XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 229 di giovedì 18 gennaio 2024
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico senza registrazioni dei nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di 5 minuti previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.
La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 693 - “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici e modifiche agli articoli 518-duodecies, 635 e 639 del codice penale” (Approvato dal Senato) (A.C. 1297) e dell'abbinata proposta di legge: Bagnai ed altri (A.C. 789).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1297: “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici e modifiche agli articoli 518-duodecies, 635 e 639 del codice penale” e dell'abbinata proposta di legge n. 789.
Ricordo che nella seduta del 15 gennaio si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
(Esame degli articoli - A.C. 1297 e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1297 e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ALESSANDRO PALOMBI , Relatore. Buongiorno e grazie, Presidente. Per economia, fornirei parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 1.
PRESIDENTE. Invito al ritiro o altrimenti il parere è contrario.
ALESSANDRO PALOMBI, Relatore. Sì, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. Presidente, vorrei molto brevemente e in maniera telegrafica motivare il parere contrario del Governo sugli emendamenti. Oggi il Parlamento è chiamato a dare una risposta molto importante al fenomeno degli ecovandali, che, al di là delle motivazioni spesso anche giuste relative…
PRESIDENTE. Scusi, Ministro. Colleghi, il Ministro sta dando il senso del parere. Prego.
GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. L'articolo 9 della nostra Costituzione ci impegna alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio, che è un punto fondamentale perché rappresenta l'identità della nostra Nazione. Infatti, nell'articolo 9 non si adopera il termine Paese ma si adopera espressamente la parola Nazione. Voglio richiamare sostanzialmente due concetti. Gli esperti parlano di antropizzazione del paesaggio o, meglio, alcuni simboli - pensiamo al Duomo di Milano, al Maschio Angioino di Napoli o al Colosseo di Roma - si antropizzano all'interno del paesaggio e diventano elemento connaturato del paesaggio, di quel paesaggio che Benedetto Croce definì, nella relazione alla legge sulla tutela del paesaggio, “il volto amato della patria”. Quindi, chi danneggia i monumenti è come se danneggiasse un pezzo della nostra natura, perché questi luoghi sono diventati parte integrante della nostra natura e del nostro paesaggio. Del resto, Aristotele ci ricorda che mentre gli altri esseri viventi hanno un habitat naturale proprio, i pesci l'acqua e gli uccelli l'aria, noi abbiamo l'habitat naturale che ci siamo costruiti in secoli di storia. Poi l'Italia ha un unicum di cultura che merita assolutamente di essere salvaguardato, perché è anche patrimonio dell'umanità e non soltanto patrimonio della Nazione italiana.
Concludo, brevemente richiamando i versi di un grande poeta che, credo, sia caro a tutti quanti, Giacomo Leopardi, quando nella canzone All'Italia dice: “O patria mia” e fa riferimento alle colonne, agli archi e a quei simboli che sono parte integrante della nostra Nazione. Quindi, per questo io motivo un parere contrario sugli emendamenti.
PRESIDENTE. Quindi, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.1 Giuliano e 1.100 Gianassi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà. Colleghi, facciamo silenzio, grazie. Prego.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie Presidente. Io ringrazio i colleghi dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle per aver proposto la soppressione dell'articolo 2, che poi è il cuore di questo provvedimento. Mi dispiace aver appena sentito le parole del Ministro, che ha definito ecovandali dei giovani che si battono per sollevare l'attenzione dell'opinione pubblica sul cambiamento climatico, soprattutto del Governo, che è del tutto indifferente a quello che accade nel nostro Paese. Io ritengo che questo provvedimento sia un atto che tende a criminalizzare le azioni che stiamo vedendo in questi mesi in Italia e non solo e lo trovo del tutto inadeguato a intervenire sul problema…
PRESIDENTE. Un attimo, onorevole Ghirra. Colleghi, diventa difficile e rallentiamo i lavori. Sul rallentare i lavori c'è la condivisione dell'Assemblea. Prego, onorevole Ghirra.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie. Trovo che si tratti di un provvedimento inutile e inadeguato, perché di fatto punisce le stesse condotte che sono già perseguite dal codice penale all'articolo 518-duodecies, aggravando ulteriormente un impianto sanzionatorio che già prevede forme punitive verso chi commette atti contro il patrimonio, tra l'altro creando una sproporzione tra gli atti di imbrattamento e quelli di distruzione del patrimonio culturale. È, quindi, evidente l'obiettivo di criminalizzare gli atti di questi giovani che compiono atti di disobbedienza civile verso la condotta del Governo.
Presidente, io sono storica dell'arte, sono laureata in conservazione dei beni culturali e conosco bene quale sia l'importanza della tutela e della valorizzazione del nostro paesaggio. In un Paese che ha il più grande patrimonio del mondo, a lungo trascurato e dove gli stessi Governi compiono azioni ben più scellerate di quelle compiute da questi giovani, atti come questi non sono tollerati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Voglio citare, come esempi, alcuni episodi che sono successi nella mia città, Cagliari, dove l'anfiteatro romano è stato per anni utilizzato per concerti sovradimensionati, con una struttura di tubi innocenti e impalcature di legno che hanno compromesso le gradinate, con il favore anche, purtroppo, del Ministero, così come il ripascimento della spiaggia del Poetto, che ha danneggiato il nostro patrimonio ambientale.
Io ho invitato anche i ragazzi, quando sono andata a incontrarli a Regina Coeli, a trovare altre forme che rendano più comprensibili alla cittadinanza le loro azioni, che portino a sposare le azioni a favore del patrimonio culturale, del paesaggio e del clima, ma ritengo che l'atteggiamento di questo Governo nei loro confronti sia eccessivo e assolutamente non condivisibile. Quindi, il nostro voto sarà, ovviamente, a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per economia dei lavori, farò un unico intervento rispetto agli emendamenti, per i quali ci sarà il voto favorevole del Partito Democratico, non perché il Partito Democratico condivida l'impianto del disegno di legge che stiamo andando ad approvare, perché porta alla criminalizzazione di alcuni atti che, peraltro, sono già previsti e disciplinati; tali violazioni sono già disciplinate in una norma di legge. Quindi, si rischia una sovrapposizione normativa e un guazzabuglio giuridico, di cui parlerò in maniera più approfondita nella dichiarazione di voto. Il fatto che si voti favorevolmente su alcuni emendamenti è solo il tentativo strenuo di provare a modificare questa legge e di renderla appena più accettabile, pur restando le fortissime perplessità da un punto di vista tecnico-giuridico, che ci porteranno ad esprimere un voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi abbiamo presentato questo emendamento soppressivo perché riteniamo questo provvedimento assolutamente superfluo, inutile e, forse, anche dannoso. Ricordo, infatti, che le medesime condotte di cui parliamo oggi, quindi quelle in tema di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento e imbrattamento dei beni culturali, sono già previste da una legge che abbiamo approvato nella scorsa legislatura, nel 2022, con tutto il supporto e il sostegno del MoVimento 5 Stelle.
Con questo provvedimento, invece, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, si fa un vero e proprio pasticcio dal punto di vista tecnico-giuridico e anch'io evidenzierò in maniera più puntuale, in sede di dichiarazione di voto, quali sono i problemi tecnici che questo provvedimento andrà a innescare. Infatti, il primo lampante problema è che, aggiungendo una ulteriore e sproporzionata sanzione amministrativa rispetto a questi reati, che sono, tra l'altro, di allarme sociale molto inferiore rispetto ai reati che voi state toccando - penso a quelli contro la pubblica amministrazione -, si creerà un vero e proprio cortocircuito, perché avremo palese la violazione del principio, che la stessa CEDU riconosce, del ne bis in idem, avremo persone che per una stessa condotta verranno sottoposte a due tipi di procedimenti: il procedimento penale che, purtroppo, data la lunghezza dei processi e dato il fatto che il Governo non ha investito per porvi rimedio - anzi, fa di tutto per renderli ancora più lunghi - probabilmente non vedrà mai una fine; e, oltre all'impianto penale, ci sarà anche una sanzione amministrativa, che verrà irrogata dal prefetto.
Noi riteniamo che questo sia un trattamento assolutamente sproporzionato, che può portare anche a una pronuncia di incostituzionalità. Ritenevamo la legge del 2022 la giusta risposta per tutelare adeguatamente i nostri beni culturali e sappiamo che l'Italia in questo è assolutamente maestra. State facendo davvero un pasticcio giuridico e, quindi, questo vostro operare non può certamente trovare il nostro favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 Giuliano e 1.100 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'emendamento 1.8 Gianassi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Su questo emendamento 1.8 Gianassi, come anche sulle seguenti proposte emendative 1.101 e 1.102 Gianassi e, poi, 2.01 Giuliano, che hanno la stessa ratio, noi ci asterremo, non perché non condividiamo la finalità, cioè quella di valorizzare, sostanzialmente, ai fini sanzionatori, quello che potrebbe essere una sorta di ravvedimento operoso, nello specifico il ripristino, ma perché trattandosi qui, nello specifico, di beni culturali, monumenti, quadri, il ripristino deve essere effettuato non direttamente dall'autore del fatto, ma da soggetti esperti, particolarmente specializzati, anche con costi notevoli; altrimenti, addirittura, rischiamo, magari, di fare un danno maggiore rispetto a quello che era auspicato. Quindi, solo in questa ottica, noi ci asterremo su queste proposte emendative (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole rispetto a un emendamento che, tra l'altro, è in linea con le cose che normalmente va dicendo il Ministro della Giustizia, cioè che vi è l'esigenza di interventi di carattere deflattivo nell'ambito del penale, che è in linea con norme di carattere generale che prevedono forme di estinzione del reato per ravvedimento, ma, soprattutto, che è in linea con una politica giudiziaria razionale.
Il Ministro Sangiuliano è un cultore della storia del diritto, si cimenta spesso con la filosofia dei lumi. Ora io vorrei ricordare ciò che ci diceva Cesare Beccaria: applicare delle pene alte a comportamenti di scarso allarme sociale non impedisce quei comportamenti, spinge a forme di azione più negative nei confronti del consesso sociale. E questo state facendo, perché l'utilizzo del diritto penale come elemento simbolico produce diritto penale irrazionale, per cui a comportamenti tra loro diversi si applicano pene uguali, spingendo, alla fine, verso comportamenti che sono di più grave allarme sociale.
La forma di criminalizzazione del dissenso che voi state mettendo in campo in più settori io credo sia sbagliata e, alla fine, si ritorcerà contro e produrrà degli effetti esattamente contrari a quelli che voi pensate di produrre con questo tipo di interventi. Per cui, io chiederei al Ministro di riflettere sulla possibilità di accogliere questo emendamento e di cambiare il parere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 10).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1297 e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
ALESSANDRO PALOMBI , Relatore. Grazie, Presidente, invito al ritiro, altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.1 Giuliano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento soppressivo perché la volontà reale di questo provvedimento, mi scusi, Ministro, non è quella di tutelare i beni, il grande patrimonio che ha l'Italia, ma è quello punitivo.
Il 23 novembre 2023 i tre ragazzi di Ultima Generazione sono stati assolti dai reati contestati per la manifestazione agli Uffizi di Firenze. È evidente, quindi, che la normativa attuale non prevede il delitto, non prevede la condanna di questi ragazzi. Allora, che cos'è questo? È la prepotenza del potere, ossia intervenire sulle norme attuali per far sì che una condotta di contestazione possa essere punita penalmente. Questa è la prepotenza del potere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La prepotenza del potere è ciò che ieri il mio collega Cafiero De Raho stava spiegando. Quando si zittisce la stampa, quando si limita la libertà, con il potere che si gestisce non per fare il bene dei cittadini, ma per limitare la libertà altrui, è prepotenza del potere. Questo è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e questo provvedimento ne è l'ennesima dimostrazione. I ragazzi di Ultima Generazione il 23 novembre sono stati assolti perché il fatto non sussiste e voi adesso state cambiando le regole del gioco, le nostre norme, per punirli. Prepotenza del potere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malaguti. Ne ha facoltà.
MAURO MALAGUTI (FDI). Grazie, Presidente. Questa mattina, leggendo i giornali, sono rimasto veramente esterrefatto, perché ci sono giovani che hanno manifestato per il diritto a imbrattare i monumenti. È come se un rapinatore manifestasse per l'inasprimento delle pene sulle rapine in banca. Credo che queste cose accadano solo nel nostro Paese: c'è chi manifesta per il diritto a commettere un reato. E poi qualcuno dice che non è legittimo aumentare le pene per questo tipo di reati. A mio avviso, è sacrosanto proprio per il fatto che stiamo assistendo a una mentalità che esiste solo in Italia, perché credo che solo in Italia giovani vadano in piazza a manifestare per il diritto a imbrattare i monumenti nel Paese in cui l'arte e i monumenti sono la cosa più conosciuta al mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Solo nel nostro Paese accade questo e c'è qualcuno che li difende. Rimango davvero esterrefatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Per suo tramite, all'onorevole Malaguti: qualche giorno fa la pubblica accusa, applicando norme vigenti, quindi non imputabili a questo Governo, ha chiesto, per gli operai che hanno bloccato la sopraelevata di Genova, pene al di sopra dei 4 o 5 anni. Vorrei spiegare all'onorevole Malaguti che una democrazia si rafforza anche grazie all'espressione del dissenso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), e il discredito nei confronti delle istituzioni si rafforza quando si chiedono, sulla base di norme vigenti, 5 anni per chi manifesta per difendere il lavoro o tutelare l'ambiente, e i grandi evasori e i grandi corrotti sono assolti o, per ragioni diverse, la fanno franca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo è uno dei presupposti anche del disamore nei confronti delle istituzioni. Che ci siano giovani, anche sbagliando, che si preoccupano di ciò che avviene nel pianeta dovrebbe essere un elemento che viene riconosciuto da tutti come un valore, non il presupposto della criminalizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per suo tramite, all'onorevole Malaguti…
PRESIDENTE. Sì, però ho attivato il centralino, evitiamo questa cosa del tramite.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Allora lo dico direttamente, Presidente.
PRESIDENTE. Non direttamente, ma evitiamo questo “tramite”...
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Dico direttamente all'onorevole Malaguti che, quando parla di queste manifestazioni, dovrebbe ricordare le manifestazioni elettorali della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, quando ha definito le tasse in questo Paese “pizzo di Stato” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
SALVATORE CAIATA (FDI). Che c'entra!
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). E allora ci spieghi che significa manifestare contro la legalità nel momento in cui il Capo del Governo assume queste posizioni per difendere gli evasori fiscali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente, soltanto per rispondere ai colleghi dell'opposizione, sempre per il suo tramite, pur non facendo lei il centralinista.
PRESIDENTE. Non ancora.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Colleghi, penso che questo provvedimento si occupi di tutt'altro e voi facciate finta di non comprenderlo, perché nessuno, e questo provvedimento non lo fa, vieta il diritto in Italia a protestare nelle forme civili e previste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Questo provvedimento, colleghi, e lo sapete perfettamente, va a cercare di disincentivare questa moda, questo narcisismo mediatico di un gruppetto di ragazzini che hanno il diritto a manifestare per il futuro del pianeta, ma che potrebbero farlo in maniera positiva, andando a fare volontariato nei musei (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), andando a fare la pulizia delle spiagge, come facevamo con l'indimenticato Paolo Colli, fondatore di Fare Verde, andando a fare volontariato civile a favore dell'ambiente, non certo imbrattando i monumenti (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non certo imbrattando le tele di pittori famosi o di musei. Quindi questo andiamo a fare. Come al solito, come ha fatto anche il segretario del Partito Democratico Schlein, giustamente ripreso da Matteo Renzi pubblicamente, non si può difendere, per qualche tornaconto minimo elettorale, la devastazione o il vandalismo dei beni culturali, ma…
PRESIDENTE. Deve chiudere.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). …bisogna insegnare ai ragazzi che i beni culturali vanno tutelati, che bisogna mobilitarsi per essi e che bisogna difenderli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente…
PRESIDENTE. Le ricordo soltanto che questi interventi sono di un minuto perché a titolo personale. Prego.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Allora mi riservo di intervenire successivamente.
PRESIDENTE. Su un altro emendamento.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Ho ascoltato adesso l'onorevole Mollicone che, per la verità, sorprendendomi - vorrei che avesse sorpreso non solo me -, ha rivelato l'obiettivo di questa legge, perché ad ascoltare le parole dell'onorevole Mollicone ho capito questo, ma forse, spero, mi sono sbagliato. Ho capito che il Parlamento della Repubblica sta legiferando contro lo specifico comportamento di un gruppo di persone (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
Guardate che neanche nella legislazione speciale negli anni Settanta in questo Paese sono successe cose come queste. Penso che la relazione tra la democrazia e il conflitto sia ciò che più di ogni altra cosa testimonia la natura della salute o della malattia della democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). La storia di questo Paese è fatta di lotte e di conflitti che spesso e volentieri si sono misurati anche con il rapporto tra legge, norma, legalità, sostanza e giustizia.
Non vorrei dover citare nel centenario don Milani per ricordare che il rapporto tra giustizia e legalità non è sempre e solo rinchiuso nell'interpretazione burocratica delle norme. Il movimento operaio in questo Paese ha conquistato i suoi diritti occupando le fabbriche: non era legale (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). I contadini in questo Paese hanno occupato i campi dei latifondisti rivendicando dignità: non era legale. Ma quelle scelte hanno costruito la democrazia di questo Paese, della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Allora, io credo che, senza per questa ragione rifiutare di misurarsi con le scelte, con i comportamenti, con il giudizio che si dà di un atto - l'ha detto la collega Ghirra che è stata a Regina Coeli e ha discusso con quei ragazzi, dicendo loro di discutere e ragionare sulle forme di lotta - stiamo parlando di danni dei quali nessuno è permanente. Vorrei che qualcuno si misurasse con questo e citasse un danno permanente, perché anche la parola “danno” dovrebbe essere misurata.
Non si tratta di banalizzare il tema anche delle regole, ma si tratta di interpretarlo in modo non esclusivamente panpenalista e burocratico, perché questo è pericoloso per la qualità della democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate, per un minuto. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE (M5S). Signor Presidente, quello che vorrei evidenziare è che le pene mi sembrano un po' sproporzionate rispetto a quello di cui stiamo discutendo. Noi ci rendiamo conto che bisogna comunque educare i nostri ragazzi al rispetto del bene pubblico e su questo siamo assolutamente concordi. Però, rendiamoci anche conto del fatto che, se guardiamo alle battaglie che ci sono state in passato, alcune cose che adesso facciamo tutti le facciamo anche perché ci sono stati dei gruppi o dei ragazzi che sono andati in piazza a manifestare, e forse qualcuno di noi c'era anche nelle piazze.
Voglio solo farvi un esempio molto semplice: io qui vedo che nessuna delle colleghe porta delle pellicce. Anni fa esistevano, perché sono scomparse? Ricordatevi cosa accadeva e devo dire che allora veniva veramente distrutto un bene che era privato. Adesso io, da quello che noto (come, ad esempio, il carbone attivo nell'acqua, eccetera), posso dire che si tratta di cose che comunque vengono ripristinate; quindi, forse i giovani di adesso sono anche attenti a far vedere che ci sono, ti vogliono creare il problema, ma alla fine il danno permanente io non l'ho mai visto. In passato c'era, ragioniamo su questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Colleghi, vi prego, intervenendo a titolo personale, ricordate che avete un minuto. Quindi, tolleriamo un minimo, però solo un minimo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Signor Presidente, noi saremmo disposti anche a tollerare l'integerrimo rigore e legalità di una maggioranza che opera in questa maniera. Solo che dovreste farlo anche - cominciamo a fare un elenco e forse non mi ricorderò tutto - con un Sottosegretario alla Cultura accusato di aver trafugato un quadro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), un Ministro che ferma i treni a suo piacimento, una Ministra del Turismo che non paga i suoi dipendenti ed ha un macello nelle sue aziende che neanche si capisce, un indagato per corruzione ogni paio di giorni (l'ultimo è il governatore della Sardegna), deputati che sparano a Capodanno insieme ai Sottosegretari dopo aver rivelato dei segreti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, in più, il padre fondatore del centrodestra che, insomma - pace all'anima sua - è stato escluso dal Parlamento perché condannato, con un milione di processi. Questo siete e, quindi, cosa chiedete rigore e legalità? Guardatevi in casa e smettete di fare la morale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toccalini. Ne ha facoltà (Commenti). Colleghi, per favore, tanto abbiamo tutti i microfoni: chi vuole parlare si iscrive e parla e lo sentiamo tutti. Prego, onorevole Toccalini.
LUCA TOCCALINI (LEGA). Signor Presidente, io trovo abbastanza bizzarro derubricare a quattro ragazzini che manifestano tutto quello che stiamo vedendo in questi mesi e, per suo tramite, vorrei rivolgermi innanzitutto al collega Fratoianni che parla di danni non permanenti. Se sono così capaci e così bravi e così giusta la loro causa di imbrattare e di bloccare le strade, onorevole Fratoianni, ce li metta lei i soldi, non li faccia mettere dai comuni per riparare i nostri monumenti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Si ricordi che sono soldi dei cittadini. Quindi, bloccare strade e imbrattare monumenti con i soldi dei cittadini non mi sembra innanzitutto la cosa corretta. Dopodiché (Commenti del deputato Grimaldi)...
