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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 15 maggio 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   SOUMAHORO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato in una inchiesta giornalistica apparsa sul quotidiano «la Stampa» il 3 maggio 2024, dal titolo «L'alluvione dimenticata», a distanza di un anno dall'alluvione che devastò l'Emilia-Romagna nel maggio 2023, poco o nulla è stato fatto;

   in particolare, il fango sarebbe ancora in molte case, abbandonate da chi non poteva permettersi di anticipare i soldi per i lavori;

   le prime risorse sarebbero state stanziate dalla regione, con contributi fino a 5 mila euro ciascuno, attraverso una procedura sperimentale, su un totale di 70 milioni di euro complessivi impegnati, mentre poi non sarebbero stati erogati ulteriori fondi;

   secondo quanto si apprende gli abitanti delle zone colpite sarebbero profondamente sfiduciati, nonostante il 17 gennaio 2024 la Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e la Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Lyen, abbiano annunciato l'accordo sottoscritto per destinare 1,2 miliardi di euro di fondi del Pnrr a favore delle zone alluvionate;

   a distanza di quattro mesi ancora non è stato approvato il decreto attuativo per sbloccare tali risorse, così come manca il decreto attuativo per sbloccare il credito d'imposta a favore di famiglie e imprese colpite dall'alluvione previsto dalla legge di bilancio 2024;

   nonostante gli annunci del Governo, che promise il ristoro del 100 per cento dei danni arrecati ai cittadini alluvionati, non sono neppure stati compiuti gli adempimenti burocratici preliminari allo stanziamento dei fondi –:

   quando il Governo preveda di adottare gli atti richiamati in premessa al fine di rimborsare e ristorare le famiglie e le imprese colpite dall'alluvione del maggio del 2023 in Emilia-Romagna.
(3-01211)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ONORI e ROSATO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   a seguito della barbara invasione russa ai danni dell'Ucraina, propaganda e disinformazione risultano essere ulteriori strumenti di guerra nel contesto di un disegno di ampio respiro dell'élite russa al potere all'interno di una conflittualità ibrida volta, non ultimo, a minare le fondamenta delle realtà statuali democratiche;

   in tale scenario l'Italia viene percepita da molti come un possibile «anello debole» dell'Unione europea così come della Nato;

   si ricorda che, nel 2022, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) ha deciso di avviare un'indagine conoscitiva sulle forme di disinformazione e di ingerenza straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica. Nella relazione presentata alle Camere sull'attività svolta dal 10 febbraio 2022 al 19 agosto 2022 (Doc. XXXIV n. 12), il Copasir ha sottolineato come in Italia si ravvisi «una sostanziale debolezza degli interventi per il contrasto alla disinformazione e alle diverse forme di ingerenza (...) un chiaro deficit e ritardo del nostro Paese rispetto ad impegni, strumenti, strategie e misure che da diverso tempo sono già operativi tanto nel contesto internazionale»;

   secondo quanto emerge dall'articolo pubblicato il 14 maggio 2024 su Il Sole 24 Ore a firma di Angelo Mincuzzi titolato «Fake News, Putin spende 2 miliardi di dollari ogni anno» si conferma uno scenario estremamente pericoloso per l'Italia e per tutto l'Occidente, considerato l'intento ostile da parte russa di influenzare l'opinione pubblica mondiale e riscrivere la realtà. Si parla, tra l'altro, di un fiume di risorse che riesce a scorrere all'estero tramite agenzie di intelligence e associazioni di copertura, umanitarie e culturali –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda sostenere in sede nazionale così come a livello europeo e internazionale al fine di contrastare la diffusione di fake news e propaganda russa mirando a tutelare, in particolare, lo spazio informativo e mediatico italiano quale tassello degli interessi strategici del nostro Paese.
(5-02374)


   PROVENZANO, BOLDRINI, QUARTAPELLE PROCOPIO, PORTA e AMENDOLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   sabato 11 maggio 2024 Sonia Dahmani, avvocata e nota giornalista tunisina, è stata arrestata, durante una trasmissione televisiva nazionale, nella sede dell'Ordine degli avvocati a Tunisi. È indagata per «false informazioni con l'obiettivo di nuocere alla sicurezza pubblica» e «incitamento all'odio», in base a una polemica legge «anti-fake news», per commenti fatti una trasmissione radiofonica;

   difatti, grazie al decreto-legge n. 54 del 2022 contro la diffusione di informazioni false, promulgato dal presidente Saied, è possibile arrestare le persone colpevoli di avere espresso un'opinione. In particolare, questa misura prevede cinque anni di reclusione per chiunque «utilizzi deliberatamente reti di comunicazione e sistemi informativi per produrre, promuovere, pubblicare o inviare informazioni o voci false». Una pena che può arrivare fino a dieci anni nel caso riguardi un funzionario di Stato;

   nella serata di lunedì 13 maggio 2024, la polizia ha fatto irruzione nuovamente nella sede e arrestato l'avvocato Mehdi Zaghrouba, noto per le posizioni critiche nei confronti del presidente tunisino Kais Saied;

   intanto, una manifestazione si è svolta nel centro di Tunisi domenica 12 maggio 2024 per chiedere la liberazione degli arrestati, mentre l'ordine degli avvocati di Tunisi ha dichiarato uno sciopero nazionale e il boicottaggio delle udienze fino a giovedì, giorno in cui è prevista una protesta di fronte al palazzo di giustizia;

   anche il sindacato generale dei giornalisti in Tunisia ha condannato «i continui arresti di giornalisti sulla base del decreto n. 54» che disciplina i reati relativi ai sistemi di informazione e comunicazione nei Paese, denunciando gravi attacchi alla libertà di stampa e di espressione. Dal canto suo, l'Associazione nazionale dei magistrati ha denunciato un ulteriore oltraggio alla giustizia ricordando come questo episodio sia solo l'ultima ingerenza politica in ordine di tempo dopo lo scioglimento del Consiglio superiore della magistratura nel febbraio del 2022 e le nuove disposizioni presidenziali che permettono a Saied di revocare in maniera arbitraria dai loro incarichi i giudici;

   sette arresti in meno di due settimane. In Tunisia il regime del presidente Saied sta dimostrando con i fatti che le maglie della repressione nel Paese si sono ufficialmente ristrette. Difatti, questi ultimi episodi di cronaca si inseriscono all'interno di un momento molto delicato per la Tunisia. Siamo di fronte ad un ulteriore passo in avanti in termini di repressione della società civile;

   tutto ciò avviene a pochi giorni dall'ultima visita della Presidente del Consiglio Meloni e mentre il Governo italiano approfondisce i termini della cooperazione con la Tunisia nell'ambito del controllo delle frontiere –:

   se il Governo non intenda rivedere i propri accordi con il Governo tunisino, anche alla luce delle violazioni dei diritti umani che avvengono in Tunisia e della repressione nei confronti della società civile di cui ultimi gli arresti citati in premessa, includendo quanto prima clausole e condizionamenti sul rispetto dei diritti umani, delle libertà civili e dello Stato di diritto;

   se il Governo intenda adoperarsi, nei rapporti bilaterali con la Tunisia, per chiedere l'immediato rilascio di tutti i prigionieri politici;

   se il Governo intenda manifestare pubblicamente la sua preoccupazione, come lo hanno già fatto le diplomazie francese e dell'Unione europea.
(5-02376)

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica tunisina il 21 febbraio 2023 ha inaugurato uno dei periodi più bui della storia post-rivoluzionaria del Paese;

   da quel momento in poi, i cittadini e la società civile hanno assistito a un'ondata senza precedenti di violenza non solo contro i migranti, ma anche i tunisini neri, compresi diffusi arresti arbitrari, espulsioni e l'incarcerazione di decine di oppositori politici, la repressione di tutte le voci dissidenti della società civile e l'attacco sistematico alle organizzazioni che agiscono a stretto contatto con i migranti, come il centro tunisino per i rifugiati (Ctr), Tunisie Terre d'Asile, l'associazione Mnemty;

   la Commissione europea e il Governo italiano, nonostante ciò, continuano ad intensificare la cooperazione frontaliera con la Tunisia, rafforzatasi il 16 luglio 2023 con la sigla del memorandum d'intesa per un «partenariato strategico e globale volto a combattere l'immigrazione irregolare e rafforzare i legami economici tra l'Unione e la Tunisia»;

   gli Stati membri dell'Unione europea continuano a negoziare accordi con la Tunisia per ridurre le partenze, rafforzando le capacità della guardia costiera tunisina e istituendo un sistema di sorveglianza costiera;

