XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
a seguito dell'operazione denominata «Hampa», la Polisportiva dilettantistica Montespaccato e l'impianto sportivo ubicato in Via Stefano Vaj, 41 nel giugno 2018 sono stati sottoposti a sequestro preventivo dal Tribunale di Roma;
nell'ambito di un apposito accordo sottoscritto con il Tribunale di Roma e la regione Lazio in data 23 febbraio 2017 (deliberazione della giunta regionale n. 79 del 22 febbraio 2017) la gestione della Polisportiva e l'attività dell'impianto, intitolato emblematicamente a Don Pino Puglisi, sono state assicurate dall'azienda pubblica di servizi alla persona «Asilo Savoia» nell'ambito del Programma di inclusione sociale mediante la promozione della pratica sportiva denominato «Talento & Tenacia – Crescere nella legalità», evitando così la chiusura del medesimo e l'interruzione dei servizi sportivi rivolta complessivamente ad oltre 500 tra bambini e ragazzi;
a decorrere dalla data del sequestro, l'Asilo Savoia, oltre ad assicurare con risorse finanziarie proprie la continuità delle attività, ha promosso e sperimentato con successo un vero e proprio modello di intervento che facendo leva sui valori dello sport ha realizzato anche percorsi di formazione, inclusione e inserimento lavorativo rivolti alle giovani generazioni del territorio, conseguendo oltre a significativi risultati sportivi quali la promozione in Serie D e il titolo di Campioni d'Italia Under 18 delle squadre maschili e la promozione in Serie C della squadra femminile, anche e soprattutto riconoscimenti a livello nazionale ed europeo, quali l'istituzione presso l'impianto di uno dei 3 presidi cittadini di «Sport e Salute», il Premio Be Inclusive Eu Award dalla Commissione europea e il Premio Valore Pubblico da parte della SDA Bocconi e del Dipartimento della Funzione Pubblica quale migliore progettualità della «PA che funziona» per la sezione Sport, nonché il Premio Etica nello Sport, ottenendo anche il finanziamento per l'adeguamento dell'impianto nell'ambito dell'avviso pubblico «Sport e Periferie» emanato dal Dipartimento Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri;
nell'ambito della citata progettualità, l'Azienda pubblica di servizi alle persone ha opportunamente considerato la centralità dei processi di ascolto, dialogo e condivisione con tutti gli stakeholder di riferimento, pervenendo a forme di collaborazione formale sia con il Municipio Roma XIII che con l'Asl RM1 e il Miur, prevedendo altresì forme e modalità di costante e reciproca interazione con le realtà associative del terzo settore, formali ed informali, esistenti ed operanti nel relativo ambito territoriale attraverso la costituzione e il funzionamento di una rete operativa denominata «Montespaccato Solidale»;
costante e reciproca è ormai dal 2019 la collaborazione con le istituzioni scolastiche del territorio (Istituto Comprensivo di Via Cornelia, articolato in Scuola dell'infanzia e primaria Enrico Bondi, Scuola dell'infanzia Carlo Evangelisti e Scuola secondaria di 1° grado Anna Frank) grazie all'accordo sottoscritto in data 3 dicembre 2019 con il Ministero dell'istruzione – Direzione generale dello Studente, in forza del quale la Polisportiva garantisce la disponibilità gratuita dell'impianto sportivo per lo svolgimento delle attività di istituto, mentre molteplici sono state le attività gratuite realizzate dall'Azienda pubblica di servizi alla persona nell'ambito del Pof;
a livello sociale va ricordato l'intenso lavoro, in ambito formativo e di inserimento lavorativo, rivolto ai giovani atleti inseriti nel programma, con la costituzione, in esito all'avviso pubblico «Fermenti» emanato dal Dipartimento delle Politiche Giovanili, di due imprese sociali entrambi attive ed operanti, l'assunzione a tempo indeterminato con applicazione del CCNL Impianti Sportivi, attraverso la SSD costituita dall'Asp in conformità al proprio Statuto per l'attuazione del Programma «Talento & Tenacia», di ben 14 ragazze e ragazzi appositamente formati, lo svolgimento di corsi quali quello per «Social Trainer», attraverso il quale sono stati formati ed inseriti contrattualmente nella «Palestra della Salute» di recente apertura n. 24 ragazze e ragazzi del territorio;
a livello di rigenerazione del territorio, infine, oltre alla costituzione della rete «Montespaccato Solidale», cui aderiscono tutte le realtà pubbliche e no profit della zona, va segnalata l'adozione volontaria dell'unico giardino pubblico del Quartiere il «Parco Paparelli» la realizzazione di numerose edizioni della manifestazione «Il Quartiere si incontra», la ripresa della Festa parrocchiale, le periodiche attività di volontariato comunitario volte al decoro urbano e alla solidarietà, con azioni rivolte al Centro sociale anziani, alla Comunità parrocchiale, alla Protezione civile e altro;
la regione Lazio ha voluto sistematizzare il rapporto di collaborazione con l'Azienda pubblica di servizi alla persona Asilo Savoia relativi al programma «Talento & Tenacia – Crescere nella Legalità», attraverso l'adozione della deliberazione giunta regionale n. 98 del 23 febbraio 2021, recante l'approvazione di un accordo finalizzato a consolidare, implementare e sviluppare il programma di inclusione sociale, formazione, promozione dei diritti di cittadinanza inserimento lavorativo delle giovani generazioni e di altri soggetti svantaggiati mediante la promozione della pratica sportiva, nell'ambito del programma denominato «Talento & Tenacia Crescere nella legalità» e del «T&T sport network Lazio»;
l'Azienda pubblica di servizi alla persona è stata autorizzata dal Tribunale di Roma con provvedimento del 9 marzo 2023 all'acquisto della totalità delle quote della Polisportiva Dilettantistica Montespaccato al preciso scopo di salvaguardarne la continuità ed assicurarne lo sviluppo mediante l'avvio di un percorso di azionariato diffuso volto a ripristinarne l'originale carattere di società sportiva a partecipazione popolare;
il percorso dell'azionariato popolare, ferma restando una partecipazione dell'Azienda pubblica di servizi alla persona non inferiore al 51 per cento delle quote sociali, ha previsto il coinvolgimento proattivo di tutti gli stakeholder territoriali e dei cittadini, realizzando così la prima esperienza di tale genere nella Città di Roma e ha comportato, oltre al ritorno all'originaria denominazione sociale di «Gruppo Sportivo Montespaccato» e all'adesione ufficiale da parte di Roma Capitale quale socio sovventore, la costituzione di una realtà sportiva di base che estenderà la propria attività ad altre discipline sportive, a partire da quelle già svolte nelle due strutture afferenti al Programma «Talento & Tenacia – Crescere nella Legalità» ubicate a Ostia e Pineta Sacchetti;
l'azionariato popolare quale innovativo strumento di gestione democratica delle società sportive è stato oggetto di esame da parte delle istituzioni anche a livello nazionale e si è recentemente concretizzato nell'approvazione da parte della Camera dei deputati di un disegno di legge sulla partecipazione popolare sportiva che ha considerato significativa in tale ambito proprio l'esperienza del Montespaccato Calcio;
in data 24 giugno 2024 è stata depositata e resa nota la sentenza con cui il 26 marzo 2024 la Corte di appello del Tribunale di Roma ha revocato la confisca del 15 per cento delle quote della Olympus Sport Center srl, socio unico della società proprietaria dall'impianto sportivo detenute da Valerio Gambacurta, già direttore generale della Polisportiva dilettantistica Montespaccato fino alla data del sequestro di prevenzione e figlio di Franco Gambacurta, pregiudicato sottoposto a condanna definitiva a 30 anni;
il contratto di comodato gratuito in essere tra la Olympus Sport Center e la società sportiva dilettantistica Gruppo Sportivo Montespaccato è scaduto il 30 giugno 2024 e la restituzione delle quote pone a rischio, anche per evidenti profili di contesto ambientale, la prosecuzione delle meritorie attività promosse e realizzate in questi sei anni;
