XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
Stellantis N.V. è una holding multinazionale con sede nei Paesi Bassi tra i principali produttori di automobili nata dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Groupe PSA avvenuta nel 2021;
in Italia sono operanti sei stabilimenti di assemblaggio (Mirafiori, Modena, Cassino, Pomigliano, Melfi e Atessa), tre destinati alla produzione di motori (Cento, Pratola Serra e Termoli) e tre alla produzione di cambi (Torino, Termoli e Verrone);
il numero di veicoli prodotti in Italia si attesta sui 750.000 (a fronte dei 695.000 prodotti in Francia); i dipendenti sono 43.000 di cui circa 28.500 operai (a fronte dei 40.100 operai francesi);
lo stabilimento di Termoli è tuttora al centro di una riconversione industriale che prevede la dismissione della produzione dei cambi e il contestuale insediamento – unico in Italia – della Gigafactory ad opera di Automotive Cells Company (Acc) – azienda high-tech in rapida crescita operante nel mondo della tecnologia delle batterie per veicoli elettrici;
Acc, inoltre, è una joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies, attraverso la sua sussidiaria Saft, che è all'origine della tecnologia utilizzata dalla stessa Acc;
l'investimento nella sede di Termoli – reso ufficialmente noto nel marzo 2022 – è stimato in 2 miliardi di euro, occuperà un'area di 1,2 milioni di metri quadrati, produrrà 40 GWh l'anno e dovrebbe impiegare circa 2.000 lavoratori entro il 2030;
la regione Molise, nel marzo 2022, rendeva noto di aver sottoscritto un protocollo di intesa con il Mise, Invitalia S.p.A. e Acc, al fine di sostenere l'attuazione degli investimenti proposti da Acc. Nel settembre 2023, Acc riferiva di un incontro – presso la stessa sede di Termoli – con il presidente della regione, Francesco Roberti, finalizzato a presentare un aggiornamento del proprio progetto e al rinnovo della collaborazione in essere con le istituzioni, considerata una condizione imprescindibile per il buon esito dell'operazione;
nel giugno del 2022, il Ministero delle imprese e del made in Italy annunciava lo stanziamento di 500 milioni di euro a valere sulle risorse PNRR tra le misure di sostegno della filiera delle batterie;
nel marzo 2024, Acc comunicava di aver acquisito il permesso a costruire nello stabilimento termolese e di voler dare avvio ai lavori nei mesi di maggio/giugno 2024;
purtuttavia, di recente Acc ha deciso di congelare il progetto Gigafactory a causa di un rallentamento del mercato dei veicoli elettrici europeo, rinviando ogni decisione al 2025. Più nel dettaglio, tale decisione sarebbe motivata dalla valutazione in corso circa l'eventualità di adottare nuove strategie di sviluppo industriale coerenti con le mutate condizioni di mercato;
nel frattempo, nel febbraio 2024, è stata resa nota un'operazione finanziaria che ha interessato Acc che ha stabilito una nuova composizione azionaria: Stellantis al 45 per cento, Mercedes-Benz al 30 per cento e Saft (TotalEnergies) al 25 per cento;
il comparto della produzione di veicoli rappresenta un asset decisivo per l'economia della regione Molise e per l'economia nazionale. Inoltre, le attività di Acc risultano fondamentali per la creazione di una filiera di fornitura di batterie indipendente dalle aziende asiatiche;
secondo il rapporto annuale n. 14 di giugno 2024 «Economie regionali – L'economia del Molise», elaborato dalla Banca d'Italia, nella media del periodo 2011-21, il comparto dei mezzi di trasporto, concentrato in regione quasi interamente nella produzione di autoveicoli e loro componenti, pesava per il 19 per cento dell'industria in senso stretto in termini di valore aggiunto e per il 21 per cento in termini di occupati, valori ampiamente superiori rispetto alla media dell'Italia e del Mezzogiorno. Gli andamenti congiunturali dell'industria molisana hanno pertanto risentito in misura accentuata della dinamica di questo comparto, molto più che nel resto del Paese. Il mercato interno costituisce il principale sbocco dei prodotti del comparto, con un'incidenza sul fatturato pari a circa l'80 per cento nella media del periodo;
il medesimo rapporto ha accertato, sulla base delle informazioni del Registro statistico delle unità locali dell'Istat aggiornate al 2021, la presenza in Molise di tredici stabilimenti attivi nella produzione di mezzi di trasporto, inclusa la produzione di motori, a testimonianza dell'importanza strategica dell'investimento nella Gigafactory per l'industria locale, oltre che per quella nazionale ed europea;
il ripensamento di Acc desta non poche preoccupazioni anche sul piano occupazionale vista anche la recente richiesta di CIG avanzata dall'azienda per lo stabilimento di Termoli;
lo slittamento dell'avvio della riconversione industriale della sede di Termoli al 2025, inoltre, pone anche un problema di gestione dei fondi PNRR che non sarebbero più utilizzabili, vista la necessità di rendicontare le relative spese entro giugno 2026;
vieppiù in considerazione del fatto che tale nuova scadenza è da ritenersi del tutto ipotetica viste le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Stellantis che subordina l'intervento all'andamento del mercato Bev in Europa e alla necessità di abbattere il costo delle batterie per veicoli più competitivi sul mercato;
nel 2022, un anno dopo la fusione di Fca e Psa, il Copasir aveva chiesto di valutare l'ingresso di Cassa depositi e prestiti nel gruppo Stellantis per controbilanciare il peso della Francia nel gruppo, seguendo l'esempio dell'intervento dello Stato francese, prima nel gruppo Psa – oggi in Stellantis – e poi in Acc, con una quota di investimento pubblico pari a circa 840 milioni, pertanto, a tal fine,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative di competenza volte a varare un piano di investimenti attraverso la stipula di un contratto di sviluppo con Acc Italia, anche a valere sulle risorse Fsc, al fine di sostenere l'investimento italiano della regione Molise presso lo stabilimento Stellantis di Termoli, in ragione della sua centralità sul piano occupazionale regionale e dell'area geografica di riferimento, considerando anche l'apporto di risorse umane provenienti dalle regioni confinanti e stante l'esigenza di garantire i livelli occupazionali;
2) a considerare strategico, anche in un'ottica di sviluppo industriale del settore, l'intervento pubblico dello Stato nel capitale di Acc attraverso un aumento di capitale ad opera di Cassa depositi e prestiti ovvero alla concessione di uno specifico finanziamento alla stregua di quanto già accaduto con Bpifrance e con gli altri investitori;
3) ad adottare ogni iniziativa volta a garantire i livelli occupazionali tenendo conto della rivoluzione in atto nel mercato dell'automotive e dei Bev anche attraverso un programma di formazione ad hoc nonché attraverso la previsione di specifici incentivi all'esodo, privilegiando per le nuove assunzioni la forza lavoro locale opportunamente formata.
(1-00307) «Pavanelli, Cherchi, Francesco Silvestri».
