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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 7 maggio 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:

   il 17 gennaio 2024, il Governo ha esercitato i poteri speciali del golden power, nella sola forma delle prescrizioni, dando il via libera alla cessione della rete fissa di accesso, ora di proprietà di Tim, a una costituenda NetCo. Quest'ultima sarà partecipata al 65 per cento dal fondo speculativo statunitense Kkr (e da altri investitori esteri), come stabilito dagli accordi sottoscritti il 6 novembre 2023, all'indomani della decisione del consiglio di amministrazione di Tim di cedere alcune attività della rete fissa, il Tesoro parteciperà al capitale della NetCo con il 20 per cento;

   la delibera del Consiglio dei ministri – si legge nella nota di Palazzo Chigi – «rappresenta un ulteriore e fondamentale step nell'operazione di acquisizione di NetCo» e recepisce, nelle prescrizioni, gli impegni che le parti Tim e Kkr hanno assunto durante la trattativa. Si tratta di impegni che, a dire del Governo, sarebbero pienamente idonei ad assicurare la tutela dell'interesse nazionale e a garanzia del controllo statale sugli asset strategici della rete primaria di telecomunicazione;

   come illustrato da Tim, la decisione di vendere la rete fissa di accesso ha l'obiettivo di diminuire l'indebitamento netto (che ammonta a 25,7 miliardi di euro a fine dicembre 2023) ma non è chiaro né quanto, effettivamente, diminuirà detto indebitamento, né quanto investirà Kkr, visto che detto fondo speculativo sta cercando di coinvolgere altri investitori finanziatori, come il fondo sovrano di Abu Dhabi (Adia) o il maggior fondo pensione del Canada (Ccpib), che parrebbero pronti a partecipare;

   né è chiaro l'orizzonte industriale, con particolare riferimento agli investimenti che Kkr e soci faranno per potenziare e ammodernare la rete TLC, per assicurare la sicurezza nazionale e la transizione digitale. In ultimo, non è chiaro quanto dovrà pagare il Tesoro per rilevare la maggioranza della NetCo, come lascerebbe intendere la nota stampa del 17 gennaio 2024;

   similmente non appare chiaro, stanti le sole notizie di stampa sul tema, quale indirizzo politico e strategico a tutela degli interessi nazionali e della sicurezza nazionale il Governo stia mettendo in campo; ci si domanda se e in che termini l'ingresso di investitori speculativi in NetCo (società che detiene sostanzialmente tutte le infrastrutture di rete fissa di Tim) possa tutelare l'interesse nazionale, la garanzia del controllo statale sugli asset strategici della rete fissa primaria di telecomunicazione e in che modo il Governo possa incidere nelle scelte, vista l'esigua partecipazione pari al massimo al 20 per cento, a fronte di un socio di maggioranza che deterrà almeno il 65 per cento ma con concreta possibilità di arrivare a quote superiori;

   mentre il Governo annuncia passi in avanti nella definizione complessiva dell'operazione, secondo le tempistiche annunciate, e si avvicina il rinnovo del consiglio di amministrazione di Tim alla prossima assemblea di bilancio, fissata il 23 aprile 2024, si fa sempre più concreto il rischio di un nuovo caso «Alitalia» ovverosia una nuova Tim ibrida e di vita breve che, laddove pure riducesse il debito, perderebbe però un ruolo primario nel mercato TLC in crisi di fungibilità – prima che di liquidità –, con concorrenti più forti e costi operativi minori;

   in ultimo, non è chiaro quanto dovrà pagare il Tesoro per rilevare la maggioranza della NetCo, dopo la già prevista fuoriuscita di Kkr, come lascerebbe intendere la nota stampa del 17 gennaio 2024 –:

   se e come il Governo intenda garantire la «supervisione strategica affidata allo Stato» nella nuova società NetCo – dichiarata nella nota dei Governo citata – a fronte di una partecipazione al capitale, pari al solo 20 per cento, e prerogative di governance già concordate che assegnano al socio pubblico una mera «minoranza qualificata», per definizione insuscettibile di determinare politiche d'indirizzo del fondo conformi e coerenti rispetto agli interessi nazionali, allo sviluppo economico e tecnologico, così come alla sicurezza e alla difesa ovvero alla transizione digitale e tecnologica e alla salvaguardia del perimetro occupazionale e della lotta all'esclusione sociale.
(2-00368) «Pellegrini, Francesco Silvestri, Barzotti, Aiello».


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della difesa, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   l'articolo del 10 dicembre 2023 pubblicato su https://retepacedisarmo.org, dal titolo «La previsione di spesa militare dell'Italia nel 2024», descrive la spesa nel 2024 di circa 28,1 miliardi di euro, con un aumento di oltre 1400 milioni di euro rispetto al 2023: una crescita del 5,5 per cento sull'anno precedente;

   le previsioni di spesa dei programmi di armamento delle Forze Armate italiane sono indicate nel DPP (Documento di programmazione pluriennale) 2023-2025 che il Ministero della difesa ha trasmesso al Parlamento con sei mesi di ritardo. Il DPP riporta la stima di spesa dedicata al procurement militare, all'acquisizione di sistemi d'arma. I fondi del Ministero della Difesa e i fondi del Ministero delle imprese e del made in Italy si attestano per il 2023 sui 7,9 miliardi di impegno diretto, in crescita a 8,1 miliardi e 8,7 miliardi rispettivamente per il 2024 e 2025;

   per l'Esercito si prevede la spesa di 8,2 miliardi per l'acquisto di 271 carri armati tedeschi Leopard 2A8 da sommare ai 125 carri armati Ariete ammodernati allo standard C2 al costo di quasi 1 miliardo di euro. Sono previsti anche altri 680 carri cingolati leggeri per rimpiazzare i carri Dardo e i M113: nel Documento di programmazione pluriennale dello scorso anno era prevista una spesa di 6 miliardi in quattordici anni, saliti a 15 miliardi nel nuovo Documento di programmazione pluriennale;

   nell'ambito dell'Aeronautica Militare vi è un aumento di spesa, per il caccia di sesta generazione Tempest, che passa dai 3,8 miliardi stimati lo scorso anno agli 8,8 miliardi riportati nel nuovo Documento di programmazione pluriennale;

   per la Marina Militare, ce la richiesta di una nuova coppia di fregate Fremm e l'aumento della previsione di spesa pluriennale per una seconda coppia di sottomarini U212 Nfs che passa da 1,8 a 2,4 miliardi. È presente anche un nuovo programma navale per i 12 cacciamine con una previsione di spesa decennale di 1,5 miliardi;

   ad aggravare il quadro è la notizia pubblicata il 12 gennaio 2024 dall'Osservatorio Mil€x sull'iniziativa tenuta dal Ministero della Difesa per due importanti programmi di riarmo per l'acquisto di droni armati di classe Male Astore prodotti dalla Leonardo e di batterie lanciamissili ATACMS di produzione americana;

   la programmazione della difesa è indirizzata dal Ministro della Difesa Guido Crosetto che ha lavorato con l'industria degli armamenti curandone gli interessi, anche rivestendo il ruolo di presidente della Federazione aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza (Federazione aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), fino all'accettazione dell'incarico di Ministro;

   dalle analisi di Greenpeace tenute con il Merian Research emerge che nel 2022 gli extra profitti (utile netto) delle principali aziende esportatrici di armi italiane ammontano a 531 milioni di euro, aumentate del 68 per cento rispetto al 2021. Il 65 per cento per cento di questi utili è stato prodotto da Leonardo, che ha accresciuto il suo portafoglio ordini anche nel 2023;

   dall'inizio del conflitto in Ucraina, i prezzi dei titoli delle compagnie del settore difesa quotate in borsa sono saliti in alto, spinti dalle aspettative degli operatori finanziari di un aumento delle spese militari;

   di fronte alle entrate record delle aziende produttrici di armi in un contesto di crisi internazionali dal quale conseguono danni significativi agli altri settori produttivi, si ravvisa l'opportunità di intraprendere iniziative legislative per tassare gli extra profitti delle aziende che operano nel settore della difesa;

   si consideri poi che il trattato italo-ucraino del 24 febbraio del 2024 impegna l'Italia a fornire supporto politico, militare e finanziario a Kiev dal 2024 e per 10 anni, senza contropartita. Il trattato consultabile sul sito del Governo Italiano, al di là delle rassicurazioni del Ministro degli Esteri Tajani espresse nell'esame delle commissioni parlamentari per il quale non comporterà «obblighi sul piano del diritto internazionale, né impegni finanziari», appare legare l'Italia al cosiddetto «piano di pace» ucraino in 10 punti, cioè guerra ad oltranza fino alla resa di Mosca e dispone anche esercitazioni militari congiunte in Ucraina;

   le iniziative del Governo per la ricerca della pace rispetto ai conflitti emersi sono ritenute dall'interpellante deboli e insufficienti;

   al momento risulta ancora disatteso l'impegno assunto con l'ordine del giorno 9/00761/006 approvato dalla Camera dei deputati, presentato dall'interpellante, per avviare un percorso politico-diplomatico che porti a una Conferenza multilaterale sulla pace e perseguire in ogni sede utile la ricerca del dialogo e del negoziato politico tra le parti in conflitto, promuovendo un clima di distensione e la ricerca di accordi per la de-escalation militare, il cessate il fuoco e l'apertura di corridoi umanitari, nonché per il raggiungimento di una soluzione negoziata che ponga al centro il riconoscimento ed il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani;

   nei giorni scorsi la premier Giorgia Meloni ha «garantito l'impegno dell'Italia a favore dell'organizzazione in Svizzera della Conferenza sulla pace in Ucraina, in linea con il diritto internazionale e con i principi della Carta delle Nazioni Unite». Tale decisione, tardiva, avviene dopo 500mila vittime e oltre due anni di conflitto –:

   quali siano le iniziative urgenti che intendano intraprendere per dare concretezza, coerentemente con l'ordine del giorno 9/00761/006 citato in premessa, alla proposta di Conferenza multilaterale sulla pace sotto l'egida dell'Organizzazione delle Nazioni unite e se non ritengano urgente intraprendere iniziative normative al fine di introdurre nel nostro ordinamento una tassazione degli extra profitti delle aziende che operano nel settore della Difesa.
(2-00369) «Cappelletti».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PROVENZANO e BRAGA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel febbraio scorso, Matteo Falcinelli, studente italiano di 25 anni, è stato arrestato a Miami, dove si trovava per frequentare un master;

   lo studente è stato arrestato fuori da un locale dove si era recato e, a seguito di una discussione con i gestori in merito alla sparizione di due cellulari, con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all'arresto e violazione di domicilio;

   la vicenda dell'arresto risulta al momento poco chiara e controversa;

   nei giorni scorsi sono state diffuse in Italia le immagini video relative all'arresto e alla successiva detenzione all'interno della stazione di polizia. Le diverse scene, di incredibile e inammissibile violenza, sarebbero state riprese dalle bodycam degli agenti anche all'interno della stazione di polizia, che il legale americano di Falcinelli è riuscito ad ottenere dalla Procura solo il 12 aprile nell'ambito del processo, di fatto terminato con l'ammissione al Pti, Pre trail intervention, una sorta di programma rieducativo;

   come testimoniato da un video, Falcinelli parla con un poliziotto in maniera non aggressiva, mentre la reazione, dopo il tentativo dello studente di capire il nome dell'agente con cui stava parlando sfiorando il suo distintivo, è immediatamente violenta;

   Falcinelli viene afferrato e messo a terra, ma non si divincola e prova a spiegare come non ci sia alcuna forza di resistenza e pertanto alcun bisogno di arrestarlo. Tuttavia gli agenti non si fermano e anzi gli praticano la manovra di immobilizzazione con un ginocchio sulla nuca schiacciata a terra, tristemente nota per aver causato il decesso di George Floyd;

   da un successivo video emerge come nella stazione di polizia, Falcinelli si trovi solo, a terra, con quattro agenti che legano e tirano con una cinghia i piedi alle manette dietro la schiena, sottoponendolo a una manovra che in gergo tecnico viene definita hogtie restraint per tredici minuti, mentre il giovane italiano respira a fatica, lamenta forte dolore e implora più volte di essere liberato;

   Falcinelli è poi finito per cinque giorni in un ospedale psichiatrico, ferito in più parti del corpo e sotto choc e da allora da quanto si apprende, avrebbe tentato più volte il suicidio;

   le violenze riprese nei video sono di una gravità inaudita, appaiono palesemente forme di tortura in spregio dei diritti umani e delle garanzie che uno Stato democratico deve assicurare anche nelle situazioni di detenzione e, come già evidenziato, hanno provocato pesanti conseguenze fisiche e psicologiche per Matteo Falcinelli;

   le predette immagini, inoltre, smentiscono il verbale di polizia: i telefoni di cui Falcinelli lamenta il furto vengono consegnati agli agenti dal personale del locale, avvalorando così le accuse del giovane studente e rendendo del tutto ingiustificato l'arresto, così come appare di tutta evidenza come lo studente non aggredisca alcun agente;

   la famiglia Falcinelli ha deciso di sporgere denuncia presso la Procura di Roma;

   nonostante il Governo sia stato coinvolto sin dalle prime fasi, pochi giorni dopo l'arresto di Falcinelli, il 1° marzo 2024, la Presidente del Consiglio ha ringraziato pubblicamente lo Stato della Florida per il promesso trasferimento in Italia di Chico Forti, cittadino italiano condannato all'ergastolo negli Stati Uniti –:

   se il Governo italiano abbia attivato tutte le procedure istituzionali e politiche nei confronti delle autorità statunitensi per chiedere conto di quanto avvenuto, manifestando altresì in tutte le sedi una ferma condanna per le torture subite da Matteo Falcinelli;

   se e come ritenga di sostenere Matteo Falcinelli e la sua famiglia nei percorsi legali e giudiziari che verranno attivati per fare piena luce su quanto accaduto e assicurare giustizia in ordine alle violenze subite dal giovane studente italiano.
(5-02330)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta scritta:


   STEFANAZZI, UBALDO PAGANO, DE LUCA, LACARRA, PROVENZANO, SERRACCHIANI, TONI RICCIARDI, BARBAGALLO, SARRACINO, GRAZIANO, STUMPO, TABACCI, GRIBAUDO, SCOTTO, FASSINO, MEROLA, MALAVASI, ORFINI, CUPERLO, FORATTINI, MARINO, FOSSI, CARÈ, MANZI, IACONO, SIMIANI, GIANASSI, VACCARI, CURTI, FURFARO, GHIO, GIRELLI, ANDREA ROSSI, CASU, BERRUTO, GNASSI, LAI, BAKKALI e LAUS. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, istituisce, al Capo III, la ZES unica comprendente i territori delle regioni del Mezzogiorno;

   all'articolo 11, comma 1, si dispone che «il Piano strategico della ZES unica [...] definisce [...] la politica di sviluppo della ZES unica, individuando [...] i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari [...] e le modalità di attuazione»;

   ai commi 2 e 3 si specifica che spetta alla Struttura di missione predisporre lo schema di Piano strategico della ZES unica, il quale è poi approvato con Dpcm su proposta del Ministro interpellato; all'articolo 14 si stabilisce, inoltre, che «i progetti inerenti alle attività economiche ovvero all'insediamento di attività industriali, produttive e logistiche non soggetti a SCIA [...], ovvero in relazione ai quali non è previsto il rilascio di titolo abilitativo, sono soggetti ad autorizzazione unica, rilasciata ai sensi dell'articolo 15»;

   l'articolo 15 dispone che l'autorizzazione unica può essere richiesta, su istanza da presentare allo sportello unico digitale ZES, da «coloro che intendono avviare attività economiche, ovvero insediare attività industriali, produttive e logistiche all'interno della ZES unica»;

   in data 28 febbraio 2024 il Coordinatore della Struttura di missione ZES ha trasmesso ai sindaci dei comuni della ZES Unica una lettera recante «Orientamenti operativi sulla applicazione delle linee guida approvate dalla Cabina di Regia ZES», che «si ritiene necessario» fornire nelle more dell'approvazione del suddetto Piano strategico;

   la comunicazione chiarisce che «utilizzando i criteri generali che definiscono "investimento" la spesa finalizzata alla creazione di un nuovo stabilimento industriale, produttivo o logistico, potranno accedere al regime semplificato dell'autorizzazione unica, fino all'approvazione del Piano strategico della ZES unica:

    1) i progetti di investimento relativi ai territori ricadenti in una delle aree comprese nelle preesistenti otto ZES regionali o interregionali, se coerenti con il Piano di sviluppo strategico della ZES già adottato con riguardo a detta area;

    2) i progetti d'investimento relativi a territori diversi dalle aree comprese nelle preesistenti otto ZES regionali o interregionali, da localizzarsi prevalentemente in aree industriali o destinate a insediamenti industriali e produttivi, se diretti a conseguire almeno uno dei seguenti risultati:

     a) realizzazione di nuovo stabilimento;

     b) ampliamento di uno stabilimento esistente o della relativa capacità produttiva;

     c) riconversione ovvero diversificazione della produzione di uno stabilimento esistente»;

   al contempo, si aggiunge che per i restanti progetti di investimento «restano ferme le competenze e le funzioni del SUAP comunale del territorio di riferimento»;

   in sostanza, facendo leva su una definizione limitante di «investimento», si opera ad avviso dell'interrogante una restrizione del tutto discrezionale dell'ambito soggettivo delle disposizioni che individuano le tipologie di progetti di investimento soggetti ad autorizzazione unica, nonché una implicita restrizione del territorio stesso della ZES Unica;

   invero, mentre le norme richiamate consentono esplicitamente la possibilità di richiedere l'autorizzazione unica anche per l'avvio di attività economiche, la lettera del Coordinatore circoscrive tale facoltà, relativamente ai territori diversi dalle aree comprese nelle preesistenti otto ZES, ai soli progetti volti a realizzare ex novo, riconvertire o ampliare uno stabilimento;

   non solo tale indicazione non trova alcun fondamento nella legge istitutiva della ZES unica, né in successive disposizioni di legge, ma si pone addirittura in contrasto con lo stesso decreto n. 124 del 2023, nella misura in cui esclude de facto la possibilità di accedere alle semplificazioni per coloro che intendono avviare un'attività indipendentemente dalla realizzazione, ampliamento o riconversione di uno stabilimento. Parimenti, autorizzare solo i progetti «da localizzarsi prevalentemente in aree industriali o destinate a insediamenti industriali e produttivi» si traduce nell'esclusione diretta di una serie di settori, come ad esempio quello turistico, che pure risultano centrali in altri strumenti di programmazione degli investimenti nazionali e comunitari;

   riguardo ai progetti relativi alle aree delle preesistenti ZES, rilevano due questioni:

    un ostacolo implicito all'accesso al regime semplificatorio, a causa della scarsa disponibilità di lotti e particelle in cui realizzare nuovi insediamenti. Una criticità talmente nota che il legislatore, già con il decreto-legge n. 36 del 2022, aveva acconsentito a un allargamento della loro perimetrazione;

    uno esplicito, in quanto non può assumere alcuna rilevanza la coerenza dell'investimento con «il Piano di sviluppo strategico della ZES già adottato», in quanto tali piani hanno perso ogni cogenza proprio in virtù dell'entrata in vigore del decreto n. 124;

   inoltre, nelle more dell'approvazione del Piano strategico, nessun progetto di investimento potrà essere considerato, ai sensi dell'articolo 14, comma 2, di pubblica utilità, indifferibile e urgente;

   vista la capacità derogatoria di molte indicazioni ivi contenute, l'interrogante ritiene che la reale portata della lettera vada ben oltre il dichiarato intento di fornire istruzioni operative e di agevolare al massimo la presentazione delle istanze. Al contrario, oltre all'evidente contrasto con la legge, talune indicazioni sarebbero persino capaci di generare gravi discriminazioni e restringere oltremodo, per molte imprese, la concreta possibilità di accesso al regime semplificatorio introdotto dal decreto;

   in più, le responsabilità amministrative che il Coordinatore affida – secondo l'interrogante – abusivamente ai comuni (quando richiama le competenze e le funzioni del SUAP) porterà, nei fatti, all'emissione di autorizzazioni illegittime in quanto adottate da organi privi di competenza o, al contrario, alla paralisi dei procedimenti in corso e delle istanze future per il rigetto dei comuni proprio in ragione dell'incompetenza a provvedere l'applicazione delle indicazioni della lettera, infine, precluderebbe qualsiasi intervento in variante allo strumento urbanistico, impedendo l'avvio degli investimenti quantitativamente e qualitativamente più importanti per i territori;

   infine, la circostanza per la quale il decreto ministeriale cui l'articolo 16, comma 6, demanda la definizione delle modalità di accesso e di fruizione del credito d'imposta ZES non risulti ad oggi ancora adottato costituisce un ulteriore fattore di depotenziamento dell'intero regime speciale –:

   se non ritenga che i contenuti della lettera di cui in premessa si pongano in evidente contrasto con la legge istitutiva della ZES unica;

   se intenda fornire esaustivi chiarimenti con riguardo ai ritardi nell'adozione del decreto ministeriale per la fruizione del credito di imposta ZES e una stima delle tempistiche attese per l'adozione.
(4-02755)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:


   DAVIDE BERGAMINI, BOF, CARLONI, ZINZI, BRUZZONE, BENVENUTO, PIERRO, MONTEMAGNI e PIZZIMENTI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la produzione di energia elettrica da biomassa solida mette a disposizione della rete nazionale una potenza installata di circa 780 megawatt per una produzione di oltre 4.100 gigawattora (GSE, dati 2020);

   tra le rinnovabili, la biomassa solida garantisce regolarità e continuità di esercizio per oltre 8000 ore annue, con produzioni costanti e programmabili; l'energia pulita generata dalle biomasse solide non dipende da fattori climatici e ambientali e i benefìci che ne derivano riguardano, tra gli altri gli accordi di filiera sottoscritti con il Ministero dell'agricoltura (Masaf), la manutenzione del patrimonio boschivo ed il recupero di materiale residuale agricolo;

   la quasi totalità delle biomasse impiegate nelle centrali è di provenienza italiana e la destinazione energetica dei prodotti agro-forestali rappresenta un'occasione di reddito integrativo per le imprese, agricole o forestali, senza inficiare le coltivazioni destinate all'agroalimentare e l'utilizzo nobile del legname, garantendo stabilità di mercato e costanza dei flussi finanziari;

   il decreto ministeriale Masaf del 2 marzo 2010 definisce modalità operative cui gli operatori devono conformarsi per consentire tracciabilità e rintracciabilità delle biomasse da filiera, per accedere al regime incentivante di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 6 luglio 2012 (cosiddetto GRIN);

   per ogni tipologia di biomassa, infatti, ciascun operatore elettrico deve presentare una dichiarazione sulle caratteristiche tecniche e sul processo di produzione di energia elettrica, tenendo conto sia delle biomasse da filiera sia di quelle non da filiera; nel corso delle procedure di verifica delle informazioni ricevute, eseguite dal Masaf su incarico del Gse, i soggetti incaricati dei controlli possono richiedere ai soggetti che hanno presentato l'istanza ulteriori informazioni;

   tuttavia, ad oggi, a quanto consta all'interrogante, si segnalano significativi ritardi nei controlli da parte del Masaf per la quasi totalità delle istanze del 2022, nonostante la richiesta sia pervenuta nelle tempistiche previste ed i numerosi solleciti da parte di operatori e associazioni di categoria;

   numerosi impianti stanno rilevando importanti criticità operative vista la mancata erogazione dei premi da filiera corta, fondamentali per la tenuta del settore, che si accumulano ai ritardi nei ristori del programma di massimizzazione mettendo in seria difficoltà la filiera –:

   quali siano le motivazioni che hanno portato ai ritardi dei controlli e quali iniziative intenda adottare affinché vengano portate rapidamente a termine le predette verifiche, fondamentali per l'operatività degli impianti alimentati a biomassa e per la loro stabilità finanziaria.
(5-02331)


   VACCARI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   al Sud è emergenza idrica, con i bacini scarsamente approvvigionati e in alcuni casi il ricorso alle autocisterne per la distribuzione dell'acqua. A conclusione dell'incontro del 11 aprile 2024, l'Osservatorio distrettuale per gli utilizzi idrici del Distretto idrografico della Sicilia ha assegnato all'intero distretto lo stato complessivo di severità idrica Alta;

   lunedì 6 maggio 2024 il Governo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per 12 mesi, in relazione alla situazione di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Siciliana;

   questa situazione critica sta già causando gravi danni al comparto agricolo in diverse regioni italiane, con particolare riguardo al settore cerealicolo, ortofrutticolo e vitivinicolo;

   è necessario prendere atto che per rispondere alle nuove esigenze dell'agricoltura è necessario agire su più fronti. Serve intervenire con misure straordinarie per supportare gli agricoltori e mitigare gli impatti devastanti della siccità sul comparto agricolo nazionale, sollecitando l'adozione di interventi mirati. Tra questi, l'erogazione di aiuti economici straordinari per compensare le perdite subite dagli agricoltori, l'attivazione di misure di sostegno per la gestione idrica e l'accelerazione delle procedure per l'ottenimento di autorizzazioni e finanziamenti per interventi di efficientamento idrico e irrigazione;

   l'Anbi (Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), ha censito oltre settecento progetti di manutenzione straordinaria delle infrastrutture idriche nazionali, per un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro. Le regioni hanno presentato 562 proposte da 13,5 miliardi per il piano nazionale di interventi strutturali e per la sicurezza del settore idrico;

   il 19 marzo 2024 si è tenuta a Palazzo Chigi la riunione della Cabina di regia per la crisi idrica. La proposta operativa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti prevedeva di concludere entro il 25 del mese la ricognizione delle risorse disponibili e degli interventi in corso, per passare alla successiva predisposizione del Piano per gli interventi nelle infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico –:

   a quanto ammontino le risorse disponibili per finanziare gli interventi programmati e quali nuovi interventi siano stati individuati e con quali risorse verranno finanziati per contrastare la scarsità idrica ai fini del potenziamento e dell'adeguamento delle infrastrutture idriche necessarie al comparto agricolo.
(5-02332)


   GADDA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'allevamento del pollame si concentra per la maggior parte sui polli da carne e sulle galline ovaiole;

   i pulcini maschi delle razze ovaiole non hanno alcun valore economico, di conseguenza; si stima che nel mondo ne vengano abbattuti più di 6 miliardi ogni anno (di questi circa 330 milioni in Europa e 35 milioni in Italia);

   con le migliori tecnologie di sessaggio precoce si potrebbe efficientare la produzione aziendale e aumentare i consumi ponendo fine all'abbattimento di massa;

   lo sviluppo tecnologico ha fatto sì che, in Europa, siano state sviluppate tecniche di sessaggio – con un tasso di accuratezza del 98 per cento – efficaci sia sul pollame con «genetica bianca» quanto su quello con «genetica marrone»;

   il decreto legislativo 7 dicembre 2023, n. 205, recante «Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio, del 24 settembre 2009, relativo alla protezione degli animali durante l'abbattimento, ai sensi dell'articolo 18 della legge 4 agosto 2022, n. 127», ha previsto dal 31 dicembre 2026 il divieto per l'abbattimento selettivo dei pulcini di linea maschile delle galline della specie Gallus gallus domesticus;

   lo stesso decreto legislativo all'articolo 4 dispone che gli incubatoi devono essere dotati di strumenti che consentono di determinare il sesso dell'embrione quanto prima possibile e, comunque, non oltre il quattordicesimo giorno dall'incubazione;

   le migliori tecnologie, già disponibili e funzionanti nel mercato europeo, permettono però di scoprirne il sesso entro il dodicesimo giorno, quando i pulcini in uovo non hanno ancora attività cerebrale e, quindi, non possono percepire il dolore;

   promuovere l'impiego delle migliori tecnologie, anche riducendo il periodo limite per la determinazione del sesso dell'embrione al dodicesimo giorno, permetterebbe di rafforzare la competitività delle nostre aziende anche sul mercato europeo;

   operare il sessaggio su ogni tipo di uova presente negli incubatoi, prima della loro schiusa, riducendo i margini di errore e i conseguenti sprechi, permette valorizzare l'utilizzo dei pulcini maschi per altri scopi, come i fini mangimistici –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza finalizzate alla riduzione dal quattordicesimo al dodicesimo giorno del periodo limite per la determinazione del sesso dell'embrione, alla luce di quanto esposto in premessa e in maniera tale da favorire anche il rispetto del benessere animale, e se di conseguenza intenda adottare iniziative volte allo stanziamento di adeguate risorse favorendo così l'impiego delle più avanzate tecnologie per il sessaggio precoce in ovo.
(5-02333)


