XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
il 29 aprile 2024 con l'approvazione definitiva da parte del Consiglio del pacchetto legislativo delle norme che innovano il Patto di stabilità e crescita (PSC), si è concluso il negoziato sulla riforma della governance economica europea iniziato il 26 aprile 2023 con la presentazione da parte della Commissione europea di un pacchetto composto da tre atti legislativi: 1) una proposta di nuovo regolamento per la parte preventiva del PSC; 2) una proposta di modifiche a regolamento per la parte correttiva; 3) una proposta di modifiche alla direttiva sui quadri di bilancio;
la riforma della Commissione si poneva l'obiettivo di eliminare i difetti delle vecchie regole, potenzialmente pro-cicliche, semplificare il sistema con l'abbandono di norme largamente basate su variabili non osservabili (prodotto potenziale e output gap) e rendere più sostenibile il consolidamento fiscale, evitando che si compromettesse la capacità degli Stati membri di effettuare investimenti;
l'innovazione più significativa consisteva nel passaggio da una programmazione anno per anno a una negoziazione pluriennale con un unico vincolo, funzionale al perseguimento delle finalità di correzione e miglioramento della sostenibilità fiscale: l'aggregato di spesa netta. La Commissione si impegnava a predisporre per ciascun Paese una analisi di sostenibilità del debito su un orizzonte temporale piuttosto lungo (14 o 17 anni) da utilizzare per definire il piano di bilancio e gli eventuali aggiustamenti da effettuare; su questa base si produceva una traiettoria tecnica che costituiva il percorso ideale di risanamento per ciascuno Stato membro, senza vincoli particolari se non quello di portare ad una «riduzione soddisfacente» del debito il cui ritmo era sostanzialmente dato dalla condizione macroeconomica e dalla posizione fiscale del singolo Paese; a questo punto ogni Stato membro avrebbe dovuto presentare un piano quadriennale, in cui definire l'aggiustamento di bilancio, estendibile su un orizzonte di 7 anni, in base a specifiche condizioni, per renderlo più graduale;
la proposta della Commissione aveva il vantaggio di assicurare un importante margine di flessibilità nella predisposizione dei piani tali da consentire la definizione di percorsi di aggiustamento specifici per Paese, differenziati sulla base delle necessità nazionali, consentendo altresì di mantenere uno sguardo d'insieme su tutta l'area euro;
l'accordo raggiunto successivamente nel Consiglio europeo ha profondamente modificato questa impostazione, vanificandone in larga parte gli obiettivi e la portata innovativa attraverso l'introduzione di una serie di vincoli numerici alla definizione della traiettoria tecnica che, di fatto, riconducono le disposizioni alla logica del sistema precedente;
nel dettaglio è stato stabilito che il debito debba ridursi mediamente di almeno l'1 per cento l'anno (vincolo quantitativo che non era contemplato nella formulazione originaria della Commissione, che prevedeva la riduzione del rapporto debito su Pil solo alla fine, e non necessariamente nel corso del percorso di aggiustamento) e che nel medio periodo il deficit converga all'1,5 per cento in termini strutturali attraverso un miglioramento del saldo primario strutturale dello 0,4 o 0,25 per cento del Pil all'anno a seconda che l'aggiustamento sia di 4 o di 7 anni, ma a prescindere dalle diverse posizioni fiscali di ogni Paese;
nel trilogo il Parlamento è riuscito ad apportare qualche limitata modifica al testo del Consiglio: sarà possibile escludere dall'aggregato della spesa quella relativa al cofinanziamento nazionale di progetti europei e il quadro di convergenza sociale sarà integrato nella governance economica, ossia i piani nazionali di risanamento dovranno tenere conto dell'impatto sociale delle misure suggerite;
il regolamento che definisce il nuovo braccio preventivo, pertanto, pur rappresentando un miglioramento rispetto alle regole attuali, è indubbiamente un passo indietro rispetto alla proposta originaria della Commissione e restituisce una governance dove continueranno a giocare un ruolo centrale le variabili non osservabili (Pil potenziale, deficit strutturale, disoccupazione naturale);
tornano, inoltre, i vincoli numerici espliciti e uniformi tra Paesi, e viene parzialmente meno la possibilità di differenziare i percorsi di rientro dei vari Paesi;
va ricordato, tuttavia, che operatività della clausola del braccio preventivo sulla riduzione del debito è esclusa per i Paesi soggetti al braccio correttivo fino all'anno per il quale è prevista la chiusura della procedura per disavanzo eccessivo (Edp);
si tratta di un aspetto rilevante per il nostro Paese, perché la Commissione aprirà una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia (e di altri paesi) nell'anno in corso, come riconosciuto dallo stesso Ministro Giorgetti, e la disapplicazione della clausola di salvaguardia sul debito fino alla chiusura della procedura di disavanzo eccessivo comporterà un più agevole percorso di correzione nei primi esercizi del primo ciclo di programmazione;
in sostanza, l'Italia, secondo una logica di cortissimo respiro, ha ceduto ai diktat del cosiddetti «paesi frugali», barattando ampi margini per il prossimo triennio, il periodo in cui dovrebbe concludersi l'attuale legislatura, con l'irrigidimento delle regole in futuro e l'inserimento di criteri fissi e uniformi per tutti i Paesi, ad avviso dei presentatori del presente atto di indirizzo questa scellerata logica di breve periodo, rivendicata dall'Esecutivo è l'esempio più evidente del dilettantismo e dell'ambiguità del Governo e della sua maggioranza;
per mesi la Presidente del Consiglio e il Ministro dell'economia e delle finanze avevano lasciato intendere la possibilità di uno scambio tra la ratifica del trattato sul Meccanismo europeo di stabilità (MES) e un accordo vantaggioso sulle nuove regole europee di finanza pubblica: l'esito di questo pasticcio è stato disastroso, con il trattato MES e la credibilità del nostro Paese affossati in Parlamento, e un Governo italiano, che non si era speso in alcun modo a sostegno della proposta iniziale del commissario Gentiloni, costretto ad accettare supinamente l'accordo raggiunto tra la Germania e la Francia solo in virtù della consapevolezza dell'apertura della procedura di infrazione;
con ogni probabilità, anche la misura nota come «decontribuzione Sud», che dalla sua introduzione nel 2020 ha agevolato più di 3 milioni di rapporti di lavoro nel Mezzogiorno, è stata oggetto di una negoziazione fallimentare, considerato che il Governo ha già annunciato di non voler richiedere proroghe alla Commissione, lasciando scadere la misura il 30 giugno 2024, penalizzando ancora una volta l'economia meridionale;
l'astensione nel voto finale del Parlamento europeo dei rappresentanti dei partiti di maggioranza costituisce una clamorosa smentita della «soddisfazione» espressa dalla Presidente del Consiglio sull'accordo, certifica l'esito fallimentare del negoziato condotto dal Governo italiano in Europa e delegittima il Ministro dell'economia e delle finanze;
all'opposto, il voto di astensione da parte del Partito democratico mira a sottolineare il fatto che il testo del Psc ha perso, nel corso della trattativa intergovernativa, gli elementi più innovativi e qualificanti della proposta della Commissione nell'ottica del superamento delle vecchie regole,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative volte a promuovere l'avvio, nel corso detta prossima legislatura europea, di una riflessione volta a migliorare il nuovo quadro di regole della governance economica europea, secondo una visione che coniughi gli obiettivi di stabilità economica e finanziaria dell'Unione, intesa nel suo complesso, con quelli di crescita e di benessere dei suoi cittadini, assicurando un ulteriore rafforzamento del processo di integrazione europea, anziché un arretramento i cui costi sono ben più significativi;
2) ad adottare iniziative di competenza volte a promuovere la costituzione di una capacità fiscale comune e nuovi strumenti di imposizione fiscale propri, in modo da consentire rapidi ed efficaci interventi anticiclici e da dotare di risorse adeguate le politiche europee, in particolare finalizzate a promuovere gli investimenti sostanziali a sostegno della crescita e della coesione territoriale, in settori strategici come la duplice transizione verde e digitale, portando avanti le ambiziose sfide che l'Unione europea si è posta senza che i costi degli interventi ricadano sulle famiglie, soprattutto sulle fasce economicamente più deboli, e sulle imprese, e senza ricorrere ad allentamenti al regime sugli aiuti di stato che determinano effetti asimmetrici sulle economie dei Paesi membri;
3) a continuare a sostenere nelle sedi europee la necessità di rendere strutturali dei programmi comuni introdotti come risposta alla pandemia, in particolare sulle transizioni ecologica e digitale, sulle sfide sanitarie, sociali ed occupazionali, e sui beni pubblici europei, ritrovando l'ambizione che ha dato vita al Next Generation EU;
4) ad adottare iniziative di competenza volte a rafforzare lo strumento dell'European Peace Facility e a favorire, gli impegni per una difesa comune che razionalizzi e renda più efficienti gli attuali investimenti nazionali, nonché a promuovere sempre più appalti congiunti, politiche industriali integrate e programmi di investimento comuni, che permettano anche di riorientare ed internalizzare le catene di approvvigionamento, come risposta strutturale a medio termine alle esigenze di sicurezza ed autonomia strategica, in particolare in relazione alle materie prime e alle fonti energetiche;
5) ad assicurare che in occasione della predisposizione del prossimo piano strutturale di bilancio, il Parlamento possa pienamente esercitare la sua funzione di indirizzo sugli obiettivi e sulle strategie di politica economica, che ad avviso dei presentatori del presente atto di indirizzo non ha potuto esercitare in occasione dell'esame del Documento di economia e finanza 2024;
6) a coinvolgere gli enti territoriali nella definizione delle modalità di applicazione delle nuove regole anche al fine di assicurare che queste non si traducano in una riduzione della spesa per investimenti del comparto e di quella per il finanziamento delle funzioni fondamentali e dei livelli essenziali delle prestazioni.
(1-00286) «Braga, De Luca, Ubaldo Pagano, Guerra, Iacono, Lai, Madia, Mancini, Roggiani».
Risoluzioni in Commissione:
La III Commissione,
premesso che:
nel 2003 la Commissione europea ha aperto un ufficio europeo di rappresentanza economica e commerciale a Taipei e l'Unione europea rappresenta per Taiwan il quarto partner commerciale dopo Cina, Stati Uniti e Giappone;
Taiwan è una delle democrazie più sviluppate nell'Asia orientale e meridionale;
l'isola è un Paese cruciale dell'Indo-Pacifico, e ha stretti legami economici, culturali e politici con molti Paesi della regione;
negli ultimi anni l'Unione europea e diversi Stati membri hanno intensificato e sviluppato con Taiwan solide relazioni;
con la risoluzione approvata il 15 settembre 2022 sulla situazione nello stretto di Taiwan, il Parlamento europeo ha sostenuto «con forza la piena partecipazione di Taiwan in qualità di osservatore alle riunioni, ai meccanismi e alle attività degli organismi internazionali, quali ad esempio l'organizzazione mondiale della sanità, l'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale, l'Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol) e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici»;
Taiwan è membro dell'organizzazione mondiale del commercio dal 2002 e intrattiene intensi rapporti commerciali ed economici con numerosi Stati. A luglio 2013, ha firmato il suo primo Accordo di libero scambio (Fta) con la Nuova Zelanda, gettando le basi per accordi simili con gli altri Paesi;
per contribuire a ridurre il divario nell'attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), diciassette obiettivi interconnessi, definiti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite come strategia «per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti», Taiwan ha collaborato con i Paesi partner su un'ampia gamma di questioni, tra cui l'agricoltura sostenibile, la conservazione degli oceani, il finanziamento di progetti riguardanti il cambiamento climatico, l'uguaglianza di genere, l'istruzione inclusiva e l'innovazione sociale;
la partecipazione di Taiwan agli sforzi globali per raggiungere gli SDGs potrebbe portare a un maggiore progresso nella realizzazione di questi obiettivi. Taiwan potrebbe condividere le proprie esperienze di successo nella promozione dello sviluppo sostenibile, come ad esempio la gestione delle risorse idriche, l'energia pulita e l'innovazione tecnologica;
la partecipazione di Taiwan ai lavori dell'ONU potrebbe facilitare la cooperazione regionale per affrontare sfide comuni, come la sicurezza alimentare, la salute pubblica e l'adattamento ai cambiamenti climatici, contribuendo a promuovere la pace, la stabilità e il benessere dell'umanità;
Taiwan ha inoltre dimostrato una capacità notevole nella gestione delle emergenze sanitarie, come durante l'epidemia di SARS nel 2003 e la pandemia COVID-19. La partecipazione di Taiwan alle attività dell'ONU potrebbe contribuire a migliorare la preparazione e la risposta globale alle future crisi sanitarie, garantendo che nessun paese venga escluso dalla cooperazione internazionale in questo settore;
come membro responsabile della comunità internazionale, Taiwan ha lanciato una serie di azioni per combattere il cambiamento climatico, come la modifica e la nuova denominazione del Greenhouse Gas Reduction and Management Act, che il 15 febbraio 2023 è diventato il Climate Change Response Act, facendo di Taiwan il 18° Paese al mondo a codificare nella legge l'obiettivo delle zero emissioni per il 2050;
il 19 luglio 2023, Taipei ha ospitato il primo Pacific Climate Change Forum, invitando i rappresentanti delle nazioni insulari del Pacifico e dei Paesi che condividono le stesse idee a discutere le questioni relative all'adattamento climatico. In occasione del forum, Taiwan ha firmato la prima dichiarazione congiunta sulla lotta al cambiamento climatico con le Isole Marshall, Nauru, Palau e Tuvalu. Taiwan intende inoltre istituire un fondo per la giusta transizione con questi quattro Paesi per rafforzare la cooperazione sull'adattamento climatico con le nazioni insulari;
il 7 agosto 2023 Taiwan ha ufficialmente istituito il Taiwan Carbon Solution Exchange, unendosi alla schiera di Paesi con piattaforme di scambio di carbonio;
il 22 agosto 2023, in risposta alle tendenze internazionali delle zero emissioni e ai cambiamenti ambientali in tutto il mondo, Taiwan ha accelerato gli sforzi per migliorare la capacità del governo, modificando la struttura dell'Amministrazione per la Protezione Ambientale, la quale è diventata a tutti gli effetti il Ministero dell'Ambiente. Sono state anche istituite l'Amministrazione per il Cambiamento Climatico e l'Amministrazione per la Circolazione delle Risorse, per integrare la gestione delle questioni ambientali, tra cui il cambiamento climatico, la circolazione delle risorse, la gestione delle sostanze chimiche, la gestione della qualità ambientale e il rafforzamento della ricerca sulle tecnologie ambientali;
in risposta al Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam) dell'Unione europea e alle tendenze di decarbonizzazione della catena di approvvigionamento, Taiwan ha accelerato gli sforzi per implementare meccanismi di tariffazione e inventario del carbonio;
in quanto anello importante della catena di approvvigionamento globale, Taiwan ha inserito le questioni ambientali nei negoziati con gli Stati Uniti d'America nell'ambito della Taiwan-US Initiative on 21st-Century Trade e con il Regno Unito per la Enhanced Trade Partnership. In questo modo Taiwan e i partner internazionali continueranno a promuovere il commercio internazionale e a contribuire alla sostenibilità ambientale globale, allineandosi così alla governance climatica internazionale;
rispondendo all'interrogazione n. 4-00983, a prima firma dell'Onorevole Paolo Formentini, in cui si chiedeva se il Governo intendesse sostenere, «nell'ambito di tutte le sedi opportune ed in coordinamento con gli altri Paesi dell'Unione europea, la ricerca di ogni possibile forma di coinvolgimento che consenta a Taiwan di concorrere attivamente all'azione dell'Oms», la Sottosegretaria di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Maria Tripodi, ha risposto che «l'Italia – in linea con i Paesi dell'Unione europea, del G7 e con altri Paesi che condividono la stessa impostazione – adotta un approccio inclusivo al tema della salute globale in ambito multilaterale. Sosteniamo quindi la partecipazione di tutti i partner, incluse le autorità sanitarie e gli esperti di Taipei, che possano fornire un contributo costruttivo ai lavori dell'Assemblea mondiale della salute, la cui 76a edizione ha avuto inizio il 21 maggio 2023 a Ginevra. In questa prospettiva, dal 2020 l'Italia aderisce alle iniziative promosse da un gruppo di Paesi a sostegno della partecipazione di Taipei all'Assemblea mondiale della salute in qualità di osservatore. Anche quest'anno abbiamo confermato la nostra adesione. Il sostegno all'iniziativa è stato riaffermato anche nelle recenti dichiarazioni ministeriali G7 esteri e salute. L'obiettivo è ribadire l'appello a favore della partecipazione dei delegati taiwanesi ai lavori a livello tecnico dell'Assemblea e, più in generale, ampliare le occasioni di coinvolgimento di esperti dell'isola nell'attività dell'organizzazione»;
è stato istituito presso la Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, il Comitato permanente sulla politica estera per l'indo-pacifico, il quale sta svolgendo un'indagine conoscitiva «sulle tematiche relative alla proiezione dell'Italia e dei Paesi europei nell'Indo-pacifico»; in questa sede, la Sottosegretaria di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Maria Tripodi, ha svolto, il 16 novembre 2023, un'audizione sulla strategia complessiva dell'Italia nell'area indo-pacifica, nel corso della quale ha dichiarato che l'Indo-Pacifico sarà tra le priorità della presidenza italiana del G7, nonché che l'Italia sta intensificando gli sforzi per rafforzare la presenza italiana nella regione con un approccio inclusivo, ovvero di cooperazione con tutti i partner dell'area comprese le organizzazioni regionali, nel rispetto del diritto internazionali;
nel corso della medesima audizione è stato inoltre ricordato come la regione indo-pacifica sia di rilevante importanza geostrategica e come in questa zona transiti il 90 per cento del traffico marittimo commerciale del pianeta: in quanto tale questa area deve affrontare alcune rilevanti sfide che riguardano la libertà e la sicurezza dei mari, le catene di approvvigionamento e l'impatto dei cambiamenti climatici,
impegna il Governo
ad intraprendere iniziative al fine di sostenere la piena partecipazione di Taiwan alle agenzie e ai meccanismi specializzati delle Nazioni Unite, tra cui l'Organizzazione mondiale della sanità, l'Organizzazione internazionale per l'Aviazione civile internazionale e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sostenendo inoltre ogni iniziativa volta alla cessazione dell'isolamento diplomatico di Taiwan.
