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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 17 giugno 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La IX Commissione,

   premesso che:

    l'Italia per la sua conformazione geografica è contraddistinta da un'ampia parte di popolazione che vive lontana dai grandi centri urbani e, più nello specifico, circa sette milioni di abitanti vive nelle isole, comprese quelle minori. Come confermano i dati Istat, dopo la Brexit, l'Italia è diventata il primo Paese europeo per numero di cittadini insulari;

    il tema, anche a seguito della modifica dell'articolo 119 della Costituzione per il riconoscimento della peculiarità delle isole e per il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità (legge costituzionale 7 novembre 2022, n. 2), rafforza la propria rilevanza per il diritto costituzionale – nazionale e comparato – in relazione ai principi di libertà di movimento e di uguaglianza sostanziale, quali principi fondamenti della «continuità territoriale»;

    la normativa sulla cosiddetta «continuità territoriale» – espressione con la quale si intende l'insieme delle misure volte a facilitare collegamenti adeguati tra territori, nel caso in cui l'attività del libero mercato non fosse sufficiente a soddisfarli – ha, infatti, da sempre trovato la propria base costituzionale nel combinato disposto delle norme sulla libertà di movimento e sull'eguaglianza sostanziale, in quanto finalizzata a garantire ai cittadini che abitano in zone d'Italia fortemente svantaggiate il collegamento con i grandi centri urbani ed economici;

    il ragionamento di base è che tutti possano utilizzare i servizi di collegamento in condizioni ragionevolmente equivalenti, perché diversamente questo sarebbe riservato a pochi in condizioni economiche privilegiate;

    il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea espressamente prevede all'articolo 174 un trattamento distinto per le isole, sancendo che, per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale al suo interno, l'Unione deve mirare a «ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite o insulari»;

    il tema incrocia il rapporto tra l'Italia e l'Unione europea per quello che attiene alla libera concorrenza e alla necessità di intervento pubblico nelle aree di scarso interesse e di fallimento di mercato. L'Unione europea ha, difatti, dovuto adottare uno specifico regolamento per consentire agli Stati di poter sostenere economicamente gli operatori economici interessati ad effettuare le tratte non redditizie. In tali casi, l'articolo 16 del regolamento (CE) n. 1008 del 2008 consente agli Stati membri di imporre oneri di servizio pubblico ai vettori aerei, limitando tuttavia le eccezioni e le esenzioni alla densità della popolazione dei viaggiatori nelle tratte e negli aeroporti, indipendentemente dalla condizione di insularità degli stessi; in relazione alla continuità territoriale marittima, con l'adozione del regolamento (CEE) n. 1992/3577 (cosiddetto cabotaggio marittimo), si è data una svolta al principio di liberalizzazione dei traffici marittimi di persone e merci europee;

    dunque, viene ancora in rilievo la considerazione costituzionale per cui il mezzo di trasporto e la sua disciplina divengono strumenti imprescindibili per la reale garanzia e godimento della libertà di circolazione;

    il sistema immaginato degli oneri di servizio pubblico in favore delle rotte con una minore redditività economica è stato incrementato nel tempo con specifiche previsioni finanziarie;

    pertanto appare fuori dubbio la connessione sistematica tra il novellato articolo 119 della Costituzione e l'articolo 16 della Costituzione, come già ampiamente ricavabile anche dall'articolo 782 del codice della navigazione, nel testo riformato nel 2005 e a tenore del quale «nel caso in cui l'offerta dei servizi aerei non garantisca il diritto alla mobilità previsto dall'articolo 16 della Costituzione» il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti può imporre oneri di servizio pubblico;

    l'argomento assume rilievo, quindi, non solo in relazione al bisogno di garantire lo sviluppo economico di un territorio, ma principalmente per assicurare dei collegamenti a coloro i quali potrebbero essere oggetto di politiche discriminatorie, per motivi economici, da parte delle società commerciali di trasporto perché residenti in territori situati in aree periferiche rispetto ai maggiori centri produttivi-decisionali e senza altre possibilità di collegamento;

    l'evoluzione socioeconomica del Paese ha determinato una pluralità di motivazioni alla base degli spostamenti, che pone in primo piano anche la questione dell'applicazione del principio costituzionale di uguaglianza sostanziale. La sfida a cui i costituzionalisti richiamano è se dinanzi a queste fattispecie di svantaggio e debolezza la Repubblica possa esimersi dall'attuare misure di rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale come sancito dall'articolo 3, secondo comma, della Costituzione;

    alla luce di quanto emerso è evidente che, avendo riguardo alle peculiari condizioni dell'insularità, sia necessario proporre un impegno incisivo per superare le situazioni di svantaggio ad essa connesse che riguardi specifici interventi sui settori del trasporto marittimo e aereo in relazione alle isole, comprese quelle minori;

   nell'accezione del nuovo articolo 119 della Costituzione è compito della Repubblica – intesa come l'insieme degli enti territoriali e non più solo dello Stato – di rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità;

   la questione dell'insularità è stata spesso oggetto di argomentazione nei giudizi dinanzi la Corte costituzionale. In particolare, la regione Sardegna ha più volte proposto dinanzi alla Corte costituzionale la questione per cui l'insularità rappresenta una delle cause del ritardo socioeconomico del tessuto regionale, chiamando in causa l'inadeguatezza delle risorse statali destinate alla continuità territoriale;

    è opportuno rammentare come la Corte costituzionale, nella sentenza n. 6 del 2019, abbia già ritenuto che il «problema dell'insularità» non è mai «stato preso in considerazione ai fini di ponderare complessivamente le componenti di entrata e di spesa dell'autonomia territoriale» della regione Sardegna e come a seguito di essa la legge di bilancio per il 2020 ha, poi, previsto la definizione tra la Sardegna e lo Stato delle relative compensazioni dei costi che derivano dall'insularità. Con la medesima legge è stato previsto, anche per la Regione Siciliana, lo stanziamento di contributi economici per l'acquisto di biglietti aerei per studenti fuori sede, lavoratori, persone con disabilità o che devono spostarsi per motivi sanitari anche se in misura insufficiente a garantire i diritti costituzionali; l'attività normativa in materia di continuità territoriale si è nel tempo realizzata attraverso interventi mirati specificatamente alle regioni Sardegna e Sicilia, mediante stanziamenti destinati direttamente alle due regioni insulari, mentre oggi a livello costituzionale è prevista la tutela dell'insularità riguardando, quindi, tutte le isole;

    sussiste una stretta connessione tra i diritti costituzionalmente garantiti, come la libertà di circolazione e l'eguaglianza sostanziale, e la ripartizione di competenze tra lo Stato e le regioni in materie come «grandi reti di trasporto e di navigazione», «porti e aeroporti» e del conseguente finanziamento delle infrastrutture di trasporto;

    è necessario tenere presente che in relazione al trasporto aereo, la situazione attuale è caratterizzata dalla gestione aeroportuale per il tramite di società concessionarie, le quali sono caratterizzate da un capitale pubblico oppure privato in cui non sono presenti investimenti pubblici di rilievo soprattutto nelle regioni con maggiori svantaggi economici e, dunque, gli investimenti strutturali sono sostanzialmente rimessi alle società concessionarie in maniera differente dalle scelte di altri Paesi europei, dove la gestione aeroportuale è rimessa unicamente allo Stato e dunque si registra una maggiore facilità nell'indirizzare le decisioni e le scelte da assumere;

    per tutelare diritti costituzionalmente garantiti nel mercato liberalizzato la legislazione dell'Unione europea ha permesso la possibilità di realizzare delle azioni di sostegno in favore dei vettori aerei, in deroga alle regole degli aiuti di Stato;

    l'ordinamento italiano ha previsto specifiche misure volte a ridurre gli effetti negativi derivanti dallo svantaggio territoriale. In particolare, sono state emanate disposizioni volte ad assicurare il servizio di trasporto nelle tratte non remunerative, perché scarsamente frequentate o perché caratterizzate da frequenza stagionale, mediante il finanziamento statale degli obblighi di servizio pubblico, da considerarsi come «compensazione» del disavanzo economico che l'impresa sostiene al fine di assicurare il servizio. In questo modo, attraverso la conclusione di un contratto di servizio pubblico o l'imposizione di un obbligo di servizio pubblico lo Stato può sovvenzionare il vettore che svolge il servizio in questione, compensandolo delle perdite subite a causa dell'antieconomicità del servizio stesso;

