XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:
Le Commissioni VII e XII,
premesso che:
con la crisi dovuta alla diffusione della pandemia da COVID-19, cui si sono sommate la guerra in Ucraina e l'aggravarsi dell'emergenza climatica, i prezzi dei prodotti alimentari ed energetici sono notevolmente aumentati causando una vertiginosa crescita delle disuguaglianze socioeconomiche, del rischio di povertà ed esclusione sociale e della povertà alimentare;
in Italia, la povertà assoluta, come riportano i dati dell'ultimo dossier presentato da Actionaid coinvolge il 7,5 per cento delle famiglie e il 9,4 per cento degli individui residenti in Italia, registrando un aumento dell'1,7 per cento rispetto al 2019 e del 5,2 per cento rispetto al 2010 (Istat, 2023);
l'analisi della povertà alimentare tra i minori riveste un ruolo di cruciale importanza in quanto il mancato accesso a una dieta adeguata in questa fase della crescita può comportare gravi conseguenze a lungo termine e compromettere lo sviluppo delle giovani generazioni;
i dati più recenti, riportati nell'ultimo dossier presentato da Actionaid, riguardano la deprivazione alimentare materiale degli individui fino ai 15 anni di età, in questo caso definita come l'impossibilità di consumare frutta e verdura e di fare un pasto completo almeno una volta al giorno: il 2,5 per cento, corrispondente all'incirca a 200 mila individui di età inferiore ai 16 anni residenti nel territorio italiano. Tale quota è maggiore tra bambini e bambine fino a 5 anni di età, ammontando al 3,3 per cento, riguarda il 5,3 per cento di coloro che vivono in famiglie che pagano un affitto e raggiunge l'incidenza più elevata del 10,4 per cento tra chi ha cittadinanza extraeuropea, per un totale di oltre 93 mila individui. Rispetto alle differenze geografiche, in questo caso, i tassi più alti si registrano nelle regioni del Nord-Ovest, dove la quota raddoppia rispetto alla media nazionale attestandosi al 5,3 per cento, per un totale di oltre 118 mila individui. Nelle altre macroaree, l'incidenza è del 2,8 per cento, al Sud, dello 0,2 per cento nelle Isole, dell'1 per cento nel Nord-Est e dell'1,2 per cento nel Centro;
la politica per contrastare la povertà alimentare minorile, almeno tra i tre e i dieci anni, sarebbe garantire l'accesso gratuito alla mensa scolastica per tutti i bambini e le bambine in condizione di vulnerabilità economica e sociale;
la mensa scolastica è uno strumento di fondamentale importanza per il contrasto alla povertà alimentare minorile. Tuttavia, ad oggi, la sua configurazione come servizio a domanda individuale e non servizio pubblico essenziale determina una forte diversificazione territoriale in termini di infrastrutture e per l'accesso gratuito per le fasce di popolazione in difficoltà socioeconomica;
da quanto emerge dal policy paper di Save the Children e dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani «Mense scolastiche: un servizio essenziale per ridurre le disuguaglianze», diffuso il 30 novembre 2023, poco più di un bambino su due (55,2 per cento degli alunni della scuola primaria) ha accesso alla mensa scolastica, con differenze territoriali molto rilevanti: si passa infatti dai valori compresi tra il 6 per cento e l'8 per cento nelle province di Palermo, Ragusa e Siracusa, al 96 per cento di Firenze. Sono cinque regioni del Sud a registrare le percentuali più basse di alunni che usufruiscono del servizio di refezione scolastica: l'11,2 per cento in Sicilia, seguito dal 16,9 per cento in Puglia, il 21,3 per cento in Campania, il 25,3 per cento in Calabria e il 27,4 per cento in Molise. Liguria (86,5 per cento), Toscana (82,7 per cento) e Piemonte (79,4 per cento) sono invece le regioni più virtuose. Eppure, rendere gratuita la mensa scolastica comporterebbe una spesa di bilancio che oscilla tra i 243 milioni di euro l'anno e i 2,4 miliardi circa, a seconda che il servizio sia offerto gratuitamente al 10 per cento degli studenti delle scuole primarie o alla totalità;
il servizio mensa nelle scuole è essenziale per garantire agli studenti, soprattutto quelli in condizioni di maggior bisogno, il consumo di almeno un pasto sano ed equilibrato al giorno, come previsto dal Piano di azione nazionale per l'attuazione della Garanzia europea per l'infanzia;
secondo i dati del suddetto dossier, ancora, due alunni della scuola primaria su cinque nel nostro Paese (40 per cento) beneficiano del tempo pieno, con le percentuali più basse in Molise (9,4 per cento), Sicilia (11,1 per cento) e Puglia (18,4 per cento) le più alte nel Lazio (58,4 per cento, in Toscana (55,5 per cento) e in Lombardia (55,1 per cento);
il tempo pieno – la cui estensione è legata alla dotazione di mense nelle scuole – è uno strumento fondamentale per combattere la dispersione scolastica e comporta un aumento dell'offerta formativa che genera benefìci sia per gli studenti, accrescendone le possibilità di risultati scolastici migliori, sia per i genitori, con effetti positivi in particolare sull'occupazione femminile;
in Italia, il tasso di abbandono scolastico è all'11,5 per cento, con le percentuali più alte in Sicilia (18,8 per cento), Campania (16,1 per cento) e Sardegna (14,7 per cento), mentre la media europea si attesta al 9,6 per cento. La dispersione implicita, sebbene diminuita dal 9,8 per cento del 2021 all'8,7 per cento del 2023, mostra ancora valori superiori a quelli registrati prima della pandemia;
a fronte di questi dati, sono ancora troppo pochi le bambine e i bambini che in Italia usufruiscono di mensa e tempo pieno a scuola e con forti discontinuità territoriali che rischiano di penalizzare intere aree del Paese, in particolare nel Mezzogiorno;
i dati, e le ultime politiche del Governo, dimostrano il ritardo del nostro Paese e una totale inattività sull'attuazione del Piano di azione nazionale della garanzia infanzia (Pangi);
il Piano di azione nazionale della garanzia infanzia (Pangi), redatto in ottemperanza a quanto previsto dalla raccomandazione sulla Child Guarantee del 14 giugno 2021, ha il fine di attuare i diritti delle bambine, dei bambini e degli adolescenti nell'ottica di contrastare le diseguaglianze e dare attuazione ai livelli essenziali;
la Commissione europea, infatti, invita gli Stati membri a garantire a tutte le bambine, i bambini e agli adolescenti l'accesso effettivo e gratuito ai servizi educativi per la prima infanzia, all'istruzione e alle attività scolastiche, ad almeno un pasto sano al giorno a scuola e all'assistenza sanitaria; inoltre vanno garantiti un'alimentazione sana e un alloggio adeguato;
