura e crimini contro l'umanità possano godere di immunità, al contrario dovrebbe collaborare pienamente e lealmente con la magistratura argentina impegnata a rendere giustizia al Paese per i crimini commessi durante gli anni della spietata dittatura militare che ha insanguinato l'Argentina –:
se il Ministro interrogato non intenda rivedere la decisione assunta nel respingere la richiesta di estradizione di don Reverberi in Argentina, richiesta approvata dalla corte d'appello e dalla Corte di cassazione, offrendo alla magistratura argentina massima collaborazione nella ricerca della giustizia rispetto ai crimini commessi durante gli anni della dittatura militare in quel Paese.
(3-00918)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
X Commissione:
PELUFFO e GRAZIANO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
nell'agosto 2017 è stato approvato l'accordo di sviluppo tra il Mise, la regione Campania e Invitalia, finalizzato a sostenere il programma di sviluppo industriale «LITIO» presentato dalle società Fib s.r.l., da realizzare nel comune di Teverola (CE), finanziato per un importo complessivo di euro 37.445.394,00 di cui euro 20.164.345,00 a carico del Ministero dello sviluppo economico ed euro 17.281.049,00 a carico della regione Campania a valere sui fondi FSC 2014/2020;
il programma prevede l'assorbimento di almeno 75 esuberi ex Indesit da parte della società FIB spa, con un impatto occupazionale di 85 unità, per un investimento del valore di 57,114 milioni, e si compone oltre che di un progetto di investimento produttivo, di tre progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale realizzati in collaborazione con l'Università degli Studi di Torino, con il Politecnico di Torino e con l'Università di Napoli;
ad aprile 2019 Fiom-Fim-Uilm Campania-Caserta denunciano che «gli accordi sono fino a quel momento disattesi, che risulta incomprensibile l'atteggiamento del gruppo che rischia di far saltare l'intero apparato metalmeccanico, impedendo un'operazione di successo e mettendo a rischio più di 400 lavoratori»;
successivamente, durante l'incontro del 31 luglio 2020 avente ad oggetto i siti di Napoli e Teverola del gruppo Whirlpool, l'ingegner Civitillo, amministratore delegato del gruppo Seri, ha precisato che «nell'ambito del progetto di reindustrializzazione di Teverola, concordato con Whirlpool, è stato completato un primo investimento di 55 milioni di euro per il quale l'investitore ha ricevuto una agevolazione agli investimenti gestita da Invitalia» e che «riguardo a questo progetto, è previsto il transito di altri 36 lavoratori entro settembre 2020 per l'inizio a breve delle attività, mentre entro marzo 2022, appena sarà possibile concludere un altro investimento produttivo per l'ampliamento del progetto con il supporto delle agevolazioni pubbliche, è previsto il completamento delle assunzioni di 75 addetti. Ha sottolineato che è necessario procedere al trasferimento delle 36 risorse entro settembre per avviare i piani formativi propedeutici all'avvio delle produzioni a breve» –:
se l'accordo ed il relativo contratto di sviluppo citati in premessa siano stati rispettati, compreso il l'avvio della produzione, il mantenimento dei livelli occupazionali e gli impegni finanziari previsti.
(5-01839)
ANDREUZZA, BARABOTTI, DI MATTINA e TOCCALINI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
è stato convocato per il 1° febbraio 2024, dal Ministero delle imprese e del made in Italy, un incontro plenario del tavolo automotive, ove verrà illustrato il nuovo Piano degli incentivi per il settore automotive;
secondo quanto annunciato dal Ministro, i pilastri del piano sono lo svecchiamento del parco auto, col sostegno ai redditi più bassi, e il rilancio della produzione di veicoli in Italia;
da quanto è possibile ricostruire al momento, sulla base delle bozze di provvedimento e dalle indiscrezioni giornalistiche, il Governo utilizzerà risorse per 930 milioni, 570 milioni di nuovi fondi per l'automotive, il resto dai residui dei vecchi incentivi. Si stima una ricaduta sul mercato che preveda incentivi per auto elettriche che partono da 6.000 euro e arrivano a 13.750 euro se si rottama un'auto Euro2 e si ha un Isee sotto i 30 mila euro; mentre l'aiuto per l'acquisto di una vettura ibrida va da 4 a 10 mila euro, e quello per un'auto a basse emissioni dai 1.500 ai 3.000 euro;
sul tema il gruppo Lega è già intervenuto, anche mediante l'accoglimento dell'ordine del giorno 9/01406/001, in sede di delega al Governo su incentivi alle imprese (A.C. 1406);
nell'occasione, si sottolineava come in Italia vi sia una marginale diffusione dell'auto a basse emissioni, contrariamente al mercato del noleggio, che segna un trend molto positivo per le auto elettriche;
sulla scorta di ciò, si impegnava il Governo a valutare l'opportunità di rimodulare e incrementare la quota incentivi dedicata ai veicoli acquistati in attività di noleggio;
inoltre, nell'ottica di dare seguito agli obiettivi posti dal Ministro, si tenga conto del mercato dell'usato; un settore in notevole espansione, la cui incentivazione favorirebbe certamente lo svecchiamento del parco auto a pieno sostegno delle fasce più deboli. Un intervento in tal senso stimolerebbe il mercato, consentendo ai redditi più bassi di sostituire i propri veicoli con auto più recenti e a minor tasso di emissioni –:
quali incentivi il Governo intenda strutturare, anche in relazione alle imprese che esercitano attività di leasing e noleggio a lungo termine, specificando quale sarà la fonte di finanziamento.
