XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
ZANELLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
da fonti di stampa si apprende che a Porto Marghera la nave merci Borkum, armatore tedesco, battente bandiera di Antigua e Barbuda, e che, secondo alcune organizzazioni filo-palestinesi, trasporta anche armi per Israele, il 25 maggio 2024 è arrivata in rada alla bocca di Malamocco per entrare in porto lunedì 27 maggio 2024 mattina;
prima di arrivare nelle nostre acque territoriali è stata accolta da diverse manifestazioni di protesta in Spagna, dove gli attivisti di Podemos hanno sostenuto che il carico della nave consisterebbe in armi dirette ad Israele. Secondo fonti di stampa locale, la nave trasporterebbe nella sua pancia 12 contenitori di materiale esplosivo. Nel porto di Cartagena il carico, nell'occasione, non aveva trovato banchine tali da accoglierlo;
la nave era stata oggetto di polemiche anche in Slovenia, quando aveva attraccato presso Capodistria/Koper. Secondo i giornali sloveni la nave avrebbe nella stiva due tonnellate di esplosivo, motori a razzo e missili con cariche esplosive;
le autorità portuali, tuttavia, hanno smentito le ricostruzioni di stampa, affermando che il transito della Borkum a Venezia non è legato ad armamenti, ma a un carico di tubi;
questa notizia segue quella secondo cui dati inediti dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli attesterebbero che solo nei mesi di dicembre 2023 e gennaio 2024 l'Italia ha esportato in Israele armi e munizioni da guerra e non per uso civile per oltre due milioni di euro;
secondo i dati del SIPRI (Istituto per le ricerche sulla pace di Stoccolma), istituto indipendente di ricerca su conflitti e controllo delle armi, nell'ultimo decennio oltre il 95 per cento delle armi acquistate da Israele è arrivato da Stati Uniti e Germania e la percentuale è salita al 98 per cento negli ultimi cinque anni. L'Italia è il terzo Paese esportatore, anche se la sua quota è relativamente piccola se confrontata con i primi due Paesi: vale lo 0,9 per cento degli acquisti di Israele nel settore fra il 2019 e il 2023;
secondo un articolo di Altreconomia che cita dati Istat, nel 2023 l'Italia avrebbe venduto armi a Israele per un valore di 13,7 milioni di euro, con un incremento nell'ultimo trimestre –:
se siano a conoscenza di quanto riportato in premessa e se possano smentire quanto trapelato da fonti di stampa, cioè che la nave Borkum trasporterebbe armi destinate ad Israele.
(4-02900)
ILARIA FONTANA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede con la missione 5 («Inclusione e coesione») – componente 2 (M5C2), di valorizzare «la dimensione sociale delle politiche sanitarie, urbanistiche, abitative, dei servizi per l'infanzia, per gli anziani, per i soggetti più vulnerabili, così come quelle della formazione, del lavoro, del sostegno alle famiglie, della sicurezza, della multiculturalità, dell'equità tra i generi»;
con la misura 3, investimento 3.1 («Progetto sport e inclusione sociale»), sono stati stanziati 700 milioni di euro con l'obiettivo di «migliorare le strutture sportive e i parchi cittadini, promuovendo sostenibilità e innovazione, per favorire la socializzazione e l'inclusione, valori fondanti dello sport»;
nello specifico, l'investimento intende finanziare la costruzione e la riqualificazione di impianti sportivi o la distribuzione di attrezzature sportive in aree svantaggiate o periferiche, nonché il completamento e l'adeguamento di impianti sportivi esistenti;
il 22 aprile 2022 è stato pubblicato l'avviso pubblico per manifestazioni di interesse relative ad interventi finalizzati all'efficientamento delle strutture esistenti da parte di capoluoghi di regione, capoluoghi di provincia con popolazione residente superiore a 20.000 abitanti e comuni con popolazione residente superiore a 50.000 abitanti, da finanziare con le risorse di cui all'investimento 3.1 citato (cluster 2);
tra gli interventi finanziati a seguito della fase istruttoria è presente il progetto di rigenerazione piscine comunali – opere di manutenzione straordinaria (nuova copertura delle piscine e adeguamenti strutturali ed impiantistici conseguenti), proposto dal comune di Latina e avente importo dei lavori per circa 1,4 milioni di euro;
oltre al completamento delle opere relative alla realizzazione della copertura dell'impianto sportivo, si rende fondamentale anche rendere fruibili gli spazi annessi all'impianto. Da recenti articoli di stampa e dichiarazioni rese durante commissioni comunali da parte dell'amministrazione, il progetto prevederà l'installazione di una struttura pressostatica anziché una tensostruttura, oltre a non essere ancora fruibili i locali da adibire a spogliatoi in autonomia rispetto a quelli presenti per l'impianto al coperto;
l'indicatore riferito alla citata linea di finanziamento è il risparmio nel consumo annuo di energia primaria (RCR26);
il target da raggiungere entro giugno 2026 (Q2) nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza per l'investimento citato è l'esecuzione di 100 interventi in strutture sportive nazionali per una superficie complessiva di 200.000 metri quadrati;
da fonti stampa si apprende che il completamento delle opere sia previsto per ottobre 2024 –:
quali pareri siano stati forniti in merito al rispetto del citato indicatore Piano nazionale di ripresa e resilienza sul risparmio nel consumo annuo di energia circa le modifiche progettuali dell'opera in oggetto;
se, a fronte del target Piano nazionale di ripresa e resilienza, sia stato concordato un cronoprogramma per la realizzazione del progetto.
(4-02902)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta scritta:
BOLDRINI, BRAGA, ZAN e AMENDOLA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
nel 2021 è stata istituita la figura dell'Inviato speciale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per i diritti umani delle persone Lgbtiq+, con il ruolo di coordinare l'azione della Farnesina per la tutela e promozione dei diritti delle persone Lgbtiq+, e ad agire rispetto alle discriminazioni contro le persone e le comunità Lgbtiq+, anche favorendo la più ampia decriminalizzazione dell'omosessualità nel mondo, visto che l'omosessualità è purtroppo considerata reato ancora in circa sessantanove Paesi, alcuni dei quali prevedono la pena capitale;
in tal modo, la Farnesina intendeva ribadire il proprio impegno per la tutela e la promozione dei diritti delle persone Lgbtiq+, già parte integrante della politica estera dell'Italia in materia di diritti umani, incentrata sulla salvaguardia della dignità umana e sul pieno godimento dei diritti politici, civili, economici, sociali e culturali, nonché sulla lotta a ogni forma di intolleranza e discriminazione e in raccordo con i partner europei ed internazionali;
la scorsa settimana a Bruxelles, nella giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia, l'Italia non ha firmato la dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+ presentata dalla presidenza di turno belga ai Paesi membri, che aveva l'obiettivo di promuovere nei Paesi membri politiche di uguaglianza e rispetto dei diritti umani verso le persone della comunità Lgbtiq+. La dichiarazione non è stata sottoscritta da nove Stati su 27. A non firmarla, oltre al nostro Paese, sono stati Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia;
in particolare, il testo prevedeva l'impegno ad attuare strategie nazionali per le persone Lgbt e quello a sostenere la nomina di un nuovo commissario per l'uguaglianza quando sarà formata la prossima commissione stanziando risorse sufficienti e collaborando con la società civile;
una decisione quindi politica che fa fare, ancora una volta, un passo indietro al nostro Paese nel lungo percorso per il rispetto di tutti i diritti dei cittadini;
a maggior ragione, risulta urgente procedere alla nomina di un nuovo Inviato speciale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per i diritti umani delle persone Lgbtiq+, considerato che tale posto risulta vacante dal febbraio 2024 –:
quali sono le ragioni del ritardo della nomina del suddetto Inviato speciale e quando il Governo intenda procedere alla stessa.
