XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
il pogrom organizzato e realizzato da Hamas il 7 ottobre 2023 era anche finalizzato a interrompere il processo di pacificazione mediato dagli Stati Uniti tra Israele e alcuni Paesi arabi, in base ai cosiddetti «Accordi di Abramo», da cui sarebbero derivati effetti anche rispetto alla gestione dei rapporti israelo-palestinesi;
tali rapporti sono da anni congelati a causa di una serie di ragioni, tra le quali spicca il rifiuto di Hamas di unire il campo palestinese in una strategia diversa da quella terroristica e la scelta dei Governi guidati dal Primo ministro Netanyahu di accrescere le divisioni tra i palestinesi e conseguentemente il peso di Hamas, al fine di allontanare qualunque prospettiva negoziale e proseguire una strategia, illegale rispetto alle stesse leggi israeliane, di colonizzazione di vaste aree della Cisgiordania;
la strategia dei «due popoli, due Stati» non è mai stata così distante dall'agenda degli interlocutori di parte israeliana e palestinese che dovrebbero, in teoria, perseguirne la realizzazione e nondimeno costituisce l'unica prospettiva realistica di pacificazione e di sicurezza per l'intera regione mediorientale, anche al di là dei confini delle aree contese e rivendicate dalle parti in conflitto;
il presupposto inderogabile di questa strategia è la reciproca garanzia da parte israeliana e palestinese del diritto all'esistenza, alla libertà e alla sicurezza dei due Stati, nel reciproco riconoscimento dei rispettivi confini;
di tale presupposto mancano oggi le condizioni minime; manca un unico interlocutore, democraticamente legittimato ed effettivamente rappresentativo delle istanze della popolazione palestinese, disponibile a negoziare un accordo con Israele fondato sul riconoscimento dello Stato ebraico; manca una compagine di governo in Israele che interrompa la logica del fatto compiuto e l'utilizzo degli insediamenti dei coloni come strumento di occupazione territoriale e di boicottaggio politico dei rapporti con l'Anp;
oggi si assiste al contrario alla radicalizzazione del conflitto israelo-palestinese a causa del pogrom del 7 ottobre 2023 e della guerra che ne è seguita, con un duplice risultato: il rafforzamento del ruolo di Hamas e l'ulteriore marginalizzazione dell'Anp, cui va invece confermato un ruolo di interlocutore reale e rappresentativo, e le profonde divisioni della società e della politica israeliana sulle responsabilità dell'Esecutivo in carica nella mancata prevenzione dell'attacco e nella gestione dell'emergenza, in ordine alle operazioni militari a Gaza e al mancato rispetto del diritto umanitario, oggetto anche dei distinti procedimenti della Corte internazionale di giustizia e della Corte penale internazionale;
in questo quadro il riconoscimento dello Stato di Palestina operato da alcuni Paesi europei (Spagna, Irlanda e Norvegia), se pure volto, nelle intenzioni, ad affermare simbolicamente l'ancoraggio politico alla strategia dei «due popoli, due Stati» rischia, negli effetti, di ingenerare un duplice equivoco, politico e giuridico; in primo luogo, apparendo come una sorta di riconoscimento e premio alla strategia terroristica di Hamas, che è con Hezbollah e con la Repubblica islamica dell'Iran la più acerrima nemica e il principale ostacolo alla realizzazione del principio dei «due popoli, due Stati»; in secondo luogo riconoscendo realtà statale ad una entità politica senza alcuna sostanza istituzionale, cioè senza confini e senza rappresentanti legittimi, e ridotta a promanazione ideologica delle rivendicazioni di Hamas;
nel 2012 alla Palestina è stato concesso da parte delle Nazioni Unite lo status di Stato non membro osservatore;
nel contesto del conflitto israelo-palestinese, il Parlamento europeo ha più volte incoraggiato un percorso basato sul principio «due popoli, due Stati», in particolare con la risoluzione del Parlamento europeo 2014/2964(RSP) sul riconoscimento dello Stato di Palestina, la risoluzione del Parlamento europeo 2022/2949(RSP) sulle prospettive della soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati per Israele e Palestina e la recente risoluzione 2024/2508 sulla situazione umanitaria a Gaza, la necessità di raggiungere un cessate il fuoco e i rischi di un'escalation regionale;
entrambi i popoli hanno diritto di vivere in pace e sicurezza e ciò implica sia il diritto di proteggere il rispettivo territorio sia quello di difendere i propri legittimi interessi;
nella prospettiva di conseguire concreti risultati, risulta essenziale profondere ogni sforzo al fine di favorire un iter di genuina evoluzione e rafforzamento in chiave democratica dei vertici palestinesi, quale base per una solida riconoscibilità e affidabilità degli interlocutori negoziali, tenendo presente la storia, l'esperienza e il ruolo dell'Autorità nazionale palestinese,
impegna il Governo:
1) ad operare, d'intesa con le istituzioni e i Paesi membri dell'Unione europea, nonché con i Paesi alleati del blocco euro-atlantico, a partire dagli Stati Uniti, per ripristinare le condizioni politiche indispensabili per l'effettiva ripresa di un processo negoziale israelo-palestinese, in base al principio dei «due popoli, due Stati», fondato sul contrasto alla strategia e all'organizzazione terroristica di Hamas, sul coinvolgimento degli Stati arabi nella gestione della transizione e della ricostruzione a Gaza e sulla mobilitazione internazionale contro gli insediamenti illegali di Israele in Cisgiordania, nel contempo profondendo ogni sforzo affinché le parti in conflitto si attengano agli obblighi sanciti dal diritto internazionale umanitario, in primis per quel che concerne la fornitura di acqua, cibo e servizi sanitari alla popolazione civile;
2) a sostenere il piano promosso dall'amministrazione Usa e dal Presidente Biden e approvato nel recente vertice del G7 in Italia, per giungere a un cessate il fuoco immediato a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi e al potenziamento dell'assistenza umanitaria alla popolazione civile, nel rispetto del diritto alla sicurezza di Israele e dei suoi cittadini e del diritto internazionale umanitario per quanto concerne i territori e i cittadini palestinesi;
3) ad adoperarsi affinché la Comunità internazionale si impegni a garantire che, a seguito dell'auspicabile progresso dei negoziati di pace, venga definita una road map credibile per la soluzione politica del conflitto, costruita sul principio della soluzione a due Stati e finalizzata all'obiettivo del riconoscimento dello Stato palestinese.
(1-00304) «Rosato, Onori, Richetti, Bonetti, Benzoni, D'Alessio, Grippo, Sottanelli».
La Camera,
premesso che:
il 7 ottobre 2023, milizie riconducibili ad Hamas – organizzazione terroristica islamica che ha nel proprio statuto la distruzione dello Stato di Israele – hanno condotto una serie di attacchi in territorio israeliano, causando la morte di oltre 1.200 civili innocenti, compiendo un vero e proprio femminicidio di massa, seviziando numerosi cittadini, anche stranieri, e rapendo oltre 200 persone che sono state portate a Gaza, molte delle quali risultano ancora trattenute. Il Governo israeliano ha pertanto posto in essere una reazione militare per ripristinare la sicurezza nel territorio e tentare di riportare a casa gli ostaggi trattenuti a Gaza;
l'attacco perpetrato da Hamas ha tutti i connotati di una feroce ed efferata azione terroristica ed è stato fermamente condannato dalla comunità internazionale, che ha ribadito il diritto di Israele a difendere la sua integrità territoriale e la sua popolazione. Il popolo palestinese, tuttavia, si trova costretto tra due fuochi, patendo sia le vessazioni di Hamas – che negli anni ha creato installazioni logistiche e militari sotto strutture civili, mettendo deliberatamente a rischio la vita e l'integrità della popolazione civile «a mo' di scudo umano» –, che il conflitto con Israele;
in tutto il mondo si avverte un allarmante e pericoloso risveglio di istanze antisemite, spesso accompagnate da un'attenta propaganda antisraeliana, che riportano alla memoria scenari inquietanti e che occorre in ogni modo debellare;
a distanza di oltre nove mesi dall'inizio del conflitto, la situazione in Medio Oriente rimane estremamente critica, con continui scontri che hanno determinato una gravissima escalation delle operazioni militari, inclusi scontri al confine con la Siria e attacchi a navi in transito nel Mar Rosso, rivendicati dai ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi, mettendo a rischio l'equilibrio dell'intera area e la sicurezza della navigazione e delle popolazioni civili;
la popolazione civile nella Striscia di Gaza è stretta dalla morsa dell'esercito israeliano e dalla violenza delle forze terroristiche, con gli arrivi degli aiuti sempre più limitati. La situazione, ormai ampiamente deteriorata, ha i connotati di una gravissima crisi umanitaria e sanitaria, che ha già registrato oltre trentacinquemila morti, di cui oltre diecimila donne e quindicimila bambini. Desta particolare preoccupazione in questo senso la fragile tregua al valico di Rafah, dove la sospensione dei combattimenti nelle ore diurne, per permettere il passaggio degli aiuti umanitari per i civili palestinesi, non sembra costituire una prospettiva di lungo periodo anche a causa delle critiche che l'attuale Governo israeliano ha rivolto ai vertici dell'esercito per l'adozione di questa decisione «tattica», non in linea con l'Esecutivo;
gli ultimi sviluppi del conflitto hanno visto un incremento dei bombardamenti a Gaza, con la crescita del numero di vittime civili e, al contempo, della pressione internazionale per il cessate il fuoco. Ciononostante, la violenza nell'area rischia di aumentare: l'Iran ha minacciato negli scorsi giorni Israele che, a causa dei continui e ripetuti attacchi di missili e droni verso il suo territorio e la sua popolazione civile da parte di Hezbollah – gruppo terroristico armato e sostenuto dallo stesso Iran –, ha rafforzato la linea difensiva del fronte settentrionale del Paese. L'Iran ha affermato che, qualora Israele sconfinasse in Libano, inizierebbe una guerra di annientamento. La possibile escalation porterebbe a una pericolosissima e ulteriore destabilizzazione della regione, con effetti a livello globale;
si ricorda che con la risoluzione 1701/2006 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite era stato richiesto il rafforzamento della Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil) – la missione di cui fa parte anche il contingente italiano – con lo scopo di monitorare la cessazione delle ostilità tra Israele e il Libano ed estendere la sua assistenza per contribuire a garantire l'accesso umanitario alle popolazioni civili e il ritorno volontario e sicuro degli sfollati;
la comunità internazionale nella sua quasi totale interezza si è prodigata per favorire la cessazione del conflitto. Nel marzo 2024 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all'unanimità, con l'astensione degli Stati Uniti, la risoluzione 2728/2024 con la quale si è chiesto alle parti in conflitto un cessate il fuoco immediato per il Ramadan che conducesse ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile, al rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell'accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie;
la cessazione delle ostilità e la fine della guerra dipendono da entrambe le parti, dalla restituzione degli ostaggi alle loro famiglie, dalla garanzia della sicurezza e dell'integrità dello Stato di Israele, dalla pacifica creazione e riconoscimento di uno Stato palestinese guidato da un'Autorità nazionale palestinese in totale discontinuità con Hamas, nonché dal riconoscimento della prospettiva dei «due popoli, due Stati»;
come ricordato dall'allora Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, nel 2015, alla Knesset: «non basta domandare la pace per Gerusalemme ma occorre costruirla con l'impegno di tutti gli attori in campo e non. La pace sarà possibile solo quando sarà interamente compiuto il progetto due Stati per due popoli e ciò potrà avvenire solo se sarà garantita la piena sicurezza di tutti con il rispetto del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione e il diritto del popolo ebraico al proprio Stato nazionale»,
impegna il Governo:
1) a ribadire nettamente la condanna degli atti di antisemitismo moltiplicatisi sia in Italia che nel mondo, che si sono fortemente intensificati successivamente agli attacchi del 7 ottobre 2023, e ad adottare la definizione di antisemitismo dell'International holocaust remembrance alliance (Ihra), secondo la quale: «L'antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto.»;
2) ad incoraggiare e sostenere Israele a intraprendere le trattative di pace, nonché ogni azione internazionale che garantisca il cessate il fuoco umanitario, l'immediata liberazione degli ostaggi, la sicurezza del popolo israeliano sul proprio territorio, e l'operatività degli aiuti umanitari per la popolazione civile a Gaza, come previsto dalla risoluzione Onu 2728/2024;
3) a garantire l'accesso alle cure e ai beni di prima necessità all'intera popolazione palestinese, con particolare riferimento ai più fragili, alle donne e ai minori;
4) a promuovere un'azione ampia, condivisa e coordinata a livello internazionale, con il coinvolgimento dell'Unione europea e delle Nazioni Unite, che sia in grado di attuare una vera conferenza di pace;
5) a favorire lo sviluppo di un'Autorità nazionale palestinese moderata, capace di controllare il territorio e garantire la condanna delle organizzazioni terroristiche, in particolare Hamas, che va disciolta, disarmata e a cui va impedito in ogni modo di progettare e ripetere in futuro un attacco come quello del 7 ottobre 2023;
6) a perseguire con determinazione la soluzione «due popoli, due Stati», stabilendo tempistiche chiare e realistiche per evitare l'escalation del conflitto;
7) ad adottare ogni iniziativa diplomatica volta a scongiurare lo scenario di un conflitto bellico diretto tra Israele, il Libano e l'Iran, in particolare promuovendo in tutte le sedi internazionali la sospensione immediata degli attacchi missilistici dal Libano verso Israele, al fine di promuovere la stabilizzazione della regione e una normalizzazione dei rapporti tra gli Stati interessati, dando seguito e completa applicazione alla risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
(1-00305) «Faraone, Gadda, De Monte, Marattin, Del Barba, Bonifazi, Boschi, Giachetti, Gruppioni».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta scritta:
GHIRRA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
con atto di sindacato ispettivo n. 4/00059 del 9 novembre 2022 l'interrogante aveva rivolto alcuni quesiti riguardanti la compatibilità ambientale fra il progetto per la realizzazione di un parco eolico in prossimità del sito candidato per la realizzazione dell'Einstein Telescope (ET), l'osservatorio di onde gravitazionali di terza generazione che dovrebbe sorgere nella località di Sos Enattos a Lula (NU) e l'Einstein Telescope stesso;
l'Einstein Telescope è considerato dalla comunità scientifica europea un progetto strategico ed è sostenuto da diversi Paesi, tra cui l'Italia, che nel settembre 2020 lo ha candidato per la Roadmap 2021 di Esfri il forum strategico europeo che individua quali saranno le future grandi infrastrutture di ricerca su cui investire a livello europeo;
da recenti notizie di stampa si apprende che il 2 luglio 2024 la Ministra dell'università e della ricerca ha sottoscritto, nell'ambito di un memorandum of understanding di più ampia portata, un'intesa con il viceministro spagnolo della scienza, ricerca e innovazione, che prevede il sostegno della Spagna alla proposta italiana, a rafforzamento della proposta di realizzare Einstein Telescope nel nostro Paese, in Sardegna, al centro del Mediterraneo;
com'è noto, la società Aei Wind Project VIII S.r.l. ha in progetto la realizzazione di un parco eolico di potenza complessiva pari a 46,2 MW composto da n. 7 aerogeneratori di potenza nominale pari a 6,6 MW (altezza della torre pari a 240 m), che ricadrebbero nel territorio comunale di Orune;
nelle medesime aree interessate dall'impianto, sono state presentate altre 6 richieste per la costruzione di parchi eolici da parte di 5 società distinte per complessive 70 turbine della potenza complessiva di immissione di 504 MW, con altezza complessiva di 180 m, senza considerare le richieste riguardanti l'installazione di impianti fotovoltaici e agrivoltaici in corso di verifica (almeno 4 recenti);
l'intervento in oggetto risulterebbe in contrasto con quanto disposto dalla legge n. 41 del 2023 di conversione del decreto-legge n. 13 del 2023, all'articolo 47, comma 9-quinquies, nella parte in cui prevede una fascia di distanza rispetto all'Einstein Telescope e una particolare procedura per il rilascio dei titoli abilitativi all'esercizio delle attività economiche indicate sopra, che viene adottata da parte delle amministrazioni competenti di concerto, con il Ministero dell'università e della ricerca, sentito l'istituto nazionale di fisica nucleare (Infn);
per catturare e studiare le onde gravitazionali è necessario costruire infrastrutture tecnologiche in luoghi silenziosi e isolati, al riparo da rumori di natura geofisica (bassa sismicità) e antropica che possono inficiare le misurazioni e il sito di Lula-Bitti-Onanì, per le sue caratteristiche, è uno dei candidati ideali in Europa per la realizzazione della suddetta opera proprio per l'eccezionale «silenzio sismico» dell'area, requisito fondamentale all'operatività di Einstein Telescope, dal momento che l'estrema sensibilità dello strumento rischia di essere compromessa dal rumore sismico terrestre;
la transizione ecologica e l'investimento strategico su impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili non sono più rinviabili, ma la loro installazione deve essere programmata attraverso il coinvolgimento delle comunità locali e con ricadute positive e di sviluppo per i territori su cui insisteranno;
la realizzazione di un parco eolico in prossimità del sito scelto per l'Einstein Telescope renderebbe lo stesso sito incompatibile con il progetto, che rappresenta invece un enorme opportunità per tutta la Sardegna e in particolare per il territorio di Lula, con un volume di affari pari a 5,5 miliardi di euro, 36 mila posti di lavoro in nove anni e ricadute importanti in ambito industriale –:
se non ritengano opportuno dichiarare l'Einstein Telescope infrastruttura dalla peculiare rilevanza strategica nazionale o quali altre iniziative di competenza intendano assumere affinché venga scongiurata la realizzazione di opere che pongano a rischio la candidatura dell'Italia per l'Einstein Telescope.
(4-03071)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
QUARTAPELLE PROCOPIO, BOLDRINI e PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
la Turchia, secondo quanto riportato da fonti di stampa internazionale come Deutsche Welle e Associated Press, ha recentemente iniziato a deportare i rifugiati siriani in Siria senza alcun preavviso. Questi rifugiati vengono prelevati dalle forze di polizia turche, portati in centri di detenzione e, entro pochi giorni, rilasciati in territorio siriano al confine;
Human Rights Watch sostiene che nel 2023 siano stati deportati 57.000 rifugiati siriani e che la Turchia imponga alla polizia di frontiera di catalogare questi rimpatri come «volontari», mentre in questi mesi l'intensità delle deportazioni sia aumentata;
molti rifugiati siriani in Turchia sono ricercati dal regime di Assad o dalle forze ribelli o islamiste, e per loro il ritorno in Siria comporta gravi rischi per la propria sicurezza e vita;
i rimpatri vengono effettuati in zone vicine al confine turco, come Jarabulus, Al-Bab e Azaz, che sono ancora territori di bombardamenti e combattimenti tra fazioni siriane;
oltre all'iniziativa governativa, negli ultimi giorni si sono intensificate le violenze contro i rifugiati siriani in Turchia, perpetrate da cittadini turchi, contro negozi, auto e abitazioni dei rifugiati;
negli ultimi anni le condizioni di vita dei rifugiati siriani in Turchia sono peggiorate notevolmente, sia per le difficili condizioni economiche sia per l'aumento dell'intolleranza razzista verso di loro, che ora sta sfociando in violenze sistematiche contro di loro, mentre il Governo turco non ha ancora messo in atto misure efficaci per la loro integrazione né per la limitazione delle violenze;
le ONG italiane operanti con rifugiati siriani in Turchia stanno riportando informalmente l'impossibilità di proseguire le loro attività in tali condizioni, con i loro centri a rischio di attacchi violenti e i rifugiati assistiti soggetti a potenziali deportazioni improvvise –:
quale sia l'attuale situazione delle ONG italiane che operano in Turchia con i rifugiati siriani;
quali iniziative il Governo intenda adottare per fare pressione sulla Turchia affinché vengano rispettati la sicurezza e i diritti dei rifugiati siriani, evitando rimpatri che violano il diritto internazionale.
(5-02560)
BOLDRINI, ASCARI, BAKKALI, DI BIASE, FERRARI, FORATTINI, GHIO, GRIMALDI, GUERRA, MALAVASI, MARINO, ROGGIANI, SERRACCHIANI e ZANELLA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
da notizie di stampa si apprende che una venticinquenne italiana nativa di Sanremo si trova bloccata a Hurghada, in Egitto, dove rischia di perdere la libertà e anche la figlia di quasi due anni poiché denunciata per adulterio e prostituzione dal marito egiziano, sul capo del quale pende in Italia una condanna a tre anni di reclusione per violenza sessuale, stalking e lesioni nei confronti della precedente compagna;
la vicenda ha inizio nel nostro Paese nel 2020, quando la giovane conosce l'egiziano e inizia subito una convivenza con lui, per poi convertirsi all'islam, sposarlo e trasferirsi con l'uomo nel 2021 in Egitto, dove nasce la loro bambina. I giornali italiani che fra il 29 e il 30 giugno 2024 si sono occupati della questione riportano una dichiarazione della donna: «Da quel momento [dopo il trasferimento in Egitto] in avanti sono nate una serie di manipolazioni, violenze fisiche e psicologiche. Lui (...) ha iniziato una serie di maltrattamenti nei miei confronti anche davanti alla bambina. A quel punto sono scappata di casa»;
la giovane diventa allora destinataria di denunce per adulterio e prostituzione da parte del marito, reati che l'Egitto punisce con il carcere e per i quali la ragazza ha già trascorso due giorni in prigione in condizioni disumane. Alle denunce – dopo la domanda di divorzio e di affido esclusivo della bambina avanzata dalla nostra connazionale – si è aggiunta la sentenza del tribunale egiziano della famiglia, che in primo grado ha deciso di togliere alla madre l'affido della figlia e che, con la sentenza definitiva attesa a breve, potrebbe condannare la donna a due anni di carcere con affidamento della bambina al padre violento;
l'avvocata che segue la ragazza ha dichiarato alla stampa che il certificato del casellario giudiziale italiano relativo al marito è stato già tradotto ma è bloccato al consolato egiziano di Milano, che non lo trasmette alle autorità locali malgrado da tale documento si evinca la condizione di pluripregiudicato violento dell'uomo. Dettaglio non da poco quando si deve sentenziare rispetto a una causa di separazione e affido di minore;
la stessa avvocata ha dichiarato testualmente alla stampa che la nostra rappresentanza diplomatica in Egitto non è stata collaborativa: «Mi rispondono che di più non possono fare e che con l'Egitto il nostro Paese ha buoni rapporti». E afferma di non aver ricevuto alcun riscontro alle richieste di aiuto inviate al nostro Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;
madre e figlia sono dunque in una condizione di grave pericolo, che le ha costrette a rifugiarsi in una località segreta senza mai uscire di casa per paura che il marito possa provare a rapire la bambina, come già accaduto in passato. Il tutto mentre le autorità italiane si disinteressano alla situazione e quelle egiziane non collaborano –:
se il Ministro interrogato sia al corrente della vicenda;
quali iniziative intenda promuovere per garantire alla nostra connazionale assistenza e sostegno adeguati da parte della rappresentanza diplomatica italiana, ivi compresa la consegna alle autorità locali del certificato del casellario giudiziale italiano dell'uomo;
quali iniziative di competenza intenda intraprendere per fare in modo che la nostra connazionale e la sua bambina vengano rimpatriate al più presto in Italia.