il PNRR prevede un investimento significativo per il potenziamento del tempo pieno: uno stanziamento complessivo di circa 31 miliardi di euro per istruzione e ricerca, investe 960 milioni per l'estensione del tempo pieno a scuola. Seicento milioni in particolare sono dedicati alla costruzione di nuove mense o alla riqualificazione di quelle esistenti, con l'obiettivo di 1.000 locali e spazi nuovi o riqualificati da destinare a mense;
come si legge nel documento pubblicato dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza in occasione dei trent'anni della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, fatta a New York il 20 novembre 1989, ratificata ai sensi della legge 27 maggio 1991, n. 176, «La mensa scolastica si configura come un importante strumento di contrasto delle condizioni di svantaggio socio-economico ma, al contempo, quale strumento educativo, di socializzazione, nonché quale servizio pubblico essenziale per la promozione della salute e di sani stili di vita». L'accesso alla mensa scolastica va riconosciuto quale servizio essenziale e non più come servizio a domanda individuale, ossia un diritto da tutelare per garantire il diritto all'educazione, all'istruzione e alla salute;
si ritiene urgente, in linea con quanto contenuto nella proposta di legge (A.C. 1407) presentata, avviare una discussione presso le commissioni competenti finalizzata a riconoscere la refezione scolastica quale servizio pubblico essenziale, per il quale occorre stabilire uno specifico Lep;
la mancanza del servizio mensa è un fenomeno anche connesso alle infrastrutture scolastiche: su 40.160 edifici scolastici in Italia, solo 10.598 hanno una mensa secondo gli ultimi dati del Ministero dell'istruzione sull'anno scolastico 2018-2019, ed anche in questo caso con forti differenze regionali;
la progressiva estensione del servizio di refezione scolastica, anche quale servizio pubblico essenziale, comporta l'estensione del tempo pieno nella scuola pubblica, al fine di raggiungere una copertura capillare su tutto il territorio nazionale;
in Italia non esiste un'infrastruttura appositamente deputata alla rilevazione e al monitoraggio della povertà alimentare e, dunque, non si è in grado di stimarne con precisione la diffusione e l'intensità, né di valutare l'efficacia degli strumenti di contrasto esistenti,
impegnano il Governo:
in accordo con quanto previsto dal Piano di azione nazionale per l'attuazione della garanzia infanzia, ad adottare le iniziative di competenza per rendere il servizio di refezione scolastica alla scuola primaria un servizio pubblico essenziale per il quale stabilire uno specifico Lep e rendere l'offerta di un pasto sano al giorno a scuola un servizio pubblico essenziale;
a rispettare i tempi di attuazione del PNRR finalizzati al potenziamento delle infrastrutture per un'organizzazione del tempo scuola che preveda un'offerta educativa anche nella fascia pomeridiana attraverso l'estensione del tempo pieno nella scuola pubblica dell'infanzia e primaria al fine di raggiungere una copertura capillare su tutto il territorio nazionale;
al fine di incrementare la quota di minori che usufruisce del servizio di refezione scolastica alla scuola primaria e ridurre le disparità territoriali esistenti, ad adottare le iniziative di competenza per istituire un fondo di contrasto alla povertà alimentare a scuola, con una dotazione adeguata, da destinare ai comuni che utilizzano una quota del proprio bilancio per consentire l'accesso ai servizi mensa degli studenti facenti parte di nuclei familiari in difficoltà economiche;
a garantire soglie di esenzione, tariffe minime e massime uniformi su tutto il territorio nazionale da applicare a tutte le famiglie – residenti e non – secondo il principio di contribuzione progressiva sulla base dei livello economico della famiglia stessa (Isee) e con la possibilità di modificare la fascia di contribuzione a favore dell'utenza anche durante l'anno scolastico, presentando l'Isee corrente;
a prevedere, periodicamente, l'avvio di un monitoraggio della povertà alimentare al fine di stimarne con precisione la diffusione e l'intensità e valutare l'efficacia degli strumenti di contrasto esistenti.
(7-00208) «Manzi, Furfaro, Berruto, Ciani, Girelli, Malavasi, Orfini, Speranza, Stumpo, Zingaretti».
La XIII Commissione,
premesso che:
la figura del contoterzista è stata da tempo oggetto di un dibattito, che ha preso le mosse da una ricognizione del fenomeno, nel tentativo di definire le dimensioni e l'entità della sua presenza nel sistema agricolo;
il contoterzista ha svolto e svolge un ruolo importante nell'agricoltura, perché permette di svincolare le imprese agricole da onerosi investimenti fissi in macchinari, il cui utilizzo sarebbe circoscritto ad alcune lavorazioni agricole, che si concentrano talvolta in periodi ristretti dell'anno, e richiedono, in relazione all'ampiezza del fondo, un uso temporalmente assai limitato;
l'imprenditore contoterzista, che può invece ottimizzare lo sfruttamento delle macchine attraverso il loro utilizzo intensivo, si pone in un rapporto di più intensa collaborazione col segmento delle aziende agricole di minore dimensione, oppure con quelle che richiedono tipologie di lavorazioni ad alta specificità, per le quali, appunto, egli risulta meglio attrezzato;
con l'evoluzione e maturazione del settore primario, pertanto, la fornitura di servizi da parte del contoterzista è in espansione, ed è passata dalle originarie operazioni di aratura e raccolta, circoscritte a taluni prodotti specifici, alla realizzazione di quasi tutte le operazioni colturali, fino alla assunzione della gestione della terra nel suo complesso;
a partire dal censimento dell'agricoltura del 1990 il settore primario ha preso atto dell'importanza del contoterzismo per l'agricoltura italiana; i successivi censimenti decennali hanno consolidato questa realtà rilevando che le imprese agromeccaniche compiono oltre il 60 per cento delle lavorazioni di campo, per raggiungere punte che superano il 95 per cento per quanto riguarda la raccolta di cereali;
l'utilizzo della tecnologia e l'innovazione più avanzata delle imprese agromeccaniche è l'unica strada per consentire a molte aziende agricole di beneficiare di detta tecnologia difficilmente conseguibile da parte dei singoli per oggettivi fattori economici. Inoltre la superficie interessata dalle lavorazioni di una macchina innovativa in uso da un agromeccanico risulta superiore a quella in uso alla singola azienda agricola con conseguente efficientamento delle macchine ed attrezzature e maggiori ricadute in termini ambientali, di sicurezza alimentare e del lavoro;