   anche la visita della Presidente del Consiglio dei ministri italiana del 17 aprile 2024 mira a rafforzare le politiche di esternalizzazione delle frontiere legittimando al tempo stesso il Governo autoritario tunisino e rafforzando il potere del Ministero dell'interno, vero e proprio deep state, mai riformato dopo la rivoluzione del 2011;

   sabato 11 maggio 2024 ha destato sdegno e sconcerto la cattura di Sonia Dahmani, avvocata e opinionista, ad opera di uomini mascherati, avvenuto in diretta televisiva durante un notiziario di France 24; la sua «colpa»? L'aver ironizzato sulla propaganda presidenziale basata sulla teoria cospirazionista della sostituzione etnica;

   la sua detenzione è giustificata dal decreto-legge n. 54, adottato nel settembre 2022, che permette l'arresto di chiunque sia accusato di avere diffuso notizie non veritiere, o che possano nuocere alla «sicurezza pubblica», e che ha già permesso all'autocrate Saied di silenziare ogni opposizione politica e civile;

   la questione migratoria è quindi chiaramente utilizzata dal regime di Saied per violare i diritti umani e coprire le gravissime responsabilità della crisi economica che colpisce la Tunisia e che costringe tantissimi giovani a tentare la via dell'emigrazione in Europa con la costruzione del nemico interno, gli immigrati, paventando addirittura il rischio di una sostituzione etnica;

   la Tunisia non può definirsi un Paese terzo sicuro, per i migranti in transito, e neppure un «paese di origine sicuro» per i tunisini che si oppongono al regime di Saied e che rischiano di essere rimpatriati dopo essere riusciti ad arrivare in Italia, né tantomeno un luogo sicuro di sbarco per le persone soccorse in mare –:

   se intendano, per quanto di competenza, attivarsi immediatamente in favore del rilascio dell'avvocato Dahmani e per la liberazione di tutti gli oppositori politici arrestati in Tunisia, pretendendo dal Governo tunisino garanzie in ordine al rispetto dei diretti fondamentali sanciti nei trattati internazionali e dall'Accordo di Associazione che lega il Paese all'Unione europea;

   se, anche alla luce di quanto esposto in premessa, intendano promuovere urgentemente in sede di Unione europea iniziative di competenza al fine di giungere alla sospensione del Memorandum d'intesa siglato il 16 luglio 2023;

   quali iniziative di competenza intendano, comunque, adottare affinché qualsiasi rapporto di collaborazione con il Governo di Tunisi, attivato sulla base del Memorandum UE-Tunisia e dei preesistenti accordi bilaterali, sia subordinato ai rigoroso rispetto dei diritti fondamentali delle persone migranti e dei cittadini tunisini, condizionando qualsiasi aiuto economico alla verifica che il Governo tunisino non continui ad adottare leggi che criminalizzano gli oppositori politici, i migranti in transito e tutte le persone che prestano loro assistenza.
(4-02812)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PROVENZANO, AMENDOLA e BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 10 maggio 2024, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione presentata dal gruppo arabo che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Si ricorda che l'ONU aveva riconosciuto la Palestina come Stato non membro con status di osservatore permanente con la risoluzione n. 67/19 dell'Assemblea generale del 29 novembre 2012;

   la risoluzione invita tutti i Paesi che non hanno ancora preso la decisione di riconoscere lo Stato palestinese, ad andare avanti e «compiere questo passo importante e cruciale per sostenere la causa palestinese e i diritti del popolo palestinese» e raccomanda, altresì, al Consiglio di sicurezza dell'Onu di «riconsiderare favorevolmente la questione», vista l'apposizione del veto statunitense di aprile 2024 in merito, in quanto il via libera del Consiglio è condizione necessaria per un'approvazione piena;

   il testo, approvato con 143 voti a favore, 25 astenuti e 9 contrari, concede alla Palestina di partecipare alle discussioni su tutti gli argomenti, di proporre autonomamente dei temi da discutere, nonché prendere parte ai dibattiti e alle conferenze organizzate dall'Onu;

   l'Italia si è astenuta insieme ad Albania, Bulgaria, Austria, Canada, Croazia, Fiji, Finlandia, Georgia, Germania, Lettonia, Lituania, Isole Marshall, Olanda, Macedonia del Nord, Moldavia, Paraguay, Romania, Vanuatu, Malawi, Principato di Monaco, Ucraina, Gran Bretagna, Svezia e Svizzera;

   gli Stati Uniti hanno votato contro insieme ad Israele e altri sette Paesi: Palau, Nauru, Micronesia, Papua Nuova Guinea, Ungheria, Argentina e Repubblica Ceca;

   il Parlamento europeo aveva già approvato nel 2014 la Risoluzione (2014/2964(RSP)) sul riconoscimento dello Stato di Palestina, e successivamente il Parlamento italiano, con la mozione 1-00745 del 27 febbraio 2015, approvata a larga maggioranza, ha impegnato il Governo a promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina, quale stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello Stato di Israele;

   inoltre, ad ottobre 2024, il Parlamento italiano aveva approvato, con il parere favorevole del Governo, una risoluzione delle opposizioni che impegnava il Governo, tra le altre cose, «a mettere in campo ogni sforzo per ricostruire un processo di pace e riaffermare il diritto di Israele e Palestina alla coesistenza sulla base dello spirito e delle condizioni poste dagli accordi di Oslo, per l'obiettivo dei “due popoli e due Stati”»;

   il Ministro Tajani ha successivamente commentato dicendo che «l'astensione dell'Italia non cambia la nostra posizione sul riconoscimento dello Stato Palestinese», ossia quindi, come più volte affermato dallo stesso Ministro, l'unica possibilità per uscire dalla crisi di Gaza e costruire un futuro di pace è la soluzione «due popoli, due Stati» –:

   quali siano le ragioni per cui il Governo italiano ha deciso di non adeguarsi ai pronunciamenti del Parlamento, ricordati in premessa, riguardo al riconoscimento dello Stato di Palestina è la soluzione «due popoli, due Stati»;

   se il Ministro interrogato non ritenga necessario chiarire al Parlamento quella che appare agli interroganti una discrasia tra le sue dichiarazioni e il voto di astensione, citato in premessa, espresso su sue indicazioni dal rappresentante italiano all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
(5-02380)

Interrogazione a risposta scritta:


   ASCARI, PAVANELLI, BALDINO, SANTILLO, ILARIA FONTANA, MORFINO, FERRARA, MARIANNA RICCIARDI, QUARTINI, PELLEGRINI, CARAMIELLO, CAROTENUTO, TUCCI, AIELLO, CASO, ORRICO, CHERCHI, D'ORSO, GUBITOSA, CAFIERO DE RAHO, FEDE, RAFFA, LOVECCHIO, TORTO, DELL'OLIO, PENZA, ALFONSO COLUCCI, AURIEMMA, IARIA, RICCARDO RICCIARDI, CANTONE, VACCARI, GUERRA, FORATTINI, SCOTTO, LOMUTI e L'ABBATE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa della presenza a Gaza di tre bambini così delicati che li chiamano bambini farfalla;

   essi sono affetti da epidermolisi bollosa, una malattia genetica rara, in cui la cute e i tessuti di rivestimento delle mucose vanno incontro, spontaneamente o in seguito a traumi anche minimi, a scollamento e formazione di bolle;

   viene chiamata «sindrome dei bambini farfalla», perché le lesioni rendono la cute così delicata che ricorda le ali di una farfalla;

   da mesi, grazie al supporto di Ong, di associazioni impegnate sul campo, del Gaza Kinder Relief, che si occupa di aiutare sul campo bambini malati e feriti, di volontarie palestinesi ed italiane, sono stati raccolti tutti i dati che sono stati inviati al Palestine children's relief fund (Pcrf) Italia, in particolare a Martina Luisi, la coordinatrice nazionale, e all'associazione Le ali di Camilla di Modena;

   grazie a questo importante lavoro di squadra verrà garantito ai bambini una adeguata presa in carico sanitaria, non appena arriveranno in Italia, al Policlinico di Modena, grazie al supporto dell'Emilia-Romagna, che ne ha già autorizzato il trattamento nell'ambito del programma assistenziale a favore di cittadini stranieri – ex articolo 32, comma 15, legge n. 44 del 1997;

   la guerra, tuttavia, sta rendendo ancora più complicata una situazione già delicatissima;