    con la risoluzione del Parlamento europeo denominata «Patto per le Isole» del 7 giugno 2022, adottata su proposta del Comitato per le regioni, il Parlamento europeo ha condotto un'analisi approfondita dei fattori che contribuiscono allo svantaggio territoriale permanente e strutturale delle isole, identificandone le principali vulnerabilità e sottolineando l'importanza di applicare in modo flessibile l'articolo 174 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea a tali territori. Inoltre, il Parlamento europeo ha raccomandato alla Commissione europea di svolgere un'indagine sugli aiuti di Stato forniti alle isole, valutando se e come siano stati effettivamente utilizzati e in quale misura e di considerare l'eventuale revisione del regime di aiuti con l'istituzione di un sistema di raccolta dati per i territori svantaggiati;

    la specificità delle isole viene riconosciuta e tutelata dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, anche se specificamente come regioni ultra periferiche, all'articolo 349 con l'obiettivo di garantire speciale protezione ad alcune enclave territoriali eccezionalmente distanti dal Paese europeo cui appartengono e che presentano chiare e ovvie differenze rispetto alle altre regioni europee (Guadalupa, la Guyana francese, la Martinica, Réunion, Saint Barthélemy, Saint Martin, le Azzorre, Madera e le Canarie), rendendole destinatarie di misure ad hoc in forza di taluni fattori come «la grande distanza, l'insularità, la superficie ridotta, la topografia e il clima difficili, la dipendenza economica da alcuni prodotti», fattori questi che «recano grave danno al loro sviluppo»;

    Sardegna e Sicilia sono, come altre isole del Mediterraneo, in una condizione di prodotto interno lordo pro capite inferiore dalla media nazionale del Paese e impossibilitati a recuperare il gap dovuto alla ridotta dimensione del mercato interno, alla distanza dal continente e alle difficoltà nella circolazione di merci e persone, riconosciute dalle analisi di Istat e ufficio parlamentare di bilancio, e da altri centri studi indipendenti che ne hanno certificato la dimensione, sino a valutare una sorta di tassa aggiuntiva per ogni cittadino residente nelle isole a causa della grande distanza, dell'insularità, della superficie ridotta, della topografia e del clima difficile, come per la dipendenza economica da alcuni prodotti, con una perdita complessiva di prodotto interno lordo potenziale su cui sta lavorando la Commissione bicamerale per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità;

    sinora, la mancata applicazione dell'articolo 349 del Trattato sul funzionamento dell'unione europea a Sicilia e Sardegna ha limitato la possibilità di applicare gli oneri di servizio a un limitato numero di rotte, di frequenze e passeggeri, concedendo l'applicazione degli oneri ai soli cittadini residenti nell'isola e negando in questo modo un diritto di uguaglianza sostanziale per i cittadini di tutto il Paese che si possono muovere solo all'interno della terraferma a condizioni omogenee,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative volte a garantire l'attuazione dei diritti costituzionali in materia di mobilità e di rimozione degli svantaggi derivanti dall'insularità, programmando risorse pro capite adeguate non inferiori a quelle garantite dagli Stati europei come la Francia e la Spagna per le rispettive isole, Baleari e Corsica, per il trasporto aereo, per garantire l'attuazione dei suddetti diritti, stante l'insistenza del sistema normativo che emerge dagli articoli 3, secondo comma, 16 e 119, sesto comma, della Costituzione;

   ad adottare iniziative di competenza per promuovere presso l'Unione europea una più ampia interpretazione dell'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea consentendo l'applicazione dei principi previsti dall'articolo 349 anche agli abitanti delle isole e non solo ai territori di oltremare, consentendo così una diversa applicazione dei vincoli della concorrenza che sinora hanno impedito la realizzazione di un'adeguata continuità aerea tra la Sardegna e la Sicilia con la terraferma;

   ad adottare iniziative di competenza per rivedere la continuità marittima con le isole applicata dal 2021 che non vede sostanzialmente garantito il diritto alla mobilità di persone o merci, investendo risorse adeguate affinché le rotte finanziate dallo Stato non siano limitate al periodo invernale, con l'effetto della mancanza di certezze delle rotte nel periodo estivo e dell'innalzamento dei costi di trasporto con effetti gravi sul costo delle merci importate o esportate, in particolare dalla Sardegna, e sulla possibilità di competere a pari condizione di mercato per il turismo di Sardegna e Sicilia, su cui incide in maniera determinante il costo di trasporto;

   ad adottare iniziative di competenza per garantire la progettazione esecutiva entro e non oltre un anno, all'interno del fondo previsto nel contratto di servizio di Rete ferroviaria italiana, di una rete ferroviaria interna in Sardegna e Sicilia che colleghi i capoluoghi di provincia tra loro e ai principali hub aeroportuali e portuali ad una velocità di percorrenza media prevista per il sistema degli intercity.
(7-00230) «Barbagallo, Lai, Casu, Bakkali, Ghio, Morassut».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   QUARTINI, FRANCESCO SILVESTRI, BARZOTTI, BALDINO, D'ORSO, TORTO, SCUTELLÀ, ILARIA FONTANA, PAVANELLI, CASO e AURIEMMA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da quanto emerge in una video inchiesta sotto copertura condotta dalla nota testata giornalistica on-line «Fanpage» sul mondo dei militanti appartenenti alla Gioventù nazionale – il movimento giovanile di Fratelli d'Italia – oltre ad inquietanti elementi che rimandano a ideologie neofasciste, verrebbe alla luce anche una possibile truffa ai danni dello Stato su modalità illegittime di impiego delle risorse del Fondo nazionale per il servizio civile;

   la video inchiesta mostra infatti l'impegno dei giovani militanti appartenenti alla futura classe dirigente di Fratelli d'Italia, in prima linea in tutte le manifestazioni del partito e a stretto contatto con la classe dirigente, mentre partecipano e avallano comportamenti ispirati da forti idee politiche della destra post-fascista, di stampo omofobico («il mio professore è gay e convive con un uomo» «che schifo, cambia classe») e razzista («il nero va bene su tutto, ma non sulla pelle»);

   a questo genere di comportamenti si aggiungono momenti celebrativi di forte ispirazione politica come la «Festa contro l'odio politico» organizzata dai dirigenti del movimento giovanile, con la partecipazione di diversi parlamentari, in risposta all'imbrattamento di una delle sedi di Gioventù nazionale a Roma: «Qua ci vorrebbe un bel manganello», dice un militante, «Il problema è che non li possiamo più caricare, una volta si poteva fare, ora è diventato un problema»;

   tra gli elementi di maggiore inquietudine documentati dall'inchiesta, oltre ai saluti romani e ad atti inneggianti all'apologia del terrorismo nero, vi sono poi le rivelazioni di Flaminia Pace, la leader di Gioventù nazionale, sul sistema di raccolta delle offerte per Casa Italia, il circolo di Fratelli d'Italia da lei stessa fondato;

   oltre all'attività politica condotta a Casa Italia, la Pace è anche membro della Commissione affari europei e cooperazione al Consiglio nazionale giovani, l'organo consultivo a cui è demandata la rappresentanza dei giovani nella interlocuzione con le istituzioni, tra cui l'ufficio per il servizio civile universale, quello che definisce le modalità di svolgimento del servizio civile;

   da quanto rivelato dalla stessa Pace, a partire dal prossimo anno, alle entrate del circolo Casa Italia si aggiungerebbero infatti proprio quelle derivanti dal servizio civile, con «soldi» che «vengono dallo Stato, a ogni ragazzo per fare questo volontariato», pari a «500 euro al mese». La Pace aggiunge inoltre che, a fronte di questa entrata di soldi pubblici, non ci sarebbe la prestazione di alcun servizio, sostenendo che: «dei 500 euro si gradisce una buona offerta»;