La Camera,
premesso che:
parlamentari provenienti da ogni parte del mondo si sono riuniti dal 10 al 12 di aprile 2024 a Oslo, in Norvegia, per partecipare all'ottava edizione della conferenza internazionale dei parlamentari sull'attuazione del programma d'azione della Icpd (Ipci/Icpd), l'International conference on population and development;
la conferenza dell'International Parliamentarians’ Conference svolge il ruolo di piattaforma vitale per promuovere il dialogo tra i parlamentari di tutto il mondo riguardo all'attuazione del programma d'azione dell'Icpd adottato nella conferenza del Cairo del 1994. È concepita appositamente per coltivare il consenso politico globale sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi (Srhr), traducendo questi accordi in risultati nazionali tangibili in termini di politica, finanziamento e responsabilità;
a distanza di 30 anni dall'adozione programma d'azione, sono stati accolti con favore i progressi compiuti mediante l'approvazione di nuove leggi, politiche e programmi volti a rafforzare la tutela dei diritti delle donne nel mondo. Gli sforzi profusi dalla comunità internazionale hanno portato a risultati tangibili, tra cui una maggiore diffusione dell'accesso a metodi contraccettivi, una marcata diminuzione nel rapporto di mortalità materna (Mmr), a un maggior numero di ragazze che hanno accesso all'istruzione, e a una riduzione globale dei matrimoni infantili e delle mutilazioni genitali femminili. Tali successi rientrano nell'ambito di un modello di sviluppo sostenibile, incentrato sulla dignità individuale e sui diritti umani;
nell'ultima dichiarazione d'intenti sottoscritta dai e dalle partecipanti, si riafferma la necessità di fare fronte comune rispetto alla crescente ondata di polarizzazione, ai conflitti intestini e alle politiche reazionarie lesive dei diritti riproduttivi, che rischiano di vanificare i progressi ottenuti nell'ambito dell'implementazione della visione del Cairo;
tale impegno appare ancor più indispensabile alla luce di una congiuntura internazionale particolarmente problematica, segnata da instabilità economica, guerre, disastri naturali e altre forme di conflitto, i quali hanno contribuito ad acuire ulteriormente le difficoltà affrontate da milioni di persone in tutto il mondo. Si verificano, infatti, con preoccupante frequenza su scala globale, fenomeni di sfollamento, disuguaglianza sociale e crisi umanitaria che impediscono a una porzione sempre maggiore della popolazione mondiale l'accesso a servizi essenziali. Come noto, il peso di queste crisi grava in maniera particolare sulle donne, ragazze e adolescenti con tutte le loro diversità, nonché sulle fasce più fragili e marginalizzate della popolazione globale;
a fronte dei tentativi da parte di alcune autorità nazionali di restringere il campo dei diritti e di interdire la libera scelta su questioni sensibili quali l'interruzione volontaria di gravidanza, il programma d'azione dell'Icpd rappresenta ancora un punto di riferimento. Tuttavia, la sua piena attuazione richiede un rinnovato impegno e una maggiore volontà politica allo scopo di garantire a tutti coloro che ne necessitano la dovuta protezione e assistenza umanitaria;
come rilevato nel documento finale, per implementare la visione politica dell'Icpd nel suo insieme, non è sufficiente intervenire con provvedimenti dettati da emergenze. Piuttosto, occorre agire in maniera mirata su quelle che sono le cause scatenanti delle crisi umanitarie, ovverosia le diseguaglianze strutturali, la disparità di ricchezza, l'emergenza climatica e l'instabilità politica;
i e le partecipanti della conferenza di Oslo hanno reiterato con fermezza il proprio impegno a mobilitare nuovi stakeholder e promuovere iniziative internazionali volte a salvaguardare i diritti delle donne ed alleviare la sofferenza delle popolazioni maggiormente interessate dalle crisi umanitarie in atto;
hanno, inoltre, ribadito la necessità di garantire la tutela universale dei diritti sessuali e riproduttivi per tutti, ivi inclusa un'educazione sessuale completa. Ciò è fondamentale per soddisfare le necessità in materia di pianificazione familiare, prevenire le morti materne, anche fornendo un accesso sicuro all'interruzione di gravidanza, nonché per porre fine alla violenza sessuale e di genere (Sgbv) e alle pratiche dannose;
i membri della conferenza hanno evidenziato la necessità di intraprendere azioni decisive per combattere le disparità e le ingiustizie che dividono la società. Disparità che creano e rafforzano barriere sistemiche e strutturali, emarginano cronicamente donne, ragazze, adolescenti e altri gruppi in condizioni di vulnerabilità ed emarginazione in quasi ogni aspetto della vita, dalla salute e dall'istruzione ai mercati del lavoro alla partecipazione politica;
per intervenire sulle disparità si rende necessario operare garantendo priorità alla Sexual and Reproductive Health and Rights durante tutto il corso della vita integrando servizi di facile utilizzo nella copertura sanitaria universale (Uhc) Universal health coverage. Ciò richiede il rafforzamento dei sistemi sanitari, sia formali che comunitari, per porre fine alle disuguaglianze nell'accesso all'assistenza sanitaria e prevenire le ingiustizie affrontate dalle donne, dalle ragazze e dai giovani. È necessario che salute e i diritti sessuali e riproduttivi siano ricompresi nell'ambito dell'assistenza sanitaria di base, dando, pertanto, priorità agli investimenti per il personale sanitario, in particolare nelle strutture sanitarie primarie;
tra le criticità emerse vi è certamente la sottorappresentanza delle giovani donne e ragazze nell'istruzione e nelle carriere scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (Stem), ancora frenate da dannosi pregiudizi di genere, norme sociali e aspettative che influenzano la qualità dell'istruzione che ricevono e le materie che studiano, limitando la loro capacità di essere impiegate in lavori legati all'innovazione e allo sviluppo sostenibile;
la Conferenza ha evidenziato la necessità di collaborare con i Governi per promuovere la partecipazione sicura e significativa delle donne allo spazio digitale, rafforzando al contempo la legislazione per prevenire crimini informatici facilitati dalla tecnologia, tra cui molestie informatiche, stalking, incitamento all'odio, doxxing e uso non consensuale di immagini e video;
inoltre, i parlamentari partecipanti alla conferenza hanno richiesto ai diversi Governi una decisa accelerazione degli sforzi a sostegno di un'educazione sessuale diffusa e consapevole, capace di fornire agli adolescenti gli strumenti necessari al fine di instaurare rapporti sani e fare scelte consapevoli in merito alla propria sfera riproduttiva;
secondo diverse stime delle Nazioni Unite gli investimenti nella pianificazione familiare e nella salute materna nei paesi del Sud globale producono un elevato ritorno, pari a 8,40 dollari per ogni dollaro speso;
secondo quanto affermato nel documento conclusivo della conferenza è necessario accelerare i finanziamenti per la Srhr, sostenere il finanziamento innovativo e la mobilitazione delle risorse nazionali attraverso lo sviluppo di sistemi fiscali equi ed efficaci, nonché un maggiore impegno con il settore privato e le istituzioni finanziarie internazionali;
occorre sostenere bilanci attenti al genere per garantire un'equa allocazione delle risorse per donne, uomini, ragazze e ragazzi, promuovendo l'uguaglianza di genere e raggiungendo sia la giustizia di genere che quella fiscale,
impegna il Governo:
1) ad incrementare gli sforzi per sviluppare e promuovere leggi e politiche per rispettare, proteggere e adempiere agli obblighi internazionali in materia di diritti sessuali e riproduttivi;
2) ad adottare le iniziative utili per attuare il programma d'azione dell'International conference on population and development, garantendo l'elaborazione di politiche volte a rafforzare e a dare piena esecuzione al programma d'azione adottato nella conferenza del Cairo.
(1-00308) «Quartapelle Procopio, Madia, Roggiani, Marino, Boldrini, Serracchiani, Ferrari».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
GNASSI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:
come annunciato mesi fa nell'ambito della presidenza di turno italiana del G7, dal 13 al 15 novembre 2024 si sarebbe dovuto tenere a Firenze, in Toscana, il G7 del turismo;
ad oggi, né il comune né la regione e neppure l'Enit – Agenzia nazionale del turismo hanno avuto informazioni circa l'importante evento da organizzare;
va considerata la rilevanza dell'appuntamento e la necessità di organizzare al meglio un evento vetrina per il Paese leader al mondo nel settore vi è forte preoccupazione per i ritardi che si registrano;
in Italia il turismo contribuisce direttamente al 5 per cento del Pil, occupa oltre un milione e mezzo di addetti e dopo la pandemia ha fatto registrare un balzo positivo in termini di visitatori rilanciandosi completamente;
sulla base di queste premesse il G7 del turismo costituisce un evento di straordinaria importanza per governare le dinamiche in atto e le prospettive di un settore strategico per la nostra economia;
l'approssimazione con cui il Governo italiano si sta avvicinando a questo appuntamento lascia esterrefatti e molto preoccupati per le possibili ricadute negative anche e soprattutto in termini di immagine –:
quale sia l'effettivo cronoprogramma per la definizione del G7 del turismo di novembre 2024 e quali iniziative intenda assumere opportunamente l'Esecutivo per assicurare la riuscita di un evento che assume importanza strategica per uno dei settori trainanti della economia italiana al cospetto del mondo.
(3-01331)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
PAVANELLI e CHERCHI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da segnalazioni pervenute all'interrogante, diversi cittadini stanno riscontrando difficoltà nella trascrizione in Italia degli atti di stato civile emessi in Albania;
da diverso tempo, infatti, l'emissione delle certificazioni di stato civile in Albania avviene con modalità informatiche e timbro digitale. Pertanto, ai competenti uffici di stato civile italiani non perviene una certificazione originale, ma la mera stampa di una copia di certificazione originale, che non consente di esitare la trascrizione nei registri di stato civile italiani;
in tali ipotesi risulta ininfluente finanche l'eventuale apposizione su tali certificati dell'apostille in formato analogico o digitale, dal momento che la stessa genererebbe la legalizzazione di una copia di un atto senza firma autografa. Ai sensi dell'articolo 1, lettera l), del decreto del Presidente della Repubblica, n. 445 del 2000, infatti, la legalizzazione di firma rappresenta «l'attestazione ufficiale della legale qualità di chi ha apposto la propria firma sopra atti, certificati, copie ed estratti, nonché dell'autenticità della firma stessa»;
non vige, infatti, per i documenti digitali apostillati, quanto previsto dalla Convenzione dell'Aja del 5 ottobre 1961, secondo cui le apostille elettroniche devono essere accettate in quanto verificabili;
inoltre, non appartenendo l'Albania all'Unione europea, non risulta utilmente applicabile al caso di specie il regolamento UE n. 910/2014 (cosiddetto eIDAS) che permette il riconoscimento delle firme digitali tra i paesi dell'Unione;
non risulta in vigore alcun accordo specifico in tal senso tra lo Stato Italiano e l'Albania –:
se siano a conoscenza della problematica descritta in premessa;
se non ritengano di dovere adottare iniziative finalizzate a promuovere un accordo tra Italia e Albania volto a consentire l'accettazione di certificazioni di stato civile in formato digitale emessi in Albania ai fini della loro trascrizione nei registri di stato civile italiani, ovvero se non ritengano di dover fornire istruzioni ai sensi dell'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 396 del 2000, per uniformare l'attività degli uffici di stato civile di tutto il territorio nazionale con riferimento alla problematica esposta in premessa.