PRESIDENTE. Onorevole Grimaldi, onorevole Grimaldi, se vuole intervenire…
LUCA TOCCALINI (LEGA). Ce li metta lei i soldi!
PRESIDENTE. Mi scusi. Allora colleghi, la discussione si sta svolgendo in un clima meraviglioso e così deve essere. Quindi, chi vuole intervenire non vada sul collega, si iscrive e parla. Mi scusi, prego, onorevole Toccalini.
LUCA TOCCALINI (LEGA). La cosa ancor più incredibile è che sto sentendo parlare di democrazia, diritto alla manifestazione, libertà di manifestazione, parole sacrosante che appoggiamo in pieno, ma anche in questo caso i colleghi che sostengono “Ultima degenerazione” mi devono spiegare perché questo diritto di manifestare vale solo per loro e non vale per 10 ragazzi della Lega che ieri, davanti al tribunale di Milano, sono stati aggrediti da Ultima Generazione solo perché tengono all'ambiente, ma non la pensano in quel modo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
Quindi, non vale la democrazia solo se sei di sinistra e solo se vuoi bloccare le strade e deturpare i nostri monumenti. Non ho sentito e non ho letto una presa di distanza dallo schifo che abbiamo visto ieri, con sputi in faccia a ragazzi di 18 anni, con calci, con insulti. E non c'è stata una parola di queste persone che ergono ad eroi coloro che bloccano i lavoratori e rendono le nostre città schifose (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Signor Presidente, ho sentito parlare di necessità di insegnare il rispetto a questi ragazzi. Però giustamente, il rispetto si insegna con l'esempio. Signor Ministro, se abbiamo un Sottosegretario che è stato nominato e che è un pregiudicato per truffa ai danni dello Stato, che ha 700.000 euro di debiti con il fisco e che è indagato per reati gravissimi - questi sì a danno del patrimonio storico e artistico del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - non è questo l'esempio giusto e corretto che possiamo e dobbiamo dare a questi giovani. Per cui prima guardiamo noi stessi e poi pensiamo ad insegnare a questi giovani la strada corretta per il rispetto del nostro patrimonio storico e architettonico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo solo per riportare nell'ambito il dibattito che mi pare anche un po' inquinato da quanto è stato affermato dai colleghi della maggioranza. Noi abbiamo richiamato la necessità che le norme siano ispirate ai principi generali dell'astrattezza e della generalità. Nel caso di specie, abbiamo denunciato che questa norma, in realtà, si sovrappone a una norma già esistente che, guarda caso, porta il nome di due nostri Ministri, Franceschini e Orlando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che hanno sanzionato penalmente coloro che deturpano e comunque procurano dei danni.
Faccio un riferimento a un articolo di Repubblica del 21 novembre 2023 che riporta la notizia che attivisti di Ultima Generazione sono stati sottoposti a processo per danni alla facciata del Senato per 40.000 euro. Questo è accaduto prima dell'approvazione del disegno di legge oggi all'esame di questa Camera. Quindi, lo strumento c'è e la tutela del patrimonio storico e artistico del nostro Paese è già garantita da una norma precisa.
Noi abbiamo parlato di un guazzabuglio giuridico che ovviamente crea non poche perplessità e rischia invece di mandare impuniti coloro che deturpano il patrimonio. Sul tema, invece...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Chiudo velocemente. L'intervento dei colleghi di maggioranza tradisce proprio lo spirito, la ratio del loro modo di legiferare, che è legato alla pancia, cioè a fenomeni e a fatti singoli, specifici che avvengono nel nostro Paese - ricordo la legge sui rave - che in qualche modo spingono a intervenire quasi ad personam ed è una cosa intollerabile. Infatti, ripeto, i principi generali della norma giuridica ai quali questo Parlamento è tenuto sono quelli della generalità e dell'astrattezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Matone. Ne ha facoltà.
SIMONETTA MATONE (LEGA). Signor Presidente, in realtà il mio intervento è stato superato da quello del collega Toccalini, però io vorrei chiedere al collega - tramite lei - cosa c'entra il movimento operaio con l'imbrattamento e la distruzione, punto primo. Il danno non è permanente e, quindi, è legittimo provocarlo ed è giusto che lo Stato dispieghi dei mezzi economici per il ripristino di queste opere.
Poi, vorrei ricordare al primo interveniente che si preoccupava delle conseguenze su un processo in corso che esiste un principio, forse ignoto ai più, che si chiama favor rei e che la legge si applica soltanto dal momento della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Presidente Foti? Rinuncia a intervenire? Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Onestamente non comprendo le parole del collega Toccalini, perché nessuno qui si sognerebbe di non condannare l'uso della violenza durante una protesta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), quindi, se i giovani della Lega sono stati aggrediti da altri giovani, siamo i primi a condannare forme di protesta violente. Peccato che, a furia di generalizzare, si sta uscendo un po' fuori dal seminato, perché i ragazzi di Ultima Generazione non protestano in maniera violenta, lo fanno in maniera significativa e mi dispiace anche che il collega Mollicone confonda il volontariato civile con le forme di protesta. Il volontariato non è una forma di protesta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ai nostri giovani dovremmo insegnare a protestare! Loro dovrebbero protestare di più, perché noi politici facciamo poco per loro, non facciamo mai abbastanza per loro, così come non facciamo abbastanza per la cultura. E le scelte di questa maggioranza e di questo Governo non vanno nell'ottica di tutelare il patrimonio culturale, perché se c'è una cosa che avete deciso di tagliare con la legge di bilancio è proprio la cultura, ma allora quale difesa dei beni culturali voi volete fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Voi volete solo punire, redarguire i nostri giovani, perché avete paura della loro libertà e della loro capacità di protestare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'emendamento 2.4 Giuliano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei fare un po' di chiarezza, perché nessuno di noi difende chi danneggia i monumenti storici del nostro patrimonio culturale italiano. Certamente siamo i primi che vogliamo tutelare il patrimonio culturale italiano, ma riteniamo che questo strumento, che oggi viene posto all'attenzione e al voto di quest'Aula, sia assolutamente inidoneo, perché pecca di un eccesso di sanzioni e risente di un'impostazione esclusivamente di natura repressiva. Tra l'altro, ha poco a che vedere con la tutela del patrimonio culturale italiano, perché pensiamo che una politica seria ed efficace di tutela debba passare attraverso, ad esempio, il problema ambientale. Infatti, sappiamo che il cambiamento climatico è la prima fonte, oggi, di danneggiamento del patrimonio culturale, quello esposto al pubblico. Pensiamo, ad esempio, ai problemi di staticità dei monumenti, a come possono essere danneggiati dalle piogge per il tasso di acidità e sappiamo anche che dovremmo compiere azioni in tal senso, attraverso un'attenta politica ambientale e una seria attività di prevenzione dei fenomeni che danneggiano il patrimonio culturale. Infatti, vede, signor Ministro, dire che il Colosseo fa parte integrante del patrimonio culturale italiano è dire praticamente una banalità; è di tutta evidenza. Noi ovviamente non pensiamo che il Colosseo non debba essere tutelato con un'attenta attività di prevenzione - e parlo del Colosseo, perché lei ha citato questo monumento, ma ce ne sono milioni in Italia, per nostra fortuna -, ma questo provvedimento non ha nulla a che vedere con un'efficace tutela del patrimonio; non riguarda, ad esempio, il godimento pubblico dei beni culturali, che dovrebbe, invece, essere assicurato, per il loro alto valore storico. Questo provvedimento non riguarda la tutela del patrimonio, che dovrebbe anche essere teso a escludere un'eccessiva privatizzazione, ad esempio, nel godimento, e incentivare una valorizzazione del patrimonio culturale. La verità è che questo provvedimento si impronta a una logica repressiva che, ancora una volta, ha, come unico obiettivo, quello di impedire, limitare e vietare una espressione aperta del pensiero di ognuno, che certo non può passare a mezzo del danneggiamento dei monumenti culturali - questo è di tutta evidenza -, ma qui c'è solo repressione della libera espressione del pensiero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Sì, signor Presidente. Voglio tornare su questo argomento, perché lo ritengo davvero di grandissima delicatezza. Credo che chi sta parlando non sia sospettabile di non avere a cuore la tutela del patrimonio. La legge che viene oggi modificata reca il mio nome, con quello dell'onorevole Franceschini - perché all'epoca non eravamo più Ministri -, ma la riflessione che dovremmo fare riguarda in che misura e con quali strumenti lo Stato reprime il dissenso, anche quando assume forme di carattere patologico.
E non è un argomento che riguardi soltanto questa specifica questione. È una discussione che, tra l'altro, ha riempito quest'Aula nella fase del contrasto al terrorismo negli anni Settanta. In che misura e con che proporzione lo Stato reagisce a forme di dissenso, addirittura a forme di attentato alla convivenza civile è un argomento molto delicato, sul quale inviterei i colleghi della maggioranza a riflettere, perché la sproporzione crea una serie di effetti a catena, molto negativi e, in particolar modo, per suo tramite - mi scusi sempre se la scomodo -, mi vorrei rivolgere ai colleghi della Lega.
La storia della Lega è fatta di condanne ai suoi dirigenti, che, nella fase aurorale di quel movimento, protestavano. Molti dirigenti della Lega sono stati condannati per resistenza a pubblico ufficiale, per lancio di uova. Quei dirigenti sono poi diventati Ministri della Repubblica; nessuno di noi ha mai ritenuto che quelle condanne potessero pregiudicare la possibilità di accedere a quegli incarichi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché la valutazione morale di quei comportamenti non inibiva quella possibilità. Cosa significa questo? Che, tanto nella valutazione penale, quanto nella valutazione morale, lo Stato tiene conto dei moventi che portano a determinati comportamenti. Non farlo e criminalizzare in modo indistinto inevitabilmente porta a forme di degenerazione del conflitto e del dissenso. Io, su questo, inviterei a riflettere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Credo che quest'Aula abbia bisogno di maggior riflessione su quello che sta accadendo. Infatti stiamo, di fatto, utilizzando il diritto penale per colpire una categoria specifica di persone, uno specifico movimento, mentre in altre occasioni, anche di fronte ad atti che provocavano il blocco stradale e, quindi, disagi per i lavoratori, gli stessi partiti, che oggi votano queste norme, si sono comportati molto diversamente.
Nel novembre 2015, in Sardegna, un gruppo molto nutrito di allevatori, con 60 trattori bloccò la viabilità davanti alla sede della logistica Coop Nuova, in Sardegna. Era una manifestazione di protesta, molto accesa, per le quote latte. Intervennero la DIGOS e la Polizia, perché appunto si creò una lunga fila di TIR, di lavoratori che dovevano andare alla sede della logistica e non potevano perché c'erano i trattori. Verso le 11,30 di quella mattina, a sostegno di coloro che bloccavano il traffico e, quindi, provocavano disagi e violavano la legge, arrivò il segretario della Lega, Matteo Salvini, che fece un grande comizio e tributò un grande applauso a questi agricoltori e allevatori che protestavano, infrangendo la legge. Il Ministro dell'Agricoltura, all'epoca, era Martina, del Partito Democratico.
Come vi ricorderete, le manifestazioni degli allevatori furono numerose e si susseguirono l'una dietro l'altra. Eppure, a nessuno venne in mente di venire in Aula e proporre una norma che innalzasse le pene contro chi bloccava le strade. A nessuno venne in mente! Invece, voi, oggi, in maniera del tutto incoerente e del tutto ipocrita, continuate, in maniera ciclica, ogni poche settimane, a proporre atti e norme che sono nient'altro che un innalzamento delle pene su reati già esistenti, semplicemente per dare il messaggio simbolico che state colpendo qualcuno o un movimento specifico (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Nel diritto penale, come in tutte le aule di tribunale, c'è scritto che la legge deve essere uguale per tutti e credo che questo Parlamento, invece di fare leggi ad movimentum, dopo che ne avete fatte tante ad personam, quando si trattava di depenalizzare i reati dei vostri amici (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), dovrebbe fare una riflessione e garantire il diritto democratico al dissenso. I ragazzi di Ultima Generazione che manifestano non solo non hanno mai fatto danni permanenti, ma si assumono responsabilità, sanno che possono essere perseguiti a norma di legge. Le leggi esistono già, come ha spiegato la mia collega Francesca Ghirra, tanto che essi affrontano già oggi i processi. Quindi, del provvedimento di oggi non c'è alcun bisogno. Questo provvedimento non cambierà nulla, tranne essere l'atto simbolico, che voi state mandando e mostrando al Paese, di chi vuole dire: ho preso il manganello in mano, uso il Parlamento per fare leggi per picchiare coloro che voglio picchiare! Io credo che questo sia davvero inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, solo con estremo garbo ed estrema pacatezza…
PRESIDENTE. Sì, ma il garbo deve essere accompagnato dal silenzio. Aspetti un attimo, per favore.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie. Io volevo sinceramente ringraziare i colleghi per questo dibattito in Aula, perché emerge chiara ed evidente la differenza che c'è tra le varie forze politiche e, di conseguenza, sento alcuni colleghi che derubricano a semplici manifestazioni. In Italia, il diritto di manifestazione e il diritto di esprimere le proprie opinioni è ovviamente riconosciuto e difeso, grazie alla nostra Costituzione. Però, dal dibattito odierno è emersa una contiguità con un certo modo di manifestare. Ho sentito colleghi e colleghe dire, ad esempio, che un blocco stradale non è una violenza (Commenti della deputata Piccolotti). Ebbene, al di là di quello che deciderà un giudice…
PRESIDENTE. Onorevole Piccolotti! Onorevole Piccolotti, la prego, non può intervenire in questa maniera.
ROSSANO SASSO (LEGA). Ovviamente, nel rispetto delle opinioni di tutti, è giusto che i cittadini italiani sappiano che, ad esempio, per il centrodestra e soprattutto per noi della Lega fare un blocco stradale è una forma di violenza, chiamiamola violenza privata (Commenti dei deputati del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), chiamiamola violenza, ma si impedisce a un lavoratore di recarsi sul posto di lavoro (Commenti)…
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, allora…
ROSSANO SASSO (LEGA). Allo stesso modo, Presidente…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sasso. Non possiamo dar vita a Orazi e Curiazi. Quindi, ascoltate l'onorevole Sasso e, se avete da interloquire, chiedete la parola e parlerete, ma evitiamo di fare l'arena, che è da un'altra parte. Prego, onorevole Sasso.
ROSSANO SASSO (LEGA). Sperando di poter esprimere in maniera pacata la mia opinione, ribadisco che per noi è giusto lanciare il messaggio che chi imbratta un monumento non può passarla liscia (Commenti dei deputati del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo per il rispetto di tutti i cittadini che manifestano le stesse idee, la stessa battaglia ecologica, la stessa battaglia ambientalista, senza andare in giro a deturpare monumenti italiani. Tutto qui (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Presidente, a proposito di contiguità e di narcisismo mediatico, immagino che, con le stesse parole e con la stessa determinazione, si condannino anche quelli che a via Acca Larentia hanno alzato il braccio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e non mi pare che, a proposito di contiguità e a proposito di diritto di manifestare, ci siano state condanne al narcisismo mediatico a cui abbiamo assistito! Allora? Guardi Sasso - sempre suo tramite, Presidente - volevo dirle che forse non si è accorto, leggendo il testo, che qui nessuno la passa liscia, perché queste persone non la passano liscia, ma hanno qualcosa da dire che voi forse non ascoltate. In questo, sì, che siamo determinati e siamo determinati ad essere diversi, perché noi quelle voci vogliamo ascoltarle. Se il pianeta sta nelle condizioni in cui sta, non è un problema solo nostro, ma anche suo e, pensi, difendiamo anche lei, la sua famiglia e i suoi figli. Almeno, abbia la compiacenza di non dimenticare che uno di quelli che è stato condannato per lancio di uova a una manifestazione si chiama Matteo Salvini. Pensi, difendiamo anche lui (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giagoni. Ne ha facoltà.
DARIO GIAGONI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Voglio puntualizzare una questione a difesa soprattutto dei pastori sardi, perché il latte, da noi in Sardegna, è come il sangue (Commenti). Non riesco a capire, Presidente.
PRESIDENTE. No, no, certamente, non era diretto a lei, escludo che fosse diretto a lei.
DARIO GIAGONI (LEGA). C'è chi ride e sorride.
PRESIDENTE. Non era diretto a lei. Prego.
DARIO GIAGONI (LEGA). Sono lavoratori che, dalla mattina alla sera, lavorano alacremente, lavorano duramente e non hanno la possibilità neanche di godersi le ferie. Quella manifestazione non vietava di certo a una persona probabilmente di correre in ospedale e, probabilmente, anche a un lavoratore di compiere in quell'arco di tempo il proprio lavoro ma, anzi, era una manifestazione per evidenziare le criticità di un settore che - mi rivolgo anche al Governo - deve essere sempre tutelato. La nostra isola vive, infatti, in gran parte, di pastorizia e non solo di turismo.
Volevo anche incidere su un aspetto molto importante.
PRESIDENTE. Deve concludere, però.
DARIO GIAGONI (LEGA). Devo concludere?
PRESIDENTE. Già.
DARIO GIAGONI (LEGA). Devo incidere su un aspetto molto importante, cioè che la democrazia si fonda sull'educazione e, se l'educazione che esce da quest'Aula è quella di essere a favore di chi deturpa l'ambiente, di chi distrugge i beni storici dell'Italia, allora abbiamo sbagliato strada (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Per il suo tramite, mi dispiace che l'onorevole Giagoni non abbia colto il senso dell'intervento dell'onorevole Piccolotti. Noi difendiamo i pastori, difendiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici che si battono per tutelare i propri diritti. Se la norma che oggi promuovete fossero state valide, allora avrebbero dovuto sbattere in galera tutti i pastori che protestavano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Invece, noi siamo, oggi come allora, per la difesa delle lotte di chi si batte per i diritti, a differenza dalla Lega e di Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.
SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. So che lei non vuole, ma, suo tramite, vorrei dire alla collega…
PRESIDENTE. Non è che non voglio, è che poi si intasa il centralino. Prego.
SILVIO LAI (PD-IDP). Vorrei dire al collega Giagoni che io sono d'accordo col Giagoni 1, quello che ha parlato dei pastori, mentre il Giagoni 2 ha detto il contrario. Se vogliamo proteggere anche le lotte dei pastori in Sardegna e tutto il valore di cui ha parlato e che io condivido, bisogna votare a favore di questo emendamento. Altrimenti, si dice una cosa che è esattamente il contrario di quello che poi si fa. Quindi, invito il collega Giagoni a votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'emendamento 2.100 Bonelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei ha dato un parere negativo su questo emendamento. Con questo emendamento, abbiamo messo alla prova quanto è alto il livello di ipocrisia del Governo e di questo disegno di legge. Sa perché? Perché prevedete un aumento delle pene, come l'onorevole Fratoianni ha indicato, su una fattispecie di piccoli gruppi, però ritiene che, invece, un pubblico ufficiale, nell'esercizio delle sue funzioni, che imbratta beni culturali, non possa avere lo stesso trattamento dei giovani che lei vuole, invece, punire (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Sa perché lei sta facendo questo? Perché lei sta coprendo il suo Sottosegretario Sgarbi, che ha deturpato una tela, aggiungendo un candelabro. Ma lei non ha un minimo di vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e di contraddizione rispetto a quello che sta facendo? Ma lei si rende conto? Perché vedete, questa svolta securitaria che state avviando, che è inaccettabile da tutti i punti di vista, fa il paio con il provvedimento del pacchetto sicurezza.
