XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
si richiama la mozione n. 1-00233 del 25 gennaio 2024, presentata dal Gruppo del Partito democratico, nelle premesse e negli impegni;
va scongiurato il rischio di un'escalation del conflitto al confine tra Israele e Libano che, come denunciato anche dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, è sempre più reale e sfugge al controllo della comunità internazionale, anche a seguito dell'intensificarsi dei ripetuti attacchi al confine che vanno avanti dal 7 ottobre 2023: un'area dove opera la forza di interposizione Unifil dell'Onu, che vede impegnata l'Italia in prima linea con un contingente di oltre mille militari, il più numeroso in assoluto;
l'Unione europea, l'Italia e gran parte della comunità internazionale concordano nel considerare la soluzione dei «due popoli, due Stati» l'unica strada possibile per garantire la convivenza in pace e sicurezza degli israeliani e dei palestinesi, una posizione profondamente radicata nella tradizione e nell'iniziativa diplomatica italiana nei confronti di Israele e della Palestina;
il Parlamento europeo ha già approvato nel 2014 la risoluzione (2014/2964(RSP)) sul riconoscimento dello Stato di Palestina e, successivamente, il Parlamento italiano, con la mozione 1-00745 del 27 febbraio 2015, presentata dal Gruppo del Partito democratico e approvata a larga maggioranza, ha impegnato il Governo al riconoscimento dello Stato di Palestina, quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello Stato di Israele;
il 28 maggio 2024 Spagna, Irlanda e Norvegia hanno riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina, affermando che la decisione rappresenta uno sviluppo molto significativo nel tentativo di risolvere il conflitto israelo-palestinese;
il riconoscimento dello Stato di Palestina, difatti, oggi rappresenta il presupposto necessario per preservare la prospettiva politica dei «due popoli, due Stati» e, dunque, per garantire la convivenza in pace e sicurezza degli israeliani e dei palestinesi, soprattutto di fronte all'esplicita negazione di questa prospettiva da parte delle leadership politiche al momento al Governo in Israele e agli obiettivi dell'organizzazione terroristica Hamas;
il Premier israeliano Netanyahu, infatti, continua ad essere contrario alla creazione di uno Stato palestinese come parte di qualsiasi scenario postbellico: «Israele accetterà solo un accordo che porterebbe lo Stato ebraico ad avere il controllo della sicurezza sull'intera Striscia di Gaza», ha detto più volte; alcuni dei suoi Ministri si sono distinti in questi mesi per dichiarazioni sprezzanti e provocatorie verso qualsiasi tentativo di apertura alla soluzione politica: il Ministro delle finanze, Bezalel Smotrich – leader dell'estrema destra e residente in una colonia illegale in Cisgiordania – solo qualche mese fa ha dichiarato che «il popolo palestinese è un'invenzione che ha meno di cent'anni di vita. Hanno una storia o una cultura? No, non le hanno. I palestinesi non esistono, esistono solo gli arabi»;
Hamas, dal canto suo, ha riaffermato di recente, attraverso uno dei suoi leader, Khaled Meshal, il suo rifiuto verso «la soluzione dei due Stati», rinnovando l'obiettivo, soprattutto dopo il 7 ottobre 2023, di «una Palestina dal mare al fiume e dal nord al sud» e respingendo come inaccettabili i confini del 1967;
la comunità internazionale ha il dovere di sancire, ancor più unanimemente, che non ci può essere spazio per posizioni che neghino la legittima aspirazione di entrambi i popoli a vivere in pace e sicurezza entro confini certi e riconosciuti;
il 12 giugno 2024 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione n. 2735, che sostiene la conclusione di un accordo di cessate il fuoco e di un accordo di scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, garantendo l'accesso ad aiuti umanitari adeguati e sostenibili a tutte le parti nella Striscia di Gaza, di cui anche l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Borrell ha chiesto piena e immediata attuazione per «contribuire al rilancio di un processo politico per una pace duratura e sostenibile, basata sulla soluzione dei due Stati, e sostenere uno sforzo internazionale coordinato per la ricostruzione di Gaza»;
già dal 1974, con la risoluzione n. 3236, l'Assemblea generale dell'Onu ha riconosciuto il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese e in seguito, con la risoluzione n. 2334 del 2016, ha intimato di porre fine alla politica di insediamenti dei coloni israeliani nei territori palestinesi, non riconoscendo alcuna modifica, non negoziata dalle parti, dei confini del 1967;
il 9 maggio 2024 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione intitolata «Admission of new members to the United Nations» che riconosce la Palestina come «qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite», raccomandando al Consiglio di sicurezza di «riconsiderare favorevolmente la questione». Al momento dell'adozione di questa storica risoluzione, la Palestina già rivestiva all'interno dell'Onu lo status di «Stato osservatore non membro» ottenuto con la risoluzione 67/19 (A/RES/67/19), adottata nel 2012 ad ampia maggioranza, ed in forza del quale le veniva riservato l'invito a partecipare come osservatore alle sessioni e ai lavori dell'Assemblea, pur non potendo godere del diritto di voto: il testo è stato adottato con 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti, tra cui l'Italia;
già nell'ottobre 2023 il Governo italiano si era «pilatescamente» astenuto sulla risoluzione delle Nazioni Unite, proposta dalla Giordania a nome degli Stati arabi per una «tregua umanitaria immediata e duratura» del conflitto tra Israele e Hamas, che chiedeva a tutte le parti di rispettare il diritto internazionale umanitario e la fornitura «continua, sufficiente e senza ostacoli» di aiuti e servizi essenziali nella Striscia di Gaza, incoraggiando l'apertura di corridoi umanitari, e la «revoca dell'ordine da parte di Israele di evacuazione dei palestinesi dal nord della Striscia». Respingeva inoltre, fermamente «qualsiasi tentativo di trasferimento forzato della popolazione civile palestinese» e chiedeva il «rilascio immediato e incondizionato» di tutti i civili tenuti prigionieri;
nell'ambito delle Nazioni Unite, al momento la Palestina è riconosciuta da 139 Paesi;
il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, cui va il nostro pieno sostegno a fronte di pericolosi tentativi di delegittimazione, ha più volte sottolineato l'importanza vitale della soluzione dei due Stati, ribadendo che il «chiaro e ripetuto» rifiuto della soluzione dei due Stati ai più alti livelli del Governo israeliano «è inaccettabile. Questo rifiuto e la negazione del diritto alla statualità al popolo palestinese prolungherebbero indefinitamente un conflitto che è diventato una grave minaccia per la pace e la sicurezza globale»;
dopo anni di inerzia, la comunità internazionale e, in particolare, l'Unione europea devono recuperare un ruolo attivo nella risoluzione della crisi in Medio Oriente, anche sostenendo le componenti più avanzate delle società israeliana – che manifesta continuamente in piazza il proprio dissenso alla strategia del Governo in carica – e palestinese, nella ripresa del processo di pace e della soluzione politica dei «due popoli, due Stati», e rafforzando le iniziative di dialogo con i Paesi terzi dell'area o da essi promosse;
si continua a sostenere con forza in ogni sede opportuna l'assoluta e urgente necessità di un immediato cessate il fuoco, per il rilascio incondizionato degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e per la riapertura del flusso regolare degli aiuti alla popolazione di Gaza, che subisce una catastrofe umanitaria;
si continua a sostenere ogni iniziativa utile, nelle sedi giurisdizionali internazionali, volta ad accertare le violazioni, da chiunque compiute, del diritto internazionale e umanitario;
una forte e chiara azione politica dell'Unione europea, anche alla vigilia del rinnovo delle istituzioni europee, si deve esplicare altresì attraverso il riconoscimento europeo dello Stato di Palestina: il solo dichiarato sostegno all'Autorità nazionale palestinese, difatti, non basta più e oggi, al 259esimo giorno di guerra, rischia di apparire non sufficientemente credibile, anche per il rischio che la soluzione politica dei «due popoli, due Stati» non sia nei fatti più praticabile, tra le macerie di due popoli distrutti dalla ferocia del conflitto,
impegna il Governo:
1) ad adottare tutte le iniziative necessarie volte a riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo, al fine di preservare nell'ambito del rilancio del processo di pace la prospettiva dei «due popoli, due Stati»;
2) a promuovere — forte dell'impegno assunto nel 2014 dal Parlamento europeo – il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'Unione europea, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele;
3) a sostenere ogni iniziativa delle Nazioni Unite volta a ottenere un immediato cessate il fuoco e la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani, tutelare l'incolumità della popolazione civile di Gaza, garantire la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all'interno della Striscia, rispettare la legalità internazionale e le decisioni dei suoi organi giurisdizionali, rilanciare il processo di pace.
(1-00302) «Provenzano, Braga, Schlein, Amendola, Boldrini, Porta, Quartapelle Procopio, Bonafè, Ciani, Ghio, Toni Ricciardi, De Luca, Ferrari, Morassut, Roggiani, Fornaro, Casu, De Maria».
La Camera,
premesso che:
l'Italia ha sottoscritto gli obiettivi climatici dell'Onu a partire dall'Accordo di Kyoto e dalla COP 21 di Parigi, nonché nelle istituzioni europee in linea con gli obiettivi del Green Deal e della legge sul clima entrata in vigore il 29 luglio 2021, regolamento (UE) 2021/1119, che stabilisce l'obiettivo vincolante della neutralità climatica entro il 2050;
il cambiamento climatico, il crollo della biodiversità e l'aumento di gravi crimini ambientali mettono in pericolo l'intera comunità internazionale e le attività delle imprese pubbliche o private non possono più causare impunemente gravi danni all'ambiente;
vi sono stati numerosi sviluppi a livello di Unione europea ed internazionale in materia di ecocidio, quali per esempio la risoluzione dell'Assemblea del Consiglio d'Europa – PACE – per un reato di ecocidio nel diritto nazionale ed internazionale (26 gennaio 2023); il voto unanime della Commissione giuridica del Parlamento europeo per l'inclusione del reato di ecocidio nel diritto europeo (21 marzo 2023); la proposta del Parlamento europeo di introdurre il reato di ecocidio nel diritto europeo (29 marzo 2023); oltreché la proposta di legge sull'ecocidio del partito PSOL in Brasile (5 giugno 2023);
un gruppo di esperti di diritto internazionale, copresieduto da Philippe Sands e Dior Fall Sow, ha elaborato e pubblicato, il 22 giugno 2021, una definizione di base giuridica universale per il crimine di ecocidio («qualsiasi atto illegale o derivante da una grave mancanza di previsione o di precauzione adottato nella consapevolezza che è altamente probabile che causerà danni gravi, diffusi o duraturi all'ambiente») all'attenzione degli Stati membri dello Statuto di Roma, che potrebbe ispirare la commissione che studia la possibilità di includere l'ecocidio nel diritto penale italiano;
allo stato attuale del diritto penale nazionale e internazionale, è spesso impossibile impegnare la responsabilità penale delle imprese transnazionali per gravi danni all'ambiente e alla salute delle vittime;
per quanto riguarda il codice penale italiano, con la legge 22 maggio 2015, n. 68, sono state introdotte nell'ordinamento nazionale fattispecie di aggressione all'ambiente costituite sotto forma di delitto;
l'8 febbraio 2022 il Parlamento ha approvato il disegno di legge che prevede la modifica di due articoli della Costituzione: l'articolo 9 si allarga alla tutela dell'ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali. La modifica all'articolo 41, invece, sancisce che la salute e l'ambiente sono paradigmi da tutelare da parte dell'economia, al pari della sicurezza, della libertà e della dignità umana. E che le istituzioni possano orientare l'iniziativa economica pubblica e privata verso fini sociali e ambientali. Una riforma che si dimostra essere un impegno solenne per il presente e per il futuro;
la Corte penale internazionale offre, in questa fase, il quadro più appropriato e coerente a livello globale per il perseguimento del crimine di ecocidio;
già nel 1985 la prima relazione Whitaker, presentata alla sottocommissione per la prevenzione della discriminazione e la protezione delle minoranze della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, raccomanda l'inclusione dell'ecocidio come reato autonomo accanto a quello di genocidio;
tra il 1991 e il 1996 la Commissione di diritto internazionale, incaricata di discutere il contenuto del Codice dei crimini contro la pace e la sicurezza dell'umanità, ha preso in considerazione l'inclusione di un articolo sugli atti che danneggiano gravemente l'ambiente;
nel 2017 il Tribunale internazionale cittadino «Monsanto» ha espresso l'intenzione di includere il crimine di ecocidio nel diritto penale internazionale sulla base dei «Princìpi guida sulle imprese e i diritti umani» approvati nel 2011 dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;
l'articolo 121, paragrafo 1, dello Statuto di Roma consente a qualsiasi Stato parte di tale Statuto di proporre emendamenti allo stesso e che la volontà di un singolo Stato è sufficiente affinché gli emendamenti proposti siano posti all'ordine del giorno dell'Assemblea generale dei 123 Stati parte;
il 2 dicembre 2019 Vanuatu, piccolo Stato insulare colpito in primo piano dal cambiamento climatico, ha suggerito di considerare l'inclusione del reato di ecocidio nello Statuto di Roma del 1998 al fine di integrare il reato di ecocidio;
il 15 settembre 2016 Fatou Bensouda, procuratore della Corte penale internazionale, ha espresso l'auspicio che le competenze della Corte si estendano ai crimini dello Statuto di Roma che comportano o causano, tra l'altro, la devastazione ecologica, lo sfruttamento illecito delle risorse naturali o l'espropriazione illecita di terre;
solo la volontà politica sembra ancora non rispettare la criminalizzazione internazionale dell'ecocidio, già presa in considerazione dalla Law Commission international, sviluppata dal mondo accademico e sostenuta dalla società civile,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative volte a istituire un gruppo di lavoro, di esperti di diritto ambientale, al fine di presentare una proposta di legge volta a codificare il crimine di ecocidio in coerenza con il diritto penale italiano;
2) ad adottare iniziative di competenza volte a sostenere l'iniziativa dello Stato di Vanuatu e delle Maldive di emendare lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale per includere il crimine di ecocidio; parallelamente individuando le iniziative che potrebbero essere intraprese per proporre, a nome della Repubblica italiana, emendamenti allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale per includere il crimine di ecocidio;
3) a proporre che l'Italia prenda l'iniziativa di supportare un gruppo di lavoro ad hoc di Stati pilota presso la CPI, in collaborazione con gli altri Stati Membri interessati, su iniziativa guidata/pianificata da Vanuatu, incaricati di preparare la stesura di una nuova convenzione internazionale relativa alla repressione del crimine di ecocidio e di proporne la negoziazione a livello internazionale, al fine di attuare il principio di complementarità su cui poggia lo Statuto di Roma.