(5-01840)
BENZONI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
è notizia di queste ore che 110 lavoratori di Fdm e Las – ditte della logistica dell'indotto Stellantis di Melfi (Potenza) – saranno collocati in cassa integrazione per un anno, conclusione che per il momento scongiura i paventati licenziamenti:
tale evoluzione, infatti, arriva dopo giornate di sciopero in protesta contro la decisione di cessazione delle loro attività in seguito alla disdetta dell'appalto da parte di Stellantis;
nello stabilimento lucano, sede di profonda riorganizzazione, dovrebbe partire la produzione di cinque nuovi modelli elettrici o ibridi: un'occasione di certo sviluppo per tutte le aziende e l'indotto del territorio, in cui non è certamente facile riuscire a trovare altre opportunità di occupazione;
ciò avviene a pochi mesi dalla notizia della chiusura dello stabilimento di Crevalcore di Marelli Holdings, a riprova della gravissima situazione in cui versa il settore automotive italiano, anche a causa delle scelte di Exor e della disattenzione delle istituzioni di Governo nel corso degli anni:
questi eventi si verificano, in modo quasi paradossale, mentre si registrano i dati riferiti al 2023, secondo cui Stellantis avrebbe registrato +5,9 per cento di vendite nell'Europa allargata (UE, Svizzera e Regno Unito) in tutti i segmenti e per tutte le propulsioni, con una quota di mercato che addirittura è costantemente superiore al 30 per cento per i veicoli commerciali e del 14,2 per cento per i veicoli a propulsione esclusivamente elettrica (BEV);
il Ministro interrogato, intervenendo durante l'incontro tra i lavoratori e gli amministratori locali tenutosi presso il comune di Melfi, ha confermato di voler dedicare massima attenzione alla situazione e ha rimarcato quanto sia importante lo stabilimento per tutta la Basilicata, dove dovrebbe recarsi nei prossimi giorni in visita istituzionale –:
quali iniziative di breve periodo intenda perseguire allo scopo di rigenerare la competitività delle filiere produttive legate alle stabilimento di Melfi, nell'ambito di una più ampia strategia che restituisca competitività alla intera filiera italiana dell'automotive.
(5-01841)
CAVO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
in virtù del settore di primaria rilevanza nazionale in cui opera nonché per l'importante ricaduta in termini produttivi e occupazionali, l'interrogante ha dedicato specifica attenzione alla vertenza Piaggio Aerospace s.p.a. presentando in merito interrogazioni a risposta immediata all'attenzione del presente Ministero, sia nel corso delle sedute della X Commissione della Camera dei deputati del 29 marzo 2023, 27 aprile 2023, 23 maggio 2023, 28 giugno 2023, 20 settembre 2023, sia in Assemblea nell'ambito del «question time» del 5 luglio 2023;
Piaggio Aerospace s.p.a., composta dai due asset Piaggio Aero Industries s.p.a. e Piaggio Aviation s.p.a., società in amministrazione straordinaria da cinque anni, le cui due prime gare per la vendita non hanno condotto al risultato auspicato della cessione, è stata oggetto di un terzo bando di gara;
a seguito della chiusura del suddetto avviso, sono pervenute 18 manifestazioni di interesse;
nel corso della seduta della X Commissione della Camera dei deputati del 20 settembre 2023, il Ministero nel rispondere all'interrogazione in merito presentata dalla sottoscritta chiariva che «degli originari 18 soggetti che hanno inviato la manifestazione d'interesse all'acquisto dei complessi aziendali, inizialmente sono stati ammessi alla fase di due diligence 13 soggetti. Poi, nel mese di agosto scorso, previa autorizzazione del Ministero delle imprese e del made in Italy, è stato ammesso un ulteriore soggetto. In totale, dunque, i soggetti ammessi alla fase di due diligence sono 14», precisando inoltre che «allo stato, i Commissari stanno procedendo alla valutazione delle osservazioni formulate dai concorrenti e, in seguito, all'invio dell'invito a formulare l'offerta vincolante e cauzionata di acquisto dei complessi aziendali»;
successivamente, in data 12 dicembre 2023, i commissari di Piaggio Aerospace s.p.a. comunicavano formalmente la rimessione in termini di tutti i soggetti per la presentazione, o integrazione, di offerte definitive e vincolanti finalizzate all'acquisizione della società, individuando quale nuova data il 30 gennaio 2024 –:
quali siano gli ultimi aggiornamenti rispetto alla concreta possibilità che questa rimessione in termini possa effettivamente condurre alla cessione di Piaggio Aerospace s.p.a. o, conseguentemente, se vi sia la previsione di prorogare l'amministrazione straordinaria della società il cui termine è previsto a maggio 2024.
