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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 292 di martedì 14 maggio 2024

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ROBERTO GIACHETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 10 maggio 2024.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative di competenza volte a rendere definitivo il trasferimento dell'archivio processuale relativo al disastro del Vajont presso la sede dell'Archivio di Stato di Belluno - n. 3-01194)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Scarpa e Fassino n. 3-00194 (Vedi l'allegato A). Il Sottosegretario di Stato per la Cultura, Gianmarco Mazzi, ha facoltà di rispondere.

GIANMARCO MAZZI, Sottosegretario di Stato per la Cultura. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito posto, su cui si rappresenta quanto segue. Tra la fine del 1968 e l'ottobre 1970 si svolse presso il Tribunale de L'Aquila, in primo grado e in appello, il processo penale per il disastro del Vajont. Il fascicolo processuale originato da questo procedimento è stato versato, ai sensi dell'articolo 41 del decreto legislativo n. 42 del 2004, all'Archivio di Stato de L'Aquila.

In esito all'autorizzazione concessa dalla Direzione generale per gli Archivi del 10 dicembre 2009, protocollo n. 217404, il fondo archivistico del processo penale del Vajont è in temporaneo deposito all'Archivio di Stato di Belluno per garantire l'inventariazione e la digitalizzazione del fondo archivistico. Sull'istituto cui compete la conservazione del fondo archivistico in parola, il Ministero ha proposto, come soluzione, il deposito temporaneo presso l'Archivio di Stato di Belluno dei documenti originali, da trasferire all'Archivio di Stato de L'Aquila, una volta esaurite le necessità connesse all'attuazione del progetto, e la sostituzione a Belluno degli originali con riproduzioni digitali. Nel giugno del 2023, su iniziativa congiunta dei due Archivi di Stato e degli enti del territorio e con il supporto della Direzione generale Archivi, il fascicolo processuale del Vajont ha ottenuto l'iscrizione nel Memory of the World Register dell'Unesco. In occasione della “Domenica di carta”, iniziativa nazionale tenutasi l'8 ottobre 2023, entrambi gli istituti hanno promosso attività di valorizzazione sulla memoria del Vajont. Il progetto è ancora in corso di completamento, in quanto risulta non ancora terminato il lavoro di metadatazione e importazione delle immagini digitali acquisite del fondo processuale, intervento necessario affinché, grazie al supporto tecnico prestato dall'istituto centrale per gli archivi, sia possibile effettuare il caricamento degli oggetti digitali e delle relative descrizioni nell'ambito di uno dei portali della Direzione generale Archivi, conseguendo così l'obiettivo di pubblicazione online del fondo archivistico. Nel corso dell'intervento, al fine di favorirne l'esecuzione sono state assicurate dalla Direzione generale Archivi risorse aggiuntive a quelle degli enti del territorio, che hanno sostenuto parte degli oneri. In considerazione del lungo termine trascorso, il Ministero della Cultura ha richiesto puntuali notizie in merito allo stato di avanzamento e ha sollecitato la conclusione del progetto. Lo scorso 18 aprile 2024, l'Archivio di Stato di Belluno ha dato riscontro alla Direzione generale Archivi in merito allo stato di avanzamento del progetto di digitalizzazione del fascicolo processuale. Solo al termine del suddetto processo sarà, infatti, possibile intervenire con eventuali atti convenzionali che individuino le migliori modalità di valorizzazione delle testimonianze di uno degli episodi più tragici della storia recente del nostro Paese.

PRESIDENTE. La deputata Scarpa ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io la ringrazio, Sottosegretario, per la risposta. Temo di non potermi dire soddisfatta, perché quello che manca, oltre a una puntuale rendicontazione di quale sia lo stato dell'arte, è il fatto che le carte in questo momento si trovano nell'archivio di Belluno ed è in corso un importantissimo lavoro di digitalizzazione, per il quale, peraltro, anch'io ci tengo a ringraziare i professionisti e le professioniste, le archiviste, che in questi anni hanno permesso di conservare il patrimonio prezioso che la documentazione processuale del disastro del Vajont costituisce. Tuttavia, ciò su cui verteva l'interrogazione - ed è il motivo per cui, anche in rappresentanza di un sentire comune della popolazione veneta e della provincia di Belluno, presentavo questa interrogazione - è proprio la necessità di capire se esiste una volontà, che a questo punto è più politica e di memoria, una volta che sarà terminato il processo di digitalizzazione, di trasferire la competenza e il possesso di quelle carte all'Archivio di Belluno.

Voglio utilizzare non tanto le mie parole, che lasciano il tempo che trovano, ma quelle del Presidente Mattarella, il quale, il 9 ottobre 2023, nella cerimonia del 60° anniversario del disastro del Vajont, ha voluto riconoscere l'importanza e il valore di documenti di memoria di questa documentazione, attestato, peraltro, come anche lei stesso ricordava, dall'iscrizione nel Registro internazionale del programma Unesco Memory of the World Register. Mattarella diceva proprio che ora, a noi, sta l'impegno irrinunciabile della memoria, che i cittadini continuano a coltivare e che tutti avvertiamo come compito della Repubblica. Per questo motivo, ritengo non solo opportuno, ma anche doveroso, che le documentazioni rimangano nel luogo dove si è consumata la tragedia, perché erano state raccolte e trasferite a L'Aquila per necessità giudiziarie - potremmo discutere anche su queste necessità giudiziarie, ma alla fine questo è, e quindi ne prendiamo atto -, ma oggi quello che rivestono quelle carte è un ruolo diverso, è un ruolo di memoria.

Ed è proprio il Presidente Mattarella a invitarci a riportare la memoria il più vicino possibile ai cittadini, che più di tutti la portano ancora sulla loro pelle, sui muri delle loro case, nelle storie dei loro nonni e delle loro nonne. Quindi, sperando e augurandomi che potrà esserci, non appena finiscono i lavori di digitalizzazione, una volontà di intervento, continuerò a sollecitarlo e lo testimoniano anche diversi atti approvati dal consiglio regionale veneto all'unanimità in più occasioni.

È una questione simbolica e di rilevanza etica e morale per la popolazione veneta e bellunese. Il disastro del Vajont è stato chiamato il genocidio dei poveri. È riconosciuta come una delle più grandi tragedie causate dall'uomo per la sua volontà di intervento scellerato sulla natura. Quindi, ha un valore storico, anche in questi tempi di fragilità ambientale così forte, molto, molto sentito. Per questo penso che meriti più attenzione e un intervento pronto nel momento in cui i preziosi lavori di digitalizzazione saranno terminati.

(Iniziative di competenza in sede europea volte a contrastare la produzione di foie gras attraverso l'alimentazione forzata, con particolare riferimento all'eliminazione del requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche di cui al regolamento (CE) n. 543 del 2008 - n. 2-00372, n. 3-01195 e n. 3-01196)

PRESIDENTE. Passiamo alla interpellanza Cherchi ed altri n. 2-00372 e alle interrogazioni Vaccari ed altri n. 3-01195 e Zanella e Dori n. 3-01196, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Cherchi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie Presidente e grazie Sottosegretario Mazzi. Il foie gras, letteralmente fegato grasso, è un piatto tipico della cucina francese a base di fegato d'oca di anatra ed è considerato, ancora in diverse parti del mondo, una prelibatezza. La produzione di foie gras, tuttavia, avviene nella maggior parte dei casi attraverso l'alimentazione forzata di oche e anatre, utilizzando un trattamento, denominato gavage, che permette nel minor tempo possibile di ingrassare il fegato degli animali.

Tale tecnica prevede che ai volatili venga somministrato con forza cibo più di quanto ne assumerebbero in natura o volontariamente negli allevamenti domestici, attraverso un imbuto equipaggiato da un lungo tubo di metallo di 20-30 centimetri che immette il cibo direttamente nell'esofago dell'animale. L'alimentazione consiste solitamente in grano bollito nel grasso per facilitare l'ingestione e provocare grandi depositi di lipidi nel fegato, ottenendo così una consistenza gelatinosa che è tanto ricercata in gastronomia. L'inserimento e l'estrazione del tubo danneggiano, ovviamente, le pareti della gola e dell'esofago degli animali, provocando irritazione, ferite ed esponendo le anatre al rischio costante di infezione. Inoltre, durante la pratica dell'ingrassamento forzato l'animale cerca di divincolarsi, rischiando fratture del collo, perforazione dell'esofago e, di conseguenza, la morte.

Durante tale pratica non di rado gli animali muoiono soffocati dal proprio vomito. In generale, sembrerebbe che la mortalità di questi allevamenti sia 10 volte superiore rispetto agli allevamenti in cui non si pratica questo force-feeding.

Il gavage è soprattutto per le oche di sesso maschile, perché le femmine vengono uccise appena nate, perché il fegato è considerato di qualità inferiore. Alla fine della fase di ingozzamento, l'ultima fase di allevamento per il foie gras in cui le anatre e le oche vengono alimentate forzatamente due volte al giorno per 15 giorni, il fegato di ogni animale può essere fino a 10 volte più grande di quello di un animale che non ha subito questo trattamento - 10 volte -, tanto da arrivare a uno stato di steatosi epatica, patologia legata a un enorme accumulo di grasso.

In Italia dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 146 del 26 marzo 2001, in attuazione della direttiva n. 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti, è vietata la produzione di fegato grasso mediante alimentazione forzata. Tuttavia, il foie gras tramite alimentazione forzata viene ancora proposto e prodotto in alcuni dei 27 Stati dell'Unione europea: Francia, Ungheria, Bulgaria, Spagna e Belgio (solo nella Vallonia), che lo producono e lo esportano a livello globale. La Francia da sola produce circa l'80 per cento del foie gras consumato ed esportato in tutto il mondo. In Italia il consumo è solo l'1 per cento rispetto a quello francese e, tuttavia, anche gli stessi francesi hanno contestato l'alimentazione forzata ammessa all'interno dell'Unione europea, ammessa in Francia, Ungheria, Bulgaria, Spagna e Belgio. In alcuni Paesi terzi, quali India, Regno Unito, eccetera, sono vietati anche il consumo e la vendita del foie gras prodotto attraverso l'alimentazione forzata.

In Europa, il requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche è attualmente previsto dal regolamento (CE) n. 543/2008, relativo alle norme di commercializzazione per le carni di pollame, che non ha alcuna base scientifica o tradizionale e, di fatto, impedisce la produzione di foie gras senza ricorrere a gavage. Il tema è già da tempo all'attenzione della Commissione europea che, nell'ambito della revisione delle norme sulla commercializzazione per la carne di pollame, ad aprile 2023, ha lanciato una consultazione pubblica, vedendo arrivare 2.245 input da parte di cittadini, operatori commerciali e associazioni. Il 90 per cento di questi chiede l'eliminazione del requisito dei pesi minimi per permettere ai consumatori di scegliere il foie gras prodotto senza alimentazione forzata. Lo stesso 30 giugno 2023 presso il Parlamento europeo è stata presentata un'interrogazione scritta, firmata da ben 84 europarlamentari (e di questi 15 sono italiani), quindi, vuol dire che è trasversale, appartenenti ad ogni schieramento politico, atta a richiedere l'eliminazione del requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche e, quindi, a permettere la produzione di foie gras senza gavage.

Il nostro Paese, attraverso le azioni dei precedenti Governi, si è fatto portavoce in Europa, appunto negli anni precedenti, non in questo, schierandosi ufficialmente contro il requisito dei pesi minimi del fegato e a tutela del benessere animale. È bene ricordare che, nell'ambito delle strategie Farm to Fork, che si collocano al centro dei Green Deal europeo, un punto cruciale consiste nella tutela del benessere degli animali, per cui la Commissione europea si era impegnata a rivedere la legislazione sull'etichettatura dei prodotti alimentari, sulle condizioni degli animali negli allevamenti, durante il trasporto e nel momento dell'abbattimento entro l'anno 2023. Tale revisione non è stata, tuttavia, portata a termine.

Quindi, alla luce di quanto esposto, chiedo se il Governo non intenda intervenire nelle competenti sedi europee al fine di sostenere la causa dell'eliminazione di questo requisito dei pesi minimi di fegato di anatre e di oche allo scopo di porre fine a una pratica crudele e contraria a qualsiasi concetto di benessere animale, contribuendo ad abolire il maltrattamento di queste creature, sottoposte a inutili sofferenze e promuovendo standard di allevamento già praticati dagli allevatori italiani.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Cultura, Gianmarco Mazzi, ha facoltà di rispondere.

GIANMARCO MAZZI, Sottosegretario di Stato per la Cultura. Signor Presidente, onorevoli deputati, considerata l'analogia dell'argomento trattato, rispondo congiuntamente alle interrogazioni degli onorevoli Vaccari e Zanella e all'interpellanza dell'onorevole Cherchi.

Il benessere animale è un tema su cui il Ministero dell'Agricoltura è impegnato da tempo, ponendovi un'attenzione particolare per le conseguenze sulle produzioni del settore zootecnico.

Come ricordato dagli interroganti, il regolamento comunitario n. 543 del 2008, relativo alle norme di commercializzazione per le carni di pollame, prevede, per la produzione di foie gras, il rispetto del requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche, fissato, rispettivamente, in almeno 300 grammi e 400 grammi.

Tale requisito si può realizzare solo a livello industriale e solo attraverso l'alimentazione forzata o gavage, come stabilito nel 1991 dalla Commissione europea, trattandosi di peso irraggiungibile in natura.

Si tratta, quindi, di una tecnica crudele in cui gli animali vengono nutriti attraverso un lungo tubo di metallo, nettamente lesiva e contraria al principio del benessere animale, fondamentale della strategia Farm to Fork nel contesto del Green Deal europeo.

Come correttamente evidenziato dagli onorevoli interroganti, la produzione di foie gras tramite alimentazione forzata per anatre e oche è stata vietata in Italia dal punto 19 dell'Allegato al decreto legislativo n. 146 del 2001, recante “Attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti”.

Inoltre, il punto 20 del summenzionato Allegato stabilisce che “non devono essere praticati l'allevamento naturale o artificiale o procedimenti di allevamento che provochino o possano provocare agli animali in questione sofferenze o lesioni”.

Quanto sopra dimostra come l'attuale legislazione dell'Unione europea, pur avendo contribuito al miglioramento del benessere degli animali, abbia mostrato i suoi limiti.

Va considerato, infatti, che, sebbene la tecnica di alimentazione forzata per la produzione del foie gras sia vietata in 22 Paesi, compresa l'Italia, il 16 febbraio 2022 il Parlamento europeo ha approvato una relazione che considera questo tipo di produzione rispettosa dei criteri di benessere animale. Si tratta di una posizione in contrasto con la FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, secondo cui l'alimentazione forzata solleva “seri problemi sul benessere degli animali”.

Alla luce di tutto ciò, considerata la particolare sensibilità sul tema dei cittadini italiani, ben nota alla grande distribuzione, tanto che numerose catene di supermercati hanno scelto di non commercializzare il foie gras, il Ministero dell'Agricoltura continuerà a lavorare nelle competenti sedi europee per l'elaborazione di una normativa che sia rispettosa del benessere animale e, al tempo stesso, compatibile con la sostenibilità alimentare e produttiva.

PRESIDENTE. La deputata Cherchi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza n. 2-00372.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Apprezzo l'impegno, naturalmente, ma non è sufficiente. Chiediamo che il foie gras si possa mangiare senza che ci sia quella forzatura nei confronti degli animali.

Infatti, come abbiamo detto - lo ripetiamo e lo ha ripetuto anche lei - sono pratiche troppo cattive, troppo invasive, troppo crudeli, troppo violente: devono infatti ingerire grano bollito per far sì che il grasso aumenti il fegato a dismisura per ottenere il foie gras.

Lei ha ricordato un tubo metallico di 20/30 centimetri che danneggia l'esofago, provocando infezioni che portano alla morte. Si divincolano, rischiano la frattura del collo. Parliamo di animali che muoiono soffocati dal vomito. Ci vuole più coraggio per difenderli.

Parliamo di pratiche violente che portano a inchiodare i piedi dei palmati, li inchiodano per evitare i movimenti. Ci sono Paesi che praticano questo abominio. Il popolo francese sta contestando questo ignobile metodo di produzione.

Abbiamo ricordato che gli europarlamentari si sono espressi trasversalmente, per fortuna. Quando ci sono risposte trasversali, inizio ad avere fiducia nel genere umano. I vari schieramenti politici vogliono eliminare il requisito dei pesi minimi, per permettere la produzione di foie gras senza il gavage.

Il nostro Paese, attraverso l'azione dei precedenti Governi, si è fatto portavoce di questa causa, schierandosi ufficialmente contro il requisito dei pesi minimi del fegato. Ve lo dico veramente con il cuore, perché amo gli animali in un modo incredibile e la sofferenza inutile mi fa star male. Quindi vorrei una posizione più chiara e decisa nei confronti dell'argomento proprio per abolire il maltrattamento di queste creature.

L'80 per cento degli italiani è contrario alle produzioni intensive - perché gli italiani sono molto più avanti di noi o di voi - e, in generale, a tutto ciò che nuoce alle creature e non si limita alle anatre e alle oche, ma parliamo di tutto il regno animale, sia da tradizionale e quotidiano consumo alimentare, sia da selvaggina. E non parlo solo di vegani e vegetariani. Gli italiani, piano, piano, stanno diventando un popolo più civile a proposito degli animali. Tra coloro che vi hanno votato, il 23 per cento del 46 per cento dei votanti non è tutto favorevole, per esempio, alla caccia. Mi riferisco, ad esempio, alla proposta sulla caccia di Bruzzone. Parlo in generale del rispetto per gli animali, quindi di alimentazione forzata, di una caccia indiscriminata, in cui si spara su tutto, sempre e comunque e, poi, se si sbaglia, pazienza, cosa vuole che sia, è un incidente di caccia. Anche questa è una cosa che non va bene.

Io ho una proposta. Voi state istigando all'odio. Ho sentito in televisione che volete sdoganare l'odio - non so se sia un vostro sostenitore, forse -, state sdoganando l'odio anche attraverso quelle orribili immagini - io le trovo bruttissime - di candidati alle elezioni europee che imbracciano le armi. Io veramente non so da che parte stiamo andando, molte volte rimango senza parole, e non soltanto per questo, anche per altre cose, anche per quelli che cantano nudi. La nostra società sta sparendo. Proviamo a promuovere l'amore. La gente è stanca di odio e di violenza. Odiare ed essere violenti è una prerogativa degli ignoranti, quelli cattivi e privi di cervello. Odiare è facile: non ti chiedi perché, non ti chiedi dell'altro, non ti interessa, contrariamente all'insegnamento di don Lorenzo Milani, che contrapponeva il “me ne frego” del lontano Ventennio allo “I care”, mi preoccupo degli altri.

Amare è difficile ed è anche impegnativo. Amare è rispettare tutti, comprese le creature che voi pensate non essere senzienti: queste creature sono la meraviglia del creato. Amare significa crescere, diventare un popolo più civile, significa riempire l'anima di un bagaglio che ti gratifica e ti mette in comunione con l'universo. È difficile amare, però rispettare sì. Gli animali sono esseri senzienti, a differenza degli ominidi che spesso pensavano il contrario. Spesso si dice che agli animali manchi la parola, e io sono assolutamente d'accordo. Il problema sono gli uomini, che parlano troppo e troppo spesso a sproposito.

Ritornando al foie gras e alla sua risposta, per l'ennesima volta, il Governo perde l'occasione, perché ci voleva un po' più di carattere. Nei confronti della qualità di vita degli animali non c'è quella spinta, da quello che ho sentito io.

Bisognerebbe cercare di amare un po' di più i deboli, gli ultimi. Sforzatevi di amare gli italiani, di rispettarli: vi farà sentire meglio, provateci, vedrete che non ve ne pentirete. Gli italiani vogliono pace, il vostro cuore spesso sembra duro. Siate più gentili e più umani, pensate al prossimo e il prossimo penserà a voi. Se non riuscite ad amare, almeno rispettate la vita. Gli italiani vogliono la pace, vogliono la libertà e vogliono l'Italia unita sotto una sola bandiera.

PRESIDENTE. Il deputato Vaccari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01195.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, no, non sono soddisfatto della sua risposta, e colgo l'occasione, signor Presidente, della sua presenza per stigmatizzare l'assenza di un rappresentante del Ministero dell'Agricoltura, visto che non è la prima volta che succede. È già successo altre volte che il Ministero dell'Agricoltura abbia mandato autorevoli rappresentanti del Governo - e lo ringrazio per la disponibilità -, ma capisco che il Ministro e i due Sottosegretari siano particolarmente impegnati nella campagna elettorale per le elezioni europee, tanto da non garantire nemmeno lo svolgimento da 2 settimane (cioè la settimana scorsa e questa in corso), dell'attività della Commissione agricoltura, perché di questo stiamo parlando.

Quindi, mi permetterà, signor Presidente, per suo tramite, di fare pervenire al Ministero questa lamentela perché non si fa così, nel senso che stiamo parlando comunque di un tema di interesse di quel Dicastero e serve che anche nell'interlocuzione ci sia poi chi, conseguentemente, si deve occupare di essere coerente.