(5-02617)
Interrogazione a risposta scritta:
ONORI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
desta seria preoccupazione il tema del rispetto dei diritti umani in Egitto, a partire da quanto concerne le dimensioni giudiziaria e carceraria;
emblematica la recente vicenda dell'attivista egiziano Mahmoud Hussein condannato, il 26 giugno 2024, a tre anni di carcere per aver indossato una maglietta con una scritta contro la tortura durante, una protesta;
Sara Hashash, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l'Africa del Nord, ha commentato la vicenda dicendo: «siamo di fronte a una parodia della giustizia che spiega bene come il sistema giudiziario egiziano sia usato come uno strumento per punire il dissenso e costringere al silenzio l'attivismo pacifico»;
in un così critico scenario, da circa undici mesi l'italiano Giacomo Passeri risulta detenuto in un carcere al Cairo per possesso di droghe ad uso personale. Le autorità egiziane lo accusano di fattispecie più rilevanti quali detenzione e traffico di stupefacenti, così come il far parte di una piccola rete di spaccio;
le condizioni sanitarie e di sicurezza di Giacomo, da quanto scritto ai familiari, si configurano come drammatiche. Nelle lettere arrivate ai familiari, Giacomo denuncia di aver subito torture, di essere rinchiuso in una cella in condizioni igienico-sanitarie indegne e di essere stato lasciato senza cure per giorni dopo essere stato sottoposto a un intervento di appendicite;
inoltre, la famiglia Passeri non riesce a mettersi in contatto con lui, in un contesto di udienze che vengono continuamente rinviate, allungando in tal modo i tempi della custodia cautelare –:
se non ritenga opportuno convocare l'attuale ambasciatore egiziano in Italia al fine di sollecitare chiarimenti in merito agli avvenimenti in corso;
quali iniziative intenda intraprendere in via urgente per fare pressione sulle istituzioni egiziane affinché sia assicurato a Giacomo Passeri il godimento dei diritti umani e un trattamento complessivo dignitoso e salubre, così come la possibilità di avere contatti con familiari e legali, in attesa di un suo celere trasferimento in Italia.
(4-03134)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:
in data 3 luglio 2004 e stato pubblicato un avviso al pubblico e documentazione progettuale da parte della società Edison Next Recology Srl con sede legale nel comune di Rivoli (Torino), relativamente alla realizzazione ed esercizio del seguente progetto; Piattaforma polifunzionale per il recupero e il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi e per la produzione di «End of Waste», ubicata nel comune di Jesi (AN) a seguente indirizzo internet:
https://aspambitonove.it/articoli/Procedimento-autorizzatorio-del-progetto-per-il-recupero-e-il-trattamento-di-rifiuti-pericolosi-e-non-pericolosi-e-per-la-produzione-di-end-of-waste-nel-comune-di-Jesi-da-parte-di-Edison-Next-Recology-srl/;
la provincia di Ancona comunicava al comune di Jesi che in data 3 luglio 2024 aveva pubblicato sul proprio sito internet dell'avviso al pubblico e della documentazione presentata, dalla ditta suindicata;
la stessa società, comunicava di aver presentato in data 7 febbraio 2024 istanza di avvio del procedimento di rilascio del provvedimento autorizzatorio unico di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006 per il progetto sopra indicato che doveva essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale in quanto compreso nell'allegato 2 della legge regionale n. 11 del 2019;
il progetto è stato sottoposto alla fase preliminare al provvedimento autorizzatorio unico, conclusasi con esito positivo di cui alla determinazione del dirigente n. 935 del 14 luglio 2023, rilasciata dal Settore IV, 4.3 – Area valutazioni e autorizzazioni ambientali, 4.3.1 unità organizzativa valutazioni ambientali della provincia di Ancona;
le attività di trattamento rifiuti da svolgere, così come si evince dalla presentazione del progetto, sono principalmente orientate alla decontaminazione di terreni inquinati, attraverso la tecnica di trattamento denominata soil washing alla quale sarà affiancato un trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti liquidi finalizzato a produrre il fluido di lavaggio, necessario al corretto funzionamento dell'impianto di soil washing, in sintesi un impianto che lavora rifiuti pericolosi, compreso l'amianto;
le potenzialità dell'impianto progettato sono di 312.428 tonnellate/anno di rifiuti pericolosi e non pericolosi tra le attività di soil washing sopra citate, di trattamento chimico-fisico biologico, stoccaggio, miscelazione di rifiuti, accorpamento di rifiuti, ricondizionamento di rifiuti, cernita di rifiuti e recupero imballaggi;
in considerazione dell'enorme entità di rifiuti pericolosi in ingresso all'impianto, il proponente si presta a limitare a 1.000 tonnellate/giorno i rifiuti in ingresso alla piattaforma che corrispondono a 10 mezzi/ora;
il progetto suindicato da realizzarsi insiste nella zona commerciale/industriale del comune di Jesi, (Ancona), denominata Z.I.P.A. e, precisamente, in via dell'industria 7 – all'interno di un lotto precedentemente occupato da altra attività industriale ormai dismessa. Inoltre, in quell'area già fortemente antropizzata nel centro di attività produttive cittadine e adiacente ad un centro cottura per la realizzazione di pasti per le mense scolastiche della città, oltre che ad altre aziende;
si evidenzia che Jesi è situata nella bassa valle del fiume Esino, su un poggio e il suo territorio si estende su una superficie di 107 chilometri quadrati. Un raggio d'azione non poco rilevante considerando che nella città sono insediate già diverse aziende e industrie ad alto impatto ambientale con ad esempio uno dei più grandi allevamenti intensivi che si colloca come uno dei gruppi più grandi in Italia nel mercato della carne di pollo e il nuovo grande polo logistico di Amazon, pertanto, secondo lo scrivente, una nuova azienda insalubre sul territorio inciderebbe in termini di impatto ambientale e gravi rischi per la salute pubblica;
il comune di Jesi era a conoscenza della richiesta di realizzazione dell'impianto già da marzo 2023 e in data 8 giugno 2023 con atto n. 45/23 inviava alla provincia di Ancona un documento contenente integrazioni e chiarimenti che secondo lo scrivente possono essere considerati insussistenti in termini di valutazione di impatto ambientale relativamente a un progetto di tale entità;
tuttavia, i cittadini, le associazioni di categoria, alcuni componenti di giunta e alcuni componenti del consiglio comunale, soltanto nel mese di giugno 2024 – praticamente a progetto già autorizzato dalla provincia mediante valutazione di impatto ambientale e in attesa del provvedimento autorizzatorio unico regionale – venivano a conoscenza del progetto Edison Next;
si sono pubblicamente espressi per contrastare la realizzazione dell'impianto Confindustria Ancona e alcuni esponenti della Confederazione nazionale artigianato del territorio, Confederazione nazionale artigianato nonché altre associazioni di categoria –:
se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza e in raccordo con gli enti territoriali, in ordine alle criticità esposte in premessa posto che si tratta di una zona considerata ad alto rischio ambientale e che il nuovo insediamento andrebbe a gravare su un'area già di per sé critica, anche dal punto di vista della mobilità, e di alto impatto ambientate nonché sulla città e di conseguenza sulla popolazione, anche in termini di salute pubblica e rischio per questo tipo di impianto in caso di incidenti che si possono verificare.
(2-00414) «Bonelli».
