Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 31 gennaio 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il 7 ottobre 2023 milizie terroristiche riconducibili ad Hamas hanno condotto una serie di attacchi in territorio israeliano che hanno causato la morte di oltre 1.200 civili innocenti, compiuto un vero e proprio femminicidio di massa, seviziato numerosi cittadini, anche stranieri, rapendo, come ostaggi, oltre 200 persone che sono state deportate a Gaza, molte delle quali sono ancora lì trattenute;

    successivamente il Governo israeliano ha posto in essere la sua reazione militare, tanto allo scopo di porre in sicurezza il suo territorio, quanto nel tentativo di riportare a casa gli ostaggi trattenuti a Gaza;

    a oggi, a distanza di oltre tre mesi dall'inizio del conflitto, il Medio Oriente è ancora una polveriera, in cui si combatte con una serie di provocazioni che hanno determinato una gravissima escalation delle operazioni militari, cui si sono aggiunti scontri al confine con la Siria e scontri e attacchi anche nella zona del Mar Rosso da parte di gruppi organizzati di ribelli yemeniti Houthi, che pongono in essere azioni anche contro Iraq e Pakistan e mettono a rischio, oltre al già precario equilibrio dell'intera area, anche la sicurezza della navigazione e delle popolazioni civili;

    i danni al commercio internazionale derivanti dalle incursioni dei ribelli nel Mar Rosso sono già estremamente rilevanti, le spese per il trasporto delle merci da parte delle navi container sono aumentati del 350 per cento in sei settimane e una crisi che oggi è considerata regionale rischia di allargarsi e avere effetti imprevisti sul fenomeno inflativo, soprattutto nell'area Euro;

    nel contempo il piccolo territorio della striscia di Gaza e la sua popolazione civile sono stretti dalla morsa dell'esercito israeliano e dalla efferatezza delle forze terroristiche che imperversano nell'area, nella quale gli arrivi degli aiuti sono sempre più limitati e la situazione, ormai ampiamente deteriorata, rischia di sfociare in una grave crisi umanitaria e sanitaria, con il forte rischio di malattie e fenomeni epidemici;

    a oggi ben quindici Paesi hanno temporaneamente sospeso i loro finanziamenti all'Unrwa, decisioni dettate dal dubbio che parte di questi fondi non solo non raggiungano le popolazioni in difficoltà, ma siano in parte destinati ad associazioni e Ong che, lungi dal promuovere la pace e il dialogo, sembrerebbero invece incitare alla violenza;

    molti e fin qui inascoltati sono stati gli appelli alla pace da parte di tutte le organizzazioni internazionali; la Commissione europea ha ribadito che «la situazione umanitaria continua a peggiorare in Medio Oriente» e le Nazioni Unite, per bocca del Sottosegretario per gli affari umanitari, hanno dichiarato che per i numeri e l'efferatezza, «la situazione nella striscia di Gaza devastata dalla guerra è apocalittica»;

    l'attacco perpetrato da Hamas ha tutti i connotati di una feroce ed efferata azione terroristica ed è stato fermamente condannato da tutta la comunità internazionale, che ha ribadito unanimemente il suo diritto a difendere la sua integrità territoriale e la sua popolazione;

    la cessazione delle ostilità e la fine della guerra non possono che dipendere da entrambe le parti e da tutti quei soggetti, anche nazionali, che hanno il potere di convincere Hamas a restituire gli ostaggi alle loro famiglie e a impegnarsi a garantire la sicurezza, l'integrità e il riconoscimento all'esistenza dello Stato di Israele;

    il principio della prospettiva dei «due popoli, due Stati», così come espresso dall'Unione europea e dagli Stati Uniti, non può prescindere da alcune considerazioni di fondo, a partire dalla natura democratica dello Stato di Israele e dalla comprensione di quanto sia complicato in questo contesto perseguire questo obiettivo trovando il sostegno nell'opinione pubblica israeliana quando Israele lotta per la sopravvivenza, accerchiata da Hamas a Gaza, dagli Hezbollah al confine col Libano, dalle milizie filoiraniane in Siria e nel mar Rosso dagli Houthi, con l'Iran dietro tutti questi conflitti;

    il conflitto arabo-israeliano, nonché quelli da esso scaturiti e a esso strettamente collegati, hanno pericolosamente accentuato la polarizzazione tra il mondo occidentale e quello arabo, con fortissimi rischi in merito alla pacifica convivenza mondiale in un'ottica democratica;

    la soluzione di un conflitto di tale enormità, che deve approdare al condiviso concetto dei «due popoli, due Stati» sopra richiamato, tuttavia, esige da un lato un'Autorità nazionale Palestinese che sia forte e credibile nella condanna – finora non ancora manifestata – degli atti terroristici e che sia in grado di imporre le proprie regole ad Hamas e, dall'altro, di conseguenza, un Governo israeliano che rinunci a quanto affermato da Netanyahu, che ha dichiarato che la sicurezza nel territorio potrà essere garantita soltanto con il pieno controllo dell'intera Palestina da parte delle forze di sicurezza di Israele;

    gli Stati Uniti hanno annunciato l'imposizione di sanzioni contro i coloni ebrei, accusati di attacchi ai palestinesi, e la Presidente della Commissione europea si è detta favorevole a sanzioni contro i coloni violenti in Cisgiordania affermando che «questa violenza non ha nulla a che fare con la lotta ad Hamas e deve cessare»,

impegna il Governo:

1) a incoraggiare e sostenere le trattative di pace avviate in questi giorni e ogni azione a livello internazionale che garantisca il cessate il fuoco umanitario, l'immediata liberazione degli ostaggi israeliani, la garanzia della sicurezza del popolo israeliano sul proprio territorio, e l'operatività degli aiuti umanitari per la popolazione civile a Gaza.

2) a farsi promotore di un'azione ampia, condivisa e coordinata a livello internazionale, con il coinvolgimento dell'Unione europea e degli altri organismi internazionali, tra cui le Nazioni Unite, che sia in grado di promuovere e attuare una vera conferenza di pace nell'ottica di una nuova e più compiuta capacità da parte dell'Autorità Nazionale Palestinese di controllare il territorio e di garantire la piena condanna delle organizzazioni terroristiche;

3) a garantire che il ripristino dei fondi da destinare all'Unrwa (United Nations Relief and Works Agency far Palestine Refugees in the Near East) così come per i fondi destinati ai Territori palestinesi dall'Aics (Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) avvenga quando siano state fornite dalle organizzazioni internazionali e dalle Ong le fondamentali garanzie circa l'effettivo controllo sul loro utilizzo a fini umanitari e sulla terzietà delle posizioni delle Ong, che siano orientate alla diffusione della cultura della pace nell'ambito delle oggettive difficoltà in cui operano in Palestina e nei territori oggi tragicamente protagonisti del conflitto, nel superiore obiettivo di fornire aiuto e cura alle popolazioni civili e di favorire il dialogo;

4) a prendere tutte le opportune iniziative atte a garantire, in accordo con i partners europei e nell'ambito della istituenda missione «Aspides», la sicurezza dei traffici e la fine degli attacchi dei miliziani Houthi nello strategico braccio di mare che va dal Golfo di Aden al Mar Rosso, percorso obbligato per raggiungere il Canale di Suez;

5) a sostenere l'Unione europea nell'attuazione delle sanzioni già deliberate contro Hamas, per colpire l'organizzazione terroristica che minaccia il diritto all'esistenza di Israele;

6) ad adoperarsi affinché il femminicidio del 7 ottobre 2023 sia dichiarato femminicidio di massa e gli autori siano condannati per tale reato.
(1-00236) «Faraone, Del Barba, De Monte, Gadda, Marattin, Bonifazi, Boschi, Giachetti, Gruppioni».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa del caso di Ilaria Salis, cittadina italiana di 39 anni, accusata assieme ad altre persone di aver aggredito dei neonazisti a Budapest nei giorni in cui, fra il 9 e il 12 febbraio 2023, migliaia di militanti di estrema destra da tutta Europa erano in Ungheria per festeggiare il cosiddetto «Giorno dell'onore» (Tag der Ehre);

   in quell'occasione diversi militanti neonazisti ungheresi e stranieri furono aggrediti per strada da un gruppo di persone a volto coperto e alcuni di questi episodi furono ripresi dalle telecamere di sicurezza dei negozi nella zona;

   pochi giorni dopo le autorità ungheresi procedettero all'arresto di militanti antifascisti sul luogo, tra cui la nostra connazionale Ilaria Salis: per la legge ungherese rischiano fino a 16 anni di carcere;

   Ilaria Salis sin da principio si è dichiarata innocente sostenendo di aver partecipato a contromanifestazioni pacifiche che si erano tenute a Budapest nel corso della giornata ma di non aver aggredito nessuno;

   dopo l'arresto, Salis è stata portata in un carcere di massima sicurezza nella capitale ungherese, dove attualmente si trova in attesa del processo che inizierà a fine gennaio 2024. Per i primi sei mesi le è stato impedito ogni contatto con la famiglia, poi da settembre i familiari sono riusciti a visitarla solo due volte e asseriscono di averla vista molto provata;

   in una lettera che ha fatto arrivare in Italia attraverso i suoi avvocati all'inizio di ottobre, Salis dichiara di vivere da mesi in «condizioni disumane»: nella sua cella ci sono topi, scarafaggi e cimici nei letti, che le hanno provocato una reazione allergica durante i primi tre mesi di detenzione;

   nonostante tali condizioni, Salis sostiene che il personale del carcere non le abbia fornito alcuna crema o medicina. Durante la prima settimana sono mancati carta igienica, sapone e assorbenti, e nei mesi successivi è capitato più volte che non le fosse dato da mangiare per cena;

   il colloquio con i suoi avvocati prima dell'udienza è durato pochi minuti ed è stato fatto in presenza di un poliziotto. Per presentarsi in tribunale le sono state ammanettate mani e piedi e le è stato messo al polso anche un guinzaglio di cuoio tenuto da un agente per tutta la durata dell'udienza. Le condizioni descritte da Salis non sono nuove: l'Ungheria è già stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per gravi violazioni dei diritti dei detenuti;

