Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 23 luglio 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La VII Commissione,

   premesso che:

    con l'approvazione della legge 15 aprile 2024, n. 55 è stato istituito, per esercitare l'attività lavorativa, l'Albo dei pedagogisti e l'Albo degli educatori professionali socio-pedagogici;

    l'approvazione della suddetta legge nasce dalla volontà di regolamentare ulteriormente – anche su sollecitazione di associazioni rappresentative del settore – tali figure professionali, essenziali nei contesti sociali, formativi, educativi e pedagogici, che lavorano in modo specifico sullo sviluppo del potenziale umano a livello relazionale, sociale e civico, promuovendo logiche di inclusione e di prossimità che favoriscono il senso di comunità e appartenenza tra i cittadini e, inoltre, nasce in risposta alle emergenze educative, post-pandemiche, che richiedono interventi complessi e sistemici centrati sulla dimensione educativa di carattere socio-pedagogico ancora prima che sanitario;

    come segnalato dalle associazioni professionali alla firmataria del presente atto, sarebbero, in seguito all'entrata in vigore della legge, emerse alcune problematiche in relazione alla previsione dell'obbligo d'iscrizione all'Albo degli educatori professionali socio-pedagogici anche per gli educatori dei servizi educativi per l'infanzia: asilo nido, micronido, sezioni primavera e altre tipologie di servizi integrativi;

    l'articolo 11 della legge n. 55 del 2024 dispone, infatti, che coloro i quali non siano in possesso dei requisiti ordinari, di cui agli articoli 2 e 4 della suddetta legge, possano presentare domanda di iscrizione esclusivamente durante la fase transitoria;

    a fronte degli innumerevoli ritardi nella nomina dei commissari regionali e delle province autonome, alcuni dei quali non hanno ancora pubblicato la modulistica né fissato alcun termine per la presentazione delle domande, la scadenza attualmente prevista coinciderebbe con la data del 6 agosto 2024;

    la norma lascia supporre che il personale educativo, privo del titolo di studio richiesto, in caso di mancato rispetto del termine del 6 agosto 2024 non sarebbe più qualificato a svolgere le mansioni di educatore;

    le segnalazioni giunte alla firmataria del presente atto dalle associazioni professionali invitano ad intervenire al fine di far coincidere la scadenza riferita al periodo di prima attuazione della legge con l'insediamento ufficiale del Consiglio nazionale dell'ordine delle professioni pedagogiche ed educative;

    sarebbe, inoltre, emersa una seconda questione, sempre posta dalle associazioni professionali, relativa, invece, all'articolo 10 comma 2, laddove è previsto che il commissario, nominato dal presidente del tribunale dei capoluoghi delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, indichi l'elezione dei presidenti degli albi e provveda agli adempimenti necessari per l'istituzione degli ordini regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano;

    in proposito, al fine di consentire che l'istituzione degli ordini regionali avvenga con modalità univoche su tutto il territorio nazionale, sarebbe opportuno prevedere la regolamentazione di tali procedure;

    tale disposizione, in assenza di un intervento legislativo, metterà in grave difficoltà i comuni nel reclutamento del personale, con il serio rischio di compromettere l'avvio delle attività dei servizi educativi a settembre, fino a paralizzare un servizio essenziale per le famiglie, i bambini e le bambine, oltre a creare una grande confusione per gli operatori di questi servizi;

    il tema risulta già affrontato alla Camera dei deputati, che in fase esame del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, recante disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell'anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca, il Governo si sarebbe impegnato, in seguito all'approvazione di due ordini del giorno (9/1902-A-63 Bakkali; 9/1902-A-91 Ghirra), a valutare l'opportunità di adottare iniziative utili volte a prevedere che in via transitoria, nelle more del perfezionamento dei percorsi di formazione per l'acquisizione dei titoli di studio o della qualifica, coloro che svolgevano il medesimo servizio sulla base della disciplina previgente possano perseguire nel servizio di educatore dei servizi educativi per l'infanzia;

    considerata l'importanza del ruolo educativo e sociale di tale professione, riteniamo urgente avviare le necessarie modifiche volte a garantire il corretto avvio delle attività dei servizi educativi, sono essenziali per le famiglie, i bambini e le bambine, e a garanzia della professionalità degli operatori di questi servizi;

    la volontà di porre attenzione e rimanere sensibili alla professione e alle attività dei servizi educativi è dimostrato dall'avvio dell'Intergruppo, costituito tra Camera dei deputati e Senato della Repubblica, dedicato alle professioni educative, finalizzato a promuovere un lavoro parlamentare dettato dal comune intento di valorizzare la figura professionali degli insegnanti e degli educatori;

    l'obiettivo, che rimane ancora da perseguire, si ritiene sia anche quello di legare alla funzione del pedagogista quella dell'educatore socio-pedagogico; infatti, queste figure, oltre alle definizioni già contenute nella normativa vigente e che sono introdotte anche negli emendamenti proposti, devono operare anche per alcune funzioni importanti, quali l'inclusione scolastica e sociale, per esempio, la promozione del benessere delle persone, per rispondere anche alle esigenze e ai bisogni educativi e formativi delle persone durante tutto il corso della loro vita, nei processi educativi, di apprendimento, di inserimento e di reinserimento sociale,

impegna il Governo:

   al fine di garantire il corretto avvio delle attività dei servizi educativi, essenziale per le famiglie, i bambini e le bambine, e a garanzia della professionalità degli operatori di questi servizi, ad adottare iniziative volte a prevedere – in fase di approvazione del primo provvedimento utile – la proroga del termine attualmente fissata al 6 agosto 2024 per l'iscrizione all'Albo;

   ad avviare iniziative, anche normative volte a tutelare la posizione degli educatori al momento in servizio e valorizzarne la figura professionale;

   ad avviare iniziative normative volte a garantire un sistema di adeguata regolamentazione, di corretto reclutamento e di dignitoso inquadramento contrattuale dei professionisti del settore al fine di garantire servizi educativi di qualità, affidati a personale altamente qualificato, adeguatamente formato dal sistema universitario italiano e da valorizzare anche attraverso organi come quelli degli ordini e degli albi;

   al fine di consentire che l'istituzione degli ordini regionali, di cui all'articolo 10, comma 2 della legge 15 aprile 2024, n. 55, avvenga con modalità univoche su tutto il territorio nazionale, ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere la regolamentazione di tali procedure.
(7-00241) «Piccolotti, Manzi, Ascani, Bakkali, Ghirra, Malavasi, Mari, Serracchiani».

ATTI DI CONTROLLO

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta orale:


   PITTALIS, GATTA, CASTIGLIONE, ARRUZZOLO e NEVI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

  con l'articolo 66 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, venivano istituiti i contratti di filiera del sistema agricolo e agroalimentare stipulati dal Ministero dell'agricoltura con gli operatori delle filiere agroalimentari, riuniti con accordi preventivamente stipulati. Da un lato, gli operatori si impegnano a realizzare un «programma integrato a carattere interprofessionale». Dall'altro, il Ministero dell'agricoltura si impegna a sostenere la realizzazione del programma erogando sostegni;

   nell'aprile 2022 è stato pubblicato il V bando per i contratti di filiera del settore agroalimentare finanziato dal fondo degli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza, con una disponibilità di 690 milioni di euro esclusivamente dedicati a tale fondo;

   la graduatoria definitiva, pubblicata il 15 novembre 2023, ha visto il finanziamento di 39 progetti a fronte dei 310 ammessi a finanziamento;

   avverso tale graduatoria sono stati presentati oltre cinquanta ricorsi al Tribunale amministrativo regionale Lazio, in cui si rappresentano vizi della procedura. La definizione dei primi di detti ricorsi è prevista per il mese di luglio 2024. Tali ricorsi, – in caso di accoglimento – potrebbero determinare altrettante richieste risarcitorie nei confronti dello Stato;

   a seguito della riprogrammazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, avvenuta a dicembre 2023, è stato riconosciuto un ulteriore finanziamento di oltre 2 miliardi di euro per i contratti di filiera agroalimentare, anche con lo scopo di permettere lo scorrimento della graduatoria del V bando;

   nel rispondere a una interrogazione in merito, il Ministro interrogato ha precisato che lo scorrimento delle graduatorie avverrà nel rispetto delle condizionalità tipicamente richieste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza; conseguentemente, i progetti potranno essere finanziati se in linea con gli obblighi di contributo al tagging individuato dalla Commissione europea, nonché con quelli previsti in materia di esclusione dei danni ambientali (criterio DNSH - Do no significant harm);

   la lentezza delle procedure, oltre al blocco determinatosi coi ricorsi al Tribunale amministrativo regionale, concretizza il rischio di andare troppo lunghi con i tempi: i finanziamenti vanno utilizzati entro la fine del 2026. Una volta poi che la graduatoria sarà ripubblicata, bisognerà aspettare le analisi di bancabilità: gli istituti di credito dovranno pronunciarsi sui singoli progetti ammessi al finanziamento per dire se sostenibili economicamente –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere il Ministro interrogato per accelerare la definizione delle procedure, lo scorrimento delle graduatorie e l'erogazione delle risorse relative al V bando dei programmi e dei progetti previsti dal fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, destinato ai contratti di filiera nel settore agroalimentare.
(3-01356)

Interrogazione a risposta scritta:


   PASTORELLA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto si è avuto modo di apprendere da alcuni organi di stampa, negli ultimi mesi le tensioni fra una parte del mondo agricolo e l'industria alimentare sono cresciute enormemente rischiando di provocare strappi insanabili che non gioverebbero né alla produttività del sistema alimentare italiano né, tanto meno, al rafforzamento del made in Italy nel mondo;

   infatti, parte del mondo agricolo ha attaccato pubblicamente associazioni del settore, sostenendo che – a causa della presenza in esse di cosiddette «multinazionali del cibo omologato» – rappresentano una minaccia per i prodotti agricoli e per la dieta mediterranea stessa. Tuttavia, è cruciale riconoscere come ciò non corrisponda alla realtà, visto che – per esempio – l'associazione «Mediterranea», che riflette la composizione delle due associazioni fondatrici Confagricoltura e Unione italiana food, è costituita per oltre il 90 per cento da Pmi;

   si ritiene che le multinazionali che decidono di investire nel nostro Paese andrebbero valorizzate positivamente poiché creano nuovi posti di lavoro e ricchezza per il Paese, oltre a fungere da forti acquirenti di materie prime per il mondo agricolo. Inoltre, gli elevati standard di sicurezza e qualità richiesti dalle multinazionali, aiutano le Pmi italiane a crescere e ad eccellere a livello internazionale;

   si ricorda, in aggiunta, che l'industria alimentare acquista e trasforma il 70 per cento della produzione agricola nazionale, supportando così la commercializzazione di tali prodotti che altrimenti troverebbero difficilmente mercato;

   le iniziative volte a rafforzare l'efficienza produttiva delle filiere agroalimentari italiane sono fondamentali per migliorare la competitività sui mercati globali, la sostenibilità delle produzioni e l'efficienza della rete logistica e dei sistemi di stoccaggio. Un esempio di successo è il «Protocollo di intesa grano duro-pasta» (promosso nel 2017 da Unione italiana food e Confagricoltura e siglato da diverse organizzazioni del mondo agricolo, industriale e dal mondo universitario) che, con l'obiettivo di individuare modelli virtuosi e sostenibili di produzione, ha dato un impulso positivo ai contratti di coltivazione del frumento duro negli ultimi anni;

   le iniziative volte a valorizzare le filiere agroalimentari italiane vanno sostenute e non denigrate, favorendo un clima di serenità, coesione e sana competizione all'interno della filiera con l'obiettivo comune di rafforzare le produzioni made in Italy nel mondo, mantenere l'attrattività dell'Italia per le aziende multinazionali e sostenere la competitività del nostro sistema produttivo –:

   quali siano le posizioni dei Ministri interrogati sul ruolo delle associazioni come veicolo per il rafforzamento delle filiere agroalimentari e della competitività internazionale;

   quali iniziative di competenza intendano intraprendere affinché sia ristabilito un clima disteso all'interno della filiera, scongiurando ulteriori tensioni che penalizzerebbero le imprese italiane e le multinazionali che hanno scelto di investire e creare posti di lavoro nel nostro Paese.
(4-03201)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta immediata:


   BONELLI, ZANELLA, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. – Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. – Per sapere – premesso che:

   il 1° luglio 2024 il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha inviato alla Commissione europea il testo definitivo del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec) dell'Italia;

   a tal proposito il Ministro interrogato, nel corso di un'intervista, ha dichiarato: «Sulla base dei primi dati quantitativi di costo ricavati dalla piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile, sono state inserite due ipotesi di scenario al 2050 con una produzione di energia da fonte nucleare: una più conservativa che fissa l'asticella all'11 per cento della richiesta di energia elettrica nazionale (8 gigawatt al 2050) e un'altra, senza la limitazione sul potenziale installabile, al 22 per cento con 16 gigawatt di capacità nucleare»;

   sempre il Ministro interrogato, nel corso della medesima intervista, ha affermato che «Nel medio termine la possibilità di ripresa dell'utilizzo dell'energia nucleare poggerà sulle tecnologie sostenibili in corso di sviluppo, in particolare sui piccoli reattori modulari a fissione (smr) e nel lungo periodo sull'energia da fusione, sul quale potrebbe esserci qualche possibilità dal 2045 se la ricerca porterà i suoi frutti».;

   con riferimento ai piccoli reattori modulari a fissione si tratta di tecnologie che funzionano a uranio arricchito, il cui maggior fornitore globale è la Russia, ancora non disponibili sul mercato e che, da uno studio messo a punto e pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of sciences, non avrebbero meno problemi di produzione e gestione delle scorie prodotte rispetto ai reattori ad acqua pressurizzata tradizionali;

   il nostro Paese è ancora alle prese con il problema dei rifiuti e delle scorie radioattivi derivanti dall'attività delle centrali, chiuse definitivamente dal 1990, e dal loro decommissioning, per il quale ancora non si è pervenuti a una soluzione concreta per il loro smaltimento, non essendo tuttora concluso l'iter per l'individuazione del sito idoneo a ospitare il deposito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, come richiesto dalla direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio dell'Unione europea;

   il recente rapporto dell'Institute for energy economics and financial analysis (Ieefa) sulle prospettive tecnologiche e di mercato dei piccoli reattori modulari a fissione dimostra come, analizzando i dati disponibili dei 4 piccoli reattori modulari a fissione attualmente in funzione o in costruzione, le stime dei costi siano costantemente lievitati, come, ad esempio, per il NuScale Smr, il cui costo di costruzione è cresciuto del 75 per cento, passando da 5,3 a 9,3 miliardi di dollari –:

   quali parametri siano stati utilizzati per introdurre nell'aggiornamento del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima gli scenari sulla produzione di energia nucleare nel nostro Paese al 2050 e se siano stati valutati i costi per conseguire tali scenari.
(3-01353)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il corridoio plurimodale Tirreno-Brennero, detto «Ti-Bre», è un raccordo autostradale che andrebbe a collegare l'autostrada della Cisa A15, in località Fontevivo (PR), con l'autostrada del Brennero A22, in località Nogarole Rocca (VR), per un totale di 84,350 chilometri;

   il progetto preliminare è stato approvato con delibera Cipe n. 94 il 20 dicembre del 2004 e, nell'anno 2006 Anas S.p.a. ha prolungato la concessione alla società Autocamionale della Cisa S.p.a. fino al 2044, in previsione di un futuro accordo (stipulato poi il 2007) per la realizzazione di tutte le opere previste;

   tale concessione violava la direttiva 2004/18/CE e gli articoli 48 e 49 del TCE in materia di appalti pubblici e concessioni, motivo per cui l'opera è stata oggetto della procedura d'infrazione n. 2006/4419 da parte della Commissione europea, la quale ha portato ad un accordo col Governo italiano che prevede diversi vincoli per la realizzazione dell'autostrada, tra cui la rideterminazione dell'appalto al 2031 e l'obbligo di presentare il progetto definitivo entro il 31 dicembre del 2010, prevedendo «il totale autofinanziamento di Autocamionale della Cisa S.p.a. senza nessun tipo di contributo in conto capitale da parte dello Stato Italiano»;

   con delibera Cipe n. 2 del 22 gennaio 2010 è stato approvato il progetto definitivo del primo lotto, per collegare Fontevivo (PR) con Terre Verdiane (PR), un tratto di soli 12 chilometri con un contributo statale di 513.531.158,10 euro, sottolineando che «il tempo complessivo per la realizzazione dell'opera completa è di circa 6 anni e che per il lotto 1 Fontevivo-Trecasali/Terre Verdiane è prevista l'aggiudicazione dei lavori entro il 2010, l'esecuzione dei lavori tra il 2012 e il 2015, il collaudo entro il 2015 e l'entrata in esercizio entro il 2016»;

   ad oggi il lotto risulta realizzato ma mai aperto, rendendo quest'opera l'ennesima inutile cementificazione di un'area verde nella pianura padana, mentre il resto del progetto non ancora approvato è datato di 20 anni e pertanto obsoleto, motivi che hanno spinto la stampa italiana a definire più volte la «Ti-Bre» «l'autostrada più breve, inutile e costosa d'Italia»;

   tuttavia in data 27 maggio 2024, con delibera di giunta regionale n. 919, la regione Emilia-Romagna ha approvato lo schema di protocollo d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, protocollo successivamente approvato anche dalla giunta di regione Lombardia, in data 1° luglio con delibera n. 2667, per la realizzazione del lotto 2 «Ti-Bre»;

   conformemente agli Accordi di Parigi l'Unione europea dovrà essere climaticamente neutra entro il 2050 e pertanto entro il 2030 andranno ridotte di almeno il 55 per cento le emissioni di gas a effetto serra in tutti i settori economici;

   il settore dei trasporti genera un quarto delle emissioni dell'Unione europea, di cui il 71 per cento è generato dalla mobilità su strada;

   la «Ti-Bre» è in netta contrapposizione con la linea d'azione da perseguire per la riduzione delle emissioni;

   è già in atto la prima fase del raddoppio della tratta ferroviaria Codogno-Cremona-Mantova, la quale prevede un'estensione complessiva di circa 84 chilometri, che incentiverà il trasporto su rotaia –:

   in quale modo i Ministri interrogati intendano rispettare i vincoli contenuti nell'accordo con l'Unione europea a seguito di procedura di infrazione e se intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, in raccordo con la regione Emilia-Romagna e la regione Lombardia, al fine di effettuare un'approfondita valutazione dell'impatto ambientale e finanziario del progetto autostradale «Ti-Bre», anche al fine il prevederne la sostituzione del progetto con un collegamento ferroviario che sia in linea con gli obbiettivi climatici europei.
(4-03199)


   MORFINO e D'ORSO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il parco «Libero Grassi» di Palermo, più volte al centro di polemiche per lo stato di abbandono, chiuso alla città da 10 anni, è un'area vasta e con vegetazione spontanea a carattere prativo ma incredibilmente povero di avifauna;

   recentemente, dopo alcuni sopralluoghi notturni, i volontari antibracconaggio del Gruppo Adorno hanno rilevato una continua attività di bracconaggio all'interno del Parco, attuata con l'ausilio di numerosi richiami elettroacustici, il cui uso è vietato dalla legge proprio per l'attività venatoria. Un riproduttore elettronico che ripetutamente lancia, grazie a degli amplificatori, il forte richiamo del piccolo uccello molto ambito dai cacciatori che in primavera, quando ogni forma di caccia sarebbe vietata, migra lungo la costa settentrionale della Sicilia;

   per consentire l'accesso alle autovetture dei bracconieri è stata realizzata una strada sterrata che aggira il cancello, sempre chiuso, del parco, dove alcuni abitanti esasperati dalla presenza dei bracconieri, hanno pure affisso alcuni cartelli di divieto di caccia;

   in data 19 giugno 2024 gli stessi volontari hanno denunciato agli organi di stampa l'utilizzo dei suddetti apparecchi vietati dalla legge per l'attività venatoria e la presenza di cani da caccia nel parco Libero Grassi e permesso ai carabinieri forestali del nucleo Cites del reparto anticrimine dei carabinieri di Palermo di individuare e sanzionare alcuni soggetti intenti ad allenare i propri animali all'interno dello stesso parco;

   persiste ancora la situazione di grave degrado in quest'area, dove una parte del parco, «sarebbe ancora sottoposta a sequestro così come disposto a seguito di una operazione di polizia che, un paio di anni addietro, portò all'individuazione di una vasta area adibita a deposito di automobili rubate e rifiuti di ogni genere», così come evidenziato dagli organi di stampa;

   in data 3 luglio 2024 volontari del Gruppo Adorno organizzazione di volontariato hanno inoltrato al sindaco di Palermo, agli assessori referenti, e ai consiglieri comunali una richiesta di intervento urgente per la chiusura della strada che si presume abusiva e la bonifica dell'intera area, per restituire decoro ad un luogo intitolato ad un cittadino palermitano ucciso per i suoi ideali di legalità e per non essersi piegato alle intimidazioni mafiose; per intervenire l'amministrazione a prevenire altre azioni illecite, come quelle del bracconaggio, all'interno del parco «Libero Grassi»; per restituire l'importante parco alla sua città e ai suoi cittadini –:

   se i Ministri interrogati intendano porre in essere, per quanto di competenza, tutte le iniziative e le interlocuzioni con l'ente preposto al fine di garantire la corretta gestione dell'area appartenente al capoluogo siciliano;

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga quindi indifferibile adottare iniziative di competenza al fine di garantire la completa salvaguardia del patrimonio ambientale dell'area parco Libero Grassi del capoluogo siciliano.
(4-03208)

CULTURA

Interrogazioni a risposta immediata:


   MARROCCO, TASSINARI, DALLA CHIESA e BATTILOCCHIO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi è stato presentato il rapporto Siae 2023, che costituisce un'importante fonte di informazione sull'andamento dei settori dello spettacolo, intrattenimento e sport;

   i dati relativi al 2023 mostrano un trend positivo, rispetto al 2022, per quasi tutti i settori che sembrano aver recuperato la crisi conseguente alle chiusure dovute all'emergenza pandemica;

   per quanto riguarda il settore del cinema, importante impulso alla ripresa è stato apportato dall'iniziativa Cinema revolution attuata dal Ministro interrogato in collaborazione con le case di produzione e le sale aderenti all'iniziativa, misura confermata anche per il 2024;

   a sostegno del settore sono state, inoltre, adottate anche campagne di comunicazione rivolte al grande pubblico, in particolare ai giovani: a tal fine è stato confermato l'avvio della nuova edizione, per l'anno scolastico 2024-2025, del «Piano nazionale cinema e immagini», noto anche come «Cips» (Cinema e immagini per la scuola);

   si tratta di misure importanti che hanno consentito la ripresa di un settore che da sempre rappresenta una delle eccellenze della cultura italiana nel mondo –:

   quale sia lo stato di ripresa del settore cinematografico e audiovisivo e se intenda prevedere misure finalizzate a consolidare ulteriormente tale ripresa.
(3-01354)


   GRIPPO, RICHETTI, BONETTI, SOTTANELLI, BENZONI e D'ALESSIO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   in merito al tax credit, forma di agevolazione per le produzioni cinematografiche che ha permesso la crescita dell'industria cinematografica, nell'ultimo anno si sono susseguiti dichiarazioni e ritardi del Governo causanti confusione e incertezza riguardo non solo alla volontà di mantenere e rafforzare tale meccanismo, ma anche alle sue modalità di distribuzione;

   in particolare, come si è avuto modo di apprendere da alcune fonti di stampa in merito al possibile contenuto del decreto ministeriale contenente le disposizioni applicative del suddetto credito d'imposta di cui all'articolo 15 della legge n. 220 del 2016, – che dovrebbe essere pubblicato entro luglio 2024 – tali sgravi fiscali potrebbero essere elargiti più facilmente a produttori, distributori e sceneggiatori di contenuti incentrati sull'identità nazionale;

   sembrerebbe che oltre 70 milioni di euro saranno dirottati dai contributi automatici ai contributi selettivi (in quota aggiuntiva) assegnati da un'apposita commissione adibita a valorizzare le «opere su personaggi e avvenimenti dell'entità culturale italiana». Di riflesso, aumenterà la discrezionalità sull'assegnazione dei fondi per la creazione di film;

   per di più, si consideri che il recente adattamento del testo unico dei servizi di media audiovisivi ha previsto numerosi obblighi che garantiscono un eccessivo protezionismo per i produttori indipendenti nazionali;

   inoltre, 52 milioni di euro dovrebbero essere riversati esclusivamente su progetti valorizzanti l'identità nazionale attraverso apposite figure storiche;

   aspetto cruciale di questa rivoluzione del regime del tax credit – se confermata – risiede nella composizione della commissione: questa rivestirà un peso cruciale per l'assegnazione dei fondi necessari per la realizzazione dei contenuti cinematografici. Sembrerebbe non essere stata considerata la richiesta di ampliamento o revisione dei possibili componenti e neppure chiariti i criteri per la loro scelta;

   oltre al già rilevante ritardo nell'adozione del citato decreto, questa riscrittura dei criteri per l'assegnazione dei fondi potrebbe fortemente danneggiare piccoli registi e produttori: per accedere al beneficio sembra essere necessario aver coperto il 40 per cento del finanziamento complessivo previsto. È molto probabile, quindi, che i piccoli produttori indipendenti dovranno rinunciare alle loro produzioni;

   se tali disposizioni venissero confermate si avrebbero più perdite che benefici per le future scelte editoriali: l'Italia sarebbe l'unica a seguire questa traiettoria con seri riverberi sull'operato dei protagonisti del settore e sulle scelte d'investimento dei produttori stranieri. Tale meccanismo, invece, funziona se assegnato automaticamente attraverso semplificazioni burocratiche che permettano di pianificare con largo anticipo gli investimenti –:

   se non ritenga, secondo quanto esposto in premessa, che un intervento normativo di tale portata incentrato ad avviso degli interroganti principalmente sull'esaltazione dell'identità nazionale, non risulti fortemente restrittivo della libera espressione del cinema, rischiando di danneggiare il comparto cinematografico e audiovisivo del nostro Paese.
(3-01355)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:


   CONGEDO, DE BERTOLDI, FILINI, MATERA, MATTEONI, MAULLU e TESTA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   secondo la giurisprudenza, nel caso di società di capitali a ristretta base sociale, opera una presunzione, secondo la quale, laddove l'amministrazione fiscale accerti l'esistenza di maggiori utili non contabilizzati, è lecito presumere che tali utili siano stati distribuiti «in maniera irregolare» ai soci;

   in altri termini, i presupposti applicativi della presunzione riguardano: la ristrettezza della base azionaria e l'accertamento in capo alla società di maggiori ricavi extracontabili;

   la Corte di cassazione ha elaborato un orientamento che associa la rideterminazione del reddito societario, accertato dall'Agenzia delle entrate, con l'attribuzione dello stesso pro quota ai soci;

   i giudici di legittimità, in particolare, hanno sancito che: «in tema di accertamento delle imposte sui redditi, nel caso di società a ristretta base sociale, è legittima la presunzione di distribuzione ai soci degli eventuali utili extracontabili accertati», (Cassazione 32959/2018);

   la legge 9 agosto 2023, n. 111, all'articolo 17, comma 1, lettera h), n. 4), delega al Governo per la riforma fiscale, stabilisce che nei confronti dei soci di società a ristretta, base partecipativa, l'accertamento sia giustificato solo nell'ipotesi in cui alla, società siano imputati, sulla base di elementi certi e precisi, maggiori componenti positivi, oppure componenti negativi inesistenti;

   il principio e il criterio direttivo individuato dalla suesposta disposizione, non è stato tuttavia oggetto d'intervento da parte del decreto legislativo 2 febbraio 2024, n. 13, in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale;

   a giudizio degli interroganti, l'omessa attuazione nel suddetto decreto legislativo del principio del citato articolo 17, comma 1, lettera h), n. 4) non risulta ostativa alla sua applicazione, in quanto è da ritenersi immediatamente esecutivo, anche con riferimento ai giudizi pendenti;

   alla luce delle suesposte considerazioni, il principio affermato, a parere degli interroganti, appare pertanto immediatamente esecutivo, sebbene all'interno delle disposizioni in materia di procedimento accertativo contenute nel decreto legislativo n. 13 del 2024 in precedenza richiamato non vi siano riferimenti espliciti e comunque in ogni caso, occorre prevedere, con un atto normativo, l'applicazione del suddetto principio anche per tutti i giudizi pendenti –:

   quale sia l'orientamento del Ministro interrogato, per quanto di competenza, in relazione alle osservazioni in premessa citate, con riferimento all'accertamento nei confronti dei soci di una società a ristretta base societaria e al principio contenuto nell'articolo 17 della legge n. 111 del 2023.
(5-02650)


   CAVANDOLI, BAGNAI, CENTEMERO e GUSMEROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   recentemente alcuni comuni hanno emesso avvisi di accertamento retroattivo per il recupero della «quota fissa» della tariffa TARI con riferimento a tutte le aree originariamente escluse dalla tassazione (si tratta delle superfici produttive di rifiuti speciali, ossia le aree su cui avviene la lavorazione industriale, compresi i magazzini funzionalmente connessi);

   queste iniziative sarebbero motivate sulla base di pronunce della Corte di cassazione che, però, sembrerebbero essere state considerate solo nella parte dispositiva, senza un'adeguata lettura sistematica né un corretto inquadramento nell'evoluzione normativa della materia: le affermazioni della Suprema Corte trovano, infatti, ragionevolezza nel quadro dei criteri di tassazione esistenti in ambito di TIA1 (la prima versione della Tariffa Igiene Ambientale ex articolo 49, decreto legislativo n. 22 del 1997), ma non trovano spazio nella disciplina della TARI così come ridefinita dalla legge n. 147 del 2013;

   la normativa TARI esclude dalla tassazione le superfici su cui si producono in via prevalente e continuativa rifiuti speciali, senza fare distinzione tra quota fissa e variabile, ma riferendosi alla tassa nella sua «unitarietà»;

   l'azione di accertamento retroattivo operata da questi comuni mira, invece, ad applicare la quota fissa della TARI anche alle superfici di capannoni di produzione e ai depositi connessi alle aree di lavorazione;

   la richiesta di pagare la quota fissa su aree sembrerebbe:

    contrastare sia con il dettato normativo, sia con la risoluzione n° 2/DF del 9 dicembre 2014;

    non considerare il presupposto del tributo medesimo poiché in queste aree si producono rifiuti speciali che devono essere autonomamente gestiti dal produttore;

    eludere i chiarimenti forniti dalla circolare MITE/MEF 37259 del 12 aprile 2021 circa la totale esclusione delle superfici dove avviene la lavorazione industriale, compresi i magazzini di materie prime, merci e prodotti finiti, sia con riferimento alla quota fissa che alla quota variabile;

   l'eventuale estensione di questo approccio all'intera realtà produttiva avrebbe effetti dirompenti a livello nazionale, introducendo per le imprese un'intollerabile situazione di revisione ex post della struttura dei costi se non l'introduzione surrettizia di una nuova tassazione impropria a carico delle imprese –:

   se il Governo, al fine di evitare nuovi contenziosi, non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza a chiarimento della questione, confermando le precedenti posizioni interpretative della normativa, ovverosia che la quota fissa della TARI, al pari di quella variabile, non è applicabile alle superfici di lavorazione industriale e ai magazzini funzionalmente connessi, in quanto aree produttive di rifiuti speciali.
(5-02651)


   DE PALMA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 273, della legge n. 145 del 2018, ha inserito nel Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir) di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, l'articolo 24-ter che introduce un regime opzionale per l'imposta sui redditi delle persone fisiche titolari di redditi di pensione estera che trasferiscono la propria residenza fiscale nel Mezzogiorno;

   in particolare, il nuovo articolo 24-ter prevede che le persone fisiche, titolari dei redditi da pensione di ogni genere e assegni a esse equiparati erogati da soggetti esteri, che trasferiscono in Italia la propria residenza in uno dei comuni appartenenti al territorio del Mezzogiorno, con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti, possono optare per l'assoggettamento dei redditi di qualunque categoria, percepiti da fonte estera o prodotti all'estero, a un'imposta sostitutiva, calcolata in via forfettaria, con aliquota del 7 per cento per ciascuno dei nove anni di imposta successivi a quello in cui è esercitata l'opzione, a patto che non si verifichino le condizioni che possano determinarne la revoca;

   tale disposizione intende favorire gli investimenti, i consumi, il radicamento nei comuni con determinate caratteristiche demografiche situati nelle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia;

   l'articolo 6-ter del decreto-legge n. 4 del 2022 (cosiddetto Sostegni-ter) ha esteso l'ambito di applicazione di tali disposizioni ai comuni colpiti da eventi sismici nel 2009, 2016 e 2017, aventi comunque popolazione non superiore a 20.000 abitanti;

   nel rispondere il 31 maggio 2023 all'interrogazione in Commissione VI (Finanze) n. 5-00929 il Ministro interrogato ha riferito i dati relativi agli anni 2019, 2020 e 2021 evidenziando un trend crescente di soggetti aderenti al nuovo regime (dai 61 del 2019 ai 286 dei 2021), fornendo agli interroganti anche il riparto per regione e per anno;

   in particolare le regioni maggiormente interessate dal fenomeno sono state l'Abruzzo nella quale si sono insediati 151 soggetti nel triennio, la Puglia con 106, la Sicilia con 75. I Paesi di provenienza sono stati principalmente il Regno unito, la Germania e gli USA –:

   se il Ministro interrogato possa fornire i dati analitici della misura anche per gli anni 2022 e 2023, con particolare riferimento ai comuni dei crateri sismici di cui all'articolo 6-ter del decreto-legge n. 4 del 2022.
(5-02652)


   MEROLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'Emilia-Romagna ha affrontato con eccezionale serietà e velocità il processo di ricostruzione post-sisma, diventando un esempio di resilienza ed efficienza per l'intero Paese;

   il Governo in carica, adottando provvedimenti a favore delle popolazioni colpite dai vari eventi catastrofici avvenuti in Italia, sembra, ad avviso dell'interrogante, aver dimenticato il sisma emiliano;

   in particolare negli anni precedenti è sempre stata prevista l'esenzione IMU dei fabbricati inagibili ubicati nei comuni del cosiddetto «cratere ristretto», mentre la legge di bilancio 2024 al contrario non prevede alcuna proroga; questa misura, supportata dalle coperture necessarie per i mancati introiti dei comuni interessati, appare assolutamente necessaria al fine di convogliare le necessarie risorse alle spese per la ricostruzione privata;

   inoltre, il decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, in materia di cosiddetto Superbonus, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2024 n. 67, all'articolo 1 prevede una deroga ai blocco dello sconto in fattura e della cessione del credito per gli interventi realizzati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria escludendo la regione Emilia-Romagna dalle deroghe;

   le conseguenze di tale esclusione, che appare fortemente discriminatoria, impattano negativamente sulle comunità locali e non si tiene conto delle richieste e delle necessità espresse dai sindaci, dagli amministratori locali e dalla popolazione, penalizzando ingiustamente le famiglie, i cittadini e le imprese che sono impegnati nel completamento della ricostruzione dei propri immobili –:

   se ritenga di adottare, con urgenza, iniziative volte a ristabilire equità di trattamento per tutte le aree terremotate del Paese in particolare ripristinando l'esenzione IMU per i fabbricati inagibili ubicati nei comuni ancora interessati allo stato di emergenza nelle zone colpite dal sisma del 2012 supportata dalle coperture necessarie per i mancati introiti dei comuni interessati ed estendendo le deroghe al blocco dello sconto in fattura e cessione del credito anche alle aree terremotate dell'Emilia-Romagna.
(5-02653)


   FENU, LOVECCHIO, GUBITOSA e RAFFA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con il provvedimento prot. n. 305765 del 22 luglio 2024, l'Agenzia delle entrate ha determinato la percentuale del credito d'imposta effettivamente fruibile per gli investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno - ZES unica, di cui all'articolo 16 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162;

   l'ammontare massimo dei credito d'imposta fruibile da ciascun beneficiario è pari al credito risultante dall'ultima comunicazione validamente presentata ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto, secondo le modalità definite con il provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate prot. n. 262747 dell'11 giugno 2024, in assenza di rinuncia, moltiplicato per la percentuale definita in misura pari al 17,6668 per cento;

   come si legge nelle motivazioni del provvedimento, l'ammontare complessivo dei crediti d'imposta richiesti in base alle comunicazioni validamente presentate dal 12 giugno 2024 al 12 luglio 2024, è risultato pari a 9.452.741.120 euro, a fronte di 1.670 milioni di euro di risorse disponibili, che costituiscono il limite di spesa;

   per tale motivo, la percentuale del credito d'imposta effettivamente fruibile da ciascun beneficiario è stata fissata al 17,6668 per cento (1.670.000.000/9.452.741.120) dell'importo del credito richiesto;

   va ricordato che l'ammontare del tax credit riconosciuto varia per regione in considerazione della misura massima consentita dalla vigente Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027;

   il credito d'imposta è determinato in base al costo complessivo dei beni acquistati nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro, esclusi in ogni caso i progetti di costo inferiore a 200 mila euro;

   inoltre, il contributo può essere richiesto anche per l'acquisto di terreni e per l'acquisizione, realizzazione o l'ampliamento di immobili strumentali agli investimenti ed effettivamente utilizzati per l'esercizio dell'attività nella struttura produttiva;

   è necessario acquisire maggiori elementi di valutazione riguardo alle caratteristiche dei progetti d'investimento di cui alle comunicazioni acquisite dall'Agenzia delle entrate –:

   quali siano le caratteristiche dei progetti di investimento risultanti dalle comunicazioni acquisite distinguendo, per ciascuna regione e per dimensione di impresa, il numero di domande pervenute, la tipologia di investimento e l'ambito di attività, l'ammontare dell'investimento e del credito d'imposta richiesto.
(5-02654)

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da una inchiesta pubblicata sul sito lavialibera.it, 18 persone di nazionalità pachistana che reclutavano manodopera per la Natana doc spa, azienda fornitrice del corriere espresso Sda (Gruppo Poste Italiane) sono tutti indagati a vario titolo di estorsione, auto-riciclaggio, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e sono state richieste nei loro confronti misure cautelari;

   secondo gli inquirenti di Modena, dal 2020 al 2022, avevano costituito una associazione criminosa da loro stessi denominata Ak-47 Carpi, diretta a reclutare corrieri, molti loro connazionali, per occuparli «in condizioni di sfruttamento», chi non rispettava le condizioni imposte da questi «caporali» veniva punito con violenti pestaggi e non mancavano le minacce di ritorsioni, anche nei confronti delle famiglie di origine dei lavoratori, in Pakistan, oltre ad essere costretti a versare un pizzo sulle loro paghe;

   in questa inchiesta Natana doc è menzionata non solo come beneficiaria della manodopera reclutata dalla associazione criminale denominata Ak-47 Carpi, ma in uno stretto rapporto con questa, tanto che in pochi mesi avrebbe versato su conti bancari riconducibili ad un associato della Ak-47 Carpi, oltre un milione e mezzo di euro, denaro frutto degli appalti, che servivano all'esponente del clan anche per pagare i lavoratori non regolarizzati in nero;

   da quanto si apprende nel 2019 era stata negata alla Natana doc il rinnovo dell'iscrizione alla white list antimafia, perché i suoi soggetti apicali erano «legati da vincoli associativi con esponenti di un clan camorristico»;

   la Natana doc, con sede nel vicentino, negli ultimi anni è stata al centro di inchieste e di milionari sequestri preventivi da parte della Guardia di finanza e sarebbe riconducibile al più ampio gruppo salernitano di autotrasporti Attanasio, anch'essa coinvolta in diverse indagini;

   Natana doc spa avrebbe richiesto nuovamente l'iscrizione alla white list antimafia il 15 aprile 2021, ma non risulterebbe presente nell'elenco del 2024;

   Poste italiane, contatta da lavialibera, ha ammesso che Natana doc è tra le aziende che lavorano per conto di «Sda, la società di corriere espresso del Gruppo Poste Italiane», ma ne minimizza il contributo, dichiarando che «il valore dei contratti è estremamente esiguo rispetto al volume delle forniture» e precisando che «la documentazione presentata da Natana doc per concorrere ai servizi di fornitura è risultata regolare» e che la stessa è stata riammessa nell'albo fornitori del Gruppo nel gennaio 2021, dopo un periodo di sospensione durato circa un anno;