Interrogazione a risposta scritta:
DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:
in provincia di Como scorrono diversi fiumi e torrenti, tra i quali il fiume Breggia, che attraversa la Val Breggia, il torrente Telo, che percorre la Val d'Intervi, sfociando entrambi nel lago di Como, nonché i torrenti Faloppia e Lura, affluenti rispettivamente del Breggia e dell'Olona;
in data 7 luglio 2024 tra le province di Como e Varese si è abbattuta una forte tempesta, con la caduta di fino a 190 millimetri d'acqua in poche ore, che ha portato a fiumi di fango e detriti per le strade, all'esondazione dei torrenti Lura e Faloppia, frane e smottamenti, causando una situazione di pericolo per la popolazione di numerosi comuni;
le zone del comasco maggiormente colpite dalle forti precipitazioni sono state Uggiate-Trevano, Ronago, Faloppio, Albiolo, Solbiate con Cagno, Cernobbio, Lario, Tavernola di Como e Argegno, per un totale di oltre 40 interventi di soccorso tecnico urgente da parte dei vigili del fuoco;
il fiume Breggia e il torrente Telo sono stati a rischio esondazione per un'intera giornata e hanno riversato grandi quantità di fango e detriti nel lago di Como, mantenendo per un'intera giornata l'afflusso del lago quasi al doppio del deflusso, come mostrato dai dati diffusi dal Consorzio dell'Adda, portando anch'esso a livelli di piena preoccupanti;
l'evento meteorologico del 7 luglio 2024 non è un fenomeno isolato, infatti negli ultimi tre anni sul territorio del comasco si sono abbattute più volte devastanti piogge che hanno portato ad allagamenti, frane e smottamenti, in particolare a luglio e settembre 2021, a settembre 2022, luglio e settembre 2023;
nel nord Italia sono sempre più frequenti fenomeni di questo tipo e le conseguenze sono sempre più devastanti per i comuni interessati;
secondo il «Rapporto dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità ed indicatori di rischio – Edizione 2021» di Ispra, il 93,9 per cento dei comuni italiani è a rischio frane, alluvioni ed erosioni, e la Lombardia è una delle regioni con i più elevati valori di popolazione a rischio –:
se i Ministri interrogati intendano, per quanto di competenza, adottare iniziative volte alla mitigazione del dissesto idrogeologico, anche attraverso lo stanziamento di un fondo permanente a supporto di tutti i comuni colpiti da fenomeni meteorologici estremi.
(4-03131)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
PRESTIPINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:
la legge 12 luglio 2011, n. 120, ha introdotto modifiche agli articoli 147-ter e 148 del Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, (Tuf), volte a prevedere l'obbligo, per le società quotate, di inserire nei propri statuti disposizioni per garantire l'equilibrio tra i generi negli organi collegiali di amministrazione e di controllo;
la normativa vigente, a seguito delle norme contenute nell'articolo 1, commi 302-305, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, e nell'articolo 6 della legge 5 novembre 2021, n. 162, stabilisce che, per sei mandati consecutivi, il genere meno rappresentato debba ottenere almeno due quinti degli amministratori eletti (40 per cento) nelle società quotate e nelle società, costituite in Italia e non quotate, controllate da pubbliche amministrazioni ai sensi dell'articolo 2359, commi primo e secondo, del codice civile; analoga percentuale è prevista per i membri dell'organo di controllo nelle società quotate, mentre per le controllate la quota non può essere inferiore a un terzo;
il citato criterio di riparto degli amministratori è coerente con quanto previsto dalla nuova direttiva (UE) 2022/2381 dei Parlamento europeo e del Consiglio del 23 novembre 2022, riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori delle società quotate e relative misure, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea del 7 dicembre 2022 e il cui termine di recepimento è fissato al 28 dicembre 2024;
dal 2011 ad oggi la percentuale di presenze femminili nei Consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e delle società a controllo pubblico è aumentata, sebbene, pur promuovendo un cambiamento sociale e culturale dell'immagine delle donne, siano troppo poche le società dove la presenza femminile è cresciuta oltre la quota stabilita;
l'articolo 15, comma 1, del vigente statuto di Cassa depositi e prestiti SpA stabilisce che: «La società è amministrata da un Consiglio di amministrazione composto da nove membri, di cui almeno due quinti del totale appartenenti al genere meno rappresentato, con arrotondamento, in caso di numeri frazionari, all'unità superiore»;
diversi servizi giornalistici – tra i quali l'articolo pubblicato su «La Repubblica» il 9 luglio 2024, dal titolo «I partiti candidano solo uomini e Cdp riduce le quote rosa in Cda» – hanno riportato l'indiscrezione di una possibile modifica allo statuto della Cdp SpA per consentire al Ministero dell'economia e delle finanze di indicare principalmente candidati di genere maschile per il rinnovo del consiglio di amministrazione;
a tal fine, è stata proposta la riduzione delle quote del genere meno rappresentato da due quinti a un terzo;
l'assemblea che voterà la modifica è stata convocata in data lunedì 15 luglio 2024 –:
quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati al fine di garantire il pieno rispetto dell'obbligo di assicurare almeno due quinti dei componenti dei consigli di amministrazione al genere meno rappresentato, di cui all'articolo 6 della legge 5 novembre 2021, n. 162.
(5-02615)
Interrogazione a risposta scritta:
FURFARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
secondo i dati di Banca d'Italia e Istat nei primi tre mesi del 2024 sono stati chiusi 97 sportelli bancari, 25 in più rispetto all'anno scorso quando le chiusure erano state 72;
in totale nel 2024, fino ad ora altri 7 comuni italiani che vanno ad aggiungersi ai 3.282 abbandonati negli scorsi anni, pari al 41,5 per cento del totale hanno visto chiudere la loro ultima filiale; questo significa che un quarto del territorio nazionale, con una superficie complessiva pari a quella di Lombardia, Veneto e Piemonte non ha uno sportello bancario;
se cala il numero degli sportelli, aumenta quello di chi ha perso o rischia di perdere l'accesso ai servizi bancari: oltre 10 milioni e 400 mila persone vivono infatti in comuni totalmente «desertificati» (4 milioni e 392 mila, in crescita dello 0,4 per cento rispetto alla fine del 2023) e in via di desertificazione: quelli con un solo sportello sono infatti 6 milioni e 60 mila, in crescita dello 0,5 per cento. Da marzo 2023 sono 500 mila in più;
mentre chiudono gli sportelli, l'internet banking non raggiunge una diffusione tale da compensare l'accesso ai servizi;
anche i duemila cittadini che abitano in alta Val di Bisenzio, nei comuni di Vernio e Cantagallo, rischiano di trovarsi a breve senza sportello bancario di riferimento. La filiale di Banca Intesa Sanpaolo che attualmente opera a Cercatale di Vernio rischia, infatti, di chiudere a ottobre 2024;
anche se in merito a tale decisione non ci sono ancora comunicazioni ufficiali, il comune di Vernio con il sostegno dei comuni di Cantagallo e Vaiano, ha lanciato una mobilitazione contro lo spopolamento degli sportelli bancari in Val di Bisenzio;
la stessa sindaca del comune di Vernio intervenendo sulla questione ha affermato che «Con Intesa Sanpaolo il dialogo è aperto, ma i Comuni, pur non avendo naturalmente poteri specifici sulla materia, sono al fianco dei cittadini per reclamare un servizio essenziale alla comunità. È una battaglia che abbiamo intenzione di combattere, anzitutto per scongiurare la chiusura dello sportello, insieme alla Regione Toscana che è già coinvolta nella lotta alfa desertificazione bancaria». Ed ancora «dobbiamo essere aperti a ogni soluzione che possa essere prospettata, ma la comunità di Vernio e di tutta l'alta valle, caratterizzata da un'alta percentuale di anziani, non può essere lasciata sola con la prospettiva di perdere un servizio indispensabile soprattutto a chi ha difficoltà di movimento e nell'uso degli strumenti online»;
la chiusura degli sportelli bancari nei piccoli comuni ha un impatto negativo su tutto il territorio, non solo perché crea disagi ai cittadini e quindi contribuisce a scoraggiare la permanenza in aree marginali, ma anche perché spesso viene meno il sostegno alle piccole e medie imprese locali, con ripercussioni negative per l'economia del territorio, e anche alle iniziative e alle opere messe in campo dalle istituzioni –:
quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare al fine di scongiurare ila cosiddetta «desertificazione bancaria» ovverosia la chiusura totale degli sportelli bancari nei territori interni e nei piccoli comuni;
se sia a conoscenza di quanto stia accadendo nei comune di Vernio in merito alla possibile chiusura dell'unico sportello bancario presente e quali iniziative di competenza intenda adottare.