   le lesioni, infatti, che sono molto dolorose e simili a ustioni, hanno bisogno di essere disinfettate e medicate quotidianamente. Il che, già normalmente, a Gaza non è semplice, ma ora che l'igiene non è garantita, così come la semplice possibilità di reperire garze e medicinali, le condizioni dei bambini stanno peggiorando in modo irreparabile. Dopo l'attacco degli ultimi giorni nella zona del valico di Rafah, dove erano stati inviati in attesa di essere evacuati con urgenza, hanno trovato riparo sulla spiaggia e la sabbia e il sole stanno mettendo ancora più a rischio la loro stessa vita di giorno in giorno –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali iniziative stia intraprendendo per facilitare il trasferimento urgente dei bambini affetti da epidermolisi bollosa da Gaza a Modena;

   se il Governo stia assicurando che durante il conflitto in corso siano garantiti i necessari supporti medici e igienici ai bambini affetti da questa patologia, specialmente in zone di guerra come Gaza, e quale sia l'attuale collaborazione del Governo con le Ong internazionali e le associazioni locali come Le ali di Camilla di Modena per garantire la continuità delle cure mediche ai bambini con epidermolisi bollosa durante il loro trasferimento e la loro permanenza in Italia;

   se sia stato previsto un piano a lungo termine per garantire che, una volta arrivati in Italia, questi bambini possano trovare una sistemazione e ricevere tutti i trattamenti necessari e il supporto psicologico per affrontare il trauma subito;

   quali iniziative stia prendendo il Governo per sensibilizzare ulteriormente su questa rara malattia genetica e migliorare l'assistenza sanitaria per i bambini affetti in contesti di crisi umanitaria, nonché se il Ministro interrogato sia a conoscenza di altri casi simili di bambini con condizioni mediche gravi in aree di conflitto e quali strategie siano previste per assistere anche questi minori.
(4-02816)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PROVENZANO, BARBAGALLO, SARRACINO, IACONO, MARINO e PORTA. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   i comuni sono interessati dalle misure contenute all'interno del PNRR per circa complessivi 40 miliardi di euro nell'ambito di 4 missioni;

   si tratta di interventi che riguardano infrastrutture, welfare, servizi, messa in sicurezza del territorio, supporto alle transizioni ecologiche e digitali;

   allo stato attuale le unità di missione dei vari Ministeri hanno erogato un primo 10 per cento per le opere ammesse a finanziamento e successivamente il 20 per cento dopo aggiudicazione dei lavori, per un totale del 30 per cento rispetto all'importo ammesso a finanziamento;

   moltissimi comuni ad oggi, avendo rispettato i tempi del cronoprogramma, si trovano ad uno stato di avanzamento dei lavori che ha superato l'80 per cento ed in alcuni casi in fase di fine lavori;

   paradossalmente sono proprio i comuni più virtuosi che stanno registrando una criticità di cassa per il mancato trasferimento delle risorse per quanto siano già state rendicontate sulla piattaforma Regis;

   la situazione risulta poi essere ancora più grave per i comuni in dissesto finanziario o in pre-dissesto, i quali non hanno la disponibilità di cassa/tesoreria per anticipare le risorse, né hanno la possibilità di accedere alle previste anticipazioni di cassa con Cassa depositi e prestiti (CDP), atteso che i comuni dissestati non possono stipulare nuovi mutui;

   ci si trova di fronte al fatto che nonostante le risorse siano state già trasferite e lo Stato le abbia in cassa i comuni sono costretti di fatto ad attivare anticipazione di tesoreria con aggravio di spesa per interessi;

   l'effetto collaterale pericolosissimo è che i ritardi legati ai pagamenti possano causare il blocco dei lavori e conseguentemente il mancato rispetto del cronoprogramma e più in generale il raggiungimento degli obbiettivi programmati –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo per accelerare il processo di «validazione della spesa» e trasferire immediatamente le risorse ai comuni, anche per le amministrazioni che si trovano in condizioni precarie e di oggettiva crisi finanziaria derivante dal dissesto o predissesto finanziario ai sensi dell'articolo 244 e 243-bis Tuel e se alla luce delle difficoltà riportate in premessa non intenda valutare l'opportunità di accelerare l'anticipo delle risorse del finanziamento ammesso, nelle more delle relative validazioni.
(5-02378)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MANZI e VACCARI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in alcune città italiane (Udine, Modena, Forlì, Cesena, Ravenna, Civitanova Marche) si sono verificati casi di tossinfezione alimentare all'interno di scuole primarie coinvolte nel progetto ministeriale «Frutta e verdura nelle scuole» che si ripete ormai da alcuni anni e prevede l'invio di alimenti alle scuole aderenti, in maniera slegata rispetto al servizio di mensa scolastica;

   il progetto prevedeva la consegna di vaschette da mezzo chilo di pomodorini freschi da distribuire ai bambini per la merenda;

   in ogni città si contano all'incirca una ventina di persone colpite da tossinfezione, leggermente diversa dall'intossicazione: si tratta di reazioni avverse dovute alla combinazione di batteri patogeni e alle tossine rilasciate, con sintomi quali vomito e mal di pancia;

   dal 2024, come si legge sul sito della regione Emilia-Romagna: «Il progetto si realizza, non più attraverso appalti a imprese attive nella distribuzione, ma con un modello che si rivolge direttamente al settore primario. Saranno infatti i produttori ortofrutticoli, le loro associazioni, cooperative o consorzi a presentare i progetti per promuovere il consumo di frutta e verdura fra gli alunni nelle scuole primarie. Si tratta di contributi a fondo perduto fino al 90 per cento delle spese di fornitura e distribuzione di prodotti ortofrutticoli agli alunni degli istituti scolastici primari, nonché azioni educative di accompagnamento tra cui corsi di degustazione, attività ludico-ricreative, visite a fattorie e azioni informative sull'agricoltura, sulle sane abitudini alimentari e sulle filiere»;

   il progetto, afferente al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, è stato sospeso in via cautelativa mentre, contestualmente, partiva la richiesta, a livello regionale, di sospendere il consumo del prodotto coinvolto fino alla conclusione degli accertamenti analitici, dei campioni di pomodorini già prelevati dall'autorità locale competente, e che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni;

   la sospensione è avvenuta con l'emanazione del decreto direttoriale n. 208933 del 10 maggio 2024 in cui si recita: «Le sospensioni di cui al comma 1 sono disposte in attesa della valutazione delle misure adottate per garantire la qualità, idoneità e conformità dei prodotti distribuiti dai soggetti “O.P. Kiwi Sole soc. coop. agr.” e “R.T.I. Gusto e sapori in natura” in fase di esecuzione dei progetti presentati, a tutela della salute dei bambini» –:

   quale sia l'esito degli accertamenti in corso, quali siano le ragioni per cui è stato modificato il modello di distribuzione nelle scuole e come si intenda tutelare la salute degli alunni, garantendo la puntuale verifica della qualità, idoneità e conformità dei prodotti alimentari distribuiti nelle scuole.
(5-02375)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   BALDELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il progetto «Energia Monte Petralta», proposto dalla Società Fred. Olsen Renewables Italy srl, prevede la realizzazione d'un impianto eolico on-shore con sei nuove turbine eoliche da 5 Megawatt alte oltre 200 metri, per una potenza complessiva di 30 Megawatt interessa le regioni Toscana e Marche le province di Arezzo, Pesaro e Urbino, i comuni di Carpegna, Badia Tedalda, Sestino, Borgo Pace e Mercatello sul Metauro;

   le turbine saranno collocate in Toscana, nel comune di Sestino (Arezzo), ai confini con le Marche e il comune di Piandimeleto (Pesaro e Urbino) a ridosso del parco interregionale «Sasso Simone e Simoncello», con la realizzazione di infrastrutture associate che includeranno:

    un elettrodotto aereo AT 132 KV di oltre 10 chilometri che interesserà i comuni di Carpegna, Badia Tedalda, Sestino, Borgo Pace e Mercatello sul Metauro;

    cavi interrati a 30 KV e 36 KV per connettere l'impianto alle nuove Stazioni Utente SU ed Elettrica RTN di «Badia Tedalda»;

    infrastrutture per il montaggio e la manutenzione dell'impianto, comprese strade di accesso interne e aree di cantiere;

    il progetto riguarderà dunque un ambito di rilevante valore paesaggistico, storico, culturale e naturalistico;

   le turbine eoliche e i nuovi elettrodotti aerei altereranno significativamente il paesaggio, che rappresenta un importante richiamo turistico per le aree interessate, incidendo sul valore estetico e culturale;

   la coesistenza di questo progetto con altri progetti di impianti eolici nella regione Toscana, alcuni strettamente contigui (V. Sestino e Badia Tedalda), solleva criticità relative all'impatto cumulativo sul paesaggio e sull'ecosistema locale, diventando essenziale un'analisi dettagliata degli effetti sinergici di più impianti insistenti su aree concomitanti e prevedere misure di mitigazione;