(5-01842)
SQUERI, CASASCO e POLIDORI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
i dati sul settore automotive nel 2023 mostrano come la Cina, con 30,16 milioni di veicoli prodotti, sia ormai leader mondiale del settore. Il 36 per cento di questa produzione è costituito da veicoli elettrici o ibridi (BEV). Grazie al quasi monopolio su metalli e terre rare, un'auto elettrica su due ha una batteria cinese. Il 70 per cento del valore aggiunto delle BEV dipende dalle batterie;
secondo Bruxelles nel 2022 le BEV dei 26 marchi cinesi attivi in Europa avevano l'8 per cento del relativo mercato, nel 2025 raggiungeranno il 15 per cento. Per frenare tale avanzata nell'ottobre 2023 la Commissione UE ha avviato un'indagine antidumping, che potrebbe imporre ulteriori dazi sulle auto cinesi;
i produttori cinesi hanno reagito realizzando una grande fabbrica BEV in Ungheria e mettendo radici in 20 Paesi europei, tra cui l'Italia, con proprie strutture o tramite distributori locali;
tuttavia le elettriche costano ancora troppo e il mercato non si regge da solo, ma dipende dai sussidi statali;
nel 2023 la produzione e la vendita di BEV hanno mostrato segnali non positivi. In Italia le vendite non hanno esaurito i fondi disponibili. In Germania lo stop ai relativi incentivi ha fermato il mercato. Dal lato dei produttori Volkswagen, Ford, GM hanno rallentato gli investimenti, mettendosi in una posizione «di attesa»;
all'esito del tavolo auto nel dicembre 2023 sono stati annunciati gli incentivi 2024, da indirizzare verso la produzione nazionale, che oggi è di sole 450.000 unità a fronte di 1,4 milioni di nuove immatricolazioni;
tali incentivi sono concentrati sulle BEV: da un massimo 13.750 euro per l'elettrico, a zero per chi acquista un euro 6 endotermico senza rottamazione;
la filiera della componentistica italiana è per il 70 per cento focalizzata sui veicoli endotermici e loro parti. Gli incentivi agli euro 6 vanno a Stellantis per una quota di mercato pari al 35,2 per cento (marzo 2023). Per la quota restante vanno principalmente a case automobilistiche europee, di cui l'indotto italiano è tra i principali fornitori;
l'anomalia che vede la filiera dell'automotive europea come l'unica obbligata alla decarbonizzazione dei prodotti al 2035 e dei processi produttivi al 2040, potrebbe cessare col nuovo Parlamento europeo –:
se non ritenga opportuno che gli incentivi 2024 per l'automotive siano maggiormente concentrati sui motori euro 6 endotermici, dando modo alla filiera nazionale di sostenere la concorrenza cinese e di adeguarsi ordinatamente al processo di transizione.
(5-01843)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta scritta:
GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
dopo un 2023 contraddistinto da un calo generalizzato delle precipitazioni, in Sardegna si torna a parlare di siccità e di stato di calamità naturale: il 2023 si è classificato ufficialmente come l'anno più caldo mai registrato prima, con una temperatura media superiore di 1,14 gradi rispetto alla media del periodo 1991-2020; da notizie di stampa si apprende che complessivamente, secondo il monitoraggio effettuato ogni mese dall'Autorità di Bacino, i serbatoi del sistema idrico multisettoriale della Sardegna contengono attualmente il 49,7 per cento della capacità massima: si tratta di un'ulteriore riduzione da novembre 2023, quando già c'erano state le prime avvisaglie di preallarme per la siccità (50 per cento, ma anche di quasi 10 punti percentuali in meno rispetto al dicembre 2022, quando la percentuale arrivava al 60,2 per cento);
le criticità maggiori si registrano nel Sulcis, con il sistema idrico dell'alto Cixerri all'8,9 per cento (una carenza d'acqua sopperita oggi dall'invaso di Monte Pranu al 58,3 per cento);
in affanno anche tutta la parte settentrionale dell'isola, con il sistema idrico Nord occidentale, che arriva al 24,5 per cento, e la diga di Maccheronis a Posada, che supera di poco il 13 per cento;
non va meglio in Ogliastra: gli invasi di Bau Muggeris (Flumendosa) e Santa Lucia sfiorano complessivamente il 25,8 per cento della capacità massima dei due bacini;
per tutti questi l'indicatore di stato per il monitoraggio e il preallarme della siccità a dicembre 2023 registra il segno rosso di «emergenza»;
in questo scenario il consorzio di bonifica della Sardegna Centrale ha stabilito il divieto di utilizzo dell'acqua a uso irriguo in tutti e tre i sub-comprensori di propria competenza: il Consiglio di amministrazione del consorzio ha preso questa decisione nei giorni scorsi, essendo ormai esaurite le scorte assegnate dall'Enas il 1° gennaio 2023 per rispettivi 22 milioni per il bacino del Posada (diga di Maccheronis), 21 mila per il Cedrino (Diga di Pedra e Othoni) e 8 milioni di metri cubi dal Taloro per il Sub comprensorio Sella Media Valle del Tirso;
alla base della decisione la necessità di preservare la poca acqua rimasta: si tratta di 3 milioni di metri cubi nell'invaso del Posada, 7 milioni in quello del Cedrino, riservati all'uso potabile e gli abbeveraggi del bestiame;
sempre da notizie di stampa si apprende che la Coldiretti ha chiesto la proclamazione dello stato di calamità naturale «in quelle zone che stanno soffrendo maggiormente il problema siccità, che sta portando a ripercussioni anche sul sistema agropastorale isolano, con rischi sul sistema irriguo dei prossimi mesi»;
