XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
nel gennaio 2020 l'Italia ha inviato alla Commissione europea la versione definitiva del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima 2021-2030 (Pniec), adottato in attuazione del Regolamento 2018/1999/UE, al termine di un percorso di consultazione pubblica ed elaborazione avviato nel dicembre 2018. Tra i principali obiettivi: una percentuale di energia da fonti energetiche rinnovabili (FER) nei consumi finali lordi di energia pari al 30 per cento, la riduzione dei «gas serra», rispetto al 2005, per tutti i settori non ETS del 33 per cento, il phase out del carbone dalla generazione elettrica al 2025;
nel dicembre 2019, la Commissione europea ha presentato la comunicazione strategica sul Green Deal europeo volta a conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Tale traguardo, approvato il 12 dicembre 2019 dal Consiglio europeo, è stato successivamente sancito dalla legge europea sul clima (regolamento 2021/1119/UE), che ha introdotto l'obiettivo, da conseguire entro il 2030, di ridurre le emissioni di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990;
il 14 luglio 2021, la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte legislative, denominato Fit for 55 (Pronti per il 55 per cento), volte a rivedere la normativa dell'Ue in materia di riduzione delle emissioni climalteranti, per consentire il raggiungimento di questo nuovo più ambizioso obiettivo al 2030;
il 18 maggio 2022 la Commissione europea ha presentato il Piano REPowerEU (COM(2022) 230 final) con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dell'UE dai combustibili fossili russi accelerando la transizione e costruendo un sistema energetico più resiliente. Con il regolamento (UE) 2023/435 del 27 febbraio 2023, è stato consentito agli Stati membri di inserire appositi capitoli REPowerEU nei Piani per la ripresa e la resilienza (PNRR). Il 7 agosto 2023 il Governo italiano ha presentato alla Commissione europea le conseguenti modifiche al PNRR, accolte dalla Commissione europea, (COM(2023) 765 Def) il 24 novembre 2023 e dal Consiglio europeo l'8 dicembre 2023;
il 4 agosto 2022 è entrato in vigore, con decorrenza 1° gennaio 2023, il regolamento delegato 2022/1214 della Commissione Ue, che include gas e nucleare dalla lista degli investimenti considerati sostenibili dal punto di vista ambientale (cosiddetta tassonomia verde). Dal 1° gennaio 2023 è possibile investire in nuove centrali nucleari realizzate con le «migliori tecnologie disponibili» e fra gli investimenti sostenibili le attività di ricerca e sviluppo per le nuove tecnologie è stato inserito il nucleare di quarta generazione. Quanto al gas, le centrali con permesso di costruzione rilasciato entro il 2030, dovranno sostituire vecchi impianti a combustibili fossili con altri più efficienti del 55 per cento dal punto di vista delle emissioni ed essere programmate per passare, dal 2035, a gas rinnovabile;
il 16 maggio 2023 è entrato in vigore il Regolamento (UE) 2023/857 (cosiddetto Regolamento Effort Sharing-ESR) che ha fissato un obiettivo per l'Italia ancor più ambizioso, prevedendo che le emissioni dei settori non-ETS (trasporti, residenziale, terziario, industria non ricadente nel settore ETS, i rifiuti, l'agricoltura) si riducano entro il 2030 del 43,7 per cento rispetto ai livelli del 2005;
questo complesso di impegni detta l'inquadramento del percorso di decarbonizzazione del Paese. Ai sensi dell'articolo 14 del regolamento (UE) 2018/1999, la proposta di aggiornamento del Pniec, allineata ai nuovi obiettivi, deve essere trasmessa alla Commissione europea entro il 30 giugno 2023, mentre la versione finale del documento deve essere trasmessa entro giugno 2024, sviluppandosi nelle cinque dimensioni dell'Unione dell'energia: decarbonizzazione (riduzione delle emissioni e energie rinnovabili); efficienza energetica; sicurezza energetica; mercato interno dell'energia; ricerca, innovazione e competitività;
in coerenza con gli obiettivi sopraindicati il Ministero dell'ambiente ha predisposto nell'estate 2023 un documento di aggiornamento del Pniec 2019, in linea con i nuovi obiettivi, prevedendo per il 2030 la conseguente riduzione dell'emissione di gas serra, una quota del 40 per cento di energia proveniente da fonti rinnovabili nei consumi finali lordi di energia (e del 65 per cento nel settore elettrico);
un aumento dell'efficienza energetica che porta i consumi finali 2030 a 100 Mtep e quelli primari dai 145 Mtep del 2021 ai 122 del 2030; l'abbattimento, rispetto al 2005 del 62 per cento delle emissioni ETS e del 43,3 per cento delle emissioni ESR, la promozione della produzione industriale a basse emissioni di carbonio, nonché una maggiore elettrificazione nel mix energetico;
la proposta di aggiornamento Pniec 2023 prevede che per rispettare la traiettoria emissiva del periodo 2021-2030, rispetto ai livelli del 2005, sarà necessario avviare da subito una significativa riduzione delle emissioni pari a oltre il 30 per cento rispetto ai livelli del 2021, da conseguirsi prevalentemente nei settori trasporti e civile (residenziale e terziario);
nel percorso di decarbonizzazione, in tutti i settori, l'efficienza energetica rappresenta il driver principale, in coerenza del principio Energy Efficiency First (efficienza energetica al primo posto);
per quanto riguarda la produzione elettrica da fonte rinnovabile (FER-E) in termini di potenza installata si prevede di aumentare, rispetto all'installato di fine 2021, da 11.290 a 28.140 MW quelle eolica, da 22.594 a 79.921 MW quella solare, mentre restano sostanzialmente stabili le potenze installate nei settori dell'idroelettrico e della geotermia. In calo la produzione da bioenergie. In termini di produzione annua si prevede di incrementare l'eolico da 20 a 64 TWh, il solare da 25 a 99 TWh, mentre si prevede una sostanziale stabilità per l'idroelettrico (da 48,5 a 47 TWh) e un calo per le bioenergie da 19 a 10 TWh) (pagine 77 e 78 Pniec 2023);
per quanto riguarda il settore delle rinnovabili termiche (FER-C), le misure dovranno essere coordinate con l'efficienza energetica, in particolare per gli edifici. È previsto l'obbligo di integrazione delle FER-C negli edifici, la riforma del meccanismo delle detrazioni fiscali, la promozione del teleriscaldamento e l'obbligo di fornitura di calore rinnovabile, unitamente all'incentivazione della produzione di energia rinnovabile termica con sistemi competitivi. Nel settore termico, oltre a una forte spinta all'elettrificazione dei consumi data dall'ampia diffusione delle pompe di calore, penetrerà inoltre sempre più il vettore biometano (in primis) e idrogeno (quest'ultimo in particolare in ambito industriale);
l'ammontare degli investimenti diretti stimati necessari per raggiungere gli obiettivi Pniec al 2030 è stimato dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica in 830,3 miliardi di euro, tra il 2023 e il 2030 dei quali 524,9 miliardi a carico del settore dei trasporti (solo veicoli) 134,2 miliardi nel settore dell'edilizia residenziale, 43 miliardi nel terziario, 37,2 per le reti del sistema elettrico, 69,4 nelle FER-E (di cui 36 miliardi nel fotovoltaico e 24 nell'eolico) e 6,3 miliardi per i sistemi di accumulo (batterie e pompaggi). In calo invece gli investimenti in idroelettrico e bioenergie (pagine 411-412 Pniec 2023);
a fronte di questa dimensione epocale di investimenti le risorse disponibili, tra le misure di finanza sostenibile individuate dal Pniec 2023 e le risorse rese disponibili nei vari fondi europei, appaiono del tutto esigue e sottostimate, ove si consideri che la Commissione UE prevede, nelle linee guida per l'aggiornamento del Pniec, la necessità di valutare gli impatti sociali ed economici delle misure di transizione, da accompagnare con politiche che impediscano l'acuirsi delle differenze sociali, favoriscano la ricollocazione dei lavoratori e contrastino i fenomeni di povertà energetica. A tale scopo le risorse del Fondo sociale per il clima (86,7 miliardi di euro di cui il 75 per cento finanziato con i proventi ETS e il 25 per cento con risorse proprie degli Stati), sembrano essere esigue rispetto agli impatti delle diverse politiche pubbliche messe in campo. Il solo costo della direttiva Case green è stato stimato a livello europeo in 275 miliardi di euro l'anno dal 2024 al 2030;
è necessario sottolineare che il raggiungimento degli obiettivi, ambiziosi, previsti dal Pniec non può prescindere dal sostegno di tutte le fonti rinnovabili e, quindi, da una libertà in merito alle scelte tecnologiche. Come chiarito dalla direttiva (UE) 2018/2001, le biomasse, la geotermia, l'energia idraulica e i biogas, appartengono al novero delle fonti rinnovabili, questo anche nell'ottica di preservare ed accompagnare verso una graduale transizione anche il sistema produttivo principale del nostro paese caratterizzato da imprese di medio-piccole dimensioni;
va da sé, inoltre, anche la necessità di avanzare in sede europea una proposta volta al riconoscimento degli incentivi a impianti la cui componentistica e tecnologia sia in gran parte costruita nell'Unione europea anche per incentivare gli investimenti in Europa e concorrere alle logiche di filiera industriale che gioverebbe al sistema Italia;
inoltre, è opportuno valorizzare quanto introdotto nel 2023 dall'Unione europea attraverso il Raw material act quale strumento utile a implementare strumenti di ricerca, estrazione di terre rare, riciclo delle stesse e avvio di processi industriali e tecnologici per la surroga di tali elementi. Ad oggi il settore mondiale delle batterie sta conoscendo un'evoluzione esponenziale con un fortissimo calo dei prezzi e l'introduzione di nuove tecnologie di sostituzione o complementari. Proprio su questo fronte vi sono prospettive interessanti per la tecnologia agli «ioni-sodio» e le batterie termiche dove l'industria italiana può rivestire un ruolo da assoluta protagonista per la presenza di importanti progetti in tale settore;