   i familiari e gli avvocati di Salis contestano anche la pena a cui potrebbe essere sottoposta in futuro. Salis potrebbe ricevere una condanna fino a 16 anni di carcere per un reato che in Italia di solito viene punito con 4 anni; inoltre le lesioni riportate dalle persone aggredite sono guarite in pochi giorni. Salis ha già ricevuto una proposta di patteggiamento a 11 anni di carcere che ha rifiutato, dicendo di non aver partecipato alle aggressioni. Una pena così alta non è data solo dalle leggi più dure dell'Ungheria in questo campo, ma anche perché le autorità ungheresi aggiungono all'accusa di lesioni anche due aggravanti, ossia quelle di «aver potuto pregiudicare la vita della vittima e di aver commesso il reato all'interno di un'organizzazione criminale»;

   le autorità sostengono che le aggressioni fossero state pianificate da Hammerbande, un gruppo fondato a Lipsia, in Germania, nel 2017 che ha l'esplicita «finalità di attaccare e assaltare i militanti fascisti o di ideologia nazista»;

   attraverso gli avvocati, i genitori hanno chiesto per quattro volte che la figlia potesse attendere il processo in Italia, ma le richieste sono state respinte per rischio di fuga –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali azioni diplomatiche abbiano intrapreso per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali di Ilaria Salis durante la sua detenzione in Ungheria;

   quali iniziative di supporto legale siano state fornite a Ilaria Salis, considerando le apparenti violazioni dei suoi diritti;

   come intenda li Governo italiano affrontare e valutare le condizioni carcerarie in Ungheria, alla luce delle dichiarazioni di Ilaria Salis e delle condanne della Corte europea dei diritti dell'uomo;

   come stia procedendo il dialogo con le autorità ungheresi riguardo al caso di Ilaria Salis e alla generale situazione dei diritti umani nel Paese;

   quali misure preventive e di protezione intenda adottare il Governo per tutelare i cittadini italiani all'estero, in particolare in Paesi con noti problemi di rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani.
(4-02248)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   L'ABBATE, ILARIA FONTANA, MORFINO, SANTILLO, BALDINO, PENZA, ALFONSO COLUCCI, AURIEMMA, CAPPELLETTI, IARIA, CANTONE, TRAVERSI, D'ORSO, GUBITOSA, ORRICO, CASO, BARZOTTI, AMATO e PAVANELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da autorevoli fonti di stampa, da più di un mese, è in corso una crisi geopolitica nel Mar Rosso caratterizzata dagli attacchi degli Houthi alle navi mercantili, che sta minacciando la libera circolazione delle merci e generando rialzi dei costi per le spedizioni, incidendo negativamente sul commercio internazionale;

   in particolare la crisi attuale nel Mar Rosso sta mettendo a repentaglio la sicurezza delle rotte commerciali internazionali, con particolare riferimento al canale di Suez e sta contribuendo a creare un clima di incertezza e insicurezza che influisce direttamente sulle attività di export di molte industrie;

   il Mar Rosso è diventato zona di guerra, molte navi evitano il transito dal canale di Suez, e le conseguenze si fanno già sentire sul costo dei noli, perché girare attorno all'Africa richiede più tempo e più carburante;

   i dati certi sul traffico navale sembrano preludere ad una chiusura del canale di Suez; il Kiel Institute for the world economy segnala che il numero dei transiti è crollato del 60 per cento, da 500.000 container al giorno a 200.000; sempre secondo quanto riferito dall'istituto di Kiel, il traffico marittimo mondiale è diminuito dell'1,3 per cento;

   per l'Italia, l'impatto rischia di essere molto maggiore, visto che la nostra quota di import e di export che transita dal canale di Suez è vicina al 40 per cento;

   secondo l'analisi diretta da Coldiretti l'export agroalimentare Made in Italy in Asia vale 5,5 miliardi nel 2023, con quasi il 90 per cento della merce che raggiunge i Paesi di destinazione per via marittima e si scontra con le difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso;

   circa il 12 per cento del commercio marittimo globale passa normalmente attraverso lo stretto di Bab al-Mandeb, che controlla l'accesso al Mar Rosso meridionale, ma da metà novembre il numero di container è diminuito del 70 per cento, dicono gli esperti marittimi; molti armatori hanno preferito interrompere il traffico in questa zona per una rotta alternativa attorno al Capo di Buona Speranza, più lunga e costosa;

   il blocco della libera navigazione sulla rotta di Suez costituisce un pericolo per gli interessi commerciali strategici e per la sicurezza dell'Unione europea e danneggia in modo sostanziale il nostro Paese e gli altri Paesi del Mediterraneo;

   il Governo italiano, per il tramite del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha precisato che la necessità è quella di allargare le competenze della missione militare che protegge la navigazione nello Stretto di Hormuz per arrivare fino a Suez e che l'obiettivo finale è quello di un esercito europeo capace di condurre missioni di pace e intervenire in tempi molto rapidi;

   oltre ad azioni immediate per contenere la crisi, occorre agire anche su fenomeni speculativi in atto –:

   se il Governo non ritenga opportuno attivarsi tempestivamente, nelle opportune sedi europee ed internazionali, al fine di stabilire misure efficaci per garantire la sicurezza delle rotte commerciali e prevenire ulteriori ripercussioni sul commercio internazionale;

   se non ritenga opportuno attivarsi tempestivamente con interventi mirati di politica economica per evitare l'aumento dei costi di trasporto della merce italiana, e la conseguente perdita di importanza dei porti italiani nei traffici navali.
(4-02250)

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta scritta:


   ILARIA FONTANA, SERGIO COSTA, ALFONSO COLUCCI, L'ABBATE e MORFINO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   in data 28 dicembre 2023, durante la riunione del consiglio comunale di Pomezia, è stata votata a maggioranza la revoca della delibera n. 32 del 2021 che aveva come oggetto la proposta di istituzione di due aree protette denominate «Geositi cava Tacconi e laghetti di Pratica di Mare» e «Dune e bosco del Pigneto e bacini di Campo Selva»;

   in merito all'evento, WWF ha pubblicato un comunicato, all'interno del quale si legge: «Questo voto ha lo scopo dichiarato di annullare la nascita dei Monumenti Naturali e cancellare la tutela ambientale per questi 600 ettari che ritornano a essere aree senza protezione. Quelli che ancora oggi appaiono come frammenti di campagna romana, vaste piane di bonifica agraria, ecosistemi conservati negli anni, ospitano elementi diffusi di naturalità: siepi e boschi di querce mediterranee e dove è facile trovare le tracce di testuggini, volpi e tassi o poter osservare il volo di rari rapaci come i nibbi, falchi pescatori ed albanelle in costante ricerca delle loro prede. Una ricca biodiversità che viene oggi privata di tutele»;

   la revoca della delibera n. 32 del 2021 ha interrotto un iter già avviato, il cui scopo ultimo era il riconoscimento per i due parchi della qualifica di «monumento naturale», avrebbe dovuto tutelare «importanti aree a valenza geologica, archeologica e naturalistica» come spiegava una nota pubblicata il 1° luglio 2021 sul portale del comune;

   il tutto risulta effettuato senza alcuna preventiva valutazione di natura tecnico-scientifica che ne corroborasse la necessità e l'opportunità, anche in relazione agli impatti sugli obiettivi di tutela della biodiversità nazionali e comunitari, previsti anche dal quadro di riferimento globale dell'Agenda 2030 dell'Onu;

   la legge regionale n. 29 del 6 ottobre 1997 recante «Norme in materia di aree naturali protette regionali», all'articolo 1, rubricato principi generali, prevede al comma 1, che la «Regione garantisce e promuove in materia e forma coordinata con lo Stato e gli enti locali, nel rispetto degli accordi internazionali, la conservazione e la valorizzazione del suo patrimonio naturale, costituito da formazioni fisiche, biologiche, geologiche, geo-morfologiche, paleontologiche e vegetazionali che assieme agli elementi antropici a esse connessi compongono, nella loro dinamica interazione, un bene primario costituzionalmente garantito», e al comma 2 che «la Regione persegue la gestione sostenibile delle singole risorse ambientali, il rispetto di tutte le specie animali e vegetali, attraverso gli strumenti della conoscenza e della programmazione e mediante la promozione e l'istituzione dei parchi e delle riserve naturali, che costituiscono il sistema delle aree naturali protette, nonché mediante l'istituzione dei monumenti naturali e l'individuazione dei siti di importanza comunitaria» –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto premesso e se, nel rispetto delle autonomie territoriali e delle relative competenze, non ritengano opportuno l'avvio di un'interlocuzione con la regione Lazio e con il comune di Pomezia al fine di approfondire le possibili conseguenze di una scelta amministrativa che potrebbe mettere a rischio l'integrità di una componente del patrimonio naturale della regione, comunque adottando le iniziative di competenza per un efficace coordinamento con gli enti territoriali in vista degli obiettivi di cui all'Agenda 2030.
(4-02249)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MARINO, VACCARI, FORATTINI e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   dall'Emilia-Romagna alla Sicilia, passando per l'Umbria e l'Abruzzo, gli agricoltori italiani continuano a scendere in strada con i loro trattori seguendo il solco tracciato dalla mobilitazione nazionale e, ancor prima, dai «colleghi» transalpini e tedeschi e creando non pochi problemi in diverse regioni;

   in Sicilia sono state diverse le manifestazioni, e il 30 gennaio 2024 la protesta è approdata anche a Ragusa. Dopo il presidio di Modica-Pozzallo, anche nel comune capoluogo si sono dati appuntamento gli agricoltori della zona di Ragusa, Comiso, Chiaramonte Gulfi. La protesta è contro le politiche agricole dell'Unione europea che penalizza le produzioni italiane, favorendo l'importazione di prodotti da altri continenti, e del Governo. Sotto accusa anche l'aumento dei costi di produzione (del gasolio, ma anche dei prodotti per l'agricoltura e i concimi). Di contro, i prezzi di vendita dei prodotti agricoli nei mercati rimangono bassi e non bastano a coprire i costi di produzione;

   la protesta degli agricoltori a Enna riflette una preoccupazione diffusa all'interno della comunità agricola siciliana impegnata per ottenere risposte concrete, rivendicano il ruolo vitale che il settore agricolo riveste non solo per l'economia regionale ma anche per la conservazione di un patrimonio culturale e ambientale insostituibile;

   secondo l'Anbi, Associazione nazionale tra i consorzi di bonifica e irrigazione, a gennaio in Sicilia è crisi idrica, uno status certificato dalla Regione Siciliana, e che ha già comportato il razionamento dell'acqua in 39 comuni nell'area di Palermo, Agrigento e Caltanissetta;

   il 28 novembre 2023, la giunta regionale della Regione Siciliana ha dato il via libera alla dichiarazione dello stato di calamità per i danni causati alle produzioni agricole in Sicilia dalle ondate di calore e dagli incendi nel mese di luglio e dalla siccità nei mesi di settembre e ottobre 2023. I danni erano già ingentissimi a fine ottobre, quando le ondate di calore avevano determinato cali produttivi, per cascola e per rallentamento della crescita ed ingrossamento di frutta e ortaggi. Danni anche per il comparto vitivinicolo, agrumicolo, olivicolo, foraggero, apistico e zootecnico;

   la situazione che stanno vivendo ortofrutta e cerealicoltura, anche per l'impossibilità di seminare su un terreno reso polvere dalla siccità, rischia di diventare drammatica. Ma a soffrire sono anche zootecnia e vitivinicoltura –:

   se e quali urgenti iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere per sostenere il comparto zootecnico, agricolo e agroalimentare siciliano.
(5-01947)


