XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
il 7 ottobre 2023 lo Stato d'Israele ha subìto un attacco terroristico su larga scala partito dal territorio della Striscia di Gaza ad opera di Hamas che ha lanciato l'operazione «Alluvione Al-Aqsa»;
ad un attacco missilistico con oltre 5.000 razzi diretti verso Israele sono seguite incursioni in territorio israeliano da parte di unità armate che hanno assaltato città, kibbutz e piccole comunità vicine al confine, colpendo in maniera indiscriminata obiettivi civili e militari, seminando terrore, uccidendo, massacrando, stuprando donne, uomini, vecchi e bambini;
il bilancio finale è stato di circa 1.200 morti fra civili e militari e di circa 250 ostaggi israeliani e stranieri catturati e portati prigionieri in nascondigli entro la Striscia di Gaza e solo in parte successivamente rilasciati, in particolare nel corso della breve tregua siglata il 22 ottobre e interrotta il 1° dicembre 2023 a causa della violazione degli accordi da parte di Hamas;
drammatiche sono state le denunce di abusi sessuali sistematici praticati da Hamas sulle donne israeliane sequestrare e, più in generale, delle violenze e delle vessazioni subite dai rapiti trattenuti nei tunnel di cui è disseminata la Striscia di Gaza;
Governo e Parlamento italiani hanno condannato con la massima fermezza la brutale aggressione contro il territorio e i cittadini dello Stato ebraico condotta da Hamas, che da sempre nega il diritto stesso all'esistenza dello Stato di Israele, che è inserita nell'elenco delle organizzazioni terroristiche da Unione europea, Stati Uniti, Canada, Egitto, Giordania e Giappone e della quale il Parlamento europeo, all'interno della risoluzione approva il 18 gennaio 2024, ha chiesto lo smantellamento;
va ribadita la piena solidarietà e il sostegno allo Stato di Israele nell'esercizio del suo diritto all'autodifesa secondo il diritto internazionale, entro i limiti stabiliti da quello umanitario;
l'aggressione di Hamas e la conseguente legittima risposta di Israele sono avvenute in un contesto in cui considerevoli passi avanti si stavano compiendo verso la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Israele ed Arabia Saudita – come già accaduto per quelle fra lo Stato ebraico ed Emirati Arabi e Bahrein a seguito dagli «Accordi di Abramo» – bloccandoli, almeno temporaneamente;
è necessario che Hamas rilasci incondizionatamente, come richiesto insistentemente anche dal Santo Padre, tutti i cittadini israeliani e stranieri ancora tenuti in ostaggio e ponga fine a tutti gli altri atti di terrorismo e aggressione nei confronti di Israele e, contestualmente, il Governo israeliano, nell'esercitare il suo diritto di difendersi, adotti tutte le misure necessarie volte a ridurre al minimo il numero delle vittime civili in ragione delle operazioni intraprese per sconfiggere Hamas, che si fa scudo della popolazione residente nella Striscia;
il 12 dicembre 2023, l'Assemblea generale dell'Onu ha approvato una risoluzione per un cessate il fuoco umanitario nella Striscia di Gaza con 153 voti a favore, 10 contrari e 23 astensioni;
l'approvazione è avvenuta dopo che l'Assemblea ha respinto due emendamenti, presentati da Austria e Stati Uniti, che chiedevano di inserire nel testo della risoluzione una condanna esplicita del gruppo estremista palestinese Hamas per gli attacchi del 7 ottobre. Austria, Stati Uniti e Israele hanno votato contro la risoluzione. L'Italia si è astenuta, come la Germania, il Regno Unito, l'Olanda, la Bulgaria, la Romania, la Slovacchia, l'Ungheria e l'Ucraina; il Governo italiano, come precisato dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni il 13 dicembre 2023 nell'aula del Senato, ha ritenuto di astenersi in quanto la risoluzione si presentava come sbilanciata, ovvero priva di una condanna senza ambiguità delle atrocità commesse da Hamas nel corso degli attacchi del 7 ottobre 2023;
il 26 gennaio 2024 la Corte internazionale di Giustizia dell'Aia non ha respinto l'accusa di genocidio nella Striscia di Gaza sollevata dal Sudafrica contro Israele, né ha ordinato allo Stato ebraico il cessate il fuoco, ma ha chiesto che Israele ponga in essere tutte le misure in suo potere per prevenire e punire l'incitamento diretto e pubblico a commettere un genocidio, con l'obbligo di presentare alla Corte entro un mese le misure adottate; è stato, inoltre, chiesto di consentire la fornitura dei servizi di base e dell'assistenza umanitaria urgentemente necessari nella Striscia di Gaza; la Corte ha ricordato che anche Hamas è vincolata dal diritto internazionale umanitario e deve, pertanto, rilasciare immediatamente e senza condizioni gli ostaggi ancora nelle sue mani;
il Governo italiano sta partecipando attivamente fin dalle prime ore dallo scoppio del conflitto a sostenere le iniziative dell'Unione europea e dei partner e alleati internazionali volte ad evitare l'escalation militare e l'allargamento del conflitto nella regione, a cominciare dal Libano dove il gruppo sciita degli Hezbollah mantiene contatti operativi con i sunniti di Hamas, e a ricostruire le condizioni per la ripresa di un processo di pace;
il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, nel suo recente viaggio in Medio oriente, ha visitato Beirut, Tel Aviv e Ramallah, e ha ribadito con i suoi interlocutori la posizione del Governo italiano convintamente favorevole alla soluzione «due popoli due Stati» quale unica via per pace in Medio Oriente, sottolineando l'urgenza di ripristinare al più presto un orizzonte politico verso tale soluzione, per il raggiungimento della quale sarà importante il ruolo che potrà svolgere l'Autorità nazionale palestinese anche nell'ambito di una fase transitoria per l'amministrazione civile di Gaza, eventualmente definita dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e che veda il coinvolgimento anche dei Paesi arabi che riconoscono Israele;
rimane aperto anche il contenzioso tra il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah e Israele proprio nell'area dove è dislocato il contingente internazionale della missione di interposizione delle Nazioni Unite (Unifil), all'interno del quale l'Italia partecipa con 1.062 caschi blu;
l'Italia, in accordo con le autorità israeliane ed egiziane, è impegnata nell'assistenza dei civili palestinesi e nel garantire l'invio di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, usata in maniera strumentale da Hamas, nel conflitto. Va positivamente sottolineato l'avvio dell'operazione del Ministero della difesa, in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per il trasporto di un centinaio pazienti pediatrici palestinesi in gravi condizioni e dei rispettivi familiari verso strutture ospedaliere italiane;
hanno suscitato forte sgomento le gravissime accuse in merito al coinvolgimento di personale dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di realizzare programmi di assistenza diretta e di lavoro per i rifugiati palestinesi, negli efferati attacchi del 7 ottobre e bene ha fatto l'Italia, assieme ad altri Paesi occidentali, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Olanda, Finlandia e Germania, sospendere i finanziamenti a detta agenzia;
dalla metà del mese di novembre 2023 i ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi, stanno conducendo attacchi a danno di navi mercantili nel Mar Rosso come risposta a quella che considerano un'aggressione della Striscia di Gaza da parte di Israele;