(7-00222) «Formentini, Billi, Coin, Crippa».
La VII Commissione,
premesso che:
i dati più recenti sul cinema in sala, illustrati da Cinetel, insieme alle associazioni Anica e Anecnel, nel corso della conferenza stampa «2023: che spettacolo di Cinema!» presentano un anno di crescita importante;
nel complesso il periodo, nel suo primo anno di ritorno alla normalità post-pandemica, ha registrato un recupero di più di trenta punti in percentuale rispetto alla media del 2017-2019: al 31 dicembre 2022 la differenza negativa era del 48,2 per cento degli incassi e del 51,6 per cento delle presenze; in crescita la quota del box office della produzione italiana (incluse le co-produzioni) che nel 2023 ha registrato una percentuale pari al 24,3 per cento degli incassi e al 25,9 per cento delle presenze corrispondenti a un incasso di 120.6 milioni di euro (+100 per cento sul 2022) e a 18.2 milioni di presenze (+93,9 per cento);
a fronte dei dati positivi sulle presenze in sala, il settore cinematografico denuncia l'assenza di politiche di sostegno al settore e le preoccupazioni sulla linea politica definita, già dall'inizio della legislatura, dall'Esecutivo che dalla norma cosiddetta Fuortes, alla proposta sulla riorganizzazione del Ministero, all'intervento sulla governance del Centro sperimentale cinematografia, alla modifica dello statuto dei David di Donatello, alla nomina del direttore del Teatro di Roma, che ad avviso dei presentatori del presente atto intende sottrarre autonomia e sottoporre al controllo politico la cultura;
il recente decreto del riparto del fondo cinema, firmato il 14 maggio 2024, ha confermato tutte le preoccupazioni del settore dei mesi scorsi: Il tax credit cinema viene tagliato di circa 130 milioni di euro, ridotti di 20 milioni di euro anche i contributi automatici e aumentati i contributi selettivi;
nel registrare una riduzione complessiva, in un contesto in cui i finanziamenti sono divisi per tipologia di mezzo espressivo (documentario, animazione etc.) e di tipologie degli autori, risulta incongruo riservare 52 milioni alla tematica, per quanto ampia, dei «personaggi e identità italiana»;
si registra, inoltre, un taglio netto alla produzione cinematografica e audiovisiva e un aumento della politicizzazione delle scelte di finanziamento con un intervento che raddoppia i fondi per i progetti speciali, quelli che può, appunto, autorizzare direttamente il Dicastero;
tale intervento penalizza un settore industriale strategico per ii nostro Paese con importanti effetti moltiplicativi sull'economia e l'occupazione;
il settore, che chiede chiarezza e certezza normativa, è di fronte a tagli alle risorse, nuove norme che stanno allontanando importanti investimenti esteri, con gravi ripercussioni economiche e occupazionali;
«Vogliamo che ci sia ancora un domani» è l'invito alla giornata di mobilitazione svoltasi a Roma il 6 aprile 2024 e lanciato dalle associazioni del cinema italiano – fra cui Anica, Anac, Unita, 100Autori, Wgi, Agici e Afic – per chiedere l'avvio di un tavolo col Governo sulle politiche di sostegno al settore cinematografico;
a causa di tali modifiche dei fondi pubblici a essere più colpite, naturalmente, saranno le produzioni indipendenti PMI e migliaia di lavoratori dell'audiovisivo già di per sé discontinui;
in Italia sono operative 9000 imprese (per lo più piccole e medie), che creano 65 mila posti di lavoro, più ulteriori 114 mila nelle filiere connesse. Il fatturato totale è di 13 miliardi l'anno;
l'Italia, che si piazza al quarto posto nella classifica dei mercati di riferimento in Europa, il terzo per produttività del lavoro (dopo Germania e Francia), testimonia la grande dimensione del settore, che sviluppa un moltiplicatore economico di 3.54 euro di cui beneficia l'intera economia nazionale, oltre a creare e promuovere l'immagine del Paese nel mondo;
negli ultimi mesi le associazioni di categoria hanno rivendicato l'importanza dell'intervento pubblico e la tutela della produzione indipendente, nonché la salvaguardia di fonti produttive eterogenee e la ricchezza di creazioni intellettuali diversificate;
i dati sul tax credit hanno dimostrato di rappresentare una leva economica e occupazionale, che stimola la crescita del settore, incrementando l'attrattiva culturale e turistica del Paese, rafforzando l'identità nazionale e lo stile di vita italiano; il credito di imposta è cresciuto perché sono cresciuti gli investimenti del mercato;
nel 2022 il tax credit alla produzione audiovisiva italiana è stato pari a 254,14 milioni; quello al cinema italiano pari a 175,71 milioni; il totale per la produzione nazionale ha assorbito il 56 per cento dei 768,35 milioni complessivi investiti in produzione; 338,50 milioni, pari al 44 per cento, sono andati a finanziare le produzioni straniere che hanno deciso di girare in Italia;
in tale scenario la preoccupazione è anche per i livelli occupazionali che, come segnalano i sindacati, stanno precipitando, con molti lavoratori costretti a ricorrere alla indennità di disoccupazione e molti teatri di posa vuoti se non per qualche produzione straniera,
impegna il Governo:
ad adottare iniziative volte ad incrementare l'entità dei finanziamenti destinati al settore cinematografico e dell'audiovisivo;
ad adottare iniziative per potenziare il fondo per il tax credit per il cinema, valutando anche la possibilità di estenderlo al settore teatrale e musicale;
a promuovere iniziative a tutela e sostegno del comparto cinematografico in tutta la sua evoluzione tecnologica;
al fine di sostenere la produzione, a ripartire le risorse dei contributi selettivi disponibili in maniera congrua e nel rispetto di tutte le tipologie;
ad avviare politiche di sostegno dei livelli occupazionali dell'industria cinematografica e per l'intera filiera culturale a sostegno di una politica di cultura fruibile ed autonoma;
a promuovere lo sviluppo della cultura ed incentivare la fruizione delle sale cinematografiche, riconoscendo, ad un pubblico di età compresa tra i 14 e i 18 anni, la riduzione del biglietto di accesso alle medesime sale.
(7-00221) «Orfini, Manzi, Zingaretti, Berruto».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
SOUMAHORO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
Meta platforms Inc. è una azienda con sede negli Stati Uniti d'America, proprietaria, tra gli altri, dei popolari social network «Facebook», «Instagram» e «Threads»;
Meta ha recentemente attivato un meccanismo di diretto controllo sull'informazione ritenuta politica e sociale, limitando di conseguenza i contenuti politici su Instagram e Threads;
nell'implementazione di questo meccanismo ha cambiato le impostazioni del proprio algoritmo senza informarne gli utenti, i quali non vedranno più tra i contenuti suggeriti quelli a carattere politico di pagine che non rientrano tra quelle già seguite;
questo dispositivo sarebbe gestito attraverso analisi condotte da un'intelligenza artificiale sviluppata dalla azienda;
Meta ha affermato di applicare questa policy erga omnes, ossia su tutti i suoi utenti;
ad ogni modo sembrerebbe emerso, attraverso delle inchieste indipendenti, che Meta non stia applicando questa policy su tutti gli utenti, bensì su ristrette liste di utenti che la multinazionale ritiene in grado di condizionare l'opinione pubblica e su cui sta evidentemente operando un controllo serrato, eterodirigendone la visibilità sulla base di criteri, modalità e considerazioni che oggi rimangono del tutto ignote;
la Commissione europea, in data 30 aprile 2024, ha ufficialmente aperto un'inchiesta contro Meta, sostenendo che la sua policy di controllo dell'informazione politica è illegittima in quanto viola il recente «Digital Service act»;
ad opinione dell'interrogante, questa nuova policy di Meta è implementata a danno della completa e corretta informazione, penalizzando le forze politiche e i candidati ancora poco conosciuti. Si tratterebbe, quindi, di una vera e propria censura preventiva, se non una manipolazione, incompatibile con i nostri principi costituzionali –:
se il Governo sia a conoscenza delle informazioni riportate in premessa e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di garantire la libera espressione nel rispetto dei principi previsti dal nostro ordinamento costituzionale.
(3-01213)
Interrogazione a risposta scritta:
PAVANELLI e MARIANNA RICCIARDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il Fentanyl è un oppioide sintetico con proprietà analgesico narcotiche. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, si tratta di una sostanza cento volte più potente e più tossica della morfina;
in Italia il suo utilizzo è consentito sotto controllo medico con finalità anestetiche generali e le ipotesi di impiego riguardano le operazioni di chirurgia e la terapia palliativa per il dolore terminale oncologico;
il Fentanyl, negli ultimi anni, è stato usato all'interno del mercato delle droghe come agente di taglio dell'eroina e finanche in sostituzione di quest'ultima. Il Fentanyl, inoltre, è una sostanza in grado di rendere le droghe più potenti e di favorirne la diffusione a prezzi più bassi;
recentemente, è stato rilevato il primo caso di Fentanyl in Italia, nel quartiere di Fontivegge di Perugia, dove è stata scoperta una preparazione da strada basata su tale oppioide sintetico. La procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per chiarire i canali di approvvigionamento e per verificare lo stato di diffusione del fenomeno, con particolare riferimento al coinvolgimento della criminalità organizzata. Altri casi simili si sono verificati a Gioia Tauro e Piacenza;
tale sostanza, nel 2023, negli Stati Uniti è ritenuta responsabile di oltre centomila morti, molte delle quali tra i giovanissimi;
il 12 marzo 2024 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha varato un piano nazionale di allerta sul Fentanyl, diramando un'allerta di terzo grado: una comunicazione di massima urgenza nei confronti di tutti gli operatori che hanno interazioni con i consumatori di sostanze di abuso;
consapevoli delle gravi conseguenze del fenomeno, è stato costituito un gruppo di lavoro presso la Procura nazionale antimafia, con l'obiettivo di elaborare protocolli d'intervento specifici –:
quali siano le prime risultanze dell'attività di studio e di monitoraggio effettuata dalle autorità nazionali, con riferimento al grado di diffusione – anche sommerso – del Fentanyl su scala nazionale e se sussista un reale pericolo per l'incolumità dei giovanissimi;
quali azioni preventive siano state già attivate e quali si trovino in fase di attivazione con attenzione alle situazioni di maggiore rischio;
se il Governo non ritenga di doversi fare promotore, nelle competenti sedi, di una revisione delle normative e delle strategie per il contrasto alle dipendenze e per la prevenzione delle conseguenze dell'uso di sostanze a livello nazionale, internazionale ed europeo.