   IACONO, MARINO, PROVENZANO, BARBAGALLO e PORTA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   gli effetti del cambiamento climatico con eventi atmosferici estremi, la proliferazione di fitopatie mettono alla prova i viticoltori, bombardati da continue emergenze che diventano quotidianità. Con l'esigenza, sempre più forte, di trovare soluzioni politiche e globali al problema;

   il vino italiano è alle prese con uno scenario economico e geopolitico in rapida evoluzione che incide sulle performance dell'export e dei consumi interni. Il volume dell'export mondiale di vino ha accusato un pesante -30 per cento in luglio a causa della crisi di fiducia innescata dal conflitto alle porte d'Europa, con l'esplosione dei prezzi dell'energia e degli input produttivi;

   in questo contesto l'Italia ha tutto sommato contenuto le perdite, registrando solo un -10 per cento in aprile, che è diventato -3 per cento in luglio (dati Ismea). Un segnale comunque preoccupante perché si tratta della flessione più pesante registrata negli ultimi 20 anni. Il settore vitivinicolo, a partire dall'inizio degli anni '90 del secolo scorso, è stato infatti investito da straordinari processi di internazionalizzazione dei flussi commerciali e della governance della produzione. Il comparto vitivinicolo è infatti oggi chiamato a dimostrare una rinnovata capacità di organizzare azioni collettive che consentano: una migliore gestione dell'offerta con un attento studio dei mercati; un maggior stimolo all'innovazione; l'adozione di strumenti collettivi per la gestione del rischio;

   il cambiamento climatico investe la Sicilia più di ogni altra regione e obbliga ad un ripensamento globale di tutto il secolare sistema di coltivazione della vite e di produzione dell'uva. La mancata adozione di misure straordinarie rischia di provocare una pesantissima contrazione dei redditi aziendali e individuali e di accentuare la crisi del mondo della cooperazione siciliana impegnato nel settore vinicolo;

   una crisi di siffatte proporzioni infatti investe il mondo della cooperazione che intercetta circa l'80 per cento della superficie vitata siciliana con circa 25.000 produttori di uve coinvolti;

   alla luce del quadro attuale appare quindi strategico che tutte le autorizzazioni al reimpianto vigneti provenienti da estirpazione con scadenza prevista il 31 dicembre 2022 ancora non utilizzate, vengano equiparate agli ex-diritti con scadenza prevista al 2025 e quindi posticipate;

   i passati regolamenti comunitari prevedevano tempi più lunghi nell'esercizio del diritto di reimpianto. La proroga della scadenza consentirà una programmazione varietale oculata rispetto alle nuove tendenze di mercato del vino derivanti dal nuovo scenario geopolitico –:

   quali iniziative intenda assumere con la massima urgenza al fine di prevedere misure ad hoc a sostegno del comparto vitivinicolo siciliano e quali iniziative intenda adottare per favorire la riconversione e la ristrutturazione dei vigneti.
(5-01951)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta orale:


   TASSINARI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) con la delibera n. 565/2023 ha stabilito un'agevolazione sulla Tari (tassa sui rifiuti) per le utenze domestiche e non domestiche attive al 1° maggio 2023, colpite dall'alluvione di maggio 2023. L'agevolazione consiste in una decurtazione della Tari per i mesi di maggio, giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre 2023;

   per le utenze domestiche la richiesta deve essere corredata da documentazione comprovante il danno all'abitazione, come un'ordinanza di sgombero o evacuazione o idonea documentazione del comune competente;

   per le utenze non domestiche è richiesta una perizia asseverata o giurata, con riferimento ai danni specificati comprovante alternativamente: 1) la ricostruzione in sito dell'immobile ad uso produttivo distrutto; 2) la delocalizzazione, all'interno della regione, se necessario, previa demolizione dell'immobile ad uso produttivo distrutto, 3) la delocalizzazione temporanea, per il tempo strettamente necessario alla realizzazione dei lavori di ripristino;

   nei giorni scorsi Confartigianato della provincia di Ravenna ha scritto ai parlamentari della Romagna chiarendo che, se non vi sarà una modifica sostanziale della delibera, nessuna delle 1552 imprese colpite dall'alluvione potrà ottenere la diminuzione anche se la stessa è stata chiusa o ha avuto danni rilevanti;

   l'articolo 1, comma 12-bis del decreto-legge n. 61 del 2023 prevede che l'Arera, con proprio provvedimento, introduca agevolazioni di natura tariffaria con riferimento alle fatture emesse o da emettere ovvero agli avvisi di pagamento riferiti ai mesi di maggio, giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre 2023, sulla base dei criteri definiti dal commissario straordinario –:

   se non si ritenga opportuno intervenire presso il commissario straordinario per gli interventi nei territori colpiti dall'alluvione, affinché si consenta alle imprese di accedere agli sgravi Tari nella stessa modalità prevista per le civili abitazioni.
(3-00959)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBAGALLO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   con decreto ministeriale n. 161 dell'11 aprile 2023, il Governo ha adottato le linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d'uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali: indipendentemente dal canone o dal corrispettivo individuato, la concessione per l'uso e la riproduzione dei beni culturali è comunque subordinata alla previa verifica di compatibilità della destinazione d'uso della riproduzione con il carattere storico-artistico dei medesimi beni culturali, ai sensi dell'articolo 20 del codice dei beni culturali e del paesaggio;

   il decreto individua due diverse tipologie di concessioni: A. riproduzione di beni; B. uso degli spazi, a loro volta suddivise in undici macro-prodotti: stampe fotografiche, immagini digitali, videoclip, diapositive, fotocolor, microfilm (duplicazione), ingrandimento da microfilm, fotocopie, scansioni, spazio in consegna al concedente, riprese video, cinematografiche e televisive, servizi fotografici;

   nonostante il dissenso manifestato, a distanza di quasi otto mesi il decreto è rimasto pienamente operativo e ancora si attende una risposta dal Ministero, come segnalato dagli addetti ai lavori, rispetto sia alle obiezioni mosse dalle associazioni sia alle richieste di un confronto diretto con l'amministrazione;

   vengono segnalate numerose contraddizioni, opportunamente rilevate sulla stampa generalista, sulle tariffe, ritenute insostenibili per l'impresa economica dello spettacolo dal vivo;

   tali tariffe, piuttosto che adeguare i costi ad un ragionevole aumento, determinano minori entrate con il conseguente aumento, di decine di volte superiori ai costi precedenti;

   si sta determinando la fine di ogni attività di valorizzazione dei teatri antichi e parchi archeologici italiani, un danno al settore spettacolo turismo e cultura per tutta l'Italia;

   nel 2023 la Corte dei conti aveva invitato il Ministero ad «abbandonare i tradizionali paradigmi “proprietari”, in favore di una visione del patrimonio culturale più democratica, inclusiva e orizzontale» anche in considerazione del fatto che generalmente «il rapporto tra costi sostenuti per la gestione del servizio di riscossione e le entrate effettive generate è a saldo negativo» (deliberazione n. 50/2022/G). La Corte di recente è tornata sull'argomento (deliberazione n. 76/2023/G) bocciando sostanzialmente il decreto in questione, il quale incide negativamente «su temi centrali connessi allo studio ed alla valorizzazione del patrimonio culturale nazionale, nonché ad una più ampia circolazione delle conoscenze», in quanto appare «non tener conto né delle peculiarità operative del web, né del potenziale danno alla collettività da misurarsi anche in termini di rinunce e di occasioni perdute; ponendosi, così, in evidente contrasto anche con le chiare indicazioni che provengono dal Piano nazionale di digitalizzazione (Pnd) del patrimonio culturale»;

   la convenzione di Faro, di cui il Parlamento, con la legge n. 133 del 2020, ha autorizzato la ratifica nella XVIII legislatura, pur includendo la tutela e la conservazione del patrimonio culturale (agli articoli 1 c, 5 b, 9 c) fra le azioni prioritarie, ha focalizzato l'attenzione sul diritto al patrimonio culturale come facoltà di partecipare all'arricchimento o all'incremento del patrimonio stesso e di beneficiare delle attività corrispondenti, con riferimento agli ideali e principi fondatori del Consiglio d'Europa, e al diritto della persona a prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, nel rispetto dei diritti e delle libertà altrui sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani (Parigi, 10 dicembre 1948) e garantito dal Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (Parigi, 16 dicembre 1966) –:

   se il Ministro interrogato non intenda – per le motivazioni suddette – avviare un confronto che, coinvolgendo le parti interessate, giunga a individuare i correttivi necessari a favorire le condizioni per la più ampia fruibilità del nostro patrimonio culturale, con particolare attenzione al settore dello spettacolo dal vivo, per il quale le suddette tariffe, ritenute insostenibili, rischiano di comportare la fine di ogni attività.
(5-01949)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   BRAGA, MAURI, BONAFÈ, ROGGIANI, DE LUCA, TONI RICCIARDI, MANZI, VACCARI, DE MARIA, CIANI, GHIO, CASU, GIANASSI, FORNARO, SIMIANI, MEROLA, FERRARI, SERRACCHIANI, MORASSUT, PELUFFO e GRAZIANO. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   ha suscitato scalpore e profonda preoccupazione quanto emerso dai video postati dagli organi di informazione in cui un agente dell'Arma dei Carabinieri, interloquendo con una cittadina manifestante a Milano e riferendosi al Presidente Mattarella afferma testualmente: «Non è il mio Presidente. Io non l'ho votato. Non l'ho scelto io. Non lo riconosco»;

   si tratta di parole pericolose e inaccettabili soprattutto se pronunciate da un agente delle Forze dell'ordine, che ha il compito di servire lo Stato;