(1-00303) «Zaratti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti».
ATTI DI CONTROLLO
AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR
Interrogazione a risposta immediata:
FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, MANTOVANI, ROTONDI, AMBROSI, CAIATA, DI MAGGIO, DONZELLI, GIORDANO e PIETRELLA. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
il 28 giugno 2024 è stata trasmessa alla Commissione europea la richiesta di pagamento della sesta rata del nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza, pari a 8,5 miliardi di euro;
la formale richiesta presentata dall'Italia segue i lavori della cabina di regia del 24 giugno 2024, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, per la verifica del conseguimento dei 37 obiettivi connessi, tra i quali si ricordano la realizzazione di infrastrutture per il potenziamento del trasporto del gas (Linea adriatica), la formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali dei professionisti del sistema sanitario nazionale, l'avvio delle opere infrastrutturali nell'ambito della zona economica speciale del Mezzogiorno, il potenziamento dei collegamenti ferroviari nel Sud, l'istituzione del polo del turismo digitale (Digital tourism hub) e numerosi altri;
la richiesta di pagamento della sesta rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza conferma il positivo lavoro del Governo e il primato dell'Italia, al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti;
ai numerosi investimenti inseriti nella sesta rata si aggiunge anche il varo di importanti riforme, tra le quali le misure dedicate alle persone con disabilità e agli anziani non autosufficienti, a dimostrazione che, dietro le grandi opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza, continuano ad esserci sempre le persone, ovvero gli anziani, le famiglie numerose, i disabili, con le loro fragilità e con tutte le loro difficoltà;
in linea con quanto avvenuto con le precedenti richieste di pagamento, il versamento della sesta rata avverrà al termine del consueto iter di valutazione previsto dalle procedure europee, finalizzato a verificare l'effettivo raggiungimento dei target e delle milestone programmati;
i dati sul consistente incremento degli investimenti in opere pubbliche, che al Sud hanno registrato un tasso di crescita superiore al 50 per cento nel corso del 2023, confermano che l'Italia sia pienamente entrata nella «fase 2» del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero quella della concreta messa a terra degli investimenti per dare forma all'Italia di domani –:
quale sarà la tempistica prevista dal Governo per attivare, prossimamente, l'attività di verifica e rendicontazione dei 69 traguardi e obiettivi della settima rata, pari a 18,2 miliardi di euro.
(3-01302)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
X Commissione:
GHIRRA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
gli obiettivi di copertura dei consumi energetici da Fer al 2030 previsti dalla proposta di aggiornamento del Pniec di giugno 2023 è stata fissata al 40,5 per cento. Con l'aggiornamento del Pniec, il nostro Paese deve indicare il percorso da seguire per la completa decarbonizzazione al 2050, e con il target europeo -55 per cento (del Fit for 55) di riduzione delle emissioni di CO2 equivalente al 2030;
l'aggiornamento Pniec appena mandato alla Commissione dell'Unione europea, ha tra gli obiettivi, 131 gigawatt rinnovabili al 2030 e, purtroppo, si ripropone il nucleare con 8 gigawatt al 2050 per coprire l'11 per cento della richiesta nazionale. Per le Fer i davvero troppo deboli obiettivi prevedono che quasi ottanta (79.2) di questi deriveranno dal solare, 28.1 dall'eolico, 19.4 dall'idrico, 3.2 dalle bioenergie e 1 gigawatt da fonte geotermica;
il decreto ministeriale sulle aree idonee, prossimo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale prevede, invece, una potenza aggiuntiva da fonti rinnovabili di 80 gigawatt rispetto al 31 dicembre 2020, nonché una ripartizione tra regioni e province per cui non sono specificati i criteri;
in Sardegna – ad esempio – i consumi valgono circa 8.000 gigawattora e già oggi vengono prodotti da rinnovabili ben 3.864 gigawattora: per raggiungere gli obiettivi sarebbe quindi sufficiente un aumento di potenza ben inferiore rispetto a quelli indicati nella Tabella A, pari a 6,264 gigawattora;
il Pniec prevede, inoltre, un processo di individuazione delle aree idonee di concerto con le regioni e le province autonome attraverso un percorso di condivisione e ripartizione equa degli obiettivi su scala regionale (burden sharing);
l'articolo 5 del regolamento dell'Unione europea 2018/1999 sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima Ue, introducendo i vari Pniec, divide l'obiettivo europeo tra gli Stati membri prevedendo che la quota di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia del 2030 di ciascun Stato membro, per valutare l'uniformità d'impatto sul territorio, debba tenere conto dei consumi, del Pil pro capite, della capacità di interconnessione della rete elettrica, della densità risultante, compresa la potenza già istallata, e giungere a una ripartizione equa e condivisa dell'obiettivo nazionale vincolante –:
con quali criteri sia stata quantificata la potenza aggiuntiva da Fer necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal Pniec e quali siano i criteri di ripartizione fra regioni e province autonome nei rispetto del processo di burden sharing.
(5-02547)
GUSMEROLI, ANDREUZZA, BARABOTTI, DI MATTINA e TOCCALINI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
il mercato tutelato dell'energia elettrica in Italia ha fornito ai consumatori domestici e alle piccole imprese condizioni contrattuali e tariffe regolate dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). Dette tariffe hanno garantito una certa stabilità e protezione contro le fluttuazioni dei prezzi e le condizioni contrattuali sfavorevoli;
con l'introduzione della legge 4 agosto 2017, n. 124, «Legge concorrenza 2017», è stata prevista la cessazione del servizio di maggior tutela entro il 30 giugno 2024. La delibera ARERA 362/2023, modificata dalla delibera 600/2023, ha previsto che dal 1° luglio 2024 il servizio di maggior tutela non sarebbe più stato disponibile perì clienti domestici non vulnerabili. Questi utenti, se non hanno scelto un operatore del libero mercato, saranno serviti per tre anni dal servizio a tutele graduali, con prezzi definiti da Arera ogni tre mesi basati sul Prezzo Unico Nazionale (PUN);
attesa la criticità del tema e gli impatti della crisi energetica, la Commissione attività produttive commercio e turismo della Camera dei deputati nel secondo semestre 2023 ha effettuato un importante ciclo di audizioni sull'andamento dei prezzi elettricità e gas, oltre che su provvedimenti di legge a tema energia. L'attività è proseguita anche nei primi mesi del 2024 mediante molteplici audizioni con il MASE, ARERA, AGCM, Istituzioni, associazioni di categoria e consumatori, con lo scopo di informare i consumatori e sostenerli rispetto all'incertezza dei prezzi del mercato energetico, determinando regole e garanzie del giusto prezzo, considerata altresì la necessità di individuare misure dirette ad assicurare un'efficace tutela dei clienti;
il tema è stato, inoltre, dettagliatamente affrontato con la risoluzione numero 8/00060 del 26 giugno 2024, la cui approvazione ha impegnato il Governo a prevedere la facoltà di adesione al servizio a tutele graduati per clienti vulnerabili, a stabilire un monitoraggio delle offerte sul mercato libero, a intensificare la campagna di informazione oltre che promuovere il numero telefonico dedicato per i clienti vulnerabili, la creazione di un modulo di adesione standard e valido per tutti gli operatori e infine considerare la revisione della componente fissa PCV applicata in bolletta ai clienti vulnerabili –:
se il Ministro interrogato si sia già attivato e con quali provvedimenti verrà data attuazione alla risoluzione di cui in premessa, con specifico riferimento alle misure che consentiranno ai clienti vulnerabili di aderire al servizio a tutele graduali.
(5-02548)
PELUFFO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
nel settore elettrico, nel 2021 le fonti di energia rinnovabile che ha garantito il principale contributo alla produzione complessiva lorda nazionale è stata quella idroelettrica (39 per cento del totale);
nel 2022, il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato coperto per 273,8 TWh da produzione interna, di cui il 31 per cento da Fer, con la registrazione di un marcato calo della produzione idroelettrica legato al cambiamento climatico in atto con variabilità delle precipitazioni e aumento della frequenza dei periodi siccitosi e alla mancanza di investimenti nel settore stante lo stallo creatosi in merito alle procedure di assegnazione delle concessioni scadute o in scadenza, per la mancanza di una disciplina uniforme sul territorio nazionale;
la proposta del PNIEC di giugno 2023, pur incrementando di 40,9 TWh l'obiettivo 2030 di generazione elettrica complessiva da Fer prevede incredibilmente una flessione nel tempo della produzione di energia idroelettrica: tale flessione è motivata dal tendenziale incremento dell'intensità e della frequenza degli eventi estremi di precipitazione, e dalla riduzione della precipitazione cumulata. Lo scenario prevede che Fer come l'idroelettrico e le bioenergie continuino ad avere un ruolo nel perseguimento della decarbonizzazione ma che la capacità installata, nel caso dell'idroelettrico, rimanga pressoché costante al 2030 per 16 GW;
andrebbe invece rovesciato il ragionamento: sono state più volte segnalate capacità non sfruttate del sistema idroelettrico «storico». La potenza lorda degli impianti idroelettrici operativi è quasi raddoppiata dal 1963 a oggi eppure, la produzione idroelettrica si è mantenuta sostanzialmente costante, segno evidente della carenza di investimenti nel settore che ne penalizza la produzione al di là degli aspetti climatici;
nel 2021 è stata disposta l'archiviazione delle procedure di infrazione nei confronti di diversi Stati membri, tra cui l'Italia, in relazione agli affidamenti senza gara delle grandi concessioni idroelettriche; la Commissione europea ha preso atto di una situazione stagnante nel settore idroelettrico negli ultimi 15 anni e anche nel prossimo futuro che rivelerebbe la mancanza di un interesse economico a realizzare nuovi impianti;
come stabilito dall'impegno n. 3 della mozione (1-00296), accolto dal Governo il 26 giugno 2024, sarebbe opportuno valorizzare adeguatamente l'apporto dell'idroelettrico anche come supporto alle fonti rinnovabili intermittenti e considerare gli asset idroelettrici nazionali come strategici, sbloccando i necessari investimenti di un settore che garantisce il 20 per cento del fabbisogno elettrico nazionale –:
se e come il Governo intenda rivedere gli obiettivi di produzione di energia da fonte idroelettrica al 2030.
(5-02549)
SQUERI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
le comunità energetiche rinnovabili sono composte da gruppi di soggetti, persone, fisiche, enti locali, enti del terzo settore, che si associano per condividere l'energia autoprodotta da fonti rinnovabili;
il piano nazionale di ripresa e resilienza incentiva la costituzione delle comunità energetiche rinnovabili stabilendo, per il 2026, di raggiungere l'obiettivo di 2000 megawatt di capacità rinnovabile e una produzione di 2500 gigawattora. Per i comuni sotto i 5.000 abitanti sono previsti finanziamenti per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili;
il 24 gennaio 2024 è entrato in vigore il decreto per le comunità energetiche rinnovabili, dando corso alle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 199 del 2021, che recepisce la direttiva «Red II»;
in Italia già a gennaio 2024 erano presenti 104 configurazioni in autoconsumo collettivo suddivisi in 74 gruppi di auto consumatori e 30 di comunità di energia. Considerando anche le iniziative ancora in fase di definizione si arrivava ad un totale di 198 progetti;
segnalano i soggetti che stanno realizzando comunità energetiche rinnovabili che molte delle cabine primarie risultano virtualmente sature, quindi non in grado di sopportare ulteriori richieste di allacciamenti. Questo sarebbe dovuto alla stratificazione negli anni di domande di allacciamento presentate, mai andate a buon fine ma che impegnano la potenza delle cabine;
l'effetto di questa situazione creerebbe, secondo detti soggetti, il paradosso che chi volesse investire in impianti per lo sviluppo di comunità energetiche rinnovabili vede rifiutato l'allacciamento e quindi non può presentare l'istanza propedeutica per richiedere il contributo PNRR. Di fatto, sarebbe bloccato lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e vanificato l'impegno profuso dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica in questo settore –:
quali elementi possa fornire il Ministro interrogato in merito a quanto esposto in premessa, anche indicando le iniziative di competenza da porre in essere per favorire il pieno sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili, garantendo loro l'allacciamento.