la minaccia degli attacchi Houthi sta determinando una drastica diminuzione delle navi che transitano attraverso il Mar Rosso con una conseguente riorientamento dei traffici commerciali attraverso il Capo di Buona Speranza e il periplo dell'Africa, con un conseguente aumento dei tempi di percorrenza e dei costi della logistica e assicurativi e quindi dei prezzi delle merci per produttori, rivenditori e consumatori finali, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti;
attraverso il Mar Rosso passano il 10 per cento dei traffici globali, il 20 per cento dei container, il 10 per cento del petrolio e l'8 per cento del gas naturale liquefatto. L'instabilità di questa via marittima cruciale è una delle principali fonti di preoccupazione per il commercio globale;
tale situazione rischia, protraendosi, di penalizzare fortemente i nostri porti che già cominciano a subire gli effetti della deviazione dei flussi di traffico dalla rotta di Suez; attraverso il Mar Rosso transita, infatti, circa il quaranta per cento dell'import-export italiano;
il 10 gennaio 2024, il Consiglio di sicurezza nelle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 2722 (2024) che condanna fermamente gli attacchi Houthi e sottolinea il diritto degli Stati ad agire per la difesa del proprio naviglio nel rispetto del diritto internazionale;
il Governo italiano ha accolto favorevolmente l'annuncio statunitense dell'avvio della missione Prosperity Guardian sostenuta da una coalizione politica di oltre 40 Paesi. Una fregata, sotto comando nazionale, presente nell'area nell'ambito delle missioni internazionali già autorizzate, è stata messa a disposizione con compiti di supporto associato;
l'Italia, insieme a Francia e Germania, ha proposto all'Unione europea una missione navale di natura difensiva a protezione del traffico marittimo nel Mar Rosso e per garantire la libertà e la sicurezza della navigazione. Tale operazione prevede l'allargamento delle competenze della missione europea Emasoh/Agenor, già attualmente impegnata nello Stretto di Hormuz, ampliandone le regole di ingaggio e la zona di competenza; è previsto che sia mantenuta anche la missione EUNAVFOR Atalanta per il contrasto alla pirateria nell'area del Corno d'Africa;
nel Consiglio affari esteri dell'Ue, tenutosi a Bruxelles il 22 gennaio 2024, l'Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e i rappresentanti degli Stati membri hanno discusso su un approccio globale per riavviare il processo di pace in Medio Oriente; quasi la totalità dei Paesi dell'Ue si è espresso a favore di una soluzione che segua la linea dei «due popoli, due Stati»;
dal 1° gennaio 2024 l'Italia presiede il G7. Fra le priorità individuate dal Governo per fornire risposte coese alle crisi in atto centrale sarà il Medio Oriente e la necessità di individuare una strategia diplomatica comune per la risoluzione del confitto tra Israele e Hamas e per garantire la libera circolazione delle navi nel Mar Rosso,
impegna il Governo:
1) a confermare la solidarietà dell'Italia allo Stato d'Israele, aggredito proditoriamente il 7 ottobre 2023 dall'organizzazione terroristica Hamas, e a ribadire il riconoscimento del suo diritto all'autodifesa, da esercitarsi nel rispetto del diritto umanitario bellico, tenuto conto del fatto che i miliziani di Hamas si fanno scudo della popolazione civile;
2) a promuovere, assieme all'Unione europea, al G7 e agli altri attori regionali, ogni sforzo diplomatico volto a trovare una soluzione politica del conflitto, assicurando che tutti gli ostaggi siano rilasciati immediatamente e incondizionatamente e che l'organizzazione terroristica Hamas non costituisca più una minaccia esistenziale per Israele, scongiurando contestualmente il rischio di un'escalation del conflitto in tutto il Medio Oriente;
3) a ribadire nelle sedi internazionali il fermo sostegno dell'Italia per una soluzione negoziata che riavvii un processo di pace credibile fondato sulla coesistenza di due Stati sovrani e democratici che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza;
4) a sostenere ogni possibile sforzo negoziale per l'attuazione della risoluzione Onu 1701 del 2006 che prevede l'assenza di uomini armati e materiali bellici, ad esclusione dell'esercito libanese, tra il confine Libano-lsraele e la linea del fiume Litani e ad appoggiare la proposta degli Stati Uniti di allargare la distanza tra Hezbollah e Israele estendendo la «linea Blu» di circa 7-8 chilometri;
5) a operare a livello internazionale affinché venga assicurata la costante e continua fornitura di aiuti umanitari alla popolazione civile della Striscia di Gaza, impedendo, contestualmente, che giungano finanziamenti a supporto – anche indiretto – dell'attività di organizzazioni terroristiche;
6) a rivalutare la sospensione dei finanziamenti all'Unrwa solo in seguito all'esito di un'indagine seria e approfondita promossa dall'Onu;
7) a proseguire la collaborazione con i principali Paesi dell'area per assicurare cure adeguate ai minori palestinesi feriti e creare le condizioni per poter inviare un ospedale da campo dell'Esercito per aiutare la popolazione civile palestinese, che è vittima incolpevole dei terroristi di Hamas;
8) a lavorare in sede europea affinché la proposta italiana per una missione navale difensiva dell'Unione europea nel Mar Rosso a difesa del traffico commerciale marittimo possa essere approvata già nel corso del prossimo Consiglio affari esteri di febbraio 2024;
9) a tenere costantemente aggiornato il Parlamento sugli sviluppi della situazione.
(1-00238) «Orsini, Calovini, Formentini, Tirelli, Deborah Bergamini, Caiata, Billi, Cesa, Marrocco, Di Giuseppe, Coin, Gardini, Crippa, Loperfido, Mura, Tremonti».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
nella frazione di Cervarolo, comune di Villa Minozzo, in provincia di Reggio Emilia, il 20 marzo 1944 si è verificato il noto eccidio di 24 civili ad opera delle milizie naziste e dei loro alleati repubblichini;
suddetto eccidio criminale è stato acclarato anche in via giudiziaria come testimoniano una serie di sentenze come la n. 43 del 2012 Tribunale militare di Verona, la n. 107 del 2012 Corte militare di appello, la n. 23288 del 2014 della Cassazione e la n. 171 del 2014 Corte militare di appello in rinvio;
in data 30 aprile 2022 il Governo ha adottato il decreto-legge n. 36, convertito con legge n. 79 del 2022, che all'articolo 43 ha istituito il Fondo per il ristoro dei danni subìti dalle vittime di crimini di guerra e contro l'umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo compreso tra il 1° settembre 1939 e l'8 maggio 1945;
il criterio per potere accedere la fondo di cui in premessa è l'aver ottenuto una sentenza passata in giudicato, ove sia presente la liquidazione del danno, avviata antecedente alla data di entrata in vigore del decreto;
in base a quanto previsto dalla norma, alcuni eredi delle vittime dell'eccidio, legalmente rappresentati, hanno presentato istanza di accesso a tale fondo allegando la documentazione richiesta, nello specifico le sentenze, i certificati di morte, le denunce di successione e le dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà;
nonostante tale istanza sia stata presentata nel giugno 2023, e certamente ricevuta dagli uffici preposti avendo la ricevuta di ritorno, a tutt'oggi non è pervenuta alcuna risposta –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere al fine di comprendere quali sono le ragioni del mancato riscontro rispetto alla documentazione inviata, con l'obiettivo di monitorare il prosieguo dell'iter promosso dai parenti delle vittime della strage nazifascista.