(4-03136)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta orale:
BOSCHI e FARAONE. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il contratto nazionale di servizio stipulato tra il Ministero delle imprese e del made in Italy e la Rai - Radiotelevisione italiana S.p.a., pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 121 del 25 maggio 2024, che regolamenta per il triennio 2023-2028 l'attività svolta dalla servizio radiotelevisivo pubblico, non tiene conto delle numerose richieste avanzate dell'Ente nazionale sordi circa l'implementazione dei servizi di informazione per le persone sorde, condivise, tra l'altro, con la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi;
l'Ente nazionale sordi, in particolare, aveva avanzato la richiesta di tradurre tutte le edizioni giornaliere del telegiornali regionali Tg3 in lingua dei segni (Lis), in luogo dell'unica edizione giornaliera attualmente prevista: l'articolo 9, comma 2, del nuovo contratto nazionale di servizio, tuttavia, si limita a prevedere di «tradurre in lingua dei segni (Lis) almeno una edizione al giorno di Tg1, Tg2 e Tg3», non offrendo concrete garanzie circa la traduzione in Lis in tutte le edizioni quotidiane dei telegiornali regionali, ostacolando così la fruibilità dell'informazione, per le persone sorde;
le richieste non recepite nel nuovo contratto nazionale di servizio Rai, avanzate dall'Ente nazionale sordi, riguardavano, inoltre, l'incremento del numero delle edizioni al giorno di telegiornali in Lis su tutti i canali Rai, l'ampliamento e lo sviluppo dei servizi di interpretariato Lis, la sottotitolazione per l'edizione di Tg3 regionali e infine una migliore sottotitolazione per tutte le edizioni dei telegiornali di tutti i canali Rai, prevedendo la doppia modalità (sottotitolazione e servizio di interpretariato) per tutti i programmi in diretta, in un'ottica di totale accessibilità alle informazioni;
la decisione di non recepire le indicazioni avanzate dall'Ente nazionale sordi pregiudica fortemente il servizio pubblico radiotelevisivo e lede il principio di eguaglianza e di libera manifestazione del pensiero (per la cui espressione è fondamentale accedere al pluralismo dell'informazione a parità di condizioni con gli altri cittadini);
non si comprendono le ragioni per cui il Ministro interrogato abbia ritenuto di ignorare gran parte delle indicazioni avanzate dall'Ente nazionale sordi, nonostante la loro condivisione in seno all'organismo parlamentare preposto e, soprattutto, il loro carattere fondamentale ai fini dell'erogazione di un servizio pubblico realmente universale e non discriminatorio –:
quali ragioni abbiano indotto il Ministro interrogato a non recepire le richieste avanzate dall'Ente nazionale sordi all'interno del contratto di servizio;
quali misure il Ministro interrogato intenda adottare al fine di consentire una maggior fruibilità della programmazione Rai, quantomeno relativa ai servizi di informazione, per le persone sorde, affinché si renda accessibile a tutti i cittadini, senza distinzioni o discriminazioni di fatto, l'accesso ai canali pubblici di informazione e al servizio radiotelevisivo in generale.
(3-01330)
Interrogazioni a risposta scritta:
MANZI, DI BIASE e MADIA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
si apprende da notizie di stampa che nei giorni scorsi si è riunito a Roma per l'ultima volta il Comitato nazionale, di applicazione del Codice di autoregolamentazione media e minori, istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy;
il Comitato, istituito nel 2002 dalla volontà delle emittenti televisive pubbliche e private, nazionali e locali, per contribuire a migliorare la qualità delle trasmissioni dedicate ai minori, per aiutare le famiglie ed il pubblico più giovane ad un uso corretto della televisione e sensibilizzare chi produce i programmi alle esigenze dei minori, è stato eliminato dal Governo con il decreto legislativo n. 50 del 2024 ed ha quindi smesso di operare nelle scorse settimane;
si trattava di un organismo composto da 15 persone, in rappresentanza delle istituzioni, delle associazioni degli utenti e delle emittenti televisive, che vigilava sul rispetto delle norme a tutela dei minori (per esempio, con il «bollino rosso» prima di programmi inadatti alla fascia protetta);
il «Comitato media e minori» viene di fatto sostituito da un «Comitato consultivo interistituzionale», del quale ancora non si conoscono bene né le competenze, né i criteri di nomina dei relativi componenti, né la data del futuro insediamento;
si legge – infatti – all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo n. 50 del 2024: «Presso il Ministero delle imprese e del made in Italy è istituito un comitato consultivo interistituzionale con compiti di promozione e ricerca sui temi di alfabetizzazione mediatica e digitale, di esprimere parere nella fase di adozione dei codici di autoregolamentazione e co-regolamentazione dei fornitori di servizi media diffusi tramite qualsiasi canale o piattaforma, a tutela dei minori. Le modalità di funzionamento e partecipazione al comitato sono definite con successivo decreto ministeriale. Ai partecipanti non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese e altri emolumenti comunque denominati.»;
è del tutto evidente, pertanto, che dal 2 maggio 2024 (data dell'entrata in vigore del decreto legislativo), le segnalazioni dei cittadini relative a presunte infrazioni al «Codice di autoregolamentazione» da parte delle emittenti, restano senza esito alcuno, almeno fino a quando non verrà costituito il nuovo organismo;
rimane intatta la possibilità di inviare le denunce direttamente all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom); l'opinione pubblica non ne è stata però informata, né con comunicati stampa o televisivi, né tramite gli appositi siti web del Ministero delle imprese e del made in Italy e delle emittenti –:
quali siano le ragioni dell'eliminazione del Comitato media e minori che garantiva una forma di tutela dei minori importante ed efficace;
quando sarà insediato il nuovo Comitato consultivo interistituzionale, quali competenze avrà, quali saranno i criteri di nomina dei relativi componenti.
(4-03130)
ONORI e GRIPPO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il giorno 7 luglio 2024 in Francia si è tenuto ii secondo turno delle elezioni legislative per il rinnovo dell'Assemblea nazionale, la camera bassa del Parlamento francese;
in tale occasione, le reti televisive Mediaset e La7 hanno realizzato un'apposita programmazione per raccontare sin da subito l'esito della tornata elettorale, riconoscendone l'importanza anche nell'influenza sulla futura delineazione delle politiche europee in un incerto e problematico quadro internazionale;
il servizio pubblico offerto dalla Rai ha invece ritenuto ragionevole mantenere immutato il proprio palinsesto televisivo: dai telegiornali serali si è passati a un programma di musica su Raiuno, a un film su Raidue, a una replica di Report su Raitre, mentre su Rainews24, il canale Rai all news completamente dedicato alle notizie e all'informazione, ci si è collegati in diretta da Pomezia per la terza serata del «Festival delle Città identitarie», una manifestazione promossa da un'associazione fondata da Edoardo Sylos Labini che ha come scopo la difesa, la promozione e la diffusione dell'identità italiana e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e artistico, il cui manifesto è firmato tra gli altri da Vittorio Sgarbi, Marcello Veneziani, Diego Fusaro, Giampaolo Rossi e Federico Mollicone;
il servizio pubblico ha, quindi, preferito mandare in onda l'evento di una privata associazione mancando di informare i telespettatori in maniera tempestiva ed esaustiva sull'esito delle elezioni francesi. Si è realizzata l'ennesima, drastica riduzione dello spazio di informazione – un tempo gestito dalle testate giornalistiche del servizio pubblico – a danno di quei cittadini a cui viene parallelamente imposto il pagamento del canone Rai;
tutto quanto esposto si pone, poi, in netta contrapposizione con le previsioni contenute nell'articolo 4 del Contratto nazionale di servizio tra il Ministero delle imprese e del made in Italy e la Rai, che ne regolamenta per il periodo 2023-2028 l'attività svolta ai fini dell'espletamento del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, secondo cui la Rai deve sviluppare un'offerta informativa «affidabile, credibile e di alta qualità potenziando il pluralismo informativo, rafforzando l'offerta di contenuti di approfondimento giornalistico nell'ambito dell'offerta complessiva di servizio pubblico e impegnandosi attivamente nel contrasto al fenomeno della disinformazione»;
infine, stando a numerose fonti di stampa, parrebbe che nella platea dello show andato in onda su Rainews24 ci fosse anche il direttore della rete, Paolo Petrecca, presente anche per assistere all'esibizione della sua compagna. In tal caso, l'intenzione di dare rilevanza a un evento non libero da interessi e legami personali andrebbe ad aggravare ulteriormente l'accaduto –:
quali iniziative di competenza intenda intraprendere per rilevare, nell'ambito del rapporto definito dal Contratto nazionale di servizio, quella che l'interrogante ritiene la mancata informazione da parte del servizio pubblico ai danni dei cittadini, anche verificando l'eventuale sussistenza di violazioni delle previsioni contenute nello stesso Contratto.