(4-02838)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazione a risposta orale:
NEVI, GATTA e ARRUZZOLO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
a livello mondiale il mercato del vino dealcolizzato è ancora un settore marginale (322 milioni di euro) nel campo delle bevande analcoliche (7,5 miliardi di euro), ma con importanti prospettive di crescita. Secondo l'International Wines and Spirits Record (ISWR) l'aumento delle vendite è del 7 per cento tra il 2022 e il 2026;
a livello europeo, uno studio realizzato dalla Commissione Ue stima il tasso di crescita del vino dealcolizzato al 25 per cento gli ultimi anni. Nel 2021 l'Ue ha emanato un Regolamento che definisce, autorizza la produzione e commercializzazione di vino parzialmente o totalmente dealcolato all'interno dell'Unione europea. Nel considerando 40 del Regolamento, la Commissione sottolinea che esiste una crescente domanda da parte dei consumatori di prodotti vinicoli innovativi con un titolo alcolometrico inferiore;
un recente studio dell'Osservatorio del vino ha rilevato che il 70 per cento del valore delle vendite dei prodotti low alcohol negli Stati Uniti è tricolore. Tuttavia, a causa della mancanza di controllo sulla filiera produttiva, le aziende italiane non stanno raccogliendo tutti i benefici che potrebbero ottenere: l'80 per cento dei ricavi finisce alle imprese statunitensi, che importano e poi rivendono il prodotto finito;
l'Italia non ha ancora attuato pienamente il Regolamento Ue 2021/2117 e questo crea evidenti svantaggi competitivi rispetto ai produttori Ue. Le associazioni hanno sollevato perplessità rispetto al decreto di recepimento, in quanto non consente l'elaborazione di questi prodotti all'interno degli stabilimenti vitivinicoli;
sotto l'aspetto fiscale, un'azienda vitivinicola che dealcola è trattata come una distilleria, con dei costi e una gestione burocratica insostenibile per un'azienda: sarebbe opportuno avere un sistema semplificato per poter gestire il rapporto con le accise;
paradossalmente i produttori italiani che vogliono produrre vino dealcolizzato devono inviare il loro vino all'estero (in particolare in Germania e in Spagna) e farlo rientrare nel nostro Paese per l'imbottigliamento;
le imprese del vino che hanno difficoltà a collocare ii vino sul mercato, vedono nei prodotti low alcohol una opportunità alternativa, soprattutto se il prodotto tradizionale fa fatica. Le giacenze 2022-2023 si sono chiuse con circa 45.5 milioni di ettolitri di vino, il dato più alto degli ultimi vent'anni –:
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato, per consentire l'elaborazione dei prodotti vitivinicoli dealcolizzati nell'ambito degli stabilimenti vitivinicoli nazionali in condizioni di parità competitiva con gli altri produttori europei;
se non ritenga opportuno adottare sollecite iniziative di competenza per risolvere il problema della denominazione dei vini dealcolati e delle altre informazioni in etichetta necessarie a definire inequivocabilmente il prodotto.
(3-01214)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazioni a risposta in Commissione:
FENU, BARZOTTI, ILARIA FONTANA e SERGIO COSTA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato il giorno 12 maggio 2024 dal sito www.unionesarda.it nelle scorse settimane sono arrivati nel porto di Cagliari 20 container da 36 tonnellate ciascuno contenenti scarti di lavorazione dell'acciaieria Arvedi di Cremona;
si sarebbe dovuto trattare di normali polveri industriali destinate allo stabilimento Portovesme S.r.l. del gruppo Glencore International, che è attualmente l'unico produttore di zinco e piombo in Italia;
durante il trasporto il presidio radiometrico ha segnalato un'anomalia in un primo container, che è comunque arrivato a Portovesme, rilevando la presenza di sostanze radioattive e attivando le procedure di sicurezza per il sospetto che l'intero carico dei venti container possa essere contaminato da sostanze radioattive come il cesio 137;
a seguito dell'intervento dei tecnici dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna e del «Nucleo Nbcr», nucleare-biologico-chimico radiologico, dei Vigili del fuoco è emerso che ben 8 container su 20 risulterebbero contaminati da sostanze radioattive;
in base a quanto riportato dalla testata online si tratterebbe di cesio 137, un vero e proprio pericolo biologico-radioattivo a medio termine, dato che la sua potenzialità è di circa 30 anni. Una sostanza dagli effetti devastanti che si concentra nei muscoli e che comporta un aumento del rischio di incidenza del letale cancro del pancreas;
a quanto risulta non sarebbe il primo caso di rifiuti radioattivi giunti in Sardegna in assenza di adeguati controlli prima dell'invio –:
se il Ministro interrogato non ritenga necessario e urgente attivare, anche avvalendosi del sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, un sistema di controllo preventivo dei rifiuti che possano potenzialmente avere significativi livelli di radioattività, in modo da evitare che si proceda al loro trasporto, con enormi rischi per la sicurezza lungo tutto il percorso e con enormi problemi di gestione per il territorio di destinazione.
(5-02385)
MORFINO, ILARIA FONTANA, SERGIO COSTA, L'ABBATE e SANTILLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
nella puntata di «Cinque minuti» trasmessa da RAI 1 il 24 aprile 2024, il Vicepremier e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, pur consapevole dei rilievi trasmessi dal Ministero dell'ambiente soltanto pochi giorni prima, ha affermato che l'obiettivo è di aprire i cantieri per il ponte sullo Stretto di Messina entro l'estate del 2024;
a quanto risulta, la società Stretto di Messina, responsabile del progetto del ponte sullo Stretto, avrebbe richiesto un'estensione di quattro mesi per rispondere alle richieste di integrazione presentate dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica;
la società Stretto di Messina ha ritenuto che le oltre duecento richieste di chiarimenti presentate dalla commissione Via – composta da quaranta tecnici ed esperti – riguardanti principalmente la compatibilità ambientale del progetto, meritassero un approfondimento istruttorio per il quale non sarebbero state sufficienti poche settimane, come ipotizzato in prima battuta dal Ministro Salvini;
tra le richieste del Ministero, si evidenziano valutazioni mancanti sulla qualità dell'aria, sulla dispersione di inquinanti marini, sulle conseguenze della costruzione dei pontili e sulla possibile deformazione costiera; mancano anche analisi sulla biodiversità, sull'inquinamento acustico, sulle vibrazioni e sui campi elettromagnetici;
inoltre, è stata chiesta un'analisi approfondita dei costi e dei benefìci, nonché una descrizione più dettagliata del contesto sociale ed economico; la gestione dei cantieri e lo smaltimento dei materiali di scavo sono ulteriori punti di interesse;
appariva evidente sin dall'inizio che gli approfondimenti e le integrazioni documentali richiesti dalla Commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale presupponessero l'esecuzione di analisi e indagini di campo, sia per il versante Sicilia, sia per il versante Calabria, che hanno una tempistica minima di implementazione e relativa elaborazione difficilmente comprimibile, se non a scapito della tutela ambientale e della sicurezza –:
se il Ministro interrogato intenda garantire che il prosieguo dell'iter procedurale, per quanto di competenza, finalizzato alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina avvenga nel massimo rispetto delle esigenze di tutela dell'ambiente e del territorio, garantendo che alle richieste di delucidazioni venga dato seguito nel modo più accurato e approfondito, in modo che possa essere aggiornato di conseguenza il cronoprogramma dell'opera sulla base di valutazioni razionali e concrete.
(5-02387)
ROGGIANI, BRAGA, CUPERLO, FORATTINI, GIRELLI, GUERINI, MAURI, PELUFFO, QUARTAPELLE PROCOPIO e SIMIANI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:
tra il 1980 e il 2022, secondo gli ultimi dati di uno studio Censis-Confcooperative, i cambiamenti climatici hanno provocato danni in Italia per 111 miliardi: 57,1 miliardi di euro per alluvioni, 30,6 miliardi per ondate di calore, 15,2 miliardi di euro per le precipitazioni, 8,2 miliardi per siccità, incendi boschivi e ondate di freddo;
si tratta di cifre che crescono esponenzialmente con il passare degli anni: si parla di 42,8 miliardi solo dal 2017 al 2022 mentre nel 2022 17 miliardi di euro (lo 0,9 del Pil);
secondo le ultime indagini salgono a 94 su 100 i comuni italiani a rischio dissesto idrogeologico e erosione costiera nel 2021, in tutto 7.423. Un aumento che si riflette sia sulle aree potenzialmente soggette a frane (aumento del 4 per cento sul 2017), sia su quelle esposte ad alluvioni (incremento del 19 per cento). Se il pericolo riguarda quasi l'intera penisola, sono in aumento anche le zone di massimo rischio. In tutto, sono 8 milioni gli italiani che vivono su territori particolarmente vulnerabili;
in questo contesto va segnalato come il Governo Meloni abbia praticamente dimezzato i fondi disponibili per il contrasto al dissesto idrogeologico. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza originariamente prevedeva infatti 2,49 miliardi di euro su questa misura (Missione 2, Componente 4, Investimento 2.1) mentre il nuovo PNRR ne cancella 1,287 miliardi di euro. Tali scelte appaiono ad avviso degli interroganti devastanti alla luce dei continui episodi di maltempo che stanno colpendo il Paese;
ultima in ordine di tempo va segnalata l'alluvione che il 15 maggio 2024 ha colpito Milano, i comuni limitrofi e gran parte della Lombardia, provocando conseguenze devastanti sul territorio con precipitazioni che non si registravano da oltre 170 anni;
le intense piogge che hanno interessato la regione hanno causato esondazioni dei fiumi Lambro, Seveso e Sillaro, determinando gravi disagi per la popolazione residente e danni ingenti alle infrastrutture con centri abitati isolati, famiglie sfollate e strade inagibili;
alcuni comuni colpiti dalle alluvioni hanno già annunciato che richiederanno lo stato di calamità naturale;
il fatto che l'attuale situazione di emergenza sia stata già vissuta in Lombardia negli ultimi anni e in particolare nell'estate 2023 quando si sono verificati numerosi eventi estremi, mette in evidenza l'urgenza di adottare politiche e interventi mirati per prevenire e gestire in modo efficace il rischio idrogeologico e di destinare a questo scopo maggiori risorse, al fine di garantire la sicurezza e il benessere delle comunità colpite da eventi climatici estremi –:
se i Ministri interrogati intendano avviare una verifica accurata dei danni causati dall'alluvione e valutare l'adozione, per quanto di competenza, di misure straordinarie per le comunità colpite, al fine di garantire assistenza immediata alle persone evacuate e sostegno alle imprese locali che hanno subito perdite economiche.
(5-02391)
Interrogazioni a risposta scritta:
ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
i siti orfani sono aree potenzialmente contaminate in cui non è stato avviato o si è concluso un procedimento di bonifica di cui all'articolo 244 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, o per i quali il responsabile dell'inquinamento non è individuabile o non provvede al ripristino del sito;
con decreto ministeriale n. 269 del 29 dicembre 2020 il Ministero dell'ambiente ha approvato il «Programma nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti orfani», destinando oltre 105 milioni di euro per la loro bonifica stanziati con legge di bilancio per il 2019;
la misura M2C4 all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) – Investimento 3.4 – con una dotazione di 500 milioni di euro, ha ulteriormente incrementato la disponibilità di fondi per ripristinare i terreni dei siti orfani, con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale, bonificare i siti e consentire lo sviluppo di tali aree;
la misura ha previsto inoltre l'approvazione del Piano di azione per la riqualificazione dei siti orfani, che è avvenuta con decreto ministeriale del 4 agosto 2022;
gli allegati 1 e 2 del citato decreto elencano la ripartizione dei fondi tra regioni e per ognuno dei 152 specifici siti interessati, per ordine di priorità, dal piano di azione per la riqualificazione dei siti orfani;
entro il 31 marzo 2026 la misura del PNRR prevede la riqualificazione di almeno il 70 per cento della superficie del suolo dei siti orfani al fine di ridurre l'occupazione del terreno e migliorare il risanamento urbano, con l'obiettivo di recuperare oltre 8 milioni di metri quadrati di siti inquinati –:
quale sia lo stato delle attività di bonifica per i 152 siti di cui al decreto ministeriale 4 agosto 2022.
(4-02827)
ILARIA FONTANA, MORFINO e QUARTINI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
l'area di Manciano (Gr) è una zona che conserva bassi livelli di inquinamento luminoso e per questo ospita il Virtual Telescope Project in località Montauto, una delle prime strutture astronomiche a poter essere operata da remoto;
in tale area, secondo la ricerca scientifica pubblicata su Science Advances nel 2016 ed intitolata «The new world atlas of artificial night sky brightness» (il nuovo atlante mondiale della luminosità artificiale del cielo notturno), è presente uno dei più bassi valori di luminosità artificiale notturna d'Italia;
dato il basso valore di inquinamento luminoso presente, l'installazione di sorgenti di emissione di luce può comportare un severo aumento dell'impatto luminoso ed un conseguente peggioramento della luminosità del fondo del cielo;
diverse sono le procedure di valutazione di impatto ambientale (Via) di competenza statale già presentate nell'area in oggetto, come ad esempio i seguenti impianti eolici:
a) progetto «Costruzione ed esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica “FIORA” di potenza nominale pari a 52,8 MW, da realizzarsi nei comune di Manciano (Gr) e delle opere ed infrastrutture connesse» (codice procedura 10847);
b) progetto denominato «Progetto per la realizzazione di un impianto eolico di potenza nominale 48 MG da realizzarsi in comune di Manciano (Gr), loc. Montauto» (codice procedura 9273);
l'inquinamento è definito all'articolo 5 del decreto legislativo n. 152 del 2006 come «l'introduzione diretta o indiretta, a seguito di attività umana, di sostanze, vibrazioni, calore o rumore o più in generale di agenti fisici o chimici, nell'aria, nell'acqua o nel suolo, che potrebbero nuocere alla salute umana o alla qualità dell'ambiente, causare il deterioramento dei beni materiali, oppure danni o perturbazioni a valori ricreativi dell'ambiente o ad altri suoi legittimi usi»;
con risoluzione del Parlamento europeo del 9 giugno 2021 sulla strategia dell'Unione europea sulla biodiversità per il 2030, gli Stati membri sono stati invitati al punto 127 ad affrontare anche l'inquinamento luminoso e acustico, sottolineando l'importanza di affrontare come priorità l'inquinamento alla fonte, il successivo punto 128 invita invece la Commissione europea a fissare ambiziosi obiettivi di riduzione dell'uso di illuminazione artificiale esterna per il 2030 e a proporre orientamenti sulle modalità di limitazione dell'uso dell'illuminazione artificiale notturna da parte degli Stati membri;
norme riguardo al contenimento dell'inquinamento luminoso sono contenute anche nel regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul ripristino della natura, ed una delle misure di ripristino (allegato VII, punto 30) cita testualmente; «Arrestare o ridurre l'inquinamento da medicinali, sostanze chimiche pericolose, acque reflue urbane e industriali e altri rifiuti, compresi quelli dispersi e la plastica, nonché l'inquinamento luminoso in tutti gli ecosistemi, oppure porvi rimedio»;
alcune delle proposte progettuali sono localizzate a poco più di un chilometro di distanza dalle aree allestite per osservazioni astronomiche;
l'impatto ambientale in termini di aumento di inquinamento luminoso deve essere opportunamente, valutato, anche nei progetti che sono valutati dalla commissione tecnica per la Via per il PNRR-Pniec –:
se siano state formulate linee guida in materia per supportare la produzione di documentazione tecnica a riguardo e la valutazione dell'impatto luminoso nei procedimenti sottoposti, a Via a fronte dell'orientamento in materia da parte dell'Unione europea;
quali siano le iniziative poste in essere per il recepimento dei citati indirizzi normativi europei in materia.