(5-02550)
BENZONI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
dai rapporti di Terna relativi all'adeguatezza del sistema elettrico italiano, in particolare da quello del 2023, si evince che ii margine di adeguatezza del sistema è precipitato da 25 gigawatt – valore del 2013 e 2014 – sino a zero del 2022;
una riserva di potenza pari a zero, verificatasi in alcuni giorni del luglio 2022, è un inedito assoluto nella storia elettrica italiana e un elevatissimo fattore di rischio di blackout;
la capacità del sistema elettrico italiano di fare fronte alla domanda in modo «robusto» e «resiliente» è oggi affidata alle importazioni dall'estero, come scrive Terna, ai fini di «copertura del carico»;
in altri termini, se non avessimo centrali di potenza collocate all'estero (prevalentemente in Francia) in grado di fornire sino a 9 gigawatt di potenza, saremmo a rischio blackout –:
quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di evitare possibili blackout del sistema elettrico italiano, i quali dipendono dalla disponibilità della potenza adeguata – attualmente legata alla discrezionalità e alle politiche commerciali di uno Stato estero, seppur amico, come la Francia – così da scongiurare il verificarsi di situazioni come quella del luglio 2022 e potenzialmente sempre più probabili, in ragione del crescente affidamento a fonti variabili e intermittenti, come solare ed eolico.
(5-02551)
Interrogazione a risposta in Commissione:
GHIRRA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'interrogante, con atto ispettivo n. 4-00166 datato 13 dicembre 2022, tutt'ora senza risposta, aveva rivolto al Ministro interrogato e al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti alcuni quesiti circa la realizzazione del terminal Gnl nel Porto Canale di Cagliari e in particolare chiesto se ritenessero la realizzazione del terminal compatibile con le attività del Porto Canale di Cagliari, con la valorizzazione e la tutela dello stagno di Santa Gilla, con la salute e la sicurezza degli abitanti del Villaggio Pescatori e di coloro che percorrono la strada statale litoranea 195 e quale fosse il previsto impatto ambientale derivante dal trasporto su gomma del gas nei comuni della Sardegna;
la vicenda oggetto del presente atto riguarda il Porto Canale di Cagliari, nella cui area sorge il Villaggio Pescatori di Giorgino, situato a circa un chilometro e mezzo dal centro storico di Cagliari, a ridosso dello svincolo sulla S.S. 195. In tale area, su una superficie pari a 78.000 metri quadrati, è prevista la realizzazione di un deposito costiero e terminal Gnl che consiste in un impianto di stoccaggio con una capacità di 22 mila metri cubi e un rigassificatore caratterizzato da una struttura in banchina per la connessione e lo scarico del Gnl dalle navi metaniere, un complesso di tubazioni criogeniche per il trasporto del fluido nell'impianto;
con parere n. 3057 del 5 luglio 2019, il Ministero dell'ambiente ha espresso parere favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto, proposto originariamente da Isgas Energit Multiutilities S.p.A., ora Sardinia Lng S.r.l.;
con decreto del Ministero della transizione ecologica, di concerto con il Ministero della cultura n. prot. 103 del 24 marzo 2021, sul progetto è stato espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale ai sensi dell'articolo 25, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006, subordinato all'ottemperanza di alcune condizioni ambientali;
da notizie di stampa si è appreso che nei giorni scorsi il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica avrebbe inviato una comunicazione – sarebbe la terza del medesimo tenore – alla Regione Sardegna – più precisamente alla Presidenza della Regione e all'assessorato all'industria, oltreché alla Società Sardinia Lng S.r.l. – invitando l'ente regionale ad approvare la delibera della giunta necessaria per il rilascio dell'intesa per la realizzazione del progetto succitato;
la localizzazione in quest'area comporterebbe un irreparabile pregiudizio per gli altri utenti del Porto Canale a causa dell'istallazione dei bracci di carico necessari a rifornire le navi gasiere, nonché delle attività di ormeggio e disormeggio delle navi metaniere;
il comitato di quartiere Villaggio Pescatori ritiene inaccettabile la scelta di ubicare il terminal all'imbocco del Porto Canale Industriale di Cagliari, in quanto troppo a ridosso dello svincolo della S.S. 195 e del Villaggio dei Pescatori;
da alcune associazioni è stato proposto come sito, alternativo la banchina Ovest, già indicata negli elaborati progettuali presentati dalla società Isgas Energit Multiutilities S.p.A., distante 1,5 chilometri dall'area indicata, meno prossima all'abitato di Giorgino, alla SS 195 e meno contrastante con le attività attualmente svolte nel Porto Canale di Cagliari, già profondamente in crisi;
la realizzazione del progetto a ridosso di Giorgino rappresenterebbe un serio ostacolo allo sviluppo economico-produttivo, naturalistico e turistico del compendio –:
se i Ministri interrogati ritengano compatibile il progetto descritto con le attività del Porto Canale, con la valorizzazione e la tutela dello stagno di Santa Gilla, con la salute e la sicurezza degli abitanti del Villaggio Pescatori e di coloro che percorrono la strada statale litoranea 195;
quali iniziative di competenza intenda adottare affinché venga individuato un sito alternativo per la realizzazione del progetto.
(5-02554)
Interrogazione a risposta scritta:
L'ABBATE. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto emerge da numerose segnalazioni di cittadini residenti nei comuni limitrofi, sulla strada provinciale Castellana Grotte – Polignano a Mare, vengono sistematicamente abbandonati rifiuti di ogni genere, così da procurare un grave danno al decoro del territorio, alle rotte turistiche, oltre a essere fonte di inquinamento e aggravare la dispersione della plastica nell'ambiente;
il fenomeno ha subito negli ultimi mesi una grave escalation, poiché i rifiuti, soprattutto di origine urbana, vengono abbandonati sulle aree stradali come rotonde e piazzole di sosta e nei tratturi laterali alla suddetta provinciale;
sono dunque necessari impegni chiari e non rimandabili da parte dell'ente preposto, così che la città metropolitana di Bari garantisca interventi di pulizia dei luoghi suddetti e che con un sistema di controllo e vigilanza eviti che il disagio possa verificarsi nuovamente;
ciò risulta necessario sia per tutelare i cittadini residenti nei comuni limitrofi, sia per mantenere inalterata la bellezza dei territori, sempre più apprezzati da turisti e viaggiatori –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto e se ritengano opportuno adottare iniziative di competenza affinché sia garantita un'appropriata operazione di pulizia e bonifica delle aree dai rifiuti abbandonati, con ripristino della sicurezza stradale e ambientale a salvaguardia della pubblica incolumità e siano attivati circuiti di vigilanza per sanzionare chi continua ad abbandonare sul suolo pubblico i propri rifiuti.
(4-03057)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta scritta:
POLIDORI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la Camera dei deputati, con l'ordine del giorno presentato dall'interrogante, al disegno di legge di bilancio per l'anno 2023, accolto dal Governo nella seduta del 23 dicembre 2022 e relativo alla controversa applicazione dell'Iva alle prestazioni rese dai chirurghi estetici, impegnava il Governo «ad adottare ogni iniziativa utile a risolvere la questione rappresentata sia per i comportamenti passati, sia per i comportamenti futuri, al fine di ristabilire un contesto di certezza del diritto per gli operatori del settore, per i pazienti e per la stessa Amministrazione finanziaria» (ordine del giorno 9/643-bis-AR/210 Polidori);
a tale ordine del giorno il Legislatore dava attuazione con l'articolo 4-quater del decreto-legge n. 145 del 2023, convertito con modificazioni dalla legge n. 191 del 2023, rubricato «Regime dell'Iva per prestazioni di chirurgia estetica», disciplinando al primo comma, i comportamenti futuri in un contesto di piena certezza anche di natura documentale, al fine della prova della natura terapeutica delle prestazioni effettuate, e prevedendo al secondo comma una norma di sanatoria per i comportamenti passati;
in particolare, il secondo comma, nello stabilire che «Resta fermo il trattamento fiscale applicato ai fini dell'Iva alle prestazioni sanitarie di chirurgia estetica effettuate anteriormente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto», ha inteso ratificare il regime IVA «applicato», quale esso sia, dal singolo medico antecedentemente all'entrata in vigore del comma 1, nell'ottica della tutela del legittimo affidamenti alla stregua di quanto ad esempio fatto in passato per l'Iva sulle prestazioni di medicina legale (articolo 1, comma 80, della legge 24 dicembre 2007, n. 244) oppure ancor più recentemente per l'Iva sulle scuole guida;
nonostante la espressa norma di sanatoria per i comportamenti passati, si rileva che taluni uffici locali dell'Agenzia delle entrate insistono nella richiesta (di fatto retroattiva) della documentazione probatoria della natura terapeutica delle prestazioni effettuate anche per il passato e contestano la mancata applicazione dell'Iva in carenza di tale prova, così del tutto obliterando quanto statuito dal citato articolo 4-quater, comma 2;
diversamente da quanto accaduto in passato, quando l'Agenzia aveva espressamente invitato gli Uffici «a riesaminare caso per caso le controversie pendenti e, ricorrendone i presupposti, ad abbandonarle secondo le modalità di rito» (Circ. 20/E del 13 marzo 2008, relativamente alle prestazioni di medicina legale), non risultano invece allo stato comunicazioni in tal senso da parte degli uffici centrali dell'Agenzia ed indirizzate agli uffici periferici contenenti l'invito ad abbandonare i contenziosi in essere e a non avviare ulteriori attività di accertamento per il periodo antecedente all'entrata in vigore dell'articolo 4-quater –:
se il Governo sia a conoscenza delle vicende esposte in premessa e quali iniziative intenda porre in essere per dare completa attuazione al comma 2 dell'articolo 4-quater del decreto-legge n. 145 del 2023, al fine di far cessare i giudizi in corso e di far cessare ogni attività di accertamento in relazione alla mancata applicazione dell'Iva da parte dei chirurghi estetici nei periodi di imposta antecedenti l'entrata in vigore del citato articolo 4-quater.
(4-03061)
FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ
Interrogazione a risposta immediata:
BRAGA, SCHLEIN, BONAFÈ, CIANI, GHIO, TONI RICCIARDI, DE LUCA, FERRARI, MORASSUT, ROGGIANI, DE MARIA, CASU, FORNARO, DI BIASE, SCOTTO, GUERRA, FURFARO, MANZI, GRIBAUDO, QUARTAPELLE PROCOPIO, SERRACCHIANI, FORATTINI, BAKKALI, MALAVASI e IACONO. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:
secondo i dati Inps, nei primi 5 mesi del 2024 il 40 per cento delle donne lavoratrici con due e più figli non ha ancora richiesto il «bonus mamme», previsto dalla legge di bilancio per il 2024;
una misura che sin dalla sua presentazione ha destato molte riserve e critiche, tenuto conto che non si tratta di una misura strutturale, ma riservata al solo 2024 per le lavoratrici con due figli e fino al 2026 per quelle con tre o più figli e, soprattutto, perché non solo non prevede un tetto di reddito per la sua fruizione, ma addirittura esclude le lavoratrici con contratti di lavoro diverso da quello a tempo indeterminato, le lavoratrici autonome e le collaboratrici domestiche;
il bonus è stato accompagnato anche da una certa incertezza comunicativa con riferimento al reale importo del beneficio massimo dei 3.000 euro annui, che al netto delle imposte si riduce a 1.700 euro netti. Altrettanto per quanto concerne il paradossale meccanismo di applicazione in base al quale il suddetto beneficio massimo è riconosciuto alle lavoratrici con un reddito annuo di 27.500 euro, mentre per quelle con redditi inferiori si riduce;
la quota di contratti stabili, come rilevato dall'Inapp, incide per il 20 per cento su quelli maschili e per il 15 per cento su quelli femminili. Il 49 per cento dei nuovi contratti delle donne è a tempo parziale, contro il 26,2 per cento degli uomini;
il Governo ha fatto proclami sul sostegno alla natalità, ma ad avviso degli interroganti ha sbagliato strumento, comunicazione e target rispetto all'obiettivo. È l'occupazione di qualità e stabile che va sostenuta per le lavoratrici fragili, poco pagate e precarie. Si è scelto invece un «premio» alle mamme più feconde e con lavori sicuri e meglio retribuiti, un bonus che non rappresenta un reale incentivo alla natalità;
più opportunamente, si sarebbero dovute indirizzare tali risorse sul congedo paritario, uno strumento che, invece, consente alle lavoratrici madri di non perdere il lavoro stabile, di non dover accettare lavoretti saltuari, di non dover ricorrere ai part time, di non rinunciare alla carriera –:
quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare al fine di rivedere la strategia per il sostegno reale alle famiglie e per la maternità, garantendo condizioni di lavoro e di conciliazione per le lavoratrici che consentano di superare i nodi strutturali che incidono sulla condizione delle donne nel lavoro e nei carichi familiari.