Necessariamente, noi non ci accontentiamo di questa risposta tiepida che, in un qualche modo, prova anche a svicolarsi rispetto all'urgenza di una concreta risposta su questo tema. Infatti, sappiamo tutti che in Italia la pratica dell'alimentazione forzata di anatre e oche è vietata, come ha ricordato il Sottosegretario, ma non abbiamo presentato un'interrogazione per sentirci riferire ciò che sapevamo già.

Volevamo, invece, sentirci dire dal Governo quali e quanti passi formali avrebbe compiuto nei confronti dell'Unione europea per modificare il regolamento n. 543 del 2008, che stabilisce un requisito sbagliato e crudele del peso minimo del fegato d'oca e di anatra per la produzione del foie gras. Sappiamo bene che questi requisiti minimi si raggiungono soltanto attraverso la tortura degli animali, chiusi in gabbie strettissime, che sono sottoposti alla pratica del gavage, come ci ha ricordato anche la collega, costringendoli a ingurgitare in pochi secondi e più volte al giorno una quantità di cibo esageratamente superiore alla necessità. Solo così si arriva a ottenere un certo fegato, a raggiungere i requisiti minimi del regolamento europeo e a divenire, dopo la lavorazione, foie gras.

Insomma, il foie gras non è altro che una produzione legata a una malattia, la steatosi epatica, una pratica indegna, che si pone in totale contrapposizione con la tutela del benessere animale che anche la strategia europea del Farm to fork ha voluto cambiare, e che deve essere, invece, ricondotta all'interno di uno schema produttivo diverso, come avviene già, in via naturale e non coercitiva, per altre specie di animali allevate ai fini alimentari.

Per questo mi permetto di reiterare una richiesta al Governo su due punti, se realmente crede e vuole essere coerente con quanto auspicato, e quindi sostenere con maggiore convinzione e determinazione presso la Commissione europea la modifica dei regolamenti in atto, con l'adozione di metodologie alternative e non violente, abrogando la norma dei pesi minimi, come anche la stessa Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA) ha detto nel suo parere scientifico, e adottare una moratoria, nel frattempo, in attesa dei nuovi regolamenti europei, per vietare l'importazione, ma soprattutto la commercializzazione del foie gras che continua a essere prodotto in 5 Paesi europei con quelle tecniche barbare. Una moratoria temporanea e di civiltà, che il nostro Paese dovrebbe e potrebbe assumere senza esitazione, e contestualmente - ho finito, Presidente - promuovere una campagna di sensibilizzazione verso i consumatori attraverso anche le centrali di vendita, che già si sono orientate con comportamenti etici, vietando la commercializzazione all'interno della grande distribuzione. Se non si fa questo, il resto per noi sono chiacchiere senza costrutto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01196.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. L'antropologo e medico Paul Farmer diceva: “L'idea che alcune vite valgano meno di altre è la fonte di ogni male del mondo”. Condivido questo pensiero perché, finché noi non impareremo a rispettare tutti gli esseri viventi e la natura nella quale vivono, non saremo mai in grado di estirpare le radici della violenza, che poi può assumere varie modalità e forme differenti.

Con queste interrogazioni, oggi, tra cui l'interrogazione della collega Luana Zanella del 15 aprile scorso, abbiamo affrontato il tema del maltrattamento di anatre e oche allevate per la produzione di foie gras in Europa.

L'alimentazione forzata è un vero e proprio maltrattamento, che la normativa europea però consente con questo requisito del peso minimo del fegato di anatre e oche, che è presente in questo regolamento europeo del 2008 relativo alle norme di commercializzazione per le carni di pollame. Una disposizione che di fatto, però, impedisce la produzione di foie gras senza ricorrere all'alimentazione forzata. Quindi tale pratica, com'è stato ricordato opportunamente dai colleghi e anche dal Governo prima di me, consiste proprio nell'ingozzare gli animali più volte al giorno, costringendoli a ingerire grandi quantità di cibo, attraverso anche l'inserimento di un tubo metallico nelle loro gole.

È vero che questa pratica crudele è già opportunamente vietata in Italia a partire dal decreto legislativo del 2001, tuttavia il foie gras, ottenuto con questa alimentazione forzata in Francia, Ungheria, Bulgaria, Spagna e Belgio, arriva in Italia, viene importato e venduto nel nostro Paese. Per questo motivo, quindi, molte associazioni, tra cui Animal Equality e molte altre, hanno inviato una petizione che ha raccolto decine di migliaia di firme, un appello rivolto direttamente al Governo, che poi sta ottenendo, come abbiamo visto questa mattina anche qui, in Aula, con questa interrogazione, appoggio da molti gruppi parlamentari.

La richiesta però al Governo oggi era più specifica, era precisa, laddove si chiedeva di avviare delle interlocuzioni per sopprimere il requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche. Per quanto il Governo abbia comunque detto stamattina in Aula che ha definito crudele tale pratica, e questo lo accogliamo positivamente, e abbia anche affermato che si impegnerà nelle sedi europee, trovo tuttavia l'impegno del Governo particolarmente fumoso. C'è stato un po' un giro di parole, che vuol dire tutto e niente, quindi staremo chiaramente a vedere e saremo vigili, così come le associazioni, per vedere come il Governo, in maniera particolare, si comporterà.

A dire il vero, non siamo molto fiduciosi, considerate anche le ultime uscite del Ministro Lollobrigida. Oltretutto, la soppressione del requisito dei pesi minimi la ritengo in ogni caso un obiettivo minimo, un primo step, perché in realtà poi dovremo comunque sempre porci, in prospettiva, obiettivi più sostenibili e rispettosi del benessere animale, che passi anche dal superamento del sistema insostenibile degli allevamenti intensivi e che poi arrivi anche alla revisione delle nostre abitudini alimentari.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 14,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,36).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 14,36, è ripresa alle 15,05.

Rinvio del seguito della discussione della proposta di legge: Conte ed altri: Delega al Governo per la riforma della disciplina in materia di conflitto di interessi per i titolari di cariche di governo statali, regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano e per i presidenti e i componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione (A.C. 304-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 304: Delega al Governo per la riforma della disciplina in materia di conflitto di interessi per i titolari di cariche di governo statali, regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano e per i presidenti e i componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione.

Ricordo che nella seduta del 7 maggio scorso, la Presidenza aveva preso atto dell'impossibilità di procedere al seguito dell'esame del provvedimento in discussione, in quanto né la Commissione bilancio né il Comitato dei nove avevano espresso i pareri di competenza. Su proposta del presidente della Commissione affari costituzionali, onorevole Nazario Pagano, l'Assemblea aveva quindi deliberato di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta odierna.

Poiché mi risulta che il Comitato dei nove abbia espresso il parere di competenza, mentre la Commissione bilancio ancora no, chiedo al Presidente della Commissione bilancio, Giuseppe Tommaso Vincenzo Mangialavori, che vedo in Aula, quali indicazioni possa fornire in ordine ai tempi necessari per provvedere a tale adempimento.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Con riferimento all'esame in sede consultiva della proposta n. 304-A, presso la Commissione bilancio, faccio presente che, nella seduta odierna, abbiamo nuovamente invitato il Governo a fornire i chiarimenti richiesti in relazione ai profili finanziari del provvedimento, nella seduta del 26 marzo scorso, e sollecitato, da ultimo, nella seduta del 7 maggio scorso. Nella seduta di oggi, la rappresentante del Governo ha comunicato che, anche in risposta ai rilievi formulati dalla Commissione bilancio, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha segnalato l'esigenza di un incremento della propria pianta organica, per far fronte all'incremento delle proprie funzioni derivanti dall'estensione dei poteri di vigilanza, di accertamento e di sanzione delle violazioni anche delle situazioni di conflitto di interesse e di conflitto in cui possono incorrere i titolari di cariche di governo regionali e delle province autonome, nonché i presidenti e i componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione. Al riguardo, il Governo, rappresentato dall'amministrazione competente, ha quindi predisposto una proposta normativa i cui effetti finanziari sono ancora in corso di valutazione da parte del Ministero dell'Economia e delle finanze. La rappresentante del Governo ha, in ogni caso, assicurato che l'istruttoria su tali profili si concluderà entro una settimana, in modo da consentire alla Commissione bilancio di esprimere il proprio parere. Pertanto, chiedo all'Aula di ricalendarizzare questo punto all'ordine del giorno alla settimana prossima.

PRESIDENTE. Avendo il Presidente della Commissione bilancio testé rappresentato l'esigenza di disporre di un'ulteriore settimana, al fine di procedere all'espressione del parere di competenza, chiedo al relatore, onorevole Paolo Emilio Russo, di formulare una proposta all'Assemblea in ordine ai tempi di esame del provvedimento.

PAOLO EMILIO RUSSO, Relatore. Grazie, Presidente. Alla luce delle comunicazioni del presidente della Commissione bilancio, onorevole Giuseppe Mangialavori, chiedo all'Aula e chiedo a lei, di poter rinviare e calendarizzare alla settimana prossima la discussione di questo punto all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sulla proposta di rinvio del seguito dell'esame della proposta di legge n. 304-A alla prossima settimana, avanzata dal relatore Paolo Emilio Russo, sulla base degli elementi forniti dal presidente della Commissione bilancio, darò la parola a un deputato contro e a uno a favore, a norma dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Questo Paese meriterebbe una legge sul conflitto di interessi ovviamente migliore di quella attuale, la legge Frattini, che nessuno, infatti, si ricorda. Credo sia davvero disdicevole che, per l'ennesima volta, questa maggioranza voglia non solo buttare la palla in tribuna, ma bucare, per altri 24 mesi, tutte le palle in commercio, per far sì che i conflitti di interesse - presenti anche in questo Parlamento - continuino a esistere. Presidente, però sto parlando anche a lei.

Nessuno pensa che questo Parlamento lavori a cottimo e non credo che la sua qualità passi da quante leggi approviamo in una settimana. Tuttavia, mi faccia stigmatizzare quello che è appena avvenuto in Commissione bilancio: credo sia inaccettabile che un provvedimento la cui iscrizione sia stata decisa dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e che sta per iniziare il suo iter in Aula non abbia un parere, che è già stato rimandato da più di una settimana. Per intenderci, per chi ci ascolta: stiamo semplicemente aspettando dal Ministero dell'Economia di capire se siano 10 o 15 i dipendenti dell'Anac che controlleranno una legge delega scippata da questo Governo, il quale inizia a darsi le deleghe, togliendole, tra l'altro, alle proposte delle opposizioni, questo è il paradosso.

Allora, se la maggioranza vuole continuare a litigare fuori da questi banchi o è impegnata nella campagna elettorale, si può anche fermare il Parlamento. Lo fanno in tanti Paesi, non c'è nulla di male. Basta evitare di presentarsi alle Conferenze dei presidenti di gruppo, scegliere un programma dei lavori e poi non essere in grado, nelle Commissioni, di esprimere i pareri. Questo per noi è inaccettabile, così come è continuare a pensare che anche nella seduta di oggi non abbiamo provvedimenti pronti per essere discussi. Anzi, credo che, una volta finita questa discussione, torneremo in Commissione bilancio a vedere i prossimi provvedimenti. Per noi, tutto questo è inaccettabile e dà l'idea e la misura della serietà che questo Governo mette a disposizione, non solo delle opposizioni, ma di tutta l'Aula (Applausi del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Presidente, penso che la metafora calcistica si adatti bene al caso di specie, è stata ripresa dal collega che mi ha preceduto: effettivamente, qui si vuole portare nuovamente la palla non in tribuna ma, penso, proprio fuori dallo stadio. Infatti, si tratta dell'ennesimo rinvio e io continuo a veramente a chiedermi se sia mai possibile ancora un altro rinvio. Allora, diciamocela tutta, senza inutili giri di parole e di Commissioni, qui non c'è proprio l'intenzione, da parte di questa maggioranza, di affrontare il tema del conflitto di interessi. Diciamocelo chiaramente: a questo punto, che ciò emerga, che emerga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Come, del resto, non c'è stata questa volontà, da parte della maggioranza, di affrontare il tema del salario minimo. Allora, cosa si escogita? Si escogita la delega, data al Governo, di attuare questa presunta riforma - chissà se mai verrà alla luce - nel termine di due anni, un termine aperto, peraltro. Allora, è un primo tentativo per mandare le cose al divenire, a quando sarà.

Noi, comunque, eravamo qui, Presidente, per confrontarci anche sul nuovo testo e abbiamo presentato emendamenti, perché noi vogliamo che si dica chiaramente, che tutte le forze politiche dicano chiaramente se un membro del Governo, un assessore o un membro di un'autorità indipendente possano ricevere erogazioni da Stati esteri o avere interessi in imprese che hanno concessioni da parte dello Stato o della regione. Insomma, noi vogliamo ripensare al ruolo della classe politica intera, non solo di quella che è ai vertici, qui, a livello statale, ma anche della classe politica a livello locale. E la legge attualmente in vigore non ha alcuna efficacia: non ha un apparato sanzionatorio efficace e non è adeguata alle esigenze della politica locale. Bisogna intervenire, e occorre farlo con urgenza, Presidente. Tutti noi, che sediamo qui, in quest'Aula, vogliamo prenderci le nostre responsabilità e dire chiaramente al Paese se vogliamo o meno una legge sul conflitto di interessi che sia seria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Ricollegandomi a quanto testé detto sia dal collega Grimaldi che dalla collega Alifano, stigmatizziamo quanto sta avvenendo.

È del tutto evidente che il Governo stia attuando una sorta di tattica ostruzionistica nei confronti dei provvedimenti in quota della minoranza. Abbiamo già stigmatizzato - ma avremo modo di farlo ancora - questo metodo di svuotamento attraverso la legge delega.

Non solo avviene questo con riferimento all'emendamento approvato, peraltro, in Commissione, ma a ciò aggiungiamo questo continuo rinvio. Tra l'altro, ci trovassimo di fronte a questioni epocali lo capirei; ma questo è un provvedimento su cui gli impatti di bilancio, ovviamente, sono limitati. È del tutto evidente: è di carattere normativo e ordinamentale, non interviene su materie e su capitoli di bilancio.

Quindi, crediamo veramente che questa richiesta del Governo di avere un'altra settimana sia ingiustificata. Dopodiché, evidentemente, la forza della maggioranza piegherà la ragione e la ragionevolezza. Però, le chiediamo davvero di trasmettere il senso del nostro disagio al Presidente della Camera, perché poi, come vedremo, anche nel provvedimento successivo ci troveremo probabilmente con questioni legate a ritardi nell'espressione di pareri da parte dell'Esecutivo.

Credo che ci debba essere maggior rispetto da parte del Governo nei confronti di quest'Aula e di questo ramo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fornaro.

Riguardo alla mancata trasmissione dei dati da parte del Governo alla Commissione bilancio, faccio presente che la Presidenza della Camera è già stata informata della questione della quale investirà formalmente il Governo.

Qualche collega intende parlare a favore? Mi pare di no.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del seguito dell'esame della proposta di legge n. 304-A alla prossima settimana.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva [per 23 voti di differenza].

Il seguito dell'esame del provvedimento è quindi rinviato alla prossima settimana nella quale sarà collocato - come previsto dal calendario dei lavori - a partire dalla seduta di martedì 21 maggio dopo l'esame del decreto-legge n. 39 del 2024.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici (A.C. 1717-A​) (ore 15,18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1717-A: Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici.

Ha chiesto di intervenire il presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Mangialavori.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente, con riferimento all'esame in sede consultiva del disegno di legge n. 1717-A in materia di cybersicurezza, non essendosi potuto completare l'esame del provvedimento e delle proposte emendative ad esso riferite, in ragione delle esigenze istruttorie, si rende necessaria una sospensione di 45 minuti.

PRESIDENTE. Per consentire le riunioni della Commissione bilancio e del Comitato dei nove, sospendo la seduta per un'ora. La seduta riprenderà alle ore 16,20.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,20, è ripresa alle 16,30.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Sono qua a chiedere un'informativa urgente da parte del Ministro Tajani su una vicenda molto delicata e grave.

Come sapete, il 21 febbraio 2023, il Presidente della Repubblica tunisina Saïed ha pronunciato un discorso che - ahimè - è diventato molto famoso. Con quel discorso ha inaugurato uno dei periodi più bui della storia post rivoluzionaria di quel Paese. Da quel momento - come lei sa Presidente, avrà in mente le immagini -, un'ondata di violenza senza precedenti ha investito i migranti, ma anche i tunisini neri.

Già: arresti arbitrari, espulsioni, incarcerazioni. La repressione si scatena contro tutte le voci del dissenso e con l'attacco sistematico alle organizzazioni che agiscono a contatto proprio con i migranti.

È drammatica la situazione dei circa 20.000 migranti subsahariani arrivati, per esempio, sulle coste della Tunisia, in attesa di imbarcarsi verso l'Italia e l'Europa. Si tratta di una vera e propria caccia al nero, soprattutto nelle regioni di Sfax, che ha portato alla cattura e alla deportazione di centinaia di migranti verso i confini della Libia e dell'Algeria. Decine di persone sono morte, non dimenticheremo mai l'immagine di Marie e di sua mamma abbracciate nel deserto.

Tutto questo lo abbiamo denunciato più volte in quest'Aula, ma sabato scorso è successo ancora un episodio più grave: abbiamo assistito increduli alla cattura di Sonia Dahmani, avvocata e opinionista, addirittura in diretta televisiva, a opera di uomini mascherati.

Ebbene, questo è il regime a cui il Governo Meloni affida la gestione delle frontiere, con tanto di canale Twitter del Viminale con plausi alle operazioni che reclamizzano le partenze impedite proprio da Sfax, il Paese con cui la Commissione europea e il Governo hanno rafforzato la cooperazione frontaliera con il memorandum firmato il 16 luglio 2023. È una macchia impossibile da lavare, che resterà addosso a tutti voi, se non dite niente, anche a questa Europa, se non farete nulla per liberare Dahmani e tutti gli oppositori politici e per subordinare ogni accordo al rispetto dei diritti umani.

Per questo, chiediamo a questo Governo di sospendere quel memorandum e con la Tunisia dichiarare finalmente quello che va fatto. Non si può fare una caccia, come quella a cui abbiamo assistito, verso le opposizioni, i neri e i migranti. Per tutto questo, chiediamo a Tajani di venire a riferire in Aula, perché il silenzio su questa vicenda è davvero inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini, penso sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente, esattamente sullo stesso argomento. Vorrei attirare l'attenzione dell'Aula su quanto è accaduto in diretta televisiva, Presidente. Su France 24, in diretta televisiva: mentre la giornalista era presente per fare un servizio, sono entrati alcuni uomini mascherati, senza identificarsi, nella sede penale degli avvocati e sono andati a catturare Sonia Dahmani, che è anche una giornalista.

L'Ordine dei giornalisti e dei corrispondenti stranieri in Africa del Nord ha fatto un comunicato, appellandosi per l'immediata scarcerazione della giornalista e avvocata Dahmani, così come hanno fatto tutti gli avvocati dell'Ordine degli avvocati. È una situazione gravissima, perché questa donna è stata portata via mentre era nei locali dell'organizzazione degli avvocati.

Chiaramente queste azioni avvengono in un regime e in un luogo dove non c'è rispetto del dissenso. L'arresto, forse, si deve al fatto che Dahmani aveva criticato il Presidente Saïed, che - lo ricordo - per impedire ai parlamentari regolarmente eletti di … mandò i carri armati davanti al Parlamento. Quindi, siamo di fronte a un regime che mette in detenzione i leader. Tutti i leader delle opposizioni sono in detenzione: giornalisti, magistrati e avvocati. Adesso si è verificata quest'azione eclatante, a ridosso delle elezioni - vedremo, poi, se questa parola sarà opportuno pronunciarla - per settembre-ottobre.

Quindi, quello che chiediamo è che il Ministro venga assolutamente a riferire qui. Presenteremo anche un'interrogazione, in modo da avere spiegazioni su quanto è accaduto. Cosa intende fare il Governo? Va avanti come se niente fosse, come se questo non fosse accaduto? Le violazioni dei diritti umani che avvengono in Tunisia non sono motivo per ripensare agli accordi che il Governo ha fatto con questo Paese? Oppure, pur di fermare il flusso dei migranti, siamo disposti a qualsiasi cosa?

Il Presidente Saïed ha fatto un discorso terribile alla Nazione, dicendo che è in corso una sostituzione etnica in Tunisia e, dunque, lanciando la caccia contro le persone di colore. Da quel momento, la vita dei migranti di pelle nera è diventata impossibile e ogni giorno ci sono rapporti di deportazione di queste persone, lasciate nel mezzo del deserto a morire.