per quanto riguarda le biomasse, la superficie boscata italiana si è triplicata dal 1951, raggiungendo 12 milioni di ettari, sui 30,1 milioni totali del Paese, ma si utilizza come fonte rinnovabile solo il 18 per cento dell'accrescimento, che corrisponde a 7,90 Mtep, e l'Italia è il primo importatore europeo di materia prima legnosa. Germania, Francia e Spagna prevedono al 2030 di produrre il 68 per cento dell'energia termica da biomassa. Se si utilizzasse il 67 per cento dell'accrescimento (media europea) se ne otterrebbero 30 Mtep, che coprirebbero il 70 per cento dei consumi termici da fonte fossile. La gestione sostenibile delle foreste, unitamente alla previsione di politiche per la mitigazione degli incendi, migliora la capacità di assorbimento del carbonio. In Austria la capacità di assorbimento della CO2 è triplicata rispetto all'Italia che dispone di una insolazione molto superiore e ha grande disponibilità di acqua;
per la geotermia, risorsa rinnovabile (calore della terra) e programmabile, è attribuito (dati RSE-GSE) un elevato potenziale geotermico presente nel 60 per cento del territorio italiano. L'Italia con oltre 30 impianti geotermoelettrici, attivi nel settore elettrico, per una potenza di 817 MW ed una produzione nel 2022 di 5.837 GWh, pari al 6 per cento circa della produzione elettrica da FER e al 2 per cento circa della produzione elettrica complessiva nazionale, si pone da molti anni al primo posto dei Paesi UE in termini di capacità installata. La risorsa geotermica ai fini energetici è significativamente utilizzata nel Paese anche nel settore termico sia attraverso impianti di teleriscaldamento, sia mediante impianti di sfruttamento diretto del calore geotermico, che in impianti di sfruttamento del calore geotermico tramite pompa di calore. La geotermia, oltre ad essere una delle principali fonti rinnovabili per riscaldamento, raffreddamento e per la produzione programmabile di energia elettrica, risulta il mezzo più sostenibile per estrarre litio e altre materie prime critiche dai fluidi geotermici;
per quanto riguarda l'energia idraulica secondo i dati contenuti nel Registro italiano dighe, le grandi dighe (volume d'invaso maggiore di 1.000.000 metri cubi, altezza maggiore di 15 m) sono in totale 532. Di queste 497 sono ancora in attività e sono date in concessione soprattutto per la produzione di energia idroelettrica (306) dighe cui seguono gli usi irriguo potabile e industriale. La capacità d'invaso è di circa 14 chilometri cubi. Con interventi di manutenzione degli invasi e di ammodernamento delle turbine secondo alcuni studi si potrebbe avere un incremento di produzione di 25 TWh annui al 2030 (circa il 40 per cento in più). In Italia piovono annualmente circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua, dei quali viene trattenuto solo l'11 per cento, mentre l'obiettivo raggiungibile è del 40 per cento. L'acqua è centrale per puntare all'autosufficienza alimentare e aumentare la resa produttiva per ettaro;
nel settore del biogas l'Italia è leader in Europa con 1.600 impianti attivi, 1,7 miliardi di metri cubi di biometano (biogas depurato da CO2) prodotti e 12 mila occupati. La produzione di biogas si avvale oggi di tecnologie all'avanguardia, quali la digestione anaerobica dalla quale deriva un digestato considerato efficace fertilizzante. La produzione di biogas ha effetti a cascata sulla filiera agroalimentare, perché oltre all'energia e alla fertilizzazione, favorisce l'uso efficiente dell'acqua, accompagna tecniche di produzione basate sul precision farming e l'innovazione nella meccanica agraria, ma soprattutto accresce la competitività degli allevamenti preservando il futuro di una filiera fondamentale per il made in Italy. Oggi si trasforma in biogas il 15 per cento dei reflui zootecnici che possono arrivare entro il 2030 a una percentuale del 65 per cento con una produzione di 6,5 miliardi di metri cubi e la creazione di altri 25 mila posti di lavoro. Nel PNRR la Missione 2 nella Componente C1 «Economia circolare e agricoltura sostenibile» è previsto lo sviluppo del biometano di origine agricola o da Forsu (1,92 miliardi di euro) da destinare al greening della rete gas, pari a circa 2,3-2,5 miliardi metri cubi, per rispondere alla domanda crescente di decarbonizzazione sia del settore dell'industria, soprattutto quella Hard To Abate che non può essere elettrificata, e sia del settore trasporti, in forma liquida (bioGNL) o gassosa;
è necessario, infine, tener conto delle evidenze geopolitiche internazionali: la Cina è attualmente superpotenza nel settore delle energie rinnovabili, acquisendo in sostanza una leadership tecnologica, industriale, commerciale nell'eolico e nel fotovoltaico, nella supply chain della mobilità elettrica (delle terre rare, dalle materie prime alle batterie). Grazie ai massicci investimenti effettuati nelle rinnovabili, l'industria cinese è quasi monopolista nella produzione mondiale di pannelli solari e delle turbine eoliche, con una quota superiore ai due terzi. Se non adeguatamente sorretto da una industria europea, il mantra della transizione energetica al dopo-fossili affermatosi nei Paesi occidentali, rischia di trasformarsi in un auto-assoggettamento alle forniture cinesi e nella tomba di importanti catene di valore della meccanica europea;
viceversa, nelle tecnologie relative ai settori delle turbine (idrauliche e non), dello sfruttamento delle biomasse, della geotermia, della produzione di biogas l'Italia è all'avanguardia o comunque svolge un ruolo da protagonista. Quanto all'efficienza energetica il sistema produttivo del nostro Paese presenta valori d'intensità energetica primaria (definita dal rapporto tra il consumo interno lordo di energia e il prodotto interno lordo) inferiori alla media dei Paesi dell'Unione europea;
con riferimento infine all'energia nucleare, la Camera il 9 maggio 2023 ha approvato la mozione 1-00083, nella quale si impegna il Governo a valutare l'opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia e ad adottare iniziative volte ad includere la produzione di energia atomica all'interno della politica energetica europea, riaffermando in quella sede una posizione volta a mantenere nella tassonomia degli investimenti verdi la messa in esercizio di centrali nucleari realizzate con le migliori tecnologie disponibili;
in ambito nucleare, si ricorda che l'Italia possiede il secondo settore industriale europeo, sia in termini di competenze che di capacità, avendo sempre mantenuto attività nel settore, a livello EU e internazionale. Inoltre, l'Italia forma circa il 10 per cento degli ingegneri nucleari europei. I ricercatori italiani e alcune infrastrutture sperimentali sono ben conosciuti e apprezzati nel mondo. Grazie a queste caratteristiche, l'Italia è oggetto di particolare attenzione, in particolare dalla Francia, per la costituzione di una supply chain nucleare europea, finalizzata a realizzare: lo sviluppo delle nuove tecnologie; la formazione delle risorse umane; la realizzazione di nuove politiche energetiche che integrino in maniera sinergica fonti rinnovabili e nucleare;
nel nuovo quadro regolatorio europeo, l'Italia può quindi giocare un ruolo da protagonista, partecipando sia allo sviluppo sia alla realizzazione delle nuove tecnologie nucleari in programmazione nei Paesi EU, seguendo le storiche orme dei «due Enrico»: Fermi, inventore dell'energia nucleare nel 1942, e Mattei, il primo a realizzare una centrale nucleare in Italia, a Latina, nel 1960;
nella definizione della strategia energetica nucleare del nostro Paese, occorre considerare la definizione di partnership con gli altri Stati europei impegnati sul tema, anche al fine di incrementare il know how e le capacità industriali. In tale percorso sarebbe opportuno valutare la definizione di un'autorità indipendente di sicurezza nucleare nazionale con un'adeguata dotazione organica;
in linea con le raccomandazioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, appare necessario individuare altresì una Nuclear energy programme implementing organization (Nepio) con il compito di valutare lo stato delle infrastrutture di base necessarie per avviare un programma nucleare nazionale e fornire al Governo le indicazioni necessarie per il loro completo sviluppo e operatività. Tale Nepio dovrebbe anche avere il compito di coinvolgere e coordinare tutti i soggetti pubblici e privati interessati, al fine di uno sviluppo organico e coerente di tutte le infrastrutture di base,
impegna il Governo:
1) in relazione all'adozione della versione definitiva del Pniec ad adottare iniziative volte:
a) a prevedere, per quanto di competenza, opportune forme di rendicontazione al Parlamento circa lo stato di avanzamento del Pniec;
b) a rafforzare nell'ambito del Pniec, sulla base del principio della neutralità tecnologica, l'apporto di tutte le fonti rinnovabili, sia termiche che non, tenendo conto della necessità di valorizzare la filiera produttiva nazionale, al contempo ottimizzando il rapporto costi/benefici per il sistema Paese, valutando il differente grado di programmabilità e garantendo il positivo apporto in termini di miglioramento della qualità dell'aria;
c) nel settore civile, a prevedere riforme delle misure in vigore a supporto della riqualificazione edilizia, che garantiscono una maggiore efficacia e un impiego più efficiente delle risorse pubbliche;
d) nel settore trasporti, a rafforzare le misure volte a favorire lo shift modale delle persone e delle merci verso modalità più efficienti e decarbonizzate, quali il trasporto pubblico e ferroviario;
e) nel settore industriale, a prevedere lo sviluppo di diverse opzioni tecnologiche per la decarbonizzazione dei settori hard to abate quali l'efficienza energetica, l'idrogeno, il biometano e la CCS, con un approccio integrato che non escluda nessuna di queste opzioni, ma che allo stesso tempo promuova e faciliti l'accesso a quelle più efficaci per ciascun ambito;