(4-02836)
CULTURA
Interrogazione a risposta scritta:
D'ALESSIO e GRIPPO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
il duomo di Salerno, che ufficialmente risponde al nome di Cattedrale Primaziale Metropolitana di Santa Maria degli Angeli, San Matteo e San Gregorio VII, oltre ad essere il principale luogo di culto cattolico della città di Salerno, è un edificio dal grande valore storico ed artistico;
nel 2016, dall'allora Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo erano stati stanziati 1.506.000 euro a favore del restauro e del recupero del complesso di tale cattedrale;
tuttavia, da quel che si è avuto modo di apprendere da fonti di stampa locale, risulterebbe che i lavori non siano mai stati avviati e, cosa ancor più grave, nel tempo il finanziamento è stato tagliato limitandosi al restauro del solo campanile;
negli ultimi anni, l'edificio vede sempre più necessari interventi di ristrutturazione: la parte più esposta della cattedrale, uno splendido quadriportico, sta subendo non soltanto le conseguenze dell'incedere del tempo ma anche gli effetti dei cambiamenti climatici e degli agenti inquinanti;
lo stato di salute della cattedrale è stato «radiografato», con strumentazioni innovative, da una ricerca coordinata da Massimiliano Campi, professore ordinario al dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, e dall'architetta Marika Falcone: tali analisi hanno evidenziato l'urgenza di un celere intervento avendo, le analisi condotte, dimostrato delle tendenze infrastrutturali problematiche – come, ad esempio, gravi infiltrazioni d'acqua –:
quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di garantire che i fondi annunciati nel lontano 2016 a favore della cattedrale siano ripristinati nella loro interezza e utilizzati in tempi brevi, al fine di avviare quanto prima i lavori di restauro e messa in sicurezza dell'edificio.
(4-02829)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta scritta:
DORI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
lo Statuto dei diritti del contribuente, legge n. 212 del 2000, come modificato dal decreto legislativo n. 219 del 2023, nella relazione introduttiva definisce il principio del contraddittorio come «punto cardine»: «Questo intervento adegua la protezione dei diritti fondamentali dei contribuenti agli standards di tutela internazionale e a quelli applicabili in base al diritto dell'Unione europea, rispettando i canoni interpretativi del giusto processo applicati alla materia tributaria dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo»;
per «principio del contraddittorio» deve intendersi il diritto del soggetto amministrato di essere sentito prima dell'adozione di un atto che incida sfavorevolmente sulla sua sfera giuridica, a pena dell'annullabilità degli atti adottati in violazione delle norme concernenti la partecipazione di contribuente;
ciononostante, il 30 aprile 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale 24 aprile 2024 concernente «Individuazione degli atti per i quali non sussiste il diritto al contraddittorio ai sensi dell'articolo 6-bis della legge 27 luglio 2000, n. 212»;
il decreto ha individuato gli atti per i quali il contraddittorio informato e effettivo sarebbe sacrificabile: gli atti automatizzati, sostanzialmente automatizzati, di pronta liquidazione e di controllo formale delle dichiarazioni, autonomamente impugnabili ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546;
di fatto il contribuente non potrà più rivolgersi alla Agenzia delle entrate per chiederne ragione una volta ricevuti ruoli e cartelle di pagamento senza contraddittorio, ma potrà soltanto impugnarli davanti alle Corte di giustizia tributaria. Lo stesso varrebbe per gli accertamenti parziali e gli atti di recupero predisposti esclusivamente sulla base di incrocio di dati. O ancora gli atti di accertamento per mancato pagamento delle tasse automobilistiche;
tali mancanze, tuttavia, possono provocare una violazione dei diritti fondamentali dei cittadini e dei contribuenti ed in particolare del diritto di difesa garantito dall'articolo 24 della Costituzione;
a ciò si aggiunga che tra gli strumenti che saranno utilizzati dalla pubblica amministrazione in ossequio al decreto ministeriale vi sarebbero gli strumenti di intelligenza artificiale (Ai) per i quali ad oggi non esiste una effettiva disciplina che ne disciplini l'utilizzo e gli strumenti di tutela del cittadino, con conseguente grave rischio di violazione dei diritti e delle libertà degli interessati, tra cui il diritto ad un corretto trattamento dei dati personali ai sensi dell'articolo 22 del Regolamento generale sulla protezione dei dati e nel rispetto degli strumenti previsti a presidio dei predetti diritti e libertà di cui al Regolamento Ue 679/2016;
il provvedimento è inoltre potenzialmente contrastante con altre fonti normative superiori in via di pronta approvazione; in tal senso il Parlamento europeo il 13 marzo 2024 ha approvato il cosiddetto AI Act e il 23 aprile 2024 il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge sull'intelligenza artificiale;
le predette normative, basate su un approccio antropocentrico e sulla protezione dei diritti degli interessati, si fondano su princìpi di trasparenza e gestione del rischio da cui pare completamente prescindere il predetto decreto ministeriale –:
se il Ministro interrogato intenda rivedere il contenuto del decreto ministeriale del 30 aprile 2024 in modo da evitare che la prevista compressione del principio del contraddittorio possa rivelarsi come una violazione dei diritti del contribuente, almeno finché non sarà adottata una complessiva disciplina legislativa sull'intelligenza artificiale.
(4-02825)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
con l'articolo 3 del decreto-legge n. 145 del 2013 è stato introdotto un credito d'imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo (R&S). Dal 2014 al 2019 tale strumento, di natura aggiuntiva rispetto alle spese classificate R&S già in essere, è stato utilizzato ampiamente dalle piccole e medie imprese, sulla base delle istruzioni disponibili;
nel 2018 il Ministero dello sviluppo economico (MISE) ha precisato che le attività agevolabili dovevano ricondursi ai parametri dettati dal cosiddetto «Manuale di Frascati», un protocollo d'intesa a livello europeo, da utilizzare come documenti di prassi, al quale si rifanno gli Stati membri per stabilire i parametri per valutare quali progetti possano essere ricondotti ad attività di ricerca e sviluppo;
a partire da quella data l'Agenzia delle entrate, applicando retroattivamente le indicazioni del manuale, ha iniziato ad inviare atti di recupero alle aziende, andando a disconoscere totalmente le spese da esse sostenute e applicando sanzioni per indebita compensazione dei crediti non spettanti o inesistenti;
con il decreto-legge n. 146 del 2021, nell'ipotesi di indebita fruizione del credito d'imposta, si è stabilito che i soggetti che intendevano riversare il credito indebitamente utilizzato tra il 2014 e il 2019 e compensato fino al 22 ottobre 2021 potessero regolarizzarsi riversandolo, senza l'applicazione delle sanzioni e degli interessi;
in considerazione della crisi Covid in atto, i termini per il riversamento sono stati più volte spostati in avanti. Con il «decreto-Anticipi» (decreto-legge n. 145 del 2023), la nuova scadenza per la presentazione dell'istanza è stata fissata al 30 luglio 2024, mentre il relativo versamento va effettuato entro il 16 dicembre 2024 (unica soluzione o prima rata di tre). Da ultimo nel decreto-legge n. 39 del 2024, in fase di conversione, è stato previsto lo spostamento al 31 ottobre 2024 del termine per la presentazione dell'istanza;
la procedura non può essere utilizzata per il riversamento dei crediti il cui utilizzo in compensazione sia già stato accertato con un atto di recupero crediti, ovvero con altri provvedimenti impositivi, divenuti definitivi alla data del 22 ottobre 2021;
pur apprezzando l'impulso tecnico offerto dal Ministero del made in Italy, deve essere chiarita la controversa applicazione dei crediti di imposta R&S 2014-2019. Il cambiamelo delle regole nel 2018 ha imposto alle aziende di dimostrare il superamento di incertezze scientifiche o tecnologiche non facilmente risolvibili;
le piccole e medie imprese non sono istituti di ricerca. Pertanto a giudizio dell'interpellante è un controsenso stabilire che (come recita il decreto ministeriale del 26 maggio 2020) «ai fini dell'ammissibilità al credito d'imposta, assumono rilevanza le attività di ricerca e sviluppo che perseguono un progresso ... delle conoscenze e delle capacità generali in campo scientifico o tecnologico e non già il semplice progresso o avanzamento delle conoscenze o delle capacità proprie di una singola impresa». Una previsione siffatta contrasta anche concettualmente con la natura aggiuntiva della misura, che appariva invitare le imprese a proseguire con maggiore decisione per strade già intraprese;
la questione ha un particolare rilievo nel settore Moda: con la circolare 5/E/2016 del MISE, le attività di ricerca e sviluppo nel settore tessile e della moda erano incluse nel credito di imposta, che è stato investito in nuovi campionari e collezioni. Poi, con la risoluzione ADE 41/E del 26 luglio 2022, le regole sono cambiate, imponendo alle aziende di dimostrare miglioramenti scientifici o tecnologici. L'Agenzia delle entrate oggi chiede alle aziende di riversare in modo spontaneo quello che il Ministero aveva prima ritenuto ammissibile;
l'Albo dei Certificatori, atteso dal settembre 2023, cui le aziende possono rivolgersi per far certificare i loro progetti ottenendone la validazione tecnica in termini di R&S, risulta pubblicato solo il 15 maggio 2024 con l'annuncio che entro fine maggio saranno emessi gli schemi di certificazione e le linee guida, con caricamento delle certificazioni possibile a partire dal 5 giugno 2024;
ai sensi del comma 2 dell'articolo 23 del decreto-legge n. 73 del 2022, le imprese che abbiano effettuato o intendano effettuare investimenti in attività per il riconoscimento dei crediti d'imposta potranno rivolgersi ai certificatori per farsi validare progetti e sotto progetti relativi a:
ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, innovazione digitale 4.0 e transizione ecologica, design e innovazione estetica (articolo 1, commi 200-202, legge n. 160 del 2019), applicabili dal 2020 in avanti;
ricerca e sviluppo (articolo 3, decreto-legge n. 145 del 2013), relativi al quinquennio 2015-2019, che viceversa in caso di incertezze possono essere oggetto di riversamento spontaneo;
in questa fase economica e geopolitica complessa è opportuno che le aziende, in specie quelle appartenenti ai settori di punta del Made in Italy manifatturiero, non siano poste di fronte al dilemma di avviare la procedura di riversamento spontaneo o affrontare accertamenti dall'imponderabile esito fiscale e anche penale e, più in generale, esposte al rischio di incorrere sia in default aziendali sia nel moltiplicarsi di contenziosi con l'Agenzia delle entrate –:
se non ritenga opportuno assumere le iniziative di competenza anche di carattere normativo volte a riconoscere alle aziende (a cominciare da quelle del settore tessile, moda, calzaturiero occhialeria oreficeria, mobile-arredo e ceramica) margini più ampi ed effettivi per usufruire degli strumenti resi disponibili per valutare l'aderenza al disposto di legge dell'investimento effettuato (albo certificatori, riforma degli incentivi, esiti dei procedimenti giudiziari in corso), anche valutando la sospensione della emissione dei processi verbali di constatazione (PVC) da parte dell'Agenzia delle entrate, relativi alle spese per R&S del periodo 2014-2019, e assumendo un maggior numero di certificatori iscritti all'albo che possano valutare i progetti da esaminare in tempi congrui per le imprese.
(2-00378) «Casasco, Nevi, Squeri, Battilocchio, De Palma».
Interrogazione a risposta scritta:
PICCOLOTTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il 9 maggio 2024 si è tenuto un incontro tra le segreterie nazionali e territoriali delle organizzazioni sindacali del settore delle telecomunicazioni e i rappresentanti aziendali del call center Customer Digital Service e MQ Voice;
l'incontro era stato richiesto dalle organizzazioni sindacali per conoscere le prospettive occupazionali dei siti produttivi di La Spezia e Casarano e per acquisire notizie circa il recupero delle spettanze dovute alle lavoratrici e ai lavoratori al termine della procedura di conferimento di ramo d'azienda, terminata nei giorni scorsi, che prevedeva il passaggio di circa 250 lavoratrici e lavoratori da Customer Digital Service a MQ Voice;
con grande stupore, durante l'incontro, le organizzazioni sindacali hanno appreso che la procedura avviata per il trasferimento di ramo d'azienda non si è concretizzata e le motivazioni addotte sono apparse confuse, fumose e del tutto incomprensibili;
Customer Digital Service ha inoltre comunicato alle organizzazioni sindacali di non essere nelle condizioni di poter procedere alla liquidazione delle spettanze arretrate relative ai mesi di marzo e aprile, annunciando che solo a partire dal 20 maggio 2024 avrebbe effettuato i pagamenti relativi alla mensilità di marzo;
da oltre un anno i lavoratori e le lavoratrici di La Spezia e Casarano vivono in una condizione di perenne incertezza che rischia di trasformarsi in un vero e proprio dramma sociale dal momento che gli stessi non percepiscono lo stipendio da due mesi ed è sempre più crescente la preoccupazione per il proprio futuro occupazionale;
inoltre, a breve, il sito di La Spezia non avrà nemmeno più una sede, poiché quella attuale verrà soppressa dal momento che Customer Digital Service non ha rispettato il piano di rientro per gli affitti insoluti e gli ufficiali giudiziari, per ordine del tribunale di Monza, provvederanno a breve allo sgombero dei locali;
a tale drammatica situazione si aggiunge l'indifferenza del committente più grande, Enel, che, nonostante sia stato più volte richiamato a responsabilità sociale, mostra un totale disinteresse nel voler contribuire al raggiungimento di una soluzione positiva per i siti produttivi di Customer Digital Service di La Spezia e Casarano;
ad avviso dell'interrogante, se si velocizzasse e concretizzasse un cambio di appalto, verrebbe garantita almeno la continuità occupazionale, vista l'inaffidabilità dell'attuale fornitore;
in passato Enel ha mostrato grande senso di responsabilità, favorendo con rapidità soluzioni positive che riguardavano situazioni di crisi molto meno complesse di quelle che riguardano oggi Customer Digital Service: risultano perciò ancora più incomprensibili le ragioni dell'atteggiamento assunto da Enel nella gestione di questa crisi;
ad avviso dell'interrogante, una committente a partecipazione pubblica non può restare indifferente alle sorti delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende a cui affida le proprie commesse –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti di competenza intendano assumere affinché venga garantita continuità occupazionale alle lavoratrici e ai lavoratori del call center Customer Digital Service, anche richiamando la partecipata pubblica Enel, committente più grande di Customer Digital Service, alle proprie responsabilità sociale d'impresa e dunque a farsi parte attiva nella risoluzione positiva della vertenza esposta in premessa.