(4-02897)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta in Commissione:
LAI, SIMIANI e VACCARI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
il Parco nazionale di La Maddalena, oltre a presentare criticità legate alla conservazione degli habitat naturali dovute al sovraffollamento durante i mesi estivi (risolvibili attraverso un contingentamento e una opportuna organizzazione degli accessi), presenta a oggi un grande problema legato all'assenza di organi di indirizzo politico (presidente e consiglio direttivo);
infatti, sia l'ex presidente Fabrizio Fonnesu, nominato con decreto del Ministro dell'ambiente numero 0000026 del 2 febbraio 2018 che i membri del consiglio direttivo, sebbene nominati in tempi diversi, sono decaduti il 6 giugno 2023;
è passato ormai un anno dalla decadenza degli organismi senza che il Governo abbia assunto alcuna iniziativa né per il commissariamento né per le procedure ordinare di nomina del presidente per il quale è prevista l'intesa con la regione;
l'assenza degli organi politici comporta l'impossibilità da parte dell'ente di approvare i bilanci e in generale di programmare attività che vadano oltre l'ordinaria amministrazione;
probabilmente, a causa di questa carenza, l'Ente potrebbe dover rinunciare ai fondi ottenuti dal Ministero nell'ambito del programma «Parchi per il clima» e a partecipare a numerosi programmi che in questi mesi e nei prossimi saranno banditi;
il Parco nazionale di La Maddalena non è solo un organo fondamentale per la tutela naturalistica e paesaggistica dell'arcipelago e dei suoi dintorni, ma è anche potenzialmente uno strumento attraverso il quale attuare la riconversione economica da un sistema prettamente militare, e un sistema turistico basato su un turismo attento e consapevole, che coniughi fruizione e tutela ambientale;
nei giorni scorsi, come pubblicato dai media regionali, sono state le associazioni ambientaliste, tra cui Italia Nostra, a denunciare la prolungata assenza di organi direttivi;
nel mese di febbraio 2024 è stato eletto un nuovo governo regionale, con il quale, attraverso le opportune intese, va indicato il presidente del Parco de La Maddalena –:
se il Ministro interrogato sia al corrente di questa situazione che sta condizionando le attività del Parco e dell'intera comunità di La Maddalena, considerata la coincidenza del territorio comunale con quello vincolato dal Parco;
se il Ministro interrogato abbia avviato le opportune intese, previste dalla legge nazionale sui parchi, con la regione Sardegna per il percorso di nomina del presidente del Parco e degli organi sui quali ha specifica competenza.
(5-02451)
ECONOMIA E FINANZE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della salute, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, per sapere – premesso che:
il consiglio regionale della Puglia, nella seduta del 22 maggio 2024, ha approvato la proposta di legge per far internalizzare la gestione del presidio riabilitativo di Ceglie Messapica — fino ad ora gestito da un concessionario di pubblico servizio — e configurarlo quale presidio a gestione diretta della azienda sanitaria locale di Brindisi;
l'intervento normativo presuppone che sia possibile procedere a tale internalizzazione ad invarianza di spesa, vale a dire entro il limite delle somme attualmente erogate dalla Asl di Brindisi a favore del gestore privato, pari a circa 9.500.000 euro l'anno;
la regione Puglia è ancora sottoposta a piano di rientro dai disavanzi per la spesa sanitaria e, anche in tempi recenti, ha adottato misure stringenti finalizzate al contenimento della spesa sanitaria, anche alla luce dei disavanzi accumulati a causa della gestione del noto evento pandemico;
la previsione dell'invarianza finanziaria si appalesa ottimistica, essendo notorio che il costo del personale assunto dall'ente pubblico è più elevato rispetto a quello assunto da un soggetto privato, anche in considerazione delle differenti previsioni dei contratti collettivi applicabili, senza considerare che:
a) la regione Puglia non sembrerebbe aver tenuto conto del minor incasso derivante dalla mancata percezione del canone dovuto dal gestore privato e neppure degli investimenti da effettuare per acquisire la dotazione strumentale e tecnologica necessaria ad assicurare il possesso dei requisiti autorizzativi previsti dalla vigente normativa regionale;
b) il costo del personale — a parità di unità di personale impiegato — non potrà mai essere uguale o inferiore a quello attualmente sostenuto dal gestore privato, salva l'ipotesi di gestire il presidio con un contingente di personale inferiore a quello prescritto dalla vigente normativa regionale;
c) la regione Puglia non sembra aver svolto alcuna istruttoria per stimare i tempi occorrenti di riattivazione del presidio di Ceglie Messapica come presidio a gestione diretta della Asl di Brindisi, con particolare riguardo ai tempi di esecuzione di eventuali lavori sul complesso immobiliare, ai tempi di acquisizione della necessaria dotazione strumentale e tecnologica, ai tempi di espletamento delle procedure selettive per il reperimento di personale idoneo;
non è assolutamente remoto, dunque, il rischio che il presidio venga disattivato senza avere alcuna certezza dei tempi di riattivazione dello stesso come presidio a gestione diretta della azienda sanitaria locale di Brindisi, anche a causa della cronica carenza di personale sanitario che si è registrata su tutto il territorio nazionale in epoca post-Covid e dell'assenza di figure professionali idonee a lavorare presso un centro riabilitativo all'interno della dotazione organica del servizio sanitario regionale;
poco chiare appaiono anche le motivazioni dell'intervento del legislatore regionale, dal momento che il presidio di Ceglie Messapica, sotto l'attuale gestione, è diventata una realtà consolidata (da 25 anni) nel panorama sanitario nazionale, che ha sempre garantito una proficua gestione della struttura dal punto di vista qualitativo, assicurando elevati standard di cure a beneficio di decine di migliaia di pazienti in situazione di elevata complessità per il trattamento di cerebrolesioni, paraplegie, tetraplegie, ictus, post-comi, traumi ortopedici, anche in età pediatrica, nonché implementando progetti di sperimentazione e nuove metodiche assistenziali;
il presidio di Ceglie Messapica ha dimostrato grande capacità attrattiva di pazienti cosiddetti fuori regione, consentendo, al contempo, di limitare in maniera significativa il fenomeno della mobilità passiva interregionale, evitando ai cittadini pugliesi gravosi «viaggi della speranza» verso altre regioni;
per tutte le considerazioni sopra esposte, prende consistenza il dubbio che l'intervento del legislatore regionale sia dettato più da logiche propagandistiche in vista delle imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, nonché delle elezioni regionali programmate per il prossimo anno, che da sostanziali motivazioni riconducibili ai reali interessi dei cittadini pugliesi;
conoscendo le rigorose posizioni notoriamente assunte dall'Ispettorato generale per la spesa sociale della Ragioneria generale dello Stato, volte ad assicurare, in tema di spesa sanitaria, il puntuale rispetto dei vincoli finanziari, appare inverosimile che una siffatta iniziativa sia stata in qualche modo avallata dai Ministeri chiamati a vigilare sul rispetto, da parte della regione Puglia, del piano di rientro dai disavanzi sanitari, cui la stessa risulta essere ancora soggetta –:
se i Ministri interpellati intendano:
a) precisare e confermare se la suddetta proposta di legge regionale sia stata sottoposta al vaglio dei Ministeri vigilanti sul rispetto del piano di rientro prima di essere approvata;
b) precisare e confermare se il piano economico-finanziario sul quale si fonda la menzionata proposta di legge e che prevede l'invarianza della spesa, sia stato reso noto ai Ministeri vigilanti e dagli stessi validato;
c) confermare se sia loro intenzione portare all'attenzione del Consiglio dei ministri quelli che appaiono all'interpellante i plurimi profili di incostituzionalità della legge regionale considerata, sotto il profilo del rispetto dell'articolo 81 dell'articolo 98, secondo comma, e dell'articolo 117, secondo comma della Costituzione, in considerazione del fatto che l'internalizzazione del presidio non sembra avvenire ad invarianza di spesa, che la regione potrebbe aver esorbitato dalle competenze legislative ad essa riservate dalla Costituzione nella misura in cui ha introdotto disposizioni specifiche volte a definire anticipatamente le sorti del contratto in essere con il concessionario di pubblico servizio e, da ultimo, che il transito del personale è disposto in via automatica, a prescindere dall'espletamento di un concorso.