f) a prevedere nel Piano un approfondimento riguardo la valutazione sugli effetti dell'eventuale adozione, nell'orizzonte temporale successivo al 2030 e traguardando gli obiettivi 2050, di tecnologie di generazione energetica basate sulla fonte nucleare, quali a titolo esemplificativo i reattori nucleari di piccole dimensioni (SMR) e i reattori nucleari avanzati (AMR);
2) al fine di conseguire in modo efficace i target del Pniec al 2030, ad adottare iniziative di competenza volte a:
a) anche in ambito europeo, a individuare le risorse e gli strumenti di programmazione economica necessari ad attuare il Pniec 2023-2030, valutando non solo ex ante, ma anche in itinere l'impatto economico, finanziario, sociale nonché sul sistema produttivo delle misure poste in essere per il raggiungimento dei target;
b) a proseguire i tavoli di approfondimento già avviati sul settore civile, dei trasporti e sulle tematiche socio-economiche, per un efficace attuazione delle politiche previste dal Pniec e per il monitoraggio della sostenibilità sociale, con particolare riferimento alla sostenibilità degli oneri per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e alle risorse necessarie per la formazione dei lavoratori nei settori che saranno maggiormente coinvolti dalla transizione energetica;
c) ad adottare meccanismi di incentivazione, con ottimale rapporto costi/benefici, a sostegno dello sviluppo delle rinnovabili (elettriche e termiche) e degli interventi di efficientamento energetico, con particolare attenzione a progetti integrati;
d) a sfruttare tutto il ventaglio delle tecnologie termiche, tenendo conto delle specificità nazionali, proseguendo altresì nel processo di efficientamento nella produzione di energia termica e di riduzione costante dei livelli emissivi;
e) a semplificare i processi autorizzativi in ambito geotermico e delineare una strategia nazionale di massimizzazione dello sfruttamento di tale risorsa;
f) ad avviare un processo di efficace manutenzione degli invasi e di ammodernamento delle turbine degli impianti idroelettrici, al fine di massimizzarne la producibilità;
g) in ambito europeo per il superamento degli ostacoli che impediscono il rapido avvio degli investimenti per l'ammodernamento e il potenziamento delle infrastrutture idroelettriche, in considerazione degli evidenti benefici, anche in termini di stabilità della rete, derivanti dalla programmabilità della produzione di energia idroelettrica e della necessità, a fronte della estremizzazione degli eventi climatici, di incrementare lo stoccaggio della risorsa «acqua»;
h) a proporre un ulteriore armonizzazione del mercato dell'energia elettrica in sede di Unione europea, limando le distorsioni di prezzo tra i diversi Stati dell'Unione che vanno a discapito della nostra competitività industriale;
i) a realizzare la transizione verso una mobilità sostenibile che tenga in dovuta considerazione la necessità di intervenire anche su settori quali l'aviazione e il marittimo, ove la decarbonizzazione può essere meno supportata dall'elettrificazione dei consumi;
l) a continuare l'incentivazione della produzione di biometano utilizzando tutto il potenziale disponibile di feedstocks, valorizzando il settore agricolo ed agro-industriale nazionale oltre che quello della Forsu, attraverso nuovi sistemi di incentivi per il periodo post 2026 che, tenendo conto dei tempi di autorizzazione e realizzazione degli impianti, arrivino oltre il 2030, per rispondere alla domanda crescente di decarbonizzazione del settore dell'industria che non può essere elettrificata, e sia del settore trasporti, in forma liquida (bioGNL) o gassosa;
m) a completare il quadro normativo relativo alla Carbon capture and storage, per poter avviare le iniziative progettuali, a partire da quelle nell'area dell'Alto Adriatico, individuando la governance della filiera, la regolazione tecnico economica delle attività di trasporto e stoccaggio, dei sistemi di supporto e degli strumenti di garanzia;
n) a limitare la dipendenza tecnologica da Paesi posti al di fuori dell'Unione europea;
o) a risolvere il problema della saturazione virtuale della rete elettrica di trasmissione e garantire un efficace meccanismo di gestione delle richieste di connessione, attraverso la commisurazione del costo della connessione non solo alla capacità impegnata ma anche alla durata dell'impegno e, contemporaneamente, mediante la determinazione della decadenza delle richieste di connessioni non supportate da ragionevoli aspettative di conferma e attivazione;
p) anche nella prospettiva dell'aggiornamento del Pniec, a valutare la possibilità di istituire, nel rispetto delle normative internazionali ed europee e compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, un'apposita autorità amministrativa indipendente di regolamentazione competente in materia di autorizzazione tecnica, certificazione, realizzazione, gestione e dismissione degli impianti nucleari, di sicurezza nucleare e di radioprotezione con le funzioni e i compiti di Autorità nazionale per la regolamentazione tecnica e le istruttorie connesse ai processi autorizzativi, le valutazioni tecniche, il controllo, anche ispettivo, e la vigilanza degli impianti;
q) a valutare l'opportunità della creazione, in linea con le raccomandazioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, di una Agenzia con il compito di valutare lo stato delle infrastrutture di base necessarie per avviare un programma nucleare nazionale e fornire al Governo le indicazioni necessarie per il loro completo sviluppo e operatività.
(1-00295) «Squeri, Mattia, Zinzi, Cavo, Cortelazzo, Zucconi, Barabotti, Alessandro Colucci, Battistoni, Benvenuti Gostoli, Bof, Semenzato, Casasco, Foti, Montemagni, Mazzetti, Iaia, Pizzimenti, Polidori, Lampis, Milani, Fabrizio Rossi, Rotelli, Rachele Silvestri».
ATTI DI CONTROLLO
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazioni a risposta scritta:
ZUCCONI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
con decreto Mase n. 23 del 20 gennaio 2023 sono state assegnate nell'ambito dell'obiettivo M2C1. |1.1 Linea C, risorse ai seguenti progetti:
ID MTE11C_00000833 - Ato Toscana Costa - 10.000.000,00 di euro - CUP G52F22000700005, (linea PAP) che prevede la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento e recupero dei prodotti assorbenti ad uso personale in località II Frizzone, nel comune di Capannori (Lucca);
ID MTE11C_00000805 - Ato Toscana Costa - 5.413.600,00 di euro - CUP G52F22000690005 (linea Tessile) che prevede la realizzazione di un impianto di selezione ed avvio a commercializzazione di prodotti tessili raccolti in maniera puntuale, in località Carraia nel comune di Capannori (Lucca);
con delibera dell'assemblea n. 5 del 28 aprile 2023 di Ato Toscana Costa è stato individuato nel gestore del servizio rifiuti urbani, Reti Ambiente S.p.a., il soggetto realizzatore degli interventi sopra citati;
il 2 agosto 2023 Reti Ambiente S.p.a. ha presentato presso la regione Toscana – settore valutazione impatto ambientale (settore VIA) istanza di avvio del procedimento di verifica di assoggettabilità in relazione al progetto di un polo impiantistico per la lavorazione ed il recupero di rifiuti tessili e di rifiuti da prodotti assorbenti per l'igiene della persona, in Via dei Pistoi, località Salanetti, nel comune di Capannori e il 10 agosto 2023 – come risulta dal sito della stessa società nella sezione società trasparente – ha affidato ad uno studio notarile il mandato alla stipula: «... del contratto preliminare di compravendita di immobile sito in Capannori, (località Salanetti, nel quale verranno realizzati i due impianti suddetti»;
costituisce parte integrante e sostanziale del citato decreto Mase n. 23 del 20 gennaio 2023 l'atto d'obbligo connesso all'accettazione del finanziamento concesso dal Mase, in base al quale le variazioni alla scheda del progetto proposte dai soggetti destinatari dei contributi PNRR – soggetti attuatori ai sensi dell'articolo 1, comma 4, lettera o) del decreto-legge n. 77 del 2021, convertito con modificazioni nella legge n. 108 del 2021 – devono essere accolte dal Mase con autorizzazione scritta;
ad oggi all'interrogante non risulta che ci sia stata alcuna comunicazione ufficiale del cambio di ubicazione dei due progetti citati mentre, come confermato anche da notizie di stampa, è oramai acclarato che essi saranno riuniti e realizzati in un unico polo impiantistico ubicato in Capannori, località Salanetti;
con decreto del 5 marzo 2024 – pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Toscana del 13 marzo 2024 – la regione Toscana ha escluso dalla verifica di assoggettabilità a VIA il progetto di realizzazione del polo impiantistico, dando conto tuttavia delle numerose criticità in merito – in particolare ambientali, geomorfologiche ed urbanistiche – rilevate nei contribuii tecnici istruttori da parte dei soggetti interessati;
proprio il sopracitato decreto – che reca numerose prescrizioni alle quali Reti Ambiente S.p.a. dovrà dare seguito ai fini dell'istanza di autorizzazione unica ex articolo 208 del decreto legislativo n. 152 del 2006 – conferma che le caratteristiche e i requisiti che avrebbero portato i due progetti originari ad aver accesso ai fondi PNRR non sarebbero presenti nella nuova ubicazione del polo impiantistico di Capannori, località Salanetti: in questo contesto è stato notificato in data 11 maggio 2024 al Tar Toscana ricorso per l'annullamento del decreto che esclude da VIA il progetto –:
se sia pervenuta richiesta di variazione, con particolare riferimento all'ubicazione, relativa ai progetti originari di realizzazione dei due impianti citati e se ritengano per quanto di competenza, che il nuovo progetto di polo impiantistico conservi i presupposti per poter essere ammesso a beneficiare delle risorse PNRR, con particolare riferimento al principio del Do no significant harm.
