Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 21 giugno 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il 6 marzo 2024 il Governo venezuelano ha annunciato che le elezioni presidenziali si terranno il 28 luglio 2024, dando all'opposizione quattro giorni per registrare i propri candidati e agli elettori meno di un mese per registrarsi al voto. La scelta della data non è casuale: si tratta, infatti, del giorno di nascita di Hugo Chávez, fondatore del partito socialista al potere da 25 anni;

    saranno circa 21.3 milioni i cittadini chiamati alle urne, di cui poco più di 69 mila potranno votare dall'estero, un dato, quest'ultimo, assai esiguo, a fronte dei tanti venezuelani che hanno lasciato il Paese negli ultimi anni (non meno di sei milioni secondo alcune stime di organismi internazionali) soprattutto a causa della crisi economica e sociale che attraversa il Paese;

    l'opposizione non ha potuto registrare la candidata individuata attraverso elezioni primarie, Machado Maria Corina, a causa di una sentenza della Corte suprema venezuelana del gennaio 2024 che ha confermato una precedente sentenza del giugno 2023 che le vietava di candidarsi per 15 anni a causa di presunte frodi e violazioni fiscali. Il Consiglio nazionale elettorale venezuelano (Cne) ha inoltre vietato ad alcuni partiti di presentare candidati alle presidenziali;

    data l'impossibilità di candidarsi, Machado ha inizialmente appoggiato Corina Yoris, una professoressa di filosofia, a cui, tuttavia, è stato impedito di registrarsi come candidata della «Mesa de la Unidad Democrática» a causa di un presunto errore nel sito web dell'autorità elettorale;

    17 aprile 2024 si è tenuta la prima riunione tra Maria Corina Machado, Manuel Rosales, governatore dello Stato di Zulia, oppositore di Maduro e candidato, e la Piattaforma di unità democratica (Pud), la coalizione dei principali partiti di opposizione per individuare una candidatura unitaria;

    il 20 aprile 2024 la Piattaforma di unità democratica ha indicato Edmundo González Urrutia quale candidato unico dell'opposizione. La competizione elettorale è, quindi, sostanzialmente ristretta a due candidati: da un lato, il Capo dello Stato uscente, Nicolas Maduro, e, dall'altro, il 74enne Edmundo González Urrutia;

    fra le forze dell'opposizione è diffusa la preoccupazione che il Governo venezuelano stia creando condizioni elettorali non conformi agli standard democratici, compresi quelli che si è impegnato a rispettare nell'Accordo di Barbados siglato tra il presidente Nicolas Maduro e la principale alleanza di opposizione del Venezuela, la Piattaforma di unità democratica, firmato il 17 ottobre 2023;

    l'Accordo di Barbados è stato il risultato di oltre due anni di negoziati guidati dalla Norvegia e comprendeva impegni relativi alla tempistica e allo svolgimento delle elezioni, all'accesso ai media durante la campagna, alla riforma del registro degli elettori del Paese e alla sicurezza dei candidati;

    il Governo Maduro ha violato diverse disposizioni chiave dell'accordo, mentre ne ha rispettate in minima parte altre. In particolare, mentre è stato rispettato l'impegno a fissare un calendario elettorale, sono però state imposte restrizioni all'opposizione politica e creati ostacoli alla sua piena partecipazione alle elezioni, compresi l'arresto di collaboratori della campagna elettorale dell'opposizione e di difensori dei diritti umani e l'espulsione di personale dell'ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) successivamente riammesso nel Paese il 23 aprile 2024;

    esponenti delle opposizioni continuano a denunciare interventi delle autorità venezuelane volti ad impedire il regolare svolgimento della campagna elettorale: dal blocco delle strade di accesso a luoghi dove sono previsti comizi, alla chiusura di due alberghi dove aveva alloggiato l'esponente dell'opposizione Machado, impegnata in altrettante tappe della campagna elettorale a sostegno di Urrutia, fino all'intervento preventivo del personale del Servizio Nazionale Integrato di Amministrazione Doganale e Fiscale (Seniat) che ha posto i sigilli a «El Recreo», l'albergo nella città La Victoria, in cui avrebbero dovuto alloggiare il candidato dell'opposizione e la Machado in vista di una manifestazione pubblica;

    il 26 marzo 2024 sei consiglieri della Machado si sono rifugiati nell'ambasciata argentina a Caracas a seguito della richiesta di arresto spiccata dalla Procura generale del Venezuela. Dopo lunghe trattative tra l'esecutivo del presidente argentino Javier Milei e quello del suo omologo venezuelano, Nicolas Maduro, al fine di consentire ai sei oppositori di lasciare il Paese, il Governo di Caracas ha negato ogni salvacondotto;

    il 15 aprile 2024 funzionari del Sebin, i servizi segreti venezuelani, hanno arrestato Carlos Julio Rojas, giornalista, attivista e difensore dei diritti umani con l'accusa di un suo presunto coinvolgimento in un attentato contro il presidente Maduro;

    il 2 maggio 2024 il procuratore generale, Tarek William Saab, ha annunciato l'emissione di nuovi ordini di cattura nei confronti di Leopoldo Lopez, leader del partito oppositore Voluntad Popular, e di Julio Borges, del partito Primero Justicia;

    dall'inizio del 2024 sono 37 gli attivisti dell'opposizione contrari al «chavismo» al potere detenuti arbitrariamente nelle carceri venezuelane. Il partito di Machado, «Vente Venezuela», sta continuando a denunciare la sparizione o l'arresto di attivisti, leader regionali del partito e giornalisti. Dei 37 oppositori detenuti, ha riportato Machado, sono 20 quelli direttamente legati all'organizzazione di Vente Venezuela, 14 sono agli arresti e sei sono sotto la protezione dell'ambasciata argentina;

    l'Organizzazione non governativa (Ong), Provea, ha documentato più di 43 mila casi di violazioni dei diritti – inclusi 1.652 casi di tortura e 7.309 di trattamenti crudeli o degradanti – negli 11 anni di potere di Maduro. Provea è stata recentemente dichiarata un'associazione «nemica del popolo» dal Governo venezuelano;

    il 21 maggio 2024 l'Assemblea nazionale venezuelana ha approvato in seconda discussione i primi nove dei trentasei articoli del progetto di «Legge di controllo, regolarizzazione, esecuzione e finanziamento delle organizzazioni sociali senza scopo di lucro», già approvato in prima discussione, nel gennaio 2023. Il seguito della discussione sul disegno di legge è stato quindi rinviato a una ulteriore sessione parlamentare;

    tale strumento giuridico, che presenta analogie con la legge russa sugli agenti stranieri, suscita fondati timori sia nella società civile venezuelana, sia nelle organizzazioni internazionali per i diritti umani, preoccupate che possa essere utilizzato per controllare, limitare, criminalizzare e potenzialmente chiudere le Ong che operano in Venezuela;

    sulle elezioni che, stando a diversi sondaggi, potrebbero – dopo undici anni – mettere fine alla presidenza Maduro, gravano le preoccupazioni di parte della comunità internazionale;

    il 9 e il 17 aprile rappresentanti dell'Unione Europea hanno incontrato a Caracas i membri della Commissione nazionale elettorale (Cne) per definire le condizioni per una partecipazione dell'Ue al processo elettorale in qualità di osservatore;

    dal 18 aprile gli Stati Uniti hanno reintrodotto le sanzioni petrolifere nei confronti del Venezuela a soli sei mesi dal loro allentamento, quando, ad ottobre 2023, l'amministrazione del Presidente Biden aveva concesso l'esenzione dalle sanzioni sui settori petrolifero, del gas e minerario gestiti dallo Stato in cambio di elezioni libere e democratiche;

    il 13 maggio 2024 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato la decisione (PESC) 2024/1339 che modifica la decisione (PESC) 2017/2074, concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Venezuela che prevede, da un lato, la rimozione delle sanzioni al presidente della Commissione nazionale elettorale, Elvis Amoroso, e a ulteriori tre ex membri dell'organismo (Socorro Hernandez, Xavier Moreno e Leonardo Morales) e, dall'altro, il mantenimento di quelle contro altri funzionari del Governo di Maduro, pur accorciandone la durata al 10 gennaio 2025, data prevista per l'insediamento del nuovo presidente;

    la decisione dell'Unione europea è stata aspramente criticata dal Ministro degli Esteri di Caracas, Ivan Gil, che ha definito tali sanzioni illegali e illegittime e il 28 maggio 2024 la Commissione nazionale elettorale ha ritirato l'invito fatto all'Unione europea per inviare una missione di osservatori per le elezioni presidenziali. Una scelta motivata dal presunto atteggiamento «colonialista» e «arrogante» dell'Unione europea accusata di aver rimosso le sanzioni solo ad alcuni funzionari del Paese, rimanendo responsabile della «sofferenza» dell'intero popolo venezuelano;

    l'Unione europea si è rammarica profondamente della decisione «unilaterale» adottata dalla Commissione nazionale elettorale sottolineando come «il popolo venezuelano dovrebbe poter eleggere il suo presidente con elezioni credibili, trasparenti e competitive, accompagnate da osservatori internazionali compresi quelli dell'Unione europea, che hanno una lunga e riconosciuta storia di missioni indipendenti e imparziali». La nota si concludeva ricordando che l'accordo delle Barbados «stabiliva specificamente che la Unione europea sarebbe stata invitata a osservare le elezioni» e rivolgendo un appello alla Commissione nazionale elettorale a riconsiderare la sua decisione;

    per la leader dell'opposizione, Machado, per il candidato presidente Urrutia e per il segretario esecutivo della Piattaforma di unità democratica, la decisione della Commissione nazionale elettorale costituisce un ulteriore prova dei tentativi del presidente Maduro di impedire il libero esercizio del voto alle prossime presidenziali; auspicavano, tuttavia, un ripensamento sulla decisione presa;

    anche il Governo italiano, per voce del Vicepremier e Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha espresso preoccupazione per la decisione del Venezuela di ritirare l'invito all'Unione europea, ribadendo l'impegno dell'Italia per il diritto del popolo venezuelano a elezioni libere, credibili, trasparenti e competitive;

    il 31 maggio 2024 il Ministro degli Esteri venezuelano, Yván Gil, ha nuovamente respinto l'ipotesi di annullare la revoca dell'invito all'Unione europea di mandare una Missione di osservazione elettorale in vista delle prossime elezioni presidenziali;

   il documento dei leader a conclusione del vertice del G7, tenutosi a Borgo Egnazia, nel comune di Fasano in Puglia, dal 13 al 15 giugno 2024 ha sottolineato la profonda preoccupazione per il perdurare della crisi politica, economica e umanitaria in Venezuela e per la mancanza di progressi nell'attuazione dell'Accordo di Barbados, per quanto riguarda i diritti dell'opposizione all'interno del processo elettorale; ha, inoltre, deplorato la decisione del Governo venezuelano di ritirare l'invito per una missione di osservazione elettorale dell'Unione europea;

    il Governo e Parlamento italiani stanno seguendo con grande attenzione l'evolversi della campagna elettorale in Venezuela: il Ministro degli esteri, Antonio Tajani, ha ripetutamente auspicato il rispetto delle norme democratiche e il riconoscimento dei diritti di tutte le parti in gioco; il Senato della Repubblica il 17 aprile 2024 ha approvato, all'unanimità, la risoluzione Doc. XXIV n. 16, mentre la III Commissione Affari Esteri e comunitari della Camera dei deputati in data 14 maggio 2024 ha approvato la risoluzione 8-00057,

impegna il Governo:

1) alla luce dei più recenti accadimenti e anche in ragione della presidenza di turno del G7, a mettere in atto tutte le iniziative utili a far sì che il Governo venezuelano dia piena attuazione all'Accordo di Barbados, garantendo che le prossime elezioni del 28 luglio 2024 siano competitive, inclusive e che contemplino missioni internazionali di osservazione elettorale complete e credibili;

2) a richiamare le autorità di Caracas sulla necessità di rilasciare i prigionieri politici e di far cessare ogni azione volta ad ostacolare il corretto svolgimento dell'ultima fase della campagna elettorale e a consentire una reale partecipazione democratica alle elezioni;

3) ad intraprendere, congiuntamente alla Commissione europea, ogni iniziativa utile a livello diplomatico affinché possa essere consentita, anche in extremis una presenza di osservatori dell'Unione europea per assistere alle fasi finali della campagna elettorale, alle operazioni di voto, di scrutinio e di proclamazione dei risultati;

4) ad assumere iniziative di competenza volte a vigilare affinché ai cittadini venezuelani residenti in Italia sia consentito di esercitare liberamente il proprio diritto di voto in occasione delle prossime elezioni;

5) a continuare nella preziosa opera di supporto – svolta dalle nostre rappresentanze diplomatiche in loco – a tutela della comunità italiana in Venezuela e delle aziende italiane tuttora operanti in quel Paese.
(1-00298) «Deborah Bergamini, Orsini, Rossello, Bagnasco, Battilocchio, Cattaneo, Marrocco».

