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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 18 luglio 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni III e XI,

   premesso che:

   il 1° dicembre 2023 è entrato in vigore l'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale siglato a Roma il 18 giugno 2021, che contiene disposizioni in materia di presentazione delle domande di pensione ed esportabilità delle pensioni e delle rendite di infortunio e malattia professionale erogate, per l'Italia, rispettivamente dall'Inps, dall'Inail, e per la Repubblica di Moldova dalla Cassa nazionale delle assicurazioni sociali (Cnas);

   l'Accordo non contiene disposizioni in materia di totalizzazione dei periodi assicurativi ai fini pensionistici, bensì prevede il mero obbligo da parte delle strutture territoriali Inps di inviare alle istituzioni moldave le domande di pensione in regime nazionale moldavo, quindi a carico di una istituzione estera, presentate dagli interessati residenti e/o domiciliati in Italia;

   tenuto conto che l'Accordo non prevede la totalizzazione dei periodi assicurativi ai fini pensionistici, continua a trovare applicazione, per quanto riguarda la pensione italiana maturata da parte dei cittadini della Repubblica di Moldova, l'articolo 22, comma 13, del decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286, come sostituito dall'articolo 18, comma 1, della legge 30 luglio 2002, n. 189, il quale dispone che, in caso di rimpatrio, il lavoratore extracomunitario, con anzianità contributiva dal 10 gennaio 1996, può conseguire la pensione di vecchiaia al raggiungimento del requisito anagrafico richiesto per tale trattamento pensionistico, adeguato alla speranza di vita (pari, per il biennio 2023-2024, a 67 anni), anche in deroga ai requisito minimo di 20 anni di contribuzione;

   la mancanza della clausola di totalizzazione dei periodi assicurativi ha tuttavia un notevole impatto negativo per i cittadini della Repubblica di Moldova che hanno lavorato in Italia, perché impedisce ai predetti lavoratori senza un periodo contributivo minimo di 15 anni nella Repubblica di Moldova di accedere al diritto alla pensione;

   se il lavoratore non ha completato il periodo contributivo di almeno 15 anni sul territorio della Repubblica di Moldova per poter beneficiare della pensione, il periodo contributivo svolto sul territorio italiano non verrà preso in considerazione ai fini della determinazione di tale pensione e conseguentemente i lavoratori che non hanno accumulato il periodo contributivo necessario riceveranno solamente un'indennità statale;

   tale disciplina potrebbe escludere dall'accesso alla pensione la maggioranza dei cittadini moldavi che hanno lavorato in Italia;

   in linea con la raccomandazione rivolta dalla Commissione europea all'Italia di siglare accordi bilaterali in ambito sociale per far avanzare più rapidamente l'integrazione europea, da ultimo, il 6 febbraio 2024, è stato firmato un Accordo in materia di sicurezza sociale tra Italia e Albania che 7 prevede all'articolo 11 la possibilità di totalizzazione dei periodi assicurativi, e pertanto analoga misura andrebbe prevista a favore dei lavoratori della Repubblica di Moldova;

   l'Italia ospita la più numerosa comunità moldava all'estero, con circa 120.000 cittadini moldavi, cui si aggiungono altri 23.000 che hanno acquisito la cittadinanza italiana; si stima peraltro che i residenti moldavi siano in realtà almeno il doppio (circa 300 mila), essendo molti di essi titolari anche di passaporto romeno;

   appare necessario pertanto prevedere anche per i lavoratori moldavi la possibilità di totalizzazione dei periodi assicurativi, in modo da riconoscere ai medesimi lavoratori la piena esportabilità delle prestazioni pensionistiche;

   l'Accordo prevede inoltre che le domande per la concessione della pensione italiana da parte dei cittadini della Repubblica di Moldova che hanno lavorato in Italia debbano essere presentate in Italia direttamente all'istituzione italiana competente (Inps) – anche utilizzando il canale telematico – facendo eccezione le richieste di prestazioni italiane per infortuni sul lavoro e malattie professionali, che possono essere presentate tramite l'istituzione moldava competente;

   pertanto, per richiedere la pensione italiana, i cittadini della Repubblica di Moldova che hanno lavorato in Italia e che sono rientrati nella Repubblica di Moldova, qualora, come spesso accade, non siano in grado di utilizzare il canale telematico per la scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali o per la particolare difficoltà della pratica, dovrebbero recarsi in Italia per presentare la domanda e i documenti necessari ad ottenere e stabilire la pensione; in tal modo l'accesso dei cittadini della Repubblica di Moldova alle pensioni maturate in Italia è reso difficile e limitato, dati i costi elevati della pratica e l'età avanzata dei soggetti interessati,

impegnano il Governo

ad intraprendere ogni iniziativa utile a modificare ed integrare l'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale al fine di prevedere che:

  a) ai fini dell'acquisizione, del mantenimento o del recupero del diritto alle prestazioni pensionistiche, previste dal medesimo Accordo, i periodi di assicurazione o equivalenti, compiuti in virtù della legislazione di uno Stato contraente, possano essere totalizzati, se necessario, con i periodi di assicurazione o equivalenti, compiuti ai sensi della legislazione dell'altro Stato contraente, sempre che non si sovrappongano;

  b) le domande da parte dei cittadini della Repubblica di Moldova che hanno lavorato in Italia per la concessione della pensione italiana possano essere presentate all'istituzione italiana competente (Inps) per il tramite dell'istituzione moldava competente, che provvederà a trasmettere senza indugio le medesime domande e le relative informazioni, unitamente ai documenti rilevanti, all'Inps.
(7-00239) «Tremonti, Rizzetto, Caiata».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   ZANELLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 2, comma 2 del decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16, come sostituito dal comma 3 dell'articolo 34 del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115 convertito con legge 142 del 2022, prevede che la Fondazione Milano-Cortina 2026, costituita in data 9 dicembre 2019 ai sensi dell'articolo 14 del codice civile, svolga tutte le attività di gestione, organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi relativi ai Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026;

   la Fondazione è amministrata esclusivamente da un consiglio di amministrazione, composto da 14 membri, di cui 7 nominati d'intesa dal Coni e dal Comitato italiano paralimpico, uno dei quali con funzioni di presidente, 6 nominati d'intesa dalla regione Lombardia, dalla regione Veneto, dalle province autonome di Trento e Bolzano, dal comune di Milano e dal comune di Cortina d'Ampezzo e 1 con funzioni di amministratore delegato, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;

   la Fondazione è un ente avente personalità giuridica che implica la separazione del suo patrimonio da quello dei suoi amministratori, condizione regolata dal decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361 che all'articolo 1 stabilisce come, ai fini del riconoscimento, sia necessario un patrimonio adeguato alla realizzazione dello scopo;

   lo statuto della Fondazione Milano-Cortina 2026, approvato con l'atto costitutivo il 9 dicembre 2019, proprio per recepire il principio dell'adeguatezza, vincolerebbe a 50 mila euro il patrimonio minimo, al di sotto del quale, in caso di perdite, il consiglio di amministrazione è chiamato, senza indugio, a deliberare quanto necessario per la sua integrazione sino al suo ripristino o, in caso contrario, deliberare la trasformazione, fusione o scioglimento della Fondazione con la cessazione di ogni attività;

