Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 15 marzo 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   LOIZZO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con deliberazione n. 76 del 16 febbraio 2024 il Commissario straordinario dell'azienda ospedaliera di Cosenza ha affidato un «servizio di consulenza giuridica, tecnico-amministrativa», a mezzo «trattativa diretta», in favore della società HMH Italy S.r.l.;

   nelle premesse alla deliberazione citata si legge:

    a) che il servizio di consulenza richiede una figura di «Project manager» che coordinerà l'equipe multidisciplinare, affiancata da una figura «Senior» e da una figura «Junior», per un totale di «tre figure» complessive;

    b) che per l'affidamento del servizio l'azienda ospedaliera di Cosenza ha avviato una «indagine conoscitiva del mercato finalizzata alla ricerca di operatori economici»;

    c) che, al termine di detta indagine – della quale rimangono ignote le modalità di svolgimento e le risultanze – si è avviata «la trattativa diretta n. 3987574 con la HMH Italy Srl che offre il suddetto servizio per un anno al costo di 130.000 euro oltre IVA»;

   la stampa locale, riprendendo la segnalazione del presidente della commissione sanità del Consiglio comunale di Cosenza, ha evidenziato che la HMH Italy è una società a responsabilità limitata iscritta dal 14 maggio 2020 alla camera di commercio di Milano, la cui categoria merceologica è la seguente: «commercio all'ingrosso di articoli medicali e ortopedici». A quanto consta, nell'anno 2021, il fatturato della società era pari zero, così come i dipendenti assunti;

   non sembrano sussistere le condizioni per il ricorso all'affidamento diretto previste dall'articolo 50, comma 1, lettera b), del Codice dei contratti pubblici, richiamato nelle premesse alla deliberazione in esame. La norma citata, infatti, subordina l'affidamento diretto alla condizione che «siano scelti soggetti in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all'esecuzione delle prestazioni contrattuali». Mentre tali esperienze non risultano nel caso di specie, almeno allo stato degli atti, né vengono menzionate nel provvedimento di affidamento diretto;

   al di là della legittimità o meno dell'affidamento, la vicenda appare sintomatica di una gestione delle risorse aziendali contraria ai principi di trasparenza, economicità e buon andamento dell'azione amministrativa, al cui rispetto dovrebbe essere improntata l'attività del Commissario straordinario –:

   se non ritengano di adottare iniziative, per quanto di competenza, anche tramite il Commissario ad acta, al fine di verificare il rispetto dei principi appena richiamati, con particolare riferimento all'operato del Commissario straordinario dell'azienda Ospedaliera di Cosenza e ai presupposti dell'affidamento diretto di cui in premessa.
(4-02514)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VACCARI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il sistema di gestione del bilancio di Agea è disciplinato dal regolamento di amministrazione e di contabilità dell'ente e deve uniformarsi ai principi ed alle prescrizioni codificati dalla legge di contabilità del 31 dicembre 2009 n. 196 e successive modifiche ed integrazioni, nonché alle previsioni contenute nel decreto legislativo 31 maggio 2011 n. 91;

   l'Agea deve, altresì, conformare la propria gestione ai principi ed alle regole contabili adottati dal Ministero dell'economia e delle finanze – Ragioneria generale dello Stato – in merito al sistema di contabilità economica (articolo 7 «Sistema di contabilità economica», regolamento);

   il regolamento attualmente in vigore risale al 2008 e non è stato modificato o integrato in alcuna parte e non recepisce le modifiche intervenute medio tempore nella normativa contabile;

   il bilancio di previsione deve essere adottato dal direttore entro il 31 ottobre dell'anno precedente e successivamente inviato al Masaf e al Mef per l'approvazione;

   la mancata adozione del regolamento di organizzazione e del regolamento di contabilità dell'Agenzia, nonché il mancato rispetto dei termini di approvazione del bilancio preventivo rappresenta una criticità di natura strutturale come segnalato più volte dalla Corte dei conti e rischia di avere ripercussioni sull'attività di Agea;

   l'attuale direttore, ad avviso dell'interrogante, in contrasto rispetto a quanto previsto dall'articolo 5 dello statuto di Agea, non sembra ritenga necessaria la regolamentazione degli aspetti, anche economici, connessi allo svolgimento delle attività gestionali nonostante il rapporto tra Agea ed il direttore sia regolato esclusivamente dal decreto di nomina e dal decreto di riconoscimento del compenso;

   atteso che non è stato approvato il bilancio di previsione 2024 e quindi non è dato sapere se la gestione finanziaria di Agea si sia svolta nel rispetto dei principi applicati della contabilità finanziaria riguardanti l'esercizio provvisorio o la gestione provvisoria –:

   se e quali spese facoltative abbiano concorso al disavanzo di bilancio di Agea accertato per il 2023;

   come intenda intervenire, vista la gravità della situazione descritta e delle ricadute che potrebbero determinarsi ad opera di un ipotizzato intervento della Commissione europea, a tutela dell'AGEA, e come intenda il Ministro interrogato sollecitare la risoluzione delle inefficienze della direzione dell'Agenzia stessa.
(5-02153)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   ROGGIANI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in data 26 marzo 2019 tredici consiglieri del Consiglio comunale di Legnano su ventiquattro si sono dimessi venendo così meno l'integrità strutturale minima, secondo legge e secondo il regolamento comunale, per il suo valido funzionamento e per il mantenimento in vita dell'organo, ossia la metà dei consiglieri. Le dimissioni hanno coinvolto anche membri dell'allora maggioranza, a seguito di una grave e irreversibile crisi politica stessa;

   l'allora sindaco del comune, Gianbattista Fratus, in luogo di prendere atto della crisi politica e del conseguente effetto di scioglimento del consiglio in forza delle dimissioni di più della metà dei consiglieri, ha tentato di mantenere in vita il consiglio, facendo intervenire il difensore civico regionale, il quale, pur non avendone i poteri, ha in modo illegittimo proceduto alla surroga dei consiglieri dimessi. Tale decisione ha provocato le proteste di molti cittadini che, riunitisi successivamente in un Comitato, hanno presentato ricorso, insieme ai consiglieri dimissionari, al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia per ottenere l'annullamento degli atti di surroga, previa sospensione cautelare;

   con ordinanza 11 luglio 2019, n. 833 il Tar ha accolto l'istanza di sospensiva, che ha comportato l'avvio da parte della prefettura di Milano della procedura di scioglimento del Consiglio comunale, con nomina di commissario straordinario e scioglimento definitivamente disposto con decreto del Presidente della Repubblica 30 luglio 2019, adottato su proposta del Ministro dell'interno;

   il Tar della Lombardia, Milano, sez. I, con sentenza 23 marzo 2020 n. 549, ha poi definitivamente accolto il ricorso confermando l'illegittimità degli atti di surroga dei consiglieri disposta dal difensore civico regionale e quindi annullandoli;

   il consiglio comunale è stato quindi sciolto per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri, conseguenti alla crisi politica della Giunta dell'ex Sindaco Fratus, e per la sospensione, prima, e annullamento, dopo, degli illegittimi atti di surroga disposti, e non per le vicende penali che hanno successivamente interessato l'ex Sindaco Fratus e due membri della sua Giunta. È infatti solo in una fase successiva alla crisi politica e alle dimissioni dei consiglieri, con conseguente scioglimento del consiglio comunale, che è stato avviato un procedimento penale per fatti estranei alle vicende relative ai giudizi amministrativi, che ha condotto agli arresti del sindaco Fratus, del vicesindaco Maurizio Cozzi e dell'assessore Chiara Lazzarini, giungendo nell'aprile 2020 alla condanna in primo grado di tutti gli imputati, poi successivamente assolti in appello;

   in data 13 febbraio 2024 è stata depositata l'interrogazione a risposta scritta N. 4-02320 rivolta al Ministero della giustizia, nella quale si chiede di valutare i presupposti per promuovere un'iniziativa ispettiva in relazione all'operato dei magistrati che si sono occupati dell'indagine –:

   se il Ministro interrogato sia intervenuto con attività ispettive e, in caso affermativo, con quali esiti.
(4-02512)


   LACARRA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (codice dei contratti pubblici vigente fino all'adozione del decreto legislativo n. 36 del 2023) ha previsto, all'articolo 113, una serie di incentivi per le funzioni tecniche;

   nello specifico, al comma 1 si disponeva che «gli oneri inerenti alla progettazione, alla direzione dei lavori ovvero al direttore dell'esecuzione, alla vigilanza, ai collaudi tecnici e amministrativi ovvero alle verifiche di conformità, al collaudo statico, agli studi e alle ricerche connessi, alla progettazione dei piani di sicurezza e di coordinamento e al coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione [...], alle prestazioni professionali e specialistiche necessari [...] fanno carico agli stanziamenti previsti per i singoli appalti di lavori, servizi e forniture negli stati di previsione della spesa o nei bilanci delle stazioni appaltanti»;