Risoluzioni in Commissione:


   La VIII Commissione,

   premesso che:

    la legge 21 giugno 2022, n. 78, recante «Delega al Governo in materia di contratti pubblici», prevede, al comma 4 dell'articolo 1 che entro due anni dalla data di entrata in vigore del decreto o dei decreti attuativi della legge, il Governo può apportare a essi le correzioni e integrazioni che l'applicazione pratica renda necessarie o opportune, con la stessa procedura e nel rispetto dei medesimi princìpi e criteri direttivi;

    taluni profili critici e incongruenze emersi in sede di esame dello schema di decreto legislativo del 31 marzo 2023, n. 36, recante «Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78», sono stati confermati nel testo finale applicativa, richiedendo interventi di modifica già all'indomani dell'entrata in vigore del citato decreto legislativo e prefigurando l'importanza di un'azione costante di monitoraggio e valutazione dell'impatto della disciplina complessiva del Codice al fine di prevedere ulteriori interventi correttivi o di chiarimento, con particolare riferimento alle seguenti disposizioni:

    all'articolo 28 «Trasparenza dei contratti pubblici», sarebbe opportuno estendere l'ambito di applicazione della disciplina in materia di trasparenza a tutte le procedure di affidamento di contratti pubblici, comprese quelle che prevedono l'affidamento diretto a società in house secondo il principio di auto-organizzazione amministrativa previsto dall'articolo 7;

    all'articolo 44 «Appalto integrato», con riferimento ai presupposti legittimanti il ricorso all'appalto integrato, al fine di evitare un uso improprio di tale istituto e di dare più compiuta attuazione alla legge delega, appare opportuno riproporre la disposizione previgente del Codice che condizionava l'esercizio di tale facoltà alla prevalenza dell'elemento tecnologico o innovativo delle opere da eseguire rispetto all'importo complessivo dei lavori;

    all'articolo 50 «Procedure per l'affidamento», con riferimento alla procedura per l'affidamento diretto e alla procedura negoziata senza bando, tenuto conto delle implicazioni pregiudizievoli di tale disposizione sulla concorrenza, sulla prevenzione delle condotte illecite e sulla finalità di risparmio della spesa, appare opportuno prevedere un ridimensionamento delle soglie che esentano la stazione appaltante dal confronto con la concorrenza, nonché l'introduzione dell'obbligo di pubblicazione sul sito della stazione appaltante degli atti relativi alla determina a contrarre e della scelta dell'affidatario, adeguatamente motivati, anche al fine di garantire l'efficacia dei controlli sull'operato della pubblica amministrazione. Si ritiene altresì opportuno estendere in modo generalizzato la possibilità per la stazione appaltante di ricorrere, anche per gli appalti sotto soglia, alla procedura ordinaria in luogo della procedura negoziata, qualora tale soluzione appaia la più idonea rispetto alle caratteristiche del mercato di riferimento;

    all'articolo 57 «Clausole sociali del bando di gara e degli avvisi e criteri di sostenibilità energetica e ambientale», con riferimento alla disciplina degli acquisti verdi, sarebbe opportuno ripristinare la espressa previsione di compiti di monitoraggio in capo all'Anac sull'applicazione dei criteri ambientali minimi e il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Piano d'azione per la sostenibilità dei consumi nel settore della pubblica amministrazione;

    all'articolo 60 «Revisione dei prezzi», sarebbe opportuno, al fine di rendere più stringente l'applicazione della relativa disciplina, prevedere che le clausole di revisione dei prezzi si attivino esclusivamente al verificarsi di particolari condizioni di natura oggettiva, non prevedibili al momento della formulazione dell'offerta, e comunque sulla base di metodi verificabili attraverso dati statistici, includendo anche il costo derivante dal rinnovo dei Ccnl nazionali sottoscritti dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale;

    all'articolo 95 «Cause di esclusione non automatica», con riferimento alla disposizione di cui al comma 1, lettera a), sarebbe opportuno ricomprendere le cause di esclusione relative alle gravi infrazioni alle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, nonché agli obblighi in materia ambientale, sociale e del lavoro, nell'ambito delle cause di esclusione automatica, al fine di sottrarle alla valutazione discrezionale da parte della stazione appaltante;

    all'articolo 119 «Subappalto», con riferimento al comma 17 che introduce l'istituto del cosiddetto subappalto a cascata, appare necessario dare soluzione alle difficoltà applicative derivanti dall'ampia discrezionalità che residua in capo alla stazione appaltante nell'individuazione delle prestazioni escluse, in mancanza di una chiara disciplina operativa che permetta di individuare i procedimenti da seguire per autorizzare e per monitorare le esecuzioni affidate in subappalto, con il rischio di accrescere il ricorso a subappalti non autorizzati;

    all'articolo 120 «Modifica dei contratti in corso di esecuzione», in applicazione del principio di conservazione dell'equilibrio contrattuale, sarebbe opportuno circostanziare i casi nei quali è consentito attivare l'istituto del «quinto d'obbligo» di cui al comma 9, a tal fine escludendo espressamente la possibilità di ricorrere a tale istituto per rimediare a errori originari compiuti dalla stazione appaltante ovvero per eludere gli obblighi discendenti dal rispetto delle procedure a evidenza pubblica attraverso un artificioso frazionamento del contenuto delle prestazioni;

    all'articolo 186 «Affidamenti dei concessionari», appare opportuno innalzare, per i concessionari autostradali, rispettivamente al 60 e 80 per cento, la quota di esternalizzazione, al fine di dare seguito al monito della Corte costituzionale, di cui alla sentenza n. 218 del 2021, di non prevedere obblighi troppo stringenti e, al contempo, di garantire un'apertura al mercato in linea con i principi eurounitari,

impegna il Governo:

ad adottare, ai sensi del comma 4 dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, un decreto legislativo correttivo del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, valutando la possibilità di inserirvi le seguenti modificazioni:

  1) prevedere espressamente che gli obblighi di pubblicazione e trasparenza dei contratti pubblici siano riferiti anche agli affidamenti in house;

  2) prevedere che il ricorso all'appalto integrato sia legittimato in ragione del prevalente contenuto tecnologico dei lavori da eseguire;

  3) prevedere l'obbligo di pubblicazione sul sito della stazione appaltante di tutti gli atti prodromici alle procedure di affidamento di cui all'articolo 17 del Codice, dando conto delle relative motivazioni, al fine di contemperare l'ampliamento della discrezionalità dell'amministrazione nella scelta dei contraenti con una maggiore trasparenza delle procedure. Si valuti altresì di estendere la possibilità per la stazione appaltante di ricorrere alle procedure ordinarie di scelta del contraente, di cui alla Parte IV del Libro II, in luogo della procedura negoziata, anche per importi inferiori alle soglie europee;

  4) ripristinare i compiti di monitoraggio dell'Anac sull'applicazione dei criteri ambientali minimi e il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Piano d'azione per la sostenibilità dei consumi nel settore della pubblica amministrazione;

  5) prevedere che le clausole di revisione dei prezzi si attivino esclusivamente al verificarsi di particolari condizioni di natura oggettiva, non prevedibili al momento della formulazione dell'offerta, sulla base di indici sintetici delle variazioni dei prezzi relativi ai contratti di lavori, servizi e forniture, definiti dall'Istat unitamente all'indicazione dell'ambito temporale di riferimento e del metodo di rilevazione delle variazioni, e che includano il costo derivante dal rinnovo dei Ccnl nazionali sottoscritti dalle associazioni dei datori e dei prestatori, di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale;

  6) inserire la fattispecie di cui all'articolo 95, comma 1, lettera a) tra le cause di esclusione automatica;

  7) riconsiderare l'istituto del subappalto a cascata introducendo limiti alla possibilità di subappaltare le prestazioni affidate in subappalto, e in particolare prevedere:

   a) inserire nella valutazione delle offerte criteri premiali legati all'impegno dell'operatore economico di esecuzione diretta delle prestazioni;

   b) estendere gli obblighi e i divieti previsti nei rapporti tra contraente principale e subappaltatore (comunicazione preventiva dei nominativi dei subappaltatori, divieto di ribassare i costi della sicurezza e della manodopera, regime della responsabilità solidale, subappalto nei limiti della prevalente esecuzione della prestazione), anche ai rapporti tra subaffidatari e subappaltatori;

   c) introdurre limiti al subappalto anche per gli operatori iscritti in white list o nell'anagrafe antimafia degli esecutori e di richiedere al subappaltatore una cauzione definitiva per le opere di sua competenza, ovvero che la cauzione stipulata dall'appaltatore abbia come contraente anche il subappaltatore;

   d) incrementare i controlli da parte della stazione appaltante sia in fase di autorizzazione, in particolare verificando l'idoneità dei subappaltatori, che in corso di esecuzione.

  8) limitare la portata derogatoria dell'istituto del «quinto d'obbligo» affinché sia effettivamente attivabile solo in caso di circostanze imprevedibili e sopravvenute nel corso dell'esecuzione del contratto;

  9) prevedere che i concessionari autostradali affidino mediante procedura a evidenza pubblica una quota tra il 60 per cento e l'80 per cento dei contratti di lavori stabilita convenzionalmente.
(7-00234) «Santillo, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino».


   La X Commissione,

   premesso che:

    la legge 4 agosto 2017, n. 124 (cosiddetta «Legge concorrenza 2017»), nel prevedere la cessazione del servizio di maggior tutela del mercato domestico dell'energia elettrica, ha affidato all'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente il compito di adottare disposizioni per assicurare «un servizio a tutele graduali per i clienti finali senza fornitore di energia elettrica», nonché specifiche misure per prevenire ingiustificati aumenti di prezzo e alterazioni delle condizioni di fornitura, a tutela dei clienti finali;

    la delibera ARERA 362/2023, così come modificata dalla delibera 600 del 2023 prevede che, dal 1° luglio 2024 il servizio di maggior tutela (Smt), le cui condizioni contrattuali ed economiche sono regolate e stabilite dall'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), non sarà più disponibile per i clienti domestici non vulnerabili;

    per coloro che non scelgono un operatore sul libero mercato, l'utenza verrà servita per tre anni attraverso il servizio a tutele graduali (Stg), che prevede la definizione del prezzo dell'energia da parte di Arera ogni tre mesi in base all'andamento del Pun (Prezzo unico nazionale) ai sensi del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 210, articolo 11;

    Arera ha informato che le aste competitive per l'assegnazione del servizio a tutele graduali nelle 26 zone in cui è stata suddivisa l'Italia sono state particolarmente favorevoli per i consumatori; per questi il passaggio al 1° luglio 2024 dalla maggior tutela al servizio a tutele graduali comporterebbe dunque, alle attuali condizioni, un risparmio complessivo per ogni punto di prelievo di almeno 131 euro all'anno, in relazione alla componente di commercializzazione. Ipotizzando una famiglia tipo con una spesa annua media di circa 700 euro si tratta del 20 per cento della bolletta;

    chi attualmente è nel servizio di maggior tutela, dal 1° luglio 2024 transita automaticamente nel servizio a tutele graduali per tre anni beneficiando del risparmio sopra indicato;

    gli utenti che sono già passati al mercato libero dell'energia elettrica possono rientrare, entro il 30 giugno 2024, nel mercato tutelato così come prevede la normativa vigente;

    i soggetti vulnerabili restano anche dopo il 1° luglio nel servizio di maggior tutela; per chi è già transitato nel libero mercato, l'opzione di rientro nel servizio di maggior tutela non ha scadenza;

    si definiscono soggetti vulnerabili coloro che:

     hanno un'età superiore a 75 anni;

     si trovano in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio, percettori di bonus). Nel 2024 il bonus elettricità (comprensivo della componente straordinaria prevista dal Legislatore per il primo trimestre) va da 218 euro (ISEE euro 15.000, famiglia con 2 componenti) a 315 euro (ISEE 30.000 euro con almeno 4 figli a carico);

     presso l'utenza viene utilizzata un'apparecchiatura medicale salvavita alimentata da energia elettrica;

     sono soggetti con disabilità ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 104 del 1992;

     hanno un'utenza a servizio di una abitazione di emergenza a seguito di eventi calamitosi;

     hanno un'utenza in un'isola minore non interconnessa;

    a seguito delle favorevoli condizioni contrattuali emerse delle aste per la clientela domestica non vulnerabile, per il prossimo triennio i prezzi per i soggetti vulnerabili suddetti saranno più alti di quelli dei clienti che transiteranno dal 1° luglio 2024 nel servizio a tutele graduali, se non sono beneficiari del bonus elettricità (comprensivo della componente straordinaria prevista dal legislatore per il primo trimestre) che va da 218 euro (per una famiglia con 2 componenti) a 315 euro (per famiglie con più di 4 componenti);

    per una questione di equità sociale è opportuno che Arera provveda entro tempi brevi all'azzeramento della componente fissa PCV (a copertura dei costi di commercializzazione) applicata in bolletta ai clienti della maggior tutela: questi infatti sono stati assegnati agli operatori del libero mercato tramite asta competitiva senza aver sopportato i costi commerciali di acquisizione diretta, equiparando così i prezzi pagati dai clienti vulnerabili ai prezzi dei cittadini che transiteranno nel servizio a tutele graduali;

    la Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati nel secondo semestre 2023 ha effettuato un importante ciclo di audizioni sull'andamento dei prezzi elettricità e gas, oltre che su provvedimenti di legge a tema energia;

    essendo il tema particolarmente sensibile e attuale, negli ultimi mesi l'Ufficio di Presidenza della Commissione ha avviato un ulteriore serie di audizioni per acquisire informazioni e proposte da parte degli organi Istituzionali competenti sul tema e dalle associazioni dei consumatori sulla situazione del mercato dell'energia elettrica e su possibili criticità. Nello specifico sono stati auditi il 6 marzo e il 20 marzo 2024 l'onorevole Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il 5 marzo, il 27 marzo ed il 24 aprile 2024 il dottor Stefano Besseghini presidente di Arera, il 28 maggio 2024 il dottor Roberto Rustichelli Presidente AGCM;

    il 9 maggio 2024 sono state ascoltate le associazioni dei consumatori;