   gli inquietanti elementi sopra descritti sono provati dalle registrazioni audio-video delle conversazioni della Pace pubblicate da Fanpage nell'ambito della citata inchiesta «Gioventù meloniana» –:

   se siano a conoscenza dei fatti riportati dall'inchiesta giornalistica descritti in premessa e se intendano, per quanto di competenza, fornire ulteriori chiarimenti in merito a quegli atti e condotte che sembrerebbero poter essere fatti risalire ad apologia o propaganda dell'ideologia fascista, a carico di alcuni militanti appartenenti alla Gioventù nazionale, che emergerebbero dalla suddetta inchiesta giornalistica;

   se non ritengano di valutare con particolare attenzione, alla luce dei fatti esposti, l'accreditamento di tale realtà associativa al programma Servizio civile universale o di altre associazioni del terzo settore con cui la stessa si trova a collaborare;

   in particolare, a fronte delle rivelazioni della leader di Gioventù nazionale Flaminia Pace nell'ambito della medesima inchiesta, se si ritenga opportuno avviare ogni accertamento di competenza atto ad escludere un impiego illegittimo delle risorse del Fondo nazionale per il servizio civile, per finanziare il sistema di raccolta del circolo di Fratelli d'Italia «Casa Italia».
(4-02987)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 6 giugno 2024 è stato presentato presso la sede del Ministero delle imprese e del made in Italy un francobollo commemorativo per i 140 anni dalla nascita di Italo Foschi, tale riconoscimento è stato motivato quale riconoscimento della sua attività di dirigente sportivo, essendo stato il primo Presidente dell'Associazione sportiva Roma;

   non è stata o, a parere dell'interrogante, non si è voluta valutare la gravità del riconoscimento ad un personaggio che è stato esponente, militante e simbolo del partito fascista fino alla fine della Repubblica di Salò, addirittura espulso dal partito fascista per eccesso di squadrismo a seguito dell'omicidio del segretario del Partito Socialista Unitario: Giacomo Matteotti;

   Italo Foschi è considerato responsabile di atti di estrema violenza verso gli oppositori politici, fu l'organizzatore dello squadrismo fascista a Roma, fu fedele a Mussolini fino alla fine della Repubblica di Salò, quando l'Italia subiva gli eccidi delle brigate nere e delle SS naziste, è conosciuto anche per le congratulazioni rivolte ad Amerigo Dumini e per averlo definito eroe per l'assassinio dell'onorevole Matteotti;

   risulta incredibile all'interrogante l'emissione di un francobollo commemorativo di uno squadrista fascista che ha fatto della violenza la sua cifra, colpevole di numerosi crimini di guerra e perfino di collaborazione nella persecuzione degli ebrei e dunque persona non degna di alcuna commemorazione;

   l'emissione del suddetto francobollo rappresenta un fatto molto grave e un'offesa all'Italia democratica e repubblicana e a chi ha dato la vita e la libertà prima per opporsi alla dittatura e poi per liberare il nostro Paese e l'Europa dal nazifascismo;

   mentre in queste settimane in Parlamento e nel Paese viene ricordato l'assassinio di Giacomo Matteotti ad opera delle squadre fasciste, di cui ricorre il centenario, il Governo preferisce omaggiare, con un francobollo, chi ha condiviso quel brutale assassinio e che fece dello squadrismo un credo;

   da quanto si apprende dal sito di Federconsumatori, la Consulta filatelica non avrebbe alcuna responsabilità nell'emissione del francobollo che commemora Italo Foschi, perché sarebbe stata completamente scavalcata dal Ministero delle imprese e del made in Italy;

   alcuni membri della Consulta, infatti, avrebbero protestato per i modi con cui si è operato questo scandaloso riconoscimento a uno dei più violenti squadristi fascisti, che si sarebbe potuto evitare se la Consulta fosse stata doverosamente consultata;

   alla luce di quanto è accaduto sarebbe opportuno che il Ministro interrogato si adoperasse per privare di qualsiasi valore filatelico questo francobollo dichiarandone la fine della validità postale e procedere all'immediato ritiro e distruzione degli esemplari già diffusi impedendo così che un personaggio come Italo Foschi possa ricevere un qualsivoglia riconoscimento, offrendo, inoltre, una pessima immagine dell'Italia nel mondo –:

   se intenda procedere urgentemente, anche con la collaborazione di Poste Italiane, ad avviare i necessari atti per la revoca dell'emissione e della distribuzione del francobollo commemorativo del gerarca e squadrista fascista Italo Foschi, privando lo stesso, con effetto immediato, della validità postale e dunque di qualsiasi valore filatelico, nonché procedere all'immediato ritiro e distruzione degli esemplari già diffusi;

   se intenda avviare ogni procedura di verifica sull'iter che ha portato all'emissione del francobollo di cui in premessa dal momento che, da quanto si è appreso, anche la Consulta filatelica non sarebbe stata coinvolta.
(4-02982)


   STEFANAZZI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in seguito ad evento criminoso con esplosione di ordigno, avvenuto in data 17 aprile 2024, l'ufficio postale di Tricase Centro sito in Piazza Cappuccini a Tricase (Lecce) è stato chiuso a causa dei danni riportati dalla struttura;

   da allora sono state avviate tutte le procedure e gli iter autorizzativi necessari per ridurre al minimo il disagio per i cittadini di Tricase e del Capo di Leuca, trattandosi di un ufficio centrale con un bacino di migliaia di utenti e clienti;

   a distanza di mesi, non vi è ancora certezza rispetto all'installazione e all'utilizzo di un cosiddetto ufficio mobile/container che dovrebbe ospitare i dipendenti dell'ufficio postale fino al recupero della struttura resa inagibile dall'esplosione, nonostante atti e autorizzazioni siano già stati espletati;

   l'ufficio postale di Tricase è un presidio fondamentale, se non l'unico possibile, per l'assolvimento di numerose incombenze quotidiane da parte dei cittadini del Capo di Leuca –:

   se e quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, affinché Poste italiane provveda con la dovuta tempestività a garantire che i cittadini di Tricase e Capo di Leuca possano avere agevole accesso a tali servizi essenziali.
(4-02983)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   ILARIA FONTANA, TORTO, L'ABBATE, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la «Strada della pace», ubicata nel comune di Chieti, è una strada di bonifica realizzata con i fondi della Cassa del Mezzogiorno, successivamente trasferita al Consorzio di bonifica centro di Chieti con legge regionale;

   questa strada fu realizzata quale infrastruttura di servizio per la manutenzione di opere idrauliche di bonifica e irrigazione e per il collegamento dei fondi rustici alle strade comunali;

   la «Strada della pace» successivamente ha perso la sua originaria funzione per divenire una strada di ordinaria percorribilità di utenti che vi transitano indipendentemente dalla funzione originaria, generando consistenti volume di traffico; pertanto l'uso prevalente dell'opera non è più ai fini consortili, ma di ordinaria viabilità;

   già dal 2002 il consorzio di bonifica ha evidenziato le problematiche di viabilità della strada; nel 2019 il consorzio richiedeva il trasferimento di competenze della strada alla luce del notevole volume di traffico e delle mutate caratteristiche della strada;

   nel 2020 il consorzio ha richiesto di nuovo il trasferimento di competenze sulle strade consortili denominate «Strada della pace e Strada Dendalo»;

   la regione Abruzzo, con una nota del mese di ottobre 2020, ha evidenziato che, in base alla legge regionale Abruzzo n. 11 del 1999, «sono trasferiti alle province i compiti e le funzioni relative (...) all'adozione dei provvedimenti di classificazione e declassificazione delle strade, anche costruite come opere di bonifica o con leggi speciali, aventi caratteristiche di strade provinciali, comunali o vicinali.» Pertanto, la regione chiedeva alla provincia di Chieti di attivarsi rapidamente per la soluzione delle problematiche relative alla strada;

   il 30 marzo 2021, per mezzo della stampa locale, si è appreso che il consorzio di bonifica ha presentato un esposto in relazione alla situazione della «Strada della pace»;

   la strada risulta anche deformata in più parti e con segnaletica inadeguata, con potenziale pericolosità per gli utenti;

   di fatto, il Consorzio di bonifica centro di Chieti non ha specifiche competenze in materia di viabilità stradale ordinaria;

   in data 8 giugno 2022, dalla stampa locale si apprende che la Corte dei conti ha registrato la delibera Cipe che stanzia 900 mila euro per la manutenzione della «Strada della pace»;

   a giudizio dell'interrogante è necessario avere conferma dello stanziamento e, in caso affermativo, comprendere perché ad oggi non sia stato ancora avviato questo importante lavoro –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare, per quanto di competenza, per garantire la funzionalità e l'immediata messa in sicurezza della «Strada della pace», anche in considerazione della sua funzione di collegamento con la strada statale 81 e l'autostrada.
(5-02498)