   secondo quando si apprende da organi di stampa nel 2020 la Fondazione, nonostante avesse perso 6.264.081 euro, senza che fosse deliberato alcun provvedimento d'integrazione del patrimonio, ha continuato la sua attività. Nel 2021 avrebbe perso ulteriori 21.217.315 euro e nel 2022 altri 54.784.542 euro. Il 17 gennaio 2023, prima di ufficializzare con il bilancio, la perdita del 2022, la disposizione a garanzia della presenza del patrimonio minimo sarebbe stata eliminata con una modifica dello statuto. Infine nel 2023 si sarebbe registrata un'ulteriore perdita di 33.725.504 euro, con un totale di deficit patrimoniale cumulato pari a 107.800.743 euro;

   la recente memoria del procuratore della Corte dei conti del Veneto, nel porre in evidenza tale deficit patrimoniale cumulato al 31 dicembre 2023, rileva come la Fondazione continui ad operare in condizioni di deficit patrimoniale in costante peggioramento, senza che si ravvisino elementi di certezza sull'eventuale capacità di miglioramento economico dal business plan 2024-2026, redatto dalla stessa Fondazione, che soffre ad oggi di una certa aleatorietà sulla effettiva capacità di far fronte alle obbligazioni finora assunte e ai costi già sostenuti;

   i debiti finali, in buona sostanza, rischiano di finire tutti a carico dello Stato italiano e degli enti territoriali coinvolti nella gestione dei Giochi olimpici 2026, il che fa della Fondazione un organismo che sicuramente riversa nel pubblico le conseguenze delle sue azioni –:

   se il Governo non ritenga urgente fornire chiarimenti al Parlamento sulla situazione di grave deficit della Fondazione Milano-Cortina 2026, quali iniziative, per quanto di competenza, siano state assunte in ordine all'operato del consiglio di amministrazione della Fondazione e alle ricadute economiche che tale gestione rischia di produrre sul bilancio dello Stato e sugli enti territoriali coinvolti nella gestione dei Giochi, per onorare gli impegni assunti dall'Italia in sede internazionale, considerato che, come previsto dalla disciplina vigente dal funzionamento del Comitato organizzatore, non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
(3-01343)

Interrogazione a risposta scritta:


   BORRELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   con decisione di contrarre n. 11 del 13 febbraio 2024 il Commissario straordinario del Governo per il risanamento e la riqualificazione funzionali al territorio del comune di Caivano dispone un piano di indagini propedeutiche alle attività di riqualificazione e realizzazione del Nuovo Polo della Cultura nel sedime dell'ex auditorium di Viale Necropoli;

   l'immobile del Caivano Arte, in disuso da tempo, era stato privato di infissi, cablature, sistemi di protezione e di sorveglianza e interi impianti tecnologici. Dunque era da ristrutturare così come da piano straordinario del commissario redatto in funzione del cosiddetto Decreto Caivano del 15 settembre 2023;

   con decisione di contrarre n. 4 del 1° dicembre 2023 il commissario dispone l'affidamento diretto dei servizi di ingegneria e architettura finalizzati alla redazione dei necessari studi preliminari ed analisi costi-benefici per gli interventi urgenti di bonifica, risanamento, ripristino, completamento, adeguamento, riqualificazione dell'Auditorium ad uno studio di ingegneria per una somma di 61.779,64 euro I.V.A. compresa;

   inizialmente l'intenzione era quella di ristrutturare il teatro, ma, come si legge nella decisione a contrarre n. 4, «durante l'esecuzione delle opere di bonifica è stata messa in evidenza una copiosa perdita di acqua persistente da diverso tempo, infiltrante le strutture del manufatto, risolta dal Genio militare che ha anche provveduto a drenare l'acqua dispersa nelle sottostrutture mediante l'impiego di pompe idrovore e che, quindi, non possano escludersi ulteriori danni all'edificio»;

   risulta all'interrogante che questa copiosa perdita d'acqua non è mai stata segnalata in precedenza, né tanto meno il Commissario o il Genio Civile hanno mai reso edotta la cittadinanza di questo problema;

   con decisione a contrarre n. 16 del 5 aprile 2024 si decide di affidare, sempre in maniera diretta e con urgenza, un servizio di ingegneria per l'acquisizione della relazione geologica relativa all'area di sedime dell'ex Teatro per una cifra di euro 17.378,84 I.V.A. compresa;

   nella decisione a contrarre del Commissario del 7 maggio 2024, dove si affidano sempre in maniera diretta e urgente per una cifra di euro 782.092,40 all'impresa Ecorif S.r.l. il servizio di demolizione dell'ex auditorium e conferimento a discarica dei rifiuti propedeutico alla realizzazione del Nuovo Polo della Cultura, si legge che: «dall'analisi costi-benefici qualitativa, relativa alla valutazione concernente il mantenimento e la riqualificazione della preesistente struttura, è emerso che l'attuale edificio che ospitava l'ex teatro Caivano arte, presenta ... un degrado repentino e profondo ed essendo peraltro i pochi impianti tecnologici superstiti, comunque, non più a norma, risulta essere inservibile per l'utilizzo originariamente previsto.»;

   il 15 maggio 2024 si affida il servizio di Ingegneria per l'acquisizione del progetto di fattibilità tecnico economica del Nuovo Polo della Cultura di nuovo allo Studio di Ingegneria alla cifra di euro 677.042,05 I.V.A. compresa;

   se a tutto questo si aggiungono euro 34.160,00 per la fornitura di un nebulizzatore per il controllo e l'abbattimento delle polveri ed euro 104.615,00 per l'affidamento diretto del servizio di ingegneria per l'effettuazione delle prove di carico sui pali di fondazione nonché di altre indagini strutturali necessarie alla redazione del progetto esecutivo del Nuovo Polo della Cultura, si arriva ad un totale di euro 1.703.278,54, per cui restano euro 1.416.267,86 per la nuova costruzione –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non ritenga utile approfondire il fatto che si spendono più soldi per analisi, indagini e abbattimento che per la costruzione del nuovo immobile.
(4-03166)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   FURGIUELE. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel pieno dell'inizio della stagione estiva purtroppo si registra ancora una grave situazione di mare sporco lungo il litorale lametino;

   da giorni infatti molti bagnanti stanno segnalando con estrema preoccupazione, anche attraverso foto e video, un mare non proprio limpido che presenta per grandi estensioni persistenti chiazze verdi, marrone e a tratti anche bianche, non solo nella zona del Cafarone e della Marinella, ma anche nella zona di Pesci e Anguille a Gizzeria;

   tale colorazione verde delle acque marine arriva fino a tre metri dalla battigia impedendo a migliaia di famiglie di potersi bagnare in queste giornate torride;

   le proteste che ne sono seguite sono la manifestazione di un disagio palpabile che rischia di mettere in ginocchio la salubrità ambientale e la microeconomia lametina della zona e quella delle realtà limitrofe ad essa. La sofferenza degli operatori turistici, dei commercianti e della popolazione è più che comprensibile;

   le rassicurazioni riguardanti fioriture algali o esami che garantiscono la balneabilità del mare non sono più sufficienti;

   bisogna porre la massima attenzione alla corretta gestione della rete fognaria di tale zona, trascurata nei decenni precedenti, affinché si possa garantire il miglior stato di salute del mare, e risolvere definitivamente i casi in cui non vi è stato un collettamento ottimale e, purtroppo, anche casi di sversamenti illegali;