(4-03132)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
GIAGONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
fenomeni di siccità ed episodi di carenza idrica sono sempre più ricorrenti nel nostro Paese, intensificati dai cambiamenti climatici in atto;
secondo l'Osservatorio dell'ANBI sulle Risorse Idriche, già a gennaio 2024 la Sicilia si trovava in stato di crisi idrica, e, nello stesso periodo, in Sardegna gli invasi regionali registravano un deficit idrico del 50 per cento, con 440 milioni di metri cubi in meno rispetto al 2023, situazione altrettanto allarmante anche in Puglia e Basilicata;
in altre regioni, come in Veneto e in Lombardia, per contro sono arrivati i nubifragi, che seminano danni e purtroppo anche morte;
a livello nazionale sono 127 le opere urgenti contro la siccità e le inefficienze nell'utilizzo dell'acqua. Messe tutte insieme valgono complessivamente 3,67 miliardi di euro, opere elencate anche nella seconda relazione del Commissario straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica presentata nella terza seduta della cabina di regia per la crisi idrica che si è tenuta il 19 marzo 2024;
tale crisi idrica sempre più ingestibile e difficile sta mettendo a dura prova il settore agro-pastorale di tutta la regione Sardegna che ha favorito l'intervento ad opera di tutte le associazioni di categoria che chiedono risposte certe;
il triste risultato finale è che si coltiva assai meno di quel che si potrebbe e chi si prodiga in tale attività deve fare i conti con l'incubo del razionamento che ogni anno con l'arrivo della primavera in Sardegna si aggira funesto su tutta l'isola;
l'attuale disponibilità idrica, infatti, consente di irrigare soltanto il 35/40 per cento della superficie attrezzata, avendo a disposizione più acqua consentirebbe di aumentare la superficie irrigata, facendola crescere vorticosamente rispetto agli oltre 58 mila ettari attuali, con ricadute positive per tutta l'economia dell'isola;
anche durante le annate di minor siccità nell'isola persiste un grave problema di dispersione idrica, a causa di una rete non idonea che porta ad avere perdite di acqua non indifferenti che attualmente sono certificate nel 51,2 per cento: più della metà dell'acqua che ci manda il cielo viene dispersa;
con il cosiddetto decreto Agricoltura si è previsto uno stanziamento di 102 milioni di euro per tutt'Italia, attraverso la riallocazione di vecchi fondi del 2017, che però non sono assolutamente sufficienti per sopperire alle necessità;
tale stanziamento è ad avviso dell'interrogante assolutamente insufficiente per sopperire alla tragica situazione che attualmente vive la regione Sardegna che necessiterebbe invece di ben 309 milioni di euro al fine di poter realizzare 14 interventi prioritari già inseriti nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali per la sicurezza del settore idrico (Pnissi) –:
se sia a conoscenza della situazione sopra esposta e se intenda stanziare le risorse necessarie al fine di procedere con la realizzazione delle opere menzionate che consentirebbero finalmente di aumentare l'affidabilità del sistema e quindi recuperare le perdite che provocano sempre più gravi disagi, specie nelle annate particolarmente siccitose.
(5-02614)
BARBAGALLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
dai satelliti Copernicus è stato confermato il movimento della faglia sullo stretto di Messina;
a tre anni dalla pubblicazione dello studio scientifico che ha identificato per la prima volta la faglia, da cui si originò il devastante terremoto di Messina-Reggio Calabria del 28 dicembre 1908, con un'eco mediatica transnazionale che ha innescato un dibattito in ambito scientifico e nell'opinione pubblica anche in relazione alle implicazioni in merito alla progettazione del Ponte sullo Stretto, adesso nuovi dati satellitari, rilasciati dal consorzio Copernicus dello European Union Space Programme, confermano l'ubicazione nell'entroterra calabro della faglia in questione – denominata W-fault – e anche la sua attività tettonica attuale;
i dati satellitari interferometrici resi disponibili dal consorzio Copernicus rappresentano l'avanguardia della tecnologia di telerilevamento spaziale e, grazie alle elaborazioni InSAR (Sintetic aperture radar interferometry), riescono a catturare in un intervallo di tempo specifico (2018-2022) i movimenti orizzontali e verticali del suolo con precisione millimetrica e sull'intero continente europeo;
puntando l'occhio sullo Stretto di Messina, i dati sul movimento del suolo mostrano chiaramente come il settore calabro, compreso tra Cannitello, Villa San Giovanni e Campo Calabro, è in sollevamento, mentre quello a sud del torrente Catona è in abbassamento con tassi di movimento superiori ad 1,5 millimetri per anno;
il limite tra la zona in sollevamento e quella in abbassamento è un contrasto di velocità abbastanza netto e con sviluppo rettilineo, un pattern tipicamente associato a strutture tettoniche attive, e delinea perfettamente la struttura riportata nello studio pubblicato dall'università di Catania, Ingv – Osservatorio Etneo e Università di Kiel nel 2021, ovverosia il tratto calabro della W-Fault;
la prova indipendente rafforza dunque i risultati dello studio ponendo la W-Fault come l'elemento sismo-tettonico chiave per tutta l'area dello Stretto di Messina;
ciò dovrebbe rivestire notevole importanza in relazione alla progettazione di future infrastrutture nell'area, in quanto l'ubicazione in mappa, i tassi di attività tettonica e le dimensioni della faglia rappresentano gli ingredienti fondamentali per la stima delle azioni sismiche di progetto — :
quali siano gli orientamenti in merito allo scenario descritto in premessa e se intenda tenere in considerazione nel progetto del Ponte sullo Stretto questo aspetto confermato dai satelliti del movimento della faglia sullo stretto di Messina.
(5-02619)
Interrogazione a risposta scritta:
PASTORINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il collegamento fra Liguria e Piemonte, Asti-Acqui-Genova, rientra fra le peggiori tratte ferroviarie italiane per via dei tempi di percorrenza biblici e della mancanza di sicurezza, relativamente all'orario di arrivo nonché di eventuale coincidenza con gli altri treni. Infatti, la linea è caratterizzata per quasi la metà (46 chilometri) da un binario unico, la velocità massima raggiungibile è di 85 km/h ma per lunghi tratti quella effettiva è di 25 km/h, per un tempo di percorrenza di 3 ore;
ad accentuare i disagi quotidiani si aggiungono i lavori che dalla seconda settimana di luglio 2024 interessano la tratta. In questa fase, come riportato nel comunicato stampa della Rete ferroviaria italiana, Rfi, saranno realizzati: il rinnovo e il risanamento di 12 chilometri di binario tra Campo Ligure e Ovada, un nuovo sottopasso con l'abbattimento delle barriere architettoniche nella stazione di Prasco Cremolino. A tali interventi si aggiungeranno lavori di manutenzione straordinaria alle gallerie Colla, Pre di Mè, Turchino e al viadotto Roveresso, nonché ulteriori lavori di manutenzione degli impianti di armamento e tecnologici. Contestualmente, al completamento dell'iter autorizzativo in corso, sarà dato avvio al cantiere della galleria artificiale di Mele;
nello specifico, la tratta Asti-Acqui-Genova sarà percorribile come segue: da Asti ad Acqui Terme in treno, da Acqui a Campo Ligure sui bus sostitutivi, nuovamente in treno fino a Genova Sampierdarena con un ultimo cambio di treno per chi vuole proseguire fino alla stazione di Genova Brignole, e viceversa;
un'odissea per i pendolari, lavoratori e studenti, ma anche per i tanti turisti che vorranno visitare le zone attraversate dalla linea. Risulta, inoltre, che anche la statale del Turchino potrebbe essere interessata da lavori e giornate di chiusura, rendendo la viabilità ancora più problematica. I sindaci dei territori interessati sono in prima linea e in stretto contatto con Rfi, nonostante ciò l'utenza lamenterebbe difficoltà e ritardi nei trasporti sostitutivi –:
se stia monitorando la difficile situazione della viabilità ligure, con particolare riguardo alla tratta ferroviaria Asti-Acqui-Genova, garantendo tutti gli strumenti necessari affinché i disagi per i viaggiatori, causati dai lavori alle infrastrutture, siano ridotti al minimo.
(4-03129)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazioni a risposta scritta:
FURFARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
il decreto legislativo 29 dicembre 2021, n. 230 ha istituito l'assegno unico e universale per i figli a carico, quale beneficio economico mensile attribuito ai nuclei familiari tenuto conto dell'ISEE;
con la circolare n. 1714 del 20 aprile 2022, l'Inps ha stabilito che il «principio regolatore generale è che l'assegno unico e universale è erogato in pari misura tra coloro che esercitano la responsabilità genitoriale ovvero hanno l'affidamento condiviso dei figli», ma «i genitori possono stabilire che il contributo venga interamente erogato solo a uno dei due, attestando in procedura l'accordo tra le parti», ferma restando l'erogazione a un solo genitore «in presenza di esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale, affidamento esclusivo o provvedimento del giudice»;
numerosi centri antiviolenza, CAF e patronati segnalano concrete e persistenti difficoltà delle donne vittime di violenza che, nella fase di allontanamento dal coniuge o convivente violento (pur mantenendo formalmente la medesima residenza), trovando rifugio e ospitalità nei centri antiviolenza e case famiglia, «in condizioni di segretezza a tutela della propria incolumità», non riescono a ottenere una diversa ripartizione (parziale o integrale) dell'Auu;
è il caso dell'Inps di Ancona che ad una richiesta di presentare domanda di Auu a nome e per conto della donna ospite, insieme ai 2 figli, del centro antiviolenza rispondeva che: «la nominata in oggetto risulta inserita nella domanda di assegno unico e quindi la domanda può essere modificata o dall'interessata con lo Spid o dall'ente di patronato che l'ha presentata», e solo a seguito della sentenza di prima istanza del Tribunale civile di Ancona contenente l'affidamento esclusivo dei minori alla madre (con possibilità di incontri con il padre in sede protetta con gli assistenti sociali) si è potuto procedere all'invio di una nuova domanda a nome della madre;
o ancora il caso dell'Inps di Livorno che richiedeva una serie di documenti per poter iscrivere il minore ospitato nel centro antiviolenza insieme alla madre in quanto il codice fiscale della figlia risultava già inserito nella domanda presentata dall'altro genitore;
questi sono due casi a titolo esemplificativo di situazioni in cui il genitore autore della violenza continua a percepire, anche integralmente, l'Auu, ancorché in presenza di ordinanze cautelari di divieto di avvicinamento al genitore vittima o di certificato di abbandono notificati all'Inps con difficoltà nell'attribuire l'assegno unico alla madre che vive con i figli in virtù di un provvedimento dell'autorità;
in particolare, si sottolinea il paradosso secondo il quale gli uomini maltrattanti, soprattutto nei casi di dubbia attribuzione della prestazione laddove i provvedimenti siano di natura provvisoria o non ancora definita ed esclusiva in favore della madre dei minori, continuino comunque a percepire l'assegno unico a svantaggio della madre che vive con i minori e se ne prende cura quotidianamente;
le lungaggini burocratiche, l'interpretazione disomogenea della normativa, la mancanza di dialogo tra pubbliche amministrazioni, la particolare situazione non sempre istantaneamente definita da un punto di vista giuridico di questi soggetti non solo negano di fatto tutela alle vittime di violenza di genere ma protraggono la violenza, stavolta di tipo psicologico, e rallentano il percorso di recupero di autonomia da parte delle vittime –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di garantire che l'Inps possa consentire alle donne vittime di violenza che alloggiano presso case rifugio e centri antiviolenza di richiedere o modificare la propria domanda per l'assegno unico e universale, al fine di non vedere pregiudicato il proprio diritto a godere dei beneficio.