(3-01306)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
FOTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il Tribunale di Bologna ha rinnovato la richiesta di collaborazione all'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di quella città per far fronte alla necessità di revisionare i rendiconti nelle procedure di tutela, curatela e amministrazione di sostegno, sottoscrivendo con essi un protocollo di intesa (protocollo 7 febbraio 2022 n. 318);
nonostante si tratti di un procedimento puramente interno all'amministrazione del Tribunale, derivante da difficoltà di gestione delle pratiche in questione e dalla connessa carenza di idoneo personale, lo stesso protocollo prevede che i costi di consulenza esterna incaricata della verifica della rendicontazione presentata da tutori e/o amministratori di sostegno non siano a carico del Tribunale, bensì delle stesse persone con disabilità –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti menzionati in premessa e quali iniziative normative intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di semplificare i complessi meccanismi di rendicontazione, evitando, in particolare, che i costi relativi alla consulenza esterna possano ricadere sulle risorse delle persone con disabilità.
(5-02556)
Interrogazioni a risposta scritta:
GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto emerso il 27 giugno 2024 dalla trasmissione «carceri bisogna vederle» condotta su Radio Leopolda dall'ex deputata Rita Bernardini, il detenuto C. P., ristretto presso il braccio G14 del carcere romano di Rebibbia e affetto da Aids conclamato a cui si è aggiunta una seria patologia oncologica, sta subendo una serie infinita di rinvii riguardo ad un'istanza di differimento pena presentata due anni fa al Tribunale di sorveglianza di Roma;
il suo difensore, avvocato Massimo Rao Camemi, intervistato da Bernardini nella trasmissione suddetta, dopo l'ennesimo rinvio, ha aggiornato la situazione del paziente-detenuto che diviene ogni giorno più drammatica;
tutto inizia il 1° luglio 2022 quando il legale presenta istanza urgente di differimento pena in detenzione domiciliare al Tribunale di sorveglianza di Roma;
senza ripercorrere i diversi rinvii delle udienze di cui si sono fatti artefici l'Ufficio e il Tribunale di sorveglianza di Roma, dall'intervista e dalla documentazione emerge con chiarezza che:
l'incompatibilità di C. P. con il regime carcerario è certificata da due perizie di parte (dottor P. Guarascio e dottor S. De Pasquale Ceratti) e dalla relazione medica dell'area sanitaria di Rebibbia;
l'incompatibilità di C. P. con il regime carcerario è suffragata anche dal perito (dottor Fiorenza) nominato dallo stesso Tribunale di sorveglianza di Roma;
la P. G. di Roma ha più volte ribadito il proprio parere favorevole alla misura richiesta del differimento pena;
la Corte di Cassazione, alla quale si è rivolto il detenuto tramite il suo legale a seguito del rigetto della misura da parte del Tribunale di sorveglianza di Roma, non solo ravvisa l'urgenza anticipando il giudizio alla Sezione feriale, ma decide di rinviare gli atti chiedendo al Tribunale di sorveglianza un nuovo giudizio;
giunti all'udienza del Tribunale di sorveglianza del 22 marzo 2024 il collegio si riserva omettendo di depositare il dispositivo;
nell'emettere la nuova ordinanza a seguito dell'udienza del 22 marzo, in data 18 aprile 2024, il Collegio chiede ai Carabinieri di verificare l'idoneità del domicilio e la disponibilità dei genitori di accogliere C. P. nella loro abitazione. Nella succitata intervista l'avvocato Rao Camemi sottolinea come le richieste contenute nell'ordinanza, seppure abbiano già trovato risposta nelle udienze precedenti, indichino comunque la propensione del Collegio alla concessione del differimento pena presso il domicilio del paziente attualmente detenuto a Rebibbia;
ma il 19 giugno 2024 il Tribunale di sorveglianza di Roma emette una nuova ordinanza per richiedere una nuova perizia volta a conferire un nuovo incarico ad un perito infettivologo del Tribunale il quale dovrà rispondere a quesiti già affrontati e risolti dal perito del tribunale al quale era stato conferito l'incarico il 1° dicembre 2023 (Dottor Fiorenza); l'incarico verrà conferito nell'udienza del 2 luglio 2024; dopodiché occorrerà attendere i tempi necessari al perito per svolgere l'incarico ricevuto e la fissazione futura di un'ulteriore udienza; nel frattempo, in questi due anni, C. P. – afferma il suo legale – non ha ricevuto alcuna cura per la malattia oncologica (Sarkoma di Kaposi) e le sue condizioni di salute sono inesorabilmente peggiorate –:
se siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire a C. P. il diritto alla salute affermato nell'articolo 32 della Costituzione;
se il Ministro della giustizia non ravvisi, in considerazione dei fatti esposti in premessa, la necessità di inviare ispettori ministeriali anche in relazione all'esigenza di tutela di diritti umani fondamentali.
(4-03055)
ORLANDO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
si apprende da notizie giornalistiche che Renzo Lovato, titolare della cooperativa agricola «Agrilovato», padre di Antonello Lovato, l'uomo accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso per la morte di Satnam Singh, il bracciante indiano morto mercoledì pomeriggio all'ospedale San Camillo di Roma, due giorni dopo aver perso un braccio in un gravissimo incidente sul lavoro e «dipendente» della Agrilovato, è indagato dalla Procura di Latina sin dal 2019 per reati di caporalato, di cui alla legge n. 199 del 2016 recante «Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo», che, tra le altre misure di contrasto al fenomeno del caporalato, ha novellato l'articolo 603-bis del codice penale, rubricato «Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro»;
Lovato padre al Tg1 aveva dichiarato di aver avvisato Satnam Singh di tenersi lontano dal macchinario che gli ha strappato il braccio, ma che lui «ha fatto di testa sua», compiendo a suo dire «una leggerezza costata cara a tutti»;
per i magistrati sarebbe stato proprio il figlio Antonello ad aver lasciato il bracciante, quasi agonizzante, davanti casa invece di portarlo in ospedale e ora anche Renzo Lovato rischia il coinvolgimento nell'indagine per omicidio colposo nei confronti del figlio Antonello Lovato, proprio a causa di quelle parole, che lascerebbero presupporre un suo ruolo attivo anche nell'organizzazione del lavoro dell'azienda intestata al figlio;
l'indagine da parte della Procura di Latina nei confronti di Renzo Lovato per caporalato sarebbe iniziata, in modo incidentale poiché partita da un altro filone di indagine, nel 2019, e riguarderebbe reati commessi tra il 2019 e il 2020. Secondo le accuse, quale legale rappresentante della Cooperativa Agrilovato, Renzo Lovato con altri «assumevano e, comunque, impiegavano manodopera mediante attività di intermediazione, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno, con paghe bassissime, orari superiori a quelli previsti dal Contratto nazionale e lavorando in condizioni degradanti, violando le norme di sicurezza; oltre alla mancanza di vigilanza e formazione, mancavano anche i bagni per il personale, che veniva alloggiato in baracche per le quali pagavano affitti da 100-110 euro al mese»;
ad oggi, però, a cinque anni di distanza dall'inizio delle indagini, ancora non è stato emesso il decreto di conclusione delle indagini, che sarebbe fermo da circa un anno, dopo che per due anni la Procura ha accertato ipotesi di reato e che per altri due ha lavorato alla conclusione dell'indagine; pare infatti che il Gip attualmente titolare delle indagini nel 2023 abbia rigettato le richieste di arresto perché sarebbe «trascorso troppo tempo» e le esigenze cautelari, così come prospettate dai pubblici ministeri, sarebbero venute meno; ad agosto 2023 la Procura ha chiuso le indagini, ma, pare a causa di problemi tecnici, le notifiche sarebbero andate a buon fine solo il 26 maggio 2024;
nel frattempo si apprende che la cooperativa che raccoglie tutte le ditte riconducibili alla famiglia Lovato abbia ottenuto circa 131 mila euro di fondi europei negli ultimi anni, finanziamenti possibili perché i titolari sono solo sottoposti ad indagine e non rinviati a giudizio o sottoposti a misure cautelari;
inoltre, secondo il registro nazionale degli aiuti di Stato, l'azienda avrebbe goduto per anni del sostegno dello Stato a vario titolo –:
se il Ministro interrogato non intenda, dunque, valutare di esercitare il potere ispettivo che gli assegna la legislazione vigente al fine di fare chiarezza sulla gravissima vicenda esposta.
(4-03059)
ASCARI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
ad ottobre 2024, la giornalista Martina Mazzaro di Tva Vicenza è stata minacciata di morte da un giovane in una zona degradata, nota per la frequentazione di spacciatori e tossicodipendenti, mentre esercitava il proprio dovere di informare;
la Procura di Vicenza ha chiesto l'archiviazione del fascicolo aperto in relazione all'episodio, motivando la richiesta con la necessità di contestualizzare il comportamento dell'indagato rispetto al luogo, alle condizioni psico-fisiche ed alla condizione sociale dello stesso, sostenendo che tali circostanze possano far dubitare della sussistenza dell'elemento psicologico del reato;
la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), il sindacato giornalisti Veneto e l'ordine dei giornalisti hanno espresso forte preoccupazione per un provvedimento che ritengono contrario al diritto, sottolineando come il lavoro giornalistico, anche nelle zone a rischio, debba essere tutelato senza eccezioni, in quanto la libertà di stampa è un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione italiana;
la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Vicenza ad avviso dell'interrogante potrebbe costituire un pericoloso precedente, legittimando implicitamente minacce e intimidazioni nei confronti dei giornalisti impegnati in attività di cronaca in aree socialmente problematiche –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti suesposti e quali iniziative intendano intraprendere per garantire una protezione efficace ai giornalisti che operano in aree ad alto rischio, assicurando che possano svolgere il loro lavoro senza timore di ritorsioni o minacce;
se ritengano opportuno adottare iniziative normative in materia di reati contro la persona, per rafforzare le tutele con particolare riferimento alle minacce rivolte ai giornalisti durante lo svolgimento della loro attività professionale;
se non ritengano opportuno promuovere programmi di formazione specifici per le forze dell'ordine, al fine di migliorare la prevenzione e la gestione delle situazioni di rischio in cui possono trovarsi i giornalisti durante lo svolgimento del loro lavoro.
(4-03062)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazioni a risposta immediata:
BOSCHI, FARAONE, GADDA, DE MONTE, DEL BARBA e MARATTIN. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
organi di stampa evidenziano come le ultime assunzioni della Rai avrebbero visto favorito l'ingresso di amici e parenti di figure chiave all'interno dell'azienda e degli stessi vertici aziendali, attraverso procedure di selezione opache e inconsuete, in spregio alle liste di disoccupazione e ai numerosi lavoratori precari in attesa di stabilizzazione e già impiegati;
le rappresentanze sindacali Rai già a maggio 2024 avevano denunciato l'iniquità e il carattere del tutto arbitrario e parziale con cui venivano condotte le nuove assunzioni;
quanto avvenuto rappresenterebbe, se confermato, a parere degli interroganti, una grave violazione delle politiche di equità e integrità che dovrebbero caratterizzare le procedure di reclutamento di un'azienda che è chiamata a garantire un servizio pubblico e alla cui gestione contribuiscono tutti i cittadini attraverso il canone;
i principi di trasparenza e meritocrazia, pure sottoscritti nel contratto di servizio tra la Rai e il Ministero, quale soggetto con compiti di monitoraggio e vigilanza, richiedono che siano garantiti l'imparzialità e il buon andamento delle procedure di reclutamento della Rai, valorizzando anzitutto le professionalità maturate e da anni in attesa di stabilizzazione, scongiurando ogni logica nepotista e di «amichettismo» –:
se corrisponda al vero quanto riportato dagli organi di stampa e se risulti, per quanto di competenza, sulla base di quali criteri siano state effettuate le ultime assunzioni in Rai e se non ritenga utile che siano resi noti, oltre a tali criteri, le motivazioni e le valutazioni che hanno governato l'iter di selezione, al fine di verificare che nessuna logica distorta e opaca abbia compromesso o rischi di compromettere anche in futuro l'imparzialità, la trasparenza, il buon andamento e l'efficienza del servizio radiotelevisivo pubblico.
(3-01303)
LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
le micro-imprese e le piccole e medie imprese rappresentano la spina dorsale del nostro sistema economico. Esse contribuiscono alla diversificazione delle produzioni e alla creazione di nuovi posti di lavoro, favorendo la flessibilità delle economie dei territori in cui operano;
i dati dell'Istituto nazionale di statistica (Istat) rilevano che circa il 95 per cento delle attività italiane è una micro-impresa e, considerando anche quelle di piccole e medie dimensioni, si raggiunge più del 99 per cento del totale delle imprese;
l'Osservatorio Digital innovation del Politecnico di Milano ha calcolato che le piccole e medie imprese rappresentano il 41 per cento del fatturato nazionale, il 38 per cento del valore aggiunto e il 34 per cento dell'occupazione;
in particolare, nelle regioni del Mezzogiorno del Paese, le piccole e medie imprese rappresentano l'83 per cento della produzione e il 95 per cento dell'occupazione;
le previsioni del Rapporto Cerved 2023 indicavano che, pur ipotizzando «uno scenario base di stabilizzazione dei prezzi e rientro dei tassi nel 2024, le piccole e medie imprese al sicuro potranno ridursi al 37,3 per cento dall'attuale 41 per cento (erano il 42,2 per cento nel 2022); quelle rischiose, invece, salire all'8 per cento dal 7,1 per cento»;
il 29 giugno 2024 l'Associazione bancaria italiana (Abi) e Cerved hanno comunicato che il tasso di deterioramento del credito delle imprese dovrebbe raggiungere una percentuale del 3,5 per cento nel 2024, in aumento rispetto al 2,4 per cento del 2023;
a fronte dello scenario politico ed economico in costante mutamento, è necessario attivare tutti gli strumenti di supporto alle micro, piccole e medie imprese, non solo attraverso specifici interventi normativi, ma anche mediante servizi di raccolta delle istanze specifiche dei territori –:
quali ulteriori iniziative di competenza intenda assumere per assicurare il coordinamento delle politiche a favore del tessuto imprenditoriale del Paese, in particolare per rispondere attivamente alle esigenze delle piccole e medie imprese, che svolgono un ruolo fondamentale per l'economia del Paese.