Allora, se questi sono i metodi, può un Paese come l'Italia accettare questi metodi e fare accordi senza nessuna clausola e nessun condizionamento sul rispetto dei diritti umani, delle libertà civili e dello Stato, affinché ci sia un minimo di rispondenza all'assetto democratico? Per questo, crediamo che il Ministro debba venire a riferire a questa Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Ci uniamo alla richiesta di informativa su questa vicenda. In poche parole, questo svela tutta l'ipocrisia di questo Governo che, per alimentare la propria furia bellicista, da una parte, a Est, si pone come paladino dei diritti umani, della democrazia e della libertà, perché il nostro Occidente e i nostri valori devono essere difesi, mentre, a Sud, fa accordi con un regime di questo tipo.

Quindi, mettetevi d'accordo con voi stessi, perché questi valori, di cui dite di essere paladini e difensori, non li difendiate a giorni alterni o a Paesi alterni, a seconda delle vostre comodità e convenienze. Noi con quel Paese ci abbiamo fatto alcuni accordi e deleghiamo parte della nostra politica estera a questi Paesi. Non ci venite a fare la morale, però, sul fatto che noi lottiamo per la libertà e la democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, grazie. Informerò il Presidente delle richieste pervenute.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1717-A: Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e dei reati informatici.

Ricordo che nella seduta del 13 maggio si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento Zaratti 1.100 è stato ritirato dal presentatore.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 12.200 che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo, deputata Matilde Siracusano, ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO (FDI), Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Sull'articolo 1 vi è un invito al ritiro o, comunque, un parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Il parere è conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo ora all'esame di tre proposte emendative che costituiscono una serie a scalare, dall'emendamento 1.101 Dori all'emendamento 1.103 Dori. Ai sensi dell'articolo 85, comma 8, primo periodo, del Regolamento, e secondo la prassi consolidata, la Presidenza porrà in votazione il primo emendamento 1.101 Dori e l'ultimo emendamento della serie 1.103 Dori, dichiarando assorbito l'altro.

Passiamo all'emendamento 1.101 Dori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Questi emendamenti sono molto semplici da comprendere, vanno a compensare il vero grosso problema di questo provvedimento, cioè l'invarianza finanziaria. Prevedete tanti strumenti, si prevedono anche tante nuove incombenze, eppure, a fronte di questo, si mettono zero euro: invarianza finanziaria.

Noi almeno qui cerchiamo di mettere una pezza rispetto alle necessità. A nostro parere, servirebbero 50 milioni; anzi, non a nostro parere: è stato detto anche più e più volte in audizione che servirebbero molti più fondi. Quindi, la nostra è già una proposta di assoluto buon senso, eppure, sostanzialmente, prevedete di fare tutto questo a costo zero. Evidentemente, in questo modo, però, palesate che siamo di fronte a un provvedimento spot, dove le finalità sono condivise e condivisibili da tutti, ma in realtà non si mette nulla per far camminare poi il provvedimento con le sue gambe.

Siete ancora in tempo. Approviamo questo emendamento, cerchiamo davvero di mettere fondi, che sono davvero nulla rispetto a quello che servirebbe, e quindi davvero auspico che tutta l'Aula possa approvare l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Mi insegnano che a Roma c'è un modo di dire, che è questo: non si possono fare le nozze con i fichi secchi. Allora, questo è il tema centrale del disegno di legge. Infatti, se qualcuno ci chiede “ritenete voi importante che si intervenga per mettere il Paese all'altezza di poter rispondere agli attacchi informatici?” oppure “siete favorevoli al fatto di rafforzare il sistema della pubblica amministrazione e delle imprese per garantire la resilienza e lavorare sulla capacità di tenuta del sistema?”, la risposta è sempre sì, e lo abbiamo dimostrato.

Lo dico adesso, lo ripeterò fino allo sfinimento e chi era in Commissione lo sa: noi abbiamo lavorato in una logica di disponibilità, perché abbiamo valutato che il tema posto dal Governo - ma non solo dal Governo, basta aprire i giornali o essere un po' informati sulle cose - fosse serio. Di conseguenza, ci siamo messi a disposizione per provare a migliorare un provvedimento che riteniamo rilevante.

Cosa è successo, però? Sono successe due cose in ordine crescente di importanza: la prima è che il Governo ha fatto una grande confusione, non per colpa della Sottosegretaria. Infatti, cambiare parere dalla sera alla mattina, ridursi a chiedere ulteriore tempo per tornare in Commissione e nel Comitato dei nove, mettere sul tavolo degli emendamenti dei relatori all'ultimo secondo, senza di conseguenza alcun confronto, quando ci sarebbe stato tutto il tempo per poterlo fare, provando in qualche modo a usare questa logica della fretta e dell'urgenza, quando urgenza non c'è, perché bisogna fare le cose bene, tutto ciò ha portato il Governo a fare molta confusione, che si vede anche nel testo.

Il secondo motivo, che questo emendamento prova ad affrontare, è quello che dicevo all'inizio: non ci sono soldi. Voi pretendete di fare una cosa molto complicata e assolutamente necessaria, senza metterci una lira. Mi dispiace, non basta dire che l'agenzia per la cybersicurezza ha fatto un bando e a quel bando si può partecipare per avere le risorse necessarie. Sapete perché questa cosa non è sufficiente e non sta in piedi? Per più motivi: il primo è che non tutti coloro ai quali è rivolta questa norma hanno titolo a partecipare a quel bando; il secondo è che per vincere i bandi bisogna avere dei progetti e una struttura per potervi partecipare e spesso e volentieri i problemi che invece i piccoli e piccolissimi hanno - e qua ci sono tante società in house, anche molto piccole - ineriscono al fatto che spesso non sono in grado di farlo. Sostanzialmente, si sta dicendo che ci sono dei soldi, che però non è detto che tutti quelli che ne hanno bisogno li possano andare a prendere, ma si devono in qualche modo attrezzare. Cioè, si chiede a una moltitudine di soggetti di fare per domani mattina quello che nessuno ha fatto fino ad oggi e che nessuno gli ha chiesto di fare fino ad oggi. E questa proposta del Governo non mette quei soggetti nelle condizioni di adeguarsi e, di conseguenza, di mettere in piedi una struttura in grado di fare le cose importanti che sono scritte, in maniera teorica, nel provvedimento.

Questa non è una piccola questione, questo è il cuore del problema. E un po' di approssimazione è data anche dal fatto che noi - ne è testimone la Sottosegretaria - fin dal primo giorno abbiamo chiesto: Governo o agenzia - ma il Governo è l'interlocutore politico - ci dici quanti sono e quali sono i soggetti a cui vi rivolgete con questa norma? Cioè, quante sono queste società in house e quante quelle dei trasporti? Ce lo dite? La risposta sa qual è stata, Presidente? “Non lo sappiamo”. E sono due le opzioni: o il Governo non sa a chi ha rivolto questo provvedimento, non sa quanti siano e chi siano, oppure lo sa e non ce lo vuole dire. Guardi, paradossalmente sarebbe meglio la seconda opzione, invece è la prima.

Allora, se noi vogliamo fare i primi della classe, recuperare il tempo perduto, la prima cosa è non essere approssimativi.

Ora, noi diciamo e diremo di nuovo, anche durante questi lavori, che questo non è il comportamento adeguato, che in questo modo non si va da nessuna parte e continuiamo e continueremo, con gli emendamenti, a chiedere che il Governo metta risorse, ma non risorse per far fare bella figura all'opposizione; anzi, al limite, la bella figura la farà il Governo, perché lavorerà meglio.

Non si può inventare un meccanismo per cui c'è l'agenzia che impone le regole, non si mettono le risorse o le competenze a disposizione, si vuole far tutto con i fichi secchi e poi l'agenzia diventa l'erogatore delle multe, cioè delle sanzioni. Sanzioni, sanzioni, sanzioni, così, mi dispiace, ma le cose non si fanno o si fanno molto male.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Dori, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.103 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Dopo la delusione del precedente voto, io ci riprovo.   Questa volta i milioni di euro non sono 50, ma sono 30. Se non piaceva il numero 50, proviamoci almeno con il 30, che è ancor meno. Non è una goccia, ma una gocciolina, però proviamoci almeno a mettere fondi in questo provvedimento.

L' Italia - lo ricordo - è l'ultimo Paese del G7 per quanto riguarda il rapporto tra le spese di cybersicurezza e il PIL, con una percentuale dello 0,12 per cento, a fronte dello 0,19 per cento di Francia e Germania e dello 0,29 per cento del Regno Unito; questo nonostante il documento della Strategia nazionale per la cybersicurezza richiami un impegno, confermato dall'Esecutivo, a investire l'1,2 per cento degli investimenti nazionali lordi sulla cybersicurezza. Vorrei ricordare a tutti, in particolare alla maggioranza, che sicurezza non significa solo armi, significa anche cybersicurezza, però mentre per le armi si ipotizza anche un aumento, in rapporto al PIL, della spesa militare, qui invece ci mettiamo zero euro.

Quindi, qui si sta costruendo una macchina, ma poi non si mette il carburante, perciò l'auto rimane ferma. Speriamo, vediamo adesso, dal voto dell'Aula, se verrà approvato almeno questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.103 Dori, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Alifano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Anche sull'articolo 2 invito al ritiro o parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 2.6 Bonafe'. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, questo è uno dei tantissimi emendamenti che abbiamo presentato per porre l'attenzione su una questione che, a nostro avviso, è assolutamente strategica, necessaria: il fatto non solo di cambiare sulla carta la nostra capacità di difenderci dagli attacchi, che sono sempre più frequenti. Il 99 per cento delle imprese ha ricevuto almeno un attacco.

Abbiamo il patrimonio di dati dei nostri comuni, delle nostre anagrafi, dei nostri sistemi sanitari che sono continuamente depredati, abbiamo il fenomeno sempre più frequente del ransomware, cioè dei riscatti che vengono chiesti alle piccole e medie imprese, che bloccano l'operatività dei portali e dei conti, abbiamo una situazione in cui l'Italia cresce nella quantità di attacchi.

Dobbiamo alzare, a livello normativo, la nostra capacità di difesa, ma il tema che abbiamo posto è che le norme devono avere una dotazione economica, finanziaria, di personale che consenta poi alle persone di metterle in pratica; altrimenti, il paradosso verso cui stiamo andando è che, in un quadro di risorse sempre più limitate - penso, ad esempio, alle difficoltà dei nostri comuni, alle difficoltà degli enti locali, ma non solo, a cui stiamo giustamente chiedendo di prendere nuovi impegni, ma ai quali non stiamo dando maggiori risorse -, si debba rinunciare a qualcosa, per fare qualcos'altro. Ma qual è il prezzo da pagare? Qual è il prezzo che questo Governo vuole far pagare, ad esempio, alle amministrazioni locali per garantire maggiore cybersicurezza? Quello di dover rinunciare, magari, agli asili nido o ad altri servizi indispensabili per poter avere maggiore cybersicurezza? Questo non è pensabile, non è giusto andare avanti in questa direzione e, nel porre questa questione, noi poniamo una domanda, con tanti dei nostri emendamenti. La domanda è questa: cosa sarebbe successo, in quest'Aula, se fosse stato presentato un decreto in campo di sicurezza non digitale, non di cybersicurezza, ma di sicurezza fisica, di quella sicurezza di cui sono piene le pagine del vostro programma e vi fosse stato scritto, ad esempio, di garantire maggiori controlli, maggiori oneri, di chiedere ai comuni o alle Forze dell'ordine o alla Polizia municipale di garantire maggiori interventi, a invarianza finanziaria, a costo zero? Si sarebbero alzate voci di forze di maggioranza e opposizione che avrebbero detto: no, non è pensabile, la sicurezza ha un costo. Così come la sicurezza ha un costo nel mondo fisico, lo ha nel mondo digitale. Rinunciare a mettere in chiaro che, nel momento in cui si cambiano le regole, occorre anche prevedere le risorse e il personale necessario ad attualizzare queste regole, significa di fatto non garantire più cybersicurezza, ma garantire, ancora una volta, solo sulla carta, princìpi che poi non arriveranno nella realtà e che se arriveranno nella realtà sarà a scapito di qualcos'altro.

Dato che pensiamo che, invece, questo sia un tema importante e - come è stato ricordato dal primo intervento di Matteo Mauri - abbiamo avuto un atteggiamento responsabile in tutti i lavori della Commissione, chiediamo al Governo di cambiare atteggiamento.

Siamo ancora in tempo, non abbiamo ancora votato. Mettiamo insieme le risorse, attualizziamo quello che c'è già scritto perché a pagina 12 della Strategia nazionale per la cybersicurezza - ancora c'è sul sito, basta andare a vederla - c'è scritto di destinare alla difesa cyber l'1,2 per cento degli investimenti nazionali. Quindi, delle due l'una: o prevediamo che queste risorse, che sono sulla carta, sul sito e nella strategia che questo Governo non ha ancora cambiato, vengono destinate o, se queste risorse non vengono destinate, almeno cambiate la Strategia nazionale. Scrivete chiaramente quello che pensate, ossia per il Governo Meloni la cybersicurezza vale zero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Presidente, approfitto per indicare il voto favorevole su questo emendamento e anche per sottolineare il fatto che si stanno sottovalutando i pericoli delle frodi informatiche per le aziende, frodi che arrecano danni enormi.

Le aziende grosse ricevono danni enormi da quelle frodi molto più studiate e complicate da attuare, mentre le aziende piccole vengono colpite da queste frodi, quasi a strascico, da questi software e in maniera molto facile. Purtroppo, questo Governo non sta aiutando le aziende a capire il pericolo e a dare la percezione di quanto sia importante la cybersicurezza. Il Governo ha anche tolto i fondi per investire in questo settore.

Con il nostro precedente Governo, anche nel PNRR avevamo indicato tutta una serie di fondi per fare in modo che le aziende migliorassero la loro protezione al fine di evitare questo tipo di problematiche. Questa cosa non sta succedendo e sta nascendo anche una nuova figura molto particolare e molto pericolosa: coloro che fanno da tramite tra chi fa il ricatto alle aziende per far ripartire la parte informatica dell'azienda stessa e quelli che hanno attuato l'attacco hacker. Quindi, figure losche, al limite della legge, che non vengono nemmeno contemplate come figure pericolose in questo disegno di legge e nell'analisi che state facendo di questo problema. Invece di parlare di percezione della sicurezza fatta in modo demagogico, come fate sempre, dovreste cominciare a parlare della percezione della cybersicurezza, cosa molto più impattante proprio per il nostro asset infrastrutturale delle aziende del nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 del disegno di legge (Vedi l'allegato A).

Segnalo che l'emendamento 3.1 Mauri è stato ritirato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO, Relatore per la II Commissione. I pareri sugli emendamenti all'articolo 8 sono tutti di invito al ritiro, eccetto la condizione 8.300, posta dalla V Commissione (Bilancio), che ha parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 8.1 Auriemma.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 8.3 Boschi. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Sì, ho presentato diversi emendamenti - questo è il primo di una serie di emendamenti - che hanno piccole differenze, ma che, sostanzialmente, mirano ad ottenere lo stesso risultato. Sono stati presentati emendamenti analoghi anche da colleghi di altri gruppi di opposizione. Ne abbiamo a lungo discusso anche nei lavori in Commissione.

Il principale limite del provvedimento che stiamo discutendo è la totale assenza di risorse che possano sostenere lo sforzo e l'impegno che viene chiesto alle pubbliche amministrazioni e a tutta una serie di soggetti che rientreranno nel perimetro indicato dal ddl sulla cybersicurezza. Tali soggetti saranno chiamati ad affrontare attività gravose e ad assumersi nuove responsabilità per far fronte agli obblighi che vengono loro imposti con questo provvedimento, ma non vengono stanziate risorse, né per reperire, eventualmente anche al di fuori della pianta organica già prevista delle pubbliche amministrazioni, personale qualificato, né per investire sulla formazione, la preparazione e la valorizzazione delle competenze interne, che magari già sono presenti, ma che non avranno una sorta di percorso specifico per far fronte a queste nuove responsabilità che si chiede loro di assumere attraverso gli obblighi di legge. Al tempo stesso, in alcuni casi, sarà necessario anche far ricorso a nuove tecnologie e a strumentazioni in dotazione che possano supportare questa attività. In qualche modo, è richiesto anche un incremento delle tecnologie a disposizione della pubblica amministrazione, ancora una volta a saldo zero.

Quindi, il rischio vero che noi vediamo e che cerchiamo di evitare attraverso lo stanziamento di risorse con questi emendamenti, è proprio quello di imporre obblighi, doveri, oneri e responsabilità e magari anche sanzionare, laddove questi obblighi non vengano ottemperati, senza fornire gli strumenti necessari, senza dare nemmeno la possibilità di valorizzare il capitale umano, né di formarlo adeguatamente.

Allora, ancora una volta, questo Governo fa provvedimenti a costo zero per le casse dello Stato. In qualche modo potranno rivendicare all'esterno di essere intervenuti, potranno dire di aver fatto il compitino prevedendo queste nuove disposizioni, poi tutta la responsabilità di dare attuazione ed esecuzione ricadrà su altri soggetti, a cominciare dai comuni e dalle società che, in qualche modo, gestiscono i servizi per i comuni stessi, i quali saranno lasciati come sempre soli da questo Governo, senza avere la possibilità di ottenere nemmeno un euro in più. Io credo che sia un'operazione grave, quella che fa il Governo, in cui sostanzialmente cerca di mettersi a posto la coscienza per fare l'ennesima conferenza stampa. Ma sempre sulle spalle di altri, poi, ricadrà il peso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.3 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.2 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.4 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.5 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 8.6 Mauri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per invitare l'Aula a leggere cosa dice questo emendamento. Si pone il tema di passare dalla definizione “risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente” alla seguente: “(…) finanziarie, messe a disposizione della presente legge”. Votare contro significa chiedere di fare esplicitamente tutto quello che viene richiesto non solamente alle amministrazioni centrali, ma anche alle regioni, alle città metropolitane, ai comuni e alle province, e di farlo con l'attuale quadro di risorse che è loro conferito, senza prevedere un euro in più, senza prevedere una persona in più, senza prevedere in alcun modo il fatto che queste spese possano essere, in qualche modo, reintegrate.

Il motivo per cui sto intervenendo con questa determinazione a sostegno di questo emendamento è perché, solo pochi mesi fa, in quest'Aula, noi abbiamo votato la legge di delegazione europea, che anticipava alcune delle questioni contenute nella NIS 2. Dentro questa legge di delegazione europea, in Commissione I e in Commissione XIV era stato votato da maggioranza e opposizione un emendamento che poneva proprio il tema della necessità di alzare la guardia anche per i comuni e le province. A quel punto, però, cosa è avvenuto? È avvenuto che la Commissione bilancio ci ha detto molto chiaramente - e ha fatto in modo, in questa maniera, che non potesse essere votato in Aula l'emendamento che nelle Commissioni di merito era passato - che questi maggiori oneri non potevano essere attribuiti per legge ad invarianza finanziaria, perché avrebbero comportato, per i comuni e per le province, maggiori costi.

Ora, cosa avviene? Vi è lo stesso tipo di intervento - anzi, peggiore - rispetto al nostro emendamento. Infatti, noi, consapevoli del quadro, nella legge di delegazione europea avevamo messo “secondo princìpi di gradualità”, considerando che l'applicazione dei princìpi dovesse essere graduale, perché doveva essere collegata alla destinazione delle risorse. Adesso, senza risorse, per la volontà di concludere un quadro di norme e di regole che non potrà camminare nella società perché non ci sono le risorse per consentirlo, lo stesso tipo di principio, che non abbiamo potuto votare sulla legge di delegazione europea, diventa decreto del Governo.

Non stiamo votando solo contro il senso comune e il buon senso dei nostri amministratori, i quali, quando si troveranno a dover applicare questa legge, si chiederanno come farlo, con quale personale, con quali risorse; stiamo votando contro il principio stesso che la Commissione bilancio e quest'Aula hanno sancito solo pochi mesi fa, dicendo che la nostra volontà politica si doveva scontrare con la realtà e che senza risorse adeguate non si poteva stabilire un principio. Ora, noi stiamo stracciando questa idea, stiamo camminando in un'altra direzione e stiamo rischiando di generare una situazione di pericolo nei confronti di quelle amministrazioni che si troveranno chiamate o a contravvenire alla legge o a dover tagliare altri servizi per poter garantire gli oneri qui indicati.

Quindi, da questo punto di vista, questo emendamento è un po' una cartina tornasole del limite principale di questo decreto ed è proprio per questa ragione che dovrebbe essere votato da tutto questo Parlamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.6 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.8 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.9 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 8.10 Pastorella. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Solo per rimarcare che questo emendamento non tocca il tema - che hanno già sollevato i miei colleghi - delle risorse, ma forse un tema altrettanto cruciale, ossia quello delle competenze. Infatti, l'articolo che stiamo discutendo, per chi non avesse seguito, individua, anzi descrive, in maniera molto, molto vaga anche nella riformulazione, un responsabile per la cybersicurezza che le entità che sono toccate da questo provvedimento dovrebbero individuare tra le proprie fila.