   Poste ha infine precisato che l'iscrizione alla white list non era un requisito per qualificarsi come fornitori del Gruppo Poste Italiane nelle categorie «di ritiro trasporto e consegna, e servizio smistamento e facchinaggio» prima del 2024;

   i casi di sfruttamento non sono una novità nel settore della logistica, un impero da 80 miliardi di euro l'anno solo in Italia e si fonda su appalti e subappalti affidati a centinaia di piccole, imprese;

   ad avviso dell'interrogante, è incredibile che Poste italiane abbia nel proprio gruppo di fornitori una società che non risulta nella white list antimafia del 2024 e che l'iscrizione alla stessa non fosse un requisito essenziale visto che quell'iscrizione è obbligatoria per settori particolarmente a rischio di infiltrazioni mafiose, come l'autotrasporto per conto terzi –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e se intenda acquisire da Poste Italiane ogni elemento utile a comprendere come è regolato e controllato il relativo sistema di appalti e subappalti e come sia possibile che l'iscrizione alla white list non fosse un requisito indispensabile per far parte del suo gruppo fornitori dal momento che l'iscrizione è obbligatoria per settori particolarmente a rischio infiltrazioni mafiosi, come l'autotrasporto per conto terzi.
(4-03202)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   FARAONE. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il dipartimento per le Politiche della famiglia finanzia, anche per il 2024, i comuni italiani per lo svolgimento di attività socio-educative in favore dei minori, per un ammontare di 60 milioni di euro. Le iniziative dei comuni, da attuare nel periodo 1° giugno-31 dicembre 2024, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, devono essere finalizzate al potenziamento dei centri estivi, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minorenni;

   lo scorso anno, con il decreto 24 luglio 2023 del Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze (registrato presso la Corte dei conti in data 23 agosto 2023), è stato ripartito, per il 2023, ai comuni detto Fondo per le attività socio-educative in favore dei minori, e le relative somme sono state accreditate nelle casse dei comuni interessati, tramite pagamento effettuato dalla Banca d'Italia a decorrere dal 21 settembre 2023;

   l'accredito in favore dei comuni beneficiari delle somme nel mese di settembre 2023, ha generato consistenti difficoltà per l'impegno e la pronta attuazione delle misure finanziate, in quanto ha finito inesorabilmente per limitare la capacità di pianificare e spendere efficacemente le risorse entro il termine del 31 dicembre 2023, compromettendo l'efficacia delle iniziative educative e ricreative destinate ai minori;

   per un miglior impiego di dette importanti risorse sarebbe opportuno provvedere allo stanziamento e al materiale accreditamento delle somme previste con tempistiche idonee e adeguate e comunque utili a consentire ai comuni coinvolti una migliore programmazione delle attività anche coordinandosi con i propri territori –:

   quali iniziative intendano adottare per garantire ai comuni un più celere e anticipato trasferimento delle risorse di cui in premessa, al fine di non compromettere la programmazione e lo svolgimento delle attività socio-educative, dei centri estivi, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa in favore dei minori.
(4-03205)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   AURIEMMA, FEDE e CHERCHI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito dell'investimento 1.8 – Procedure di assunzione per i tribunali civili, penali e amministrativi – del Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato predisposto un piano straordinario di reclutamento di personale amministrativo diretto a migliorare le prestazioni degli uffici giudiziari e a potenziare la struttura dell'Ufficio per il processo, con l'obiettivo dell'abbattimento dell'arretrato e la riduzione della durata dei procedimenti, dando altresì supporto ai giudici nell'attuazione della transizione digitale della giustizia;

   sin da subito l'apporto degli addetti agli uffici del processo e delle figure tecniche a supporto hanno evidenziato nei numeri un importante ed essenziale apporto per la macchina della giustizia riducendo, da un lato, i tempi per la definizione dei processi e, particolarmente dall'altro, l'abbattimento cronico dell'arretrato;

   con il decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19 convertito con modificazioni dalla legge 29 aprile 2024, n- 56 si è manifestata la volontà di procedere alla stabilizzazione, a decorrere dal 1° luglio 2026, dei lavoratori precari del PNRR di cui all'articolo 11 del decreto-legge n. 80 del 2021 rientranti nella figura di addetti all'Ufficio del processo e delle unità di cui all'articolo 13 per il supporto alle linee progettuali per la giustizia del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero le seguenti figure tecniche di tecnico IT senior, tecnico IT junior, tecnico di contabilità senior, tecnico di contabilità junior, tecnico di edilizia senior, tecnico di edilizia junior, tecnico statistico, tecnico di amministrazione, analista di organizzazione e operatore di data entry, che hanno lavorato per almeno ventiquattro mesi continuativi nella qualifica ricoperta e risulteranno in servizio alla data del 30 giugno 2026, previa selezione comparativa sulla base dei distretti territoriali e degli uffici centrali, nei limiti delle facoltà assunzionali maturate e disponibili a legislazione vigente e dei posti disponibili in organico, con possibilità di scorrimento fra i distretti;

   va considerata la gravissima carenza di personale che affligge l'amministrazione della giustizia e le previste, future, dimissioni del personale a tempo indeterminato, secondo quanto riportato da alcune organizzazioni sindacali, è verosimile che nel 2026 l'organico della giustizia si attesterà intorno alle 18.000 unità, significativamente al di sotto delle necessità della stessa –:

   come i Ministri interrogati intendano provvedere a un piano di assorbimento delle unità sopracitate in considerazione delle carenze, presenti e future, negli uffici dell'amministrazione, senza attendere di ritrovarsi impreparati a luglio 2026, adottando iniziative volte a predisporre un piano di fabbisogno adeguato allo scopo.
(4-03207)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta scritta:


   BOSCHI e FARAONE. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il contratto nazionale di servizio stipulato tra il Ministero delle imprese e del made in Italy e la Rai - Radiotelevisione italiana S.p.a., pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 121 del 25 maggio 2024, che regolamenta per il triennio 2023-2028 l'attività svolta dalla servizio radiotelevisivo pubblico, non tiene conto delle numerose richieste avanzate dell'Ente nazionale sordi circa l'implementazione dei servizi di informazione per le persone sorde, condivise, tra l'altro, con la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi;

   l'Ente nazionale sordi, in particolare, aveva avanzato la richiesta di tradurre tutte le edizioni giornaliere del telegiornali regionali Tg3 in lingua dei segni (Lis), in luogo dell'unica edizione giornaliera attualmente prevista: l'articolo 9, comma 2, del nuovo contratto nazionale di servizio, tuttavia, si limita a prevedere di «tradurre in lingua dei segni (Lis) almeno una edizione al giorno di Tg1, Tg2 e Tg3», non offrendo concrete garanzie circa la traduzione in Lis in tutte le edizioni quotidiane dei telegiornali regionali, ostacolando così la fruibilità dell'informazione, per le persone sorde;

   le richieste non recepite nel nuovo contratto nazionale di servizio Rai, avanzate dall'Ente nazionale sordi, riguardavano, inoltre, l'incremento del numero delle edizioni al giorno di telegiornali in Lis su tutti i canali Rai, l'ampliamento e lo sviluppo dei servizi di interpretariato Lis, la sottotitolazione per l'edizione di Tg3 regionali e infine una migliore sottotitolazione per tutte le edizioni dei telegiornali di tutti i canali Rai, prevedendo la doppia modalità (sottotitolazione e servizio di interpretariato) per tutti i programmi in diretta, in un'ottica di totale accessibilità alle informazioni;

   la decisione di non recepire le indicazioni avanzate dall'Ente nazionale sordi pregiudica fortemente il servizio pubblico radiotelevisivo e lede il principio di eguaglianza e di libera manifestazione del pensiero (per la cui espressione è fondamentale accedere al pluralismo dell'informazione a parità di condizioni con gli altri cittadini);

   non si comprendono le ragioni per cui il Ministro interrogato abbia ritenuto di ignorare gran parte delle indicazioni avanzate dall'Ente nazionale sordi, nonostante la loro condivisione in seno all'organismo parlamentare preposto e, soprattutto, il loro carattere fondamentale ai fini dell'erogazione di un servizio pubblico realmente universale e non discriminatorio –:

   quali ragioni abbiano indotto il Ministro interrogato a non recepire le richieste avanzate dall'Ente nazionale sordi all'interno del contratto di servizio;

   quali misure il Ministro interrogato intenda adottare al fine di consentire una maggior fruibilità della programmazione Rai, quantomeno relativa ai servizi di informazione, per le persone sorde, affinché si renda accessibile a tutti i cittadini, senza distinzioni o discriminazioni di fatto, l'accesso ai canali pubblici di informazione e al servizio radiotelevisivo in generale.
(4-03196)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata:


   PROVENZANO, BARBAGALLO, MARINO, IACONO, PORTA, SIMIANI, VACCARI, BRAGA, CURTI, EVI, FERRARI, FORATTINI, ROMEO, ANDREA ROSSI, GHIO, CASU e FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la Sicilia è in piena emergenza siccità. Animali che bevono fango, laghi prosciugati, raccolti di grano e foraggio azzerati. Immagini impressionanti che arrivano in questi giorni dalla regione che già a marzo 2024 aveva approvato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2024. Disagi che stanno mettendo in ginocchio allevatori e agricoltori su tutto il territorio e che si riverseranno presto a cascata sul resto della comunità, già interessata dal razionamento dell'acqua potabile tra il 10 per cento e il 45 per cento e che ha coinvolto circa un milione di persone. Si parla, in particolare, delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani e, in misura minore, di quelle di Messina, Catania, Ragusa e Siracusa;

   tuttavia davanti alla recente gaffe del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che – come riportato da fonti di stampa – ha detto «Per fortuna quest'anno la siccità ha colpito alcune zone del Sud e la Sicilia in particolare e molto meno altre zone del Paese», è lecito domandarsi se l'emergenza idrica vissuta dalla Regione Siciliana si possa davvero definire un'emergenza imprevedibile o, al contrario, il risultato di mancati interventi infrastrutturali sugli invasi e sulle reti idriche, fra dighe incomplete e strutture così fatiscenti e indecorose da essere definire reti idriche «colabrodo»;

   al riguardo è opportuno ricordare le importanti responsabilità del centrodestra che, con il presidente Musumeci, presentò 31 progetti al Piano nazionale di ripresa e resilienza per l'ammodernamento irriguo che furono tutti bocciati, perdendo un finanziamento di circa 400 milioni di euro;

   il commissario straordinario nazionale per la siccità, per la Sicilia, ha individuato 27 interventi prioritari con un investimento di 829 milioni di euro, di cui ancora non ne risulta finanziato alcuno;

   il Consiglio dei ministri ha stanziato appena 20 milioni di euro, risorse insufficienti e che non risultano nemmeno ben utilizzate a sostegno delle necessarie politiche da adottare per fronteggiare la crisi idrica;

   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è responsabile del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (Pnissi) e ha competenza nel finanziamento delle infrastrutture idriche primarie e di interventi volti alla riduzione delle perdite;

   il piano idrico della Regione Siciliana, approvato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e inglobato nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico, prevede 49 interventi per finanziamenti complessivi pari a 1,6 miliardi di euro, di cui un primo stralcio, di 92 milioni di euro, sarebbe in arrivo –:

   quali misure urgenti il Governo intenda adottare per fronteggiare nell'immediato l'«emergenza siccità» in Sicilia, mettendo in sicurezza la popolazione e il tessuto produttivo ed economico della regione.
(3-01346)


   GIAGONI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   gli investimenti in opere pubbliche di rilievo strategico portano benefici concreti a tutta la collettività. Un patrimonio infrastrutturale moderno e connesso è fondamentale per sviluppare una mobilità di merci e persone, efficace ed efficiente, che possa sostenere la crescita a lungo termine di un territorio, oltre che incrementarne l'attrattività e consolidarne le capacità competitive;

   tra gli investimenti statali previsti per la regione Sardegna figura un fondo di circa 475 milioni di euro per la realizzazione dell'itinerario stradale Olbia-Arzachena-Palau-Santa Teresa Gallura;

   allo stato attuale, per la realizzazione del primo lotto, che in base al progetto definitivo sarà costituito da un'arteria a quattro corsie da Olbia a San Giovanni, al momento si attende il parere della Commissione di valutazione impatto ambientale; per la tratta Arzachena-Palau si attende il progetto preliminare; infine, il lotto che termina a Santa Teresa, paese transfrontaliero con la Corsica, è ancora in fase di progettazione;

   dopo quasi venti anni di inerzia, negli ultimi due anni si è registrata, finalmente, un'attenzione concreta da parte del Ministro interrogato per la sicurezza dei sardi, delle comunità locali, di pendolari e di turisti, confermata anche dalle recenti dichiarazioni circa la ferma volontà del Governo di realizzare l'intervento citato;

   la realizzazione dell'arteria garantirà non solo maggiore sicurezza e viabilità per automobilisti, motociclisti e ciclisti, ma costituisce un punto di collegamento nevralgico anche per La Maddalena e Santa Teresa Gallura, in cui sono presenti attività di eccellenza dell'intero comparto turistico-ricettivo-imprenditoriale del nord della Sardegna –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di accelerare le procedure di realizzazione dell'arteria di collegamento Olbia-Arzachena-Palau-Santa Teresa Gallura.
(3-01347)