    Arera ha comunicato in sede di audizione che la spesa stimata per l'elettricità nel 2024 per i clienti del mercato libero è di circa 38 centesimi di euro al kilowattora, mentre per i clienti del servizio di maggior tutela è sui 33 centesimi di euro al kilowattora;

    i prezzi sul mercato libero continuano quindi a essere meno convenienti dei prezzi del mercato tutelato;

    considerati gli impatti della crisi energetica determinata dai recenti fattori geopolitici e la conseguente necessità di sostenere i consumatori rispetto all'incertezza ed estrema volatilità dei prezzi del mercato energetico, è necessario che la fine del mercato tutelato sia accompagnata dalla piena consapevolezza da parte dei clienti domestici, con regole certe e garanzia del giusto prezzo, considerata altresì la necessità di individuare misure dirette ad assicurare un'efficace tutela dei clienti vulnerabili, pur non essendo questi ultimi direttamente interessati alla fine del servizio;

    in questi mesi le associazioni dei consumatori e singoli cittadini a più riprese hanno evidenziato difficoltà informative e pratiche sulle bollette elettriche, in buona parte per il rientro dal mercato libero al servizio di maggior tutela;

    su questo tema, come in generale sui costi applicati in bolletta, è emerso che i cittadini non riescono ancora a ottenere in modo semplice le corrette informazioni per effettuare una scelta consapevole;

    continua a essere eccessivamente pressante l'attività dei call center, con una politica commerciale particolarmente aggressiva, fornendo informazioni ai cittadini non sempre adeguate e precise, addirittura gli stessi stanno chiamando anche i clienti vulnerabili, per i quali il servizio di maggior tutela non termina il 1° luglio 2024;

    le criticità suddette sono state evidenziate dalle associazioni di consumatori audite in Commissione, in particolare enfatizzando le difficoltà pratiche anche di semplice invio dei modulo di cambio operatore, in particolare di ritorno dal mercato libero al servizio di maggior tutela;

    solo dopo l'intenso lavoro in Commissione si è ottenuto che Arera inserisse un link sulla home page del proprio sito con le informazioni di base tramite il quale si può finalmente effettuare la ricerca per comune al fine di trovare l'operatore elettrico a cui fare richiesta per ritornare al servizio di maggior tutela;

    mancano ancora le FAQ e un monitoraggio sul corretto comportamento degli operatori;

    le utenza elettriche domestiche in Italia sono circa 30 milioni di cui il 74 per cento nel mercato libero ed il 26 per cento ancora nel servizio di maggior tutela; di queste, 4,5 milioni si riferiscono a soggetti vulnerabili, è quindi enorme il numero dei soggetti interessati a questo cambiamento epocale, che incide direttamente sulle tasche degli Italiani;

    dall'indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale condotta in Commissione attività produttive è emerso che solo il 46 per cento degli Italiani da 16 a 74 anni ha una minima dimestichezza con il computer e il digitale; è necessario attivare tempestivamente le opportune iniziative per fornire adeguata informazione a tali soggetti e aiutare l'eventuale rientro dal mercato libero al tutelato entro il 30 giugno per chi non ha dimestichezza con il computer;

    la campagna informativa appena avviata potrebbe essere di ausilio, pur essendo i tempi rimasti eccessivamente stretti, senza considerare che dal 10 maggio al 9 giugno 2024 si era nel periodo di par condicio elettorale, che limita per legge ogni attività di comunicazione. Tra l'altro, fra le opzioni disponibili, non sembra che si faccia riferimento alla possibilità di rientrare al servizio di maggior tutela;

    va considerato l'ordine del giorno in Assemblea n. 9/01437-A/061 presentato dal gruppo Lega (Bagnai e altri), accolto favorevolmente dal Governo nella seduta del 14 novembre 2023,

impegna il Governo:

   ad attivare ogni iniziativa di competenza, di carattere normativo o regolamentare, volta a:

    a) prorogare il termine di rientro nel mercato tutelato fino al 31 dicembre 2024;

    b) prevedere la facoltà per chi si trova nel mercato libero di aderire comunque al mercato a tutele graduali, durante il triennio 2024-2027;

    c) attivare un attento e permanente monitoraggio delle offerte sul mercato libero, al fine di individuare proposte eccessivamente anomale, apparentemente convenienti, bloccandole tempestivamente e sanzionando l'operatore;

    d) proseguire con la più ampia campagna di informazione, e in relazione alla possibilità per i cittadini di ritorno al mercato tutelato o di scelta di un'offerta del mercato libero o, con specifica indicazione delle scadenze, dei tempi, delle modalità di passaggio e delle caratteristiche di prezzo;

   ad adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo volte a promuovere:

    a) l'attivazione presso lo sportello del consumatore di un numero telefonico dedicato al quale possano rivolgersi coloro che vogliono rientrare nel mercato tutelato in modo semplice, comunicando solo i dati anagrafici e il codice utente;

    b) la predisposizione di un modulo di adesione per il ritorno al servizio di maggior tutela valido per tutti gli operatori del mercato energetico, mettendolo a disposizione dei cittadini in maniera chiara e facilmente accessibile nel proprio sito internet, nel portale offerte e nel portale dei singoli operatori esercenti il servizio di maggior tutela, corredato delle istruzioni di base per garantire agli utenti una scelta consapevole;

    c) la previsione in tempi brevi dell'azzeramento della componente fissa PCV applicata in bolletta ai clienti della maggior tutela.
(7-00233) «Gusmeroli, Bagnai, Andreuzza, Barabotti, Di Mattina, Toccalini».

ATTI DI CONTROLLO

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   VACCARI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   alcuni organi di stampa hanno riportato la notizia che Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) ha finanziato diverse campagne di comunicazione sportive;

   dalle ricostruzioni della vicenda apparse sulla stampa emerge che Ismea ha assegnato alla Figc 250 mila euro con affidamento diretto per una campagna di comunicazione istituzionale promossa dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste volta alla diffusione, all'educazione ed alla consapevolezza dell'utilizzo dei prodotti Dop e Igp nell'alimentazione degli italiani e nelle diete sportive;

   il 6 maggio 2024 Ismea ha rinnovato una vecchia convenzione con Sport e Salute S.p.A. e tre giorni dopo ha firmato un accordo attuativo, per un costo di 300 mila euro, per una campagna di informazione avente l'obiettivo di «esaltare il legame tra sport, sana alimentazione, primati agonistici e tipicità alimentari promuovendo eccellenze dell'agroalimentare italiano»;

   il 25 gennaio 2024 Ismea ha firmato un accordo con la federazione Rugby in vista del Sei Nazioni erogando un contributo di 113 mila euro per uno spot di 30 secondi, che magnifica l'energia fornita dalle noci e i pistacchi made in Italy;

   alla fine di settembre 2023 il Ministero dell'agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste – sempre tramite Ismea – ha staccato un assegno da 100 mila euro a favore della Federazione Italiana Golf, per sponsorizzare la frutta a guscio italiana, in occasione della Ryder Cup, giocata per la prima volta in Italia;

   cifre ben più significative sono state assegnate tramite Ismea e tramite il Ministero dell'agricoltura direttamente per il Giro d'Italia e a favore della società che lo organizza la Rcs Sporyt & events: 327 mila euro attraverso Ismea per la «campagna di comunicazione di prodotti Igp e Dop» oltre a due affidamenti da 138 mila euro per la partecipazione alla dodicesima tappa del Giro;

   nel 2023 il Ministero dell'agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste ha liquidato a Veronafiere, la società che gestisce il centro congressi dove è ospitato il Vinitaly, una fattura da 317 mila euro, per la partecipazione all'evento;

   dal sito Fanpage si apprende che nel database degli appalti dell'Autorità nazionale anticorruzione, risulta una procedura negoziata, per l'area espositiva del Ministero al Vinitaly 2024, con base d'asta da 405 mila euro oltre ad un affidamento diretto da 139 mila 450 euro a Veronafiere, per i servizi accessori del padiglione;

   innovazione tecnologica, transizione ecologica, internazionalizzazione, sono le parole chiave che stanno guidando lo sviluppo dell'agroalimentare italiano, per rispondere alle sfide del nostro tempo e rafforzare la competitività del made in Italy all'estero;

   Ismea, da statuto, non ha alcuna competenza specifica in fatto di marketing e comunicazione. Trattandosi di un ente pubblico economico, Ismea è un soggetto autonomo, vigilato ma non controllato dal Ministero dell'agricoltura, al quale il Ministero non potrebbe versare direttamente, da quanto denunciato dagli articoli di stampa, risorse da gestire –:

   se il Ministro interrogato non intenda fare chiarezza sulle modalità di erogazione dei fondi pubblici destinati per diverse sponsorizzazioni sportive da parte di Ismea e se non ritenga che tali erogazioni rischiano di sottrarre risorse a sostegno dello sviluppo di progetti di innovazione finalizzati all'incremento della produttività nei settori dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura.
(5-02511)


   VACCARI, FORATTINI, MARINO, ANDREA ROSSI e EVI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'Organizzazione mondiale della Sanità in un report presentato pochi giorni fa, il 12 giugno 2024, dal titolo «Commercial determinants of noncommunicable diseases in the WHO European Region» ribadisce che «le ricerche sponsorizzate dalle aziende alimentari danno quasi invariabilmente risultati favorevoli allo sponsor anche quando ricerche finanziate in modo indipendente dimostrano il contrario»;

   il rapporto dell'OMS illustra chiaramente come specifiche e potenti industrie siano alla base di malattie e mortalità prematura in Europa e in Asia centrale, anche interferendo e influenzando gli sforzi di prevenzione e controllo delle malattie non trasmissibili (MNT), come le malattie cardiovascolari, i tumori e il diabete, e dei loro fattori di rischio, tra cui il tabacco, l'alcol, le diete non salutari e l'obesità;

   il rapporto invita i governi a implementare meccanismi per identificare i conflitti di interesse e proteggere le politiche pubbliche dalle interferenze dell'industria;

   sempre secondo l'Oms sono quattro i «Big» che causano la mortalità tra i cittadini. Tabacco, alimenti ultra-processati, combustibili fossili e alcol causano 19 milioni di morti all'anno a livello globale, ovvero il 34 per cento di tutti i decessi. Nella sola regione europea, queste industrie sono responsabili, in tutto o in parte, di 2,7 milioni di morti all'anno. Il rapporto spiega come il consolidamento di questi settori industriali e di altri, in un piccolo numero di potenti corporazioni transnazionali, abbia permesso loro di esercitare un potere significativo sui contesti politici e legali in cui operano e di ostacolare le normative di interesse pubblico che potrebbero incidere sui loro margini di profitto;

   il Gruppo di Lavoro Clan coordinato da Emanuele Marconi, direttore del CREA Alimenti e Nutrizione ha recentemente redatto un documento denominato «Ultraprocessed Food pro & cons»;

   tra le azioni da intraprendere si legge all'interno del Position Paper: «si sollecitano gli stakeholder italiani (Masaf, MinSalute, Mimit, Mur, Crea, Iss) ed europei (Commissione Ue, Efsa, le Dg Ue e il Jrc) e internazionali (Fao e Oms) a non utilizzare o riconsiderare criticamente l'attuale classificazione e terminologia “alimenti ultraprocessati” nella predisposizione delle politiche per la salute pubblica, delle strategie per il sistema agroalimentare e nutrizionale italiano ed europeo»;

