XIX LEGISLATURA
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli
nella seduta del 20 maggio 2024.
Albano, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Calderone, Cappellacci, Carloni, Cavandoli, Cecchetti, Cesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Del Barba, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Faraone, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Gruppioni, Guerini, Gusmeroli, Leo, Letta, Lollobrigida, Loperfido, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Onori, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Richetti, Rixi, Roccella, Romano, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Sudano, Tabacci, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Vinci, Zaratti, Zoffili, Zucconi.
Annunzio di proposte di legge.
In data 17 maggio 2024 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
GALLO: «Disposizioni in materia di esercizio del commercio su aree pubbliche, di trattamento tributario dei redditi da esso derivanti e di tutela e promozione del settore» (1882);
FENU: «Disposizioni in materia di mobilità sanitaria interregionale, di assistenza sanitaria indiretta e istituzione del Garante nazionale dei diritti degli assistiti in mobilità sanitaria» (1883).
Saranno stampate e distribuite.
Assegnazione di un progetto di legge
a Commissione in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
XII Commissione (Affari sociali):
FURFARO ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento dell'asma grave come patologia cronica e invalidante nonché per la diagnosi e la cura di essa» (1674) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Trasmissione dalla Presidenza
del Consiglio dei ministri.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 17 maggio 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, concernente l'esercizio di poteri speciali inerenti agli attivi strategici nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 maggio 2024, recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in relazione all'acquisizione da parte di Cogne Acciai Speciali Spa dell'intero capitale sociale di Mannesmann Stainless Tubes GmbH e delle sue controllate, fra le quali Salzgitter Mannesmann Stainless Tubes Italia Srl (procedimento n. 99/2024).
Questo documento è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).
Trasmissione dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, segretario del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), con lettera in data 17 maggio 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la relazione concernente l'attività e le deliberazioni del CIPESS, riferita all'anno 2023 (Doc. CLXXVI, n. 2).
Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).
Trasmissione dalla Corte dei conti.
Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 17 maggio 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della società ENI Spa, per l'esercizio 2022, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 237).
Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).
Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 17 maggio 2024, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Relazione della Commissione – Relazione annuale della Commissione europea sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi per il 2022 (COM(2024) 187 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di Comitato misto SEE riguardo a una modifica del protocollo 31 dell'accordo SEE sulla cooperazione in settori specifici al di fuori delle quattro libertà (Linea di bilancio 07 20 03 01 – Sicurezza sociale) (COM(2024) 204 final), corredata dal relativo allegato (COM(2024) 204 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di Comitato misto SEE riguardo a una modifica del protocollo 31 dell'accordo SEE sulla cooperazione in settori specifici al di fuori delle quattro libertà (Eurofound) (COM(2024) 205 final), corredata dal relativo allegato (COM(2024) 205 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esercizio del potere di adottare atti delegati conferito alla Commissione a norma della direttiva 2009/45/CE relativa alle disposizioni e norme di sicurezza per le navi da passeggeri, della direttiva 98/41/CE del Consiglio relativa alla registrazione delle persone a bordo delle navi da passeggeri che effettuano viaggi da e verso i porti degli Stati membri della Comunità e della direttiva (UE) 2017/2110 relativa a un sistema di ispezioni per l'esercizio in condizioni di sicurezza di navi ro-ro da passeggeri e di unità veloci da passeggeri adibite a servizi di linea e che modifica la direttiva 2009/16/CE e abroga la direttiva 1999/35/CE del Consiglio (COM(2024) 207 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti).
Comunicazione di nomine ministeriali.
Il Ministero dell'università e della ricerca, con lettera in data 17 maggio 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, il decreto ministeriale concernente la nomina della professoressa Francesca Bozzano a componente del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV).
Questo decreto è trasmesso alla VII Commissione (Cultura).