   è chiaro che bisogna fare di più, in modo particolare sotto il profilo delle risorse da dare agli enti locali perché gli stessi possano migliorare i sistemi che consentano una efficiente gestione delle acque nere distinte da quelle bianche e intensificare una troppo carente cultura del rispetto ambientale del mare –:

   se il Ministro interrogato non intenda, per quanto di competenza, istituire un tavolo di controllo e sicurezza con la partecipazione di esperti da parte del Ministero, dell'Ispra nonché degli enti territoriali locali per approfondire i fenomeni esposti in premessa, chiarire ai cittadini le cause e le eventuali conseguenze, adottare le iniziative di intervento risolutive e valutare le risorse necessarie.
(4-03168)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SCOTTO, FOSSI, GIANASSI, SIMIANI e DI SANZO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il 12 luglio 2024, le organizzazioni sindacali Filcams Cgil Firenze, Uiltucs Toscana ed Rsu Opera Laboratori Fiorentini, hanno comunicato «che – tramite provvedimento del direttore generale Musei presso il Ministero della cultura Massimo Osanna nonché direttore ad interim di Accademia e Bargello – la concessione (per i servizi di biglietteria, accoglienza a sorveglianza per il Museo del Bargello e afferenti, nonché della Galleria dell'Accademia) risulta revocata e il sistema di bigliettazione passerà dal prossimo primo novembre, per intero, sulla piattaforma “Ad Arte”, e anche i servizi di controllo accessi e accoglienza non saranno più gestiti da Opera Laboratori Fiorentini»;

   le organizzazioni sindacali hanno immediatamente stigmatizzato il mancato coinvolgimento nel radicale cambiamento organizzativo nella gestione di alcuni servizi dei suddetti musei perché non è chiaro quali siano le intenzioni della direzione dei musei circa la concreta sorte delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati;

   la risposta del direttore generale della Direzione generale dei Musei, Massimo Osanna, che ha inviato la comunicazione nella veste di Direttore ad interim della Galleria dell'Accademia e del Museo del Bargello e suoi afferenti, non può ad avviso degli interroganti soddisfare i dubbi sul rapporto contrattuale con la forza lavoro che si dichiara di voler completamente riassorbire;

   risultano infatti generiche le affermazioni per cui «è interesse dell'Amministrazione garantire, senza soluzione di continuità, tutti i servizi oggetto della suddetta concessione, senza pregiudicare gli interessi ed i diritti dei lavoratori, che, come già dimostrato in recenti analoghe circostanze, rappresentano una priorità per questa Direzione»;

   non sembrano chiare quali queste analoghe e precedenti circostanze cui si riferisce il direttore Osanna e in che misura siano comparabili con le condizioni contrattuali di primo e secondo livello delle lavoratrici e dei lavoratori attualmente impiegati nei servizi aggiuntivi della Galleria dell'Accademia e dei Musei del Bargello e suoi afferenti di Firenze;

   non è peraltro ufficialmente citata, o nota, nemmeno la società che sostituirebbe l'attuale concessionario e che dovrebbe riassorbire le maestranze, qualificabili come eccellenze professionali, visti i numeri di accessi che si registrano in quei musei a fronte di una condizione logistica effettivamente problematica per lo svolgimento delle complesse mansioni di lavoro nella bigliettazione e nell'accoglienza, oltre che nel controllo di sicurezza;

   non si capisce per quale motivo, mentre si opera improvvisamente una scelta del genere per musei che vantano ingenti quotidiani accessi come i complessi di Accademia e Bargello, al contempo si bandisca una gara per Pompei e si sia ancora in attesa dell'esito di un'altra gara per la gestione dei servizi aggiuntivi delle Gallerie degli Uffizi, su cui è tutt'ora molto ferma l'attenzione sindacale per il rispetto di un accordo siglato dalla Direzione degli Uffizi con le organizzazioni sindacali, regione Toscana e comune di Firenze –:

   se sia a conoscenza dei fatti narrati e quali siano le intenzioni in merito alla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale nazionale se, come ribadito dallo stesso Osanna «in aderenza alla legge, i singoli istituti sono liberi di scegliere tra una gestione diretta e una gestione esternalizzata»;

   quale attenzione venga rivolta alle professionalità maturate in questi decenni nei servizi aggiuntivi museali, cioè alla qualità, alla stabilità, alla adeguata e certa remunerazione della forza lavoro impegnata;

   per quale motivo il direttore Osanna abbia deciso di utilizzare l'interim sui complessi di Accademia e Bargello al fine di diramare tale perentoria disposizione;

   per quale motivo non si sia almeno avviato un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali sulla sorte dei lavoratori e delle lavoratrici investiti dalla revoca dei servizi di biglietteria, accoglienza a sorveglianza per il Museo del Bargello e suoi afferenti, nonché della Galleria dell'Accademia.
(5-02640)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   MALAVASI. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   come segnalato in una lettera aperta indirizzata da Anffas – Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, ai Ministri interrogati nel dicembre 2022 che, nonostante i solleciti del marzo e settembre 2023, attende ancora riscontro, si vanno consolidando prassi relative all'attuazione della legge n. 6 del 2004 sull'amministrazione di sostegno, nonché analoghe problematiche per i tutori nominati in forza di provvedimenti di interdizione ed inabilitazione, che sono fonte di preoccupazione per le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e i loro familiari;

   numerose sono, infatti, le segnalazioni rispetto all'orientamento che taluni tribunali sembrano avere nel preferire nella nomina ad amministratore di sostegno o tutore non un familiare o una persona che abbia realmente a cuore il benessere della persona amministrata bensì dei tecnici (avvocati e commercialisti, tra l'altro retribuiti), sindaci o amministratori pubblici, tradendo la ratio della legge e penalizzando la stessa persona con disabilità che, invece di essere supportata nelle sue necessità e vedere amministrati correttamente i suoi beni in stretta relazione, anche dal punto di vista affettivo, con il suo amministratore – vede la nomina di un perfetto estraneo che poco o nulla ha a che vedere con la sua qualità di vita, tra l'altro sostenendone i relativi costi;

   si tratta di figure che spesso neppure conoscono le persone di cui si dovranno prendere cura e carico o che si limitano alla sola amministrazione dei loro beni;

   non di rado i familiari si sentono dire dai giudici che data la complessità degli atti (come il rendiconto delle spese) gli stessi non sono idonei a ricoprire tale incarico e ciò ad avviso dell'interrogante lascia emergere un forte pregiudizio ed è fonte di reale discriminazione a danno delle persone con disabilità;

   nella lettera, inoltre, si segnala che il Tribunale di Bologna fa ricadere sulle stesse persone con disabilità i costi di consulenza esterna incaricata della verifica della rendicontazione presentata da tutori e/o amministratori di sostegno: una procedura, questa, che sembra basarsi su un protocollo sottoscritto tra il Tribunale di Bologna e l'Ordine dei commercialisti del febbraio 2022 che prevede, appunto, che il giudice faccia controllare i rendiconti da un commercialista scelto dalla lista degli abilitati presente nel sopracitato protocollo;

   si ritiene grave far ricadere sulle persone con disabilità un costo dovuto a un procedimento interno all'amministrazione del tribunale e che, pertanto, dovrebbe essere a carico dell'amministrazione stessa;