Ora, si parla di questo referente per la cybersicurezza individuato in ragione di specifiche e comprovate professionalità e competenze in materia. Tuttavia, queste specifiche e comprovate professionalità e competenze non sono descritte da nessuna parte. Quindi, il mio emendamento tendeva a dire: forse l'ACN, che è l'organo deputato in questa materia, potrebbe quanto meno emanare un qualche tipo di linee guida o di certificazioni, qualcosa che aiuti le amministrazioni locali a non trasformare il tecnico che sistema la stampante nel referente per la cybersicurezza, perché io temo che finirà così, essendoci, tra l'altro, l'invarianza di bilancio.

Altra cosa che questo emendamento propone, come pure quello successivo dei colleghi Manzi e Mauri, è l'idea che, certo, dev'essere a invarianza finanziaria, però, se un'amministrazione ritiene di poter liberare delle risorse per prendere un professionista esterno che abbia quel genere di competenze, perché non dev'essere lasciata libera di farlo?

Quindi, io suggerivo che forse si può individuare questo referente anche al di fuori dei soggetti destinatari di questo provvedimento, sempre restando l'invarianza finanziaria, ma neanche questo è stato accettato. Dunque, il mio timore è che questo referente per la cyber, che dovrebbe essere il punto cruciale di tutti gli obblighi che questo provvedimento introduce, poi, in realtà, sia una figura molto vaga, difficile da reperire e ancora più difficile da formare. Altri Paesi - l'equivalente di ACN - hanno pagine nelle loro agenzie per la cyber dedicate proprio alla formazione dei funzionari della pubblica amministrazione che si occupano di cyber, e penso alla NCC inglese e alla ANSSI francese, mentre noi non abbiamo nulla di tutto questo. Quindi, forse dovremmo pensarci prima di varare un provvedimento in fretta e furia come stiamo facendo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.10 Pastorella, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.11 Manzi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.15 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.16 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'emendamento 8.20 Boschi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Questo emendamento e quello successivo - così li illustro in un unico intervento - cercano, come dicevo anche poc'anzi, di valorizzare le competenze dei responsabili per la cybersicurezza, che dovranno essere individuati da parte dei comuni, pubbliche amministrazioni e società controllate, secondo quanto previsto, appunto, dal DDL cybersicurezza che stiamo discutendo. Nel momento in cui si pone questo obbligo in capo agli enti locali e alle pubbliche amministrazioni, di individuare dei responsabili per la cybersicurezza il minimo che si possa fare è quello di prevedere quanto meno che ci possano essere corsi di formazione e poi corsi di aggiornamento costante, in modo tale che queste professionalità possano essere arricchite anche delle evoluzioni tecnologiche e delle nuove possibilità che una materia in così rapida trasformazione spesso genera anche in tempi molto ristretti.

Noi sappiamo che spesso abbiamo un problema anche legato all'età e, quindi, alle competenze che oggi troviamo all'interno di enti locali e di pubbliche amministrazioni, che già sono molto impegnati con le attività gravose che spesso ricadono su di loro, ma, nel momento in cui affidiamo loro questi ulteriori oneri e queste ulteriori responsabilità, sarebbe buona norma cercare anche di supportarli, viste anche le conseguenze cui possono incorrere in caso di violazione e in caso di inottemperanza. Al tempo stesso, proprio perché viene richiesta loro anche un'attività aggiuntiva, sia per valorizzare il loro lavoro sia eventualmente anche per spronarli a un impegno serio il fatto che possano essere anche valutati ai fini delle performance all'interno della pubblica amministrazione credo che sarebbe un elemento positivo. Tra l'altro, in questo caso - e parlo dell'emendamento successivo - è anche a costo zero e sostanzialmente non ha oneri per lo Stato. Quindi, non si capisce perché ci sia una contrarietà proprio in termini di impostazione da un punto di vista di merito da parte del Governo e della maggioranza su queste proposte.

Quello che è chiaro è che se l'obiettivo che vogliamo raggiungere è di carattere sostanziale, cioè quello veramente di mettere in sicurezza il perimetro nazionale, per farlo non basta scrivere una norma, non basta semplicemente pubblicare un testo in Gazzetta Ufficiale, ma occorre che ci siano le competenze adeguate e queste competenze vanno formate, magari anche in partenariato pubblico-privato, magari anche attraverso collaborazioni con le università, come si propone di fare questo emendamento. Tutto questo manca nella visione del Governo e tutto questo manca, nonostante abbiamo fatto numerose audizioni in Commissione in cui tutti - proprio tutti - gli auditi ci hanno ripetuto che è necessario intervenire con risorse finanziarie importanti e, soprattutto, è necessario intervenire proprio per quel lavoro di formazione per l'acquisizione di capitale umano di competenze necessarie a svolgere questi nuovi incarichi e queste nuove funzioni che oggi mancano, perché manca anche la programmazione nelle università di corsi adeguati. Allora, nel momento in cui cerchiamo di intervenire, facciamolo non semplicemente con norme scritte nell'acqua, ma cercando di trovare risposte concrete (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.20 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.21 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 10.15 Boschi parere favorevole con la riformulazione proposta. Poi vi è la seconda condizione della V Commissione (Bilancio), l'emendamento 10.300, su cui il parere è favorevole.

Sugli articoli aggiuntivi 10.023 e 10.024 Penza invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Ci legge la riformulazione, per cortesia?

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Al comma primo, capoverso m-bis), dopo le parole: “l'utilizzo della crittografia” aggiungere le seguenti: “anche a vantaggio della tecnologia blockchain”.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Onorevole Boschi, accetta? Bene.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.15 Boschi, come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.023 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.024 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unico emendamento ad esso presentato (Vedi l'allegato A).

Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Sull'emendamento 11.1 Boschi, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Ricordo che il parere del relatore e del Governo è contrario alla soppressione dell'articolo 11 e che chi intende sopprimerlo deve votare contro il mantenimento, chi invece intende mantenerlo deve votare a favore.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione… chiedo scusa, annullo l'indizione della votazione.

Passiamo all'emendamento 11.1 Boschi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Presidente, brevemente, solo per spiegare il senso dell'emendamento soppressivo. Quello che avevamo chiesto con più emendamenti in Commissione era una maggiore garanzia per intervenire su questo articolo 11, con cui il Governo supera la disciplina da sempre prevista dalla legge n. 689 del 1981 con riguardo al procedimento amministrativo sanzionatorio e, soltanto nel caso specifico delle disposizioni che entreranno in vigore con questo disegno di legge sulla cybersicurezza, affida all'Agenzia per la cybersicurezza nazionale il compito di individuare una disciplina del tutto nuova. Questo senza neanche aver individuato nella norma che attribuisce questo compito all'Agenzia criteri ben specifici e puntuali di come, poi, questo procedimento dovrebbe essere disciplinato e regolamentato nello specifico.

Abbiamo provato ad intervenire, cercando di inserire correttivi più puntuali, perché, in qualche modo, ci potessero essere garanzie di contraddittorio, di diritto di difesa, nello scambio che ci potrà essere anche tra i soggetti coinvolti una volta che verrà applicato questo nuovo procedimento. Dal momento che l'attribuzione di questa nuova possibilità regolatoria all'Agenzia è molto generica, vaga e indefinita, ritengo che, a questo punto, sia preferibile la proposta di soppressione dell'articolo e, quindi, rimanere nel procedimento attualmente vigente e che va più che bene da oltre 40 anni.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 11. Chi è a favore del mantenimento vota verde e chi è contrario rosso.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

L'emendamento 12.1 Pastorella è ritirato.

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Apprendo che l'emendamento 12.1 Pastorella è ritirato.

Sull'emendamento 12.200 delle Commissioni, il parere è favorevole.

Sugli emendamenti 12.102 Mauri e 12.100 Boschi, invito al ritiro o parere contrario.

Sull'emendamento 12.101 Pulciani, parere favorevole, così come sull'articolo aggiuntivo 12.0100 Pulciani, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 12.200 delle Commissioni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. A prescindere dal merito dell'emendamento, quello che voglio che resti agli atti anche dell'Aula e che ho già avuto modo di sottolineare in sede di Comitato dei diciotto è la gravità nella conduzione dei lavori da parte del Governo che si è verificata, nello specifico, con riguardo a questo articolo.

In Commissione, avevo proposto alcuni emendamenti all'articolo che stiamo discutendo, che riguarda il personale dell'Agenzia per la sicurezza nazionale e, in modo particolare, la disciplina del personale che proviene dalle Forze dell'ordine e dalle Forze armate, quindi il comparto sicurezza. È un emendamento che è stato a lungo discusso con il Governo, in un confronto che è durato diversi giorni, e che ha portato, alla fine, a una riformulazione da parte del Governo in Commissione. A seguito di questa riformulazione del Governo - ripeto, nemmeno dei relatori, ma una riformulazione del Governo -, l'emendamento è stato votato ed approvato all'unanimità, ovviamente con il parere favorevole del Governo visto che era loro la riformulazione, dalle due Commissioni coinvolte, la I e la II.

Quello che è accaduto è che, a distanza di pochi giorni, lo stesso Governo presenta un emendamento soppressivo, che, quindi, fa tornare al testo iniziale del Governo, vanificando tutto il lavoro fatto in Commissione e ponendo nel nulla l'emendamento approvato in Commissione, non per esigenze legate alle coperture, non per una condizione ex articolo 81, per rilievi della Ragioneria che, per quanto discutibili, talvolta si può anche comprendere che possano essere valutazioni successive che nelle Commissioni di merito a volte possono sfuggire. No, qui non è un problema di coperture, non è un problema di oneri, è un vero e proprio ripensamento nel merito da parte del Governo.

Io credo che non sia serio che il Governo, prima, lavori su una riformulazione, faccia votare un emendamento, peraltro dell'opposizione, quindi con un lavoro che è stato fatto dall'opposizione, all'unanimità e, due giorni dopo, cambi idea e dica al Parlamento che si torna indietro.

Trovo che questo sia un modo di fare sbagliato, scorretto, che limita e in qualche modo anche mortifica il lavoro parlamentare e il lavoro in Commissione, che peraltro noi su questo provvedimento abbiamo portato avanti con grande correttezza, con grande spirito costruttivo, con collaborazione, in tempi rapidi, come ci ha chiesto il Governo, con un numero di emendamenti contenuti.

Tutto questo ha portato, però, a un atto di estrema scorrettezza, per quanto mi riguarda, da parte del Governo, o, se vogliamo essere più buoni e più benevoli, di incapacità totale da parte del Governo di gestire l'emendamento e il provvedimento, perché funziona così, le amministrazioni si devono parlare tra loro, devono arrivare a una sintesi e il parere che viene espresso dal Governo impegna tutto il Governo in quel momento.

Allora, credo che questi episodi poi portino ovviamente anche le opposizioni a non poter fare affidamento sul lavoro che viene fatto in Commissione con il Governo, con la maggioranza, e soprattutto a ritenere che i pareri espressi dal Governo valgano sostanzialmente zero, anche quando c'è un impegno che porta il Parlamento, all'unanimità, a votare un emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.200 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.102 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.101 Pulciani, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.0100 Pulciani, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole con riformulazione in identico testo per gli emendamenti 13.101 Orsini, 13.102 Gardini e 13.103 Rosato. Leggo la riformulazione: al comma primo, primo periodo, dopo le parole: “aderenti all'Alleanza atlantica (NATO)”, aggiungere le seguenti: “o di Paesi terzi individuati con il decreto di cui al presente comma tra quelli che sono parte di accordi di collaborazione con l'Unione europea o con la NATO in materia di cybersicurezza, protezione delle informazioni classificate, ricerca e innovazione”.

Conseguentemente, al comma 2, lettera e), dopo le parole: “Paesi aderenti alla NATO”, aggiungere le seguenti: “o di Paesi terzi individuati con il decreto di cui al comma 1 tra quelli che sono parte di accordi di collaborazione con l'Unione europea o con la NATO in materia di cybersicurezza, protezione delle informazioni classificate, ricerca e innovazione”. Mentre sul successivo emendamento 13.5 Pastorella il parere è contrario, così come sull'articolo aggiuntivo 13.02 Casu.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 13.101 Orsini, su cui c'è una riformulazione. È d'accordo? va bene. Tutto il gruppo lo vuole sottoscrivere.

Passiamo all'emendamento 13.102 Gardini, su cui c'è una riformulazione. È d'accordo? Va bene.

Passiamo all'emendamento 13.103 Rosato, su cui c'è una riformulazione. È d'accordo? Va bene.

Avverto che, a seguito della proposta di riformulazione, accettata dai presentatori, gli emendamenti 13.101 Orsini, 13.102 Gardini e 13.103 Rosato risultano identici e pertanto verranno posti in votazione congiuntamente.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, il nostro è un intervento molto preoccupato. Ci siamo uniti alle parole della comunità internazionale e delle tantissime ONG che in Italia hanno chiesto lo stop all'invio delle armi in Israele. Lo abbiamo chiesto, come diceva quell'appello, perché, nonostante la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiedesse un cessate il fuoco immediato, il Governo israeliano continua a usare armi e munizioni esplosive in aree densamente occupate. Perché faccio questa premessa? Perché in tutto il mondo sta scoppiando un grande movimento di protesta, dalle università americane a quelle italiane, in cui ci si interroga sulle parole dei nostri Governi.

I nostri Governi hanno condannato l'escalation di guerra, che ha portato a 35.000 morti nella Striscia di Gaza e ancora oggi chiediamo un cessate il fuoco proprio perché quella popolazione è lì, chiusa a Rafah, senza via di uscita. Perché faccio questa premessa? Ho letto, la scorsa settimana, diversi articoli che dicono: disegno di legge sulla cybersicurezza, a sorpresa la maggioranza vota un bando alle aziende israeliane. Vorrei solo che leggessimo questo articolo. Non vedo embarghi, non vedo bandi, vedo semplicemente criteri di premialità. Ognuno di noi può decidere se è giusto, in un disegno di legge, mettere criteri di premialità per aziende che non siano italiane o che siano italiane o che siano europee e della NATO. Ve lo ripeto, fra l'embargo e la premialità possiamo non dover fare un emendamento per mettere la cybersicurezza israeliana fra gli elementi di premio, in questo momento storico? Un sussulto di dignità, visto che quell'appello, fatto la scorsa settimana, era falso. Non c'è alcun bando alle aziende israeliane, non c'è e non ci deve essere, non è questo l'oggetto.

Voi state equiparando le aziende di cybersicurezza israeliane alle premialità delle aziende italiane ed europee. Per noi è un problema politico, per questo voteremo “no”, e votatevelo voi proprio oggi che non c'è alcun cessate il fuoco e non c'è alcuna azione per tornare indietro (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è uno degli emendamenti che è nato male ed è cresciuto peggio. Noi, come Partito Democratico, ci asterremo e vorremmo rivolgere un invito al Governo e alla maggioranza. Il modo migliore per approcciarsi a questo emendamento è fare non uno, ma due passi indietro, è fare tabula rasa di tutto questo tentativo di imbragare la politica, per tornare alla condizione iniziale.

Perché dico questo, Presidente, al netto dei tecnicismi che possono interessare qualcuno, ma che non hanno interesse politico? Inizialmente qualcuno ha detto: è possibile che in questo disegno di legge non ci sia la parola “Italia” da nessuna parte? “Nazione”: non la troviamo scritta da nessuna parte? Allora, qualcuno ha detto: mettiamoci “premialità Italia”. Però, è brutto solo “Italia”, vabbè, mettiamoci almeno “Europa” ed è arrivato un emendamento che diceva “premialità Italia-Europa”. Poi, il Governo, che già aveva annunciato questa cosa, ma se ne era dimenticato, ha cambiato idea, ha detto: no, aggiungiamoci anche “NATO”. Si è fatta, quindi, una grande discussione in cui le regole di grammatica non erano presentissime in tutti coloro i quali l'hanno sostenuta e, alla fine, si è arrivati a quella soluzione che, però, ha aperto un'altra questione politica che è quella di eventuali Paesi, oltre quelli della NATO.

Allora, qui, ogni pezza che si è messa sul cammino di questo emendamento è stata una pezza dai colori sempre più sgargianti, che non ha fatto altro che mettere in evidenza che lì sotto c'è un buco. Per cui la verità è che l'unico modo per uscirne in maniera decorosa è tornare alla casella iniziale del gioco dell'oca, poi, i Governi comunque hanno la possibilità di intervenire su queste come su altre questioni. Per cui, la verità è che noi ci asteniamo perché non ci stiamo a giocare a questo gioco del più uno, più uno, più uno, che poi non porta da nessuna parte, anzi, se fosse possibile tecnicamente, inviteremmo anche la maggioranza e il Governo a fare tabula rasa di tutto poiché, per come si è evoluta la questione, anche oltre il tema della NATO, non ha fatto altro che creare ulteriori problemi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Ci tengo a fare una doverosa precisazione, anche per rispondere all'onorevole Mauri, perché proprio la costruzione di questo emendamento è l'emblema del metodo che abbiamo utilizzato in Commissione. Questo emendamento, che deriva da una proposta parlamentare, è stato discusso e la relativa riformulazione è stata costruita con il supporto e il contributo di tutti i gruppi parlamentari. Chi era presente in Commissione può confermare che è andata così. Quindi, a proposito di questa descrizione dei fatti rispetto a una confusione fatta dal Governo su un emendamento che è stato volutamente costruito da tutti i gruppi parlamentari, ricordo che la riformulazione me l'ha chiesta lei, onorevole Mauri, l'ultima, non questa, la penultima.

Pertanto, confermo lo spirito assolutamente costruttivo su questo tema, che ovviamente è rilevante. Alcuni ritengono questo emendamento probabilmente pleonastico, poco efficace, certamente non c'è un divieto nei confronti di aziende di altri Paesi. Come diceva l'onorevole Grimaldi sono criteri di premialità, quindi, secondo me stiamo alzando un polverone pure su una questione sulla quale non dovrebbe essere alzato, lo ripeto, proprio perché questo emendamento è stato costruito con il contributo, ampliato, di tutti i gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per una precisazione. Noi abbiamo contribuito alla costruzione letterale di un emendamento che era stato mal costruito; abbiamo dato un contributo formale, perché abbiamo trovato la maggioranza assolutamente in difficoltà: o, e, Italia, Nazione. Ce lo ricordiamo bene. Sottosegretaria, lei è stata sempre presente e ha fatto un lavoro enorme su questo, ma non abbiamo condiviso il merito dell'emendamento, abbiamo semplicemente cercato di contribuire con la nostra competenza a costruire una frase che avesse un senso, non solo giuridico, ma, anche, dal punto di vista dell'italiano.

Ed è condivisibile la prospettazione data dall'onorevole Mauri. È qualcosa che è sfuggito di mano e che poi, alla fine, si traduce in un coacervo di estensioni: l'Italia, l'Europa, i Paesi aderenti alla NATO e poi gli altri che saranno determinati, che hanno siglato accordi di cooperazione con un decreto. Insomma, possiamo dire che su questo emendamento la situazione vi è letteralmente sfuggita di mano e questo motiva la nostra convinta astensione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Io non dubito della buona volontà e dello spirito costruttivo del Governo, però, segnalo che si può compiere anche un errore all'unanimità e individuare la NATO come campo per il quale in automatico è riconosciuto un bonus ai Paesi che la compongono apre una piccola contraddizione rispetto alle nostre posizioni, anche di questo Governo, nel contesto del Consiglio d'Europa; questo perché all'interno della NATO c'è un Paese che si chiama Turchia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra) e questo Paese è allertato dal punto di vista del rispetto dei diritti umani e delle minoranze interne.

Ricordo che alcuni sistemi d'arma sono stati utilizzati come strumento repressivo nei confronti del popolo curdo. Da questo punto di vista, ritengo che questo emendamento, che probabilmente voleva fare bene, rischia di fare molto, molto male.

Su un terreno come questo bisognerebbe muoversi, credo, con grande attenzione e la grammatica non sempre risolve i problemi della geopolitica, questo mi pare il tema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Pellicini. Ne ha facoltà.

ANDREA PELLICINI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per ribadire ciò che ha detto la Sottosegretaria Siracusano. In Commissione, su questo emendamento, c'era stata veramente una convergenza dei gruppi. Si è parlato anche della NATO, è stata inserita la NATO nell'emendamento, si è parlato anche della Turchia e, alla fine, tutti abbiamo votato a favore, mi sembra, di questo emendamento. Quindi, oggi, il fatto di tornare indietro, soprattutto da parte del Partito Democratico, che ha contribuito alla stesura di questo emendamento, non si comprende (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.101 Orsini, 13.102 Gardini e 13.103 Rosato, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'emendamento 13.5 Pastorella.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Presidente, il collega Rosato ha presentato un emendamento per salvare il salvabile e cercare di mettere una pezza a una proposta emendativa che, benché costruita in maniera democratica, si è poi rivelata essere, per le ragioni esposte dai colleghi, molto complessa. Si tratta di una lista, tra l'altro, suscettibile di variazioni, perché gli accordi si fanno e si disfano; insomma, è una lista che non è facilmente individuabile e che non dà particolari sicurezze.