   a una distanza inferiore di 3 chilometri dagli aerogeneratori e dalle opere connesse sono presenti nuclei storici, beni naturali e architettonici tutelati, mentre un aerogeneratore sarà innalzato a circa 80 metri dal confine della Riserva Naturale del Sasso Simone e Simoncello;

   l'alterazione degli habitat naturali andrà a ridurre le aree disponibili per la fauna locale, sposterà forzatamente specie sensibili e ne minaccerà la sopravvivenza;

   anche l'inquinamento acustico, durante la realizzazione delle opere e dopo la messa in funzione delle turbine, sarà fonte di disturbo per la fauna, alterandone i normali comportamenti, e per le comunità residenti in loro prossimità, così come l'illuminazione notturna dell'impianto;

   la costruzione di nuove strade d'accesso e l'ampliamento di quelle esistenti porterà ad una maggiore frammentazione del paesaggio e all'alterazione dell'orografia del terreno –:

   quali siano le valutazioni sull'impatto ambientale, paesaggistico e acustico degli aerogeneratori e degli elettrodotti;

   se sia stata valutata l'estrema vicinanza (in alcuni casi meno di 1 chilometro delle pale eoliche ai centri abitati di Sestino e Belforte all'Isauro e con la Riserva Naturale del Sasso Simone e Simoncello;

   quali studi d'impatto ambientale siano stati condotti per assicurare l'integrità ecologica delle aree coinvolte e per gestire gli impatti negativi sulla fauna locale, in special modo sulle specie protette dell'aviofauna note per la vulnerabilità agli impianti eolici;

   quali misure di mitigazione siano state previste in merito alle problematiche esposte nei quesiti precedenti;

   quali siano i protocolli di monitoraggio ambientale e sociale ritenuti idonei a valutare l'impatto dell'impianto durante il suo esercizio;

   se sia stato preso in esame l'impatto dell'impianto sull'industria turistica, cruciale per l'economia delle comunità locali coinvolte nel raggio di alcune decine di chilometri;

   se risulti che tutte le amministrazioni interessate abbiano potuto fattivamente partecipare all'intero procedimento amministrativo autorizzativo;

   quali siano le iniziative adottate e adottande per garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche come gli elettrodotti aerei e interrati nonché le stazioni elettriche, considerate le complesse condizioni geologiche e il rischio sismico dell'area.
(4-02815)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   CARAMIELLO e PENZA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il Maxxi è il primo museo nazionale dedicato alla creatività contemporanea: esso produce ed ospita mostre di arte, architettura, design e fotografia, ma anche progetti di moda, cinema, musica, performance di teatro e danza, lecture ed incontri con artisti, architetti e protagonisti del nostro tempo;

   sede del Maxxi è la grande opera architettonica progettata da Zaha Hadid nel quartiere Flaminio di Roma, gestito da una Fondazione costituita nel luglio 2009 dall'allora Ministero per i beni e le attività culturali e presieduta da Alessandro Giuli;

   il Maxxi è organizzato in quattro dipartimenti: architettura; arte; ricerca, educazione e formazione; sviluppo;

   in data 31 marzo 2023, con decreto n. 150, il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, nominava quale membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Maxxi Raffaella Docimo, professoressa ordinaria di malattie odontostomatologiche e titolare di odontoiatria pediatrica e direttore della Scuola di specializzazione in odontoiatria pediatrica all'Università di Roma Tor Vergata;

   tra i vari candidati di Fratelli d'Italia per le prossime elezioni europee dell'8 e 9 giugno 2024, figura anche il nominativo della succitata dott.ssa Raffaella Docimo, «in quota Sangiuliano»;

   Sangiuliano ha sempre dato, pubblicamente, un forte sostegno a Fratelli d'Italia, fino ad essere stato nominato Ministro della cultura su proposta della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in data 21 ottobre 2022, incarico che attualmente ricopre;

   in una sua dichiarazione, riguardo alla propria candidatura alle elezioni europee, la dott.ssa Docimo affermava che «il Ministro Sangiuliano è mio amico dai tempi del liceo a Napoli, lui al Pansini ed io al Nazareth» –:

   se, anche nelle more della candidatura alle elezioni europee, il Ministro interrogato non ritenga opportuno nominare in seno al Consiglio di amministrazione della Fondazione Maxxi un profilo differente da quello della dott.ssa Docimo, essendo quest'ultima un'odontoiatra e dunque lontana dalla formazione in discipline umanistiche.
(4-02817)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   con diversi atti di sindacato ispettivo la firmataria del presente atto ha interrogato il Ministro delle difesa, sull'imponente presenza delle servitù militari in Sardegna e sulla necessità di ridefinire la presenza militare nell'isola, anche in ragione degli inadeguati indennizzi riconosciuti ai comuni cui sono imposte pesanti limitazioni alle attività produttive e alla collettività intera, alla Sardegna, infatti, è imposto il peso della gran parte delle servitù militari nazionali con ben 37.374 ettari a terra e con aree a mare che superano la superficie dell'intera regione;

   come spesso ribadito, le limitazioni che le servitù militari comportano contribuiscono a frenare la ripresa dalla crisi sociale, economica, infrastrutturale che attanaglia la Sardegna e impongono alle comunità che le subiscono un sacrificio anche in termini di insalubrità ambientale a causa della mancata bonifica dei luoghi teatro di esercitarmi con materiali tossici e inquinanti;

   con risposta scritta all'atto 4-01708, il Ministro della difesa ha ribadito quanto già affermato in occasione di un'interrogazione a risposta immediata, del 21 giugno 2023 dalla medesima interrogante, che «l'attuale quadro strategico non consente di ragionare in termini di riduzioni di attività delle Forze armate (in Sardegna)» e che «il territorio sardo rimane strategico per la difesa, una risorsa preziosa le attività addestrative in un contesto internazionale di nota gravità», Il Ministro proseguiva affermando che «la difesa assicura e assicurerà, invece, ogni possibile contributo per lo sviluppo sostenibile della regione autonoma Sardegna attraverso investimenti volti a incrementare la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico, l'innovazione, anche in chiave duale, nonché programmi di sviluppo industriale e civile, quindi non solo militari, a testimonianza della centralità che tale regione ha nello sviluppo del Paese»

   dal 3 maggio sino al 27 maggio 2024 è in corso «Mare aperto 2024» , descritta come la più imponente esercitazione militare internazionale mai coordinata nel Mediterraneo dalla Marina italiana, nelle quali sarebbero impegnati 9.500 militari di 22 nazioni, oltre a cento tra navi, caccia, sommergibili e droni, il teatro dell'esercitazione avrà come centro la Sardegna, in particolare il poligono di Capo Teulada, il mare sarà quindi aperto solo per i mezzi militari, mentre sarà inaccessibile per qualunque attività civile al largo della costa, dove non sarà consentito navigare, ancorare e sostare con qualunque unità, sia da diporto che a uso professionale, praticare immersioni subacquee, la balneazione o comunque accedervi;

   nell'ambito delle esercitazioni è prevista la partecipazione di 65 universitari, tra studenti e docenti, di 15 atenei italiani, la presenza degli studenti e dei docenti, come si legge dal Sito della Marina militare, avverrebbe in un rinsaldato rapporto ormai pluriennale, in cui si evidenzierebbe il costante impegno della Marina militare nel promuovere la cultura del mare quale importante elemento per la crescita e la prosperità dell'Italia, ma a parere dell'interrogante non si comprende quale sia il rapporto tra la cultura del Mare e un'imponente esercitazione militare;

   il coinvolgimento degli atenei è, sempre a parere dell'interrogante, in contrasto con l'articolo 11 della Costituzione e la promozione della cultura della pace e della risoluzione amichevole dei conflitti, oltre che della cooperazione fra popoli nel riconoscimento delle reciproche diversità come fonte di arricchimento, soprattutto perché «Mare aperto 2024» non si configurerebbe come un'esercitazione qualsiasi ma si inquadrerebbe, invece, in una prospettiva immediatamente operativa, in funzione delle esigenze legate alle gravi crisi aperte nell'area mediterranea –:

   se non si ritenga opportuno chiarire quale sia il fine formativo di una imponente esercitazione militare come «Mare aperto 2024» per gli studenti;

   quando verrà concretizzato attraverso reali proposte l'annunciato impegno di contributi per lo sviluppo sostenibile della Sardegna volti a incrementare la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico, l'innovazione, anche in chiave duale, nonché programmi di sviluppo industriale e civile.
(4-02820)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   GRAZIANO e LACARRA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato, decreto del Presidente della Repubblica n. 3 del 10 gennaio 1957 prevede fondamentalmente tre tipi di sospensione, una obbligatoria e una facoltativa, nelle more di un procedimento penale per gravi reati, ex articolo 91, e una di natura disciplinare, ex articolo 92 del suddetto testo unico;