(2-00387) «Ciocchetti».
Interrogazione a risposta scritta:
CESA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:
il consiglio regionale della Puglia, ha approvato la proposta di legge per far internalizzare la gestione del presidio riabilitativo di Ceglie Messapica - fino ad ora gestito da un concessionario di pubblico servizio - e configurarlo quale presidio a gestione diretta dell'azienda sanitaria di Brindisi;
l'intervento presuppone che sia possibile procedere a tale internalizzazione ad invarianza di spesa, vale a dire entro il limite della somme attualmente erogate alla Asl a favore di gestore privato, pari a circa euro 9.500.000 all'anno;
la regione è ancora sottoposta a piano di rientro dai disavanzi per la spesa sanitaria e ha adottato misure stringenti finalizzate al contenimento della spesa sanitaria;
la previsione dell'invarianza finanziaria si appalesa ottimistica, essendo notorio che il costo del personale assunto dall'ente pubblico è più elevato rispetto a quello assunto da un soggetto privato, anche in considerazione delle differenti previsioni dei contratti collettivi applicabili;
la regione non sembrerebbe aver tenuto conto del minor incasso derivante dalla mancata percezione del canone dovuto dal gestore privato;
la regione non sembrerebbe aver tenuto conto degli investimenti da effettuare per acquisire la dotazione strumentale e tecnologica necessaria ad assicurare il possesso dei requisiti autorizzativi previsti dalla vigente normativa regionale;
il costo del personale non potrà mai essere uguale o inferiore a quello attualmente sostenuto dal gestore privato salvo l'ipotesi di gestire il presidio con un contingente di personale inferiore a quello prescritto dalla vigente normativa regionale;
la regione non sembra aver svolto alcuna istruttoria per stimare i tempi occorrenti di riattivazione del presidio come presidio a gestione diretta dell'ASL con particolare riguardo ai tempi di esecuzione di eventuale lavori sul complesso immobiliare, ai tempi di acquisizione della necessaria dotazione strumentale e tecnologica, ai tempi di espletamento delle procedure selettive per il reperimento del personale idoneo;
c'è il rischio che il presidio venga disattivato senza aver alcuna certezza dei tempi di riattivazione dello stesso come presidio a gestione diretta dell'ASL, anche a causa della cronica carenza di personale sanitario e dall'assenza di figure professionali idonee a lavorare presso un centro riabilitativo all'interno della dotazione organica del servizio sanitario regionale;
il presidio è una realtà consolidata nel panorama sanitario nazionale, che ha sempre garantito una proficua gestione della struttura dal punto di vista qualitativo, assicurando elevati standard di cure a beneficio di decine di migliaia di pazienti in situazione di elevata complessità, nonché implementando progetti di sperimentazione e nuove metodiche assistenziali;
il presidio ha dimostrato grande capacità attrattiva di pazienti, fuori regione, consentendo, al contempo di limitare il fenomeno della mobilità passiva interregionale, evitando ai cittadini pugliesi gravosi viaggi della speranza –:
se la suddetta proposta di legge regionale sia stata sottoposta al vaglio dei Ministeri vigilanti sul rispetto del piano di rientro prima di essere approvata;
se il piano economico-finanziario sul quale si fonda la menzionata proposta di legge e che prevede l'invarianza della spesa sia stato reso noto ai Ministeri vigilanti e dagli stessi validato;
se i Ministri interrogati ritengano opportuno portare all'attenzione del Consiglio dei ministri quelli che appaiono agli interroganti i plurimi profili di incostituzionalità della legge regionale considerata, sotto il profilo del rispetto dell'articolo 81, dell'articolo 98, secondo comma e dell'articolo 117, secondo comma della Costituzione, in considerazione del fatto che l'internalizzazione del presidio non sembra avvenire ad invarianza di spesa, che la regione potrebbe aver esorbitato dalle competenze legislative ad essa riservate dalla Costituzione nella misura in cui ha introdotto disposizioni specifiche volte a definire anticipatamente le sorti del contratto in essere con il concessionario di pubblico servizio e, da ultimo che il transito del personale è disposto in via automatica, a prescindere dall'espletamento di un concorso.
(4-02904)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta scritta:
PASTORINO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
Piaggio aerospace S.p.a., società aeronautica italiana in amministrazione straordinaria dal 2018 e per la quale è in corso un processo di vendita, impiega circa 800 persone e opera attraverso i siti produttivi di Villanova d'Albenga (Savona) e Genova Sestri Ponente e le basi di Pratica di Mare, Ciampino e Viterbo;
per l'anno corrente prevede di raggiungere il break-even operativo, mentre il fatturato dovrebbe toccare i 120 milioni di euro. La comunicazione è arrivata assieme all'annuncio di partecipazione all'European business aviation convention and exhibition (Ebace) di Ginevra;
inoltre, sempre per il 2024 è prevista la consegna di cinque nuovi velivoli P.180 Avanti Evo+, di cui quattro all'Aeronautica militare, su un totale di 16 in varie fasi di produzione. Il portafoglio ordini, compresi quelli in via di definizione, ammonta a circa 500 milioni di euro;
la società risulta dunque attiva e in buone condizioni, l'auspicio è che siano evitati spacchettamenti che minerebbero la competitività aziendale e venga individuato un acquirente forte che mantenga Piaggio aerospace nella sua interezza e affianchi alla capacità economica quella industriale e produttiva nel medio-lungo termine, in grado di assicurare il futuro dei siti produttivi e la tutela dei livelli occupazionali;
in risposta all'interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-01035 presentata dall'interrogante sul medesimo tema, il 6 marzo 2024 il Ministro interrogato ha affermato la volontà di «individuare un'offerta che non solo dimostri solidità finanziaria, ma che sia anche accompagnata da un piano industriale robusto». Tuttavia, sono trascorsi quasi sette anni dacché la società è stata posta in amministrazione straordinaria. Il tempo che passa non agevola la situazione e si rischia che le maestranze, esperte e qualificate, lascino l'azienda per realtà lavorative più sicure –:
quali elementi di novità possa fornire con riferimento all'acquisizione della azienda Piaggio aerospace S.p.a.