   al comma 2, inoltre, si prevedeva che «le amministrazioni aggiudicatrici destinano a un apposito fondo risorse finanziarie in misura non superiore al 2 per cento modulate sull'importo dei lavori, servizi e forniture, posti a base di gara per le funzioni tecniche svolte dai dipendenti delle stesse» per una serie di attività indicate dal medesimo comma;

   al comma 3, si prevedeva che «l'80 per cento delle risorse finanziarie del fondo [...] è ripartito, per ciascuna opera o lavoro, servizio, fornitura con le modalità e i criteri previsti in sede di contrattazione decentrata integrativa del personale, sulla base di apposito regolamento adottato dalle amministrazioni secondo i rispettivi ordinamenti, tra il responsabile unico del procedimento e i soggetti che svolgono le funzioni tecniche indicate al comma 2 nonché tra i loro collaboratori. Gli importi sono comprensivi anche degli oneri previdenziali e assistenziali a carico dell'amministrazione. [...] La corresponsione dell'incentivo è disposta dal dirigente o dal responsabile di servizio preposto alla struttura competente, previo accertamento delle specifiche attività svolte dai predetti dipendenti.»;

   alcune associazioni hanno proposto ricorso dinanzi all'inerzia al riguardo del Ministero della giustizia, e con sentenza del Tar Lazio, Roma Sez. I, del 30 giugno 2021 n. 7716, è stato ribadito l'obbligo, in capo a ogni amministrazione, di adottare un regolamento che disciplini le modalità e i criteri di erogazione degli incentivi per le funzioni tecniche;

   il Ministero della giustizia, con decreto ministeriale 4 agosto 2021, n. 123, ha adottato il suddetto regolamento;

   il 27 luglio 2023 è stato siglato l'accordo tra lo stesso Ministero e le organizzazioni sindacali nazionali, relativo ai criteri di utilizzo del Fondo incentivi per le funzioni tecniche svolte nell'ambito delle articolazioni centrali e periferiche dell'Amministrazione dal personale dipendente negli appalti di lavori, servizi e forniture;

   con nota del 30 agosto 2023 il Dipartimento amministrazione penitenziaria ha reso alcune indicazioni operative circa la ripartizione degli incentivi. Tali indicazioni, però, intervengono indebitamente, a parere dell'interrogante, sul perimetro degli incentivi da riconoscere, riducendone la portata;

   il decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, che ha innovato il precedente codice in materia di contratti pubblici, ha mutuato, all'articolo 45, modificandoli parzialmente, i contenuti del citato articolo 113;

   a oggi, da quanto noto all'interrogante, le somme spettanti a titolo dei suddetti incentivi non risultano ancora liquidate dal Dipartimento amministrazione penitenziaria e lo stesso Dap, più volte sollecitato dagli aventi diritto, non fornisce alcuna spiegazione a riguardo –:

   se intenda fornire le dovute informazioni con riguardo alla mancata liquidazione delle somme spettanti a titolo di incentivi per le funzioni tecniche;

   se intenda indicare una stima delle tempistiche di liquidazione delle suddette somme;

   se intenda fornire chiarimenti sulle nuove modalità di regolamentazione in virtù delle modifiche intercorse ai sensi del decreto legislativo n. 36 del 2023.
(4-02515)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta scritta:


   BORDONALI e DARA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   già con precedente atto di sindacato ispettivo n. 4-00765, tuttora giacente privo di risposta, si richiamava l'attenzione del Ministro interrogato sugli intenti della società Iveco Group e Hedin Mobility Group AB di trasferire le attività di distribuzione e vendita al dettaglio in Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca;

   nello specifico gli interroganti esprimevano preoccupazione per il processo di delocalizzazione di cui non si conoscono gli effetti sull'indotto produttivo e sui livelli occupazionali negli stabilimenti nazionali, in particolare quello di Brescia, dove si fabbrica il camion Eurocargo, e quello di Suzzara, in provincia di Mantova, dove si realizza il furgone Daily;

   le apprensioni già espresse in quella sede permangono ed anzi si accrescono alla luce della notizia riportata da Il Giornale di Brescia del 14 marzo 2024 in merito all'acquisizione, da parte del fondo d'investimento tedesco Mutares, della controllata Magirus, società che produce e vende veicoli e attrezzature specializzate, il cui sito bresciano conta circa 200 lavoratori impiegati (170 dipendenti e 25 persone in somministrazione); ciò a conferma del fatto che è in atto un preoccupante processo di smantellamento –:

   se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, anche con l'apertura di un tavolo istituzionale, i Ministri interrogati intendano adottare per frenare il processo di delocalizzazione e cessione da parte di Iveco, nell'ottica di creare un contesto di rilancio industriale e salvaguardare i livelli occupazionali.
(4-02511)