(5-02566)
CULTURA
Interrogazione a risposta in Commissione:
BERRUTO, GRIBAUDO e MANZI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
da organi di stampa locale si apprende la notizia dell'imminente sospensione, fino al 20 settembre 2024, delle attività culturali legate all'Associazione Piemonte Movie;
la decisione sembrerebbe dovuta alle mancate garanzie sui tempi di assegnazione e liquidazione dei contributi da parte di regione Piemonte, Ministero della cultura e comuni e, come si legge nel comunicato, (...) se entro il 20 settembre non ci saranno garanzie sull'erogazione di quanto dovuto, Piemonte Movie si riserva la possibilità di rinviare a data da destinarsi l'intera programmazione annuale, compresa la sua manifestazione principale: il Glocal Film Festival (...);
attualmente l'Associazione sarebbe ancora in attesa di ricevere il saldo del Glocal Film Festival organizzato nel marzo del 2023, per il quale la determina regionale di assegnazione dei fondi sarebbe stata inviata a dicembre 2023, quindi successiva alla realizzazione dell'evento; inoltre la regione avrebbe imposto tassativamente di consegnare il rendiconto economico entro il marzo 2024, con deroga per la consegna delle quietanze di pagamento dell'intero contributo al luglio 2024. Quindi, ad oggi, l'associazione avrebbe anticipato anche i pagamenti relativi al saldo del contributo non ancora erogato per le attività 2023;
i ritardi nell'assegnazione ed erogazione dei fondi regionali, con gli atti di assegnazione dei contributi dati a garanzia per i fidi bancari, stanno bloccando, inoltre, le nuove richieste di prestiti in banca. Gli algoritmi finanziari degli istituti di credito non consentono anticipi infiniti per un «cattivo pagatore» come la regione. Situazione, questa, che preclude qualsiasi possibilità di avere della liquidità per saldare i fornitori e gli stipendi dei dipendenti;
l'Associazione Piemonte Movie gestisce dal 2019 una sala cinematografica a Villar Perosa. Il Cinema delle Valli è una realtà commerciale, con 4 dipendenti, che realizza una programmazione culturale. Questo ha permesso di poter partecipare negli anni ai bandi per i contributi ministeriali riservati al cinema d'essai. I bandi Cinema e immagini per le scuole, per i contributi relativi all'anno 2023, sono stati aperti solo nei giorni scorsi. In passato erano pubblicati tra gennaio e febbraio di ogni anno. Il rischio è di veder erogati questi fondi non prima del dicembre 2024;
i succitati bandi Cips, come si legge nel comunicato dell'Associazione, hanno rispettato la qualità del percorso di assegnazione ed erogazione dei contributi fino al 2023. È stato sempre possibile negli anni rimodulare il progetto e il budget economico in base al contributo ricevuto; anticipo erogato prima dell'inizio delle attività e saldo erogato poco dopo la consegna del rendiconto;
il nuovo bando starebbe invece creando dei debiti fuori bilancio a molte realtà culturali che non potranno avere la copertura economica. Per molte realtà, compresa l'Associazione Piemonte Movie, questo porterà a un debito fuori bilancio;
tali ritardi stanno penalizzando le piccole imprese culturali a vantaggio delle grandi imprese che compongono l'industria cittadina della cultura e dell'intrattenimento –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti e, per quanto di competenza, come intenda intervenire al fine di tutelare le attività culturali legate all'Associazione Piemonte Movie e favorire la diffusione e la promozione dell'impresa culturale che opera nel territorio piemontese da decenni.
(5-02563)
Interrogazione a risposta scritta:
GHIRRA e PICCOLOTTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 350, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, al fine di promuovere la lettura e sostenere la filiera dell'editoria libraria, autorizza «la spesa di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Le risorse di cui al presente comma sono assegnate alle biblioteche aperte al pubblico dello Stato, degli enti territoriali e dei soggetti beneficiari ai sensi della legge 17 ottobre 1996, n. 534, e della legge 28 dicembre 1995, n. 549, per l'acquisto di libri, secondo le modalità stabilite con decreto del Ministro della Cultura»;
il decreto ministeriale 14 gennaio 2022, «Disposizioni attuative dell'articolo 1, comma 350, della legge 30 dicembre 2021, n. 234» ha individuato le modalità di assegnazione delle risorse alle biblioteche aperte al pubblico dello Stato, degli enti territoriali e dei soggetti beneficiari ai sensi della legge 17 ottobre 1996, n. 534, e della legge 28 dicembre 1995, n. 549, per l'acquisto di libri;
il decreto, prevede, inoltre, che le risorse assegnate a ciascuna biblioteca debbano essere utilizzate esclusivamente per l'acquisto di libri, da effettuarsi per almeno il settanta per cento presso almeno tre diverse librerie presenti sul territorio afferente alla biblioteca;
questa misura ha permesso di aumentare notevolmente il flusso di vendite soprattutto delle librerie indipendenti che, potendo contare su scarsissimi investimenti economici propri, sono quelle più soggette al fallimento e alla chiusura. L'acquisto di libri da parte delle biblioteche ha dato modo alle librerie di contare su un nucleo consistente di vendite sicure programmabili, consentendo loro di fare investimenti per implementare il proprio sviluppo, creando nuovi eventi o rinnovando la loro offerta; inoltre ha messo in contatto le librerie con le biblioteche, facendo in modo che entrambi i presidi culturali presenti sul territorio potessero conoscersi e implementare strategie comuni in un'ottica di collaborazione;
nonostante questi evidenti benefici la misura di cui all'articolo 1, comma 350, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 non è stata rifinanziata per l'anno 2024;
Adei, Associazione degli editori indipendenti, nel dicembre 2023, ha condotto un'indagine su un campione di 108 case editrici indipendenti. Nel report si legge che «La cancellazione del "decreto biblioteche", che da alcuni anni consentiva acquisti di nuovi libri da parte delle biblioteche, con l'obbligo di rivolgersi in gran parte a librerie del territorio di appartenenza, secondo il 91,7 per cento intervistati avrà effetti negativi sull'offerta culturale per i lettori. L'84,3 per cento, teme gravi conseguenze a carico delle librerie indipendenti; per il 78,7 per cento questo mancato rinnovo della misura potrebbe aggravare sensibilmente la crisi del comparto libro. Il 57,4 per cento degli intervistati ritiene che avrà effetti diretti sulla casa editrice, portando a una sensibile diminuzione dei fatturati.» –:
quali siano i motivi per cui, nonostante gli evidenti benefici esposti in premessa, non sia stata rifinanziata la misura di cui all'articolo 1, comma 350, della legge 30 dicembre 2021, n. 234;
quali iniziative urgenti intenda assumere per promuovere la lettura, investire nelle librerie e sostenere l'editoria indipendente.
(4-03069)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
CASASCO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
la società tra professionisti (Stp) è una società costituita secondo i modelli societari regolati dai titoli V e VI del libro V del codice civile e alle condizioni previste dall'articolo 10, commi da 3 a 11, della legge 12 novembre 2011, n. 183, avente ad oggetto l'esercizio di una o più attività professionali per le quali sia prevista l'iscrizione in appositi albi o elenchi regolamentati nel sistema ordinistico;
la Stp fa riferimento al regolamento di cui al decreto del Ministro della giustizia, di concerto col Ministero delle imprese e del made in Italy, 8 febbraio 2013, n. 34;
fin dalla novella legislativa si è verificato un ampio dibattito, anche da parte degli stessi ordini professionali preposti all'iscrizione delle Stp nei rispettivi Albi speciali territoriali, sul corretto contemperamento fra le esigenze di controllo da parte dei professionisti abilitati rispetto alla posizione degli altri soci cosiddetti tecnici o di investimento;
in particolare, sono emerse differenti posizioni circa l'interpretazione dell'articolo 10, comma 4, lettera b) della legge n. 183 del 2011, sul principio per cui «In ogni caso il numero dei soci professionisti e la partecipazione al capitale sociale dei professionisti deve essere tale da determinare la maggioranza di due terzi nelle deliberazioni o decisioni dei soci»;
la criticità emersa riguarda il ruolo della prima congiunzione e, quindi se le due condizioni intese come «numero dei soci professionisti» e «partecipazione al capitale sociale» debbano realizzarsi sempre congiuntamente e contemporaneamente per ogni tipo di società, indipendentemente di persone o di capitali, ferma restando la maggioranza per i soci professionisti di due terzi sempre e comunque prevista nelle deliberazioni sociali;
detto requisito risulta in linea con il tenore della norma per una società di persone, laddove il controllo per almeno due terzi da parte di soci professionisti è da rapportare al numero di soci («teste») mentre appare incoerente con la disciplina delle società di capitali regolate dal possesso di «quote» (o anche «azioni»);
infatti, l'applicazione congiunta e contemporanea anche per le società di capitali (in massima parte le Stp sono infatti società a responsabilità limitata) pare introdurre un vincolo ulteriore, perché escluderebbe la possibilità di costituzione e di esercizio laddove, ad esempio, i soci fossero solo due, un professionista e un socio non professionista, foss'anche quest'ultimo coniuge, familiare o collaboratore del primo, con notevole sofferenza per le costituende Stp a ristretta base sociale;
tale previsione è stata applicata finora difformemente sui diversi territori, in base anche alle specifiche e differenti sensibilità emerse da parte di notariato, ordine nazionale dei dottori commercialisti e Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, solo per citare alcuni dei principali attori coinvolti nella «filiera» professionale, con risultati a macchia di leopardo che non garantiscono la certezza del diritto;
proprio recentemente la Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie (Cceps), organo disciplinare di appello di giurisdizione speciale delle professioni sanitarie, ha stabilito con la decisione n. 2 del 20 maggio 2024, già passata in giudicato perché non impugnata, che è legittimo il diniego all'iscrizione all'Albo speciale di una Stp a responsabilità limitata rispettosa della condizione dei due terzi per «quote» ma non «per teste» –:
se i Ministri interrogati per quanto di competenza, ritengano condivisibile l'interpretazione più restrittiva della norma anche per le Stp forma di società di capitali (soprattutto Stp a responsabilità limitata), che rischia di limitare il ricorso a tale modello in un momento in cui può risultare strategica per l'aggregazione professionale e il passaggio generazionale;
qualora non la condividano, se i Ministri interrogati ritengano di dover intraprendere iniziative di competenza, ed eventualmente quali, finalizzate ad una omogenea applicazione del diritto sul territorio nazionale.