   GATTA, DE PALMA, NEVI e ARRUZZOLO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il problema della proliferazione dei cinghiali è stato affrontato negli ultimi mesi soprattutto per contrastare la diffusione della peste suina (PSA); i cui effetti colpiscono la filiera suinicola, dal valore stimato in 10 miliardi di euro, soprattutto sul versante delle ripercussioni nei mercati;

   tuttavia non meno importanti sono i danni prodotti all'agricoltura e all'ambiente, nonché i rischi per l'incolumità dei cittadini, soprattutto per quel che riguarda gli incidenti stradali che questi ungulati provocano;

   nei giorni scorsi Coldiretti ha quantificato gli aspetti del problema. Il numero dei cinghiali, nonostante le centinaia di migliaia di abbattimenti annuali, è di oltre i 2,3 milioni di esemplari e i danni all'agricoltura nel 2023 hanno superato i 200 milioni di euro. Secondo i dati ASAPS, il numero di incidenti stradali gravi dovuti alla fauna selvatica e in particolare ai cinghiali nel 2023 è stato di 170, con un aumento dell'8 per cento rispetto all'anno precedente;

   i risarcimenti agli agricoltori arrivano dopo anni e non coprono il valore reale del danno, con la conseguenza che molti rinunciano ad avanzare richiesta di ristoro;

   la proliferazione incontrollata compromette anche l'equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale;

   particolarmente colpita la Puglia, nella quale insiste una popolazione di 250.000 cinghiali che lo scorso anno ha prodotto danni alle colture per oltre 30 milioni di euro. I branchi si spingono fin dentro i centri urbani, mentre nelle campagne di notte regna un clima di insicurezza non solo per quel che riguarda la circolazione stradale, ma anche all'interno delle stesse aziende agricole;

   la situazione è grave nel tarantino e in particolare nei comuni di Castellaneta e Ginosa si sono verificati anche gravi incidenti stradali;

   in Puglia, le attività di abbattimento selettivo sono in ritardo, il periodo di caccia è troppo ristretto, la modalità di caccia utilizzata (tecnica dell'appostamento fisso) appaiono insufficienti e le aree di caccia eccessivamente limitate. Secondo agricoltori e rappresentanti degli enti territoriali locali tutto ciò non basta ad affrontare con efficacia l'emergenza –:

   se nell'ambito delle previste misure di controllo della popolazione di cinghiali non ritenga di adottare ulteriori misure di competenza che consentano a agricoltori e allevatori pugliesi di difendere con ulteriori mezzi le proprie attività, anche in assenza di adeguati piani regionali straordinari di contenimento.
(5-02334)


   CARAMIELLO, CHERCHI, SERGIO COSTA, ILARIA FONTANA, L'ABBATE e MORFINO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 45, ai commi da 2-quater a 2-octies, del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 aprile 2023, n. 41, istituisce presso Crea il registro dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale;

   come noto, il mercato volontario del carbonio agroforestale è attivo ormai da anni sia nel nostro Paese sia a livello internazionale con un numero di transazioni in continua crescita e tuttavia, in mancanza di una certificazione dei titoli generati, non solo si presta spesso a speculazioni ma espone al rischio del cosiddetto «green washing» ovvero di una scarsa, o poco affidabile, qualità degli assorbimenti;

   l'istituzione di un registro pubblico dove è possibile iscrivere crediti certificati, non rivendibili più volte e generati mediante pratiche agricole e forestali aggiuntive a quelle obbligatorie, e pertanto in grado di garantire un reale sequestro del carbonio, rappresenta una garanzia per gli operatori del mercato e anche per una concreta sostenibilità ambientale ed è in linea con i recenti orientamenti unionali in materia di obblighi di riduzione delle emissioni di gas effetto serra;

   secondo quanto disposto dal comma 2-septies del citato decreto-legge, entro il mese di ottobre 2023, con decreto del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica si sarebbero dovute adottare le linee guida recanti modalità di certificazione dei crediti e di gestione del registro; tuttavia, ad oggi, non risulta emanato alcun provvedimento;

   con decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2023, n. 74, si è provveduto a commissariare il Crea, ente al quale è affidata la tenuta e la gestione del registro dei crediti di carbonio agroforestali –:

   quali criticità stiano ritardando l'adozione del decreto ministeriale recante le linee guida di cui all'articolo 45, comma 2-septies, del decreto-legge citato in premessa anche al fine di escludere che tale ritardo sia da ricondurre ad eventuali inefficienze dell'ente al quale prima si è affidata con urgenza la tenuta e gestione del registro e che poi si è provveduto a commissariare.
(5-02335)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta immediata:


   BARABOTTI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   per evitare distorsioni della concorrenza, l'articolo 10-bis della direttiva 2003/87/CE, modificata dalla direttiva 2018/410 e dalla direttiva 959/2023, indica la necessità per gli Stati membri di compensare i costi delle emissioni di gas a effetto serra trasferiti sui prezzi dell'energia elettrica (cosiddetti costi indiretti Ets), cercando di utilizzare non più del 25 per cento dei proventi della vendita all'asta delle quote di anidride carbonica e di inviare relazioni alla Commissione europea in merito all'utilizzo dei proventi;

   inoltre, la comunicazione C(2020) 6400 final della Commissione europea ha definito (allegato I) la lista di settori a rischio rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, a causa dei costi indiretti significativi sostenuti, e indica che: «L'aiuto risulta proporzionato ed esercita sulla concorrenza e sugli scambi un effetto negativo sufficientemente limitato se non supera il 75 per cento dei costi indiretti sostenuti per le emissioni»;

   a fini compensativi, in Italia il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, di cui all'articolo 23, comma 8, del decreto legislativo n. 47 del 2020, prevede 100 milioni di euro per il 2020, 140 milioni di euro annui per il 2021-2024 e 300 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025;

   tali valori risultano non compatibili con le soglie del 25 per cento e del 75 per cento previste a livello europeo e con quanto previsto da altri Stati, come la Germania e la Francia;

   l'assenza di omogeneità delle politiche di compensazione risulta evidente e causa una distorsione della concorrenza sul mercato interno;

   inoltre, alcuni settori energy intensive, considerati esposti alla concorrenza internazionale e a rischio di carbon leakage sono stati esclusi dalla compensazione;

   il sottodimensionamento del Fondo italiano e l'esclusione di alcuni settori dalla compensazione si inserisce nel già pesante differenziale di competitività che si riscontra nel contesto energetico europeo, con il prezzo di mercato dell'energia elettrica in Italia del 30 per cento superiore a quanto registrato in Francia e Germania –:

   se il Ministro interrogato, nell'ambito del recepimento della direttiva 959/2023, in linea con quanto previsto dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato, intenda definire iniziative di politica industriale per abilitare la decarbonizzazione e abbattere il costo dell'energia dei settori manifatturieri italiani caratterizzati da elevati consumi ed esposti alla concorrenza internazionale, da un lato assicurando un livello di compensazione dei costi indiretti che eviti distorsioni competitive all'interno dell'Unione europea e, dall'altro, istituendo un fondo dedicato ai settori hard to abate esclusi dall'allegato I della comunicazione C(2020) 6400, per contenerne l'extracosto dovuto ai titoli di emissione.
(3-01185)

Interrogazione a risposta scritta:


   ALMICI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il piccolo e medio idroelettrico in Italia rappresenta una importante fonte rinnovabile di generazione installata e fornisce una significativa produzione di energia elettrica, con ricadute importanti in termini di posti di lavoro attestati in migliaia di lavoratori, tra diretti e indiretti;

   sono poco meno di 4.500 gli impianti in esercizio e moltissimi i progetti tutt'ora in sviluppo. Diversi di questi impianti, in fase più o meno avanzata dell'iter autorizzativo, saranno installati secondo le tipologie costruttive a bassissimo impatto, di cui all'articolo 4, comma 3, lettera b), punti i., ii., iii. e iv. del decreto del Ministero dello sviluppo economico 23 giugno 2016 che prevedono, in particolare, la realizzazione di impianti su canali artificiali o condotte esistenti, senza incremento né di portata derivata dal corpo idrico naturale, né del periodo in cui ha luogo il prelievo; l'utilizzo di acque di restituzione o di scarico di utenze esistenti senza modificare il punto di restituzione o di scarico; l'utilizzo di salti su briglie o traverse esistenti senza sottensione di alveo naturale o sottrazione di risorsa e l'utilizzo di parte del rilascio del deflusso minimo vitale al netto della quota destinata alla scala di risalita, senza sottensione di alveo naturale;

   per quanto consta all'interrogante, tali requisiti sarebbero indicati come prioritari, a quanto si apprende anche nel cosiddetto decreto FER X;

   il decreto ministeriale 23 giugno 2016 assegnava una tariffa compresa tra i 210 €/MWh e i 150 €/MWh a seconda dello scaglione di potenza in cui sarebbe rientrato l'impianto fino alla taglia di 1 MW, mentre il successivo decreto ministeriale 4 luglio 2019 ha ridotto tali tariffe con una conseguente riduzione dei progetti di impianti con potenza inferiore ad 1 MW, tra cui molti con le citate caratteristiche;

   nella bozza del Decreto FER X gli impianti ad accesso diretto (con potenza inferiore a 1 MW) avranno, per quanto a conoscenza, tariffe simili a quelle delle procedure con asta; con questa ulteriore drastica riduzione (nel caso non sia stata creata una tariffa ad hoc per gli accessi diretti nella nuova versione del FER X oggetto di confronto con la Commissione europea) un numero limitatissimo di impianti con potenza inferiore ad 1 MW, tra cui molti con le caratteristiche costruttive sopra indicate, potrà vedere la luce. Ciò stride, tra l'altro, con il costo di costruzione di riferimento riportato nella tabella dello stesso decreto che risulta superiore a quello dei precedenti decreti FER di incentivazione, in linea con aumentati costi delle materie prime, a differenza del fotovoltaico dove il deciso calo di acquisto dei moduli ha consentito di contenere il costo complessivo dell'impianto;

   una significativa parte degli impianti idroelettrici è prevista su infrastrutture esistenti e i nuovi interventi di installazione, come peraltro successo su quelli già in esercizio, prevedono significativi interventi di ammodernamento delle opere idrauliche, ma anche delle strumentazioni di misura e delle apparecchiature di sicurezza dei sistemi acquedottistici esistenti senza impegni di spesa per lo Stato, le regioni e i soggetti gestori;

   l'installazione di tali tipologie di impianti consentirebbe l'incasso di canoni di concessione e di couso a favore degli enti locali senza alcuna derivazione ulteriore dal corpo idrico, ma sfruttando quella già esistente –:

   quali siano gli intendimenti in merito alla definizione della tariffa da assegnare agli impianti di cui in premessa ed al relativo premio, soprattutto in considerazione delle esternalità positive rispetto agli impianti tradizionali con nuove derivazioni dal corso d'acqua, del costo aumentato delle materie prime e dei benefici economici e ambientali connessi alla realizzazione di tali impianti.
(4-02769)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   MARI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   con ordinanza del 4 ottobre 2018, la Corte di cassazione ha riconosciuto la sussistenza di un nesso causale tra l'esposizione all'uranio impoverito e le gravissime patologie, anche tumorali, che numerosissimi militari italiani hanno contratto durante l'impiego nelle missioni internazionali in Bosnia a causa dell'ambiente notoriamente contaminato dall'utilizzo di munizionamenti con uranio impoverito, che ha generato un letale inquinamento «bellico» da metalli pesanti e materiali radioattivi;

   la suprema Corte ha riconosciuto la responsabilità dell'amministrazione della difesa nell'aver ignorato i pericoli nell'esporre i nostri militari nei teatri operativi in cui vi era stato l'utilizzo di munizionamento all'uranio impoverito;

   il nesso causale, evidenziato tra il comportamento colposo dell'amministrazione della difesa e le patologie riscontrate nel personale militare coinvolto, impone ad avviso dell'interrogante una risposta pertinente, chiara ed esaustiva di rispetto, ancor più del dovuto risarcimento del danno, a quanti, nell'adempimento del dovere, abbiano subito la sventura di contrarre gravissime malattie, anche fatali, tanto che ormai si parla comunemente di «sindrome dei Balcani» per identificare tutta una serie di patologie degenerative ed irreversibili che vedono coinvolti militari italiani in quantità incredibilmente tragiche; i dati ufficiali riportano oltre 600 morti e più di 8.000 ammalati;

   tra i tanti, a titolo di esempio, è nota la vicenda del colonnello dell'Esercito Italiano Carlo Calcagni, che nel 1996 ha preso parte alla missione di Pace in Bosnia Erzegovina, oggi sottoposto a importanti terapie quotidiane per sopravvivere;

   in questi anni il colonnello Calcagni ha avuto la forza ed il coraggio di testimoniare e lottare per la verità, sempre nascosta o negata dai vertici militari, sulla correlazione tra le patologie che hanno coinvolto i militari e l'utilizzo di munizionamenti con uranio impoverito;

   sulla sua documentazione personale era stato addirittura posto il segreto di Stato, poi eliminato dopo una lunghissima battaglia durata 17 anni, grazie all'intervento del Tar Lazio, nel 2019;

   il colonnello Calcagni è stato consulente per la Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito ed è stato membro del Tavolo tecnico sull'uranio impoverito, istituito presso l'Ispettorato della sanità militare nel 2019;

   la relazione conclusiva dell'ultima Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito afferma che «le reiterate sentenze della magistratura ordinaria e amministrativa hanno costantemente affermato l'esistenza, sul piano giuridico, di un nesso di causalità tra l'accertata esposizione all'uranio impoverito e le patologie denunciate dai militari o, per essi, dai loro superstiti»;

   sostenere le vittime del dovere e i loro familiari appare un atto dovuto, non solo perché sono sempre di più le sentenze di condanna nei confronti dell'Amministrazione della Difesa, davanti alle giurisdizioni amministrative e civili e finanche innanzi alla Corte dei conti, ma per il rispetto che si deve a chi ha adempiuto al proprio dovere e oggi ne paga il prezzo più alto per colpa della grave inadeguatezza del suo ingaggio;

   ad avviso dell'interrogante occorre pianificare un adeguato risarcimento per tutti i militari che si sono ammalati a causa dell'esposizione all'uranio impoverito –:

   se il Ministro interrogato intenda promuovere azioni volte a costituire un apposito fondo da destinare al risarcimento di ogni militare italiano che abbia contratto patologie connesse alla esposizione all'uranio impoverito durante l'espletamento delle proprie mansioni;