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
MOZIONI CONTE ED ALTRI N. 1-00279 E BRAGA ED ALTRI N. 1-00286 IN ORDINE ALLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO SULLA RIFORMA DELLA GOVERNANCE ECONOMICA EUROPEA E DEL PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA
Mozioni
La Camera,
premesso che:
1) il tema dell'aggiornamento e della revisione del quadro della governance economica europea rappresenta una questione centrale nel dibattito europeo ed un tema decisivo di politica economica per il nostro Paese in quanto dalla sua approvazione dipenderà la capacità di spesa e di investimento a livello nazionale ed europeo per i prossimi anni, pesantemente influenzata dalle crescenti tensioni e dai mutati scenari geo-politici internazionali;
2) come noto, il 21 dicembre 2023 il Consiglio Ecofin ha formalmente approvato il mandato negoziale con il Parlamento europeo sul nuovo quadro di governance economica e, nello specifico, sul regolamento sul braccio preventivo, nonché un accordo di massima in vista della consultazione del Parlamento sul regolamento sul braccio correttivo e sulla direttiva relativa ai requisiti per i quadri di bilancio nazionali. Successivamente, il 17 gennaio 2024, lo stesso Parlamento europeo ha adottato il proprio mandato negoziale in vista dell'avvio dei negoziati interistituzionali sulla proposta di regolamento riguardante il braccio preventivo del patto;
3) in ragione delle modifiche peggiorative, apportate nel corso dei negoziati alla proposta di riforma che hanno dato seguito a regole più severe sul deficit e a un controllo più restrittivo sulla spesa pubblica degli Stati membri, il Movimento 5 Stelle, in sede parlamentare europea, ha espresso voto contrario alla suddetta posizione negoziale, coerentemente con la posizione peraltro già assunta anche in sede nazionale con la mozione Scerra ed altri n. 1-00082 in materia di revisione della governance economica dell'Unione europea e delle relative politiche di bilancio; la posizione negoziale di gennaio 2024 con il Parlamento europeo è stata invece votata favorevolmente da tutte le altre forze politiche; Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Italia Viva e Partito democratico;
4) le elezioni europee si avvicinano e il percorso di riforma e di definizione delle nuove regole sulla governance si è appena concluso: con l'accordo politico provvisorio raggiunto tra i negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo il 10 febbraio 2024 è stato infatti confermato l'impianto complessivo della riforma della governance che rimane quello stabilito nell'accordo raggiunto dagli Stati membri nel Consiglio Ecofin del 21 dicembre 2023;
5) da ultimo, la ferma contrarietà del Movimento 5 Stelle a tale proposta di riforma, in coerenza con le posizioni già assunte nelle precedenti votazioni richiamate in premessa, è stata ribadita con il voto del 23 aprile 2024 in sede di ultima plenaria del Parlamento europeo prima delle elezioni europee, unica forza politica italiana ad essersi espressa contro nella votazione finale della proposta di regolamento sul braccio preventivo del Patto di stabilità e sulla procedura di consultazione sulle altre due proposte relative al regolamento sul braccio correttivo e alla direttiva sui quadri di bilancio nazionali;
6) in quella sede si è peraltro assistito alla totale spaccatura del fronte italiano della maggioranza di centrodestra, cosiddetto dei conservatori e riformisti europei, presieduto dalla Premier Meloni, che, in aperto contrasto con la posizione assunta nelle votazioni precedenti in sede di Consiglio e sconfessando di fatto l'operato del proprio Ministro dell'economia e delle finanze Giorgetti – il quale aveva difeso la sostenibilità dell'accordo per l'Italia – si è astenuto. Nonostante il Governo si fosse dichiarato «soddisfatto» e avesse appoggiato la riforma, definendola «un buon compromesso», Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega non l'hanno infatti sostenuta al momento della votazione;
7) sul dietrofront delle forze di maggioranza sul medesimo pacchetto di proposte di riforma – peraltro sconfessato, ancora una volta, dal voto espresso in sede di Consiglio dell'Unione europea il 29 aprile 2024 a favore del nuovo Patto di stabilità – ad avviso dei presentatori del presente atto di indirizzo pesa evidentemente la prossima campagna elettorale per le elezioni europee di giugno, che lascia trasparire una preoccupante mancanza di responsabilità da parte dell'Esecutivo;