Infatti, vede, lo dico agli esponenti della Lega che prima sono intervenuti, prevedete di punire i lavoratori dell'Ilva che hanno occupato l'autostrada, i lavoratori di Mondo Casa, che hanno occupato una strada per reclamare il diritto al lavoro, prevedete pene più severe da questo punto di vista. Noi, per esempio, quando la CGIL fu devastata da un manipolo di fascisti tollerati, che ancora in questo Paese vengono tollerati, perché le organizzazioni neofasciste non vengono sciolte, a differenza di una destra gollista, in Francia, che non ha nulla a che vedere con questa destra italiana, che le organizzazioni neofasciste in Francia le scioglie, voi oggi tollerate comportamenti di questo genere. Voi non potete, signor Ministro, lei non può venire in Aula e dare lezioni di legalità, quando rappresentate, dal punto di vista storico-politico, coloro i quali in questo Paese hanno sanato un condono edilizio che ha devastato il territorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Milioni e milioni di metri cubi di cemento che hanno massacrato il nostro Paese e che voi avete condonato, e oggi pensate di venire a dare lezioni! Ma un po' di ritegno! Oggi, con questo emendamento, la vostra ipocrisia è svelata! Voi pensate di aumentare le pene ai giovani che fanno atti di disobbedienza civile, su cui si può essere d'accordo o non d'accordo, però salvaguardate quei pubblici ufficiali che deturpano ugualmente i beni culturali, e non applicate loro la stessa misura. Vede che la legge non è uguale per tutti? Voi state facendo un'operazione di misera propaganda - di misera propaganda! -, calpestando anche il futuro di un Paese che ha bisogno di una visione diversa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, se il collega è d'accordo, chiediamo di sottoscrivere, come intero gruppo del MoVimento 5 Stelle, questo emendamento che, mi sento di dire, in questa situazione calza a pennello. Infatti, la strada che questo Governo sta provando a perseguire risulta abbastanza chiara. Visto che nulla o magari solo danni si stanno facendo al presente e al futuro di questo Paese, allora si cerca di agire sulla repressione del dissenso e della protesta. E tutto questo, cari colleghi della maggioranza, lasciatemelo dire, risulta ancor più intollerabile, risulta assurdo, risulta ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quando siamo qui a parlare di giovani che protestano per il loro futuro, sì, anche imbrattando i beni culturali, ma poi abbiamo un silenzio assordante su un Sottosegretario alla Cultura indagato per furto di beni culturali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Ma ci rendiamo conto? Ci rendiamo conto di quello che stiamo facendo? È assurdo! È assurdo! E io, per rispetto anche di quello che è stato il mio passato, perché qui lo dico apertamente, sempre, quando i Governi di destra del passato, ad esempio, hanno distrutto la scuola pubblica, da studente ho occupato le scuole e ho bloccato le strade, perché è giusto che le generazioni protestino per il loro futuro! È giusto e devono farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Protestate! Protestate quando è messo a rischio il vostro futuro! E ora chiudo con una considerazione, con qualcosa che, da questa assurda maggioranza, magari mi aspetto nei prossimi giorni. Magari mi aspetto qualche affermazione del nostro carissimo Sottosegretario alla Cultura, in cui, magari, si accusano i giovani di Ultima Generazione, magari, anche di aver aggiunto quella fiaccola nel dipinto incriminato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Caso, nel suo caso, peraltro, quei reati sarebbero prescritti, mi sa, a occhio, guardando alla sua età. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Vorremmo sottoscrivere, come gruppo del Partito Democratico, questo emendamento del collega Bonelli, se naturalmente ce lo consente. Per rimarcare, vorrei chiedere al signor Ministro per quale oscura ragione chi ha ruoli di responsabilità e commette gli stessi fatti che in qualche modo volete punire per i ragazzi, fermo restando quello che ho detto nei miei precedenti interventi, non debba essere sottoposto a una pena ovviamente maggiorata, proprio per il ruolo che svolge, che sia un addetto a pubblici servizi, pubblico ufficiale o addirittura che abbia incarichi di Governo.
E la voglio tranquillizzare, signor Ministro, perché purtroppo e per fortuna, purtroppo in questo caso, ma per fortuna nel nostro ordinamento, non esiste l'irretroattività della legge penale. Quindi, se lei ha interesse a tutelare qualche membro del suo Governo, lo può fare tranquillamente anche dando il parere positivo su questo emendamento, perché non avrà alcuna conseguenza su presunti eventuali illeciti posti in essere da un Sottosegretario ai Beni culturali, di cui non faccio il nome (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Nel frattempo, stanno prendendo posto nelle nostre tribune giovani virgulti dell'Istituto Comprensivo “Piersanti Mattarella”, di Roma, che assistono ai nostri lavori (Applausi). Lo dico anche come monito, vista la discussione in atto: ricordiamoci che da lassù ci osservano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo, purtroppo, per denunciare nuovamente l'ennesimo tentativo di violenza televisiva. Questa volta si è consumato ai danni della nostra collega Laura Orrico, cui va tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Purtroppo, devo rilevarlo, anche grazie all'inconsistenza dello studio televisivo e del conduttore, che non ha avuto la forza caratteriale di interrompere qualcosa che non doveva consumarsi. Sto parlando del sindaco di Terni, Bandecchi, che ha cercato di sovrastare in una maniera sicuramente non intellettualmente onesta la nostra collega, dicendo che la signora va abbattuta, mentre la nostra collega stava esponendo un suo pensiero, e che lei è la dimostrazione palese - pensate che intellettuale! - che la pace si fa solo con le armi, che del fatto che lei fosse donna non gliene poteva fregare niente e che lei doveva rimanere in silenzio. Poi si è messo a sfoggiare un Rolex, offrendolo alla collega Orrico, dicendole: dopo che finirà il tuo mandato, ti servirà. Quindi, siamo a questo livello. Ora, il ragazzo è stato un po' sfortunato, perché ha incontrato sulla strada la collega Orrico (Applausi) e nella sua inconsapevolezza non è riuscito nel suo intento.
Ma, guardate, io oggi non voglio fare un intervento di protesta verso quello che è stato l'ennesimo tentativo, perché tanto ci saranno sempre. Io, oggi, vorrei chiedere a quest'Aula, a lei, Ministro, ai Sottosegretari e al presidente della Commissione cultura di riuscire ad accordarci su una cosa. Visto che viene sempre chiesto, giustamente, alla politica di mantenere una dignità comportamentale, io credo che questo Parlamento, che il Ministro e che tutti noi dovremmo chiedere a tutte le redazioni televisive di non invitare questi finti uomini, questi deboli che hanno bisogno di affermarsi tramite la violenza, in assenza di qualsiasi costruzione di un pensiero o presunto tale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), perché le redazioni e le trasmissioni devono capire che devono rinunciare a qualche like in più o a dello share in più, cercando di non portare esempi negativi fino a questo livello.
Con lo stesso concetto con cui la politica condanna youtuber che vanno a fare cose idiote semplicemente perché dietro alla loro stupidità c'è un guadagno commerciale e spesso ci sono società, con lo stesso principio, dicevo, noi dobbiamo chiedere a tutte le redazioni - non solo a quelle della Rai, ma a tutte, perché in televisione questo esempio non deve passare - che certe persone non possono arrivare in alcuno studio televisivo, perché questo Paese ha già troppi esempi sbagliati (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), pochi modelli culturali da seguire e non ha assolutamente bisogno di questo Bandecchi - o come comunque si chiama - e di tutte le persone simili a lui. Quindi, da questo punto di vista, spero che il Parlamento accolga questa nostra proposta e che lei Ministro, che casualmente è in questa sede, possa dire qualcosa anche rispetto a quello che è successo alla nostra collega Orrico, cosa che continuerà a succedere se non mettiamo un freno a tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Francesco Silvestri. Ci sono altri interventi che, penso, siano sullo stesso argomento. Apprezzo moltissimo, devo dire, le parole che lei ha pronunciato in quest'Aula, perché attengono al rispetto che si deve sempre avere, sia che ci si trovi in un studio televisivo, il che amplifica, ovviamente, quello che succede, sia che ci si trovi in qualsiasi altro luogo, nel quale il rispetto, a cominciare dall'uso delle parole, senza trascendere, poi, a quelli che sono atti intollerabili di altro tipo, ognuno deve averlo (Applausi). Quindi, apprezzo davvero il suo intervento. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Per associarci alle parole del collega Francesco Silvestri e per riflettere insieme su quanto è bello quando si evolve, quando ci si evolve. Il collega Francesco Silvestri appartiene a un gruppo che ricorda tanto un gruppo che, nella scorsa legislatura, alle colleghe donne diceva che si potevano trovare in tangenziale, diceva che erano qui perché avevano abilità che mi vergogno persino a ripetere e chiedevano sul web cosa avrebbero fatto se avessero trovato una nostra collega in macchina. Queste erano le espressioni con cui quel gruppo, il cui nome assomiglia tanto a un gruppo dell'attuale Parlamento, riempiva gli studi televisivi, le piazze e queste Aule.
Quindi, appoggio alle parole del collega Silvestri e un grande compiacimento quando, nel corso degli anni, ci si migliora, però si può anche ricordare quello che è successo, perché altrimenti ci stiamo prendendo in giro tutti quanti, da soli (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Io voglio esprimere, a nome di tutto il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, la nostra più totale solidarietà nei confronti della collega Orrico (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), che è stata trattata in una maniera indegna, incivile e intollerabile.
Purtroppo, il sindaco di Terni, Bandecchi non è nuovo a questi scatti d'ira, a questa violenza verbale. Disse una volta, ai microfoni di Umbria 24, che il suo miglior sport e passatempo è tirare cazzotti e, a proposito della violenza di genere, ha affermato che un uomo che non tradisce la sua donna non è normale e che chi non tradisce, prima o poi, ammazza le donne e questo, diciamo, rientra, invece, nella normalità. Si è dichiarato maschilista in consiglio comunale ed è stato al centro di vicende di sputi con i tifosi, di risse in consiglio e ha continui atteggiamenti violenti, che sono del tutto intollerabili.
A Terni è stato più volte chiamato in causa anche il prefetto, perché la situazione continua a degenerare. Il Governo fin qui non è intervenuto in alcun modo, però, mentre attendiamo che il prefetto intervenga e che si agisca per fermare questo scempio e questa vergogna, ci associamo alla richiesta del capogruppo dei 5 Stelle Silvestri che, appunto, chiede alla Commissione di vigilanza Rai e alla Rai di intervenire affinché questo personaggio squallido non possa più varcare le porte di uno studio televisivo della Rai (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
Guardi, non è una richiesta di secondo piano. Io credo che noi dobbiamo, come istituzioni, agire per mettere in campo anche alcuni elementi di pedagogia e di salvaguardia dell'autorevolezza delle istituzioni. Bandecchi non dovrebbe fare il sindaco, perché, al di là del voto dei cittadini, la Costituzione dice che chi ricopre cariche pubbliche le deve ricoprire con onore e disciplina e sicuramente entrambe queste parole, onore e disciplina, non si addicono al sindaco Bandecchi.
Però, oltre a questo, è necessario che ci siano conseguenze, almeno sul terreno della comunicazione. Bisogna impedire che questo personaggio possa insultare, aggredire e minacciare con violenza altri esponenti di questo Parlamento nei dibattiti televisivi o altri giornalisti, opinionisti ed esperti, perché è davvero capace di farlo con tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico per ribadire quanto già espresso chiaramente dal nostro gruppo stamattina in Commissione di vigilanza Rai. La piena e totale solidarietà di tutte le democratiche e di tutti i democratici va alla collega Orrico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra) per qualcosa che non sarebbe dovuto avvenire. Cito lei, non cito la persona che ha utilizzato un linguaggio d'odio e di violenza in televisione, perché non merita di essere citata, come non meritano di essere citate tutte le persone che utilizzano questo strumento per scalare la visibilità e per cercare di ottenere una visibilità nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Però, questa responsabilità deve riguardare tutti in quest'Aula, anche chi si è permesso di dare del disagiato al nostro collega Mauro Berruto, nelle ultime ore (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra) e l'appello del capogruppo Francesco Silvestri non può restare inascoltato, ma deve responsabilizzare maggioranza e opposizione, perché nessuna persona che utilizza il linguaggio d'odio deve essere invitata in televisione dal servizio pubblico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Mai! Non citiamo queste persone, ma chiediamo che nessuno venga invitato più e magari smetteranno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI (LEGA). Presidente, il tema questa mattina è già stato oggetto dell'attività della Commissione vigilanza Rai e, negli stessi termini con cui oggi viene trattato qui in Aula e anche nell'intervento che, come gruppo, poi abbiamo tenuto in sede di Commissione di vigilanza, abbiamo concordato che occorre una linea di condotta.
Al netto del fatto che per il servizio pubblico questa linea di condotta ci compete ed è evidente che non si può dare spazio a chi usa toni di violenza o a chi, addirittura, incita alla violenza in televisione, è altrettanto evidente che il sistema televisivo è molto variegato, al di là di quello pubblico, e, quindi, anche per noi, che dibattiamo e che andiamo a questi confronti, occorre, a mio avviso, una riflessione, cioè che spesso e volentieri in queste circostanze è meglio non accettare il confronto e rifiutare in qualsiasi modo di cadere nelle provocazioni, perché chi fa queste cose in questo momento probabilmente ne sta traendo giovamento e sta anche godendo che questo fatto sia oggetto di dibattito in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, grazie per concedermi la parola, a titolo personale. Proprio perché è stata richiamata in quest'Aula, dal collega Marattin, una vicenda che mi ha coinvolto.
Ci tenevo, pertanto, ad esprimere la solidarietà alla collega Orrico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle) che proviene da quel gruppo che, in passato, purtroppo, ha usato modalità di odio e anche di misoginia. E mi associo alla richiesta fatta dai colleghi e dalle colleghe che le redazioni non possano, per visibilità tossica, invitare personaggi che fanno della misoginia una loro carta. E mi riferisco al sindaco di Terni, ma anche al Sottosegretario Sgarbi che ha dato prova di sé in questa stessa Aula, con espressioni misogine, attaccando anche l'allora Vicepresidente Carfagna, come ricordiamo benissimo; e ci fu anche un procedimento disciplinare.
Quindi, mi associo per dire che tutti dovremmo fare una riflessione seria rispetto al mondo di una certa politica, in primis, e che, comunque, il servizio pubblico non può assolutamente tollerare questo, signor Ministro; glielo dico francamente, perché, allora, si è compartecipi della degenerazione del dibattito pubblico che, poi, arriva a situazioni che possono essere veramente letali, come abbiamo visto, perché c'è anche chi si toglie la vita (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti della scuola primaria “Villaggio del fanciullo” di Salerno, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Ha chiesto di parlare l'onorevole Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.
RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Naturalmente, la solidarietà del gruppo di Forza Italia alla nostra collega Orrico, onorevole Orrico, perché quello che è successo credo che non dovrebbe mai succedere non soltanto nell'ente televisivo pubblico, ma da qualunque altra parte. Ci sono modi per esprimere le proprie idee che dovrebbero essere tenuti a bada (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e MoVimento 5 Stelle) e l'ente pubblico, la televisione non dovrebbe dare accesso a persone che possono creare squilibri anche in chi guarda. Ricordiamoci che la televisione viene vista da chiunque, in qualunque momento, vi sono messaggi che non devono essere passati in alcun modo. Forse è vero, stiamo dando troppa importanza a questo signore, non ne sto nemmeno citando il nome, non sto dicendo di chi si tratta; è troppo, secondo me, sarebbe troppo.
Quindi, solidarietà alla nostra collega Orrico, sperando, naturalmente, che il servizio pubblico si tenga alla larga e blocchi le porte a queste persone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), perché, troppo spesso, assistiamo a talk dove ci sono persone che vogliono a tutti i costi portare alla lite e, soprattutto, messaggi che non appartengono a noi che guardiamo. Quindi, solidarietà piena e totale dal gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà. La prego di stare davvero in un telegramma. Prego.
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto, per esprimere la solidarietà - già lo hanno fatto il collega Casu e la collega Boldrini - alla collega Orrico, siamo anche colleghi in Commissione vigilanza. Io, però, mi permetto di dire che non possiamo stare in silenzio - consentitemi, lo dico, tramite lei, al collega Candiani - e penso che, invece, dobbiamo fare un'altra cosa: lanciamo da qui l'idea, la lancio a tutti i colleghi parlamentari, in particolare della Commissione vigilanza Rai, di presentare una mozione di tutti insieme perché si vieti nel servizio pubblico una cosa del genere, affinché nessuna persona di questo tipo possa essere più invitata. Ma dico di più, di indirizzare questa mozione al Ministro delle Imprese e del made in Italy, perché vorrei ricordare a tutti che ci sono concessioni date dallo Stato alle TV, è vero che sono private, ma ci sono concessioni. Detto ciò, potremmo fare un grande lavoro tutti insieme e spero che tutta la maggioranza accolga questo appello di farlo insieme davvero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo, innanzitutto, alla solidarietà nei confronti della collega Orrico e, me lo lasci dire, anche se l'elenco sarebbe troppo lungo, nei confronti delle tante colleghe che sono state vittime di attacchi, di violenza non solo nel servizio pubblico televisivo, ma penso anche sulla carta stampata.
Ricordiamo tutte quelle vignette indegne che hanno colpito esponenti dell'attuale maggioranza, esponenti dell'attuale opposizione, che sono prive di qualsiasi elemento di umanità. Accanto, però, alla solidarietà e alla condanna, che è importante che quest'Aula esprima, io rivolgo un appello a noi per un'assunzione seria di responsabilità.
Il tema dell'odio social, dell'hate speech sta diventando un elemento dilagante nel Paese. Abbiamo un lavoro importante che ha fatto la senatrice Segre in questa direzione, che deve continuare, ma che deve portare anche ad atti concreti. Io credo che bene faccia la Commissione di vigilanza ad assumere iniziative in questa direzione, ma credo anche sia importante, in particolare, Ministro, mi rivolgo a lei, un lavoro congiunto, necessario, che deve essere fatto con i suoi colleghi - penso alla Ministra Roccella, al Ministro Valditara - perché si portino avanti una formazione e una promozione di un totale contrasto a questo odio.
E con riferimento alla classe politica, lasciatemelo dire, tutti noi credo che possiamo dire che, quando una donna assume una decisione o una responsabilità politica, in automatico, viene derubricata nella sua valenza di autorevolezza politica e viene riportata al nulla qualunquista dell'odio volgare e sessista o anche di non riconoscimento di autorità. Abbiamo la prima donna che siede sullo scranno della Presidenza del Consiglio dei ministri: credo che ci si aspetti da questo Paese, da questa classe politica, da tutti noi un esame di coscienza ben profondo, perché credo che quelli che scagliano la prima pietra in quest'Aula dovrebbero fare i conti con la propria storia e la propria coscienza e assumersi la responsabilità che questo mai più accada di nuovo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Anche da parte del gruppo di Fratelli d'Italia per esprimere quanto già ribadito, peraltro, oggi in Commissione di vigilanza. Oggi, in Commissione di vigilanza, la collega Orrico, giustamente, ha richiamato l'increscioso episodio che l'ha vista coinvolta, quale bersaglio e credo sia arrivato da lì anche un accorato atto di solidarietà che vede tutte le forze politiche coinvolte. L'episodio, però, rileva come la violenza verbale, e non solo, debba essere condannata non soltanto, ovviamente, nel servizio pubblico, ma anche al di fuori del servizio pubblico, laddove si ripetano determinati episodi.
La collega Boschi, proprio oggi, in Commissione di vigilanza ha anche ricordato episodi che si sono consumati in quest'Aula, che vanno allo stesso tempo stigmatizzati. Credo sia doveroso prendere da questo episodio un monito per tutti noi per il comportamento a cui talvolta assistiamo e in cui siamo, in varie fasi, coinvolti in qualità di bersaglio.
Se posso, però, voglio anche cogliere l'occasione, visto che parliamo di servizio pubblico, per condannare il terribile episodio che ha coinvolto e ha visto soccombere ieri la troupe del TG2, vittima di una intimidazione; l'ha vista coinvolta a seguito di una vera e propria aggressione dovuta a un proprio servizio svolto in occasione della prossima ricorrenza delle foibe. Visto che si avvicina anche questa giornata e anche in quel caso si parla di un episodio di violenza, credo sia doveroso da parte di quest'Aula ricordare questo episodio di cui si è data notizia ieri e condannare, allo stesso tempo, tale violenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 1297 e abbinata)
PRESIDENTE. Eravamo all'emendamento 2.6 Giuliano.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione… revoco la votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel lontanissimo dicembre del 1946, durante la seduta della Prima Sottocommissione dell'Assemblea Costituente, uno dei padri della nostra Costituzione, Giuseppe Dossetti, presentò un emendamento all'articolo 2 che recitava così: “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri, che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino”.
Probabilmente pesò nella scelta di Giuseppe Dossetti di presentare questo emendamento la sua formazione politica, culturale, civile, la sua esperienza. In fondo era un giurista e tra i professori, così vennero chiamati, dell'Assemblea costituente, Lazzati, Fanfani, La Pira e Aldo Moro, Giuseppe Dossetti era l'unico che aveva partecipato attivamente alla lotta partigiana e alla lotta di liberazione dal nazifascismo.
Su questo punto, il diritto alla resistenza, la discussione nell'Assemblea costituente fu lunga e fu molto articolata. Durò pressappoco un anno e vide la partecipazione attiva di varie personalità di spicco di quell'Assemblea. Ad esempio, il presidente Aldo Moro intervenne per chiarire il collegamento tra gli articoli 2 e 3 del progetto della Costituzione, e spiegò come fosse giusto precisare come al singolo o alla collettività spettasse il diritto alla resistenza contro lo Stato - parla il presidente Aldo Moro - se esso, lo Stato, avvalendosi della sua veste di sovranità, avesse tentato di menomare i diritti sanciti dalla Costituzione.