   quali provvedimenti intenda assumere affinché venga riconosciuto il giusto e dovuto ristoro a quanti abbiano subito la contaminazione da uranio impoverito o da metalli pesanti, compresa l'adozione di soluzioni transattive per tutti gli operatori militari che abbiano intrapreso azioni legali nei confronti dell'Amministrazione della Difesa, al fine di vedersi riconosciuta una legittima pretesa risarcitoria, a seguito di patologie susseguenti la contaminazione da uranio impoverito o da metalli pesanti.
(4-02761)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   BALDELLI. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la fibromialgia è una malattia reumatica, complessa e debilitante, caratterizzata da un dolore cronico diffuso, affaticamento costante e rigidità generalizzata, spesso associata a una vasta gamma di sintomi extrascheletrici come astenia, stanchezza, disturbi del sonno, problemi digestivi, e disturbi cognitivi e psicologici;

   negli anni '60, fu il medico italiano Federigo Sicuteri a individuare la figura della sindrome fibromialgica che denominò «Panalgesia» (dal greco «pan» ossia «tutto» e «algesia» ovvero «dolorabilità») e che sottopose alla valutazione del Collegio della International Association for the Study of Pain, il quale le riconobbe dignità di malattia ma la ribattezzò col nome anglofono di «Fibromyalgia»;

   dal 1993, l'Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto la fibromialgia come malattia del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo, classificandola, nel 2007, con il codice M-79.7 nell'International Classification of Diseases, al Capitolo XIII delle «Malattie del sistema muscolare e connettivo»;

   tale sindrome, con oltre 100 sintomi distinti, affligge quasi 2 milioni di persone in Italia e quasi 14 milioni nell'Unione europea, colpendo maggiormente le donne tra i 25 e i 55 anni, e comporta una disabilità che viene misurata anche tramite criteri elaborati, già nel 1990, dall'American College of Rheumatology;

   la diagnosi fibromialgica è complessa, non esistono marcatori diagnostici specifici e le terapie attuali, sebbene multidisciplinari, non risolvono efficacemente il controllo del dolore e altri sintomi collaterali, estendendo la sofferenza e l'invalidità dei pazienti coinvolti;

   in Italia, già diverse regioni hanno riconosciuto tale patologia come malattia invalidante avviando percorsi di presa in carico specifici e concedendo esenzioni per le spese sanitarie;

   manca però una politica di riconoscimento omogenea su scala nazionale e ciò da luogo a una disuguaglianza sostanziale con disparità di accesso alle cure;

   è stata recentemente approvata, dalla Camera dei deputati, una mozione per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante su iniziativa del deputato Maria Salvatore Ciancitto Francesco (n. 1-00252) –:

   quali iniziative specifiche intendano adottare i ministri interrogati onde assicurare, sull'intero territorio nazionale, un riconoscimento uniforme alla fibromialgia, quale malattia cronica invalidante, nonché un percorso diagnostico terapeutico assistenziale omogeneo;

   a quali progressi abbia portato, in tema di raccolta dati e di strategia di intervento, l'istituzione del primo registro italiano dei pazienti con fibromialgia, nato nel 2019 sotto l'egida del Ministero della salute e con il supporto della Società italiana di reumatologia;

   quali iniziative si preveda di promuovere per migliorare la comprensione pubblica e professionale della fibromialgia e, di conseguenza, ridurre i tempi della sua diagnosi;

   da ultimo, ma non per importanza, quali siano le misure previste per facilitare l'integrazione lavorativa e sociale delle persone affette dalla sindrome fibromialgica.
(4-02756)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata:


   FRANCESCO SILVESTRI, TORTO, DONNO, CARMINA, DELL'OLIO, BALDINO, SANTILLO, FENU, AURIEMMA e CAPPELLETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   le casse dei principali istituti di credito hanno visto il conseguimento di utili record (oltre 28 miliardi di euro nel solo 2023) approfittando del margine di interesse favorevole;

   i dati delle prime trimestrali 2024, pubblicati di recente da alcuni istituti di credito (tra cui anche Intesa Sanpaolo e Unicredit), confermano le attese anche con riferimento all'anno 2024, proseguendo e consolidando la crescita dei ricavi da margine di interesse;

   l'articolo 26 del decreto-legge n. 104 del 2023 ha previsto l'applicazione di una imposta straordinaria calcolata sull'incremento del margine di interesse;

   l'applicazione dell'imposta è, tuttavia, rimessa alla facoltà degli istituti che possono scegliere se versare l'imposta straordinaria o, in alternativa, destinare a riserva non distribuibile un importo non inferiore a due volte e mezza l'imposta dovuta;

   i principali istituti di credito hanno manifestato sin da subito l'intenzione di avvalersi dell'opzione prevista dalla norma e hanno ratificato tale scelta in sede di approvazione dei bilanci, destinando l'imposta a riserva non distribuibile;

   durante la conferenza stampa di presentazione del decreto-legge, il Governo aveva indicato in oltre 2,5 miliardi di euro il gettito conseguibile dall'imposta straordinaria;

   in assenza dell'opzione in merito al versamento dell'imposta, considerati i risultati conseguiti dalle banche nell'anno 2023, il gettito conseguibile sarebbe stato con molta probabilità di gran lunga superiore a quello stimato dal Governo;

   in ogni caso, va precisato che il termine di versamento dell'imposta non è ancora scaduto, almeno per i soggetti con esercizio coincidente con l'anno solare;

   il comma 4 dell'articolo 26, infatti, prevede che il versamento deve essere effettuato entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell'esercizio 2023 (1° luglio 2024) o entro il mese successivo a quello di approvazione del bilancio per i soggetti che approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell'esercizio;

   per i soggetti il cui periodo d'imposta non coincide con l'anno solare e con termine per il versamento dell'imposta in scadenza nel 2023, il pagamento dell'imposta doveva essere effettuato al massimo entro il 31 gennaio 2024 –:

   quali siano le attese di gettito con riferimento al versamento dell'imposta, in scadenza nei prossimi mesi, specificando altresì se vi siano stati incassi con riferimento al termine scaduto il 30 gennaio 2024 e il relativo ammontare.
(3-01183)


   GRIMALDI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il documento di economia e finanza 2024, recentemente approvato dal Parlamento, è venuto meno al suo principale compito istituzionale di delineare un quadro programmatico per i successivi tre anni, limitandosi a confermare il quadro tendenziale prospettato con la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2023, attraverso la narrazione di come si muoverà fino al 2027 la finanza pubblica in assenza, in autunno, di una nuova legge di bilancio;

   per un Governo, come quello attuale, nel pieno delle sue funzioni, la presentazione di un documento di economia e finanza completamente privo del profilo programmatico è senza precedenti (storici) e comunque, a parere degli interroganti, viola le leggi italiane sul processo di formazione del bilancio che gli impone, nei confronti del Parlamento e dell'opinione pubblica italiana, il dovere di esporre i propri programmi. Non farlo è indice di idee ancora poco chiare su un orizzonte di pochi mesi, oltre che preoccupante se si riflette sul fatto che il Governo a settembre 2024 dovrà presentare il piano fiscale strutturale previsto dal nuovo Patto di stabilità, del quale non sono ancora noti tutti i dettagli applicativi;

   in pendenza della trattativa autunnale con l'Unione europea sul crescente disavanzo pubblico prefigurato nello stesso documento di economia e finanza e nell'aspettativa che sia possibile ottenere quasi tutta la flessibilità consentita dalle nuove regole di governance, la totale assenza di un quadro programmatico non declina l'esigenza di dover individuare congrue risorse in vista della prossima legge di bilancio che, già gravata da un fardello di almeno 10 miliardi di euro necessari a prorogare il taglio del cuneo sul costo del lavoro a cui aggiungere 4 miliardi di euro per l'accorpamento dei due scaglioni inferiori dell'Irpef, dovrà anche tenere conto dell'aggiustamento minimo richiesto dalle nuove regole del Patto di stabilità nel periodo 2025-2031, pari allo 0,6 per cento del prodotto interno lordo e corrispondente ad un importo che oscilla tra gli 11 e i 13 miliardi di euro, senza considerare che la stessa dovrebbe legittimamente porsi anche altri obiettivi individuando i relativi spazi di manovra e quindi necessita di ulteriori stanziamenti;

   il 20 marzo 2024, rispondendo all'atto presentato dai sottoscritti interroganti n. 3-01083, il Ministro Giorgetti, interrogato sul come avrebbe sostenuto la promessa messa a regime del taglio del cuneo fiscale, finanziato nel 2024 in disavanzo, ad avviso degli interroganti ha letteralmente eluso la domanda facendo presagire che occorrerà affidarsi a un mix di tagli alla spesa e maggiori entrate –:

   a quali tagli della spesa pubblica il Ministro interrogato pensi di ricorrere al fine di garantire nel 2025 la proroga della riduzione del cuneo fiscale senza generare un ulteriore disavanzo nel bilancio statale.
(3-01184)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   PITTALIS. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi della legge regionale n. 47 del 2018, Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura (Laore) della Sardegna ha indetto un concorso pubblico per titoli ed esami per il profilo professionale di «Istruttori Amministrativi Cat. C», approvato con determinazione definitiva n. 1361/21 del 7 dicembre 2021: dal 2021 la graduatoria scaturita all'esito di tale procedura concorsuale conta 580 idonei non vincitori e di questi dal 2021 soltanto la metà è stata assunta, pur rappresentando bacino di risorse umane professionalizzate e pronte ad essere utilizzate;

   l'articolo 9 della legge n. 3 del 2003 prevede che le amministrazioni dello Stato possono ricoprire i posti disponibili utilizzando gli idonei della graduatoria di pubblici concorsi approvate da altre amministrazioni del medesimo comparto di contrattazione con le modalità indicate in un regolamento statale da approvare ai sensi dell'articolo 17 della legge n. 400 del 1988;

   l'articolo 3 comma 61 della legge n. 350 del 2003 stabilisce che nelle more dell'adozione del predetto regolamento, gli enti possono utilizzare le graduatorie di pubblici concorsi approvate da altre amministrazioni, previo accordo tra le stesse;

   attualmente i tribunali di Cagliari, Sassari e Nuoro lamentano una forte carenza di personale amministrativo, tanto nel settore penale quanto in quello civile, in ragione, fra l'altro, dei recenti pensionamenti cui non sono seguite nuove assunzioni: di recente, nello specifico, il tribunale di Nuoro ha chiesto l'intervento del prefetto e della regione Sardegna in quanto totalmente sotto organico e con il forte rischio di paralisi dell'attività giudiziaria;

   il 4 novembre 2022 Laore ha stipulato una convenzione con il Ministero della giustizia (prot. n. 005757422) con la quale il ridetto dicastero si riservava la facoltà di attingere dalla citata graduatoria per colmare le carenze di personale del dipartimento della giustizia minorile e di comunità. Fra gli obiettivi alla base della convenzione stipulata nel 2022 tra Laore e Ministero della giustizia vi era quello di realizzare economie di scala di risorse pubbliche attraverso l'utilizzo di un'unica procedura concorsuale per la soddisfazione di fabbisogni professionali analoghi, offrendo ai candidati maggiori possibilità occupazionali;

   al fine di colmare le gravi scoperture di organico degli uffici giudiziari sardi e per una migliore valorizzazione delle professionalità di cui al concorso de quo, parrebbe opportuno prevedere – anche tramite la stipula di nuove convenzioni – lo scorrimento della graduatoria e modalità atte a garantire l'equiparazione tra la posizione di «Istruttore Amministrativo Cat. C» (livello retributivo C1) a quella di «Cancelliere/Ufficiale Unep» (II area funzionale – livello retributivo F4/Ministero della giustizia), come già fatto da altre regioni italiane, evitando in tal modo l'insorgere di problematiche relative all'inquadramento degli idonei che potranno così esser assunti tramite lo scorrimento da parte del Ministero della giustizia –:

   se e quali misure il Ministro interrogato intenda assumere per fronteggiare la situazione descritta in premessa garantendo, al contempo, l'efficacia dell'attività degli uffici giudiziari della regione Sardegna.
(4-02763)


   GRIMALDI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dal Quotidiano del Sud del 21 aprile 2024 si apprende della vicenda di due giovani donne iraniane fuggite dal Paese perché perseguitate dal regime e, giunte in Italia, arrestate perché ritenute scafiste di due distinti sbarchi di migranti;

   nonostante la difesa abbia prodotto elementi concreti e attuali che dimostrerebbero l'estraneità di entrambe rispetto ai reati loro contestati, le due donne si trovano in custodia cautelare in carcere in attesa del processo;

   i casi riguardano quello di Marjan Jamali, già oggetto di una interrogazione parlamentare presentata dall'interrogante a marzo 2024 e di Maysoon Majidi;

   Marjan Jamali, giunta in Italia con il figlio di 8 anni è detenuta a Reggio Calabria perché accusata da tre uomini, che avrebbero tentato di molestarla, di far parte dell'equipaggio di scafisti dell'imbarcazione con cui erano giunti a Roccella Jonica;

   le richieste presentate dal difensore per gli arresti domiciliari sono state respinte e la donna non può ricongiungersi con il figlio, al momento affidato ad una famiglia presso un alloggio per migranti in Calabria;

   l'accusa è fondata solo sulle dichiarazioni dei tre uomini che, immediatamente dopo, si sono resi irreperibili e la donna vive ormai in uno stato di profondo malessere psicologico;

   anche Maysoon Majidi, 27enne regista e attrice iraniana, giunta a Crotone nel 2023, è accusata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed è detenuta perché ritenuta anch'essa una scafista a seguito delle accuse a lei rivolte da parte di due persone, anche loro immediatamente scomparse;

   il legale della donna ha rintracciato in Germania uno dei due accusatori, il quale, resosi disponibile ad essere riascoltato dai magistrati, sostiene di non aver mai accusato la donna;

   anche Maysoon Majidi sta soffrendo la sua detenzione in carcere, arrivando a pesare circa quaranta chili;

   Maysoon Majidi è un'attivista per i diritti umani che si batte contro il regime islamista e fa parte di un'organizzazione indipendente che promuove i diritti umani nel Kurdistan iraniano;