8) dopo oltre un anno e mezzo di trattative, è arrivata infatti, con il voto favorevole del Governo italiano, l'approvazione definitiva, senza discussione, del Consiglio sul pacchetto di proposte legislative inerenti alla riforma del Patto di stabilità e crescita che si è espresso all'unanimità – con l'eccezione del Belgio che si è astenuto sul regolamento sul coordinamento efficace delle politiche economiche e alla sorveglianza di bilancio multilaterale – dando così il via libera a un compromesso giudicato da tutti gli osservatori peggiorativo rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea; la riforma delle vecchie regole di governance economica era stata invocata per semplificare il quadro delle regole fiscali europee e rimuovere i difetti di «prociclicità» del vecchio impianto, che avevano finito per comprimere la spesa per investimenti durante i periodi di consolidamento fiscale mentre l'accordo confermato dal Consiglio rischia di fallire entrambi gli obiettivi, con il pericolo concreto per l'Italia di manovre correttive per gli anni a venire e tagli che colpiranno la spesa pubblica, in particolare quella destinata a sanità, istruzione, diritti, investimenti, imprese, infrastrutture e crescita;
9) secondo le stime di autorevoli istituti internazionali, gli obiettivi contenuti nella proposta di riforma si tradurranno in un aggiustamento che per l'Italia potrebbe essere pari a 12-13 miliardi di euro per sette anni. In particolare, secondo lo studio della Confederazione europea dei sindacati (Ces) che si basa sui calcoli del prestigioso think tank Bruegel, la riforma potrebbe costringere l'Italia a tagli annuali al bilancio tra lo 0,61 per cento e l'1,15 per cento del prodotto interno lordo (le percentuali più alte in Unione europea dopo Belgio e Slovacchia). Questo dipenderà dal tipo di piano di rientro del debito che il nostro Governo concorderà con la Commissione europea (una delle novità della riforma), ossia se un piano di 4 anni o uno di 7 anni. Nel primo caso, il taglio annuale, calcola la Ces, sarebbe di 25,4 miliardi di euro. Nel secondo caso, lo sforzo scenderebbe a 13,5 miliardi di euro;
10) complessivamente, i nuovi parametri di base contenuti nel patto – in cui sono rimaste immutate le soglie di riferimento del 3 per cento nel rapporto deficit/prodotto interno lordo e del 60 per cento nel rapporto debito/prodotto interno lordo – rischiano infatti di spingere non solo l'Italia, ma l'intera Unione europea in recessione, dal momento che comporteranno pesanti conseguenze sulla riduzione degli investimenti;
11) proprio con riferimento agli investimenti, quelli nelle aree prioritarie dell'Unione europea – e cioè la transizione climatica e digitale e la sicurezza energetica – a differenza degli investimenti per la difesa considerati fattore rilevante per l'esclusione dal calcolo degli obiettivi di bilancio – non vengono scorporati nella proposta di riforma della governance economica, ma dovranno essere elencati nei piani che gli Stati membri manderanno a Bruxelles;
12) la complicata situazione dei conti pubblici italiani è stata confermata anche dai dati contenuti nelle previsioni economiche d'inverno, pubblicate a febbraio 2024: la Commissione europea ha infatti rivisto, al ribasso, rispetto alle aspettative contenute nelle previsioni economiche di novembre, le stime di crescita per l'Italia, tagliandole di – 0,2 per cento e portandole allo 0,7 per cento per il 2024; tali previsioni contraddicono di fatto anche l'azione governativa che ha basato l'ultima manovra di bilancio su una crescita superiore all'1 per cento;
13) scontata è poi – come confermato dallo stesso Ministro dell'economia e delle finanze Giorgetti, in base all'indebitamento netto registrato dall'Italia nel 2023, la prossima apertura di una procedura per disavanzo eccessivo (Pde) nei confronti dell'Italia in relazione alla riforma della governance economica europea, in base alle raccomandazioni della Commissione europea,