Fu lunga quella discussione anche in quella prima sessione, che venne conclusa il 13 dicembre 1946 dall'intervento del segretario del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti, il quale, coerentemente anch'egli con la sua storia e la sua biografia, si espresse a favore di quell'emendamento di Giuseppe Dossetti, anche se gli attribuì scarsa importanza, giustificando il fatto che una rivoluzione diveniva legale perché, a suo avviso, ciò che la legittimava era essenzialmente la sua vittoria. Quella discussione, però, introdusse nell'ambito del processo costituente un dibattito di elevatissima qualità, che rifletteva anche le tendenze che emergevano in altri percorsi costituzionali negli stessi anni. In diversi Länder tedeschi la Costituzione locale prevede il diritto alla resistenza. La vicenda si concluse come immagino i colleghi di quest'Aula sappiano: la Commissione dei 75 dirottò il tema del diritto alla resistenza dall'articolo 2, emendamento Dossetti, al secondo comma dell'articolo 50, ma in ultima istanza quella proposta venne bocciata. E venne bocciata da una maggioranza compatta, che vide protagoniste le componenti culturali e politiche, all'epoca, della destra, saldandosi con le componenti più moderate dell'Assemblea costituente e isolando padri costituenti che sono le personalità che ho appena citato. Sono passati molti decenni, più di 70 anni. Quella classe dirigente, quelle leadership, quelle madri e quei padri costituenti ragionavano di resistenza, di democrazia. Dossetti, Moro e Togliatti ragionavano persino del legame, che non poteva essere negato, tra la rivoluzione e la nostra Costituzione, pensate quale livello di elaborazione. Concludo, Presidente: siamo passati da quella stagione così alta, così significativa, così emblematica per la nostra storia, loro a parlare di resistenza, diritto alla resistenza civile, di democrazia, voi oggi a parlare di vernice lavabile e di punizioni. Però in fondo c'è un filo rosso, una continuità nell'opposizione a porsi almeno gli interrogativi che allora quei giganti del pensiero si ponevano e che voi non volete porvi. Penso che da questo punto di vista rimane scolpito il fatto che questi ragazzi e queste ragazze possono sbagliare, ma si pongono il tema di una rivoluzione civile rispetto a un mondo che vorrebbero cambiare. Voi pensate di fermare tutto questo con il 5 in condotta, credo che non sia una grande idea (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Presidente, non so che nesso ci possa essere tra la resistenza e il diritto a manifestare. Non credo che qui si stia discutendo il diritto di poter esercitare la propria volontà di manifestare, nessuno di noi è contro questo diritto. Chi vi parla appartiene a un movimento, ma appartiene a una classe dirigente, se così vogliamo dire, che, come tanti altri colleghi, probabilmente, ha iniziato a fare politica partendo dalle manifestazioni, partendo dalle piazze. Ma in quell'attività nessuno di noi si è mai sognato di danneggiare un bene pubblico. Oggi, con questo provvedimento, che reputo di buonsenso, credo si faccia una distinzione, si vada ad inasprire, ed effettivamente è così, un principio, delle pene rispetto a chi vuole manifestare, ma erroneamente cagiona dei danni alle cose pubbliche.
Come si può paragonare il diritto a manifestare con il legittimo diritto che hanno avuto storicamente i lavoratori a manifestare per dei diritti che poi hanno conquistato? Come si può paragonare l'imbrattamento di Palazzo Vecchio, come si possono paragonare le attività che hanno svolto coloro che producevano il latte in Sardegna con il deturpamento della statua di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo? C'è una differenza, manifestare lo si può, lo si deve, bisogna tutelare anche il dissenso civile, ma questo non deve costare soldi pubblici, come i 200.000 euro che costerà il ripristino della statua di Vittorio Emanuele II. Il tema dell'emergenza climatica poi non è appannaggio solo di una parte politica o, nello specifico, di piccoli gruppi come Ultima Generazione, che hanno il diritto di manifestare, ma evidentemente con questo provvedimento a loro e ad altri noi diciamo: attenzione, manifestate, ma non danneggiate la cosa pubblica, non precludete il diritto a muoversi ai tanti lavoratori che ogni giorno si trovano sulla propria strada persone che manifestano con dei sani principi, probabilmente, ma che precludono la libertà degli altri. Manifestare si deve, è giusto tutelare il diritto alla manifestazione, ma questo non deve andare a precludere il diritto degli altri.
Per quanto riguarda tutte le altre cose che poi ho sentito sulla necessità di considerare questo provvedimento come un provvedimento che vuole, ancora una volta, testimoniare la presenza e l'azione di un Governo per così dire autoritario, che vuole magari deviare l'attenzione su altro rispetto a quello che non sta facendo, dico, per suo tramite, ai colleghi dell'opposizione che ancora una volta saranno i cittadini a deciderlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo che, secondo le intese raggiunte in Conferenza dei presidenti di gruppo, noi oggi dobbiamo terminare i lavori alle ore 13. Abbiamo da votare ancora alcuni emendamenti, gli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto e avremmo anche poi una ratifica da fare. Lo dico soltanto come memoria comune.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
Chiedo al relatore il parere sugli articoli aggiuntivi.
ALESSANDRO PALOMBI, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario, su tutti.
PRESIDENTE. Il Governo?
GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.02 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1297 e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
ALESSANDRO PALOMBI, Relatore. Su tutti, invito al ritiro, altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. Parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 22).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1297 e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
ALESSANDRO PALOMBI , Relatore. Signor Presidente, senza colpi di scena, su tutti gli emendamenti vi è l'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Chi lo avrebbe mai detto?
Il Governo?
GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.2 Dori. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di modificare e, quindi, di ricondurre a ragionevolezza la sanzione che la maggioranza ha previsto per il reato, di cui all'articolo 639, nel caso in cui il fatto è commesso su teche, custodie eccetera. Quindi, anziché la pena attualmente prevista della reclusione da uno a sei mesi, proponiamo l'arresto fino a sei mesi, in modo da rendere la contravvenzione oblabile. Diventando, infatti, una contravvenzione punita, alternativamente, con l'arresto o con l'ammenda, il reato si estinguerebbe col pagamento di un importo, quindi l'oblazione, e almeno eviteremmo quel accanimento sanzionatorio di cui abbiamo già detto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 25).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.0100 Dori. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Signor Presidente, con questa proposta emendativa, invece, prevediamo di aumentare le sanzioni per il reato, di cui all'articolo 734 del codice penale, cioè la distruzione o il deturpamento di bellezze naturali. Lo facciamo non perché a noi piace in generale aumentare le pene oppure usare il codice penale come uno strumento risolutivo di ogni male, però, se la maggioranza decide di applicare quelle nuove pene, con questo disegno di legge, a questi reati, non si comprende perché chi, mediante costruzioni, demolizioni o in qualsiasi altro modo distrugge o altera le bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale protezione delle autorità, debba, invece, oggi, essere punito solo con l'ammenda da 1.032 a 6.197 euro. Capite che, quindi, non c'è equilibrio tra le varie fattispecie. Noi proponiamo quindi un aumento di pena, tra l'altro, senza nemmeno esagerare, perché qui non stiamo sommando, come invece fa la maggioranza, sanzione penale a sanzione amministrativa.
Non si capisce, quindi - lo ribadisco -, perché, quando si tratta di danni all'ambiente, nello specifico delle bellezze naturali, le sanzioni debbano essere così basse, come a dare un valore inferiore alla tutela dell'ambiente rispetto a tutto il resto. Quindi, qui la maggioranza e il Governo avrebbero la possibilità di dimostrare che sono sinceramente intenzionati a tutelare i beni culturali e paesaggistici; diversamente, si palesa che lo scopo non è questo, ma è un altro. Evidentemente, in caso di voto contrario si palesa che questo è stato valutato come un reato non tipicamente commesso da quelli che, alcuni colleghi di maggioranza hanno definito, un gruppetto di ragazzini e che quindi possa non essere sottoposto a una sanzione come quella, invece, prevista per le altre fattispecie in questo disegno di legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0100 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1297 e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. Signor Presidente, sugli ordini del giorno n. 9/1297/1 Mantovani e n. 9/1297/2 Candiani, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1297/3 Carmina, parere favorevole, se riformulato, con l'espunzione delle premesse. Infine, sull'ordine del giorno n. 9/1297/4 Deidda il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1297/5 Ghirra il parere è contrario.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno n. 9/1297/1 Mantovani e n. 9/1297/2 Candiani non insistono per la votazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1297/3 Carmina. Chiedo alla presentatrice se accetti la riformulazione. Si tratta soltanto di espungere le premesse.
IDA CARMINA (M5S). Per tutte mi pare. Signor Presidente, io accetto la riformulazione, tuttavia, volevo precisare qualcosa.
PRESIDENTE. Fa una dichiarazione di voto, perché chiederà di metterla ai voti?
IDA CARMINA (M5S). Si, signor Presidente, farò una dichiarazione di voto. Come sapete, onorevoli colleghi, l'Italia è il Paese più bello del mondo e vanta un patrimonio culturale e paesaggistico immenso. Si stima che il 70 per cento del patrimonio culturale e artistico del mondo sia in Italia e la cultura è un bene e un patrimonio in sé.
La tutela della Valle è essenziale, perché il più grande parco archeologico di Europa, più che nella stessa Grecia. Si estende per 13 ettari, dalla Rupe Atenea al mare e, dal 1997, è inserita nel sito ONU dell'Unesco, quale patrimonio dell'umanità. È, ancor più, fra i beni patrimonio dell'umanità, quindi di tutti noi, orgoglio identitario dell'Italia, ha ricevuto dal 2015 dall'ONU la dichiarazione DEVU, cioè dichiarazione di eccezionale valore universale.
Il problema è che la cultura è un bene in sé, ma costituisce anche un attuale e potenziale fattore di sviluppo economico, essendo il turismo parte fondamentale del PIL italiano, ma ciò vale ancor più per la costa agrigentina, costa del mito per la Valle dei Templi, elemento di sviluppo e di riscatto di una delle province italiane in maggiore difficoltà e che punta proprio sui beni culturali e paesaggistici di inestimabile valore che vanta, tanto che è stata insignita del ruolo di Capitale della cultura del 2025.
Quest'anno la Valle è il sito più visitato in Sicilia, il sesto in Italia, primo il Colosseo. Presidente, ho ascoltato ieri, ad Agorà, il Ministro Sangiuliano quando parlava di antropizzazione dei beni culturali, citando il Colosseo, che non solo è bene culturale, ma, addirittura, ormai è parte integrante del paesaggio romano e diventa anche bene paesaggistico. Ora provate a immaginare un rigassificatore o una pesante industrializzazione attorno al Colosseo, perché, vedete, penso che ciascuno di voi, in cuor suo, sappia che questo è irrealizzabile. Auspico, quindi, che il Governo cambi idea quanto alla realizzazione di un ecomostro a Porto Empedocle, ai piedi della valle, perché Porto Empedocle - e il Ministro lo sa bene - è il porto dell'antica Akragas e il porto attuale è stato realizzato proprio prendendo parte dei templi, un porto inscindibilmente legato alla Valle, che ha 2.600 anni e ha subito vari tentativi di utilizzo improprio che avrebbero avuto un effetto devastante anche durante la seconda guerra mondiale, allorché il comandante in capo delle truppe militari voleva piazzare alcune attrezzature militari. Fu impedito da Pietro Griffo a cui è intitolato il museo di Agrigento perché protesse la Valle.
Quindi, davvero siate ricordati per averla tutelata e valorizzata, la Valle dei Templi, non per averla devastata e distrutta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Pisano sottoscrive questo ordine del giorno. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1297/3 Carmina, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 27).
Onorevole Ghirra, il parere del Governo sul suo ordine del giorno n. 9/1297/5 è contrario. Prego.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Sì, grazie, Presidente. Diciamo che le posizioni differenti tra noi e la maggioranza rispetto a questo provvedimento sono emerse in maniera molto chiara durante il dibattito. Noi riteniamo che vengano punite le stesse condotte che sono già perseguita dal codice penale, aggravando ulteriormente l'impianto sanzionatorio, con un evidente carattere volto a punire gli attivisti per il clima e, comunque, per qualsiasi atto di disobbedienza. È emerso, però, anche durante il dibattito, l'interesse, l'intento della maggioranza - e spero anche del Ministro - verso le azioni volte alla tutela, alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese. Noi, con questo ordine del giorno, chiediamo semplicemente di incrementare quelle risorse, perché sappiamo benissimo che tantissimi dei nostri beni non sono né tutelati né valorizzati e sono spesso abbandonati. E, quindi, signor Ministro, mi sorprende che lei dia parere contrario a un ordine del giorno che chiede di stanziare ulteriori risorse per il suo Ministero, per portare avanti le attività che gli sono in capo. Chiedo, quindi, di mettere in votazione l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1297/5 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1297 e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, signor Presidente. Io annuncio subito il voto di astensione del gruppo di Italia Viva, conseguentemente a quanto fatto in Senato e, contestualmente, le dico anche che il mio voto di astensione sarà un voto solo per disciplina di partito, perché diversamente io avrei votato contro questo provvedimento, così come mi sono imposto di fare in questa legislatura per qualunque provvedimento che porti alla creazione di un nuovo reato ovvero all'aumento di pene per reati già esistenti. Perché dico questo? Perché, peraltro, come i colleghi che sono intervenuti prima hanno facilmente dimostrato, non è che noi abbiamo il problema che questo tipo di atti - e poi verremo anche a una valutazione sul tipo di atti - non si possano perseguire attraverso le norme esistenti. Vi è tutta una serie di comportamenti delle stesse medesime persone, che riguardano le stesse cose di cui stiamo parlando, che ancora fino a ieri o all'altro ieri sono stati perseguiti attraverso le norme esistenti, che sono quelle sia del codice penale sia ovviamente quelle amministrative. Peraltro, sono norme che non risalgono a cinquant'anni fa, mi riferisco a quelle sul deturpamento dei beni culturali, ma risalgono, se non erro, al 2022, cioè a un anno e mezzo fa. E, allora, perché si rende necessaria l'esigenza di appesantire ulteriormente (questa è un po' anche la coda del dibattito che abbiamo fatto ieri, sui temi della giustizia)? È del tutto incomprensibile.
Peraltro, vorrei dire ai colleghi che sono intervenuti e che hanno parlato di disobbedienza civile che io su questo non sono particolarmente d'accordo, e non vorrei portare dentro una distinzione filosofica, però è del tutto evidente che questa è una forma di protesta, questo è pacifico, è evidente forse anche al collega Gianassi, probabilmente è evidente; è una forma di protesta, quindi non stiamo parlando di ecoterroristi, di ecovandali; è una forma di protesta. Della disobbedienza civile, vorrei segnalarlo, un pochino me ne sono occupato, perché vengo da un partito che della disobbedienza civile ha fatto uno dei tratti distintivi della propria azione politica. La disobbedienza civile è leggermente diversa, perché una delle azioni più classiche della disobbedienza civile fu, per esempio, quella che misero in atto i radicali per contestare e per chiedere che ci fosse una legge sull'aborto: si autodenunciarono di aver fatto quello a cui erano costrette tutte le donne italiane in assenza di una legge, e cioè l'aborto clandestino. Quindi, per protestare contro una legge che si riteneva ingiusta o per manifestare l'esigenza che fosse fatta una legge per regolare determinati diritti, violavano la legge, se ne assumevano la responsabilità, si autodenunciavano e ovviamente venivano perseguiti. Però, aprivano un caso, ma tendenzialmente era una cosa che ricadeva su loro stessi. Quando facemmo la battaglia sull'obiezione di coscienza andammo a incatenarci dentro i distretti militari per fare esplodere la cosa, fummo denunciati, ma non procurammo danni. Poi, io sono d'accordo sul fatto che ci siano danni riparabili, non definitivi, e via dicendo. Questo lo dico semplicemente perché la concezione della disobbedienza civile è una cosa diversa.
Allo stesso tempo, però, vorrei dire che è del tutto evidente che questa norma è mirata ed è figlia anche un po' dell'ipocrisia. Lo dico a tutti coloro che sono intervenuti e lo dico con grande rispetto, perché in questi ragazzi ci sono, per me, un coraggio e una attenzione che riprendono tratti del modo di fare iniziativa non violenta, cioè questi ragazzi non è che lo fanno di nascosto; questi ragazzi vanno lì, fanno l'operazione, si vanno ad autodenunciare e si prendono la responsabilità di quello che fanno. Infatti, colleghi della maggioranza, signor Ministro, non è che i writer che deturpano i vagoni della metropolitana, i muri spesso e volentieri, e via dicendo, dal punto di vista pratico, facciano meno danno di quanto fanno questi. E, allora, lei mi vuole sostenere che questa gente non è perseguibile? Lei mi vuole dire - chi ha lavorato nelle amministrazioni comunali lo sa - che i bilanci delle amministrazioni comunali non sono massacrati dal fatto che spesso e volentieri bisogna andare a rimettere a posto continuamente cose, per atti di persone che però scappano? La differenza tra quello che fanno costoro e quelli che fanno altre manifestazioni è che coloro che manifestano per l'ambiente ci mettono la faccia e se ne assumono la responsabilità.
Il turista che va al Colosseo e scrive il suo nome sul monumento fa un danno, secondo lei, più riparabile o meno irreparabile di quello che viene fatto alla Barcaccia buttando la vernice? Me lo dica lei. Lei lo sa che quei danni spesso sono molto più irreparabili, ma lei fa un reato per quelli? C'è già il reato, ma lei sa perfettamente che quelli non li beccherà mai, ogni tanto può essere che li becca e c'è già la possibilità di individuarli e penalizzarli. È tutta qui l'inutilità, oltre che la confusione. Hanno fatto benissimo a ricordarlo sia il collega Scalfarotto sia la collega Gadda. Diciamo che il pasticcio che è stato fatto in questo decreto motiverebbe, a parte le mie considerazioni personali, le ragioni di una astensione. Ciò anche perché - lo ripeto, e mi avvio alla conclusione - è un provvedimento inutile, è un provvedimento che vuole - questo, sì - dare la sensazione a chi si batte per determinate cause che c'è la possibilità di intervenire ad hoc e non, come qualcuno ricordava, con norme generali nelle quali si ricade se ci si comporta in un determinato modo.
Vorrei concludere anche rispetto al fatto che io non me la sento di dare giudizi morali, signor Ministro e colleghi che siete intervenuti in un certo senso, sul comportamento e sul modo di fare azione politica da parte delle persone. Intanto, se sono persone che si assumono la responsabilità di quello che fanno, questo è già un tratto distintivo molto diverso da quello di tanti altri che non lo fanno, ma poi perché nella coscienza di ciascuno di noi, atteso che questo per me non è un atto di vandalismo, ma è una protesta, anche i blocchi stradali non rientrano nella tradizione non violenta e della disobbedienza civile. Infatti, tutto quello che, ancorché colpisca te, crea disagio alla comunità è difficilmente inquadrabile in questo. Però, è una forma di protesta. Non voglio dare un giudizio morale, essi si assumono la responsabilità di quello che fanno. Tuttavia, io penso che risolvere, come dire, con un intervento legislativo di questo tipo un problema che riguarda la coscienza che ciascuno di voi dovrebbe avere rispetto ai temi che quei ragazzi pongono è un modo semplicistico e anche un po' banale di pensare di risolvere i propri problemi di coscienza. Forse, invece, al di là della condivisione o meno delle manifestazioni di queste persone, sarebbe importante, per questo Governo, e non solo per questo Governo, che noi provassimo a immaginare cosa motiva, quali sono le ragioni per le quali questi ragazzi agiscono, attraverso comportamenti che io posso non condividere. Però, non possiamo sfuggire completamente al tema che gli stessi pongono, soprattutto perché pongono un tema che riguarda il loro futuro e, magari, il futuro dei loro figli. È esattamente il ragionamento che abbiamo cercato di fare in tante occasioni, quando si parlava di pensioni, quando qualcuno ci spiegava che non si si sarebbe dovuto fare e qualcuno cercava di spiegare che è facile prendere il consenso di quelli che ci stanno e non fare quello che si dovrebbe fare, in questo modo vincolando e, spesso e volentieri, penalizzando quelli che vengono dopo di noi e che, in questo momento, non possono parlare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, Ministro, io oggi ho ascoltato i vari interventi di questo lungo dibattito in Aula e sono rimasta un po' perplessa per il fatto che alcuni colleghi dell'opposizione tendono a giustificare quelli che io definirei veri e propri estremisti del clima. Mi permetto di dirlo, Presidente. Come lei sa bene, sono la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e noi parliamo oggi tantissimo di cultura del rispetto. Io penso che la cultura del rispetto non vada a compartimenti stagni, ma credo che debba riguardare tutti i livelli (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Fratelli d'Italia) e i livelli di educazione passano dal rispetto di genere, passano dal manifestare liberamente le proprie opinioni, senza cercare visibilità, deturpando il nostro patrimonio incredibile di monumenti e di palazzi storici, e passa dal rispetto e dal non maltrattare gli animali. Forse, qui non si tratta di identificare la mancanza di libertà di espressione, ma si tratta di educare e l'educazione la dobbiamo fare proprio attraverso quei giovanissimi che lottano attraverso strumenti, per me orridi, che sono quelli di imbrattare i nostri monumenti, e insegnando che la cultura del rispetto passa attraverso altri strumenti. Mi dispiace, noi non possiamo giustificare gli atti di vandalismo verso i beni culturali, verso il nostro patrimonio artistico, storico e ambientale. Chi compie atti del genere va assolutamente condannato, va sanzionato ed è questa la finalità con cui noi votiamo convintamente questo provvedimento, questa legge volta proprio a rafforzare la risposta sanzionatoria dello Stato nei confronti di chi deturpa e danneggia le opere d'arte. Mi aspetterei, come ho detto all'inizio, che questo avvenisse in maniera unanime, proprio forti della nostra convinzione di lavorare fin da subito sulla cultura del rispetto da parte di tutto il Parlamento. La lotta alla difesa dei beni culturali, infatti, è al pari della difesa della natura, un fatto di civiltà.
Quindi, dobbiamo dire basta a quello che, secondo me, è ormai diventato un ambientalismo ideologico a favore dei social, dei 5 minuti di notorietà alla Andy Warhol che, secondo me, si cercano attraverso questi atti. Non c'è, invece, la consapevolezza di civiltà che dovrebbe esserci, né una vera lotta alla difesa del nostro patrimonio e della nostra natura. Oggi, ci troviamo di fronte a gente che deliberatamente imbratta i monumenti e, addirittura, va a cercare anche i marchi più social, pensiamo all'imbrattamento dell'albero di Natale di Gucci. Si è convinti che possiamo combattere i cambiamenti climatici proprio attraverso questi atti.