   è fuggita dall'Iran per evitare l'arresto dalla «polizia morale» per aver partecipato alle proteste per l'uccisione di Mahsa Amini;

   anche alla luce della storia personale delle due donne e degli elementi raccolti dalla difesa appare ingiusto comunque eccessivo il perdurare, per le due donne, della misura cautelare in carcere;

   in queste vicende, oltre all'attendibilità degli accusatori, pesano anche il ruolo degli interpreti e delle difficoltà linguistiche, come nel caso di Marjan Jamali, interrogata da un interprete che non parlava il farsi e alla quale gli atti sono stati notificati in lingua araba, a lei sconosciuta;

   ad avviso dell'interrogante, le informazioni raccolte consentono di ritenere che sia stato leso il diritto alla difesa delle due persone accusate e che le attuali condizioni psico-fisiche delle due donne siano incompatibili con lo stato di detenzione in carcere –:

   se il Ministro sia a conoscenza, per quanto di competenza, dell'esistenza di ulteriori casi casi analoghi a quelli esposti in premessa, di persone accusate di essere scafiste da soggetti poi resisi irreperibili;

   se il Ministro sia a conoscenza di quanti procedimenti penali siano stati avviati nei confronti di persone ritenute esponenti di associazioni criminali dedite alla gestione dei traffici di esseri umani, quanti di questi si siano conclusi con un rinvio a giudizio e quanti di loro siano poi stati processati e condannati almeno nel primo grado di giudizio;

   se non ritenga che sia necessario, per quanto di competenza, adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a rendere effettivo il diritto di difesa, in particolar modo nei casi in cui il procedimento penale sia basato su dichiarazioni di persone resesi irreperibili;

   se, con riguardo al luogo e alle condizioni di detenzione delle due donne, non si intendano favorire, per quanto di competenza, soluzioni che salvaguardino la loro condizione psico-fisica che appare oggi fortemente compromessa.
(4-02767)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   Industria italiana autobus è ad oggi ancora l'unica azienda in Italia, con sedi a Bologna e Flumeri (Av) impegnata nella produzione di autobus, con controllo societario pubblico, anche se in uscita, da parte di Invitalia e Leonardo;

   i suddetti impianti occupano 600 dipendenti ed hanno in portafoglio circa 1000 autobus da consegnare a breve termine;

   come noto, entro il 28 marzo 2024 scadeva il termine per la presentazione della offerta di acquisto delle quote societarie pubbliche senza assegnazione definitiva;

   a quella data avrebbero manifestato interesse il Gruppo Seri srl di Vittorio Civitillo, e anche una cordata di 4 soci (Valerio Gruppioni, Maurizio Stirpe, Nicola Benedetto e Maurizio Marchesini) produttori di autobus tra l'altro già presenti sul territorio;

   il 23 aprile 2024, a seguito dell'ultimo sciopero indetto dai lavoratori attraverso le organizzazioni sindacali di categoria Fiom-Cgil, Ugl, Fismic e Fim-Cisl, il Ministero delle imprese e del made in Italy ha affermato che l'unica offerta congrua sarebbe stata quella del Gruppo Seri;

   il Gruppo Seri è noto che operi in settori estranei a quella di Industria italiana autobus (come fotovoltaico, accumulatori e riciclo di materie plastiche) e come società pare mostrare ad avviso dell'interpellante una serie di criticità nello storico sia sotto il profilo economico finanziario sia nell'ambito delle relazioni sindacali;

   tale profilo preoccupa in considerazione di un'ipotetica assegnazione di Industria italiana autobus ad un privato non del settore;

   lunedì 6 maggio 2024 si è svolto ad Avellino un incontro territoriale che ha visto coinvolti lavoratori, organizzazioni sindacali e di categoria mobilitate a scongiurare un indebolimento di un presidio industriale di grandissima rilevanza occupazionale –:

   quali siano gli orientamenti del Governo in merito alla suddetta cessione azionaria anche rispetto ad eventuali ulteriori proposte e se non intenda altresì valutare la migliore proposta in termini industriali a garanzia del futuro di Iia e dei suoi livelli occupazionali presso gli impianti esistenti.
(2-00370) «Toni Ricciardi, Braga, Manzi, Fornaro, Carè, Cuperlo, Graziano, Simiani, Sarracino, Stefanazzi, Ghio, D'Alfonso, Merola, Porta, Quartapelle Procopio, Forattini, Girelli, Marino, Casu, Malavasi, Ferrari, Lacarra».

Interrogazioni a risposta scritta:


   ROSATO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   l'ordine del giorno n. 9/01060-AR/044 ha ottenuto parere favorevole dal Governo, senza modifiche nella seduta della Camera dei deputati del 18 maggio 2023;

   l'ordinanza del Consiglio di Stato n. 00995/2024, depositata il 9 gennaio 2024 con motivazione articolata e conforme a quanto previsto nell'ordine del giorno summenzionato, ha stabilito la necessità di dare seguito all'estensione del visto di conformità ai professionisti di cui alla norma UNI 11511 certificati e qualificati ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4 –:

   quali iniziative intenda porre in essere al fine di dare seguito, con la massima celerità e nel primo provvedimento utile, a quanto previsto nel citato ordine del giorno, apportando le opportune modifiche all'articolo 3, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322.
(4-02759)


   PICCOLOTTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il gruppo Arvedi, proprietario dal 2022 dello stabilimento siderurgico Ast di Terni, ha sempre sostenuto che per la presentazione di un piano industriale di rilancio fosse indispensabile la definizione di un accordo di programma con il Governo nazionale e con le istituzioni territoriali che prevedesse agevolazioni pubbliche derivanti dai piani di azione, comunitari e nazionali, per la transizione ecologica ed energetica, la decarbonizzazione delle produzioni «hard to abate», per l'economia circolare, da aggiungere alle risorse proprie che il gruppo Arvedi intendeva destinare agli investimenti di ammodernamento impiantistico, di tutela dell'ambiente, di efficientamento energetico;

   la stipula dell'accordo di programma è stata più volte annunciata ma mai concretizzata e anche i contenuti dello stesso risultano ignoti, tanto alle organizzazioni sindacali quanto alle associazioni imprenditoriali locali, mai coinvolte in un confronto preventivo di merito;

   negli ultimi due anni e mezzo l'andamento economico e produttivo di Arvedi Ast mostra segnali contrastanti e ciò che preoccupa maggiormente è che, in assenza di investimenti, lo stabilimento di Terni stia perdendo l'opportunità di riconnettersi con i mutamenti legati alla transizione ecologica ed energetica;

   il ritorno alla lavorazione del lamierino magnetico è, ad avviso dell'interrogante, essenziale per giocare la partita della mobilità e dei motori elettrici così come la necessaria e non più rinviabile decarbonizzazione dello stabilimento deve significare l'introduzione dell'idrogeno verde tra le fonti energetiche, con potenziali importanti ricadute sul territorio;

   il progetto di economia circolare legato al trattamento delle scorie siderurgiche potrebbe aprire un fronte tecnologico e industriale inedito, con forte beneficio, altresì, per l'ambiente urbano, che risente negativamente degli effetti inquinanti dei processi fusori;

   purtroppo, a due anni e mezzo dal passaggio di proprietà dalla Thyssenkrupp ad Arvedi, non esiste ancora alcun piano industriale per Terni;

   secondo quanto segnalato dalle organizzazioni sindacali, l'occupazione in Arvedi Ast, considerando addetti diretti e dipendenti delle ditte terze, si è ridotta in due anni di circa 150 unità, anche se l'occupazione diretta è aumentata;

   nonostante Arvedi Ast abbia dichiarato alle organizzazioni sindacali che con gli investimenti previsti nell'accordo intende mantenere gli attuali livelli occupazionali, occorre chiarire se tale impegno si riferisca all'occupazione diretta o anche agli indiretti, che variano tra i 1000 e i 1500 addetti;

   Arvedi Ast ricorre ad affidamenti esterni per una molteplicità di servizi, appaltando ad imprese che non sempre applicano il contratto dei metalmeccanici, ma sempre più frequentemente utilizzano il contratto multiservizi, quindi con risparmi conseguiti solo a discapito dei lavoratori;

   inoltre, gli infortuni sul lavoro negli ultimi due anni sono aumentati, soprattutto negli affidamenti a ditte esterne e anche le organizzazioni locali delle imprese artigianali denunciano l'imposizione condizioni economiche insostenibili da parte di Arvedi Ast, la conseguente riduzione dei fornitori locali e l'incremento delle chiusure di aziende che operano nell'indotto;

   stando alle cronache, nell'accordo di programma figurerebbe anche un progetto riguardante la discarica rifiuti di proprietà di Ast dove è previsto un rilevantissimo intervento di rimozione, trattamento e parziale ricollocazione, anche esterna alla discarica, di tali rifiuti;

   del suddetto progetto sono ignote sia le implicazioni per l'intero sistema di trattamento rifiuti regionale sia le misure per la salvaguardia dell'ambiente e della salute della popolazione locale –:

   se i Ministri interrogati intendano chiarire entro quando verrà stipulato il richiamato accordo di programma e se prima di tale stipula non si intenda attivare un tavolo di confronto sui contenuti dello stesso e per raccogliere e istanze dei soggetti economici e delle organizzazioni sindacali;

   se non si intenda, nel percorso di definizione del citato accordo di programma, coinvolgere ulteriori soggetti istituzionali quali la provincia di Terni, il comune di Narni e i comuni limitrofi interessati che, per prossimità territoriale, integrazioni settoriali e competenze istituzionali non possono essere esclusi.
(4-02760)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   con decreto-legge 31 marzo 2023 n. 35, convertito con legge 26 maggio 2023, n. 58, recante «Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria», è stato riavviato l'iter realizzativo del Ponte sullo Stretto di Messina, attraverso la prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A. (di seguito SdM);

   in due precedenti interrogazioni (3-01059 e 5-02203) relative alla conoscenza e conoscibilità dei contenuti del previsto atto negoziale sottoscritto dalla SdM con il Contraente Generale (CG), Consorzio Eurolink, prodromico alla determinazione del contenuto degli atti aggiuntivi di cui al comma 3 dell'articolo 4, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, e, in particolare, alle penali a carico dello stesso CG e all'esercizio del «controllo analogo» da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) sull'operato della SdM, il Ministro interpellato ha fornito, ad avviso degli interpellanti, risposte contraddittorie e poco compatibili;

   in ordine alla prima questione, il Ministro allora interrogato ha risposto che: «si tratta di un tema da inquadrare nell'ambito dei rapporti tra concedente e concessionario, fermo restando che spetta al concessionario, nell'ambito della relativa autonomia contrattuale, regolare la gestione di ritardi penali e aumenti di costi, imputabili al contraente generale»;

   successivamente il rappresentante del Mit ha confermato che la SdM, essendo società «in house providing» è soggetta all'esercizio del controllo analogo, ma che la direttiva che individua la modalità con la quale viene esercitato tale controllo, distinguendo tra controllo preventivo e successivo sugli atti della SdM, è stata emanata con direttiva ministeriale soltanto il 2 febbraio 2024;

   è il caso di ricordare che per «controllo analogo» si intende la situazione in cui l'amministrazione esercita su una società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi, esercitando un'influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni significative della società controllata;

   ai sensi del comma 8, dell'articolo 2, del citato decreto-legge n. 35 del 2023, il Mit è autorizzato a sottoscrivere atti aggiuntivi alla convenzione, stipulata ai sensi dell'articolo 7 della legge n. 1158 del 1971, sottoscritta tra SdM e il Mit, che disciplina, tra l'altro: a) la durata residua della concessione, secondo quanto stabilito nella convenzione di concessione e nei relativi atti aggiuntivi; b) il cronoprogramma relativo alla realizzazione dell'opera; c) il nuovo piano economico-finanziario della concessione;

   è del tutto evidente che tanto gli atti negoziali quanto gli atti aggiuntivi di cui si sta parlando costituiscono «decisione significativa» su cui il Mit deve assumere piena responsabilità, nell'ambito dell'esercizio del «controllo analogo» sulla società;

   lo stesso interpellante, per le esigenze istituzionali legate alla funzione di parlamentare, che comporta l'acquisizione di ogni elemento informativo su materie di pubblico interesse, ha più volte fatto richiesta, senza ricevere risposta, alla SdM e al Mit di copia degli atti negoziali sottoscritti tra SdM e CG e degli atti aggiuntivi sottoscritti tra Mit e SdM;

   il 29 gennaio 2024 il Comitato Scientifico, in ottemperanza a quanto stabilito dal più volte citato decreto-legge n. 35 del 2023, ha espresso al Consiglio di amministrazione della SdM il proprio parere positivo sulla relazione del progettista integrativa del Progetto definitivo redatto ai sensi del decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, ed approvato dal Consiglio di amministrazione della società concessionaria il 29 luglio 2011, fatte salve 68 raccomandazioni in ordine alla coerenza della stessa Relazione con le finalità di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto-legge n. 35 del 2023;

   il 15 febbraio 2024 il Consiglio di amministrazione della SdM ha approvato la Relazione del progettista integrativa del Progetto definitivo, disponendone successivamente il trasferimento ai competenti Ministeri e autorità competenti ai fini dell'indizione della conferenza dei servizi e della procedura di VIA;

   il 16 aprile 2024 si è in insediata la conferenza dei servizi istruttoria per il collegamento stabile tra la Calabria e la Sicilia, con la partecipazione della società SdM, di tutti i comuni dell'area, dell'Autorità portuale e degli enti interessati, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto-legge n. 35 del 2023, prodromica all'approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess;

   l'articolo 127 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE vigente all'epoca della redazione del Progetto definitivo), dispone, al comma 3, primo periodo che: «il Consiglio superiore dei lavori pubblici esprime parere obbligatorio sui progetti definitivi di lavori pubblici di competenza statale, o comunque finanziati per almeno il 50 per cento dallo Stato, di importo superiore ai 25 milioni di euro, nonché parere sui progetti delle altre stazioni appaltanti che siano pubbliche amministrazioni, sempre superiori a tale importo, ove esse ne facciano richiesta» –:

   se il Ministro interpellato intenda esporre i contenuti dell'atto negoziale non oneroso tra SdM e Consorzio Eurolink redatto il 29 settembre 2023 con particolare riferimento alle obbligazioni contrattuali poste a carico del contraente e alle eventuali penali poste a carico dello stesso in caso di aumenti dei costi e ritardi nell'esecuzione dell'opera;

   se intenda rendere noti integralmente gli atti negoziali prodromici alla determinazione del contenuto degli atti aggiuntivi di cui al comma 3 dell'articolo 4, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, tra SdM e CG e degli atti aggiuntivi alla convenzione, stipulata ai sensi dell'articolo 7 della legge n. 1158 del 1971, sottoscritta tra SdM e il Mit;