   MATTIA, MILANI, BENVENUTI GOSTOLI, FOTI, IAIA, LAMPIS, FABRIZIO ROSSI, RACHELE SILVESTRI e DI MAGGIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la statale Basentana è stata progettata negli anni Sessanta seguendo il corso del fiume Basento da Potenza a Metaponto, collegando l'Appennino alla litoranea ionica;

   negli anni sono accaduti centinaia di incidenti, sovente mortali. Quindi, da tempo, si svolgono lavori di messa in sicurezza, per realizzare barriere spartitraffico garantendo la separazione delle carreggiate e l'eliminazione degli accessi con varchi a raso, causa principale degli incidenti;

   i lavori riguardano anche un tratto di 12 chilometri nel territorio di Pisticci, privo di viabilità alternativa. Gli utenti oggi accedono alla statale solo attraverso tali varchi;

   nel progetto si prevede l'eliminazione dei varchi a raso realizzando le barriere, ma escludendo il tratto nel comune di Pisticci. Non è prevista la realizzazione di viabilità complanare, sottopassi, sovrappassi, provocando disservizi e disagi;

   l'amministrazione comunale chiese alla prefettura di Matera un tavolo di confronto per risolvere il problema. Anas predispose una bozza di progetto per sovrappassi e/o sottopassi e relative complanari per collegarsi alla viabilità secondaria, presentando nel giugno 2023 un primo progetto di fattibilità;

   i lavori di messa in sicurezza sono finalmente partiti, ma senza le modifiche progettuali di Anas;

   l'amministrazione comunale elaborava, quindi, delle proposte di modifica del progetto di fattibilità trasmesse ad Anas per garantire la sicurezza della viabilità;

   inspiegabilmente, però, i lavori del primo «lotto» iniziati nel territorio sono da tempo sospesi, prolungando disagio e insicurezza per il traffico, senza indicazione delle motivazioni –:

   se intenda adottare le iniziative di competenza, eventualmente anche attraverso la positiva valutazione delle modifiche al progetto di fattibilità trasmesse da Anas, volte a far riprendere urgentemente i lavori concernenti il primo «lotto» di circa 4,8 chilometri ricadente nel territorio di Pisticci, rimodulando le zone di cantiere per consentire la ricucitura con la viabilità esistente, garantendo la sicurezza della viabilità nei tratti interessati dai lavori e mettendo in sicurezza gli accessi a raso ora in uso da parte di cittadini, lavoratori delle aziende agricole e delle proprietà frontaliere.
(5-02499)


   SIMIANI, GIANASSI, FOSSI, BONAFÈ, BOLDRINI, FURFARO, SCOTTO e DI SANZO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza previste per la regione Toscana sono 4,6 miliardi di euro; tali stanziamenti hanno attivato 6,2 miliardi di euro di investimenti complessivi finalizzati alla realizzazione di 4.983 progetti;

   l'aumento dei prezzi delle materie prime legato allo squilibrio economico post-pandemico, nonché alla crisi economica ed energetica connessa al drammatico scenario del conflitto in Ucraina, hanno innescato una continua e costante crescita dei costi degli appalti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tali aumenti starebbero impedendo, solo in Toscana, l'utilizzo di oltre 900 milioni di euro di stanziamenti;

   nella XVIII legislatura il precedente Governo, per gli anni 2021 e 2022, è intervenuto prevedendo il meccanismo compensativo per tali incrementi, inizialmente per i lavori contabilizzati nel primo semestre 2021, poi anche per il secondo semestre 2021 (previsto all'articolo 1, commi 398 e 399, della legge 30 dicembre 2021, n. 234) e infine anche per il 2022, ad opera dell'articolo 25 del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 172;

   per quanto riguarda la Toscana, in particolare per i comuni della città metropolitana di Firenze, sono stati richiesti ad oggi circa 15 milioni di euro aggiuntivi ricompresi negli stanziamenti già definiti;

   tali risorse, si apprende dalla stampa, non sono state però ancora erogate per non precisati «problemi burocratici»;

   tali incomprensibili ritardi starebbero, sempre secondo i media, bloccando la realizzazione di moltissime opere o comunque causando ingenti danni alle ditte che hanno già eseguito i lavori, tra cui: l'ampliamento del liceo scientifico Rodolico di Firenze; la ristrutturazione del liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino; interventi stradali come la realizzazione delle varianti di San Vincenzo a Torri e di Grassina, oltre che la pista ciclabile che deve collegare Firenze e Prato. Altri lavori regolarmente terminati, come, ad esempio, quelli del Teatro Maggio di Firenze, non sarebbero stati poi saldati;

   appare evidente che tale situazione stia creando notevoli disagi alle amministrazioni comunali interessate, ai cittadini e alle imprese di numerosi centri abitati –:

   per quali reali motivazioni non siano state ancora correttamente trasferite ai comuni della città metropolitana di Firenze le risorse aggiuntive già stanziate e previste per la compensazione degli incrementi dei prezzi degli interventi relativi agli anni 2021-2022 e quando conseguentemente tali risorse verranno regolarmente erogate.
(5-02500)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBAGALLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   per far fronte alla copertura dei maggiori costi determinati dai rincari di materie prime ed energia, per lavorazioni effettuate nel 2022, è stato rifinanziato con decreto-legge n. 50 del 2022 (convertito dalla legge n. 91 del 2022) articolo 26, comma 4, lettere a) e b) e comma 5 il Fondo Adeguamento Prezzi 2022;

   l'articolo 26, del citato decreto-legge n. 50 del 2022 è finalizzato a fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, nonché dei carburanti e dei prodotti energetici, in relazione agli appalti pubblici di lavori, ivi compresi quelli affidati a contraente generale, aggiudicati sulla base di offerte, con termine finale di presentazione entro il 31 dicembre 2021;

   il comma 4 dell'articolo 26 del decreto-legge n. 50 del 17 maggio 2022 prevede, ai fini dell'accesso alle risorse del Fondo, che le stazioni appaltanti trasmettono telematicamente l'istanza al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, secondo le modalità definite con decreto del Ministero medesimo;

   per gli interventi di cui all'articolo 26 del decreto-legge n. 50 del 2022, occorre far riferimento al decreto ministeriale n. 241 del 28 luglio 2022 e le istanze di accesso al Fondo per questi interventi dovevano essere presentate: – entro il 31 agosto 2022, relativamente agli stati di avanzamento concernenti le lavorazioni eseguite e contabilizzate dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 luglio 2022. – entro il 31 gennaio 2023, relativamente agli stati di avanzamento concernenti le lavorazioni eseguite e contabilizzate dal 1° agosto 2022 e fino al 31 dicembre 2022;

   le stazioni appaltanti, in attuazione dell'articolo 26, comma 4, lettera a) del decreto-legge n. 50 del 2022, con riferimento alle lavorazioni eseguite dal 1° agosto 2022 al 31 dicembre 2022, hanno presentato le istanze al Ministero delle infrastrutture entro il 31 gennaio 2023, per accedere al Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche come previsto dal decreto-legge n. 50 del 2022;

   per compensare il caro materiali da costruzione e garantire la continuità dei progetti in corso, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha stanziato un finanziamento nel cap. 7007 «Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche»;