Noi vogliamo fermare non solo i cambiamenti climatici. Tutti - io sono capogruppo in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici oltre che presidente della Commissione d'inchiesta sul femminicidio - vogliamo lottare contro i cambiamenti climatici, per le nostre città e per i nostri monumenti. Certamente, però, vogliamo anche fermare questi criminali. Allora, Ministro, mi permetta di suggerire un metodo con cui si potrebbe fare bene senza necessariamente costringere a interventi economici, a disperdere soldi per ripristinare questi straordinari monumenti. Ad esempio, andare a raccogliere i mozziconi sulle spiagge oppure a pulire gli argini dei fiumi non sarebbe altrettanto importante, altrettanto bello, altrettanto social? Forse, sarebbe un po' meno social. Perché, allora, non adottiamo la cultura del rispetto attraverso questi atti, e non imbrattando i nostri monumenti (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)? Fermando le nostre strade, si mette in pericolo non solo la propria vita ma, ovviamente, anche quella degli altri. Le battaglie per l'ambiente si possono combattere, secondo me, anche con piccoli gesti concreti, dando il buon esempio. Invece, in tal modo si è solo alla ricerca del minuto di notorietà per fare un po' di effimeri numeri sui social con questi gesti proprio di cattivo gusto, come gettare vernici sulle pareti del Senato, senza alcun rispetto per le istituzioni, come, permettetemi di dire, colorare di verde il mio Canal Grande, a Venezia, come buttare il cibo - non so dove sia la cultura del rispetto ambientalista nello sprecare il cibo - sui quadri di Van Gogh nei musei esteri, che, a questo punto, non ci presteranno più niente e ci additeranno proprio come cattivo esempio. Io penso che queste condotte non siano soggette né a sconti né a giustificazioni perché io dico che non sono giustificabili.
L'Italia custodisce un patrimonio culturale di valore inestimabile, che è ricchezza, che è impresa e che è lavoro, oltre che cultura, ed è fonte di un indotto economico importantissimo. Quindi, vuol dire anche non capire niente di cosa è l'investimento nella cultura nel nostro Paese. Il nostro compito è preservarla ed è nostro compito tutelarla da questi che devono essere definiti per quello che sono, criminali e vandali. In estrema sintesi, riteniamo che proprio il contrasto attraverso sanzioni amministrative, in aggiunta a quelle penali, possa essere un lavoro su un doppio binario sanzionatorio. La sanzione amministrativa ha anche un vantaggio immediato, che è proprio quello di intervenire per il ripristino dei beni danneggiati, in quanto i proventi possono essere investiti nel loro ripristino. Infine, basta impunità tramite l'uso dei cavilli. La norma è stata estesa anche alle teche che contengono le opere d'arte e non si potrà più utilizzare la scappatoia che non si è rovinata l'opera d'arte, ma soltanto il vetro protettivo.
Ho un po' riassunto l'intervento, anche nel rispetto delle indicazioni temporali che il Presidente ci ha dato in precedenza.
Per tutti questi motivi e, soprattutto, per quello che ho detto prima, cioè che la cultura del rispetto non ha settori, il gruppo Noi Moderati voterà convintamente questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con questo provvedimento il Governo autocertifica la propria carenza di dosimetria sanzionatoria. La dosimetria sanzionatoria è la proporzione fra pena e reato, è la proporzionalità del trattamento sanzionatorio in materia penale ed è oggetto di giudizio anche da parte della Corte costituzionale. Non si può, quindi, escludere che queste norme poi subiranno una pronuncia di incostituzionalità.
La Consulta, infatti, lungi dal sostituirsi alla discrezionalità legislativa, può valutare se il trattamento sanzionatorio sia proporzionato e adeguato alla gravità concreta e alla pericolosità del soggetto agente, anche ai fini della realizzazione della funzione rieducativa della pena. Il legislatore deve, pertanto, prevedere cornici edittali proporzionate.
Fino al 2016, la Corte costituzionale aveva sempre tenuto un orientamento restrittivo cauto rispetto alla possibilità di censura di incostituzionalità per violazione del principio di proporzionalità. Dalla sentenza n. 236 del 2016, invece, la Corte ha scelto di cambiare il suo approccio in tema di controllo di costituzionalità sulla misura della pena. E il giudice delle leggi ha, infatti, scelto, da qualche anno, di rendere effettivo il diritto dell'imputato e del condannato a non subire trattamenti sanzionatori sproporzionati rispetto alla gravità del reato commesso.
Con una corposa serie di sentenze, la Corte ha emendato sproporzioni sanzionatorie presenti nelle più disparate aree ordinamentali. L'appoggio normativo basato sul combinato disposto fra gli articoli 3 e 27, comma terzo, della Costituzione è la vera anima del nuovo orientamento giurisprudenziale, giacché dai medesimi il giudice delle leggi ha proprio ricavato le basi costituzionali del principio di proporzionalità fra pena e reato.
Ora, se andiamo a considerare le pene previste in questo disegno di legge, scopriamo addirittura che alla sanzione penale viene abbinata anche una sanzione amministrativa. Se guardiamo, in particolare, i primi due articoli del provvedimento, vediamo che vengono introdotte norme identiche a quelle già attualmente in vigore, previste dal codice penale, che però verrebbero in aggiunta punite anche a titolo di sanzione amministrativa.
Quindi, ribadisco, si interviene su due fattispecie già in vigore, uguali e identiche, nel codice penale, che tutelano i beni culturali dal deterioramento e l'imbrattamento, incollando quindi a una sanzione penale anche una sanzione amministrativa. Noi abbiamo già nel nostro ordinamento sanzioni, norme penali a tutela dei beni culturali, in quanto, nella scorsa legislatura, lo ricorderanno in molti, è stata approvata una legge complessiva in materia di reati contro il patrimonio culturale, la legge n. 22 del 2022. Quella legge era stata il frutto di un lavoro approfondito e complesso, addirittura iniziato nella XVII legislatura, che ci ha dotato di una “cassetta degli attrezzi” completa per intervenire, anche a livello penale, in questo ambito, strategico per un Paese come l'Italia, ricca di beni culturali come nessun Paese al mondo.
Ora ci chiediamo: a distanza di meno di due anni dall'approvazione di quella legge, era davvero necessario intervenire nuovamente sullo stesso tema? Dunque, se noi dovessimo effettivamente colmare un vuoto normativo, allora da un punto di vista giuridico avrebbe anche un senso, e da questo punto di vista, effettivamente, con i lavori in Senato sono state apportate integrazioni all'articolo 639 del codice penale. Ma, ad esclusione di questa unica norma, ad oggi assente, non vi era alcun bisogno di un nuovo intervento legislativo, perché tutto ciò che verrà punito, a seguito dell'approvazione di questo disegno di legge, già oggi è punibile. La motivazione allora è tutta di natura politica. È l'ennesimo nuovo nemico (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) che il Governo sta cercando di materializzare, pur di offrire all'opinione pubblica un'idea astratta di rigorismo nei confronti di alcune rarissime iniziative che hanno preso di mira beni storico-artistici.
Il dibattito qui in Aula ha anche svelato, se ce ne fosse stato bisogno, che questo disegno di legge è privo dei requisiti di astrattezza e generalità. Qui l'obiettivo è proprio quello di punire quello che alcuni colleghi della maggioranza ha definito “un gruppetto di ragazzini”. Eppure avete bocciato un nostro emendamento che prevedeva una pena aggravata se i fatti sono commessi da chi, ad esempio, ha responsabilità istituzionali, magari da chi ha ruoli di Governo, magari è Sottosegretario, che, più di altri, dovrebbe dare l'esempio. Allora c'è ipocrisia fra il contenuto del disegno di legge e la bocciatura di quell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Già oggi imbrattare un bene collettivo è vietato e nessun gruppo parlamentare - vorrei dirlo a chi cercherà, poi, di speculare politicamente - ha chiesto l'abrogazione di quelle norme, già introdotte nelle precedenti legislature. Quello che noi chiediamo, però, è equilibrio normativo e politico, mentre maggioranza e Governo stanno mettendo in atto un vero e proprio accanimento sanzionatorio. È passato solo un giorno da quando il Ministro Nordio, in quest'Aula, ha affermato che la corruzione in Italia è solo una percezione, una percezione sbagliata che andrebbe anche corretta. Ecco, seguendo il ragionamento del Ministro, la corruzione si combatte smettendo di pensare che esista: occhio non vede, cuore non duole. Anzi, mente non pensa, cuore non duole. Magari fosse così!
Dovremmo, allora, fare come i bambini - quelli piccoli, piccoli, intendo -, i quali, giocando a nascondino e chiudendo gli occhi, pensano che nessuno li possa vedere perché loro non vedono gli altri. Ma questa, allora, è vera prestidigitazione legislativa, degna del mago Silvan (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Evidentemente, qualcuno ha nostalgia di uno dei più famosi programmi televisivi a quiz della TV italiana, Lascia o raddoppia. Un lascia o raddoppia legislativo: lascia la pena per l'abuso d'ufficio, raddoppia la pena per l'imbrattamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Detto ciò, riteniamo che imbrattare o deturpare un bene collettivo, che quindi è un bene di tutti, soprattutto se di valore artistico, monumentale, culturale e ambientale, anche se ripristinabile a seguito di un intervento, non rappresenti il modo giusto per porre l'accento e la visibilità su una certa tematica. Anzi, il rischio è quello, poi, di causare anche l'effetto opposto: una reazione di rifiuto da parte dell'opinione pubblica. Tuttavia, respingiamo l'impostazione data dal Governo con questo provvedimento, che pare proseguire con la strategia dell'individuazione periodica di un nuovo nemico da combattere. In Italia, certo, abbiamo pericoli sociali ben più gravi e incombenti, come la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, su cui dovremmo davvero concentrare quotidianamente l'attenzione. Quindi, non c'è coincidenza tra l'immagine del Paese, che il Governo crea ad arte, e il Paese reale. I problemi reali vengono nascosti sotto una cortina fumogena della paura.
Oltre, quindi, a guardare i gesti di questi ragazzi, atti già oggi vietati, vogliamo, però, farci almeno carico di quelle motivazioni? Ne abbiamo il dovere politico, tutti. Non possiamo sfuggire ai temi - non ai modi, ai temi! - che pongono, perché parlano del loro futuro. E noi, come politica, dobbiamo avere a cuore il futuro loro e di tutti. Speriamo davvero, quindi, che tutti noi, mentre premeremo quel pulsante per votare a favore oppure contro - e come Alleanza Verdi e Sinistra voteremo contro - possiamo almeno pensare, almeno per un attimo, che, dietro quella manifestazione di protesta, ci sia una motivazione da ascoltare. E noi li vogliamo ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. In linea con le indicazioni della Presidenza e anche con l'esigenza del calendario, limiterò a una sintesi il mio intervento. Noi avvertiamo, così come tanti colleghi, l'esigenza circa la finalità di porre un argine a un modo di esternare il proprio pensiero che non è in linea proprio con la civiltà. Però, abbiamo scarsa condivisione circa le modalità attraverso le quali questo Governo offre risposte ai problemi sociali. Sto facendo un ragionamento un po' generale. Ogni volta che i fatti di cronaca pongono all'attenzione del Paese una criticità, automaticamente, in modo semplicistico, si mette mano al codice penale, con la creazione di nuovi reati e con l'innalzamento delle pene. Ma è chiaro che la risposta non può essere strutturata così. Facile dire che dobbiamo difendere il patrimonio artistico, credo che siamo tutti d'accordo, così come tutti intendiamo stigmatizzare le modalità di esternazione del proprio pensiero fatte con l'imbrattamento del patrimonio artistico-culturale. Però, le modalità che il legislatore oggi rischia di adottare non sono idonee a risolvere i problemi o a combattere la criticità e nemmeno a inviare un messaggio sulla necessità di reagire alle modalità sinceramente incivili di esprimere il proprio pensiero.
Io credo che, come gruppo politico, abbiamo sempre avuto una linea politica piuttosto chiara su questo, cioè abbiamo tracciato un percorso che, in rigorosa coerenza, non condivide questa tendenza a lavorare sempre sul codice penale per risolvere i problemi sociali che vengono fuori dai fatti di cronaca. È una tendenza che il Governo ha adottato dal primo momento, con i rave party, ma anche in altre circostanze. Noi l'abbiamo sempre stigmatizzata, pur ponendoci in un atteggiamento di collaborazione dal punto di vista tecnico. Perché questo? Naturalmente perché l'intervento del diritto penale deve essere, comunque, previsto come una soluzione ultima, come un'extrema ratio. Invece, si sta utilizzando il codice penale, lo dicevo prima, per fini politico-elettorali, cioè per dare risposte a un irrazionale desiderio di mostrare reattività rispetto ad un problema sociale. Non può essere una linea di un Governo maturo. Stigmatizziamo assolutamente questo modo di procedere del Governo.
È una linea comoda che, però, non coglie nel segno, non risolve il problema e, per di più, ingolfa gli uffici penali, che, invece, dovrebbero dedicare tempo e risorse a reati che rappresentano un disvalore significativo e che, consequenzialmente, giustificano pienamente l'intervento della giustizia penale. Allora, intanto siamo convinti che sia necessaria una riorganizzazione organica di tutto il mondo della giustizia - e lo abbiamo detto ieri anche al Ministro Nordio -, che vada anche nel senso e nel segno di una depenalizzazione di violazioni che ledono in modo non significativo interessi collettivi. Quindi, occorre rendere efficace e funzionale il percorso della giustizia, potenziando gli uffici. Questa è una prima risposta che non prevede, appunto, un inasprimento delle pene come soluzione, perché l'innalzamento delle pene e la creazione di nuovi reati non fanno altro che non raggiungere risultati reali ma danno solo risposte teoriche. Poi - e chiudo - ci sono temi sui quali occorre lavorare in maniera assolutamente condivisa, quali i processi culturali, gli indirizzi da fornire ai percorsi di maturazione delle nuove generazioni e la creazione di strumenti per la sensibilizzazione, in generale, su temi importanti - come quello, appunto, del patrimonio artistico e culturale - della nostra comunità. Per quanto innanzi esposto annuncio il voto di astensione del gruppo di Azione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calderone. Ne ha facoltà.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, è a tutti noto - è noto al Paese - come Forza Italia sia il partito delle garanzie per definizione. Però, la tutela del patrimonio culturale, storico e artistico del nostro Paese, patrimonio inestimabile, deve avvenire nella maniera più stringente e opportuna possibile.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 12,20)
TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Ho sentito discutere e parlare di inasprimento di pene, di panpenalismo. La vera novità di questo apparato normativo, signor Ministro, è all'articolo 1 della legge che ci apprestiamo a votare, cioè le sanzioni amministrative. Il Parlamento sta votando una legge che sanziona soggetti che non si devono e non si possono permettere di deturpare, distruggere e deteriorare per protesta il patrimonio dello Stato, che è patrimonio dell'umanità. Per carità, le proteste possono e devono essere fatte in un Paese democratico, ma vanno strutturate e indirizzate in altra maniera e non certamente distruggendo il patrimonio culturale e artistico dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Con questa legge si è rafforzata e si afferma la pretesa dello Stato di punire chi va a violare in maniera sconsiderata le norme. È una legge scritta bene, perché al primo e al secondo comma dell'articolo 1 - come è giusto nella dosimetria, rimandando a quanto affermato dal collega che mi ha preceduto - viene dosata la pena in maniera diversa per condotte diverse, perché uno dei principi generali del nostro diritto è quello della proporzionalità della pena. È chiaro che restano ferme le sanzioni penali. Qui ho visto - mi sia consentito, sebbene sia un termine poco elegante - una tattica di confusione. Non c'è nessuna sovrapposizione, non c'è nessun pericolo di incostituzionalità della norma. La Grande Chambre della Corte europea, come è noto ai giuristi e ve ne sono tanti in questo Parlamento, ha affermato un principio, cioè che possono essere adottate le risposte sanzionatorie complementari.
La Corte di legittimità ha affermato un altro principio, che il giudice nazionale per irrogare le due sanzioni, quella penale e quella amministrativa, deve prendere in considerazione alcuni parametri per verificare la costituzionalità delle due sanzioni: il perseguimento di procedimenti sanzionatori con scopi differenti, la prevedibilità del doppio giudizio - ne elenco alcuni - e la proporzionalità complessiva della pena. È chiaro ed evidente, per chi ha un minimo di esperienza giuridica, che non si pone nessun problema di costituzionalità. Quindi, è una buona norma, è una buona legge. Viene inasprita la pena e viene introdotta, all'articolo 639 del codice penale, un'altra fattispecie che, ovviamente, completa il quadro normativo e afferma di sanzionare coloro che lo meritano.
Un'ultima osservazione, signor Ministro. Ieri il GUP di Milano ha rinviato a giudizio tre ragazzi che avevano fatto dei danni. Uno o una - adesso non ricordo se è un ragazzo o una ragazza - addirittura è recidivo. La sorpresa per chi sta intervenendo sapete qual è? Che davanti a un fatto obiettivo e non di valutazione probatoria sorprendentemente - uso un termine elegante, perché il rispetto tra gli organi dello Stato deve essere sempre massimo - la procura della Repubblica aveva chiesto il non luogo a procedere. Bene ha fatto il GUP a rinviarli a giudizio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e questo a dimostrazione che, ovviamente, anche nella magistratura, come in ogni categoria - questa è una polemica inutile e sterile e io non la sopporto, ma è un mio fatto personale - però, ripeto, in ogni categoria - avvocati, ingegneri, politici - non siamo tutti uguali e ci sono mele marce ovunque. Certamente non mi riferisco alla procura della Repubblica, al procuratore o al sostituto che non ha chiesto il rinvio a giudizio, ma rimango e rimaniamo soltanto molto sorpresi. Forza Italia con grande convinzione, signor Ministro, voterà a favore di questa legge e, quindi, a nome del mio partito annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carla Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, signor Ministro, dichiaro sin da ora che il MoVimento 5 Stelle esprimerà su questo provvedimento un voto contrario e ciò per una serie di ragioni che mi accingo ad illustrare. Certamente la cultura e il paesaggio rappresentano l'essenza stessa dell'Italia e il nostro Paese, anche grazie al valore inestimabile delle ricchezze naturalistiche, artistiche e storiche, ha raggiunto una posizione di grandissimo rilievo nella comunità internazionale. Però, signor Ministro, per chi imbratta, colpisce e deteriora i beni culturali già è prevista una sanzione più che adeguata e non a caso proprio nella scorsa legislatura abbiamo portato convintamente avanti, fino a conclusione, la proposta di legge in materia di reati contro il patrimonio culturale e abbiamo approvato la legge n. 22 del 9 marzo 2022, una legge che ha posto il nostro Paese in linea con il contesto internazionale e con la Convenzione di Nicosia del 19 maggio 2017, che ha riordinato, rendendola organica, la materia della tutela del patrimonio culturale e artistico, dando vita a un impianto normativo sistematico che offre delle misure e delle risposte adeguate, e tanto sono adeguate che il signor Ministro ha abbandonato evidentemente l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché si trova in difficoltà a sentire quella che è la realtà dei fatti e a rendersi conto della inadeguatezza di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, attenda un attimo, abbiamo bisogno che il Governo sia presente in Aula.
Capiamo le probabili esigenze del Ministro, però abbiamo, comunque, bisogno che ci sia una persona del Governo in Aula. Aspettiamo ancora qualche secondo, nel caso sospendiamo la seduta (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
CARLA GIULIANO (M5S). Presidente, io credo sia particolarmente imbarazzante che un Ministro abbandoni l'Aula mentre ci sono delle dichiarazioni di voto e sia un ulteriore messaggio di svilimento del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, mi sembra di averlo già detto, quindi non c'è bisogno… Il Ministro ha avuto una necessità ed è rientrato, come vede. Ministro, se vuole, possiamo sospendere per qualche minuto. Prego, allora, prosegua.
CARLA GIULIANO (M5S). Dicevo, signor Ministro, una legge, quella del 2022, che ha colmato, questa volta sì, un reale vuoto normativo, che ha previsto una serie di fattispecie di reato e ha organizzato quelle esistenti. Tra l'altro, signor Ministro, questa legge del 2022 ha fornito agli inquirenti degli strumenti utili alle indagini proprio con la finalità di tutelare maggiormente il nostro patrimonio culturale, prevedendo, per esempio, l'estensione della disciplina delle operazioni sotto copertura ad alcune nuove fattispecie che, spesso e, forse, purtroppo, risultano familiari ad alcuni membri del Governo, come le ipotesi di riciclaggio e di autoriciclaggio di beni culturali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ebbene, questa legge, la n. 22 del 2022, prevede, ripeto, un grande numero di norme incriminatrici, quindi questo intervento normativo è assolutamente inutile. Per esempio, prevede il furto di beni culturali, l'appropriazione indebita, la ricettazione, il riciclaggio e l'autoriciclaggio di beni culturali, punisce severamente le condotte di falsificazione, di contraffazione relativa a beni culturali. Ma, soprattutto - forse è sfuggito a lei, al Governo e alla maggioranza che vi sostiene - c'è già l'articolo 518-duodecies, che voglio andare a ridisegnare. È l'articolo che disciplina il reato di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali e paesaggistici e che punisce queste condotte con la pena della reclusione da 2 a 5 anni e con la multa da 2.500 a 15.000 euro. E, ancora, il secondo comma dell'articolo 518-duodicies prevede che siano puniti con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da 1.500 a 10.000 euro il deturpamento e l'imbrattamento di beni culturali, la loro destinazione a un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico.