l'articolo 5 del decreto legislativo n. 99 del 2004 (adottato in attuazione della delega conferita dalla legge n. 38 del 2003, cosiddetto «collegato agricolo»), ha introdotto nell'ordinamento la definizione giuridica di attività agromeccanica. La norma definisce l'attività agromeccanica quella fornita a favore di terzi, mediante l'utilizzo di mezzi meccanici, relativamente alle seguenti funzioni: lo svolgimento delle operazioni colturali dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso; la sistemazione e la manutenzione dei fondi agro-forestali; la manutenzione del verde; tutte le operazioni successive alla raccolta dei prodotti dirette a garantirne la messa in sicurezza; le operazioni relative al conferimento dei prodotti agricoli ai centri di stoccaggio o all'industria di trasformazione, purché siano eseguite dallo stesso soggetto che ne ha effettuato la raccolta;
l'attività agromeccanica è da sempre individuata da un codice tipicamente «agricolo» (01.61.00 della codificazione Ateco 2007), le macchine e le attrezzature utilizzate sono agricole, le lavorazioni che i contoterzisti svolgono non differiscono in alcun modo da quelle degli imprenditori agricoli. Attività che risultano perfettamente allineate con l'articolo 2135 del codice civile; all'imprenditore agromeccanico si applica il trattamento previdenziale previsto per l'imprenditore agricolo professionale (I.a.p.) così come definito dall'articolo 2135 del codice civile;
ai lavoratori dipendenti delle imprese agromeccaniche si applica il trattamento previdenziale previsto per i lavoratori del settore agricolo, con l'esclusione delle agevolazioni previste per le aziende con sede in zone svantaggiate-montane;
l'imprenditore agromeccanico può realizzare opere e fabbricati da adibire all'esercizio dell'attività agromeccanica, anche in tutte le aree destinate dagli strumenti urbanistici generali a zona agricola;
ad oggi l'imprenditore agromeccanico è inquadrato previdenzialmente nel settore artigianato e questo comporta effetti negativi per diversi aspetti: l'edificabilità strumentale e l'accesso ai ristori per le calamità;
nel corso del ciclo di audizioni informali per la XIII Commissione (Agricoltura) della Camera dei deputati sulle problematiche riguardanti il settore dei contoterzisti in agricoltura che ha visto interessate le principali associazioni di categoria, oltre alle principali associazioni agricole, sono emerse numerose proposte quali: l'istituzione di un albo nazionale degli agromeccanici per le imprese che lavorano per conto terzi iscritte con codice Ateco 01.61.00; al fine di favorire il ricambio di macchine e attrezzature agricole, la previsione di bandi e gare destinate agli iscritti all'albo; farsi promotori in Europa di misure a sostegno delle imprese agricole che decidono di avvalersi di servizi agromeccanici innovativi e di precisione; il potenziamento delle azioni di trasferimento di conoscenze e delle azioni informative volte a promuovere interventi per migliorare le capacità professionali di cui opera o intende operare in campo agricolo; equiparare la figura del contoterzista a quella dell'agricoltore da un punto di vista fiscale, previdenziale ed assistenziale;
risulta urgente un intervento normativo, volto a concretizzare le aspettative della categoria, nella convinzione che il completamento della «definizione e regolamentazione dell'attività agromeccanica» possa contribuire ad accrescere la competitività delle aziende, a disincentivare il lavoro sommerso e il ricorso, a debellare il fenomeno delle false cooperative a cui si commissionano lavori e servizi in agricoltura, a prevenire forme di contoterzismo irregolare e ad armonizzare il quadro civilistico-previdenziale di tutti i soggetti che operano nel settore primario,
impegna il Governo:
a dar seguito ai suggerimenti forniti dalle associazioni audite innanzi alla XIII Commissione (Agricoltura) della Camera dei deputati circa la necessità di procedere all'istituzione di un albo nazionale degli agromeccanici;
ad adottare le iniziative di competenza volte a identificare e classificare la figura dell'imprenditore agromeccanico con la conseguente equiparazione della figura del contoterzista con quella dell'agricoltore;
a farsi promotore di un'iniziativa in sede europea volta a favorire misure a sostegno delle imprese agricole che decidono di avvalersi di servizi agromeccanici innovativi e di precisione.
(7-00209) «Vaccari, Forattini, Marino, Andrea Rossi».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta scritta:
DEBORAH BERGAMINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
l'applicazione TikTok, a seguito di un presunto non corretto utilizzo dei dati dei propri utenti, è stata oggetto di una lunga serie di misure interdittive da parte di diversi Stati e istituzioni nel mondo;
negli Stati Uniti, una legge ne ha impedito lo scaricamento e l'uso ai dipendenti federali su apparecchiature governative;
Parlamento, Commissione e Consiglio europeo hanno tutti imposto il divieto di utilizzo dell'applicazione ai dipendenti sui dispositivi in loro dotazione;
da ultimo la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato in prima lettura con procedura d'urgenza e a larga maggioranza una legge che di fatto rende illegale TikTok sul territorio nazionale;
di recente in Italia TikTok ha subito una pesante sanzione economica, pari a 10 milioni di euro, irrogata dall'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, per l'inadeguato controllo dei contenuti che circolano sulla piattaforma, con particolare riferimento a quei contenuti che possono mettere a rischio i minori;
il quadro che emerge desta preoccupazione sia in ordine alla tutela della privacy e al corretto utilizzo dei dati degli utenti, sia in merito alla sicurezza di contenuti diffusi dalla piattaforma –:
quali iniziative intenda assumere per approfondire le tematiche espresse in premessa, anche al fine di valutare eventualmente – solo laddove si rendano necessarie – misure di limitazione dell'utilizzo dell'applicazione TikTok pure sul territorio italiano, con particolare riguardo al suo impiego sui dispositivi in dotazione ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni, per salvaguardare la sicurezza nazionale.