con risposta in Commissione n. 5-00223 all'interrogazione presentata il 12 gennaio 2023 dall'interrogante in merito allo stesso tema, il sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel marzo dello stesso anno ha evidenziato come nell'ambito del PNRR siano state finanziate 10 opere di infrastrutture idriche da realizzarsi in Sardegna, per un importo pari a 148 milioni e che investimenti per ulteriori 50 milioni siano stati assegnati all'Ente di Governo d'Ambito della Sardegna (EGAS) per la riduzione delle ingentissime perdite idriche del sistema idrico sardo;
nonostante gli imponenti stanziamenti previsti, non risulta all'interrogante che da allora siano stati apportati significativi miglioramenti della situazione che, anzi, anno dopo anno, aumenta di criticità;
il Sottosegretario ha riferito essere una priorità del Governo la risoluzione della siccità in Sardegna: a testimoniarlo sarebbe l'istituzione di un tavolo interministeriale convocato di recente dalla Presidente del Consiglio dei ministri per definire un piano idrico straordinario nazionale, individuare priorità di intervento e programmazione –:
a che punto sia la realizzazione delle opere finanziate, a quali esiti sia già giunto il tavolo interministeriale di cui sopra e quali ulteriori iniziative di competenza intendano approntare i Ministri interrogati per evitare che con la prossima stagione estiva si verifichino i pesanti disagi riscontrati negli ultimi anni.
(4-02149)
BONETTI, PASTORELLA, BENZONI e FORATTINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
lo scorso dicembre 2022, RFI ha approvato il progetto definitivo del raddoppio ferroviario lungo la linea Codogno - Cremona - Mantova, ed in particolare la prima fase che riguarda la tratta Piadena - Mantova, che consente il collegamento diretto tra Mantova e Milano;
l'opera, del valore complessivo di 1,274 miliardi di euro di investimento, consentirà di eliminare i numerosi passaggi a livello pubblici e privati oggi esistenti, l'aumento della capacità teorica ammessa passando dagli attuali 4 treni all'ora a 10 treni nei due sensi di marcia e conseguirà anche una riduzione dei tempi di percorrenza;
domenica 14 gennaio, per consentire l'inizio dei cantieri, ha avuto avvio la fase di interruzione della circolazione tra Mantova e Bozzolo (MN) che dovrà protrarsi fino a dicembre 2026;
in questa occasione, è stato comunicato che per tutta la durata dei lavori, al fine di sopperire alla sospensione della circolazione ferroviaria, verranno predisposti autobus sostitutivi da Mantova fino alla stazione di Bozzolo;
a parere degli interroganti, questa soluzione, l'unica elaborata al momento da RFI congiuntamente a Trenord e alla regione Lombardia, non risulta essere sufficiente a ridurre i disagi conseguenti all'avvio dei cantieri, soprattutto con riguardo ai numerosi pendolari dell'area che subiranno un notevole allungamento dei tempi per i trasferimenti casa-lavoro o casa-studio, sino a 2 ore e 40 minuti per raggiungere Milano adottando la soluzione del bus sostitutivo, o si troveranno costretti ad individuare tragitti differenti, talvolta più dispendiosi in termini economici;
inoltre, appare evidente che questa soluzione non risulta adeguata a contrastare l'innegabile condizione di isolamento nella quale si troverà la città di Mantova nel panorama lombardo, ed in particolare con il suo capoluogo;
ad oggi, non risulta che RFI, congiuntamente a Trenord e regione Lombardia, abbia in programma di disporre ulteriori misure a favore degli utenti interessati dai disagi di cui sopra, nonostante le richieste degli enti locali e dei comitati dei pendolari per l'elaborazione di ulteriori soluzioni quali, ad esempio, l'attivazione di una connessione via autobus per la stazione ferroviaria di Peschiera del Garda che permetterebbe di sfruttare la linea ad alta velocità, l'attivazione di un biglietto unico e dal costo calmierato su questa tratta o di uno sconto per i biglietti della linea ad alta velocità via Verona Porta Nuova;
pur riconoscendo l'importanza strategica e l'urgenza dell'intervento di adeguamento, atteso da tempo, sulla linea Codogno - Cremona - Mantova, risulta improcrastinabile un'azione congiunta di RFI con gli altri soggetti coinvolti per individuare le più ampie soluzioni possibili, atteso che l'interruzione della circolazione ferroviaria si protrarrà per ben tre anni fino a dicembre 2026 –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'interruzione della circolazione ferroviaria tra Mantova e Bozzolo (MN) che si protrarrà fino a dicembre 2026;
quali siano stati gli esiti nelle prime giornate di sospensione della circolazione;
se il Ministro interrogato ritenga che la soluzione individuata da RFI, Trenord e regione Lombardia sia adeguata a ridurre i disagi descritti in premessa, in particolare con riguardo ai numerosi pendolari dell'area diretti da Mantova a Cremona e Milano;
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare, anche congiuntamente a RFI, a favore degli utenti colpiti dalla summenzionata sospensione della circolazione ferroviaria;
se risulti l'intenzione di RFI di adottare nuove soluzioni quali – a titolo di esempio – la predisposizione di bus verso la stazione ad alta velocità di Peschiera del Garda, la creazione di un biglietto unico per l'utilizzo della linea ad alta velocità, l'individuazione di appositi sconti per gli utenti che ricorrano a tragitti differenti come ad esempio il cambio a Verona Porta Nuova.