a livello governativo, a seguito di tale notizia, sono intervenuti il Ministro dell'interno e il Ministro per lo sport e i giovani, assicurando il rispettivo impegno, ciascuno negli ambiti di competenza, affinché le attività dell'Azienda pubblica di servizi alla persona a Montespaccato non solo non cessino o siano sospese, ma vengano ulteriormente rafforzate ed estese, ma anche il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha fatto sentire la sua voce a fronte dell'ipotesi di parziale revoca della confisca di cui in precedenza; l'ordine del giorno n. 9/1517/10 a firma dell'Onorevole Battilocchio accolto nel corso della seduta della Camera dei deputati del 7 novembre scorso ha impegnato il Governo ad inserire le Aziende Pubbliche di Servizi alla persona di cui al Capo II del decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207, fra i soggetti destinatari dei beni confiscati alle mafie ai sensi dell'articolo 48 del decreto legislativo n. 159 del 2011,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative normative volte a modificare l'articolo 48 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, recante «Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136», prevedendo l'inserimento nel novero dei soggetti giuridici che possono essere direttamente destinatari dei beni confiscati alle mafie anche delle Aziende pubbliche di servizi alla persona di cui al Capo II del decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207;
2) ad adottare iniziative di competenza volte a favorire la continuità del programma «Talento & Tenacia – Crescere nella Legalità» nel Quartiere di Montespaccato e la sua ulteriore diffusione nelle periferie urbane, attraverso la previsione di un accordo da realizzarsi, conformemente alle previsioni di cui all'articolo n. 15 della legge n. 241 del 1990 e tramite ogni opportuno e utile coinvolgimento della regione Lazio e di Roma Capitale, tra il Ministero dello sport e i giovani, il Ministro dell'istruzione e del merito e l'Azienda pubblica di servizi alla persona «Asilo Savoia», anche tramite l'individuazione delle risorse necessarie a garantirne la sostenibilità.
(1-00310) «Battilocchio, Dalla Chiesa, De Palma, Barelli, Marrocco, Paolo Emilio Russo».
La Camera,
premesso che:
secondo il VI Rapporto agromafie e caporalato osservatorio Placido Rizzotto – Flai Cgil si stima che i lavoratori irregolari in agricoltura siano circa 230.000 e rappresentino un quarto del totale degli occupati e oltre il 34 per cento dei lavoratori dipendenti del settore. Dai dipendenti agricoli provengono annualmente 820 milioni di ore effettivamente lavorate, delle quali si stima che quasi due quinti – pari a oltre 300 milioni di ore – non siano regolari;
il lavoro non regolare agricolo è diffuso in tutta la penisola e se in passato regioni come Puglia, Sicilia, Campania, Calabria e Lazio registravano tassi di irregolarità mediamente più elevati, allo stato attuale il fenomeno dell'irregolarità è distribuito in maniera omogenea con tassi di irregolarità che superano il 50 per cento;
in Italia il fenomeno del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro e del caporalato in agricoltura è contrastato dalla legge 29 ottobre 2016, n. 199, tuttavia, nonostante la norma sia chiara e nel corso degli anni si sia cercato di renderla più efficace, la sua applicazione non è ancora piena, rendendola di fatto una disposizione ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi che si prefissa;
ad esempio, ad oggi, sono insediate solo 44 sezioni territoriali previste dalla legge 29 ottobre 2016, n. 199, rispetto al totale delle province italiane e, al 4 luglio 2024, appena 6.533 imprese agricole sono iscritte alla rete agricola del lavoro di qualità – istituita presso l'Inps al fine di selezionare imprese agricole e altri soggetti indicati dalla normativa vigente che, su presentazione di apposita istanza, si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto – rispetto ad un bacino di circa 200.000 imprese che utilizzano lavoratori subordinati;
le sezioni territoriali hanno il compito, previsto dalla legge, di intervenire sull'incontro tra domanda e offerta del lavoro, trasporti e corretta applicazione dei contratti provinciali oltre a diverse altre opportunità che potrebbero essere svolte a quel livello, tipo, accoglienza e indirizzo «chirurgico» delle ispezioni in aziende che danno sospetti rispetto all'indice di coerenza delle imprese agricole, anch'esso previsto già all'articolo 8 della legge n. 199 ma mai applicato; diverse leggi regionali hanno già l'indice di congruità, compresa la legge regionale del Lazio, attualmente vigente, ma inapplicata;
iscriversi alla rete del lavoro agricolo di qualità dovrebbe significare la possibilità di avvalersi di diversi vantaggi – come hanno stabilito alcune regioni con legge regionale – che rappresentino un efficace incentivo per le aziende che intendano aderire;
nel 2018, con il decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2018, n. 136, è stato istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali il tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, allo scopo di promuovere la programmazione di una proficua strategia per il contrasto al fenomeno del caporalato e del connesso sfruttamento lavorativo in agricoltura. Da tempo tale tavolo non viene più convocato;
recenti episodi avvenuti nel nostro Paese hanno riportato alla luce la crudeltà del fenomeno del caporalato e hanno evidenziato come ci siano dei meccanismi, per non parlare di sistema, che di fatto permettono l'esistenza del fenomeno stesso, basti pensare al caso dell'imprenditore indagato per aver abbandonato il proprio operaio irregolare ferito e quindi per averne causato la morte;
la cosiddetta condizionalità sociale prevista dalla politica agricola comune 2023-2027 rappresenta un principio teso a garantire il rispetto delle regole sociali e della normativa sul lavoro proprio di ciascuno Stato membro con l'obiettivo di collegare i pagamenti della Pac al rispetto dei diritti dei lavoratori;
uno dei fattori che certamente contribuiscono alla diffusione del fenomeno del caporalato, per la facilità di reclutamento e sfruttamento delle persone, è la diffusione degli insediamenti abusivi dei migranti che, secondo il rapporto sulle condizioni abitative dei migranti che lavorano nel settore agroalimentare, pubblicato nel 2022 dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed Anci, sono in Italia circa 150, ospitano 10 mila lavoratori agricoli, e si trovano in particolare nelle regioni del Sud (21 comuni su 36 dove gli insediamenti sono stati rilevati) in particolare Puglia, Sicilia, Calabria e Campania, con insediamenti che spesso esistono da oltre vent'anni;
per sostituire tali «ghetti» con nuove strutture e garantire così dignità per questi lavoratori, sono stati stanziati 200 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), e individuata una mappatura delle aree che necessitano di interventi più urgenti; ma ad oggi tali fondi non sono mai stati toccati;
il progetto di sostituzione di tali insediamenti era stato avviato dal precedente Governo ma non è stato portato avanti dall'attuale – che al momento ha visto la sola nomina, con due mesi di ritardo, di un commissario straordinario per superare gli insediamenti abusivi – mettendone così a rischio la concreta realizzabilità, specie considerando tempi e modi di spese delle risorse legate al PNRR;
i fenomeni del lavoro nero e del caporalato, che caratterizzano il settore agroalimentare, rappresentano sicuramente la più cruenta ma non certo l'unica criticità del mondo del lavoro agricolo; esso presenta caratteristiche e peculiarità particolari che lo rendono ad oggi complicato da regolamentare e spesso poco attrattivo, in particolare, per la mancanza di garanzia dell'applicazione di contratti collettivi regolari – che non possono essere sostituiti da misure occasionali, ancorché di breve durata –, essendo la stagionalità una delle caratteristiche predominanti del lavoro nei campi;