(4-02946)
UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
il decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante «Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto», convertito, con modificazioni, dalla legge 4 ottobre 2012, n. 171, all'articolo 1, come modificato dall'articolo 12, comma 6, del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2024, n. 18, ha previsto, tra l'altro, che «Per assicurare l'attuazione degli interventi previsti dal Protocollo d'intesa del 26 luglio 2012, (...) con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è nominato un Commissario straordinario»;
l'articolo 6, comma 1, del decreto-legge n. 1 del 2015 ha attribuito al Commissario ulteriori e rilevanti compiti, tra i quali quello di predisporre un programma di misure, a medio e lungo termine, per la bonifica, ambientalizzazione e la riqualificazione dell'intera area di Taranto, dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale, allo scopo di garantire, ove possibile, il più alto livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2024, Vito Felice Uricchio è stato nominato Commissario straordinario a decorrere dal 1° marzo 2024, fino al 31 dicembre 2024;
il Commissario straordinario per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto ha in corso di attuazione, in parte in fase di completamento sul Sin di Taranto e sull'area di crisi ambientale, di concerto con il governo centrale e le amministrazioni locali, un percorso tecnico, scientifico e gestionale che ha consentito e consente di affrontare in una visione sistemica ed organica le varie criticità ambientali e sanitarie e, nel contempo, di attuare su Taranto e sulle aree contermini un rinnovato piano di ambientalizzazione, riqualificazione e rigenerazione;
il territorio dell'area di Taranto interessato dalle misure strutturali e non strutturali (programma di misure di cui all'articolo 6 del decreto-legge n. 1 del 5 gennaio 2015, convertito con modificazioni dalla legge 4 marzo 2015, n. 20) finalizzate alla bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione riguarda i comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola i quali risultano inseriti nella cosiddetta «area ad elevato rischio di crisi ambientale»;
nella suddetta area è stato individuato, nel 2001, il Sito di interesse nazionale di Taranto, all'interno del quale sono presenti insediamenti industriali, attivi nei settori siderurgico, metallurgico ed energetico, di rilevanti dimensioni oltre ad un imponente arsenale militare, che influenzano in modo importante sia il quadro socioeconomico che quello ambientale e paesaggistico;
ad oggi, malgrado la nomina, come detto, sia avvenuta il 28 febbraio 2024, la struttura di supporto al Commissario non è stata ancora attribuita dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, fondamentale per consentire maggiore rapidità ed incisività dell'azione commissariale, sia sul piano tecnico che amministrativo;
tale circostanza impedisce al commissario di dare seguito alla liquidazione delle somme attese –:
se intenda chiarire le ragioni che ostano alla designazione della suddetta struttura di supporto e con quali tempistiche intenda designare la citata struttura.
(4-02948)
ORRICO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
con legge di Bilancio 2020 venivano stabilizzate, presso l'Ente parco nazionale dell'Aspromonte, cinque unità di lavoratori ex lavoratori socialmente utili a copertura dei posti in quel momento vacanti mentre altri dodici lavoratori rimanevano momentaneamente in soprannumero, in attesa che si liberassero altri posti, o che si ottenesse il via libera all'ampliamento della pianta organica attraverso risorse rese disponibili dal Ministero del lavoro e dalla regione Calabria;
tali esigenze, in particolare, erano emerse dalla delibera dell'Ente n. 8/2020 riguardante il Piano di fabbisogno di personale 2020-2022 da cui era scaturita la determina n. 295 del 30 giugno 2021;
su questi atti si sono pronunciati positivamente la Ragioneria generale dello Stato, il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri e la stessa Corte dei conti;
nello specifico, la Ragioneria generale dello Stato ha affermato: «non si ravvisano motivi ostativi all'immissione nei ruoli dell'ente parco delle cinque unità di personale (2 C1 e 3 B1), in assenza del perfezionamento dell'iter autorizzatorio del PTFP 2020/2022, poiché il suddetto comma 495 dell'articolo 1 della legge 160 del 2019, consente la stabilizzazione del personale, anche in deroga alla disciplina adottata in materia di fabbisogno». Ed inoltre, aggiungeva: «per quanto riguarda la stabilizzazione delle 17 unità di personale ai sensi dell'articolo 1, comma 495, della legge 160 del 2019, si rammenta che il loro inquadramento deve essere effettuato prioritariamente nell'ambito dei posti vacanti nella relativa qualifica, con precedenza cioè rispetto alle ulteriori assunzioni programmate e solo in subordine in soprannumero»;
a seguito del decreto di commissariamento del Parco Nazionale dell'Aspromonte firmato nel febbraio 2024 del Ministro dell'ambiente Pichetto Fratin, ad oltre due anni dalla stabilizzazione dei lavoratori di cui sopra, le cinque unità venivano estromesse dalla pianta organica attraverso una delibera del neo direttore dell'Ente;
la perdita di queste unità lavorative compromette ad avviso dell'interrogante il funzionamento dell'Ente spogliandolo, al tempo stesso, delle funzioni e dall'autonomia concessegli per legge –:
quali iniziative di competenza intendano adottare i Ministri interrogati per verificare la liceità dell'estromissione dei lavoratori – illegittima ad avviso dell'interrogante – che ha determinato un sottodimensionamento della pianta organica paralizzando di fatto l'Ente.
(4-02959)
CULTURA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della cultura, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
casa Papanice, situata nel quartiere Nomentano di Roma, è considerata il simbolo dell'architettura postmoderna e un'icona del grande cinema italiano. Progettata dall'archistar Paolo Portoghesi in collaborazione con l'ingegnere Vittorio Gigliotti, su commissione dell'imprenditore edile Pasquale Papanice, l'opera è stata realizzata tra il 1966 e il 1969 con l'intento di diventare «la casa del cinema»;
la dimora, infatti, ha ospitato le riprese di numerosi film celebri, tra cui «Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca» di Ettore Scola, con Marcello Mastroianni e Monica Vitti, oltre a «La dama rossa uccide sette volte» di Emilio Miraglia e «Lo strano vizio della Signora Wardh» di Sergio Martino, Anche il regista americano Quentin Tarantino è rimasto colpito dalla bellezza e dall'importanza della struttura;
casa Papanice è rinomata per i suoi elementi distintivi, come la facciata ornata di canne e rivestita di maioliche colorate, in cui era trascritta in termini matematici la «Primavera» di Vivaldi, la celebre i scala esterna, le pareti concave e convesse e il soffitto decorato con cilindri convessi. Grazie a queste caratteristiche uniche, la casa è stata classificata in America come la settima più studiata e fotografata al mondo;
dopo la morte di Pasquale Papanice, l'edificio fu venduto nel 1972 alla casa editrice Bemporad Marzocco, di proprietà di Renato Giunti, scelta per la sua rilevanza culturale. Successivamente, la proprietà passò al Regno Hascemita di Giordania, che attualmente utilizza la struttura come sede diplomatica romana;
tuttavia, con il passare degli anni, l'edificio è stato oggetto di modifiche significative che hanno alterato molte delle sue componenti artistiche e architettoniche. Come denunciato da più parti, inclusi interventi dell'architetto Portoghesi stesso, molte delle caratteristiche originali della casa sono state rimosse o danneggiate, tra cui la famosa scala esterna e la cancellata in tubi cilindrici d'acciaio. Non è chiaro se anche gli interni abbiano subito interventi alteranti, poiché il Regno Hascemita ha negato l'accesso alla Soprintendenza per verificare lo stato di conservazione degli spazi interni;
a causa di queste trasformazioni e dell'incuria, l'edificio versa in uno stato di abbandono. Il Ministero per i beni e le attività culturali ha chiesto di verificare lo stato conservazione degli spazi interni e di riconoscere casa Papanice come «bene culturale» ai sensi dell'articolo 10, comma 3, del decreto legislativo n. 42 del 2004. Recentemente, il comune di Roma ha inserito la casa nella carta della qualità del piano regolatore della città, classificandola come «opera di rilevante interesse architettonico» e ha richiesto un incontro con la sede diplomatica per discutere il ripristino originale dell'opera –:
se il Ministro della cultura abbia intrapreso azioni per il riconoscimento di «Casa Papanice» quale «bene culturale»;
se il Ministro degli affari esteri intenda avviare un'interlocuzione con il Regno Hascemita di Giordania per sostenere questo iter e garantire la tutela e la manutenzione del villino.
(2-00395) «Ciocchetti».
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
CARAMIELLO e PENZA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
a seguito della notevole attività professionale svolta dai tecnici, propedeutica alla esecuzione dei lavori inerenti ai bonus edilizi, ai fini dell'accesso al credito di imposta o allo sconto in fattura, all'interno della normativa vigente in merito a scadenze e maturazione di diritti di legge, viene sempre preso in considerazione esclusivamente, come termine dirimente, l'inizio dei lavori edili e mai l'inizio dell'attività professionale anche seguito da un contratto vincolante;
ne consegue che nel caso in cui le progettazioni non siano sfociate nella cantierizzazione, tutte le attività professionali progettuali preliminari non hanno alcuna possibilità di vedersi riconosciute senza ricorrere alle eventuali clausole previste nel contratto di incarico, che rimanderebbero al solo rapporto con il committente determinando numerosi e spesso infruttuosi contenziosi;
sono troppe le progettazioni che non essendo proseguite con la cantierizzazione, a seguito anche delle pregresse e continue modifiche alla norma, non hanno un riconoscimento in termini di compenso e costituiscono uno sforzo della categoria dei tecnici da nessuno supportati in riferimento alle procedure attivate con i bonus edilizi;
il decreto-legge n. 39 del 29 marzo 2024, che modifica il decreto-legge n. 34 del 2020, convertito, con modificazioni dalla legge n. 77 del 2020, in particolare riferimento all'articolo 1, comma 5, in richiamo dell'articolo 2, commi 2 e 3, del decreto-legge n. 11 del 2023, dispone che le norme in questione non si applicano agli interventi per i quali «alla data di entrata in vigore del presente decreto, non è stata sostenuta alcuna spesa, documentata da fattura, per lavori già effettuati»;
quanto in oggetto traccia un'ulteriore linea di demarcazione tra il lavoro svolto dai professionisti, propedeutico ed indispensabile all'avvio dei lavori e il lavoro svolto dall'impresa esecutrice, anche laddove alla presentazione di titoli abilitativi non siano iniziati i lavori e il committente pur all'emissione di una fattura da parte del professionista non abbia predisposto alcun pagamento;
secondo la succitata normativa si determina la perdita del diritto all'accesso alle agevolazioni, ancora una volta penalizzando e mortificando il lavoro di migliaia di professionisti –:
se il Ministro interrogato, intenda assumere iniziative, anche di carattere normativo, volte a chiarire se, a seguito della presentazione di un titolo abilitativo e/o dell'emissione di una fattura anche da parte di un professionista, rimangono invariate le possibilità di accesso al credito con relativo sconto in fattura o cessione del credito secondo le attuali percentuali.