   appare, dunque, urgente la riforma della legge n. 6 del 2004 con cui è stata introdotta nel nostro ordinamento la misura di protezione dell'amministrazione di sostegno, così come già richiesto dallo stesso Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità nelle sue Osservazioni Conclusive al primo rapporto dell'Italia del 2016, in cui viene esplicitamente indicata la raccomandazione di «abrogare tutte le leggi che permettono la sostituzione nella presa di decisioni da parte dei tutori legali, compreso il meccanismo dell'amministratore di sostegno» di emanare e attuare provvedimenti per il sostegno alla presa di decisioni, compresa la formazione dei professionisti che operano nei sistemi giudiziario, sanitario e sociale –:

   se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;

   se non ritenga di adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, affinché i Tribunali sottoscrivano protocolli con le associazioni di categoria che potranno formare ed assistere gli amministratori di sostegno di estrazione familiare non solo sugli aspetti rendicontativi ma anche sulle modalità con le quali, nell'esclusivo interesse delle persone con disabilità oggetto di amministrazione di sostegno, operare al meglio e affinché si proceda alla semplificazione degli adempimenti connessi alle procedure di nomina ma, soprattutto, ai complessi meccanismi rendicontativi e si chiarisca che – nell'eventualità della richiesta di un giudice di avvalersi del supporto di un professionista esterno al proprio ufficio – i costi della consulenza non vadano a ricadere sulle persone con disabilità.
(4-03175)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ROGGIANI e CASU. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob) è stata, istituita con decreto-legge n. 95 dell'8 aprile 1974, convertito con modificazioni dalla legge n. 216 del 7 giugno 1974;

   la Consob è un'autorità amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica e piena autonomia, la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori, all'efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano;

   le funzioni delle autorità indipendenti, quali organi super partes, sono indispensabili per l'equilibrio dei poteri, la buona amministrazione e la tutela dei diritti dei cittadini-consumatori;

   nel suo «Discorso al mercato per il 50° della nascita della Consob», tenuto a Milano il 24 giugno 2024 il Presidente Paolo Savona rilevava che per la Consob «i compiti da svolgere sono cresciuti e l'assolvimento si è complicato» ed aggiungeva che «occorre migliorare efficienza ed efficacia per fronteggiare costi e risultati dell'attività di vigilanza»;

   nel medesimo discorso del 24 giugno 2024 il Presidente della Consob Savona affermava anche la necessità di «alleggerire il peso delle incombenze amministrative», di «introdurre strumenti per deflazionare le procedure sanzionatorie» e di «allineare la responsabilità civile del personale agli ordinamenti esteri più avanzati»;

   alla luce dell'aumento dei compiti da svolgere da parte della Consob e delle criticità riscontrate nell'attività di vigilanza, appare quindi indispensabile intervenire per ottenere in tempi rapidi l'assunzione di nuovo e preparato personale, rispondendo così anche problema della carenza di organico;

   tra gli strumenti per intervenire, sono certamente importanti le graduatorie dei concorsi svolti ed ancora in vigore, come, ad esempio quelle relative al Concorso bandito dalla delibera n. 22247 del 3 marzo 2022, recante l'approvazione del bando di concorso pubblico per l'assunzione di otto laureati, con profilo giuridico, nel segmento professionale di esperto nell'Area manageriale e Alte professionalità del personale di ruolo della Consob, da destinare alle sedi di Roma e di Milano, che ha visto, con delibera n. 22826 del 5 ottobre 2023, l'approvazione delle due graduatorie: quella relativa alla sede di Roma aveva un totale di 14 tra vincitori ed idonei e quella per la sede di Milano 13;

   al riguardo si osserva che la successiva delibera n. 23148 del 12 giugno 2024 ha disposto uno scorrimento parziale delle due graduatorie, coinvolgendo cinque idonei su dieci per la sede di Roma e uno su nove nella sede di Milano –:

   se il Ministro interrogato non intenda, per quanto di competenza e nel rispetto dell'autonomia della Consob, adottare iniziative, anche di carattere normativo, che permettano in tempi brevi il potenziamento dell'organico della Consob con personale formato e qualificato, al fine di sostenere l'efficacia dell'azione dell'ente.
(5-02641)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, il Ministro dell'interno, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   la tratta di esseri umani, punita dall'articolo 601 del codice penale, è una pratica che consiste nel forzare o indurre una persona a fare ingresso o a soggiornare sul territorio per sfruttarla a fini lavorativi, sessuali, nell'accattonaggio, nel compimento di attività illecite o per sottoporla al prelievo di organi;

   in attuazione della direttiva UE 2011/36 il 19 ottobre 2022 il Consiglio dei ministri ha deliberato l'adozione del Piano nazionale d'azione 2022-2025 contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani;

   obiettivi del piano sono: a) formazione continua degli operatori; b) sicurezza e protezione delle vittime, con particolare attenzione alle donne, ai minori e alle categorie vulnerabili; c) contrasto e smantellamento delle strutture criminali;

   il 26 luglio 2023 Save the Children Italia ha pubblicato la 13esima edizione di «Piccoli schiavi invisibili», il rapporto annuale sulla tratta e lo sfruttamento minorile, denunciando le drammatiche condizioni di vita dei minori e delle loro famiglie. Le figlie e i figli dei braccianti agricoli, già vittime di sfruttamento, spesso subiscono lo stesso destino dei genitori e crescono in condizioni di forte isolamento, con difficoltà di accesso alla scuola e ai servizi sanitari e sociali. Molti di loro sono «invisibili» per le istituzioni, non registrati all'anagrafe;

   abbandonano la scuola, spesso a partire dai 12-13 anni, non praticano sport né altre attività ricreative e a volte iniziano già a lavorare nei magazzini, impacchettando frutta e ortaggi destinati alla grande distribuzione, o spruzzano veleno contro i parassiti senza protezioni adeguate;

   in Italia, nel 2021 sono state individuate 757 vittime di tratta, di cui il 53 per cento di sesso femminile e il 35 per cento minori. La tratta a fini di sfruttamento sessuale coinvolge 431 vittime;

   nel 2022, i progetti antitratta hanno valutato 2.517 persone come possibili vittime di tratta e sfruttamento. Il 64 per cento delle persone erano donne, il 33 per cento uomini e il 3 per cento persone transessuali. Almeno 101 erano minori. Nello stesso anno, sono state prese in carico 850 nuove persone da parte dei progetti, di cui il 58,9 per cento sono donne, il 35,3 per cento sono uomini e il 5,8 per cento sono persone transessuali. Tra queste, 14 erano minori al momento dell'inizio del percorso;

   nel 2023 sono state prese in carico dalla rete antitratta 1.666 persone, ma, senza finanziamenti adeguati;

   grazie al lavoro degli enti antitratta, presenti su tutto il territorio nazionale, dal 2000 l'Italia vanta un sistema di contrasto alle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di esseri umani. Di fatto la rete antitratta implementa il programma unico di emersione, assistenza e inclusione sociale di persone che fuoriescono da una situazione di grave sfruttamento;

   oggi però, questi e gli enti non ricevono né un riconoscimento adeguato né pagamenti puntuali per garantire l'accoglienza e il percorso di inclusione dei beneficiari dei programmi. Di regola i rimborsi arrivano anche con un anno di ritardo: oggi su 18 milioni di euro documentati 12 milioni non sono stati ancora pagati. Così si rischia la chiusura degli enti e il blocco del sistema;

   il ritardo nell'erogazione dei fondi sta già causando dei disagi che colpiscono non solo i beneficiari ma anche operatrici e operatori professionali. A pagare maggiormente le spese sono le piccole associazioni che si vedono costrette a chiedere prestiti alle banche con tassi di interessi altissimi;

   secondo il rapporto del Greta, il gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta creato all'interno del Consiglio d'Europa, in Italia i numeri reali delle vittime di tratta sono sottostimati perché le denunce sono poche e le richieste di aiuto sono sempre meno, mentre l'organizzazione delle reti criminali è sempre più capillare ed estesa;

   è auspicabile in oltre aggiornare e integrare altresì il piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato con un programma specifico per aiutare i figli dei lavoratori agricoli vittime di sfruttamento, in collaborazione con il terzo settore e le parti sociali –:

   a fronte dei continui flussi dalle frontiere terrestri e marittime, quali provvedimenti urgenti i Ministri interrogati intendano adottare, ognuno per quanto di competenza, al fine di garantire il funzionamento del Piano nazionale antitratta e il sistema di accoglienza messo in piedi dagli enti del terzo settore garantendo loro il ristoro delle spese e rimborsi documentati secondo le tempistiche indicate dal Piano nazionale antitratta.
(2-00418) «Zanella, Dori».