(4-02558)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XIII Commissione:
DAVIDE BERGAMINI, CARLONI, BRUZZONE e PIERRO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
i decreti del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 24 gennaio 2024 relativi all'attuazione dei decreti 4 luglio 2022 e 21 ottobre 2022 relativi a «la definizione dei criteri e delle modalità di utilizzazione del “Fondo di parte corrente per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell'agroalimentare italiano”» sono stati emanati ai sensi dell'articolo 1, comma 868, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022);
gli incentivi previsti nei suddetti decreti però sono stati limitati alle sole imprese di ristorazione aventi il codice Ateco 56.10.11 (oltre a quelle della produzione di pasticceria fresca – codice ATECO 10.71.20, gelaterie e pasticcerie – codice ATECO 56.10.30), escludendo le imprese di ristorazione connesse alle aziende agricole che hanno il codice ATECO (56.10.12);
a parere degli interroganti tale esclusione sembra essere ingiustificata e non in linea con le previsioni di legge che non danno indicazioni specifiche in merito ai soggetti beneficiari; inoltre, il rischio di questa impostazione è che non solo si vadano ad escludere gli agriturismi con ristorazione, ma si vadano a finanziare anche strutture di ristorazione poco collegate con gli obiettivi generali della misura;
peraltro un provvedimento similare era stato emanato nel 2020 relativo al «Fondo per la filiera della ristorazione» (decreto ministeriale del 27 ottobre 2020), diretto a riconoscere un contributo per gli acquisti effettuati nel periodo Covid, comprovati da idonea documentazione fiscale, di prodotti provenienti dalle filiere agricole e alimentari, inclusi prodotti vitivinicoli, della pesca e dell'acquacoltura, anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima di territorio, prevedendo l'applicazione del contributo anche gli agriturismi oltre ai ristoranti, pizzerie, mense, servizi di catering e alberghi con somministrazione di cibo;
visti gli obiettivi dell'articolo 1, comma 868 della legge di bilancio 2022 è difficile ipotizzare l'esclusione di luoghi della ristorazione fortemente connessi con le produzioni DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e biologiche, punto di riferimento dell'enogastronomia italiana e del turismo collegato, dato che le aziende agrituristiche in base alle diverse leggi regionali, devono utilizzare nella ristorazione prodotto proprio o del territorio nella quasi totalità –:
se non intenda prevedere, anche tramite circolare interpretativa, l'inserimento del codice Ateco 56.10.12, delle aziende agricole che praticano la ristorazione connessa alle attività di coltivazione e/o allevamento, tra le aziende beneficiarie del bando di accesso agli incentivi previsti dalla legge di bilancio per il 2022.
(5-02195)
CARAMIELLO, MORFINO, SERGIO COSTA e CHERCHI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
nell'aprile 2022 è stato pubblicato il V bando per i contratti di filiera del settore agroalimentare; la misura è stata finanziata dal fondo degli investimenti complementari al PNRR, con una disponibilità di 690 milioni di euro esclusivamente dedicati;
la graduatoria definitiva, pubblicata il 15 novembre 2023, vede il finanziamento, attraverso le suddette risorse, di 38 progetti a fronte dei 310 ammessi a finanziamento;
a seguito della riprogrammazione del PNRR, avvenuta a dicembre 2023, è stato riconosciuto un ulteriore finanziamento di oltre 2 miliardi per i contratti di filiera agroalimentare, pesca e foreste, anche con lo scopo di permettere lo scorrimento della graduatoria del V bando;
le risorse stanziate, sia quelle iniziali, sia quelle aggiuntive, sono legate all'attuazione del PNRR e per questo in scadenza a giugno del 2026; infatti, come si legge nello stesso avviso recante le caratteristiche, le modalità e le forme per la presentazione delle domande del V bando, gli interventi devono essere realizzati entro 4 anni a partire dalla data di stipula del Contratto di filiera e comunque non oltre il II trimestre 2026;
le imprese che hanno partecipato al bando hanno presentato progetti relativi a investimenti nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria; investimenti per la trasformazione e per la commercializzazione di prodotti agricoli; investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti agroalimentari; progetti per la partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e misure promozionali a favore dei prodotti agricoli; progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo; partecipazione alle fiere e per gli investimenti volti a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili effettuati da imprese di trasformazione;
si tratta evidentemente di progettazioni complesse e di lunga realizzazione che, con il passare dei mesi e a fronte del limite del giugno 2026, potrebbero correre il rischio di non arrivare ad effettivo completamento; per tale ragione sarebbe fondamentale procedere all'effettiva assegnazione delle risorse economiche e al relativo scorrimento della graduatoria, al fine di garantire una spinta ulteriore al settore agricolo ed agro alimentare, di promuovere politiche di innovazione e sostenibilità in agricoltura, nonché di sostenere l'accesso al settore alle giovani generazioni di imprenditori agricoli –:
quando saranno effettivamente stanziati i 2 miliardi ulteriori e conseguentemente quando si procederà allo scorrimento della graduatoria relativa al V bando per i contratti di filiera del settore agroalimentare, anche e soprattutto a fronte della scadenza per la realizzazione dei progetti a giugno 2026.
(5-02196)
NEVI, GATTA e ARRUZZOLO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
da gennaio a novembre 2023 le importazioni italiane di grano duro dalla Federazione Russa sono ammontate a circa 400 mila tonnellate, rispetto alle 32 mila tonnellate dello stesso periodo dell'anno precedente, con un aumento del 1.100 per cento. Nello stesso periodo, il grano duro in partenza dalla Turchia, sempre di origine russa, ha inciso per il 40 per cento sul totale delle importazioni italiane;
per quanto riguarda il grano tenero, grazie alle agevolazioni gli arrivi in Italia di grano ucraino per il pane sono quadruplicati (+283 per cento) nel 2023 rispetto al 2021, arrivando a quota 470 mila tonnellate, secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat;
le aste turche del frumento affossano i prezzi del grano italiano, con il crollo delle quotazioni a poco più di 300 euro la tonnellata a Bari, mentre nei porti pugliesi continua il via vai di navi mercantili provenienti dalla Turchia;
nell'ambito delle discussioni in corso sul rinnovo della sospensione dei dazi e dei contingenti sulle importazioni dall'Ucraina, le associazioni agricole italiane ed europee hanno chiesto di includere cereali e semi oleosi nella lista dei prodotti sensibili, per i quali è previsto il ripristino dei dazi in caso di superamento di massimali prefissati;
il 20 marzo 2024 è stato raggiunto un accordo provvisorio, di cui è prevista in questi giorni la ratifica, con i negoziatori del Parlamento europeo sulla proroga delle misure di liberalizzazione commerciale per l'Ucraina fino al 5 giugno 2025, ma con freni di emergenza nel caso di difficoltà per gli agricoltori europei;
la Commissione dell'Unione europea ha presentato al Consiglio la proposta di introdurre dazi straordinari su cereali, semi oleosi e prodotti derivati da Russia e Bielorussia;
le proposte licenziate dalla Commissione forniscono solo una risposta parziale alle richieste degli agricoltori. La crisi dei mercati dimostra che la Pac in vigore non è in grado di tutelare la stabilità dei mercati e i redditi dei produttori;
si aggrava il deficit alimentare del nostro Paese che produce appena il 36 per cento del grano tenero necessario, il 53 per cento del mais, il 56 per cento del grano duro per la pasta;
occorre un impegno immediato per sostenere le aziende agricole italiane, in particolare del comparto cerealicolo, e una nuova strategia per l'agricoltura –:
quali ulteriori iniziative, a cominciare dall'incremento del fondo per i contratti della filiera cerealicola, intenda adottare il Ministro interrogato per sostenere questo settore decisivo del nostro comparto agroalimentare.