(4-02957)
ASCARI, CHERCHI e FERRARA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
si apprende da fonti di stampa della grave situazione di criticità relativa al mancato pagamento dei compensi maturati da diversi anni dagli amministratori giudiziari nominati coadiutori dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc);
la sezione centrale di controllo della Corte dei conti, nella deliberazione del 2 maggio 2023 n. 34/2023/G, ha evidenziato il rilevante contenzioso tra l'Anbsc e i suoi coadiutori in attesa di pagamento per anni di lavoro svolto;
il direttore dell'Anbsc, Bruno Corda, avrebbe risposto alla richiesta di intervento affermando che «nessun pagamento può essere disposto» senza fornire alcuna motivazione concreta;
la mancata applicazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 177 del 2015 da parte dell'Anbsc persisterebbe, nonostante il regolamento sia stato recepito con tre anni di ritardo nelle Linee guida del 2018;
l'Anbsc negherebbe la sua natura di ente con personalità giuridica di diritto pubblico e imporrebbe ai coadiutori, soggetti privati, adempimenti di finanza pubblica non previsto da alcuna legge;
gli amministratori giudiziari e i coadiutori non sarebbero responsabili in solido con il proprio patrimonio per i debiti maturati dai soggetti sottoposti a sequestro o confisca, mentre secondo l'Anbsc la Ragioneria Generale dello Stato bloccherebbe il pagamento dei compensi a causa della mancata compilazione del Mod. B – Rendiconto Finanziario, nonostante i coadiutori gestiscano tutte le risorse tramite conti correnti bancari intestati alla procedura –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti, come intenda affrontare tale incresciosa situazione, quali siano le eccezioni ostative al pagamento del compenso dei coadiutori sollevate dal MEF – Ragioneria Generale dello Stato e perché non siano state ancora risolte.
(4-02961)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
BOLDRINI, ASCARI, BAKKALI, BARZOTTI, BONETTI, DI BIASE, FERRARI, FORATTINI, FURFARO, GHIO, GHIRRA, GRIBAUDO, GRIMALDI, GUERRA, MALAVASI, MARINO, PAVANELLI, ROGGIANI, SERRACCHIANI e ZANELLA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
da notizie stampa si apprende che una giudice del Tribunale ordinario di Venezia ha ritenuto di non dover disporre l'ascolto di una minore «nonostante i difensori abbiano invocato un indirizzo consolidato della giurisprudenza nazionale e sovranazionale che ha valorizzato l'importanza imprescindibile dell'ascolto dei minori nelle questioni che riguardano la loro vita»;
la minore a cui si fa riferimento è figlia della dottoressa Frida B., e quello segnalato è uno dei 36 casi esemplari argomentati nella relazione che la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nel corso della XVIII Legislatura, ha presentato al Senato a maggio del 2022, rendendo nota la rivittimizzazione di donne, bambini e bambine nelle cause civili;
Frida B. ha avuto la figlia dall'ex compagno, il quale più volte durante la gravidanza ha cercato di costringerla ad abortire in quanto non voleva diventare genitore, salvo rivendicare tardivamente la paternità della bambina avviando una battaglia legale;
Frida B. è stata perciò sottoposta a CTU che l'hanno dichiarata «madre alienante», basando quindi le perizie su un costrutto ascientifico – l'alienazione parentale o PAS – non riconosciuto dall'Organizzazione mondiale della sanità, dal Ministero della salute, dall'Istituto superiore di sanità, dall'Ordine degli psicologi e rigettato dalla comunità scientifica internazionale;
la sentenza di primo grado per la custodia della figlia di Frida B., basata appunto su perizia attestante alienazione parentale, ha costretto la minore a incontri con il padre «sconosciuto». I servizi sociali hanno insistito per proseguire gli incontri senza alcuna tutela e nonostante il forte disagio manifestato dalla bambina;
giova peraltro segnalare che gli avvocati di Frida B. hanno diffuso un comunicato stampa nel quale si legge: «Con grande sgomento dobbiamo denunciare che nel corso dell'udienza tenutasi il 5 ottobre scorso (2023), in risposta alla nostra richiesta di rispetto della Convenzione di Istanbul, più volte invocata nei nostri atti per chiare e documentabili allegazioni di violenza, e ratificata in Italia con legge n. 77 del 27 giugno 2013, il magistrato ha dichiarato che “la Convenzione di Istanbul non è in vigore”»;
nello stesso comunicato (riportato dall'Agenzia DIRE il 12 ottobre 2023, «Giustizia, la denuncia dei legali di Mamma Frida: per giudice Venezia Convenzione Istanbul non è in vigore»), viene sottolineato dagli avvocati di Frida B. che «per la giudice, l'ascolto del minore non sarebbe altro che un “totem” che non può essere determinante nelle cause civili quand'anche il minore possa dirsi attendibile»;
si rileva che alla data dell'11 giugno 2024 non ha ancora avuto luogo l'ascolto della minore, la quale è purtroppo a grave e imminente rischio di prelievo coattivo per sottrarla dal luogo in cui risiede con la madre: un procedimento sul quale si è espressa negativamente la Cassazione con l'ordinanza n. 9691 del 24 marzo 2022, definendo i prelievi forzosi effettuati senza l'ascolto del minore, e quindi senza tener conto della sua sensibilità né delle ragioni che motivano il rifiuto dell'altro genitore, una misura «non conforme ai principi dello Stato di diritto» –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto;
quali iniziative di competenza, anche a carattere ispettivo, intenda promuovere in relazione al fatto che nel caso in questione non si è proceduto all'ascolto della minore, in questo modo contravvenendo a quanto disposto dalla cosiddetta legge Cartabia secondo cui il minore che abbia compiuto 12 anni o anche di età inferiore, ove capace di discernimento, deve essere ascoltato dal giudice prima che siano emanati provvedimenti che lo coinvolgano direttamente;
quali iniziative di carattere normativo intenda intraprendere affinché sia escluso dai tribunali il riconoscimento dell'alienazione parentale, teoria che, anche secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, è priva di validità scientifica, nonché al fine di escludere il prelievo coattivo del minore in casi quali quello segnalato in premessa.
(5-02476)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazioni a risposta scritta:
MANZI e CASU. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
nei mesi scorsi la preside del liceo Orazio di Roma ha proposto al Ministero del made in Italy di emettere un francobollo per celebrare l'ottantesimo anniversario della liberazione di Roma;
ottanta anni fa, domenica 4 giugno del 1944, questa la data che si intendeva celebrare, i soldati americani, agli ordini del generale Mark Wayne Clark, entrarono in città e liberarono la capitale dai nazisti e dai fascisti;
la richiesta, tuttavia, è stata bocciata dal Ministro competente e motivata sostenendo che il fine dei francobolli «è quello di commemorare gli eventi di rilevanza nazionale nonché storica dovendo d'altra parte contenere il numero di emissioni annuali»;
gli studenti e le studentesse del liceo Orario, si legge in una nota della Rete degli Studenti Medi Lazio, insieme alla Cgil Roma e Lazio e alla Flc Cgil Roma e Lazio, «hanno studiato e fatto ricerche e approfondimenti, insieme alla rete “Memorie. Una città, mille storie”», al fine di ottenere l'emissione di un francobollo che ricordasse l'ottantesimo anniversario della Liberazione;
quella del Ministero è una decisione a giudizio degli interroganti incomprensibile che sembra voler cancellare un pezzo fondamentale della storia del nostro Paese nascondendosi dietro giustificazioni di ordine organizzativo sulle selezioni dei francobolli che vengono emessi;
lo stesso Ministero ha, tuttavia, emesso un francobollo in ricordo di Italo Foschi, fascista, che lodò il capo della squadraccia che uccise Giacomo Matteotti;
ad avviso degli interroganti sarebbe da stigmatizzare l'eventualità che con tale forzatura si provasse a rimuovere la liberazione dal nazifascismo e riscrivere la storia del ventesimo secolo –:
se il Ministro interrogato, alla luce di quanto esposto, non intenda rivedere questa scelta e consentire l'emissione del francobollo.
(4-02947)
ZARATTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
recentemente e stato emesso un francobollo commemorativo dedicato a Italo Foschi, fondatore dell'Associazione sportiva Roma, ma anche noto per il ruolo intransigente che ebbe per oltre vent'anni nell'apparato repressivo della dittatura fascista a Trento e Belluno, e successivamente collaboratore dei nazisti nell'Alpenvorland;
la commemorazione di Foschi attraverso un francobollo appare particolarmente inappropriata considerando il contesto storico e politico, e risulta offensiva per la memoria delle vittime del regime fascista e dei nazisti. La scelta di celebrare Foschi con una emissione filatelica proprio nei giorni in cui si ricordava l'anniversario dell'assassinio di Giacomo Matteotti appare irrispettosa;
la storia e la memoria delle vittime del fascismo e del nazismo devono essere rispettate e onorate adeguatamente, evitando qualsiasi forma di celebrazione di personaggi controversi legati a quei regimi oppressivi;
la decisione di emettere un francobollo commemorativo ha un forte valore simbolico e può influenzare la percezione pubblica della storia;
numerose associazioni e comunità hanno espresso forti proteste e critiche su questa iniziativa –:
se il Ministro interrogato non ritenga di rivedere il programma delle emissioni filateliche e quali iniziative di competenza intenda assumere affinché le emissioni filateliche rispettino la memoria storica e le associazioni che la difendono, anche eventualmente sostituendo la Consulta per l'emissione delle carte-valori postali e la filatelia che se ne occupa;
(4-02951)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta scritta:
UBALDO PAGANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
alcune settimane fa Ferrovie dello Stato ha annunciato la cancellazione dei treni diretti da Taranto a Roma, per un periodo di 90 giorni a partire dal 9 giugno 2024, a causa dell'interruzione della tratta Eboli-Potenza sulla linea Battipaglia-Potenza per i lavori di Rete Ferroviaria Italiana relativi alla velocizzazione della tratta e all'adeguamento del Piano Regolatore Generale di Eboli, Picerno e Bella Muro;
la sospensione della tratta, come sottolineato dall'assessora ai trasporti della regione Puglia Debora Ciliento rivolgendosi con una lettera a Trenitalia, è stata disposta senza la contestuale previsione di servizi sostitutivi, creando i presupposti per disagi all'utenza ordinaria e danni rilevanti per i flussi turistici;
inoltre, secondo quanto appreso da alcuni organi di stampa locali, a causa dell'estensione della tratta Intercity Taranto-Reggio Calabria (che proseguirà a Bari e Lecce dopo la fermata ionica), alcuni servizi come la pulizia dei vagoni potrebbero essere trasferiti proprio negli altri due capoluoghi pugliesi, con la perdita di alcune commesse di lavoro su Taranto;
tale eventualità, se confermata, si aggiungerebbe alle tante altre vertenze aperte sul territorio ionico, aggravando una situazione già critica sotto il profilo occupazionale –:
se intenda confermare o smentire la notizia secondo cui, a fronte delle modifiche sulla tratta Taranto-Reggio Calabria, alcuni servizi accessori svolti finora a Taranto potrebbero essere trasferiti altrove, col rischio di perdita di posti di lavoro.