(3-01304)
Interrogazione a risposta in Commissione:
PELUFFO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
risulta all'interrogante che i librai e le libraie indipendenti siano profondamente preoccupati per il futuro del mercato editoriale italiano: secondo i dati dell'Associazione italiana editori (Aie), le vendite di libri nell'editoria per il primo trimestre del 2024 registrano un sensibile calo pari a -4,1 per cento a livello di valore e -4,8 per cento a livello di copie rispetto all'anno precedente confermando una tendenza negativa anche a livello locale;
il trend relativo al sensibile calo delle vendite del primo trimestre 2024 rischia di essere ulteriormente aggravato dalle difficoltà economiche delle famiglie e dalle politiche del Governo, come la sostituzione della 18app con una misura legata al reddito Isee, come l'entrata in vigore di nuove misure che influenzeranno ulteriormente il mercato (verrà meno il bonus biblioteche, 30 milioni di euro da utilizzarsi in gran parte nelle librerie), come il taglio al tax credit librerie (da 18 a 8 milioni di euro);
in tutto il Paese in seguito a questo quadro si registrano notizie di chiusure in serie di esercizi commerciali di settore;
inoltre, nel settore scolastico, i costi in crescita per le famiglie e le politiche aggressive di sottocosto non dichiarato della grande distribuzione organizzata (God) stanno mettendo a dura prova le librerie e le cartolibrerie locali e persistono problematiche legate ai ritardi nei rimborsi da parte dei comuni e alle richieste di sconti insostenibili sui testi della scuola primaria. A titolo di esempio, per quanto attiene al territorio di provenienza dell'interrogante, attualmente, in bergamasca, secondo dati della Cciaa operano 50 librerie, 137 cartolerie e 17 editori. Il 31 per cento opera da oltre vent'anni, mentre il 37 per cento ha più di 10 anni di attività. Il 2022 è stato l'anno più critico con tre chiusure fra le librerie e 11 cartolerie che hanno abbassato definitivamente la saracinesca;
riguardo alle vendite sottocosto, risulta persistere un'iniziativa commerciale messa in atto da molte insegne della Gdo sui testi scolastici che sta mettendo completamente fuori gioco la rete tradizionale delle librerie e cartolibrerie. Le vendite sottocosto sono sottoposte al rispetto decreto del Presidente della Repubblica 6 aprile 2001, n. 218, regolamento che prevede alcune restrizioni per gli operatori commerciali che vogliano usufruire di questa tipologia promozionale: la comunicazione al comune sul cui territorio avviene l'operazione, il limite massimo di 10 giorni, l'identificazione puntuale dei beni offerti;
come riportato da associazioni di settore, risulta invece che non vengano rispettati questi precetti in quanto nessun comune riceverebbe alcuna dichiarazione sull'offerta, le vendite sottocosto si svolgono continuativamente ogni anno da giugno a ottobre e avvengono dietro prenotazione di beni (libri di testo) e non su stock predefiniti;
sia le librerie che la Gdo acquistano i libri di testo presso i loro fornitori con un meccanismo di sconto rispetto al prezzo di copertina di ogni libro, prezzo fissato dall'editore come da normativa vigente. Questo sconto è inferiore al 15 per cento, sconto con cui detti beni vengono venduti poi al pubblico in grande distribuzione;
già nel 2020, il Sil (Sindacato italiano librai e cartolibrai di Confesercenti) si era rivolto al Mimit (allora evidenziando quanto stava accadendo, ottenendo un riconoscimento relativo alle problematiche esposte e l'auspicio per un'iniziativa politico/istituzionale sul tema. Purtroppo da allora nessuna iniziativa è stata assunta, contribuendo in modo determinante alla moria di librerie e cartolibrerie sul territorio –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative normative intenda porre in essere con urgenza per mettere subito fine a queste operazioni che di fatto rappresentano un elemento di gravissimo disturbo alle normali dinamiche di concorrenza, e un grave pregiudizio alla sopravvivenza di questi nostri esercizi commerciali.
(5-02557)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
la SS 649 di Fondo Valle Alento (SS649) è una strada statale italiana di lunghezza pari a 14,637 chilometri gestita dall'Anas. Questo snodo stradale rappresenta il collegamento tra la zona costiera di Francavilla al Mare e l'entroterra fino a Bucchianico, risalendo la valle del fiume Alento;
è una arteria stradale in cui transitano migliaia di veicoli al giorno in quanto si interseca con altre arterie stradali importanti tra cui la SS 81 tratto da Chieti a Guardiagrele;
il tratto di strada della SS 649 compreso dallo svincolo di Ripa Teatina fino a Bucchianico vede la presenza ai margini della stessa di numerosi alberi di grandi dimensioni, alcuni anche inclinati verso l'interno della strada, che potrebbero invadere l'intera carreggiata in caso di crollo in quanto molto vicini ai margini stradali e di altezze molto importanti;
è accaduto più volte che a causa di eventi meteorologici alcuni alberi evidentemente pericolanti siano crollati sulla Fondo Valle Alento mettendo in pericolo sia la viabilità che gli automobilisti di passaggio;
negli ultimi anni si verificano sempre più frequentemente eventi meteorologici eccezionali quali vento forte, temporali, caldo intenso e forti nevicate, è molto probabile che alcuni di essi possano crollare all'interno della strada come accadde nel fine agosto dello scorso anno;
a giudizio dell'interrogante, al fine di garantire la viabilità ma soprattutto la sicurezza degli automobilisti, è necessario che tali arterie stradali siano estremamente sicure dal punto di vista della manutenzione –:
se il gestore della SS 649 abbia effettuato una verifica di stabilità su tutti gli alberi ai margini dell'arteria stradale;
in caso di risposta affermativa, quali siano le reali condizioni di stabilità di questi alberi e quali iniziative per interventi di messa in sicurezza e manutenzione siano stati già eseguiti e quali siano quelli programmati per il futuro.
(2-00409) «Torto, Ilaria Fontana, Iaria, Carmina, Donno, Dell'Olio, L'Abbate, Morfino, Santillo, Cantone, Fede, Traversi, Fenu, Gubitosa, Lovecchio, Raffa, Bruno, Scerra, Scutellà, Alifano».
Interrogazioni a risposta in Commissione:
SIMIANI, GHIO e CASU. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 febbraio 2024, il decreto del Presidente della Repubblica n. 229 del 21 dicembre 2023 che modifica e semplifica il procedimento di autorizzazione alla circolazione di prova dei veicoli comunemente detta «Targa prova»;
il decreto, entrato in vigore il 29 febbraio 2024, ha modificato l'atto precedente (decreto del Presidente della Repubblica n. 474 del 2001) prevedendo in particolare che il numero di autorizzazioni alla circolazione di prova rilasciabili ad ogni titolare sia contingentato in ragione del numero di addetti dei quali dispone: una autorizzazione ogni cinque dipendenti e collaboratori. Se il numero di dipendenti e collaboratori è inferiore a cinque, è comunque rilasciata una sola autorizzazione;
tale decisione sta creando moltissime criticità per le imprese del settore mettendo in crisi numerose aziende di movimentazione auto, rischiando di causare centinaia di licenziamenti in tutta Italia;
evidenti problematiche sono state evidenziate in tutta Italia, nel porto di Civitavecchia e in particolare nel porto di Livorno, dove è in dubbio la continuità occupazionale di circa 300 persone. Le modifiche vanno infatti a colpire coloro che operano nelle attività di trasferimento delle auto dal porto ai vari piazzali di stoccaggio soprattutto per la mancanza di infrastrutture alternative. Mentre fino ad ora le concessioni prevedevano la targa prova per ogni dipendente adesso con le nuove norme, verrà infatti concessa una targa prova ogni 5 dipendenti;
le notizie riportate sulla stampa, relative al futuro delle aziende coinvolte sono infatti allarmanti. Se un'azienda che movimenta auto ha 100 dipendenti che le trasportano per suo conto, mentre prima aveva 100 targhe prova, adesso avrà 20 targhe prova. Questa situazione creerà un surplus di personale e sicuramente nel caso in esempio, 80 dipendenti rimarranno inutilizzati e senza lavoro e costringeranno molte aziende a chiudere. C'è anche il rischio che il traffico auto che attualmente arriva a Livorno o Civitavecchia per l'impossibilità di essere movimento prenda altre vie verso nuove città. Fortunatamente la norma è nazionale e il problema non è solo della città labronica ma è lo stesso di molte altre realtà portuali;
in questo contesto va aggiunto inoltre come proprio il Governo Meloni abbia definanziato recentemente e unilateralmente i 300 milioni di euro di risorse già assegnate per realizzare l'interporto di Livorno che prevedevano anche infrastrutture ferroviarie per la logistica di un territorio vasto;
le modifiche alla normativa sulla «Targa prova» legate ai finanziamenti per l'interporto rischiano quindi di penalizzare, per quanto riguarda Livorno, un settore fondamentale per l'occupazione e l'economia territoriale –:
se non ritengano utile e necessario, in relazione a quanto espresso in premessa, adottare iniziative di competenza volte ad apportare modifiche al decreto del Presidente della Repubblica n. 229 del 21 dicembre 2023 prevedendo specifiche deroghe per alcuni territori, come quelli di Livorno e Civitavecchia, dove non esistono infrastrutture alternative per garantire una logistica efficace per quanto riguarda le attività del porto.
(5-02553)
IAIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
i collegamenti ferroviari diretti Taranto-Roma garantiti dal Frecciarossa Napoli-Roma-Firenze, a causa di lavori lungo la tratta Eboli-Potenza – se i tempi di lavoro stimati saranno rispettati – saranno impossibili per novanta giorni a partire dal 9 giugno 2024, sperando nella loro puntuale conclusione il 9 settembre 2024. Novanta giorni in piena stagione turistica che non faranno accrescere il numero di visitatori, non faranno accrescere i lavoratori occupati nel settore, non faranno crescere il Prodotto interno lordo, parte del quale si trasforma in entrate pubbliche necessarie a garantire, tra gli altri, i servizi pubblici, compreso quello del trasporto;
i disagi conseguenti per i viaggiatori che devono raggiungere la capitale da Taranto, o viceversa, sono immancabili, sovente costretti a fare ricorso ad altri mezzi di locomozione;
per ovviare a ciò, la società di trasporto Rete ferroviaria italiana che dovrebbe garantire la libertà di circolazione, nonostante la chiusura del Frecciarossa e degli Intercity che collegano Taranto con Roma e Milano, avrebbe potuto dare ascolto alle richieste giunte dall'assessore regionale, che ha proposto di prolungare sino a Taranto le corse del Frecciarossa che collega Bari con Roma, ovviando temporaneamente ai disagi causati per il solo tempo necessario a svolgere i lavori, senza costringere i viaggiatori provenienti da Roma a fare cambi di treno o utilizzare altri mezzi di spostamento per giungere da Bari a Taranto;
purtroppo, la risposta di Rete ferroviaria italiana è stata negativa. E gli utenti dovranno continuare a viaggiare con notevoli disagi, dovendo raggiungere Bari con mezzi privati, oppure servirsi della tratta ferroviaria regionale nel caso si voglia raggiungere l'Adriatica, o utilizzare bus sostitutivi verso la Tirrenica, la direzione ora irraggiungibile col treno a causa dei lavori in corso;
come accennato, tutto ciò accade in estate, stagione che vede il settore turistico pugliese particolarmente attrattivo per le bellezze naturali, paesaggistiche, culturali, per le eccellenze enogastronomiche e le bellezze urbanistiche delle tante cittadine, borghi, paesi che fanno della provincia di Taranto, della Puglia e della Nazione, un vanto;
se la specifica contingente condizione della agibilità delle tratte ferroviarie preoccupa molto per le difficoltà descritte e circoscritte nel trimestre, ancor più grave appare la situazione ordinaria del trasporto su treno nella zona. Infatti, in piena estate, con l'aumento degli utenti a fini turistici, la tratta non appare adeguata a sostenere la richiesta. E ciò si traduce in un gravissimo danno economico per tutti i cittadini, imprenditori, lavoratori, liberi professionisti, commercianti e artigiani della zona;
appare quindi assolutamente necessario fare di questi lavori, che causano all'utenza disservizi, una occasione di crescita per migliorare il trasporto pubblico su treno, migliorando la qualità, la frequenza, l'accessibilità ai territori della Puglia, in particolare a Taranto e ai tanti centri abitati della provincia, rendendo adeguata l'offerta rispetto alle richieste e necessità di cittadini e turisti –:
quali iniziative di competenza intenda assumere per ovviare alle attuali difficoltà estive che rendono poco agevole raggiungere Taranto in treno a causa dei lavori in corso sopra descritti e quali eventuali iniziative strutturali intenda adottare per dotare la zona, permanentemente, di una migliore, più efficace ed efficiente rete di collegamenti ferroviari.