Il motivo per cui ho mantenuto, quindi, la mia proposta emendativa 13.5 è perché una maniera per tagliare la testa al toro è guardare al lato puramente tecnico, ovvero alla certificazione degli standard internazionali che garantiscono che i prodotti e servizi informatici utilizzati dai Paesi per le questioni di cybersicurezza abbiano tutti gli standard e i livelli che ci dobbiamo aspettare per la protezione della nostra sicurezza nazionale. Questo, tra l'altro, è anche l'orientamento della Commissione europea che sta ponendo, con il Cyber Resilience Act, standard minimi di sicurezza obbligatori per tutti i prodotti e i servizi che verranno messi in commercio nell'Unione europea, oltre ad aver fornito e sviluppato una serie di certificazioni che valgono in tutta l'Unione europea proprio per permettere, indipendentemente dalla provenienza geografica di questi componenti, la loro circolazione.

Soprattutto, qual è l'obiettivo? Non è solo la protezione della concorrenza, su cui anche in Commissione c'erano state diverse discussioni, ma è l'idea di cercare i prodotti e i servizi migliori che possano aiutarci a proteggerci da ovunque essi provengano, purché rispettino gli standard internazionali ed europei.

Quindi, il mio tentativo era di dire: usciamo da questa diatriba - è giusto la Turchia, è giusto Israele, è giusto qualcun altro - e cerchiamo di limitarci a guardare le caratteristiche tecniche di quello che ci serve come Paese per proteggerci dagli attacchi. Il parere negativo, quindi, non si comprende, anzi, inviterei i colleghi a riflettere su quello che sto dicendo, visto che mi sembra che entrambe le soluzioni, quella della lista e quella non della lista, non trovino un accordo unanime in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, noi capiamo l'intento dell'onorevole Pastorella nella redazione di questo emendamento e in fin dei conti ne apprezziamo lo spirito; tuttavia, non ne possiamo condividere il contenuto nella misura in cui, nell'adozione del decreto, ai fini dell'individuazione degli elementi essenziali di cybersicurezza si dice - nell'emendamento - che: “si tiene conto altresì di quanto previsto (…)”. Quindi, non si dà un carattere cogente a questa previsione, ma è semplicemente un'indicazione: si tiene conto. E questo elemento si rafforza, poi, nella proposizione successiva, laddove si dice: “e, laddove disponibili, si prediligono le certificazioni europee”.

Allora, questo lascia davvero il campo assolutamente aperto e fa venir meno la certezza sulla qualità dei prodotti tecnologici che, soprattutto in una materia così sensibile, quale quella della cybersicurezza, vogliamo inserire nel nostro ordinamento e soprattutto nel funzionamento delle nostre pubbliche amministrazioni. Per questo, non troviamo condivisibile questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.5 Pastorella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.02 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Sugli emendamenti 15.4 Casu e 15.12 Enrico Costa, invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 15.100 Pulciani, il parere è favorevole. Sull'emendamento 15.24 D'Orso, il parere è favorevole, con la riformulazione di cui do lettura: “al comma primo, lettera m), capoverso, secondo periodo, sostituire le parole: nell'ultimo capoverso dell'articolo precedente con le seguenti: nel terzo comma dell'articolo 628, nonché nel caso in cui il fatto sia commesso nei confronti di incapaci per età o per infermità”.

Sull'emendamento 15.32 D'Orso, invito al ritiro o contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 15.4 Casu.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per quanto riguarda questo emendamento, chiedo di ritornare con la memoria ai lavori della Commissione. Mi rendo conto che, anche da come li stiamo riportando, abbiamo un'interpretazione differente di quello che è avvenuto, però, leggendo i resoconti, leggo di un impegno che c'era stato, nei confronti non solo dell'allora emendamento 11.4 (oggi 15.4 Casu), ma anche degli analoghi emendamenti presentati a prima firma Bicchielli, Mollicone e Boschi.

Infatti, questo emendamento - ora 15.4 e originariamente 11.4 - tocca un punto emerso prepotentemente nelle audizioni che abbiamo avuto in Commissione e che era stato posto in maniera molto costruttiva al Governo. Era stato chiesto al Governo: costruite voi la riformulazione, noi avevamo identificato questa possibile formulazione di tale principio, ma se ne possono trovare tantissime altre. Porto a conoscenza tutti i parlamentari di quello che stiamo dicendo: stiamo prevedendo norme che stabiliscono l'utilizzo di alcuni sistemi di difesa dagli attacchi. Tuttavia, la difesa dal cyber attacco avviene anche attraverso la possibilità di fermare il soggetto offendente. Per fermare quest'ultimo, c'è una reazione da parte del sistema, che si difende.

Ora, per come sono scritte queste norme - e ce l'hanno detto molti giuristi intervenuti in audizione -, rischiamo di far verificare il paradosso per cui la gran parte degli attacchi arriva da Paesi che non sono europei, non sono l'Italia e sono fuori dall'applicazione di queste norme, mentre chi si difende in Italia viene sanzionato, perché il suo sistema, nel difenderlo, reagisce a questo attacco.

Ebbene, la definizione tecnica di come questo principio deve essere declinato può anche essere demandata. Tuttavia, è paradossale che non ci facciamo carico, oltre che del fatto che stiamo prevedendo oneri, ma non le risorse per fare sì che questi oneri vengano adempiuti, nemmeno del fatto che noi, non solo non sanzioneremo chi attacca in Italia, ma sanzioniamo chi in Italia si difende! Questo è il paradosso di tale legge! Questa è l'inutilità di questo passaggio!

Quindi, dato che in Commissione, su questo punto, c'erano quattro emendamenti - due di maggioranza e due di opposizione - e che proprio la Sottosegretaria Siracusano si è impegnata a portare una riformulazione che consentisse, in termini normativi, di intervenire, parlando con la giustizia, potete anche cambiare opinione e decidere di fare norme per sanzionare chi si difende in Italia (quindi, la cybersicurezza “all'incontrario”), ma per lo meno, dovete dirci come mai, rispetto a 4/5 giorni fa, in cui c'è stato un impegno, il Governo cambi opinione, spariscano gli emendamenti presentati dalla maggioranza - che, evidentemente, non si vuole più fare carico di questo tema - e si dia parere contrario su quello stesso emendamento che ci eravamo impegnati a riformulare.

Premetto: di fronte a una qualunque riformulazione, che inserisca un principio molto semplice - cioè che non possiamo sanzionare chi si difende da un attacco di qualcun altro -, collocandolo dove riterrete più opportuno nell'ordinamento, ma per dare una garanzia giuridica e demandando poi a tutte le valutazioni tecniche, sono pronto a ritirare questo emendamento. Infatti, il suo obiettivo non è creare un problema, ma di risolverlo. Esso nasce non da un attacco politico delle opposizioni, ma da una considerazione che giuristi di diversa estrazione, segnalati da forze politiche differenti in audizione, ci hanno manifestato. È un tema che, in qualche modo, va sciolto. A nostro avviso, deve essere fatto in Aula, perché altrimenti saranno altre le sedi nelle quali dovrà essere affrontato. Se si può trovare un'intesa su una possibile riformulazione, anche molto semplice, penso che facciamo una cosa giusta nei confronti di quella certezza del diritto che dobbiamo garantire alle persone che vogliono difendersi dagli attacchi cyber.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere, intanto, al collega Casu se posso sottoscrivere il suo emendamento, perché non ho ripresentato l'emendamento - che era sostanzialmente identico, insomma, molto simile a quello del collega Casu e che invece avevo presentato in Commissione -, proprio perché confidavo nell'impegno, che il Governo aveva assunto formalmente in Commissione, di trovare per l'Aula una formulazione, che magari fosse più puntuale e più corretta di quella che con il collega Casu e altri colleghi avevamo provato a offrire alle valutazioni del Governo e della maggioranza in Commissione, senza ottenere un parere favorevole.

Ora, il Governo, ovviamente, anche in questo caso, così com'è stato per il personale dell'Agenzia, ha preso impegni in Commissione con un unico obiettivo, quello di chiudere il prima possibile i lavori in Commissione, confidando nella buona fede, nella collaborazione e nello spirito costruttivo delle opposizioni. Infatti, c'era la fretta: dovevamo chiudere per forza in Commissione il mercoledì, perché evidentemente il giovedì e il venerdì il Governo e la maggioranza dovevano ripartire e avevano altro da fare. Quindi, ci hanno obbligato a stringere, a chiudere tutto il mercoledì, come se ci fosse chissà quale tagliola, per una volta che non è un decreto-legge e che non abbiamo neanche una procedura d'urgenza. Pertanto, abbiamo fatto affidamento su quello che ci ha detto il Governo, che si era assunto l'impegno di risolvere alcune questioni per l'Aula. Ovviamente, anche in questo caso, è un impegno tradito e, purtroppo, già immagino il finale del film. Forse il Governo vuole dirci che se ne fa carico al Senato? Forse il Governo vuole assumersi l'impegno a fare modifiche al Senato per i punti che sono rimasti irrisolti? Sono pronta a scommettere che, se anche lo facesse, sarebbe un impegno scritto nell'acqua, perché penso, per come abbiamo visto andare avanti l'attività del Governo e della maggioranza in questi due anni, che al Senato questo provvedimento non sarà modificato.

Il Senato sarà obbligato a prendere atto del lavoro che abbiamo fatto qui alla Camera e a chiuderlo il prima possibile perché c'è una conferenza stampa che il Governo vuole fare prima dell'inizio del G7, in cui deve presentare questo risultato, perché ci possa essere una notizia utile in vista delle europee e perché ci possa essere una bandierina in più da mettere.

Guardate, noi avremmo potuto fare un'opposizione su questo, anche politica; avremmo potuto votare contro, perché sappiamo benissimo qual è l'obiettivo, anche di campagna elettorale, che il Governo pone dietro a questo provvedimento e ai ritmi serrati che ci ha imposto - di fatto - su questo provvedimento. Eppure, non abbiamo avuto questo atteggiamento, perché pensiamo che su materie così importanti conti l'interesse nazionale e abbiamo messo da parte anche la normale, legittima e democratica dialettica politica, vista l'importanza del tema. Però c'è un limite: c'è un limite, anche da parte delle opposizioni, a quella che è la disponibilità di fronte ad un Governo che non si accontenta di portare a casa il risultato, grazie a un'opposizione che decide di non fare una battaglia politica, visto il tema, ma deve addirittura umiliarci, dicendo, in Commissione, che si prende impegni che poi tradisce in Aula.

Questo tema della legittima difesa è un tema che vi ritroverete, perché l'hanno posto tutti gli auditi in Commissione e i soggetti coinvolti nelle interlocuzioni che abbiamo avuto. Ma il Governo non ha la capacità politica e la capacità tecnica di risolvere questa questione: l'unica cosa che ci viene detta dal Governo e dal Ministro della Giustizia è: “noi, all'articolo 51, troviamo una soluzione alternativa”. Benissimo: siccome al Governo ci siete voi, la responsabilità ce l'avete voi. Avete voi fior fiore di esperti pagati da tutti i contribuenti italiani che lavorano per il Governo. Trovatela, questa soluzione. Non siate stati capaci di trovarla e sono sicura che non la troverete nemmeno al Senato, creando un danno e un problema. Ve l'hanno detto non i colleghi delle opposizioni, per carità; ve l'hanno detto tutti gli auditi che si occupano di queste materie dalla mattina alla sera e che abbiamo ascoltato in Commissione.

Peccato che il Governo non si sia degnato di venire in Commissione a sentire le audizioni. C'eravamo noi dell'opposizione e pochi di più. Forse, se il Governo avesse partecipato alle audizioni - non è obbligato a farlo, per carità - e avesse ascoltato gli esperti, si sarebbe reso conto che c'era qualcosa da risolvere, in questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Come MoVimento 5 Stelle, andremo anche oggi a esprimere, coerentemente, un voto di astensione, così come l'abbiamo espresso in sede di Commissione, e ne abbiamo spiegato le ragioni. Il collega Casu sa bene quali sono le motivazioni; però, le voglio esprimere e spiegare anche a quest'Aula. Noi condividiamo l'esigenza di trovare una soluzione a questo problema che, effettivamente, è stato posto da molti auditi e da molti addetti ai lavori; però, non condividiamo la formulazione di questo emendamento: ovvero, il suo inserimento all'interno dell'articolo 52 del codice penale, che è una norma di principio, una norma cardine del nostro sistema penale, che si applica a tutte le fattispecie; una norma generale, quindi. Creerebbe sicuramente una distonia innestare quanto è oggetto dell'emendamento sull'articolo 52.

Faccio un esempio che, effettivamente, non avevo fatto forse in sede di Commissione. Si va, per esempio, a innestare questa “legittima difesa cibernetica”, possiamo dire così - non so neanche se il termine è corretto -, nel comma che dà per scontato, in qualche modo, il rapporto di proporzione tra offesa e difesa. Ora, anche questo probabilmente dovrebbe essere un punto di approfondimento e di ragionamento; insomma, di cautela. Perché, effettivamente, dovremmo anche chiederci se anche questo tipo di principio può essere applicato in questa fattispecie così tanto delicata, e così tanto complessa e diversa rispetto a quella ove è solito applicarsi. È solo un esempio dei problemi che si possono porre a innestare nell'articolo 52 questa nuova fattispecie.

Tutti ci aspettavamo però - perché, in effetti, eravamo rimasti così in Commissione - che il Governo si facesse carico - perché si era reso disponibile in tal senso - di trovare una soluzione alternativa, che poteva essere, ad esempio, quella di una norma di chiusura all'interno della sezione dedicata ai reati informatici di cui stiamo parlando. Il punto, quindi, è questo: ci si aspettava effettivamente la soluzione di un nodo - un nodo che verrà al pettine - e questo impegno non è stato rispettato. Quindi, se c'è qualcosa effettivamente da stigmatizzare in questa sede è che vi è un Governo che non ha avuto la capacità, nei giorni che ci sono stati tra i lavori in Commissione e i lavori in quest'Aula, di costruire una norma che potesse cesellare, soddisfare un po' tutti o, quantomeno, rispondere alle esigenze che, anche dopo l'emanazione di questo disegno di legge, continueranno a rappresentarsi.

Quindi, il nostro voto è di astensione, però con stigmatizzazione della condotta del Governo, che non è stato in grado di trovare una soluzione alternativa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà, per un minuto.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo considerato strategico il tema della cybersicurezza e, quindi, abbiamo cercato di collaborare attivamente a questo processo legislativo che si è svolto in Commissione. Devo dire che l'abbiamo fatto con passione, insieme con le altre opposizioni. Il risultato che otteniamo è del tutto inappagante, anche perché molti dei nostri temi non sono stati accolti. Abbiamo anche dato la disponibilità ad aprirci a riformulazioni: quindi, non ci siamo necessariamente legati al tenore letterale del singolo emendamento. E poi abbiamo visto questi strappi continui con la maggioranza: ciò che viene detto e poi viene revocato. Questo mina un rapporto di fiducia. L'abbiamo già visto, gravemente, parlando dell'autonomia differenziata. Davvero avremmo sperato che quell'esperienza servisse per ricostruire un rapporto di fiducia, ma vediamo, con rammarico, che questo non è. Siamo davvero dispiaciuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.4 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.12 Enrico Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.100 Pulciani, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Passiamo all'emendamento 15.24 D'Orso, che è stato riformulato dal relatore. Pertanto, chiedo all'onorevole D'Orso se accetti o meno la riformulazione.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Sì, accetto la riformulazione. Posso fare la dichiarazione di voto sul testo riformulato?

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Ringrazio la Sottosegretaria Siracusano, perché ha interpretato la sensibilità di questo emendamento, che vedeva la mia prima firma e che mira a inserire una un'aggravante quando la nuova forma di estorsione, a mezzo della commissione di reati informatici - come, per esempio, l'accesso abusivo alle banche dati - viene perpetrata ai danni di persone vulnerabili.

Io avevo individuato persone minori di età o persone diversamente abili. Il Governo, però, ha riformulato rispettando assolutamente lo spirito dell'emendamento, con una locuzione che, per la verità, può anche essere più ampia cioè: “nei confronti di incapaci per età o per infermità”.

È la stessa locuzione che viene prevista per mantenere la procedibilità d'ufficio anche laddove ci siano reati che sarebbero procedibili a querela, proprio perché è la tipica locuzione, è la tipica norma che va a prevedere una speciale tutela per le persone vulnerabili. Quindi, lo spirito dell'emendamento è assolutamente stato rispettato e, per questo, ho accolto la riformulazione, che ringrazio, perché va verso quella sensibilità che avevamo sollecitato da parte del Governo e delle forze di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.24 D'Orso, come riformulato, per la parte non già assorbita dall'approvazione dell'emendamento Pulciani 15.100, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.32 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Su tutti gli emendamenti all'articolo 16 vi è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.4 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.3 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.5 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.9 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

Sull'articolo aggiuntivo 16.02 Gianassi il relatore ha dato un parere contrario e il Governo ha espresso un parere conforme a quello del relatore.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.02 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e dell'unico emendamento ad esso presentato (Vedi l'allegato A).

Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento - 18.1 Enrico Costa - interamente soppressivo dell'articolo, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 18.1 Enrico Costa.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Sull'emendamento 18.1 Enrico Costa vi è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Parere conforme.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Penso che saremo pochissimi a votare questo emendamento soppressivo, ma ci tengo a esporre all'Aula le ragioni. Allora, non mi stupisce che il MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico e altri votino contro questo emendamento. Mi stupisce che lo faccia la maggioranza. Perché? Perché questo emendamento tocca il tema delle intercettazioni.

Noi abbiamo una disciplina delle intercettazioni a doppio binario: da una parte, le intercettazioni per mafia, terrorismo e criminalità organizzata, con un binario più flessibile, meno presupposti e più tempo per intercettare; dall'altra, abbiamo i reati cosiddetti comuni (intercettabili) che necessitano di presupposti più pregnanti. Abbiamo l'articolo 15 della Costituzione che garantisce la riservatezza delle comunicazioni, quindi si chiede una motivazione sui gravi indizi di reato e la necessità assoluta delle intercettazioni per andare avanti con le indagini.

Oggi cosa stiamo facendo? Stiamo prendendo dei reati comuni, cioè i reati di accesso abusivo al sistema informatico, li stiamo togliendo dal binario dei reati comuni, per i quali il giudice deve motivare molto e ha una durata più limitata, e li stiamo buttando nel binario della mafia e del terrorismo.

Questo esercizio era già stato fatto in un precedente decreto e noi avevamo denunciato questo fatto. Mi stupisce - dicevo - che la maggioranza voti a favore di questo, perché la maggioranza ha sempre sostenuto la forza di questo doppio binario e il non inquinamento di questo doppio binario.

Chi è che andava a confondere i due binari? Il Ministro Bonafede, l'ha fatto moltissime volte. Tant'è che uno dei primi provvedimenti di questa maggioranza è stato quello di restituire alcuni argomenti, ossia togliere - pensiamo all'articolo 4-bis, pensiamo al tema dei reati ostativi -, dai reati ostativi alcuni reati che Bonafede aveva introdotto.

Ora, quindi, andiamo oggi ad inquinare quel doppio binario. Ritengo che questo tema sia da porre all'ordine del giorno, soprattutto per la sensibilità delle forze politiche che lo hanno manifestato. Guardate, non è un aspetto politico, ma è un aspetto sistematico.

Semplicemente, non andiamo a contraddirci e garantiamo che questi due binari viaggino paralleli, che per mafia, terrorismo e criminalità organizzata ci sia una maggiore flessibilità per il magistrato e che per gli altri reati ci sia una motivazione, come prevista dal codice.

Quindi, invito la maggioranza, il relatore e il Governo a riflettere su questo tema, perché ritengo sia una questione di buon senso, al di là dei pochi reati che si spostano da un binario all'altro.

È una questione di sistema e anche di coerenza normativa (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Invito il relatore ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 18.01 Gianassi.

CIRO MASCHIO, Relatore per la II Commissione. Su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 18 vi è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.01 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.02 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e degli identici emendamenti ad esso presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Sulle proposte emendative, vi è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

TULLIO FERRANTE, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Parere conforme.

PRESIDENTE. Poiché all'articolo 22 sono riferiti solo gli identici emendamenti 22.100 Dori, 22.102 Gianassi e 22.101 D'Orso, integralmente soppressivi dell'articolo medesimo, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Abbiamo presentato questo emendamento soppressivo, perché esprimiamo preoccupazione rispetto alla formulazione di questo articolo 22, in realtà frutto di una riformulazione del Governo in Commissione. Effettivamente, la riformulazione è andata a tamponare parzialmente, ma permangono le preoccupazioni rispetto all'esito di questo articolo.

Si parla di ispezioni. Si interviene, infatti, sulla legge n. 1311 del 1962, quindi, sugli ispettori del Ministero della Giustizia che, in questo modo, avrebbero un ulteriore compito, una facoltà, la possibilità di essere inviati – com'è scritto nella formulazione di questo articolo 12 - per verificare il rispetto delle prescrizioni di sicurezza negli accessi alle banche dati in uso presso gli uffici giudiziari.