   è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 marzo 2023, n. 74, l'allegato Decreto MIT 2 marzo 2023 recante «Approvazione delle istanze ammissibili presentate dalle Stazioni Appaltanti con riferimento alle lavorazioni eseguite dal 1° agosto 2022 al 31 dicembre 2022»;

   le istanze di ammissione al Fondo presentate entro il 31 gennaio 2023 dalle stazioni appaltanti, sono in numero complessivo pari a 484;

   in un comunicato del 27 aprile 2024 il presidente dell'ANCE, ha lanciato un nuovo grido di allarme da parte di tutti i costruttori italiani, con il quale chiede di esaminare tutte le pratiche relative al caro materiale per il periodo del secondo semestre 2022, per le quali esiste la copertura finanziaria nel suddetto Fondo Prosecuzione Opere pubbliche –:

   in relazione a quanto esposto in premessa quali iniziative urgenti intenda assumere.
(5-02497)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASU e MAURI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la polizia scientifica è una divisione della polizia di Stato italiana, ed è specializzata nelle investigazioni tecniche e scientifiche relative ai campi delle scienze biologiche, chimiche, fisiche, dattiloscopiche. Inoltre, supporta la Polizia nelle indagini tradizionali;

   il 28 giugno 2022, con decreto del Capo della Polizia – Direttore generale della pubblica sicurezza – è stato bandito un concorso pubblico, per titoli ed esami, per l'assunzione di 12 vice ispettori tecnici del ruolo degli ispettori tecnici della Polizia di Stato nel settore polizia scientifica;

   detto concorso prevedeva tre profili distinti con diverso numero di vincitori:

    a) profilo chimico-biologico (4 posti di cui n. 1 riservato al personale in servizio nel ruolo dei sovrintendenti tecnici);

    b) profilo elettronico-informatico (6 posti)

    c) profilo balistico (2 posti);

   il 10 maggio 2023, con decreto del Ministero dell'interno – Dipartimento della pubblica sicurezza – sono state pubblicate le graduatorie dei vincitori e degli idonei;

   la graduatoria del profilo a) è composta da 59 nomi, la b) da 8, la c) da 7;

   il 7 giugno 2023, con ulteriore decreto del Ministero dell'interno – Dipartimento della pubblica sicurezza – è stato disposto uno scorrimento per i tre profili sopra ricordati, per un massimo di 4 posti per il profilo a), 2 per il profilo b) e 2 per il profilo c);

   il decreto di scorrimento prevede, tra l'altro che, le graduatorie concorsuali interessate, possano essere fatte scorrere per un massimo del 60 per cento «in misura tale da tener conto delle carenze di organico al 1° aprile 2023 (...), considerando che l'altro 40% sarà devoluto al successivo concorso interno per l'accesso alla qualifica di vice ispettore tecnico (...)» –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di propria competenza, anche nelle more della effettuazione del concorso citato, non intenda assumere iniziative per favorire lo scorrimento integrale delle graduatorie, in modo da colmare in tempi rapidi quelle carenze di organico sottolineate dal citato decreto del 7 giugno 2023, e consentire l'ingresso di professionalità preparate, che hanno già superato un concorso e che sono in grado di rendere più efficace ed efficiente la difficile attività della polizia scientifica.
(5-02495)

Interrogazione a risposta scritta:


   DI BIASE, BRAGA, QUARTAPELLE PROCOPIO, MAURI, CUPERLO, BOLDRINI, SERRACCHIANI, MALAVASI, PELUFFO, FERRARI, D'ALFONSO, SIMIANI, FORATTINI, BERRUTO, PROVENZANO, DE LUCA, BAKKALI, ROGGIANI, ANDREA ROSSI, CASU, MADIA, FURFARO, SCOTTO, DE MARIA, LACARRA, ORFINI, STUMPO, GNASSI, GRAZIANO, TABACCI, TONI RICCIARDI, CIANI, BARBAGALLO, STEFANAZZI, PORTA, GIANASSI, SARRACINO, FORNARO, MARINO, CURTI, GHIO, FOSSI, MANZI, LAI, EVI, SCARPA, DI SANZO, GIRELLI, ASCANI, LAUS, PASTORINO e IACONO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da un'inchiesta giornalistica di Fanpage andata in onda il 13 giugno 2024, su La7 durante il programma Piazza Pulita, sono emersi fatti inquietanti riguardanti Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d'Italia e in particolare sulla sua articolazione romana;

   dalla video inchiesta emerge chiaramente quello che non si può che considerare come il tentativo di mostrare una doppia identità: quella ufficiale, «vanto della leader Giorgia Meloni», di giovani leve militanti, impegnate in politica che si mostrano moderate negli eventi istituzionali davanti ai giornalisti, per poi, invece, trasformarsi, negli eventi riservati di Gioventù nazionale e nell'ambito della «dimensione comunitaria» tanto cara al medesimo movimento, dove quegli stessi giovani inneggiano liberamente al fascismo, fanno il saluto romano, urlano «Duce» e «Sieg Heil» – il saluto alla vittoria nazista più usato ai comizi sotto la dittatura di Hitler – rimpiangono l'operato dei terroristi neri NAR, cantano «boia chi molla» identificandosi come «legionari», «camicie nere» e «camerati», ai concerti di gruppi della destra estrema partecipano con il braccio teso nel saluto romano;

   dall'inchiesta emerge, tra l'altro, come i militanti di Gioventù nazionale Pinciano, uno dei circoli più grandi a Roma tra i giovani di Fratelli d'Italia, nella loro chat di gruppo su whatsapp parlino di attacchi ai collettivi di sinistra, di pianificare striscioni con slogan estremisti, e dei giornalisti come una minaccia da ostacolare; la chat sarebbe inoltre piena di riferimenti espliciti, immagini e frasi, a fascismo e nazismo;

   dalle immagini sembra emergere anche l'intenzione di alcuni esponenti di Gioventù nazionale di voler finanziare l'organizzazione giovanile utilizzando come escamotage l'attivazione, con altro ente, di un programma di servizio civile finanziato dallo Stato;

   dalle immagini emerge inoltre un linguaggio violento, pieno di insulti razzisti, antisemiti, omofobi, sessisti –:

   se il Ministro interrogato non ritenga urgente ed opportuno adottare le iniziative di competenza necessarie a fare immediata chiarezza sui fatti esposti, che disegnano un quadro decisamente inquietante e se non ritenga inoltre, doveroso, in osservanza del dettato costituzionale, intervenire con ogni iniziativa rientrante nelle proprie competenze al fine di impedire ogni forma di propaganda legata al fascismo, alla sua apologia, nonché per contrastare tutte le organizzazioni e le azioni volte a diffondere o professare odio discriminatorio fondato su motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi, o sul sesso, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere, sulla disabilità.
(4-02986)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazioni a risposta scritta:


   MANZI, MALAVASI, ASCANI, ORFINI, FURFARO, BERRUTO e ZINGARETTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   nel 2020 il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha indetto un bando per un concorso pubblico ordinario (decreto direttoriale n. 498 del 2020) per l'immissione in ruolo di migliaia di docenti;

   l'epidemia di COVID-19 ha rallentato inevitabilmente la procedura e, per questo, la prova scritta si è tenuta nel dicembre del 2021 con la crisi sanitaria, tuttavia, ancora in corso e molti docenti impossibilitati a presentarsi in quanto sottoposti ad isolamento fiduciario, ovvero in quarantena, in applicazione delle vigenti misure sanitarie di contrasto e contenimento del virus;

   nei primi mesi del 2022, in sede giurisdizionale, tali docenti hanno chiesto la calendarizzazione di prove suppletive visto che non hanno potuto sostenere la prova scritta per espressa disposizione normativa;

   il Tar del Lazio, in accoglimento del ricorso dei candidati, ha intimato al Ministero competente di indire tali prove suppletive;

   il Ministero, pertanto, con costi aggiuntivi per l'amministrazione centrale, ha indetto le prove suppletive che i docenti hanno sostenuto con le stesse modalità dei candidati del concorso 2021;

   inizialmente l'amministrazione, a seguito di un ricorso collettivo al Tar, il quale aveva riconosciuto l'impossibilità oggettiva di partecipare al concorso come un valido motivo per non escluderli dalle prove concorsuali, ha organizzato delle sessioni suppletive, sia scritte che orali, e i vincitori sono stati inseriti nelle graduatorie di merito e assunti a tempo indeterminato;