(5-02555)
BARBAGALLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
si susseguono le notizie di guasti e disagi sulla rete alta velocità italiana;
qualche giorno fa, il treno Frecciarossa 9422, diretto a Venezia da Napoli, ha subito un guasto tecnico che ha messo a dura prova i circa 500 passeggeri a bordo;
il convoglio si è fermato tra Settebagni e Capena, alle porte di Roma, e lo stop ha creato malumori e tensioni dovuti soprattutto all'afa asfissiante, anche perché le carrozze senza corrente non avevano più l'aria condizionata;
i passeggeri a poco a poco si sono rivolti alla carrozza ristorante per avere dell'acqua, ma dopo un po' le scorte si sono esaurite;
il capotreno a un certo punto ha aperto le porte perché la temperatura percepita avrebbe raggiunto i 50 gradi;
a bordo del treno c'erano bambini, anziani ed una donna incita, tra i passeggeri, anche l'ex Ministro ed esponente del Pd Dario Franceschini;
i passeggeri hanno raccontato che all'inizio è stato terrificante perché le porte erano bloccate, era caldissimo e mancava il respiro. Poi anche se le porte le hanno aperte per questioni di sicurezza non si poteva scendere;
dopo più di due ore i passeggeri sono stati fatti salire su un altro treno che li ha riportati a Roma;
il guasto ha causato qualche cancellazione e ritardi anche ad altri convogli, compresi tra i 60 e i 90 minuti;
fonti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nella stessa serata hanno fatto sapere che «i disagi ferroviari segnalati anche nelle ultime ore sono motivo di forte imbarazzo e irritazione da parte del Mit» e hanno anticipato che il Ministro Matteo Salvini «è determinato a convocare i vertici di Fs, Trenitalia e Rfi»;
pur nella consapevolezza di alcune oggettive difficoltà, a partire dall'elevato numero di cantieri aperti, a parere dell'interrogante è necessario prima di ogni altra cosa garantire un servizio il più possibile efficiente e rispettoso dei cittadini –:
alla luce dei fatti gravi esposti in premessa, quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare al fine di chiarire le responsabilità per il disservizio di cui in premessa e risolvere l'evidente emergenza infrastrutturale nel nostro Paese.
(5-02558)
Interrogazione a risposta scritta:
D'ALESSIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'autostrada A2, detta anche autostrada del Mediterraneo oppure «Salerno-Reggio Calabria», è un tratto autostradale che collega le città di Salerno e Reggio Calabria passando per Cosenza e Vibo Valentia. Lunga 432,660 chilometri, è interamente gestita da Anas S.p.A.;
nel tratto nella regione Campania, immediatamente dopo la galleria «Seminario» lungo l'A2 «diramazione Napoli» nel comune di Salerno, Anas S.p.A. sta effettuando lavori per l'installazione di pannelli fonoassorbenti;
tali lavori sono effettuati in un tratto di imbocco autostradale e, pertanto, particolarmente trafficato;
secondo quanto comunicato da alcune autorità locali, questi lavori di manutenzione avrebbero dovuto concludersi in un arco temporale ridotto;
tuttavia, questi stanno durando più di quanto preventivato creando non pochi disagi alla cittadinanza e agli automobilisti in transito. In alcune fasce orarie, infatti, la congestione è tale da creare code interminabili e situazioni di caos generalizzato, ancor più acuite con l'inizio della stagione estiva a causa dei veicoli provenienti dalle e diretti verso le principali località balneari della zona;
nonostante le molteplici segnalazioni da parte della cittadinanza, degli organi di stampa e degli amministratori locali – i quali vorrebbero una velocizzazione dei lavori o la loro programmazione in orario notturno al fine di minimizzare i disagi al transito veicolare, oppure ancora, la rimozione del cantiere almeno in questo periodo di grande afflusso – nulla è stato fatto e i disagi non accennano a diminuire –:
quali misure intenda adottare in via prioritaria affinché le criticità descritte in premessa siano affrontate nell'ottica di ridurre sensibilmente i disagi per la popolazione residente e per coloro che transitano sul tratto in questione.
(4-03064)
INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
nel settembre del 1980, il centro storico di Roma è stato riconosciuto sito Unesco per il suo pregio e unicità del patrimonio artistico e monumentale; il Rione Esquilino, facente parte del primo Municipio di Roma Capitale, è parte integrante del centro storico di Roma e, quindi, come tale, protetto dall'Unesco; l'area riveste una posizione strategica dovuta anche alla vicinanza con la Stazione Termini e pertanto la prima zona di accoglienza per tutti coloro che arrivano presso la Capitale;
da anni i residenti e gli stessi turisti denunciano lo stato di degrado in cui versa buona parte del rione. Sono noti a tutti i video e gli articoli recentemente apparsi sui media relativi a numerosi gruppi di persone senza fissa dimora, ammassi di sporcizia, mercatini illegali, degrado e incuria del verde (dopo un massiccio investimento fatto proprio nella scorsa consiliatura per Piazza Vittorio);
la concentrazione dei senza fissa dimora, nelle aree limitrofe alla stazione, Piazza Vittorio, Piazza dei Cinquecento, Viale Manzoni ed intorno a Porta Maggiore, è legata a due ordini di questioni: la prima è che, in assenza di sedi di accoglienza h24, i portici e le aree coperte rappresentano un luogo in cui ripararsi dagli eventi climatici; la seconda emerge dai dati dell'assessorato alle politiche sociali. Il primo municipio ospita una concentrazione anche quattro volte superiore di centri per senza fissa dimora rispetto agli altri municipi romani, buona parte di questi siti proprio nel rione Esquilino e Castro Pretorio, considerati di fatto «rioni di contenimento»;
altro problema dei senza fissa dimora a Roma, che si somma a quanto già detto, è che molti di essi sono soggetti con problematiche di rilevanza psichiatrica e quindi dovrebbero essere presi in carico in maniera integrata socio-sanitaria ma ciò non avviene e tutto è scaricato sul sistema sociale;
oltre al degrado e all'incuria emerge sempre più sovente la paura e la mancanza di sicurezza per i residenti. Vaste zone dei due rioni sono ormai in mano a bande di criminali, dediti a microdelinquenza e i residenti, avvertono con grandissima preoccupazione e sgomento l'abbandono dello Stato, il quale sembra aver abdicato al proprio ruolo di garante della sicurezza e pare essere in balia di questi soggetti e non più in grado di assicurarli alla giustizia e di tutelare i propri cittadini;
il 6 gennaio 2024 i residenti, esasperati dal degrado e abbandono, si sono radunati sotto i portici di Piazza Vittorio richiedendo l'intervento della Polizia locale e delle forze dell'ordine per la presenza di bivacchi, attigui alle entrate di palazzi e locali, i cui componenti facevano uso di alcol e droga. Si segnala sul punto che l'agente che ha risposto a una delle chiamate effettuate da una residente ha affermato che non vi erano risorse disponibili e che, comunque, per «ragioni di sicurezza», non sarebbe stato possibile inviare una sola pattuglia con due agenti se i bivaccanti fossero stati in numero maggiore;
quando si parla di smart city, la videosorveglianza costituisce uno degli aspetti cardine per poter creare un ambiente sicuro e costantemente sotto controllo (nel rispetto della privacy);
nel febbraio 2024 2703 persone hanno sottoscritto una diffida a tutte le istituzioni per chiedere il ripristino delle condizioni di vivibilità in termini di sicurezza, ordine e decoro;
a tutt'oggi, i risultati dell'attività profusa da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Polizia locale, Azienda municipalizzata ambiente, Dipartimento politiche sociali di Roma capitale risultano ad avviso degli interpellanti del tutto insufficienti;
in un contesto urbano come quello suddetto, nell'ambito della programmazione degli interventi per il Giubileo della Chiesa Cattolica che si svolgerà ufficialmente dal 24 dicembre 2024 al 14 dicembre 2025, il comune ha previsto la costruzione di quattro tensostrutture per l'accoglienza dei senza fissa dimora (da 40 a un massimo di 70 posti letto), di cui una proprio davanti alla Stazione Termini, nel riqualificato Piazzale dei Cinquecento. Questa soluzione, come esposto in più occasioni pubblicamente dai comitati dei due rioni interessati, non appare idonea in quanto, da un lato, non risolve in alcun modo ii problema dei senzatetto, dall'altro, potrebbe incrementare un disagio sociale e urbano già ampiamente in difficoltà –:
se il Ministro interpellato non ritenga di dare piena attuazione alla promozione e all'attuazione del sistema unitario e integrato di sicurezza, come individuato dall'articolo 1, comma 2, decreto-legge n. 14 del 2017, convertito con modificazioni dalla legge del 18 aprile 2017, n. 48, per il benessere della comunità dei Rioni Esquilino e Castro Pretorio;
se il Ministro interpellato, per quanto di competenza, intenda provvedere all'adozione di ogni provvedimento opportuno a salvaguardia dei cittadini, per garantire la sicurezza e l'ordine pubblico, poiché al momento non è stato possibile constatare alcun miglioramento in tal senso, come invece annunciato nei periodi elettorali;
se il Ministro interpellato intenda dare un segnale forte e di cambiamento di quella tendenza che, finora, ha portato a considerare sia l'Esquilino che Castro Pretorio, di fatto, come dei rioni di contenimento di tutto il disagio sociale determinato anche da un'immigrazione incontrollata, a differenza degli annunci;
se il Ministro interpellato non ritenga urgente ristabilire ordine e legalità in alcune zone dei due rioni centrali della Capitale, ritenute dai cittadini abbandonate dallo Stato, disponendo presidi delle forze dell'ordine nelle vie più critiche, valutando anche di richiedere la presenza di soldati dell'Esercito italiano e, qualora gli uomini a disposizione non fossero sufficienti, dalle più moderne tecnologie per il controllo del territorio;
se il Governo non ritenga urgente, anche alla luce del prossimo Giubileo della Chiesa Cattolica, promuovere una dislocazione dei servizi per i senza dimora in tutto il territorio cittadino, al fine di non continuare a considerare i rioni Esquilino e Castro Pretorio come rioni di contenimento delle varie marginalità sociali presenti a Roma e che stanno aumentando esponenzialmente.
(2-00407) «Francesco Silvestri, Penza, Alfonso Colucci».
Interrogazione a risposta immediata:
FRATOIANNI, BONELLI, ZANELLA, BORRELLI, DORI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
l'inchiesta di Fanpage ha rivelato come militanti e dirigenti di Gioventù nazionale, organizzazione giovanile di Fratelli d'Italia, esprimano una cultura apertamente neofascista, con toni e linguaggio intrisi di insulti antisemiti, odio razziale e omofobia;
in chat, riunioni di partito e appuntamenti ricreativi frequente è il ricorso ai saluti romani, all'esaltazione del fascismo e perfino dei terroristi dei Nar, alle invocazioni del Duce, ai motti nazisti, agli inni del Ventennio e agli insulti dichiaratamente antisemiti e a sfondo razziale;
ad avviso degli interroganti, non sei di fronte ad «un contesto di informale sguaiatezza», come sostenuto dal presidente di Gioventù nazionale, ma ad un tratto identitario della cultura politica dell'organizzazione giovanile del partito di maggioranza relativa che esprime il Presidente del Consiglio dei ministri, organizzazione giovanile che non solo non si dichiara antifascista, ma esalta il fascismo, lo rivendica e fa proprie posizioni tipiche del nazifascismo, come quella antisemita;
il Ministro interrogato, interpellato sulla vicenda, sottovalutando a parere degli interroganti volutamente gli atteggiamenti razzisti, antisemiti e apologetici del fascismo che esprime Gioventù nazionale, ha minimizzato la pericolosità di quanto emerso dall'inchiesta di Fanpage, sostenendo sostanzialmente che le manifestazioni di critica e condanna delle politiche di Netanyahu rappresentano una pericolosità maggiore rispetto a chi afferma che «Gli ebrei campano di rendita in virtù dell'Olocausto»;
per gli interroganti ciò che il Ministro interrogato volutamente omette è l'estrema gravità che tali richiami ideologici siano presenti nel partito di maggioranza del Governo di cui fa parte e dalle sue dichiarazioni appare evidente che il contrasto ai fenomeni di esaltazione del nazifascismo in organizzazioni collettive non rappresentino una priorità per questo Governo, nonostante i numerosi casi di aggressione e violenze nei confronti di studenti e attivisti ad opera di esponenti di organizzazioni di destra e i sempre più numerosi raduni, riti del «presente», saluti romani in pubbliche manifestazioni e commemorazioni, fenomeni ed eventi che il Ministro interrogato dovrebbe conoscere, anche solamente per il ruolo che svolge;
la matrice culturale di questi eventi è la stessa propagandata da Gioventù nazionale che, a partire dai propri dirigenti, contribuisce a diffondere, specie tra i giovani, una subcultura tendente all'esaltazione di metodi, parole e ideologie tipiche del nazifascismo –:
quali azioni concrete siano state adottate dal Ministro interrogato affinché il contrasto ad ogni forma di esaltazione del nazifascismo e ad ogni forma di propaganda di odio razziale, omofobia, antisemitismo divenga un'effettiva priorità per il Governo, a partire dalla volontà di giungere allo scioglimento delle organizzazioni neofasciste e violente attive nel Paese.