la scarsa attrattiva per il mondo agricolo è legata all'assenza di regolarità unita al basso reddito – la retribuzione media in agricoltura, da contratto, sarebbe di 60 euro al giorno per 6 ore e 30 minuti: tra 1.000 e 1.300 euro mensili –, nonché alle condizioni deprimenti e spesso svilenti che allontanano, chi può permetterselo, da questa scelta; nonostante ciò, negli ultimi anni, sono stati proprio i giovani a riscoprire il lavoro della terra, investendo in agricoltura e comprendendone la possibile spinta redditizia;
il lavoro agricolo necessita della certezza nell'applicazione dei contratti, della certezza nella retribuzione, nonché dello studio di un sistema efficace e trasparente di incontro tra domanda e offerta che possa anche essere un ostacolo al fenomeno del caporalato e dello sfruttamento del lavoro;
la normativa vigente prevede indici di coerenza o congruità delle retribuzioni dei lavoratori agricoli, che però non vengono adeguatamente applicati ed è pertanto necessaria una nuova strategia in materia di tutela del lavoro e della sicurezza sul lavoro in agricoltura, valutando l'ipotesi, previa interlocuzione con le parti sociali, di estendere al settore agricolo il documento unico di regolarità contributiva (Durc) – che attesta contestualmente la regolarità di un'impresa nei pagamenti e negli adempimenti previsti dalla normativa vigente nei confronti di Inps, di Inail,
impegna il Governo:
1) ad assumere iniziative di competenza per rendere più stringente l'applicazione della legge 29 ottobre 2016, n. 199, in particolare per quanto riguarda la rete del lavoro agricolo di qualità, facendo sì che le imprese agricole ne comprendano l'importanza e i possibili vantaggi, nonché come ulteriore strumento, oltre quelli predisposti dal decreto in esame, di contrasto al fenomeno del lavoro nero e del caporalato;
2) ad adottare iniziative di competenza volte ad introdurre misure premiali a livello nazionale per le aziende che si iscrivano alla rete del lavoro agricolo di qualità quali ad esempio punteggi aggiuntivi nei bandi regionali, oppure, a livello nazionale prevedendo che di tale iscrizione si tenga positivamente conto ai fini dell'individuazione dei soggetti da sottoporre alle ispezioni poste in essere dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e introducendo, ovviamente, forme di riconoscimento per accentuarne la configurazione quale strumento di controllo e prevenzione di condotte illecite nonché promotore di legalità;
3) a procedere alla convocazione e al potenziamento del Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato, anche al fine di armonizzare tutti gli interventi messi in atto negli ultimi anni;
4) ad avviare interlocuzioni a livello europeo affinché, anche nel rispetto del principio della condizionalità sociale previsto dalla Pac 2023-2027, siano adottati strumenti che penalizzino le imprese colpevoli di reati di sfruttamento del lavoro e caporalato, non solo con la restituzione dei premi ricevuti, ma anche con una interdizione dalla percezione degli stessi per diverse annualità;
5) a promuovere le iniziative necessarie al fine di creare una banca dati digitale che possa incrociare domanda e offerta di lavoro agricolo, con particolare attenzione al lavoro stagionale, così da ridurre il ricorso ad intermediari illegali;
6) ad adottare iniziative di competenza volte a investire sulla formazione dei lavoratori agricoli nei diversi settori del comparto primario, garantendo la necessaria qualificazione ed inserendo i dati sulla manodopera specializzata in una piattaforma nazionale che, incrociata con le altre banche dati pubbliche possa, garantire all'imprenditore il personale più adeguato alle reali necessità della propria attività, ciò al fine di garantire una maggiore regolarità nonché fluidità nella scelta dei lavoratori da parte degli imprenditori e scoraggiare in questo modo lo sfruttamento del lavoro e l'azione dei caporali;
7) ad adottare iniziative di competenza volte a potenziare, anche in collaborazione con le regioni, il sistema delle visite mediche obbligatorie per il personale dipendente da aziende agricole, nella direzione di rendere più agevole il rilascio del certificato richiesto anche attraverso le aziende sanitarie locali;
8) ad individuare le ragioni della mancata applicazione della normativa vigente in materia di congruità delle retribuzioni dei lavoratori agricoli e, di conseguenza, valutare l'opportunità di estendere il Durc di congruità, oggi attivo nel settore dell'edilizia, anche al settore agricolo;
9) a porre in essere le necessarie, quanto urgenti, iniziative affinché si superi il problema degli insediamenti abusivi di migranti – uno dei principali fattori che contribuiscono a rafforzare il fenomeno del caporalato – anche attraverso le risorse stanziate con la Missione 5 del PNRR e destinate a tale scopo.
(1-00311) «Sergio Costa, Caramiello, Barzotti, Carotenuto, Cherchi, Tucci, Fenu».
ATTI DI CONTROLLO
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
VACCARI, FORATTINI, MARINO, ROMEO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
il settore del grano in Italia sta vivendo una situazione a due velocità. Nel Centro-Sud, la produzione di grano duro è in caduta libera a causa dei mercati globali e della siccità che ne compromette le rese. Al Nord, invece, il grano tenero è influenzato dal maltempo, che ne riduce la qualità, sebbene i mercati siano meno penalizzanti;
la produzione in Puglia, primo granaio d'Italia, è stata dimezzata, mentre in molte zone della Sicilia non si è raccolto nulla anche a causa della siccità. La situazione è incerta, con agricoltori che si trovano a fronteggiare condizioni estreme: da un lato, la desertificazione nel Mezzogiorno rende difficile la conversione ad altre colture, dall'altro, si assiste a una discrepanza tra rese scarse e qualità eccellente del grano duro, soprattutto per il valore proteico;
un agricoltore che ha seminato grano duro produce 20 quintali per ettaro, venduti a 30 euro al quintale, con un ricavo di 600 euro, spesso inferiore alle spese sostenute. Un recente rapporto evidenzia un tasso di approvvigionamento del grano duro nazionale in calo, al 56,4 per cento nel 2023, il valore più basso del decennio. Sempre secondo il rapporto la produzione scenderà ulteriormente, con una diminuzione del 10,6 per cento delle superfici coltivate e una raccolta in calo del 15-20 per cento, nonostante le buone rese nel Centro Italia. Di conseguenza, le importazioni aumenteranno: dai 13,8 milioni di quintali del 2012 ai 30,6 milioni del 2023. Tra agosto 2023 e giugno 2024, i prezzi del grano duro sono calati del 15,4 per cento;
la situazione del mercato del frumento tenero panificabile oggi sul listino si trova in una fase di attesa, con la domanda selettiva e l'offerta cauta nel prendere posizione in attesa di meglio caratterizzare i lotti. I prezzi sono scesi a 225 euro/ton rispetto ai 250 euro/ton dell'anno precedente, influenzati dai mutati equilibri geopolitici della guerra tra Russia e Ucraina, con la produzione ucraina che continua a influenzare i mercati europei;
per far fronte alle oscillazioni dei prezzi di mercato e tutelare gli agricoltori, Consorzi agrari d'Italia ha messo in campo i contratti di filiera. Sostenere la redditività delle coltivazioni cerealicole e in particolare del grano, aumentando rese e qualità della granella utilizzando nuove varietà resistenti agli stress climatici, adottando le scelte agronomiche più adatte ai diversi areali, applicando l'agricoltura di precisione e limitando gli effetti negativi della volatilità dei mercati grazie a contratti di filiera e future che permettono alle aziende agricole di avere un flusso di cassa stabile e quindi di pianificare acquisti e investimenti –:
se e quali iniziative di competenza intenda al riguardo assumere il Ministro interrogato per finanziare e rilanciare i programmi di investimento finalizzati al sostegno di iniziative agronomiche che vanno a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, l'attività di ricerca e il rafforzamento delle filiere autoctone, valorizzando il lavoro dell'agricoltore e delle produzioni nazionali.