   apprezzabile è stata la tempestività con cui il Comando generale dell'Arma ha dichiarato che, per affrontare il caso, avrebbe trasferito l'agente e valutato anche conseguenti provvedimenti disciplinari, questo a tutela anche della meritoria azione che quotidianamente gli uomini in divisa svolgono al servizio del Paese;

   il fatto che un rappresentante dell'Arma si permetta con assoluta naturalezza di disconoscere in quella maniera il Capo dello Stato quale garante della Costituzione, su cui anch'egli ha prestato giuramento, non può e non deve essere minimizzato e deve interrogare tutti coloro a cui è affidata la responsabilità della sicurezza di questo Paese –:

   se il Governo sia a conoscenza – direttamente o attraverso i più alti rappresentati delle Forze dell'ordine – di altri comportamenti simili e quali opportune e tempestive iniziative il Governo intenda assumere per stroncare sul nascere e per isolare ogni comportamento ambiguo e pericoloso nell'ambito delle Forze dell'ordine.
(4-02244)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOLDRINI, SIMIANI e DI SANZO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   lo stabilimento siderurgico Jsw di Piombino si trova da anni in uno stato di prolungata inattività. L'acquisizione degli impianti da parte del gruppo indiano Jindal – avvenuta oltre 5 anni fa – non ha risolto la situazione, anche perché non è stato mai attuato il piano industriale che l'azienda si era impegnata a realizzare al momento dell'accordo sottoscritto con le parti pubbliche il 24 luglio 2018;

   lo stabilimento si trova in una situazione di grave carenza manutentiva e produttiva, incluso il grave stato di decadimento delle infrastrutture portuali in concessione demaniale e demaniale marittima, attualmente scadute;

   il 16 gennaio 2024 è stata sottoscritta un'intesa fra l'azienda, le organizzazioni sindacali, la regione Toscana e il Governo, che ha portato alla proroga della cassa integrazione fino al 7 gennaio 2025 per le lavoratrici e i lavoratori in attesa che venga definito un progetto di rilancio delle acciaierie;

   il 17 gennaio 2024 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa fra il Governo e le aziende Metinvest e Danieli per il rilancio del polo siderurgico di Piombino, e il Ministro aveva annunciato la firma contestuale di analogo protocollo con l'azienda Jsw;

   da notizie di stampa si apprende che il 18 gennaio 2024 si è svolto un incontro tra il Ministro delle imprese e del made in Italy, senatore Adolfo Urso, e l'amministratore delegato del gruppo Jsw, Sajjan Jindal, per discutere i programmi di rilancio del polo siderurgico di Piombino, che vedrebbe impegnata direttamente anche la nuova compagnia Metinvest-Danieli;

   era prevista entro la fine del 2023 la firma di un memorandum d'intesa da parte di Jsw, ma questo impegno è slittato nel tempo facendo crescere ulteriormente tra le lavoratrici e i lavoratori, così come tra i cittadini di Piombino, la già forte preoccupazione sul futuro dello stabilimento –:

   quale sia stato il contenuto dell'incontro tra il Ministro interrogato e l'amministratore delegato di Jsw, e se in quell'occasione siano stati assunti impegni tra le parti;

   a che punto sia l'iniziativa del Governo per dare un futuro stabile e redditizio all'azienda e a chi nell'azienda lavora.
(5-01953)

Interrogazione a risposta scritta:


   SOTTANELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la fine del mercato tutelato dell'energia sta avendo ripercussioni in termini occupazionali – si stima a livello nazionale su circa duemila posti di lavoro – sul settore elettrico e sui servizi correlati, riguardanti gli addetti ai lavori nei call center e nei contact center;

   nella città dell'Aquila, centodieci lavoratori dell'azienda Tecnocall stanno per vedere il termine del loro impiego a causa del mancato ripristino della clausola di salvaguardia, cancellata nel decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181 (cosiddetto «di sicurezza energetica»), che avrebbe tutelato il personale di tale settore;

   nel corso degli ultimi mesi del 2023, il settore era stato tranquillizzato circa la continuità occupazionale dettata dal recepimento nel decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro, il cui articolo 36-ter disponeva, l'applicazione della clausola sociale al personale impiegato nei contact center;

   tale salvaguardia non ha poi trovato conferma nel decreto-legge n. 181 del 2023, il quale ha previsto invece la cancellazione della citata clausola sociale per i lavoratori dei contact center: questa rappresentava una norma di dignità a salvaguardia dei lavoratori del mercato tutelato nella transizione al mercato libero;

   per gestire la forte crisi della commessa, i cui volumi sono scesi a picco negli ultimi mesi ed evitare quindi più dolorose decisioni, l'azienda Tecnocall ha richiesto l'attivazione della cassa integrazione in deroga per gli operatori, che già lo scorso anno hanno fruito del Fondo di Integrazione Salariale a rotazione;

   è già stata avanzata al Ministero richiesta di attivazione di cassa integrazione in deroga della quale ci sarà poi la concertazione sulla durata, ma trattandosi di una vertenza di tipo nazionale, il processo sarà sicuramente lungo;

   per la Tecnocall si tratta di più di cento lavoratori – e delle rispettive famiglie – che, rischiano il proprio posto di lavoro per effetto di novità normative che non hanno tenuto in considerazione le conseguenze che si sarebbero riverberate su questo settore –:

   se si intenda evitare questa importante perdita di posti di lavoro nella città dell'Aquila e la perdita del rilevante valore professionale di questi operatori;

   quali iniziative si intenda intraprendere al fine di garantire con la massima celerità l'erogazione della cassa integrazione in deroga già richiesta dai vertici aziendali di Tecnocall.
(4-02246)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta orale:


   TASSINARI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in Emilia-Romagna sono sempre più le persone che si affidano ai trasporti su ferro per gli spostamenti quotidiani: i dati registrati da Trenitalia per i primi 10 mesi del 2023 rilevano che i passeggeri sono stati oltre 36,5 milioni, con un +22 per cento rispetto al 2022. La crescita è stata pressoché costante nel corso dell'intero anno, fino a toccare nel mese di novembre punte giornaliere di 167 mila passeggeri;

   a fronte dell'aumento esponenziale dei passeggeri è entrato in esercizio il Rock in doppia composizione, un unico convoglio formato da due treni per un'offerta totale di oltre 1.200 posti a sedere, già sperimentato con successo sulla linea Bologna-Prato e ora attivo fra Bologna e Milano, per poi estendere il proprio raggio ad altre fasce orarie e anche alla Romagna;

   il nodo ferroviario di Bologna assume sempre più importanza. Tuttavia il progetto del Sistema ferroviario metropolitano nato nel 1998 e che doveva essere completato nel 2011 è in ritardo, e se ne prevede la piena funzionalità non prima del 2030;

   i lavoratori pendolari romagnoli che dal 2009 si sono riuniti nel comitato Rombo (Romagna-Bologna) lamentano ritardi, soppressioni e treni carichi di passeggeri nelle ore di punta, soprattutto studenti universitari lungo le linee Rimini-Bologna via Faenza e Rimini-Bologna via Ravenna. La linea più problematica e questa, dal momento che, oltre alla città dei mosaici, serve i pendolari di Cesenatico e di Cervia, ma essendo a binario unico vi sono rilevanti criticità;

   in questi ultimi tempi si aggiunge la compresenza, oggi massiccia rispetto al passato, di migliaia di studenti universitari diretti ogni giorno a Bologna al mattino e in Romagna alla sera: i treni sono pieni fino all'inverosimile. Poiché a Bologna non si trovano facilmente case in affitto, tra gli studenti romagnoli di Unibo ce ne sono molti che preferiscono fare avanti e indietro da casa ogni giorno piuttosto che trasferirsi sotto le Due Torri;

   un ulteriore problema è costituito dalla incompleta comunicazione: secondo il comitato Rombo capita spesso di rimanere fermi nelle varie stazioni senza sapere perché, mentre invece la spiegazione del disservizio dovrebbe essere garantita;

   pur apprezzando gli sforzi della regione in termini di mantenimento del costo degli abbonamenti e di ammodernamento e incremento dei convogli, appare chiaro che occorre rafforzare la capacità delle due linee citate –:

   se non ritenga opportuno, per quanto di competenza intervenire su Trenitalia, al fine di rafforzare capacità delle linee Rimini-Bologna via Faenza e Rimini-Bologna via Ravenna.
(3-00956)


   BARZOTTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da articoli di stampa si apprende che il responsabile sviluppo di Rfi Michele Rabino, nell'ambito di un convegno, abbia ufficializzato che il raddoppio ferroviario tra Mortara-Abbiategrasso non verrà finanziato né effettuato;

   durante il Governo Conte I, sono stati effettivamente compiuti passi significativi verso il raddoppio;

   nel 2019, il Governo ha destinato una parte dei fondi necessari per avviare il progetto, dimostrando un impegno tangibile nei confronti di questa infrastruttura chiave;

   a ciò si aggiungono i fondi che sono stati stanziati dall'Europa;

   la gravissima decisione di questo Governo del mancato raddoppio ferroviario tra Milano e Mortara rappresenta una questione di rilevante importanza per lo sviluppo e l'efficienza del sistema ferroviario in Lombardia;

   quest'opera è fondamentale per aumentare la capacità della linea e ridurre i tempi di percorrenza;

   il mancato raddoppio ferroviario tra Milano e Mortara ha avuto e continuerà ad avere un impatto significativo su diversi aspetti, influenzando la mobilità, l'ambiente, il lavoro e l'economia;

   in termini di mobilità, ad esempio, la mancata realizzazione del progetto ha comportato tempi di percorrenza più lunghi e una capacità limitata sulla linea ferroviaria esistente. Ciò ha causato disagi per i passeggeri e ha ostacolato l'efficienza del trasporto delle merci, influenzando negativamente la competitività economica delle imprese locali;

   dal punto di vista ambientale, poi, il mancato raddoppio ha importanti implicazioni negative in termini di riduzione dell'uso dell'auto e dei camion, favorendo un trasporto più sostenibile e riducendo le emissioni di gas serra –:

   se il Ministro sia a conoscenza della problematica e quali iniziative di competenza intenda porre in essere per sbloccare l'iter di progettazione e realizzazione dell'opera.
(3-00957)


   ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la legge 8 maggio 2020, n. 31, di conversione del decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16, ha definito il modello di governance dei Giochi Olimpici Milano-Cortina 2026, affidando alla società Simico s.p.a., quale centrale di committenza e stazione appaltante, la progettazione e realizzazione delle opere connesse;

   tra i progetti di maggiore rilievo del piano degli interventi, rientra l'intervento, denominato «Cortina Sliding Centre», di riqualificazione della pista di bob «Eugenio Monti» di Cortina d'Ampezzo, individuato nel masterplan olimpico, quale «venue» di gara per lo svolgimento delle discipline del bob, del parabob, dello skeleton e dello slittino;

   la Simico s.p.a. il 23 gennaio 2024, tramite il sito istituzionale, ha reso noto che in merito al bando di gara per la realizzazione del «Cortina Sliding Centre» (lotto 2), il commissario di Governo, ingegner Luigivalerio Sant'Andrea, ha formalmente comunicato alle amministrazioni e agli enti di competenza, che si sono conclusi i lavori della commissione aggiudicatrice con l'individuazione dell'operatore economico che ritiene l'opera fattibile, nei modi e nei tempi previsti nello stesso bando;

   il 29 gennaio 2024, tramite proprio comunicato stampa, la Camera del lavoro di Belluno e la Fillea Cgil di Belluno, hanno espresso preoccupazione riguardo i tempi strettissimi entro i quali la pista da bob dovrà essere ultimata, con conseguenze sulla sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici che vi saranno impiegate, a partire da quell'indagine sulla presenza di ordigni bellici, sull'area interessata dal cantiere, che nel cronoprogramma dei lavori non compare;

   in particolare, con riguardo a tale ultimo aspetto, il comunicato cita il piano di sicurezza e coordinamento relativo al progetto esecutivo, che recita: «Considerato che le aree oggetto di intervento si collocano nella fascia inferiore della pendice orientale del Col Drusciè esternamente all'abitato di Cortina e distanti dal fronte delle trincee, il rinvenimento di ordigni bellici inesplosi appare poco probabile e si ritiene il rischio bellico residuo modesto accettabile»;

   con legge 1° ottobre 2012, n. 177 sono state introdotte modifiche ai decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 in materia di sicurezza sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici, disponendo l'obbligo di valutare il rischio dovuto alla presenza di ordigni bellici inesplosi rinvenibili durante le attività di scavo di qualsiasi profondità e tipologia;

   con direttiva n. 001/B.TER./2015 della Direzione dei lavori e del demanio, è stato definito il procedimento tecnico-amministrativo inerente «il rilascio del parere vincolante, la sorveglianza, la verifica di conformità relativi al servizio di bonifica bellica sistematica terrestre da ordigni bellici esplosivi residuati bellici eseguita, a scopo precauzionale, da soggetti interessati a norma dell'articolo 22 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 – come modificato dal decreto legislativo 24 febbraio 2012, n. 20»;

   la valle ampezzana è stata tra i principali teatri di guerra del primo conflitto mondiale, dove ancora oggi sono ben visibili resti di trincee, gallerie, postazioni in caverna, crateri prodotti dall'esplosione di mine e ordigni bellici –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa, secondo quali criteri e indagini sia stato valutato il rischio di rinvenimento di ordigni bellici inesplosi nell'area dove dovrebbe sorgere il «Cortina Sliding Centre», se siano stati valutati i possibili danni derivanti da eventuale esplosione nelle zone d'intervento e nelle aree limitrofe e se non si ritenga di dover intervenire nei confronti del commissario di Governo, ingegner Luigivalerio Sant'Andrea, affinché venga attivato lo specifico iter per la bonifica bellica sistematica terrestre a tutela della sicurezza dei lavoratori e delle popolazioni residenti nell'area.
(3-00958)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   TOSI e CAROPPO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Montagnana (Padova) ha in corso un costruttivo confronto con Rfi per il recupero di un'area da molto tempo soggetta a incuria e degrado;

   l'ultima comunicazione da parte di Rfi risale al 30 marzo 2023;

   il comune ha urgenza di avere a disposizione il bene per prendersene cura, eliminando ovvero prevenendo situazioni di insicurezza per la popolazione –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda adottare iniziative volte a favorire la conclusione dell'iter descritto in premessa.
(5-01940)


   GHIRRA e MARI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   i siti online www.tvoggisalerno.it e www.saiemonotizie.it rispettivamente il 22 e 23 novembre 2023 hanno pubblicato la risposta ufficiale con la quale Rete ferroviaria italiana chiarisce la sua posizione in merito all'ostacolo burocratico che da tempo tiene fermo il cantiere autorizzato dal comune di Salerno e che prevede la realizzazione di box interrati in piazza Cavour, sul lungomare, nella sua parte centrale;

   dalla risposta di Rfi si apprende che tra il comune di Salerno ed Rfi sono intercorsi rapporti finalizzati a definire l'assetto proprietario delle volumetrie interessate dal progetto di realizzazione dei box interrati in piazza Cavour, per le quali l'amministrazione ha avanzato richiesta di acquisto;

   a seguito delle suddette interlocuzioni, Rfi ha autorizzato la procedura di vendita e allo stato attuale la società Ferservizi, per conto di Rete ferroviaria italiana, sta curando tutte le lavorazioni propedeutiche alla stipula dell'atto notarile di vendita e sarebbero in corso di rilascio i certificati di destinazione urbanistica delle aree in parola;

   il contenuto della risposta lascia intendere che, in tutto o in parte, la proprietà dell'area in questione sia rimasta di Rete ferroviaria italiana e non del comune di Salerno;

   l'insistente presenza dell'ingombro, che ha interdetto per anni parte del lungomare cittadino e anche l'area antistante palazzo Sant'Agostino, ha esasperato i residenti –:

   se il Ministro interrogato, alla luce della recente nota di Rfi richiamata in premessa, non intenda richiedere a Rete ferroviaria italiana di rendere noti i termini della trattativa sul passaggio della proprietà dell'area in questione al comune di Salerno e se possa confermare che la stessa sia tutt'ora proprietaria, in tutto o in parte, dell'area dove insiste il cantiere per la costruzione di box sotterranei autorizzato dal comune di Salerno.
(5-01941)


   FRIJIA, RAIMONDO, AMICH, BALDELLI, CANGIANO, LONGI, RUSPANDINI e GAETANA RUSSO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'escalation del conflitto nel Mar Rosso, innescata dagli attacchi dei ribelli Houthi ai danni delle navi mercantili, è destinata ad avere un impatto a lungo termine anche sui traffici marittimi e, in particolare, sui porti italiani, che ne risulteranno svantaggiati a favore dei porti francesi e della Germania;

   come messo in luce da uno studio dell'autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centrosettentrionale di Ravenna, stanno vertiginosamente salendo le tariffe del trasporto marittimo, in crescita di oltre il 200 per cento tra dicembre 2023 e gennaio 2024 e i noli per i container tra Italia e Cina mostrano già un rincaro del 25 per cento il trasporto via mare dei container ne risulta, quindi, sconvolto e portarne uno da Shanghai a Genova vede rincari molto più forti rispetto ai viaggi verso Rotterdam, New York o Los Angeles, con gravi ripercussioni per l'export italiano che passa per la gran parte dal Mar Rosso;

   in particolare, le compagnie di navigazione Cosco, MSC, Maersk, CMA CGM, Hapag Lloyd oltre all'israeliana ZIM, a partire da metà dicembre 2023 hanno temporaneamente sospeso il transito vicino alle coste yemenite e attraverso il Canale di Suez, da cui passa il 12 per cento delle merci mondiali. La rotta alternativa è rappresentata dalla circumnavigazione dell'Africa dal Capo di Buona Speranza e l'arrivo al Mediterraneo attraverso Gibilterra, che significa percorrere oltre 2.500-3.500 miglia nautiche e tempi di navigazione più lunghi del 30 per cento ovvero circa 10 giorni in più;

   secondo Xeneta, la piattaforma che monitora le tariffe del trasporto marittimo, «le tariffe di trasporto marittimo dall'Estremo Oriente al Mediterraneo e al Nord Europa sono destinate ad aumentare del 200 per cento da metà dicembre nei prossimi sette giorni. Più a lungo durerà questa crisi, maggiori saranno i disagi che causerà al trasporto marittimo di merci in tutto il mondo e i costi continueranno ad aumentare. Ciò significa che le merci subiranno ritardi o non arriveranno affatto e che i prezzi aumenteranno per il consumatore finale»— ,

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere al fine di sostenere gli effetti della contrazione dei traffici nei porti italiani e nei rispettivi terminal portuali, attraverso misure di ristoro, disposizioni in materia di lavoro portuale e di trasporti marittimi o la previsione di zone franche intercluse, estese anche agli interporti o distretti logistici collegati ai sistemi portuali in un raggio di 100 chilometri al fine di conferire nuove potenzialità agli scali nazionali e incentivare nuovi insediamenti.
(5-01942)


   IARIA, FEDE, CANTONE e TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   durante la visita a Torino in data 19 gennaio 2024, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, il Ministro interrogato, ha dichiarato «Con la richiesta di inserire collegamenti veloci serali tra Torino e Milano il Sindaco Lo Russo ha già giocato il suo bonus», lasciando intendere che quella è l'unica richiesta che verrà presa in considerazione e che quindi non verranno stanziati i fondi necessari per includere gli ampliamenti necessari per la realizzazione della metro 2;

   ad avviso degli interroganti, il sindaco Lo Russo non ha tenuto conto, con la sua richiesta, delle reali priorità della mobilità torinese e dei suoi cittadini;

   la metro 2 è uno dei principali interventi per il futuro di una mobilità sostenibile torinese e attraverso la sua realizzazione si andrebbe incontro anche alle necessità di spostamento tra i comuni della città metropolitana e il suo capoluogo;

   la linea metro 2 è necessaria anche per rilanciare le periferie e la più volte citata Barriera di Milano e quindi molto più urgente per i torinesi di un collegamento serale con Milano;

   la linea metro 2 è uno strumento fondamentale per la riduzione del traffico e delle polveri sottili che sappiamo essere uno dei problemi di tutto il bacino Padano di cui la città di Torino fa parte;

   il tracciato della metro 2 è stato rivisto ed esteso proprio per garantire la sostenibilità finanziaria dell'infrastruttura, che verrebbe a mancare qualora l'opera non potesse essere completata nella sua interezza;

   la mancanza di sostenibilità finanziaria creerebbe quindi la necessità di ulteriori finanziamenti per garantire l'esercizio, vanificando i presunti risparmi sui finanziamenti per il completamento;

   secondo gli studi prodotti sull'opera, il completamento della stessa, ridurrebbe di circa 200.000 auto giornaliere il traffico nella metropoli torinese, riducendo quindi non solo l'inquinamento ambientale, ma anche la congestione e l'incidentalità, diminuendo i costi per le imprese ed i cittadini e riducendo anche i costi sanitari legati a cure e riabilitazioni –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative di competenza volte ad aumentare i finanziamenti previsti per la nuova linea metro 2, in modo da compensare gli extra costi emersi in corso d'opera e permettere la realizzazione complessiva entro tempi certi.
(5-01943)