   il documento parte dal concetto di «supina accettazione della attuale classificazione degli alimenti cosiddetti ultraprocessati che assegna una percezione negativa al processo piuttosto che riconoscerne la capacità di soddisfare le necessità alimentari e nutrizionali della popolazione» che «può risultare molto perniciosa per la salute e il benessere dei consumatori, come la disaffezione verso la sicurezza degli alimenti»;

   come risulta dal verbale del Gruppo di Lavoro «Cibi ultra-processati» del 31 ottobre 2023 «la salute sta prendendo troppo il sopravvento su tematiche che non sono di sua competenza perché deve agire su chi ha delle patologie non sulla sana alimentazione o sulla produzione di alimenti o sulla trasformazione di alimenti deputata a figure professionali completamente diverse da quelli della salute [...] altrimenti si arriverà alla distruzione del sistema agroalimentare europeo e italiano». E poi «sull'alimentazione, sulla produzione e sul processo di trasformazione degli alimenti la salute non ha competenza perché è ignorante nella materia»;

   anche se in fase di studio i potenziali meccanismi alla base del rischio associato al consumo di cibi ultraprocessati risultano numerosi. Tuttavia, le osservazioni epidemiologiche oggi disponibili bastano a confermare che questi alimenti rappresentano una minaccia per la salute quando diventano la colonna portante dell'alimentazione quotidiana –:

   se i Ministri interrogati siano al corrente di quanto esposto in premessa e quali siano gli orientamenti in ordine al contenuto del documento redatto dal Gruppo di Lavoro su «Cibi ultra-processati» nell'ambito del Gruppo di coordinamento nazionale per la bioeconomia (GCNB) del Comitato nazionale per la biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della vita (CNBBSV).
(5-02514)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   IAIA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   a Manduria si sta consumando una vicenda che potrebbe arrecare nocumento ai cittadini residenti poiché è in atto il tentativo di ampliamento della discarica situata nella località «La Chianca», gestita da Manduriambiente. La richiesta mira a realizzare un ulteriore sopralzo necessario per ampliare la capacità di contenimento dei rifiuti tal quale sulla struttura sopraelevata già esistente, attualmente alta oltre otto metri, innalzandola ulteriormente. La richiesta è al vaglio della regione Puglia la quale, sulla base delle dichiarazioni dei propri esponenti istituzionali, appare incline alla realizzazione, nonostante le tante doglianze pubbliche espresse da rappresentanti di altre istituzioni nel corso delle audizioni svolte in regione per decidere;

   in sede di valutazione dell'impatto ambientale sul territorio e sui residenti, hanno espresso un parere negativo alla realizzazione le Asl di Bari e Taranto, Arpa e l'Ager Agenzia per il servizio di gestione dei rifiuti, nonché il comune interessato, anche perché a Manduria già insistono tre discariche per il trattamento dei rifiuti e l'aumento volumetrico richiesto per quella sita in contrada Chianca causerebbe criticità;

   attualmente, in sede di audizione nella regione Puglia, i rappresentanti delle istituzioni citate, hanno confermato il parere negativo precedentemente espresso, anche perché dai risultati di ulteriori approfondimenti realizzati, in precedenza non conclusi, emergono aspetti problematici, ad esempio per le emissioni odorifere ulteriormente prodotte;

   una delegazione composta dal sindaco; dal presidente del Consiglio comunale di Manduria e di alcuni consiglieri è stata audita in regione. I rappresentati hanno lasciato in deposito della documentazione in possesso della regione Puglia, dalla quale emergono testualmente numerosi problemi di ordine normativo, in particolare un vuoto normativo e un problema interpretativo della normativa vigente: «la coltivazione in sopraelevazione rispetto alle volumetrie di progetto originariamente approvate non risulta disciplinata dalla vigente normativa nazionale e dalla direttiva madre dalla quale discende. Dal punto di vista procedurale, inoltre, risulta necessario un chiarimento in merito alla questione interpretativa del sopralzo, ovvero se sia da intendersi come nuovo lotto di discarica, al quale devono essere applicate le prescrizioni tecniche indicate dal decreto legislativo n. 36 del 2003, come modificato dal decreto legislativo n. 121 del 2020 oppure no. In assenza di una interpretazione autentica del Mase (Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica) in proposito o di diversa valutazione da parte dell'amministrazione competente, si ritiene che il sopralzo della discarica preesistente, in quanto nuovo lotto, non sia rispondente al dettato normativo vigente che costituisce la Bat (Migliori tecnologie Disponibili) di settore, con conseguente valutazione negativa sia per la Via che per l'Aia»;

   l'area di Manduria, già satura di discariche a causa della presenza di ben tre impianti che servono un'ampia area regionale, in particolare i territori delle province di Taranto, Brindisi e Foggia. Nel caso in cui dovesse essere onerata dell'ulteriore incombenza, interromperebbe il cammino virtuoso intrapreso per il rispetto dell'ambiente e la capacità di ben tutelare le risorse ambientali presenti che hanno già rafforzato e che rafforzeranno in futuro lo sviluppo di un settore importante del turismo collegato allo sviluppo sostenibile;

   in particolare preoccupa la fragilità del corpo idrico già gravemente sollecitato dalla presenza di numerosi altri impianti nella zona;

   ad avviso dell'interrogante, considerando i pareri espressi dagli organi tecnici, a Manduria un aumento volumetrico ulteriore non appare sostenibile così come appare necessario un approfondimento sulla normativa di riferimento applicabile al caso di specie, utile a chiarire questo caso che diventerebbe il riferimento per le ammirazioni che devono attuare le norme di legge garantendo la certezza del diritto quindi una effettiva capacità di programmazione delle opere future da realizzare sui territori di tutta la nazione –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire la migliore tutela dell'ambiente, con particolare riferimento all'interpretazione autentica della normativa statale da attuare, e se necessario per colmare il vuoto normativo sopra evidenziato.
(5-02512)

DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:


   PENZA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   in data 25 maggio 2024 sul sito specializzato Infodifesa.it è stato pubblicato un articolo dal titolo «L'Arma dei Carabinieri ha davvero bisogno di un vice comandante?» sollevando numerosi quesiti sull'incarico del Vice comandante generale dell'Arma dei Carabinieri e sulla relativa speciale indennità pensionabile;

   da quanto emergerebbe dall'articolo di stampa, nel 2013 la Corte dei conti avrebbe limitato l'applicazione per il futuro della speciale indennità pensionabile per il Vice comandante generale dell'Arma, ritenendola non più compatibile con il codice dell'ordinamento militare del 2010, pur salvaguardando i diritti acquisiti di chi aveva avuto l'incarico prima di quella data;

   la struttura di vertice dell'Arma è composta da Comandante generale, Vice comandante generale, Capo di Stato Maggiore comando generale, Sottocapo di Stato Maggiore del comando generale, oltre a tutti generali capi reparto –:

   se l'indennità in questione venga ancora elargita nonostante la pronuncia della Corte dei conti e a quanto corrisponda la spesa annua della speciale indennità pensionabile e di quanto personale sia composto lo staff e la struttura che fa riferimento al Vice comandante;

   se si intenda abolire la figura del Vice comandante generale dell'Arma e della Guardia di Finanza, dal momento che in Esercito, Marina e Aeronautica non si prevede tale ruolo, le cui funzioni appaiono più formali e di rappresentanza che sostanziali ai fini dell'efficienza dell'Arma e delle Guardia di Finanza, con un potenziale risparmio di risorse da impiegare più proficuamente a favore del personale e i reparti del territorio.
(4-03015)


   PENZA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   sono attualmente in corso le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto difesa e sicurezza;

   a tale negoziazione per la prima volta partecipano le sigle sindacali militari;

   come più volte evidenziato dall'interrogante, si è sciolta la rappresentanza militare, nonostante ci siano fortissime carenze nell'applicazione della legge che riconosce i diritti sindacali ai militari. In merito, non è stato pubblicato il decreto ministeriale recante il cosiddetto «regolamento di attuazione» di cui alla legge n. 46 del 2022;

   non si hanno notizie di come si disciplineranno le attività di negoziazione dell'area dirigenziale di cui alla stessa legge;

   qualora un sindacato militare non dovesse firmare l'accordo non si sa se potrà partecipare alla contrattazione di secondo livello e con quali modalità o se sarà come per il resto del Comparto sicurezza;

   a fronte delle carenze succitate e altre, non si è provveduto ad attivare le camere di conciliazione dall'allora vigente articolo 18 della stessa legge, poi abrogato;

   il personale in navigazione nonché in teatri operativi non ha ancora un decreto che ne disciplini l'attività sindacale, venendosi a creare, con la cessazione delle funzioni del Consiglio centrale di rappresentanza, di fatto un vuoto rappresentativo –:

   se il Governo intenda sottoscrivere il contratto nei tempi più rapidi possibili per poter ristorare economicamente quanto prima il personale del comparto;

   qualora un sindacato militare non dovesse siglare l'accordo, se potrà comunque partecipare alla concertazione di secondo livello o se si intenderà estendere l'applicazione della norma per i sindacati delle Forze di Polizia ad ordinamento civile;

   per quale ragione non sia stata attivata la camera di conciliazione di cui all'allora vigente articolo 18;

   se per i decreti «correttivi» di cui all'articolo 16, comma 5, il Governo intenda dare ampia partecipazione a tutti i sindacati (rappresentativi e non) ascoltandoli e recependo le criticità che verranno evidenziate;

   qualora si attivi l'area negoziale per la contrattazione della dirigenza, se i dirigenti siano ricompresi nel numero totale della rappresentatività dei singoli sindacati, o se siano ricompresi ai fini del calcolo dei numeri a cui fare riferimento.
(4-03016)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro delle imprese e del made in Italy, per sapere – premesso che:

   la stampa ha reso noto che la Commissione europea avrebbe adottato, a livello tecnico, un primo orientamento positivo informale sull'operazione tra Ita e Lufthansa, vincolandola ad una serie di condizioni, in vista del responso formale che dovrebbe essere reso noto entro il 4 luglio 2024;

   in particolare, i rilievi riguarderebbero la tutela della concorrenza nello scalo di Milano-Linate, sui collegamenti verso l'Europa Centrale e verso il Nord America, con l'apertura delle rotte ai competitor;

   secondo la stampa, nella serata del 18 giugno 2024 è stata formalizzata la proposta inviata dal Mef e da Lufthansa per assolvere alle citate condizioni, attraverso la cessione di 17 coppie di slot (34 collegamenti tra andata e ritorno) alle compagnie rivali nello scalo di Milano-Linate, più l'apertura alla concorrenza di una decina di rotte in partenza da Fiumicino e Linate verso Germania, Belgio, Svizzera e Austria. Quanto ai collegamenti con Usa e Canada, in particolare con San Francisco, Washington, Chicago e Toronto, svolti dai partner del network di Lufthansa, oltre a congelare per due anni l'ingresso di Ita Airways nella joint venture con United e Air Canada, Lufthansa e Mef si sono impegnate a favorire accordi per garantire l'ingresso di nuovi competitor esterni a Star Alliance a tutela della concorrenza;

   questo passo risulta essere l'ultimo necessario prima della definitiva sigla dell'accordo, dopo che il 25 maggio 2023, Deutsche Lufthansa AG ha raggiunto un accordo – sottoposto al vaglio preliminare dell'Unione europea – con il Ministero dell'economia e delle finanze per l'acquisizione di una partecipazione di minoranza nella compagnia di bandiera italiana Ita Airways secondo il quale Lufthansa otterrà una partecipazione del 41 per cento in Ita per 325 milioni di euro, e le parti hanno concordato opzioni per consentire un eventuale acquisizione in un secondo momento, comunque oltre il 2025, delle restanti azioni da parte di Lufthansa, il cui prezzo sarà basato sullo sviluppo del business di Ita Airways;

   a parere dell'interpellante permangono rilevanti criticità che necessitano di chiarimenti, non essendo stati resi pubblici tutti i dettagli relativi all'accordo;

   la prima criticità riguarda il destino dei lavoratori e delle lavoratrici provenienti dall'ex Alitalia, in particolare di quelli attualmente non ricompresi tra le 4.000 unità di personale di Ita, in relazione ai quali sono stabiliti ammortizzatori sociali su base volontaria fino alla fine dell'anno; oltre ai contenziosi già in essere diretti al riconoscimento della cessione del ramo di azienda rispetto alle acquisizioni degli asset Alitalia da parte di Ita con il conseguente obbligo da parte di quest'ultima di assunzione di tutti i dipendenti Alitalia – rispetto ai quali il Governo era intervenuto con una norma interpretativa, inserita nel decreto-legge n. 131 del 2023 cosiddetto Energia, che escludeva la continuità fra le due aziende – il 18 giugno 2024 il Tribunale di Roma non solo ha ritenuta fondata la questione di legittimità costituzionale di questa norma interpretativa, ma ha sottolineato che il ricorso proposto sarebbe da ritenersi fondato;