(4-02152)
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
IARIA e APPENDINO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
nonostante le promesse del Governo la situazione di degrado nelle periferie delle principali metropoli italiane sta continuando ad aumentare;
nello specifico nella città di Torino ci sono quartieri dove residenti e commercianti non riescono più a vivere e lavorare serenamente, con conseguente lento abbandono dei presìdi della cittadinanza, lasciando spazio a zone di spaccio e degrado sempre più diffuse;
Barriera di Milano è uno dei quartieri torinesi dove il continuo peggioramento della sicurezza e del degrado ha raggiunto livelli non più sostenibili né sopportabili da parte dei cittadini residenti e delle attività commerciali che vi operano in loco, come ampiamente documentato dalla stampa locale e nazionale;
il tema della sicurezza e della riqualificazione delle periferie delle grandi città è ritenuto da sempre prioritario, al punto che anche il PNRR prevede tutta una serie di interventi in questo specifico ambito al fine di rendere le periferie «efficienti, sostenibili e produttivi»;
il 15 novembre 2023 a Torino i commercianti e i cittadini di Barriera di Milano sono scesi in piazza per chiedere maggiori tutele per il loro quartiere e le loro attività, condizione basilare per attuare un percorso serio di riqualificazione del contesto urbano;
a seguito di queste vicende il Consiglio comunale della Città ha convocato in audizione per il 15 dicembre 2023 il Goia Fenapi, associazione che raccoglie le istanze dei commercianti della zona, operanti in sede fissa e nel mercato cittadino di piazza Foroni, al fine di individuare gli interventi più opportuni per attuare quanto richiesto da commercianti e cittadini, inclusa l'installazione di un presidio fisso di forze dell'ordine – o militari – al fine di garantire la sicurezza nelle zone più critiche del quartiere;
da quanto si apprende dalla stampa, il Ministro dell'interno presente in prefettura a Torino al Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica del 30 novembre 2023, ha annunciato il dispiegamento di 246 nuovi agenti a partire dai primi mesi del 2024 nell'area urbana di Torino –:
quali iniziative siano state individuate per far fronte alle specifiche criticità del quartiere di Barriera di Milano di Torino;
quali procedure di coinvolgimento e concertazione siano state attuate con le associazioni dei commercianti e dei cittadini localmente attive e presenti al fine di individuare attività e iniziative complementari al percorso di riqualificazione del quartiere.
(4-02150)
VARCHI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
sta destando sconcerto la notizia della morte di Fauzia Islam, la ragazza 17enne originaria del Bangladesh, il cui corpo senza vita è stato recuperato al largo della costa di Aspra, nel palermitano, grazie all'intervento dei vigili del fuoco, della capitaneria di porto, della polizia e dei sanitari del 118;
della ragazza non si avevano più notizie dall'8 gennaio 2024, quando, terminate le vacanze di Natale, era uscita da casa per andare a scuola ed era stata avvistata per l'ultima volta alla fermata dell'autobus, in attesa del mezzo che l'avrebbe portata al liceo linguistico Cassarà, dove però non sarebbe mai arrivata, per poi essere ritrovata cadavere in mare il successivo 13 gennaio;
le ricerche della giovane erano scattate dopo il ritrovamento di uno zaino e un giubbotto sulla spiaggia della borgata marinara di Vergine Maria, vicino al liceo che frequentava, ma ad allarmare gli amici erano state, in particolare, alcune frasi pubblicate sul profilo social, che lasciavano temere intenzioni suicide: «Pensaci due volte prima che sia troppo tardi» e «Ucciditi o bevi il caffè, io ho smesso di bere caffè»;
non sono ancora chiare le dinamiche di quanto accaduto, sulle quali faranno luce gli inquirenti, ma nelle ultime ore diverse fonti di stampa hanno riportato quale causa principale del suicidio la volontà di sottrarsi ad un matrimonio combinato che avrebbero organizzato i genitori della giovane contro la volontà della stessa;
a sostegno di questa ipotesi, una sua compagna di scuola ha scritto sui social: «Una mia compagna di scuola (mia conoscente, a volte parlavamo anche, stava nella classe accanto la mia e avevamo il gruppo di amicizie in comune) è scomparsa da giorno 8. FAUZIA ISLAM. Una ragazzina di origine bengalesi che è scappata perché – detto da una prof – le avevano combinato un matrimonio e lei si è ribellata. Più volte lei dava segnali e diceva cose che preoccupavano la gente, ma quando si provava ad aiutarla lei diceva di non aver bisogno di aiuto e ci rideva su (non lo diceva a me direttamente). Prima di sparire, ha scritto cose riguardanti la morte. Oggi hanno trovato il suo zaino e i suoi documenti quasi vicino casa mia su degli scogli, e stasera hanno trovato il suo corpo ad Aspra. Una 17enne che si è suicidata per colpa della pressione culturale dei suoi genitori. Non ho parole. Veramente»;
questo post pubblicato sui social accenderebbe i fari su un problema di adattamento ai retaggi culturali della propria famiglia di origine e, più in particolare, sul rifiuto della giovane Fauzia di accettare la violenta pratica dei matrimoni forzati –:
di quali elementi disponga il Governo, per quanto di competenza, in ordine alla vicenda di cui in premessa, quando sia scattata la formale denuncia da parte della famiglia per la scomparsa della giovane e, più in particolare, se l'istituzione scolastica avesse colto segnali allarmanti in relazione alla situazione familiare di Fauzia Islam, nonché se vi siano relazioni sul punto e quale iter istruttorio abbiano seguito.