(5-02197)
Interrogazione a risposta in Commissione:
VACCARI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
a più di due anni dalla comparsa del primo caso in Italia la peste suina ha colpito oltre 15.400 cinghiali e quasi 14 mila suini. Nella sola zona del pavese le regole di prevenzione hanno portato all'abbattimento di 46 mila maiali;
l'Italia ha da tempo istituito un commissario straordinario e pochi giorni fa ha nominato tre sottocommissari ad hoc. I risultati finora però non sembrano quelli sperati. Le iniziative di prevenzione si sono rivolte verso gli abbattimenti dei suini sani, con un eccesso precauzionale, mentre è stato trascurato il problema dei cinghiali infetti. L'esperienza maturata in questi anni ha dimostrato che l'abbattimento dei cinghiali selvatici senza una adeguata opera di contenimento non serve a niente;
pur in assenza di allevamenti contaminati è sufficiente il ritrovamento di una carcassa di cinghiale infetto per attivare intorno ai comuni interessati zone di sorveglianza e restrizioni sanitarie che bloccano le attività e impattano a cascata sull'intera filiera suinicola con la conseguente svalutazione del prezzo della carne. Inoltre per riabilitare le importazioni dall'Italia devono passare due anni dal ritrovamento dell'ultima carcassa positiva alla peste suina per poi attendere altri due anni per completare l'iter di riqualificazione;
tutti i Paesi extra Unione europea hanno chiuso le importazioni. In Cina, un mercato che per la filiera vale oltre 25 milioni di euro, da due anni è ferma l'importazione. Oltre al danno economico e di immagine tutto questo comporta una concorrenza da parte dei principali produttori europei pronti a sostituire i prodotti italiani con salumeria cruda e cotta vanificando lavoro e investimenti portati avanti dalla filiera suinicola italiana;
la regione Emilia-Romagna ha messo a punto una strategia specifica per arginare la peste suina attraverso: attività di depopolamento, intensificata soprattutto nei distretti più vocati alla produzione suinicola; incremento del livello di biosicurezza nelle aziende zootecniche, con bandi fino a 9 milioni di euro; rimborso delle spese per la recinzione antintrusione e quella per la realizzazione di piazzole per la disinfestazione degli automezzi e delle zone filtro;
le iniziative di una sola regione non bastano. Serve una strategia unica nazionale –:
quali iniziative urgenti di competenza intendano adottare per favorire il depopolamento di migliaia di cinghiali selvatici e per assicurare la tutela del patrimonio suino nazionale, le esportazioni e quindi il sistema produttivo nazionale e la relativa filiera.
(5-02194)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta scritta:
SIMIANI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
è molto critica la situazione della raccolta e gestione degli pneumatici fuori uso. Lo si apprende dalla lettura di PneusNews.it che ha pubblicato, il 26 febbraio 2024, una denuncia del presidente di Confartigianato autoriparazione, contenuta nella risposta che lo stesso ha dato a una richiesta del Ministero dell'ambiente e sicurezza energetica il quale sollecitava proposte operative per affrontare i ritardi nella raccolta di pneumatici fuori uso;
l'annoso problema della giacenza degli pneumatici si concentra in modo particolare durante i periodi del cambio gomme stagionale e sfocia nel blocco del ritiro dei pneumatici. Il presidente segnala che la situazione di generalizzato disservizio è arrivata al livello di emergenza in tutta Italia, al punto da non essere più sostenibile dagli autoriparatori-gommisti che ne subiscono le conseguenze dirette. Anche gli operatori del settore di Modena e Reggio Emilia denunciano una situazione ormai al limite e analoga denuncia era stata riportata da un'indagine di Report Rai 3 –:
se non si intenda prevedere, a titolo provvisorio e di urgenza, in attesa di modifiche normative strutturali, un nuovo Extra target, quale utile strumento di supporto per alleviare le difficoltà operative degli autoriparatori-gommisti legate all'accumulo degli pneumatici nelle officine, con il rischio di incorrere in pesanti sanzioni amministrative;
quali misure intenda urgentemente adottare affinché venga intensificato il controllo dei flussi degli pneumatici a monte della filiera da parte degli organi di vigilanza competenti, con un'attenzione particolare alle vendite online, in modo da intercettare i flussi illeciti e contrastare le aree di illegalità presenti sul mercato, far emergere le forme di evasione fiscale e del contributo ambientale e recuperare risorse a beneficio dell'economia, dell'ambiente e dell'intera collettività;
con quali misure intenda sostenere e agevolare le imprese che operano regolarmente, attraverso un meccanismo di raccolta Pfu vincolato alla legittimità degli operatori, che devono essere qualificati ai sensi della legge n. 122 del 1992 (disciplina autoriparazione) e alla regolarità dell'acquisto degli pneumatici attestata da idonea documentazione, in modo tale da garantire l'effettività del servizio ritiro a fronte del pagamento del contributo, al fine anche di contrastare fenomeni di abusivismo e concorrenza sleale, evitando che i consorzi procedano al ritiro presso operatori-gommisti che praticano irregolarmente la sostituzione di pneumatici, con i conseguenti rischi non solo per l'ambiente, ma anche ai fini della sicurezza stradale;
se non intenda rendere pubblici i dati di raccolta degli pneumatici da parte dei soggetti autorizzati, con le rispettive quote, eventualmente attraverso la realizzazione di un portale pubblico;
se non intenda rivedere il sistema di assegnazione dei quantitativi di Pfu secondo criteri che rispondano alle effettive esigenze e specificità territoriali, superando i problemi di accorpamenti in macro-aree poco funzionali sul piano operativo (esempio accorpamento Marche a Umbria e Toscana).