A nostro parere, questa formulazione è assolutamente fumosa. Cosa significa? Forse il Governo dovrebbe chiarire il significato di rispetto delle prescrizioni di sicurezza. Quali sono queste prescrizioni di sicurezza? È vero, nella formulazione precedente vi era direttamente la verifica degli accessi. Qui almeno sembra parzialmente una formulazione migliorativa, ma in realtà non chiarisce, sembra più che altro una foglia di fico per tenere tranquilla l'opinione pubblica, ma nella sostanza c'è il timore che gli ispettori ministeriali - che non hanno funzioni giurisdizionali, ma sono organi amministrativi con funzioni amministrative - possano in qualche modo fare verifiche senza capire di che natura possano essere. Quindi, chi chiarirà cosa significa prescrizioni di sicurezza negli accessi? Forse un decreto ministeriale? Quindi, il Ministro della Giustizia stabilisce come dovrà essere effettuato l'accesso su banche dati in uso presso gli uffici giudiziari. A nostro parere, in generale, risulta in linea con una forma di pressione anche rispetto all'attività giudiziaria e, a nostro parere, questo è assolutamente inaccettabile. Per questo, voteremo a favore della soppressione di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi abbiamo presentato un emendamento integralmente soppressivo di questo nuovo articolo 22, che è stato introdotto in sede emendativa in Commissione.

Fin dai lavori in Commissione, abbiamo subito evidenziato le criticità e la fortissima preoccupazione e contrarietà rispetto a questa innovazione. Perché? Come diceva il collega Dori, c'è un problema di fondo, anzi più di uno. Intanto, la locuzione “prescrizioni di sicurezza” è oggi una locuzione assolutamente vaga, perché non è stata introdotta alcuna normativa organica e uniforme su tutto il territorio nazionale che disciplini e garantisca i medesimi standard di sicurezza e le medesime procedure in tutti gli uffici giudiziari. In assenza di una normativa del genere, viene il legittimo sospetto che questa disposizione possa, e, forse, voglia essere il grimaldello attraverso il quale gli ispettori ministeriali - quindi, il Governo e il potere politico - possano esercitare un controllo nel merito delle inchieste, e, quindi, alcune indebite ingerenze, con violazione, peraltro, del segreto investigativo in un momento delicatissimo delle indagini. Il sospetto perché è legittimo? Almeno per due ragioni.

La prima ragione, che è saltata agli occhi già in Commissione, è la relazione tecnica di accompagnamento alla riformulazione dell'emendamento Costa. Infatti, nella relazione tecnica leggiamo questo: si prevede che nell'ambito delle ispezioni parziali disposte dal Ministero della Giustizia negli uffici giudiziari, al fine di accertare la produttività degli stessi nonché l'entità e la tempestività del lavoro di singoli magistrati, venga altresì verificata la regolarità degli accessi alle banche dati.

A parte il fatto che non comprendo la correlazione tra una verifica sulla produttività, sulla tempestività e quant'altro e una verifica di questo genere sulle prescrizioni di sicurezza. Inoltre, vediamo che le prescrizioni di sicurezza improvvisamente si trasformano, in una relazione di accompagnamento, che comunque vale per andare a interpretare la norma, in regolarità degli accessi, formula ancora più ampia e che ancora di più si presta a un'interpretazione anche relativa al controllo di merito sulle indagini. Infatti, se devo chiedere chi sono i soggetti bersaglio di un accesso, perché devo verificare quale tipo di irregolarità o le ragioni che giustificano l'accesso, sto facendo un controllo nel merito dell'inchiesta e sto anche violando il segreto investigativo.

Aggiungo: il sospetto che sia questa la finalità è ancora più legittimo, per il clima che stiamo respirando, negli ultimi giorni in particolare, perché abbiamo un clima che è assolutamente incendiato, per esempio, dalle dichiarazioni di un esponente del Governo.

Mi riferisco alle dichiarazioni del Ministro Crosetto, che parla di magistratura politicizzata, di magistratura fuori controllo. Abbiamo un capogruppo, il collega capogruppo della Lega, Molinari, che dice sì, magistrati fuori controllo, ma quasi quasi, insomma, poi va a declinare soluzioni a questi problemi, cioè separazione delle carriere, rivedere l'obbligatorietà dell'azione penale, pensare a un ruolo diverso del pubblico ministero, che in altri Paesi risponde alle direttive del Ministro della Giustizia.

Io intanto ringrazio per il suo tramite, Presidente, il collega Molinari, perché finalmente ha gettato la maschera, ha fatto un'operazione verità, ha svelato tutte le ipocrisie di questo Governo e ci sta dando elementi per andare proprio nella direzione che ci preoccupa, ovvero che questo Governo e queste forze di maggioranza vogliano portare i pubblici ministeri sotto il potere dell'Esecutivo, sotto il potere, quindi, del Governo, della maggioranza di turno o, comunque, del potere politico in generale.

Mi pare evidente che ci sia un'anticamera a tutto questo, che questo emendamento - introdotto in questo clima e con queste dichiarazioni più o meno formali che lo accompagnano - vada solamente in questa direzione.

Pertanto, chiaramente, vi è assoluta contrarietà per il mantenimento di questo articolo 22. Al contrario, sarebbe stato per noi fondamentale l'accoglimento del nostro emendamento soppressivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo della norma e, quindi, voteremo contro il mantenimento dell'articolo. Pensiamo che il Governo, con questo intervento, con la riformulazione di un emendamento, inserisca all'interno del provvedimento una norma che può avere conseguenze pericolose.

Stiamo toccando il tema del contrasto, della prevenzione degli accessi abusivi alle banche dati, che è un tema enormemente importante, venuto alla ribalta delle cronache. Su questo tema c'è un impegno del Parlamento, delle Commissioni competenti, perché occorre fare il massimo sforzo per costruire un sistema impermeabile rispetto agli accessi abusivi alle banche dati. Di fronte a questa consapevolezza e al lavoro in corso, questo intervento a gamba tesa del Governo non solo non ci convince, ma lo reputiamo pericoloso, perché il Governo stabilisce che l'ispettorato di vigilanza del Ministero - che è un organo amministrativo, alle dipendenze del Ministero della Giustizia, che è un organo politico - può effettuare attività di verifica sulle prescrizioni in materia di sicurezza e, quindi, regolarità di accesso alle banche dati. Stiamo parlando dell'accesso disposto dalla polizia giudiziaria per conto della procura della Repubblica durante le indagini penali, che sono segrete e riservate.

Si consente, dunque, a un organo amministrativo alle dipendenze dell'organo politico di esercitare un potere estremamente delicato, in presenza di un Governo che ha dato prove straordinarie sul tema del rispetto della segretezza e mi riferisco, esattamente, al Ministero della Giustizia e al Sottosegretario alla Giustizia, onorevole Delmastro, che ha dimostrato di non avere cura della segretezza delle informazioni di cui dispone, e mi riferisco a questa maggioranza e a questo Governo, che ha scatenato l'inferno sulla vicenda pugliese, dove non c'è un Presidente di regione, un sindaco indagato, ma tace di fronte a quello che avviene in Liguria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Allora, se permettete, per noi non esiste alcuna fiducia rispetto a un Governo che, attraverso una modifica normativa, attribuisce un potere all'ispettorato alle dipendenze del Ministero su materie che riguardano la segretezza delle indagini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Per questo motivo, anche a fronte delle mancate risposte che abbiamo avuto in Commissione, abbiamo presentato un emendamento abrogativo e voteremo contro il mantenimento della norma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Da questi tre interventi mi sento un po' tirato in ballo, perché era mio l'emendamento che, essendo stato approvato in Commissione, è diventato l'articolo 22.

Mi stupisce questa allergia di alcune forze politiche ai controlli nell'ambito delle procure, perché poi, alla fine, si tratta di controlli ispettivi, nell'ambito delle procure. Quali sono gli interessi tutelati, in questo caso, da questo articolo? Il riserbo durante le indagini e il segreto istruttorio. Non è una forma di controllo politico nei confronti dei magistrati, è una valutazione - devo dire anche statistica - che ci può essere sugli accessi alle banche dati.

Noi abbiamo avuto, recentemente, una situazione assolutamente all'ordine del giorno mediatico di accessi spropositati alle banche dati. Abbiamo la Commissione antimafia che si sta occupando di questi casi, abbiamo il procuratore Melillo e il procuratore Cantone che sono venuti a porci questo tema e oggi, in un emendamento, diciamo che i poteri ispettivi del Ministero della Giustizia si debbono estendere alle prescrizioni di sicurezza degli accessi alle banche dati, e se ne fa un dramma, da alcune forze politiche?

A me questa cosa pare davvero strana.

Io penso che ci debba essere una valutazione e poi, a fare gli accessi abusivi, mica è detto che sia il procuratore o che sia il collega, può essere l'usciere, può essere il cancelliere, può essere il segretario. Io ritengo che ci debba essere una garanzia. Il Ministro della Giustizia è il titolare dell'azione disciplinare e l'azione disciplinare si estende anche al rispetto del segreto istruttorio, quindi non vedo assolutamente quale possa essere il dramma, quale possa essere il problema nell'approvare una norma di questo genere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Io credo che sia abbastanza chiaro qual è il problema e lo dico al collega Costa, che con me è stato al Ministero della Giustizia. Ci sono molti casi, nel nostro ordinamento, di strumenti di controllo, ma sono sempre riferiti a organi di carattere giurisdizionale. Il fatto che questo strumento di controllo sia collocato presso un soggetto amministrativo che risponde direttamente al Ministro e il Ministro, tramite questo strumento, possa introdursi all'interno di banche dati che sono connesse fortemente all'attività di indagine, a mio avviso rischia un cortocircuito che ha molto a che vedere con il tema della separazione dei poteri. Per questo motivo io inviterei a riconsiderare la scelta che si sta facendo, perché non vorrei scoprire, strada facendo, che noi stiamo aprendo la strada a forme di controllo improprio, che possono realizzare, davvero, scenari poco positivi per la nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 22.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 23.1 Bonafe'.

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.1 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.3 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.4 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Passiamo all'emendamento 23.5 Bonafe'. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie Presidente. Stiamo arrivando agli ultimi emendamenti. Questo a firma Bonafe' è un emendamento che introduce un principio molto semplice. Io invito anche l'Aula a soffermarsi. Noi chiediamo semplicemente di poter utilizzare le risorse dei ribassi d'asta relative ai progetti sulla digitalizzazione che sono presenti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Voi considerate che, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, c'è un forte impatto, attraverso miliardi di euro di interventi diretti ma anche attraverso un'attività indiretta, sulla sfida della digitalizzazione del Paese. Sono destinati, già dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, oltre 600 milioni di euro proprio all'aspetto della cybersicurezza. Però, c'è un piccolo problema: le grandi democrazie del mondo investono molto di più sulla cybersicurezza, in funzione di ciò che si digitalizza. Perché è molto semplice: quando si crea un nuovo spazio, garantire la sicurezza di quello spazio è un requisito necessario e indispensabile. Per farlo servono risorse. Ora, non volete destinare nuove risorse, ma, se proprio in quei bandi sulla digitalizzazione, si verifica un ribasso d'asta, quindi c'è un risparmio, almeno quelle risorse automatiche mettiamole sulla difesa del nostro sistema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.5 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Passiamo all'emendamento 23.11 Auriemma. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, qui arriviamo al nodo dei nodi di questo provvedimento: invarianza di bilancio. Il Governo non ci mette un centesimo. É bene che, nell'analisi tecnico-normativa che accompagna il provvedimento, si legga l'ambizioso obiettivo del provvedimento di prevenire minacce alla sicurezza informatica con specifiche procedure volte a rendere più immediato l'intervento dell'Agenzia ai fini di prevenzione degli attacchi e delle loro conseguenze, nonché del ripristino rapido della funzionalità dei sistemi informatici. Si continua con un messaggio di grande impatto, perché si vuole rendere più elevata la capacità di protezione e risposta alle emergenze cibernetiche. Si aggiunge: l'attuale contesto geopolitico è caratterizzato dai gravi conflitti internazionali e favorisce l'incremento delle minacce informatiche e richiede, pertanto, - qui si aggiunge addirittura - in modo sempre più incalzante il raggiungimento di un alto livello di cybersicurezza, attraverso l'attuazione di efficaci misure di gestione dei relativi rischi e la necessità di un'immediata e quanto più completa conoscenza situazionale.

Ebbene, tutto questo il Governo pensa di farlo senza metterci un centesimo. Allora, viene il sospetto che tutto questo provvedimento, che ci ha impegnato così a lungo anche oggi in Aula, sia esclusivamente una scatola vuota che non avrà alcun effetto concreto. Allora, bisogna ricordare in questa sede che l'Italia è, tra i Paesi del G7, all'ultimo posto per quanto riguarda il rapporto tra le spese per la cybersicurezza e il PIL. Pensate, gli Stati Uniti spendono lo 0,34 per cento del proprio PIL; il Regno Unito lo 0,29 per cento; Francia e Germania lo 0,19; l'Italia spende lo 0,12 per cento. Siamo il fanalino di coda e, quindi, sarebbe stato necessario investire delle somme su questa importante sicurezza cibernetica, ma così non è. Quindi, noi fronteggiamo, secondo l'opinione e la prospettiva del Governo, questa gravissima minaccia, come si legge nella stessa analisi tecnico-normativa, senza dare nessuno strumento alle amministrazioni pubbliche. Le amministrazioni pubbliche dovrebbero organizzare dei validi sistemi di copertura cibernetica e istituire i referenti per la sicurezza cibernetica, senza nessun euro da parte del Governo. Si chiama propaganda, si chiama propaganda elettorale. E questo è davvero grave (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che avvenga, soprattutto considerando la natura strategica del tema della cybersicurezza e l'importanza che affrontare in maniera seria e costruttiva questo problema determinerebbe per la vita, non solo della Nazione - questo termine alla maggioranza tanto caro - ma degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.11 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.12 Casu, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Passiamo all'emendamento 23.13 Casu. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Caro Presidente, questo è l'ultimo emendamento e, come il primo emendamento, affronta questo grande tema dell'invarianza finanziaria, il grande tallone d'Achille di questo provvedimento. Ma, lo fa in una maniera originale: qui non stiamo nemmeno chiedendo di stanziare delle risorse, ma almeno di prevedere un fondo unico in cui, quando vi renderete conto che le dovrete stanziare, possano essere riversate. Ecco, non prevedere nemmeno l'esistenza di questo fondo è in contraddizione palese e totale nei confronti della Strategia nazionale per la cybersicurezza, la quale prevede che l'1,2 per cento degli investimenti lordi dello Stato vengano stanziati per la cybersicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Da questo punto di vista, noi vi chiediamo veramente una cosa sola, a questo punto. Io, sentendo gli interventi che ci hanno preceduto, mi sono reso conto di una cosa. Mi chiedevo: perché? Penso di aver capito alla fine, dopo tutti questi emendamenti, a cosa serve questo provvedimento. Questo provvedimento è una straordinaria azione di scaricabarile da parte del Governo. Il Governo vuole dire a soggetti che non saranno in grado di realizzarla: ecco, noi ci occupiamo di cybersicurezza, scriviamo le norme, fatela questa cybersicurezza. Tutto ciò per poter dire: ve l'avevamo detto come fare, potevate farla, dunque la responsabilità è vostra. Anzi, dimettetevi voi, se continuano ad aumentare gli attacchi. Dimettetevi voi, se l'Italia è un colabrodo dal punto di vista della difesa.

Ecco, noi questo scaricabarile non lo vogliamo e non lo possiamo permettere. Di fronte al rischio che hanno il nostro Paese, la nostra economia, i nostri dati, il nostro futuro, noi dobbiamo agire in maniera solidale, unendo e coinvolgendo tutti, responsabilizzando tutti e dotando tutti di strumenti adeguati. Per questo vi chiediamo, perlomeno, di riconoscere un fondo. Se non volete mettere risorse, almeno non andate contro il buon senso e riconoscete che questo fondo deve esistere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.13 Casu, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1717-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento, onorevole Matilde Siracusano, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, mi scusi, dovrei chiederle 10 minuti di sospensione per completare l'istruttoria, se è possibile.

PRESIDENTE. Va bene. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 19,10.

La seduta, sospesa alle 19, è ripresa alle 19,20.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Invito la Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento, onorevole Matilde Siracusano, ad esprimere i pareri sugli ordini del giorno.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/1 Paolo Emilio Russo il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/2 Alfonso Colucci il parere è favorevole con riformulazione nel senso di espungere le premesse e riformulare il dispositivo nei seguenti termini: “ferme restando le prerogative parlamentari, a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni in esame e, in occasione dell'adozione di provvedimenti successivi, a dotare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, il provvedimento di risorse finanziarie congrue e adeguate alla sua effettiva implementazione e attuazione”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/3 Auriemma il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/4 Alifano il parere è favorevole con riformulazione nel senso di espungere le premesse e riformulare il dispositivo nei seguenti termini: “ferme restando le prerogative parlamentari, a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)” e poi il resto del dispositivo resta intatto.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/5 Penza il parere è favorevole con riformulazione nel senso di espungere le premesse e riformulare il dispositivo nei seguenti termini: “ferme restando le prerogative parlamentari, a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/6 Cafiero De Raho il parere è favorevole con riformulazione nel senso di espungere le ultime due premesse e riformulare il dispositivo nei seguenti termini: “impegna il Governo, ove intenda intervenire sulla materia, a non innovare la disciplina delle intercettazioni in senso peggiorativo con riguardo alle più gravi manifestazioni delittuose sulle quali prospera la criminalità organizzata e ancor più la mafia”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/7 D'Orso il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/8 Pastorella il parere è favorevole con riformulazione nel senso di espungere l'ultima premessa e riformulare il dispositivo nei seguenti termini: “a valutare l'opportunità di emanare con la massima urgenza linee guida per i soggetti pubblici di cui all'articolo 1 del disegno di legge in esame, che definiscano le modalità di implementazione delle misure di gestione dei rischi di cybersicurezza, anche al fine di evitare più efficacemente il verificarsi di incidenti informatici”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/9 Ruffino il parere è favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “a valutare l'opportunità di prevedere un'attività di supporto da parte dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale attraverso l'adozione di linee guida”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/10 Grippo il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/11 Zaratti il parere è favorevole con riformulazione nel senso di: espungere le premesse; riformulare il primo capoverso del dispositivo nei seguenti termini: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere nel prossimo disegno di legge di bilancio investimenti atti a (…)” e poi rimane intatto; sul secondo capoverso del dispositivo il parere è contrario perché in realtà è stato superato dalla riformulazione fatta in Aula dell'emendamento D'Orso; poi riformulare il terzo capoverso del dispositivo nei seguenti termini: “a proseguire nell'attuazione degli (…)”; riformulare il quarto capoverso del dispositivo nei seguenti termini: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere l'assegnazione all'ACN di risorse economiche e unità di personale per far fronte alle nuove funzioni che le sono e le saranno attribuite”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/12 Alessandro Colucci il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/13 Zanella il parere è favorevole con riformulazione nel senso di: espungere la quinta e l'ottava premessa; riformulare il primo capoverso del dispositivo nei seguenti termini: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere l'assegnazione all'ACN di risorse economiche e unità di personale per far fronte alle nuove funzioni che le sono e le saranno attribuite”; sul secondo capoverso del dispositivo, invece, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/14 Ghirra il parere è favorevole con riformulazione nel senso di espungere la seconda e la quinta premessa e riformulare il dispositivo nei seguenti termini: “a proseguire nell'attuazione degli investimenti (…)” e poi il resto rimane intatto.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/15 Enrico Costa il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/16 Pellegrini il parere è favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “a valutare l'opportunità di informare il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sugli esiti del procedimento di cui in premessa”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1717-A/17 Dori e n. 9/1717-A/18 Casu il parere è contrario.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/1 Paolo Emilio Russo il parere è favorevole. Se siamo d'accordo procediamo.

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/2 Alfonso Colucci il parere è favorevole previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, un chiarimento. Mi pare che vengano espunte integralmente le premesse - così ho capito - e venga riformulato l'impegno, nel senso della compatibilità con le esigenze di bilancio. Mi pare di aver capito questo.

Presidente, non posso accettare questa riformulazione e chiederei che venga messo ai voti, per la ragione essenziale che le premesse indicano molto bene il contenuto di questo ordine del giorno e, dalla mia prospettiva, sono indeclinabili, perché rivendicano la necessità di uno stanziamento importante da parte del Governo sul tema della cybersicurezza, per rendere efficiente questa normativa, una normativa che noi riteniamo già contenutisticamente carente, ma che diventa completamente inutile nella misura in cui non ci sia una dotazione adeguata.

Quindi, in realtà io capisco che possa essere recepita come nota critica chiedersi come possano essere raggiunti gli obiettivi e perseguite le finalità sopra indicate in assenza di stanziamenti, ma questo è proprio il contenuto dell'ordine del giorno.