(5-02635)
BARBAGALLO, IACONO, MARINO, PROVENZANO e PORTA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
la «zoomafia» mette le mani sulla carne del Sud, oggi vacche, pecore e capre infette possono finire nei macelli abusivi e poi sulle nostre tavole, mettendo a rischio la sicurezza alimentare;
il fenomeno non è relegato solo alla Sicilia. Tre mesi fa a Napoli è stato chiuso uno stabilimento abusivo e sono state sequestrate e incenerite 8 tonnellate di frattaglie considerate a rischio per la salute pubblica;
oltre 150 mila capi spariti nel nulla ogni anno. L'industria spende fra i 200 e i 400 euro per un animale sospetto contro i 3 o 4 mila per uno sano;
macella anziché abbattere, gli animali infetti che potrebbero trasmettere malattie all'uomo. I risultati, tradotti in numeri, sono più che eloquenti, 27 focolai di tubercolosi e 17 di brucellosi nella sola provincia di Palermo, tutti registrati dalle autorità competenti negli ultimi dodici mesi;
i clan mafiosi, pare, sarebbero soliti sostituire il microchip identificativo così da macellare gli animali ammalati in mattatoi abusivi, sostituire i bovini infetti con esemplari sani, rubati, su cui impiantare il microchip di quelli ammalati;
in Sicilia, nel periodo compreso tra il 2011 e il 2016, si è registrato almeno mezzo milione di casi di furti di bestiame, un'abbondanza tale da «coprire» gli animali infetti che venivano fatti «sparire»;
nel 2016, su un totale nazionale di 434 focolai di tubercolosi, 334 provenivano dalla Sicilia;
ad avviso dell'interrogante, il Governo italiano, anche raccordandosi, per quanto di competenza, con la Commissione europea, deve intervenire per combattere in modo più incisivo questo business che mette a repentaglio la salute dei siciliani, combattere la mafia dei pascoli e le sue possibili ramificazioni nella burocrazia con strumenti normativi più adeguati –:
quali iniziative urgenti di competenza intendano assumere alla luce dei gravi fatti esposti in premessa.
(5-02637)
DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
RUFFINO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
il 1° Nucleo elicotteri carabinieri (Nec) con base a Volpiano è, nel proprio ambito territoriale, l'unico presidio di copertura aerea che svolge attività di supporto aereo alle unità di terra. Nonostante questo, esso è stato inserito in un progetto di riorganizzazione del raggruppamento aeromobili, per il quale è stata proposta la chiusura totale;
tale decisione comporterà ingenti conseguenze sul fronte della sicurezza, anche in considerazione del fatto che non sono presenti altri analoghi reparti di altre forze di polizia nell'ambito del vasto territorio di competenza;
in particolare, l'Unione sindacale dei carabinieri, in una lettera indirizzata ai vertici dell'Arma, ha sottolineato come la chiusura totale del Nec di Volpiano comporterebbe la perdita di un presidio situato al centro del Nord-Ovest del Paese, dove peraltro esistono già due aeroporti che potrebbero agevolmente accogliere le strutture del Nec ed i suoi carabinieri. Né, tantomeno, si può ritenere che altri (Nec) considerati «vicini» possano sopperire a tale chiusura, anche in considerazione della necessità per i velivoli provenienti dalle regioni limitrofe e operanti in Piemonte e Valle d'Aosta di sostare proprio a Volpiano durante lo svolgimento delle attività operative;
inoltre, i recenti eventi meteorologici che hanno interessato l'area sottolineano ancora una volta l'importanza del nucleo di Volpiano e come questo debba considerarsi punto nevralgico di tutto il Nord-Ovest, territorio tanto vasto quanto sensibile – anche dal punto di vista geografico. Di fatti, a sostegno dei carabinieri di Aosta, che richiedevano un supporto aereo, sono intervenuti i (Nec) di Bergamo e Pisa, i quali, oltre a trovarsi ad operare in territori a loro sconosciuti, sono stati costretti, data la distanza considerevole dalle proprie basi di partenza, ad almeno una tappa intermedia per il rifornimento di carburante, cosa che non sarebbe stata necessaria se il velivolo fosse invece partito da Volpiano;
infine, risulterebbe che dal mese di luglio 2022 l'elicottero in servizio presso il (Nec) di Volpiano sia stato inviato al centro assistenza per la prevista revisione: nonostante il velivolo abbia superato i controlli, esso risulta tutt'ora fermo presso Pratica di Mare;
è evidente come tale situazione renda maggiormente gravosi gli interventi operativi, sia in termini di tempestività che di costi degli stessi. Allo stesso tempo, il personale e le loro famiglie vivono nell'incertezza della continuità della propria attività lavorativa, senza nessuna possibilità di interagire con chi di competenza o anche solo di rappresentare le proprie necessità –:
se non ritenga di rivedere la proposta di chiusura del Nec di Volpiano, anche con il coinvolgimento del personale direttamente interessato, garantendo in tal modo una maggiore copertura in termini di operatività aerea sul territorio e, al contempo, tutelando la professionalità ed il benessere del personale e delle relative famiglie.
(4-03157)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta scritta:
LUPI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro della salute e con il Ministro dell'economia e delle finanze ha adottato il decreto ministeriale 15 dicembre 2023, n. 232;
l'articolo 9 del regolamento di cui al decreto ministeriale n. 232 del 2023 introduce la possibilità, per le strutture sanitarie, di ricorrere a misure analoghe alle coperture assicurative introducendo requisiti minimi di garanzia e condizioni di operatività delle suddette misure;
gli articoli 10 e 11 stabiliscono che le strutture sanitarie che optano per l'assunzione diretta del rischio hanno l'obbligo di costituire un fondo rischi e un fondo messa a riserva per competenza dei risarcimenti relativi ai sinistri;
l'articolo 13 del suddetto decreto ministeriale introduce altresì un obbligo di certificazione del fondo rischi e del fondo riserva sinistri stabilendo che «la congruità degli accantonamenti di cui agli articoli 10 e 11 è certificata da un revisore legale ovvero dal collegio sindacale che rilascia un giudizio di sufficienza o attesta le ragioni per cui è impossibile esprimere un giudizio.»;
con riguardo agli accantonamenti previsti dagli articoli 10 e 11 permangono dubbi con riguardo al trattamento fiscale da applicare agli stessi;
il comma 4 dell'articolo 107 del testo unico delle imposte sui redditi (decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986), stabilisce il principio secondo il quale non sono ammesse deduzioni per accantonamenti diversi da quelli espressamente previsti dalla legge, permane pertanto il dubbio circa la deducibilità fiscale degli accantonamenti previsti dal decreto n. 232 del 2023;
laddove l'accantonamento fosse deducibile, rimarrebbe altresì una incertezza con riguardo al periodo di applicazione della deduzione, non risultando chiaro se l'accantonamento sia deducibile nell'anno di stanziamento o, diversamente, nell'anno in cui avviene l'uscita finanziaria;
sempre con riguardo al trattamento fiscale dei già richiamati accantonamenti, si pone il dubbio circa la possibilità di trattare questi accantonamenti come immobilizzazioni immateriali per oneri futuri, soggette ad ammortamento; in tal caso sarebbe fiscalmente sarebbe deducibile soltanto la quota di ammortamento annua;
con riguardo agli accantonamenti richiamati, si segnala altresì che non viene indicato alcun limite minimo di stanziamento –:
se i Ministri interrogati possano fornire chiarimenti circa il trattamento fiscale degli accantonamenti previsti dagli articoli 10 e 11 del decreto ministeriale n. 232 del 2023 precisando altresì se esista la possibilità di fissare dei limiti minimi per gli accantonamenti;
se, con riguardo al trattamento fiscale, tali accantonamenti siano fiscalmente deducibili, quale sia il periodo di riferimento con riguardo al regime fiscale indicato e se risulti possibile utilizzare gli accantonamenti come immobilizzazioni immateriali per oneri futuri.