   con l'articolo 55-ter del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, introdotto dall'articolo 69 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, vengono affrontate le questioni relative ai rapporti fra procedimento disciplinare che prosegue – salvo diversa determinazione dell'ufficio competente per i procedimenti disciplinari – anche in pendenza di procedimento penale; la norma reca infatti una esposizione minuziosa di come si deve comportare l'amministrazione di fronte alle diverse ipotesi;

   per quanto concerne in particolare la Polizia penitenziaria il decreto legislativo 30 ottobre 1992, n. 449 «Determinazione delle sanzioni disciplinari per il personale del Corpo di polizia penitenziaria e per la regolamentazione dei relativi procedimenti», a norma dell'articolo 21, comma 1, della legge 15 dicembre 1990, n. 395, prevede due ipotesi di sospensione dal servizio, una obbligatoria prevista a seguito dell'adozione di misure cautelari e una facoltativa laddove si sia in presenza di un procedimento penale per gravi reati;

   nella seconda ipotesi, laddove è evidente la maggior discrezionalità da parte dell'Amministrazione, poiché le decisioni della medesima afferiscono a fatti in fase di accertamento da parte dell'Autorità giudiziaria, in mancanza di requisiti stringenti e oggettivi, e di specifiche regole interne, si rischia di assistere a disparità di trattamento;

   pare che addirittura vi siano casi che vedono coinvolti poliziotti penitenziari i quali, a fronte del coinvolgimento nei medesimi fatti, risultino sospesi dal servizio, mentre altri vengano addirittura lasciati in servizio nei comandi di appartenenza, anche laddove siano stati teatro dei fatti contestati;

   allo stato dunque a quanto consta agli interroganti risulterebbero sospesi dal servizio funzionari, dirigenti e subalterni del Corpo di polizia penitenziaria ancora in attesa del decreto che dispone il giudizio o anche dell'avviso di conclusione indagini anche se mai raggiunti da misure cautelari, mentre sarebbero presenti regolarmente in servizio soggetti imputati, anche in pieno dibattimento e per reati gravi;

   a fronte di una normativa risalente, la materia non è stata in seguito oggetto di maggiore attenzione e dettaglio, neanche con fonte secondaria da parte del Ministero della giustizia, DAP – Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, laddove risulta agli interroganti che, invece, per le altre forze di polizia ciò sia avvenuto –:

   se al Ministro interrogato risulti effettivamente una situazione di disomogeneità nella gestione delle sanzioni disciplinari che rientrino nella sua competenza, al netto ovviamente del rispetto dei tempi e delle decisioni della magistratura, e se non ritenga opportuno predisporre ed emanare in tempi congrui una circolare che permetta alla amministrazione penitenziaria di agire nella materia suddetta nel modo più efficiente e rispettoso degli interessi in campo.
(4-02813)


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dal 2021, in seguito all'approvazione di un emendamento del deputato Enrico Costa alla legge di bilancio, è stato creato un fondo assegnato al Ministero della giustizia e destinato al risarcimento parziale delle spese legali per le persone assolte in un processo penale;

   nel novembre del 2021 il Ministro della giustizia Marta Cartabia ha emanato il decreto attuativo con cui si fissano i criteri di priorità, tuttora validi, per stabilire che l'entità del rimborso per gli aventi diritto fosse congrua e non meramente simbolica (il fondo disponibile era di 8 milioni di euro poi aumentato dall'attuale Ministro a 15 milioni);

   secondo il decreto ministeriale Giustizia 20 dicembre 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 gennaio 2022 possono fare richiesta di rimborso imputati «assolti», con sentenza divenuta irrevocabile, per tutti i capi di imputazione contestati, con le formule: «perché il fatto non sussiste», «perché non ha commesso il fatto» o «perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato», escluso il caso in cui quest'ultima pronuncia sia intervenuta a seguito della depenalizzazione dei fatti oggetto d'imputazione per sentenze pronunciate ai sensi dell'articolo 129 del codice penale o dell'articolo 530 del codice penale;

   l'articolo 2 del suddetto decreto ministeriale stabilisce che: la sentenza di assoluzione deve essere divenuta irrevocabile nell'anno precedente a quello di presentazione dell'istanza; per nessuna delle imputazioni deve essere stata pronunciata sentenza di condanna o di estinzione del reato per prescrizione o amnistia; l'imputato non deve aver beneficiato del gratuito patrocinio; non deve essere stata pronunciata la condanna del querelante alla rifusione delle spese di lite; l'imputato non deve avere diritto alla restituzione delle spese da parte dell'ente da cui dipende (articolo 18, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67);

   ciascuna domanda può essere accolta nei limiti dell'importo massimo di 10.500,00 euro, va presentata sull'apposita piattaforma telematica creata dal Ministero della giustizia tramite Spid e corredata da un ingente numero di documenti tra i quali oltre ai dati anagrafici relativi al processo e alle spese sostenute, documenti che vanno ricercati e richiesti e che spesso per lungaggini burocratiche tardano ad essere rilasciati (esempio bonifici effettuati con relativa quietanza del pagamento ricevuto, parere di congruità del competente Consiglio dell'ordine degli avvocati, documentazione sul reddito dichiarato e altro ancora);

   in un articolo del quotidiano Il Dubbio a firma di Errico Novi del 30 marzo 2024 si riporta che per l'anno 2022 sono state presentate solo 362 domande e accolte solo la metà, nel 2023 presentate 703 domande e accolte 505, e che si rischia che il fondo venga ridotto o estinto se non utilizzato;

   in una lettera pubblicata dallo stesso quotidiano il 26 agosto 2023, L.M., ventisettenne di Latina, spiegava che la sua domanda era stata rifiutata perché alcuni bonifici per il difensore erano stati effettuati da un suo genitore che lo aveva aiutato a sostenere le spese pertanto non risultava avente diritto al risarcimento;

   nell'anno 2024 i termini di presentazione delle domande sono stati riaperti «a sorpresa» dal 22 al 30 aprile, per soli otto giorni –:

   quante domande siano state presentate fino al 30 marzo del 2024 e quante negli otto giorni di riapertura di termini compresi tra il 22 e 30 aprile;

   in base a quali elementi sia stato scelto proprio quello specifico periodo di otto giorni ad aprile;

   se e quali iniziative intenda adottare per rendere più accessibile e fruibile l'accesso al ristoro previsto dal Ministero e se, viste le difficoltà nel reperimento della documentazione, non si possa prevedere un periodo più lungo per la presentazione delle domande.
(4-02814)


   PICCOLOTTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende, a Biella Fratelli d'Italia ha organizzato un convegno intitolato «Riforma della Giustizia Nordio: garantismo e certezza della pena»;

   al suddetto convegno parteciperanno il Ministro interrogato e il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove;

   l'iniziativa, evidentemente di campagna elettorale, è stata promossa attraverso locandine che riportano chiaramente il simbolo di Fratelli d'Italia;

   da quanto si apprende gli organizzatori, consiglieri comunali di Fratelli d'Italia, avrebbero chiesto e ottenuto che l'Ordine degli Avvocati accrediti l'evento tra quelli che danno diritto al riconoscimento di un credito formativo;

   ad avviso dell'interrogante è tanto grave quanto inopportuno che un'iniziativa di partito, peraltro in piena campagna elettorale, possa dare diritto al riconoscimento di un credito formativo ai partecipanti e dimostra quanto siano forti le pressioni che il partito di maggioranza relativa, che esprime il Presidente del Consiglio, sta operando da tempo sul mondo delle professioni, lasciando che esponenti di partito abusino del proprio ruolo nelle istituzioni, arrivando fino a confondere le attività istituzionali con la propaganda di partito –:

   se il Ministro sia conoscenza che l'iniziativa sui temi della giustizia che si terrà venerdì 17 maggio 2024 a Biella, promossa da Fratelli d'Italia, in cui è prevista la sua partecipazione e quella del Sottosegretario al suo Dicastero Delmastro Delle Vedove, sarebbe stata inclusa dall'Ordine degli avvocati di Biella tra gli eventi che danno diritto al riconoscimento di crediti formativi e, in caso affermativo, se sia anche a conoscenza delle motivazioni per le quali l'Ordine degli avvocati di Biella abbia ritenuto di riconoscere crediti formativi per la partecipazione ad un'iniziativa inequivocabilmente di partito.
(4-02821)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   GRIPPO e PASTORELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   a seguito della caduta di alcuni massi dal Monte Cucca, nel comune di Terracina (Latina), nel lontano 2012, la linea ferroviaria Terracina-Roma rimane ad oggi chiusa in attesa della messa in sicurezza;