D'altra parte, anche il riferimento, che io capisco possa essere scomodo, sulla soppressione dell'articolo 7 dell'originario testo, che è stato sostituito con una norma che emenda quelle carenze - ne parleremo dopo - dell'attribuzione alla ANC delle funzioni relative all'intelligenza artificiale, e che, al contempo, riconosce delle competenze sui sistemi di crittografia senza debitamente contemperare le esigenze della privacy e anche dei rapporti con strutture che siano non solo nazionali, ma anche estere nell'utilizzo della tecnologia della crittografia.

Per cui non possiamo accogliere la cancellazione di queste premesse e, seppure l'impegno possa essere in astratto condivisibile, perché è evidente che l'impegno di spesa deve essere compatibile con le esigenze di bilancio, la trasformazione che ne viene con questa riformulazione data mi impedisce di accoglierlo. Per cui, Presidente, le chiederei la gentilezza di metterlo ai voti di quest'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/2 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/3 Auriemma c'è il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/3 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/4 Alifano il parere è favorevole previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. La riformulazione, per il vero, un po' ci fa soffrire e l'espunzione delle premesse intere ci dà qualche attimo di perplessità. Comunque, penso sia opportuno in ogni caso accogliere la riformulazione e chiedo, però, che venga messo ai voti e che l'Aula si esprima.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/4 Alifano, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 80).

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/5 Penza il parere è favorevole previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e vorrei, però, che l'ordine del giorno fosse messo al voto, se è possibile.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/5 Penza, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 81).

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/6 Cafiero De Raho il parere è favorevole previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio ringraziare la Sottosegretaria Siracusano, per aver letto con grande attenzione l'ordine del giorno e averlo riformulato. È evidente che la riformulazione, così come proposta, non può essere accolta, anche per l'eliminazione di due premesse che attengono proprio al corpo dell'ordine del giorno.

Cosa ha spinto a presentare questo ordine del giorno? Credo proprio la normativa che è stata oggi approvata. Cosa ha introdotto questa normativa? Quel che diceva poc'anzi l'onorevole Enrico Costa, cioè ha introdotto nell'ambito di quel doppio binario della specificità dei reati di criminalità organizzata i reati di accesso abusivo al sistema informatico, nonché i reati di intercettazione e comunicazioni abusive, cioè reati ordinari che attengono, in realtà, a fatti riguardanti sistemi informatici o telematici che nulla hanno a che vedere con la criminalità organizzata, ma, al tempo stesso, evidenziano come vi sia una sensibilità da parte del Governo nel dover contrastare forme gravi di reato, tanto da allargare ed estendere la disciplina in materia di intercettazione anche a questi reati.

Cosa prevedeva, allora, l'ordine del giorno e cosa chiedeva? Un impegno del Governo affinché una analoga attenzione il Governo potesse assumerla per i reati di corruzione. Si parlava proprio, in un momento come questo, di un contrasto efficace ai reati di corruzione e, laddove vi è il pericolo che addirittura lo strumento investigativo dell'intercettazione o del captatore informatico venga ridotto proprio in materia di corruzione, si chiedeva un impegno del Governo in senso opposto e questo, purtroppo, non c'è stato.

Anche qui intendo, però, sottolineare che se noi parliamo di captatore informatico parliamo di uno strumento che è l'unico efficace per contrastare la corruzione, perché entra, appunto, nella vita del soggetto. Al tempo stesso, però, condividiamo le valutazioni di chi ritiene che vanno escluse tutte quelle parti che riguardano la vita privata e che riguardano i terzi. Insomma, bisogna intervenire disciplinando e non escludendo, perché escludere uno strumento così efficace significa indebolire fortemente il contrasto alla corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In un momento come quello attuale, il contrasto alla corruzione credo sia il primo dovere di un Governo che effettivamente vuole che il Paese continui a prosperare nella democrazia e nel rispetto dei diritti. In mancanza di un contrasto efficace alla corruzione, noi avremo la sconfitta delle imprese sane, avremo la sconfitta dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione e avremo la sconfitta degli enti pubblici e delle pubbliche amministrazioni.

Cosa è necessario fare? Dare grande impulso agli strumenti investigativi e, al tempo stesso, laddove vi sono rischi e pericoli di lesione dell'integrità della riservatezza personale, intervenire con restrizioni e con limiti, ma non escludendo tutto. Si escludano quelle parti della registrazione che attengono alla vita personale del soggetto; si escludano quelle parti che riguardano i terzi estranei; si escluda, cioè, tutto ciò che non ha rilevanza penale e si utilizzi, invece, lo strumento al meglio, sempre, senza esclusione di colpi, altrimenti dobbiamo pensare che il problema non è tanto quello delle garanzie, ma, piuttosto, quello di dover salvare determinate categorie di persone da questa diffusione della corruzione, che mette a rischio la nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. In questo minuto vorrei solo dire che mi dispiace…

PRESIDENTE. Ne ha cinque.

STEFANIA ASCARI (M5S). Perfetto. Sempre sull'ordine del giorno del collega Cafiero De Raho, mi dispiace che, ancora una volta, nonostante sia stato fatto un ciclo di audizioni serio in Commissione giustizia, non siano stati recepiti i suggerimenti che gli auditi ci hanno dato, soprattutto nel mettere la massima attenzione sui reati di corruzione.

Alla luce anche di quello che sta avvenendo da Nord a Sud del Paese, da Palermo a Catania, a Genova, ad Avellino, in cui sta emergendo una criticità gravissima, ma, soprattutto, una commistione tra affari e politica, che degenera in situazioni gravissime di voti di scambio politico-mafioso e alla base della quale c'è il nuovo strumento che utilizzano le mafie, che è la corruzione, dispiace veramente che, anche in questo caso, questo ordine del giorno non prenda in considerazione questo reato spia. Purtroppo, anche in questo caso, questo provvedimento continua a contenere criticità, a nostro avviso, gravissime: prima di tutto, la mancanza di risorse. Questo è stato il cuore centrale delle argomentazioni di tutti gli auditi ed è la più grave e lampante criticità. Ci tengo a riportare alcuni dati, che devono essere all'attenzione del Governo: l'Italia si colloca all'ultimo posto dei Paesi del G7 per quanto riguarda il rapporto tra le spese per la cybersicurezza e il PIL: Italia 0,12 per cento, Stati Uniti 0,34 per cento, Regno Unito 0,29 per cento, Francia e Germania 0,19 per cento. E tutto questo, come ci hanno fatto notare gli esperti sentiti in Commissione giustizia, mentre gli attacchi cibernetici in Italia, così come in tutti i Paesi occidentali, sono in crescita esponenziale. Questo è il primo aspetto affrontato non solo in Commissione giustizia, ma anche in Commissione antimafia, per rappresentare veramente un limite anche nel contrasto alle mafie, nella necessità di potenziare questi strumenti, soprattutto di come si può affrontare questo scenario a invarianza di bilancio.

L'esperienza del codice dell'amministrazione digitale non ha insegnato nulla ed è anche un motivo per cui non c'è un'attuazione, proprio perché non viene finanziato. Ci tengo anche a sottolineare che questo provvedimento - e dispiace che il Governo, dagli ordini del giorno come quello del collega Cafiero De Raho, non abbia accolto questi spunti - manca proprio di una costruzione, di un quadro coordinato. Non vengono definiti i requisiti di professionalità dei referenti per la cybersicurezza, né i percorsi formativi, senza contare che questo disegno di legge non punta in alcun modo sull'educazione dei cittadini. È un provvedimento di cui noi non condividiamo, e lo abbiamo sottoposto all'attenzione in Commissione giustizia, questo approccio unicamente e meramente sanzionatorio.

Mi dispiace perché è un altro provvedimento in cui si perde un'occasione e soprattutto è veramente un altro provvedimento in cui non si ascolta chi di competenza per cercare di dare un contributo serio nel contrasto delle criminalità organizzate e della corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. In un Paese ideale, ma anche solo in un Paese normale, la lotta alla corruzione dovrebbe essere ai primi posti di uno Stato che funziona. Noi, purtroppo, abbiamo un problema endemico da questo punto di vista, e la corruzione in Italia crea danni enormi alla collettività in termini di costi ogni anno, che sono di decine e decine di miliardi. Noi ci portiamo dietro questa zavorra da anni, è questo uno dei veri buchi nei bilanci dello Stato, altro che bonus edilizi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

La corruzione rappresenta ogni anno un buco enorme, provoca un buco enorme di miliardi nelle casse dello Stato, unitamente all'evasione e all'elusione fiscale. Questo Governo sta dimostrando di non voler utilizzare appieno gli strumenti tecnologici che riescono a individuare meglio i reati, i presunti reati, che poi ovviamente saranno ben discussi davanti alle nostre corti, ai nostri giudici, ai nostri PM, davanti agli avvocati. Davvero non si capisce, o meglio, si capisce benissimo quale sia l'indirizzo che sta seguendo il Governo, ossia creare una giustizia classista che salva i colletti bianchi e manda in galera i disgraziati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Mi prendo giusto uno o due minuti per far passare 2 concetti, spero. Sono sempre i soliti concetti che tentiamo di trasferirvi scontrandoci sempre contro un muro. Il Governo, ancora in modo pervicace, continua a differenziare i reati di criminalità organizzata e di mafia dai reati di corruzione, perché lo abbiamo visto anche nella riformulazione odierna: continuate così, continuate con questa sorta di doppio binario, continuate a dire ai cittadini qua fuori che la corruzione è un reato meno grave, molto meno grave di altri reati.

In realtà, però, fate finta di scordare - perché fate finta, perché lo sapete, non ci posso credere perché lo dicono loro tutti, lo dicono le evidenze, anche di inchieste - che oggi come oggi la criminalità organizzata non agisce più con il metodo dell'intimidazione, ma agisce con il metodo corruttivo, molto più vantaggioso. Quindi c'è un nesso inscindibile tra corruzione, quindi metodo corruttivo, e criminalità organizzata, che attraverso quel metodo si infiltra nell'economia legale e si infiltra nella pubblica amministrazione.

Vi dico pure un'altra ragione per cui la corruzione non è meno grave di quegli altri reati che voi annoverate, perché anche la corruzione uccide. Infatti, quando tu dai un appalto a un'impresa che magari poi va a risparmiare sui costi per la sicurezza, sulla manodopera, perché ha dovuto risparmiare per darti la tangente, quella roba uccide, uccide tanto quanto chi spara, perché uccide con gli incidenti sul lavoro, ad esempio. Oppure potremmo fare un altro caso di corruzione che uccide: quando si dà una bustarella, magari, a qualcuno nell'ospedale, a qualche primario, e allora passa avanti qualcuno che ha meno urgenza di qualcun altro, e quel qualcun altro che rimane indietro muore.

La corruzione uccide, ho fatto due esempi per raccontarvi quanto può essere grave la corruzione. E poi vi dico una cosa: se non uccide nel senso fisico, la corruzione sapete chi e cosa uccide? Uccide i sogni dei nostri giovani, perché pensiamo ad un giovane imprenditore con il sogno di avviare un'impresa startup, che però vuole mantenere la sua integrità e non ha o non vuole avere santi in paradiso, come si deve sentire guardando cosa esce da certe intercettazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come si deve sentire? Come uno che può fare solo le valigie e andare via da questo Paese, che non è un Paese per lui! È un Paese che non è civile, non è un Paese normale! Noi vorremmo sì una normalizzazione, ma una normalizzazione del Paese. Un Paese, un Governo che riconosca che la corruzione è un reato grave, e che pertanto deve essere assolutamente e a buon diritto nel novero di quei reati per i quali deve essere utilizzato il captatore informatico, meglio conosciuto come trojan. La corruzione uccide, quantomeno, uccide i sogni e i diritti dei nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/6 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1717-A/7 D'Orso, con il parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà, per un minuto e 50 secondi.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Va bene, Presidente, mi sforzerò. Cosa chiedevo con questo ordine del giorno? Una riduzione del danno, cioè, torno sull'articolo 22 introdotto con l'emendamento dell'onorevole Costa, torno sulle prescrizioni di sicurezza introdotte con quell'articolo. Cosa chiedevo con questo impegno? Chiedevo una cosa di buonsenso, ovvero, preso atto dell'assoluta chiusura rispetto ad una soppressione, quantomeno chiedevo di subordinare l'entrata in vigore di quella disposizione all'adozione di un regolamento che fosse predisposto dal Ministero della Giustizia, di concerto con il Ministero dell'Interno, sentita anche l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e le Commissioni parlamentari competenti, in cui venissero stabilite quelle prescrizioni di cui stiamo parlando, da adottare in modo uniforme, con uniformi standard di sicurezza, in tutto il territorio nazionale, in tutti gli uffici giudiziari. Inoltre, chiedevo di regolamentare con norme idonee a circoscrivere l'attività ispettiva, in modo da evitare possibili e indebite ingerenze sul merito delle inchieste e garantire in modo assoluto il segreto investigativo sulle stesse.

Ora, la contrarietà a questo ordine del giorno da parte del Governo smaschera esattamente quello che ci dicevamo, cioè se non volete neppure applicare questi correttivi, vuol dire che non è un retropensiero, non è più un legittimo sospetto, ma è una certezza che la finalità di questa disposizione sia quella di poter fare entrare gli ispettori ministeriali e, quindi, il potere politico ad ingerire nelle inchieste in corso.

Ecco, in realtà, state certificando questo. Non c'è, credo, molto altro in effetti da aggiungere. Tutte le nostre preoccupazioni sono confermate da questa vostra contrarietà e, lo ripeto, non capisco neanche, volendo pure scacciare il campo dal retropensiero, come tali prescrizioni, che non sono stabilite da nessuno, possano essere verificate, cioè il rispetto di quelle prescrizioni che non esistono ad oggi…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Questa disposizione o è lettera morta, oppure è quello che noi paventiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/7 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1717-A/8 Pastorella: parere favorevole, previa riformulazione. Accetta? Sì, bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1717-A/9 Ruffino: parere favorevole previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Signor Presidente, intervengo soltanto per una breve considerazione legata al fatto che i comuni hanno l'obbligo di notificare gli hackeraggi…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole, accetta la riformulazione?

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Si tratta di nuovi obblighi che prevedono delle sanzioni. Presidente, le rispondo immediatamente. Riteniamo che, almeno in questo caso, ovviamente, per fare tutto ciò, occorrano risorse, formazione del personale e che, quindi, sia fondamentale avvalersi dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Accetto la riformulazione e chiedo che venga messa al voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/9 Ruffino, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 84).

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/10 Grippo il parere è favorevole. Andrei avanti. Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/11 Zaratti vi è parere favorevole con riformulazione. Prego, onorevole Mari.

FRANCESCO MARI (AVS). Chiediamo che la riformulazione venga messa al voto.

PRESIDENTE. L'accetta, quindi?

FRANCESCO MARI (AVS). Sì.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/11 Zaratti, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 85).

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/12 Alessandro Colucci vi è parere favorevole. Direi che possiamo andare oltre. Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/13 Zanella vi è parere favorevole previa riformulazione. Prego, onorevole Zanella.

LUANA ZANELLA (AVS). Benissimo la riformulazione e ringrazio la Sottosegretaria. Chiedo venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/13 Zanella, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 86).

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/14 Ghirra vi è parere favorevole previa riformulazione. Prego, onorevole Ghirra. Lo vuole mettere in votazione? Va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9//1717-A/14 Ghirra, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 87).

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/15 Enrico Costa vi è parere favorevole. Lo vuole porre in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/15 Enrico Costa, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

Sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/16 Pellegrini vi è parere favorevole previa riformulazione. Prego, onorevole Pellegrini, ha tre minuti e mezzo.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Presidente, chiedo se, cortesemente, la Sottosegretaria può rileggere la riformulazione, per favore.

PRESIDENTE. Prego, Governo.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, Presidente. “A valutare l'opportunità di informare il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sugli esiti del procedimento di cui in premessa”.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Pellegrini.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Sì, Presidente. Non posso accettare la riformulazione e utilizzo i tre minuti che mi concede gentilmente per dire questo: l'emendamento che è stato approvato in corso di esame di questo provvedimento prevedeva, in tema di incompatibilità di alcune cariche importanti in seno al comparto della sicurezza - e quindi mi riferisco mi riferisco alla carica di direttore e di vicedirettore del DIS, dell'AISE e dell'AISI -, un regime transitorio successivo alla cessazione della loro carica e cioè che non potessero assumere delle cariche, in termini di consulenza o professionali, all'esterno e dopo aver cessato il loro rapporto di lavoro con il comparto. Questo emendamento prevedeva anche che fosse possibile una deroga da parte della Presidenza del Consiglio o dell'autorità delegata. Visto che tutta la materia del comparto è devoluta anche al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che vigila sull'osservanza delle leggi, della Costituzione e, sostanzialmente, del buon andamento del comparto, noi avevamo presentato questo ordine del giorno. Esso prevedeva, nella procedura di autorizzazione da parte della Presidenza del Consiglio e dell'autorità delegata, l'espressione di un parere da parte del Copasir, che mi sembra davvero l'espressione e l'interpretazione più autentica della legge n. 124. Il Governo la pensa diversamente, noi crediamo che sia profondamente in errore e, quindi, chiediamo al Presidente di mettere ai voti questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/16 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1717-A/17 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con questo parere contrario il Governo ha gettato definitivamente la maschera sull'articolo 22 di questo disegno di legge. Per intenderci: quello relativo agli ispettori del Ministero della Giustizia. Perché, colleghi, vi invito a rileggere l'impegno che avevamo scritto: chiarire l'esatto perimetro di intervento che si attribuisce agli ispettori del Ministero della Giustizia. Parere contrario vuol dire “il Governo non vuole chiarire l'esatto perimetro di intervento”. Ma non c'è nessun giudizio di natura politica in questo impegno. Se fosse stato, non so, la richiesta di espunzione delle premesse, dove ci sono dei giudizi di natura politica, l'avrei compreso e l'avrei anche accettato. Ma qui, davvero, non c'è un giudizio: si chiede di chiarire. A questo punto, quindi, è molto chiaro che o il Governo non sa chiarire - e lo capisco bene, perché non lo sanno neanche loro - cosa vuol dire “il rispetto delle prescrizioni di sicurezza negli accessi alle banche dati”. Probabilmente l'hanno chiesto anche qualche consulente tecnico-informatico e lo stesso non sa spiegare cosa vuol dire “rispetto delle prescrizioni di sicurezza”. Quindi, o il Governo non sa cosa significa - quindi, è legittimo che non lo voglia spiegare, perché non sa cosa significa - oppure lo sa bene e, quindi, per questo motivo non lo vuole spiegare. Però, in questo modo creiamo davvero quello che veniva detto molto bene nell'emendamento Costa. Ecco, c'è un vero e proprio corto circuito nella separazione dei poteri dello Stato. Se prima avevamo, in particolare, dei dubbi circa il significato di questo articolo, adesso avete davvero fugato tutti i dubbi. C'è una vera e propria intenzione di un'intromissione della politica rispetto all'attività giudiziaria tramite gli ispettori del Ministero della Giustizia. Quindi, grazie al Governo per aver fugato tutti i nostri dubbi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/17 Dori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1717-A/18 Casu. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Cambio il parere sull'ordine del giorno n. 9/1717-A/18 Casu, che si accoglie come raccomandazione, ma sopprimendo l'ultima parte del dispositivo. Quindi, si accoglie come raccomandazione da “a mantenere l'impegno” fino a “cybersicurezza”.

PRESIDENTE. Onorevole Casu?

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la raccomandazione nella speranza che possa significare che quell'impegno, che è contenuto nella Strategia nazionale della cybersicurezza, a investire l'1,2 per cento degli investimenti lordi nazionali sulla cybersicurezza venga effettivamente onorato. È un impegno fondamentale. Il fatto che non sia presente in questo provvedimento, a nostro avviso, è una gravissima ferita, ma quelle risorse servono a difendere il Paese e vanno messe il prima possibile.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 11,30, con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto e la votazione finale.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 14 maggio 2024, l'onorevole Giuseppe Castiglione, già iscritto al gruppo parlamentare Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE.

La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Organizzazione dei tempi di esame di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 1276, recante modifica dell'articolo 2407 del codice civile, in materia di responsabilità dei componenti del collegio sindacale (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giagoni. Ne ha facoltà.