(4-03127)
BALDELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
un'inchiesta del quotidiano online «Open» ha portato alla luce come Sinistra Italiana, con un suo autorevole esponente, risulti coinvolta in un caso di occupazione abusiva di un immobile, compiuta da un circolo territoriale di Sinistra ecologia e libertà (Sel);
tale notizia ha trovato riscontro nella nota integrativa al rendiconto chiuso al 31 dicembre 2023 da Sinistra italiana, ove viene indicato un debito, nei confronti dell'Inps, di 73.187 euro, per l'occupazione abusiva di un immobile da parte di Sel; debito poi confluito nel bilancio di Sinistra Italiana, oggi federata in Alleanza Verdi e Sinistra, a seguito dello scioglimento di Sel nel 2018;
il suddetto Istituto previdenziale – Ente pubblico non economico sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero dell'economia e delle finanze – avrebbe infatti agito in giudizio per il recupero della somma dovuta;
sempre dall'inchiesta di «Open», circostanza confermata sempre dalla lettura della nota integrativa di cui sopra, sono emerse anche ingiunzioni, per 26.864 euro, emesse dalle Prefetture competenti nei confronti di Sel, a seguito di multe non pagate relativamente ad affissioni abusive di manifesti di propaganda politica;
tutto ciò nonostante Sinistra Italiana, nel proprio bilancio 2023, abbia un avanzo d'esercizio di 240.201 euro;
il mancato pagamento di tali debiti rappresenta, oltre che un illecito, una grave mancanza nei confronti delle istituzioni pubbliche e dei cittadini italiani –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti suesposti e in particolare se, a seguito degli stessi, sia stato compiuto un accertamento dei debiti vantati da Inps e da altri enti pubblici, in ogni caso da parte di soggetti riconducibili allo Stato italiano, nei confronti di Sinistra italiana (già Sel);
quale risulti essere l'entità del debito di Sinistra Italiana (già Sel) nei confronti dell'Inps e quali azioni l'ente abbia intrapreso e intenda intraprendere per recuperare le somme dovute.
(4-03133)
BARZOTTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
recenti inchieste giornalistiche e giudiziarie hanno messo in luce gravi episodi di sfruttamento dei braccianti agricoli nelle Langhe, una rinomata zona vinicola del Piemonte;
le indagini condotte dalle autorità competenti hanno portato all'arresto di tre persone, accusate di essere coinvolte in un'organizzazione dedita allo sfruttamento dei lavoratori agricoli;
i braccianti, molti dei quali migranti, sono costretti a lavorare in condizioni disumane, con salari irrisori, orari di lavoro estenuanti, privi di contratti regolari e di qualsiasi forma di tutela;
questi lavoratori vivono spesso in alloggi fatiscenti e subiscono continui abusi fisici e psicologici;
drammaticamente esemplare di quanto sia diffuso il fenomeno è stato il gravissimo caso di Satnam Singh dove il datore di lavoro dello stesso Satnam risulta indagato (e in sostanza impunito) da oltre cinque anni proprio per reati di caporalato;
la situazione descritta rappresenta una grave violazione dei diritti umani e lavorativi, incompatibile con i princìpi di dignità e rispetto del lavoro sanciti dalla nostra Costituzione;
il «VI Rapporto agromafie e caporalato» stima che nel solo settore primario ci siano almeno 230 mila lavoratori irregolari, pari a un quarto del totale della forza lavoro del settore. Come se non bastasse, le 55 mila donne occupate soffrono non solo lo sfruttamento lavorativo e fiscale, ma anche – spesso – quello sessuale;
i fenomeni più gravi coinvolgono immigrati irregolari, i più facili da ricattare e sfruttare, anche a causa della legge cosiddetta Bossi-Fini che, legando il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, fornisce di fatto agli imprenditori un enorme potere di ricatto nei confronti dei migranti;
è necessaria un'azione immediata e concreta per contrastare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo;
l'intensificazione dei controlli nelle aziende agricole è indispensabile per assicurare il rispetto delle normative vigenti e garantire condizioni di lavoro dignitose –:
quali misure intenda adottare per tutelare i lavoratori braccianti e per attivare più controlli nelle aziende agricole, in particolare nelle Langhe, al fine di prevenire e contrastare episodi di sfruttamento lavorativo.
(4-03135)
GHIRRA, MARI e GRIMALDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
recenti articoli di stampa hanno reso noto che nei confronti dei 2.245 lavoratori ex Alitalia non ancora ricollocati in Ita Airways, sarebbe stata attivata la procedura di licenziamento collettivo, da effettuarsi al termine del periodo di cassa integrazione straordinaria, da ultimo disposto dal decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, fino a ottobre 2024;
com'è noto, i piani di crescita e di sviluppo delle aziende che hanno rilevato le attività di Alitalia in amministrazione straordinaria prevedevano l'assorbimento di personale entro il 2025, motivo per il quale le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative avevano già chiesto la proroga della cassa integrazione, ad oggi prevista fino al 31 ottobre 2024, almeno per tutto il 2025, richiesta questa, ritenuta ancora più necessaria dopo i ritardi nell'acquisizione di Ita Airways da parte di Lufthansa;
l'estensione della cassa integrazione consentirebbe il reinserimento dei lavoratori e delle lavoratrici nel ciclo produttivo, nonché l'avvio di politiche attive del lavoro con piani di formazione, mantenimento delle licenze e ricollocazioni;
nel dettaglio, i lavoratori di Alitalia coinvolti sono 1.312 assistenti di volo, 92 piloti, 389 impiegati di staff, 118 addetti delle manutenzioni – non riassunti da Atitech – e 408 addetti dell'handling, non riassunti da Swissport subentrata nel frattempo. In aggiunta ad essi ci sono poi 47 lavoratori di Alitalia Cityliner, la compagnia regionale. Resterebbero esclusi dalle procedure di licenziamento collettivo solo 121 lavoratori di Alitalia Sai, in servizio per espletare le attività della gestione commissariale: nessun assistente di volo e pilota, 1 segretaria del Ground di Fiumicino, 14 lavoratori delle manutenzioni di Fiumicino, 106 addetti dell'aerea staff di cui 103 di Fiumicino, 1 di Napoli, 1 di Torino e 1 di Venezia;
le modalità con le quali si sarebbe selezionato il personale da licenziare non sono state rese note dai tre commissari né sarebbero indicate nella comunicazione di avvio della procedura di licenziamento collettivo, inviata alle organizzazioni sindacali firmatarie del Ccnl applicato, il 7 luglio 2024, all'indomani del definitivo consenso della Commissione europea alla sigla dell'accordo con il quale Deutsche Lufthansa acquisisce la partecipazione del 41 per cento in ITA per 325 milioni di euro. Il via libera, arrivato appena il 3 luglio 2024, appena 4 giorni prima della comunicazione di avvio della procedura di licenziamento collettivo, è subordinato al rispetto di alcune condizioni offerte da Lufthansa e dal Ministero dell'economia;
a parere dell'interrogante è necessario prorogare la cassa integrazione straordinaria, data la drammaticità della situazione che coinvolge oltre 2.200 lavoratori, i quali a partire dal mese di ottobre 2024 si troveranno senza lavoro e senza alcun ammortizzatore sociale, in modo da attendere che si compia l'annunciato rilancio di ITA e lo sviluppo dei Piani di impresa di Swissport Italia, la società che ha rilevato l'handling AZ e Atitech, la società che ha rilevato le manutenzioni –:
se, per quanto di competenza, i Ministri interrogati non ritengano urgente convocare subito le parti sociali e adoperarsi affinché venga predisposta al più presto una proroga della cassa integrazione straordinaria per le lavoratrici e i lavoratori ancora in forza in Alitalia in amministrazione straordinaria per evitare che oltre 2.245 lavoratori perdano il lavoro prima di essere ricollocati come promesso e senza alcun ammortizzatore sociale.