(4-03158)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
FORATTINI e MATONE. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
Francesca B. è una ragazza di 26 anni, affetta da disturbo mentale cognitivo diagnosticato nel 2010, che nel 2015 ha manifestato crisi epilettiche che ne hanno determinato l'alterazione del comportamento e, in conseguenza di ciò, l'Inps ha riscontrato, a carico di Francesca, un'invalidità per malattia;
dal 2020 convive con una signora, anche lei affetta da una patologia mentale certificata;
le due vivono da allora in una stanza d'albergo, completamente isolate senza avere contatti con nessuno, neanche con le famiglie;
peraltro, la esiguità delle pensioni di invalidità di cui godono e l'assenza di altri redditi pongono allarmanti interrogativi su come possano mantenersi e vivere in albergo;
i genitori di Francesca da anni cercano di rientrare in contatto con la figlia e, non riuscendoci, si sono rivolti al tribunale di Mantova;
risulta però che, con atto del 29 aprile 2024 la Procura di Mantova abbia formulato richiesta di archiviazione in relazione al procedimento penale che riguarda il caso di Francesca, ritenendo che gli elementi acquisiti nel corso delle indagini non siano sufficienti ai fini della formulazione di una ragionevole prognosi di condanna;
si apprende inoltre che la ragazza nel corso di questi anni ha cambiato ben 8 amministratori di sostegno e che, come risulta dalle relazioni correlate, anche i servizi sociali non riescano ad intervenire con efficacia sulla delicata situazione esposta –:
se i Ministri interrogati, ciascuno per le proprie competenze, siano a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intendano adottare al fine di rafforzare le garanzie previste a tutela del beneficiario nel procedimento di nomina dell'amministratore di sostegno, in particolare con riferimento al ruolo svolto dai servizi sanitari e sociali e ai criteri di scelta degli amministratori, avendo riguardo della necessità di garantire, in casi come quello di Francesca e della sua famiglia, una completa tutela e presa in carico di un soggetto fragile che ha il diritto di svolgere una vita sociale e lavorativa confacente alle sue capacità.
(5-02638)
Interrogazioni a risposta scritta:
MONTARULI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
nelle carceri italiane sono avvenute diverse rivolte da parte dei detenuti, volte a creare pressioni e ottenere misure più clementi nei loro confronti;
in particolare, spicca la rivolta nel carcere di Torino della quale sono anche state diffuse le immagini riprese dal telefono cellulare di un detenuto nonostante il divieto di possesso di strumenti comunicazione verso l'esterno;
le immagini sono state diffuse nei social network quale strumento di propaganda della rivolta e delle relative pretese;
questo particolare rappresenta una sensazione di pretesa impunità da parte del detenuto;
nel corso della rivolta alcuni agenti di polizia penitenziaria sarebbero stati feriti, e in ogni caso è preoccupante il clima nel quale essi si trovano costretti a lavorare;
il Garante dei detenuti del comune di Torino avrebbe dichiarato che la rivolta è legata ad una delusione circa l'aspettativa di amnistia prospettata dalle istituzioni, nonostante il Governo abbia sempre negato tale provvedimento e fin dal suo insediamento abbia sempre mantenuto una posizione contraria a misure simili;
a parere dell'interrogante, le rivolte, per i tempi, i modi e gli strumenti utilizzati, sembrerebbero legate da un'unica strategia e organizzazione;
il disegno di legge del Governo recante «Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario», attualmente esame della Camera dei deputati, attraverso alcune modifiche del codice penale introduce diverse misure riguardanti la sicurezza all'interno degli istituti penitenziari, tra le quali figura anche l'introduzione del delitto di rivolta all'interno di un istituto penitenziario –:
quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di ricostruire le responsabilità dei recenti episodi di violenza all'interno degli istituti penitenziari, e, con specifico riferimento a quanto avvenuto nel carcere di Torino, anche nel rispetto al grave fatto dell'introduzione di telefonini nella struttura.
(4-03159)
GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il 9 novembre 2023, Cristiano Scardella, assistito dagli avvocati Silvia Marzot e Mauro Trogu, avanzava richiesta di accesso agli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari in merito all'arresto, alla cattura, alle indagini e alla morte per suicidio di suo fratello Aldo, avvenuta nel carcere Buoncammino di Cagliari il 2 luglio 1986;
Aldo Scardella fu arrestato il 29 dicembre del 1985 nel corso delle indagini relative al tentativo di rapina perpetrato presso la rivendita Bevimarket a Cagliari culminato con l'uccisione del titolare Giovanni Pisanu;
nel 1996, per i tragici fatti, a seguito di nuove indagini, furono inquisite, processate e alla fine condannate altre persone riconosciute colpevoli dell'omicidio del commerciante: la sentenza della Corte d'assise di Cagliari fu confermata dalla Corte di cassazione il 20 settembre 2002;
nel luglio 1986, a seguito del suicidio di Aldo avvenuto dopo sei mesi di totale isolamento, furono svolte varie inchieste: il 30 settembre 1986 il Pg della Corte di cassazione esercitava l'azione disciplinare nei confronti della dottoressa C. Pugliese; il CSM il 5 giugno 1987 sanzionava con una censura la dottoressa Pugliese; diverse furono le interrogazioni parlamentari presentate al Ministro della giustizia in merito alla morte e alle modalità di carcerazione del giovane Aldo che, all'epoca dei fatti, aveva 25 anni;
il 15 novembre 2023, il Procuratore della Repubblica di Cagliari Rodolfo Maria Sabelli, riconosciuto l'interesse del richiedente, autorizzava l'ostensione degli atti nella disponibilità dell'ufficio e, se richiesto, di rilasciare copia;
all'avvocato Mario Trogu, quale delegato dell'avvocato Silvia Marzot, venivano messi a disposizione due faldoni relativi ai procedimenti penali n. 1389/1997 R.N.R. e n. 2160/1985 R.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Cagliari;
il 22 dicembre 2023 l'avvocato Trogu estraeva copia di una prima parte del fascicolo n. 2160/1985 R.N.R. che restava custodito presso gli uffici della Procura della Repubblica;
nel mese di febbraio 2024 l'avvocato Trogu chiedeva di poter accedere nuovamente al fascicolo ma gli veniva spiegato che lo stesso era stato riportato nell'archivio della Procura dal quale il legale chiedeva fosse nuovamente prelevato;
i fascicoli venivano poi rimessi a disposizione nel marzo del 2024 ma sia l'avvocato Trogu, sia i funzionari della Procura, constatavano la mancanza del faldone del procedimento penale n. 2160/1985 a carico di Aldo Scardella in precedenza visionato ma fotocopiato solo in parte; ogni tentativo di rintracciare il faldone dava esito negativo;
il 12 luglio 2024, di fronte al silenzio della Procura, i legali di Cristiano Scardella, Marzot e Trogu, chiedevano al Procuratore Generale, Dottor Sabelli, in via preliminare il compimento di ogni attività e accertamento utili a reperire il suddetto fascicolo smarrito e, in via subordinata, l'acquisizione, presso chi li detiene, delle copie autentiche in luogo degli originali degli atti smarriti –:
se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa;
quali iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, intenda adottare in relazione ai fatti esposti in premessa, considerata l'esigenza che Cristiano Scardella possa avere accesso alla documentazione riguardante la tragica vicenda del fratello Aldo.