A fronte di questo, che è il quadro normativo, che ho, appunto, ricordato, voglio capire, signor Ministro: era davvero necessario intervenire su una materia già ben regolamentata e strutturata? Evidentemente, non era assolutamente necessario. Infatti, sostanzialmente, che cosa fa il disegno di legge governativo di cui ci stiamo occupando? Punisce queste stesse fattispecie già previste dall'articolo 518-duodecies, aggiungendo alla sanzione penale anche la sanzione amministrativa. In sostanza, in caso di violazione dell'articolo 518-duodicies, si aprirebbero due procedimenti: quello penale, davanti al giudice, che è già previsto, e quello amministrativo per l'irrogazione di sanzioni amministrative davanti al prefetto del luogo in cui è stato commesso il fatto. Questo provvedimento, in via amministrativa, prevede il pagamento di una somma che oscilla tra i 20.000 e i 60.000 euro nel caso dell'articolo 518-duodecies, primo comma, e dai 10.000 ai 40.000 euro per chi deturpa o imbratta i beni culturali.
E qui sorgono i problemi di tipo tecnico-giuridico che richiamavo anche poc'anzi, in primo luogo, e, poi, i problemi di carattere politico. Infatti, dal punto di vista tecnico-giuridico, l'introduzione di un'ulteriore sanzione amministrativa, che punisce la stessa condotta che è già prevista, rende, ovviamente, irragionevole, afflittivo, enormemente afflittivo, e del tutto sproporzionato il trattamento sanzionatorio previsto per questi delitti di distruzione, deterioramento e imbrattamento di beni culturali.
Non solo: in maniera del tutto arbitraria, voi introducete per questa fattispecie un doppio binario sanzionatorio, che si pone in aperto contrasto - questo sì - con il principio del ne bis in idem, che esclude che l'autore di uno stesso reato possa essere sanzionato più volte per lo stesso reato. Questo è un principio, tra l'altro, che vale nella giurisprudenza nazionale, che vale nella giurisprudenza comunitaria e la stessa Corte europea dei diritti dell'uomo ha ritenuto questo principio compatibile con il sistema del doppio binario sanzionatorio soltanto in presenza di due requisiti, che voglio qui ricordare. Come primo requisito, ci deve essere una stretta connessione sostanziale e temporale tra i due procedimenti - nel nostro caso, quello penale e quello amministrativo - e, poi, deve essere assicurata la proporzionalità complessiva delle sanzioni complessivamente irrogate. Tutto ciò per evitare una eccessiva severità e una sproporzionata risposta punitiva.
Ebbene, signor Ministro, noi riteniamo che, per come è strutturato questo provvedimento, per le carenze di organico che purtroppo affliggono i nostri uffici giudiziari - che, quindi, con questo provvedimento vedranno ulteriormente ingolfato il loro lavoro - e per la palese irragionevolezza del cumulo sanzionatorio, questi due requisiti, evidentemente, non sussistono.
C'è, poi, un altro aspetto da non sottovalutare ed è quello relativo alla rieducazione dell'autore del reato. Come si può mai pensare che una pena così sproporzionata rispetto a quello che è stato realmente commesso possa condurre a un corretto processo rieducativo di consapevolezza e riabilitativo?
Sgombrato il campo da quelli che sono i problemi tecnici, che, evidentemente, non sono meritevoli del vostro interesse, un interrogativo, però, ci rimane, perché i problemi su questo provvedimento o, comunque, le ragioni che sono alla base di questo provvedimento sono squisitamente politiche. Il Governo interviene in maniera così pesantemente sanzionatoria e irrazionale soltanto per rispondere, in maniera estemporanea e con fini prettamente mediatici, a episodi di cronaca che certamente colpiscono l'opinione pubblica, ma, dall'altro lato, affronta in maniera del tutto opposta, in maniera contraddittoria, delle questioni ben più gravi che riguardano la giustizia nel nostro Paese. Infatti, attenuate la risposta sanzionatoria rispetto ai reati di grave allarme sociale: penso a tutti i reati contro la pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Concluda.
CARLA GIULIANO (M5S). E, allora, come ci si può accanire su comportamenti che sono reati deprecabili, ma certamente di minore portata e, poi, smantellare e depotenziare il sistema delle intercettazioni, che è lo strumento essenziale per combattere le mafie e i reati dei cosiddetti colletti bianchi, in primis, la corruzione? Come si può cancellare con un colpo di spugna il reato di abuso di ufficio, sapendo che è un delitto spia che fa emergere i più gravi reati di corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, ogni anno, sottraggono miliardi di euro all'economia del nostro Paese e hanno un costo elevatissimo nel bilancio dello Stato?
PRESIDENTE. Deve chiudere gentilmente, ha esaurito il suo tempo.
CARLA GIULIANO (M5S). Presidente, non ho esaurito il mio tempo, perché abbiamo fatto una pausa per aspettare il Ministro che era assente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
PRESIDENTE. No, quando facciamo le pause, il cronometro viene fermato.
CARLA GIULIANO (M5S). …quindi la prego di darmi qualche altro minuto per concludere.
PRESIDENTE. Lei deve chiudere, ho dato un'indicazione molto precisa: è fuori di 40 secondi, deve concludere (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
CARLA GIULIANO (M5S). Concludo, dicendo che la vostra è una sola tattica: quella di mettere in piedi una giustizia a due velocità, che ha la mannaia pesante verso i cittadini comuni e che assolutamente…
PRESIDENTE. La ringrazio...
Ha chiesto di parlare la deputata Bisa. Ne ha facoltà.
INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, buongiorno. Oggi abbiamo all'esame un disegno di legge governativo che reca misure volte a rafforzare la risposta sanzionatoria agli atti di vandalismo ai danni di beni culturali e opere d'arte; provvedimento che nasce - e questo è bene ricordarlo - anche dal collega Borghi al Senato e dal collega Bagnai alla Camera con delle loro proposte di legge abbinate a questo disegno di legge, che, poi, sono confluite all'interno del disegno di legge governativo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Vorrei soffermarmi solo su alcuni aspetti del provvedimento. Il primo aspetto è volto a chiederci se effettivamente era necessario intervenire in questa materia, e ovviamente, diversamente da quello che dicono le opposizioni, la nostra risposta è assolutamente sì, perché c'è la necessità di intervenire per quegli atti di vandalismo ai quali stiamo purtroppo assistendo, che non sono assolutamente occasionali, ma che si ripetono in maniera costante. Sembrano ormai rientrare in un fenomeno criminale piuttosto frequente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e questo ovviamente ha preoccupato anche la Lega.
Dico poi al collega Lacarra, che è intervenuto in più occasioni durante l'esame degli emendamenti, che all'interno di questa legge non ci sono né nomi, né cognomi, non si legge assolutamente nessun nome e cognome, e quindi non è assolutamente una norma ad personam, ma c'è il rispetto di quei principi di astrattezza e di generalità previsti quali fondamento dell'ordinamento giuridico. Quindi, tutte le norme sono state rispettate.
Purtroppo, abbiamo visto in Italia molti atti vandalici, sia negli anni recenti che nel passato e dobbiamo assolutamente rispondere con rigore e fermezza di fronte a queste manifestazioni. Quindi, la prima obiezione che è stata fatta in merito ad un intervento legislativo su questa materia è data dal fatto che già vi era nel codice penale la punizione per chi imbratta e devasta beni artistici. Però, evidentemente, come abbiamo visto in più occasioni e in varie materie, se una norma non funziona, nonostante questa previsione, perché gli episodi di distruzione e di imbrattamento continuano, ovviamente è necessario rendersi conto che qualcosa non va, e che, quindi, deve essere assolutamente modificata la norma.
L'ulteriore riflessione riguarda le caratteristiche della proposta di legge al nostro esame, che, anche grazie all'approfondimento fatto dalla Commissione giustizia al Senato, introduce un sistema diretto ad includere una risposta sanzionatoria per tutte le condotte che ledono beni culturali e paesaggistici. Il disegno di legge in esame prevede, infatti, un aggravamento della pena nel caso in cui il danneggiamento sia fatto in occasione di manifestazioni in luogo aperto al pubblico. Qui si aggiunge una multa di 10.000 euro. Viene previsto il raddoppio della pena nel caso in cui siano deturpate o imbrattate le opere in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico.
Questo perché? È ovvio che dobbiamo tenere ben presente che un'opera d'arte è un patrimonio dell'umanità, fa parte della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità italiana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e, quindi, sono da preservare con ogni mezzo, anche repressivo. Molto spesso i beni culturali vengono presi d'assalto per manifestare contro qualcosa o qualcuno e in maniera ideologica, ma non si possono portare avanti manifestazioni di protesta a danno di un bene di importanza storica e della comunità, perché questi atti bisogna chiamarli con il loro nome: sono atti vandalici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
La scelta è stata quella di contrastare questi atti di intollerabile vandalismo attraverso la previsione di sanzioni amministrative che si aggiungono a quelle penali. Ci troviamo, quindi, di fronte al cosiddetto doppio binario sanzionatorio, perché, a volte, quando si toccano le tasche a livello economico di sanzioni amministrative, forse si riesce ad avere una repressione ancora più obiettiva. Questo doppio binario rappresenta la nuova scelta che il legislatore ha fatto. Si è fatta, però, un'ulteriore scelta per mitigare il rigore afflittivo derivante dal cumulo sanzionatorio e per rispettare la necessaria proporzionalità complessiva delle sanzioni irrogate, in conformità ai recenti e ben noti orientamenti della giurisprudenza sovranazionale e interna.
È in relazione al cosiddetto ne bis in idem, che, al comma 7 dell'articolo 1, è stato previsto che l'autorità, sia essa giudiziaria o amministrativa, che si pronuncia per la seconda volta debba necessariamente tenere conto, al momento dell'erogazione delle sanzioni di propria competenza, delle misure punitive già erogate, e quindi anche in tal senso vi è il rispetto dei principi normativi generali nell'ambito dei quali il legislatore italiano deve legiferare.
Quindi, per tutti questi motivi, ci sarà il voto favorevole della Lega-Salvini Premier su questo disegno di legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, che spero voglia ascoltare il mio intervento, se non lo disturbo, com'è noto, questa proposta di legge nasce da un fatto di cronaca, l'imbrattamento di uno degli ingressi del Senato da parte di tre giovani di Ultima Generazione.
A questo episodio, ne sono poi seguiti altri. Due mesi dopo, a Milano, in piazza Duomo, ai danni del monumento a Vittorio Emanuele II, a novembre a Catania e ancora l'8 dicembre a Venezia, contro la facciata della basilica di San Marco.
Signor Presidente, il Partito Democratico è unanimemente concorde nel condannare le modalità di queste proteste.
Per quanto giusta nel merito, una rivendicazione che colpisce un bene pubblico collettivo non può che perdere immediatamente ogni credibilità e sostegno. Credo, insomma, e penso di parlare a nome di tutto il mio gruppo, che quella utilizzata sia la forma più sbagliata di far valere le proprie ragioni, anche, come in questo caso, se si tratta di ragioni sacrosante. Sbagliata perché evidentemente alla base c'è la convinzione che, per far sentire la propria voce, sia indispensabile mettere in atto azioni eclatanti e dannose.
Sbagliata perché fondamentalmente controproducente, utile più ad attirare antipatie che i necessari consensi per chiedere e ottenere un impegno più profondo in materia ambientale. Sbagliata perché confonde la lotta per una giusta causa con le modalità della violenza, per giunta ai danni di un patrimonio culturale che appartiene a tutti e a cui tutti, nel nostro Paese, sentono di appartenere. Vi è da dire, però, senza per questo giustificare questi episodi, che nessuno al Governo ha minimamente pensato di entrare nel merito di queste rivendicazioni.
Anzi, questo provvedimento ci conferma quello che oramai riteniamo un dato di fatto, ossia che c'è una parte della classe dirigente, quella che oggi è alla guida del Paese, che si rifiuta di ascoltare le giovani generazioni, che si rifiuta di ascoltare le loro preoccupazioni, le loro esigenze, le loro ansie, che si rifiuta persino di riconoscere credibilità e autorevolezza a una battaglia, quella contro i cambiamenti climatici, che non è solo delle ragazze e dei ragazzi, ma che ci riguarda tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Una classe dirigente che, di fronte a certe reazioni, per quanto scomposte e riprovevoli, dimostra di saper reagire in una maniera soltanto: con la repressione. D'altronde, si tratta di una strada che il Governo Meloni conosce bene e che, infatti, aveva già sperimentato a pochi giorni dal suo insediamento. Come sulla vicenda dei rave party, infatti, anche in questo caso si strumentalizza un fatto di cronaca per posizionarsi, per mostrarsi intransigenti, per punire e sanzionare con esemplare severità. È un peccato, però, non riuscire a riscontrare la stessa intransigenza, quando sono i membri del Governo a porre in essere fatti - poi la magistratura accerterà se si tratti di reati - anche molto più gravi di questo. E la dice lunga anche il parere negativo del Ministro sull'emendamento proposto che aggravava la sanzione, quando fosse stata posta in essere da autorevoli rappresentanti del Governo e delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ed è un grande dispiacere - mi dispiace che il Governo sia disattento rispetto al mio intervento - quando, di fronte alle conseguenze di due guerre ai confini dell'Europa, davanti a un'inflazione che fagocita stipendi e pensioni, non vi vediamo reagire con la stessa risolutezza.
Allora, delle due l'una: o dobbiamo arrenderci al fatto che sapete essere abili e forti solo con i deboli oppure è il caso che il Governo riveda a fondo la sua lista di priorità, se davvero pensate che fare una legge inutile, come questa, sia più urgente che, per esempio, istituire un salario minimo legale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché è meglio un Paese con i rave e qualche monumento imbrattato che un'Italia in cui la povertà cresce e la fiducia nel futuro sprofonda.
Tornando ai contenuti del provvedimento, dobbiamo constatare che gli stessi clamorosi pastrocchi fatti con il decreto sui rave si ritrovano in questo disegno di legge. All'epoca, avete applicato ai ragazzi che ballano, illegalmente senz'altro, sanzioni e disposizioni che si applicano ai mafiosi. Qui, invece, fate un danno, se vogliamo, anche peggiore, e visto che siete appassionati di cronaca vi spieghiamo attraverso la cronaca il perché. Articolo di la Repubblica del 21 novembre 2023, a cui ho fatto cenno in un mio precedente intervento: “Blitz al Senato di Ultima Generazione, attivisti a processo: danni alla facciata per 40.000 euro”.
Oggi, con riferimento al procedimento che vede imputati a Roma tre ragazzi, accusati di danneggiamento aggravato - sono le parole del quotidiano -, sono state depositate le fatture che indicano le spese sostenute dallo Stato. Perché prima dell'approvazione definitiva di questa legge - chiedo - i responsabili di quel gesto sono già stati sottoposti a processo con l'accusa di danneggiamento aggravato? La risposta è molto semplice: c'è una legge che tutela i beni culturali e paesaggistici. Ebbene sì, lo dico al Governo e alla maggioranza, la legge esiste e prevede multe e anche la reclusione: è la legge n. 22 del 2022 e porta la firma di Dario Franceschini e Andrea Orlando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non si limita a un intervento mediatico, sempre per il principio secondo cui lo strumento della legge non dovrebbe essere utilizzato a meri fini propagandistici, ma rappresenta una risposta organica e all'avanguardia, a garanzia del nostro patrimonio culturale e paesaggistico, e per punire chi lo distrugge, lo disperde, lo deteriora, lo deturpa, lo imbratta o ne fa uso illecito. Questo dovrebbe richiamare forse qualche comportamento assurto agli onori della cronaca qualche giorno fa. Insomma, abbiamo davanti l'ennesimo caso di populismo, come ha detto bene qualcuno nella discussione che ha accompagnato questo disegno di legge, in particolare, di populismo penale. Quello dell'affrettarsi a integrare il codice penale di nuove fattispecie di reato e aggravare pene e sanzioni sembra un'esigenza di cui proprio la maggioranza e questo Governo non riescono a fare a meno.
Solo che questa volta, mi perdoni Presidente, avete preso un bel grosso granchio, che rischia di creare caos e incertezza, perché, come abbiamo segnalato durante i lavori in Commissione, si pone un tema di violazione del principio del ne bis in idem. In questo sono assolutamente in disaccordo con quanto detto dalla collega Calderone nel suo intervento.
Ogni volta che la sanzione amministrativa opera in funzione afflittiva, parallelamente a quella penale, come voi avete voluto, questo rischio c'è ed è impossibile nasconderlo. Qui nasce quella confusione che, per un bizzarro caso di eterogenesi dei fini, potrebbe compromettere l'individuazione del giudice competente e precludere poi l'applicazione della sanzione penale, ottenendo un risultato esattamente opposto a quello che voi vi prefiggete. Insomma, se l'intento era quello di rafforzare l'apparato sanzionatorio per questo genere di reati, peraltro in modo gravemente sproporzionato, l'effetto che si otterrà rischia di essere esattamente l'opposto.
Se non conoscessimo la ragione per cui avete il vizio di ritoccare così ossessivamente il codice penale, saremmo ben lieti di informarvi che esistono anche altri modi per trattare certi fenomeni, modi che passano per la prevenzione, per la rieducazione, per l'incentivazione di comportamenti correttivi e forme di giustizia riparativa, e non per forza il pugno duro.
Chiudo Presidente, dicendo che il Partito Democratico voterà contro questo provvedimento perché, come ho detto, è inutile, è ripetitivo: nella sua ripetitività, è dannoso e, nella sua dannosità, è controproducente. A questi motivi se ne aggiunge uno molto più semplice: che non potrà mai vederci votare conformemente a questa maggioranza.
Questo disegno di legge è l'esempio lampante dell'ipocrisia di questo Governo, un Governo brutalmente giustizialista in certi giorni, quando è possibile mostrare i muscoli senza conseguenze, come accade contro giovani che imbrattano la facciata del Senato. Ed è un Governo immotivatamente garantista e scandalosamente taciturno in altri giorni, quando ad esempio il Sottosegretario alla Cultura, che per ironia della sorte esercita la delega alla sicurezza del nostro patrimonio culturale, è indagato per riciclaggio di beni culturali. Fate pace con le vostre coscienze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Libero Andreotti di Pescia, in provincia di Pistoia, che stanno assistendo dalla tribuna ai nostri lavori (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Palombi. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PALOMBI (FDI). Signor Presidente, premetto che, in ossequio alle indicazioni e all'invito della Presidenza, cercherò di limitare il mio intervento ad alcuni essenziali concetti, che è importante esprimere nell'approvazione di questo che è un provvedimento centrale nelle politiche di questo Governo. Vorrei iniziare sgombrando il campo da una narrazione, avvenuta in questi giorni, che i detrattori di questo provvedimento vogliono portare avanti, ossia quella di descrivere un provvedimento voluto da un Governo liberticida, un Governo reazionario che vorrebbe, attraverso questa disposizione, impedire ai cittadini di manifestare.
Non è assolutamente questa la finalità di questo provvedimento. Anzi, la finalità vera di questo provvedimento è consentire - e ci mancherebbe altro - che tutti i cittadini abbiano e possano esercitare il diritto di manifestare, ma che nel farlo non venga violata alcuna norma che regola la vita consociativa di questa Nazione. Sembrerebbe inutile dirlo, ma in questo strano Paese bisogna anche specificare questi concetti.
Perché è essenziale farlo in questo momento? Perché è evidente che c'è un'intensificazione delle azioni contro i nostri beni culturali e bene ha fatto il Ministro Sangiuliano a intervenire con questo disegno di legge. Dobbiamo ricordare e lo ricordiamo a noi stessi che l'Italia ha nel suo patrimonio culturale artistico e architettonico la sua più grande ricchezza. Vi sono alcune statistiche - certo statistiche da verificare - che addirittura vedono concentrarsi nella nostra nazione tra il 50 e il 75 per cento del patrimonio artistico mondiale.
Vi sono però numeri innegabili secondo i quali nella nostra Nazione vi sono ben 55 siti riconosciuti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, mentre sono 12 quelli iscritti nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale. E mi si lascerà dire che, con un pregevole intervento dei Ministri Sangiuliano e Lollobrigida, speriamo che a questi possa presto aggiungersi anche quello della cucina italiana, candidata a diventare patrimonio mondiale.
Come dicevo, c'è necessità di un intervento immediato perché si sono moltiplicati negli ultimi anni attacchi al nostro patrimonio culturale e artistico.
Mi si lascerà dire, in maniera forse politicamente scorretta, che, intorno a quest'attenzione, rivolta in maniera negativa contro il nostro patrimonio, rivedo quella cultura, radicalizzata negli Stati Uniti d'America, che oggi noi stiamo importando, definita dai sociologi come la cancel culture, ossia quella cultura della cancellazione attraverso la quale, per il mezzo dell'attacco, del deturpamento e dell'abbattimento, come è avvenuto anche negli Stati Uniti per le statue di Cristoforo Colombo, di simboli identitari, si vuole attaccare una cultura, una civiltà, un patrimonio storico e un patrimonio artistico che non fanno altro che tramandare la storia di una Nazione, di una cultura e di una civiltà.