(4-02898)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
AMICH. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la strada statale 21 del Colle della Maddalena è un'importante strada statale e provinciale italiana di collegamento con la Francia, il suo confine, infatti, si innesta nella route départementale (RD) 900;
a causa di un evento franoso verificatosi nel dicembre 2023, nei comuni francesi di Méolans-Revel e Les Thuiles, la route départementale 900 è stata e risulta tuttora chiusa al traffico dalle autorità francesi con ordinanza del 14 dicembre 2023, come riportato anche dalla stampa locale;
il comune di Barcelonnette, città francese attraversata dalla route départementale 900, nel 2023 ha annunciato una serie di lavori di manutenzione della medesima sede stradale di cui non si ha chiara la data di fine interventi, di cui avvisa anche il sito dell'ANAS Spa;
la chiusura al traffico pesante tra la strada statale 21 del Colle della Maddalena e la route départementale 900 rappresenta una forte criticità per il settore dell'autotrasporto nell'area del sud del Piemonte da sempre vocata all'imprenditoria, alla produzione, all'export ed in generale una criticità per l'economia nazionale in fase di import ed export delle merci dato il blocco di fatto di ogni collegamento diretto con il sud della Francia;
l'interdizione al traffico pesante sulla route départementale 900 inficia le relazioni economiche intercorrenti fra il Piemonte e le aree interessate francesi ed italiane comportando costi significativi legati al reindirizzamento del traffico su percorsi alternativi, sovente non funzionali alle esigenze di trasporto, mettendo in grave crisi il tessuto imprenditoriale del sud del Piemonte insieme alle aziende di logistica e di trasporto;
nella stessa provincia la strada statale 20 del Colle di Tenda è chiusa per le note vicende dei lavori dell'omonimo traforo e che comunque, nella prosecuzione in territorio francese, insiste il divieto di transito ai mezzi pesanti;
la strada statale 28 del Colle di Nava, a partire dall'autunno scorso, vede un nuovo divieto di transito ai mezzi pesanti stabilito con apposita Ordinanza sindacale dal comune di Pornassio –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati, quali azioni di competenza intenda attivare, in raccordo con le competenti autorità francesi, al fine di evitare che la route départementale 900 continui ad essere interdetta alla circolazione dei mezzi con massa a pieno carico superiore alle 19 tonnellate e se, in assenza di alternative alla chiusura della route départementale 900 ai mezzi pesanti, della strada statale 20 e della strada statale 28 intenda valutare l'opportunità di prevedere compensazioni per gli operatori economici costretti a deviare dal percorso originario, facendosi carico di costi di logistica che altrimenti renderebbero non competitiva la vendita dei propri prodotti.
(5-02450)
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
BRAMBILLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
in generale le imprese della gdo (grande distribuzione organizzata) si avvalgono di poli logistici, gestiti direttamente o in appalto, nei quali entrano ed escono le merci provenienti dai produttori e dirette ai punti vendita;
ormai da anni, con frequenza sempre maggiore, sigle sindacali «autorganizzate», non firmatarie di alcun contratto collettivo nazionale, effettuano, anche con la partecipazione di poche decine di militanti seduti o in piedi davanti agli ingressi dei poli logistici, blocchi di protesta che possono durare giorni, impedendo il transito dei prodotti e, in alcuni casi, l'ingresso dei lavoratori dissenzienti;
secondo una giurisprudenza consolidata, tale condotta supera i limiti al diritto di sciopero posti dal nostro ordinamento: non si tratta di un'astensione dal lavoro decisa collettivamente per tutelare interessi collettivi, ma di azioni volte a provocare lesioni dell'incolumità e della libertà delle persone, dei diritti di proprietà e di libera iniziativa economica, del diritto di aderire o meno ad un'organizzazione o una iniziativa sindacale, oltre che rilevanti danni materiali a carico delle imprese;
non solo: in alcuni casi i responsabili delle condotte descritte sono stati condannati anche in sede penale, per i reati di estorsione e violenza privata;
la Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, in risposta ad un interpello del professor Pietro Ichino, ha evidenziato che le condotte relative ad un caso avvenuto nel 2021, consistenti in picchetti realizzati con la violenza e coazione fisica, esulano dalla nozione di sciopero e sono d'interesse delle autorità preposte alla tutela dell'ordine pubblico. La stessa Commissione ha peraltro riconosciuto che il tema della logistica sta diventando di importanza crescente nelle relazioni di lavoro del nostro Paese;
in effetti i blocchi, che si contano a centinaia negli ultimi cinque anni, non soltanto producono danni milionari alle aziende della grande distribuzione organizzata, ma colpiscono direttamente gli appaltatori della logistica, i trasportatori (spesso autonomi che rischiano in proprio) e gli stessi dipendenti della grande distribuzione la cui busta paga è in parte legata all'andamento delle vendite e infine i consumatori che trovano spazi vuoti sugli scaffali;
un aspetto particolarmente grave è la perdita di tonnellate di alimenti deperibili, come carne fresca, formaggi e latticini, frutta e verdura, pesce. Si calcola che per un'azienda di medio-grandi dimensioni il danno complessivo, tra lavoro e merci perdute, possa raggiungere il milione di euro al giorno;
a breve e medio termine, inoltre, le imprese della grande distribuzione organizzata e della logistica potrebbero vedersi costrette a chiedere ore di cassa integrazione, a ridurre il personale e a delocalizzare i poli logistici (ove possibile) oltre i confini nazionali, con evidenti ricadute sull'occupazione e il conseguente aumento della tensione sociale nei territori interessati –:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno individuare misure normative e amministrative finalizzate a contrastare il fenomeno dei blocchi ai poli logistici che, se sottovalutato, rischia di provocare gravi conseguenze economiche e sociali, per esempio attraverso direttive destinate agli organi di pubblica sicurezza perché garantiscano, con interventi preventivi, il libero esercizio dell'attività alle aziende minacciate da condotte illecite di sedicenti sindacalisti.