(5-02570)
Interrogazioni a risposta scritta:
CATTANEO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
fonti di stampa riportano la vicenda giudiziaria dell'ex assessore ai Servizi sociali di Cellino San Marco, Gabriele Elia, condannato in primo e secondo grado a sei anni per il reato di corruzione a fronte di un «provento illecito di mille euro»;
avverso la sentenza di condanna l'Elia ha proposto ricorso innanzi alla Corte di Cassazione che dovrà decidere se confermarla o meno decidendo, definitivamente, della libertà del ricorrente. Il procedimento risulta esser stato attribuito alla VI Sezione della Suprema Corte e risulta altresì che uno dei membri di tale sezione sia il magistrato del pubblico ministero che ha condotto le indagini a suo carico, chiedendone il rinvio a giudizio e ottenendo la sua condanna;
alla luce della normativa vigente non si ritiene che in questo caso via sia la volontà dell'ufficio giudiziario di esercitare le funzioni giurisdizionali senza il necessario rispetto dei principi costituzionali di imparzialità e terzietà e, più in generale, del giusto processo di cui all'articolo 111 della Costituzione, atteso che il tramutamento di funzioni del summenzionato magistrato è, allo stato, legittimo;
la legge n. 71 del 2022 riforma Cartabia dell'ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura è intervenuta sul passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa, prevedendo che tale passaggio possa essere effettuato una volta nel corso della carriera entro 9 anni dalla prima assegnazione delle funzioni. Trascorso tale periodo, è ancora consentito, per una sola volta, il passaggio dalle funzioni giudicanti alle funzioni requirenti, purché l'interessato non abbia mai svolto funzioni giudicanti penali oppure il passaggio dalle funzioni requirenti alle funzioni giudicanti civili o del lavoro, in un ufficio giudiziario diviso in sezioni, purché il magistrato non si trovi, neanche in qualità di sostituto, a svolgere funzioni giudicanti penali o miste. Al magistrato che svolge funzioni requirenti possono essere conferite le funzioni giudicanti di legittimità (consigliere di Cassazione) e le funzioni direttive giudicanti di legittimità (presidente di sezione della Cassazione) solo se non si tratta di funzioni giudicanti penali;
tuttavia, nonostante le limitazioni introdotte dalla riforma Cartabia, ad avviso dell'interrogante l'attuale impianto normativo non appare ancora idoneo a garantire pienamente la effettiva terzietà ed imparzialità dell'agere degli uffici giudiziari –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei dati relativi ai tramutamenti di funzioni successivi alla legge n. 71 del 2022, se ritenga si tratti di un dato omnicomprensivo che tenga conto del passaggio di funzioni provvisorio e se sia a conoscenza di casi analoghi a quello descritto in premessa, nonché se non ritenga di assumere iniziative di carattere normativo atte ad evitare fenomeni che possano inficiare anche l'apparenza dell'indipendenza e dell'imparzialità della magistratura nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali.
(4-03065)
SOUMAHORO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
gravi disordini sono scoppiati la mattina del 27 giugno 2024 nel carcere romano di Regina Coeli;
secondo diverse testimonianze dirette raccolte subito dopo i fatti, le proteste sarebbero scoppiate nella quarta sezione, quella dedicata ai detenuti comuni, dove sarebbero stati incendiati alcuni oggetti e sarebbero stati aggrediti alcuni infermieri;
all'origine della protesta, sempre secondo quanto si apprende, le condizioni di sovraffollamento della struttura. Secondo la testimonianza di una residente adiacente alla struttura carceraria, già dalla settimana precedente ai fatti si sarebbero moltiplicati gli episodi di grida e rumore di padelle sbattute sulle grate;
la protesta si sarebbe conclusa all'ora di pranzo e non ci sarebbero stati feriti. Secondo altre fonti interne al carcere la rivolta è collegata ad alcune perquisizioni effettuate nei giorni precedenti dalla polizia penitenziaria nella IV sezione, dove sono reclusi anche soggetti tossicodipendenti, che ha portato alla scoperta e al sequestro di armi rudimentali – bastoni e lame –, oltre a una grappa autoprodotta;
il bilancio dei disordini è di telecamere di sorveglianza spaccate, pianterreno in parte allagato, controsoffitti caduti. E, ancora, celle devastate e incendiate e altri danni per decine di migliaia di euro;
la situazione nel carcere di Regina Coeli, come del resto nel resto del Paese, è esplosiva. Secondo il segretario generale della Fns Cisl Massimo Vespia «a Regina Coeli ci sono 180 agenti in meno rispetto a quelli previsti dal ministero della Giustizia, e nella regione sono 930, ovvero il 20 per cento delle mancanze a livello nazionale»;
la situazione degli istituti penitenziari è completamente fuori controllo, tra disordini, suicidi, violenze che si generano sempre per lo stesso motivo: il sovraffollamento –:
se non intenda il Ministro interrogato intraprendere misure straordinarie ed urgenti al fine di porre rimedio al problema del sovraffollamento in carcere.
(4-03066)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BALDELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
con il decreto legislativo 22 novembre 2023, n. 184, emanato in recepimento della direttiva UE 2021/2118, sono stati rivisti i termini relativi all'obbligo di assicurare i veicoli per la responsabilità civile verso i terzi;
l'articolo 2, comma 1, lettera a), n. 2), del decreto legislativo n. 184 del 2023, modificativo dell'articolo 1, comma 1, lettera rrr), del codice delle assicurazioni private di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, ha novellato la definizione di veicolo, rimeditandone il perimetro;
l'articolo 2, comma 1, lettera c), nn. 1) e 2), del decreto legislativo n. 184 del 2023, modificativo dell'articolo 122, decreto legislativo n. 209 del 2005, ha innovato l'ambito applicativo dell'obbligo di assicurazione per la responsabilità civile verso terzi prevista dall'articolo 2054 del codice civile, da un lato, assoggettando a tale obbligo, quale condizione sufficiente per il suo agire conformativo, i veicoli «utilizzati conformemente alla funzione del veicolo in quanto mezzo di trasporto al momento dell'incidente» (articolo 122, comma 1, decreto legislativo n. 209 del 2005), dall'altro, precisando che l'obbligo assicurativo vale «a prescindere dalle caratteristiche del veicolo, dal terreno su cui è utilizzato e dal fatto che sia fermo o in movimento» (articolo 122, comma 1-bis, decreto legislativo n. 209 del 2005), riguardando «anche i veicoli utilizzati esclusivamente in zone il cui accesso è soggetto a restrizioni» (articolo 122, comma 1-ter, decreto legislativo n. 209 del 2005);
l'articolo 2, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 184 del 2023, nel disciplinare un sistema di deroghe in ordine alla circostanza di integrare la posizione giuridica di obbligati alla assicurazione in argomento, ha escluso che si possa essere soggetti all'obbligo assicurativo allorquando «il veicolo non è idoneo all'uso come mezzo di trasporto» (articolo 122-bis, del decreto legislativo n. 209 del 2005);
l'articolo 2, comma 1, lettera l), del decreto legislativo n. 184 del 2023, nel positivizzare la tutela dei danneggiati da sinistri in cui è coinvolto un rimorchio trainato da un veicolo, ha individuato una situazione per la quale il rimorchio dispone di una assicurazione separata, da cui il dispiegamento di una varietà di effetti fra cui l'esercizio da parte dell'impresa di assicurazione del rimorchio fornitrice di indennizzo dell'azione di regresso verso la compagnia assicuratrice del mezzo trainante (articolo 144-bis, decreto legislativo 209 del 2005);
si è stabilito il principio per cui l'obbligo assicurativo non risulta più correlato alla azione di circolazione del veicolo «su strade di uso pubblico o su aree a queste equiparate», quanto, piuttosto, alla sua suscettibilità di utilizzazione quale «mezzo di trasporto», posto che per «uso di un veicolo» debba intendersi «qualsiasi utilizzo conforme alla loro funzione abituale in quanto mezzi di trasporto» (considerando n. 5 direttiva UE 2021/2118 di rinvio alla giurisprudenza della Corte di giustizia europea);
si è qualificata una fattispecie giuridica da cui sembrerebbe ammettersi una forma di concorrenza di coperture assicurative, avuto riguardo a un veicolo a motore adibito alla trazione e ai relativi rimorchi;
inoltre, artigiani e piccole imprese hanno ricevuto dalle compagnie assicurative proposte per la sottoscrizione di polizze dedicate –:
se i Ministri interrogati, al fine di orientare secondo conformità a diritto, non ritengano necessario adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a chiarire;
a) se l'attività di movimentazione delle merci effettuata mediante carrelli elevatori rientri in quella di trasporto ovvero se debba intendersi un'attività differentemente protesa;
b) se l'assicurazione del veicolo sia sempre richiesta anche per i veicoli abitualmente non utilizzati, poiché fermi in zone ad accesso limitato o precluso;
c) se l'assicurazione del veicolo trainante non sia in ogni caso sufficiente a coprire i danni inerenti ai sinistri causati da un complesso veicolare che includa uno e più rimorchi.
(5-02562)
SARRACINO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
sistematicamente si registrano una serie di disagi nella erogazione della energia elettrica presso la zona del quartiere residenziale di Pisticci Scalo in provincia di Matera;
ultimo episodio in ordine di tempo è accaduto in data 2 luglio 2024 quando in occasione di un breve temporale la linea di bassa tensione ha fatto registrare un guasto che si è protratto per diverse ore creando disagi ai cittadini;
già in precedenza si erano registrati disagi e disservizi in questo ambito territoriale nella erogazione del servizio di energia elettrica;
sulla linea in questione spesso si registrano sbalzi di tensione che provocano danni agli elettrodomestici;
nel 2024 si tratta di problematiche che dovrebbero essere superate da tempo –:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda attivare nei confronti di Terna ed Enel al fine di superare tali difficoltà e di ammodernare la rete che serve l'utenza residente ponendo fine ai disagi di cui in premessa.
(5-02565)
PELUFFO e SERRACCHIANI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il decreto Mimit del 31 marzo 2023, che attua quando previsto dal decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, convertito con modificazioni, dalla legge 10 marzo 2023, n. 23, regola le modalità di comunicazione dei prezzi praticati dagli esercenti l'attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione, prevedendo all'articolo 3, che l'obbligo di comunicazione sussiste per la vendita effettuata mediante modalità self service e, ove non sia presente e operativa tale forma di vendita, che vada riferito alla vendita in modalità servito. L'articolo 3 prevede l'obbligo di comunicazione al Ministero dei prezzi di vendita al pubblico praticati da ogni singolo impianto di distribuzione di carburanti per autotrazione in due casi: con riferimento alla comunicazione iniziale di apertura di nuovo impianto ovvero alla comunicazione, preventiva o almeno contestuale all'applicazione, di tutte le variazioni, in aumento o in diminuzione, del prezzo praticato rispetto all'ultimo prezzo comunicato e, comunque, con frequenza settimanale, anche in assenza di variazioni di prezzo, entro l'ottavo giorno dall'ultima comunicazione inviata;
tale obbligo di comunicazione sussiste dunque per la vendita effettuata mediante modalità self service: ove non sia presente e operativa tale forma di vendita, l'obbligo di comunicazione va riferito alla vendita in modalità servito, fermo restando la possibilità, compatibilmente con le capacità di ricevimento dei dati in ciascuna fase di realizzazione ed evoluzione del relativo sistema informatico e secondo le indicazioni che a tal fine saranno pubblicate sul sito del Ministero delle imprese e del made in Italy, di comunicare su base volontaria ai medesimi fini della pubblicazione sul sito del Ministero, anche i prezzi praticati per altre modalità di vendita;
risulta all'interrogante l'esistenza di alcune criticità che vanno ad incidere sul prezzo medio indicato dai gestori degli impianti, come quella relativa all'esistenza di stazioni di servizio che comunicano all'Osservatorio prezzi una modalità di erogazione errata, in quanto la cartellonistica presente nell'impianto indicherebbe lo stesso prezzo sia per la modalità «fai da te» (self), sia per il «servito». Tale situazione potrebbe essere dovuta alla errata comprensione, da parte dei gestori, del fatto che la modalità da comunicare al sito dell'Osservatorio è la stessa con il quale si opera durante il normale orario di apertura e non quella presente durante gli orari di chiusura dell'impianto;
tali situazioni generano una errata comunicazione all'Osservatorio prezzi e rappresentano un vulnus alla concorrenza nel settore: se un impianto comunica il prezzo self, ma il personale eroga il carburante, oltre a fare una comunicazione errata all'Osservatorio si crea una situazione di concorrenza non leale verso altri competitor che sono nello stesso territorio e vendono la stessa tipologia di merce –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga necessario adottare iniziative di competenza per prevedere l'esonero o quanto meno inserire anche il prezzo medio nella modalità servito, per gli impianti che hanno solo il servito;
se intenda porre in essere il monitoraggio delle modalità di vendita delle stazioni di servizio carburanti cittadine per comprendere se le modalità di erogazione, riportate sulle colonnine e comunicate all'Osservatorio prezzi, siano rispettate dal personale addetto all'impianto, focalizzandosi su quegli impianti che hanno una sola modalità di erogazione.