   la seconda criticità riguarda il valore di mercato delle bande orarie assegnate a Ita, che per il solo aeroporto di Linate raggiungevano una stima ricompresa tra 700 e 800 milioni di euro, una stima di valore molto superiore all'impegno finanziario sostenuto da Lufthansa per la partecipazione al 41 per cento in Ita, e di conseguenza risulterebbe un enorme sottovalutazione complessiva del valore di Ita;

   altra criticità riguarda l'incertezza sul futuro ruolo degli aeroporti italiani, a partire da quello di Milano, ma anche le ricadute dell'accordo sulla mobilità per i passeggeri del trasporto aereo sul territorio nazionale, con particolare riguardo al territorio insulare e al correlato rispetto del principio di continuità territoriale, oltre alle ripercussioni sul flusso turistico;

   se i Ministri interpellati non ritengano di fornire elementi al Parlamento e all'opinione pubblica sul contenuto degli accordi raggiunti tra il Mef e Deutsche Lufthansa AG il 25 maggio 2023;

   quali garanzie siano state ottenute in sede di accordo sul reimpiego di tutti i lavoratori provenienti dall'ex Alitalia anche in considerazione dei contenziosi in corso e della possibilità della declaratoria di incostituzionalità della norma interpretativa contenuta nel decreto-legge n. 131 del 2023 diretta ad escludere la continuità aziendale tra Alitalia e Ita, nonché sulla crescita occupazionale e del fatturato e il miglioramento dell'offerta e dei servizi per i passeggeri;

   quali garanzie siano previste dall'accordo sulla continuità territoriale da e verso le Isole;

   quali ripercussioni siano previste sugli aeroporti di Milano, Linate e Malpensa, sul traffico passeggeri negli altri aeroporti nazionali nel medio e lungo periodo.
(2-00398) «Ghirra».

Interrogazione a risposta scritta:


   ONORI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 88 del 2013 di ratifica ed esecuzione della Convenzione tra Italia e San Marino per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito è entrata in vigore a luglio 2013, tuttavia permangono ormai da anni problematiche irrisolte in merito alla doppia imposizione fiscale, sollevate in particolar modo dalla categoria dei pensionati, ex lavoratori frontalieri;

   in base all'articolo 18, paragrafo 1, della recepita Convenzione, le pensioni e le altre remunerazioni analoghe pagate ad un residente di uno Stato contraente sono tassabili esclusivamente nel Paese di residenza del beneficiario, a condizione che il beneficiario di tali redditi sia assoggettato a imposizione nello Stato di cui è residente e conformemente alla legislazione di detto Stato. In caso contrario, detti redditi sono imponibili nello Stato dal quale provengono;

   al di là della normativa in vigore, permane una realtà di doppia tassazione che affligge da vicino alcune migliaia di pensionati ex frontalieri e le rispettive famiglie, come ad aprile 2024, evidenziato dalla delegazione del Comites San Marino in occasione dell'incontro con S.E. Colaceci, nuovo Ambasciatore d'Italia nella Repubblica di San Marino;

   il Comites San Marino ha sottolineato che «A parte le dichiarazioni di circostanza ancora non si vedono segnali reali di un'inversione di tendenza e nel frattempo metà della pensione se ne va in tasse»: c'è addirittura chi si vede trattenere il 21 per cento della pensione da San Marino e deve corrispondere all'Italia il 28 per cento, senza poter recuperare il credito di imposta;

   il problema di fondo è l'interpretazione della stessa norma e in particolare del concetto di «pensioni di sicurezza sociale». Nessuna convenzione bilaterale ne dà spiegazione, lasciando che venga interpretata da ciascuno Stato: per cui, a esempio, l'Agenzia delle Entrate di Rimini ritiene che per pensioni di sicurezza sociale debbano intendersi solo quelle erogate a soggetti privi di copertura previdenziale che versano in difficoltà economica e chiede pertanto che vengano corrisposte le imposte dovute –:

   se ritengano opportuno avviare, quanto prima e per quanto di competenza, un tavolo tecnico bilaterale ad hoc che possa risolvere con mutuo accordo tra gli Stati difficoltà o dubbi di interpretazione in ordine all'ambito della citata Convenzione contro le doppie imposizioni, così come previsto ai sensi della circolare applicativa emanata dalla Segreteria di Stato per le finanze e il bilancio della Repubblica di San Marino il 7 febbraio 2014.
(4-03011)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   BONELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   ancora una volta è il Presidente dell'Ordine degli avvocati di Roma a lanciare l'ennesimo allarme sulla carenza di organico della magistratura in servizio a Roma;

   «attualmente – spiega il Presidente Nesta – presso il Tribunale di Roma, ma la situazione riguarda anche altri uffici giudiziari del distretto del Lazio, la scopertura è di oltre il 18 per cento quanto ai magistrati togati e di circa il 50 per cento di quelli onorari. Quanto agli addetti all'Ufficio per il processo (attualmente, l'ordine Forense fornisce 13 unità lavorative per un costo complessivo a suo carico di circa euro 500.000,00 annui), rispetto ad una dotazione organica di 360, ne sono presenti meno di 260»;

   gli fa eco il presidente dell'Ordine degli avvocati di Latina Giovanni Maria Lauretti denunciando la grave situazione in cui versano gli uffici del Giudice di pace di Latina, Terracina e Fondi che, a breve, rischiano la soppressione, ovvero l'interruzione dell'attività giudiziaria, a causa della grave carenza dei giudici e del personale amministrativo attesa la delicatezza del momento e l'incidenza sociale ed economica delle problematiche da trattare che impongono scelte immediate, partecipate e condivise;

   il vero «buco nero» della giustizia romana però riguarda l'ufficio del Giudice di pace di Roma, che attualmente presenta una scopertura dell'organico di oltre il 70 per cento e dove, a seguito della modifica del rito, si è già accumulato un ritardo superiore ai 4 mesi soltanto per l'esame iniziale degli atti ai fini dell'iscrizione a ruolo dei procedimenti. Non va affatto meglio nel resto della regione;

   più volte l'avvocatura e la magistratura, anche congiuntamente, hanno segnalato al Ministro della giustizia tale intollerabile situazione, chiedendo interventi urgenti e finalizzati ad ovviare al problema, ma invano;

   nel frattempo, ad avviso dell'interrogante, la riforma Cartabia, in nome della produttività del sistema giudiziario ha posto in discussione princìpi fondamentali, quali il diritto di difesa indebolendo sia il ruolo degli avvocati sia i diritti dei cittadini;

   la modifica legislativa ha fatto sollevare un coro pressoché unanime di critiche da parte degli operatori, preoccupati dalla necessità di assimilare in un tempo eccessivamente ristretto i nuovi modelli procedimentali, che in non pochi casi presentano innovazioni di non poco conto rispetto a quelli in vigore prima della riforma. Il procedimento davanti al Giudice di pace è proprio uno di quelli maggiormente toccati dalle modifiche che, da un lato, hanno ampliato la competenza (nell'ottica di una progressiva estensione delle materie affidate alla cognizione del giudice onorario) dall'altro, hanno ridisegnato la procedura, plasmandola su quella del procedimento semplificato;

   nonostante le numerose richieste, i fondi del PNRR e gli impegni presi dal Ministero della giustizia, ancora non è stata predisposta nemmeno una piattaforma telematica: al momento ci sono sei canali di deposito e di consultazione diversi, afflitti da continue disfunzioni e in alcuni casi basati su programmi obsoleti e spesso senza manutenzione –:

   attesa la delicatezza del momento e l'incidenza sociale ed economica delle problematiche da trattare che impongono scelte immediate, partecipate e condivise quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di scongiurare l'interruzione dell'attività giudiziaria nel distretto del Lazio, vista la più volte denunciata grave carenza di giudici e di personale amministrativo;

   se non ritenga di adottare iniziative volte a utilizzare le potenzialità dell'intelligenza artificiale come ausilio e complemento, per creare una grande banca dati al servizio di magistrati e avvocati;

   quali provvedimenti urgenti intenda adottare affinché tutti i presidi giudiziari del Lazio siano debitamente potenziati in termini di risorse economiche e di personale, assicurando l'integrale copertura della pianta organica dei magistrati e del personale amministrativo.
(4-03014)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta scritta:


   STEFANAZZI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la legge 22 febbraio 2000, n. 28, reca disposizioni in materia di parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica;

   tra i princìpi cardine della legge ci sono quelli dell'imparzialità ed equità di accesso all'informazione e alla comunicazione politica che le emittenti radiotelevisive devono assicurare a tutti i soggetti politici, intendendosi per «comunicazione politica radiotelevisiva» (ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della suddetta legge), «la diffusione sui mezzi radiotelevisivi di programmi contenenti opinioni e valutazioni politiche»;

   l'articolo 2, comma 3, inoltre, specifica che la parità di condizioni nell'esposizione di opinioni e posizioni politiche è assicurata anche nelle tribune politiche, nei dibattiti, nelle tavole rotonde, nelle presentazioni in contraddittorio di programmi politici, nei confronti, nelle interviste e in ogni altra trasmissione nella quale assuma carattere rilevante l'esposizione di opinioni e valutazioni politiche;

   all'articolo 11-quater, comma 1, si ribadisce che «le emittenti radiofoniche e televisive locali devono garantire il pluralismo, attraverso la parità di trattamento, l'obiettività, l'imparzialità e l'equità nella trasmissione sia di programmi di informazione, nel rispetto della libertà di informazione, sia di programmi di comunicazione politica»;

   tra gli altri, il Codice di autoregolamentazione in materia di attuazione del principio del pluralismo regola i messaggi politici autogestiti a pagamento, intesi, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera d), come «ogni messaggio recante l'esposizione di un programma o di una opinione politica»;

   in data 18 giugno 2024, sull'emittente locale pugliese Telerama è andata in onda – tra le ore 21:00 e le ore 23:00 – la registrazione integrale di una intervista, avvenuta domenica 16 giugno 2024, tra la candidata sindaca al comune di Lecce, Adriana Poli Bortone, già senatrice, e i giornalisti di quattro testate, locali e nazionali;

   in sovrimpressione, per la durata della trasmissione, è apparsa la scritta «spazio politico autogestito a pagamento», senza, peraltro, che fosse indicato il soggetto politico committente, contrariamente a quanto previsto dall'articolo 6, comma 10, del citato Codice;

   tale spazio è stato più volte intervallato da altri spazi autogestiti a pagamento di brevissima durata, tutti riferibili alla medesima candidata;

   a quanto consta all'interrogante, i giornalisti che hanno partecipato all'iniziativa non sono stati preventivamente informati del fatto che l'incontro sarebbe stato trasmesso in tv come «spazio autogestito a pagamento»;

   appare evidente, a giudizio dell'interrogante, che sia stato utilizzato lo strumento dello «spazio autogestito a pagamento» come escamotage per consentire alla candidata in questione di occupare uno spazio televisivo molto ampio, in contrasto con i citati princìpi di imparzialità, parità di accesso, pluralismo ed equità di trattamento;

   sebbene, infatti, le norme che regolano lo «spazio autogestito a pagamento» non rechino indicazione sui limiti di durata, è pacifico ritenere che, analogamente a quanto esplicitamente previsto per i «messaggi politici autogestiti a titolo gratuito» (di cui all'articolo 4, comma 3, della legge richiamata), tali spazi debbano essere ragionevolmente limitati nella durata, come peraltro chiarito nella delibera AgCom n. 94/18/CONS, laddove si afferma relativamente alla durata che essa «non può essere indefinita ma deve essere strettamente funzionale allo scopo perseguito vale a dire limitata all'esposizione di un programma o di una opinione politica»;

   la lunghissima durata della trasmissione, infine, suscita forti dubbi in ordine ai termini economici pattuiti tra l'emittente e il committente –:

   se non si intendano adottare iniziative normative affinché vi sia un regime più stringente volto ad evitare tassativamente che trasmissioni come quella citata in premessa siano ingannevolmente ricondotte alla fattispecie dei messaggi politici autogestiti a pagamento con tutti gli effetti sopra evidenziati.
(4-03018)