(3-01310)
Interrogazioni a risposta scritta:
FENU e CHERCHI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il giorno 28 giugno 2024, presso la sede della Mondialpol di Sassari, un commando di almeno venti persone, armato con armi da guerra, si è introdotto mettendo a repentaglio la vita degli agenti privati e delle forze dell'ordine intervenute sul posto, prelevando attraverso l'uso di mezzi pesanti, una quantità di denaro che si aggirerebbe intorno ai dieci milioni di euro, denaro contante custodito delle pensioni;
dopo il conflitto a fuoco e la fuga dalla zona dell'assalto – con le vie d'uscita della città bloccate dalle auto in fiamme e i chiodi sparsi sull'asfalto dai malviventi – gli stessi avrebbero trovato in parte rifugio presso la stessa città di Sassari. Ventiquattro ore dopo è stato dato alle fiamme il furgone su cui erano state caricate le banconote;
nel corso del 2016 nonché nel 2018 la stessa sede era stata oggetto di altri assalti, di stessa tipologia organizzativa ma si erano conclusi fortunatamente senza spari ad altezza uomo e con una nulla di fatto per il commando che si era dato alla fuga;
il 31 gennaio 2024 ben tre portavalori della Vigilpol sono stati oggetto di assalto, compiuto da un commando armato di kalashnikov, di almeno 10 persone, lungo la statale 131, sempre in provincia di Sassari. I banditi oltre a portare via somme in denaro per circa quattro milioni di euro hanno ferito gravemente i lavoratori della Vigilpol;
il fenomeno recentemente accaduto non può dunque considerarsi un unicum ma al contrario un ennesimo terribile campanello d'allarme per tutte le istituzioni; si ricorda sul punto che l'area in questione da circa 10 anni è sede di un nuovo carcere, la Casa circondariale di Sassari – Bancali «Giovanni Bachiddu», in cui tra i vari blocchi detentivi si trovano detenuti in regime di 41-bis (91 circa). Vi è poi una sezione del circuito di Alta Sicurezza (AS2) in cui sono detenute una decina di persone accusate o condannate per reati connessi al terrorismo internazionale;
va garantito anche ai cittadini sardi un presidio efficace del territorio in primo luogo da parte del Ministero dell'interno, con particolare riguardo alla provincia di Sassari –:
se il Ministro interrogato non ritenga di convocare con urgenza un tavolo presso il Ministero al fine di inquadrare i fatti accaduti, nell'ambito di un contesto malavitoso che deve essere assolutamente combattuto ed estirpato;
se, per quanto di competenza, non ritenga di valutare gli attuali standard di sicurezza previsti nel territorio a garanzia del trasporta valori riguardante anche i soldi delle pensioni, tipicamente in contanti.
(4-03058)
ASCARI e CHERCHI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
il comune di Petilia Policastro è divenuto noto alle cronache nazionali essendo il paese di Lea Garofalo, testimone di giustizia barbaramente uccisa dall'ex compagno e dai suoi sodali, tra cui Rosario Curcio, detto «Patatino», nipote omonimo di «Pilurussu», ritenuto dalla Dda di Catanzaro uno dei capicosca della 'ndrina di Petilia;
a seguito della morte in carcere di Rosario Curcio, l'11 luglio 2023 si sono svolti a Petilia Policastro i funerali in forma pubblica del predetto, con tanto di manifesto di vicinanza dell'amministrazione comunale, già oggetto dell'interrogazione a risposta scritta 4-01471 del 4 agosto 2023, rimasta ancor oggi senza risposta;
è emersa la presenza a tale evento pubblico dell'assessora comunale con delega ai servizi cimiteriali, Maria Berardi, nuora di una parente di Curcio;
la predetta ha poi rassegnato le sue dimissioni con una lettera di scuse al sindaco, definendo tale atto un suo «sacrificio» e tali dimissioni con decreto del sindaco n. 1 del 5 febbraio 2024, è stato assunto il nipote dell'assessora dimissionaria presso lo staff del sindaco, Simone Saporito;
come emerso da due recenti inchieste giornalistiche pubblicate su «INuoviCalabresi», a firma Alessia Bausone, sussistono ulteriori situazioni ambigue nell'azione amministrativa comunale, con particolare riferimento ad «anomali» affidamenti diretti;
in particolare, quelli alla ditta artigiana «Armando Apa», il cui titolare risultava essere dipendente del marito dell'assessora comunale alle politiche sociali, Carmelina Comberiati. Tale ditta, nata nel maggio 2022 e cessata nel dicembre 2023 ha ricevuto in quel breve lasso di tempo numerosi affidamenti dal comune. Risulterebbe, altresì, che la sorella del titolare dell'impresa sia la moglie del fratello di Giacinto di Castagnino, nonché figlio di Giovanni Castagnino, e che entrambi sarebbero in carcere per fatti di mafia;
un affidamento diretto da 7.686 euro è stato dato alla ditta «D.M.CO.GE.» di Cardinale (CZ) il cui titolare è un parente della moglie dell'assessore alla cultura di Petilia Policastro, Antonio Ierardi;
con deliberazione n. 44 del 7 dicembre 2021 è stata affidata una «concessione di servizi» alla ditta «CA.GE.PR.AV» Multiservice di Filomena Saporito, cugina di primo grado del sindaco. Dall'inchiesta pubblicata si evince la titolare della ditta non avesse alcuna esperienza pregressa e che, in realtà, la medesima lavorasse presso delle poste private (che rivendica come proprie, pur non essendone formale titolare). In più, con determina n. 1031 del 6 dicembre 2023, il comune ha affidato alla medesima ditta, lavori di completamento riguardanti la realizzazione di un «nuovo centro di raccolta» nel comune di Petilia Policastro per 77.738 euro. Un'«isola ecologica» all'interno della quale quale vi è stato uno strano incendio pochi giorni dopo la sua inaugurazione, il 2 giugno 2024;
numerosi affidamenti diretti sono stati dati alla ditta «Spruzzo» di Graziano Carvelli, marito della cugina del sindaco. In particolare con determinazione n. 131 del 26 ottobre 2023 il comune di Petilia Policastro ha proceduto all'acquisto da tale ditta di uno scuolabus usato immatricolato nel 2020, per 19.764 euro;
con determina n. 374 del 14 maggio 2024 venivano liquidati 12.500 euro, nell'ambito di un progetto di riqualificazione urbana, a un dirigente della provincia di Crotone indagato nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Catanzaro «Glicine-Acheronte» perturbata libertà nella scelta del contraente e falso –:
se siano a conoscenza di quanto sta avvenendo nella gestione amministrativa di Petilia Policastro;
se si intendano assumere le iniziative di competenza ai fini della valutazione circa la sussistenza degli elementi di cui agli articoli 141 e seguenti del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (Tuel), promuovendo in particolare l'accesso presso il comune di Petilia Policastro ai sensi del comma 2 dell'articolo 143 del Tuel.
(4-03060)
CAVANDOLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il neo eletto sindaco di Modena, nell'annunciare la composizione della nuova giunta del comune modenese, ha dichiarato di voler mantenere ad interim la delega alla sicurezza urbana integrata, polizia locale, coesione sociale, integrazione e cittadinanza, volontariato e terzo settore, per poi conferirla all'attuale prefetto in carica nella provincia di Modena a decorrere dal 1° agosto 2024, data in cui quest'ultimo sarà collocato in pensione;
il prefetto è titolare della Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo, organo periferico dell'amministrazione statale con funzioni di rappresentanza governativa a livello provinciale e pertanto riveste un ruolo avulso dalle dinamiche politiche;
la suddetta istituzione svolge altresì le attività connesse alle funzioni di rappresentanza dello Stato per i rapporti con il sistema delle autonomie locali;
l'accordo politico tra il sindaco di Modena ed il prefetto del medesimo capoluogo, il quale risulta attualmente ancora in carica, a parere dell'interrogante fa emergere una commistione di ruoli e rischia di compromettere la credibilità dell'attività istituzionale svolta dal prefetto nonché la fiducia sulla sua imparzialità –:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda intraprendere in virtù dell'episodio esposto in premessa, al fine di assicurare il pieno rispetto del ruolo di garanzia istituzionale che l'ordinamento giuridico conferisce al prefetto.
(4-03063)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazioni a risposta immediata:
TENERINI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede l'assunzione di 70.000 insegnanti entro il termine di dicembre 2024;
l'articolo 47, comma 11, del decreto-legge n. 36 del 2022 ha disposto l'integrazione con i candidati idonei: a) delle graduatorie dei concorsi ordinari per il personale docente per la scuola dell'infanzia, primaria e secondaria per i posti comuni e di sostegno, da bandirsi a regime con frequenza annuale, nel limite dei posti messi a concorso; b) delle graduatorie dei concorsi straordinari per le immissioni in ruolo 2021/2022 sulle classi di concorso classi di concorso delle materie Stem;
il decreto-legge n. 75 del 2023 ha disposto la proroga della validità delle due tipologie di graduatorie sino al loro esaurimento, ma ha circoscritto la portata temporale della disposizione prevedendo che a decorrere dall'anno scolastico 2024/2025 le medesime graduatorie sono utilizzate nei limiti delle facoltà assunzionali residuali rispetto alle immissioni in ruolo necessarie al raggiungimento dei target del Piano nazionale di ripresa e resilienza;
gli idonei dei concorsi ordinari di cui ai decreti dipartimentali n. 499 e n. 498 del 2020, che hanno maturato il diritto al ruolo mediante scorrimento delle graduatorie fino al loro esaurimento ma che, a causa della pandemia, sono entrati nelle graduatorie di merito a esaurimento dopo un lungo iter, rischiano di dover attendere tre anni prima di essere assunti;
il decreto-legge n. 19 del 2024 ha autorizzato il Ministero a utilizzare i posti residuali dalle singole procedure concorsuali per le successive assunzioni tra il 2024 e il 2026;
il tribunale amministrativo regionale del Lazio, con provvedimento di marzo 2024, ha ritenuto valide le ragioni dei ricorrenti con riferimento al bando 2023, esigendo dall'amministrazione dei chiarimenti motivati circa il mancato scorrimento delle graduatorie dei concorsi del 2020 di cui sopra –:
se siano già previsti un cronoprogramma e delle precise modalità rispetto allo scorrimento delle graduatorie degli idonei di cui ai concorsi banditi nel 2020 (previsti dal decreto dipartimentale n. 499 del 21 aprile 2020 e dal decreto n. 498 del 21 aprile 2020), al fine di fornire una risposta a quanti, vincitori di concorso pubblico ai sensi di legge, sono in attesa da parecchio tempo di una risposta in merito alle loro prospettive assunzionali.
(3-01307)
SASSO, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
sono note da tempo le criticità connesse alla carenza diffusa di docenti specializzati sul sostegno, oltre che all'incapacità del sistema di garantire una distribuzione adeguata alle esigenze dei territori e al reale e crescente fabbisogno da loro espresso;
appare chiaro che la situazione di inadeguatezza di organico di ruolo sul sostegno sia generalizzata sull'intero territorio e da ciò consegua la necessità di dover ricorrere alle supplenze, spesso con docenti che non hanno il titolo di specializzazione;
dalle dichiarazioni rese dal Ministro interrogato si apprende che nel sistema scolastico ci sono circa 85 mila insegnanti per il sostegno privi di una formazione specifica che sono impiegati, con supplenze annuali, per far fronte alla scarsità di figure specializzate;
negli ultimi mesi si è discusso ampiamente riguardo a un intervento – ormai non più procrastinabile – che risolva il problema del disallineamento tra il fabbisogno di docenti specializzati e l'offerta formativa universitaria e delle inefficienze che si sostanziano in una richiesta – mai adeguatamente soddisfatta – di offerta formativa di specializzazione sul sostegno;
occorre, inoltre, ampliare l'organico dei docenti di sostegno specializzati – a beneficio degli alunni e degli studenti più fragili, ai quali tuttora non è assicurata la figura del docente con una formazione specifica – e, insieme, garantire la continuità didattica;
è fortemente avvertita, ormai, l'esigenza di dare una risposta significativa e tempestiva ai bisogni degli alunni e degli studenti più vulnerabili, perseguendo il miglioramento della qualità dell'azione educativa e didattica;
l'inclusione è un diritto costituzionale che dobbiamo garantire ai nostri studenti e alle loro famiglie –:
quali iniziative urgenti, anche di carattere normativo, il Ministro interrogato intenda adottare per porre rimedio all'annosa e irrisolta carenza di docenti di sostegno – che in alcune realtà del Paese sono del tutto assenti – oltre che alle problematiche appena esposte per assicurare la promozione di un'effettiva inclusione scolastica.