(4-02828)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BARBAGALLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
si apprende a mezzo stampa e ne dà notizia il Codacons, che l'Antitrust ha deciso di accendere un faro sugli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree per definire i prezzi dei biglietti;
in merito al procedimento aperto sugli algoritmi di prezzo nel trasporto aereo passeggeri sulle rotte nazionali da e per la Sicilia e la Sardegna, avviato il 14 novembre 2023, l'Antitrust ha annunciato che intende disporre un'indagine di mercato relativa alle caratteristiche della domanda di trasporto aereo nelle rotte nazionali da e per la Sicilia e la Sardegna, volta a definire i parametri e le motivazioni che guidano le scelte di acquisto dei biglietti aerei da parte degli utenti;
l'incarico per lo svolgimento dell'analisi sarà affidato alla società Doxa, che dovrà presentare il rapporto conclusivo dell'indagine entro il 15 maggio 2024;
a parere dell'interrogante, la questione caro-voli nelle isole è prioritaria, sarebbe opportuno a tutela di chi viaggia arrivare ad un risultato concreto prima dell'estate, quando i prezzi dei biglietti, a causa delle numerose richieste, subiranno la consueta impennata –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per contrastare gli effetti negativi del caro-voli nelle isole a tutela dei viaggiatori.
(5-02382)
BALDELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
le Marche scontano un gap infrastrutturale ultradecennale che ha limitato rilevantemente lo sviluppo economico e la mobilità di merci e persone, tanto che, nel 2018, la regione è stata declassata dall'Unione europea da regione «sviluppata» a regione «in transizione»;
l'attuale amministrazione regionale, insediatasi alla fine del 2020, ha intrapreso una nuova politica infrastrutturale che ha portato all'approvazione del Piano delle infrastrutture «Marche 2032», fondato su 4 principi (sostenibilità, sicurezza, inter-multimodalità, interconnessione), con una disponibilità di 4 miliardi di euro fino al 2032 con il fondamentale apporto del Governo Meloni;
il piano delle infrastrutture mira a recuperare il declassamento a regione «in transizione» e a riconnettere il capoluogo di regione col resto del territorio regionale e le Marche con l'Italia e l'Europa tramite: la realizzazione del nuovo corridoio europeo TEN-T diagonale che colleghi i Balcani e l'Oriente con la Penisola iberica e l'Atlantico; la creazione di una rete infrastrutturale «a maglia» su gomma e ferro; la realizzazione di infrastrutture moderne ed efficienti per uno sviluppo sostenibile;
il raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara rientra fra gli obiettivi di modernizzazione infrastrutturale perseguita dall'attuale amministrazione regionale;
sembrerebbe dunque all'interrogante, pienamente condivisa la scelta dei lavori per il raddoppio e la modernizzazione della linea ferroviaria in questione ma non le modalità della loro comunicazione, tardiva e incompleta, e l'assenza di mitigazione dei disagi;
il cantiere in corso sta causando interruzioni del servizio ferroviario e aggravi significativi: sospensione del servizio di Freccia Argento, unico collegamento diretto e veloce con la capitale, dal 4 maggio al 7 giugno 2024; aumento dei tempi di percorrenza, anche raddoppiati, degli altri treni; cambi tra treni e autobus lungo il percorso; aggravio tariffario, superiore anche del 400 per cento per gli utenti costretti a usare la tratta che congiunge le Marche a Roma via Bologna, sempre che, per l'aumento dell'utenza su tale ultima tratta, si riesca ad acquistare il biglietto nell'orario di interesse;
a quanto consta all'interrogante nella riunione convocata dal gruppo Ferrovie dello Stato il 23 aprile 2024 – ossia solo qualche giorno prima dell'inizio dei lavori – alla presenza di Rete ferroviaria italiana, Trenitalia e Anas, la regione Marche, rappresentata dagli Assessori ai trasporti e alle infrastrutture, ha eccepito il ritardo e l'incompletezza della comunicazione e rilevato criticità, proponendo misure di mitigazione e di risarcimento per l'utenza –:
se sia stato compiutamente valutato l'impatto dei lavori in questione sulla qualità del servizio ferroviario offerto ai cittadini marchigiani e umbri, quali siano state le modalità di condivisione con i territori delle interruzioni previste e quali siano state le risultanze della valutazione;
quali azioni siano state adottate e si intendano adottare, da parte di Rete ferroviaria italiana, per migliorare la comunicazione verso i cittadini, affinché l'utilità dei lavori – necessari e attesi da decenni – sia compresa dagli utenti e questi ultimi possano pianificare i loro spostamenti nei giusti tempi e modi;
quali azioni concrete siano state adottate e si intendano adottare, da parte di Rete ferroviaria italiana, per mitigare i disagi che derivano dalle necessarie attività di manutenzione e di investimento sulla rete ferroviaria nazionale.
(5-02390)
INTERNO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
l'interpellante con atti parlamentari e con pubbliche dichiarazioni ha portato da tempo all'attenzione del Ministro interrogato e della opinione pubblica le gravi e sconcertanti affermazioni del sindaco di Pomigliano d'Arco, Raffaele Russo, il quale sin dal periodo elettorale non solo ha negato la presenza della criminalità organizzata nel territorio, ma ha avviato una vera e propria campagna diffamatoria, nei confronti del comandante della Polizia Municipale, Luigi Maiello, accusato, tra l'altro, proprio di «inventarsi» la presenza della criminalità organizzata nel territorio;
una volta eletto, il sindaco Russo ha proseguito ad avviso dell'interpellante con accanimento il tentativo di isolamento e delegittimazione del comandante dei vigili, il cui epilogo è stato il provvedimento del comune di decadenza dall'impiego;
essendo il comandante Luigi Maiello una figura nota per l'impegno profuso nel contrasto all'illegalità, in particolare nel settore urbanistico dove si annidano rilevanti interessi della criminalità organizzata, il provvedimento di decadenza ha suscitato stupore e clamore nell'opinione pubblica e ha avuto rilevanza mediatica;
in particolare il sito di informazione Fanpage realizzava un'inchiesta «La città di cemento: così a Pomigliano d'Arco è stato fatto fuori chi indagava su camorra e mattone», in cui venivano riportate anche dichiarazioni dell'interrogante;
a seguito della ricostruzione e dell'attività svolta da parte dell'interrogante, ad aprile 2024 durante una seduta del consiglio comunale, il sindaco Lello Russo, come riportato, sempre da Fanpage, oltre che da altri organi di informazione, «ha dato vita ad un vero e proprio show che aveva al centro del suo intervento, ripreso in diretta, proprio la sua tesi sul fatto che a Pomigliano d'Arco la camorra non esiste. Nel corso del suo intervento Russo aveva definito Borrelli, colpevole di aver presentato interrogazioni su quanto sta avvenendo a Pomigliano d'Arco, “un trombone”, ed aveva minacciato di querelare tutti quelli che avrebbero detto che a Pomigliano c'è la camorra.»;
a seguito di tale esternazione la presidente della Commissione parlamentare antimafia, l'Onorevole Chiara Colosimo, indirizzava il 13 maggio 2023 una lettera al sindaco Russo, nella quale, come riportato dall'Ansa, invitava il sindaco Russo, ad una «maggiore prudenza e cautela, soprattutto in caso di incompleta consapevolezza del fenomeno», quando si parla di mafie. E lo informa, richiamando alcune affermazioni fatte in consiglio comunale da Russo il quale riferiva dell'estinzione del clan Foria sul territorio, che «sulla base di riscontri ottenuti presso le forze dell'ordine, nel comune di Pomigliano d'Arco permane tuttora la operatività dei clan Mascitelli e D'Ambrosio, (...) che operano in stretta alleanza e sono dediti prevalentemente a estorsioni e spaccio di sostanze stupefacenti. Il radicamento e la pervasività delle mafie e delle organizzazioni similari è motivo di grande preoccupazione da parte di tutti i soggetti, istituzionali e non, che si occupano del fenomeno e sono impegnati a contrastarlo. Le dichiarazioni pubbliche dovrebbero essere improntate alla misura e alla sobrietà». Ricordando infine anche i contrasti sul tema tra il sindaco e l'ex comandante della polizia locale, Luigi Maiello, conclude: «Gli scontri con altre autorità impegnate sul territorio dovrebbero essere evitati, dato che si tratta di un fenomeno che mina alle basi la convivenza civile e la saldezza dei principi costituzionali su cui si fonda la nostra Nazione»;
il sindaco Russo replicava con una dichiarazione riportata dall'Ansa nella quale affermava, tra l'altro, di dover constatare «come la Presidente sia stata strumentalizzata e coinvolta in una polemica iniziata dal deputato Francesco Borrelli» e che tuttavia, desiderava chiarire subito che le sue affermazioni sono sostenute «da una sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato estinto il clan camorristico locale e da un rapporto del Ministro dell'interno che non rileva la presenza di organizzazioni criminali attive nella nostra città» –:
quali siano le valutazioni del Ministro interpellato riguardo ai gravi fatti esposti in premessa, che seguono le altrettanto gravi e sconcertanti esternazioni del sindaco di Pomigliano d'Arco Lello Russo, anche successive ai richiami della presidente della Commissione antimafia, e quali iniziative di competenza il Ministro interpellato intenda porre in essere a difesa del principio di legalità in un territorio connotato da una consistente e penetrante attività camorristica;
se il Ministro interpellato confermi l'esistenza di un rapporto del suo dicastero che non rileva la presenza di organizzazioni criminali attive nel territorio del comune di Pomigliano d'Arco, che contrasterebbe peraltro con quanto affermato dalla presidente Colosimo circa il permanere dell'attività di clan camorristici;
se intenda valutare, in considerazione di tutti i fatti esposti in premessa, in accordo con la prefettura, ogni opportuno accertamento con la nomina di una commissione d'indagine secondo la procedura prevista dall'articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
(2-00377) «Borrelli».
Interrogazione a risposta orale:
CIANI e MANCINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
in data venerdì 10 maggio 2024 studenti delle scuole superiori e universitari hanno manifestato a Roma protestando contro le politiche del Governo;
l'iniziativa risultava essere organizzata e ha visto la partecipazione di giovani che aderiscono alle realtà associative Aracne, Zaum, Coordinamento Collettivi Sapienza e studenti delle scuole superiori;
il corteo di protesta è partito da Piazzale degli Eroi dietro ad uno striscione contro gli Stati generali sulla natalità in corso in quei giorni nella capitale e «per un'altra educazione»;
si sono registrati momenti di forte tensione e scontri nel momento in cui i manifestanti volevano dirigersi proprio verso via della Conciliazione dove si stavano svolgendo i lavori degli Stati generali sulla natalità;
contatti tra polizia e manifestanti vi sono stati lungo via Leone IV a seguito dei quali una ragazza è stata trasportata dal 118 al Santo Spirito per un trauma cranico e due poliziotti sono stati portati al San Carlo di Nancy per contusioni varie;
solo dopo un po' di tempo è stato possibile proseguire la manifestazione senza ulteriori scontri –:
se il Ministro interrogato sia informato rispetto a quanto accaduto e riportato in premessa e se non intenda verificare, per quanto di competenza, l'operato nella gestione dell'ordine pubblico al fine di scongiurare un crescente clima di tensione che rischia di nuocere al tessuto sociale e civile della città e di cui la città stessa non ha assolutamente bisogno.
(3-01212)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BARBAGALLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
un incendio ha distrutto qualche giorno fa un bar sul lungomare di Catania. Alle prime luci dell'alba si è verificata l'esplosione nel locale che si trova al pian terreno di un edificio attualmente interessato da lavori di ristrutturazione della facciata. All'interno del bar si trovava il titolare, un uomo di 41 anni, rimasto gravemente ustionato;
sul posto sono giunti i vigili del fuoco, ambulanze e polizia municipale. Il titolare dell'attività commerciale è stato soccorso e trasportato all'ospedale Cannizzaro di Catania a causa delle diverse ustioni al volto, alle braccia e alle gambe ora ricoverato in rianimazione;
i vigili del fuoco hanno proceduto alle operazioni di spegnimento delle fiamme che hanno annerito la facciata in rifacimento della palazzina e alcuni condomini sono stati fatti evacuare per precauzione e per verificare la stabilità della struttura;
non è ancora chiara la dinamica su quanto accaduto, gli inquirenti stanno indagando, la prima ipotesi è quella dello scoppio di due bombole;
le indagini sono ancora in corso e pare non sia stata esclusa l'ipotesi di incendio di natura dolosa –:
alla luce dei fatti esposti, quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di garantire la sicurezza dei cittadini in questo territorio.