1) alla luce degli effetti applicativi che le rinnovate regole di governance economica europea avranno in termini di tagli alla spesa pubblica per il nostro Paese, censura fortemente l'operato del Governo in relazione al consenso manifestato al Patto di stabilità, dichiarato in sede di Ecofin del 21 dicembre 2023 e confermato in sede di Consiglio il 29 aprile 2024 con il via libera definitivo alle rinnovate regole di governance, e impegna altresì l'Esecutivo ad astenersi dall'assumere posizioni negoziali che confermino l'impostazione attuale del Patto di stabilità così come riformato, in conformità anche con la linea politica espressa dagli eurodeputati italiani sulla riforma in sede di ultima seduta del Parlamento europeo;
2) conseguentemente, impegna il Governo a voler assumere, in ogni sede europea, una posizione di netta contrarietà al rinnovato Patto di stabilità, facendosi portavoce della necessità di rinegoziare l'accordo, al fine, da una parte, di evitare nuovi vincoli e tagli agli investimenti per l'Italia, e, dall'altra, di includervi, tra i fattori da considerarsi rilevanti, anche le spese in investimenti strategici – tra i quali gli investimenti destinati all'istruzione, quelli in ambito di spesa sanitaria, gli investimenti green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei che sono ostacolati dall'attuale quadro di bilancio – per prevenire politiche di austerità, preservare la qualità e il livello di spesa pubblica, evitare pesanti tagli allo Stato sociale e sostenere una crescita inclusiva e sostenibile di medio e lungo termine;
3) impegna il Governo a scongiurare il rischio dell'apertura di una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo nei confronti dell'Italia, che la Commissione europea, a seguito dell'entrata in vigore delle nuove regole di bilancio, potrebbe raccomandare al Consiglio, alla luce dell'attuale rapporto di deficit dell'Italia in rapporto al prodotto interno lordo al di sopra del 3 per cento in tutti gli anni dell'orizzonte previsivo.
(1-00279) «Conte, Scerra, Francesco Silvestri, Baldino, Santillo, Auriemma, Cappelletti, Fenu, Alfonso Colucci, D'Orso, Riccardo Ricciardi, Pellegrini, Torto, Caso, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Scutellà».
La Camera,
premesso che:
1) il 29 aprile 2024 con l'approvazione definitiva da parte del Consiglio del pacchetto legislativo delle norme che innovano il Patto di stabilità e crescita (Psc), si è concluso il negoziato sulla riforma della governance economica europea iniziato il 26 aprile 2023 con la presentazione da parte della Commissione europea di un pacchetto composto da tre atti legislativi: 1) una proposta di nuovo regolamento per la parte preventiva del patto di stabilità e crescita; 2) una proposta di modifiche a regolamento per la parte correttiva; 3) una proposta di modifiche alla direttiva sui quadri di bilancio;
2) la riforma della Commissione europea si poneva l'obiettivo di eliminare i difetti delle vecchie regole, potenzialmente pro-cicliche, semplificare il sistema con l'abbandono di norme largamente basate su variabili non osservabili (prodotto potenziale e output gap) e rendere più sostenibile il consolidamento fiscale, evitando che si compromettesse la capacità degli Stati membri di effettuare investimenti;
3) l'innovazione più significativa consisteva nel passaggio da una programmazione anno per anno a una negoziazione pluriennale con un unico vincolo, funzionale al perseguimento delle finalità di correzione e miglioramento della sostenibilità fiscale: l'aggregato di spesa netta. La Commissione europea si impegnava a predisporre per ciascun Paese un'analisi di sostenibilità del debito su un orizzonte temporale piuttosto lungo (14 o 17 anni) da utilizzare per definire il piano di bilancio e gli eventuali aggiustamenti da effettuare; su questa base si produceva una traiettoria tecnica che costituiva il percorso ideale di risanamento per ciascuno Stato membro, senza vincoli particolari se non quello di portare ad una «riduzione soddisfacente» del debito il cui ritmo era sostanzialmente dato dalla condizione macroeconomica e dalla posizione fiscale del singolo Paese; a questo punto ogni Stato membro avrebbe dovuto presentare un piano quadriennale, in cui definire l'aggiustamento di bilancio, estendibile su un orizzonte di 7 anni, in base a specifiche condizioni, per renderlo più graduale;