(3-01308)
RUFFINO, GRIPPO, BENZONI, BONETTI, D'ALESSIO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
il decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2023, n. 112, ha disciplinato i percorsi abilitanti da trenta crediti formativi previsti per gli insegnanti di seconda fascia con tre anni di servizio presso le scuole statali o paritarie, cosiddetti «triennalisti»;
il Ministero dell'università e della ricerca, con la nota n. 3042 del 15 febbraio 2024, ha comunicato l'erogazione dei decreti per l'accreditamento di Università e Istituzioni Afam che possono erogare i percorsi di formazione iniziale per l'anno accademico 2023/2024. In particolare, tali percorsi sono indirizzati a chi sia «già in possesso di abilitazione su una classe di concorso o su un altro grado di istruzione, nonché per coloro che sono in possesso della specializzazione sul sostegno, che conseguono l'abilitazione in altre classi di concorso o in altri gradi di istruzione attraverso l'acquisizione di 30 crediti formativi universitari o crediti formativi accademici»;
con successivo decreto ministeriale n. 620 del 22 aprile 2024, il Ministero dell'università e della ricerca ha provveduto a dettare le disposizioni per l'accesso ai percorsi universitari e accademici di formazione iniziale e abilitazione di 30 crediti formativi per coloro che hanno già svolto servizio presso le istituzioni scolastiche statali o paritarie per almeno tre anni, anche non continuativi;
in particolare, per l'accesso a tali corsi è prevista una quota riservata pari al 45 per cento dei posti autorizzati per ogni percorso formativo accreditato da 60 crediti, a fronte degli oltre 100.000 docenti «triennalisti», a favore di coloro che hanno svolto servizio presso le istituzioni scolastiche statali o paritarie per almeno tre anni, anche non continuativi;
oltre all'esiguo numero di posti già previsto, ad oggi tali corsi non risultano neanche attivati in alcuna delle università italiane;
ne deriva una discriminazione a danno dei «triennalisti»: solo alcuni di essi, infatti, potranno accedere ai percorsi abilitanti, precludendo la partecipazione a futuri concorsi pubblici a coloro i quali non rientreranno tra gli ammessi ai corsi in oggetto;
inoltre, questo comporta che molti docenti potranno presentare la domanda di inserimento in prima fascia nelle graduatorie provinciali per le supplenze 2024, mentre altri, come i triennalisti, rimarranno in seconda fascia, condannandoli a ulteriore precarietà –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere per equiparare la posizione dei «triennalisti» a quella delle categorie che hanno beneficiato di un trattamento differente, anche valutando l'apertura di un apposito tavolo tecnico con la presenza di una rappresentanza dei docenti precari.
(3-01309)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per le disabilità, per sapere – premesso che:
fonti di stampa riportano che, a seguito della nota vicenda relativa al mancato rinnovo, dopo 17 anni, della convenzione tra la Wind Tre S.p.A. e il consorzio Sintesi, 226 lavoratori disabili tra la Sicilia e la Campania si trovano ora in cassa integrazione straordinaria, nonostante la convenzione esistente preveda che, in caso di mancato rinnovo, Wind Tre si impegni ad assumere i lavoratori;
le norme vigenti prevedono specifiche quote di obbligo di impiego di lavoratori disabili. In particolare, la legge 12 marzo 1999, n. 68, recante «Norme per il diritto al lavoro dei disabili», all'articolo 3, comma 1, recita: «I datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1 nella seguente misura: a) sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti»;
i lavoratori disabili del consorzio Sintesi contribuivano al rispetto di tale obbligo per Wind Tre ai sensi dell'articolo 14, comma 3, dei decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, il quale prevede: «Qualora l'inserimento lavorativo nelle cooperative sociali e nelle imprese sociali (...) riguardi i lavoratori disabili, che presentino particolari caratteristiche e difficoltà di inserimento nel ciclo lavorativo ordinario, in base all'esclusiva valutazione dei servizi di cui all'articolo 6, comma 1, della legge 12 marzo 1999, n. 68, lo stesso si considera utile ai fini della copertura della quota di riserva, di cui all'articolo 3 della stessa legge, cui sono tenute le imprese conferenti» -:
se la Wind Tre risulti ancora rispettare gli obblighi previsti dalle citate norme vigenti, in particolare quelli relativi alle quote di obbligo di impiego di lavoratori disabili, e, in caso contrario, se siano già state irrogate (o si intendano irrogare) le sanzioni di cui all'articolo 15 della legge n. 68 del 1999.
(2-00408) «Barzotti, Sergio Costa, D'Orso, Aiello, Carotenuto, Tucci, Caramiello, Cherchi, Ascari, Cafiero De Raho, Giuliano, Appendino, Cappelletti, Ferrara, Pavanelli, Di Lauro, Quartini, Marianna Ricciardi, Sportiello, Auriemma».
Interrogazione a risposta in Commissione:
DELL'OLIO e FEDE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
con il decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101 convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 2 novembre 2019, n. 128, recante «Disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali», pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 207 del 4 settembre 2019 e vigente al 28 giugno 2024, si disponeva all'articolo 5-bis che alla Inps Servizi S.p.a., società interamente partecipata dall'Inps, fossero affidate – in considerazione della necessità di internalizzare i servizi informativi e dispositivi da erogare in favore dell'utenza dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps), per promuovere la continuità nell'erogazione dei servizi e per tutelare la stabilità occupazionale del personale ad essi adibito, tenuto conto dell'esigenza di valorizzare le competenze dallo stesso maturate, anche in ragione dell'assenza dei relativi profili professionali nelle piante organiche dell'Inps – altresì le attività di contact center multicanale verso l'utenza (Ccm) nel rispetto delle disposizioni nazionali ed europee in materia di in house providing, alla scadenza naturale dei contratti in essere nell'ambito delle stesse attività;
con riferimento al comma 4-quater dell'articolo 5 del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, introdotto successivamente come articolo 42-bis nel decreto-legge del 9 agosto 2022 n. 115 recante «Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali (decreto "Aiuti bis")», pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 185 del 9 agosto 2022 e vigente al 28 giugno 2024, si stabiliva altresì che la spesa annua complessiva a carico dell'Inps per il servizio di contact center multicanale (Ccm) non potesse eccedere l'ammontare della spesa complessiva sostenuta dall'istituto medesimo nell'esercizio 2019 incrementata di 20 milioni di euro, ferma restando l'applicazione del limite di cui all'articolo 1, commi 591 e seguenti, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, alla spesa complessiva per beni e servizi sostenuta dall'Inps;
un recente incontro tra alcune organizzazioni sindacali nazionali e territoriali e la direzione aziendale di Inps Servizi S.p.a. ha fatto emergere l'intenzione da parte di quest'ultima di adottare per il raggiungimento del premio di risultato alcuni parametri – tra i quali quello relativo al tempo medio di gestione –, che seguono logiche totalmente opposte a quelle che sono stati i princìpi fondanti del processo di internalizzazione del Ccm Inps che, ricordiamo, essere stato tolto dall'ente alla logica dell'outsourcing fondato proprio sui temi di produttività e tempi di gestione e non certo sulla qualità del servizio;
quanto emerso nell'ambito del suddetto incontro farebbe pensare ad un vero e proprio ritorno al passato, quello dei tempi di gestione delle chiamate proposto dalla direzione aziendale di Inps Servizi S.p.a., non solo inspiegabilmente incomprensibile ma totalmente in antitesi a quella che è la mission da sempre enunciata dall'ente: la qualità del servizio;
i lavoratori di Inps Servizi S.p.a. sono ancora in attesa di ricevere riscontri circa il recupero salariale, recuperi ed incrementi orari, sui livelli inquadramentali, nonché di incontrare il nuovo presidente dell'INPS e con questo dialogare proprio sugli affidamenti che sono stati espressi dai suoi predecessori Tridico e dalla commissaria Gelera –:
se, alla luce di quanto premesso e considerato, il Ministro interrogato ritenga di dover verificare cosa stia facendo Inps Servizi S.p.a. per far sì che i lavoratori del Ccm possano svolgere le loro funzioni secondo quanto disposto dall'articolo 5-bis del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, e, nel caso si rilevino inosservanze, quali opportune iniziative intenda adottare al fine di garantire l'esatto adempimento della normativa;
se quanto disposto dal comma 4-quater dello stesso articolo 5-bis del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, richiamato in premessa sia stato applicato.
(5-02552)
SPORT E GIOVANI
Interrogazione a risposta immediata:
FRANCESCO SILVESTRI, BALDINO, SANTILLO, AURIEMMA, CAPPELLETTI e FENU. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:
Gioventù nazionale, ai sensi dello statuto, è «organizzazione unica e ufficiale dei giovani che si riconoscono nelle finalità dell'associazione partitica Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale»;
dei fatti venuti alla luce grazie all'inchiesta condotta all'interno di Gioventù nazionale dalla testata Fanpage, oltre agli atti che rimandano a ideologie fasciste, naziste, xenofobe e omofobe nonché inneggianti al terrorismo nero, preme rimarcare in questa sede le gravi dichiarazioni ivi emerse in ordine alla ferma e consapevole volontà di impiego illegittimo delle risorse del Fondo nazionale per il Servizio civile universale (Scu), per finanziare il sistema di raccolta del circolo di Fratelli d'Italia «Casa Italia»;
il Servizio civile universale è (era) volto ad accrescere coscienza civile e solidarietà nei giovani dai 18 ai 28 anni, compensati con 500 euro mensili per le attività di volontariato svolte sulla base di specifici progetti;
il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha destinato al Servizio civile universale 650 milioni di euro, per incrementare il numero di giovani da coinvolgere; una recente norma adottata dal Governo in carica ha esteso la partecipazione al Servizio civile universale anche agli adulti, fino ai 59 anni, privati del reddito di cittadinanza e privi dei requisiti per l'assegno di inclusione;
l'attuale candidata alla presidenza dell'Agenzia italiana per la gioventù, Federica Celestini Campanari, risulta rappresentante legale di un ente destinatario in 4 occasioni di contributi finanziari del Servizio civile universale, questione che pone un problema di compatibilità rispetto alla carica; il 30 giugno 2023, l'Agenzia – come indicato nello statuto, «di elevato profilo strategico» – sotto l'egida della predetta candidata, all'epoca direttrice generale, ha pubblicizzato sul canale social istituzionale un evento organizzato da Gioventù nazionale;
ad avviso degli interroganti, oltre ai sintomi di deriva illiberale, preoccupa la commistione di ruoli e poteri che, al pari di quanto già accaduto con il presidente di Leonardo e il direttore dell'Agenzia nazionale per la cybersicurezza, trasformati in testimonial di partito sul palco di una convention di Fratelli d'Italia, fa dubitare del grado di autonomia degli incaricati del Governo e paventa il rischio che essi perseguano interessi di partito e non quelli nazionali negli specifici settori –:
quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare al fine di escludere un impiego illegittimo delle risorse del Fondo nazionale per il Servizio civile universale, per finanziare il sistema di raccolta di «Casa Italia», circolo del partito di cui è presidente nazionale il Presidente del Consiglio dei ministri, e preservare il Servizio civile universale e le sue risorse da conflitti di interesse.
(3-01305)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta scritta:
BARBAGALLO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
I test di medicina sono finiti ancora una volta nell'occhio del ciclone per i punteggi «sospetti». Dopo lo scandalo della banca-dati venduta su Telegram dello scorso anno, a fare discutere sono i punteggi dei candidati di alcune strutture universitarie;
tanti, troppi candidati, hanno riportato alla prima prova del test di medicina di maggio un punteggio pieno: 90 punti per 60 domande;
in particolare, l'ateneo di Palermo e due di Napoli, Federico II e Vanvitelli, non solo hanno registrato un numero record di compiti senza il minimo errore (57 a Palermo, 76 alla Federico II, il triplo rispetto alla Statale di Milano) ma hanno anche registrato un punteggio medio molto al di sopra della media nazionale già altissima di quest'anno;
nel 2023 due legali hanno fatto esplodere lo scandalo della compravendita dei quiz ed hanno assistito oltre 3.500 ricorrenti, spiegando che tutto questo succedeva per la mancanza di controlli nelle sedi dei test. In assenza di metal detector e aule schermate con l'uso di smartphone e smartwatch era prevedibile, data la possibilità di scaricarsi agevolmente la banca dati messa a disposizione dal Cineca;
a quanto emerga da tale ricostruzione non servirebbe quindi avere una buona memoria, basterebbe solo saper copiare;
lo studio legale che si sta occupando del caso ha già raccolto decine e decine di segnalazioni di candidati che hanno assistito alla presunta «truffa dei test» e che depositeranno nelle sedi opportune per difendere quanti in maniera onesta hanno ottenuto un punteggio elevato, ma che non porterà alla loro immatricolazione –:
alla luce dei fatti esposti, quali iniziative urgenti intenda assumere per verificare quanto accaduto affinché situazioni spiacevoli come questa non si verifichino in futuro.
(4-03056)
Apposizione di una firma ad una risoluzione.
La risoluzione in Commissione Morgante e altri n. 7-00237, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1° luglio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Lancellotta.
Apposizione di firme ad interrogazioni.
L'interrogazione a risposta in Commissione Alfonso Colucci n. 5-02543, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1° luglio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bruno.
L'interrogazione a risposta scritta Sergio Costa e altri n. 4-03042, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1° luglio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Cappelletti.
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Tenerini n. 4-02643 del 12 aprile 2024;
interrogazione a risposta scritta Torto n. 4-03053 del 1° luglio 2024.