   MARI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Fos di Battipaglia, azienda del gruppo milanese Prysmian, è un'eccellenza europea nella produzione di fibra ottica di altissima qualità tecnologica;

   il gruppo Prysmian ha recentemente dichiarato di non essere intenzionato a investire per il rilancio del sito e di voler interrompere la produzione di fibra ottica in Italia con la conseguenza che 300 operai sono in cassa integrazione da ottobre e rischiano di perdere il posto di lavoro se non verranno individuate soluzioni industriali che garantiscano la continuità produttiva e occupazionale;

   la vertenza Fos è emblematica dell'assenza, nel nostro Paese, di politiche industriali e dell'incapacità di tutelare le eccellenze presenti nel nostro territorio;

   anche i 7,7 miliardi di euro del PNRR da investire per l'infrastrutturazione digitale del Paese avrebbero dovuto permettere una crescita dell'occupazione e la valorizzazione della Fos e invece né l'azienda né il Governo, sono stati in grado di trovare valide soluzioni di mercato ed è paradossale che un'azienda, l'unica che produce fibra ottica in Italia, non sia nelle condizioni di vendere il proprio prodotto nel Paese, anche a causa delle norme previste per l'aggiudicazione degli appalti pubblici sulle infrastrutture digitali, tra cui quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza che, non prevedendo alcuna specifica tecnica sulla qualità, hanno consentito che i provider incaricati della stesura della fibra abbiano preferito la fibra indiana o cinese, prodotti meno costosi perché più scadenti rispetto alla fibra prodotta da Fos;

   in Europa, i principali Paesi sono intervenuti in una normativa per garantire alla trasmissione dati infrastrutture digitali di qualità, per l'affidabilità della pubblica amministrazione, del sistema delle imprese e per la tutela di tutti i cittadini;

   di fronte a questo scenario, occorre un'assunzione di responsabilità da parte del Governo affinché si possano individuare soluzioni concrete per garantire un futuro occupazionale ai lavoratori diretti e dell'indotto in un territorio che sconta già enormi difficoltà dal punto di vista economico e sociale;

   ad avviso dell'interrogante è indispensabile che, anche attraverso investimenti pubblici e politiche di indirizzo, venga privilegiato l'utilizzo di tecnologie altamente performanti, prodotte in Italia, anche al fine di contrastare la competizione scorretta dei produttori asiatici che hanno invaso il mercato puntando su fibra di bassa qualità a costi minori, nonché per impedire che un asset strategico vada disperso;

   dalla qualità e tecnologia di questa produzione dipende non solo il futuro occupazionale dei lavoratori coinvolti, ma la cyber sicurezza del nostro Paese, che riguarda comparti come la difesa, la pubblica amministrazione, la sanità;

   risulterebbe abbastanza singolare che in un momento storico in cui la transizione digitale risulta così strategica e le crisi geopolitiche internazionali mettono seriamente a rischio l'approvvigionamento delle materie prime, tra cui la fibra ottica, una vertenza così importante non trovi una soluzione positiva –:

   quali iniziative intendano assumere per garantire la continuità produttiva e occupazionale della Fos di Battipaglia anche promuovendo iniziative di competenza volte alla revisione delle attuali norme per l'affidamento degli appalti in settori strategici come quelle della fibra ottica affinché sia privilegiato, quale criterio di aggiudicazione non solo l'offerta economica più vantaggiosa ma anche la qualità delle forniture e dei materiali, anche al fine di scongiurare problemi legati alla sicurezza nazionale.
(4-02513)

INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:


   SOUMAHORO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 13 marzo 2024, Idrissa Diallo, 23enne della Guinea, con regolare permesso di soggiorno per protezione internazionale, è stato fermato per un controllo dai Carabinieri mentre stava aspettando l'autobus che l'avrebbe condotto al lavoro;

   subito dopo essere stato fermato, come si vede da un video pubblicato nell'immediato da un passante che ha ripreso la scena, Idrissa Diallo, viene colpito a schiaffi e pugni da un militare dell'Arma che tenta, insieme a un collega, di farlo salire sull'auto di servizio;

   secondo la versione dei militari avrebbe fatto resistenza all'arresto e avrebbe danneggiato la gazzella su cui tentavano di caricarlo. Da quanto si apprende i militari sono stati temporaneamente trasferiti ad altre mansioni;