   ROMANO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la legge 27 dicembre 2017 n. 205 ha introdotto un nuovo incentivo fiscale a favore degli investimenti effettuati dalle imprese per la formazione del personale dipendente, nelle materie aventi a oggetto le tecnologie abilitanti, rilevanti per il processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese previsto dal Piano nazionale impresa 4.0;

   l'articolo 2, del decreto ministeriale 4 maggio 2018, individua tra i soggetti beneficiari tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato italiano indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali;

   l'articolo 3, invece, delimita l'ambito applicativo della disciplina in merito alla specificazione delle attività di formazione o delle materie oggetto di formazione, ribadendo che sono ammesse le sole attività di formazione aventi a oggetto le materie rilevanti per il processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese;

   si prevede che l'accesso al credito d'imposta sia subordinato al fatto che l'impegno a effettuare l'investimento in attività formativa ammissibile al credito d'imposta sia formalmente previsto nel contratto collettivo o territoriale;

   l'articolo 6 reca disposizioni applicative in materia di obblighi dichiarativi per l'ammissibilità al beneficio tra cui la certificazione delle spese ammissibili da parte del soggetto incaricato del controllo legale dei conti;

   l'attività di certificazione richiesta consiste nella verifica dell'effettività delle spese sostenute per l'attività di formazione e delle corrispondenze di esse alla documentazione contabile predisposta dall'impresa;

   l'articolo 7, infine, dispone che le attività di controllo, in ordine alla corretta funzione del credito d'imposta, sia condotta dall'Agenzia delle entrate che, nell'ambito dell'ordinaria attività di accertamento verifichi la documentazione esibita dall'impresa beneficiaria, e valuti la sussistenza delle condizioni soggettive di accesso al beneficio nonché il rispetto dei vincoli europei e la conformità delle attività di formazione svolte non anche l'effettività delle spese sostenute;

   a maggio 2023 è stato reso operativo l'accordo tra il Ministero delle imprese e del made in Italy e Agenzia dell'entrate dando avvio così alla funzione di controllo;

   ad aprile 2024 la direzione provinciale di Palermo ha inviato a numerose aziende del territorio, che hanno fruito dell'agevolazione sul credito d'imposta dovuto per la Formazione 4.0, una lettera mezzo Pec intimando la restituzione del credito per «anomalie riscontrate» richiedendo il pagamento in unica soluzione entro il 31 maggio 2024 o in forma rateale con ultima rate entro dicembre 2024;

   la lettera non presenta alcuna richiesta di integrazione documentale da parte delle aziende, in ottica di completamento della fase istruttoria ed ai sensi dell'articolo 7 del decreto ministeriale 4 maggio 2018, ma una semplice e immediata richiesta di versamento dei fondi con importanti sanzioni in caso di mancato versamento fino ad arrivare al paradosso della chiusura dell'impresa stessa;

   se da una parte risulta fondamentale intercettare e intervenire verso quelle aziende che indebitamente usufruiscono di benefici pubblici, dall'altra parte non è ammissibile che imprese che hanno agito secondo legge vengano sanzionate senza dare la possibilità di provare la correttezza del proprio operato;

   risultano altresì contestabili i modi utilizzati dalla Agenzia delle entrate, in particolare della sezione provinciale di Palermo che, invece di agevolare le imprese già provate dalla crisi pandemica e internazionale, ad avviso dell'interrogante tenta semplicemente di far cassa a scapito delle imprese che agiscono nel pieno rispetto della legge –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione e quali iniziative intendano assumere al fine di tutelare le aziende che agiscono a norma di legge, per escludere l'ipotesi che gli accertamenti dell'Agenzia delle entrate assumano di fatto carattere vessatorio.
(4-03019)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanze:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali per sapere – premesso che:

   il 31 dicembre 2023 è scaduto il Ccnl autoferrotranvieri internavigatori (Mobilità TPL);

   in previsione della scadenza sopra ricordata, i sindacati maggiormente rappresentativi hanno elaborato le linee guida di piattaforma unitaria sindacale inviate alle Associazioni che rappresentano le imprese pubbliche e private del settore (Agens, Anav, Asstra) l'11 luglio 2023;

   il 26 settembre 2023 hanno preso il via le trattative tra le parti, che, però, si sono interrotte il 30 maggio 2024;

   conseguentemente, il 6 e 14 giugno 2024 i sindacati hanno avviato le fasi della cosiddetta procedura di raffreddamento e conciliazione di cui all'articolo 2 della legge n. 146 del 1990, come modificate dalla legge n. 83 del 2000 e successive modificazioni e della disciplina del settore;

   le organizzazioni sindacali hanno evidenziato come il settore del Tpl sia sempre più caratterizzato da un crescente deterioramento delle condizioni lavorative e retributive, con una conseguente carenza negli organici delle aziende, e con una sempre maggiore difficoltà nel reperire nuovi conducenti. Inoltre, è stato messo in luce il peggioramento evidente delle condizioni di sicurezza dei lavoratori, in particolari di quelli del front office, che subiscono sempre più spesso aggressioni e violenze;

   la situazione sopra esposta rischia di rendere sempre più difficile offrire un servizio di Tpl adeguato e che sia in grado di garantire il diritto alla mobilità di tutte le cittadine e di tutti cittadini, così come evidenziato anche da Agens, Anav e Asstra;

   l'8 maggio 2024, infatti, le tre associazioni hanno sottolineato il fatto che il quadro finanziario del Tpl è sempre più preoccupante, con un ammanco annuo di bilancio che sarebbe pari a 1,7 miliardi di euro;

   questa grave situazione sarebbe dovuta in larga misura alla carenza della dotazione del «Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, nelle regioni a statuto ordinario», (Fondo per il trasporto pubblico locale), istituito dalla legge di stabilità 2013 (legge n. 228 del 2012, articolo 1, comma 301) con il quale lo Stato interviene per sostenere il trasporto pubblico locale nelle regioni a statuto ordinario;

   al riguardo, Agens, Anav e Asstra ritenevano indispensabile un aumento annuo di 800 milioni per il rifinanziamento del citato fondo, ma anche il reperimento di risorse aggiuntive di circa 900 milioni di euro a regime necessarie per consentire il rinnovo del contratto degli operatori del Tpl;

   anche la Conferenza delle regioni e delle provincie autonome, con lettera del presidente Fedriga al Ministro Salvini del 24 novembre 2023, aveva rilevato l'insufficienza della dotazione del Fondo per il Tpl e la necessità di un incremento della dotazione annua del citato fondo per almeno 700 milioni di euro annui, contestualmente sottolineando la scadenza del contratto degli autoferrotranvieri e la richiesta delle organizzazioni sindacali; di aumento complessivo di circa il 18 per cento e un maggior costo a regime quantificabile per il settore stimabile in 900 milioni di euro annui;

   quanto sopra esposto evidenzia, a parere degli interpellanti, quanto sia stata sbagliata e incomprensibile la decisione del Governo Meloni di dare parere negativo alla Mozione sul Tpl n. 1-00280, presentata dal Gruppo del Partito Democratico il 6 maggio 2024 e successivamente in parte respinta con il voto della maggioranza che sostiene il Governo il 15 maggio 2024;

   in questa mozione, tra l'altro, si intendeva impegnare il Governo a «intraprendere tutte le iniziative di propria competenza volte ad aumentare in tempi rapidi la dotazione del Fondo Trasporto pubblico locale (...) considerando le esigenze legate al rinnovo del Ccnl Autoferrotranvieri (...)»;

   un parere negativo quello del Governo che non aiuta la soluzione della vertenza per il rinnovo del contratto degli operatori del Tpl, e che, tra l'altro, va anche contro la precedente decisione del Governo di accogliere, al termine della discussione in IX Commissione sulle risoluzioni sullo stato del Tpl, un impegno che, invece, prevedeva proprio di intraprendere iniziative per adeguare alla situazione lo stanziamento per il Fondo per il Trasporto pubblico locale (risoluzione del gruppo del Partito Democratico n. 8-00041 approvata in parte in IX Commissione il 13 febbraio 2024);

   in linea generale, sempre a parere degli interpellanti, le scelte del Governo hanno reso più aspro il confronto fra le parti, stante la difficoltà di reperire risorse indispensabili per il rinnovo del contratto –:

   quali iniziative di competenza abbiano intrapreso e intendano intraprendere i Ministri interpellati per contribuire alla soluzione della questione sopra esposta, in particolare al fine di adeguare rapidamente e in modo strutturale la consistenza del Fondo per il trasporto pubblico locale e di prevedere le risorse aggiuntive a regime necessarie per il rinnovo contratto Ccnl citato in premessa.
(2-00399) «Casu, Barbagallo, Bakkali, Ghio, Morassut».


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   la trasmissione Report del 16 giugno 2024 ha evidenziato le numerose criticità del servizio idrico integrato, in particolar modo per quanto concerne la Sicilia;

   secondo quanto emerso dall'inchiesta giornalistica, la società Siciliacque dal 2003 gestisce sul territorio regionale il servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione dell'acqua potabile;

   fino al 2023 Siciliacque era partecipata, tramite la sua controllata Siram, al 75 per cento da una potente multinazionale francese, Veolia, che nel 2014 si rese protagonista – dalla ricostruzione di Report – di procedure di affidamento di appalti nel settore della depurazione delle acque di dubbia regolarità;

   Report afferma inoltre che Siram-Veolia si sarebbe aggiudicata l'appalto per la riqualificazione delle sale operatorie all'Ospedale di Foggia, successivamente bloccato dalla procura e risulta accusata di aver truffato tre ospedali a Roma durante l'esecuzione dell'appalto per la manutenzione degli impianti energetici;

   la gestione delle infrastrutture idriche da parte di Siciliacque è stata tutt'altro che soddisfacente e, attualmente – come evidenziato nell'inchiesta – in molte zone della Sicilia l'erogazione di acqua potabile è limitata a poche ore e solo in alcuni giorni della settimana; inoltre, la rete idrica siciliana presenta un tasso di perdite tra i più alti d'Europa: secondo Istat, nel 2020, il 52,5 per cento dell'acqua immessa nella rete idrica siciliana è andata persa;

   le numerose opere necessarie per garantire un'adeguata qualità del servizio – tra cui la diga di Blufi e l'acquedotto Gibbesi – non sono mai state ultimate, determinando un aggravamento della situazione;

   in buona sostanza la gestione di Siciliacque è stata insufficiente sotto il profilo della qualità del servizio e disastrosa sotto il profilo finanziario, con centinaia di milioni di debiti, di prestiti, di contratti con le banche accumulati e sessantacinque milioni di euro di crediti difficilmente esigibili;

   a fronte di questo quadro catastrofico Siram-Veolia è riuscita a sfilarsi cedendo le sue quote per 76 milioni di euro a Italgas, controllata prevalentemente (39,54 per cento da Cassa depositi e prestiti, che è una società a partecipazione statale, determinando di fatto l'utilizzo di risorse pubbliche;

   la grave carenza della gestione del servizio idrico integrato in Sicilia è confermata dall'avvio di diverse procedure di infrazione per cattiva applicazione e non conformità alla direttiva 1991/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane, a seguito delle quali il Commissario straordinario unico per la depurazione ha individuato 276 interventi da realizzare nella sola Regione Sicilia;

   appare evidente l'esigenza di garantire una corretta ed efficiente gestione del ciclo delle acque in Sicilia, sia attraverso il miglioramento della governance che si è rivelata pressoché fallimentare negli ultimi decenni, sia attraverso l'appostamento delle risorse per realizzare le infrastrutture necessarie per assicurare una adeguata fornitura di acqua a tutti i cittadini siciliani, tenuto conto dell'ingente quantità di fondi pubblici destinata alla costruzione di un'opera infrastrutturale come il ponte sullo stretto di Messina il cui costo supera gli 11 miliardi di euro, di cui 2,3 miliardi di euro saranno a carico delle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) e pertanto sottratti alle regioni Sicilia e Calabria –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo al fine di portare a termine il completo risanamento e ammodernamento della rete idrica siciliana, con l'obiettivo di garantire un servizio idrico efficiente e di qualità ai cittadini;

   se non ritenga di dover assumere iniziative per quanto di competenza, anche in raccordo con l'Autorità Nazionale Anticorruzione, al fine di vigilare sulla massima trasparenza e correttezza degli affidamenti di appalti e lavori pubblici, con particolare attenzione alle opere necessarie al completamento ed efficientamento della rete idrica siciliana;

   quale sia lo stato di realizzazione degli interventi necessari all'uscita degli agglomerati individuati dalla procedura di infrazione della direttiva Unione Europea sulle acque reflue, oggetto delle condanne della Corte di giustizia dell'Unione europea nelle cause C-565/2010 e C-85/2013, con particolare riguardo alla Sicilia e se sia in grado di fornire un cronoprogramma per indicare il loro completamento;