   MORASSUT, MEROLA, BARBAGALLO, GHIO, BAKKALI e CASU. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   desta profondo sconcerto la predisposizione di una direttiva ministeriale, per contrastare il progetto «Città 30», riducendo la possibilità per i comuni di applicare il limite dei 30 chilometri orari all'interno delle aree urbane;

   il progetto delle «Città 30», adottato in via sperimentale a Bologna, è finalizzato a migliorare la sicurezza stradale, la mobilità e la qualità dell'aria secondo quanto indicato dal Piano per la sicurezza stradale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che, recependo linee guida internazionali, indica il limite dei 30 chilometri orari come misura chiave per ridurre gli incidenti sulle strade urbane;

   i dati Istat indicano che il 73 per cento degli incidenti stradali in Italia avviene dentro le città, l'80 per cento delle vittime negli incidenti in città sono pedoni, ciclisti e motociclisti; la velocità è la prima causa in assoluto degli incidenti più gravi, quelli mortali, in città;

   la «Città 30» risponde quindi all'esigenza vitale di abbassare la velocità massima sulle strade urbane, a tutela prima di tutto degli utenti vulnerabili. Gli studi sono concordi nell'indicare che meno velocità significa ridurre sia la probabilità, sia la gravità degli incidenti stradali. Quindi il progetto, facendo seguito anche alle richieste dell'organizzazione mondiale della sanità, è centrale per raggiungere l'obiettivo di riduzione del 50 per cento dei morti sulle strade per incidenti stradali;

   le sperimentazioni di «Città 30» avviate in Italia si inseriscono in un percorso già intrapreso da altre città europee come Londra, Madrid, Barcellona, Amsterdam e Bruxelles, che dimostrano uno spiccato miglioramento della sicurezza nel tessuto urbano, senza causare i temuti blocchi della circolazione, quello che si sta già verificando anche a Bologna con il calo del 21 per cento di incidenti e del 27 per cento di pedoni investiti dopo le prime due settimane di avvio del provvedimento;

   in tale contesto assume un rilievo centrale il sostegno che il Ministro può fornire, oltre che per sostenere le sperimentazioni in corso di «Città 30», anche per potenziare il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, al collasso in tantissime realtà, e per rinnovare il contratto delle lavoratrici e dei lavoratori del settore sempre più in sofferenza –:

   se non ritenga lesiva della autonomia dei comuni un intervento teso a limitare le possibilità di programmare le zone 30 nelle città e se non ritenga più utile attendere l'esito delle sperimentazioni in atto per una adeguata valutazione, nell'interesse generale dell'obiettivo di prevenire e ridurre gli incidenti stradali.
(5-01944)


   PASTORELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la tranvia Milano-Limbiate che collegava la città di Milano con l'hinterland brianzolo è stata soppressa nel settembre 2022 e sostituita da un servizio autobus, in vista dell'ammodernamento della linea e della sua conversione in metrotranvia;

   a dicembre 2022 il comune di Milano ha approvato il progetto della suddetta metrotranvia, prevedendo un costo totale di circa 180 milioni di euro. Di questi, circa 26 milioni erano stati quantificati come extra costi da coprire con risorse individuate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

   nei mesi successivi, in seguito alla mancata individuazione da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti delle menzionate risorse, il comune di Milano ha ripetutamente sollecitato il Ministero per avere risposte riguardanti le coperture, indispensabili al fine di indire il bando di finanziamento. In ultimo, si è richiesta la proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2023 della scadenza del bando di assegnazione di 56 milioni di euro di finanziamento, formalmente già assegnati al comune ma inutilizzabili in mancanza delle coperture degli extra costi;

   le mancate risposte del Ministero hanno comportato un notevole ritardo nell'inizio dei lavori e la potenziale perdita dei finanziamenti destinati alla tranvia;

   a novembre 2023 il Ministero ha annunciato lo schema di decreto recante modalità di utilizzo delle risorse aggiuntive destinate al trasporto rapido di massa (Trm) stanziate dalla legge 29 dicembre 2022, n. 197, che prevedrebbe il finanziamento, pari a circa 390 milioni di euro, di alcuni investimenti per il trasporto rapido, tra cui figura la linea tranviaria Milano-Limbiate, e su cui il 6 dicembre 2023 la Conferenza Unificata ha sancito intesa;

   il 30 settembre 2023, rispondendo ad un'interrogazione del senatore Romeo (interrogazione 4-00711) il Ministro interrogato aveva ribadito che si sarebbe provveduto a coprire i fabbisogni relativi alla tranvia Milano-Limbiate a valere alle risorse stanziate con la legge di bilancio 2023 per il fondo investimenti, destinato al settore dei sistemi di trasporto rapido di massa, per un importo complessivo di 88,5 milioni di euro –:

   quali siano i motivi dei ritardi nell'assegnazione delle risorse per la riqualificazione e conversione della metrotranvia Milano-Limbiate, e quando si preveda che possano iniziare i lavori, già a lungo rimandati, che permetteranno ai cittadini milanesi e brianzoli di usufruire di un servizio ormai fermo da troppo tempo.
(5-01945)


   MACCANTI, PRETTO, DARA, FURGIUELE e MARCHETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   i portabici sono definiti strutture leggere e amovibili che non modificano in modo significativo la massa a vuoto del veicolo e possono, quindi, essere montati sull'automobile sia tramite appositi punti di aggancio previsti dal costruttore del veicolo, sia sul gancio di traino a sfera;

   la circolare n. 25981 dei 6 settembre 2023 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e la successiva circolare di chiarimento n. 30187 del 12 ottobre 2023, stabiliscono che i portabici possono essere installati e utilizzati solo a certe condizioni: in particolare, la lunghezza non deve superare 1,20 metri, incluse le bici trasportate, la larghezza non deve superare quella dell'autoveicolo, incluse le bici, e l'altezza non deve superare 2,50 metri;

   inoltre, se il portabici e le bici installate ostruiscono anche parzialmente i dispositivi di illuminazione e di segnalazione visiva, devono essere installati dispositivi supplementari ripetitori, omologati e corrispondenti a quelli previsti sul veicolo;

   in caso di ostruzione anche parziale della targa, è necessario applicare la targa ripetitrice con le modalità previste per il carrello appendice. In tali casi, sono necessarie visita e prova da parte degli uffici della motorizzazione civile nonché l'aggiornamento del documento unico di circolazione e di proprietà del veicolo;

   tali disposizioni, adottate in adeguamento a quanto previsto dall'articolo 164 del codice della strada, rendono tuttavia complesso l'uso del portabici su molti modelli di auto, tenuto conto della larghezza delle auto (esclusi i retrovisori esterni) e della lunghezza di molte biciclette. Una bicicletta da turismo con telaio grande e ruote da 28" sfiora 1,9 metri di lunghezza. Solo le auto di grandi dimensioni hanno una larghezza superiore;

   alcuni costruttori hanno promosso sulla questione un ricorso al Tar, inizialmente respinto, e si sono successivamente appellati al Consiglio di Stato, il quale, con ordinanza del 19 gennaio 2024, ha sospeso la circolare in attesa di un nuovo giudizio di merito di fronte al Tar, riconoscendo le ragioni avanzate dai ricorrenti circa la complessità e il carattere tecnico della controversia –:

   alla luce dell'ordinanza sospensiva dei Consiglio di Stato, se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di rendere le disposizioni relative all'installazione di portabici più idonee e tecnicamente conformi alle esigenze degli utenti.
(5-01946)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   SARRACINO e AMENDOLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Lungo la strada statale 407 Basentana in direzione Metaponto, in territorio di Ferrandina (Matera) vi è uno svincolo per accesso alla stazione ferroviaria;

   suddetta stazione insiste lungo la tratta Battipaglia-Potenza-Taranto ed è di fatto la stazione di Matera città;

   purtroppo suddetto accesso, soprattutto di notte, non è adeguatamente segnalato in quanto non vi è illuminazione e la segnaletica è vecchia, sporca e non adeguata, tant'è che risulta non visibile l'indicazione per lo scalo ferroviario;

   e questa situazione perdura anche dopo i lavori di messa in sicurezza e di installazione dello spartitraffico centrale lungo l'arteria;

   si tratta di una criticità evidente anche in termini di sicurezza e anche come biglietto da visita per una stazione terminale di importanti flussi turistici –:

   anche in considerazione dell'importanza dello svincolo in oggetto, quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda assumere nei confronti di Anas al fine di adeguare tempestivamente la segnaletica di accesso.
(5-01948)