(4-02153)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Interrogazione a risposta scritta:
BALDELLI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
nel corso della ventiduesima sessione del Comitato per il Patrimonio mondiale, tenutasi a Kyoto dal 30 novembre al 5 dicembre 1998, il centro storico di Urbino è stato iscritto nella Lista del Patrimonio mondiale Unesco;
il paesaggio attorno a Urbino deve considerarsi parte integrante di questo patrimonio, ricordando che esso si trova ritratto quale fondale delle opere pittoriche di Leonardo da Vinci, Piero della Francesca e Raffaello e che ha sino a oggi conservato la sua bellezza e integrità;
in data 18 aprile del 2023, la Aurora Srl ha avviato, presso l'Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino, il procedimento autorizzativo per la realizzazione di un impianto complesso polifunzionale di discarica per i cosiddetti rifiuti speciali non pericolosi, da realizzarsi a Ponte Armellina, in località Riceci, nel comune di Petriano (PU), a pochi chilometri in linea d'aria da Urbino e visibile dalla città ducale;
in via generale, la vicenda, sotto il profilo tanto del progetto de quo quanto delle partecipazioni societarie e degli accordi intersocietari, presenta, a parere dell'interrogante, notevoli criticità;
la Aurora srl è infatti una società di scopo costituita per l'occasione e il suo capitale sociale – come risulta da visura camerale – è oggi per il 60 per cento in mano alla Ecoservizi srl corrente nella Repubblica di San Marino, mentre la restante quota societaria è riferibile a Marche multiservizi spa, società a maggioranza pubblica che vede quali soci pubblici numerosi enti pubblici della provincia di Pesaro e Urbino, in particolare il comune di Pesaro, che detiene oltre il 25 per cento di quote, e la stessa Amministrazione provinciale (responsabile del procedimento autorizzativo);
a ritroso e più nel dettaglio – come si evince dall'inchiesta giornalistica pubblicata nei mesi scorsi a più puntate da Lorenzo Furlani sulle pagine del Corriere Adriatico – la Aurora srl era stata costituita a Rimini il 25 maggio 2021, con un capitale sociale di 50 mila euro e con l'originario nome di Ecosun, a opera d'un imprenditore sammarinese di 87 anni e d'una sua connazionale di 88 anni, la quale era proprietaria delle quote della predetta Ecoservizi srl che, a sua volta, deteneva l'intera proprietà della Aurora srl;
successivamente a ciò, Marche multiservizi spa avrebbe deliberato – si apprende sempre dalla medesima inchiesta giornalistica – un'operazione finanziaria da circa 25 milioni di euro per l'acquisto dell'intera proprietà di Aurora srl, la quale avrebbe opzionato l'acquisto dei terreni a Riceci per realizzare il maxi impianto di discarica;
l'operazione finanziaria per l'acquisizione di Aurora srl si comporrebbe di 3 «closing»: un primo, già eseguito il 20 dicembre 2022, per acquistare il 40 per cento delle quote di Aurora srl; un secondo, da eseguirsi al momento dell'autorizzazione dell'impianto, per acquistare un altro 20 per cento di quote e per il controllo societario; un terzo, da eseguirsi dopo 3 anni di esercizio della discarica, per completare l'acquisto del restante 40 per cento di quote;
l'operazione societaria de qua è stata svelata solo dalla ridetta indagine giornalistica, in quanto l'accesso alla relativa documentazione è stato negato persino ad alcuni sindaci del territorio;
in tale contesto appare infondato l'attacco rivolto all'interrogante anche con riferimento al procedimento in questione, presente in un articolo del Corriere Adriatico del 2 gennaio 2024, che riporta dichiarazioni di Gianluca Carrabs, esponente di Europa verde –:
se il Governo non intenda chiarire, anche tramite iniziative di carattere normativo, alla luce di quanto segnalato in premessa, se e come sia effettivamente possibile che un ente territoriale svolga contestualmente il duplice ruolo di ente titolare del procedimento autorizzatorio e di ente proprietario della società chiamata a realizzare l'attività oggetto di autorizzazione, e quali conseguenti iniziative, per quanto di competenza, intenda promuovere al riguardo;
se non si intenda valutare la sussistenza dei presupposti per l'avvio di iniziative ispettive, tramite l'ispettorato per la funzione pubblica ovvero i Servizi ispettivi di finanza pubblica, alla luce in particolare dell'articolo 60, commi 5 e 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dell'articolo 15, comma 5 del decreto legislativo n. 175 del 2016.