   DE MONTE, FARAONE, GADDA, DEL BARBA, MARATTIN, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il noleggio con conducente (ncc) è un servizio pubblico non di linea che si differenzia dal servizio taxi per la presenza di un conducente che rimane a disposizione dell'utente per l'intera durata del servizio;

   per l'accesso di lavoratori al noleggio con conducente è prevista un'autorizzazione che conferisce l'autonomia di esercitare l'attività di autista e di offrire questo tipo di servizio ai passeggeri a seguito della dimostrazione del possesso dei requisiti richiesti e previo superamento di un esame;

   con la sentenza n. 137 del 2024 la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che ha imposto il divieto di rilascio di autorizzazioni al noleggio con conducente riportata dall'articolo 10-bis, comma 6, del decreto-legge n. 135 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 12 del 2019 («Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione»);

   nello specifico, la norma dichiarata illegittima prevedeva il divieto di concedere nuovi permessi fino alla piena operatività del registro informatico nazionale delle licenze taxi e ncc, imponendo di fatto «una barriera all'ingresso dei nuovi operatori», pregiudicando «la possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea» che compromette la difficile situazione del trasporto pubblico delle grandi città, anche in considerazione dei grandi eventi previsti per i prossimi anni (si pensi al Giubileo e alle Olimpiadi invernali);

   la Corte costituzionale ha, quindi, già rigettato due impugnative del Governo su due leggi della regione Calabria, che hanno previsto il rilascio di nuove licenze per gli ncc nella regione, pronunciandosi a favore della rimozione degli ostacoli alla libertà di stabilimento prevista dall'articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e alla libera concorrenza senza l'effettiva protezione di un interesse generale;

   sul medesimo argomento si è inoltre pronunciata la Corte di giustizia dell'Unione europea, dichiarando la contrarietà della disciplina catalana – che prevedeva la limitazione del numero di licenze di servizi di noleggio con conducente a un trentesimo delle licenze di servizi di taxi nella città di Barcellona – rispetto alla disciplina eurounitaria, ricordando che simili disposizioni possono essere giustificate solo per motivi di interesse generale e che le imprese incaricate di servizi di interesse economico generale – quali il servizio di trasporto pubblico non di linea – sono comunque soggette alle regole di concorrenza –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di dare seguito normativo alla sentenza n. 137 del 2024 della Corte costituzionale e rimuovere gli ostacoli alla libera concorrenza nel settore, garantendo alla collettività un servizio di trasporto pubblico efficiente e adeguato.
(3-01348)


   PASTORINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la direttiva (Ue) n. 2019/520 ha riconosciuto che sistemi di pedaggio basati sul riconoscimento automatico delle targhe, come il videotolling, richiedono un maggior numero di verifiche manuali delle operazioni di pagamento dei pedaggi rispetto ai sistemi che si avvalgono dell'apparecchiatura di bordo e sono più adatti a settori di piccole dimensioni come i pedaggi urbani, specificando che attualmente non sono disponibili norme tecniche condivise tali da garantire una massiccia diffusione dei sistemi di pedaggio basati sul videotolling;

   peraltro, l'unica esperienza di impiego del videotolling in Italia per l'esazione del pedaggio autostradale, ovvero il caso dell'Autostrada pedemontana lombarda, si è rivelata estremamente critica;

   a febbraio 2024 è stato costituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti un tavolo di lavoro a cui partecipano Aetis (Associazione europea dei principali operatori del pedaggio) e Aiscat (Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori), al fine di definire un approccio condiviso per l'introduzione del videotolling sulla rete autostradale italiana e discuterne la governance, ma ancora non si è giunti a una soluzione concorde;

   tuttavia, martedì 2 luglio 2024 è stato annunciato il lancio del nuovo servizio di videotolling TargaGo di Autostrade per l'Italia s.p.a. che consentirà di pagare il pedaggio sulla tangenziale di Napoli tramite il riconoscimento della targa del veicolo. Questa iniziativa, mai condivisa nell'ambito dei lavori del menzionato tavolo tecnico, si colloca all'interno della nuova strategia di esazione del pedaggio 2025-2029 di Autostrade per l'Italia s.p.a., che prevede la diffusione del videotolling lungo tutte le proprie tratte autostradali a fronte del licenziamento di 800 casellanti entro il 2029;

   il servizio TargaGo, privo di standard tecnici unilateralmente riconosciuti, si basa su tecnologie proprietarie, non conoscibili e mai adeguatamente testate come efficienti e sicure per gli utenti autostradali, oltre che per la loro privacy. Inoltre, nella tangenziale di Napoli, il servizio verrà esercito nella medesima corsia riservata agli utenti Servizio europeo di telepedaggio (Set) in aperta violazione delle previsioni della direttiva (UE) n. 2019/520 –:

   se intenda indicare le valutazioni in base alle quali è stato autorizzato il servizio TargaGo, che non risulterebbe essere stato prima notificato alla Commissione europea e che è del tutto privo delle certificazioni di affidabilità ad oggi obbligatorie, specificando se la futura diffusione del videotolling implicherà un aumento delle tariffe autostradali, traslando di fatto gli oneri infrastrutturali in capo agli utenti.
(3-01349)


   LUPI, ALESSANDRO COLUCCI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   la mobilità delle persone ricopre un ruolo rilevante non solo per lo sviluppo dell'attività economica, in particolare per la cura dei flussi turistici nazionali e internazionali, ma anche per la vita sociale del Paese;

   come riportato da numerose fonti di stampa, i ritardi e i disagi avvenuti negli ultimi mesi coinvolgono sia il trasporto ferroviario sia il trasporto aereo, anche sulle tratte di spostamento più frequentate e strategiche, per esempio presso le stazioni di Napoli, Roma e Firenze e gli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa;

   i recenti ritardi del trasporto ferroviario rispetto alla programmazione definita, stando alle comunicazioni degli enti responsabili del servizio, sono stati provocati non solo da eventi sporadici come la presenza di persone sui binari, ma anche da ripetuti malfunzionamenti delle infrastrutture di trasporto, ad esempio con riguardo ai guasti elettrici lungo le linee;

   anche gli operatori del trasporto aereo hanno riscontrato disagi consistenti, dovuti anche a problemi della rete europea di trasporto, a volumi di traffico superiori alla media, nonché al trasferimento del centro di controllo Enav da Brindisi a Roma –:

   quali ulteriori iniziative di competenza intenda assumere per garantire e migliorare la qualità del servizio di trasporto ferroviario e aereo, per esempio rafforzando i servizi di vigilanza e l'assistenza ai passeggeri negli aeroporti più frequentati.
(3-01350)


   BALDINO, SCUTELLÀ, IARIA, ORRICO e TUCCI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nella giornata del 9 luglio 2024 un grave incidente ferroviario, che ha coinvolto un carro merci a Centola, ha comportato la chiusura della tratta ferroviaria tra Vallo della Lucania e Sapri della linea tirrenica meridionale, uno dei più importanti collegamenti ferroviari della direttrice nord-sud tra la Sicilia, la Calabria e il resto dell'Italia. Saranno necessari alcuni giorni di stop, per rimuovere i vagoni deragliati e pertanto sono previsti ritardi, cancellazioni e limitazioni di percorso per i treni alta velocità, intercity e regionali. Trenitalia nel frattempo invita «i passeggeri a riprogrammare il viaggio»;

   come è noto, l'evento si è verificato nel periodo di maggior flusso turistico per le regioni meridionali, creando una serie di difficoltà a turisti e residenti, in un territorio che già sconta un gap infrastrutturale storico, isolando di fatto la Calabria dal sistema nazionale del trasporto su ferro, come già accade con quello europeo;

   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha bloccato il progetto dell'alta velocità Praia a Mare-Tarsia compromettendo anche lo sviluppo del porto di Gioia Tauro, senza un valido progetto alternativo di potenziamento;

   nel documento di economia e finanza 2023, questo Esecutivo ha previsto un nuovo impegno dello Stato sull'attraversamento stabile dello Stretto di Messina per mezzo di un progetto accantonato dal 2011 per la sua insostenibilità finanziaria, ambientale e sociale;

   il Fondo per lo sviluppo e la coesione rappresenta lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione;

   una rilevante quota della programmazione 2021-2027 per le regioni Sicilia e Calabria è stata a parere degli interroganti arbitrariamente impegnata dall'Esecutivo, per sopportare il costo dell'opera – attualmente non ancora definito – come anche la sua stessa fattibilità, tanto da portare il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a procedere al progetto per «fasi costruttive»;

   i numerosi incidenti accaduti nel nostro Paese in questi mesi mostrano con particolare evidenza che il percorso necessario è rappresentato dalle tante piccole e medie opere che capillarmente possono unire i territori, mettere in sicurezza i lavoratori del settore ferroviario e al contempo garantire gli standard europei a tutti i viaggiatori –:

   quali azioni intenda porre in essere per evitare l'isolamento delle regioni meridionali, alla luce del grave incidente che ha bloccato la tratta ferroviaria tra Vallo della Lucania e Sapri della linea tirrenica meridionale.
(3-01351)


   FOTI, FRIJIA, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, RAIMONDO, AMICH, BALDELLI, CANGIANO, DEIDDA, LONGI e GAETANA RUSSO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   come ogni anno, in questo periodo, anche nel 2024 il caro-voli e caro-traghetti è pronto a segnare un nuovo primato, con incrementi fino al 68 per cento;

   secondo l'indagine congiunta Assoutenti-Centro di formazione e ricerca sui consumi, che ha messo a confronto i prezzi del settore turismo del 2024 con quelli del 2023, volando da Milano a Brindisi, con partenza il 10 agosto e ritorno il 17 agosto, una famiglia con due bambini spenderebbe oggi almeno 972 euro, registrando un aumento del 15 per cento rispetto allo stesso volo acquistato a giugno 2023; volare da Roma a Olbia costa 924 euro, con un incremento del 15,5 per cento rispetto al 2023, mentre per il volo Roma-Cagliari il prezzo minimo è di 686 euro, con un incremento del 19,7 per cento;

   anche le tariffe dei traghetti crescono in media del 6,3 per cento rispetto al 2023: ad esempio, una famiglia con due bambini, che decide di viaggiare la settimana di Ferragosto in traghetto con auto al seguito, spenderà in media, andata e ritorno, 1.274 euro per la tratta Genova-Porto Torres, con un incremento dell'1,8 per cento; per la tratta Livorno-Olbia il costo è di 1.094 euro (+6,2 per cento); per la Napoli-Palermo 669 euro (+7,2 per cento); Civitavecchia-Porto Torres 823 euro (+10,2 per cento);

   come riporta Il Messaggero, Ryanair avrebbe chiuso l'anno fiscale 2024 con un utile netto di 1,92 miliardi di euro, una crescita del + 34 per cento in un solo anno, seguita da Easyjet, altro colosso low cost, che a dicembre 2023 è tornata in positivo di 535 milioni di euro e Wizz Air, che nel 2024 conta utili per 366 milioni di euro;

   sul timore di un oligopolio delle compagnie low cost l'Autorità garante della concorrenza e del mercato già indaga da tempo, come il procedimento ancora aperto contro Ryanair per presunte restrizioni alla vendita dei biglietti alle agenzie di viaggio o l'indagine sull'uso degli algoritmi da parte della compagnia per aumentare i prezzi dei voli verso la Sardegna e la Sicilia;

   la situazione del caro-prezzi appare quanto mai allarmante, con l'esplosione di tariffe non giustificate da un reale aumento dei costi per la produzione del servizio di trasporto navale o aereo –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere in merito ai fatti esposti in premessa, al fine di scongiurare il rischio di iniziative speculative a danno dei viaggiatori e della continuità territoriale, con ripercussioni importanti anche sui territori interessati.
(3-01352)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la diga del Brugneto, costruita per volontà del comune di Genova quale soluzione alle esigenze derivanti dal boom demografico ed economico che aveva caratterizzato il capoluogo ligure nella metà del secolo scorso, ha determinato, e determina tutt'oggi, una deviazione verso Genova del fiume Trebbia, distogliendo le acque dello stesso dal versante padano e riducendo la presenza del fiume a Piacenza ad un mero rigagnolo, con conseguenti danni gravi all'agricoltura, al turismo e al bene in sé;

   il decreto ministeriale n. 1003 del 7 giugno 1985, in conformità al disciplinare di concessione n. 10139 del 5 agosto 1960, stabiliva che dalla diga del Brugneto fossero rilasciati annualmente 2,5 milioni di metri cubi di acqua a favore delle utenze irrigue piacentine (circa il 10 per cento della capacità totale). Nell'ultimo decennio, però, a seguito di ripetuti periodi estivi siccitosi, sono stati concordati rilasci aggiuntivi idonei a salvaguardare l'agricoltura e la zootecnia;

   la diga del Brugneto, inoltre, nel 2003 è stata ceduta dal comune di Genova – presumibilmente in mancanza di un provvedimento autorizzativo o concessorio – ad una società privata senza nulla osta ministeriale, con conseguente decadenza e passaggio in proprietà della stessa allo Stato, in contrapposizione, dunque, alla normativa europea che impone una gara pubblica per la scelta di un nuovo concessionario;

   la situazione di crisi climatica ed ambientale del bacino del Po e dell'Italia e il mutamento delle condizioni che avevano influenzato le scelte circa la distribuzione e la disponibilità delle acque del Brugneto sul crinale ligure-emiliano impongono la previsione di nuove concessioni diverse rispetto a quelle adottate nei decenni precedenti;

   attualmente la scadenza per la procedura di rinnovo della concessione di derivazione è prevista nel 2024;

   appare necessario, in conclusione, intervenire per garantire una migliore distribuzione tra i territori liguri ed emiliani dell'acqua, al fine di fornire al territorio piacentino una dotazione adeguata della risorsa idrica dalla diga del Brugneto –:

   quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di assicurare una gestione della diga più condivisa e paritetica.
(5-02655)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ONORI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 21 novembre 2002, la regione Lazio con delibera di Giunta regionale n. 1541 ha approvato e adottato il progetto del Consorzio industriale del sud Lazio «Completamento delle strutture collegate al Porto di Gaeta, riattivazione del tronco ferroviario Formia-Gaeta Centro Intermodale località Bevano Gaeta» nel contesto del piano d'Area di attuazione dell'Asse III «Valorizzazione dei Sistemi Locali»;

   il comune di Gaeta, con atto del Consiglio comunale n. 45 del 19 maggio 2006 e il comune di Formia, con atto del Consiglio comunale n. 85 del 6 ottobre 2009 hanno approvato il progetto preliminare per la riattivazione della linea ferroviaria Formia-Gaeta, attivando le procedure per pervenire all'adozione delle varianti ai propri Piani regolatori generali (Prg);

   il 24 giugno 2009, con decreto ministeriale prot. 518, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha decretato la dismissione dall'esercizio della linea ferroviaria Formia-Gaeta in provincia di Latina;

   il 10 luglio 2009, si è chiusa la procedura della Conferenza dei servizi con l'approvazione, per finalità pubbliche, del progetto definitivo per la «Riattivazione ed elettrificazione della linea ferroviaria Formia-Gaeta con le fermate e i nodi di scambio»;

   il 18 dicembre 2017 le aree del piazzale ex FS sono state acquistate dal Consorzio/Industriale Coinsind per finalità pubbliche ossia al fine di attuare il progetto di cui alle sopra menzionate delibere comunali volto a realizzare: 1) una nuova stazione ferroviaria decentrata; 2) aree di parcheggio interrate e in superficie; 3) ampie zone di verde pubblico;

   come da numerose denunce arrivate all'interrogante, si evidenzia che la delibera 80 del 2009 sia stata disattesa e, senza variante urbanistica modificativa, si è proceduto a: 1) vendere a un privato il manufatto della stazione e 2.700 metri quadrati del relativo piazzale su cui dovevano sorgere ampie zone di verde pubblico; 2) eliminare la previsione di parcheggio interrato; 3) concedere le aree di parcheggio disponibili alla società Quick Parking, contravvenendo di fatto a tutti gli standard urbanistici di parcheggio del quartiere, danneggiando in maniera significativa i cittadini e le attività commerciali preesistenti –:

  se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza, anche a carattere normativo, intenda adottare affinché in casi come quello esposto sia assicurato il rispetto della normativa urbanistica.
(4-03197)


   BALDELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la tratta Bologna-Ancona rappresenta una delle direttrici fondamentali delle ferrovie italiane, che collegano il Nord con il Sud della Nazione, e viceversa;

   la tratta, oltre a connettere importanti capoluoghi, aree commerciali e industriali, durante i periodi estivi, diventa una direttrice strategica anche per i flussi turistici, con conseguente e prevedibile aumento del numero dei passeggeri;

   ciò nonostante, nelle ultime settimane, numerosi sono stati i viaggiatori che hanno riscontrato significative difficoltà, rectius l'impossibilità di acquistare i biglietti sulla tratta in questione;

   solo ad esempio, anche in data odierna risulta impossibile acquistare biglietti, per le Frecce e gli Intercity di Trenitalia, se non con almeno 48/72 ore di anticipo rispetto all'orario di partenza, mentre i treni regionali sono sovraffollati, con i gravi disagi che ne conseguono;

   simile situazione si presenta anche in altre tratte;

   quanto testé descritto comporta di fatto una cesura dei collegamenti ferroviari nel Centro Italia, e non solo, con danni all'economia nazionale, ai flussi turistici delle regioni interessate e all'immagine dell'Italia intera;

   tale scenario, inoltre, rende quasi impossibile raggiungere tempestivamente alcune località e crea un disagio significativo anche ai lavoratori pendolari, i quali necessitano di affidabilità e frequenza nei servizi di trasporto –:

   quali motivi abbiano impedito e impediscano a Trenitalia di programmare il potenziamento dei collegamenti ferroviari veloci tra Bologna e Ancona, e non solo, pur essendo l'aumento dei passeggeri durante i mesi estivi un evento prevedibile e conosciuto;

   quali iniziative urgenti di competenza il Ministero interrogato intenda intraprendere per risolvere la problematica sopra descritta.
(4-03198)


   ONORI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è notizia recente, riportata da svariate fonti di stampa che, a seguito della procedura di rinnovo della patente di Anton Gross, avvocato e cittadino italiano di origine ucraina, il luogo di nascita corrispondente alla città ucraina di Mariupol sia stato indicato come appartenente alla Russia;

   Mariupol è una città dell'Ucraina sudorientale che, nell'ambito della guerra di aggressione russa, ha subito quasi 90 giorni di assedio, con circa 20.000 civili uccisi e, in ragione di molteplici episodi di strenua resistenza, è divenuta importante simbolo di coraggio e identità valoriale di un intero Paese che lotta per la propria libertà;

   a settembre 2022 nei territori delle regioni separatiste filorusse, tra cui quella di Donetsk in cui ricade Mariupol, si è tenuto un referendum – illegittimo e illegale da tutti i punti di vista – per l'annessione alla Russia: i seggi elettorali si trovavano in negozi e caffè, pur rimanendo vuoti, e le cabine si trovavano sotto la stretta supervisione di soldati russi dotati di armi automatiche;

   i leader del G7 avevano contestualmente diramato una nota in cui affermavano che non avrebbero mai riconosciuto «questi referendum che sembrano essere un passo verso l'annessione russa», né «una presunta annessione se succedesse». Inoltre, ritenevano fossero dei «referendum farsa» senza effetto legale né legittimità, «come dimostrato dai metodi frettolosi della loro organizzazione, che non rispettano in alcun modo le norme democratiche, e dalla sfacciata intimidazione della popolazione locale». Per questi motivi, i Paesi del G7 si dicevano «pronti a imporre nuovi costi economici alla Russia, a individui ed enti, dentro e fuori la Russia, che stanno dando supporto politico o economico al tentativo illegale della Russia di cambiare lo status del territorio ucraino»;

   anche la Presidente del Consiglio Meloni aveva dichiarato che «la dichiarazione di annessione alla Federazione russa di quattro regioni ucraine dopo i referendum farsa svoltisi sotto violenta occupazione militare non ha alcun valore giuridico e politico»; appare, quindi, incomprensibile come un Ministero italiano abbia potuto rilasciare dei documenti ufficiali in cui si definisce Mariupol come territorio russo –:

   quali iniziative intenda intraprendere al fine di verificare quali siano stati i motivi che hanno condotto all'indicazione di Mariupol come città russa, anche analizzando la correttezza delle informazioni in merito inserite nelle banche dati da cui si attinge per la compilazione dei dati anagrafici nei documenti ufficiali.
(4-03200)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   SARRACINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   ha destato molto sconcerto e paura l'episodio verificatosi pochi giorni fa presso un lido di Torre Annunziata;

   in questa circostanza, secondo la ricostruzione dei testimoni riportata anche dagli organi di informazione, due individui con il volto coperto hanno fatto irruzione su una spiaggia, affollata visto l'orario del pomeriggio, a volto coperto e armati;

   erano alla ricerca di un obiettivo ben definito che però non avrebbero trovato;

   le persone armate, sempre in base alla ricostruzione riportata a mezzo stampa, prima di andare via e fare perdere le proprie tracce, hanno sparato diversi colpi in aria scatenando il panico tra i presenti;

   si tratta di un nuovo ennesimo episodio che segnala una recrudescenza dell'attività criminale sul territorio in questione –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per verificare l'accaduto e per potenziare l'azione di controllo nell'ambito del territorio di Torre Annunziata, uno dei contesti più complessi dell'hinterland napoletano.
(3-01357)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a Mantova si sono recentemente tenuti due festival sul tema agroalimentare ed ambientale, quali «Food & Science» dal 17 al 19 maggio 2024, patrocinato anche dal Ministero dell'agricoltura, ed «Interno Verde», dal 6 al 7 luglio 2024, patrocinato dal Mibact;

   questi eventi sono anche stati sponsorizzati da multinazionali del settore zootecnico;

   da tempo i giovani attivisti/e dei movimenti Animali Politici, Ribellione Animale e Scientist Rebellion contestano le multinazionali dell'agroalimentare per il fatto di impedire un libero dibattito su base scientifica delle conseguenze del settore sulla crisi climatica;

   in data 17 maggio 2024 al Teatro Scientifico Bibiena durante un intervento tramite videocollegamento del Ministro dell'agricoltura, quattro giovani hanno aperto sul palco due striscioni con le scritte «Gli animali non sono cibo al servizio della scienza» e «Complici e alleate della resistenza animale»;

   nonostante l'iniziativa fosse pacifica, da quanto si è appreso i quattro attivisti sono stati trascinati a forza sugli scalini del teatro dalle forze dell'ordine, trattenuti in questura fino alle 22, e non essendo residenti a Mantova, hanno ricevuto un foglio di via che impedirà loro di recarsi a Mantova per i prossimi tre anni, con riguardo a due attivisti, e per il prossimo anno, con riguardo agli altri due;

   in data 19 maggio 2024, nel corso dell'evento dell'azienda Levoni durante «Food & Science» due attivisti si sono seduti di fronte al palco e hanno provato ad aprire uno striscione con la scritta «Food & Science. Coltiviamo sfruttamento. A Mantova 3 maiali per ogni abitante. Mantova capitale dell'oppressione animale», ma sono stati subito presi ed allontanati di forza da carabinieri e polizia, mentre un'attivista che si avvicinava al palco con un secchio di tempera verde diluita – a simboleggiare il greenwashing messo in atto dalle aziende oggetto di contestazione – è stata presa per il collo ancora prima del suo arrivo di fronte al palco, come si evince da alcuni video;

   a quanto consta all'interrogante anche tali persone hanno ricevuto due fogli di via e denunce per quattro reati (sei nel caso dell'attivista con la tempera) tra i quali inosservanza del provvedimento dell'autorità (articolo 650 del codice penale, concorso di più persone al reato articolo 110 del codice penale), disturbo con schiamazzi (articolo 659 del codice penale) manifestazione non autorizzata (articolo 19 Tulps), imbrattamento (639 del codice penale) e violazione del foglio di via (articolo 76, comma 3 del decreto legislativo n. 159 del 2011);

   in data 7 luglio 2024, durante «Interno Verde», due attiviste del gruppo Animali Politici hanno aperto un cartello ed uno striscione, contestazione durata pochissimi minuti in quanto le stesse sono state immediatamente identificate dalle forze dell'ordine e una di loro, non potendo ricever foglio di via in quanto residente a Mantova, sarebbe stata portata in questura e chiusa in una cella per alcune ore;

   tutte le manifestazioni erano di natura pacifica e dimostrativa e implicavano solamente lo srotolamento di striscioni o l'utilizzo di tempera lavabile e gli attivisti/e protestavano stando seduti;

   il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero è garantito dall'articolo 21 della Costituzione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda verificare i motivi dell'evidente squilibrio fra le azioni messe in campo pacificamente dagli attivisti e la reazione e i provvedimenti assunti delle autorità di pubblica sicurezza coinvolte.
(4-03204)


   BOSCHI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   sabato 20 luglio 2024, in via Cellini, a Torino, il giornalista de La Stampa, Andrea Joly, è stato strattonato, buttato a terra e aggredito da un gruppo di militanti di Casa Pound, appena fuori dal circolo Asso di Bastoni – luogo di loro abituale ritrovo – dove era in corso una festa con decine di attivisti e militanti del gruppo di estrema destra;

   dalle riprese effettuate da alcuni testimoni e dallo stesso giornalista si evince che l'aggressione è derivata dal fatto che Andrea Joly stesse riprendendo col proprio cellulare i suddetti militanti mentre, nel mezzo della pubblica via, tra fumogeni tricolore, cantavano inni fascisti rievocando il saluto romano adottato dal regime;

   avvicinato da alcuni di loro, al giornalista è stato prima intimato di cancellare le foto – a quanto si apprende da organi stampa, l'invito era stato rivolto perentoriamente anche ad altra persona, nel pomeriggio – e al suo rifiuto è scattato il pestaggio di gruppo: spinte, pugni, calci e un tentativo di soffocamento, cui il giornalista è riuscito a sottrarsi solo grazie alla propria prontezza;

   l'episodio rappresenta solo l'ultimo di una serie di aggressioni al diritto di cronaca del gruppo estremista, già da tempo ampiamente noto anche per i propri attacchi alla libertà di riunione e alla libera manifestazione del pensiero;

   la crescente attitudine aggressiva, prevaricatoria e intimidatrice di Casa Pound desta ancor più preoccupazione anche in vista del prossimo raduno organizzato dal gruppo estremista per settembre 2024 a Grosseto, dove già diversi territori e livelli istituzionali si sono detti contrari a iniziative politiche nostalgiche del fascismo e apertamente contrarie ai valori che informano il pluralismo democratico –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare in relazione ai fatti esposti in premessa e quali misure intenda predisporre al fine di prevenire il ripetersi di ulteriori attacchi alle libertà costituzionali da parte dei militanti del gruppo di estrema destra di Casa Pound;

   se non ritenga di adottare specifiche misure di monitoraggio e contenimento in riferimento al prossimo raduno organizzato da Casa Pound per il mese di settembre 2024 a Grosseto, al fine di scongiurare sul nascere ogni possibile deriva antidemocratica e nostalgica del fascismo, salvaguardando il diritto di cronaca e libertà democratiche delle comunità e dei giornalisti interessati.
(4-03206)