   se il Governo non ritenga prioritario garantire ai cittadini siciliani un effettivo accesso all'acqua, riconosciuto a livello internazionale come un diritto umano universale, autonomo e specifico, presupposto per tutti gli altri diritti umani e se, in tal caso, non intenda stornare, almeno in parte, le risorse attualmente stanziate per la realizzazione dell'attraversamento stabile tra la Sicilia e la Calabria per porre in essere in tempi brevi il completamento ed efficientamento della rete idrica siciliana e degli impianti di depurazione.
(2-00400) «Morfino, Sergio Costa, Ilaria Fontana, Aiello, Cantone, Carmina, D'Orso, Scerra, Raffa, L'Abbate».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   IAIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   i costi per recarsi in Puglia da altre zone della nazione utilizzando aeromobili sono particolarmente onerosi;

   ad esempio, un viaggio da Roma e Brindisi di andata e ritorno ha un costo pari a circa 700 euro. Ciò penalizza la Puglia perché, solo per fare alcune comparazioni, il costo del biglietto aereo per volare da Roma e Milano, compreso il ritorno, è pari a circa 180 euro. Si tratta di due tratte simili dal punto di vista della distanza in miglia percorse dai velivoli, eppure la differenza nel costo appare davvero troppo elevata;

   ciò penalizza la Puglia sia per quanto riguarda i viaggi di affari che quelli per vacanze;

   preoccupa in particolare l'ostacolo che tali costi rappresentano per la competitività della struttura imprenditoriale pugliese. A parità di capacità e di meriti con i propri competitori di settore, i costi di spostamento rapido sono particolarmente disincentivanti;

   analogamente, un grave nocumento si arreca al settore produttivo turistico, che vede limitare la libertà di spostamento di potenziali clienti i quali, innanzi a costi incomparabilmente maggiori rispetto a quelli che si devono sostenere per raggiungere agevolmente, velocemente, convenientemente, altre regioni italiane o nazioni straniere, perdono una percentuale di turisti ospiti proprio a causa di ciò, con ripercussioni negative per il numero di lavoratori occupati, la perdita in termini di prodotto interno lordo e anche di reputazione della regione e della nazione intera;

   l'uniformità di servizi garantiti diffusamente, uniformemente, economicamente, in tutte le regioni d'Italia è importante. Lo è in particolare per la Puglia e il Meridione in generale, che soffre non solo di alti costi per il pagamento del servizio di trasporto ma anche di una scarsità di infrastrutture, anche aeroportuali, necessari per garantire la libera circolazione a fini personali, turistici, produttivi, e ogni altro motivo sia a fondamento della necessità di spostamento, superando le attuali asimmetrie in costi e infrastrutture, fatto che rende difficile il collegamento tra le varie parti del Paese, in particolare quelle del Sud che dovrebbero raggiungere gli standard esistenti in quelle del centro nord o in quelle esistenti nelle più efficienti nazioni che fanno parte dell'Unione europea –:

   se intenda intervenire, per quanto di competenza, in merito alle questioni esplicate in premessa al fine di dare positiva soluzione ai problemi descritti.
(5-02509)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   SCARPA, ZINGARETTI, DI BIASE, BRAGA, MORASSUT, MALAVASI, STEFANAZZI, SERRACCHIANI, VACCARI, MARINO, IACONO, DE MARIA, FURFARO, UBALDO PAGANO, CUPERLO, ROGGIANI, FOSSI, GIRELLI, DE LUCA, CASU, FORNARO, TONI RICCIARDI, PELUFFO, MANZI, LACARRA, FERRARI, GHIO, GRIBAUDO, SARRACINO, ORFINI, STUMPO, TABACCI, CURTI, SCOTTO, QUARTAPELLE PROCOPIO, GIANASSI, GNASSI, CARÈ, MADIA, FORATTINI, BERRUTO, PORTA, LAI, EVI, GUERRA, ANDREA ROSSI, MAURI, BAKKALI, BOLDRINI e DI SANZO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si apprende a mezzo stampa e tramite la diffusione di filmati che nella serata di martedì 18 giugno 2024 un gruppo di ragazzi appartenenti ad organizzazioni studentesche è stato aggredito nei pressi di via Merulana. Il gruppo è stato fermato da delle persone che hanno cominciato a prendere a calci e pugni due dei ragazzi: uno degli studenti è stato trascinato a terra dai due aggressori, gli è stata strappata a forza una bandiera del sindacato studentesco ed è stato preso, infine, a calci mentre era ancora a terra col tentativo di sfilargli la maglietta di Spin Time Labs;

   gli autori dell'aggressione sono già stati identificati dalle forze dell'ordine e fanno parte di gruppi dichiaratamente neofascisti. Si è trattato infatti di un'aggressione fascista da manuale e non è il primo episodio di questo genere che si verifica a danno dei sindacati studenteschi;

   il quartiere in cui si sono consumati i fatti è lo stesso del circolo di estrema destra di ispirazione neofascista di «Colle Oppio» che si riunisce e organizza abitualmente attività nella sede sita nell'omonimo parco, storico spazio del Movimento sociale italiano e salito agli onori delle cronache anche per i legami con Gioventù Nazionale emersi nella recente inchiesta di Fanpage;

   la stessa inchiesta portata avanti dalla redazione di Fanpage mette in luce un dato preoccupante, e cioè che anche la giovanile del principale partito di governo non teme e anzi rivendica di inneggiare a valori e simboli nazifascisti e al terrorismo nero. Appare all'interrogante evidente come vi sia un clima di violenza squadrista che si respira a tutti i livelli, dalle strade al Parlamento, che non va in alcun modo legittimato, nemmeno col silenzio;

   la libertà di manifestazione è imprescindibile in una democrazia, e non è in alcun modo accettabile che si debba avere timore di esercitarla a causa dell'esistenza di gruppi violenti e squadristi, da cui è auspicabile che i partiti di governo prendano le distanze –:

   se il Ministro interrogato non ritenga urgente e opportuno adottare le iniziative di competenza necessarie a fare immediata chiarezza sui fatti esposti, che disegnano un quadro decisamente inquietante e se non ritenga inoltre doveroso, in osservanza del dettato costituzionale, intervenire con ogni iniziativa di competenza al fine di impedire ogni forma di violenza e propaganda legata al fascismo e alla sua apologia, nonché quali iniziative di competenza specifiche intenda intraprendere nei confronti di questi gruppi e organizzazioni di matrice neofascista che sono incompatibili con la nostra Costituzione e con i valori democratici.
(3-01279)

Interrogazioni a risposta scritta:


   TOCCALINI, CAVANDOLI e FURGIUELE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in occasione delle consultazioni elettorali dell'8 e 9 giugno 2024 per il rinnovo del Parlamento europeo, il Ministero dell'interno, con circolare n. 49 del 2024, ha riconosciuto, come per le precedenti elezioni, la facoltà ai cittadini elettori di poter usufruire di agevolazioni tariffarie sui biglietti dei mezzi di trasporto per recarsi nei propri comuni d'iscrizione elettorale;

   relativamente ai viaggi in treno, in base a quanto previsto dalla suddetta circolare, le società che gestiscono il servizio di trasporto ferroviario hanno applicato tariffe agevolate sulla base di convenzioni concluse con l'amministrazione del Ministero dell'interno;

   per quanto riguarda la società Trenitalia, è stata prevista la riduzione del 60 per cento sulle tariffe regionali e del 70 per cento sul prezzo del biglietto base previsto per tutti i treni del servizio nazionale: Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca, Intercity ed Intercity Notte, ivi incluso il servizio cuccette, le riduzioni sono state applicate solo per la seconda classe e per il livello di servizio Standard, escludendo dunque la prima classe e i livelli di servizio Executive, Business e Premium;

   la società Italo ha riconosciuto uno sconto del 60 per cento valido solo per biglietti di andata e ritorno acquistati con offerta Flex ed Economy in ambiente Smart;

   alla luce delle predette disposizioni, per diverse carrozze e dunque per diverse postazioni di tutti i treni delle due società non è stata prevista alcuna riduzione e, a quanto risulta agli interroganti, molti cittadini non hanno potuto recarsi nel proprio comune di iscrizione elettorale a causa dell'esaurimento di biglietti con tariffe agevolate;

   il diritto di voto è sancito dall'articolo 48 della Costituzione, che oltretutto connota il suo esercizio come dovere civico. Pertanto, è compito delle istituzioni mettere nelle condizioni tutti i cittadini di poterlo esercitare, anche favorendo il più possibile i loro spostamenti necessari per recarsi alle urne;

   sarebbe auspicabile, a giudizio degli interroganti, prevedere un'agevolazione tariffaria per tutti i convogli e le carrozze, in modo da garantire una maggiore offerta di postazioni scontate e consentire a tutti i cittadini elettori fuorisede di potersi recare a votare –:

   se siano a conoscenza della problematica esposta in premessa e quali iniziative di competenza intendano adottare al fine di favorire il più possibile gli spostamenti dei cittadini elettori tramite mezzi di trasporto ferroviario, consentendo loro di recarsi al proprio seggio in occasione di consultazioni elettorali nazionali e di esercitare il proprio diritto di voto.
(4-03009)


   FRATOIANNI e ZANELLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il sindaco di Trieste ha annunciato di voler procedere rapidamente allo sgombero delle persone migranti che attualmente stazionano in ripari di fortuna all'interno di strutture fatiscenti denominati «Silos» che si trovano nei pressi della stazione di Trieste;

   da anni perdura un inaccettabile abbandono di centinaia di persone presenti in questi edifici abbandonati, in larga parte richiedenti asilo o comunque bisognosi di protezione in quanto provenienti da Paesi ad alto rischio come Afghanistan, Siria, Iraq eccetera;

   il comune di Trieste ha deciso di procedere allo sgombero del «Silos» con incomprensibile ritardo rispetto ad una situazione ampiamente nota da tempo e denunciata dalle stesse associazioni che si occupano di accoglienza dei migranti che hanno sempre evidenziato le condizioni di grave pericolo per l'igiene, la sicurezza e l'incolumità pubblica di coloro che sono costretti a trovare riparo in quegli edifici abbandonati;

   ad avviso degli interroganti, l'inagibilità e la pericolosità del luogo sono evidenti ma procedere allo sgombero senza che siano state individuate soluzioni alternative certe non rappresenta la soluzione al problema ma contribuisce ad aggiungere violenza ad altra violenza nei confronti di centinaia di persone che in questi anni hanno vissuto in uno stato di abbandono nonostante si tratti, in maggioranza di richiedenti asilo e bisognosi di protezione e dunque di soggetti che avrebbero dovuto ricevere adeguata accoglienza;

   come risulta anche da una lettera pubblica diramata dalla presidente della Fondazione Luchetta, nonché da una nota diramata dal vescovo di Trieste, non è ancora stato ultimato il programma di ampliamento dell'accoglienza presso il cosiddetto «Ostello» di Campo Sacro che dal primo luglio verrà assegnato in concessione alla prefettura di Trieste, e che quindi non sussiste al momento un programma idoneo ad assicurare l'erogazione tempestiva delle misure di accoglienza previste dalla normativa (decreto legislativo n. 142 del 2015) per tutti i richiedenti asilo ed è dunque concreto il rischio che i richiedenti asilo che giungeranno nel territorio dopo la chiusura del Silos rimangano senza alcun riparo, in chiara violazione delle norme vigenti, aumentando i rischi per i migranti stessi e per la collettività;

   dalla stampa si apprende che circa un mese fa, il prefetto di Trieste aveva solennemente dichiarato che la chiusura del Silos sarebbe avvenuta solo quando sarebbe stato pienamente operativo l'ostello di Prosecco, con nuova capienza e in regime di alta rotazione proprio per evitare la mancanza di posti dove poter accogliere i migranti;

   come risulta anche dal Rapporto «Global Trends 2024» pubblicato in data 13 giugno 2023 dall'Unhcr negli ultimi dieci anni c'è stato un aumento del 100 per cento del numero di persone che necessitano di una protezione internazionale e che molti dei conflitti in atto si situano in aree del Medio Oriente e dell'Asia –:

   se la prefettura di Trieste intenda predisporre immediati interventi di accoglienza temporanei al fine di garantire che, nelle more del completamento del piano dei lavori presso il citato ostello, non si verifichino situazioni di grave emergenza nel territorio triestino, anche in considerazione del fatto che la città di Trieste per la sua posizione geografica è già, e rimarrà, punto di accesso di molte persone che, attraverso la rotta balcanica, fuggono da contesti di guerra e di persecuzione e le persone migranti attualmente presenti all'interno del «Silos» possano trovare finalmente un alloggio adeguato.
(4-03010)