(2-00325) «Andrea Rossi, Malavasi, Gnassi, Marino, Forattini, Vaccari, Lai, Peluffo, Manzi, Gianassi, Stefanazzi, Furfaro, Toni Ricciardi, Laus, Girelli, Ubaldo Pagano, Scarpa, Bonafè, Roggiani, Casu, Fornaro, De Maria».
Interrogazione a risposta in Commissione:
QUARTAPELLE PROCOPIO e PROVENZANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
da notizie a mezzo stampa parrebbe che, Andrei Karchenko, uno dei partecipanti russi all'incontro avvenuto il 18 ottobre 2018 all'hotel Metropol di Mosca cui partecipò Gianluca Savoini, ex collaboratore del vice premier Matteo Salvini e presidente dell'associazione culturale «Lombardia-Russia» sarebbe un ufficiale del Dipartimento per le informazioni operative (noto anche come Quinto servizio) del Servizio per la sicurezza federale russa (Fsb);
l'incontro in questione è quello avvenuto il 18 ottobre 2018 all'hotel Metropol tra tre cittadini italiani e tre cittadini russi che – secondo quanto riportato allora da molte inchieste giornalistiche – avrebbe avuto lo scopo esplicito di finanziare in modo illecito il partito della Lega per Salvini Premier e la sua campagna elettorale per le europee;
seppur l'indagine sia stata archiviata dopo circa tre anni e mezzo, nel gennaio del 2023, non era ancora stata resa nota l'affiliazione professionale di uno dei cittadini russi presenti all'incontro, Andrei Karchenko. I cittadini russi partecipanti all'incontro erano llja Jakunin, all'epoca impiegato presso l'Agenzia per gli investimenti diretti, Yury Burundokov e appunto Andrei Kharchenko, identificato allora come ex agente dei servizi segreti e come persona vicina ad Aleksander Dugin, il noto politologo russo;
secondo una approfondita inchiesta giornalistica del portale «The Insider», risulta ora che Kharchenko è registrato nell'ufficio del consigliere presidenziale Igor Levitin, ed è in questa veste che effettua tutti i suoi viaggi di lavoro. In realtà, però, come dimostrerebbero alcuni archivi visionati da «The Insider», Kharchenko ufficialmente lavora tutt'ora nell'unità militare 26047, ovvero il Quinto servizio dell'Fsb;
come riferisce il portale, Kharchenko continua a recarsi all'estero e partecipa a importanti negoziati come parte delle delegazioni russe, tuttavia ora non accompagna più Dugin, ma il consigliere presidenziale Levitin. Alcune immagini lo mostrano durante un incontro con il Primo Ministro iracheno Mohammed Shia al Sudani nel novembre 2023, mentre altre lo immortalano insieme a Levitin con il primo vicepresidente iraniano Mohammad Mokhber a gennaio 2023;
il gruppo parlamentare Partito Democratico ha presentato su questa vicenda diversi atti di sindacato ispettivo, nonché ripetute richieste di chiarimento in Aula, nelle commissioni, e in tutte le opportune sedi parlamentari, alla luce della considerazione che si tratta di una questione molto rilevante, potenzialmente in grado di intaccare il tema della sicurezza nazionale del Paese;
al di là dei profili di rilevanza penale, occorre sottolineare, appunto, l'influenza che i fatti riportati possono avere sugli assetti geopolitici dell'Italia, sulla sua collocazione europeista e transatlantica, nonché sulla politica economica, estera ed energetica del Governo –:
se quanto riportato in merito ad Andrei Karchenko corrisponda al vero;
se la Presidente del Consiglio dei ministri Meloni non ritenga dunque che il legame tra il partito del Vice Premier Salvini e un ufficiale del Dipartimento per le informazioni operative (noto anche come Quinto servizio) del Servizio per la sicurezza federale russa (Fsb) non rappresenti un rischio per la sicurezza nazionale, anche ai fini delle ingerenze che questi legami possano avere sulla vita democratica e sull'indipendenza dell'Italia da condizionamenti esterni, sui sistemi di alleanza internazionali di cui l'Italia è parte dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e sulla sua credibilità e affidabilità all'interno degli stessi, soprattutto in questo momento storico.
(5-01976)
Interrogazioni a risposta scritta:
ASCARI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
si apprende da fonti di stampa del caso di una ragazza di 17 anni, Elisabetta Federico detta Lisa, affetta da una patologia ematologica non oncologica, e deceduta il 3 novembre 2020 sembrerebbe a seguito di un trapianto di midollo osseo infuso presso l'ospedale Bambino Gesù di Roma contestualmente all'equivalente di 350 millilitri di globuli rossi AB0 incompatibili;
questo caso ha fatto scalpore, in seguito anche alla toccante e particolareggiata lettera-denuncia pubblicata dal papà sui social, diventata virale in rete, alla successiva petizione per l'inserimento nelle linee guida del donatore di «backup», richiesta andata poi a buon fine, e agli sviluppi giudiziari della vicenda;
recentemente poi i genitori di Lisa hanno pubblicato un libro, «Le tre vite di Lisa», in cui raccontano nel dettaglio gli ultimi, tormentatissimi giorni di Lisa, condannata a seguito dell'infusione avventata a 16 giorni di insopportabili dolori accompagnati da urla e svenimenti, fino alla sua morte, a quel punto, liberatoria. Il libro è stato presentato giovedì 11 gennaio 2024 presso la Camera dei deputati;
i genitori di Lisa, con il sostegno di associazioni e cittadini, avrebbero espresso sdegno circa il trattamento subìto nelle settimane antecedenti il trapianto, durante le quali, ad esempio, a fronte di una richiesta di porre termine a un inutile quanto lungo ricovero, sembrerebbe che siano stati esplicitamente minacciati dal corpo medico di adire al giudice minorile al fine di privarli della patria potestà, nonché per le circostanze con cui il trapianto stesso è stato praticato, sembrerebbe con modalità avventate e superficiali;
il padre di Lisa, Maurizio Federico, avrebbe anche evidenziato una totale assenza di comunicazione e di trasparenza da parte del corpo medico ospedaliero, in particolare, ma non solo, riguardo la scelta della donatrice rivelatasi del tutto inadeguata per età e peso;
in tutto questo, sembrerebbe che il padre di Lisa, Maurizio Federico, abbia anche subìto una perquisizione personale, domiciliare e informatica effettuata all'alba dai carabinieri a seguito di una denuncia nei suoi confronti per presunte minacce e diffamazione nei confronti del responsabile del reparto di oncoematologia del Bambino Gesù. La perquisizione sembrerebbe non aver avuto alcun esito;
l'intera vicenda ha sollevato interrogativi sul funzionamento del servizio sanitario a disposizione del cittadino, nel caso in questione servizio sanitario privato convenzionato ed extraterritoriale che detiene a Roma e nel Lazio il sostanziale monopolio dell'oncoematologia pediatrica, sull'adeguatezza delle procedure di trapianto, e sulla protezione dei diritti dei pazienti e delle loro famiglie –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza del caso di Elisabetta Federico e quali iniziative di competenza siano state intraprese per contribuire a far luce sulle circostanze del suo decesso, anche attraverso l'invio di ispettori ministeriali;
quali iniziative di competenza siano in atto per garantire la trasparenza e l'adeguatezza delle procedure di trapianto di organi in Italia, in particolare per quanto riguarda la scelta dei donatori;
se esistano protocolli specifici per il supporto e la comunicazione con le famiglie dei pazienti sottoposti a procedure mediche di alta complessità come i trapianti e, nel caso, se siano stati rispettati nel caso in questione;
quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, si intenda adottare per assicurare che casi di presunta malasanità siano trattati con la massima serietà;
se siano previste iniziative di competenza per rafforzare il diritto dei pazienti e delle famiglie a ricevere informazioni complete e accurate riguardo alle cure mediche, e per proteggerli da eventuali abusi o intimidazioni legali nel caso sollevino dubbi o denunce.