   dopo oltre dieci anni, nonostante un finanziamento regionale di quattro milioni di euro e l'inserimento del ripristino del tratto ferroviario tra le opere e le infrastrutture prioritarie della regione Lazio, non si è mai concretizzato nessun intervento nell'area interessata;

   l'amministrazione comunale, responsabile sia del progetto che dei relativi lavori, aveva il compito di acquisire numerosi pareri, tra cui quello fondamentale delle Ferrovie dello Stato;

   una delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 132 del 9 giugno 2018, ha previsto un ulteriore finanziamento di 6 milioni di euro per interventi di ripristino della linea ferroviaria Priverno-Fossanova-Terracina erogati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

   nel febbraio 2015 la regione Lazio aveva ufficialmente incaricato la Rete ferroviaria italiana (Rfi) come soggetto attuatore di un complesso e costoso «Progetto per la realizzazione delle opere in difesa della caduta massi della linea ferroviaria Priverno-Terracina»;

   tuttavia, secondo quanto si ha avuto modo di apprendere da realtà locali, Rfi ha comunicato che la riattivazione della linea, così come la messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico dell'area, sia in realtà di responsabilità degli Enti pubblici preposti;

   l'attuale situazione vede una montagna sempre più pericolosamente dissestata, una ferrovia abbandonata e coperta da erbacce e rovi, e una stazione degradata che versa in condizioni di pericoloso abbandono;

   trattandosi di una situazione critica per pendolari, abitanti e turisti che dura ormai da più di un decennio e che li obbliga a muoversi in un territorio privo di servizi essenziali, è quanto mai necessario che tutti gli attori in campo, ossia Regione Lazio, Rfi, Trenitalia e Ministero, offrano una soluzione al problema e rispondano in modo chiaro e con impegni certi e concreti in merito a tale tratta ferroviaria –:

   se, stante la rilevanza per molti comuni della provincia di Latina della riattivazione della linea ferroviaria, intenda intervenire sulla vicenda non più rinviabile ad oltre dieci anni dalla chiusura della tratta ferroviaria Terracina-Roma adottando le iniziative, per quanto di competenza, volte a individuare, in modo chiaro, tempistiche e strategia di ripristino della situazione.
(5-02371)


   PELLICINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel giugno del 2023, sulla linea ferroviaria Zenna-Luino-Gallarate, un treno merci è deragliato all'interno della galleria tra Casteveccana e Laveno Mombello;

   in quella occasione i vigili del fuoco hanno affrontato una situazione di massimo pericolo, inoltrandosi nella galleria, lunga tre chilometri, completamente buia;

   Rete ferroviaria italiana non ha infatti mai provveduto a dotare la galleria di un impianto di illuminazione;

   quando, a causa di guasti, anche l'illuminazione dei treni non funziona, i passeggeri sono costretti a viaggiare per tutto il corso della galleria completamente al buio, con un comprensibile stato d'ansia;

   a seguito dell'incidente del giugno 2023, il prefetto di Varese ha convocato una riunione d'urgenza e, in quella sede, il rappresentante di Rfi ha affermato che entro la fine del medesimo anno sarebbe stato appaltato il progetto di illuminazione della galleria –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione di pericolo sopra descritta e se Rete ferroviaria italiana abbia già appaltato le opere di illuminazione della galleria Castelveccana-Laveno Mombello.
(5-02372)


   BAKKALI, BOLDRINI, PROVENZANO, BARBAGALLO, MORASSUT, CASU, GHIO, QUARTAPELLE PROCOPIO e PORTA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa informano di una serie di Ordinanze dell'Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile) volte ad escludere gli aerei delle Ong – che non effettuano, né potrebbero, soccorsi in mare, né li coordinano, ma si limitano, come necessario, a dare notizia a tutte le autorità, di eventuali situazioni di pericolo – dagli aeroporti siciliani. In una ordinanza, del 7 maggio 2024, ad esempio, si dispone che «chiunque esercita attività di “search and rescue” al di fuori delle previsioni del quadro normativo vigente, è punito con le sanzioni di cui al codice della navigazione, nonché con l'adozione di ulteriori misure sanzionatorie quali il fermo amministrativo dell'aeromobile»;

   con queste ordinanze l'Ente nazionale per l'aviazione civile sembra voglia interdire l'attività di monitoraggio che gli aerei delle Ong effettuano nel Mediterraneo centrale, attività che contribuiscono, invece, alla salvezza di migliaia di vite umane, e che ritenga che lo Stato abbia una sorta di monopolio delle operazioni di ricerca e soccorso in mare e che altri soggetti agiscano in modo abusivo ed illegale, svolgendo un'attività di ricerca e soccorso non autorizzata;

   in realtà nessuna norma né dell'ordinamento interno né delle convenzioni internazionali relative alla salvaguardia della vita in mare, ratificate dal nostro Paese, prevede questa sorta di esclusiva né una qualche «specializzazione» o autorizzazione per l'avvistamento di navi in pericolo o interventi di soccorso in mare;

   anzi, come noto, viene costantemente affermato il dovere di provvedere alla segnalazione di una nave in pericolo, da parte di tutti i soggetti che vengano a conoscenza della situazione, così come quello di procedere al salvataggio (laddove ciò non metta a rischio la vita dei soccorritori);

   la decisione di Ente nazionale per l'aviazione civile, quindi, appare non solo infondata ma anche pericolosa, potendo causare, se applicata concretamente, un ulteriore aumento di naufragi e di vittime in mare, e sembra agli interroganti finalizzata ad «accecare» un occhio sgradito che segnali imbarcazioni «in distress» ed obblighi ad effettuare soccorsi;

   il 7 maggio 2024, l'Egitto è stato inserito nell'elenco dei Paesi di origine dei migranti che il Governo italiano considera sicuri – un paese è considerato sicuro sulla base dell'applicazione della legge all'interno di un sistema democratico si legge nel decreto legislativo n. 25 del 28 gennaio del 2008, nonostante, nel Paese, la situazione riguardo al rispetto dei diritti umani, sia sempre più deteriorata e, difatti, sono oltre, 60 mila i detenuti in stato di detenzione arbitraria, in condizioni crudeli e disumane, unicamente per aver esercitato i loro diritti umani, civili e politici nel contesto di un'implacabile repressione del dissenso;

   «le conseguenze per i richiedenti asilo provenienti da questi paesi sono molto rilevanti in relazione alla possibilità di far valere effettivamente il proprio diritto di asilo», spiega in una nota Silvia Albano, giudice del tribunale civile di Roma e presidente di Magistratura democratica. Per quei cittadini stranieri, infatti, non vale la procedura ordinaria per la protezione internazionale, che prevede una serie di garanzie rispetto al diritto di difesa e la possibilità di essere regolari fino all'esito della domanda (in media ci vogliono due anni). Sono invece sottoposti alle procedure accelerate che hanno tempi strettissimi sia per la commissione territoriale, sia per l'eventuale ricorso davanti all'autorità giudiziaria. Questo non sospende l'espulsione: si può essere rimpatriati prima della sentenza –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per evitare che disposizioni come quelle citate, a parere degli interroganti, chiaramente illegittime, propagandistiche e inapplicabili, possano comunque ostacolare il doveroso compito di monitoraggio ed avviso di eventuali imbarcazioni in pericolo di perdersi in mare;

   su quale base il Governo abbia inserito l'Egitto tra i Paesi sicuri, pur essendo notorio il deterioramento del rispetto dei diritti umani nel Paese.
(5-02379)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   AMENDOLA e SARRACINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane si sono registrati una serie di furti in sequenza presso alcune zone rurali densamente popolate nell'ambito del comprensorio di Pisticci, in provincia di Matera;

   sono state prese di mira abitazioni di residenti e non nelle campagne intorno all'abitato di Pisticci, tra San Pietro, Caporotondo e zone limitrofe, per trafugare quanto più possibile;

   sono stati portati via indebitamente oggetti in oro, preziosi vari e contanti;

   il dato sconcertante è che spesso questi furti sono avvenuti con i proprietari all'interno delle loro case, il che accresce la preoccupazione tra i residenti;

   si tratta di un territorio molto vasto da coprire per le forze dell'ordine che nonostante il grande impegno risultano essere oggettivamente sottodimensionate nella loro pianta organica;

   l'interrogante già in precedenza ha sollevato la questione di potenziare gli organici del locale commissariato di pubblica sicurezza e anche della compagnia dei carabinieri presenti a Pisticci;

   il territorio risulta essere sprovvisto di un sistema di videosorveglianza e questo rende ancor più problematiche le indagini;

   periodicamente il territorio di Pisticci viene interessato da azioni di bande dedite ai furti in serie;

   occorrerebbe dotare questo ambito territoriale, anche in considerazione delle vaste zone rurali, di impianti di videosorveglianza –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda opportunamente e tempestivamente adottare per consentire l'installazione di capillari sistemi di videosorveglianza nell'ambito del comune di Pisticci, nonché per potenziare gli organici delle forze dell'ordine e i mezzi a loro disposizione presenti presso il locale Commissariato di pubblica sicurezza e la compagnia dei carabinieri.
(3-01210)