(5-02567)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
AMICH. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nel Libro bianco sulle priorità infrastrutturali del Piemonte relativo all'anno 2022, tra le opere prioritarie per l'efficientamento della logistica del basso Piemonte figura la realizzazione, a Predosa, del nuovo casello sull'autostrada A26 (fra Ovada e Alessandria Sud), il cui costo è stimato in 15 milioni di euro e i relativi tempi di realizzazione valutati tra i dodici e i diciotto mesi dall'inizio dell'iter autorizzativo;
la realizzazione del casello a Predosa, rileva l'interrogante, risulta essenziale in vista della realizzazione della bretella Altare-Predosa, la cui infrastruttura consiste in un raccordo (autostradale o statale di rango C, tipo «SS30 Var») che connette l'autostrada A6, indicativamente dal casello di Altare, all'autostrada A26 (nuovo casello di Predosa), il cui costo stimato risulta essere pari a 312 milioni di euro, ed i tempi di realizzazione pari a trentasei mesi dall'inizio dell'iter autorizzativo;
la giunta regionale piemontese, evidenzia inoltre l'interrogante, ha autorizzato lo stanziamento di 400 mila euro per la realizzazione del progetto della bretella del collegamento autostradale tra Strevi e Predosa, la quale consentirà di realizzare un collegamento diretto per Acqui Terme, per l'appunto tramite la realizzazione del casello a Predosa in precedenza richiamato e della bretella fino a Strevi;
nel corso degli anni, si sono svolti diversi incontri tra i sindaci di Predosa e di Acqui Terme per approfondire il progetto relativo all'apertura del casello autostradale di Predosa, sulla A26, propedeutica all'inaugurazione della futura autostrada «Albenga-Carcare-Acqui-Predosa»; il tema del collegamento tra il basso Piemonte e la Liguria è stato oggetto peraltro di altri incontri tra i sindaci di Acqui, Predosa, Alessandria, Vado Ligure, Ovada e i rappresentanti delle Camere di commercio di Alessandria e Savona e dell'Unione industriali di Alessandria –:
quale sia lo stato attuale di avanzamento dei progetti in premessa riportati;
quale sia inoltre la natura e lo stato dei finanziamenti ad essi destinati, nonché le relative tempistiche per l'erogazione.
(5-02561)
BARBAGALLO, BAKKALI, CASU, GHIO e MORASSUT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
in data 29 luglio 2009 il comune di Fiumicino approvava ex decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1997 il progetto del porto turistico di Isola Sacra presentato dalla società IP Iniziative Portuali;
il 2 febbraio 2010 la regione Lazio assegnava alla Iniziative Portuali la concessione n. 6424;
il 9 giugno 2010 veniva sottoscritta tra comune di Fiumicino e IP la convenzione per la realizzazione di 1.445 posti per imbarcazioni da diporto, 10.338 metri quadri, per cantieri nautici, edifici commerciali e residenze;
a seguito di vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti soci della IP, la realizzazione delle strutture portuali veniva bloccata e l'area sottoposta a sequestro giudiziario;
il 4 maggio 2018 il Tribunale fallimentare di Roma ammetteva la IP alla procedura di concordato preventivo;
il 19 febbraio 2019 la regione Lazio indiceva conferenza di servizi per esaminare la richiesta di variante del progetto del Porto di Isola Sacra, finalizzata a consentire l'approdo di navi da crociera di classe «Oasys», le più grandi al mondo, nonostante i rilievi critici di diverse amministrazioni competenti; nonostante i rilievi critici di diverse amministrazioni competenti, la conferenza si concludeva con l'accoglimento della proposta di variante;
il 18 ottobre 2021 la procedura competitiva per la vendita del ramo d'azienda della IP terminava con aggiudicazione alla Fiumicino Waterfront Srl;
il 18 febbraio 2022 il comune di Fiumicino autorizzava il subingresso nella concessione demaniale a favore della Fiumicino Waterfront Srl, società controllata da Royal Caribbean Group;
nell'ambito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri «Giubileo» del 8 giugno 2023, alla scheda n. 146, il porto turistico-crocieristico di Isola Sacra veniva inserito tra le opere «essenziali»;
l'area in concessione di cui in premessa si colloca al di fuori della competenza territoriale dell'Autorità di Sistema Portuale di Civitavecchia;
le organizzazioni sindacali, nell'audizione svoltasi il 27 settembre 2023 presso la IX Commissione della Camera, hanno sollevato vari rilievi critici, sottolineando che «la creazione del nuovo terminal crocieristico a Fiumicino fa emergere una criticità nell'attuale regolamentazione che va assolutamente superata in tempi brevi, al fine di evitare progetti ed investimenti privati concorrenti o ancor peggio in contrasto con le politiche dello Stato. Il nascere di nuove realtà portuali fuori dal network delle Autorità di sistema portuale, rappresenta un elemento in concorrenza sleale con il sistema regolatorio dei porti, non controllabile né governabile dall'attuale normativa»;
l'impatto della funzione crocieristica in un porto destinato ad un traffico di 1.300.000 crocieristi/anno sarebbe prevalente rispetto alla funzione turistica dimensionata intorno ai 750 posti barca;
in sede d'esame della valutazione d'impatto ambientale il progetto ha evidenziato numerose criticità tra cui: le imponenti operazioni di dragaggio (3 milioni di metri cubi), la sicurezza della navigazione nelle fasi di avvicinamento al porto in assenza di antemurale di protezione, il rischio idrogeologico, le presenze di aree archeologiche e di aree protette, solo per citarne alcune –:
quale sia la volontà del Governo in relazione alla realizzazione del progetto del porto di Isola Sacra e se possa considerarsi altresì conforme alle prescrizioni della valutazione d'impatto ambientale l'introduzione della funzione crocieristica o se questo, invece, non danneggi gli investimenti dell'Autorità di sistema portuale di Civitavecchia per quel che riguarda il nuovo porto commerciale di Fiumicino;
se il progetto verrà stralciate dall'ambito delle opere essenziali per il Giubileo non essendo realizzabile per il Giubileo, se il costo dei dragaggi per mantenere in esercizio il nuovo porto sarà sostenuto dalla Fiumicino Waterfront e se la sicurezza della navigazione sarà garantita tramite servizi tecnico nautici con le stesse modalità previste per i porti delle Autorità di Cisterna portuale, così come il rispetto degli articoli 16, 17 e 18 della legge n. 84 del 1994 in materia di lavoro portuale.
(5-02568)
Interrogazioni a risposta scritta:
PASTORINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
mobilità e portualità sono due ambiti chiave dell'economia ligure, le infrastrutture, in particolare quelle viarie, rappresentano un nodo cruciale per lo sviluppo del territorio. Le caratteristiche geografiche della Liguria la rendono un corridoio naturale per persone e merci e fanno sì che possa essere identificata come una porta naturale del nord-ovest e di alcune aree dell'Europa centrale sul Mediterraneo nonché la principale piattaforma logistica del Paese;
nonostante ciò, negli anni la regione ha accumulato un divario infrastrutturale rilevante che, unitamente alla chiusura di alcune tratte autostradali lungo la A26 e la A6 a seguito di smottamenti, con numerosi cantieri che hanno creato disagi quotidiani alla mobilità, ne ha limitato il potenziale di crescita e sviluppo. Ad oggi, la realizzazione e il completamento delle opere di collegamento rimangono la priorità strategica per la Liguria. Di queste opere molte riguardano il miglioramento delle connessioni autostradali e della viabilità secondaria altre sono relative agli interventi ferroviari. Fra le principali si ricordano: la Gronda di Ponente, il Terzo Valico dei Giovi e il quadruplicamento per fasi funzionali della Milano-Genova;
della Gronda si parla da quasi 30 anni, il progetto – che interessa il nodo stradale e autostradale di Genova con adeguamento del sistema A7-A10-A12 – ha uno sviluppo complessivo di 65 chilometri e nasce con l'obiettivo di dotare la città di un'infrastruttura capace di diminuire il traffico lungo l'autostrada A10, separando il traffico pesante e di attraversamento da quello cittadino, garantendo in questo modo maggiori standard di sicurezza. Dopo l'avvio dei lavori preparatori alla costruzione, è in corso un aggiornamento del piano esecutivo che prevede adeguamenti tecnologici alle infrastrutture stradali. La consegna del progetto esecutivo aggiornato dell'opera sarebbe prevista per agosto 2024 mentre la durata dei lavori è stimata in 10 anni ma permangono dubbi sulle tempistiche;
il Terzo Valico dei Giovi, inserito nel lontano 2001 nell'elenco delle «infrastrutture strategiche», rappresenta il fulcro della nuova linea ad alta capacità veloce. Il progetto si sviluppa complessivamente per 53 chilometri, di cui 37 chilometri in galleria, dove i treni potranno viaggiare con una velocità massima di 250 chilometri all'ora. Alla fine dello scorso anno, le operazioni di scavo delle gallerie risultavano completate per circa l'86 per cento, a gennaio 2024 sono stati inaugurati i primi 8,5 chilometri della nuova linea tra Tortona e Novi Ligure. Tuttavia, nel corso dei lavori, sono emerse molte difficoltà connesse alle condizioni geologiche del territorio, che potrebbero far posticipare ulteriormente la data di completamento dell'opera;
il quadruplicamento della Milano-Genova – che raddoppierà i treni a ora per direzione e determinerà la separazione dei traffici suburbani, regionali, lunga percorrenza e merci – desta preoccupazione per i tempi di realizzazione; infatti, ritardi e mancanza di risorse non fanno ben sperare. A dicembre 2023, in risposta all'interrogazione 3-00858 presentata dall'interrogante, il Ministro competente aveva riferito che dopo la legge di bilancio e i contratti di programma avrebbe dato informazioni più puntuali sul finanziamento e sui tempi di realizzazione –:
se intenda indicare con precisione lo stato di avanzamento delle opere infrastrutturali segnalate in premessa: Gronda di Ponente, Terzo Valico del Giovi e quadruplicamento della tratta ferroviaria Milano-Genova, specificando modalità di finanziamento e tempistiche per il completamento di ciascuno degli interventi previsti.
(4-03070)
STUMPO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 19 aprile 2021 militari appartenenti al Comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di Finanza hanno posto ad esecuzione un decreto di sequestro preventivo, emesso dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria con apposizione di sigilli e realizzazione di dissuasori al transito sia pedonale che veicolare, riguardante il ponte sul torrente Tuccio in Melito di Porto Salvo (RC) ovvero il viadotto «ad arco» lungo circa 100 metri a tre arcate che collega la frazione Pilati con il centro urbano;
a distanza di tre anni da tale provvedimento giudiziario, incardinato per reati non noti a carico di soggetti non identificati, senza sviluppo alcuno di indagine, il sequestro è ancora in atto e la popolazione di tale frazione resta completamente isolata dal centro cittadino che può raggiungere soltanto immettendosi sulla ormai nota statale 106, definita «della morte» resa ancora più pericolosa dai lavori di una rotatoria avviati da tempo ma fermi da oltre un anno;
a questa situazione di consolidato disagio sono soggetti i cittadini che abitano e risiedono nella frazione Pilati, privi di ogni servizio essenziale, esercizi commerciali di generi alimentari, sportello postale o bancario, scuole e con l'unico presidio sanitario all'ospedale Tiberio Evoli che è complicato raggiungere –:
se sia a conoscenza della problematica esposta e, per quanto di competenza, se intenda, a fronte del protrarsi oltre misura e senza che vi siano significativi progressi del vincolo cautelare di inagibilità della struttura viaria che grande disagio provoca ai cittadini, verificare se si possano attuare delle iniziative che consentano di accelerare la soluzioni di questa grave situazione.