   se ritenga necessario trasmettere la relazione del progettista di aggiornamento del progetto definitivo e lo stesso progetto definitivo al Consiglio superiore dei lavori pubblici per l'acquisizione del parere ai sensi dell'articolo 127, comma 3, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e quale organismo tecnico dello Stato sia chiamato a valutare ed approvare il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina.
(2-00371) «Bonelli, Zanella».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FRIJIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   secondo gli ultimi indicatori, il percorso di crescita del Gnl in Italia, il gas naturale liquefatto la cui filiera in dieci anni ha saputo realizzare la rete distributiva più grande in Europa, appare in ulteriore espansione;

   i dati elaborati nel dicembre dello scorso anno, che risultano dal rapporto «Swing Watch» realizzato da Mbs Consulting a Cerved Company, evidenziano infatti che le attività con i depositi di Gnl in Italia (+10 per cento rispetto al 2022) sono 293 per i diversi impieghi del prodotto utilizzato;

   nel trasporto marittimo in particolare, al 31 dicembre 2023 risultano 22 navi operanti nel mare mediterraneo alimentate con il Gnl (4 nuove unità rispetto al 2022) e 4 navi per le bettoline utilizzate per il bunkeraggio navale; si prevede inoltre che per il 2030 la maggior parte delle imbarcazioni alimentate a Gnl saranno navi da crociera, che potranno effettuare operazioni di bunkeraggio presso i principali porti del mare Mediterraneo;

   al riguardo, l'interrogante evidenzia che la crescita dei consumi e la tempistica scontano tuttavia diversi vincoli e ritardi: primo fra tutti quello di una sostanziale carenza d'infrastrutture nel settore del Gnl;

   secondo Andrea Arzà, presidente Assogasliquidi-Federchimica, i rifornimenti nel mare Mediterraneo possono essere attualmente effettuati soltanto in alcuni grandi porti che tuttavia non sono adeguatamente attrezzati nel nostro Paese; recentemente, sono stati avviati i lavori di manutenzione per il rigassificatore Olt Offshore di Livorno, grazie alla possibilità di ricevere grandi navi gasiere e re-imbarcare il prodotto destinato al rifornimento su bettolina, ma sarebbe auspicabile, sostiene Arzà, che tale processo potesse avvenire anche in altri luoghi, considerata anche la posizione centrale del nostro Paese nel mare Mediterraneo;

   in Italia, rileva altresì l'interrogante, giungono navi rifornite di gas in porti esteri, soprattutto Francia, mentre l'unica fornitura da bettolina a nave è stata individuata nella città di La Spezia nel 2020;

   in relazione alle suesposte osservazioni, a parere dell'interrogante, al fine di valorizzare pienamente il potenziale del Gnl, a vantaggio della competitività delle nostre imprese, risulta di fondamentale importanza sostenere lo sviluppo delle infrastrutture nazionali anche con apposite misure di crescita per gli investimenti –:

   se, con riferimento a quanto esposto in premessa, non ravvisino l'esigenza di potenziare i livelli d'investimento nell'ambito delle infrastrutture nazionali marittime in favore delle imprese di trasporto di Gnl, il cui utilizzo via mare, caratterizzato da una grande versatilità negli ambiti d'impiego e da un basso impatto ambientale (riconosciuto peraltro a livello europeo con la direttiva DAFI, che incentiva l'utilizzo del gas naturale liquefatto per i trasporti anche navali) rappresenta un'alternativa vantaggiosa, tale da consentire di acquistare liberamente il gas in tutto in mondo, senza essere condizionati dal collegamento via gasdotto con i Paesi produttori;

   in caso affermativo, quali iniziative il Governo intenda assumere, in merito al sostegno dello sviluppo della filiera del Gnl, soprattutto in ambito marittimo, con particolare riguardo alla necessità di standardizzare la normativa sul rilascio delle autorizzazioni per operazioni di rifornimento di Gnl o bioGnl, oltre a definire un nuovo quadro strategico sul settore marittimo in attuazione del Regolamento Afir, in grado di valorizzare l'utilizzo del Gnl nel settore marittimo, anche nell'ottica della nuova regolamentazione Ets.
(5-02336)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   CERRETO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   i numerosi episodi di violenza registrati nelle ultime ore in diverse aree della Campania, da Mondragone a Bagnoli, hanno riacceso i riflettori sulla dolorosa piaga del problema sicurezza e criminalità nel territorio;

   nel pieno centro di Mondragone, un violento scontro nella tarda serata di giovedì 2 maggio 2024 tra cittadini della comunità bulgara stanziata da anni nella città casertana ha scosso l'intera comunità: decine le persone che si sono riversate in strada, tra cui numerosi giovani e giovanissimi, inseguendosi ed insultandosi tra lanci di pietre ed urla, molti armati di mazze, bastoni e grosse assi di legno, tra automobilisti e passanti terrorizzati per quanto stava accadendo;

   nonostante sia ancora tutta da ricostruire la dinamica dell'accaduto, restano le preoccupanti immagini, immortalate anche da alcuni filmati amatoriali, di una vera e propria guerriglia urbana nel centro del litorale casertano, una zona dove si registra la maggiore concentrazione di immigrati provenienti dalla Bulgaria e che hanno trovato alloggio nel parco Nuova Florida e nelle abitazioni delle traverse adiacenti, un tempo case per la villeggiatura estiva;

   solo per un caso fortuito l'episodio non è sfociato in tragedia e tale vicenda, che si aggiunge ad altri eventi simili denunciati in passato, non può essere sottovalutata, ma richiede la massima attenzione da parte di tutte le istituzioni preposte a garantire la sicurezza nei nostri territori;

   la comunità di bulgari di etnia rom e sinti è concentrata quasi interamente all'interno delle palazzine ex Cirio, da anni luogo di degrado e forte disagio sociale, in cui si sono generate sacche di criminalità: spaccio, contrabbando di sigarette e sfruttamento della prostituzione, soprattutto minorile;

   come denunciato dal sindaco della città campana, che ha chiesto la convocazione d'urgenza del tavolo provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, l'accaduto «ha acuito il diffuso senso di insicurezza e abbandono in larghi strati della società civile» e la polizia locale da sola non riesce più ad arginare simili fenomeni di violenza urbana;

   il problema della sicurezza in questo territorio affonda le sue radici nel passato e negli anni si è trasformato in una bomba sociale pronta ad esplodere da un momento all'altro; una situazione che va affrontata ad avviso dell'interrogante con misure immediate e straordinarie, che possano finalmente garantire legalità e incolumità a tutti i cittadini di Mondragone –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali urgenti iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per rafforzare i presidi pubblici di sicurezza nella città di Mondragone, al fine di scongiurare il ripetersi di simili episodi di violenza e restituire ai cittadini un territorio sicuro e libero da sacche di illegalità incontrollata e incontrollabile.
(4-02757)


   GRIMALDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel pomeriggio di sabato 4 maggio 2024 una giovane attivista è stata arrestata da agenti della Digos della questura di Torino con le accuse di violenza e resistenza a pubblico ufficiale dopo essere stata identificata perché, con indosso una bandiera della Palestina, voleva manifestare il proprio sostegno e la propria solidarietà al popolo palestinese durante la prima tappa del Giro d'Italia;

   la giovane, a quanto risultava, sventolava ai margini del percorso una bandiera della Palestina senza costituire un pericolo per la gara e senza alcuna condotta violenta; dopo una notte trascorsa in cella di sicurezza è stata rilasciata su ordine del giudice a causa della tenuità del fatto;

   ad avviso dell'interrogante esporre la bandiera della Palestina ai margini del percorso di una tappa del Giro d'Italia non giustifica l'intervento delle forze dell'ordine né tantomeno il successivo arresto, e ciò che è accaduto a Torino alla giovane attivista rappresenta un fatto gravissimo che lede la libertà di manifestazione e di espressione del pensiero, un diritto costituzionale sul quale si misura la tenuta e la credibilità della nostra democrazia;

   a parere dell'interrogante, non solo il Governo italiano non si sta sufficientemente ed efficacemente adoperando perché si giunga ad un cessate il fuoco, ma da diverse settimane si assiste a una repressione sempre più violenta delle studentesse e degli studenti e di chiunque chieda la fine del conflitto in corso nella striscia di Gaza, il quale sta provocando immani sofferenze alla popolazione civile palestinese, soprattutto donne e bambini, vittime incolpevoli della reazione sproporzionata del governo di Israele agli atroci attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023;

   il movimento di protesta studentesco negli Stati Uniti sta assumendo proporzioni sempre più vaste e in Italia continua la mobilitazione, a partire dalle università, per il boicottaggio di progetti di collaborazione con istituzioni israeliane rispetto a progetti e ricerche utilizzabili a scopo militare –:

   se non intenda verificare, anche tramite la prefettura e la questura di Torino, la correttezza e la proporzionalità dell'operato delle forze di polizia in relazione all'arresto dell'attivista avvenuto nelle circostanze e con le modalità esposte in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per garantire il diritto di manifestazione e di libera espressione del pensiero anche in relazione alle numerose iniziative di solidarietà al popolo palestinese e alle richieste di un immediato cessate il fuoco a Gaza che provengono da rilevanti e consistenti settori della società civile.
(4-02762)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ALMICI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   ha suscitato indignazione la notizia dell'evento «Mettiamo le ali ai nostri sogni» organizzato dalla base militare di Ghedi e dedicato agli studenti, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio storico e le competenze professionali dell'Aeronautica militare, del Sesto stormo e della Pattuglia acrobatica delle Frecce tricolori;

   in particolare, attraverso la diffusione sui social network, numerosi docenti appartenenti a vari istituti di ogni livello hanno condiviso una lettera aperta redatta da un'insegnante dell'istituto Bazoli-Polo di Desenzano, eloquentemente intitolata «Il fascino indiscreto della guerra»;

   come si legge nel testo della lettera, «mentre assistiamo impotenti allo sgretolarsi del diritto umanitario in numerose zone del mondo, [...] vediamo di contro, nel nostro Paese, un fiorire di iniziative frutto anche dello zelo ministeriale che esortano le scuole di ogni ordine e grado a far partecipare i loro alunni a uscite didattiche aventi per oggetto visite a mostre d'armi, a basi militari, a parate, ad addestramenti, ad alza-bandiera, a incontri con l'esercito [...]»;

   per la professoressa, Ghedi è «una base militare da cui più volte si sono alzati in volo aerei con il loro carico di morte da riversare su Paesi come Iraq nel 1991 e Serbia nel 1999 e dove sono custodite armi a testata nucleare che gli F35 dislocati nella base sono abilitati a trasportare e utilizzare»;

   nella missiva, anche un attacco al Ministero dell'istruzione che «ha fatto pervenire a tutte le scuole di Brescia e provincia il seguente invito: “Mettiamo le ali ai nostri sogni...” [...]. La comunicazione che nella mia scuola è stata inoltrata a tutti i docenti, dà conto di una capillare diramazione informativa che per i contenuti e l'ufficialità suona come un'ingiunzione dall'alto che non può non stridere con quanto per anni ho cercato di costruire nei percorsi di educazione civica a scuola con i ragazzi, quando l'attenzione in primis era posta all'articolo 11 della Costituzione, che stimolava discussioni su culture di sopraffazione, di violenza che portano direttamente a quella delle armi [...]. Stupefacente se non fosse inaccettabile la chiosa metaforica finale: "Mettere ali al proprio futuro". Non solo si dovrebbero prelevare i ragazzi da scuola per trasferirli in massa a Ghedi, ma il Ministro vorrebbe che da questa visita traessero ispirazione per la loro futura professione»;

   Ghedi, uno degli aeroporti militari più importanti d'Italia, è da anni meta di visite di studenti di ogni età e lo è non perché simbolo di guerra, come si vorrebbe far credere, ma perché necessario presidio di pace: il 6° stormo ha il compito di mantenere la prontezza al combattimento degli equipaggi di volo in tempo di pace, preparare i rischieramenti in ambito immediate reaction force (Irf) e collaborare con le autorità civili in caso di calamità naturali;

   la partecipazione alle missioni di pace da parte italiana è particolarmente apprezzata e rappresenta un vero e proprio modello, soprattutto grazie alla capacità di dialogo dei nostri contingenti e alla complementarietà dimostrata tra dimensione civile e militare nelle operazioni di stabilizzazione e mantenimento della pace;

   spetta, peraltro, agli organi collegiali della scuola la libertà di scegliere le mete delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione, attività che, come è noto, rientrano pienamente nell'autonomia didattica delle scuole –:

   di quali informazioni disponga il Ministro interrogato in merito ai fatti di cui in premessa e quali iniziative di competenza, anche di carattere informativo e comunicativo, intendano assumere per promuovere nelle scuole un'immagine diversa dell'esercito italiano, quale valore e orgoglio nazionale.
(4-02764)


   GRIPPO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi di quanto indicato dalle «Indicazioni nazionali per il curriculo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione», formalizzate con decreto ministeriale n. 254 del 13 novembre 2012, l'educazione motoria nella scuola primaria è, di fatto, una materia di tipo curriculare e «sulla carta» le vengono solitamente dedicate un'ora nel caso di orario settimanale a tempo normale (24, 27 o 30 ore) e due ore nel caso del tempo pieno;

   tuttavia, è consuetudine diffusa all'interno degli istituti scolastici di tale grado, il non svolgere con regolarità tale disciplina sollevando motivazioni come la sostituzione con altre materie, la poca propensione degli insegnanti generalisti ad insegnare tale materia, la mancanza di palestre e strutture scolastiche idonee oppure, ancora, persino come rimedio punitivo nei confronti di una classe;

   per la prima volta nella storia della scuola primaria, con la legge di bilancio del 2022 (legge n. 234 del 2021, articoli 1, commi 329-334) è stato introdotto l'insegnamento dell'educazione motoria nelle classi quarte e quinte, da parte di docenti forniti di idoneo titolo di studio e iscritti nella correlata classe di concorso «Scienze motorie e sportive nella scuola primaria»;

   in questo modo, gli insegnanti di educazione fisica e di scienze motorie hanno potuto accedere all'insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria: nell'anno scolastico 2022/2023 ci sono così stati docenti laureati in scienze motorie che hanno insegnato educazione motoria nelle classi quinte e nell'anno scolastico 2023/2024 nelle classi quarte;

   inoltre, nel corso dell'anno scolastico 2023/2024 si è svolto il primo concorso per il reclutamento dei docenti titolari della cattedra di educazione motoria nella scuola primaria;

   tuttavia, successivamente all'entrata in vigore della citata legge n. 234 del 2021, non è più seguito alcun intervento normativo che consentisse l'accesso all'insegnamento dei docenti di educazione fisica e di scienze motorie anche alle restanti classi terze, seconde e prime;

   il citato comma 329 aveva infatti previsto l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione motoria in tale fase educativa «nelle more di una complessiva revisione dell'insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria»;

   tale previsione rientra tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e contribuisce – promuovendo nei giovani, fin dai primi anni di scuola, l'assunzione di comportamenti e stili di vita funzionali alla crescita armoniosa – alla salute, al benessere psico-fisico e al pieno sviluppo della persona, riconoscendo l'educazione motoria quale espressione di un diritto personale e strumento di apprendimento cognitivo –:

   quali iniziative intenda intraprendere al fine di portare a compimento il processo di revisione complessiva dell'insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria – anche alla luce delle raccomandazioni provenienti dalle istituzioni internazionali quali l'Organizzazione mondiale della sanità, il Consiglio d'Europa e la Commissione europea – così da uniformarsi anche al monte ore che in media gli altri Paesi europei prevedono per tale disciplina, pari, cioè, ad almeno 3 ore settimanali in tutte le classi della scuola primaria.
(4-02768)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta immediata:


   FARAONE, GADDA, DE MONTE, DEL BARBA, MARATTIN, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   a soli cinque giorni dal 1° maggio, festa dei lavoratori, nel nostro Paese si registra l'ennesima tragedia sul lavoro;

   a Casteldaccia (Palermo) cinque operai sono morti e uno è rimasto gravemente ferito mentre lavoravano alla manutenzione delle fogne, con ogni probabilità a causa dall'esposizione a esalazioni tossiche;

   gli operai non indossavano i dispositivi di protezione individuale previsti dalla normativa vigente, né risulta questi fossero nella loro disponibilità e parrebbe stessero svolgendo tale attività senza la dovuta formazione;

   il fenomeno delle cosiddette morti bianche sta acquisendo carattere sempre più ordinario anziché eccezionale: il numero di morti sul lavoro nel 2023 è pari a 1.041 – con una media di quasi tre vittime al giorno – dimostrando una grave lacuna nella sicurezza in situazioni ad alto rischio;

   a maggio 2023, con un emendamento presentato dal partito degli interroganti al «decreto lavoro» (decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85), approvato all'unanimità ma purtroppo bocciato in Commissione programmazione economica, bilancio presso il Senato della Repubblica, ci si era proposti un obiettivo chiaro: mai più tragedie come quelle della giovane Luana D'Orazio;

   durante l'esame dell'ultima legge di bilancio si è proposto di istituire un fondo straordinario di 200 milioni di euro per l'acquisto di dispositivi di sicurezza, ma anche in questo caso il Governo ha ritenuto di non procedere in tale direzione;

   è evidente che il tema della sicurezza sul lavoro deve conquistare centralità nell'azione di Governo, rivedendo l'attuale impostazione della gestione della sicurezza aziendale che è spesso più burocratica che fattuale, aumentando il numero di ispettori del lavoro e promuovendo una vera e propria cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro a partire dalla formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, insieme a programmi specifici nelle scuole di ogni ordine e grado –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare per garantire l'eventuale revisione e la conseguente osservanza della normativa dettata in materia di sicurezza sul lavoro e rafforzarne i presidi di tutela previsti a salvaguardia dei lavoratori, nonché per scongiurare ulteriori tragedie e arginare il fenomeno delle morti bianche, anche promuovendo una generale cultura della sicurezza che ne riconosca il carattere fondativo della nostra Repubblica ai sensi dell'articolo 1 della Costituzione.
(3-01191)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 1° maggio 2024, durante una visita all'insediamento di braccianti di Torretta Antonacci, in agro di San Severo, in provincia di Foggia, l'interrogante constatava le inaccettabili condizioni di vita dei lavoratori lì riparati;

   in particolare, l'interrogante notava le condizioni disumane in cui versavano i lavoratori, tra baracche circondate dall'immondizia, e la mancanza di servizi igienici;

   l'interrogante verificava, quindi, anche raccogliendo testimonianze degli stessi braccianti, la totale assenza di interventi delle istituzioni;

   tra le altre cose, il PNRR prevede la missione 5 – Inclusione e coesione, componente M5C2, ambito di intervento 2, investimento 2.2. a piani urbani integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle condizioni in cui versano i braccianti nell'insediamento di Torretta Antonacci e, quali iniziative di competenza intenda adottare al riguardo.
(5-02327)


   BARZOTTI, AIELLO, CAROTENUTO e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la missione 5 gioca un ruolo di grande rilievo nel perseguimento delle priorità trasversali del PNRR, quali il sostegno all'empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, l'incremento delle prospettive occupazionali dei giovani e il riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno. Inoltre, le politiche di sostegno all'occupazione sono centrali per accompagnare la modernizzazione del sistema economico del Paese e la transizione verso un'economia sostenibile e digitale;

   in particolare, secondo la IV relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, per effetto della revisione del Piano la componente C1R1.1 «ALMPs e formazione professionale» è stata modificata e, su un totale di risorse assegnate pari a 5.454.000.000 euro, risultano spese sostenute solo per 20.560.260 euro;

   la riforma in questione, rappresentata dal programma nazionale Garanzia per l'occupabilità dei lavoratori, si pone l'obiettivo di rendere più efficiente il sistema delle politiche attive del mercato del lavoro attraverso servizi specifici per l'impiego e piani personalizzati di attivazione;

   per quanto riguarda i risultati raggiunti, al 31 dicembre 2023 i beneficiari presi in carico dal programma ammontano a 1.929.289, mentre su 197.758 moduli formativi ne risultano completati 82.177;

   con decreto direttoriale è stato istituito un tavolo di valutazione unitaria del programma di Garanzia per l'occupabilità dei lavoratori, avente l'obiettivo di valutare l'efficacia dei programmi e di assicurare l'interoperabilità dei dati derivanti dalle fonti informative sulle politiche attive del lavoro e altri dati di fonte amministrativa;

   il 24 agosto 2023 è stato adottato il decreto interministeriale Ministero dell'economia e delle finanze-Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con il quale sono stati definiti gli obiettivi annuali e ripartite le risorse relative all'annualità 2023, mentre i piani di attuazione dovrebbero esser stati adottati dal 1° marzo 2024 a seguito del completamento del processo di riorganizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dalla Direzione generale delle politiche attive;

   il programma di Garanzia per l'occupabilità dei lavoratori dovrà essere aggiornato al fine di assicurare la piena realizzazione degli obiettivi della riforma –:

   quali siano i risultati raggiunti in termini di efficacia quanto a formazione, riqualificazione e nuova occupazione dei beneficiari coinvolti, anche con riguardo alla qualità dei posti di lavoro creati e alla garanzia di reddito durante le transizioni occupazionali, nonché quando si preveda l'adozione dei piani di attuazione citati così come l'aggiornamento del programma stesso.
(5-02328)


   SCOTTO, GRIBAUDO, FOSSI, LAUS e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 6 maggio si è consumata la quarta strage su lavoro da inizio 2024, con cinque operai morti e uno in coma a Casteldaccia, vicino Palermo. Le prime, frammentarie notizie farebbero emergere che, anche in questo caso, non sarebbero state rispettate le misure minime di sicurezza;

   poche settimane fa, in altro contesto territoriale, le organizzazioni sindacali, la Fillea Cgil, fa Filca Cisl e la Feneal Uil hanno indetto una giornata di sciopero e una manifestazione davanti alla Franchi Umberto Marmi di Carrara, dopo le parole pronunciate dal titolare dell'impresa, a margine di un'intervista del programma Report, in cui dichiarava che i suoi dipendenti lavorano pochissimo e hanno ottime retribuzioni, quasi esclusivamente, alla negligenza dei lavoratori stessi;

   ridurre la gravità di un fenomeno così preoccupante – addirittura con parole ingiuriose – alla sola, presunta irresponsabilità dei lavoratori, denota ad avviso degli interroganti una sottocultura di una pseudo-classe imprenditoriale che ci si augurava fosse ormai solo un lontano ricordo;

   dai tantissima episodi luttuosi emerge la gravissima carenza di personale ispettivo in grado di prevenire e vigilare sulle tante attività pericolose per l'incolumità dei lavoratori e le misure adottate negli ultimi mesi rappresentano solo una parzialissima risposta;

   per esempio, con riferimento alla tragedia di Casteldaccia, si può costatare come in tutta regione Sicilia dovrebbero operare 280 ispettori che dovrebbero controllare le 350.000 aziende dell'isola, ma se ne contino solo 49, mentre in provincia di Palermo ce ne sono solo 4. Una sproporzione drammatica che il Presidente da regione si era impiegato a colmare, ormai un anno fa, con lettera pubblica;

   il Pd da tempo chiede un'iniziativa che veda la convergenza di tutte le forze politiche finalizzata ad affrontare risolutamente il tema della sicurezza dei lavoratori e ha avanzato apposite proposte normative volte a risolvere alcuni dei nodi strumentali che incidono sul fenomeno, primo fra tutti il tema del potenziamenti del personale ispettivo dell'Inl e delle Asl –:

   quali immediate iniziative intenda assumere al fine di avviare un reale confronto con le organizzazioni sociali e tutte le forze politiche per definire una strategia complessiva di contrasto del fenomeno delle morti sul lavoro, che possa poggiare su adeguati investimenti sul fronte dei controlli e della prevenzione.
(5-02329)

SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata:


   TASSINARI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le farmacie erogano un servizio pubblico «preordinato al fine di garantire la tutela del fondamentale diritto alla salute» (vedasi sentenza della Corte costituzionale n. 171 dell'8 luglio 2022). In particolare le farmacie comunali rivestono una «funzione sociale» che caratterizza il servizio farmaceutico comunale (vedasi Consiglio di Stato, sezione III, sentenza n. 5587 del 13 novembre 2014 e sentenza n. 6604 del 22 novembre 2018);

   le farmacie comunali rappresentano altresì un presidio sanitario sempre più indispensabile per i cittadini e un importante punto di riferimento per le esigenze legate principalmente alla propria salute;

   si ritiene necessaria la definizione di un quadro normativo chiaro riguardante le farmacie comunali poiché ad avviso dell'interrogante l'ordinamento interno impone loro, in particolare relativamente agli acquisti, adempimenti ultronei e non necessari, che penalizzano fortemente soprattutto le farmacie comunali che si trovano in piccoli centri e costituiscono un importante riferimento per la popolazione;

   si ritiene necessario un intervento normativo, anche in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea e con gli obiettivi di semplificazione e di stretta aderenza alle disposizioni comunitarie stabilite anche dalla disciplina interna sui contratti pubblici, finalizzato ad uno snellimento burocratico degli adempimenti richiesti –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, alla luce di quanto descritto in premessa, il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di delineare un quadro normativo chiaro e coerente con quanto disposto a livello comunitario anche a tutela della salute dei cittadini, per i quali le farmacie comunali rappresentano un presidio sanitario indispensabile.
(3-01186)


   FURFARO, BRAGA, BONAFÈ, SARRACINO, CIANI, GIRELLI, MALAVASI, STUMPO, CUPERLO, FORNARO, MAURI, TONI RICCIARDI, GHIO, FERRARI e CASU. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Servizio sanitario nazionale sta attraversando una grave crisi di sostenibilità e di sotto-finanziamento con interminabili liste di attesa, rinuncia alle cure per chi non può permettersi la sanità privata, pronto soccorso affollatissimi, impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia, enormi diseguaglianze regionali, migrazione sanitaria, carenza di personale;

   secondo l'ultimo rapporto pubblicato da Gimbe «L'autonomia differenziata in sanità», emerge un quadro poco edificante rispetto all'applicazione dei livelli essenziali di assistenza;

   nel periodo 2010-2019 tra le prime 10 posizioni non c'è nessuna regione del Sud, mentre le tre regioni che hanno richiesto maggiori autonomie si collocano nei primi cinque posti;

   nel 2020 delle 11 regioni adempienti l'unica del Sud è la Puglia, a cui nel 2021 si aggiungono Abruzzo e Basilicata;

   rispetto alla mobilità sanitaria il report conferma la forte capacità attrattiva delle regioni del Nord e la fuga da quelle del Centro-Sud (tra il 2010 e il 2021 tutte le regioni del Sud, ad eccezione del Molise, hanno accumulato un saldo negativo pari a 13,2 miliardi di euro, mentre tra le prime tre posizioni per saldo attivo si trovano le tre regioni che hanno richiesto maggiori autonomie);

   l'indebolimento dei servizi sanitari nel Mezzogiorno rischia di generare un «effetto paradosso» nelle regioni del Nord che, per la grave crisi di sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, non possono aumentare in maniera illimitata la produzione di servizi e prestazioni sanitarie, con la conseguenza che l'incremento della mobilità verso queste regioni rischia di peggiorare l'assistenza sanitaria per i propri residenti;

   tutte le regioni del Mezzogiorno (eccetto la Basilicata) si trovano insieme al Lazio in regime di piano di rientro, con Calabria e Molise addirittura commissariate, status che impone una «paralisi» nella riorganizzazione dei servizi e l'impossibilità di avanzare richieste di maggiori autonomie in sanità;

   in definitiva, il report conferma la persistenza di forti disparità e disuguaglianza tra i 21 sistemi sanitari con il venir meno del principio di universalità, uguaglianza ed equità, base del Servizio sanitario nazionale;

   l'esame del disegno di legge sull'autonomia differenziata, all'interno di un quadro già così critico, ad avviso degli interroganti non può che portare al tracollo del Servizio sanitario nazionale e al venir meno del diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di attuare pienamente l'articolo 32 della Costituzione ed evitare il collasso del Servizio sanitario nazionale conseguente all'amplificarsi delle disuguaglianze già esistenti a seguito della maggiore autonomia in materia sanitaria richiesta da alcune regioni.
(3-01187)