(4-02560)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta orale:
BARBAGALLO e CASU. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
da notizie di stampa si apprende che la Commissione europea ha inviato lo «statment of objections» all'accordo tra il Ministero dell'economia e delle finanze e Deutsche Lufthansa AG finalizzato all'acquisizione di una partecipazione di minoranza nella compagnia di bandiera italiana ITA Airways (Italia Trasporto Aereo s.p.a.);
nelle proprie obiezioni all'accordo, la Commissione europea avrebbe individuato 39 rotte aeree lungo le quali Lufthansa conquisterebbe una posizione dominante, una volta preso il comando di Ita Airways. Un terzo di queste rotte sono a lungo raggio, ossia le più redditizie che Lufthansa protegge di più;
la Commissione europea ha quindi chiesto a Lufthansa di fare un passo indietro in queste rotte così da permettere a compagnie concorrenti di percorrerle con buona frequenza;
l'articolo afferma che Lufthansa non è assolutamente intenzionata a rinunciare alle rotte a lungo raggio contestando le obiezioni della Commissione poiché si tratta di rotte che vedono già protagoniste altre compagnie aeree con frequenza anche del 40 per cento sul totale; inoltre Lufthansa si prenderà tutto il tempo necessario a rispondere alla Commissione europea;
in assenza di una piena adesione alle sue richieste ed obiezioni la Commissione europea potrebbe arrivare a vietare l'operazione di acquisizione di Ita da parte di Lufthansa –:
se il Governo, alla luce dei fatti esposti in premessa, ritenga sussistenti i presupposti per finalizzare l'acquisto della partecipazione di maggioranza azionaria di Ita da parte di Lufthansa e quali opzioni alternative il Governo abbia previsto per il futuro di Ita qualora l'accordo di cui in premessa non riceva il via libera da parte della Commissione europea.
(3-01094)
GIUSTIZIA
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
il tribunale per i minorenni di Bologna soffre, da tempo, di una carenza di organico amministrativo e giurisdizionale circa del 52 per cento rispetto all'effettivo fabbisogno; ci si riferisce infatti ad un'utenza che copre quella dell'intera regione Emilia-Romagna, con un bacino di circa 4 milioni e mezzo di persone;
sono circa 3.500 i minori in carico al distretto bolognese, numeri che comprendono anche le adozioni, con relative richieste, le procedure legate all'adottabilità e i procedimenti relativi alla responsabilità genitoriale;
si apprende che la presidente del tribunale di Bologna ha chiesto al Ministero interrogato un ampliamento dell'organico, poiché i numeri riferiti al personale attualmente in servizio non sono proporzionati minimamente alle esigenze del distretto;
il personale di cancelleria che ha terminato la funzione per pensionamento non è stato sostituito, i magistrati assegnati sono pochi rispetto all'aumento dei procedimenti avviati, la carenza di risorse è divenuta strutturale e ha creato l'effetto perverso del rallentamento della durata dei procedimenti, con la conseguente difficoltà nella gestione dei fascicoli e un rallentamento nella definizione e nella durata dei procedimenti, in particolare in seguito all'entrata in vigore della riforma del processo telematico;
alla mancata reperibilità dei fascicoli anche per mesi, si aggiunge la tardiva o mancata notifica dei provvedimenti e delle date di convocazioni in udienza, il tardivo accoglimento di istanze urgenti (tra cui le dimissioni di minori e madri dalle strutture comunitarie), la tardiva o mancata definizione dei procedimenti già istruiti nei termini processuali ordinari, la paralisi delle adozioni, oltre ad avere problemi con l'inserimento delle relazioni socio-sanitarie nei fascicoli;
dal 1° luglio 2023 la migrazione dal sistema Sigma al sistema Sicid ha infatti costituito un passaggio tutt'affatto semplice, e purtroppo, probabilmente a causa dei non adeguati stanziamenti di risorse sia finanziarie sia di personale necessarie alla transizione digitale, si è assistito ad un peggioramento della situazione, denunciato in particolare dagli avvocati, che lamentano una limitazione dell'accesso fisico alle cancellerie a fronte di un malfunzionamento del deposito degli atti e della presa di visione dei fascicoli tramite Pct, situazione che avrebbe rallentato ulteriormente la lavorazione degli stessi fascicoli da parte delle cancellerie e la possibilità di visura e di visibilità da parte degli avvocati, che lamentano, inoltre, la limitazione a soli due giorni alla settimana per le cancellerie civile e adozioni e un giorno alla settimana per i procedimenti ex articolo 31 del Testo unico sull'immigrazione, decreto legislativo n. 286 del 1998, che riconosce al tribunale per i minorenni il potere di autorizzare il rilascio di un permesso di soggiorno ai genitori di un minore straniero, qualora sussistano particolari esigenze di tutela a cui sarebbe seguita, a partire dal mese di settembre 2023, una chiusura totale di fatto sia all'utenza sia agli avvocati –:
quali misure urgenti siano state adottate e quali ancora il Ministro interrogato intenda predisporre al fine di colmare le gravi carenze di personale amministrativo e giurisdizionale, necessarie anche al pieno funzionamento del Pct, al fine di garantire al meglio il servizio della giustizia minorile presso il tribunale per i minorenni di Bologna, in tempi che non pregiudichino oltre i diritti dei cittadini, in particolare dei minori.
(2-00351) «Malavasi, Serracchiani, Di Biase, Gianassi, Lacarra, Zan, Andrea Rossi, De Maria, Merola, Casu».