(4-03074)
INTERNO
Interrogazione a risposta orale:
CIANI, DI BIASE, MANCINI, MADIA, MORASSUT, ORFINI e CASU. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
domenica 30 giugno 2024 intorno alle ore 22, presso il parco Sangalli nel quartiere di Torpignattara di Roma, si è verificato un grave episodio di violenza a sfondo razziale;
un gruppo di bambini di origini indiane mentre giocavano a pallone è stato preso di mira da alcuni adolescenti, ragazzi e ragazze, italiani;
alla sottrazione del pallone si sono aggiunte, in base alla ricostruzione giornalistica riportata dal quotidiano La Repubblica, una serie di insulti di matrice chiaramente razzista;
quando presso il parco sono giunti i genitori del gruppo di bambini stranieri preoccupati dal mancato rientro degli stessi chiedendo la restituzione del pallone è scoppiata una vera e propria rissa;
il gruppo di adolescenti italiani è stato spalleggiato da una quindicina di adulti che hanno aggredito e malmenato i genitori stranieri ferendone uno alla testa e uno alla gola costretti a ricorrere alle cure sanitarie in ospedale così come un malcapitato sessantenne finito nella rissa dopo essere sceso dall'autobus;
all'arrivo dei Carabinieri, allertati dai residenti, gli aggressori si sono dileguati e adesso gli inquirenti stanno procedendo alla ricostruzione dell'accaduto anche attraverso le immagini delle telecamere di zona;
si tratta di un episodio gravissimo e inquietante, accaduto in una delle realtà più multietniche della capitale –:
quali iniziative il Governo, per quanto di competenza, intenda attivare per verificare l'accaduto, per stigmatizzare questa violenta aggressione portata avanti nei confronti di un gruppo di bambini e dei loro genitori e soprattutto per contrastare ogni forma di discriminazione razziale.
(3-01311)
Interrogazione a risposta in Commissione:
ASCANI, ZAN, SCARPA e BONAFÈ. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da notizie a mezzo stampa si è appreso che, durante un seminario sul tema «Dove va Israele? Scenari, sfide, prospettive» – organizzato dall'Osservatorio di politica e relazioni internazionali dell'Università Ca' Foscari di Venezia – alcuni agenti della Digos avrebbero fotografato e identificato alcuni studenti, sia all'interno che all'uscita dell'aula universitaria di palazzo Vendramin;
come dichiarato alla stampa dagli studenti, mai nei mesi precedenti, durante l'occupazione dei tre rettorati della città lagunare, si sono rilevati comportamenti violenti o caratterizzati da insulti, tali da giustificare identificazioni da parte della Digos;
alcuni degli stessi professori partecipanti al convegno hanno preso le difese degli studenti e chiesto alla Digos di uscire dall'aula universitaria, ritenendo del tutto inopportuno un intervento della Digos in un contesto universitario in cui non stava accadendo alcun episodio violento;
già nei mesi scorsi il Partito democratico ha più volte denunciato con atti di sindacato ispettivo l'atteggiamento intimidatorio e repressivo del dissenso, che trova ora ulteriore conferma nella disposizione prevista dall'articolo 11 del disegno di legge governativo, a prima firma del Ministro interrogato, sulla sicurezza pubblica che trasforma in reato l'impedimento alla circolazione fatto con il proprio corpo e che verrebbe ora punito con la reclusione fino a due anni, norma che limiterebbe in maniera drastica la possibilità di protestare senza incorrere in gravissime conseguenze;
nonostante il Ministro interrogato abbia dichiarato, risposta ai precedenti atti di sindacato ispettivo che «non vi è – né mai vi potrà essere – alcuna direttiva ministeriale (...) e neanche indicazioni volte a cambiare le regole operative di gestione dell'ordine pubblico» con riferimento ad un possibile impegno delle forze di polizia in funzione di repressione del dissenso politico, continuano a susseguirsi episodi discutibili di identificazione da parte della Digos, quali quelli citati in premessa –:
quali iniziative urgenti intenda adottare per evitare il ripetersi di atteggiamenti ad avviso degli interroganti intimidatori attraverso identificazioni non necessarie, specie nelle aule universitarie e ai danni degli studenti, nonché per garantire, per quanto di competenza, il pieno e sostanziale rispetto della libera manifestazione del pensiero in tutte le sue forme e modalità, così come previsto dalla Costituzione.
(5-02569)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato dal quotidiano «La Repubblica – Torino», la procura di Asti avrebbe aperto una inchiesta, coordinata dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, sugli allevamenti che riforniscono di carne bianca i grandi marchi italiani poiché impiegherebbero in nero migranti ospiti nei centri d'accoglienza (Cas);
in particolare, la denuncia è partita Flai Cgil di Asti. I migranti verrebbero reclutati a gruppi di quattro fuori dal centro d'accoglienza della prefettura, impiegati in nero nella macellazione del pollame e pagati 20 euro in totale, cioè cinque euro a persona, per ogni tir che riescono a riempire di animali asfissiati con il gas, destinati al circuito della grande distribuzione;
ai lavoratori non sarebbero forniti neppure mascherine e stivali, mentre una volta finito il macello degli animali attraverso il gas, devono incaricarsi anche delle carcasse degli animali scartati e quindi caricarle su un altro tir dedicato che li conduce allo smaltimento;
le indagini sono state aperte con l'accusa di caporalato e sfruttamento dell'immigrazione clandestina –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative urgenti di competenza intendano intraprendere al fine di porre immediatamente fine a queste pratiche illegali e al contempo garantire condizioni lavorative dignitose ai lavoratori indipendentemente dalla provenienza geografica o dal colore di pelle.
(5-02559)
Interrogazioni a risposta scritta:
CERRETO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
da un corposo dossier elaborato dal sindacato Ugl Funzione Pubblica emergerebbero gravi sprechi e norme violate in una delle strutture più importanti dell'Inps;
in particolare, secondo quanto si apprende da fonti di stampa, «Un gruppo di lavoratori ha segnalato un contesto in cui alcuni dirigenti sembrano beneficiare di trattamenti privilegiati, compromettendo i principi di equità, efficienza e responsabilità. Tra questi, l'avvocato Mirella Mogavero, Coordinatore generale legale su nomina dell'ex Presidente Pasquale Tridico, rappresenta un caso emblematico. La coordinatrice generale dell'Avvocatura, residente a Como, sembra aver fatto modificare il percorso e gli orari della navetta di servizio tra la direzione generale e la sede dell'Avvocatura in via Beccaria. La navetta, infatti, preleverebbe la Mogavero alla Stazione ferroviaria di Roma Termini per portarla in ufficio e viceversa, violando palesemente il regolamento dell'Autoparco Inps (determinazione n. 69/2017). Ciò avviene alla vista di coloro che dovrebbero vigilare sul corretto andamento dell'istituto»;
altre criticità evidenziate riguardano i rimborsi spese, laddove viene denunciato che «Sembra che la dirigente si faccia rimborsare le spese di missione per il viaggio da Como a Roma e viceversa, in spregio alla normativa interna relativa alle missioni del personale Inps. Infine all'avvocato è stato concesso addirittura l'uso della foresteria dell'istituto, sita in Corso Vittorio Emanuele a Roma, in violazione del regolamento approvato con delibera Inps n. 87 del 2022»;
la foresteria dell'istituto è, infatti, riservata ai componenti degli organi dell'istituto, come i consiglieri di amministrazione e i dirigenti che si recano in missione a Roma e dispone espressamente che le camere «non potranno essere assegnate al personale dell'istituto con sede di servizio a Roma» (articolo 2 del regolamento di cui alla delibera Inps n. 87 del 2022), come nel caso specifico dell'avvocato Mogavero;
secondo la denuncia del sindacato, «la dirigente ha trovato un escamotage dicendo che le spettava l'uso della foresteria avendo mantenuto anche l'incarico di coordinamento ad interim dell'ufficio legale regionale per la Lombardia e quindi sarebbe venuta a Roma in missione. [...] La cosa peggiore sarebbe il fatto che per la Mogavero come per tutti i dipendenti dell'istituto è già prevista, in caso di mobilità territoriale, una specifica indennità dal contratto collettivo di categoria proprio per il caso di trasferimento ad altra sede»;
per fatti analoghi, nel 2016 un direttore regionale dell'Inps è finito nel mirino della procura della Repubblica accusato e condannato per peculato d'uso e sanzionato disciplinarmente;
sempre secondo quanto si apprende da fonti di stampa, l'avvocato Mogavero non avrebbe mai comunicato all'amministrazione che dal 2017 è socia al 70 per cento di una società (CARCANO P.IVA 01718360132) che amministra immobili, così violando gli obblighi di comunicazione previsti per tutti i dipendenti dal suddetto regolamento, con particolare riguardo all'«l'assunzione di incarichi e lo svolgimento di attività esterne, fra cui la partecipazione a società di persone: la comunicazione è finalizzata a consentire all'Amministrazione la verifica che l'incarico o l'attività rientrino tra quelle consentite e/o autorizzabili»;
ancora, l'avvocato Mogavero avrebbe emanato una direttiva impartita agli uffici legali di non costituirsi parte civile nei processi penali per le indebite erogazioni del reddito di cittadinanza se non in casi di oggettiva rilevanza quantitativa o mediatica non meglio chiariti e residuali –:
accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, di quali informazioni dispongano i Ministri interrogati in merito;
se e quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano assumere al fine di accertare eventuali profili di irregolarità, assicurando l'applicazione rigorosa delle normative e delle migliori pratiche per preservare la legalità e la trasparenza all'interno dell'ente.
(4-03073)
FARAONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
la Tributi Italia S.p.A., società di gestione e riscossione delle entrate degli enti locali, nel 2009 è stata cancellata dall'Albo nazionale dei soggetti abilitati all'accertamento e la riscossione e liquidazione delle entrate comunali, con delibera n. 1 del 2009 del 9 dicembre 2009, per mancato versamento delle somme dovute agli enti affidanti i servizi alle prescritte scadenze;
la decisione è stata confermata nel 2010 dal Consiglio di Stato, Sez. IV, con sentenza n. 8687 del 2010; nello stesso anno, Tributi Italia è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria insieme ad altre società del gruppo. Con sentenza n. 312 del 27 luglio 2010, il Tribunale di Roma ha dichiarato la società insolvente, nominando un giudice delegato;
nel 2014, il ramo d'azienda di Tributi Italia in Amministrazione straordinaria S.p.A. è stato venduto alla Serti S.p.A., società che gestisce le entrate tributarie e patrimoniali degli enti locali. In tale contratto di compravendita è stato previsto il passaggio degli occupanti di Tributi Italia S.p.A., come previsto dall'accordo siglato in data 30 dicembre 2013 con le organizzazioni sindacali;
successivamente, nel 2015, la Serti S.p.A. è stata acquistata dalla Società Arianna 2001 S.p.A. del Gruppo F.I.T. (federazione italiana tabaccai) e ha cambiato nome in Novares S.p.A., trasferendo anche la sede sociale;
la vicenda della Tributi Italia S.p.A. ha provocato la crisi di moltissimi comuni oltre che una grave difficoltà in cui hanno versato e continuano a versare centinaia di lavoratori;
i lavoratori della Tributi Italia S.p.A., circa seicento, ad oggi sono ancora in attesa di percepire stipendi arretrati;
per tentare di salvaguardare, almeno parzialmente, i posti di lavoro, è stata avviata la procedura diretta di CIG ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del decreto-legge n. 40 del 2010, che si è però rivelata insufficiente;
il trattamento di cassa integrazione per i lavoratori è poi stato prorogato a più riprese fino al 31 dicembre 2013;
in data 21 giugno 2013 la società rende noto che poteva essere avanzata da parte dei lavoratori domanda di liquidazione del Trattamento di fine rapporto riconosciuto nello stato passivo, inoltrando apposita domanda ai Fondi di garanzia e tesoreria Inps;
nonostante le vicende che hanno interessato la società e le numerose iniziative intraprese in questi anni dal Commissario straordinario, non è stato possibile procedere al recupero della liquidità necessaria per pagare i debiti con il personale dipendente;
i lavoratori, dunque, risultano in attesa da anni delle somme ancora da percepire e non hanno alcuna notizia in proposito da quando hanno iniziato ad usufruire dello strumento della cassa integrazione, ossia dal 14 marzo 2010;
peraltro, a quanto consta all'interrogante e come rilevato dagli stessi lavoratori, occorre precisare che la Tributi Italia S.p.A. risulta aver provveduto all'emissione dei cedolini delle buste Paga per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2014, dunque già in regime di amministrazione straordinaria, senza però che quelle somme siano state realmente percepite dagli stessi lavoratori e senza che il Commissario straordinario abbia preceduti alle opportune verifiche del caso –:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano attuare per garantire che i lavoratori che per anni hanno contribuito con dedizione e professionalità al successo dell'azienda ricevano le somme a loro spettanti in tempi brevi.