(4-02956)
INTERNO
Interrogazione a risposta orale:
SERRACCHIANI e MAURI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
si apprende che la squadra mobile di Brindisi ha provveduto – sulla base di un decreto adottato dalla Procura – al sequestro della nave «Goddess of the night» ormeggiata presso il locale porto a seguito delle numerose denunce pubbliche;
suddetta nave era stata noleggiata per ospitare oltre 2.500 addetti delle forze dell'ordine aggregate in Puglia in vista dell'imminente svolgimento della riunione del G7;
le denunce erano state mosse in relazione alle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui versa la nave;
come riportano anche fonti di stampa, sembrerebbe che tale nave sia stata noleggiata per il «modico» importo di sei milioni di euro –:
se confermi il costo dell'operazione riportato in premessa e come sia stato possibile noleggiare per le forze dell'ordine una nave in tali pessime condizioni determinando un increscioso disagio al personale che avrebbe dovuto essere ospitato oltreché un danno all'immagine stessa del Paese in occasione della vetrina mondiale del G7, e quali iniziative di competenza conseguentemente intenda assumere per accertare le responsabilità dell'accaduto.
(3-01261)
Interrogazioni a risposta scritta:
ORFINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nell'ultimo periodo si sono verificati numerosi atti delinquenziali nella zona di Roma est con una apparente crescita di attività legate ai clan. In conseguenza di questi eventi il 23 maggio 2024 nel tardo pomeriggio c'è stata una sparatoria in via Don Primo Mazzolari dove una donna di 81 anni, Caterina Ciurleo, è stata colpita accidentalmente e, a causa delle ferite riportate, è poi deceduta. Al momento le indagini di polizia sembrano portare alla conclusione che sia stata la vittima collaterale di un regolamento di conti fra due bande criminali;
dato l'aumento esponenziale di questi eventi e l'oggettiva constatazione delle difficoltà ad intervenire da parte delle forze dell'ordine per un numero di pattuglie inadeguato, è divenuto urgente contrastare con maggior forza e con più mezzi questa presenza ingombrante di criminalità organizzata –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra citati e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di garantire un maggiore presidio di legalità e sicurezza sul territorio.
(4-02949)
SARRACINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nel corso della notte tra il 4 e il 5 giugno 2024 un grosso petardo è esploso, a Pompei, davanti allo studio tecnico di Giuseppe La Marca, geometra e presidente del consiglio comunale;
l'esplosione fortunatamente non ha determinato danni a persone ma resta l'atto inquietante, purtroppo non nuovo a Pompei e nel comprensorio;
tra l'altro, l'aspetto ancora più preoccupante è che questa comunità risulta beneficiaria di molte risorse economiche rivenienti dal PNRR e da numerosi interventi pubblici e privati –:
se il Ministro interrogato risulti essere a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative di competenza intenda attivare affinché sia fatta piena luce sull'episodio al fine di assicurare il massimo controllo del territorio, nonché la massima trasparenza e legalità anche in relazione alla attività amministrativa.
(4-02950)
ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nella mattina di giovedì 6 giugno 2024 alcuni attivisti di Europa Verde-Verdi stavano distribuendo volantini di propaganda elettorale nel piazzale antistante la stazione Termini;
nei giorni precedenti, per l'esattezza il 4 giugno 2024, era stata comunicata alla questura l'attività di volantinaggio, riportando orientativamente le zone in cui si sarebbe tenuto, benché non ci fosse alcun obbligo di legge di notificare alla questura i volantinaggi, a meno che non siano legati a manifestazioni;
nella stessa mattina del 6 giugno 2024, presso la stazione Termini, una pattuglia dei carabinieri ha fermato i giovani attivisti Verdi, mentre volantinavano, chiedendo loro i documenti d'identità;
già il 20 febbraio 2024 con l'atto di sindacato ispettivo n. 4-02360, indirizzato al medesimo Ministro interrogato, si faceva notare come la procedura di identificazione tramite richiesta di documento sia una tipologia di atto che necessiterebbe di una motivazione sostanziale e si chiedeva di conoscere quali indicazioni in merito fossero state impartite alle forze dell'ordine, ma all'interrogazione non è stata data alcuna risposta;
nella particolarità di una campagna elettorale, dove la delicatezza del momento, unita alla necessità di tutela di dati sensibili imporrebbero un'attenzione molto elevata, sarebbe stato auspicabile, visti i discutibili precedenti riportati nella menzionata interrogazione del 20 febbraio 2024, che le forze dell'ordine fossero sensibilizzate ad una accortezza particolare;
a memoria dell'interrogante non risultano fatti simili nella recente storia repubblicana –:
per quale motivo i giovani attivisti siano stati identificati mediante richiesta dei documenti di identità;
se eventualmente l'identificazione risulti verbalizzata e quindi si possa desumere l'esistenza di una schedatura, da parte delle forze dell'ordine in relazione alle opinioni politiche dei cittadini;
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per garantire il rispetto dei diritti costituzionali impedendo in modo netto qualsiasi forma di diretta o indiretta intimidazione da parte delle forze dell'ordine.
(4-02952)
ASCARI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa già con raccomandazione n. 1412 del 1999 ha inteso esortare gli Stati membri a una necessaria azione di informazione preventiva sui gruppi popolarmente noti come «sette», anche mediante appositi programmi di educazione in ambito scolastico;
a oggi, nonostante il fenomeno del settarismo coercitivo abbia assunto dimensioni e connotazioni tali da richiamare l'attenzione sotto il profilo della sicurezza, l'Italia non risulta avere recepito alcuno dei precetti contenuti nell'atto né adottato misure finalizzate a proteggere i connazionali;
per quanto risulta all'interrogante, non si dispone inoltre di alcun dato ufficiale in relazione alla situazione dei figli di seguaci vittime di «maltrattamenti, abusi fisici o violenze sessuali, indottrinamento mediante manipolazione mentale, mancanza di cure o non scolarizzazione»;
altri Stati europei hanno da tempo provveduto ad approntare adeguate politiche preventive e migliorare il proprio «arsenale» legislativo;
al riguardo l'articolo 1 della nuova legge francese 2024-420 del 10 maggio 2024, ha disposto, tra l'altro, che l'informazione degli studenti sulle derive terapeutiche e settarie sia integrata nei programmi dell'istruzione secondaria;
per quanto di conoscenza, nel nostro Paese, si assiste invece a una inquietante infiltrazione in più settori, compreso quello dell'istruzione, di gruppi quantomeno discutibili, che, dietro pretesti umanitari/solidaristici o presentandosi quali asserite associazioni di pubblica utilità, hanno agevolmente raggiunto migliaia di giovanissimi studenti;
tra questi, secondo quanto riferito dagli organi di informazione, la «Gioventù per i diritti umani» (Youth for human rights), organizzazione legata alla discussa Chiesa di Scientology, sarebbe riuscita a svolgere nell'arco di un decennio ben 293 lezioni in 167 scuole italiane comprese le elementari, coinvolgendo oltre 17mila alunni e ottenendo, in passato, il patrocinio di enti pubblici e della stessa Camera dei deputati; analogamente la «Fondazione un mondo libero dalla droga», altra realtà legata al culto, avrebbe a sua volta avuto ripetutamente accesso a scuole medie e licei;
secondo quanto visionabile sui loro siti web, anche i centri privati Narconon, ritenuti articolazioni dirette della Chiesa di Scientology in base a quanto stabilito da sentenza di Cassazione, terza sezione penale, n. 2081 del 16 dicembre 1999, continuerebbero a presiedere incontri sulla prevenzione dalle droghe presso istituti scolastici pubblici, benché i loro programmi risultino privi di valenza scientifica ed esperti indipendenti abbiano denunciato la potenziale pericolosità dei loro trattamenti;
in relazione all'elevata dispersione scolastica nel nostro Paese, i cui numeri continuano a essere tra i più elevati d'Europa, si osserva che talune organizzazioni, quali l'azienda di formazione Genio21, – già al centro di documentate critiche da parte di autorevoli studiosi in relazione a percorsi a forte pressione emotiva –, raggiungerebbero anche un'ampia fascia di giovani, minorenni compresi, che hanno abbandonato gli studi, con suggestive e mirabolanti promesse di apprendimento strategico;
la stessa azienda sarebbe stata ospitata all'auditorium del Liceo Brunelleschi di Afragola e persino presso la prestigiosa Università Alma Mater di Bologna per esporre agli studenti le proprie tecniche di ottimizzazione degli studi –:
se e quali iniziative di competenza si intenda adottare in relazione alle indicazioni contenute nella raccomandazione del Consiglio d'Europa del 1999, anche alla luce di più recenti valutazioni espresse in ambito europeo;
se, in un'ottica di prevenzione dei pericoli rappresentati da gruppi a deriva settaria, non si ritenga necessario e urgente predisporre, in ambito scolastico, dedicate campagne di sensibilizzazione al fenomeno;
se non si ritenga gravemente inopportuno che gli istituti pubblici si avvalgano per tematiche delicate quali le dipendenze, di interlocutori fuori dal consesso scientifico e già oggetto di inchieste estere sui loro insegnamenti nelle scuole nonché al centro di vicende giudiziarie;
se non si reputi necessario assumere tempestive informazioni in merito alla fondatezza delle metodologie e dei risultati vantati da organizzazioni discusse che risultano aver promosso percorsi di studio privati nell'ambito di enti e istituzioni pubbliche.