DARIO GIAGONI (LEGA). Grazie, Presidente. La mia amata Sardegna è minacciata da un pericolo inaccettabile, che da anni continua a bussare alla porta, un'ombra che ci perseguita costantemente. Con sgomento, abbiamo appreso, da fonti di stampa regionale e quotidiani online, ma anche di altre regioni, come la Lombardia - giusto per citarne alcune -, del presunto trasporto e deposito di rifiuti radioattivi nel porto di Cagliari, con destinazione Portovesme, frazione del comune di Portoscuso, Sulcis-Iglesiente. Otto container sarebbero stati dichiarati compromessi da sostanze nocive, senza alcun rispetto per la sicurezza del personale addetto, per l'ambiente e per la salute, anche dei non addetti ai lavori. Secondo quanto riportato in una lettera della Portovesme Srl- pubblicata online in allegato agli articoli di giornale, quindi, di stampa - il personale avrebbe attivato la procedura prevista in questi casi, richiedendo l'intervento del servizio prevenzione e protezione. I container posti nell'area-quarantena, esaminati con apposito analizzatore, avrebbero superato il limite consentito. Sette container su ventiquattro, fermi al porto di Cagliari, nelle varie verifiche hanno presentato anche anomalie radiometriche. In attesa delle indagini degli enti preposti - che sono certo sono già all'opera per fare chiarezza su questa grave vicenda -, non possiamo restare inermi.

Presidente, mi rivolgo sempre a lei per il suo tramite, per chiedere al Ministro dell'Ambiente un intervento urgente: la Sardegna non deve essere né deposito, né transito di rifiuti non autorizzati. Siamo il Paese più bello del mondo, così dicono e così dico anch'io, non per presunzione. Ci invidiano tutti, grazie anche alla Sardegna, bella, straordinaria, meravigliosa, terra con dietro una storia millenaria e, quindi, è nostro dovere tutelarla, proteggerla e rispettarla. Se non fosse così, sono pronto a fare le barricate, per tutelare l'interesse collettivo e per salvaguardare la mia terra, la mia Sardegna. Il grido di battaglia sarà sempre “Sardegna libera da rifiuti radioattivi”, ora e per sempre (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Onori. Ne ha facoltà.

FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Oggi, 14 maggio 2024, il Parlamento della Georgia ha approvato, in terza lettura e in via definitiva, un provvedimento, una proposta di legge sugli agenti stranieri. Il testo assomiglia, in maniera assolutamente inquietante, a una legge in vigore in Russia dal 2012 che rappresenta lo strumento principale che utilizza il Cremlino per silenziare ogni forma di dissenso politico. Cosa prevede la legge approvata oggi in Georgia? Prevede che le organizzazioni che ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti dall'estero siano obbligate a registrarsi come entità che perseguono gli interessi di forze straniere, pena il pagamento di onerose multe.

La Georgia, soltanto nel dicembre 2023, era diventato un Paese candidato all'Unione europea. Aveva inserito in Costituzione, addirittura, questo obiettivo dell'ingresso nell'Unione europea e il provvedimento approvato oggi, nonostante, per più di un mese, in migliaia siano scesi in piazza e per le strade per manifestare contro questa legge, mette a repentaglio gravemente l'ingresso e la continuazione del percorso europeo della Georgia.

Purtroppo, nei giornali e nelle TV italiane abbiamo notato una parziale disattenzione. Le stesse dichiarazioni di esponenti del Governo sono state sporadiche e fuggevoli - la Presidente Meloni non ha ritenuto di doversi esprimere pubblicamente al riguardo - e davvero speriamo che non sfugga di mano la situazione in Georgia, che, purtroppo, ha caratteristiche molto simili a quelle dell'Ucraina.

Finisco con una considerazione: i valori che spesso menzioniamo, di libertà, di democrazia, di diritti fondamentali, non sono beni immobili che vengono semplicemente trasferiti per eredità, dai padri ai figli, ma sono valori, appunto, che se non tuteliamo e se non profondiamo ogni sforzo per preservare, non è assolutamente detto che il mondo di domani, quello che sarà abitato dai nostri figli e dei nostri nipoti, sarà meglio del mondo di oggi. Quindi, speriamo davvero e siamo vicino, accanto ai cittadini georgiani che in questo momento hanno le bandiere della Georgia e dell'Europa nelle piazze e nella città di Tbilisi, e speriamo che questo Paese torni nel percorso dell'integrazione europea (Applausi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.

ANTONIO FERRARA (M5S). Onorevoli colleghi, mi rivolgo a voi per portare all'attenzione della Camera dei deputati una questione cruciale per la nostra comunità locale, in particolare per il Comune di Samarate di Varese, per la variante SS 341, un'arteria stradale lunga 7 chilometri, che attraversa un'area boschiva situata in una delle zone peggiori di qualità dell'aria d'Europa. Nonostante le richieste già avanzate in sede regionale, ad oggi non abbiamo ricevuto risposte esaustive da ANAS Spa, riguardo il progetto della variante SS 341. In questa richiesta, originata dal consigliere comunale Alessio Sozzi, di Samarate, del MoVimento 5 Stelle, è di fondamentale importanza per valutare se è un'ennesima speculazione di denaro pubblico, o semplicemente un'opera utile.

Chiediamo quindi che ANAS fornisca dettagli precisi e completi sullo studio del traffico attualmente in corso, comprese le metodologie adottate, le arterie stradali coinvolte e gli archi temporali esaminati. È essenziale avere accesso a tutti questi dati per condurre un'analisi approfondita e informare adeguatamente le nostre comunità, andando oltre il semplice passaparola. La trasparenza e l'accessibilità alle informazioni sono cruciali per garantire che i cittadini possano comprendere le implicazioni del progetto e partecipare attivamente al processo decisionale.

Pertanto, sollecito questa Camera e il Governo a fare pressione sull'ANAS, affinché fornisca al più presto la documentazione richiesta. Seguirà anche un'interrogazione al Ministero competente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Li chiamano spesso, con disprezzo, “sbirri”, ma rischiano la vita per difendere quella dei cittadini, compresi quelli che li insultano. Li disprezzano, appunto, definendoli servi dello Stato, ma sono semplicemente servitori dello Stato. Come servitore dello Stato è il viceispettore Christian Di Martino, appunto giovane viceispettore di Polizia, giunto in soccorso di altri colleghi a bordo di una volante per bloccare un immigrato che stava tirando pietre sui passanti. Aveva anche colpito una donna, nella stazione di Lambrate. Un immigrato, uno di quelli che a sinistra qualcuno, qualche anno fa, improvvidamente, definì risorsa. Purtroppo, Cristian è stato accoltellato. Il viceispettore della Polizia di Stato ha impedito che questo immigrato potesse continuare a nuocere, a fare del male ai cittadini, mettendo a rischio, a repentaglio la sua vita. Oggi, per fortuna, abbiamo ricevuto buone notizie: l'ispettore Di Martino si è risvegliato, ha ripreso a respirare e noi abbiamo, tutti, insieme a lui, tirato un sospiro di sollievo, per cui a Christian Di Martino, al viceispettore Di Martino vada la solidarietà della Lega, e anche a tutte le donne e agli uomini in divisa, va la nostra vicinanza umana e politica, sempre: anche quando venite attaccati, insultati, presi a sputi durante le manifestazioni; anche quando vi accusano di essere dei picchiatori, perché avete evitato a qualche teppistello di andare in centro a spaccare qualche vetrina.

E ciò anche quando uno di voi, il giorno dopo l'accoltellamento di Christian Di Martino, ha evitato a sua volta di essere accoltellato, sempre in Lombardia, sempre in una stazione; però questa volta ha avuto la velocità di sparare, colpendo alla spalla un altro immigrato, un'altra di quelle che qualcuno, improvvidamente, tempo fa definì risorsa.

Ebbene, oggi quel poliziotto è indagato, mentre il suo aggressore, invece, è a piede libero.

Esprimo vicinanza alle ragazze e ai ragazzi in divisa, ma anche un appello, perché loro sono sempre dei bersagli e non lo sono solo per i delinquenti, lo sono anche per certi opinionisti, per certi scrittori, per certi giornali, per certi intellettuali, ai quali verrebbe voglia di dire: da domani fatevelo voi l'ordine pubblico, da domani fate voi il turno di notte in stazione a Milano, da domani decidete voi, in pochi secondi, cosa fare, mentre per quella stessa decisione occorrono mesi e anni per avvocati e giudici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Voi, care ragazze e ragazzi in divisa, ci siete sempre, perché fate il vostro lavoro con passione, dedizione e professionalità.

Grazie, a nome della Lega, alle ragazze e ai ragazzi in divisa. Gli italiani, la comunità nazionale, lo Stato siano fieri di voi. Forza Cristian (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Oggi il presidente della Commissione antimafia, Colosimo, ha inviato una nota ufficiale al sindaco di Pomigliano d'Arco, o meglio, l'ha inviata l'altro giorno, oggi è stata resa nota.

In questa missiva, il presidente della Commissione Antimafia - che ringrazio, perché è stata di una serietà e di una correttezza esemplare - ha risposto ad affermazioni pubbliche - siamo nel 2024 - di un primo cittadino che afferma che la camorra non esiste, che nel suo territorio è estinta e che lui afferma ciò in base al fatto che, per ben sette volte, è stato eletto sindaco di Pomigliano. In qualche maniera ci fa capire che la comanda lui, decide lui se esiste o meno la camorra.

Ebbene, la risposta del primo cittadino alla missiva del presidente della Commissione antimafia è stata di un'arroganza e di una supponenza per la quale chiedo, tramite la sua persona, che ci sia un intervento, perché una cosa è il rispetto istituzionale e altra cosa è l'arroganza di chi, per motivi - per quanto mi riguarda - indecorosi, difende l'idea che la camorra non esiste e caccia il comandante della Polizia municipale di quel comune, che è un baluardo contro la criminalità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratico e Progressista).

La mia idea è che quel sindaco è indegno e lo voglio gridare all'interno di quest'Aula e lo voglio gridare anche in difesa di un presidente di una Commissione che non appartiene alla mia parte politica, ma che ha svolto appieno la propria funzione. È stata sbeffeggiata da un primo cittadino indecoroso. I cittadini di Pomigliano e tutta la società civile di Pomigliano dovrebbero prendere le distanze da un soggetto del genere, che ritiene che il consenso gli permetta anche di decidere se esiste o meno la camorra e casomai ci va a mangiare con persone che sono state condannate e accusate di camorra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratico e Progressista).

Per questo motivo - e concludo - voglio chiedere al Presidente della Camera, a lei, che in questo momento presiede l'Aula, di intervenire non solo per manifestare pieno sostegno a quella che è stata un'attività corretta e super partes del presidente, ma per stigmatizzare: perché una cosa è ascoltare tutti e rispettare appieno l'attività dei primi cittadini, altra cosa è permettere a chiunque anche di offendere la memoria di tutti coloro che sono morti per combattere la camorra e non meritano di avere un primo cittadino che nega l'ovvietà, chissà per quali motivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente, Volevo unirmi anch'io in quest'Aula alla felicità per il fatto che Christian Di Martino si sia risvegliato. A lui ed alla sua famiglia abbiamo, da subito, voluto esprimere la nostra vicinanza per quello che è accaduto, non solo a lui, ma ovviamente anche a tutti i Corpi di polizia che sono in prima linea, spesso con pochissime risorse e spesso mettendo a rischio la loro vita.

Quindi, a lui, ma anche a chi ogni giorno è sul campo vogliamo esprimere non solo vicinanza, ma anche una richiesta a chi oggi è al Governo, perché non possiamo far finta di ascoltare le parole di chi oggi è al Governo, ma sembra all'opposizione. In un momento in cui c'è una persona che ha rischiato la vita è increscioso, mi viene da dire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista); è increscioso, perché, se siamo di fronte al fatto che, in tutte le grandi città europee e del mondo, l'insicurezza aumenta per varie ragioni, che non voglio discutere qui, penso che chi governa abbia il compito di mettere le Forze di polizia e soprattutto le cittadine e i cittadini, nelle condizioni di poter vivere in sicurezza. Faccio un esempio: il Partito Democratico in regione Lombardia proprio oggi - perché la Lega, l'onorevole Sasso ha parlato prima in quest'Aula, è al Governo non solo del Paese, ma anche della mia regione, la Lombardia, di cui Milano è il capoluogo - ha chiesto al presidente Fontana, nell'aula della regione Lombardia, di ripristinare le risorse per la sicurezza per le città che il presidente Fontana, con questa giunta, guidata da un presidente della Lega, ha tagliato del 40 per cento. La risposta è stata: no. Ora, io credo che non bastino i proclami di vicinanza: bisogna fare dei fatti e, soprattutto, mettere risorse per chi in città vuole garantire la sicurezza di cittadini e cittadine. Altrimenti, è sempre e solo propaganda (Applausi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 15 maggio 2024 - Ore 11,30:

(ore 11,30 e ore 16,15)

1. Seguito della discussione del disegno di legge (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale):

Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici. (C. 1717-A​)

Relatori: NAZARIO PAGANO, per la I Commissione; MASCHIO, per la II Commissione.

2. Seguito della discussione delle mozioni Casu ed altri n. 1-00280, Iaria ed altri n. 1-00281, Ghirra ed altri n. 1-00282, Pastorella ed altri n. 1-00283, Faraone ed altri n. 1-00284 e Maccanti, Raimondo, Caroppo, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00285 concernenti iniziative in materia di trasporto pubblico locale .

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

DORI e D'ORSO; PITTALIS ed altri; MASCHIO ed altri: Disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 536​-891​-910-B​)

Relatori: DONDI e DORI, per la II Commissione; CIANI e MATONE, per la XII Commissione.

(ore 15)

4. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 20,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 il deputato Coppo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 2 il deputato Barabotti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 il deputato Formentini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato Furfaro ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 15 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 18 e 23 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 21, 55 e 71 il deputato Furfaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 24 il deputato Cangiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 30 il deputato Palombi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 34 la deputata Auriemma ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 34 la deputata Braga ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 i deputati Alessandro Colucci, Marchetti e Marrocco hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 40 la deputata Kelany ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 51 i deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 66 il deputato Barabotti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 68 la deputata Marrocco ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 73 il deputato Pierro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 80 il deputato Giaccone ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 89 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 90 il deputato Baldelli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 90 il deputato Amich ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1717-A - EM 1.15 261 258 3 130 117 141 74 Resp.
2 Nominale EM 1.101 262 260 2 131 118 142 71 Resp.
3 Nominale EM 1.103 263 261 2 131 118 143 71 Resp.
4 Nominale EM 1.20 263 260 3 131 116 144 71 Resp.
5 Nominale EM 1.22 263 259 4 130 115 144 71 Resp.
6 Nominale ARTICOLO 1 265 149 116 75 147 2 71 Appr.
7 Nominale EM 2.4 265 261 4 131 115 146 70 Resp.
8 Nominale EM 2.6 265 261 4 131 118 143 69 Resp.
9 Nominale EM 2.7 266 262 4 132 117 145 69 Resp.
10 Nominale ARTICOLO 2 264 149 115 75 149 0 69 Appr.
11 Nominale ARTICOLO 3 266 150 116 76 149 1 69 Appr.
12 Nominale ARTICOLO 4 261 151 110 76 150 1 69 Appr.
13 Nominale ARTICOLO 5 268 150 118 76 150 0 69 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ARTICOLO 6 260 150 110 76 150 0 69 Appr.
15 Nominale ARTICOLO 7 258 147 111 74 147 0 69 Appr.
16 Nominale EM 8.1 260 254 6 128 111 143 69 Resp.
17 Nominale EM 8.3 261 261 0 131 116 145 69 Resp.
18 Nominale EM 8.2 261 261 0 131 113 148 69 Resp.
19 Nominale EM 8.4 265 265 0 133 118 147 69 Resp.
20 Nominale EM 8.5 262 261 1 131 118 143 69 Resp.
21 Nominale EM 8.6 258 255 3 128 113 142 69 Resp.
22 Nominale EM 8.8 257 253 4 127 110 143 69 Resp.
23 Nominale EM 8.9 254 254 0 128 112 142 69 Resp.
24 Nominale EM 8.10 260 259 1 130 117 142 69 Resp.
25 Nominale EM 8.11 263 261 2 131 117 144 69 Resp.
26 Nominale EM 8.15 260 260 0 131 114 146 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM 8.16 263 261 2 131 117 144 69 Resp.
28 Nominale EM 8.20 263 263 0 132 119 144 69 Resp.
29 Nominale EM 8.21 259 258 1 130 116 142 69 Resp.
30 Nominale EM 8.300 262 154 108 78 153 1 69 Appr.
31 Nominale ARTICOLO 8 268 150 118 76 150 0 69 Appr.
32 Nominale ARTICOLO 9 266 150 116 76 150 0 69 Appr.
33 Nominale EM 10.15 RIF 266 266 0 134 264 2 69 Appr.
34 Nominale EM 10.300 263 159 104 80 158 1 69 Appr.
35 Nominale ARTICOLO 10 267 149 118 75 148 1 69 Appr.
36 Nominale ART AGG 10.023 270 266 4 134 133 133 69 Resp.
37 Nominale ART AGG 10.024 268 264 4 133 117 147 69 Resp.
38 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 11 265 164 101 83 149 15 69 Appr.
39 Nominale EM 12.200 268 161 107 81 153 8 69 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale EM 12.102 267 255 12 128 117 138 69 Resp.
41 Nominale EM 12.101 268 152 116 77 150 2 69 Appr.
42 Nominale ARTICOLO 12 263 146 117 74 146 0 69 Appr.
43 Nominale ART AGG 12.0100 267 148 119 75 148 0 69 Appr.
44 Nominale EM 13.101, 13.102, 13.103 RIF 256 174 82 88 160 14 69 Appr.
45 Nominale EM 13.5 255 149 106 75 8 141 69 Resp.
46 Nominale ARTICOLO 13 254 149 105 75 141 8 69 Appr.
47 Nominale ART AGG 13.02 254 248 6 125 108 140 69 Resp.
48 Nominale ARTICOLO 14 252 143 109 72 139 4 69 Appr.
49 Nominale EM 15.4 253 212 41 107 71 141 68 Resp.
50 Nominale EM 15.12 253 249 4 125 15 234 68 Resp.
51 Nominale EM 15.100 254 170 84 86 148 22 68 Appr.
52 Nominale EM 15.24 RIF 246 244 2 123 230 14 68 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale EM 15.32 252 194 58 98 38 156 68 Resp.
54 Nominale ARTICOLO 15 252 144 108 73 137 7 68 Appr.
55 Nominale EM 16.1 253 235 18 118 95 140 68 Resp.
56 Nominale EM 16.4 250 246 4 124 94 152 68 Resp.
57 Nominale EM 16.3 247 243 4 122 92 151 68 Resp.
58 Nominale EM 16.5 254 252 2 127 94 158 68 Resp.
59 Nominale EM 16.9 256 252 4 127 95 157 68 Resp.
60 Nominale ARTICOLO 16 255 146 109 74 144 2 68 Appr.
61 Nominale ART AGG 16.02 253 235 18 118 97 138 68 Resp.
62 Nominale ARTICOLO 17 255 144 111 73 139 5 68 Appr.
63 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 18 250 193 57 97 176 17 68 Appr.
64 Nominale ART AGG 18.01 246 244 2 123 91 153 68 Resp.
65 Nominale ART AGG 18.02 250 190 60 96 37 153 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale ARTICOLO 19 251 145 106 73 137 8 68 Appr.
67 Nominale ARTICOLO 20 249 140 109 71 138 2 68 Appr.
68 Nominale ARTICOLO 21 250 140 110 71 139 1 68 Appr.
69 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 22 244 237 7 119 142 95 68 Appr.
70 Nominale EM 23.1 246 240 6 121 104 136 68 Resp.
71 Nominale EM 23.3 251 248 3 125 108 140 68 Resp.
72 Nominale EM 23.4 251 247 4 124 108 139 68 Resp.
73 Nominale EM 23.5 244 240 4 121 106 134 68 Resp.
74 Nominale EM 23.11 242 238 4 120 105 133 68 Resp.
75 Nominale EM 23.12 243 239 4 120 106 133 68 Resp.
76 Nominale EM 23.13 246 245 1 123 108 137 68 Resp.
77 Nominale ARTICOLO 23 248 161 87 81 137 24 68 Appr.
78 Nominale ODG 9/1717-A/2 225 222 3 112 98 124 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 90)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale ODG 9/1717-A/3 229 226 3 114 100 126 68 Resp.
80 Nominale ODG 9/1717-A/4 RIF 237 235 2 118 231 4 68 Appr.
81 Nominale ODG 9/1717-A/5 RIF 236 235 1 118 233 2 68 Appr.
82 Nominale ODG 9/1717-A/6 235 235 0 118 91 144 68 Resp.
83 Nominale ODG 9/1717-A/7 232 232 0 117 89 143 68 Resp.
84 Nominale ODG 9/1717-A/9 RIF 230 228 2 115 221 7 68 Appr.
85 Nominale ODG 9/1717-A/11 RIF 234 233 1 117 230 3 68 Appr.
86 Nominale ODG 9/1717-A/13 RIF 233 232 1 117 231 1 68 Appr.
87 Nominale ODG 9/1717-A/14 RIF 232 231 1 116 230 1 68 Appr.
88 Nominale ODG 9/1717-A/15 231 229 2 115 140 89 68 Appr.
89 Nominale ODG 9/1717-A/16 226 220 6 111 92 128 68 Resp.
90 Nominale ODG 9/1717-A/17 226 224 2 113 88 136 68 Resp.