(4-03075)
PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE
Interrogazione a risposta orale:
ANDREA ROSSI, MALAVASI, VACCARI, MEROLA, BAKKALI, DE MARIA, DE MICHELI e GNASSI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:
la forte ondata di maltempo che negli ultimi giorni ha colpito il Centro-Nord del Paese ha particolarmente interessato l'Emilia-Romagna con violente precipitazioni;
numerosi sono i disagi occorsi alle popolazioni dei territori appenninici delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna con anche una vittima;
diversi corsi d'acqua sono esondati e molte aree sono state interessate da frane, strade e ferrovie interrotte, case allagate, cittadini evacuati, impianti industriali danneggiati e coltivazioni agricole compromesse;
straordinario è stato l'impegno dei soccorritori, della regione Emilia-Romagna e della protezione civile con la colonna mobile tempestivamente giunta sui luoghi d'emergenza che hanno fatto tutto il possibile per mettere in sicurezza le persone;
le piene dei fiumi in queste ore sono costantemente monitorate in quanto per la portata d'acqua possono determinare ancora danni ai territori con enorme mole di detriti e fango trascinati a valle –:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda attivare al fine di sostenere le comunità colpite dalla intensa ondata di maltempo procedendo al riconoscimento dello stato di calamità naturale come richiesto dalle istituzioni e dalle forze economiche e sociali dei territori interessati.
(3-01312)
Interrogazione a risposta scritta:
PAVANELLI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:
in data 9 marzo 2023, con epicentro nella zona di Umbertide, è stato registrato uno sciame sismico con due forti scosse nel giro di poche ore. La prima alle 16:05 con magnitudo 4.4 e la seconda alle 20:08 con magnitudo 4.5, stando ai dati riferiti dall'istituto nazionale di geofisica;
con ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri Dipartimento della Protezione Civile del 20 aprile 2023, n. 987, sono state adottate disposizioni urgenti di protezione civile in conseguenza degli eventi sismici verificatisi il giorno 9 marzo 2023 nel territorio delle frazioni di Pierantonio e di Pian d'Assino del comune di Umbertide e della frazione di Sant'Orfeto del comune di Perugia;
l'articolo 2 del predetto provvedimento recante «Contributo autonoma sistemazione» ha previsto l'assegnazione ai nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa sia stata distrutta, ovvero sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle competenti autorità comunali, adottati a seguito dell'evento sismico, un contributo mensile per l'autonoma sistemazione stabilità rispettivamente in euro 400 per i nuclei monofamiliari, euro 500 per i nuclei familiari composti da due unità, euro 700 per quelli composti da tre unità, euro 800 per quelli composti da quattro unità, fino a un massimo di euro 900 mensili per i nuclei familiari composti da cinque o più unità, prevedendo una maggiorazione in caso di presenza nel nucleo familiare di portatori di handicap o disabili con percentuale di invalidità non inferiore al 67 per cento;
il sisma ha determinato anche un non trascurabile numero di sfollati residenti e aventi la propria prima abitazione nella frazione di Sant'Orfeto di Perugia;
da diverse segnalazioni pervenute all'interrogante, ad alcuni di tali nuclei familiari ancora sfollati, il contributo per l'autonoma sistemazione (cosiddetta Cas) sarebbe stato decurtato del 40 per cento nelle ultime due mensilità –:
quali siano le ragioni che hanno comportato tale improvvisa decurtazione;
se non intenda garantire ai nuclei familiari immediato ristoro degli importi ingiustificatamente decurtati e l'attribuzione integrale del contributo di cui all'articolo 2 dell'ordinanza n. 987 del 2023 fino al termine della condizione di disagio sofferta.
(4-03067)
SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
GIRELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
notizie di stampa riferiscono che sarebbe ormai in via di approvazione il «Piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2024-2028»;
sempre dalla stampa si apprende che il nuovo Piano si allontanerebbe in maniera radicale dal precedente (2021-2023), che, giustamente, sembrava dover fare da modello per il nuovo;
come noto, il Piano 2021-2023 era stato predisposto sulla base delle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e in ambito nazionale traeva il suo fondamento dal piano nazionale della prevenzione 2020-2025 e dal piano nazionale della prevenzione vaccinale del gennaio 2017;
il Piano pandemico influenzale 2021-2023 identificava, per diverse dimensioni operative, le azioni chiave da attuare nell'arco di tre anni e definiva i ruoli e le responsabilità del servizio sanitario nazionale nella preparazione e risposta ad una pandemia influenzale, avendo come obiettivo generale il rafforzamento della preparedness nella risposta ad una futura pandemia a livello nazionale e locale;
obiettivi del Piano citato erano: proteggere la popolazione, tutelare la salute degli operatori sanitari e del personale coinvolto nell'emergenza, ridurre l'impatto della pandemia influenzale sui servizi sanitari e sociali e assicurare il mantenimento dei servizi essenziali e preservare il funzionamento della società e le attività economiche;
si trattava di un piano razionale, che era, come detto, modello per il successivo Piano che il Ministero stava, sempre stando alla stampa, predisponendo alla fine dello scorso anno;
il Piano ministeriale 2023-2028, che formalmente sarebbe ancora in discussione con le regioni, infatti, non si allontanava in linea sostanziale dal precedente per quel che riguardava le strategie da mettere in atto in Italia nel caso di una nuova pandemia, recependo, tra l'altro, alcune indicazioni della Commissione europea e della Oms sulla condivisione dei dati a livello europeo e sulla necessità di fornire conoscenze sulle pandemie ai cittadini;
ora, invece, pare che il Governo si stia orientando verso una modalità di azione, che sembra, ad avviso dell'interrogante, più interessata ad attaccare i precedenti Governi, piuttosto che a predisporre azioni efficaci per contrastare possibili nuove pandemie;
ad esempio, sempre secondo quanto riporta la stampa, quando si parla di vaccini il Piano in via di approvazione affermerebbe «i vaccini approvati e sperimentati risultano misure preventive efficaci, contraddistinte da un rapporto costo-beneficio significativamente favorevole, ma non possono essere considerati gli unici elementi di contrasto ai patogeni infettivi. Risulta assolutamente centrale la sensibilizzazione delle persone attraverso una comunicazione (...) dei benefici e dei rischi correlati a tale atto (...), fornendo risposte adeguate alle preoccupazioni e alle incertezze»;
appare evidente il rischio di un simile approccio «volontaristico» molto pericoloso, soprattutto in caso di emergenza pandemica –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto e, in caso positivo, cosa intenda fare per evitare che il necessario nuovo Piano pandemico diventi uno strumento non di prevenzione ma di rischio per la diffusione di una pandemia, come appare quello che i media stanno anticipando in queste ore.
(5-02564)
Interrogazione a risposta scritta:
FURFARO e ASCANI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
le cronache locali spesso denunciano difficoltà di accesso ai servizi sanitari territoriali e ospedalieri con lunghi tempi di attesa per gli esami diagnostici, per le visite specialistiche o per le prestazioni sanitarie generiche costringendo sempre più spesso i cittadini a ricorrere alla sanità privata, ed in alcuni casi anche a rinunciare alle cure a causa degli alti costi;
la gestione della sanità della regione Umbria e in particolare della Media Valle del Tevere è in grave difficoltà e non riesce a garantire risposte adeguate ai bisogni assistenziali dei cittadini;
in particolare l'Ospedale della Media Valle del Tevere (Pantalla) è stato già in passato oggetto di un precedente riordino della rete ospedaliera regionale, con la contestuale chiusura di altri due ospedali (Marsciano e Todi) e la sua classificazione a ospedale di «base» ai sensi del regolamento di assistenza ospedaliera di cui al decreto ministeriale del Ministero della salute n. 70 del 2015, per poi diventare, successivamente, durante la pandemia un presidio covid;
le criticità emergenziali nell'applicazione di cui al predetto decreto ministeriale n. 70 del 2015 sono oggetto di studio di un apposito Tavolo tecnico istituito presso lo stesso Ministero;
a seguito della deliberazione n. 216 del 26 gennaio 2022 da parte dell'Assemblea legislativa della regione Umbria il presidio Ospedaliero di Pantalla assieme a quello di Castiglione del Lago e di Assisi avrebbero dovuto essere integrati funzionalmente con l'Azienda Ospedaliera di Perugia (DEA II Livello);
tuttavia la Giunta regionale, con la deliberazione n. 1339 del 28 dicembre 2023 avrebbe adottato una programmazione della rete ospedaliera regionale che disattenderebbe gli impegni recati dalla risoluzione di cui alla predetta deliberazione dell'Assemblea legislativa;
con l'ultima delibera le specialità attive previste a Pantalla sono: medicina generale, chirurgia generale programmata, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia (con solo n. 4 posti letto) mentre viene chiuso il punto nascita e il centro per la procreazione assistita non viene più attivato. Prossima chiusura del laboratorio di analisi; cancellati i posti letto di degenze di oncologia, emodialisi, urologia, gastroenterologia e chirurgia plastica, in sostituzione delle attività appena citate saranno attivati solo posti letto tecnici per la somministrazione di terapie ed interventi ambulatoriali. Ridotti i posti letto di chirurgia generale rimanendo come strutture complesse solo medicina generale e pronto soccorso;
l'integrazione funzionale con l'Azienda Ospedaliera di Perugia non è mai stata messa in atto, anzi, ad oggi la parcellizzazione delle specialità, sia dal punto di vista chirurgico che diagnostico, comporta la necessità di spostarsi su tutto il territorio regionale;
per gli abitanti della Media Valle del Tevere le scelte della regione sono la certificazione di un definitivo depauperamento dell'ospedale di Pantalla che perde la propria autonomia –:
alla luce dei fatti esposti in premessa quali iniziative urgenti, per quanto di competenza e nel rispetto delle prerogative regionali in materia di organizzazione delle strutture sanitarie, intenda adottare affinché l'Ospedale della Media Valle del Tevere venga adeguato agli standard di un Ospedale DEA I livello con funzioni integrate, superando la qualifica di presidio di base in modo da garantire l'attivazione di discipline medico-chirurgiche che oggi obbligano i pazienti a lunghi spostamenti e degenze lontano dalla propria residenza;
a parere dell'interrogante, la corretta attuazione del piano di assistenza ospedaliera e territoriale da parte della regione Umbria non può prescindere dalla tempestiva attuazione della fusione dell'Ospedale della Media Valle del Tevere con l'Azienda Ospedaliera di Perugia dall'integrazione sinergica con l'Università degli Studi di Perugia e con le Scuole di specializzazione di area sanitaria, garantendo così piena funzionalità strutturale, rotazione del personale e professionale nell'ottica di un efficientamento delle prestazioni erogate come del resto già votato e approvato dall'Assemblea legislativa della regione Umbria;
se il Ministro interrogato non ritenga di dover adottare iniziative di competenza volte a rilevare e porre rimedio alle eventuali criticità nell'attuazione del piano di assistenza ospedaliera e territoriale da parte della regione Umbria.