Interrogazioni a risposta scritta:


   AMORESE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   secondo le più recenti stime in tema di edifici, pubblici e privati, occupati abusivamente nel territorio nazionale, nonostante i frequenti interventi delle forze dell'ordine, si registrano ad oggi oltre 50.000 situazioni di illegittima occupazione;

   tra i numerosi immobili clandestinamente occupati si registra la presenza dell'«associazione» Casa Rossa Occupata all'interno dell'ex casa cantoniera di proprietà di Anas in via Castagneta n. 1, Montignoso (Massa Carrara);

   la struttura, ormai abbandonata da anni all'utilizzo illegittimo e non autorizzato ad opera della suindicata associazione, in data 18 maggio 2024 ospiterà la seconda edizione della fiera vitivinicola dal titolo «PerBacco» con annessi un mercato contadino, una fiera con decine di espositori di prodotti agroalimentari, un'area giochi per bambini, una cena, un'area camping per chi volesse rimanere a dormire sul posto;

   la fiera, organizzata nei minimi dettagli, vedrà la presenza di musicisti professionisti nonché di produttori vinicoli;

   queste ed altre attività, svolgendosi in area occupata abusivamente, difettano di autorizzazioni degli enti preposti in tema sanitario e di sicurezza, di diritti di autore per l'intrattenimento sonoro, nonché sotto il profilo fiscale per tutte le attività di mercato contadino, successiva cena, bevande, eccetera;

   la situazione di illegalità permane da tempo, nonostante i numerosi esposti di forze politiche e residenti, e non risulta che il comune competente abbia intrapreso alcuna iniziativa per ripristinare lo stato di legalità nell'ex casa cantoniera, circostanza che all'interrogante appare estremamente grave considerando anche che vi è la pubblicità dell'evento sui canali social dell'associazione Casa Rossa Occupata (https://www.facebook.com) e che all'interno della fiera sarà allestita un'area gioco per bambini senza alcuna autorizzazione che, in caso di sinistro, provocherebbe gravi conseguenze di natura giudiziaria;

   questa e le numerose precedenti iniziative di questo centro «sociale» si svolgono pertanto illegalmente e ci si trova davanti ad una situazione, acclarata quanto tollerata dalle istituzioni e da Anas stessa, di evidente stato di «extraterritorialità» –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   quali azioni intendano intraprendere, per quanto di competenza, affinché cessi l'attività di occupazione abusiva della Casa Rossa Occupata e quali urgenti iniziative intendano porre in essere per liberare l'immobile occupato di proprietà di Anas.
(4-02819)


   FORNARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'8 aprile 2024 nel comune di Maserà, in provincia di Padova, la maggioranza del consiglio comunale ha respinto la richiesta di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e di riconoscerla a Giacomo Matteotti;

   in questi anni molti comuni hanno revocato la cittadinanza al capo del fascismo come riconoscimento alle vittime del regime e per ricordare la violenza squadrista che si accanì anche contro le amministrazioni comunali democraticamente elette;

   il sindaco Gabriele Volponi ha spiegato ai media la scelta di astenersi dalla proposta delle opposizioni, di fatto bocciandola, così: «togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini? È stata votata dai nostri antenati: io, sindaco di un paese di provincia, posso cambiare la storia?» Aggiungendo: «ci siamo astenuti innanzitutto perché mancava la documentazione in merito al conferimento della cittadinanza a Mussolini. Cosa discuto se manca la delibera del conferimento? Sui racconti dell'opposizione?» Per quanto riguarda il riconoscimento della cittadinanza onoraria a Giacomo Matteotti, il sindaco ha argomentato: «per Matteotti era stata chiesta una cittadinanza onoraria post mortem e non sappiamo neppure se sia possibile conferirla». Va tuttavia ricordato che la stessa amministrazione comunale aveva conferito la cittadinanza al Milite ignoto;

   a conferma del fatto che le giustificazioni addotte dall'amministrazione nascondano l'ostilità verso i valori dell'antifascismo, nei giorni scorsi è stata respinta la richiesta, sulla base del regolamento comunale, dell'Anpi di Padova e della minoranza consiliare, di utilizzare la sala della Casa delle Associazioni per la presentazione del libro dello storico Mimmo Franzinelli «Matteotti e Mussolini», edito da Mondadori. Il sindaco ha motivato il diniego in quanto ci sarebbe nel territorio comunale (e non nella sala richiesta) un evento già programmato, aggiungendo che «come indicato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dal Comitato regionale per la comunicazione è vietato lo svolgimento di attività che possano fornire contenuti informativi non neutrali»;

   impedire la presentazione di un testo di storia che si occupa di una delle più tragiche vicende della nostra storia è una evidente violazione del diritto di libertà di espressione presente nella nostra Costituzione;

   Anpi e minoranza consiliare notificheranno alla questura la presentazione in piazza del libro per riaffermare il diritto di libertà di espressione –:

   di quali elementi disponga sulla vicenda e se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni, al fine di salvaguardare pienamente diritti e valori costituzionali, quali la libertà di espressione del pensiero e l'antifascismo, che costituiscono il fondamento della nostra democrazia.
(4-02823)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   ZANELLA e MARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   all'interrogante è stata sottoposta una questione riguardante la sicurezza sui carrelli commissionatori con elevazione elettroidraulica;

   si tratta di macchine che arrivano ad un'altezza di lavoro di oltre 6,50 metri portando a detta quota l'operatore/trice;

   i commissionatori con elevazione della piattaforma con la persona a bordo, a differenza delle piattaforme mobili elevabili (Ple), non hanno un sistema di sicurezza manuale per far scendere la macchina quando è in alto per cui l'operaio/l'operaia resta bloccato a 6/7 metri;

   per i commissionatori con elevazione è previsto l'obbligo di un cavo: «4 Prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro adibite al sollevamento di persone e di persone e cose. 4.1 Le macchine per il sollevamento o lo spostamento di persone devono essere di natura tale: a) da evitare i rischi di caduta dall'abitacolo, se esiste, per mezzo di dispositivi appropriati; b) da evitare per l'utilizzatore qualsiasi rischio di caduta fuori dell'abitacolo, se esiste; c) da escludere qualsiasi rischio di schiacciamento, di intrappolamento oppure di urto dell'utilizzatore, in particolare i rischi dovuti a collisione accidentale; d) da garantire che i lavoratori bloccati in caso di incidente nell'abitacolo non siano esposti ad alcun pericolo e possano essere liberati. Qualora, per ragioni inerenti al cantiere e al dislivello da superare, i rischi di cui alla precedente lettera a) non possano essere evitati per mezzo di un dispositivo particolare, dovrà essere installato un cavo con coefficiente di sicurezza rinforzato e il suo buono stato dovrà essere verificato ad ogni giornata di lavoro.» (Decreto legislativo n. 81 del 2008);

   all'interrogante appare problematico ed irrealistico il solo pensare che un operaio o un'operaia che magari ha ben oltre i 40 anni possa scendere aggrappandosi ad un cavo;

   le piattaforme mobili elevabili (Ple), a differenza dei commissionatori di elevazione prevedono varie possibilità per la discesa di emergenza, tra queste anche la: «Discesa di emergenza con leva ad azione manuale»;

   alcune case costruttrici preferiscono installare un terzo modello di emergenza composto principalmente da una leva metallica ad azione manuale;

   sarebbe auspicabile che, al fine della sicurezza dei lavoratori e lavoratrici, prevedere che pure per i carrelli commissionatori con elevazione elettroidraulica, vada introdotta a livello produttivo sia per le nuove macchine, che sulle macchine esistenti ove possibile farlo, un sistema di discesa di emergenza ad azione manuale –:

   se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, finalizzate a garantire la massima sicurezza a lavoratori e lavoratrici che operano su carrelli commissionatori con elevazione elettroidraulica, al fine di dotare i modelli di commissionatori di elevazione anche di discesa di emergenza con leva ad azione manuale.
(4-02818)