(5-02381)
MADIA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
dal mese di maggio 2024, l'aeroporto di Milano Linate ha reso disponibile il servizio faceboarding, che permette ai passeggeri di imbarcarsi su un aereo superando i controlli di sicurezza e quelli al gate senza mostrare documenti e carta d'imbarco, ma solo il proprio volto, a un sistema biometrico di riconoscimento facciale;
Linate è il primo aeroporto italiano ad offrire questo servizio, che in Europa è utilizzato con un numero limitato di compagnie aeree soltanto in cinque scali aeroportuali;
a Linate il sistema è stato attivato al termine di una sperimentazione iniziata nel 2020, ma subito sospesa per la pandemia; sperimentazione i cui esiti non sono totalmente noti in termini di garanzia e tutela della privacy dei passeggeri;
la SEA, società che gestisce l'aeroporto, specifica che le immagini del volto non vengono conservate, ma utilizzate solo per creare il modello biometrico, mentre i dati relativi ai documenti vengono crittografati e salvati, per 24 ore o per un anno in caso di registrazione a lungo termine;
in Italia vige fino al dicembre 2025 una moratoria per l'utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, categoria entro la quale rientrano anche gli aeroporti;
sui sistemi di riconoscimento facciale sono sempre più diffusi dubbi e contrarietà in merito alla loro efficienza e ai cospicui rischi per la privacy dei cittadini –:
quali tecnologie hardware e software siano usate e quali aziende italiane o straniere gestiscano i dati;
quali misure siano state assunte a tutela della privacy dei passeggeri e dei loro dati biometrici;
quanto si ritenga che possa considerarsi libera la scelta di un passeggero che per far prima più comodamente si lascia scansionare il volto;
se l'introduzione del faceboarding rientri nelle fattispecie regolate e interdette dalla moratoria sull'utilizzo del riconoscimento facciale in Italia.
(5-02386)
BARBAGALLO, IACONO, MARINO, ORLANDO, PROVENZANO, PORTA e SERRACCHIANI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
a Mascalucia, comune di circa 30 mila abitanti in provincia di Catania, si apprende da organi di stampa del ritorno in carcere ad aprile 2024 del killer di Cosa Nostra, Nunzio Zuccaro, per maltrattamenti all'ex moglie;
da notizie in possesso degli interroganti risulta che la nuora del boss, tale Valentina Lombardo, sia stata eletta nelle scorse elezioni amministrative nella lista di «Forza Italia» con circa 450 voti di preferenza e pare sia stata anche designata e nominata assessore comunale da parte del sindaco Enzo Magra;
quell'elevato numero di preferenze ottenuta pare sia stato determinante per il successo elettorale della lista di «Forza Italia», consentendo così alla stessa di ottenere un ulteriore seggio;
pare altresì che in passato la stessa nuora del boss abbia avuto esperienze elettorali di successo sempre nel comune di Mascalucia, e non si comprende per quali ragioni la stessa abbia, ad agosto 2023, rassegnato le dimissioni dagli incarichi;
sarebbe quindi necessario: verificare, se le notizie sommariamente rappresentate e corrispondano al vero, e se la Lombardo abbia correttamente dichiarato, nel modulo obbligatorio per l'accettazione della candidatura, lo stretto grado di parentela con il boss, in particolare, in occasione della tornata elettorale del 2023 e sarebbe comunque necessario chiarire se vi siano anomalie sia sul metodo di costruzione del consenso sia in quello della gestione della cosa pubblica, nonché se i fatti corrispondessero al vero, se vi siano state delle specifiche omissioni o colpe in vigilando –:
di quali elementi disponga sulla vicenda esposta in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare anche ai sensi dell'articolo 143 del TUEL, in relazione a quella che all'interrogante appare una assurda vicenda.
(5-02392)
Interrogazioni a risposta scritta:
FURFARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da organi di stampa (La Nazione, il Tirreno) si apprende la notizia che all'interno della questura di Prato il clima tra gli agenti in servizio e il questore Pasquale Antonio de Lorenzo non sia dei più sereni;
sono, infatti, ben sei le sigle (Siulp, Sap, Siap, Coisp, Fsp e Silp) che il 6 maggio 2024 hanno scritto alle rispettive segreterie nazionali segnalando quelle che loro ritengono punizioni ingiuste inflitte agli agenti, soprattutto a quelli delle volanti;
negli ultimi mesi, scrivono i sindacati, «abbiamo riscontrato diversi episodi che hanno mortificato l'operato degli agenti, richiamati in maniera discutibile anche sul piano deontologico, e puniti con sanzioni disciplinari, per aver, secondo il questore, ecceduto nei propri compiti istituzionali, agito in violazione delle disposizioni di servizio o in forza di autonome decisioni e scelte operative non in linea con le indicazioni dell'amministrazione» proseguono i sindacati: «Molte delle contestazioni addebitate appaiono più severe rispetto alle asserite “mancanze”», aggiungono. Si parla di «richiami» al personale e spostamenti da un ufficio a un altro «in un'ottica punitiva» che «hanno generato un crescente clima di malcontento»;
la goccia che ha fatto traboccare il vaso è un richiamo del questore a un intero turno delle volanti «colpevoli» di un episodio accaduto nella serata del 30 aprile 2024, quando una pattuglia avrebbe lasciato «scoperta» una porzione del centro storico per mezz'ora. Quattro di questi agenti sono poi stati trasferiti in un altro ufficio. I diretti interessati hanno spiegato di aver avvertito la centrale operativa che avrebbero fatto un controllo in un'area adiacente a quella assegnata (dove sarebbero stati identificati tre stranieri) senza ricevere controindicazioni, ma questo non è bastato per evitare il richiamo. Un richiamo, scrivono i sindacati, che «viene percepito come l'ennesimo chiaro messaggio di afflizione che i colleghi delle volanti subiscono»;
i rappresentanti sindacali chiedono un deciso cambio di rotta per ritrovare la serenità di chi ogni giorno è chiamato a risolvere situazioni difficili sulla strada, e chiedono al questore de Lorenzo, che si è insediato da circa sette mesi, di smetterla con «gli atteggiamenti denigratori, vessatori e umilianti» nei confronti dei suoi sottoposti;
in particolare, sembrerebbe che il questore abbia di fatto commissariato l'ufficio delle volanti, in quanto il dirigente viene ritenuto inadeguato ad assolvere i propri compiti, nonostante, i costanti risultati ottenuti nel corso degli anni per i servizi svolti per il contrasto della criminalità, come emerge dalle statistiche, così come sembrerebbe ci sia una costante mancanza di rispetto nei confronti del capo di gabinetto, che nel corso degli anni ha maturato molteplici capacità professionali, sempre attento alle problematiche connesse all'ordine e alla sicurezza pubblica;
inoltre, a tali comportamenti si aggiunge il fatto che il questore sembrerebbe tenere un atteggiamento denigratorio verso i colleghi in servizio presso la centrale operativa etichettandoli quali incapaci, per aver inviato equipaggi delle volanti su alcune segnalazioni di lite in famiglia, intimando loro di non inviare più personale e di risolvere le richiamate controversie familiari telefonicamente;
tale modalità di gestione da parte della polizia di Stato, ad avviso dell'interrogante potrebbe determinare un rischio gravissimo per le donne che in situazione di pericolo chiedono l'intervento delle forze dell'ordine per essere protette visto che la violenza di genere rappresenta la prima causa di morte e di invalidità per le donne tra i 16 e i 64 anni –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e, per quanto di sua competenza, quali misure intenda adottare al fine di riportare all'interno degli uffici della questura di Prato un clima di lavoro più sereno e più collaborativo tra il questore e gli agenti in servizio.
(4-02830)
DARA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato da un articolo del quotidiano La Voce di Mantova del 16 maggio 2024, a Castel Goffredo, in provincia di Mantova, e precisamente in via Austria, nella zona industriale, starebbe nascendo un nuovo centro culturale islamico, di cui pare nessuno fosse a conoscenza;
difatti, la notizia sarebbe trapelata grazie alle segnalazioni dei residenti che avrebbero notato da un po' di tempo un movimento di persone piuttosto intenso verso un capannone, dove i cittadini di fede islamica si ritroverebbero per svolgere le proprie attività di natura associativa, culturale e soprattutto di culto;
sempre alla stampa il sindaco ha dichiarato che il comune è a conoscenza della situazione e che sta eseguendo alcune verifiche, in quanto il piano di governo del territorio non prevede spazi per nuovi centri di questo tipo e non ci sarebbero le autorizzazioni necessarie;
da quanto emerge, dunque, l'utilizzo del capannone di via Austria come centro culturale e luogo di culto si starebbe svolgendo senza le prescritte autorizzazioni e senza il rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti in materia;
già nel 2020 la comunità islamica di Castel Goffredo aveva presentato domanda di apertura di un centro islamico in un capannone in zona industriale a cui il comune, dopo aver considerato le norme e tutta la documentazione fornita dai richiedenti, aveva deciso di negare l'autorizzazione in quanto «quell'area e quell'immobile non sono idonei»;
poiché nella zona sorgono diverse abitazioni, ciò che legittimamente sta preoccupando la cittadinanza è il via vai continuo di persone senza alcun controllo, oltre al fatto che un afflusso consistente di gente inevitabilmente creerà gravi disagi e problemi logistici e viabilistici sia ai residenti che a chi lavora nella zona;
non vanno poi sottovalutati i rischi per la sicurezza dei cittadini e il pericolo di attività di proselitismo a sostegno del fondamentalismo islamico, che ad avviso dell'interrogante si sviluppano spesso, proprio attraverso iniziative definite culturali, soprattutto se non opportunamente monitorate, per scongiurare le quali di recente sono state invece notevolmente rafforzate dal Ministro interrogato le misure di sicurezza –:
quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, con riguardo al nuovo centro culturale islamico di cui in premessa, con particolare riguardo agli aspetti legati alla tutela della sicurezza dei cittadini di Castel Goffredo e dell'ordine pubblico.
(4-02831)
EVI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il 13 maggio 2024 le partite di tennis del Torneo Atp al Foro Italico a Roma sono state interrotte da 11 persone aderenti alla campagna Fondo Riparazione di Ultima Generazione. Quattro persone sono scese nei campi, lanciando dei coriandoli, mentre altre persone tra gli spettatori hanno preso la parola per richiamare il pubblico all'emergenza climatica, sociale e democratica che sta attraversando il nostro Paese;
l'attivista climatico Giacomo Baggio Zilio, che ha partecipato all'iniziativa, è stato fermato dalla polizia e portato al commissariato Prati a Roma dove è stato trattenuto per oltre 6 ore e dove riporta di aver subito atti di violenza e abuso di potere;
un agente avrebbe strozzato due volte l'attivista, mettendogli le mani al collo, e gli avrebbe tirato e strappato i capelli;
è stato necessario pertanto ricorrere alle cure del pronto soccorso, come dimostra l'emissione di un referto con 15 giorni di prognosi, a testimonianza della gravità della lesione avvenuta;
da quanto risulta da fonti di stampa, ma dopo aver parlato con la polizia, il medico avrebbe emesso un nuovo referto con la prognosi ridotta ad un solo giorno;
sono ormai sempre più numerose le azioni violente e repressive da parte delle forze dell'ordine su manifestanti e studenti, come dimostrano le cariche violente della polizia sugli studenti a Pisa, Torino, Roma e Genova, e con questo ultimo episodio la violenza fisica della polizia si è abbattuta anche sulle persone di Ultima Generazione –:
se, il Ministro interrogato, non ritenga di verificare tempestivamente quanto accaduto e condannare questo episodio di violenza inaccettabile nei confronti di un cittadino che stava esercitando il suo diritto a manifestare pacificamente, ed in modo non violento, come riconosciuto dalla Costituzione;
se non ritenga, una volta accertata la dinamica dei fatti riportata circa quanto avvenuto al pronto soccorso, che le pressioni esercitate dalle forze dell'ordine sul personale del pronto soccorso, che risulta aver così modificato la prognosi da 15 giorni a 1 giorno, si configuri come un abuso di potere e conseguentemente adottare tutte le iniziative del caso per evitare che questo possa ripetersi in futuro.
(4-02835)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta scritta:
GALLO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi un concorso riservato ai dirigenti scolastici, organizzato dal Formez e dalla Fiera di Roma, è stato caratterizzato da gravi disagi e disfunzioni che hanno danneggiato i partecipanti alle prove. In particolare i concorrenti hanno segnalato attese interminabili, ore trascorse in piedi nell'attesa della prova concorsuale, gravi disagi causati dalle postazioni assegnate ai partecipanti (banchi rotti e monitor non in grado di supportare le prove computer based), carenze igieniche. Ciò ha causato seri problemi per la resistenza fisica dei partecipanti;
è grave altresì la mancanza di supporto ad alcuni candidati con disabilità o con necessità specifiche che non hanno ottenuto l'assistenza necessaria;
è da rilevare inoltre una scarsa informazione con comunicazioni confuse e contraddittorie che hanno causato un grave disorientamento tra i partecipanti al concorso;
risulterebbe essersi verificata quindi una grave situazione di disorganizzazione complessiva che coinvolge direttamente le istituzioni preposte e non ha permesso ai partecipanti al concorso di espletare al meglio le prove;
lo stesso Ministro interrogato ha parlato, dopo le diverse segnalazioni pervenute, di «disfunzioni inammissibili» –:
quali iniziative intenda adottare per acquisire tutti gli elementi necessari e fare piena chiarezza circa le gravi disfunzioni segnalate dai partecipanti al concorso per dirigenti scolastici;
quali iniziative intenda adottare per far sì che i prossimi concorsi, che riguardano il personale della scuola, siano svolti senza le gravi carenze organizzative registrate per il concorso di dirigente scolastico.