(4-02147)
SALUTE
Interrogazione a risposta immediata:
FURFARO, MALAVASI, GIRELLI, CIANI, STUMPO, SCARPA, DI BIASE, ROGGIANI, BERRUTO, CASU, GHIO, FERRARI e FORNARO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
«I dca non sono una nostra scelta. Ci state tagliando il futuro». È lo slogan di una serie di manifestazioni previste per venerdì 19 gennaio 2014, organizzate nelle principali città italiane come protesta contro l'azzeramento del Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;
i disturbi del comportamento alimentare, anoressia, bulimia, binge eating disorder, sono un gigantesco contenitore al cui interno si collocano manifestazioni e patologie differenti, tutte quante accomunate da una grande sofferenza psicofisica e da un rapporto conflittuale e faticoso con il cibo, spia, ovviamente, di dinamiche psicologiche estremamente complesse;
i disturbi del comportamento alimentare, se non trattati in tempo e con metodi adeguati, possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute e, nei casi più gravi, portare alla morte;
in Italia sono circa 4 milioni le persone in cura per anoressia, bulimia e binge eating e circa 4.000 i decessi annui; un giovane su cinque soffre di tali disturbi; solo 4 regioni su 21 hanno sul proprio territorio più di 5 strutture per assistere le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare; il Molise non ha alcuna struttura;
eppure, di fronte a questa «epidemia nascosta» e a questi numeri che fotografano solo la punta dell'iceberg di un fenomeno molto più diffuso e in continua crescita, la maggioranza non è stata in grado né di confermare il sostegno al Fondo per la lotta contro i disturbi del comportamento alimentare, né di inserire in un capitolo autonomo dei livelli essenziali di assistenza, al di fuori della «salute mentale», le prestazioni relative ai disturbi del comportamento alimentare, misure entrambe previsti dalla legge di bilancio per il 2022 (legge n. 234 del 2021);
il taglio dei finanziamenti, unito al mancato aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, aggrava ulteriormente una situazione già di per sé critica, con liste d'attesa che si allungano e interruzioni pericolose nei percorsi terapeutici, non solo mettendo a rischio il futuro delle persone che combattono ogni giorno con questi disturbi, ma lasciandole sole con le proprie famiglie ad affrontare questo dramma –:
se il Ministro interrogato non ritenga non solo di ripristinare con adeguate risorse il Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, ma di dare seguito quanto prima all'applicazione dell'articolo 1, comma 687, della legge n. 234 del 2021, che inserisce le prestazioni relative ai disturbi del comportamento alimentare all'interno dei livelli essenziali di assistenza al di fuori del capitolo della «salute mentale», con un budget autonomo al fine di garantire adeguate prestazioni sanitarie e sociosanitarie alle persone affette da disturbi del comportamento alimentare e alle loro famiglie.
(3-00922)
SPORT E GIOVANI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BERRUTO, MANZI, ORFINI e ZINGARETTI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:
nel giugno 2023 è stato sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari di merito lo schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi del 28 febbraio 2021, nn. 36, 37, 38, 39 e 40 – A.G. n. 49, entrato in vigore il 5 settembre 2023 con il decreto legislativo 29 agosto 2023, n. 120;
l'articolo 1, nello specifico, ha recato un complesso di modifiche al decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, il quale, in attuazione della disciplina di delega di cui all'articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n. 86, ha operato una revisione complessiva della disciplina sia in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici sia in materia di lavoro sportivo;
l'articolo 1 comma 39, ha introdotto, al titolo VII del decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, l'articolo 50-bis che prevede l'istituzione, entro il 31 dicembre 2023, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, dell'Osservatorio nazionale sul lavoro sportivo, al fine di favorire la migliore conoscenza e attuazione delle disposizioni in materia di lavoro sportivo;
trascorso il termine indicato del 31 dicembre 2023, l'Osservatorio nazionale sul lavoro sportivo non risulta ancora istituto –:
quali siano i motivi della mancata istituzione dell'Osservatorio nazionale sul lavoro sportivo prevista dall'articolo 50-bis del decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36 entro il termine del 31 dicembre 2023 e – in ogni caso – quali siano i tempi certi di istituzione.