(4-02300)
ZANELLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 23 novembre 2023 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso al Dipartimento per il coordinamento amministrativo (Dica) della Presidenza del Consiglio dei ministri lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente il conferimento all'architetto Roberto Rossetto, libero professionista, dell'incarico di presidente dell'Autorità per la Laguna di Venezia – nuovo magistrato alle acque (di seguito presidente dell'Autorità), ai sensi dell'articolo 95 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito con modificazioni dalla legge 13 ottobre 2020, n. 127;
con riferimento alla procedura di conferimento dell'incarico di presidente dell'Autorità il comune di Venezia con nota del 10 novembre 2023 ha espresso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti l'intesa sulla nomina dell'architetto Roberto Rossetto;
lo stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il 21 dicembre 2023 ha trasmesso al Dica, ad integrazione della precedente comunicazione del 22 novembre, il parere favorevole sullo schema del provvedimento espresso dal capo di gabinetto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, nonché la dichiarazione dell'architetto Rossetto afferente alla cessazione dell'attività professionale;
l'architetto Roberto Rossetto si trova dal 1° marzo 2019 in stato di quiescenza;
l'articolo 5, comma 9 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 prevede il divieto per le pubbliche amministrazioni di conferire incarichi direttivi, dirigenziali, cariche di organi di governo, incarichi di studio o consulenza, a soggetti già lavoratori pubblici o privati, collocati in quiescenza;
il comma 9 specifica che: «(...) Gli incarichi, le cariche e le collaborazioni di cui ai periodi precedenti sono comunque consentiti a titolo gratuito. Per i soli incarichi dirigenziali e direttivi, ferma restando la gratuità, la durata non può essere superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione. Devono essere rendicontati eventuali rimborsi di spese, corrisposti nei limiti fissati dall'organo competente dell'amministrazione interessata»;
l'articolo 4 del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 «Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 40 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190», dispone come a coloro che, nei due anni precedenti, ovvero abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall'amministrazione o dall'ente pubblico che conferisce l'incarico, non possono essere conferiti incarichi di amministrazione di ente pubblico, di livello nazionale, regionale o locale;
ad avviso dell'interrogante l'architetto Roberto Rossetto non può essere nominato presidente dell'Autorità per la Laguna di Venezia – nuovo Magistrato alle acque, trovandosi attualmente in stato di quiescenza, e va chiarito se nei due anni antecedenti abbia svolto attività libero professionale regolate, finanziate o comunque retribuite dall'amministrazione che gli conferisce l'incarico, nonché quali incarichi istituzionali di grande responsabilità e rilievo abbia ricoperto, secondo quanto previsto dal comma 5 dell'articolo 95 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, per essere nominato presidente dell'Autorità –:
se, alla luce di tutti gli elementi segnalati in premessa, non intenda riconsiderare, per quanto di competenza, la nomina in questione.
(4-02305)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta orale:
DE PALMA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
si è conclusa in data 31 gennaio 2024 la conferenza di servizi presso la regione Puglia sull'istanza presentata dalla società Manduriambiente s.p.a., tesa ad ottenere l'ampliamento mediante sopralzo della discarica sita nel territorio comunale di Manduria, in località «La Chianca»;
nonostante i pareri negativi espressi dalla Asl Taranto, da Arpa Puglia e dal comune di Manduria, il progetto di ampliamento ha ricevuto parere favorevole dalla conferenza di servizi indetta dalla regione Puglia ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006;
nel raggio di 1 chilometro ove insiste il sito interessato dalla richiesta di ampliamento vi sono ben tre discariche e a circa 2 chilometri insiste un depuratore;
la Asl Taranto nel suo ultimo parere ha chiarito che «il parere sfavorevole è collegato all'impossibilità di attuazione dei requisiti tecnici e di stabilità della discarica, fissati dalla normativa, relativamente all'intervento richiesto, senza sottovalutare che la discarica insiste in un territorio con notevoli criticità per le matrici ambientali e reiterate problematiche di natura odorigena»;
Arpa Puglia nel proprio parere ha chiarito che «allo stato della documentazione in atti ed in assenza di puntuale ed adeguato riscontro alle osservazioni sopra riportate, nell'interesse pubblico di tutela ambientale, per gli aspetti di Valutazione di impatto ambientale ex art. 23 del D.Lgs. 152/2006 (T.1) si esprime una valutazione tecnica negativa»;
anche il comune di Manduria ha espresso parere negativo, precisando che «l'intervento di che trattasi modifica in maniera permanente il territorio del comune di Manduria, per l'area interessata dalla discarica, con la realizzazione di una collina avente l'altezza di circa 14-15 metri dal piano circostante di campagna, che snatura totalmente lo stato dei luoghi, nettamente in contrasto con la strumentazione urbanistica vigente ed adottata» ed ha espresso pertanto parere sfavorevole in merito all'intervento;
il consiglio comunale di Manduria, con propria deliberazione n. 68 del 20 luglio 2022, ha espresso il proprio «assoluto, fermo ed incondizionato dissenso all'ipotesi e ad ogni richiesta di ampliamento in generale della piattaforma e delle volumetrie della discarica denominata Manduriambiente»;
dunque nei summenzionati pareri vengono segnalati i gravi rischi per la salute delle popolazioni locali che deriverebbero dall'ampliamento della discarica;
il comune di Manduria è un territorio a forte vocazione agricola e turistica, assolutamente incompatibile con l'ampliamento della discarica in oggetto;
il recente ampliamento della capienza della discarica gestita dalla società, approvato dalla regione Puglia, desta dunque preoccupazione ed inquietudine nei cittadini manduriani, poiché destinato a peggiorare una situazione già oggi insostenibile dal punto di vista sanitario ed ambientale –:
se non si intenda intervenire, valutando, per quanto di competenza e in raccordo con le amministrazioni territoriali interessate, gli impatti ambientali del progetto di ampliamento della discarica citata in premessa al fine di prevenire rischi per la salute dei cittadini e per l'ambiente.