(4-02834)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
GRIBAUDO, FORNARO, SCOTTO, FOSSI, LAUS e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il 10 maggio 2024, la direzione aziendale della Gimar di Occimiano, azienda leader del settore enologico a livello internazionale nella realizzazione di contenitori inox per vinificazione, ha comunicato alle organizzazioni sindacali la volontà di fermare la produzione nello stabilimento in questione e di spostare il relativo personale, circa 50 lavoratori, a sessanta chilometri di distanza presso il sito di Calamandrana, in provincia di Asti;
l'azienda ha motivato tale decisione con la necessità di apportare importanti investimenti strutturali relativi, in particolar modo, alla sicurezza degli impianti;
peraltro, da altri comunicati aziendali emergerebbe che l'accorpamento delle attività di Gimar nella nuova sede produttiva è dettato da esigenze strategiche di ottimizzazione delle risorse del gruppo e non avrà alcun impatto in termini occupazionali, dato che il personale verrà interamente trasferito presso la nuova unità;
alla luce di tali scelte, non preventivamente concordate con le rappresentanze dei lavoratori, dopo un presidio dei lavoratori davanti allo stabilimento di Occimiano, la Fiom Cgil ha già proclamato due ore di sciopero;
la dichiarata disponibilità ad un confronto con le organizzazioni sindacali per l'individuazione delle opportune soluzioni per la gestione delle problematiche determinate dallo spostamento della produzione non può, comunque, giustificare operazioni che mettono a repentaglio la continuità occupazionale e che indeboliscono il tessuto industriale e sociale di un intero territorio;
altrettanto, non appare un atteggiamento volto a non creare gravi problemi ai lavoratori la proposta aziendale di scegliere tra il trasferimento o il licenziamento –:
quali urgenti iniziative intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di favorire un proficuo confronto tra l'impresa Gimar e le organizzazioni sindacali, con il coinvolgimento delle amministrazioni locali interessate, al fine di scongiurare che le scelte sommariamente indicate in premessa determinino una riduzione dei livelli occupazionali e un aggravio per la condizione dei lavoratori coinvolti, nonché un indebolimento del tessuto occupazionale e produttivo dell'area dove incide l'impianto di Occimiano.
(5-02384)
Interrogazioni a risposta scritta:
ASCARI e CHERCHI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
si apprende da fonti sindacali e di stampa che lo sciopero indetto il 6 maggio 2024 dei mezzi pubblici, al quale ha aderito anche Seta S.p.A. per i bacini di Modena, Reggio Emilia e Piacenza verte sui temi centrali del rinnovo contrattuale e altresì ha lo scopo di denunciare situazioni lavorative e salariali inappropriate;
nello specifico, vengono richieste la revisione di tutti i turni disagiati e garanzie di adeguate e reali soste cuscinetto ai capilinea sulle tabelle di marcia urbane ed extraurbane di tutti i bacini gestiti da Seta; una normativa unica sulla turnazione studiata per permettere una maggiore conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, riducendo la media del nastro lavorativo. Per i turni misti i sindacati chiedono di applicare la normativa (orario di lavoro e nastro) in merito alla prevalenza del turno (se un turno misto ha la prevalenza urbana, deve essere applicato il nastro urbano max 8 ore);
mentre all'interno di un bacino di appartenenza/deposito rappresentano la necessità che vengano distribuiti gli stessi numeri di riposi secondo le migliori normative aziendali in vigore, per eliminare discriminazioni che hanno creato, tra le altre cose, una grande confusione sulla rotazione dei turni e creazione di tanti gruppi;
domandano per i mancati riposi aggiuntivi prelavorativi svolti dagli operatori di esercizio, per le esigenze dell'azienda di coprire il servizio, di applicare la maggiorazione del 30 per cento sulle ore del turno assegnato, essendo il mancato riposo equiparato al lavoro svolto in festività nazionale, come previsto dal Ccnl);
sottolineano l'importanza del doppio riposo coincidente con il fine settimana (sabato e domenica) per ogni serie di turni di lavoro del personale viaggiante dei tre bacini gestiti da Seta, garantendo almeno 1 (una) volta al mese un doppio riposo cadente di sabato e domenica in modo da permettere un maggiore recupero psicofisico, nonché come azione di contrasto alle numerose dimissioni volontarie da parte del personale di vecchia e nuova assunzione;
infine, indennità oltre la dodicesima ora da assegnare anche con le prestazioni di lavoro straordinario;
da tempo i dipendenti di Seta denunciano turni di lavoro massacranti, diritti non rispettati, scarsa sicurezza e salari inadeguati con conseguenze negative anche sul servizio offerto agli utenti;
le attuali condizioni dei lavoratori di Seta hanno causato una fuga da questa professione, rendendo difficile il reperimento di autisti e autiste nella città di Modena, aumentando il problema della carenza di questa figura professionale –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali iniziative di competenza intenda adottare per affrontare le questioni sollevate dai lavoratori di Seta e dai sindacati riguardo al rinnovo contrattuale e alle condizioni di lavoro e salariali ritenute inappropriate;
quali azioni siano previste per garantire equità salariale all'interno del settore dei trasporti pubblici e quale sia la posizione del Ministero riguardo alla richiesta dei sindacati di una normativa unica sulla turnazione che permetta una migliore conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro;
come intenda rispondere alle richieste specifiche dei sindacati per la revisione dei turni disagiati e per l'introduzione di soste cuscinetto ai capilinea sulle tabelle di marcia urbane ed extraurbane, se intenda chiarire nel merito le sue intenzioni riguardo alla distribuzione equa dei riposi e alla rimozione delle discriminazioni nella rotazione dei turni segnalate dai dipendenti di Seta;
quali azioni specifiche intenda intraprendere per risolvere il problema dei mancati riposi aggiuntivi prelavorativi e per garantire il rispetto del Ccnl, incluso il pagamento della maggiorazione del 30 per cento sulle ore di turno assegnato;
in che modo preveda di affrontare il problema delle dimissioni volontarie frequenti all'interno di Seta, come parte della sua strategia per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la sicurezza dei lavoratori.
(4-02824)
UBALDO PAGANO, SCOTTO e GUERRA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
come appreso da recenti pubblicazioni del quotidiano «Domani», durante un incontro tra il direttore generale e responsabile personale di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria, Giuseppe Cavalli, i sindacati e i rappresentanti di Confindustria, è stato diffuso un report confidenziale sullo «stato di salute» degli impianti dell'ex Ilva di Taranto;
in tale report, cui la testata «Domani» avrebbe accesso e di cui riporta il contenuto, si legge che:
nel reparto cokeria, già finito sotto sequestro nel 2012 perché ritenuto tra i più inquinanti degli stabilimenti, «la rete gas coke è ad alto livello di usura, la mancanza di ricambi è critica per la continuità di marcia (porte e telai)» e si riscontra «il mancato svolgimento di attività routinarie in area cokeria, con potenziali problematicità gestionali»;
nel reparto agglomerato, i commissari di governo osservano: «La mancanza di ricambi strategici per circuito di aspirazione (valvole, alimentatori); l'usura su tratti dei condotti di gas esausto di processo; la mancanza di ricambi per filtri Meros»;
per ciò che riguarda i sottoprodotti, inoltre, l'azienda riconosce «l'usura del capannone di stoccaggio del solfato di ammonio, l'usura dell'impianto refrigeranti primari, condizioni gestionali non standard per serbatoi 1 e 7 di stoccaggio di catrame»;
nel report, dunque, sarebbero elencate diverse altre criticità molto rischiose per la sicurezza e la salute dei lavoratori, tali da giustificare – sempre da quanto riportato da «Domani» – l'urgente necessità di mobilitare 300 milioni di euro per effettuare interventi di manutenzione ordinaria, per acquistare i ricambi chiave per garantire la continuità produttiva, pompe e motori, serbatoi, filtri, valvole, per interventi di manutenzione straordinaria quali la pulizia dei canali, la sicurezza e la manutenzione ferroviaria, il ripristino dei back necessari per gli impianti prioritari, come, ad esempio, la gestione delle acque;
un altro recente articolo pubblicato da «Domani», inoltre, fa luce sulle pessime condizioni di lavoro cui sono costretti i lavoratori assunti mediante le agenzie interinali, i quali, secondo i dati della Nidil CGIL, rappresentano almeno il 50 per cento degli operai che lavorano per le imprese dell'indotto dell'area industriale di Taranto, che comprende il porto, le raffinerie, le centrali elettriche e, ovviamente l'intera Ilva;
tali lavoratori, assunti con contratto a termine, sarebbero spesso impiegati in modo irregolare nelle lavorazioni più pericolose, talvolta in mancanza di adeguata formazione;
particolarmente preoccupante è il fatto che tali lavoratori precari rappresentino una parte rilevante di coloro che negli ultimi anni sono rimasti vittime di incidenti nell'area dell'ex Ilva –:
se siano a conoscenza di quanto documentato nel report di cui in premessa e quali iniziative di competenza intendano intraprendere per scongiurare i gravi rischi di sicurezza e per la salute dei lavoratori dell'ex Ilva;
se si intenda eseguire le opportune verifiche con riferimento a quanto denunciato dai sindacati con riguardo all'impiego improprio e illecito dei lavoratori assunti mediante agenzie interinali;
se intendano fornire chiarimenti con riguardo alle azioni che, nell'ambito del «Piano di Ripartenza», si intendono intraprendere per garantire condizioni di sicurezza, salute e dignità per i lavoratori impiegati nell'ex Ilva.
(4-02837)
GRIMALDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
alla Biancoforno di Fornacette, azienda di dolciumi, eccellenza del territorio, presente nel comune di Calcinaia, in provincia di Pisa, le lavoratrici e i lavoratori sono in stato di agitazione per il riconoscimento dei diritti più elementari e perché l'azienda rispetti il contratto nazionale di lavoro di categoria e le leggi;
secondo quanto denunciato dalle stesse lavoratrici e lavoratori e dalla Flai Cgil, all'interno della fabbrica i turni di lavoro vengono comunicati all'ultimo momento, il pomeriggio per il giorno successivo, tramite messaggio, attraverso il quale viene comunicato l'orario di inizio turno ma non quello di fine, fino al paradosso che, per la conclusione dell'orario di lavoro i lavoratori devono chiedere e ottenere un permesso;
alla Biancoforno, sostanzialmente, l'orario giornaliero di lavoro termina quando finisce la produzione e i permessi delle maestranze vengono gestiti in modo unilaterale da parte dell'azienda;
ormai da anni, infatti, la Biancoforno gestisce il programma produttivo, attingendo per la copertura di ore che «l'azienda non permette» di lavorare, al monte ore di ferie e permessi individuali del lavoratore, senza neanche preoccuparsi di chiedere l'autorizzazione agli interessati;
tutto ciò ha provocato il paradosso che i lavoratori vengono obbligatoriamente tenuti a riposo e si ritrovano anche debitori nei confronti dell'azienda, con un contatore in negativo;
nessuno spazio viene concesso ai lavoratori per tenere le assemblee sindacali in azienda e chiunque provi a rivendicare i propri diritti viene accusato di ostilità da parte della dirigenza;
la proprietà si era inizialmente mostrata disponibile ad avviare un dialogo con la Flai-Cgil salvo poi presentare una querela per diffamazione nei confronti della segretaria provinciale della Flai-Cgil di Pisa, Natasha Merola, circostanza che ha rappresentato un ulteriore grave arretramento nel percorso di confronto tra sindacato e azienda;
durante l'ultimo presidio organizzato dalla Flai-Cgil davanti i cancelli dello stabilimento, numerosi lavoratori e lavoratrici hanno coraggiosamente denunciato la situazione di assenza di diritti che si vive alla Biancoforno;
la Biancoforno di Fornacette rappresenta una realtà importante in Toscana, impiega direttamente 174 lavoratori a tempo indeterminato e 120 lavoratori interinali che salgono oltre 300 con l'indotto. Molti di questi lavoratori prestano la propria attività quali dipendenti di cooperative che operano all'interno della Biancoforno;
ad avviso dell'interrogante non è tollerabile che esistano aziende che non garantiscano la certezza dei tempi di lavoro, impedendo ai dipendenti la possibilità di organizzare la propria vita e che utilizzino a proprio uso e consumo le ferie e i permessi dei propri dipendenti –:
quali urgenti iniziative di competenza la Ministra interrogata intenda assumere, anche di carattere ispettivo, per fornire riscontro alle denunce dell'organizzazione Flai-Cgil circa il mancato rispetto di norme contrattuali e in materia di lavoro da parte dell'azienda Biancoforno nei confronti dei propri dipendenti, nonché di comportamento antisindacale.
(4-02839)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Interrogazione a risposta scritta:
CANNATA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il decreto del Presidente della Repubblica del 20 aprile 2022, n. 57, recante: «Recepimento dell'accordo sindacale per il personale non dirigente delle Forze di polizia ad ordinamento civile e del provvedimento di concertazione per il personale non dirigente delle Forze di polizia ad ordinamento militare “Triennio 2019-2021”» modifica l'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 2002, n. 164 riguardo l'accertamento della rappresentatività delle organizzazioni sindacali tramite codice meccanografico;
il Consiglio di Stato, con sentenza n. 01603/2024 Reg. Prov. Coll. del 6 febbraio 2024, ha respinto l'appello (alla sentenza del Tar del Lazio) proposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e quindi ha confermato l'illegittimità della norma che impone l'imputazione delle relative trattenute a carico degli aderenti su un unico codice meccanografico (e dunque su un unico conto corrente) intestato all'aggregazione associativa anziché, come per il passato, mediante la previsione di un doppio codice per il versamento diretto dei relativi importi a favore delle singole organizzazioni federate;
il Consiglio di Stato ha ritenuto che detta disposizione sarebbe illegittima in quanto imporrebbe la creazione di una cassa comune, nonché irragionevole e sproporzionata rispetto alla libertà delle associazioni sindacali garantita dagli articoli 18 e 39 della Costituzione e dall'articolo 36 del codice civile;
ad oggi, a seguito della sentenza citata, il Dipartimento di pubblica sicurezza Ufficio relazioni sindacali non ha ancora emanato nessuna circolare, con la conseguenza che diverse organizzazioni sindacali della Polizia di Stato non possono sedere al tavolo contrattuale nonostante un notevole patrimonio di iscritti –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza delle motivazioni riguardo ai ritardi del Dipartimento di pubblica sicurezza nella concessione del codice meccanografico per l'accertamento della rappresentatività delle organizzazioni sindacali nonché relativamente alla emanazione di una circolare in ottemperanza a quanto stabilito dal Consiglio di Stato;
se e attraverso quali iniziative di competenza i Ministri interrogati, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato citata in premessa, intendano intervenire al fine di garantire la rappresentanza di tutte quelle sigle sindacali escluse dalle modifiche derivanti dall'articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica del 20 aprile 2022, n. 57.