(5-01846)
BERRUTO, MANZI, ORFINI e ZINGARETTI. — Al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
a quattro anni dall'assegnazione dei Giochi Olimpici invernali, assegnati a Milano-Cortina nella 134° sessione del Comitato olimpico internazionale svolta a Losanna il 24 giugno 2019, ancora non è chiaro se la pista per lo svolgimento delle gare di bob, skeleton e slittino verrà realizzata a Cortina d'Ampezzo;
l'ipotesi alternativa per lo svolgimento delle gare è stata individuata in Saint Moritz con un tacito impegno di svolgere a Milano le gare di pattinaggio nelle successive Olimpiadi invernali 2030;
in tale occasione la regione Piemonte, con il governatore Cirio, ha lanciato la proposta di utilizzare la pista di Cesana, già utilizzata per le Olimpiadi di Torino 2006, fornendo garanzie sul rispetto delle tempistiche sui lavori di recupero dell'impianto e sulla sostenibilità ambientale e sotto il profilo del risparmio energetico dell'impianto tramite l'utilizzo di pannelli fotovoltaici, sistemi di raffreddamento privi di ammoniaca e altre tecnologie individuate in collaborazione con il Politecnico di Torino;
il tracciato per bob, slittino e skeleton, della località Pariol, sita nel territorio appartenente al comune di Cesana Torinese, è in disuso dal 2011, e ora richiederebbe un importante intervento di recupero e rimessa in funzione – con tempi ormai strettissimi per i parametri del Cio – per essere usata. Dopo la presentazione dei progetti avvenuta nei giorni scorsi, la Fondazione Milano Cortina dovrà prendere una decisione definitiva entro gennaio 2024, secondo l'indicazione del Cio;
come si apprende dai giornali, il Comitato internazionale olimpico (Cio), tramite il direttore esecutivo o Christophe Dubi, avrebbe espresso la propria contrarietà a riattivare la pista di Cesana Torinese;
in linea con le raccomandazioni dell'Agenda olimpica 2020, il Cio è stato inequivocabile nel sostenere che: «nessun impianto permanente dovrebbe essere costruito senza un chiaro e visibile piano di legacy. Questa posizione, già espressa in un rapporto del 2019, e reiterata durante le recenti discussioni riguardanti lo Sliding Center di Cortina, riguarda anche Cesana. La mancanza di opportunità di lascito ha portato all'abbandono dell'impianto costruito per Torino 2006 solo 6 anni più tardi»; il Cio riporta che «il numero esistente di impianti sia sufficiente per l'attuale numero di atleti e competizioni di bob, slittino e skeleton» e che «Solo gli impianti esistenti e già operanti – possono essere considerati, a causa dello scarso tempo che rimane per i Giochi 2026». Rimanda comunque a una decisione entro fine gennaio che considererà anche «le opzioni internazionali» e ribadisce che «il principio di sostenibilità e di legacy» deve estendersi a tutte le proposte di Milano-Cortina 2026;
in Italia i praticanti si sono ridotti a poche decine e la pista, per la minima manutenzione, costa circa 500.000 euro all'anno;
trascorsi quasi 20 anni dalla realizzazione del tracciato di Cesana, l'interrogante ritiene che l'unica soluzione in grado di soddisfare le richieste del Cio sia quella di prevedere il ripristino della pista di Cesana, vincolandolo però allo smantellamento e alla riforestazione dell'area al termine dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina e, se dovesse essere, purtroppo, confermata nei prossimi giorni la contrarietà a riattivare la pista di Cesana, si ritiene ancor più urgente un intervento di smantellamento e riforestazione dell'area –:
se non si intenda adottare iniziative di competenza volte a sostenere la possibilità di riattivare il tracciato per bob, slittino e skeleton, della località Pariol, sita nel territorio appartenente al comune di Cesana Torinese, vincolando il progetto allo smantellamento e riforestazione al termine dei Giochi Olimpici e, in ogni modo, se dovesse essere esclusa tale possibilità, se non si ritenga condivisibile la progettualità del Cio, che ritiene che nessun impianto permanente dovrebbe essere costruito senza un chiaro e visibile piano di legacy, così come necessario lo smantellamento della pista di Cesana-Pariol.
(5-01849)
Apposizione di firme ad una risoluzione.
La risoluzione in Commissione Amorese n. 7-00185, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 gennaio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Mollicone, Perissa, Cangiano, Di Maggio, Matteoni, Roscani, Messina.
Apposizione di una firma ad una interrogazione.
L'interrogazione a risposta in Commissione De Maria n. 5-01821, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 gennaio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Malavasi.
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta in Commissione Graziano n. 5-01335 del 18 settembre 2023;
interrogazione a risposta orale Bagnasco n. 3-00749 del 18 ottobre 2023;
interrogazione a risposta in Commissione Marattin n. 5-01594 dell'8 novembre 2023;
interrogazione a risposta orale Tosi n. 3-00870 del 14 dicembre 2023;
interrogazione a risposta scritta Piccolotti n. 4-02136 del 12 gennaio 2024.