4) la proposta della Commissione europea aveva il vantaggio di assicurare un importante margine di flessibilità nella predisposizione dei piani tali da consentire la definizione di percorsi di aggiustamento specifici per Paese, differenziati sulla base delle necessità nazionali, consentendo altresì di mantenere uno sguardo d'insieme su tutta l'area euro;
5) l'accordo raggiunto successivamente nel Consiglio europeo ha profondamente modificato questa impostazione, vanificandone in larga parte gli obiettivi e la portata innovativa attraverso l'introduzione di una serie di vincoli numerici alla definizione della traiettoria tecnica che, di fatto, riconducono le disposizioni alla logica del sistema precedente;
6) nel dettaglio è stato stabilito che il debito debba ridursi mediamente di almeno l'1 per cento l'anno (vincolo quantitativo che non era contemplato nella formulazione originaria della Commissione europea, che prevedeva la riduzione del rapporto debito su prodotto interno lordo solo alla fine, e non necessariamente nel corso del percorso di aggiustamento) e che nel medio periodo il deficit converga all'1,5 per cento in termini strutturali attraverso un miglioramento del saldo primario strutturale dello 0,4 o 0,25 per cento del prodotto interno lordo all'anno a seconda che l'aggiustamento sia di 4 o di 7 anni, ma a prescindere dalle diverse posizioni fiscali di ogni Paese;
7) nel trilogo il Parlamento europeo è riuscito ad apportare qualche limitata modifica al testo del Consiglio: sarà possibile escludere dall'aggregato della spesa quella relativa al cofinanziamento nazionale di progetti europei e il quadro di convergenza sociale sarà integrato nella governance economica, ossia i piani nazionali di risanamento dovranno tenere conto dell'impatto sociale delle misure suggerite;
8) il regolamento che definisce il nuovo braccio preventivo, pertanto, pur rappresentando un miglioramento rispetto alle regole attuali, è indubbiamente un passo indietro rispetto alla proposta originaria della Commissione europea e restituisce una governance dove continueranno a giocare un ruolo centrale le variabili non osservabili (prodotto interno lordo potenziale, deficit strutturale, disoccupazione naturale);
9) tornano, inoltre, i vincoli numerici espliciti e uniformi tra Paesi, e viene parzialmente meno la possibilità di differenziare i percorsi di rientro dei vari Paesi;
10) va ricordato, tuttavia, che l'operatività della clausola del braccio preventivo sulla riduzione del debito è esclusa per i Paesi soggetti al braccio correttivo fino all'anno per il quale è prevista la chiusura della procedura per disavanzo eccessivo (Edp);
11) si tratta di un aspetto rilevante per il nostro Paese, perché la Commissione europea aprirà una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia (e di altri Paesi) nell'anno in corso, come riconosciuto dallo stesso Ministro dell'Economia e delle finanze Giorgetti, e la disapplicazione della clausola di salvaguardia sul debito fino alla chiusura della procedura di disavanzo eccessivo comporterà un più agevole percorso di correzione nei primi esercizi del primo ciclo di programmazione;
12) in sostanza, l'Italia, secondo una logica di cortissimo respiro, ha ceduto ai diktat dei cosiddetti «Paesi frugali», barattando ampi margini per il prossimo triennio, il periodo in cui dovrebbe concludersi l'attuale legislatura, con l'irrigidimento delle regole in futuro e l'inserimento di criteri fissi e uniformi per tutti i Paesi. Ad avviso dei presentatori del presente atto di indirizzo questa scellerata logica di breve periodo, rivendicata dall'Esecutivo è l'esempio più evidente del dilettantismo e dell'ambiguità del Governo e della sua maggioranza;
13) per mesi la Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'economia e delle finanze avevano lasciato intendere la possibilità di uno scambio tra la ratifica del trattato sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e un accordo vantaggioso sulle nuove regole europee di finanza pubblica: l'esito di questo pasticcio è stato disastroso, con il trattato Mes e la credibilità del nostro Paese affossati in Parlamento, e un Governo italiano, che non si era speso in alcun modo a sostegno della proposta iniziale del Commissario Gentiloni, costretto ad accettare supinamente l'accordo raggiunto tra la Germania e la Francia solo in virtù della consapevolezza dell'apertura della procedura di infrazione;