(4-03162)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazioni a risposta scritta:
FORNARO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
le linee guida previste dal Ministero delle imprese e del made in Italy per l'emissione di nuovi francobolli prevedono che essi debbano riguardare «personaggi non in vita purché abbiano avuto un impatto eccezionalmente rilevante sul territorio e/o sulle comunità italiane»;
nel programma di emissioni delle carte-valori postali per l'anno 2024 è riportata l'emissione, in data 7 giugno 2024, di un francobollo ordinario, appartenente alla serie tematica «lo sport», dedicato a Italo Foschi nel 140° anniversario della nascita;
Italo Foschi, in ambito sportivo, è stato fondatore e primo presidente dell'associazione sportiva «Roma», ma è stato, soprattutto, segretario politico del Fascio Romano, seguace del gerarca fascista Roberto Farinacci, che lo designò federale di Roma, e autore di spietate persecuzioni contro gli ebrei, come accertato storicamente. Foschi è stato protagonista di numerose aggressioni contro gli avversari politici del fascismo, a partire da quella in cui venne devastata la casa dell'ex premier Francesco Saverio Nitti e le redazioni di vari giornali, e palesò pubblicamente la sua ammirazione per l'assassino di Giacomo Matteotti, Amerigo Dumini, dallo stesso definito «un eroe, degno di tutta la nostra ammirazione»;
il possibile merito sportivo di Italo Foschi non può in alcun modo cancellare o ancor meno ridimensionare la storia di ferocia e di violenza che ha caratterizzato la sua vita, tanto che venne persino cacciato dallo stesso partito nazionale fascista per «eccesso di squadrismo»;
proprio in data 10 giugno 2024, è stato emesso un francobollo in ricordo dei 100 anni dall'omicidio politico di Giacomo Matteotti che di fatto, come un oltraggio, è stato preceduto dall'emissione celebrativa di un pubblico elogiatore del suo assassino;
va considerato, inoltre, che sul quotidiano «il Riformista» è stato pubblicato, il 12 giugno 2024, un articolo a firma di Carlo Giovanardi che, in qualità di componente della consulta che presso il Ministero delle imprese e del made in Italy esprime il parere sul programma di emissioni filateliche, ha riferito che, «con grande sorpresa», l'emissione celebrativa del gerarca fascista Foschi non è mai stata trattata nella prevista sede né sono state prodotte comunicazioni al riguardo;
successivamente, alla Consulta filatelica del 20 giugno 2024, alla presenza della sottosegretaria per le imprese e il made in Italy Fausta Bergamotto, tutti i componenti avrebbero richiesto, come raccontato dal giornale l'Identità, la revoca dell'emissione dedicata a Italo Foschi –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati e se intenda procedere, con immediata sollecitudine, alla revoca dell'emissione del francobollo, che omaggia il gerarca fascista Italo Foschi a pochi giorni dal centenario dell'omicidio di Matteotti, anche in base alle indicazioni emerse nell'ultima riunione della Consulta;
se non ritenga necessario avviare tutte le procedure di verifica dell'iter relativo all'istruttoria dell'emissione filatelica del fascista Foschi, alla luce del denunciato mancato coinvolgimento della Consulta così come pubblicamente riferito da un suo componente alla stampa.
(4-03161)
ASCARI, MORFINO e FERRARA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il gruppo La Perla, noto per la sua produzione di alta qualità nel settore tessile, sta attraversando una fase critica che rischia di compromettere l'intero anno 2024, con pesanti ripercussioni sulla possibilità di ripresa dell'azienda;
dal giorno 8 aprile 2023, il gruppo La Perla è in attesa di un tavolo con il Ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit) per affrontare e risolvere le complesse problematiche che impediscono il riavvio delle attività produttive;
il 10 maggio 2023 è stata riconosciuta l'amministrazione straordinaria de La Perla Manufacturing, ma ad oggi non si è ancora concretizzata la procedura di attrazione di La Perla Management srl La Perla Italia srl, essenziale per il riavvio delle attività produttive;
la suddivisione del gruppo La Perla in tre aziende (La Perla Manufacturing, La Perla Management srl e La Perla Italia srl) appare agli interroganti fittizia e priva di reali motivazioni industriali, come dimostrato dai fatti;
si è ancora in attesa di definizione il protocollo che deve raccordare le procedure italiane con quella inglese, definendo parametri e modalità di vendita congiunta degli asset del gruppo La Perla, del responso sulla procedura di attrazione, necessario per rendere sostanziale il riconoscimento dell'amministrazione straordinaria, della definizione del comitato dei creditori in La Perla Management; lo sblocco dei finanziamenti è necessario per il progressivo ripristino delle produzioni, come la riattivazione della rete vendita sia retail che wholesale, fondamentale per non perdere il mercato esclusivo costruito in decenni di attività, nonché un confronto con il Ministero delle imprese e del made in Italy per gestire le tematiche lavorative e produttive connesse alla riattivazione, essendo insufficienti i soli incontri tecnici con le procedure legali –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali iniziative intenda adottare per accelerare l'apertura del tavolo di confronto richiesto dal gruppo La Perla e con quali tempistiche preveda per la sua convocazione;
quali iniziative di competenza intenda intraprendere per definire tempestivamente il protocollo di raccordo tra le procedure italiane e quelle inglese, essenziale per la vendita congiunta degli asset del gruppo La Perla;
se sia possibile fornire elementi circa una tempistica precisa per la definizione del responso sulla procedura di attrazione, indispensabile per rendere effettivo il riconoscimento dell'amministrazione straordinaria;
quali siano gli ostacoli che impediscono lo sblocco dei finanziamenti necessari per il ripristino delle produzioni e come il Ministro interrogato intenda superarli;
quali iniziative di competenza intenda intraprendere per favorire la riattivazione della rete vendita del gruppo La Perla, evitando così la perdita del mercato costruito in decenni di attività;
se non ritenga opportuno coinvolgere attivamente le rappresentanze delle lavoratrici del gruppo La Perla nel confronto con il Ministero delle imprese e del made in Italy, al fine di affrontare in modo serio e concreto le dinamiche produttive e di settore, assicurando una ripresa sostenibile delle attività dell'azienda.