(4-02901)
ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il 5 marzo 2024 l'interrogante ha presentato l'interrogazione 4-02447, cui non è stata data ancora risposta;
riguardo al cosiddetto «bando dei gonfaloni», il 16 febbraio 2024 il commissario straordinario del comune di Nettuno ha dichiarato pubblicamente l'intenzione «di trovare un accordo con la ditta vincitrice per vedere se c'è la possibilità di ridurre al minimo l'impatto che tutte queste affissioni possono avere sulla città»;
l'8 maggio 2024 la «Next 4.0» ha cominciato a installare un certo numero di gonfaloni, senza che risultino rilasciate le rispettive autorizzazioni all'Albo pretorio del comune;
il 9 e 10 maggio 2024 l'architetto Rodolfo Bosi ha chiesto ai commissari Antonio Palomba e Antonio Reppucci di far sapere se abbiano «rilasciato l'autorizzazione a istallare i gonfaloni, precisando in tal caso le motivazioni tecniche e giuridiche che legittimerebbero il provvedimento di autorizzazione»;
sul quotidiano «Il Clandestino» del 14 maggio 2024 è stato pubblicato un articolo che parla di «autorizzazione» di 137 banner pubblicitari, che non risulta invece rilasciata all'Albo pretorio del comune;
il dottor Antonio Reppucci sembra essersi messo d'accordo con la «Next 4.0» per consentirle l'istallazione, oltre che dei primi 137 banner pubblicitari, di altri 263 pubblicitari, per un totale di 400 banner pubblicitari e non dei 600 previsti invece dall'avviso pubblico del 4 maggio 2017 (che non può essere derogato);
la «Next 4.0» ha installato per di più banner pubblicitari anche al di fuori delle 22 vie elencate nell'avviso pubblico del 4 maggio 2017 (precisamente in via Santa Maria, piazza Vittime 11 settembre, via Santa Maria Goretti e in via Scipione Borghese);
i pali della illuminazione pubblica sono distanti in media 20 metri l'uno dall'altro, per cui l'istallazione di gonfaloni in serie continua su ognuno di loro (come a esempio in via S. Giacomo e in via Armando Diaz) risulta in aperta violazione dell'articolo 7 del vigente regolamento di pubblicità del comune di Nettuno perché prescrive una distanza minima di 25 metri all'interno del centro abitato;
a distanza di due settimane dalla istallazione dei banner pubblicitari, all'Albo pretorio del comune di Nettuno è stata pubblicata la nota prot. n. 0037361 del 23 maggio 2024, con cui il dirigente dell'Area Governo del Territorio, ing. Benedetto Sajeva (che nel novembre 2017 aveva espresso parere negativo alla istallazione degli stendardi), ha ora trasmesso l'autorizzazione paesaggistica n. 9/2004 per ben 202 banner pubblicitari, 85 dei quali per giunta in vie e piazze non ricomprese nell'elenco riportato nell'avviso pubblico del 4 maggio 2017 (via Santa Maria, via Scipione Borghese, via Lombardia, via Firenze, piazza Giuseppe Impastato, via Gramsci, Viale Padre Mauro Liberati, Viale Mencacci, via Traunreut);
nelle premesse della autorizzazione paesaggistica viene citata inoltre una «Autorizzazione prot. n. 32465 del 6 maggio 2024 relativa all'installazione di n. 137 banner», che non risulta pubblicata all'Albo pretorio del comune di Nettuno;
il comune di Nettuno è stato sciolto per mafia e con decreto del Presidente della Repubblica del 23 dicembre 2022 la gestione è stata affidata a una Commissione straordinaria composta dal prefetto a riposo dottor Antonio Reppucci, dal viceprefetto dottoressa Tania Giallongo e dal dirigente di II fascia dottor Gerardo Infantino;
sull'inerzia fin qui dimostrata ad avviso dell'interrogante dal commissario ad acta, dottor Antonio Palomba, a giudizio dell'interrogante non si può escludere che ricorrano anche gli estremi del reato di omissione di atti d'ufficio –:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per ristabilire la legalità nel comune di Nettuno, sollecitando il Commissario ad acta ad esercitare le competenze spettanti in primis ad esso, ordinando l'immediata rimozione dei banner fin qui installati e provvedendo alla revoca del cosiddetto «bando dei gonfaloni», ovvero se non si ritenga opportuno procedere alla sostituzione della Commissione straordinaria del comune di Nettuno.
(4-02905)
BONELLI e FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 9 della legge n. 28 del 2000 stabilisce che a far data dalla convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni e che tale divieto trova applicazione per ciascuna consultazione elettorale;
è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 85 dell'11 aprile il decreto del Presidente della Repubblica del 10 aprile 2024 recante «Convocazione dei comizi elettorali per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia», fissata per i giorni 8 e 9 giugno 2024;
il 12 aprile 2024, il Comitato regionale per le comunicazioni della regione Emilia-Romagna ha inviato la comunicazione sull'avvio del periodo di rispetto della par condicio, a decorrere dalla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione dei membri del Parlamento Europeo, e quindi a far data dall'11 aprile 2024;
la Prefettura di Ferrara, l'11 aprile 2024 ha trasmesso alle pubbliche amministrazioni una nota nella quale «in vista dello svolgimento delle consultazioni elettorali in oggetto, che in questa provincia riguardano, oltre alle elezioni dei membri del Parlamento europeo, l'elezione dei Sindaci e il rinnovo dei Consigli Comunali di 13 Comuni», rammentava il divieto di cui all'articolo 9 della legge n. 28 del 2000;
per le elezioni del Comune di Ferrara il divieto di cui all'articolo 9 della legge n. 28 del 2000 decorre a partire dal quarantacinquesimo giorno antecedente alla data del voto e quindi dal 25 aprile 2024;
l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni scrive, nella delibera n. 161/24/CONS, che «a far data dall'11 aprile 2024 sulla pagina Facebook del sindaco signor Alan Fabbri sono comparsi ulteriori numerosi post propagandistici relativi alla campagna elettorale in corso; - tutte le comunicazioni di cui sopra, nonché le “storie” pubblicate sul profilo Facebook “Alan Fabbri Sindaco di Ferrara” in data 19 aprile e 25 aprile 2024 ed il post del 17 aprile 2024, nonché tutti gli altri post dal contenuto strettamente propagandistico comparsi sul profilo Facebook “Alan Fabbri Sindaco di Ferrara” a far data dall'11 aprile 2024, appaiono in contrasto con il dettato dell'art. 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28, in quanto non presentano i requisiti di indispensabilità e impersonalità cui la citata norma ancora la possibile deroga al divieto ivi sancito»;
risulta all'interrogante che il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, e l'assessore Alessandro Balboni, abbiano indetto «l'inaugurazione ufficiale di Piazza Cortevecchia» per il giorno 25 maggio, con taglio del nastro e tanto di festa dedicata;
tale notizia veniva data dai medesimi su «CronacaComune», quotidiano online del comune di Ferrara e quindi principale mezzo di comunicazione verso l'esterno della pubblica amministrazione, nonché su diversi social network ad essi riconducibili;
a parere dell'interrogante è evidente come il predetto evento non presenti i necessari requisiti di impersonalità ed indispensabilità di cui all'articolo 9 della legge n. 28 del 2000, caratterizzandosi come attività di propaganda vietata dalla legge: i singoli soggetti titolari di cariche pubbliche possono infatti compiere attività di propaganda, sempre che, a tal fine, non utilizzino mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenze;
il Corecom nelle scorse settimane ha già ravvisato ben 17 analoghe violazioni da parte del comune di Ferrara, per comportamenti posti in essere da sindaco e assessori candidati alle prossime elezioni amministrative –:
se il Ministro interrogato ritenga, alla luce di quanto esposto in premessa, di adottare ogni iniziativa per quanto di competenza, in ordine al regolare svolgimento della campagna elettorale, nel rispetto del pluralismo e delle norme di legge, affinché non abbiano a ripetersi casi analoghi.