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   FERRARI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito dell'iniziativa nazionale del Partito Democratico sull'emergenza carceri «Bisogna aver visto», che prevede sopralluoghi negli istituti penitenziari di tutte le regioni, l'interrogante ha effettuato una visita ispettiva, insieme ai consiglieri regionali De Bertolini e Repetto, alla casa circondariale di Bolzano; si tratta di una struttura che si trova in città, risalente a fine 1800 e che non si può che definire fatiscente, che attualmente soffre di una evidente situazione di sovraffollamento, con 125 detenuti presenti a fronte divina capienza regolamentare di 88; inoltre il sottodimensionamento del personale, in particolare di quello educativo e la scarsità di progetti esterni rendono la vita in questo carcere ancor più difficile: la grave carenza di organico della polizia penitenziaria costringe il personale a lavorare in una situazione costantemente insostenibile e rischiosa. Si ritrovano infatti ad operare sotto enorme pressione in 59 unità di personale mentre dovrebbero essere 79;

   va considerato inoltre che all'ostacolo linguistico per il personale amministrativo spesso sopperisce la polizia penitenziaria, che attualmente alloggia in una caserma adiacente in condizioni oltre la norma, che non rendono attrattiva neppure per loro quella sede professionale; ad organizzare le attività trattamentali educative, di lingua, di istruzione, di cucina o di musica, svolte interamente da personale esterno di realtà sociali e formative del territorio, è presente al momento un solo funzionario in distacco da Trento; non ci sono dunque attività lavorative se non quelle interne, alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria, né sono attivi corsi di formazione professionale;

   tale complessivo stato di cose genera una costante condizione di potenziale rischio, che rende al contempo ancora più apprezzabile lo sforzo professionale del personale di ogni ruolo, che riesce a mantenere un clima relazionale attivo e a fare di quel luogo uno dei pochi a non registrare episodi di suicidio;

   un contagio da scabbia interno all'istituto, contenuto dall'amministrazione attraverso il ricovero nell'ospedale cittadino dei detenuti interessati, ha rappresentato un ulteriore aggravio nella tensione della ristretta convivenza, così come i lavori per l'imminente ristrutturazione del tetto e della facciata che rischiano in realtà di appesantire una situazione già compromessa; nell'angusto cortile interno, dove i detenuti escono all'aperto, camminano e giocano a calcetto su un terreno maltenuto con l'asfalto pieno di buche, saranno infatti installati ponteggi per il ripristino della facciata da cui oggi cadono i calcinacci, cosa necessaria, ma occuperanno una parte consistente dell'unica valvola di sfogo esterno, di cui le persone recluse possono godere;

   inoltre si è appreso dalla stampa che, dopo anni di annunci e trattative tra provincia di Bolzano e Ministero della giustizia per la costruzione di un nuovo istituto a Bolzano, il progetto, molto avanzato in partnership pubblico-privato, sia stato dismesso dal Ministero, che ha invece deciso di realizzare un nuovo carcere vicino a Pordenone –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di intervenire sulla grave situazione in cui versa la casa circondariale di Bolzano, in maniera tale da colmare le gravissime carenze di organico nonché destinandole adeguate risorse finanziarie, organizzative e di personale, per restituire così dignità sia al personale sia alle persone detenute;

   se non ritenga urgente predisporre adeguati investimenti al fine di garantire il sostegno a pene alternative e ai progetti per l'inserimento nel mondo del lavoro dei detenuti e per garantire il diritto alla salute dei detenuti e degli internati e un'adeguata prevenzione dei suicidi, nonché se corrispondano al vero le notizie sulla mancata costruzione del nuovo istituto a Bolzano e, qualora così fosse, quali siano le motivazioni rispetto ad una scelta molto pesante per il territorio e quale l'eventuale progetto alternativo di ristrutturazione, nonché la sua copertura finanziaria.
(4-03171)


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   «App», entrato in funzione il 14 gennaio 2024, è l'applicativo unico di gestione del processo penale e civile telematico, per il governo dei flussi procedurali e documentali esterni e interni agli uffici giudiziari (obiettivo PNRR M1C1-38, riforma 1.8);

   App è progettato per consentire a tutti i soggetti abilitati la redazione, la firma digitale e il deposito telematico, nonché tutti i flussi procedimentali, dei provvedimenti. L'applicativo prevede tutte le funzionalità per garantire la redazione di atti nativi digitali, gli scambi telematici bidirezionali tra i diversi uffici giudiziari coinvolti e l'integrazione con i portali (PNdR e Pdp) per la ricezione automatizzata degli atti, dei file multimediali e dei relativi dati strutturati;

   l'interrogante aveva già segnalato, con interrogazione n. 4-02541, le notevoli criticità relative al funzionamento di «App» per risolvere e non compromettere il regolare svolgimento della giustizia italiana: criticità evidenziate anche il 26 gennaio 2024 dai procuratori della Repubblica di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Perugia e dal Csm nella delibera del 13 marzo 2024;

   in risposta all'interrogazione il Ministero, il 24 giugno 2024 affermava, tra l'altro: «il monitoraggio dei flussi telematici attuato fino a tutto il mese di marzo 2024 ha evidenziato che l'applicativo è senz'altro funzionante.... non si disconoscono le preoccupazioni espresse dal CSM nella delibera del 13 marzo 2024...va ribadito che l'applicativo APP, è già stato oggetto, di significative migliorie apportate ai sistemi informatici dal Dipartimento per la transizione digitale della giustizia. Trattasi di correttivi tecnici, taluni in corso di ultimazione......Tuttora si sta attuando una costante verifica delle funzionalità del sistema, anche attraverso l'apporto dei principali uffici di procura che stanno positivamente contribuendo allo sviluppo dell'applicativo nel rispetto dei modelli procedimentali..... Quanto poi all'asserita inidoneità dell'applicativo a garantire la segretezza interna delle notizie di reato va rimarcato che, sebbene in un primo momento ciò si sia effettivamente verificato, le criticità relative alla visibilità del patrimonio informativo gestito dal sistema sono state risolte non appena gli uffici giudiziari hanno provveduto alla corretta profilazione dei soggetti interni abilitati all'accesso»;

   nonostante tutte queste rassicurazioni questa volta a bocciare la fase di sperimentazione è la VII Commissione del Csm in una aggiornata «relazione sullo stato della giustizia telematica» del 17 luglio 2024;