14) con ogni probabilità, anche la misura nota come «decontribuzione Sud», che dalla sua introduzione nel 2020 ha agevolato più di 3 milioni di rapporti di lavoro nel Mezzogiorno, è stata oggetto di una negoziazione fallimentare, considerato che il Governo ha già annunciato di non voler richiedere proroghe alla Commissione europea, lasciando scadere la misura il 30 giugno 2024, penalizzando ancora una volta l'economia meridionale;
15) l'astensione nel voto finale del Parlamento europeo dei rappresentanti dei partiti di maggioranza costituisce una clamorosa smentita della «soddisfazione» espressa dalla Presidente del Consiglio dei ministri sull'accordo, certifica l'esito fallimentare del negoziato condotto dal Governo italiano in Europa e delegittima il Ministro dell'economia e delle finanze;
16) all'opposto, il voto di astensione da parte del Partito democratico mira a sottolineare il fatto che il testo del Patto di stabilità e crescita ha perso, nel corso della trattativa intergovernativa, gli elementi più innovativi e qualificanti della proposta della Commissione europea nell'ottica del superamento delle vecchie regole,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative volte a promuovere l'avvio, nel corso della prossima legislatura europea, di una riflessione volta a migliorare il nuovo quadro di regole della governance economica europea, secondo una visione che coniughi gli obiettivi di stabilità economica e finanziaria dell'Unione europea, intesa nel suo complesso, con quelli di crescita e di benessere dei suoi cittadini, assicurando un ulteriore rafforzamento del processo di integrazione europea, anziché un arretramento i cui costi sono ben più significativi;
2) ad adottare iniziative di competenza volte a promuovere la costituzione di una capacità fiscale comune e nuovi strumenti di imposizione fiscale propri, in modo da consentire rapidi ed efficaci interventi anticiclici e da dotare di risorse adeguate le politiche europee, in particolare finalizzate a promuovere gli investimenti sostanziali a sostegno della crescita e della coesione territoriale, in settori strategici come la duplice transizione verde e digitale, portando avanti le ambiziose sfide che l'Unione europea si è posta senza che i costi degli interventi ricadano sulle famiglie, soprattutto sulle fasce economicamente più deboli, e sulle imprese, e senza ricorrere ad allentamenti al regime sugli aiuti di Stato che determinano effetti asimmetrici sulle economie dei Paesi membri;
3) a continuare a sostenere nelle sedi europee la necessità di rendere strutturali dei programmi comuni introdotti come risposta alla pandemia, in particolare sulle transizioni ecologica e digitale, sulle sfide sanitarie, sociali ed occupazionali, e sui beni pubblici europei, ritrovando l'ambizione che ha dato vita al Next Generation EU;
4) ad adottare iniziative di competenza volte a rafforzare lo strumento dell'European Peace Facility e a favorire gli impegni per una difesa comune che razionalizzi e renda più efficienti gli attuali investimenti nazionali, nonché a promuovere sempre più appalti congiunti, politiche industriali integrate e programmi di investimento comuni, che permettano anche di riorientare ed internalizzare le catene di approvvigionamento, come risposta strutturale a medio termine alle esigenze di sicurezza ed autonomia strategica, in particolare in relazione alle materie prime e alle fonti energetiche;
5) ad assicurare che in occasione della predisposizione del prossimo piano strutturale di bilancio, il Parlamento possa pienamente esercitare la sua funzione di indirizzo sugli obiettivi e sulle strategie di politica economica, che ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo non ha potuto esercitare in occasione dell'esame del Documento di economia e finanza 2024;
6) a coinvolgere gli enti territoriali nella definizione delle modalità di applicazione delle nuove regole anche al fine di assicurare che queste non si traducano in una riduzione della spesa per investimenti del comparto e di quella per il finanziamento delle funzioni fondamentali e dei livelli essenziali delle prestazioni.
(1-00286) «Braga, De Luca, Ubaldo Pagano, Guerra, Iacono, Lai, Madia, Mancini, Roggiani».