(4-02906)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
SCOTTO e ORLANDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
relativamente ai prepensionamenti dei lavoratori poligrafici la legge di bilancio 2018 n. 205 del 2017 ha introdotto importanti innovazioni rispetto al quadro giuridico indicato dalla legge n. 416 del 1981;
in particolare si prevede che «Le disposizioni in materia di requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici vigenti prima della data di entrata in vigore del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 ottobre 2013, n. 157 continuano ad applicarsi, ancorché maturino i requisiti per l'accesso al pensionamento successivamente alla predetta data, ai dipendenti di imprese del settore editoriale e stampatrici di periodici che hanno cessato l'attività, anche in costanza di fallimento, per le quali è stata accertata la causale di crisi aziendale ai sensi dell'art. 35, terzo comma, della legge 5 agosto 1981, n. 416, collocati in cassa integrazione guadagni straordinaria, in forza di accordi di procedura sottoscritti tra il 1° gennaio 2014 e il 31 maggio 2015, ancorché, dopo il periodo di godimento del trattamento straordinario di integrazione salariale, siano stati collocati in mobilità dalla stessa impresa.»;
nel primo periodo del citato comma 154, dell'articolo 1, della legge n. 205 del 2017 l'utilizzo del termine «ancorché» pare evidente che sia un termine inclusivo, per computare i periodi di mobilità ai fini dei requisiti per accedere alla salvaguardia;
l'Inps non vuole riconoscere i periodi di mobilità ai fini dei contributi necessari per accedere alla salvaguardia nonostante sia esplicitato in maniera chiara nella deroga pensionistica;
l'Inps ha impugnato i provvedimenti nonostante i lavoratori avessero avuto ragione sia in primo grado che in Corte di appello nel merito della questione, la mobilità è considerata ai fini dei requisiti;
alla luce di tali impugnazioni, diversi lavoratori si trovano dinnanzi al rischio più che concreto a dover restituire tutti i ratei di pensione percepiti dal marzo 2018, determinando forte incertezza e scoramento tra i pensionati del comparto;
il licenziamento collettivo, ha interessato i lavoratori in combinato ai sensi della legge n. 223 del 1991 disposto con la legge n. 416 del 1981;
non esiste un licenziamento collettivo a garanzie ridotte per una determinata categoria, come da sentenza della Corte di cassazione così viene in rilievo il principio normativamente posto all'articolo 7, comma 9 della legge n. 223 del 1991 secondo cui i contributi figurativi della mobilità sono utili al conseguimento della pensione;
la ratio della legge di salvaguardia in oggetto come da nota del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, n. 3182, del 17 maggio 2016 consiste nel salvaguardare ulteriori soggetti meritevoli di tutela tendenzialmente svantaggiati, tenendo conto dell'identità di situazioni sostanziali egualmente meritevoli, e che si possa interpretare in bonam partem delle disposizioni di cui trattasi. È comunque non si può dare altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse ed alla intenzione del legislatore, (articolo n. 12 delle preleggi);
nella precedente salvaguardia prevista in legge di bilancio 2016, è stata fatta valere la mobilità ai fini dei requisiti per accedere al prepensionamento dei poligrafici, nonostante non sia stata inserita letteralmente nella stessa, è stata poi inserita nella relativa circolare Inps-:
se sia a conoscenza dei fatti narrati, quanti lavoratori e lavoratrici siano rimasti colpiti da questo fenomeno e se non ritenga di adottare le iniziative di competenza per porre rimedio a questa situazione in maniera celere e immediata, in modo da garantire a tutti i lavoratori e le lavoratrici di cui all'articolo 1, comma 154, della legge n. 205 del 2017, il diritto al mantenimento della pensione, computando ai fini dei requisiti per l'accesso anche i periodi di fruizione del trattamento di mobilità.
(5-02452)
Interrogazione a risposta scritta:
GHIRRA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
con atto di sindacato ispettivo 4-02532 datato 19 marzo 2024, l'interrogante aveva sollecitato l'attenzione della Ministra sul problema dei notevoli ritardi con i quali l'Inps stava procedendo all'approvazione delle domande presentate per l'ottenimento dell'Assegno di inclusione, misura di sostegno al reddito introdotto con il decreto-legge 23 maggio 2023 n. 48, poi convertito nella legge 3 luglio 2023, n. 85 consistente in un importo medio pari a 620 euro mensili;
in particolare, l'assegno di inclusione è riservato ai nuclei familiari con un Isee non superiore a 9.360 euro e con almeno un componente in una condizione di disabilità, minorenne, con almeno 60 anni di età, in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione. La misura, che viene erogata per un periodo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato per altri 12 mesi dopo la sospensione di un mese, ed è legata all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa;
il possesso dei predetti requisiti ha comportato una notevole riduzione della platea dei beneficiari rispetto al precedente reddito di cittadinanza: a fronte di 1 milione 367 mila per il reddito di cittadinanza, sono appena 737 mila per l'Assegno di inclusione;
i ritardi verificatisi nel marzo 2024 e oggetto della citata interrogazione, avrebbero riguardato problematiche connesse al rilascio della certificazione di presa in carico rilasciata dai competenti servizi sociali comunali, requisito indispensabile per la presentazione della domanda, e avrebbero causato disagi a oltre 300 mila beneficiari;
nei giorni scorsi, notizie di stampa hanno reso noti i gravi disagi vissuti dai beneficiari della misura a distanza di appena un paio di mesi dall'ultima volta, anche in questo caso si tratterebbe di oltre 300 mila persone che non avrebbero ricevuto l'accredito dell'importo previsto a causa di nuovi ritardi nell'erogazione del beneficio durante il mese di maggio: in particolare l'Inps stesso nel proprio messaggio n. 1816 del 13 maggio 2024, avrebbe di fatto confermato i ritardi nell'erogazione senza fornire particolari motivazioni a riguardo;
considerato che i dati relativi alle famiglie a rischio di povertà ed esclusione sociale certificati dall'Istat anche per il 2023 evidenziano percentuali significativamente più alte rispetto alla media europea, ferma al 22 per cento, quando in Italia il rischio di esclusione sociale è pari al 24,2 per cento (circa 14 milioni 304 mila persone): in particolare, secondo il rapporto annuale dell'Istat per il 2024, pubblicato il 15 maggio 2024, nel 2023 quasi un decimo delle persone in Italia era in una condizione di povertà assoluta, che per definizione implica l'avere un livello di redditi a consumi inferiore a quanto considerato necessario per vivere in modo dignitoso. In sostanza l'Istat ha evidenziato che la povertà nel 2023 ha raggiunto «livelli mai toccati in precedenza»;
nell'attuale contesto sociale, ogni qualvolta si verificano ritardi nell'erogazione delle misure di sostegno al reddito, si verificano conseguenze anche gravi per i beneficiari, che sono quasi sempre persone che vivono condizioni di grave disagio sociale e per le quali anche solo pochi giorni di ritardo possono comportare ripercussioni talvolta drammatiche –:
se il Ministro interrogato non ritenga necessario intervenire con urgenza per individuare un meccanismo che garantisca la sempre puntuale erogazione del beneficio ai soggetti che ne abbiano diritto e quali misure intenda adottare inoltre per evitare ulteriori ritardi;
in considerazione dei dati relativi alla povertà assoluta in Italia e della drastica riduzione della platea di beneficiari dell'assegno di inclusione rispetto al reddito di cittadinanza, se non ritenga di dove adottare iniziative di competenza volte a promuovere una riforma legislativa degli strumenti vigenti di sostegno al reddito per garantire una distribuzione più equa su tutte le categorie a rischio di esclusione sociale.