(4-02832)
SALUTE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BARBAGALLO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
si apprende a mezzo stampa di tumori, malformazioni e aumento dei casi di autismo nell'area compresa tra Priolo, Melilli e Augusta; in questo territorio secondo il professor Madeddu l'incidenza del cancro è del 20 per cento più alta della media;
è un fatto ormai assodato anche da numerose indagini epidemiologiche che ci sia una correlazione diretta tra incidenza dei tumori e i veleni depositati sia a mare che nell'aria in decenni nella zona abitativa, ma ancora oggi nessun tribunale è riuscito a indicare con chiarezza quale sia il polo produttivo maggiormente responsabile di questi fatti;
le conseguenze soprattutto sulla salute dei cittadini sono evidenziate nell'ultimo report sulla incidenza tumorale presentato a Siracusa dal professor Anselmo Madeddu, docente di epidemiologia oncologica all'Università di Catania, esperto e studioso dell'incidenza dell'inquinamento nell'area del sito industriale di Siracusa e oggi presidente dell'ordine dei medici del capoluogo aretuseo;
nel report di 44 pagine si evidenzia in particolare come nel sito di interesse nazionale di Priolo e nell'area a rischio si riscontri un eccesso statisticamente significativo di incidenza tumorale confermando la necessità non più differibile che gli enti competenti portino a compimento le bonifiche previste da specifiche norme;
in questi giorni, si terrà alla Corte costituzionale l'udienza per esaminare il ricorso sollevato dalla Procura di Siracusa sui profili di illegittimità di alcune norme del cosiddetto decreto salva depuratore. Se venisse accolta la tesi della Procura, allora il sito potrebbe davvero subire un contraccolpo;
le persone continuano a morire anche a causa dell'inquinamento da mercurio, piombo, arsenico, esaclorobenzene, diossine. Tutte sostanze che sono state disperse nell'aria o nei mari da 60 anni a questa parte, con bonifiche che sono spesso state effettuate marginalmente e non in senso radicale;
secondo Legambiente, la continuità produttiva non deve più, in nessun caso, mettere in pericolo la salute dei cittadini né provocare danni ambientali. I territori e le comunità locali che hanno pagato un così alto prezzo alla industrializzazione del nostro Paese meritano la massima attenzione e una coerente politica industriale che punti al risanamento e all'innovazione produttiva –:
alla luce dei fatti esposti se non ritenga opportuno assumere le iniziative di competenza volte a realizzare un'indagine scientifica per chiarire i diversi aspetti della vicenda e salvaguardare la salute dei cittadini.
(5-02383)
MARIANNA RICCIARDI, CAROTENUTO, CASO, CARAMIELLO, ALIFANO, AURIEMMA, DI LAURO, PENZA e SPORTIELLO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
con delibera n. 178 del 2 febbraio 2024 dell'ASL di Salerno è stato indetto il «Concorso unico regionale, per titoli ed esami, per il reclutamento di dirigenti medici in medicina emergenza urgenza, per la copertura, a tempo indeterminato, di n. 363 posti di dirigente medico, disciplina di medicina d'emergenza-urgenza (ex Mcau)»;
tra i requisiti specifici di ammissione previsti figurano «Laurea in medicina e chirurgia; specializzazione in medicina d'emergenza-urgenza ovvero in una delle discipline riconosciute equipollenti o affini ai sensi del decreto ministeriale del 30 gennaio 1998 e del decreto ministeriale del 31 gennaio 1998, iscrizione al corso di formazione specialistica, a partire dal secondo anno»;
l'articolo 1, comma 547, della legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145 del 2018) prevede che «a partire dal secondo anno del corso di formazione specialistica, i medici, i medici veterinari, gli odontoiatri, i biologi, i chimici, i farmacisti, i fisici e gli psicologi regolarmente iscritti sono ammessi alle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario nella specifica disciplina bandita e collocati, all'esito positivo delle medesime procedure, in graduatoria separata»;
all'esito dell'accertamento del possesso dei requisiti di accesso alla selezione, venivano esclusi 157 candidati in quanto «non in possesso di almeno uno dei requisiti specifici di ammissione e/o iscritto in scuole di specializzazione diverse dalla scuola Medicina di Emergenza Urgenza»;
tra i candidati esclusi figurano, a quanto consta agli interroganti, nominativi di candidati iscritti a corsi di formazione specialistica in discipline riconosciute equipollenti o affini ai sensi del decreto ministeriale del 30 gennaio 1998 e del decreto ministeriale del 31 gennaio 1998 e loro successive modificazioni e integrazioni;
quanto descritto in premessa ricorda quanto avvenuto in occasione di una precedente procedura concorsuale indetta dall'Azienda sanitaria locale Napoli 1 Centro, che con deliberazione del 21 febbraio 2024, n. 313, procedeva all'esclusione dei candidati iscritti frequentanti corso di specializzazione in disciplina affine e/o equipollente, e non nella disciplina oggetto del concorso; tale esclusione richiamava la nota del 21 novembre 2023, protocollo 560502, della Giunta regionale della Campania – direzione generale per la tutela della salute e il coordinamento del Servizio sanitario regionale che specificava «che il procedimento di cui alla legge n. 145 del 2018, prevede che gli specializzandi concorrano nelle procedure concernenti la stessa branca specialistica oggetto di specializzazione, restando esclusa la possibilità di partecipazione nelle discipline affini e/o sociali equipollenti»;
con nota dell'8 agosto 2019, protocollo n. 40367, la Direzione generale del Ministero della salute forniva chiarimenti circa l'interpretazione dell'articolo 1, comma 547 della richiamata legge n. 145 del 2018;
la direzione generale del ministero della salute chiariva che «Il legislatore, nel fare riferimento alla “specifica disciplina bandita” ha inteso peraltro assicurare che gli specializzandi potessero partecipare alla medesima disciplina cui possono attualmente accedere gli specialisti, secondo quanto previsto dai decreti ministeriali 30 e 31 gennaio 1998, nulla innovando in ordine alla disciplina delle equipollenze e delle affinità ivi prevista. Pertanto, in virtù di quanto disposto dall'articolo 1, comma 547 della legge n. 145 del 2018 e successive modificazioni i medici e i medici veterinari, iscritti all'ultimo anno del corso di formazione specialistica, nonché qualora questo abbia durata quinquennale, al penultimo anno del relativo corso, possono partecipare alle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario nella disciplina concorsuale di riferimento, secondo le disposizioni dettate in materia dai decreti ministeriali 30 e 31 gennaio 1998» –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della problematica esposta e se non intenda adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, per chiarire la portata delle disposizioni richiamate in premessa e risolvere le criticità esposte.
(5-02388)
MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il progetto Invecchiare in HIV in una prospettiva di genere si inserisce nel contesto dell'iniziativa europea HIV Outcomes, creata nel 2016 come realtà multistakeholder rappresentata da associazioni di pazienti, clinici, accademici, istituzioni pubbliche e settore farmaceutico;
tale iniziativa ha l'obiettivo di migliorare la corretta risposta globale all'HIV e si propone di evidenziare l'importanza della salute a lungo termine di coloro che convivono con la condizione di sieropositività, anche nell'ottica della sostenibilità della presa in carico da parte dei sistemi sanitari;
in questo contesto è nata HIV Outcomes Italia che – con il supporto di Fondazione The Bridge, soggetto indipendente con una lunga esperienza in attività di ricerca e sensibilizzazione sul tema dell'HIV – partendo dalle indicazioni europee, negli ultimi anni ha avviato lo sviluppo in ambito nazionale di alcune progettualità perseguendo gli obiettivi di coinvolgimento, sensibilizzazione e comunicazione nei confronti delle istituzioni e dei decisori politici e della community dei pazienti;
tra le priorità 2023 proposte su cui agire per migliorare la salute e il benessere delle persone con HIV, l'Italia ha deciso di concentrarsi sul tema della gestione dell'invecchiamento con HIV proponendo di svilupparlo in una prospettiva di genere;
l'Italia è sempre stata all'avanguardia nella lotta all'AIDS: la legge n. 135 del 1990 è considerata una delle migliori al mondo e ha consentito ai pazienti l'accesso alle terapie più innovative, man mano che venivano immesse sul mercato;
tuttavia, le attuali politiche sanitarie in ambito HIV che si rifanno a tale legge non sono state concepite, ad avviso dell'interrogante, tenendo in considerazione il fatto che si potesse invecchiare con HIV;
parlare di invecchiamento con HIV è allo stesso tempo una grande conquista, ma anche una grande sfida perché l'allungamento della vita porta con sé nuovi bisogni di tipo clinico, psicologico e assistenziale e richiede alle politiche sanitarie di adattarsi al cambiamento offrendo adeguate risposte;
entro pochi anni, infatti, la maggior parte di esse avrà un'età superiore ai cinquant'anni, con una buona parte di esse oltre i 65;
se è vero che l'innovazione terapeutica è il perno sul quale poggia oggi il concetto di riorganizzazione, in un'ottica di miglioramento per la gestione di una infezione cronica come l'HIV è altrettanto vero che la gestione della cronicità implica una serie di comorbidità crescenti;
occuparsi del tema dell'aging diviene ancor più complesso in chiave di genere, poiché nel nostro Paese la medicina di genere da poco tempo ha iniziato ad assumere un ruolo nella definizione dei percorsi diagnostici e di presa in carico –:
se non si intenda considerare le dimensioni e le variabili afferenti al genere come rilevanti nell'ambito del percorso di invecchiamento con HIV e con quali iniziative di competenza le medesime possano essere valorizzate nella definizione dei percorsi diagnostico terapeutici;
quali iniziative di competenza si intendano mettere in campo per affrontare il tema dell'invecchiamento con HIV e, nel farlo, come si intenda tenere in debito conto anche le specificità di genere e le problematiche connesse ai bisogni di salute e di assistenza di ciascun target: le donne, gli uomini e le persone transgender e gender diverse (Tgd).
(5-02389)
Interrogazioni a risposta scritta:
SERRACCHIANI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
in Europa vi sono 2.5 milioni (su 84 milioni) di cani infetti da Leishmaniosi. Il cane si infetta attraverso la puntura di un insetto (flebotomo o pappatacio) che è vettore del parassita. L'infezione è cronica poiché non esistono farmaci che riescano a risolvere completamente l'infezione;
il progetto «New Medicines for Trypanosomatidic infections», finanziato dalla Commissione europea con quasi 6 milioni di euro grazie all'équipe di Unimore ha individuato un farmaco (drug lead) NMT-A02 che si è dimostrato efficace contro la Leishmaniosi in tre animali (topo, criceto e cane);
il farmaco NMT-A02, testato in tutte le specie ha dimostrato tossicità inferiore al farmaco attualmente usato, il Milteforan. In particolare, il trial sui cani ha dimostrato il superamento dei segni clinici dell'infezione e anche a distanza di tempo i cani del trial sono in buone condizioni fisiche e non hanno più manifestato la malattia a differenza dei cani trattati con il Milteforan;
tale farmaco è stato testato dal 2018-2019 su cani affetti da questa malattia, con ottimi risultati –:
quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato per autorizzare finalmente in Italia il farmaco NMT-A02 ad uso veterinario viste le relative evidenze scientifiche positive.
(4-02826)
MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
nel corso degli ultimi anni il legislatore ha introdotto diverse misure volte a incentivare l'uso dei farmaci innovativi;
l'articolo 1, ai commi 400 e 402, della legge 232 del 2016 ha previsto, nella formulazione originaria, l'istituzione di due fondi, con una dotazione di 500 milioni di euro ciascuno, destinati al rimborso alle regioni delle spese sostenute per l'acquisto, rispettivamente, dei medicinali innovativi e dei medicinali oncologici innovativi;
con determinazione n. 1535 del 2017, l'Aifa ha individuato i criteri per la classificazione dei farmaci innovativi e dei farmaci oncologici innovativi ai sensi dell'articolo 1, comma 402, della legge 11 dicembre 2016, n. 232;
l'articolo 35-ter del decreto-legge 73 del 2021 ha disposto l'unificazione dei predetti fondi, istituendo a decorrere dal 1° gennaio 2022 un Fondo unico per l'acquisto dei farmaci innovativi, con una dotazione di 1.000 milioni di euro annui, successivamente incrementata dall'articolo 1, comma 259, della legge 234 del 2021;
nel tempo, il fondo ha rappresentato un importante segnale di attenzione nei confronti dei farmaci ai quali il Ssn attribuisce priorità nell'accesso per la natura del target e per l'importante valore terapeutico aggiunto. Inoltre, il fondo si è rivelato uno strumento di grande efficacia in grado di ridurre le tempistiche di accesso ai farmaci innovativi da parte dei pazienti;
con riferimento a quanto affermato, appaiono interessanti i dati emersi nello studio IQVIA «Patients waiting to access innovative therapies indicator 2022 survey», pubblicato nel mese di aprile 2023. Lo studio evidenzia come pazienti italiani abbiano avuto accesso, tra il 2018 e il 2021, a un numero di nuovi farmaci oncologici superiori alla media UE (38 vs. 23). Tra i Paesi membri dell'Ue, solo la Germania, che garantisce un accesso automatico dopo l'approvazione da parte dell'Agenzia europea dei medicinali, presenta un risultato migliore;
inoltre, il fondo contribuisce alla sostenibilità economica del Ssn. Infatti, secondo lo studio «Comparator report on cancer in europe 2019 – disease burden, costs and access to medicines», pubblicato da Ihe – the swedish institute for health economics, l'Italia è tra i Paesi che hanno maggiormente incrementato la percentuale della spesa per farmaci oncologici sul totale della spesa per costi diretti relativa all'assistenza ai pazienti oncologici nel periodo 2008-2018. Tuttavia, negli stessi anni di riferimento, l'Italia è l'unico Paese in cui, a fronte di un incremento del costo diretto legato ai medicinali oncologici, la spesa complessiva per l'assistenza ai pazienti oncologici è diminuita;
i farmaci, per i quali è stato riconosciuto il requisito di innovatività condizionata (o potenziale), non accedono alle risorse previste dal fondo, ma vengono unicamente inseriti nei prontuari terapeutici regionali nei termini previsti dalla normativa vigente;
negli ultimi anni, non si sono verificati problemi di capienza del fondo per i farmaci innovativi, dal momento che la spesa ad essi ascrivibile è rimasta entro i limiti di capienza di anno in anno stabiliti. In un recente studio condotto da The european house – Ambrosetti, dal titolo «Aumentare l'attrazione degli investimenti esteri per la competitività del sistema-Italia» – il fondo risulta ampiamente sottoutilizzato: nel 2022, a fronte di 1,1 miliardi di euro disponibili, sono stati spesi soltanto 928 milioni di euro al netto del meccanismo del payback –:
quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di valutare la possibilità di utilizzare una parte delle eventuali risorse non spese del fondo per i farmaci innovativi per il rimborso dei farmaci per i quali è stato riconosciuto dall'Aifa il possesso del requisito di innovatività condizionata.
(4-02833)