   a gennaio 2024, in seguito ad un appello cautelare ai Consiglio di Stato, proposto dal Ministero interrogato è stato stabilito che le misure adottate durante l'emergenza sanitaria non fossero sufficienti a derogare ai princìpi di contemporaneità e contestualità delle prove concorsuali;

   a seguito del pronunciamento del Consiglio di Stato, dunque, i 387 vincitori delle suddette prove suppletive rischiano di non vedere riconosciuto il superamento del concorso;

   sulla questione succitata – oggetto anche dell'interrogazione n. 5-01926 presentata dagli interroganti e di proposte emendative – in sede di risposta all'interrogazione a risposta immediata, il 21 marzo 2024, presentata dai deputati del gruppo Alleanza verdi e sinistra in Commissione di merito, il Governo avrebbe anticipato la volontà di «(...) avvalersi di una specifica disposizione legislativa utile (...) per consentire il superamento delle criticità dovute al mutato orientamento giurisprudenziale, rimandando, dunque, ad una specifica disposizione di legge la soluzione del problema (...) che mira a sanare la posizione dei soggetti attualmente in servizio confermandoli in ruolo (...)» –:

   quali siano i tempi e il contenuto della disposizione anticipata dal Governo e, in più occasioni, sollecitata dagli interroganti, che riconosca il diritto ai docenti vincitori delle prove suppletive del concorso indetto nel 2020.
(4-02979)


   MANZI, MALAVASI, ASCANI, FURFARO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   nel 2020 il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha indetto un bando per un concorso pubblico ordinario (decreto direttoriale 498 del 2020) per l'immissione in ruolo di migliaia di docenti;

   l'epidemia di COVID-19 ha rallentato inevitabilmente la procedura e, per questo, la prova scritta si è tenuta nel dicembre del 2021 con la crisi sanitaria, tuttavia, ancora in corso e molti docenti impossibilitati a presentarsi in quanto sottoposti ad isolamento fiduciario, ovvero in quarantena, in applicazione delle vigenti misure sanitarie di contrasto e contenimento del virus;

   nei primi mesi del 2022, in sede giurisdizionale, tali docenti hanno chiesto la calendarizzazione di prove suppletive visto che non hanno potuto sostenere la prova scritta per espressa disposizione normativa;

   il Tar del Lazio, in accoglimento del ricorso dei candidati, ha intimato al Ministero competente di indire tali prove suppletive; il Consiglio di Stato, adito dall'appellante Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in sede cautelare ha rigettato l'istanza di sospensiva sul presupposto della non manifesta infondatezza della interpretazione accolta dal Tribunale amministrativo regionale;

   il Ministero, pertanto, con costi aggiuntivi per l'amministrazione centrale, ha indetto le prove suppletive che i docenti hanno sostenuto con le stesse modalità dei candidati del concorso 2021: i vincitori sono stati inseriti nelle graduatorie delle regioni per le quali hanno concorso e molti di loro, alla luce del punteggio ottenuto, sono stati finalmente immessi in ruolo per l'anno scolastico 2023/2024;

   tuttavia, ribaltando il precedente pronunciamento del Tar, il Consiglio di Stato, Sezione VII, nella sentenza n. 766 del 24 gennaio 2024 ha riaffermato il principio dell'irrilevanza degli impedimenti soggettivi dei concorrenti, pure se causati da caso fortuito o forza maggiore, ai fini della partecipazione al concorso. Prevale, infatti, l'esigenza di celerità e certezza dei tempi di conclusione delle procedure concorsuali in condizioni di parità fra i concorrenti, secondo il superiore principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione;

   in particolare, si specifica che col ricorso al Tar era stato chiesto l'annullamento dell'avviso contenente il diario delle prove scritte, nella parte ove non aveva previsto lo svolgimento di prove suppletive per i candidati impossibilitati a presentarsi poiché sottoposti a isolamento fiduciario o in quarantena, con accertamento del diritto a essere ammessi allo svolgimento di prove suppletive da calendarizzare;

   con ordinanza cautelare il Tar accoglieva l'istanza di sospensione dei provvedimenti impugnati nella parte in cui non prevedevano di «prove suppletive nei confronti di tutti i candidati impossibilitati a presentarsi in quanto sottoposti ad isolamento fiduciario ovvero in quarantena, in applicazione delle vigenti misure sanitarie di contrasto e contenimento del virus COVID-19»;

   contro tale ordinanza, nella parte in cui aveva accolto la domanda cautelare, le amministrazioni proponevano appello cautelare dinanzi al Consiglio di Stato, che lo respingeva. Successivamente, il Consiglio di Stato ha accolto tutti i successivi appelli cautelari proposti dalle Amministrazioni, nonostante i candidati avessero sostenuto e superato le prove suppletive;

   al di là di tali considerazioni giuridiche, appare in ogni caso opportuno un intervento del Ministero, teso a sanare una situazione di fatto divenuta paradossale, con evidente lesione dei diritti di docenti e alunni e del principio della continuità didattica;

   dopo anni di precariato, formazione continua e un concorso regolarmente vinto, che risulta annullato, numerosi docenti di ruolo saranno, di fatto, licenziati per effetto della sentenza del Consiglio di Stato. In tale evenienza, tante scuole del territorio vedranno interrotta la continuità didattica nel bel mezzo dell'anno scolastico, con grave danno per alunni e famiglie –:

   come intenda porre rimedio ad una situazione divenuta idonea ad arrecare pregiudizio ai diritti degli insegnanti, degli alunni e delle loro famiglie.
(4-02980)


   FURFARO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da organi di stampa sia nazionali che locali, i docenti che hanno superato le prove suppletive del concorso pubblico indetto nel 2020 per il reclutamento di personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola infanzia e primaria rischiano adesso di perderlo a causa della sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 24 gennaio 2024 che ha invalidato le prove;

   le prove suppletive si sono svolte ad aprile 2023 a seguito di una ordinanza cautelare con la quale il Tar accoglieva l'istanza di sospensione dei provvedimenti impugnati nella parte in cui non prevedevano «prove suppletive nei confronti di tutti i candidati impossibilitati a presentarsi in quanto sottoposti ad isolamento fiduciario ovvero in quarantena, in applicazione delle vigenti misure sanitarie di contrasto e contenimento del virus COVID-19»;

   con il ricorso al Tar i ricorrenti chiedevano l'annullamento dell'avviso contenente il diario delle prove scritte, nella parte dove non era stata inserita la possibilità di svolgimento di prove suppletive verso i candidati impossibilitati a presentarsi in quanto sottoposti a isolamento fiduciario o in quarantena, con accertamento del diritto a essere ammessi allo svolgimento di prove suppletive da calendarizzare;

   contro l'ordinanza del Tar, che aveva accolto la domanda cautelare, le amministrazioni avevano proposto appello cautelare dinanzi al Consiglio di Stato, che lo respingeva. Successivamente, il Consiglio di Stato, entrando nel merito, ha modificato il proprio orientamento, accogliendo tutti i successivi appelli cautelari proposti dalle amministrazioni;

   con la sentenza del 24 gennaio 2024, il Consiglio di Stato ha riaffermato il principio dell'irrilevanza degli impedimenti soggettivi dei concorrenti, pure se causati da caso fortuito o forza maggiore, ai fini della partecipazione al concorso. Secondo il Consiglio di Stato prevale l'esigenza di celerità e certezza dei tempi di conclusione delle procedure concorsuali in condizioni di parità fra i concorrenti secondo il superiore principio di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione;