   la versione di Idrissa, che ha avuto due giorni di prognosi dall'ospedale, è stata la seguente: «Mi hanno aggredito subito, nonostante potessi spiegare che in poco tempo potevo far arrivare un amico con i documenti»;

   dopo qualche ora dall'accaduto Idrissa Diallo è stato portato davanti al giudice per rispondere del reato di resistenza all'arresto ed è stato rimesso in libertà. L'udienza si è svolta prima che iniziasse a circolare il video sui social. Lui ha raccontato di essere stato anche malmenato in caserma. La procura starebbe valutando, a quanto si apprende, la possibilità di aprire un'inchiesta sui carabinieri;

   questo il racconto del richiedente asilo: «Ero alla fermata dell'autobus e i carabinieri si sono avvicinati per chiedermi i documenti. Io con me non li avevo, stavo andando a lavorare, sono un aiuto cuoco in un ristorante della prima periferia di Modena. Gli ho detto che abitavo lì vicino e avrei potuto chiamare un amico perché li portasse, ma loro hanno smesso di ascoltarmi e mi hanno trascinato verso la macchina. Mi hanno strappato di dosso l'auricolare del telefono, mentre io lo tenevo in mano per chiamare il mio coinquilino»;

   Idrissa respinge anche l'accusa di danneggiamento dell'auto dei carabinieri: «Non sono stato io, ma il carabiniere che mi strattonava. Ha colpito la macchina involontariamente nel parapiglia». E racconta quello che gli è successo in caserma: «Mi hanno tenuto dentro tre o quattro ore. Mi hanno sfilato i pantaloni, mi hanno insultato e picchiato anche lì. Poi mi hanno portato in tribunale e il giudice mi ha rilasciato». Il cittadino della Guinea dice di avere «contusioni alla testa, al braccio sinistro, alla schiena e a una gamba, ma non ho nessuna frattura. Mi hanno dato una prognosi di due giorni»;

   per Mario Campo, il titolare del Ristorante Pasticceria Siciliano «Cirisiamo» di Modena dove lavora Idrissa, che lo conosce da tempo come «una persona squisita e dedicata», «hanno preso un granchio, la persona sbagliata. Sono sei anni che lavora per questo locale, non ha mai fatto nessun errore. Non ha ancora capito cosa gli è successo». Ieri mattina «è capitato che non aveva i documenti in tasca, ma a casa e gli hanno detto che lo dovevano arrestare. Non hanno usato la delicatezza di prendere per buono quello che gli diceva, pensavano fosse sospetto ma hanno preso un granchio grosso e qualcuno ne pagherà le conseguenze. È uno di quelli che ha fatto il percorso giusto: in Guinea sta costruendosi la casa, manda i soldi ai genitori. Non si può fare di tutta l'erba un fascio» ad opinione dell'interrogante Idrissa Diallo ha subito una gravissima ed inaccettabile violazione dei suoi diritti –:

   se i Ministri siano a conoscenza del fatto esposto in premessa e quali iniziative abbiano intrapreso nello specifico caso e quali vogliano ulteriormente adottare per evitare che episodi simili si ripetano in futuro.
(3-01074)


   ASCANI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che il comune di Terni, con la firma in calce del sindaco Bandecchi, ha affittato il Palazzetto dello Sport di Terni per 45 eventi e per circa 315 giorni complessivi alla società Pala Ternana Eventi srl, di cui lo stesso sindaco Bandecchi risulterebbe essere amministratore unico e rappresentante;

   tale situazione, opportunamente portata alla luce e stigmatizzata da alcune interrogazioni presentate nel consiglio comunale di Terni dall'opposizione, sembrerebbe in aperta violazione di quanto stabilito dall'articolo 63, comma 1, punto 2 del Tuel, che stabilisce che «Non può ricoprire la carica di sindaco [...] colui che, come titolare, amministratore, dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento ha parte, direttamente o indirettamente, in servizi, esazioni di diritti, somministrazioni o appalti, nell'interesse del comune o della provincia, ovvero in società ed imprese volte al profitto di privati, sovvenzionate da detti enti in modo continuativo [...]»;

   già lo scorso 3 agosto 2023 il Ministero dell'interno, su richiesta della segretaria comunale, aveva rilasciato un parere, con nota protocollata, sulla sussistenza di ipotesi di incompatibilità dell'allora neo-eletto sindaco Bandecchi, nel quale aveva ritenuto che «il signor Bandecchi ha piena titolarità di alcune società che lo rendono incompatibile con la carica di sindaco della città di Terni», e che nonostante le intervenute dimissioni da presidente della Università Unicusano e della società Ternana Calcio s.p.a., «esercita ancora attività di impresa, con interesse di lucro personale, quale Amministratore unico della Società delle Scienze Umane srl e quale Socio unico e amministratore della Ping Pong s.r.l.», ritenendo che «la permanenza del signor Bandecchi nella titolarità e nella gestione delle predette società possa considerarsi incompatibile con la carica di sindaco» ex articolo 63, comma 1, n. 2) del Tuel;