   il cattivo funzionamento di «App» potrebbe avere come conseguenza quella di far saltare l'incasso dei fondi del PNRR tant'è che la VII Commissione del Csm scrive: «Desta grave preoccupazione la scadenza del 1˚ gennaio 2025, quando tutta la fase delle indicazioni preliminari dovrebbe essere gestita telematicamente da App, poiché è gravemente insufficiente e incompleto pur limitato alla fase più semplice e meno cruciale delle indagini preliminari.... L'uso di App ha sinora avuto il risultato di rallentare enormemente la produttività degli uffici, rendendo farraginose e complesse attività processuali in precedenza ben più semplici e spedite»;

   nella relazione si spiega che l'insufficienza della rete internet a reggere il traffico può avere l'effetto di paralizzare l'attività giurisdizionale o renderla più lenta;

   infine, la Commissione del Csm rileva anche rischi di condizionamenti nelle scelte dei magistrati per quel che riguarda i cosiddetti «ignoti seriali», una nuova categoria di procedimenti non rinvenibile in alcuna disposizione codicistica, ossia quelli che possono essere definiti in modo massivo, senza la necessità di redigere singolarmente il provvedimento con la possibilità di apporre una sola volta la firma digitale. Questione che pone problemi che involgono la ripartizione dei poteri tra Ministero e Csm –:

   quali ulteriori iniziative il Ministro interrogato intenda adottare affinché possano essere definitivamente risolte tutte le criticità evidenziate in premessa, anche in riferimento al tema dei cosiddetti ignoti seriali.
(4-03172)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO, CASU e AMENDOLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il signor Anton Gross, nato a Mariupol, Ucraina, e cittadino italiano, ha denunciato tramite social media (Instagram) di aver recentemente ricevuto la sua nuova patente italiana;

   mentre il suo passaporto riporta correttamente come luogo di nascita la dicitura Mariupol (UKR), la sua nuova patente indicherebbe come luogo di nascita Mariupol (RUS);

   Mariupol è stata occupata dalla Russia da maggio 2022, poco dopo l'inizio dell'invasione russa, durante la quale migliaia di civili sono stati feriti e uccisi e sono stati, con ogni probabilità, commessi crimini di guerra;

   le forze occupanti stanno continuando a mettere in campo azioni per cancellare la cultura ucraina nella città –:

   se quanto denunciato dal signor Gross corrisponda al vero;

   per quale ragione il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti abbia rilasciato una patente con la dicitura della nazione occupante invece che della nazione legittima;

   quali provvedimenti il Ministro interrogato intenda adottare per correggere tale errore e prevenire il ripetersi di situazioni simili in futuro;

   se il Ministro interrogato non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza affinché venga garantito il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina anche nei documenti rilasciati in Italia, in linea con la posizione ufficiale del nostro Paese e della comunità internazionale.
(5-02639)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MAGI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Mariupol' città di 280 mila abitanti sulle sponde del Mare d'Azov è situata nell'oblast' di Donec'k e capoluogo dell'omonimo distretto ucraino;

   a seguito della guerra di aggressione operata dal regime di Putin ai danni dell'Ucraina è stata al centro di una violenta battaglia che ha visto scontrarsi per quasi tre mesi le forze armate ucraine e russe le quali si sono assicurate il controllo della città nel maggio del 2022;

   sin dallo scoppio delle ostilità il Governo della Repubblica italiana si è mosso nel solco degli alleati occidentali e ha costantemente sostenuto lo sforzo bellico ucraino sia materialmente sia diplomaticamente, non riconoscendo in alcun modo le conquiste fatte dall'esercito russo così come ha fatto l'intero complesso della comunità internazionale;

   secondo notizie apprese dall'interrogante ad un cittadino italiano di origini ucraine è stato rilasciato un documento di guida nel quale Mariupol' è considerata parte integrante della Federazione Russa;

   sebbene la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni costantemente e apparentemente senza alcun tentennamento abbia sempre ribadito l'ancoraggio occidentale e atlantico del Paese anche per quanto concerne la situazione ucraina, è pur vero che diversi esponenti della maggioranza hanno più volte espresso posizioni distanti da quelle che sono le affermazioni ufficiali dell'Esecutivo;

   su questioni dirimenti quali quella del posizionamento internazionale della Repubblica, giova ricordare, non è possibile avere ambiguità di sorta nel momento in cui si concretizza la palese violazione non soltanto del diritto internazionale così come si è andato a costituire negli ultimi settant'anni, ma dei princìpi fondamentali sui quali si basa il sistema valoriale della nostra Costituzione;

   sebbene la maggioranza abbia votato in Parlamento in maniera coerente con l'indirizzo generale di politica estera espresso dalla Presidente del Consiglio, è evidente a parere dell'interrogante che le ambiguità e i distinguo operati da alcuni esponenti rendono meno univoca la presa di posizione complessiva del Governo, e soprattutto minano la credibilità dell'intero sistema Paese di fronte a «sviste» come quella oggetto del presente atto di sindacato ispettivo –:

   quale sia la ragione di questo errore grossolano e cioè come sia possibile che all'interno di un documento ufficiale rilasciato dal Ministero interrogato venga riconosciuta come un dato di fatto l'invasione e l'annessione di una parte di un Paese sovrano, che il nostro Governo non ha mai riconosciuto e continua a sostenere, in via ufficiale, di non voler riconoscere.
(4-03167)


   BARZOTTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   sussiste un protocollo di intesa tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la regione Lombardia e la regione Emilia-Romagna al fine di garantire la realizzazione del completamento del Ti-BRE (Tirreno Brennero);

   per garantire l'obiettivo previsto dall'articolo 2 «...garantire la realizzazione del completamento del Ti-BRE, garantendo la connessione con l'autostrada A22 anche attraverso la messa a sistema con l'autostrada Cr-Mn e con l'autostrada Cispadana», sarebbe sufficiente collegare l'attuale casello di Terre Verdiane con quello di Reggiolo sulla A22 attraverso il tratto non autostradale della «Cispadana», fatto che viene citato oltre che nello stesso protocollo, anche dalla delibera del Cipe del 22 gennaio 2010 di approvazione del progetto definitivo del 1° lotto del Ti-BRE; tale soluzione costituirebbe già di fatto il «Ti-Bre basso», di collegamento tra l'A1 e l'A15 con la A22, alternativo a quello previsto con l'intersezione alla A22 a Nogarole Rocca; l'articolo 3 del protocollo di intesa prevede che «il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si impegna a trovare con il concessionario dell'autostrada Ti-BRE le modalità che consentano – previo aggiornamento della progettazione definitiva – la realizzazione dell'opera» l'opera in questione è già stata oggetto di una precedente procedura di infrazione da parte della Commissione europea (n. 2006/4419) chiusa nel 2009 con un accordo sottoscritto dal Governo italiano con la Commissione europea; detto accordo, a sanatoria della proroga senza gara della concessione della A15, prevede precisi obblighi in capo al concessionario Autocisa spa in cambio della proroga della concessione al 2031, e tra questi: l'impegno a presentare entro il 31 dicembre 2010 il progetto definitivo dell'intera opera, l'impegno a realizzare l'intera opera con un Piano economico finanziario che prevede il totale autofinanziamento da parte di Autocisa spa, senza nessun tipo di contributo in conto capitale da parte dello Stato – la clausola secondo cui, qualora l'approvazione della progettazione definitiva degli interventi non intervenisse entro i termini prescritti, la scadenza della concessione tornerebbe ad essere quella originariamente prevista –:

   quali siano le modalità con le quali si intenda riavviare il percorso di realizzazione del completamento del raccordo autostradale Tirreno Brennero, nel pieno rispetto dell'accordo sottoscritto dal Governo italiano; con la Commissione europea sopra richiamato, considerando che a parere dell'interrogante per realizzare una continuità tra il Tirreno e il Brennero in vista dell'apertura della nuova galleria ferroviaria di base del Brennero, prevista per il 2032, sarebbe oltremodo più idoneo sospendere la realizzazione del raccordo autostradale Ti-BRE spostando i fondi sui progetti ferroviari all'interno dello stesso corridoio Tirreno Brennero e, in particolare, sulla realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria Pontremolese e sulla tratta ferroviaria Parma-Suzzara-Poggio Rusco-Verona o in alternativa sulla Parma-Piadena-Mantova-Verona, in linea con i dettami europei in termini di consumo di suolo, di inquinamento atmosferico (affinché sia interrotto il contenzioso europeo che prevede multe miliardarie a carico del nostro Paese) ed in termini trasportistici con il passaggio di una quota consistente di trasporto merci dalla gomma al ferro.
(4-03174)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ONORI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 48 della Costituzione recita che: «La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività»;

   come sancito dall'articolo 3 del decreto-legge 24 giugno 1994, n. 408, gli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) che sono residenti all'interno dell'Unione europea, possono esercitare il diritto di voto per le elezioni del Parlamento europeo presso le sezioni elettorali istituite dalla rete consolare italiana;

   nel contesto delle recenti elezioni europee di giugno 2024, si sono verificate numerose problematiche concernenti l'effettivo esercizio del menzionato diritto di voto a danno di cittadini Aire residenti, in particolare, in Belgio e Lussemburgo;

   oltre alle notizie pubblicate sugli organi di stampa, all'interrogante sono giunte molteplici segnalazioni in merito agli importanti disagi che hanno scoraggiato, e in molti casi addirittura costretto alla rinuncia, all'esercizio del proprio diritto al voto;

   in Belgio, molti non hanno ricevuto a casa la tessera elettorale, conditio sine qua non per votare e a Bruxelles si sono registrate file di ore al consolato per ritirarne una nuova. Senza contare l'esiguità delle sezioni istituite in loco che, ad esempio, ha costretto i residenti nelle Fiandre a programmare un viaggio nella capitale per votare oppure, se impossibilitati, a rinunciare;

   nel Lussemburgo, i disordini concernenti il funzionamento dell'attuale sistema per il voto all'estero – in primis la mancanza di un'effettiva e tempestiva comunicazione tra le parti interessate al processo e il relativo aggiornamento delle rispettive banche dati – hanno portato all'impossibilità di votare per il candidato Bardin, residente in Lussemburgo, iscritto nelle liste elettorali italiane e candidato lui stesso nella circoscrizione Nord-Est;

   infatti, nonostante a suo tempo avesse formalmente certificato la volontà di essere iscritto nelle liste elettorali italiane, Bardin risultava, a sua insaputa, ancora iscritto nelle liste lussemburghesi dei cosiddetti «optanti» ossia quegli italiani che intendono votare per i membri spettanti allo Stato di residenza anziché a favore di quelli spettanti all'Italia;

   secondo quanto riportato dal giornale «il Fatto Quotidiano», in Lussemburgo il descritto problema riguarderebbe addirittura 7.000 italiani –:

   quali iniziative intendano intraprendere i Ministri interrogati, nell'ambito delle rispettive competenze, al fine di prevenire il ripetersi di simili problematiche e, al contempo, lavorare a soluzioni strutturali e di ampio respiro come una riforma volta a introdurre una semplificazione e uno snellimento delle procedure elettorali per i residenti all'estero.
(4-03169)


   ASCARI e CHERCHI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la Dda di Roma ha coordinato, il 17 febbraio 2022, un'importante inchiesta denominata «Tritone», che ha portato all'esecuzione di 65 misure cautelari contro un'imponente organizzazione 'ndranghetistica su Anzio e Nettuno facente capo alle 'ndrine di Santa Cristina di Aspromonte e al clan Gallace di Guardavalle;

   negli atti dell'inchiesta, e nell'ambito del processo ordinario e di quello abbreviato (conclusosi anche in appello con pesanti condanne ex 416-bis codice penale) sono emersi rapporti stabili e reiterati tra diversi amministratori locali di Anzio e Nettuno ed esponenti apicali della locale 'ndrangheta;

   il 21 novembre 2022 il Consiglio dei ministri ha sciolto per condizionamento mafioso i consigli comunali di Anzio e Nettuno e per effetto dell'avvenuto scioglimento la gestione degli enti è stata affidata a commissioni straordinarie che hanno perseguito l'obiettivo del ripristino della legalità e della corretta gestione delle risorse comunali;

   il 18 marzo 2024 il prefetto di Roma nella sua relazione ha evidenziato come l'avviata azione di riorganizzazione e ripristino della legalità, nonostante i positivi risultati conseguiti dalle commissioni, non poteva ritenersi conclusa e il 27 marzo 2024 la durata dello scioglimento dei consigli comunali, fissata in diciotto mesi, è stata prorogata per ulteriori sei mesi;

   come risulta dalle relazioni, dai decreti di scioglimento e dai processi in atto si evince il coinvolgimento di numerosi ex consiglieri ed ex assessori nel condizionamento da parte della criminalità organizzata;

   nel mese di febbraio 2023 il Ministero dell'interno ha chiesto all'Avvocatura generale dello Stato di assicurare il proprio patrocinio nel procedimento di incandidabilità ex articolo 143, comma 11, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nei confronti di alcuni ex amministratori dei comuni di Anzio e Nettuno;

   la prefettura di Roma, il 15 febbraio 2023, ha fornito al citato tribunale i dati risultanti dall'anagrafe degli amministratori;

   il 22 novembre 2024 saranno trascorsi i ventiquattro mesi, tempo massimo di proroga del decreto di scioglimento, come previsto dall'articolo 143, comma 10, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 –:

   quali ulteriori misure i Ministri interrogati intendano adottare per garantire il pieno ripristino della legalità e della corretta gestione delle risorse comunali nei comuni di Anzio e Nettuno, anche alla luce della proroga dello scioglimento dei consigli comunali per ulteriori sei mesi;

   quali iniziative siano state intraprese, o si intendano intraprendere, per monitorare e prevenire ulteriori infiltrazioni della criminalità organizzata nelle amministrazioni locali di Anzio e Nettuno;

   se vi siano ulteriori aggiornamenti riguardanti il procedimento di incandidabilità, di cui in premessa, avviato nei confronti di alcuni ex amministratori dei comuni di Anzio e Nettuno, e quali siano le prospettive per evitare che soggetti coinvolti in attività mafiose possano ricoprire cariche pubbliche in futuro;