   BENZONI, BONETTI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in merito al progetto di trasferimento dei depositi chimici da Multedo a Sampierdarena nel porto di Genova, il Ministero della cultura ha recentemente presentato una serie di osservazioni e richieste di integrazione alla documentazione inviata, evidenziando che «gli interventi in oggetto potrebbero presentare un significativo impatto (...) monumentale e paesaggistico»;

   secondo i tecnici del Ministero, per evitare una bocciatura definitiva «è necessario procedere con un'attenta pianificazione progettuale volta alla massima compatibilità dell'intervento». Viene inoltre rilevato che «non sono stati considerati né i numerosi edifici vincolati, né la previsione dei progetti richiesti dalla soprintendenza» e che «gli elaborati progettuali non sono sviluppati a un livello tale da consentire la compiuta redazione della relazione paesaggistica e quindi risultano inidonei al rilascio contestuale dell'autorizzazione paesaggistica»;

   il Ministero richiede di individuare «alternative di localizzazione più efficaci», rendendo così chiara la problematicità di fondo di tale progetto e la sua incompatibilità con il Parco della Lanterna e la riqualificazione di Sampierdarena;

   i 75.000 metri quadri di depositi chimici che la Superba srl vorrebbe posizionare a Sampierdarena, infatti, sarebbero incompatibili con l'abitato e tutto ciò che lo circonda e influirebbero negativamente sulla percezione del luogo e sulla attrattività turistica, a causa di un'alta concentrazione di serbatoi con materiale pericoloso e altamente infiammabile in prossimità dell'area urbana e dell'abitato, così come constatato dallo stesso Ministero;

   è di primaria importanza che la salute dei cittadini prevalga sugli interessi privati delle aziende coinvolte, considerato che la delocalizzazione e l'ampliamento dei depositi di prodotti chimici e servizi per lo scarico da navi cisterna, lo stoccaggio di merci pericolose di classe A, B e C in depositi fuori terra e la relativa distribuzione su autobotti e ferrocisterne comporterebbero l'uso intensivo di strade e ferrovie anche locali;

   è importante e urgente che Arpal e i soggetti coinvolti vengano convocati al tavolo tecnico «salute e ambiente» affinché si occupino specificatamente della proposta di ampliamento e delocalizzazione dei depositi costieri, considerandoli parte sensibile nel piano di prevenzione sanitaria, e contribuiscano quindi ad una migliore valutazione di impatto sanitario per la popolazione di Sampierdarena, elaborando un parere più complessivo che preveda dati ambientali, sanitari e epidemiologici completi –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di garantire un'adeguata attività di valutazione di impatto sanitario del progetto menzionato e, soprattutto, la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini liguri coinvolti.
(3-01188)


   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 16 gennaio 2024 l'Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera) ha aperto una procedura di acquisto di vaccini mRNA COVID-19 (HERA/2023/CPN/0011), a cui hanno aderito 21 Stati membri dell'Unione, tra i quali non figura l'Italia;

   l'Italia ha sviluppato il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale in armonia con l'aggiornamento della normativa europea sul tema della «preparedness» e della governance dell'emergenza da parte degli organismi europei (Commissione europea, Ecdc, Ema, Hera);

   il Piano citato prende come riferimento principale il documento realizzato dall'Organizzazione mondiale della sanità «Preparedness and resilience for emerging threats module 1: planning for respiratory pathogen pandemics versione 1.0», estendendo il perimetro del piano a patogeni a trasmissione respiratoria a maggior potenziale pandemico;

   l'Italia ha fatto pervenire a Hera la sua volontà di aderire alla procedura di acquisto attualmente in corso;

   la procedura di acquisto indetta da Hera si chiuderà il 16 maggio 2024;

   Hera non ha ancora comunicato ufficialmente se l'Italia sarà inclusa nella procedura di acquisto europea –:

   quali iniziative stia assumendo il Governo per attuare il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale, in dialogo con Hera.
(3-01189)


   FOTI, LA SALANDRA, ANTONIOZZI, GARDINI, MESSINA, MONTARULI, RUSPANDINI, VIETRI, CERRETO, CIANCITTO, CIOCCHETTI, COLOSIMO, LANCELLOTTA, MACCARI, MORGANTE, ROSSO, SCHIFONE, ALMICI, CARETTA, CIABURRO, LA PORTA, MALAGUTI e MARCHETTO ALIPRANDI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'azione del Governo Meloni si è contraddistinta per la promozione di stili di vita sani e la tutela della qualità del made in Italy e, in particolare, per la valorizzazione della dieta mediterranea, già riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell'Unesco per la sua rilevanza;

   nello specifico, il 15 aprile 2024, in occasione della prima Giornata nazionale del made in Italy, il Ministero della salute ha promosso e organizzato iniziative dedicate alla dieta mediterranea e alla sua importanza nella promozione degli stili di vita sani;

   in tale contesto, si evidenzia lo studio di Ancel Keys, fisiologo ed epidemiologo statunitense, che teorizzò e valorizzò l'importanza della dieta mediterranea per la prevenzione delle malattie croniche degenerative;

   è recente l'adesione di altri Stati dell'Unione europea al cosiddetto nutri-score, sistema che prevede l'utilizzo di un'etichetta sulla confezione dell'alimento caratterizzata da due scale: una cromatica (dal verde al rosso) e una alfabetica (dalla lettera A alla E), considerati i valori nutrizionali;

   significativa è stata la critica a tale metodo per i dubbi circa la selezione degli alimenti migliori dal punto di vista nutrizionale, tale da indurre i consumatori in errore e discriminare modelli notoriamente riconosciuti come salutari, quali la dieta mediterranea;

   molti professionisti ed esperti del settore alimentare hanno espresso la propria contrarietà al sistema di etichettatura, ritenendolo eccessivamente semplicistico e poco aderente alla valutazione complessiva della qualità dell'alimento in esame; sulla base di questo meccanismo, ad esempio, l'olio extravergine d'oliva avrebbe sempre il colore arancione e la lettera C o D e prodotti come la Coca-Cola zero sarebbero classificati come verdi solo perché a ridotto contenuto di zuccheri –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda assumere in merito ai rischi derivanti dall'adozione del sistema nutri-score, tutelando la dieta mediterranea e la qualità del made in Italy agroalimentare, e se vi siano in programma iniziative, in raccordo con il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, per indicare regole chiare ai cittadini sull'importanza della dieta mediterranea.
(3-01190)

Interrogazioni a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   desta preoccupazione la notizia che l'ospedale di Eboli non erogherà più prestazioni ai diabetici echi ha bisogno di presidi e visite dovrà rivolgersi al Distretto sanitario;

   secondo quanto denunciato da Vito Sparano, Coordinatore Provinciale UIL FPL, i pazienti diabetici saranno costretti a rivolgersi ai privati per le cure o ad affrontare inaccettabili liste di attesa, poiché «dalla settimana scorsa – colpo di scena – è fatto divieto al personale della medicina e della diabetologia dell'ospedale di prescrivere presidi per diabetici anche esterni (strisce reattive, glucometri, pungidito)»;

   in particolare, come si legge nella missiva, i pazienti verrebbero «dimessi dai reparti/ambulatori senza la possibilità di effettuare il monitoraggio della glicemia al proprio domicilio non per volontà del referente dell'ambulatorio ma per disposizioni aziendale. Questo costringe i pazienti a lunghe liste di attesa presso i servizi territoriali abilitati alla prescrizione o in alternativa a comprare di propria tasca i presidi suddetti», stigmatizzando come «alcuni diabetologi ospedalieri dell'Asl, per esempio come a Oliveto Citra, sono abilitati alla prescrizione dei farmaci per diabetici mentre la referente dell'ambulatorio di Eboli ne è esclusa. Tutto ciò fa pensare che sia in essere nei confronti della stessa un'azione discriminatoria i cui motivi sono ignoti»;

   tale situazione, se confermata, mette a rischio la salute dei pazienti che non possono certamente attendere mesi per un piano terapeutico o per ottenere i necessari presidi;

   la legge n. 115 del 1987 ha riconosciuto il diabete come malattia di elevato interesse sociale, ponendo obiettivi quali la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura tempestiva e indicando l'istituzione di una rete assistenziale specialistica distribuita su tutto il territorio nazionale al fine di gestirlo adeguatamente;

   spetta alla Regione, come prevede il decreto regionale sulla sanità del 27 novembre 2022, fornire ai pazienti diabetici i presidi diagnostici e terapeutici, nonché i presidi sanitari ritenuti idonei per l'autocontrollo e l'automedicazione –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere, anche in raccordo con la Regione, in merito alle criticità esposte in premessa, con particolare riguardo alla decisione del presidio ospedaliero di Eboli di vietare la prescrizione dei presidi per diabetici anche esterni, al fine di garantire la distribuzione gratuita di tali fondamentali presidi diagnostici e terapeutici, in ottemperanza all'articolo 3 della legge 16 marzo 1987, n. 115.
(4-02758)


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la talassemia e l'anemia falciforme sono le due malattie ereditarie del sangue più frequenti al mondo. In Italia si contano 7.000 pazienti talassemici, che dipendono regolarmente da trasfusioni, mentre i pazienti falcemici si stima siano circa mille;

   entrambe le patologie sono causate dalle mutazioni dei geni coinvolti nella sintesi delle catene dell'emoglobina, la proteina dei globuli rossi che trasporta ossigeno nell'organismo e l'Italia è tra i Paesi dell'Unione europea più colpiti da tali patologie croniche ereditarie;

   secondo due studi internazionali pubblicati sullo stesso fascicolo della rivista New England Journal of medicine, che hanno visto l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù tra i centri di ricerca protagonisti della sperimentazione, basata sulla tecnica di editing genetico nota con il nome di CRISPR-Cas9, il 91 per cento dei pazienti talassemici ha raggiunto l'indipendenza dalle trasfusioni periodiche, che per i soggetti affetti da questa malattia sono necessarie per mantenere adeguati i valori di emoglobina nel sangue, e il 97 per cento dei pazienti con anemia falciforme è divenuto libero dalle crisi vaso-occlusive, che possono provocare complicanze gravi e fortemente invalidanti;

   le due sperimentazioni internazionali, promosse da Vertex pharmaceuticals e Crispr therapeutics, si basano sull'osservazione di un gene, il BCL11A, che svolge un ruolo fondamentale nella produzione di emoglobina nel sangue al termine della vita fetale;

   la terapia è stata approvata dalla Food and drug administration e dall'Agenzia europea del farmaco per i pazienti di età superiore ai 12 anni. Per i pazienti di età inferiore ai 12 anni sono in corso due nuove sperimentazioni all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, che ha già trattato due bambini talassemici e due bambini falcemici con risultati incoraggianti, a conferma dell'efficacia della terapia indipendentemente dall'età del soggetto –:

   se risulti al Ministro interrogato che il comitato scientifico di Aifa abbia già avviato l'iter di approvazione e qualora questo non sia avvenuto quali siano gli ostacoli che lo impediscono;

   quali siano i tempi, considerato che l'Ema ha già approvato tale terapia, per giungere ad una sua approvazione anche da parte di Aifa delle sue relative indicazioni, oltre che all'individuazione dei centri equamente diffusi sul territorio nazionale, in modo da evitare eccessive migrazioni sanitarie passive che potranno praticarla.
(4-02765)


   GRIMALDI. — Al Ministro della salute, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi il centro anti-violenza di Aosta ha denunciato di aver ricevuto diverse segnalazioni da parte di alcune donne che hanno raccontato di essersi recate nei presidi sanitari pubblici della Valle d'Aosta per sottoporsi all'interruzione volontaria della gravidanza e di aver subito pressioni affinché ascoltassero il battito fetale;

   in alcuni casi, le donne sarebbero state avvicinate da persone che avrebbero promesso loro sostegni economici o beni di consumo, come latte e pannolini, con il preciso intento di dissuaderle da una scelta di per sé già sofferta e dolorosa;

   la denuncia del centro anti-violenza di Aosta segue di pochi giorni l'approvazione di una discussa norma, inserita all'interno del cosiddetto decreto PNRR, che consente alle associazioni pro-vita di entrare a pieno titolo nell'organizzazione dei consultori;

   l'azienda Usl Valle d'Aosta ha replicato alla denuncia del centro anti-violenza affermando che nessun volontario pro-vita sarebbe presente nei consultori della regione e di non aver mai ricevuto alcuna segnalazione né da parte del centro, né da parte di singoli operatori o cittadini;

   la stessa Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, intervenuta sulla vicenda, ha affermato che far ascoltare il battito del feto a una donna che ha deciso l'interruzione volontaria della gravidanza è «una cosa che non bisogna fare» e ha proseguito che, a suo, avviso, è più probabile che si tratti di una prassi sbagliata utilizzata da qualche ginecologo più che dell'iniziativa di qualche volontario;

   a prescindere da chi abbia effettuato le suddette indebite interferenze e pressioni, rappresentanti delle associazioni pro-vita o, circostanza ancora più grave, alcuni medici, ad avviso dell'interrogante occorre verificare i fatti oggetto della denuncia del centro anti-violenza di Aosta e chiarire esattamente cosa avvenga nei consultori affinché si possa definitivamente porre fine a quelle che l'interrogante ritiene violente pressioni nei confronti delle donne che decidono di interrompere una gravidanza come la richiesta di ascoltare il battito cardiaco del feto –:

   quali iniziative, anche di natura ispettiva, intenda assumere affinché venga fatta assoluta chiarezza rispetto a quanto denunciato dal centro anti-violenza di Aosta, perché venga verificato il corretto comportamento del personale medico-sanitario e di eventuali volontari delle associazioni pro-vita presenti nei consultori e nelle strutture sanitarie valdostane, in maniera tale da porre fine a qualsiasi indebita interferenza o pressione nei confronti delle donne che intendono interrompere volontariamente la gravidanza, a partire dall'inaccettabile richiesta avanzata alle stesse di ascoltare il battito fetale.
(4-02766)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Barbagallo n. 5-01567, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 31 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Simiani.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Gadda n. 4-01869 del 14 novembre 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Sergio Costa n. 5-01972 del 7 febbraio 2024;

   interpellanza urgente Pellegrini n. 2-00336 del 29 febbraio 2024;

   interpellanza urgente Stefanazzi n. 2-00343 dell'8 marzo 2024;

   interrogazione a risposta scritta Richetti n. 4-02723 del 29 aprile 2024;

   interrogazione a risposta scritta Tassinari n. 4-2728 del 3 maggio 2024.

ERRATA CORRIGE

  Mozione Conte e altri n. 1-00279 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 286 del 3 maggio 2024. Alla pagina 8122, prima colonna, la riga quarantaduesima è soppressa; alla pagina 8122, seconda colonna, dalla riga quattordicesima alla riga sedicesima, deve leggersi: «2) conseguentemente, impegna il Governo a voler assumere, in ogni sede europea, una posizione di netta contrarietà al rinnovato Patto di stabilità,» e alla riga trentaseiesima: «3) impegna il Governo a scongiurare il rischio dell'apertura», e non come stampato.