Ebbene, credo sia corretto che il Governo, attraverso i suoi provvedimenti, vada a contrastare culture che non sono conformi, soprattutto se queste culture non sono conformi al dettato legislativo. Ci mancherebbe altro che non si possa delineare e non si possa rappresentare una difformità di pensiero ma questo non può essere fatto attraverso atti che contrastano con le norme che regolano la vita della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Passando ad un aspetto più strettamente giuridico, Presidente, mi si lascerà dire che l'atteggiamento di chi attacca il nostro patrimonio culturale e artistico sa anche di ipocrisia, perché contrasta con la nostra Costituzione.
La Costituzione italiana, all'articolo 9, è stata la prima Costituzione mondiale a prevedere in una norma, in una propria disposizione, la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico. Allora, mi si lascerà dire che è difficile comprendere, ma, soprattutto, impossibile difendere l'atteggiamento di quelli che non fatico a chiamare eco-vandali, i quali, attraverso la chimera della difesa dell'ambientalismo, vanno a contrastare e a colpire quei beni che lo stesso articolo della Costituzione tutela insieme all'ambiente, cioè il patrimonio artistico e culturale della nostra Patria.
Allora, Presidente, è innegabile che bisognava intervenire e bisognava farlo, consentendo...
PRESIDENTE. Aspetti un attimo, vediamo se si fa un po' di silenzio, perché le condizioni non sono idonee al proseguimento dello svolgimento del suo intervento.
ALESSANDRO PALOMBI (FDI). Ne ho approfittato per bere, quindi è stata provvidenziale, la sua sospensione.
Presidente, volevo, in questa sede, anche sottolineare, in qualche maniera, quello che era stato l'atteggiamento dell'opposizione, devo dire un atteggiamento molto cortese, un atteggiamento di confronto leale all'interno della Commissione e che ha visto rivolgere critiche a questo provvedimento sostanzialmente di due tipi. La prima l'abbiamo ascoltata anche questa mattina, l'abbiamo ascoltata anche in alcuni interventi in dichiarazione di voto, quella per la quale esisteva già la tutela del patrimonio e non c'era bisogno di intervenire ulteriormente. Però, mi si lascerà dire che l'efficacia deterrente della norma attualmente vigente - quella norma che, se, da qui a poco, l'Aula voterà favorevolmente al provvedimento del Ministro Sangiuliano sarà integrata - sicuramente non c'è stata, perché se questi atteggiamenti, se queste condotte illecite proseguono vuol dire che bisognava intervenire per porvi fine. Dall'altro lato, vi è la critica relativa alla proporzionalità delle pene. Questa, mi si lascerà dire, è facilmente contestabile, facilmente confutabile, perché spesso il nostro patrimonio, i beni che vengono colpiti sono di valore inestimabile e quindi una sanzione di 50.000 o 60.000 euro - che sono il limite massimo, e chi ha mai calcato il pavimento di un tribunale sa che quel limite massimo non viene mai toccato - è sicuramente una sanzione proporzionata, basti pensare che per ripristinare la facciata del Senato, recentemente deturpata, sono occorsi appunto 50.000 euro.
E, allora, come spesso il Ministro Sangiuliano ha spiegato, parlando del suo DDL, si può applicare, in questo caso, un principio semplicissimo: chi rompe paga, chi danneggia i monumenti deve risarcire le spese che lo Stato sostiene per ripristinare le opere danneggiate, spese che diversamente ricadrebbero sulla collettività. Rispetto a ciò voglio fare solo due considerazioni per integrare, e vado a concludere, il mio intervento. Ho sentito dire, questa mattina, che l'atteggiamento di chi colpisce i nostri monumenti dovrebbe essere un atteggiamento non punibile perché i danni non sono permanenti. In prima battuta, questo non è assolutamente vero. Vede, Presidente, io sono un amministratore locale, sono il sindaco di una piccola comunità in provincia di Roma e da questo provvedimento mi sentirò più tutelato, mi sentirò meno impotente di fronte a quelli che si divertono a scarabocchiare i nostri monumenti. Ritenere che un danno, perché non permanente, non debba essere punito ci fa pensare - e fatemi passare l'iperbole nel ragionamento - che allora sarebbe lecito rigare una macchina di una persona con la quale litighiamo, perché poi basta andare dal carrozziere e la macchina si ripara (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ci farebbe pensare che io posso dare un pugno in un occhio a qualcuno perché tanto l'occhio nero, dopo 4 o 5 giorni, passa e tutto torna come prima. Beh, qui c'è una differenza: che chi riga la macchina, chi fa l'occhio nero, in questo caso, con questo intervento, finalmente pagherà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E, allora - e concludo veramente -, sono ormai iconiche le immagini - prima parlavo di amministrazione locale - di un amministratore locale, il sindaco di Firenze, che è lontano dalle posizioni del mio partito, che, con il suo gesto, quando ha visto dei vandali imbrattare Palazzo Vecchio, con la spontaneità del suo gesto istintivo, ci ha fatto capire come si sente chi governa un territorio quando vede che questo territorio viene deturpato senza un motivo valido, quando ci sarebbero forme alternative di protesta che potrebbero realizzarsi senza fare danno ad alcuno.
Dunque, era giusto intervenire perché, mi si consenta di dire che, tra chi imbratta i monumenti e i ragazzi di Gioventù Nazionale che a Milano, nel 2020, si sono rimboccati le maniche e hanno ripulito, con buon senso civico e con una spugna la statua di Indro Montanelli, macchiata perché considerato un razzista stupratore, noi sicuramente stiamo con quella gioventù lì (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
E, allora, Ministro Sangiuliano, ci complimentiamo con lei, per aver pensato questo provvedimento, per averlo portato avanti con tanto vigore e sicuramente troverà Fratelli d'Italia al suo fianco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La ringrazio, anche per la precisione. Mi riferivo ovviamente ai tempi, non al contenuto.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Saluto gli studenti e i docenti di una seconda classe dell'Istituto comprensivo Libero Andreotti, già citato, di Pescia, in provincia di Pistoia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1297 e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1297: S.693 - "Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici e modifiche agli articoli 518-duodecies, 635 e 639 del codice penale" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 29) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE – Deputati del gruppo Fratelli d'Italia si levano in piedi).
Dichiaro così assorbita l'abbinata proposta di legge n. 789.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, passiamo ora direttamente al punto n. 3 all'ordine del giorno.
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino concernente il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie in materia di misure alternative alla detenzione, sanzioni sostitutive di pene detentive, liberazione condizionale e sospensione condizionale della pena, fatto a San Marino il 31 marzo 2022 (A.C. 924).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 924: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino concernente il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie in materia di misure alternative alla detenzione, sanzioni sostitutive di pene detentive, liberazione condizionale e sospensione condizionale della pena, fatto a San Marino il 31 marzo 2022.
Ricordo che nella seduta del 15 gennaio si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
(Esame degli articoli - A.C. 924)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 31).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione
La Camera approva (Vedi votazione n. 34).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 924)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gruppioni. Ne ha facoltà.
NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del mio gruppo e consegno l'intervento (Applausi).
PRESIDENTE. È autorizzata. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Consegno anch'io il testo e dichiaro il voto favorevole del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE (Applausi).
PRESIDENTE. È autorizzato a depositare. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Non consegnerò l'intervento perché sarei andato a braccio ma annuncio il voto favorevole del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Forza Italia voterà a favore e consegniamo il testo dell'intervento (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il nostro voto favorevole a questa ratifica (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo MoVimento 5 Stelle e consegno il testo del mio intervento (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Porta. Ne ha facoltà.
FABIO PORTA (PD-IDP). Cari colleghi, caro Presidente, rappresentante del Governo, io consegnerò il testo dell'intervento. Però, anche a nome del mio gruppo, oltre a dichiarare il voto favorevole voglio esprimere la soddisfazione per un accordo importante che si inquadra in una serie di accordi di cooperazione internazionale in materia giudiziaria che riguarda un Paese, uno Stato piccolo ma importante al quale siamo legati da fattori di fratellanza, amicizia e cooperazione. È un accordo che è stato firmato pochi mesi fa e io spero che tutti gli accordi, che, a volte, ratifichiamo anche a distanza di oltre dieci anni, possano seguire lo stesso iter. Con questo spirito, per l'importanza dell'accordo, consegno il testo del mio intervento e dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Billi. Ne ha facoltà.
SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier. Una volta ratificato l'Accordo, avremo un sistema omogeneo tra Italia e San Marino e questo renderà molto più difficile a chi voglia sfuggire persino alle pene non detentive recarsi nel territorio della controparte, per sparire poi nel nulla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Loperfido. Ne ha facoltà.
EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Grazie, Presidente. Come gruppo Fratelli d'Italia, nell'annunciare ovviamente il voto favorevole, ci tenevo comunque a ringraziare i colleghi per il lavoro svolto in Commissione e soprattutto gli Uffici, sempre preziosi a supporto, compreso anche il lavoro svolto questa notte per un altro provvedimento. È stato un lavoro sicuramente utile che ci dà la possibilità di arrivare anche a votare in modo unanime questo provvedimento importante di politica estera e collaborazione tra Stati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 924)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 924)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 924: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino concernente il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie in materia di misure alternative alla detenzione, sanzioni sostitutive di pene detentive, liberazione condizionale e sospensione condizionale della pena, fatto a San Marino il 31 marzo 2022".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 35).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame degli altri argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla prossima settimana, nella quale sarà collocato a partire dalla seduta di martedì 23 gennaio, dopo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1620, recante ratifica del Protocollo tra Italia e Albania in materia migratoria.
Avverto che, come già anticipato per le vie brevi ai gruppi, essendo stato rinviato lo svolgimento di tutte le interpellanze urgenti presentate, nella giornata di domani l'Assemblea non terrà seduta.
Avverto che, con lettera in data 17 gennaio, il Presidente della Commissione XI ha rappresentato l'esigenza - sulla quale hanno convenuto i rappresentanti dei gruppi della Commissione medesima - di posticipare a lunedì 29 gennaio l'inizio dell'esame in Assemblea del testo unificato delle proposte di legge recante disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore di lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche, il cui esame è previsto dal vigente calendario dei lavori a partire dalla seduta di lunedì 22 gennaio. Pertanto, secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame di tale proposta di legge non sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.
Organizzazione dei tempi di esame di un disegno di legge di ratifica.
PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge: “Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno” (Vedi l'allegato A).
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Testa. Ne ha facoltà.
GUERINO TESTA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, chiedo qualche istante di attenzione per ricordare e riflettere sulla tragedia dell'hotel di Rigopiano di cui oggi, ahimè, ricorre il settimo anniversario. Non potevo ovviamente esimermi dal dedicare un momento in questa autorevole Aula in ricordo delle 29 vittime, per rispetto di tutti i loro familiari che porteranno sempre nel loro cuore un dolore immane. È per me un dovere istituzionale, ovviamente, ma anche una sentita volontà personale rendere omaggio a chi non è più tra noi a causa di quella sciagura immane che ha scosso sicuramente l'intero Abruzzo e, penso, l'intera Italia. Intendo inoltre rafforzare la mia vicinanza - e, spero, in questo momento, di interpretare il pensiero di tutta l'Aula e anche di tutto il Parlamento italiano - ai parenti delle vittime che sono riuniti in un comitato e che, oltre alla sofferenza, vivono e attendono da anni che si faccia giustizia. Oggi, causa impegni parlamentari, non potrò essere presente fisicamente alla fiaccolata organizzata proprio in loco, sul suolo del disastro, ma voglio ringraziare ufficialmente il Sottosegretario Fausta Bergamotto che, tra breve, presenzierà alla celebrazione. Il minimo che posso fare è condividere con voi, colleghi, la memoria di quell'orribile avvenimento che ha spezzato la vita, ripeto, a 29 persone (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. In queste ore e da diversi giorni, precisamente dall'8 gennaio, i lavoratori dell'indotto Stellantis di Melfi sono in presidio davanti ai cancelli della FDM, una delle due aziende che, insieme alla LAS, rischia di perdere 110 lavoratori che già negli ultimi mesi lavoravano a casa a rotazione per soli 5 o 6 giorni al mese e, tra l'altro, con i badge già scaduti. Questo dice già molto. In pratica, giovedì scorso in Confindustria la multinazionale francese non ha confermato le commesse per le predette aziende, scaricando i lavoratori con una mail. Tutto ciò nonostante Stellantis avesse garantito in passato che non avrebbe internalizzato tutte le attività e che ci sarebbe stato lavoro anche per l'indotto.
Oggi è giovedì, Presidente. Dopo esattamente una settimana, riporto in quest'Aula, nel Parlamento italiano, l'angoscia di 110 lavoratori. Sono 110 famiglie il cui futuro è appeso a un filo. Presidente, se perdono loro, perde lo Stato e, se perde lo Stato, perderemo tutti noi parlamentari, soprattutto se la soluzione sarà quella della Cassa integrazione a zero ore, nemmeno pagata dalla multinazionale Stellantis ma dall'INPS e, quindi, dai cittadini italiani. Oltre il danno, anche la beffa!
Senza parlare, poi, Presidente, della perdita di professionalità specializzate. Non possono essere un messaggio via WhatsApp, una mail o una videoconferenza su una piattaforma informatica a decidere della vita delle persone. Del fatto, Presidente, che vada così e che ad alcune aziende basti poco per licenziare la responsabilità è anche di chi siede in questi scranni. Signori, la responsabilità è anche nostra. Se ai tavoli si vedono tutti gli attori tranne la protagonista principale, Stellantis, allora, Presidente, la responsabilità è della politica italiana. Presidente, lo Stato faccia lo Stato: bisogna costringere Stellantis a esprimersi per conoscere quali siano le sue vere intenzioni, se vuole andarsene e lasciare esplodere nel territorio della Basilicata una bomba socio-economica senza precedenti. Questo Governo, Presidente, dev'essere capace di ottenere da Stellantis le risposte, risposte chiare e precise sul futuro, non solo di San Nicola di Melfi, ma di un intero territorio che da tempo chiede a gran voce di conoscere il proprio destino. Il Ministro Urso, oggi, è in Basilicata, sarà a Potenza e a Matera. Colleghi della maggioranza, per il tramite del Presidente vi chiedo di dirgli di farsi un giro a San Nicola di Melfi, dagli operai in presidio, e di andare a rispondere alle loro domande e alle loro paure. Presidente, mi avvio alla conclusione annunciando il deposito di un'interrogazione parlamentare perché, se Stellantis non risponde, dovrà farlo il Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere al Governo di ritirare il calendario dell'Esercito italiano. Sì, perché nell'edizione del 2024, appena apparsa in tutte le edicole, in quel calendario c'è scritto: per l'Italia sempre, prima e dopo l'8 settembre. Per chi è attento, queste parole significano una sola cosa: prima e dopo, contro il fascismo ma anche con il fascismo. Ci sono stati tanti momenti in cui questo calendario è stato dedicato alle rievocazioni storiche. Lo è stato nel 2023, per la ricorrenza dell'armistizio, e nel 2017, per lo scoppio della Grande Guerra del 1917. Ma questa volta l'anniversario non c'è e ci è chiaro il tentativo di normalizzare quel ventennio, ci è chiaro il tentativo di dire qualcosa che non si potrebbe dire perché è vero che c'è stata una patria prima dell'8 settembre, una patria monarchica e fascista, ma è una patria che noi abbiamo chiuso nella storia. Abbiamo chiuso i conti col fascismo il 25 aprile 1945 e questa vicenda va chiusa nella storia e nella nostra Costituzione, una Costituzione antifascista che riguarda tutto l'Esercito, soprattutto quella parte dell'Esercito che ha fatto parte della Resistenza, che ha dato alla Resistenza una dignità. Lo dico dal banco di Antonio Gramsci, lo dico da nipote di due nonni, l'uno antifascista e partigiano e l'altro, sì, nell'Esercito, un Esercito che disse che non voleva continuare a combattere per la Repubblica di Salò ed è per quello che finì in un campo di concentramento! È inaccettabile! Chiediamo il ritiro immediato di questo calendario (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 22 gennaio 2024 - Ore 12:
1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno. (C. 1620-A)
Relatori: KELANY (per la I Commissione) e FORMENTINI (per la III Commissione), per la maggioranza; MAGI (per la I Commissione), di minoranza.
2. Discussione sulle linee generali della mozione Caso, Manzi, Piccolotti ed altri n. 1-00208 concernente iniziative in ordine alla revoca della nomina a Sottosegretario di Stato di Vittorio Sgarbi .
La seduta termina alle 13,20.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: NAIKE GRUPPIONI, CALOGERO PISANO, ALESSANDRO BATTILOCCHIO, ARNALDO LOMUTI E FABIO PORTA (A.C. 924)
NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 924). Signor Presidente, Colleghi, rappresentanti del Governo, Il presente disegno di legge si prefigge l'importante obiettivo di ampliare la cooperazione giudiziaria bilaterale con la Repubblica di San Marino, allineandosi agli standard della Convenzione sulla sorveglianza delle persone condannate o liberate sotto condizionale del Consiglio d'Europa, in merito alle disposizioni della decisione del 27 novembre, relativa all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle sentenze di condanna, che impongono obblighi e prescrizioni in vista della loro sorveglianza nell'Unione europea, sempre nei limiti in cui tali disposizioni non siano incompatibili con i principi dell'ordinamento costituzionale in tema di diritti fondamentali, nonché in tema di diritti di libertà e di giusto processo, mira inoltre a facilitare il riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie tra gli Stati membri dell'Unione europea. Ciò contribuisce a garantire una maggiore coerenza e cooperazione tra gli Stati membri nel campo giuridico e penale. il Ministero della giustizia e l'autorità giudiziaria sono identificati come le figure principali, ciascuna con ruoli specifici. Il testo delinea chiaramente le responsabilità delle autorità coinvolte nell'applicazione della decisione quadro, promuovendo una cooperazione efficace tra il Ministero della giustizia e le autorità giudiziarie. Per quanto concerne il riconoscimento della sentenza o della decisione, la corte di appello può riconoscerle a condizione che siano soddisfatti alcuni specifici parametri. 2 La finalità dell'Accordo, Colleghi, è quella di favorire l'inserimento nella società delle persone nei cui confronti è stata emessa la sentenza di condanna, consentendole da un lato di mantenere o recuperare i propri legami affettivi, familiari, lavorativi e culturali; dall'altro di migliorare il controllo dei corrispondenti obblighi/prescrizioni allo scopo di ridurre il rischio di recidiva. Risulta quindi evidente che, approvata la presente legge di ratifica, sarà opportuno operare perché, tanto a San Marino, quanto in Italia, ci siano le risorse, innanzi tutto umane, per garantire il sistema delle soluzioni alternative al carcere, insieme a concrete opportunità di lavoro che riducono la recidiva, infatti, dati recenti mostrano che il lavoro incide significativamente su di essa abbassandola addirittura del 98%. Il lavoro in carcere, Colleghi, è uno degli strumenti principali di reintegrazione sociale. Tuttavia il lavoro nelle carceri è poco, nel 2023 solo il 33% delle persone detenute ha un impiego, fra l'altro non particolarmente qualificato. La maggior parte di loro lavora alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria per poche ore al giorno o per periodi brevi. Solo il 2,5% di essi, lavora alle dipendenze di un datore di lavoro esterno. Per questo è fondamentale occuparsi di come incentivare l'aumento delle opportunità di lavoro in carcere. Volevo condividere con voi l'esperienza che ho avuto l'onore di fare nel carcere Dozza a Bologna. Parlo del virtuoso modello “FID, Fare impresa in Dozza”, progetto nato e cresciuto all'interno del carcere bolognese, grazie al sostegno di imprenditori della città, che da oltre 10 anni impegna operai specializzati in pensione, con lo scopo di formare i detenuti. Questo percorso oltre a creare professionalità e facilitazione di reinserimento nel mondo del lavoro, supporta emotivamente chi ne fa parte. Il successo di questa iniziativa è sotto gli occhi di tutti e dovrebbe essere maggiormente sostenuta e replicata in altre realtà carcerarie, basti pensare che, chi prende parte ai laboratori, ha una recidiva del 12%, e questo non può che non essere un investimento sul futuro della nostra comunità. 3 Inoltre Colleghi, non possiamo esimerci dal porre l'attenzione anche sulla delicata condizione del sovraffollamento delle nostre strutture carcerarie. Attualmente, gli istituti penitenziari, con una capacità massima teorica di poco più di 51 mila persone, ospitano nell'effettivo oltre 56,7 mila detenuti al 30 aprile 2023. Questo sovraffollamento, con una percentuale media del 119 per cento, rivela una situazione critica che richiede interventi immediati e mirati. Sebbene condividiamo l'impegno del Governo nel rafforzamento della cooperazione giudiziaria penale, riteniamo fondamentale intervenire senza indugi sulle problematiche che affrontiamo nelle nostre carceri, sovraffollate e gravate da un preoccupante numero di suicidi. Il 2024 si è aperto con il tragico suicidio di Matteo Concetti, un ragazzo di soli 23 anni. Nel 2023 i suicidi registrati sono stati 68, uno ogni 5 giorni, auspichiamo quindi un intervento urgente e deciso da parte del Governo per risolvere tali problematiche. Per quanto concerne la ratifica dell'Accordo in esame, quindi, annuncio il voto favorevole del gruppo Italia Viva – IL Centro – Renew Europe, auspicando una celere approvazione del provvedimento in entrambi i rami del Parlamento, per garantire la piena operatività dell'accordo. Grazie.