   se sia prevista l'adozione di iniziative normative, anche di modifica della legislazione vigente, per rafforzare le misure preventive e repressive contro il condizionamento mafioso nelle amministrazioni locali, anche in considerazione delle esperienze maturate nei casi di Anzio e Nettuno.
(4-03173)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   ZINZI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Caserta ha partecipato all'avviso pubblico del 2 dicembre 2021 per la realizzazione di nuovi edifici scolastici pubblici mediante sostituzione edilizia, da finanziare nell'ambito del PNRR, Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica – Componente 3 – Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici – Investimento 1.1: «Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici», finanziato dall'Unione europea – Next Generation EU, risultando in posizione utile in graduatoria per vedere realizzato l'intervento presso l'I.C. Dante Alighieri, per il plesso «Lombardo Radice» che ad oggi ospita scuola dell'infanzia e scuola primaria;

   il 4 luglio 2024 sul quotidiano «Il Mattino» sono apparse indiscrezioni secondo cui l'inizio dei lavori di demolizione sarebbe stato imminente e gli alunni, da settembre, sarebbero ospitati presso il palazzo King House, una struttura che ospita anche uffici aperti al pubblico;

   incredibilmente a quanto consta all'interrogante nessuna comunicazione ufficiale era stata inviata alla dirigente dell'Istituto Comprensivo che prontamente ha scritto all'amministrazione cittadina per avere informazioni dettagliate fra cui, in primis, documentazione comprovante conformità urbanistica strutturale ed impiantistica dei locali, nonché parere della Asl e dei vigili del fuoco al fine di essere adeguatamente rassicurati circa la sicurezza dell'intera comunità scolastica;

   ad oggi non risulta all'interrogante che sia arrivata alcuna risposta, dunque, la preoccupazione è crescente;

   inoltre, l'immobile che parrebbe essere stato individuato è ubicato all'interno della zona a traffico limitato alle auto e questa circostanza arreca notevoli disguidi organizzativi alle famiglie che devono accompagnare i figli a scuola, ai docenti e al personale amministrativo che dovranno raggiungere il luogo di lavoro in modo diverso dall'usuale;

   l'immobile dovrebbe accogliere unicamente la scuola primaria mentre la scuola dell'infanzia sarebbe momentaneamente accorpata al plesso di via Barducci dunque arrecando ulteriori problemi alle tante famiglie che hanno figli che frequentano entrambi gli ordini di scuola;

   il comitato dei genitori, in mancanza di qualsivoglia certezza, si è visto costretto ad organizzare una manifestazione per il 19 luglio 2024 dinanzi alla Prefettura per chiedere all'amministrazione di garantire il diritto all'istruzione dei propri figli;

   non ultimo occorre sottolineare che ad oggi sembrerebbe che il plesso innovativo ed efficiente che sarà costruito sulle macerie della attuale scuola «Lombardo Radice» ospiterà esclusivamente la scuola dell'infanzia;

   tale denegata ipotesi creerebbe un importante pregiudizio alla cittadinanza in quanto il centro della città di Caserta resterebbe del tutto sprovvisto di una scuola primaria –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti indicati in premessa e se, per quanto di competenza, intenda verificare nell'ambito dell'attuazione del PNRR, se il comune di Caserta abbia assicurato il puntuale ed ordinato avvio del prossimo anno scolastico, potendo il nuovo plesso continuare ad ospitare sia la scuola primaria sia la scuola dell'infanzia, ovvero, nel malaugurato caso in cui ciò non sia previsto, avendo individuato una diversa ubicazione congeniale definitiva della scuola primaria.
(4-03170)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   IARIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il mercato della distribuzione dei carburanti in Italia, che vale circa 45 miliardi di euro all'anno e impiega circa 100.000 lavoratori, ha subito un progressivo allentamento del sistema regolatorio negli anni. Questo ha portato a un aumento dei comportamenti illegali ed elusivi, causando problemi sia per gli operatori onesti del settore che per le casse dello Stato, con un danno erariale stimato di circa 13 miliardi di euro all'anno;

   in questo contesto, le violazioni delle norme a tutela dei lavoratori del settore, in termini di inquadramento contrattuale, trattamento economico e sicurezza sul posto di lavoro, sono sempre più diffuse. La maggior parte della rete di distribuzione è gestita da «gestori», piccole imprese spesso a conduzione familiare, che impiegano un certo numero di addetti secondo il contratto collettivo nazionale del lavoro (Ccnl) del commercio;

   questi «gestori» sono formalmente classificati come soggetti autonomi, ma a causa del contesto in cui operano e dello squilibrio contrattuale con i proprietari degli impianti, sono considerati lavoratori parasubordinati e microimprese dalla giurisprudenza e dalla normativa vigente;

   il legislatore, nel tentativo di liberalizzare il mercato della distribuzione dei carburanti, ha cercato di proteggere il soggetto contraente debole, imponendo la mediazione negoziale obbligatoria delle organizzazioni di categoria. La normativa affida alla negoziazione collettiva la definizione delle condizioni del rapporto contrattuale e la tipizzazione di nuove tipologie contrattuali;

   le organizzazioni di categoria dei gestori (FAIB Confesercenti, Fegica, Figisc/Anisa Confcommercio) hanno cercato di evidenziare le violazioni riguardanti la contrattazione aziendale, interrotta e scaduta da tempo, in particolare per la rete autostradale da tredici anni. Hanno inoltre denunciato l'avvio di una politica di sostituzione contrattuale massiva, con l'intento di privare i lavoratori di tutela normativa e sindacale, precarizzando i «gestori» in vari aspetti, soprattutto economici e organizzativi. Questo include l'imposizione di tipologie contrattuali, come il contratto di appalto di servizi, non previste dalla normativa di riferimento;

   i suddetti sindacati rilevano come alcune grandi aziende, come l'Eni, stiano procedendo da mesi a disdettare un numero sempre crescente di contratti ai «gestori», per poterli rimpiazzare artatamente con altra società di comodo interamente controllata e partecipata dalla medesima Eni, la quale, invece di assumere proprio personale dipendente, contrattualizza a sua volta terzi soggetti (spesso lo stesso «gestore» precedentemente disdettato) attraverso tipologie contrattuali, come il citato contratto di appalto di servizi, sottratte sia alle garanzie poste dal legislatore che alla regolazione economico/normativa che la legge affida alla negoziazione collettiva sindacale;

   sembra quindi emergere ad avviso dell'interrogante l'ipotesi di una meditata elusione, da una parte, della normativa speciale di settore della distribuzione carburanti e, dall'altra, quella del lavoro dipendente, laddove dovesse concretizzarsi l'utilizzo di un «appalto non genuino», così come l'ispettorato nazionale del lavoro ha già avuto modo di rilevare, anche in altri settori, in contratti atipici, assimilabili a quelli che attualmente si cerca di imporre ai «gestori», forzando il rapporto naturalmente squilibrato tra le parti e il carattere acclarato di dipendenza economica –:

   se siano a conoscenza di quanto illustrato;

   quali iniziative di competenza intendano mettere in atto perché vengano immediatamente reintrodotte le più elementari norme sulle relazioni industriali, attraverso la ripresa delle attività negoziali collettive, oltreché interrotte condotte che possano far ipotizzare violazioni, anche con modalità semplicemente elusive, in relazione ai rapporti contrattuali e di lavoro codificati dalla normativa vigente, altresì allo scopo di consentire all'intero settore, anche attraverso il comportamento guida dell'azienda tuttora leader del mercato, il progressivo ripristino di generalizzate condizioni di legalità complessiva;

   a che punto sia l'iter della progetto di riforma strutturale del settore dei carburanti annunciato a più riprese come imminente.
(4-03165)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta D'Alfonso n. 4-02847, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 maggio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Di Sanzo, Simiani, Peluffo, Laus.