   PROVENZANO, IACONO, BARBAGALLO, MARINO e PORTA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si avvicina il giorno del ballottaggio per eleggere il nuovo sindaco di Gela, rush finale dei candidati;

   a Gela, dove domenica 23 e lunedì 24 giugno 2024 si voterà per il ballottaggio, incredibilmente non sono ancora stati pubblicati i dati del primo turno di tutte le sezioni elettorali relativi ai voti di preferenza dei singoli candidati al consiglio comunale;

   a parer degli interroganti, questo ritardo è un fatto gravissimo su cui non si può sorvolare;

   in base ai dati in possesso degli interroganti mancano ancora 5 sezioni, pare che per alcuni candidati sia stato difficile capire e sapere con esattezza il numero di preferenze ottenute, inoltre, in alcuni partiti, non è certo neanche il posizionamento tra i candidati;

   in un comune in dissesto bisogna che la politica parli un solo linguaggio, quello della verità; oggi di fronte a questi fatti è evidente l'inadeguatezza dei governi regionale e nazionale –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per evitare che fatti gravi come questo si verifichino in futuro.
(4-03017)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nel settembre 2022 Inps annunciò che, a decorrere dal 1° dicembre 2022, avrebbe proceduto ad internalizzare alcuni servizi sinora gestiti in modo esternalizzato, tra cui i servizi di contact center multicanale, finalizzati a rispondere a richieste di informazione e assistenza di iscritti e pensionati Inps di tutte le gestioni e di utenti diversamente abili sinora affidati a società private;

   tali servizi sono stati affidati alla società in house Inps Servizi S.p.A., con l'obiettivo dichiarato di migliorare la qualità dei servizi e realizzare economie, assicurando la stabilizzazione e la crescita professionale del personale di tutti gli oltre 3.000 dipendenti;

   a causa della dispersione occupazionale, alla fine del processo Inps Servizi ha internalizzato 2901 dipendenti;

   ad oggi, però, come denunciano alcune organizzazioni sindacali in relazione alla situazione delle sedi pugliesi, le promesse di integrazione piena dei lavoratori sono state ampiamente tradite. Proprio a causa dell'internalizzazione di meno dipendenti rispetto a quanto preventivato, Inps Servizi avrebbe potuto distribuire tra tutti i dipendenti effettivamente assunti le ore di lavoro inizialmente previste;

   secondo un recente comunicato della Uilcom Puglia, tale situazione rischia di «logorare il rapporto tra lavoratori», ormai sulla «soglia dell'indigenza»;

   malgrado le richieste di chiarimenti e le iniziative sindacali finora assunte, Inps non è stata in grado di fornire risposte sufficientemente soddisfacenti sul futuro di questi lavoratori –:

   se intenda, per quanto di competenza, rendere i dovuti chiarimenti in ordine alle condizioni di precarietà in cui versano i lavoratori di Inps Servizi S.p.A.
(4-03012)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 31 maggio ed il 1° giugno 2024 si sono tenuti a Roma – organizzati da Anaao Assomed – gli «Stati Generali della formazione specialistica dei medici e dirigenti sanitari» dedicati all'analisi e alla programmazione della formazione dei futuri medici e dirigenti;

   la formazione medica post-laurea in Italia è ad un bivio: da un lato, la carenza di personale rischia di mettere in ginocchio il nostro Ssn, dall'altro, l'aumento esponenziale delle immatricolazioni alle facoltà di medicina e chirurgia, senza un adeguato incremento dei posti di specializzazione, rischia di creare un esercito di medici senza futuro;

   dalla survey che Anaao ha presentato, a cui hanno risposto 1931 specializzandi, sono emersi dati importanti, soprattutto con riferimento alle possibilità di assunzione attraverso il meccanismo del cosiddetto «Decreto Calabria»;

   la legge di bilancio per il 2019 (articolo 1, comma 548-bis, della legge n. 145 del 2018) ha normato la possibilità per i medici specializzandi di essere assunti a tempo determinato, con automatica conversione del contratto a tempo indeterminato al conseguimento del titolo di specialità, a partire dal 2° anno di corso di specializzazione;

   tali assunzioni, che possono avvenire in tutti gli ospedali della rete formativa di qualsiasi scuola di specializzazione della propria disciplina, sono normate da uno specifico accordo quadro (ex articolo 1, comma 548-bis, della legge n. 145 del 2018), siglato dal Ministero dell'università e dal Ministero della salute e della Conferenza permanente tra lo Stato e le regioni, relativo alle modalità di svolgimento della formazione specialistica;

   gli specializzandi iscritti al 3° anno di specializzazione, pertanto, possono partecipare ai concorsi pubblici per titoli ed esami a tempo indeterminato per la specializzazione frequentata e, se idonei, vengono inseriti in graduatoria separata e secondaria rispetto ai medici specialisti. I medici specializzandi possono essere assunti, a tempo determinato ed automaticamente a tempo indeterminato al conseguimento del titolo, fino a 36 mesi nella rete formativa della propria scuola e fino a 18 mesi in tutti gli ospedali della rete formativa di una scuola di specializzazione della medesima branca frequentata dal candidato risultato idoneo;

   dal citato accordo quadro relativo alle modalità di svolgimento della formazione specialistica risulta chiaramente la non discrezionalità delle regioni e dei direttori di scuola di specializzazione in ordine all'assunzione;

   con l'approvazione dell'articolo 14, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2023 convertito con modificazioni dalla legge 26 maggio 2023, n. 56 sono state introdotte ulteriori importanti misure in materia di assunzione;

   le domande della survey relative all'assunzione attraverso il meccanismo della legge n. 145 del 2018 hanno fatto emergere che il 93 per cento dei partecipanti ne è a conoscenza e il 94 per cento considera l'assunzione a tempo determinato da dirigente specializzando un'ottima opportunità;

   dati negativi, invece, riguardano l'atteggiamento che i direttori delle scuole di specializzazione hanno nei confronti di questo istituto normativo: il 40 per cento dei partecipanti ha dichiarato che il proprio direttore considera negativamente questa possibilità, mentre il 10 per cento ha dichiarato di avere subìto delle interferenze nell'assunzione;

   ad oggi si riscontrano molti ostacoli alla possibilità di inserire nel Ssn degli specializzandi che, seppur in formazione, restano per sempre dei professionisti abilitati alla professione;

   secondo i dati della direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale, ricevuti informalmente da Anaao sono «circa 2500» gli specializzandi assunti con la legge n. 14 del 2018, a fronte di una platea potenziale di 27.000 specializzandi: gli specializzandi, seppur informati della possibilità di essere assunti, faticano a partecipare a concorsi pubblici spesso perché influenzati dalla volontà del proprio direttore di scuola di specializzazione –:

   quale sia il grado di applicazione della legge n. 145 del 2018 e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire il più ampio utilizzo possibile del meccanismo di assunzione degli specializzandi previsto da tali disposizioni per far fronte alla preoccupante carenza di professionisti nel Servizio sanitario nazionale.
(5-02510)


   GIRELLI. — Al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   i criteri di nomina delle figure apicali dei Ministeri devono essere sempre improntati ad una valutazione concreta delle capacità oggettive e del curriculum dei soggetti prescelti per svolgere quei ruoli, non essendo immaginabile l'applicazione di un qualsiasi sistema di «spoil system» o comunque di carattere politico;

   quanto sopra esposto vale in particolare per il Ministero della salute, dove la competenza è vitale perché tutte le decisioni prese incidono sulla carne viva e sui diritti delle cittadine e dei cittadini;

   notizie di stampa, invece, fanno ritenere che le nomine avvengano quasi esclusivamente in base a criteri politici, con la promozione di persone che non sembrerebbero possedere quelle competenze e quei curricula di cui si è detto, come sembra stia accadendo per Agenzia Italiana del Farmaco, per i dipartimenti inseriti nelle direzioni generali, ed anche per gli stessi direttori generali;

   se confermate, tali notizie di stampa sarebbero particolarmente preoccupanti perché, come detto, il Ministero della salute e le Agenzie che da questo dipendono sono essenziali per il corretto funzionamento dell'intero sistema sanitario nazionale e quindi per il diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini, così come stabilito dall'articolo 32 della Costituzione;

   al riguardo il gruppo parlamentare del PD ha presentato un'interrogazione (la n. 5-02119) l'8 marzo 2024, che non ha ancora avuto risposta;

   oltretutto di recente è emerso un increscioso problema con riguardo alle modalità organizzative di un convegno dell'Aifa in programma per il 21 giugno 2024 presso la sede del Ministero della salute, nell'ambito del quale, seppure in presenza delle serenità di rito, alle aziende partecipanti sembrerebbero esser stati richiesti in varia forma contributi di carattere economico –:

   se ai Ministri interrogati consti quanto sopra esposto e in generale se non intendano chiarire una volta per tutte i criteri con i quali vengono effettuate le nomine dei soggetti chiamati a dirigere il Ministero della salute o le agenzie come Aifa, che devono esser condotte con la maggior trasparenza possibile, evitando situazioni incresciose come quella causata dall'evento in programma per il 21 giugno 2024.
(5-02513)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   MARI, GRIMALDI e PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo pubblicato su L'Espresso si apprende delle offese, urla, battute sessiste e omofobe, abusi di potere, vessazioni e minacce che il direttore della scuola di specializzazione in chirurgia plastica dell'università di Salerno, Carmine Alfano, rivolge sistematicamente ai giovani medici specializzandi;

   ciò che emerge in particolare è l'accanimento del professor Alfano nei confronti degli omosessuali con insulti che rappresentano solo la punta dell'iceberg di un atteggiamento che spesso si traduce in offese e urla nei confronti degli specializzandi, quotidianamente vessati e minacciati con appellativi offensivi ed esclamazioni volgari, in un ambiente di lavoro diventato tossico e umiliante;

   il professor Alfano abuserebbe in modo grave del suo potere minacciando gli specializzandi di sospendere le ferie a cui hanno diritto o impedendo loro l'accesso alla sala operatoria;

   l'Associazione liberi specializzandi ha anche segnalato alcune anomalie rispetto ai numeri di sala operatoria che sarebbero insufficienti a formare appieno un chirurgo plastico;

   secondo l'Associazione, la scuola, che conta 18 specializzandi, 6 per ciascuno dei 3 anni di corso, avrebbe ottenuto l'accreditamento dichiarando volumi di attività non idonei e disallineati dai dati Agenas, a fronte dei 162 ricoveri ordinari e dei 146 day hospital rilevati dall'ente pubblico, infatti, la scuola ne dichiarerebbe più del doppio: 630 ricoveri;

   sul fronte degli interventi chirurgici, per essere accreditata una struttura dovrebbe fare almeno 420 interventi (di cui 50 di alta chirurgia), ma all'Agenas ne risulterebbero 372 effettuati a Salerno, anche se gli interventi dichiarati dal reparto sarebbero 689;

   secondo la ricostruzione fatta dagli specializzandi, il direttore della scuola nel novembre 2023 avrebbe obbligato gli stessi a rimanere confinati in una stanza per 10 ore consecutive, impedendo loro di prendere servizio e di svolgere le attività di reparto e ambulatorio e di accedere alla sala operatoria;

   se confermata, tale circostanza rappresenterebbe un grave abuso di potere nonché un chiaro caso di mobbing e demansionamento;

   gli atteggiamenti tenuti dal direttore della scuola di specializzazione ostacolano gravemente la formazione professionale degli specializzandi, causano significativi danni morali e psicologici, generano un clima di frustrazione e demotivazione mettendo in luce una gestione autoritaria della scuola, con ripercussioni dannose sulla crescita professionale dei giovani medici;

   infine, in occasione della sua candidatura a sindaco di Torre Annunziata, il professor Carmine Alfano avrebbe chiesto ad alcuni specializzandi di aiutarlo nell'organizzazione della campagna elettorale, sottraendoli anche al loro lavoro e facendoli sostituire da altri colleghi;

   il controllo della qualità delle scuole di specializzazione è di competenza dell'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, che ha il compito di determinare gli standard per l'accreditamento delle strutture universitarie e ospedaliere per le singole specialità, determinare e verificare i requisiti di idoneità della rete formativa e delle singole strutture che la compongono, effettuare il monitoraggio dei risultati della formazione e definire i criteri e le modalità per assicurare la qualità della formazione, in conformità alle indicazioni dell'Unione europea;

   tra l'altro i componenti dell'Osservatorio hanno cessato il loro mandato a novembre 2023 e i nuovi componenti sono stati nominati dai Ministri interrogati a distanza di 7 mesi, tanto che si sono insediati soltanto il 18 giugno 2024 –:

   quali urgenti iniziative di competenza intendano adottare affinché in raccordo con il rettore dell'Università di Salerno e l'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, si intervenga in relazione a quanto denunciato dall'Associazione liberi specializzandi sia rispetto ai comportamenti tenuti dal direttore della scuola di specializzazione in chirurgia plastica all'Università di Salerno richiamati in premessa sia in relazione alla verifica del raggiungimento degli standard per l'accreditamento da parte della stessa scuola;

   per quali ragioni l'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, organo deputato al controllo della qualità, sia rimasto vacante per quasi 7 mesi.
(4-03013)