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 924). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori del governo, L'A.C. 924, di iniziativa governativa, definisce le modalità di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino concernente il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie in materia di misure alternative alla detenzione, sanzioni sostitutive di pene detentive, liberazione condizionale e sospensione condizionale della pena. L'Accordo, composto di 26 articoli, è stato siglato a San Marino il 31 marzo 2022, allo scopo di estendere la cooperazione giudiziaria bilaterale con la Repubblica di San Marino al settore disciplinato, nell'ambito del Consiglio d'Europa, dalla Convenzione sulla sorveglianza delle persone condannate o liberate sotto condizione, firmata a Strasburgo il 30 novembre 1964 e ratificata dall'Italia ai sensi della legge 15 novembre 1973, n. 772.
Con la Convenzione di Strasburgo del 1964, le Parti contraenti si impegnano a prestarsi assistenza al fine della riabilitazione sociale dell'individuo che, nel loro territorio, sia oggetto di una condanna giudiziaria con sospensione condizionale, adottando misure funzionali a permettere il reinserimento del condannato nel contesto di appartenenza e, al contempo, controllarne la condotta. La Convenzione impone il rispetto del requisito della doppia incriminazione (articolo 3, paragrafo 2) e distingue tra motivi obbligatori e motivi facoltativi di diniego della cooperazione con lo Stato di condanna.
In particolare, l'Accordo fra il nostro Paese e la Repubblica di San Marino disciplina il reciproco riconoscimento delle sentenze di condanna con la sospensione condizionale della pena o con la concessione di sanzioni sostitutive di pene detentive, nonché delle decisioni di liberazione condizionale o concessione di misure alternative alla detenzione che impongono obblighi o prescrizioni in vista della loro sorveglianza a carico delle Parti, nei limiti in cui tali disposizioni non siano incompatibili con i principi fondamentali dei rispettivi ordinamenti giuridici in tema di diritti di libertà e giusto processo.
Nella definizione delle modalità di ratifica dell'Accordo contenute nel disegno di legge all'esame di quest'Aula, si specifica che ai fini dell'attuazione dell'Accordo, quando le sue disposizioni mancano o non dispongono diversamente, si osservano, se compatibili, quelle contenute nel decreto legislativo 15 febbraio 2016, n. 38 (recante disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2008/947/GAI del Consiglio, del 27 novembre 2008, relativa all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze e alle decisioni di sospensione condizionale in vista della sorveglianza delle misure di sospensione condizionale e delle sanzioni sostitutive). Si individua, inoltre, nel giudice che ha disposto la sospensione del procedimento con messa alla prova, l'autorità giudiziaria competente a chiedere assistenza per la sorveglianza dell'esecuzione delle prescrizioni e degli obblighi ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 3, dell'Accordo.
Quando si parla di giustizia e del destino di coloro che pur si macchiano di reati, più o meno gravi, la materia è sempre particolarmente delicata, ancor di più quando sono chiamati in causa diversi ordinamenti giuridici, in particolare per i profili concernenti i principi fondamentali dei rispettivi ordinamenti giuridici in tema di diritti di libertà e giusto processo.
Non dobbiamo mai dimenticare che lo scopo è sempre il reinserimento nella società e nell'albero della legalità del condannato. La funzione rieducativa della pena, trova il suo riconoscimento nel 3° comma dell'articolo 27 della nostra Costituzione, il quale sancisce che «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Assume quindi particolare rilievo stabilire i parametri di collaborazione fra due Stati vicini e amici, come l'Italia e San Marino, per favorire la riabilitazione sociale e il recupero dei legami dei soggetti in questione e nel contempo controllare il rispetto dei relativi obblighi e prescrizioni riducendo il rischio di recidiva e proteggendo le vittime dei reati e la collettività.
L'Accordo definisce anche le Autorità, il Ministero della Giustizia (Dipartimento per gli Affari di Giustizia - Direzione Generale degli Affari Internazionali e della Cooperazione Giudiziaria - Ufficio I) per la Repubblica Italiana e la Segreteria di Stato per la Giustizia (Dipartimento Affari Istituzionali e Giustizia) per la Repubblica di San Marino, e l'ambito di applicazione, con l'elenco delle misure cui si estende la disciplina per i due Stati, mettendo l'accento sulla reciproca assistenza da parte delle due Autorità giudiziarie per la sorveglianza del rispetto degli obblighi e delle prescrizioni.
In particolare, si stabilisce la disciplina prevista per le misure di messa alla prova ed esperimento probatorio disposte nella fase delle indagini preliminari o del processo, l'iter burocratico e procedurale di trasmissione e recepimento delle decisioni ai fini del loro riconoscimento ed esecuzione, compresi gli effetti per entrambe le Parti sia riguardo alla cosiddetta omologazione sia riguardo all'eventuale ritiro della richiesta, ovvero ad ipotesi di rinvio della decisione sul riconoscimento ed esecuzione e integrazione dell'istruttoria.
Non si limita a stabilire il presupposto del trasferimento della misura, individuandolo nella cittadinanza o nella residenza dell'interessato nell'altro Paese, sempre che lo stesso interessato lo richieda e che il trasferimento possa agevolare il reinserimento in società in ragione dell'esistenza di significativi legami affettivi, familiari, lavorativi o culturali, ma si disciplina, l'istruttoria "stabilendo con previsione di assoluta novità "che tale istruttoria, da un lato, può essere compiuta coinvolgendo i servizi sociali e gli uffici dell'Interpol dei due Paesi; dall'altro, può svolgersi anche nel corso del procedimento poi definito dalla decisione giudiziaria della cui esecuzione all'estero si tratta. L'auspicio è che tale disposizione possa consentire di superare le incertezze applicative sinora riscontrate nella prassi.
Al fine di favorire quanto più possibile il trasferimento del condannato nell'altro Paese si prevede la possibilità di adattamento delle sanzioni sostitutive, delle misure alternative e delle misure di liberazione o sospensione condizionale.
Nell'articolo 11 sulla doppia incriminazione, è riportato l'elenco dei tipi di reati previsti dalla legge della Parte di emissione e punibili, secondo tale legge, con una pena detentiva o una misura restrittiva della libertà personale della durata massima non inferiore a un anno, che danno luogo al riconoscimento della decisione ai sensi dell'Accordo, senza una ulteriore verifica della doppia incriminazione del fatto. Si tratta di reati come: partecipazione a un'organizzazione criminale, terrorismo, tratta di esseri umani, sfruttamento sessuale di bambini e pornografia infantile, traffico illecito di stupefacenti e sostanze psicotrope, traffico illecito di armi, munizioni ed esplosivi, corruzione, truffa, ricettazione, riciclaggio e re- impiego di proventi di reato, contraffazione di banconote o monete, criminalità informatica, criminalità ambientale, compreso il traffico illecito di specie animali protette e il traffico illecito di specie ed essenze vegetali protette, favoreggiamento dell'ingresso o del soggiorno illegali nel territorio statuale, omicidio e lesioni personali dolose, omicidio e lesioni personali colpose, traffico illecito di organi e tessuti umani, sequestro di persona, furto e rapina, bancarotta, traffico illecito di beni culturali, compresi gli oggetti d'antiquariato e le opere d'arte, estorsione, contraffazione di prodotti, falsificazione di atti amministrativi e traffico di documenti falsi, falsificazione di mezzi di pagamento, traffico illecito di sostanze ormonali e altri fattori di crescita, traffico illecito di materie nucleari e radioattive, violenza sessuale e incendio doloso o colposo.
L'articolo 12 disciplina poi gli eventuali motivi di rifiuto del riconoscimento e/o dell'esecuzione da parte dell'autorità competente del Paese di esecuzione delle misure alternative, dettagliandone i casi previsti.
L'articolo 18 tratta delle cause di estinzione del reato, cioè amnistia, grazia, revisione della condanna, mentre l'articolo 19 riguarda cessazione della competenza della Parte di esecuzione sul riconoscimento della sanzione sostitutiva, circostanza che determina la decadenza degli obblighi di sorveglianza correlati e il trasferimento di competenza all'autorità giudiziaria dello Stato di emissione. Si definiscono poi tutte le altre fattispecie per garantire una rapida gestione dei diversi casi e anche delle eventuali controversie.
Il garantismo, in quanto principio dello stato di diritto che si concretizza nell'esistenza di un insieme di garanzie costituzionali atte a tutelare le fondamentali libertà dei cittadini nei confronti del potere pubblico e, in particolare, del potere giudiziario, non si ferma alla condanna dell'imputato. Si è innocenti fino a prova contraria, ma uno stato di diritto si riconosce anche per i diritti e le garanzie che riserva ai condannati, e ancor di più nella capacità di rieducare e reinserire in percorsi di legalità coloro che sono stati giudicati colpevoli di reati.
Noi Moderati sosteniamo dunque la ratifica dell'Accordo in oggetto ritenendolo funzionale all'applicazione del principio costituzionale della pena rieducativa.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 924). Grazie Presidente! Colleghi, rappresentante del Governo, la ratifica che ci accingiamo a votare oggi riguarda l'accordo di cooperazione giudiziaria fra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino, firmato nell'aprile 2022 sulle misure alternative alla detenzione, sulle sanzioni sostitutive delle pene detentive e sul reinserimento sociale dei condannati.
Con l'approvazione del disegno di legge in esame, a poco più di un anno dalla firma, rafforziamo le relazioni con la Repubblica del Titano nel settore giudiziario.
Vale la pena ricordare che quest'accordo è stato il primo in tema di esecuzione delle pene non detentive firmato dall'Italia con un paese fuori dall'Unione europea.
L'accordo mira a favorire il reinserimento sociale delle persone condannate, attraverso misure che favoriscono la riduzione del tasso di recidiva, contribuendo così ad una società più sicura.
In particolare, consentirà, nei casi in cui sia concessa la sospensione condizionale della pena o siano state applicate misure alternative alla detenzione o sanzioni sostitutive da eseguirsi nella comunità, di scontare la pena nel proprio Stato di cittadinanza o residenza e non in quello nel quale la sentenza è stata pronunciata.
Quest'accordo, unitamente a quello concernente il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie di sequestro e confisca, sottoscritto tra i nostri due Paesi nel maggio 2021 e oggetto di altro provvedimento di ratifica il cui esame in commissione Esteri si è concluso lo scorso 28 novembre, rafforza il già ottimo rapporto di amicizia che lega l'Italia e la Repubblica di San Marino.
Preannuncio, pertanto, il voto favorevole di Forza Italia. Grazie.
ARNALDO LOMUTI (M5S). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 924). Signor Presidente, gentili colleghi, ricordo brevemente che la ratio di tale provvedimento è quella di estendere la cooperazione giudiziaria bilaterale con San Marino al settore disciplinato, nell'ambito del Consiglio d'Europa, dalla Convenzione sulla sorveglianza delle persone condannate o liberate sotto condizione, firmata a Strasburgo il 30 novembre 1964 e ratificata dall'Italia ai sensi della legge n. 772 del 1973. Come noto, con la Convenzione di Strasburgo del 1964 le Parti contraenti si impegnano a prestarsi assistenza al fine della riabilitazione sociale dell'individuo che, nel loro territorio, sia oggetto di una condanna giudiziaria accompagnata da una sospensione condizionale della pena o di una condanna a pena detentiva o misura privativa della libertà personale. Si precisa che rispetto alla menzionata Convenzione l'ambito di applicazione è ampliato a tutte le misure che ricadono sotto la disciplina della decisione quadro 2008/947/GAI del Consiglio, del 27 novembre 2008, attuata in Italia dal decreto legislativo 15 febbraio 2016, n. 38. Si evidenzia in merito che la decisione quadro 2008/947/GAI estende il principio del reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie all'esecuzione delle pene non restrittive della libertà personale e fissa le norme. In particolare, l'Accordo è volto a garantire, prioritariamente, oltre che il reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie in materia di misure alternative alla detenzione, sanzioni sostitutive di pene detentive, liberazione condizionale e sospensione condizionale della pena, anche e soprattutto l'osservanza di obblighi e prescrizioni che derivano dall'applicazione delle citate misure, ai fini della sorveglianza della corretta esecuzione delle medesime, qualora riguardino persone che non hanno la cittadinanza o la legale e abituale residenza nello Stato in cui la decisione giudiziaria è stata emessa, bensì nell'altro Stato. Si mette, inoltre, in luce che la disciplina complessiva delineata dall'intesa è mutuata dall'analoga disciplina di matrice unionale, come si ricava dall'esplicito riferimento al reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie e, più in generale, dall'impianto complessivo dell'articolato Dunque, l'intento di tale tipologia di Intesa risulta nel suo complesso lodevole, in quanto nasce nella prospettiva di meglio disciplinare tale delicato ambito con Paesi terzi rispetto all'Unione Europea. Sembra opportuno aggiungere che parliamo di misure alternative alla detenzione, sanzioni sostitutive delle pene detentive e soprattutto reinserimento sociale dei condannati. Dunque ci riferiamo a prescrizioni volte a favorire il reinserimento sociale delle persone condannate, attraverso misure che favoriscono la riduzione del tasso di recidiva, contribuendo così ad accrescere il livello di sicurezza e benessere complessivo a livello sociale. L'articolo 3 dell'Intesa in esame, infatti, individua le finalità dell'Accordo, consistenti proprio nel favorire la riabilitazione sociale e il recupero dei legami dei soggetti in questione e nel contempo controllare il rispetto dei relativi obblighi e prescrizioni riducendo il rischio di recidiva e proteggendo le vittime dei reati e la collettività. L'Accordo, quindi, concretamente permetterà, nei casi in cui sia accordata la sospensione condizionale della pena o siano state applicate misure alternative alla detenzione o sanzioni sostitutive da eseguirsi nella comunità di scontare la pena nel proprio Stato di cittadinanza o residenza e non in quello nel quale la sentenza è stata pronunciata. In ragione di quanto illustrato, dichiaro, dunque, il voto favorevole da parte del Movimento 5 Stelle e concludo con le parole di Cesare Beccaria: “Il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile. Il fine non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali”.
FABIO PORTA (PD-IDP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 924). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, la ratifica al nostro esame, concernente l'Accordo con la Repubblica di San Marino sul riconoscimento delle decisioni giudiziarie in materia di misure alternative alla detenzione, si inserisce in un quadro di cooperazione con uno Stato che è molto importante per noi in quanto completamente circondato dal territorio italiano con il quale condivide, pur nell'autonomia, molti aspetti culturali e non da ultimo la cultura giuridica.
Sono particolarmente soddisfatto per il fatto che questa ratifica sia arrivata in tempi rapidi all'esame del Parlamento visto che è stata firmata a san Marino il 31 marzo del 2022 e questa dovrebbe diventare una prassi consolidata.
La professoressa Cartabia, Guardasigilli all'epoca della firma di tale Accordo, ha dichiarato che “si tratta di un accordo molto importante, perché è ormai consolidato come la possibilità di accedere a misure alternative al carcere riduca il tasso di recidiva. Anche con la sottoscrizione di questo accordo contribuiamo a favorire il recupero di chi deve scontare una pena e contribuiamo a una società più sicura”.
Una affermazione che voglio fare anche mia richiamando la funzione rieducativa della pena come sancito nell'articolo 27 della nostra Costituzione nel quale si rileva il principio per il quale “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad un Accordo che è il primo del genere, cioè sull'esecuzione delle pene non detentive, ad essere stato firmato con un Paese fuori dall'Ue e che prevede l'esecuzione delle misure non detentive nello Stato di residenza o cittadinanza del soggetto interessato a tali misure, anche attraverso un riadattamento delle stesse come stabilito all'articolo 10 dell'Accordo al nostro esame.
Si tratta di un Accordo che si inquadra nell'ambito della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla sorveglianza delle persone condannate o liberate sotto condizione, che l'Italia ha ratificato nel 1973, e nella quale si evidenzia l'importanza degli aspetti legati alla riabilitazione sociale del cittadino condannato.
Voglio sottolineare, quindi, che questo Accordo evidenzia la condivisione tra l'Italia e San Marino dei valori che animano le democrazie europee e che dobbiamo sempre tenere presenti.
Pertanto, in considerazione dell'importanza di estendere la cooperazione giudiziaria e nella prospettiva dell'affermazione dei valori della nostra cultura giuridica e della tutela dei diritti della persona, annuncio il voto favorevole del mio Gruppo parlamentare.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 15 la deputata Loizzo ha segnalato che non è riuscita a votare;
nelle votazioni nn. 2 e 18 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 3 il deputato Ziello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 16 il deputato Alessandro Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 17 e 27 il deputato Alessandro Colucci ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 18 e 23 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni dalla n. 20 alla n. 23 il deputato Borrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 23 la deputata Marrocco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 24 il deputato Urzi' ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 1297 E ABB - EM 1.2 | 244 | 240 | 4 | 121 | 92 | 148 | 72 | Resp. |
2 | Nominale | EM 1.1, 1.100 | 257 | 254 | 3 | 128 | 95 | 159 | 71 | Resp. |
3 | Nominale | EM 1.3 | 260 | 257 | 3 | 129 | 100 | 157 | 70 | Resp. |
4 | Nominale | EM 1.4 | 256 | 253 | 3 | 127 | 97 | 156 | 70 | Resp. |
5 | Nominale | EM 1.5 | 260 | 256 | 4 | 129 | 98 | 158 | 70 | Resp. |
6 | Nominale | EM 1.7 | 258 | 255 | 3 | 128 | 98 | 157 | 70 | Resp. |
7 | Nominale | EM 1.8 | 264 | 252 | 12 | 127 | 108 | 144 | 69 | Resp. |
8 | Nominale | EM 1.101 | 262 | 252 | 10 | 127 | 110 | 142 | 69 | Resp. |
9 | Nominale | EM 1.102 | 259 | 247 | 12 | 124 | 103 | 144 | 69 | Resp. |
10 | Nominale | ARTICOLO 1 | 266 | 246 | 20 | 124 | 148 | 98 | 69 | Appr. |
11 | Nominale | EM 2.1 | 271 | 268 | 3 | 135 | 103 | 165 | 68 | Resp. |
12 | Nominale | EM 2.3 | 270 | 267 | 3 | 134 | 101 | 166 | 68 | Resp. |
13 | Nominale | EM 2.4 | 267 | 263 | 4 | 132 | 104 | 159 | 68 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | EM 2.5 | 261 | 248 | 13 | 125 | 102 | 146 | 68 | Resp. |
15 | Nominale | EM 2.100 | 273 | 269 | 4 | 135 | 108 | 161 | 68 | Resp. |
16 | Nominale | EM 2.6 | 266 | 264 | 2 | 133 | 106 | 158 | 67 | Resp. |
17 | Nominale | ARTICOLO 2 | 263 | 247 | 16 | 124 | 145 | 102 | 67 | Appr. |
18 | Nominale | ART AGG 2.01 | 261 | 252 | 9 | 127 | 108 | 144 | 67 | Resp. |
19 | Nominale | ART AGG 2.02 | 262 | 260 | 2 | 131 | 105 | 155 | 67 | Resp. |
20 | Nominale | EM 3.1 | 269 | 268 | 1 | 135 | 103 | 165 | 67 | Resp. |
21 | Nominale | EM 3.4 | 269 | 268 | 1 | 135 | 104 | 164 | 67 | Resp. |
22 | Nominale | ARTICOLO 3 | 266 | 265 | 1 | 133 | 162 | 103 | 67 | Appr. |
23 | Nominale | EM 4.1 | 264 | 260 | 4 | 131 | 100 | 160 | 67 | Resp. |
24 | Nominale | EM 4.2 | 261 | 251 | 10 | 126 | 104 | 147 | 67 | Resp. |
25 | Nominale | ARTICOLO 4 | 260 | 241 | 19 | 121 | 142 | 99 | 67 | Appr. |
26 | Nominale | ART AGG 4.0100 | 256 | 254 | 2 | 128 | 115 | 139 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 35) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | ODG 9/1297 E ABB/3 RIF | 250 | 249 | 1 | 125 | 248 | 1 | 67 | Appr. |
28 | Nominale | ODG 9/1297 E ABB/5 | 242 | 242 | 0 | 122 | 112 | 130 | 67 | Resp. |
29 | Nominale | DDL 1297 E ABB - VOTO FINALE | 240 | 230 | 10 | 116 | 138 | 92 | 66 | Appr. |
30 | Nominale | DDL 924 - ARTICOLO 1 | 240 | 240 | 0 | 121 | 240 | 0 | 66 | Appr. |
31 | Nominale | ARTICOLO 2 | 237 | 237 | 0 | 119 | 237 | 0 | 66 | Appr. |
32 | Nominale | ARTICOLO 3 | 238 | 238 | 0 | 120 | 238 | 0 | 66 | Appr. |
33 | Nominale | ARTICOLO 4 | 229 | 229 | 0 | 115 | 229 | 0 | 66 | Appr. |
34 | Nominale | ARTICOLO 5 | 236 | 236 | 0 | 119 | 236 | 0 | 66 | Appr. |
35 | Nominale | DDL 924 - VOTO FINALE | 239 | 239 | 0 | 120 | 239 | 0 | 66 | Appr. |