   a differenza della sentenza del Tar impugnata, che aveva ritenuto come l'applicazione dei predetti princìpi ai concorsi pubblici svolti durante il periodo emergenziale finiva per obliterare l'eccezionalità della situazione pandemica e delle relative misure restrittive messe in atto per fronteggiarla, con nocumento alle aspettative dei candidati che non avessero potuto partecipare alle prove in forza di provvedimenti dell'Autorità tesi a tutelare la salute pubblica e alle esigenze pubbliche di selezione dei migliori candidati per la successiva immissione in ruolo, il Consiglio di Stato, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, pur avendo respinto la domanda di sospensione della sentenza appellata, ai fini della decisione di merito, ha ritenuto prevalente l'esigenza di celerità e certezza dei tempi di conclusione delle procedure concorsuali in condizioni di parità frati concorrenti, tenuto conto che non risultano espresse previsioni di legge che abbiano consentito il differimento delle prove;

   per quanto attiene al territorio di Pistoia l'annullamento della prova, secondo quanto costa all'interrogante, interessa due persone (si ricorda che in tutta Italia sono 500 le persone che si sono viste annullare il superamento delle prove concorsuali);

   l'annullamento comporterà, tra l'altro, che improvvisamente i bambini si troveranno senza più i loro insegnanti –:

   quali urgenti iniziative, anche di natura normativa, intenda adottare per garantire la conservazione del posto di lavoro ai docenti vincitori delle prove suppletive del concorso indetto nel 2020 per il reclutamento di personale docente della scuola infanzia e primaria.
(4-02981)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASU e BARBAGALLO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 1° luglio 2021 la Giunta regionale siciliana ha attivato le «procedure di concorso per il potenziamento del personale dei centri per l'impiego – iniziative»;

   il 23 dicembre 2021 è stato bandito un concorso pubblico per titoli ed esami per l'assunzione di 487 unità di personale a tempo pieno e indeterminato (categoria C) per il potenziamento dei Centri per l'impiego in Sicilia;

   in particolare, sono state previste 176 unità per il ruolo di istruttore amministrativo contabile (CPI-IAC) e 311 per quello di istruttore operatore mercato del lavoro (CPI-OML);

   le prove scritte sono state svolte, con la collaborazione del Formez, nel maggio 2022 e vi hanno preso parte circa 25 mila candidati;

   successivamente una commissione designata dalla Regione Siciliana ha attribuito i punteggi per i titoli ai candidati considerati idonei. Con due distinti decreti sono state approvate le graduatorie e proclamati i vincitori;

   l'operato della commissione è stato, però, soggetto a numerosi ricorsi al Tar, tanto che il 26 aprile 2023 la Regione Siciliana ha pubblicato due avvisi pubblici per comunicare l'avvio del procedimento di annullamento delle due graduatorie e la convocazione della stessa commissione, chiamata a riesaminare i titoli dei candidati idonei;

   su quanto sopra esposto il 16 giugno 2023 alcuni deputati del Gruppo del PD hanno presentato l'interrogazione n. 3-00470, chiedendo quali iniziative i Ministri per la pubblica amministrazione e il lavoro e le politiche sociali intendessero intraprendere anche alla luce dell'impegno assunto nell'ambito dell'iter di conversione del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44 convertito con modificazioni dalla legge 21 giugno 2023 n. 74, in merito allo scorrimento delle graduatorie Ripam in corso di validità, al fine di rispondere celermente alla carenza di personale nei centri per l'impiego della Sicilia. L'interrogazione non ha ancora avuto risposta da parte del Governo;

   il 21 luglio 2023 la Regione Siciliana ha annullato le due graduatorie e il 25 dello stesso mese ha approvato le nuove;

   per quel che riguarda il profilo CPI-IAC (decreto dirigente generale n. 3247), la graduatoria è composta di 1622 nomi (176 vincitori e 1446 idonei), mentre per il profilo CPI-OML (decreto dirigente generale n. 3248) la graduatoria è complessivamente composta da 955 nomi (311 vincitori e 644 idonei);

   il 26 ottobre 2023 sono stati comunicati i primi scorrimenti per le due graduatorie. Nei mesi successivi si registrano ulteriori procedure di scorrimento, che, però, non risulta abbiano esaurito le due graduatorie –:

   quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati, anche in collaborazione con la Regione Siciliana, per completare celermente lo scorrimento delle due graduatorie in oggetto, in modo da risolvere definitivamente la carenza di personale nei centri per l'impiego siciliani.
(5-02493)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MALAVASI, FURFARO, GIRELLI e STUMPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025 – Pnpv 2023-2025 – è un documento di importanza strategica per la salute collettiva e quindi per quell'ampia e fragile fascia di popolazione rappresentata dagli anziani;

   si tratta di un documento operativo fondamentale, che contiene il calendario vaccinale, le indicazioni per le vaccinazioni delle categorie a rischio e gli obiettivi strategici da perseguire nel triennio di riferimento;

   il calendario ha tre finalità principali: ottimizzare l'organizzazione delle attività vaccinali, avviare un processo per uniformare l'offerta presente nelle regioni e adattarne l'articolazione alle mutate caratteristiche di alcuni vaccini in uso e alla disponibilità di nuovi vaccini. Nel Piano, invece, vengono indicati numerosi obiettivi, tra cui il raggiungimento o il rafforzamento di alcune specifiche coperture vaccinali, la promozione di interventi vaccinali nei gruppi di popolazione ad alto rischio per patologia (con un'attenzione particolare alle esigenze del cittadino/paziente), la riduzione delle disuguaglianze con azioni specifiche rivolte a gruppi di popolazione difficilmente raggiungibili, il completamento dell'informatizzazione delle anagrafi vaccinali regionali, la messa a regime dell'anagrafe vaccinale nazionale e il miglioramento della sorveglianza delle malattie prevenibili da vaccino;

   il Ministero della salute ha recentemente diffuso una circolare intitolata «Prevenzione e controllo dell'influenza: raccomandazioni per la stagione 2024-2025» che, in accordo con gli obiettivi della pianificazione sanitaria nazionale e con il perseguimento degli obiettivi specifici del programma di immunizzazione contro l'influenza, prevede che la vaccinazione antinfluenzale venga offerta attivamente e gratuitamente alle persone che per le loro condizioni personali corrono un maggior rischio di complicanze nel caso contraggano l'influenza. Tra queste, sono inseriti nell'elenco – non esaustivo – previsto dalle raccomandazioni ministeriali tutti i soggetti di età pari o superiore ai 60 anni;

   il Ministero della salute raccomanda, compatibilmente con la disponibilità di vaccino, di condurre le campagne di vaccinazione antinfluenzale regionali a partire dall'inizio di ottobre e offrire la vaccinazione alle persone eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale;

   ad oggi, invece, il Ministero non ha dato indicazioni circa l'organizzazione della campagna vaccinale anti-Covid per i prossimi mesi;

   nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025 non ci sono riferimenti specifici al COVID-19;

   anche all'interno del calendario vaccinale allegato al Piano, che può seguire un percorso di aggiornamento distinto rispetto al Piano in funzione degli scenari epidemiologici, delle evidenze scientifiche e dell'innovazione in campo biomedico, la vaccinazione anti-Covid non è citata neanche con riferimento specifico agli individui over 60 e fragili –:

   quali iniziative di competenza si intendano promuovere per sostenere le coperture vaccinali per tutti i vaccini inseriti nel calendario vaccinale e rafforzare gli sforzi per superare la «vaccine fatigue», che si sta manifestando con sempre maggiore intensità nel nostro Paese;

   se il Ministro interrogato non ritenga necessario dare indicazioni sulle modalità e i tempi di vaccinazione anti COVID-19.
(5-02494)


   BARBAGALLO. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si apprende a mezzo stampa che sono 50 i lavoratori «precari» stabilizzati negli ultimi mesi dall'Azienda ospedaliera per l'emergenza Cannizzaro di Catania, in applicazione delle disposizioni nazionali e regionali, l'ultima delibera in ordine di tempo è stata firmata dal commissario straordinario, Salvatore Giuffrida;

   complessivamente, alla luce della normativa nazionale, delle direttive dell'Assessorato alla salute e del Protocollo d'intesa con le organizzazioni sindacali della Regione Siciliana, il Cannizzaro ha stabilizzato in maniera «diretta» 38 infermieri, 4 medici, 4 tecnici di radiologia, 3 fisioterapisti, 1 tecnico di laboratorio;

   ai lavoratori, titolari di un contratto di natura coordinata e continuativa attivato ai sensi della normativa sulla lotta al Covid, che invece non hanno maturato la richiesta anzianità di servizio alla data del 31 marzo scorso, con delibera della stessa data il contratto è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024;

   il percorso di valorizzazione delle professionalità acquisite dal personale impegnato durante l'emergenza Covid, e quindi di superamento del precariato, infatti, è tutt'ora in itinere;

   l'Azienda Cannizzaro ha provveduto tempestivamente a stabilizzare le figure cui il Protocollo con i Sindacati assegna la priorità, in quanto appartenenti al ruolo sanitario e in possesso dei requisiti previsti dalla normativa nazionale;