   desta grave preoccupazione il ripresentarsi di una situazione analoga secondo la quale il sindaco avrebbe ora affittato il Palazzetto dello Sport di Terni ad una società della quale egli stesso sarebbe amministratore unico e rappresentante, incorrendo così in una delle situazioni di potenziale conflitto di interessi tipizzate dal Legislatore al fine di garantire il corretto adempimento del mandato elettivo, e in particolare la realizzazione degli interessi tutelati dall'articolo 97, comma 1, della Costituzione;

   va segnalato, a parere dell'interrogante, che il ripetersi di tali circostanze in capo allo stesso sindaco, unitamente a comportamenti già rilevati in passato del tutto inadeguati rispetto al ruolo ricoperto, potrebbe far emergere profili di rilievo anche ulteriori rispetto alla questione delle incompatibilità –:

   quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda adottare per assicurare il superamento della situazione rappresentata in premessa, che a giudizio dell'interrogante prefigura gravi, ulteriori incompatibilità del sindaco Bandecchi, anche valutando la sussistenza dei presupposti per l'esercizio dei poteri di cui all'articolo 142 del TUEL.
(3-01075)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   LAI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella città di Olbia e più in generale nella Gallura, sulla base dei dati forniti dalla Procura della Repubblica di Tempio e diffusi dalla stampa, risultano essere crescenti gli atti di violenza, vandalismo e danneggiamenti negli ultimi mesi con un 2024 che sarebbe in crescita rispetto al 2023 e al 2022 per questi reati;

   a partire dal 1° gennaio 2024 sono state 14 le auto di privati cittadini date alle fiamme, oltre ad un motorino parcheggiato all'interno di una casa; se si considera tutto il 2023 si arriva al numero significativo di 80 auto incendiate; gli inquirenti classificano tali eventi come dolosi in quanto legati all'utilizzo di inneschi tipici come diavolina o liquido infiammabile sulla carrozzeria;

   nello stesso periodo sono stati segnalati diversi casi di rapina a carico di minori, di violenze contro anziani all'interno delle loro abitazioni, diversi furti agli esercizi commerciali h24 come le lavanderie a gettone e i distributori;

   questi reati si realizzano soprattutto nelle ore notturne e non sembra esserci una adeguata presenza di agenti in grado di contrastarne la crescita che lascia la popolazione interdetta e impaurita –:

   se sia a conoscenza della situazione sopra rappresentata;

   quale sia, e se sia paragonabile a città analoghe per dimensione e complessità, la presenza di forze dell'ordine a Olbia e in Gallura e se sia altresì garantito un adeguato servizio di protezione e tutela della sicurezza notturna;

   se non ritenga necessario un rafforzamento delle presenza delle forze dell'ordine per prevenire la crescita di reati quali quelli legati alla violenza personale, al vandalismo e al danneggiamento di beni privati.
(5-02154)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BERRUTO, MANZI, ORFINI e ZINGARETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa, rese note da il Fatto Quotidiano, si apprende del licenziamento di una dipendente della A.S. Roma, vittima di cyberbullismo e revenge porn;

   secondo la ricostruzione, il caso sarebbe scoppiato quando un giovane calciatore della Primavera della Roma avrebbe chiesto in prestito il cellulare alla dipendente per chiamare l'agente e invece di limitarsi a comporre il numero di telefono del procuratore, il giocatore avrebbe passato in rassegna immagini e video dell'impiegata, fino a imbattersi in uno dove la 30enne si riprendeva con il fidanzato e a condividerlo;

   dallo spiacevole accaduto, il club avrebbe interrotto il rapporto di lavoro con l'impiegata, in forze al club da più di 10 anni;

   nella lettera riportata dal Fatto Quotidiano e firmata da Lorenzo Vitali, responsabile legale del club, la versione della società: «è stato portato all'attenzione della direzione Risorse umane e dei vertici aziendali un video che inconfondibilmente la ritrae nel compimento di atti sessuali. Purtroppo dalla ricostruzione giornalistica risulta che tale video sia stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori della società». Quindi la decisione: licenziamento considerata «l'incompatibilità della prosecuzione del suo rapporto di lavoro con il sereno e regolare andamento dell'attività della società»;

   se fosse confermato quanto appreso dalla stampa saremmo davanti a una doppia ingiustizia: una palese violazione della privacy che ha generato atti di cyberbullismo e di revenge porn a cui è seguito il licenziamento della vittima senza alcuna punizione nei confronti dei responsabili –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti suesposti e, in ogni caso, se non intendano per quanto di competenza, avviare le necessarie ed opportune verifiche sull'accaduto che ha generato atti di cyberbullismo e di revenge porn cui è seguito il licenziamento, ingiustificato, della vittima senza alcuna conseguenza nei confronti dei responsabili.
(5-02156)