(4-03137)
PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE
Interrogazione a risposta scritta:
ROSATO. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:
mercoledì 3 aprile 2024 il Ministro interrogato ha riunito la task force nazionale, al fine di perfezionare la campagna antincendio boschivo per il 2024;
nel corso della riunione particolare attenzione è stata posta sulla dotazione della flotta aerea, ritenuta dallo stesso Ministro «assolutamente insufficiente» poiché sia la flotta dei Canadair sia la dotazione degli elicotteri risultano, a oggi, del tutto esigue;
come appreso da fonti di stampa, nel tentativo di risolvere tale problema, giovedì 9 maggio 2024, la società Elitaliana S.r.l., ha sottoscritto un accordo con le società slovacche Vittoria airways e Air Service Slovakia finalizzato all'impiego in wet lease fino a dieci elicotteri militari UH-60A Black Hawk riconvertiti per l'utilizzo antincendio;
il Ministro Musumeci, presente alla consegna del primo elicottero, ha dichiarato: «Questo nuovo accordo ci consentirà di poter soddisfare tante esigenze a livello regionale e nazionale. Sono assolutamente convinto che il progetto avrà successo e rappresenterà l'inizio di un'importante collaborazione»;
si tratta di dichiarazioni che lasciano intendere l'utilizzo di questi elicotteri per il rafforzamento della flotta antincendio regionale e nazionale, senza previa pubblicazione di un bando per l'affidamento che avrebbe garantito una maggiore competitività dell'offerta;
stando a quanto risulta all'interrogante, l'UH-60A Black Hawk è un modello di elicottero militare datato, che ad oggi non sembrerebbe rispondere ai requisiti certificativi richiesti in Europa per operare in ambito civile un servizio antincendio, sia per quanto attiene ai criteri di progettazione sia per gli aspetti di sicurezza operativa a tutela degli occupanti e delle persone sorvolate;
per le attività di antincendio boschivo la Protezione Civile ha da sempre impiegato elicotteri rispondenti agli standard tecnologici più recenti. Pertanto, l'adozione di questi vecchi elicotteri potrebbe determinare un decisivo abbassamento degli standard di sicurezza e operatività, neutralizzando gli sforzi che il «sistema Paese» ha fatto negli ultimi decenni per dotarsi di un impianto operativo efficiente anche per la lotta agli incendi –:
se non intenda fornire chiarimenti sulla dichiarazione riportata in premessa;
pur ribadendo la necessità di una gara di appalto, se il Dipartimento della protezione civile abbia intenzione di utilizzare un servizio antincendio svolto da elicotteri UH-60A Black Hawk e con quante e quali risorse.
(4-03128)
SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
GIRELLI e SCARPA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
durante la trasmissione televisiva «Fuori dai coro», è stato affermato che le Rsa del Veneto, avrebbero addebitato ai familiari dei pazienti malati di Alzheimer una parte della retta, che, invece, a dire della trasmissione, dovrebbe essere interamente a carico del Servizio sanitario nazionale;
in realtà, in linea di massima, per il pagamento della retta delle residenze sanitarie assistenziali si applica un criterio di ripartizione: esistono una componente sanitaria e una assistenziale. La prima rientra nel sistema sanitario nazionale, e come tale è a carico dello Stato. La seconda, relativa a vitto e alloggio (ma non solo) non è invece coperta dallo Stato e sarebbe a carico del paziente o dei familiari;
una recente pronuncia della Corte di cassazione, inerente al caso di un malato di Alzheimer, sembrerebbe aver di fatto modificato la situazione;
infatti, a sentenza n. 13714 del 2023, secondo la quale, in caso di malattie gravi (come appunto l'Alzheimer), anche la componente alberghiero-assistenziale dovrebbe passare a carico del Servizio sanitario nazionale;
secondo la Cassazione, alcune malattie prevedono terapie e assistenza coincidenti e connesse. Se il mancato ricovero in residenze sanitarie assistenziali dovesse influire negativamente sul piano terapeutico personalizzato, minando lo stato di salute del paziente, assistenza e sanità non possono essere scisse e devono essere a carico dello Stato;
nel caso oggetto della sentenza il piano terapeutico approntato per il paziente avrebbe previsto cure che si sarebbero potute somministrare solo nella residenza sanitaria assistenziale ed è evidente, secondo la Cassazione, che questo tipo di trattamento sanitario non possa essere scisso dall'aspetto assistenziale. Secondo la Cassazione e che il ricovero fosse indispensabile per rallentare l'evoluzione della malattia e contenere la sua degenerazione;
il problema sembra, però, non risolto in quanto non risulta esservi una decisione univoca sulla questione –:
quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda intraprendere il Ministro interrogato per chiarire una volta per tutte la situazione, con disposizioni univoche che consentano di sapere a chi spetti il pagamento della quota alberghiero-assistenziale nelle residenze sanitarie assistenziali in caso di gravi malattie.
(5-02616)
Interrogazione a risposta scritta:
BARBAGALLO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
si legge a mezzo stampa che il Giudice per le indagini preliminari ha disposto gli arresti domiciliari per quattro direttori di unità operative complesse, dipartimenti di aziende ospedaliere delle province della Sicilia orientale, tre rappresentanti di società di distribuzione locale di multinazionali produttrici di dispositivi medici, un rappresentante della società e un provider per l'organizzazione di eventi;
a vario titolo sono indagati in concorso per i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio;
ai domiciliari ci sono quattro professori, rispettivamente direttori di unità complesse o dipartimenti di cardiologia presso i policlinici universitari di Catania, Messina e i poli ospedalieri di Siracusa, Ragusa membri di un Comitato medico-scientifico del progetto Sca «Sicilian Cardiovasculary Academy» che si occuperebbe dello sviluppo di formazione nella specializzazione di competenza;
i medici, stando ai fatti, pare che sfruttando la propria posizione di vertice del rispettivo reparto, avrebbero intrattenuto rapporti con i rappresentanti delle società di distribuzione al fine di negoziare le cifre da erogare in occasione degli eventi organizzati dal comitato scientifico. Tutto ciò nonostante la normativa di settore imporrebbe un completo distacco tra i membri di detto Comitato e i soggetti che si occupano di produzione e distribuzione di prodotti sanitari;
ai domiciliari anche gli imprenditori delle tre società catanesi, rispettivamente, Presifarm s.r.l., Archigen s.r.l. e Cardiovascular s.r.l., le società si occupano del settore della produzione di valvole aortiche, endoprotesi coronariche e vascolari;
i predetti soggetti pare avrebbero mantenuto contatti con i dirigenti sanitari in occasione dell'organizzazione di eventi, valutando le richieste economiche pervenute e gli importi da elargire e ponendo tali valutazioni in correlazione con l'entità di propri dispositivi da impiantare;
la magistratura sta indagando sui fatti e pare sia emerso un danno per l'erario di circa un milione di euro, di cui si rende necessario verificare l'ammontare esatto nonché modalità e tempi di recupero delle relative somme –:
se risultino adottate o si intendano adottare iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, in relazione ai fatti esposti in premessa.
(4-03138)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
GIRELLI e ROGGIANI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
i dati che emergono dalle prime prove del test di medicina 2024 per l'ammissione alle facoltà di medicina italiane sono quantomeno sorprendenti;
come noto, il test si basa su sessanta domande che vengono scelte all'interno di una banca dati di 3.500 quesiti, resi pubblici quasi un mese prima del test;
la sorpresa consiste nel fatto che, a quanto rileva la stampa, si è registrato un clamoroso boom di punteggi pieni. Infatti, a prendere il massimo dei punti, novanta, sono stati ben 621 studenti;
si tenga conto che nei test del 2016, considerati i più semplici, i punteggi pari a novanta erano stati solo sette, mentre nel 2022 e 2023 solo un candidato aveva fatto «percorso netto»;
secondo i dati pubblicati dal Cineca, inoltre, anche la media del voto è cresciuta in maniera anomala rispetto a due anni fa, ultimo anno con domande segrete, mentre nel 2023 si era passati ai test Tolc, che aveva creato numerosi problemi;
risulterebbe, infatti, nel 2024 una media pari a 47,97 rispetto al 22,4 del 2022;
si tratta evidentemente di anomalie statistiche che non possono lasciare indifferenti, non essendo immaginabile, a parere dell'interrogante, un improvviso aumento del livello di preparazione dei candidati rispetto al passato recente –:
se il Ministro interrogato non intenda, per quanto di competenza, adottare iniziative per comprendere se nei risultati sopra esposti vi siano anomalie o altro, non potendosi accettare anche solo il dubbio che queste si siano verificate in un test di ammissione alle facoltà di medicina del nostro Paese.
(5-02618)
Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Giagoni n. 4-02864 del 22 maggio 2024 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02614.