(4-02903)
SALUTE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
è di qualche giorno fa la notizia di un rilevante furto di farmaci tumorali, per un valore di circa un milione di euro, nell'ASL Napoli 1;
i ladri sono entrati nella farmacia del distretto sanitario n. 30, afferente nell'Asl Napoli 1, e hanno avuto facile accesso alle celle frigorifere dove erano conservati costosi farmaci antitumorali del valore di circa un milione di euro e li hanno portati via;
secondo quanto riferito dall'organo di informazione Napoli Today, «solo una banda di professionisti poteva portare a compimento un colpo simile e chiaramente avevano studiato ogni particolare: gli abitanti dell'appartamento posto proprio sopra alla farmacia, infatti, erano usciti»;
gli uffici della farmacia sono stati devastati, con documenti sparsi ovunque, gli armadi aperti e le celle frigorifere vuote; contenitori di medicinali vuoti sono stati rinvenuti nell'androne e per le scale del palazzo; sembrerebbe che la farmacia non fosse dotata di sistema di videosorveglianza e fosse priva di porte blindate e infissi sicuri tanto che i ladri hanno avuto un agevole accesso ai locali della farmacia distrettuale;
già pregresse indagini hanno portato alla luce ripetuti furti, soprattutto dei farmaci antitumorali proprio perché particolarmente costosi; i farmaci, in molti casi, sono infatti caratterizzati da un alto valore di mercato ed è per questo che sono diventati sempre più frequenti i furti di medicinali, quasi sempre commissionati da organizzazioni criminali a danno di farmacie, ospedali e trasportatori oppure con la collusione di operatori del settore che sottraggono farmaci alla filiera legale per poi riciclarli nelle diverse reti illegali;
nel 2018 sono state diramate dall'Aifa delle linee guida per fronteggiare il fenomeno e da queste si rileva come il fenomeno, che aveva registrato un incremento significativo tra il 2012 e il 2013, si era di fatto interrotto nel 2014, per poi riprendere tra il 2017 e il 2018, anni in cui gli eventi di furto registrati sono stati rispettivamente 38 (di cui 20 negli ospedali) e 43 (di cui 20 negli ospedali);
i farmaci oggetto di furto, da un punto di vista legale e regolatorio, una volta usciti dal circuito legale che ne garantisce la corretta conservazione, non sono più vendibili, tuttavia le organizzazioni criminali riescono a rivendere i medicinali rubati a farmacie e ospedali esteri attraverso il ricorso a documentazione che ne falsifica l'origine legale; per contrastare questo riciclaggio, l'Aifa ha predisposto un sistema di segnalazione ad hoc;
oltre ad un necessario ed efficace sistema di segnalazione dell'avvenuto furto, volto ad impedire che i farmaci rubati siano reintrodotti nella filiera legale di altri paesi, occorre introdurre azioni più incisive per prevenire i furti di farmaci e mettere in sicurezza i luoghi in cui questi farmaci sono erogati;
in tale ottica la Società Italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie aveva redatto una linea guida con le buone pratiche cui fare riferimento per un sistema di gestione per la garanzia della sicurezza del farmaco;
il furto dei farmaci, oltre a rappresentare un enorme danno economico per il Servizio sanitario nazionale, determina anche un'ulteriore carenza o ritardo nell'approvvigionamento per i pazienti che ne hanno bisogno e dunque rappresenta un grave problema di salute pubblica al quale occorre porre rimedio –:
se siano conoscenza dei fatti descritti in premessa e quali iniziative di competenza intendano porre in essere affinché nelle farmacie distrettuali e ospedaliere, quali fondamentali presidi di salute pubblica territoriale, siano garantite tutte le necessarie misure di sicurezza, anche attraverso protezioni perimetrali e impianti di videosorveglianza, al fine di assicurare che i farmaci destinati alla salute dei pazienti siano messi in sicurezza.
(2-00386) «Sportiello».
Interrogazione a risposta orale:
BONELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
in data 10 maggio 2024 Maurizio Paffetti, produttore di documentari per la RAI, è deceduto al policlinico Umberto I per polmonite causata da condizionatore/legionella. Maurizio Paffetti veniva ricoverato il 9 aprile 2024 al Policlinico Umberto I di Roma, dapprima in cardiochirurgia e poi in neurochirurgia, il produttore era finito in terapia intensiva neurochirurgica e proprio qui successivamente era stata scoperta la presenza della legionella, il batterio che – come emerge chiaramente dalla sua cartella clinica – lo ha poi portato alla morte;
si ricorda che altri casi fatali legati al batterio della legionella si erano verificati una ventina di anni fa, nel 2006 e 2007, sempre nel medesimo ospedale, ma evidentemente a distanza di tanto tempo il problema nel nosocomio capitolino non sembra essere stato ancora risolto;
il segretario della Fgu (Federazione Gilda università), Giuseppe Polinari, ha ricordato come il sindacato Gilda avesse presentato una denuncia ai Nas (Nuclei antisofisticazione e sanità) dei carabinieri tre mesi fa proprio per segnalare la presenza della legionella e della salmonella all'interno del medesimo Policlinico, ma da quel momento nulla è cambiato. Secondo Polinari all'Umberto I ci sono «tubature vecchissime in cui la legionella si annida. A niente servono i filtri e il cloro, bisogna cambiare l'intero impianto idrico. Ma nessuno fa niente»;
seppur la cartella clinica confermi la morte per polmonite da legionella, la direzione generale della struttura ospedaliera ha comunicato di aver avviato una indagine interna e ha subito dichiarato la non correlazione tra la morte del produttore Paffetti e la legionella, e la non responsabilità dell'Umberto I, affermando come non sia «emerso alcun dato che confermi l'avvenuto contagio all'interno delle mura ospedaliere»;
ricordiamo che le infezioni ospedaliere continuano a rappresentare un importante problema di salute pubblica, oltre a essere indicatori della qualità del servizio sanitario offerto ai pazienti ricoverati in strutture nosocomiali, e tra queste troviamo le infezioni trasmesse attraverso l'acqua o l'aria, quali proprio le infezioni da Legionella, spesso collegate all'inadeguatezza delle strutture ospedaliere e a carenze impiantistiche –:
se non intenda avviare tutte le iniziative di competenza, anche attraverso l'invio di ispettori ministeriali, per verificare se vi siano responsabilità della struttura ospedaliera nella morte del produttore, e se non ritenga di verificare tutte le iniziative messe in atto nel tempo dalla citata struttura ospedaliera ai fini della prevenzione, monitoraggio e contrasto delle infezioni in ambito ospedaliero, anche alla luce delle denunce del sindacato di cui in premessa, volte a segnalare la presenza della legionella e della salmonella all'interno del suddetto Policlinico.