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da un articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano una dipendente della società AS Roma sarebbe stata licenziata per «incompatibilità ambientale» dopo che un video, conservato nel suo cellulare, e che la riprendeva nell'intimità, le sarebbe stato illegittimamente sottratto, e diffuso sulle chat di calciatori e dipendenti del club giallorosso;

   i fatti risalgono all'autunno 2023, il video è circolato per diverse settimane fino al licenziamento dell'impiegata avvenuto all'inizio di novembre 2023;

   secondo la ricostruzione, un giovane calciatore della Primavera della Roma avrebbe chiesto in prestito il cellulare alla dipendente per chiamare il proprio procuratore e in quell'occasione avrebbe trovato il video e lo avrebbe condiviso con i suoi compagni di squadra;

   a quel punto il video sarebbe circolato in modo incontrollato e avrebbe raccolto anche pesanti commenti a sfondo sessuale sui social e sulle chat di tesserati, dipendenti e collaboratori della AS Roma;

   a seguito di quanto accaduto, nonostante l'impiegata sia con ogni evidenza la vittima rispetto a quanto accaduto, la società AS Roma, con una sorprendente motivazione, ha deciso di interrompere unilateralmente il rapporto di lavoro con l'impiegata che durava da più di 10 anni;

   nella lettera di licenziamento sarebbe scritto che dal momento che il video che ritraeva l'impiegata nel compimento di atti sessuali è stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori della società è stato deciso di procedere con il licenziamento considerata «l'incompatibilità della prosecuzione del suo rapporto di lavoro con il sereno e regolare andamento dell'attività della società»;

   risulta incredibile all'interrogante che un club la cui società è quotata in borsa e gode di fama internazionale e che da quasi un anno è guidata da un ceo donna, invece di tutelare e difendere l'impiegata da comportamenti chiaramente illeciti, si sia di fatto schierata con chi ha violato la sua privacy, sottratto e diffuso illecitamente un video privato, tanto che nei confronti del giovane calciatore non sarebbe stato avviato neanche un procedimento disciplinare;

   quanto avvenuto all'AS Roma, se confermato, sarebbe di una gravità inaudita anche dal punto di vista della tutela delle lavoratrici, una colossale ingiustizia figlia del più becero maschilismo che rende la donna vittima due volte, prima perché umiliata e violata nella sua intimità da decine di uomini e poi perché punita, con un licenziamento in tronco dopo 10 anni di contratto –:

   quali iniziative di competenza, anche di natura ispettiva, intendano assumere i Ministri interrogati perché si faccia piena chiarezza rispetto a quanto accaduto, anche a tutela della dipendente licenziata dall'AS Roma, dal momento che all'interrogante tale licenziamento da parte della società appare illegittimo e discriminatorio, richiamando al contempo la AS Roma alle proprie responsabilità nei confronti di una dipendente il cui diritto alla privacy è stato violato da un tesserato della società medesima e, anche valutando una interlocuzione con il CONI e la Figc, vengano assunte opportune iniziative di competenza volte a tutelare le dipendenti delle società sportive affiliate alla Federazione da comportamenti sessisti come quello riportato in premessa, sia in relazione alla diffusione di materiale video di carattere privato che al successivo licenziamento della vittima.
(4-02516)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   SCHIANO DI VISCONTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 26 febbraio 2024 sono stati affissi, in appositi spazi pubblicitari situati nei territori di ogni provincia campana, dei manifesti recanti il logo istituzionale della regione Campania e contenenti una serie di notizie a giudizio dell'interrogante palesemente false, tendenziose ed infondate, diffamatorie, nonché infamanti dell'operato del Governo;

   il responsabile della comunicazione del Presidente della regione Campania ha dichiarato, con nota a mezzo stampa, che tale iniziativa è stata realizzata utilizzando risorse finanziarie della regione destinate alla comunicazione istituzionale;