   AMORESE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 9 dicembre 2020 la viabilità sulla strada statale 12 del Brennero è stata interrotta a causa di una frana in località Chifenti a Borgo a Mozzano, tra il chilometro 44,300 e il chilometro 46,200;

   nei mesi successivi si sono susseguiti lavori per ripristinare il tratto, con gravi ritardi da parte di Anas, ma non si è mai attuato un progetto concreto di messa in sicurezza e ripristino della strada statale 12 del Brennero;

   si segnalano inoltre i seguenti atti di indirizzo e controllo presentati in seno al Consiglio regionale Toscana:

    a) l'interrogazione a risposta scritta n. 64 dei 30 dicembre 2020 «in merito alla viabilità sulla Strada Statale 12 del Brennero»;

    b) l'interrogazione a risposta orale n. 80 del 25 gennaio 2021 «in merito ai danni provocati dai frequenti fenomeni temporaleschi in Toscana»;

    c) la mozione n. 220 del 4 maggio 2022 «in merito agli indennizzi a favore dei cittadini e delle attività danneggiati dalla prolungata chiusura della Strada Statale 12 del Brennero»;

   in tutta la Valle del Serchio, in particolare nella Mediavalle, il maltempo e le abbondanti precipitazioni stanno diventando una costante e la frequenza di eventi atmosferici impattanti sta provocando situazioni emergenziali;

   poiché tale zona è caratterizzata da un significativo rischio idraulico e idrogeologico, è necessario, per fronteggiare i pericoli di frane e di alluvioni, intervenire attraverso la prevenzione, la messa in sicurezza e il ripristino dei dissesti dovuti agli eventi calamitosi;

   occorre quindi un intervento strutturale definitivo che garantisca la durevolezza e la resistenza nel tempo;

   a causa degli ultimi eventi atmosferici, la strada statale 12 del Brennero è stata nuovamente chiusa a causa di smottamenti;

   risultano essere ingenti i danni economici per i residenti e le aziende che insistono sul quel territorio;

   in particolare, i cittadini di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca, comune sicuramente più danneggiato dalla chiusura del tratto che va da Chifenti a Borgo a Mozzano, ogni anno, con l'avvento dell'autunno sempre più caratterizzato da forti piogge, si ritrovano di fronte a chiusure incessanti e ripetute del tratto stradale, nonché a una mancanza di sicurezza per il transito;

   venerdì 10 novembre 2023, si è verificato un nuovo smottamento sul lato monte tra Piaggione e Scott Italvetro, già interessato anch'esso nel dicembre 2022 da una frana –:

   se intenda attivarsi presso il compartimento Anas della Toscana, soggetto gestore della strada statale 12 del Brennero per sapere:

    a) quale sia ad oggi lo stato dell'arte dei progetti di messa in sicurezza del tratto stradale;

    b) a che punto sia il progetto che riguarda il tratto che dal Ponte del Diavolo arriva a Piaggione (frazione di Lucca);

    c) per quando si ritenga possibile la riapertura del tratto sul lato monte tra Piaggione e Schott Italvetro, interessato da una recente frana.
(5-01954)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASU e MAURI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 29 gennaio 2020 è stato indetto, con decreto del Capo della polizia, un concorso pubblico per esami e titoli per il reclutamento di 1.650 allievi agenti della polizia di Stato;

   a quel che risulta da notizie di stampa, in 800 hanno superato la prova scritta e sono risultati idonei, con voti compresi tra 8,250 e 8,02 decimi;

   successivamente, con decreto del 16 novembre 2021, il Direttore centrale del Ministero dell'interno, Dipartimento di pubblica sicurezza ha approvato la graduatoria, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 19 novembre 2021, e che, come tutte le graduatorie di concorsi pubblici, ha validità di due anni;

   sempre da notizie di stampa si apprende che con decreto del Capo della polizia del 29 settembre 2022 veniva indetto un nuovo concorso pubblico, per 1.188 posti di allievo agente della polizia di Stato, e il 6 giugno 2023 veniva approvato lo scorrimento integrale della graduatoria di questo secondo concorso, che comprenderebbe anche concorrenti che hanno conseguito nella prova scritta un voto inferiore rispetto a quello degli idonei del concorso del 2020;

   inoltre, il 7 luglio 2023 la stampa riportava la notizia di un ulteriore concorso per l'assunzione di 1.650 allievi della polizia;

   da quest'ultimo, molti degli idonei del citato concorso del 2020 sarebbero esclusi per limiti di età –:

   se al Ministro interrogato consti quanto sopra esposto e, in caso positivo, se possa motivare le decisioni prese dall'amministrazione e, inoltre, quali iniziative di competenza intenda intraprendere con urgenza per sanare quella che appare essere una vera ingiustizia nei confronti degli idonei del concorso sopra ricordato per il reclutamento di 1.650 allievi agenti della polizia di Stato del 2020.
(5-01952)

Interrogazione a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa che Nello Trocchia, giornalista e inviato dal quotidiano Domani si trova in una situazione di grave preoccupazione che riguarda la sua sicurezza personale e la libertà di stampa;

   nel corso degli anni, grazie al suo lavoro di inchiesta, ha realizzato documentari e articoli su alcune delle più note organizzazioni criminali italiane, come i Casamonica, i clan albanesi e i Moccia. Questo ha portato ad una sua elevata riconoscibilità pubblica, specialmente a Roma, e anche a minacce dirette nei suoi confronti;

   fino al 2021, quando viveva in zona Cassia, ha notato una presenza costante dei carabinieri a tutela della sua sicurezza, essendo sottoposto a vigilanza generica. Tuttavia, secondo questo consta all'interrogante, da quando si è trasferito questa presenza è drasticamente diminuita, rendendo la sua posizione più vulnerabile anche alla luce delle minacce che riceve;

   minacce pubbliche che gli sono state rivolte durante lo svolgimento del suo lavoro di inchiesta giornalistica, ad esempio da Guerino Casamonica, detto Pelè, oltre a specifici fatti che è necessario sottoporre all'attenzione;

   si è costituito parte civile nel processo contro quattro membri della famiglia Casamonica, ad oggi tutti liberi, condannati di recente in secondo grado; ha realizzato diverse inchieste sui fratelli Graviano e di recente Salvatore Baiardo, dal suo profilo social, avrebbe più volte indicato Nello Trocchia come cattivo esempio di giornalismo;

   già nel 2015 da un'informativa dei carabinieri aveva saputo che un boss, in carcere a colloquio con il fratello, parlava di spaccargli la testa; la ragione era evidente, con le sue indagini aveva innescato l'inchiesta della magistratura che aveva portato all'arresto e alla condanna del boss a 7 anni di carcere. Di quel boss, dopo che è uscito dal carcere, si è nuovamente occupato e ha ricevuto una querela per diffamazione. Il boss è attualmente libero dopo aver scontato la sua pena. Il giornalista riceve, inoltre, sui suoi canali social regolarmente insulti da diversi profili, per la sua attività di inchiesta;

   da ultimo ha raccontato la presenza in comunità di recupero del narcotrafficante Dorian Petoku, poi evaso, insieme al picchiatore Kevin Di Napoli. Quest'ultimo dalla sua pagina Facebook ha postato l'articolo di Trocchia con seguito di insulti pesanti ai suoi danni da parte di seguaci di Di Napoli. Lo stesso Di Napoli ha commentato un post su Instagram con la faccia di Trocchia con un «Amen» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione di minaccia e vulnerabilità in cui si trova Nello Trocchia, e quali misure siano state o verranno adottate per garantire la sua sicurezza personale, in considerazione del calo di presenza delle forze dell'ordine a seguito del suo trasferimento in altra zona di residenza;

   quali iniziative specifiche intenda adottare per rafforzare la protezione dei giornalisti impegnati in inchieste su organizzazioni criminali, come nel caso di Nello Trocchia e se intenda fornire ogni forma di supporto ai giornalisti che, come Nello Trocchia, sono esposti a rischi a causa delle loro indagini e inchieste giornalistiche;

   quali iniziative siano in atto o pianificate per rafforzare la libertà di stampa in Italia, in particolare per garantire che i giornalisti possano esercitare il loro lavoro senza subire minacce o intimidazioni.
(4-02251)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende, il consiglio di istituto dell'Ites Barozzi di Modena il 18 gennaio 2024 avrebbe deciso di sospendere per dodici giorni uno dei rappresentanti degli studenti a causa di alcune sue dichiarazioni rilasciate il 28 novembre 2023 durante una videointervista alla Gazzetta di Modena, con le quali argomentava le motivazioni poste alla base della manifestazione studentesca svolta quel giorno e lamentava l'atteggiamento conflittuale della presidenza che, ad esempio, al termine dell'anno scolastico precedente, per evitare che festeggiassero la fine dell'anno scolastico, aveva ordinato agli studenti di recarsi a scuola senza borse e zaini e di aver proceduto, bloccando il libero accesso all'istituto, alla perquisizione di tutti gli studenti e le studentesse che ne erano in possesso e che si sono trovati costretti a depositarli all'ingresso, insieme a cibo e bevande;

   lo studente, nell'esercizio della sua funzione di rappresentante degli studenti aveva, dunque, lamentato alla Gazzetta di Modena l'assenza di dialogo con la dirigenza scolastica e di alcune problematiche riscontrate negli anni e sulle quali gli studenti erano intenzionati a confrontarsi con un approccio costruttivo, chiedendo ascolto e soluzioni e per questo avevano deciso di indire una manifestazione studentesca che si è poi svolta ordinatamente;

   secondo quanto consta all'interrogante, la dirigente dell'istituto Barozzi, alla vigilia della manifestazione promossa dagli studenti, avrebbe preannunciato ai genitori dello studente l'intenzione di allertare la Digos. Specificando che agli studenti promotori della protesta non era stata concessa l'autorizzazione a manifestare. Tale circostanza è stata vissuta dagli stessi come un atteggiamento intimidatorio e minaccioso nei confronti loro e della legittima protesta studentesca;

   ad avviso dell'interrogante il comportamento della dirigente dell'istituto Barozzi, oltre a tradire il rapporto di fiducia che deve esistere alla base del patto educativo, si pone in contrasto con i principi di accoglienza e inclusione che la scuola deve favorire, nonché del mantenimento di un clima democratico, di partecipazione e di scambio di idee ed esperienze che la scuola deve contribuire ad alimentare;

   dagli elementi in possesso dell'interrogante si apprende inoltre che lo stesso studente è stato destinatario di una nota di condotta apposta dalla vicepreside in data 4 dicembre 2023 per aver inoltrato agli altri rappresentanti di classe e d'istituto una mail della stessa vicepreside nella quale, rispondendo alla richiesta degli studenti su un'apertura anticipata dei cancelli della scuola, dichiarava che per fare ciò occorreva modificare i turni dei collaboratori scolastici;

   a parere dell'interrogante entrambi i provvedimenti disciplinari non hanno motivo di esistere perché lo studente ha agito nell'esercizio della sua funzione di rappresentante di istituto e i fatti a lui addebitati non costituiscono comportamenti sanzionabili;

   inoltre, sempre a parere dell'interrogante, il comportamento della dirigenza scolastica è improntato ad una concezione autoritaria che intende soffocare qualunque istanza studentesca in qualsiasi forma questa possa esprimersi, anche da parte di soggetti investiti di funzioni di rappresentanza riconosciute e tutelate;

   inoltre occorre sottolineare come, in relazione alla nota disciplinare comminata il 18 gennaio 2024; la stessa appaia tardiva rispetto a fatti accaduti due mesi prima e non di competenza del consiglio di Istituto, che interviene in materia di sanzioni disciplinari solo per comportamenti di estrema gravità, ma del consiglio di classe;

   per quanto riguarda la contestazione del 4 dicembre 2023 invece, il contenuto della mail non aveva carattere riservato tale da giustificare un provvedimento disciplinare a causa della sua diffusione a terzi –:

   se il Ministro interrogato non intenda attivare il competente Ufficio scolastico regionale al fine di verificare, in relazione ai fatti esposti in premessa, eventuali violazioni delle norme previste nel decreto del Presidente della Repubblica n. 235 del 2007, dei regolamenti scolastici, di pareri e note del Ministero dell'istruzione da parte della dirigenza scolastica dell'Ites Barozzi di Modena.
(4-02242)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   STEFANAZZI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dopo aver eliminato definitivamente il reddito e la pensione di cittadinanza, con il cosiddetto «decreto lavoro 2023» (decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni in legge 3 luglio 2023, n. 85) il Governo ha introdotto alcune misure sostitutive, sebbene molto più blande, istituendo, tra gli altri, l'assegno di inclusione;

   l'assegno di inclusione avrebbe dovuto essere riconosciuto a decorrere dal 1° gennaio 2024 quale misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell'Isee, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa;

   in una conferenza stampa tenutasi il 25 gennaio 2024, la Ministra interrogata ha dichiarato che «450 mila nuclei familiari» avrebbero potuto ritirare la carta l'indomani e che i primi pagamenti sarebbero stati di conseguenza erogati nella stessa data del 26 di gennaio;

   a pochi minuti di distanza, l'Inps ha pubblicato un comunicato in cui si davano notizie difformi da quelle diffuse dalla Ministra. In particolare, si legge che:

    «Le domande lavorate (pervenute entro i primi giorni di gennaio) sono state 446.256, di cui 418.527 con PAD sottoscritto.