(3-00979)
Interrogazione a risposta scritta:
RICHETTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
le Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente (Arpa), sono state istituite affinché assumessero le competenze ambientali della vigilanza e controllo locali fino ad allora esercitate dal Servizio sanitario nazionale tramite i presidi multizonali di prevenzione (Pmp) e gli ex laboratori d'igiene e profilassi (Lip);
a seguito della soppressione dei Pmp e degli ex Lip, il personale è passato alle dipendenze delle nuove agenzie regionali, mantenendo uguali mansioni e inquadramento contrattuale;
nel contratto collettivo nazionale integrativo del comparto sanità del 7 aprile 1999 fu introdotto l'articolo 50 con l'intendimento di dare la possibilità alle Arpa di reclutare figure tecniche o professionali, emerse con l'istituzione di nuovi corsi di laurea, utili allo svolgimento di compiti istituzionali specifici ma non contemplate all'interno del contratto della sanità;
un'errata interpretazione del comma 2, riferito ai profili di collaboratore tecnico-professionale (Ctp), ha fatto sì che molte agenzie ritenessero di poter reclutare nel profilo Ctp anche il personale con lauree del vecchio ordinamento, magistrali e specialistiche in biologia, chimica e fisica, il cui inquadramento tuttavia era già previsto e disciplinato dal contratto collettivo della dirigenza sanitaria quale «dirigente» del ruolo sanitario;
si è così avviata una situazione di disparità tra i biologi, chimici e fisici assunti prima del 1999, inquadrati come «dirigenti» nel ruolo sanitario, e quelli assunti successivamente inquadrati non solo nel ruolo tecnico, invece che sanitario, ma addirittura come collaboratori e non come dirigenti;
tra le ripercussioni c'è una perdita di autonomia e indipendenza nello svolgimento della propria attività e, oltre al non poter usufruire degli stessi istituti contrattuali spettanti alla dirigenza, è stato loro impedito di usufruire della mobilità presso altri enti (come Asl o Izs) dove invece i loro profili sono correttamente inquadrati;
dal punto di vista giuridico, la legge n. 3 del 2018 ribadisce fermamente l'appartenenza di diritto di queste figure alla categoria delle professioni sanitarie;
la problematica inerente all'errato inquadramento è stata più volte oggetto di attenzione da parte del giudice amministrativo (parere del Consiglio di Stato, 17 giugno 2019, n. 1735; Tar Basilicata n. 782 del 2019; Tar Marche n. 573 del 2020). Il Tar della Campania con sentenza n. 432 del 2021 ha ribadito che è «illegittima la istituzione con provvedimento amministrativo di profili di “collaboratore tecnico professionale” per laureati, in relazione a figure professionali (i.e. medico, farmacista, biologo, chimico, fisico) per le quali le fonti primarie e secondarie prevedono esclusivamente l'appartenenza a categorie dirigenziali»;
da ultimo, il Consiglio di Stato, con le sentenze n. 5195 del 2021 e n. 5167 del 2021, ha chiarito come l'agire delle Arpa sia stato contrario alle previsioni normative e contrattuali, statuendo che l'inquadramento proposto dai bandi costituirebbe invece l'escamotage per collocare come collaboratore tecnico professionale quei professionisti chiaramente appartenenti alla dirigenza sanitaria;
a causa di questa illegittima disparità, circa 1.000 tra biologi, chimici e fisici occupano un ruolo inquadrato diversamente da quanto previsto dalla legge e dal contratto, anche se continuano a svolgere prestazioni di elevato livello specialistico;
la pandemia ha dimostrato l'importanza delle figure professionali di alta specializzazione e, in tema di salute e ambiente, in una fase storica caratterizzata dal bisogno di incentivare la ricerca scientifica e il monitoraggio dei cambiamenti climatici, appare paradossale questa tendenza all'appiattimento delle figure professionali all'interno delle Arpa;
occorre, invece, potenziare l'azione svolta dalle Agenzie anche attraverso la valorizzazione del personale inquadratovi, ciascuno con le proprie specificità e prerogative professionali –:
come intendano dare seguito alle richieste di questi professionisti – anche alla luce della recente giurisprudenza amministrativa – che reclamano di essere correttamente inquadrati, nel rispetto delle mansioni svolte fino ad oggi e in coerenza con la propria formazione accademica, diversa da quella dei loro colleghi in possesso di laurea triennale.
(4-02301)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
SIMIANI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
l'Euribor (Euro Interbank Offered Rate) è un tasso di interesse di riferimento fondamentale nei mercati monetari internazionali, in particolare per quanto riguarda i prestiti interbancari in euro;
la Commissione europea (con la decisione 4 novembre 2013) ha accertato che alcune banche (Barclays, Deutsche Bank, Société Général e The Royal Bank of Scotland) che partecipavano al «panel» destinato a determinare il tasso Euribor sulla base di tassi applicati nel mercato interbancario, tra il settembre 2005 e il maggio 2008 hanno posto in essere un «cartello» grazie al quale hanno «manipolato» l'Euribor, ovvero il tasso al quale è indicizzata la maggior parte dei mutui variabili;
con ordinanza n. 34889 del 13 dicembre 2023 la terza sezione della Corte di cassazione ha dichiarato la nullità del tasso di interesse determinato facendo riferimento al tasso Euribor per i mutui contratti tra il 29 marzo 2005 ed il 30 maggio 2008;
per le associazioni dei consumatori, «la Suprema Corte ha dunque confermato la rilevanza della previgente decisione del 2013 della Commissione europea, alla quale ha riconosciuto il valore di prova privilegiata dell'intesa manipolativa, affermando chiaramente che è possibile ricalcolare un contratto bancario indipendentemente dal fatto che sia stato stipulato con una banca che non abbia partecipato al cartello vietato. È quindi possibile ricalcolare al tasso legale tutti quei contratti bancari (mutui, leasing, finanziamenti, affidamenti e derivati) che per la determinazione del tasso di interesse hanno fatto riferimento a valori Euribor compresi tra il 2005 e il 2008»;
secondo notizie riportate da organi di stampa, l'importo indebito accumulato dalle banche ammonterebbe a circa 16 miliardi di euro, mentre i possibili rimborsi dovrebbero assestarsi a circa 7000 euro su 100 mila di prestito: tale cifra è stata calcolata sulla base di precedenti sentenze che hanno imposto alle banche la restituzione di tutti gli interessi relativi a quel periodo e a consulenze tecniche d'ufficio realizzate dai tribunali;
secondo le stesse associazioni dei consumatori è urgente e necessario «agire subito per interrompere la prescrizione: la restituzione degli interessi pagati in eccesso si prescrive in dieci anni dalla chiusura del mutuo»;
sono altrettanto urgenti e necessarie iniziative per garantire realmente il diritto al risparmio e i risarcimenti delle somme versate indebitamente agli istituti di credito a seguito dell'alterazione del tasso di riferimento dei mutui variabili, l'Euribor –:
se non ritenga urgente e necessario adottare tempestive iniziative di competenza al fine di informare, tutelare e garantire i risparmiatori in virtù della citata ordinanza n. 34889 del 13 dicembre 2023 della terza sezione della Corte di cassazione al fine di garantire la corretta applicazione del tasso di riferimento ai mutui stipulati o in corso nel periodo tra il 2005 e il 2008.