(4-02953)
ONORI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
a ridosso delle elezioni europee, in molte città italiane e, in particolare, nella Regione Siciliana si sono verificate numerose problematiche connesse alla figura dello scrutatore. Come riportato dai mezzi di informazione, si è parlato di una valanga di rinunce da parte degli scrutatori designati a Palermo così come in numerosi altri capoluoghi di provincia;
per quanto concerne Palermo, a poche ore dall'insediamento dei seggi, previsto per sabato 8 giugno 2024, pare che su 2.400 sorteggiati, oltre 1.700 abbiano rinunciato dopo aver ricevuto le lettere di incarico. Anche a Catania le rinunce arrivate al comune sarebbero moltissime, si parla di almeno il 50 per cento degli scrutatori sorteggiati che hanno deciso di restare a casa. Anche in Puglia si sono verificate numerose criticità, ad esempio, l'Ansa riporta che a Bari su 346 presidenti di seggio individuati, in 200 si sono ritirati. Il nord non resta indenne, a Genova circa un terzo degli addetti ha scelto di ritirarsi ossia 850 su 2.664;
in generale, alla radice del problema parrebbe esserci insoddisfazione per la remunerazione considerata inadeguata, circa 3 euro l'ora. Complessivamente 110,40 euro per gli scrutatori, secondo la circolare del Viminale, mentre per i presidenti di seggio 138 euro;
nonostante l'allarme sia poi rientrato e si sia riusciti ad assicurare il regolare svolgimento delle operazioni elettorali, a parere dell'interrogante, considerato il particolare momento storico caratterizzato da minacce ibride, sofisticate e trasversali tecniche di manipolazione e disturbo elettorale, è auspicabilmente opportuno approfondire lo scenario descritto per appurare l'eventuale presenza di una regia esterna straniera che possa aver speculato sul malcontento locale al fine di mettere in atto operazioni di disturbo nel contesto di elezioni particolarmente rilevanti per gli equilibri strategici europei e in generale internazionali –:
se siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano intraprendere, nell'ambito delle rispettive competenze, al fine di appurare se vi siano state azioni intenzionalmente coordinate volte a turbare il regolare svolgimento delle elezioni e, al contempo, evitare il possibile ripetersi in futuro di analoghe situazioni.
(4-02954)
URZÌ. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
pochi giorni fa è apparso sulla pagina «Facebook» del gruppo Rosa Rote Armee Fraktion, collegato ai collettivi anarchici italiani, con base nella zona del meranese in Alto Adige, ispirato a uno dei gruppi terroristici di estrema sinistra più importanti e violenti nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, un post con un augurio di morte dedicato al questore di Bolzano Paolo Sartori: «Questore Sartori, brindiamo se muori»;
l'immagine, apparsa in una piazza di Bolzano e poi rilanciata sui social, è stata rimossa quando è iniziata a diventare virale ma ormai si era diffusa;
scorrendo i canali social del gruppo Rosa Rote Armee Fraktion è possibile ravvisare la chiara ispirazione antagonista e violenta dell'organizzazione che inneggia ad azioni contro lo Stato, che – di fatto – istiga a delinquere, profonde odio e violenza anti-democratica –:
quali fatti siano noti circa l'attività dell'organizzazione autrice della minaccia al questore Sartori;
se siano stati predisposti interventi di verifica sull'operato dell'organizzazione Rosa Rote Armee Fraktion e di altre affini e ad essa collegate, di quali elementi disponga circa la loro legittimazione a continuare a operare e se siano emersi elementi giuridici fondati tali da ipotizzarne lo scioglimento;
se e quali interventi il Ministro interrogato, per quanto di competenza, ritenga di poter assumere a tutela del questore di Bolzano ma anche per garantire l'incondizionata attività istituzionale della questura di Bolzano.
(4-02955)
CARAMIELLO e PENZA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 101, della legge n. 234 del 2021, prevede che «al personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile, in possesso, alla data del 31 dicembre 1995, di un'anzianità contributiva inferiore a diciotto anni, effettivamente maturati, si applica, in relazione alla specificità riconosciuta ai sensi dell'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, l'articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica del 29 dicembre 1973, n. 1092 (Testo unico sul trattamento di quiescenza dei dipendenti civili e militari dello Stato), ai fini del calcolo della quota retributiva della pensione da liquidare con il sistema misto, con applicazione dell'aliquota del 2,44 per cento per ogni anno utile»;
secondo l'Inps tale norma, tuttavia, per Polizia di Stato e Polizia penitenziaria avrebbe decorrenza economica solo a far data dal 1° gennaio 2022 e non si applicherebbe ai ratei a decorrere dal pensionamento ed antecedenti al gennaio 2022, il tutto in contrasto con quella specificità riconosciuta dalla legge n. 183 del 2010;
il citato articolo 54, applicato ab origine all'Arma dei Carabinieri, Guardia di finanza, Forze armate nonché ai Vigili del fuoco, è stato negato inizialmente ed arbitrariamente alla Polizia di Stato (il cui ordinamento speciale è sancito dall'articolo 3 della legge n. 121 del 1981) ed alla Polizia penitenziaria, tanto che è stata necessaria una legge per il suo riconoscimento poiché ad avviso dell'interrogante chi aveva il dovere di impedire tale ingiustizia ha preferito dare vita a discutibili equilibrismi interpretativi contro qualsiasi logica giuridica;
l'interrogante ritiene che quanto in oggetto sia discriminante per la Polizia di Stato, configurandosi come l'ennesimo torto subito sin dalla riforma del corpo (di cui alla legge 1° aprile 1981 n. 121) in seguito alla quale gli appartenenti hanno perso una consistente serie di diritti economici, e non, venendo nel contempo sottoposti ad intollerabili penalizzazioni di carriera; tutto ciò pur mantenendo le stesse identiche funzioni, doveri e strutture organizzative di altri corpi armati dello Stato, nel contempo pagando un corrispondente e rilevante tributo di sangue nell'adempimento del dovere che rende arbitraria e strumentale qualsiasi distinzione tra status militare e civile –:
quali iniziative, anche di carattere normativo, intendano adottare per rimediare alla grave violazione de iure e de facto relativa alla mancata corresponsione degli arretrati ex articolo 54 del Testo unico n. 1092 del 1973 relativi ai ratei a decorrere dal pensionamento ed antecedenti al gennaio 2022;
come intendano sanare definitivamente questa grave e continua discriminazione a danno della Polizia di Stato e della Polizia penitenziaria, dando così finalmente attuazione a quella specificità di cui alla legge n. 183 del 2010.
(4-02958)
ASCARI e CHERCHI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
nel 1985, durante le indagini sull'ultimo delitto attribuito al «mostro di Firenze» a Scopeti, è stato trovato un DNA sconosciuto sui calzoni della coppia francese, ultima vittima del killer;
recentemente, tecniche avanzate di genealogia genetica hanno permesso di risolvere numerosi cold cases negli Stati Uniti, inclusa l'identificazione del Golden State Killer;
queste tecniche, attraverso il confronto dei dati genetici non elaborati (raw data), permettono di risalire fino ai cugini di quinto grado, facilitando così l'identificazione di parenti e, di conseguenza, del colpevole;
la genealogia genetica non è stata ancora utilizzata in Italia per il caso del «mostro di Firenze», nonostante l'adozione di tali tecniche potrebbe fornire nuove piste investigative e risolvere definitivamente uno dei casi più noti e irrisolti della criminologia italiana;
tale tecnica, ovviamente, potrebbe essere utile non solo per il caso citato del «mostro di Firenze», ma risolvere anche molti altri casi come, ad esempio, quello dell'unabomber friulano –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza delle nuove tecniche di genealogia genetica applicate ai cold cases e se intendano adottare iniziative volte ad avvalersi di queste tecniche;
se siano previste iniziative volte a instaurare collaborazioni con esperti internazionali per implementare al meglio queste nuove tecniche investigative in Italia e, infine, quali ulteriori iniziative di carattere normativo si ritengano necessarie per supportare lo svolgimento delle indagini da parte delle autorità competenti e garantire giustizia alle vittime e alle loro famiglie.
(4-02960)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANZI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
è stata emanata l'ordinanza ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024 che disciplina le procedure di aggiornamento delle graduatorie provinciali e d'istituto e di conferimento delle relative supplenze per il personale docente ed educativo;
all'ordinanza è allegata una tabella valutazione titoli che conferisce fino a 36 punti aggiuntivi al titolo abilitante di 30 CFU per docenti già abilitati o specializzati non solo sulla graduatoria della materia, trattandosi di «titolo di accesso», ma anche sulla graduatoria dedicata ai docenti di sostegno, per cui, il titolo non è di accesso ma solamente titolo aggiuntivo;
tale punteggio aggiuntivo ha avuto una ricaduta significativa sulla struttura della graduatoria del sostegno in diverse regioni e avrà conseguenze sulla continuità didattica degli alunni con disabilità, che hanno bisogno non soltanto di docenti specializzati ma anche disposti a rimanere nella graduatoria destinata all'insegnamento di sostegno;
tuttavia, i docenti specializzati che hanno aderito al percorso abilitante di 30 CFU beneficeranno di un punteggio fino a 36 punti in più in graduatoria e, in tal senso, passeranno davanti a colleghi che lavorano da anni e sono intenzionati a continuare la propria attività con gli alunni con disabilità che non hanno frequentato tali percorsi;
appare sorprendente che il Ministro competente – proprio in questo caso – non abbia tenuto in considerazione l'aspetto importante della continuità didattica, avendo proposto nel recente decreto-legge n. 71 del 31 maggio 2024, attualmente in corso di conversione alla Camera dei deputati di consentire agli insegnanti di sostegno di rimanere sulla stessa cattedra, su richiesta della famiglia, in linea con l'implementazione del principio dell'accomodamento ragionevole, come introdotto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità;
è comprensibile assegnare un punteggio aggiuntivo a coloro che hanno frequentato percorsi formativi ulteriori, ma, conferire un punteggio così elevato a chi segue il corso per abilitarsi su materia significa creare situazioni fortemente penalizzanti per i docenti che li subiranno;
il docente di sostegno dovrebbe essere valorizzato così come la graduatoria in cui è inserito –:
quali iniziative intenda adottare per riequilibrare la posizione dei soggetti di cui sopra, contemperare gli interessi delle diverse categorie di docenti coinvolti, garantire la continuità didattica degli alunni con disabilità e la valorizzazione degli insegnanti di sostegno.