   non risultano, a memoria dell'interrogante, precedenti così incresciosi e di basso livello dal punto di vista politico-istituzionale;

   andrebbe verificata la legittimità di tale iniziativa, considerato che è stato utilizzato il logo istituzionale della regione Campania e che le risorse pubbliche dovrebbero essere finalizzate alla comunicazione istituzionale regionale e non alla propaganda politica nazionale, che peraltro non dovrebbe mai travalicare nella discriminazione politico-partitica o, peggio ancora, nella istigazione all'odio politico –:

   se ritengano opportuno attivare le verifiche di competenza, tramite l'Ispettorato della funzione pubblica e i Servizi ispettivi di finanza pubblica, in relazione ai fatti di cui in premessa.
(4-02517)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MALAVASI e FURFARO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 15 marzo è la «Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla», per il contrasto ai disturbi del comportamento alimentare (DCA);

   si tratta di un'importante occasione di riflessione e sensibilizzazione su un tema troppo spesso dimenticato e che è stato al centro di una forte mobilitazione a causa dei tagli operati dal Governo in carica al Fondo Nazionale dedicato e ripristinati solamente per l'anno in corso dopo una dura battaglia delle associazioni e dei gruppi di minoranza e della mancata applicazione, nonostante siano passati due anni dalla sua approvazione, dell'articolo 1, comma 687, della legge 234 del 2021 n. 234, che prevede l'inserimento delle prestazioni relative ai DCA all'interno dei Lea, al di fuori del capitolo della «salute mentale», con un budget autonomo al fine di garantire adeguate prestazioni sanitarie e sociosanitarie alle persone affette da DCA e alle loro famiglie;

   i disturbi del comportamento alimentare, anoressia, bulimia, binge eating disorder, sono un gigantesco contenitore al cui interno si collocano manifestazioni e patologie differenti tutte quante accomunate da una grande sofferenza psicofisica e da un rapporto conflittuale e faticoso con il cibo, spia, ovviamente, di dinamiche psicologiche estremamente complesse;

   in Italia sono circa 4 milioni le persone in cura per anoressia, bulimia e binge eating e circa 4.000 i decessi annui; un giovane su cinque soffre di tali disturbi;

   secondo l'ultimo aggiornamento pubblicato il 14 marzo 2024 dall'ISS, in Italia sono presenti 135 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui 115 pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale-Ssn) e 20 appartenenti al settore del privato accreditato;

   la loro distribuzione sul territorio nazionale non è però omogenea, in quanto il maggior numero dei Centri si trova in Emilia Romagna (20), seguita da Lombardia (16), Campania (12) e Lazio (9);

   in particolare, alcune regioni hanno un numero molto esiguo di centri dedicati ai disturbi del comportamento alimentare e il Molise non ne ha alcuno;

   sempre secondo l'indagine nelle strutture lavorano 1.652 professionisti, soprattutto psicologi (23 per cento), specialisti in psichiatria o neuropsichiatria infantile (15,7 per cento), infermieri (13,8 per cento), dietisti (11,6 per cento);

   l'intervento precoce nei casi dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione è di primaria importanza in quanto se non trattati adeguatamente aumentano il rischio di danni permanenti fino alla morte, nei casi più severi;

   il numero esiguo dei centri specializzati in DCA e la loro disomogenea dislocazione sul territorio nazionale aggrava una situazione già di per sé critica con liste d'attesa che si allungano e interruzioni pericolose nei percorsi terapeutici che mettono a rischio la salute delle persone che combattono ogni giorno con questi disturbi, lasciandole sole con le proprie famiglie ad affrontare questo dramma –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno predisporre misure urgenti di competenza, anche di carattere economico, affinché nel più breve tempo possibile si possa arrivare ad avere una distribuzione omogenea e completa di centri dedicati ai disturbi del comportamento alimentare con professionisti adeguatamente formati e preparati al fine di arrivare ad una presa in carico precoce e integrale di tutti coloro che soffrono di DCA ovunque risiedano;

   quale sia allo stato attuale l'iter di approvazione del decreto attuativo dell'articolo 1, comma 687, della legge n. 234 del 2021, che inserisce le prestazioni relative ai DCA all'interno dei Lea, al di fuori del capitolo della «salute mentale», con un budget autonomo al fine di garantire adeguate prestazioni sanitarie e sociosanitarie alle persone affette da DCA e alle loro famiglie.
(5-02155)

ERRATA CORRIGE

  Nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 marzo 2024, alla pagina 7539, seconda colonna, le righe dalla diciannovesima alla ventiquattresima si intendono soppresse.