Interrogazione a risposta scritta:
FORATTINI e SERRACCHIANI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la casa circondariale di Mantova è un istituto composto da tre sezioni maschili (una comune, una «a trattamento intensificato» e una semiliberi) e una sezione femminile. A fronte di una capienza regolamentare di 97 posti, al momento della visita le persone detenute erano 145;
il carcere, che si trova nel centro cittadino in un edificio antico, inaugurato come carcere nel 1911, soffre evidentemente di problemi legati alla struttura e alla conseguente inadeguata manutenzione straordinaria, legata anche alla intrinseca inadeguatezza delle strutture storiche che ospitano istituti detentivi;
come riscontrato dalle interroganti, le stanze detentive, disposte ai lati di un largo corridoio centrale – a destra del quale si trovano quelle più piccole (superficie di 7 metri quadri), originariamente previste per una persona e ora usate da due detenuti, mentre sul lato sinistro del corridoio si affacciano le celle di dimensioni maggiori che ospitano da un minimo di 6 detenuti (superficie di 23-25 metri quadri), a un massimo di 10 detenuti (circa 34 metri quadri) – hanno al loro interno un lavandino con acqua fredda e un piccolo box con il Wc alla turca isolato con pannelli sottili di plexiglas zigrinato che impediscono una buona aerazione e una adeguata privacy;
le stanze detentive, seppur tinteggiate periodicamente, si presentano comunque trascurate a causa dell'elevato tasso di affollamento che ne impedisce la dovuta cura per la necessità di far coesistere – in ambienti eccessivamente angusti per le presenze che devono ospitare – tutti i pur necessari elementi di arredo (letti a castello, armadietti, tavolini, sgabelli, frigorifero) che rendono ancora più soffocante e opprimente l'ambiente;
l'intero sistema carcerario e dell'esecuzione penale soffre di una grave carenza di risorse, sia finanziarie sia organizzative, aggravata dalla totale assenza di stanziamenti previsti nella manovra di bilancio per il 2024, e dai tagli effettuati e mai ristorati effettuati dalla legge di bilancio per il 2023: tagli molto pesanti in particolare per quanto riguarda il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, responsabile degli aspetti organizzativi dell'esecuzione penale negli istituti penitenziari e della gestione del personale amministrativo e di polizia penitenziaria, e per il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, che si occupa dell'esecuzione penale per i minori, dell'esecuzione penale esterna e della messa alla prova degli adulti;
le riduzioni di spesa operano nel quadro di una manovra di finanza pubblica che non prevede altra misura relativa al comparto penitenziario: in particolare, laddove vengono previste risorse per l'edilizia giudiziaria, manca del tutto qualunque previsione in materia di edilizia e architettura penitenziaria, di manutenzione ordinaria e straordinaria, di gestione degli spazi a fini trattamentali e di riduzione del sovraffollamento;
si rende quindi necessario intervenire sulle carenze strutturali legate in particolare alla condizione dei servizi igienici e all'assenza dell'acqua calda all'interno delle stanze detentive del carcere di Mantova, al fine di garantire condizioni detentive dignitose, finalizzate anche a favorire il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti e in rispetto degli standard europei su sistemi carcerari e le condizioni di detenzione –:
quali misure urgenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di intervenire, con iniziative ordinarie e straordinarie sulle carenze strutturali esposte in premessa, al fine di garantire condizioni detentive dignitose e coerenti con la finalità del dettato costituzionale di cui all'articolo 27, nonché di rispettare gli standard europei in materia.
(4-02562)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
CASU, MORASSUT, CIANI, DI BIASE, MADIA, MANCINI e ORFINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la Linea ferroviaria FL3 Cesano-Viterbo è un collegamento di fondamentale importanza per la cittadinanza del comprensorio sabatino, assicurando il servizio di trasporto per i numerosissimi utenti si recano o giungono a Roma, ed è utilizzato da tutti coloro – in particolare anziani – devono recarsi negli ospedali della zona nord/est;
da notizie di stampa e da iniziative pubbliche si apprende che Rfi ha stabilito la totale sospensione del servizio dall'11 giugno al 10 settembre 2024 per lavori volti ad attivare la tecnologia Ertms (European rail transport Management system);
la decisione ha causato sconcerto e preoccupazione nella cittadinanza, come testimoniato dall'iniziativa che si è svolta il 9 marzo 2024 ad Anguillara, che ha visto la presenza di numerosi sindaci dei comuni del territorio, e dove è stata denunciata la mancanza del rispetto dei termini di preavviso da parte del gestore, oltre al silenzio dello stesso per quel che riguarda i doverosi servizi sostitutivi;
il Contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale tra regione Lazio e Trenitalia Spa (2018-2032) prevede, infatti, che ogni cambio dell'orario (e la chiusura del servizio per tre mesi va considerata tale) deve essere concordato con la regione entro 270 giorni antecedenti l'entrata in vigore della modifica, cosa che non risulta essere avvenuta;
i tempi di preavviso sono, peraltro, funzionali e necessari per consentire ai cittadini di valutare o meno l'opportunità del rinnovo dell'abbonamento annuale al servizio che, in questo caso, risulterà ridotto di 3 mesi su 12 per tutti coloro che – per esempio – non potranno usufruire del servizio sostitutivo 0 fare uso di altro vettore con aggravio di ulteriori costi;
Trenitalia ha la responsabilità di prevedere servizi automobilistici sostitutivi di corse ferroviarie soppresse e di contenere al massimo le temporanee interruzioni o riduzioni dei servizi, anche ricorrendo a modalità sostitutive d'esercizio, informando tempestivamente e adeguatamente sia la clientela sia la regione, indicando tempi e modalità delle citate sostituzioni e fornendo un «adeguato servizio sostitutivo»;
la delibera Art. 16/2018, prevede che il livello minimo di «adeguato servizio sostitutivo» debba fornire informazioni puntuali, esaustive ed aggiornate da garantire tempestivamente agli utenti a bordo dei treni sia presso gli impianti di stazione e fermata sino al compiuto ripristino della regolarità del servizio;
la suddetta delibera art. 16/2018 (nonché il contratto di servizio che ne riprende l'impostazione) prevede precise misure di compensazione per quanto attiene al servizio sostitutivo su gomma (treno, bus, taxi);
non risulta che quanto sopra esposto sia stato realmente messo in atto, visto che gli utenti avrebbero saputo della prevista interruzione per vie non ufficiali, così come gli stessi sindaci della zona hanno dichiarato pubblicamente;
inoltre, non sembra si siano valutate soluzioni alternative alla totale chiusura della linea per il periodo estivo, quali lavori solo nelle ore notturne, o «a scacchiera», o comunque in modo da ridurre al minimo i disagi;
in linea generale non è chiaro quante siano nel nostro Paese le situazioni analoghe, con lavori decisi dal gestore senza alcuna comunicazione adeguata e senza la predisposizione di servizi sostitutivi –:
quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato per evitare la sospensione totale del servizio e per dare garanzie alle migliaia di viaggiatori che ogni giorno utilizzano il treno, prevedendo, invece, in costanza di servizio misure alternative che riducano al minimo i disagi della cittadinanza;
se il Ministro interrogato possa comunicare quanti siano ad oggi i lavori previsti sulla rete ferroviaria nazionale per l'installazione della tecnologia ricordata in premessa e se vi siano altri casi di mancata o carente comunicazione oltre che di non previsione dei necessari servizi sostitutivi.