(4-03163)
ALESSANDRO COLUCCI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
la direttiva (UE) 2022/2380 del Parlamento europeo e del Consiglio, che modifica la direttiva 2014/53/UE, disciplina l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relativamente alla messa a disposizione sul mercato di apparecchiature radio;
negli ultimi anni il mercato dei prodotti ricondizionati ha conosciuto un'ampissima diffusione, in virtù anche della esponenziale e sentita attenzione alle materie legate alla sostenibilità ambientale, canalizzando sempre con maggiore attrattiva il mercato dei consumatori verso l'acquisto di prodotti di seconda mano;
il 90 per cento delle aziende che lavorano nel settore dei cosiddetti «ricondizionati» in tutta Europa importa i prodotti da mercati extra UE, attesi i grossi ostacoli tuttora esistenti nella catena di approvvigionamento dei pezzi sul mercato europeo;
la direttiva UE 2022/2380 intende armonizzare le legislazioni degli Stati membri relativamente alla messa a disposizione sul mercato di apparecchiature radio, prevedendo, in particolare, che tutti i dispositivi ivi menzionati (allegato I bis della direttiva) immessi sul mercato dell'Unione europea per la prima volta a far data dal 28 dicembre 2024 dovranno avere un connettore di ricarica USB - Type C;
l'interpretazione del dettato normativo – con particolare riferimento al concetto di «immissione sul mercato per la prima volta» – estende i suoi effetti in modo considerevole sul mercato dei prodotti ricondizionati e delle aziende che vi operano, dal momento che moltissimi dei prodotti importati (poi sottoposti al processo di rigenerazione, ricondizionamento e vendita) hanno la presa di ricarica lightning –:
se sia corretto ritenere che un modello di dispositivo importato e venduto sul mercato europeo prima del 28 dicembre 2024, potrà essere oggetto di nuova importazione, anche successivamente a tale data, anche in assenza del connettore di ricarica USB - Type C;
se sia corretto interpretare la definizione di fabbricante come «qualsiasi persona fisica o giuridica che modifica un prodotto già immesso sul mercato» come si evince dal Regolamento (UE) 2019/1020 sulla vigilanza del mercato e sulla conformità dei prodotti;
se non ritenga opportuno promuovere una deroga di 18 o 24 mesi nell'introduzione dell'obbligo del connettore di ricarica USB - Type C, permettendo così alle nostre aziende di non subire effetti impattanti sul mercato che potrebbero portare anche alla chiusura di molte attività e vanificare il regime di sostenibilità e circolarità.
(4-03164)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
MAERNA, DE CORATO, MANTOVANI e PELLICINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 30 marzo 2008 è stata inaugurata la superstrada SS 336 Malpensa-Boffalora, collegamento fra la statale 527 Bustese e l'ex statale 11 Padana superiore con il raccordo per l'autostrada Milano-Torino, un'opera di strategica importanza, lunga 18, 6 chilometri) che collega l'aeroporto di Malpensa al casello di Marcallo-Mesero della A4 Milano-Torino e all'ex strada statale 11 Padana Superiore a Magenta;
negli anni tale arteria stradale è divenuta la principale linea di comunicazione viaria tra l'aeroporto di Malpensa, che ha recentemente riaperto anche il Terminal 2, l'autostrada Milano-Torino e l'area metropolitana di Milano;
a causa della mancanza di spartitraffico nella parte iniziale dell'infrastruttura, che insiste sul territorio della città di Magenta e più esattamente dal chilometro 28+050 (Magenta) e fino al chilometro 25+840 (nella città di Mesero), da diversi anni si verificano gravissimi incidenti, con cadenza ormai regolare, che causano la morte di automobilisti e motociclisti, oltre a provocare gravi menomazioni, la perdita di arti e indurre a condizione di disabilità grave o permanente un numero altrettanto elevato di persone, come riportato puntualmente dai rapporti della polizia stradale di Magenta, dei carabinieri e dei comandi di polizia locale;
la gestione e la manutenzione della Strada statale 336 sono demandate ad ANAS Spa –:
se non ritenga di intervenire con urgenza per tutelare, mediante lavori di messa in sicurezza del tratto sopra indicato, l'incolumità e la salute delle migliaia di persone che ogni giorno percorrono la strada di cui in premessa.
(5-02633)
INTERNO
Interrogazione a risposta scritta:
ASCARI, D'ORSO, BARZOTTI, IARIA, PENZA, ALFONSO COLUCCI, CAPPELLETTI, BALDINO, FRANCESCO SILVESTRI, TORTO, CARMINA, ALIFANO e CHERCHI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il giorno 9 luglio 2024, durante una manifestazione pacifica organizzata dal movimento ambientalista Extinction Rebellion (XR Bologna) in Piazza Maggiore a Bologna contro il G7 Scienza e Tecnologia, una ventina di manifestanti sono stati fermati dalle forze dell'ordine e portati in questura;
tra i manifestanti fermati, una ragazza ha denunciato di aver subito un trattamento degradante durante una perquisizione in questura;
secondo il suo racconto, sarebbe stata costretta a spogliarsi e a piegarsi in un bagno sporco e maleodorante, sotto gli occhi di un agente di polizia, senza che venissero fornite adeguate spiegazioni e senza che fosse rispettato il suo diritto di essere assistita da un avvocato o da una persona di fiducia;
la rappresentante legale di Extinction Rebellion ha dichiarato che perquisire una persona in tale modo non è prassi standard, ma una procedura discrezionale basata su valutazioni specifiche, ritenendo il trattamento subito dalla manifestante ingiustificato e degradante;
la manifestante ha inoltre denunciato la presenza di falsità nel verbale redatto dopo l'evento, in cui si afferma che le sarebbe stato chiesto se volesse essere assistita da un avvocato o da una persona di fiducia durante la perquisizione e che lei avrebbe risposto negativamente, cosa che lei nega categoricamente;
la manifestazione di protesta si è svolta in modo pacifico e non violento per evidenziare l'ipocrisia dei Governi nella gestione della crisi ecoclimatica, e durante la stessa gli agenti della Digos avrebbero minacciato arresti e utilizzato metodi coercitivi nei confronti dei manifestanti, come spintoni e tentativi di cancellare i video documentativi;
i manifestanti trattenuti in questura sarebbero stati tenuti per oltre sette ore senza ricevere cibo e acqua, e sarebbero stati rilasciati intorno all'una di notte con accuse come «delitto tentato» e «violenza privata» –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali siano le motivazioni che hanno giustificato il trattamento descritto dall'attivista di Extinction Rebellion durante il fermo in questura, e se ritenga che tali pratiche siano state condotte conformemente alle normative vigenti e nel rispetto dei diritti delle persone fermate;
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per verificare l'esistenza di eventuali abusi o comportamenti impropri da parte delle forze dell'ordine durante la manifestazione e il fermo dei manifestanti;
se non ritenga necessario avviare un'indagine interna in relazione ai fatti esposti in premessa anche al fine di prendere i provvedimenti di competenza in caso di abusi e di falsità documentali;
quali iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire che le procedure di perquisizione e trattenimento in questura rispettino sempre i diritti e la dignità delle persone fermate, evitando trattamenti degradanti e umilianti;
se non sia opportuno rafforzare la formazione delle forze dell'ordine in merito al rispetto dei diritti umani e delle procedure legali durante le operazioni di fermo e perquisizione, al fine di prevenire episodi simili in futuro.
(4-03156)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta scritta:
FRIJIA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
il PNRR riserva all'istruzione una quota consistente di risorse con 20,09 miliardi di euro destinati ai servizi per l'infanzia, scuole e università;
il PNRR istruzione ha previsto finanziamenti specifici per miglioramenti infrastrutturali, digitalizzazione della didattica e sviluppo delle competenze: si tratta di un'opportunità unica per restituire dignità e qualità alle scuole italiane, intervenendo su molte criticità di cui il nostro sistema educativo soffre da decenni, motivo per cui è importante che queste risorse vadano spese nel modo più efficace, rispettando tempi e regole del PNRR;
la Missione 4 è interamente dedicata all'istruzione e ricerca, prevedendo, in particolare, quasi 4 miliardi di euro per un piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell'edilizia scolastica;
secondo il XIII Report «Ecosistema Scuola» di Legambiente, «Gli edifici scolastici del Sud, insieme a quelli delle Isole e del Centro, hanno mediamente necessità di interventi urgenti per una scuola su due, a fronte delle scuole del Nord che ne necessitano solo nel 21,2 per cento dei casi. In Sicilia e Calabria ben una scuola su tre ha necessità di interventi urgenti di manutenzione» –:
quale sia lo stato di avanzamento degli investimenti PNRR istruzione, con particolare riguardo alla messa in sicurezza e riqualificazione dell'edilizia scolastica e alla costruzione di nuove scuole.