(3-01240)
Interrogazione a risposta in Commissione:
GIRELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il Codice del Consumo – decreto legislativo n. 206 del 2005 – all'articolo 107 attribuisce ad alcune amministrazioni, tra le quali il Ministero della salute, il compito di controllare che i prodotti immessi sul mercato siano sicuri;
laddove si riscontri la pericolosità di un prodotto, il citato articolo 107 consente di richiedere l'apposizione sul prodotto, in lingua italiana, di adeguate avvertenze sui rischi e di disporne l'immissione sul mercato a condizioni preventive, in modo da renderlo sicuro;
è anche prevista la possibilità «di disporre, entro un termine perentorio, l'adeguamento del prodotto o di un lotto di prodotti già commercializzati agli obblighi di sicurezza [...], qualora non vi sia un rischio imminente per la salute e l'incolumità pubblica»;
gli stick di tabacco Terea Smartcore progettati per essere unicamente utilizzati con il dispositivo Iqos Iluma contengono al loro interno una lamina metallica tagliente, che rappresenta un grave rischio per la salute dei consumatori e un potenziale pericolo soprattutto per bambini;
sulle singole confezioni del prodotto è presente un avvertenza delle dimensioni di 0,5 cm X 4 centimetri di colore bianco su sfondo celeste che recita: «ATTENZIONE. Non ingerire o smontare. Questo prodotto contiene parti metalliche taglienti che possono causare gravi lesioni se ingerite. Tenere fuori dalla portata dei bambini»;
la scarsa visibilità delle avvertenze nonché i molteplici casi di ingestione sono stati rilevati nell'avviso sulla pericolosità degli stick che il Ministero della salute ha inviato, il 18 dicembre 2023, a regioni, medici di medicina generale, pediatri e centri antiveleni, che aveva segnalato, nel tra il 1° luglio e il 29 novembre 2023, ventuno casi di ingestione accidentale di tali stick di tabacco, dieci da parte di bambini di età inferiore ai dodici mesi. Diciannove hanno avuto bisogno di ospedalizzazione;
le valutazioni dell'Istituto superiore di sanità evidenziano incontrovertibilmente la potenziale pericolosità delle parti metalliche taglienti presenti negli stick;
il decreto direttoriale dell'ex direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute del 14 marzo 2024, emanato in attuazione del citato articolo 107 del Codice del consumo, richiede al produttore la revisione del confezionamento del prodotto in questione, in quanto l'avvertenza relativa alla pericolosità presenta una dimensione del carattere molto ridotta ed un contrasto limitato fra il colore della scritta ed il colore dello sfondo insufficiente ad informare i consumatori dei rischi;
pur in presenza di tali gravissime evidenze della pericolosità concreta – e non meramente «potenziale» – degli stick, il Ministero della salute, con il citato decreto hai inspiegabilmente ritenuto di non dover imporre il ritiro del prodotto dal mercato o, quantomeno, la sospensione della commercializzazione dello stesso, fino a quando non fossero state adottate idonee misure di contenimento dei rischi per la salute umana ed in particolare infantile;
inoltre, il Ministero della salute ha ritenuto che vi fosse «la necessità di dover adeguatamente commisurare le necessità tecniche rappresentate dall'operatore economico con le esigenze di tutela della salute pubblica», sacrificando, quindi, queste ultime;
gli stick citati continuano, quindi, ad essere venduti con la sola apposizione sui pacchetti di un'etichetta adesiva contente le avvertenze sanitarie, in evidente contrasto con l'articolo 9 del decreto legislativo n. 6 del 2016, secondo il quale le avvertenze sulla salute devono essere stampate in modo inamovibile e indelebile sulle confezioni –:
se il Ministro interrogato ritenga la salute dei consumatori sufficientemente tutelata attraverso la sola apposizione di un'etichetta adesiva removibile contente le avvertenze sulla pericolosità del prodotto, ovvero se ritenga più appropriato adottare ulteriori misure che garantiscano un livello più elevato di tutela dei consumatori, in particolare di bambini e adulti con disabilità cognitive.
(5-02449)
Interrogazione a risposta scritta:
VINCI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il certificato medico è un effetto della pratica medica di cui è importante conoscere, specialmente da parte del medico, il relativo valore legale nonché gli aspetti tecnico-professionali che regolano tale pratica essendo un'attestazione su fatti e comportamenti tecnicamente apprezzabili e valutabili, la cui dimostrazione può condurre all'affermazione di particolari diritti soggettivi previsti dalla norma oppure a determinare conseguenze a carico dell'individuo o della società, aventi rilevanza giuridica e amministrativa;
per la sua finalità medico-legale, l'attività certificativa del medico esula dai suoi compiti clinici di cura del paziente e mira a tutelarlo nella dimensione di persona depositaria di diritti e di doveri in quanto soggetto alle norme giuridiche;
la legge prevede che per poter emettere certificati il medico possegga la laurea in medicina e chirurgia o in odontoiatria, l'abilitazione all'esercizio della professione e l'iscrizione al rispettivo albo professionale. Leggi specifiche riservano la potestà certificativa a medici in possesso di particolari qualifiche (porto d'armi, pratica sportiva agonistica, e altro);
il certificato è da consegnarsi al soggetto cui si riferisce o al suo legale rappresentante o a persona indicata espressamente dal paziente o ad altro richiedente cui la legge ne riconosca il diritto;
l'ordinamento stabilisce diritti esigibili al verificarsi di un diminuito stato di salute (invalidità) o di condizioni inerenti la sfera personale dei cittadini (maternità, natalità, conseguimento della patente, esercizio sportivo). Il medico deve produrre solo gli elementi di sua competenza idonei a produrre gli effetti previsti dalla legge. L'affermare la sussistenza del diritto che discende dalla certificazione non rientra nella sfera di competenza del medico che deve astenersi dall'invocarlo nel certificato. La competenza ad identificare la sussistenza del diritto ricade su chi per legge è tenuto a discriminare i benefìci che dalla certificazione possono derivare, ovvero ad apposite commissioni;
all'interrogante sono pervenute molteplici segnalazioni circa un diffuso stato di confusione tra soggetti sanitari abilitati alle certificazioni e tra i cittadini che dovrebbero beneficiarne. Valga la segnalazione pervenuta dalla sede di Reggio Emilia dell'Associazione nazionale mutilati ed invalidi, civili, in particolare dal dottore Robbi Manghi, che in qualità di coordinatore responsabile provinciale della medicina legale certificativa riscontra sovente situazioni di estrema difficoltà che riguardano soprattutto il medico di medicina generale oltre il pediatra di libera scelta oppure la comunità assistenziale. Le criticità afferiscono alla presunta mancanza di riferimenti normativi che possano aiutare i medici nello stabilire chi può chiedere la consegna di documenti sanitari e con quale modalità, se solo i pazienti, o i loro parenti, i conviventi o anche i conoscenti delegati e se i medici in un proprio certificato possono recepire e far loro la prognosi di un altro precedente medico e, per ultimo, se i medici possono certificare e l'esistenza di malesseri riferiti dal paziente ma non verificabili dal medico che procede;
ulteriori quesiti riguardano i confini entro cui può agire il medico di medicina generale, segnatamente se esso debba aprire un infortunio nel caso in cui sia il primo medico ad occuparsi del paziente dopo l'incidente e se possa richiedere visite ed esami specialistici con esenzione specifica, anche senza indicazione da parte del medico Inail, oppure riapre un infortunio già chiuso –:
se, al fine di fornire maggiore chiarezza sull'intero quadro normativo che disciplina le certificazioni sanitarie, non si intenda valutare la necessità di emanare pertinenti linee guida applicabili per i vari ambiti di competenza delle predette certificazioni al fine di fare chiarezza anche in materia di patologie dichiarate dal paziente che non sono obiettivabili, oltre che sulla retrodatabilità di 24 ore dei certificati dell'Inps.
(4-02899)
Apposizione di una firma ad una interpellanza.
L'interpellanza urgente Peluffo e altri n. 2-00383, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 maggio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Casu.
Apposizione di firme ad interrogazioni.
L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Casasco e altri n. 3-01234, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 maggio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Nevi.
L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Foti e altri n. 3-01236, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 maggio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Mascaretti.
L'interrogazione a risposta in Commissione Braga e Piccolotti n. 5-02438, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 maggio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ascani.