   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il fondo pensione «Fiorenzo Casella» è stato istituito nel 1958 per fornire una pensione integrativa ai poligrafici dei giornali attraverso contributi obbligatori dei lavoratori e dell'azienda editrice, ed ha visto cambiare profondamente l'equilibrio dei suoi bilanci. Dai circa 14.000 iscritti degli anni Ottanta, si è passati a circa 2.800 attivi e 14.500 pensionati;

   a quanto consta all'interrogante, le risorse del fondo potrebbero esaurirsi nel 2028, mettendo a rischio le pensioni attuali e quelle future; i pagamenti ai pensionati attuali sono già stati ridotti, mentre le indennità dei dirigenti del fondo sono aumentate, suscitando critiche sulla gestione complessiva del fondo da parte degli iscritti;

   dal 2020 il fondo risulta in gestione straordinaria da parte della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione –:

   se e come il Governo abbia intenzione di agire per supportare gli iscritti al Fondo.
(4-02822)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CASO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto ministeriale del 23 febbraio 2024, n. 472, il Ministero dell'università e della ricerca ha definito le modalità e i contenuti delle prove di ammissione ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico di medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria per l'anno accademico 2024/2025;

   in particolare, l'articolo 2 prevede che le prove di ammissione ai predetti corsi di laurea a numero programmato nazionale si svolgano presso le sedi universitarie in due distinte sessioni temporali: le prime nel mese di maggio e le seconde nel mese di luglio;

   ai sensi dell'articolo 3, i quesiti della prova di ammissione saranno estratti da un'apposita banca dati, complessivamente composta da almeno 7.000 domande, le quali verranno pubblicate con annessa risposta esatta sul sito web del Ministero dell'università e della ricerca per la metà (3.500 quesiti) almeno venti giorni prima delle date di svolgimento delle prove fissate nel mese di maggio 2024 e per l'altra metà (3.500 quesiti) almeno venti giorni prima delle date di svolgimento delle prove fissate nel mese di luglio 2024;

   la somministrazione dei quesiti contenuti nella banca dati resa accessibile ai candidati prima dello svolgimento della prova di ammissione comporterebbe l'adozione di tutte le cautele idonee ad assicurare la par condicio tra i concorrenti, come l'utilizzo dei metal detector al loro ingresso, al fine di verificare l'eventuale possesso di smartwatch, smartphone o altri congegni elettronici atti alla comunicazione esterna e al collegamento internet allo scopo di inibirne l'utilizzo durante lo svolgimento della procedura selettiva;

   infatti, la sola ispezione visiva all'ingresso non è sufficiente a garantire e ad assicurare la par condicio dei concorrenti nonché l'oggettività e imparzialità della procedura selettiva, pertanto la predisposizione di strumenti di controllo idonei all'ingresso delle aule di svolgimento della prova d'esame è l'unico mezzo per individuare eventuali partecipanti intenti a compromettere la regolarità della prova –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere affinché vengano predisposti controlli idonei, come schermature delle aule e utilizzo di metal detector al loro ingresso, al fine di impedire l'introduzione da parte dei candidati di smartphone, tablet, smartwatch e altri dispositivi tecnologici, nonché manuali, testi scolastici e riproduzioni parziali degli stessi, appunti e altro materiale di consultazione, il cui utilizzo porterebbe ad uno svolgimento irregolare delle prove.
(5-02373)


   TONI RICCIARDI, MANZI e MALAVASI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   come si apprende anche attraverso notizie di stampa è terribilmente concreta la possibilità che non si attivi il 1° anno del Corso di laurea in infermieristica dell'università degli Studi della Campania «L. Vanvitelli» del polo didattico di Grottaminarda, che sarebbe trasferito invece presso il comune di Caivano, facendo intravedere la definitiva chiusura della sede entro i prossimi due anni;

   se così fosse, si tratterebbe di un colpo durissimo al territorio irpino nonché ai polo di formazione che in questi anni si è distinto per competenza e qualità andando ad infliggere un ulteriore durissimo colpo ad un'area interna che invece ha assolutamente bisogno anche di queste infrastrutture formative per contrastare lo spopolamento e offrire sbocchi professionali per i quali si riscontra una forte domanda;

   si tratterebbe del resto di una scelta assolutamente inopportuna come sottolineato dalle istituzioni territoriali nonché dagli stessi ordini professionali considerati i dati che provengono dalle analisi della Fnopi che individua una percentuale di oltre il 40 per cento degli attuali infermieri che si avvia al pensionamento;

   vi sarebbe infatti la necessità di potenziare e non sopprimere corsi, vista la carenza di queste importantissime figure sanitarie;

   in questi giorni si stanno sollevando più voci di protesta da parte degli amministratori locali, dei sindacati, degli ordini professionali, per scongiurare questa chiusura –:

   quali iniziative di competenza intenda opportunamente intraprendere il Ministro interrogato affinché sia assicurata integralmente l'offerta formativa e la continuità didattica presso il polo universitario di Grottaminarda, nell'ambito di cui in premessa, in considerazione della sua rilevanza e di quella che appare all'interrogante l'assoluta irrazionalità di una decisione che penalizza un comprensorio e una professione indispensabile per il buon funzionamento della sanità.
(5-02377)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Malavasi e altri n. 4-02663, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 aprile 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Serracchiani.

  L'interrogazione a risposta scritta Cecchetti n. 4-02789, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 maggio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Cavandoli, Zoffili.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della risoluzione in Commissione Sasso n. 7-00203, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 260 del 12 marzo 2024.

   La VII Commissione,

   premesso che:

    le cronache riportano di iniziative divulgative organizzate nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado in cui le istituzioni scolastiche a volte vengono utilizzate come palco privilegiato per propagandare qualsiasi ideologia comprese quelle che attengono all'ideologia gender;

    preoccupa, infatti, che in alcune istituzioni scolastiche si usi la battaglia contro le discriminazioni e l'intolleranza sessuale per sollecitare gli adolescenti a dare per acquisito il superamento del concetto di «binarismo sessuale» per accogliere quello di «spettro di genere», senza che sul tema ci sia stata una discussione aperta e condivisa con la pluralità delle associazioni dei genitori che devono essere sempre coinvolte al fine di garantire la libertà educativa dei genitori stessi e il pluralismo della scuola, la quale dovrebbe operare solo per rafforzare l'autostima degli studenti e il rispetto di sé e dell'altro evitando di mettere a repentaglio una crescita libera e consapevole degli adolescenti, poiché qualsiasi decisione in questo ambito attiene alla sfera delle relazioni sociali e dunque chiama in causa la libertà e pertanto anche la responsabilità di tutti coloro che entrano in rapporto con gli interessati;

    il Ministero dell'istruzione e del merito, già con circolare n. 1972 del 15 settembre 2015 aveva chiarito che «tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né le “ideologie gender” né l'insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo», tuttavia occorre aiutare la comunità scolastica a dotarsi di strumenti utili ad affrontare il dibattito sulla sessualità e le sfide che emergono nell'attuale contesto educativo;

    da ultimo Papa Francesco, a margine del suo intervento al convegno «Uomo-donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni» è tornato a stigmatizzare nuovamente l'ideologia gender come «pericolo» di oggi e ha annunciato di aver «chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo» che «cancella le differenze e rende tutto uguale. Cancellare la differenza è cancellare l'umanità»,

impegna il Governo

a promuovere un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati sulle tematiche dell'educazione affettiva e sessuale, anche al fine di adottare linee guida valevoli per tutto il sistema nazionale d'istruzione che ribadiscano la necessità che lo spazio scolastico sia caratterizzato da un'adeguata neutralità, in qualsiasi forma di insegnamento scolastico e quindi assicurino che tutte le attività proposte nelle scuole del Paese rispondano a criteri di rispetto e di libertà che favoriscano la costruzione di un sapere critico per gli studenti, escludendo che l'insegnamento scolastico venga utilizzato per propagandare tra i giovani, in modo unilaterale e acritico, modelli comportamentali ispirati alla cosiddetta «ideologia gender».
(7-00203) «Sasso».

Ritiro di una firma da una interpellanza urgente.

  Interpellanza urgente Traversi e altri n. 2-00375, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 maggio 2024: è stata ritirata la firma del deputato Appendino.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Pellicini n. 4-02444 del 5 marzo 2024 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02372;

   interrogazione a risposta scritta Grippo n. 4-02288 del 7 febbraio 2024 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02371.

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta immediata in Commissione Montemagni e altri n. 5-02365 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 292 del 14 maggio 2024. Alla pagina 8318, seconda colonna, 19a riga, la parola «marzo» è sostituita con la parola «maggio».