(4-03160)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
SCOTTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
con decreto del Ministro interrogato, datato 30 maggio 2024, a decorrere dal 1° giugno 2024 è stato nominato direttore generale dell'Inail il dottor Marcello Fiori;
stante il perdurante e inaccettabile bilancio di decessi e di infortuni sul lavoro, la delicatezza della funzione dell'istituto rappresenta una priorità per il Paese e necessita delle migliori energie professionali e tecniche;
nel lungo curriculum del dottor Fiori si evidenziano molteplici esperienze con ruoli dirigenziali in diverse amministrazioni, ma nessuna esperienza diretta o indiretta nelle attività istituzionali dell'Inail;
il dottor Fiori assurse agli onori delle cronache a decorrere dal febbraio 2009, in relazione alla «sfortunata» esperienza in qualità di commissario ad hoc per la realizzazione di interventi di «Restauro e sistemazione per spettacoli del complesso dei teatri in Pompei Scavi»;
a seguito della denuncia del presidente dell'Osservatorio archeologico pompeiano si segnalavano evidenti stravolgimenti dello stato originario, soprattutto della cavea che, come da documentazione fotografica allegata, risultava completamente costruita ex novo con mattoni in tufo di moderna fattura;
oltre alle contestazioni sulle modalità di intervento, la Corte dei conti constatò che dall'originario costo preventivato di 449.882 euro più Iva si arrivò a oneri di intervento pari a oltre 5,7 milioni di euro. Cui si aggiunsero oneri singolari come i 102.963 euro per il censimento di 55 cani randagi presenti tra gli scavi o i 55 mila euro spesi per l'impianto di vigne «antiche»;
il procedimento penale sulla vicenda ha registrato l'assoluzione degli imputati, tra cui anche il dottor Fiori. Nel maggio 2023, il tribunale di Torre Annunziata, quattordici anni dopo lo scandalo, ha preso atto della prescrizione dei relativi reati;
nel richiamato curriculum, disponibile sul sito della Presidenza del Consiglio, non risulta indicato il suddetto incarico di commissario per l'area archeologica di Pompei;
in ambito diverso dalla pubblica amministrazione, il dottor Fiori ha contestualmente ricoperto l'incarico di responsabile per gli enti locali per il partito di Forza Italia e, successivamente, di commissario regionale nella regione Marche per la stessa formazione politica;
la rilevanza sociale della funzione dell'Inail non può essere messa in dubbio con soluzioni organizzative che rischiano di comprometterne la credibilità –:
se sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e se non ritenga di dover rivedere la decisione di conferimento di un incarico di tale delicatezza.
(5-02634)
SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
GIRELLI. — Al Ministro della salute, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il comparto italiano dei dispositivi medici si distingue per una particolare ampiezza, trasversalità e complessità e per una elevata differenziazione di mercato, filiera e prodotto che è particolarmente evidente per la destinazione d'uso finale dei dispositivi stessi, che sono a loro volta presi in considerazione in maniera diversa se destinati al Ssn o al mercato privato;
i primi sono sottoposti a dinamiche di controllo della spesa pubblica nonché di supervisione medica mentre i secondi allargano il perimetro del settore fino a travalicare i confini dell'odontoiatria, della cosmetica e dell'ottica;
il settore dei dispositivi medici ha come origine regolatoria il regolamento europeo per i dispositivi medici (regolamento UE 2017/745 – MDR), e il regolamento europeo per i dispositivi medico diagnostici in vitro, (regolamento UE 2017/746 – IVDR);
la procedura di adeguamento dell'ordinamento nazionale alle disposizioni sopra ricordate è stata concretizzata con la pubblicazione dei decreti legislativi n. 137 del 2022 e n. 138 del 2022 il 13 settembre 2022 ed ha visto una impostazione maggiormente restrittiva rispetto a quanto richiesto dalla disciplina comunitaria, scelta che pone di fatto le imprese che operano nel nostro Paese in condizioni di svantaggio competitivo sul mercato europeo e internazionale;
appare, in particolare, di difficile comprensione e, a parere dell'interrogante anche distorsiva del principio della libertà d'impresa e concorrenzialità, la disciplina della pubblicità dei dispositivi, sulla quale il regolamento MDR si limita a fornire indicazioni di principio che mettono al centro la priorità di corretta informazione e trasparenza, mentre il decreto legislativo n. 137 del 2022 interviene con una lista di divieti espressi e con procedura burocratica di autorizzazione preventiva imposta su tutti i casi che non rientrano nei divieti e su ogni singolo messaggio pubblicitario destinato al consumatore finale;
tale situazione appare essere fattore di limitazione della competitività italiana rispetto agli altri Paesi Ue e oltreoceano e rappresenta anche un elemento di incertezza e di rischio per le imprese, le quali assistono spesso ad interventi correttivi sui messaggi che ottengono l'effetto opposto a quello alla base della norma, proprio in un settore che richiede profili di trasparenza, corretta e completa informazione dei consumatori che devono essere messi nella condizione di effettuare scelte consapevoli tra prodotti simili;
a quanto sembra, molte delle motivazioni che hanno portato a decisioni così restrittive sarebbero dovute ad una traslazione praticamente automatica nel settore dei dispositivi medici di quanto previsto per i farmaci, con la volontà di limitarne l'abuso;
appare difficile comprendere la ratio di questa scelta, dato che nei dispositivi medici non vi può essere nessun rischio di abuso, mentre per i rischi quelli connessi all'utilizzo sono ampiamente prevenuti dalle etichette e dalle norme propedeutiche alla marcatura CE –:
se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative di competenza volte a promuovere momenti di confronto e consulto delle associazioni di categoria rappresentative del settore dispositivi medici, anche in considerazione delle linee guida previste dall'articolo 26, comma 5, del decreto legislativo n. 137 del 2022, non ancora pubblicate;
se, non ritengano di adottare iniziative di competenza per promuovere misure di semplificazione della procedura autorizzativa, ritenendo, per esempio, automaticamente autorizzato l'utilizzo di informazioni previamente autorizzate nella documentazione di marcatura CE, ivi incluse quelle riportate su etichetta, imballaggio, istruzioni, manuali d'uso, tramite autocertificazione delle imprese a fronte del saldo delle tariffe dovute;
se, infine, non ritengano di promuovere iniziative di competenza per concentrare le risorse e le strutture del Ministero della salute dedicate alle procedure autorizzative alla effettuazione di un più efficace controllo ex post delle iniziative promozionali e pubblicitarie presenti sul mercato, anche al fine di contrastare, per quanto di competenza, eventuali condotte sleali.
(5-02636)
Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Maerna ed altri n. 4-01384 del 21 luglio 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02633.
ERRATA CORRIGE
Interrogazione a risposta immediata in assemblea Zanella e altri n. 3-01341 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 326 del 16 luglio 2024. Alla pagina 9199, prima colonna, alla riga diciottesima, deve leggersi: "ZANELLA, GRIMALDI, BONELLI, FRATOIANNI,", e non come stampato.