(5-02477)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
CASU, BONAFÈ, SCOTTO, ROGGIANI, SARRACINO e DE LUCA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
la necessità di assumere urgentemente nuovo personale da parte della pubblica amministrazione è sottolineata dai Piani integrati di attività e organizzazione (PIAO 2024-2026) delle pubbliche amministrazioni;
inoltre, secondo le stime dei sindacati più rappresentativi entro il 2026 circa 300 mila lavoratori del settore pubblico andranno in quiescenza mentre durante il Forum pubblica amministrazione del maggio 2023 è stato osservato che entro il 2033 oltre un milione di dipendenti pubblici andrà in pensione. Al riguardo appare rilevante quanto si legge nel Report FPA 2023/Ifel dove si indica che più del 22 per cento dei dipendenti pubblici ha oltre 60 anni, mentre solo il 3,6 per cento ne ha meno di 30;
lo stesso Ministro per la pubblica amministrazione Zangrillo ha evidenziato più volte l'intenzione di realizzare 340 mila nuove assunzioni nelle pubbliche amministrazioni per il biennio 2023-2024;
è di tutta evidenza, quindi, che nelle more dello svolgimento di nuovi concorsi, vi sia la necessità di assunzioni rapide in tutti i settori della pubblica amministrazione tramite anche lo scorrimento integrale delle graduatorie degli idonei dei concorsi in corso di validità, oltre che la proroga di quelle graduatorie scadute di recente o che si approssimano alla scadenza;
al riguardo appare irragionevole lasciar scadere le graduatorie dei concorsi già svolti negli ultimi anni, come accaduto, ad esempio per quella relativa al Concorso Unico Funzionari Amministrativi 2736 RIPAM lasciata decadere dal Governo nel febbraio 2024, con quella che è stata una vera e propria ingiustificata rinuncia ad attingere a risorse preparate e già pronte a rendere più efficace ed efficiente l'azione della pubblica amministrazione;
nel 2023 il Parlamento ha approvato, per iniziativa delle opposizioni ma con il voto favorevole anche della maggioranza, due importanti emendamenti ai decreti-legge relativi alla pubblica amministrazione che hanno autorizzato le amministrazioni centrali e le agenzie a stipulare convenzioni volte a reclutare il personale di cui necessitano anche mediante scorrimento integrale delle graduatorie dei concorsi pubblici svolti per il tramite della Commissione RIPAM in corso di validità. Questa previsione consente una rapida stipula delle Convenzioni necessarie per completare tutti gli scorrimenti;
nello stesso decreto-legge n. 44 del 2023, però, è stato anche introdotto un limite massimo per l'individuazione dei candidati idonei, ossia collocati nella graduatoria finale dopo l'ultimo candidato vincitore, che non può superare il 20 per cento dei posti banditi che appare irragionevole, dato che blocca l'ingresso di personale assolutamente necessario per la pubblica amministrazione, oltre che errata, dato che pretende di imporre un limite eguale per tutte le amministrazioni che invece hanno diverse necessità assunzionali;
al riguardo, è stata presentata la proposta di legge «Modifiche all'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di scorrimento integrale delle graduatorie degli idonei non vincitori di concorsi pubblici» (A.C. 1710) che intende annullare gli effetti della norma sopra ricordata e introdurre il principio dello scorrimento integrale delle graduatorie degli idonei;
la necessità di assumere ulteriore personale è confermata anche dallo scorrimento di 4060 idonei effettuato il 31 maggio 2024 nella graduatoria per assistenti amministrativi concorso RIPAM per la selezione di 2293 unità di personale non dirigenziale, che non sarebbe stato possibile se il concorso si fosse svolto successivamente all'introduzione del limite del 20 per cento sopra ricordato –:
se il Ministro interrogato non intenda, per quanto di competenza, adottare iniziative di carattere normativo per consentire la proroga delle graduatorie già scadute nel 2024, o la cui scadenza è prevista entro il 31 dicembre 2024, evitando di disperdere risorse fondamentali per rafforzare le pubbliche amministrazioni e favorendo, sempre per quanto di competenza e nelle more dello svolgimento di eventuali nuovi concorsi, un rapido ed integrale scorrimento delle graduatorie in essere.
(5-02479)
CASU, BONAFÈ, SCOTTO, ROGGIANI, SARRACINO e DE LUCA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
la necessità di assumere urgentemente nuovo personale da parte della pubblica amministrazione è sottolineata dai piani integrati di attività e organizzazione (piao 2024-2026) delle pubbliche amministrazioni, oltre che dalle stime dei sindacati più rappresentativi, che indicano in almeno 300 mila le persone che andranno in pensione nella pubblica amministrazione entro il 2026;
la situazione appare destinata a peggiorare ulteriormente, come sostenuto lo scorso anno dal Forum della pubblica amministrazione che ha stimato in un milione i dipendenti pubblici che lasceranno il lavoro entro il 2033;
il Ministro per la pubblica amministrazione Zangrillo ha evidenziato più volte l'intenzione di realizzare 340 mila nuove assunzioni nelle pubbliche amministrazioni per il biennio 2023-2024;
è evidente, quindi, la necessità di procedere rapidamente al maggior numero possibile di assunzioni in tutti i settori della pubblica amministrazione, utilizzando allo scopo anche lo scorrimento integrale delle graduatorie degli idonei dei concorsi in corso di validità;
proprio per rispondere a questa grave situazione il Parlamento ha approvato, per iniziativa delle opposizioni ma con il voto favorevole anche della maggioranza, due emendamenti ai decreti-legge relativi alla pubblica amministrazione che hanno autorizzato le amministrazioni centrali e le agenzie a stipulare convenzioni volte a reclutare il personale di cui necessitano anche mediante scorrimento integrale delle graduatorie dei concorsi pubblici già svolti per il tramite della commissione RIPAM ed in corso di validità;
il decreto-legge n. 44 del 2023, però, ha anche introdotto un limite massimo per l'individuazione dei candidati idonei, ossia collocati nella graduatoria finale dopo l'ultimo candidato vincitore, che non può superare il 20 per cento dei posti banditi, che appare irragionevole, dato che blocca l'ingresso di personale assolutamente necessario per la pubblica amministrazione, oltre che errato dato che pretende di imporre un limite eguale per tutte amministrazioni, che invece hanno diverse necessità assunzionali;
al riguardo, è stata presentata la proposta di legge «Modifiche all'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di scorrimento integrale delle graduatorie degli idonei non vincitori di concorsi pubblici» (AC 1710) che intende annullare gli effetti della norma sopra ricordata e introdurre il principio dello scorrimento integrale delle graduatorie degli idonei;
l'utilizzo delle graduatorie in essere è complementare con la volontà d'indire nuovi concorsi sia per i tempi che sono necessari alla concreta realizzazione delle pratiche concorsuali, sia per la necessità della pubblica amministrazione di assumere immediatamente nuovo personale già preparato che attende da troppo tempo di poter entrare in servizio e rendere efficaci i servizi offerti dalla pubblica amministrazione alle cittadine ed ai cittadini;
è il caso delle graduatorie per assistenti amministrativi RIPAM, codice AMM e per assistente amministrativo contabile/operatore amministrativo RIPAM, codice ECO del Concorso RIPAM per la selezione di 2293 unità di personale non dirigenziale; la prima prevede 1250 vincitori e ha 18898 idonei. Al riguardo è certo importante lo scorrimento che il 31 maggio 2024 ha riguardato 4060 idonei, che non sarebbe stato possibile se il concorso si fosse svolto successivamente all'introduzione del limite del 20 per cento sopra ricordato e che conferma la necessità della pubblica amministrazione di assumere in tempi rapidi nuovo personale;
la seconda prevede l'assunzione di 579 unità di personale e ha registrato 3983 idonei ed è anch'essa possibile fonte cui attingere personale altamente qualificato già selezionato e immediatamente disponibile –:
quali iniziative anche di carattere normativo di sua competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato per consentire che, nei tempi più rapidi, si realizzi lo scorrimento integrale di tutte le graduatorie in corso di validità, strumento indispensabile per rispondere, assieme ad una nuova grande stagione di concorsi, alle necessità delle cittadine e dei cittadini di ottenere servizi più efficaci ed efficienti dalle pubbliche amministrazioni.
(5-02480)
SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
CIANI. — Al Ministro della salute, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
in occasione della celebrazione del Giubileo, la città di Roma e molte altre località coinvolte nell'evento vedranno una presenza di persone di gran lunga superiore a quella già notevole del trend ordinario;
il nostro Servizio sanitario nazionale soffre già di evidenti criticità, soprattutto per tutto ciò che riguarda la medicina d'urgenza e gli interventi di pronto soccorso;
a fronte di prevedibili impegnative situazioni appare opportuno valutare la possibilità di coinvolgere la sanità militare e le sue capacità di intervento per affrontare al meglio eventuali emergenze –:
se i Ministri interrogati intendano adoperarsi per definire condizioni e procedure che consentano un significativo concorso delle strutture della sanità militare, con le modalità e gli assetti da concordare con gli stessi vertici militari.
(5-02478)
Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta orale Bonelli n. 3-01249 del 10 giugno 2024.
ERRATA CORRIGE
Mozione Ilaria Fontana e altri n. 1-00276 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 284 del 24 aprile 2024. Alla pagina 8066, seconda colonna, alla riga ventitreesima, deve leggersi: «del 10 per cento complessivo a seguito dell'applicazione», e non come stampato.