(5-01977)
GIAGONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
a seguito dell'emergenza da COVID-19, nel 2020, molte Direzioni regionali dell'Agenzia delle entrate, tra cui quella territoriale della Sardegna, hanno attivato e potenziato i canali di comunicazioni online, con una progressiva sostituzione del sistema tradizionale di accoglienza con l'accesso programmato o con prenotazione in modalità WebTicket;
tuttavia, i nuovi strumenti di appuntamento digitale, soprattutto per talune categorie di utenti, quali anziani o con scarsa dimestichezza con il digitale, a volte rappresentano un limite di accessibilità ai servizi di assistenza o consulenza offerti dall'Agenzia delle entrate; altre volte, comprensibilmente, registrano difficoltà nel prenotare appuntamenti da remoto, con smartphone o un tablet;
pur apprezzando il percorso di digitalizzazione avviato dall'amministrazione finanziaria, a parere dell'interrogante è altresì necessario garantire una maggiore offerta di colloqui in presenza anche per coloro che sono privi di prenotazione, tanto più se si vive in territori – come quello isolano sardo – la cui geografia dei servizi pubblici è già fortemente decentrata –:
quali iniziative di competenza intenda adottare, eventualmente anche potenziando le strutture esistenti, al fine di garantire a quanti ne abbiano la necessità di recarsi, anche senza prenotazione, direttamente agli sportelli dell'Agenzia delle entrate.
(5-01979)
ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
secondo agenzie di stampa sarebbe in atto in questi giorni un piano di riassetto organizzativo delle Agenzie delle dogane a livello nazionale, che riguarderà la soppressione dirigenziale di 25 sedi territoriali, tra cui quella di Reggio Emilia;
la provincia di Reggio Emilia si posiziona all'11° posto e al 30° posto tra le province italiane in termini, rispettivamente, di volume di export e di import;
l'attività della sede reggiana dell'Agenzia delle dogane ha portato nel 2023, tra dazi e diritti, circa 130 milioni di euro nelle casse dello Stato;
un volume così rilevante di scambi commerciali merita, a parere dell'interrogante, un presidio fisso e invece la possibile soppressione della sede di Reggio Emilia desta preoccupazione perché rischia di penalizzare un'area così determinante per l'economia nazionale e di causare il rallentamento dell'export in un territorio a forte vocazione esportatrice;
molti attori economici del territorio da anni fruiscono dei servizi erogati dalla sede di Reggio Emilia per le attività operative anche in virtù della miglior condizione logistica/doganale che la provincia attualmente esprime;
nel piano di riassetto sembrerebbe previsto un ufficio di raccordo ad una sede limitrofa dotata di funzioni eminentemente organizzative, tuttavia tale sostituzione, non appare, a giudizio dell'interrogante, sufficiente a garantire le necessità del territorio, poiché verrebbero meno in capo all'ufficio i poteri decisionali necessari a soddisfare le esigenze delle aziende del territorio reggiano;
le conseguenze negative per le aziende coinvolte si sommano a quelle delineate da uno scenario che vede già oggi tensioni geopolitiche, blocchi commerciali, crisi delle catene di approvvigionamento e aumento dei costi energetici;
la provincia di Reggio Emilia è stata, nell'ultimo decennio, già pesantemente penalizzata dalla soppressione di un altro importante ufficio economico, la sede territoriale della Banca d'Italia, e questo ulteriore intervento che l'interrogante giudica inopportuno, oltreché deleterio, si traduce in ulteriori tagli di servizi a carico del territorio reggiano –:
se il Governo ritenga che il territorio di Reggio Emilia, quale distretto economico strategico per l'economia nazionale, meriti il sostegno dello Stato garantendo la presenza di una sede dell'Agenzia delle dogane volta a facilitare i rapporti import/export delle imprese reggiane a tal fine escludendo, nell'ambito del citato piano di riassetto organizzativo, la soppressione della sede di Reggio Emilia.
(5-01980)
ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
nel mese di gennaio 2024 è emersa sulla stampa locale reggiana una serie di incresciosi episodi riguardanti l'attività di un'amministratrice di condominio, Graziella Castiglioni, con ufficio sito nel comune di Scandiano, che avrebbe sottratto risorse dal conto corrente dedicato alle spese dei condomini affidati alla sua gestione per importi attualmente stimabili nell'ordine di centinaia di migliaia di euro, non rendendosi disponibile a fornire spiegazioni;
tale fatto ha inevitabilmente esposto i condomini ad una serie di difficoltà dovendo, pur in assenza delle risorse finanziarie, sostenere una serie di costi tra cui, a titolo meramente esemplificativo e di certo non esaustivo, le assicurazioni, le utenze comuni, i costi di cura di interni ed esterni, nonché la necessità di provvedere «nuovamente» a pagare fatture in realtà non saldate;
la situazione non è scevra da conseguenze, non essendo molti condomini in grado di ripristinare la capienza dei fondi comuni e vedendosi quindi esposti nei confronti dei fornitori con conseguente rischio di distacco delle utenze a causa della morosità;
l'amministratrice in questione risulta nulla possidente, con le conseguenze che le eventuali azioni restitutorie esperite sul piano civile risulterebbero scarsamente utili;
i fatti anzidetti sono occorsi anche rispetto ad immobili di proprietà di amministrazioni comunali;
tale fatto, peraltro, integra i fatti tipici previsti ex articoli 494, 640 e 646 del codice penale circa i reati di sostituzione di persona, truffa e appropriazione indebita, per i quali già è stato avviato un procedimento da parte della procura della Repubblica;
tuttora la dimensione degli ammanchi è in via di quantificazione precisa, avendo avuto l'amministratrice in questione un gran numero di condomini affidati alle sue cure;
stante le dimensioni del fenomeno, le associazioni sindacali e di categoria hanno messo a disposizione dei condomini le proprie risorse professionali al fine di minimizzare le conseguenze della mala gestio dell'amministratrice –:
come si intenda, per quanto di competenza, adottare iniziative per affrontare situazioni come quella descritta in premessa garantendo la tutela di condomini che, in buona fede, sono stati truffati da amministratori disonesti, anche prevedendo specifiche moratorie circa il pagamento delle utenze.
(5-01981)
Interrogazione a risposta scritta:
RICHETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
l'attività fisica adattata consiste nell'insieme di esercizi fisici prescritti per situazioni specifiche, come patologie croniche o disabilità fisiche, che vengono eseguiti, anche in gruppo, sotto la supervisione di un professionista competente e in luoghi e strutture non sanitarie (come le «palestre della salute»). Tale pratica mira a migliorare il livello di attività fisica, il benessere e la qualità della vita delle persone;
numerose evidenze scientifiche confermano gli effetti positivi sull'equilibrio psicofisico e sulla salute umana, prevenendo malattie cronico-degenerative e contribuendo alla gestione delle patologie già manifeste mediante la riduzione delle complicanze, ovvero il rallentamento della loro progressione; la legge 30 dicembre 2021, n. 234 («legge di bilancio 2022») ha istituito, all'articolo 1, comma 737 – per un costo complessivo di 1,5 milioni di euro – un credito d'imposta per le spese documentate sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 per l'attività fisica adattata («Afa»). Tale incentivo, corrispondente secondo determinazione dell'Agenzia delle entrate al 97,58 per cento dell'importo del credito richiesto, era incluso nei contributi del modello 730 e destinato alla previdenza complementare. Pertanto, poteva essere utilizzato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta 2022, riducendo le imposte dovute, con la possibilità di utilizzare l'eventuale importo non utilizzato negli anni successivi;
tale agevolazione non è stata prorogata per l'anno corrente, eliminando così la detrazione fiscale per i beneficiari e, di conseguenza, limitando la partecipazione a programmi di allenamento volti a prevenire o ritardare il deterioramento fisico e psicologico delle persone –:
se non ritengano di adottare iniziative normative volte a ripristinare, nel primo provvedimento utile e per quanto di competenza, l'agevolazione in oggetto, considerato il suo limitato impatto sulle finanze statali e le esternalità positive dovute ai diversi benefici dell'attività fisica per i singoli individui e, di conseguenza, per la stessa sanità pubblica.