(5-02193)
INTERNO
Interrogazione a risposta scritta:
ROSATO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nella notte tra sabato 16 e domenica 17 marzo 2024 il comune di Ottana (Nuoro) è stato fatto oggetto di un gravissimo atto intimidatorio: un ordigno ad alto potenziale, ha distrutto una parte rilevante degli uffici ove ha sede il palazzo comunale;
l'attentato dinamitardo, proprio per la sua gravità, ha avuto una vasta eco in Sardegna e non solo, tanto da essere stato riportato su tutti i più importanti e diffusi organi di informazione nazionali;
i fatti si aggiungono ai recenti atti intimidatori nei confronti dei sindaci di Lanusei e Oniferi (Nuoro), fortunatamente con conseguenze meno gravi, ma pur sempre rilevanti per il loro alto significato simbolico;
le amministrazioni comunali e i loro sindaci rappresentano un'importantissima istituzione dello Stato, perché quella più vicina ai cittadini, e costituiscono un importante baluardo di democrazia e di custodia dei valori dello Stato sul territorio;
queste forme di violenza non possono essere in alcun modo tollerate e, per arginarle e reprimerle, è necessario che lo Stato tuteli la sicurezza dei cittadini e degli amministratori con una propria reazione e una forte presenza sul territorio –:
quali misure intenda adottare ai fini della tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza, incluso anche il potenziamento degli organici e dei presidi delle forze dell'ordine, per evitare il ripetersi di episodi criminosi analoghi a quelli richiamati in premessa;
se non ritenga di rafforzare l'efficacia e il ruolo del Comitato straordinario per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato in questi giorni con la presenza di tutti i cento sindaci della provincia di Nuoro, prevedendo anche la propria partecipazione.
(4-02561)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta scritta:
SCUTELLÀ. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il decreto legislativo n. 414 del 29 giugno 1996 ha previsto la soppressione del fondo di previdenza per il personale addetto ai servizi pubblici di trasporto e ha iscritto obbligatoriamente gli addetti (ferrovie, tranvie, filovie, autoservizi, linee di navigazione interne e funivie assimilabili per atto di concessione alle ferrovie) al Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld), con effetto dal 1° gennaio 1996, mantenendo una separata gestione contabile;
tale personale includeva dipendenti di enti pubblici e privati operanti nel settore dei trasporti, come delineato dalla legge n. 889 del 29 ottobre 1971;
le norme transitorie avrebbero garantito l'applicazione di un'aliquota di rendimento del sistema retributivo pari al 2,5 per cento per ogni anno di servizio fino al 1995, superiore al 2 per cento previsto dal Fpld per gli anni successivi. Per cui, anche a seguito del passaggio al Fpld, per i lavoratori richiamati deve essere applicata tale aliquota del 2,5 per cento per i contributi maturati fino al 1995;
come riportato da fonti di stampa (Corriere della Sera-Milano 27 marzo 2023; Il Giorno 26 marzo 2023), oltre che da numerose segnalazioni da parte di pensionati che hanno presentato istanza di ricalcolo della pensione all'Inps, si denuncia l'applicazione errata dell'aliquota del 2 per cento in luogo del 2,5 per cento per i contributi versati fino al 1995, con conseguente pregiudizio economico –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle problematiche segnalate relative all'applicazione dell'aliquota pensionistica per il personale del trasporto pubblico;
quali azioni intenda intraprendere per verificare la correttezza delle aliquote applicate e per assicurare che, ove riscontrati errori, vengano apportate le necessarie rettifiche, con il riconoscimento degli arretrati dovuti ai pensionati interessati.
(4-02559)
SPORT E GIOVANI
Interrogazione a risposta scritta:
ZARATTI. — Al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
un recente sondaggio realizzato da SWG dipinge un quadro molto confuso, preoccupante e contraddittorio del rapporto tra tifo, insulti e razzismo negli stadi. L'81 per cento degli intervistati pensa che i comportamenti offensivi siano da stigmatizzare ma, tra gli abituali frequentatori di manifestazioni sportive, il 60 per cento, ritiene le offese razziste e non solo un aspetto «normale» del tifo;
così si scopre che gli insulti razziali sono considerati «normali», come «elemento del tifo» da quasi un italiano su cinque. Per il 18 per cento degli intervistati è lecito insultare un giocatore «per la sua nazionalità o le sue origini etniche», ma anche chiamarlo «zingaro o ebreo», mentre per il 16 per cento è consentito «fare il verso della scimmia o lanciare banane ai giocatori di colore»;
ciò non è sostenuto dai reali comportamenti di chi assiste abitualmente agli eventi sportivi. Per il 74 per cento, infatti, i giocatori «dovrebbero sfruttare queste occasioni per sensibilizzare il pubblico su questi temi», per il 73 per cento «sono un esempio per i giovani e devono sapersi controllare», per il 22 per cento sono «figure pubbliche pagate per intrattenere, quindi chiamate a sopportare qualsiasi cosa»;
in molti ricordano il «caso Vannacci», il generale sospeso per 11 mesi con conseguente detrazione di anzianità e dimezzamento dello stipendio, querelato dalla pallavolista della nazionale italiana Paola Egonu;
la condanna di certi fatti vergognosi dev'essere unanime e perentoria, non può e non deve poter lasciare spazio a pericolosi equivoci. Tuttavia, non sempre le figure più rappresentative del nostro calcio hanno battuto questa strada;
proprio nell'ultima giornata di campionato di Serie A, durante il macht Inter-Napoli, Acerbi, giocatore anche della nazionale italiana, avrebbe rivolto a Juan Jesus un epiteto discriminatorio. Successivamente il ragazzo ha raccontato di aver ricevuto le scuse –:
se il Ministro interrogato, anche alla luce di quanto in premessa, non ritenga di dover adottare in raccordo con il Coni, iniziative per inserire nel Codice di comportamento sportivo un riferimento esplicito alla definizione di razzismo, antisemitismo e all'inammissibilità di qualsiasi atteggiamento o espressione razzista e discriminatoria da parte degli associati, dei tesserati, dei tifosi organizzati, prima, durante e dopo le manifestazioni sportive, prevedendo un adeguato sistema sanzionatorio;
adottare tutte le iniziative necessarie affinché in tutte le manifestazioni pubbliche, anche in occasione di interviste, comunicazioni, messaggi sui social o commenti televisivi, si prendano immediatamente e ufficialmente le distanze da gesti/parole/simboli/post riconducibili a frange della tifoseria che inneggino alla violenza e al razzismo, impegnando i tesserati delle società sportive a partecipare, sostenere e promuovere campagne di comunicazione finalizzate al contrasto di ogni forma di razzismo.
(4-02563)
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Malavasi n. 4-02469 dell'8 marzo 2024;
interrogazione a risposta in Commissione Morfino n. 5-02132 dell'11 marzo 2024;
interrogazione a risposta in Commissione Davide Bergamini n. 5-02187 del 21 marzo 2024.
Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta orale Deborah Bergamini n. 3-01092 del 20 marzo 2024 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02558.