(4-03072)
TURISMO
Interrogazione a risposta scritta:
GRIPPO. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:
la legge 13 dicembre 2023, n. 190, reca la disciplina della professione di guida turistica ed è una delle riforme del PNRR (M1C3-R 4.1-10), che dovrebbe trovare attuazione entro il secondo trimestre del 2024;
poco dopo l'approvazione, alcune parti di detta legge sono state modificate dal decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito con modificazioni dalla legge 29 aprile 2024, n. 56 e il termine per l'adozione del regolamento di attuazione della riforma è stato differito al 30 giugno 2024;
il percorso di approvazione della legge n. 190 del 2023 aveva suscitato la speranza di un riordino e di un rilancio di una attività costantemente minacciata dall'abusivismo e dalla dequalificazione, incompatibile con la preparazione di chi dovrebbe essere chiamato a spiegare il senso e la ricchezza del nostro patrimonio storico-culturale, materiale e immateriale;
successivamente, alcune delle norme approvate, nonché le modifiche immediatamente introdotte, hanno suscitato notevoli perplessità non solo tra gli addetti ai lavori, perché aprono la strada a fenomeni di de-professionalizzazione che in teoria dovrebbero contrastare. Queste norme riguardano in particolare: a) la mancata previsione dello «scopo didattico» tra le caratteristiche dell'attività di guida turistica; b) la soppressione del requisito inizialmente previsto del possesso del diploma di laurea almeno triennale per l'accesso alla professione; c) la riduzione delle competenze linguistiche richieste: una sola lingua straniera, anziché due, e con un livello di competenza ridotto a B2; d) la riduzione dei requisiti professionali richiesti per l'esame di abilitazione nazionale, nonché il possibile aggiramento delle misure compensative cui devono essere sottoposti per l'esercizio della professione in Italia i cittadini dell'Unione europea, che hanno conseguito un titolo di guida turistica in un altro Paese membro;
in ordine a quest'ultimo punto, c'è un costante e pericoloso equivoco legato all'applicazione delle direttive europee sulle professioni e sui servizi: una cosa è garantire all'interno dell'Unione europea il rispetto della libertà di stabilimento per l'esercizio di qualunque attività professionale per tutti i cittadini dell'Unione europea; altra cosa è esentare i cittadini di Paesi dell'Unione europea dal possesso delle competenze richieste per l'esercizio della professione di guida turistica in Italia (che sono legate a studio e conoscenza del patrimonio storico-culturale italiano, con le relative specializzazioni territoriali);
a nessuno di questi problemi è stato posto, neppure parzialmente, rimedio, come pure sarebbe stato possibile, dal decreto del Ministro del turismo del 26 giugno 2024, n. 88. In particolare, contraddicendo le aspettative degli operatori del settore non si è provveduto a: a) stabilire l'innalzamento al livello C1 di competenza per l'unica lingua richiesta ai fini dell'abilitazione; b) ridurre i termini per l'esercizio temporaneo e occasionale della professione a poche decine di giorni annui e a non più di 4-5 giorni continuativi, per non incentivare sostanziali aggiramenti della disciplina a regime; c) contrastare la vera e propria compravendita dei titoli da parte di cittadini italiani in altri Paesi Ue per l'esercizio della professione in Italia, ad esempio prevedendo la verifica del possesso delle effettive competenze nella lingua utilizzata nel paese che ha rilasciato il titolo; d) prevedere un unico protocollo per l'esercizio dei tirocini, stabilendo procedure uniformi, forme di accreditamento pubblico e trasparenti per tutor e impedendo che questo percorso formativo sia sfruttato, dal tutor o dal tirocinante, come forma di esercizio abusivo della professione e di elusione delle norme; e) ripristinare forme specifiche di specializzazione per siti di particolare interesse storico, artistico e archeologico, come previsto dalla Sentenza della Corte di giustizia europea del 1991 (Causa C-180/89) –:
se convenga sulla necessità di adottare iniziative volte a modificare o integrare le norme di legge e regolamentari più critiche ovvero porre rimedio alle loro conseguenze per via regolamentare, così come esposto in premessa.
(4-03068)
Apposizione di firme ad interrogazioni.
L'interrogazione a risposta in Commissione Orfini n. 5-01247, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 agosto 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Simiani.
L'interrogazione a risposta in Commissione Amendola n. 5-01642, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 novembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Simiani.
L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Foti n. 3-01302, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'2 luglio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Congedo.
L'interrogazione a risposte immediata in Assemblea Silvestri Francesco n. 3-01305, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 luglio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Caso.
L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Peluffo n. 5-02549, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 luglio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Sanzo.
Pubblicazione di un testo riformulato.
Si pubblica il testo riformulato della mozione Ricciardi Riccardo n. 1-00291, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 300 del 28 maggio 2024.
La Camera,
premesso che:
il 22 maggio 2024 i Premier di Spagna, Norvegia e Irlanda hanno annunciato congiuntamente che riconosceranno ufficialmente lo Stato di Palestina il 28 maggio 2024. I Premier hanno sottolineato che tale decisione nasce dalla necessità di riconoscere lo Stato palestinese «per favorire pace e sicurezza», accusando il Presidente israeliano Netanyahu di non avere alcun progetto di pace e di mettere in pericolo la soluzione «due popoli, due Stati»;
i tre Paesi europei citati hanno dimostrato con la loro azione congiunta una profonda solidarietà al popolo palestinese che continua ad essere martoriato dalle nefandezze della guerra. Una decisione che riveste un grande significato storico e simbolico, declinando in azione concreta i valori di pace, coerenza e giustizia;
la suddetta decisione si aggiunge al riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di 142 Paesi del mondo, circa il 70 per cento dei membri delle Nazioni Unite;
il Presidente palestinese Abu Mazen ha accolto con grande soddisfazione la notizia della decisione di Spagna, Norvegia e Irlanda e, nel contempo, ha esortato gli altri Paesi dell'Unione europea a intraprendere la medesima strada;
seguendo i dettami del diritto internazionale che sancisce i diritti inalienabili del popolo palestinese e, nel corso dei decenni, delle numerose risoluzioni dell'Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che hanno cristallizzato tali diritti, sarebbe un atto dovuto dare seguito al riconoscimento dello Stato di Palestina nel pieno rispetto del diritto internazionale;
la risoluzione n. 3236 del 1974 dell'Assemblea generale della Nazioni Unite indica espressamente, tra i diritti del popolo palestinese, il diritto all'autodeterminazione. Il diritto al l'autodeterminazione dei popoli è enunciato nell'articolo 1 dello Statuto dell'Onu: «Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell'eguaglianza dei diritti e dell'autodeterminazione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale». Autodeterminazione, dunque, come principio di libertà e democrazia;
in merito al diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese si ricorda il parere della Corte internazionale di giustizia del 9 luglio 2004, noto come «Muro in Palestina». La Corte ha ritenuto che la costruzione del muro da parte di Israele in Cisgiordania costituisse una violazione del principio di autodeterminazione dei popoli e del divieto di annessione con la forza di territori altrui, oltre ad aver violato i diritti umani e il diritto internazionale umanitario;
nel 1975 l'Assemblea generale dell'Onu, con la risoluzione n. 3237, attribuisce all'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) lo status di «osservatore». Solo nel 2012 la Palestina sarà ammessa all'Onu in qualità di «Stato osservatore non membro» con la risoluzione n. 67/19 dell'Assemblea generale del 29 novembre 2012. La portata di questo atto è di altissimo rilievo sia giuridico che politico: la Palestina è riconosciuta, a tutti gli effetti, quale Stato con i diritti e le prerogative proprie di uno Stato «indipendente, sovrano, democratico, contiguo, autosufficiente»;
il 10 maggio 2024 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato, con 143 voti favorevoli, 9 contrari e 25 astenuti, tra cui l'Italia, una risoluzione presentata dagli Emirati Arabi Uniti che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite;
nelle conclusioni del 21 e 22 marzo 2024, il Consiglio europeo ha chiesto la cessazione immediata delle violenze in Cisgiordania e a Gerusalemme est e la garanzia di un accesso sicuro ai luoghi santi. Ha inoltre condannato fermamente la violenza dei coloni estremisti, affermando che i responsabili devono rispondere delle loro azioni, e ha invitato il Consiglio ad accelerare i lavori relativi all'adozione di pertinenti misure restrittive mirate. Ha inoltre condannato le decisioni del Governo israeliano di estendere ulteriormente gli insediamenti illegali in tutta la Cisgiordania occupata e ha esortato Israele a revocare tali decisioni;
il 19 aprile 2024 il Consiglio europeo, dando seguito a quanto sopra esposto, ha deciso di inserire quattro persone e due entità nell'elenco del regime globale di sanzioni dell'Unione europea in materia di diritti umani. Le persone e le entità inserite nell'elenco si sono rese responsabili di gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di palestinesi, tra cui torture e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, nonché della violazione del diritto di proprietà e del diritto alla vita privata e familiare dei palestinesi in Cisgiordania;
la creazione di uno Stato palestinese contribuirebbe alla pace e alla sicurezza internazionali, consentirebbe di mantenere la soluzione «due popoli, due Stati» e getterebbe le basi per la costruzione di una pace duratura,
impegna il Governo:
1) ad adottare urgenti iniziative di competenza volte al riconoscimento dello Stato di Palestina sulla base dei confini del 1967, anche per quanto concerne Gerusalemme, nel pieno rispetto del diritto all'autodeterminazione dei popoli e del diritto internazionale;
2) a sostenere nelle opportune sedi europee e internazionali iniziative volte al ritiro di Israele dai territori palestinesi occupati, al fine del pieno riconoscimento dello Stato di Palestina e nell'ottica del soddisfacimento dei requisiti di statualità che permettano in modo effettivo ed esclusivo il controllo sul territorio;
3) ad adottare altresì nelle competenti sedi europee le iniziative necessarie volte a conseguire una posizione comune, in seno alle istituzioni dell'Unione europea, finalizzata al riconoscimento da parte dell'Unione europea dello Stato di Palestina, dando seguito alle intenzioni manifestate in occasione di precedenti Consigli europei già dal 1999;
4) alla luce della catastrofe umanitaria in atto nella Striscia di Gaza, considerato l'obiettivo internazionale del raggiungimento nella soluzione «due popoli, due Stati» e censurata fortemente l'astensione assunta dall'Italia in occasione del voto del 10 maggio 2024 per il riconoscimento della Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, ad assumere, pro futuro, una posizione a livello internazionale che sostenga il percorso del riconoscimento pieno e formale dello Stato di Palestina;
5) a farsi promotore, a livello europeo e internazionale, della sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele, nel rispetto della posizione comune (2008/944/Pesc) sulle esportazioni di armi e del Trattato sul commercio delle armi (Att) dell'Onu;
6) ad attivarsi, in ogni sede, affinché l'Italia partecipi e sostenga ogni iniziativa, sia in seno all'Unione europea che insieme ai nostri alleati e alle organizzazioni internazionali, per la liberazione immediata e incondizionata di tutti i civili tenuti in ostaggio.
(1-00291) (Nuova formulazione) «Riccardo Ricciardi, Francesco Silvestri, Ascari, Carotenuto, Carmina, Baldino, Santillo, Cappelletti, Auriemma, Fenu, Pellegrini, Fede, Quartini».