(4-02304)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
sta destando preoccupazione la notizia che dal prossimo mese di giugno 2024 la strada, nota come Corda Molle, sarà a pagamento, con un costo previsto di 10 centesimi al chilometro, ossia 3 euro per l'intera percorrenza;
la misura potrebbe essere introdotta alla fine dei lavori di potenziamento e riqualificazione dei 13 chilometri tra Azzano Mella e Ospitaletto in corso, ultimando così l'arco della Corda Molle che interconnetterà A4, A21 e Brebemi e con la messa in esercizio dell'ultimo tratto, in forza della concessione ministeriale del 2013; il raccordo, dunque, potrebbe diventare tratto autostradale;
la Corda Molle rappresenta un'importante via di comunicazione per i circa 15 mila veicoli che la percorrono ogni giorno; una sorta di raccordo anulare, pensato dalla provincia di Brescia negli anni Sessanta, che ha permesso finora di spostarsi gratuitamente lungo 40 chilometri tra Concesio-Travagliato-Montichiari, senza essere costretti ad attraversare la città;
i lavori di riqualificazione in corso sulla strada non si sono ancora conclusi, ma secondo quanto si apprende da fonti di stampa, Autovia Padana ha manifestato la volontà di trasformarla in un nuovo raccordo autostradale, pesando sulle tasche dei cittadini, dei lavoratori pendolari e degli autotrasportatori;
sulla vicenda è intervenuta anche la provincia di Brescia, che si è detta disposta a incontrare i sindaci dei comuni coinvolti, preoccupanti per un improvviso afflusso sulle loro strade di migliaia di veicoli, con l'obiettivo di «garantire il transito gratuito almeno ai residenti che ogni giorno utilizzano il raccordo per andare al lavoro», come dichiarato dal presidente Moraschini;
secondo il primo cittadino di Montirone, «L'introduzione di un pedaggio avrebbe un impatto negativo su tutti i territori dell'hinterland bresciano. Questa strada è vitale per i nostri residenti e le imprese locali, permettendo loro di viaggiare in modo efficiente e conveniente»; gli fa eco il sindaco di Montichiari, sollevando il tema sicurezza: «Montichiari lungo l'inadatta Sp236 è attraversato da migliaia e migliaia di auto e mezzi ogni giorno sia in direzione Brescia che in direzione Mantova e ci ritroviamo con lunghissime code. La preoccupazione è che le strade secondarie saranno invase anche dal traffico pesante»;
tutti i comuni coinvolti sono concordi nel ritenere l'infrastruttura un'opera necessaria per deviare il traffico quotidiano dai centri abitati con il paradosso che l'introduzione di un eventuale pedaggio avrebbe l'effetto contrario di spostare il traffico, anche pesante, su strade provinciali e comunali, con danni e impatti anche ambientali significativi;
come si apprende da fonti di stampa, peraltro, la Corda Molle sarebbe stata voluta e pagata dagli enti locali bresciani, quando era gestita assieme ai comuni di Piacenza e Cremona. Non solo, ma già dal 2012 all'uscita o in entrata del casello Sud di Brescia i veicoli pagano un supplemento al pedaggio di 30 centesimi per l'utilizzo della Corda Molle;
a parere dell'interrogante, il costo dell'opera ha, quindi, già gravato in termini di pedaggio sul tratto autostradale A21 Brescia sud-Brescia centro e, oggi, l'ipotesi di applicare tariffe autostradali al completamento del cantiere, tra l'altro in estremo ritardo rispetto alle previsioni, essendo stato aperto nel 2012, risulterebbe una beffa per i territori interessati e i suoi cittadini;
nonostante le rassicurazioni del Ministro interrogato sul congelamento del pedaggio, almeno nel breve termine, rimarrebbe, comunque, la possibilità che il pedaggio su questa importante arteria venga introdotto in un secondo momento –:
quali siano gli intendimenti del Governo in merito ai fatti di cui in premessa.
(2-00324) «Almici».
Interrogazione a risposta orale:
SCERRA e FRANCESCO SILVESTRI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
a giugno 2023 è balzato agli onori della cronaca un tragico incidente che ha coinvolto in un devastante incendio un edificio a Colli Aniene a Roma che ospitava circa 24 famiglie. Oltre alla drammaticità dell'evento, che ha visto anche la morte di un anziano condomino, e la perdita dell'abitazione, queste famiglie sono costrette a sostenere le spese di ristrutturazione avviate con l'incentivo superbonus perché non hanno potuto, proprio a causa del rogo e del conseguente sequestro giudiziario, completare entro la fine del 2023 il 30 per cento dei lavori, come imposto dalla normativa di riferimento di questo finanziamento;
nell'ambito della conversione del cosiddetto decreto «superbonus» è stato presentato dalle opposizioni un emendamento che prevedeva una proroga dei tempi per l'ottenimento dell'incentivo quando il ritardo è stato determinato da cause di forza maggiore, come nel caso in questione. La proposta emendativa, come noto, è stata respinta e con essa la speranza di queste famiglie di non doversi caricare, oltre agli effetti di questa tragedia, anche delle spese di ristrutturazione di immobili che non ci sono più e di cui non possono disporre. Tale circostanza potrebbe portare sul lastrico molte di loro giacché con ogni probabilità saranno costrette a pagare anche più di 50 mila euro a nucleo, alle ditte edili commissionate per i lavori;
inoltre, altro elemento critico, è che la maggior parte di queste persone deve far i conti con il problema abitativo, non avendo risorse sufficienti per locare altri immobili. A tal proposito, il Campidoglio sembrava avesse paventato l'opportunità di adattare una delibera comunale per consentire a queste persone di ricevere il bonus affitto, ma anche questa possibilità ad oggi non ha trovato realizzazione –:
se, vista l'eccezionalità della situazione descritta e lo stato di forte difficoltà economica di queste famiglie, non si ritenga di adottare iniziative e provvedimenti per sollevarle dall'onere di corrispondere quanto dovuto per i lavori di ristrutturazione effettuati sugli immobili gravemente danneggiati;
se vi sia l'intendimento di adottare iniziative di competenza volte a rifinanziare il fondo sociale affitti, che potrebbe includere tra i beneficiari anche persone che si sono trovate nelle circostanze descritte.