    Dai controlli preventivi effettuati, è emerso che:

     12.222 domande necessitano di un supplemento di istruttoria per l'acquisizione della certificazione attestante il requisito richiesto ai fini del riconoscimento della misura. L'Inps, acquisita la certificazione, potrà procedere al pagamento dal prossimo 15 febbraio o comunque entro 60 giorni qualora non pervenga la certificazione da parte degli enti preposti;

     1.140 in istruttoria per controlli interni dell'istituto (accertamenti antifrode);

     117.461 domande sono state respinte per mancanza di requisiti. Tra le principali cause risultano esito negativo sopra soglia su DSU, superamento delle soglie di reddito, omessa dichiarazione dell'attività lavorativa.

    Quindi, le prime 287.704 domande, che hanno superato positivamente la fase istruttoria, andranno in pagamento il 26 gennaio con un importo medio di 645,84 euro.»;

   in sostanza, le domande ammesse, e a cui di conseguenza corrisponderà effettivamente l'erogazione del beneficio, sono 165 mila in meno rispetto a quanto dichiarato dalla Ministra;

   inoltre, in molti territori, da ciò che apprende l'onorevole interrogante, si registrano enormi ritardi ai fini della sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (Pad) e delle attività connesse, interamente riconducibili agli enti pubblici preposti alle verifiche, ai controlli e allo svolgimento delle procedure occorrenti –:

   se intenda spiegare le ragioni della clamorosa difformità tra le informazioni che ha reso alla stampa e quelle contenute nel comunicato pubblicato dall'Inps pochi minuti dopo;

   se intenda, per quanto di competenza, verificare l'effettiva sussistenza di ritardi nelle attività e nelle procedure volte all'accesso al beneficio ed accertarne eventualmente le relative responsabilità;

   se intenda, alla luce del respingimento di più di un quarto delle domande presentate, operare le dovute valutazioni sui requisiti richiesti, al fine di apprezzarne l'idoneità per la selezione all'accesso di una misura di sostegno al reddito dei cittadini in gravi difficoltà economiche.
(4-02245)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   MANZI, CURTI e SIMIANI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le nuove modalità per l'ottenimento dei Cig, introdotte da inizio 2024, sono particolarmente complesse e generano nuovo carico burocratico per le amministrazioni;

   occorre poter disporre di piattaforme semplici, poco onerose, interfacce chiare, che garantiscano tempi rapidi di lavoro a carico dei collaboratori dei comuni per compilare form on line: le ultime novità e le nuove piattaforme rallentano e in molte situazioni bloccano gli enti locali;

   di amministratori denunciano come, eliminata la vecchia semplice piattaforma per la richiesta di Cig, usare il Mepa con credenziali nuove e interfacce non chiare, stia bloccando i comuni;

   si ritiene necessario che le amministrazioni possano usufruire di piattaforme semplici, procedure e codici brevi, immediati;

   andare in questa direzione rappresenta anche un aiuto alle imprese locali, dalle quali i comuni si servono, acquistando beni e servizi e sostenendo il mercato territoriale;

   oggi, con il nuovo sistema, per avere un Cig si impiega molto tempo, quando la piattaforma funziona mentre prima occorrevano pochi minuti;

   semplificare realmente, garantendo efficienza alla Pa, consentendo massima trasparenza, non significa rendere più complessa – come sta avvenendo – l'operatività dei comuni, degli enti sovracomunali e di tutta la pubblica amministrazione;

   la situazione denunciata dagli enti locali merita approfondimenti e interventi operativi che semplifichino l'attuale quadro –:

   se non si ritenga di reintrodurre gli «smart Cig», che si sono dimostrati più semplici e chiari nell'ottica della semplificazione del sistema;

   quali iniziative si intenda realizzare per consentire alle amministrazioni di poter disporre di piattaforme semplici, poco onerose, che garantiscano tempi rapidi di lavoro.
(4-02243)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIRELLI, MALAVASI, FURFARO e STUMPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'anticorpo monoclonale Nirsevimab è indicato nella profilassi dell'infezione da Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), che è il principale agente responsabile di bronchioliti; un'unica dose garantisce la copertura di tutta la stagione invernale (rispetto al Palivizumab, che deve essere ripetuto mensilmente e che è somministrato ai neonati ex prematuri) ed è indicato per la somministrazione a tutti i neonati e non solo ai prematuri;

   questo farmaco, infatti, ha dimostrato un'elevata efficacia nella prevenzione delle bronchioliti e polmoniti da virus respiratorio sinciziale, che spesso necessitano di ricovero, anche in terapia intensiva pediatrica o neonatale, soprattutto nei neonati e nei piccoli lattanti;

   il nuovo farmaco, già autorizzato dall'autorità europea Ema, ma non dall'italiana Aifa, è l'anticorpo monoclonale Nirsevimab (nome commerciale Beyfortus);

   un importante studio di fase 3 pubblicato il 28 dicembre 2023 sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che una dose unica ha avuto un'efficacia dell'83,2 per cento nel ridurre il ricovero per infezione da Rsv; nello specifico, fra oltre 8 mila bambini coinvolti nell'indagine, solo lo 0,3 per cento di coloro che avevano ricevuto una dose di Nirsevimab è stato ricoverato per infezione da RSV alle basse vie aeree contro l'1,5 per cento di coloro che non l'avevano ricevuto; inoltre solo lo 0,1 per cento di coloro che avevano ricevuto il farmaco ha avuto una forma grave rispetto allo 0,5 per cento nel gruppo non trattato (efficacia nella prevenzione pari al 75,7 per cento);

   Francia, Spagna e Lussemburgo hanno già autorizzato l'utilizzo del farmaco gratuitamente nella stagione in corso, mentre in Italia, nonostante si sia registrato almeno un decesso in un bimbo di due mesi, la distribuzione a carico del Ssn è ancora bloccata nonostante le richieste di molte società scientifiche pediatriche;

   la ragione di questa paralisi sembra essere dovuta ad una negoziazione che va avanti dal gennaio 2023 tra Aifa e le aziende produttrici relativamente al prezzo e alla rimborsabilità da parte del Sistema sanitario nazionale –:

   se al Ministro interrogato consti quanto sopra esposto ed in caso positivo quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere per affrontare una situazione che appare molto delicata e che richiede una risposta rapida ed efficiente per superare le lungaggini burocratiche che stanno impedendo l'utilizzo di un farmaco che potrebbe rivelarsi molto utile per ridurre significativamente l'ospedalizzazione (con evidente risparmio di costi diretti e indiretti) e ridurre la mortalità.
(5-01950)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   FOTI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   in sede di approvazione del disegno di legge recante il «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026» (legge di bilancio 2024), è stato discusso e accolto al Senato l'ordine del giorno G/926/130/5 relativo all'assunzione a tempo determinato di donne ricercatrici;

   a norma dell'articolo 24 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, recante «Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario», le università possono stipulare contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, nell'ambito delle risorse disponibili per la programmazione, al fine di svolgere attività di ricerca, di didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti;

   in particolare, l'ordine del giorno in questione impegnava il Governo a valutare l'opportunità di procedere, in via sperimentale, per gli anni 2024 e 2025, alla chiamata diretta, in qualità di ricercatrici a tempo determinato, di donne in possesso di un titolo equipollente al dottorato di ricerca conseguito all'estero, ovvero del titolo di dottore di ricerca conseguito in Italia; di donne titolari di incarichi di insegnamento o di ricerca presso qualificati Atenei e riconosciuti Istituti di ricerca esteri o sovranazionali per una durata complessiva, anche risultante da più incarichi distinti, non inferiore a tre anni; nonché di donne aventi responsabilità genitoriale di almeno due figli minorenni;

   l'atto, pertanto, sottolineava non solo la necessità di ridurre il divario di genere con riferimento al personale della ricerca, agevolando in particolar modo l'accesso alla carriera accademica delle madri di famiglie numerose, ma evidenziava anche l'esigenza di attirare in Italia le studiose migliori, che avessero maturato esperienza all'estero, al fine di collocare le stesse presso le Università statali e non statali, legalmente riconosciute, nonché negli istituti di istruzione universitaria a ordinamento speciale –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare il Governo per attuare gli impegni di cui in premessa.
(4-02247)

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza urgente Quartapelle Procopio n. 2-00318, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 gennaio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Boldrini.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Roggiani n. 3-00949, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 gennaio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Orlando.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Mari n. 4-02129 del 12 gennaio 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Orlando n. 5-01901 del 24 gennaio 2024;

   interrogazione a risposta scritta Iaria n. 4-02215 del 24 gennaio 2024.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Amorese n. 4-01888 del 16 novembre 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01954.

ERRATA CORRIGE

  La mozione Piccolotti e altri n. 1-00235 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 235 del 29 gennaio 2024, alla pagina 6745, seconda colonna, dalla riga ventiduesima alla riga ventiseiesima, deve leggersi: «1) ad adottare iniziative normative in materia di querele temerarie, con una norma che contrasti l'abuso delle querele per diffamazione nei confronti dei giornalisti, dovendo al diritto di que-» e non come stampato.