   è inoltre in corso la definizione delle procedure, a cura dell'ufficio risorse umane, per la stabilizzazione di altro personale che nel frattempo avrà maturato i requisiti –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti, e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intendano assumere, affinché ulteriori provvedimenti per il superamento di precariato siano assunti nei prossimi mesi.
(5-02496)


   BARBAGALLO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   Giuseppe Laganga Senzio è stato raggiunto da una misura cautelare emessa dal Tribunale di Messina in esito ad una pesantissima indagine relativa agli anni in cui dirigeva il policlinico universitario di Messina: è stato sospeso per 12 mesi ed è stato emesso un decreto di sequestro penale per circa 7 milioni di euro;

   sono passati un po' di giorni dal provvedimento giudiziario che ha sospeso il commissario straordinario dell'Asp ma nel frattempo si è creata una situazione surreale «tutti fanno finta di niente»;

   pare che per giorni Laganga abbia inviato telegrammi e certificati medici per giustificare un'assenza che in realtà è determinata da una misura cautelare;

   pare inoltre che l'Asp non abbia provveduto a recepire l'atto giudiziario di sospensione del commissario;

   tutti si stanno comportando come se il commissario fosse in vacanza ma nel pieno delle sue funzioni e temporaneamente sostituito;

   a farne le spese sono sicuramente i pazienti che stanno vivendo il disagio maggiore;

   sul caso sarà la magistratura ad indagare ma che l'Asp non sia in grado di rifornirsi di beni e servizi di prima necessità a discapito dei pazienti che si trovano senza presidi sanitari è, a parer dell'interrogante, grave –:

   alla luce dei fatti esposti in premessa se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda contribuire a far luce sulla vicenda che sta arrecando disagi alla comunità sotto il profilo della tutela del diritto fondamentale alla salute.
(5-02501)

Interrogazione a risposta scritta:


   BARBAGALLO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   sanità in tilt, senza medici esterni e con le liste d'attesa bloccate fino al 30 giugno 2024, questo sta succedendo in Sicilia;

   a Catania, l'Asp 3 nei giorni scorsi ha disposto il congelamento di qualsiasi attività ordinaria;

   tutto questo ha portato al posticipo dei tanti interventi chirurgici già programmati, alle liste d'attesa congelate con medici costretti a lasciare i propri reparti per coprire i turni del pronto soccorso;

   questo sta accadendo in sette ospedali della provincia di Catania a fronte della scadenza dei contratti con le cooperative che di fatto fino a qualche giorno fa rifornivano i pronto soccorso della provincia del personale sanitario necessario a garantire la copertura dei turni;

   a parer dell'interrogante, questa situazione è assolutamente inaccettabile, ci si trova di fronte a una regione che ha fatto sentire la sua assenza e a un assessore alla salute che non ha messo in atto quei provvedimenti utili a gestire la banale proroga che ha causato e sta causando gravi disagi –:

   alla luce dei fatti sopra esposti, per quanto di competenza, quali iniziative intenda mettere in atto per fronteggiare questa grave emergenza, anche in considerazione della perdurante sottoposizione della regione al piano di rientro e al fine di salvaguardare il diritto fondamentale alla salute.
(4-02984)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende la mattina del 13 giugno 2024 al Politecnico di Torino si sono verificati degli scontri tra gli studenti universitari e le forze dell'ordine, a cui hanno partecipato anche addetti alla società di sicurezza incaricata dal Politecnico;

   si sono verificate delle cariche da parte delle forze dell'ordine nei confronti degli studenti alcuni dei quali sono rimasti feriti, un addetto alla security ha stretto una mano al collo di uno studente, alcune ragazze sono state spintonate a terra e, persino, un altro addetto alla sicurezza presso il Politecnico ha esibito il saluto romano davanti agli studenti, come risulta dai filmati diffusi sui media, contribuendo così ad aumentare la tensione;

   gli studenti, durante la giornata, avevano manifestato davanti ai cancelli di uno degli ingressi del Politecnico e, successivamente, davanti al Rettorato, per chiedere al Rettore un confronto e delle risposte alle loro richieste, essendo trascorso un mese dall'inizio dell'occupazione al Politecnico in solidarietà al popolo palestinese e al genocidio in corso a Gaza e per chiedere che le università italiane si facciano parte attiva, con tutti gli strumenti di pressione a loro disposizione, affinché si giunga ad un immediato cessate il fuoco;

   ancora una volta, purtroppo, si è assistito ad interventi delle forze dell'ordine, all'interno delle sedi universitarie, a parere dell'interrogante violente e sproporzionate nei confronti degli studenti e ciò non è più tollerabile;

   preferire la repressione alla capacità di ascolto e alla ricerca del dialogo con chi denuncia e manifesta, dalla crisi climatica al genocidio in corso in Palestina, non fa altro che esasperare gli animi e moltiplicare la violenza;

   ad avviso dell'interrogante, ripristinare il perimetro della legalità – come invocato dal Rettore – non può prescindere dall'apertura di un dialogo e di un confronto con gli studenti in stato di agitazione, che chiedono innanzitutto ascolto e tutto ciò deve avvenire prima e in alternativa all'intervento delle forze dell'ordine all'interno degli atenei;

   alzare muri tra le istituzioni universitarie e gli studenti, a parere dell'interrogante, genererà soltanto altra rabbia, mentre le università dovrebbero essere il luogo in cui ogni pensiero può essere espresso e discusso, il luogo in cui non sono benvenute allusioni a regimi e dittature che hanno insanguinato il mondo come il saluto romano provocatoriamente ostentato davanti ai ragazzi e alle ragazze da un addetto alla sicurezza al Politecnico;

   a tal proposito, ad avviso dell'interrogante, visto il comportamento e gli atti di violenza compiuti dagli addetti alla sicurezza interna del Politecnico, sarebbe opportuno invitare tutti i rettori delle università italiane a non avvalersi di società di sicurezza private all'interno degli atenei specialmente in occasioni che più hanno a che fare con l'ordine pubblico che con compiti di vigilanza –:

   quali iniziative intendano assumere, ciascuno per quanto di competenza, affinché venga favorito il dialogo e il confronto all'interno delle università tra l'istituzione universitaria e gli studenti evitando, come più volte accaduto in questi mesi, che le manifestazioni e le mobilitazioni degli studenti siano oggetto di interventi sproporzionati e violenti da parte delle forze di polizia;

   se non intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, in raccordo con i rettori delle università, affinché non siano utilizzate società private di sicurezza all'interno degli atenei specialmente in occasioni che più hanno a che fare con l'ordine pubblico che con compiti di vigilanza.
(4-02985)

Annuncio ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento.

  Con riferimento all'interrogazione a risposta scritta Della Vedova n. 4-02587, pubblicata nell'allegato B al resoconto della seduta del 3 aprile 2024, il Governo, con lettere dell'8 maggio 2024 e dell'11 giugno 2024, ha dichiarato di non poter rispondere, ai sensi dell'articolo 131, comma 1, del Regolamento, a tale interrogazione, indicandone il motivo.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Torto n. 4-00618 del 10 marzo 2023;

   interrogazione risposta in Commissione Gianassi n. 5-00965 dell'8 giugno 2023.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Manzi e altri n. 5-01926 del 30 gennaio 2024 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02980;

   interrogazione a risposta in commissione Furfaro n. 5-01956 del 5 febbraio 2024 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02981;

   interrogazione a risposta in Commissione Manzi e altri n. 5-02286 del 18 aprile 2024 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02979.