(3-00978)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta scritta:
ROGGIANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la STMicroelectronics è un'azienda multinazionale leader globale nei semiconduttori con clienti in tutti i settori applicativi dell'elettronica;
all'interno dell'azienda, presente in Italia in 13 siti, lavorano complessivamente 12.500 dipendenti;
il 24 gennaio 2024 i delegati sindacali dei lavoratori della sede STMicroelectronics di Agrate Brianza hanno denunciato il caso di una lavoratrice di 50 anni che ha ricevuto lettera di licenziamento;
secondo l'articolo pubblicato dal quotidiano online Monza Today il 25 gennaio 2024, che riporta le dichiarazioni di Michele Solimando, rappresentante della Rsu della ST e dirigente Usb Lombardia, la lavoratrice era inizialmente impiegata come operaia. A causa di seri problemi di salute, negli ultimi due anni era stata trasferita dal reparto produttivo a un ufficio interno con mansioni impiegatizie. Tuttavia, è stata nuovamente spostata nello stesso reparto dal quale era stata trasferita quando si è ammalata, fino a ricevere la lettera di licenziamento;
per protestare contro il licenziamento, il 26 gennaio 2024 i sindacati hanno indetto uno sciopero per chiedere il ritorno in fabbrica della lavoratrice in un posto idoneo alle sue attuali condizioni di salute;
in data 1° febbraio 2024, il quotidiano online MBNews riporta la smentita di STMicroelectronics Italia «riguardo al presunto licenziamento di una lavoratrice disabile presso il suo sito di Agrate Brianza», citando una nota ufficiale dell'azienda;
in seguito alla smentita dell'azienda sull'esistenza della lettera di licenziamento, lo scorso 2 febbraio 2024 la Federazione USB Monza e Brianza ha invitato l'azienda ad avviare il rientro della lavoratrice –:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere a tutela dei diritti della lavoratrice coinvolta e affinché possa essere al più presto ricollocata nello stesso ufficio dove aveva lavorato negli ultimi due anni con mansioni impiegatizie.
(4-02302)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Interrogazione a risposta scritta:
BONELLI e ZARATTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 6 giugno 2023 l'assemblea dei soci della Società Stretto di Messina s.p.a. (di seguito SdM), società in house partecipata da R.F.I. s.p.a., Anas s.p.a., Regione Siciliana, regione Calabria e in misura non inferiore al 51 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze, ha nominato il nuovo Cda e approvato il nuovo statuto, designando amministratore delegato il dottor Pietro Ciucci, presidente il dottor Giuseppe Recchi e membri la dottoressa Eleonora Mariani, la dottoressa Ida Nicotra e il dottor Francesco Saccomanno;
il dottor Pietro Ciucci si troverebbe collocato in quiescenza e a tal proposito si richiama l'articolo 5, comma 9 del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012 n. 135, che prevede il divieto per le pubbliche amministrazioni di conferire incarichi direttivi, dirigenziali, cariche in organi di Governo, incarichi di studio o consulenza, a soggetti già lavoratori pubblici o privati, collocati in quiescenza;
il comma 9 specifica che: «(...) Gli incarichi, le cariche e le collaborazioni di cui ai periodi precedenti sono comunque consentiti a titolo gratuito. Per i soli incarichi dirigenziali e direttivi, ferma restando la gratuità, la durata non può essere superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione. Devono essere rendicontati eventuali rimborsi di spese, corrisposti nei limiti fissati dall'organo competente dell'amministrazione interessata»;
le società in house, come la SdM, come affermato in diversi pronunciamenti dalla Corte di cassazione, sono assimilabili ad enti pubblici (si vedano le ordinanze 5 aprile 2013, n. 8352, 3 maggio 2013, n. 10299 e la sentenza SS.UU. 25 novembre 2013, n. 26283);
fino al 31 dicembre 2026, le previsioni di cui all'articolo 5, comma 9 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, non trovano applicazione per gli incarichi di vertice presso enti e istituti di carattere nazionale, di competenza dell'amministrazione statale, conferiti da organi costituzionali, o di rilevanza costituzionale, previo parere favorevole delle competenti Commissioni parlamentari o, qualora previsto a legislazione vigente, previa informativa alle stesse –:
se l'incarico di amministratore delegato, conferito al dottor Pietro Ciucci dalla SdM, sia stato attribuito in conformità al disposto di cui al comma 9, articolo 5 del decreto-legge n. 95 del 2012 e conseguentemente, in caso contrario, quali iniziative di competenza si intendano adottare, anche per il tramite dei Servizi ispettivi di finanza pubblica e dell'ispettorato della funzione pubblica.
(4-02303)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANZI, MALAVASI, SERRACCHIANI e FORATTINI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
nel corso del 2023 con riferimento al test di ingresso di medicina si è reso possibile per gli studenti sostenere la prova già dal quarto anno di scuola superiore;
l'obiettivo dell'istituzione dei Tolc Med dal quarto anno è stato quello di dare agli aspiranti medici più opportunità di tentare l'esame di ammissione e di consentire loro di dedicarsi con serenità al percorso scolastico ed all'imminente esame di Stato, sistema già da tempo utilizzato in altre facoltà universitarie;
i ragazzi iscritti al quarto anno potevano, utilizzando il miglior punteggio su 4 prove (2 all'anno), inserirsi in graduatoria del concorso in medicina a partire dal quinto anno;
nel 2023, come rilevato dai dati Cisia, sarebbero stati circa 23 mila gli studenti del 4o anno che avrebbero effettuato la doppia prova; di questi un'importante percentuale ha raggiunto un punteggio equalizzato tale da consentire un posizionamento in graduatoria utile per la iscrizione al corso di medicina;
il 7 gennaio 2024, con un post sui social, la Ministra interrogante avrebbe dichiarando: «Ora si cambia: è evidente che le regole per l'ingresso a Medicina ad oggi non hanno funzionato. Puntiamo a un meccanismo più equo che premi merito e conoscenze. I quesiti dei prossimi test saranno "pescati" da una banca dati che ho voluto fortemente aperta e pubblica, al contrario di oggi. Un'operazione che richiede un piccolo margine di tempo aggiuntivo per organizzare le prove.»;
alle suddette dichiarazioni si aggiunge, inoltre, la recente sentenza del Tar del Lazio n. 863 del 17 gennaio 2024, con cui vengono annullati sia la graduatoria unica nazionale del concorso per l'anno accademico 2023-2024 per l'accesso ai corsi di laurea a numero programmato di «medicina e chirurgia» e «odontoiatria e protesi dentaria», sia i provvedimenti di istituzione dei Tolc Med, quali tipologie di prove utili per l'inserimento in graduatoria (decreto ministeriale n. 1107 del 2022 e decreto direttoriale n. 1925 del 2022);
tutto ciò lede gravemente i diritti dei 3.000 studenti che, nel corso dell'anno 2023, al quarto anno di scuola superiore, hanno sostenuto le prove Tolc nel mese di aprile e/o nel mese di luglio conseguendo utili punteggi da utilizzare, a norma delle disposizioni vigenti per tempo, ai fini dell'ammissione ai suddetti corsi di laurea nell'anno accademico 2024-2025;
l'impegno e il lavoro svolto da migliaia di studenti non può essere vanificato da successive modifiche che rischiano di alterare, o addirittura annullare, il sistema di determinazione del punteggio –:
quali siano le modalità di svolgimento dei prossimi test di accesso ai corsi di laurea di medicina e chirurgia e odontoiatria, in ogni caso, quali iniziative intenda avviare al fine di tutelare gli studenti che risultino in graduatoria in seguito allo svolgimento dei Tolc Med avviati nel 2023 per i frequentanti del quarto anno scolastico.
(5-01978)
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta in Commissione Ferrari n. 5-01319 del 13 settembre 2023;
interrogazione a risposta in Commissione Matera n. 5-01975 del 7 febbraio 2024.