ISTRUZIONE E MERITO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione e del merito, per sapere – premesso che:

   desta forte preoccupazione, in vista dell'imminente avvio del nuovo anno scolastico 2024/2025, la vicenda riguardante il plesso «Lombardo Radice» che ad oggi ospita scuola dell'infanzia e scuola primaria, con quest'ultima che rischia di sparire dalla geografia della città;

   in particolare, il comune di Caserta partecipava all'avviso pubblico del 2 dicembre 2021 per la realizzazione di nuovi edifici scolastici pubblici mediante sostituzione edilizia, da finanziare nell'ambito del PNRR, Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università – Investimento 1.1: «Piano per asili nido e scuole dell'infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia», finanziato dall'Unione europea – Next Generation EU, risultando in posizione utile in graduatoria per vedere realizzato l'intervento presso l'I.C. Dante Alighieri, cui il «Lombardo Radice» afferisce;

   con deliberazione di giunta comunale n. 34 dell'11 febbraio 2022 veniva approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica dell'intervento di «realizzazione della scuola materna ex Radice Via Roma», mentre con deliberazione di Giunta comunale n. 40 del 24 febbraio 2022 veniva approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica dell'intervento per la «realizzazione dell'asilo nido ex Radice»;

   i due progetti presentati ed approvati dal comune e finanziati dai fondi europei sono entrambi rivolti alla realizzazione di asilo nido e scuola dell'infanzia ed insistono sullo stesso edificio che oggi ospita anche una scuola primaria, della quale, invece, non vi sarebbe traccia, né vi sarebbe alcuna indicazione in merito alla futura ricollocazione degli oltre 200 alunni che la frequentano attualmente;

   secondo i dati di organico di diritto anno scolastico 2024/25, il plesso scolastico «ex Lombardo Radice» conta n. 51 bambini alla scuola dell'infanzia e 219 alunni alla scuola primaria;

   se tali circostanze fossero confermate, i citati progetti, di fatto, hanno eliminato le 14 classi di scuola primaria che insistono attualmente nei locali dell'edificio oggetto di finanziamento ed i relativi alunni, che ad oggi, non hanno prospettive certe di collocazione né in attesa che si completino i lavori né successivamente alla loro realizzazione;

   nelle settimane scorse gli Uffici comunali preposti hanno comunicato l'imminente avvio dei lavori, sollecitando il dirigente scolastico dell'Istituto in questione a mettere in essere le propedeutiche attività di trasloco di arredi e materiale didattico presenti nei locali della scuola;

   come si legge in una recente nota indirizzata alle istituzioni competenti dai genitori degli alunni iscritti alla primaria, comprensibilmente preoccupati per il de-volversi della situazione, «Altrettanto grave è il fatto che a poco più di due mesi dall'avvio del prossimo anno scolastico, ormai in pieno periodo di ferie estive, l'Amministrazione comunale non abbia ancora inviato alcuna comunicazione formale riguardo la collocazione temporanea degli alunni dell'infanzia e della primaria durante i lavori, il cui avvio è stato preannunciato nel periodo estivo e che dureranno non meno di un anno e mezzo», stigmatizzando il fatto che «un progetto che, di fatto, “cancella” dal centro della città (via Roma) un punto di erogazione del servizio scolastico di scuola dell'obbligo, quale è la scuola primaria, va in direzione opposta alla “protezione” ed alla “valorizzazione” dei più piccoli. Peraltro, sarebbero palesemente violate le prescrizioni in materia di edilizia scolastica contenute nel decreto ministeriale 18 dicembre 1975 – norme tecniche punto 1.1.2 e seguenti, in merito alle distanze massime dei punti di erogazione del servizio dalle singole abitazioni in ambito urbano»;

   nonostante le numerose rassicurazioni, ad oggi non sarebbe stata ancora individuata con certezza una sede alternativa che possa ospitare, già a decorrere da settembre 2024, gli alunni della scuola primaria poiché, per quanto consta agli interpellanti, le soluzioni contemplate finora dall'amministrazione comunale o non erano proponibili o solo parzialmente percorribili –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, di quali informazioni disponga il Ministro interpellato e quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire il regolare avvio del prossimo anno scolastico 2024/2025 per gli alunni della scuola primaria dell'ex «Lombardo Radice», anche valutando l'opportunità, qualora possibile, che il nuovo plesso continui ad ospitare sia la scuola primaria sia la scuola dell'infanzia, ovvero, nella denegata ipotesi in cui ciò non sia previsto o possibile, individuando una diversa ubicazione della scuola primaria in grado di contemperare gli interessi degli alunni e delle istituzioni.
(2-00420) «Cerreto, Foti».

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   BARZOTTI, FENU, AIELLO, CAROTENUTO e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il Fondo nuove competenze è stato istituito dall'articolo 88 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, e modificato dall'articolo 4 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126;

   il fondo supporta le imprese che devono adeguarsi a nuovi modelli organizzativi e produttivi, rispondendo alle transizioni ecologiche e digitali e ai progetti di investimento strategico o di transizione industriale, richiedendo la formazione di nuove competenze per i propri lavoratori e lavoratrici;

   il decreto interministeriale 9 ottobre 2020 e il decreto interministeriale integrativo 22 gennaio 2021 hanno attuato la misura con riferimento alla prima edizione del fondo;

   il decreto interministeriale 22 settembre 2022 ha poi rifinanziato il fondo con una dotazione di 1 miliardo di euro, attingendo alle risorse dell'iniziativa React-EU confluite nel Programma operativo nazionale sistemi di politiche attive per l'occupazione (Pon Spao), promuovendo così la seconda edizione;

   il 14 marzo 2024, il Sottosegretario Durigon ha dichiarato la volontà del Ministero del lavoro nel definire tempistiche rapide per l'avvio della terza edizione;

   in risposta all'interrogazione in Assemblea 3-01133 il Ministro per i rapporti con il Parlamento Ciriani ha evidenziato che alcune delle istanze non ancora definite della seconda edizione saranno valutate entro la fine del mese di aprile 2024, mentre l'attivazione della terza, edizione con una dotazione di circa 800 milioni di euro è una priorità nell'ambito del Programma nazionale giovani, donne e lavoro, cofinanziato dal Fondo sociale europeo Plus;

   all'interrogante giungono segnalazioni di istanze rendicontate nel mese di novembre 2023 non ancora saldate, istanze presentate senza fondo interprofessionale con mancato riscontro, istanze non finanziate dal fondo interprofessionale di riferimento e, nonostante questo, ancora sospese – le ultime due situazioni erano, tra l'altro, previste dai bando;

   la mancata approvazione delle istanze mantiene le aziende in una situazione di stallo riguardo alla formazione di propri lavoratori e lavoratrici, generando altresì un senso di sfiducia nelle istituzioni e scoraggiando la partecipazione a futuri bandi –:

   quali iniziative intenda assumere al fine di assicurare la comunicazione dell'esito di tutte le candidature della seconda edizione del Fondo nuove competenze, nonché come si intenda assicurare una repentina apertura della terza edizione dello stesso, garantendo al contempo una gestione efficiente ed efficace del bando.
(5-02647)


   SARRACINO, SCOTTO, GRIBAUDO, FOSSI e LAUS. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Facile ristrutturare spa è azienda leader nel settore delle ristrutturazioni chiavi in mano, con circa 80 sedi e 300 dipendenti oltre 800 collaboratori esterni controllata dal gruppo Renovars spa;

   nel 2024, dopo 10 anni di attività, si è registrata una forte crisi finanziaria determinata prevalentemente dalle dinamiche del bonus del 50 per cento di sconto in fattura;

   nel febbraio 2024, l'impresa ha tentato un primo riassetto organizzativo, ricollocando diverse posizioni manageriali, mentre nei successivo mese di aprile 2024 ha autorizzato lo smaltimento da parte dei dipendenti delle ferie per circa un mese;

   il 18 giugno 2024 comunica a tutti i dipendenti la collocazione in cassa integrazione a partire dal giorno successivo con pagamento anticipato dall'azienda stessa e, contestualmente, i ritardi nei pagamenti della mensilità di maggio, già a oltre la scadenza;

   a oggi risultano non essere state corrisposte né le mensilità di maggio e giugno 2024 né la cassa integrazione, diversamente da quanto siglato mediante accordo sindacale sottoscritto l'11 giugno 2024 con fillea cgil, filcams cgil, filca cisl, feneal uil;

   da maggio 2024 i lavoratori non percepiscono alcuna retribuzione, non avranno tfr né ferie e permessi non goduti in caso di licenziamento in quanto non ci sono soldi nelle casse, e non hanno neppure la possibilità di licenziarsi per giusta causa accedendo così alla Naspi;

   i dipendenti chiedono che venga erogata la retribuzione dei mesi per cui hanno lavorato e quanto dovuto con l'intervento dello Stato a tutela dei propri diritti –:

   quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere per favorire l'attivazione di un immediato tavolo di confronto con azienda e sindacati per il rispetto delle intese raggiunte, nonché per un accordo di mobilità affinché i lavoratori possano liberarsi mediante giusta causa.
(5-02648)


   D'ALESSIO e BONETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 31 luglio 2023 è iniziato il percorso che ha portato all'abolizione del reddito di cittadinanza e alla sua sostituzione con il supporto per la formazione e il lavoro e l'Assegno di inclusione (Adi);

   si tratta di due strumenti che, secondo quanto emerso dalle prime analisi effettuate, hanno diminuito, quasi dimezzato, la platea dei destinatari del reddito di cittadinanza escludendo persone e famiglie che necessitano tuttavia di percorsi di sostegno economico e inclusione sociale;

   con l'abbandono, infatti, del principio di «universalità selettiva» che era stato introdotto con il Reddito di inclusione sociale (Rei), l'Adi oggi realizza interventi anti-povertà di carattere categoriale e con una arbitraria suddivisione delle persone in «occupabili» e «non occupabili», basata sui carichi familiari e senza un'adeguata valutazione della situazione reale personale e del contesto di vita. Inoltre, i correttivi fatti ex post rispetto a queste valutazioni – di fatto arbitrarie – e basati su parametri generali hanno sovraccaricato i servizi sociali comunali. Tale sovraccarico è dipeso sia dall'assenza, nella misura in oggetto, di un investimento finalizzato all'ampliamento dell'organico in grado di assicurare una presa in carico e un accompagnamento adeguati a tali situazioni, sia da una difficoltà di coordinamento tra i comuni stessi, i servizi da questi erogati e le ASL, i quali si sono trovati non adeguatamente attrezzati;

   numerosi dati, tra cui quelli forniti dall'Inps e quelli elaborati dalla Caritas nel report statistico nazionale del 2024 «La povertà in Italia» e da Alleanza per la povertà, dimostrano l'incapacità di tali misure di sussidio di arrivare ai più poveri: ad oggi, 5,8 milioni di persone – che corrispondono a 2,2 milioni di famiglie – vivono in condizioni di bisogno assoluto alimentare, sociale e sanitario;

   le misure descritte, seppur correttive e sostitutive di un sistema inadeguato come lo era il reddito di cittadinanza, appaiono essere comunque non efficaci e insufficienti a per rispondere alle esigenze dell'intera platea dei cittadini che necessitano un sostegno economico e sociale –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per superare una obsoleta struttura categoriale del welfare, assumendo una necessaria visione universalistica selettiva, anche al fine di includere le numerose persone e famiglie in situazioni di fragilità sociale ed economica tra i destinatari delle misure citate in premessa e che risultano oggi esserne escluse, nonché implementando un'analisi dell'impatto dei nuovi strumenti di contrasto alla povertà che sia idonea ad applicare correttivi e modifiche tali da evitare che la condizione di povertà assoluta in Italia si radichi e aumenti ulteriormente.
(5-02649)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta orale:


   TASSINARI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   con riferimento alla ricostruzione in Romagna a seguito dell'alluvione dell'estate 2023, gli amministratori della regione Emilia-Romagna, nelle persone dell'ex sindaco e attuale presidente della provincia di Ravenna (nonché di futuro candidato alla carica di Governatore) e dell'ex Governatore regionale, entrambi esponenti del Partito democratico, continuano ad alimentare la polemica in merito al presunto mancato invio ai comuni, alle province e alla regione delle risorse a suo tempo stanziate dal Governo nazionale;

   in particolare l'ex sindaco di Ravenna in più occasioni ha lamentato che il Governo starebbe «derubricando» l'alluvione dall'agenda politica nazionale. Tuttavia dai dati ufficiali disponibili sulla ricostruzione risulterebbe che dei 12,3 milioni di euro ottenuti dal comune di Ravenna per intervenire sui danni, ne sono stati spesi solamente 188 mila (1,5 per cento). Per quanto riguarda la provincia di Ravenna dei 34,6 milioni di euro stanziati, ne sono stati spesi solo 1,5 milioni (4,3 per cento);

   sul sito istituzionale del comune di Ravenna, comparirebbe un comunicato in cui si dichiara che «sul fronte nazionale e dei provvedimenti attesi dal Governo [nazionale], famiglie, imprenditori e comunità scontano ormai ritardi inaccettabili»;

   risulta agli interroganti che i rimborsi invece procedono abbastanza spediti. Le istruttorie terminate con esito positivo sono al momento oltre 400 con più di 12 milioni di euro di danno riconosciuto di cui è già stato erogato il 50 per cento (circa 6 milioni) a titolo di anticipazione. Di queste 400 istruttorie, una cinquantina sono imprese;

   l'ex governatore regionale, neo-eletto al Parlamento dell'Unione europea, recentemente ha imputato i ritardi all'assenza del personale tecnico aggiuntivo che dovrebbe aiutare i comuni a gestire i cantieri della ricostruzione. È opportuno ricordare che all'insediamento della struttura commissariale, il generale Figliuolo aveva chiesto agli enti territoriali della regione di fornire tecnici per i territori alluvionati, ricevendo un netto rifiuto. Il risultato di questa mancata volontà a collaborare è che ci sono solo 40 dei 216 tecnici necessari –:

   quale sia l'effettiva disponibilità di risorse immediatamente spendibili in capo agli enti della regione Emilia-Romagna per la ricostruzione post alluvione e quanto sia stato effettivamente utilizzato ad oggi da detti enti in termini di uscite di cassa;

   se non si intenda promuovere iniziative, per quanto di competenza, affinché i siti istituzionali degli enti pubblici non siano utilizzati per fini impropri, quali quelli di propaganda politica, come avvenuto, a parere dell'interrogante, nel caso segnalato in premessa.
(3-01358)

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:


   ANDREUZZA. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi dell'articolo 3 commi 4 e 5 del decreto-legge 13 maggio 2021 n. 70 è stata concessa alle imprese la possibilità di richiedere l'istituzione, con decreto del Ministero del turismo previa intesa con le regioni interessate, di «Distretti turistici» aventi l'obiettivo di portare crescita e sviluppo alle zone interessate, migliorando l'offerta turistica e accrescendo lo sviluppo delle aree facenti parte del distretto. La delimitazione dei distretti è effettuata dalle regioni d'intesa con il Ministero del turismo;

   con atto di Giunta regionale del 19 maggio 2023, la regione Veneto ha approvato la proposta di delimitazione del «Distretto Turistico Chioggia Delta del Po Saccisica». Il distretto comprende 17 comuni: Adria, Ariano nel Polesine, Arzergrande, Brugine, Chioggia, Cona, Cavarzere, Codevigo, Correzzola, Loreo, Piove di Sacco, Pontelongo, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po, valorizzati da litorali e stabilimenti balneari, nonché dal Delta del Po, patrimonio Unesco, che racchiude eccellenze naturalistiche di evidente valore. Negli anni è stato promosso un turismo consapevole e rispettoso, scandito da esperienze immersive e autentiche, come il cicloturismo e l'enogastronomia, alla riscoperta dei luoghi e della tradizione locale. Un turismo che non si limita a fruire, ma che genera valore. Un volano per lo sviluppo di microeconomie locali, con la creazione di nuove opportunità di lavoro e la valorizzazione dei prodotti tipici;

   nonostante ciò, ad oggi non risultano ancora adottati i conseguenti atti di approvazione da parte del Ministero del turismo, necessari al completamento della pratica e definitiva istituzione del distretto turistico individuato;

   l'atto assume fondamentale importanza, atteso il valore storico, turistico e paesaggistico dell'area, il cui ritardo incide negativamente sul tessuto produttivo del territorio di riferimento, atteso che le imprese non possono accedere a vantaggi, agevolazioni e investimenti idonei a valorizzare l'offerta turistica –:

   se il Ministro interrogato abbia predisposto o intenda predisporre gli atti necessari alla emanazione dei decreti istitutivi del «Distretto turistico Chioggia Delta del Po Saccisica», al fine di dare completamente seguito all'iter già avviato in premessa.
(4-03203)

Pubblicazione di testi riformulati.

  Si pubblica il testo riformulato della risoluzione in Commissione Furfaro n. 7-00240, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 330 del 22 luglio 2024.

   La XII Commissione,

   premesso che:

    nell'undicesima edizione della International Classification of Diseases (ICD-11), elaborata dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in vigore dal 2022, l'incongruenza di genere è stata riconosciuta come una condizione correlata alla salute e non come patologia; parallelamente, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Dsm-5-TR), pubblicato a marzo 2022 dall'American Psychiatric Association continua a menzionare la disforia di genere come condizione di sofferenza psicologica solo eventualmente associata a un vissuto di incongruenza di genere;

    ciò ha comportato la definitiva de-patologizzazione della condizione e dell'esperienza di vita delle persone trans, implicando una serie di significative conseguenze sul piano dell'inquadramento – teorico, giuridico e sanitario – delle vicende legate all'affermazione dell'identità di genere;

    ciò incide infatti, in particolare, sia sul ruolo del servizio sanitario, sia sull'atteggiamento dell'ordinamento giuridico nell'articolazione di dispositivi di riconoscimento della condizione trans, tanto con riferimento alla disciplina dei procedimenti di rettificazione anagrafica, quanto con riferimento alla tutela della salute delle persone trans sia prima che dopo la rettificazione;

    in questa cornice, il ruolo del servizio sanitario nell'accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere ha subito una profonda trasformazione, peraltro coerente con gli approdi più rilevanti della giurisprudenza interna – costituzionale e di legittimità – e delle fonti sovranazionali rilevanti in materia;

    fin dal 2015, infatti, la Corte costituzionale ha chiarito – con la sentenza n. 221 – che la disciplina dei percorsi di affermazione e di rettificazione anagrafica deve essere orientata al conseguimento, da parte della persona interessata, di un pieno benessere psico-fisico e che, in questo quadro, assume rilevanza primaria il modo in cui la persona stessa decide di configurare il proprio percorso di affermazione dell'identità di genere; in particolare, la Corte ha affermato – con specifico riferimento alla necessità dell'intervento chirurgico ma, a ben vedere, enucleando principi riferibili a ogni trattamento sanitario correlato all'accompagnamento dei percorsi di affermazione – una impostazione che «rimette al singolo la scelta delle modalità attraverso le quali realizzare, con l'assistenza del medico e di altri specialisti, il proprio percorso di transizione, il quale deve comunque riguardare gli aspetti psicologici, comportamentali e fisici che concorrono a comporre l'identità di genere», precisando altresì che la «mancanza di rigide griglie normative sulla tipologia dei trattamenti» corrisponde «all'irriducibile varietà delle singole situazioni soggettive» (Cons. dir., par. 4.1);

    pertanto, nell'articolazione delle politiche relative alla condizione delle persone trans i tre fondamentali interessi in gioco – e cioè salute, dignità e, secondo la Corte, certezza delle relazioni giuridiche – devono essere composti in armonia secondo un approccio che, coerentemente con i supremi valori costituzionali (a partire dal principio personalista e dalla pari dignità sociale di cui agli articoli 2 e 3 della Costituzione), metta al centro la persona trans e le sue specifiche necessità, lungo tutto il percorso di affermazione dell'identità di genere e anche a seguito dell'eventuale rettificazione anagrafica;

    ciò è peraltro coerente con gli approdi – risalenti e recenti – delle fonti sovranazionali rilevanti: già nel 2015, la Risoluzione n. 2048 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa aveva formulato precise raccomandazioni agli Stati membri richiedendo – da un lato – di superare qualunque previsione relativa a trattamenti sanitari obbligatori ovvero alla necessità di diagnosi psichiatriche (racc. 6.2.2) ai fini dell'accesso alla rettificazione anagrafica; e, dall'altro, di rendere pienamente accessibili – e a carico del servizio sanitario pubblico – i trattamenti sanitari collegati all'affermazione dell'identità di genere, dalla eventuale chirurgia ai trattamenti ormonali, fino al supporto psicologico (racc. 6.3.1); già in tale risoluzione, infine, si chiedeva agli Stati membri di modificare le classificazioni nazionali delle patologie – e di impegnarsi al fine di una modifica delle classificazioni internazionali – con l'obiettivo di evitare che le persone trans, a ogni età della vita, potessero essere ritenute affette da patologia mentale, assicurando al tempo stesso l'accesso libero da stigma ai trattamenti medici necessari per l'accompagnamento del percorso di affermazione dell'identità di genere (racc. 6.3.3);

    ancor più di recente, nel marzo del 2024, la Commissaria del Consiglio d'Europa per i diritti umani ha pubblicato un Issue paper dal titolo «Human Rights and Gender Identity and Expression» nel quale vengono nuovamente formulate alcune significative raccomandazioni chiave agli Stati membri del Consiglio d'Europa; in particolare, la raccomandazione chiave n. 6 invita gli Stati membri – in linea con la ricordata risoluzione del 2015 – a «garantire che le persone trans abbiano un accesso effettivo e senza stigma ai servizi sanitari specifici, comprese le procedure psicologiche, endocrinologiche e chirurgiche, senza richiedere una diagnosi di malattia mentale, in linea con l'ICD-11 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità» e a «garantire che l'assistenza sanitaria specifica per le persone trans sia fornita sulla base di un consenso libero e informato, sia coperta da regimi di assicurazione sanitaria pubblica in conformità con le norme nazionali, sia decentrata, adattata alle condizioni di salute individuali, fornita da professionisti medici qualificati e senza discriminazioni»;

    allo stesso tempo, la raccomandazione chiave n. 14 invita gli Stati membri a «consultare e coinvolgere le persone trans e le loro organizzazioni nell'elaborazione delle misure giuridiche e politiche che le riguardano» nonché ad «adottare e applicare misure efficaci per garantire che i difensori dei diritti umani che sostengono i diritti delle persone trans possano lavorare in un ambiente favorevole, senza la minaccia di violenza, discriminazione o altri abusi»;

    con specifico riferimento all'accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere delle persone minorenni e – in modo particolare – alla possibilità di somministrare bloccanti ipotalamici a base di triptorelina, il richiamato Issue Paper invita gli Stati membri, anzitutto, a raccogliere dati scientifici, su base volontaria, per il costante miglioramento a lungo termine e la sicurezza dell'assistenza sanitaria trans-specifica, inclusa quella per le persone minorenni, precisando altresì che tutte le persone minorenni hanno il diritto al miglior standard di salute raggiungibile e le persone minorenni trans non dovrebbero essere trattate diversamente sol perché l'assistenza di cui hanno bisogno è relativa all'identità di genere; ciò vale anche per l'eventuale somministrazione di bloccanti ipotalamici e, in generale, per l'accesso ai trattamenti sanitari di accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere; il trattamento medico, prosegue l'Issue Paper, deve infatti sempre essere somministrato nel miglior interesse dell'individuo e, a tal fine, si ribadisce – da un lato – la necessità di ascoltare la persona interessata, considerandone attentamente l'esperienza di vita e fornendole tutte le informazioni necessarie, alle medesime condizioni in cui ciò avviene per ogni persona minorenne sottoposta a trattamenti sanitari; d'altra parte, si afferma che gli stati membri dovrebbero sviluppare competenze all'interno della professione medica, inclusi coloro che lavorano nell'assistenza sanitaria specifica per le persone trans, sui migliori approcci e strumenti per garantire la dignità e la salute delle giovani persone trans;

    tali posizioni sono peraltro coerenti con importanti indicazioni provenienti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite; in particolare, nel suo Commento Generale n. 20 (2016), il Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo ha sottolineato le giovani persone trans hanno il diritto al rispetto della loro integrità fisica e psicologica, identità di genere e autonomia emergente, raccomandando agli Stati di garantire l'accesso ai trattamenti sanitari di accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere anche alle persone giovani che lo richiedano; allo stesso tempo, il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla privacy ha riconosciuto – nel rapporto pubblicato il 25 gennaio 2021 – che il rifiuto dell'accesso a tali trattamenti si configura quale violazione del diritto all'integrità fisica e all'autonomia delle giovani persone trans;

    anche l'ottava edizione degli Standards of Care for the Health of Transgender and Gender Diverse People elaborati dalla Associazione professionale Mondiale per la Salute delle persone transgender (Wpatfh cioè l'associazione internazionale multidisciplinare di professionisti la cui missione è quella di promuovere, per la salute delle persone transgender, assistenza e cure basate sull'evidenza medica, la formazione, la ricerca, l'advocacy, l'ordine pubblico ed il rispetto, con la finalità di promuovere le migliori pratiche e politiche di supporto della salute, della ricerca, della formazione, del rispetto, della dignità e dell'uguaglianza delle persone trans) dedica specifica attenzione all'accesso delle persone minorenni ai trattamenti sanitari di accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere, ivi compresa l'eventuale somministrazione di bloccanti ipotalamici, raccomandando – tra l'altro – che l'eventuale accesso a tali trattamenti avvenga, qualora la persona interessata ne faccia richiesta, all'esito di un assessment biopsicosociale approfondito, il quale sia effettuato in modo collaborativo e supportivo (dichiarazione 6.3), mantenendo un rapporto continuativo con la persona adolescente, così da sostenerla nei processi di decisione per tutta la durata degli eventuali trattamenti di blocco della pubertà, ormonali e chirurgici, fino alla presa in carico da parte dei servizi dedicati alle persone trans adulte (dichiarazione 6.8); allo stesso tempo, si raccomanda al personale sanitario di coinvolgere specialisti delle discipline rilevanti, inclusi professionisti della salute mentale e medici, per raggiungere una decisione sul fatto che la soppressione della pubertà, l'avvio della terapia ormonale, oppure la chirurgia di genere siano appropriate per le persone trans adolescenti e permanga l'indicazione di tali fino alla presa in carico da parte dei servizi dedicati alle persone trans adulte (dichiarazione 6.9), il tutto nel quadro di una informazione costante e completa della persona adolescente, anche in relazione alle eventuali conseguenze dei trattamenti (dichiarazione 6.10);

    è in questo senso, allora, che – al di là di ogni mistificazione – si parla di un modello affermativo; come ricordato nell'audizione del 4 aprile 2024 svolta dinanzi alla Commissione XII affari sociali della Camera dei deputati nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni sulla definizione di linee guida in materia di disforia di genere dal prof. Paolo Valerio, citando un lavoro di Janssen e Leibowitz del 2018, al cuore del cosiddetto modello affermativo c'è la necessità lavorare in modo collaborativo con la persona giovane, la sua famiglia e gli altri provider per offrire supporto e per prendersi cura, lasciando spazio perché la persona giovane esplori la propria identità in un modo non patologizzante e supportando gli interventi che massimizzino il benessere e il funzionamento a lungo termine;

    con decreto del 29 aprile 2024, il Ministro della salute e la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità hanno costituito un tavolo tecnico di «approfondimento in materia di trattamento della disforia di genere»;

    l'istituzione del tavolo interviene a seguito dell'ispezione disposta dal Ministro della salute presso il Centro sulla disforia/incongruenza di genere dell'azienda ospedaliera Careggi di Firenze, finalizzata a verificare i protocolli seguiti nei trattamenti di accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere delle giovani persone trans con particolare riferimento alla somministrazione di bloccanti ipotalamici a base di triptorelina;

    l'ispezione si era focalizzata soprattutto sull'effettivo intervento di un/a neuropsichiatra infantile nel protocollo di somministrazione, alla luce di quanto previsto dalla n. 21756 del 25 febbraio 2019 dell'Agenzia italiana del farmaco, la quale aveva autorizzato l'uso della triptorelina off label – si tratta infatti di un farmaco normalmente somministrato per il trattamento della pubertà precoce – a carico del Servizio sanitario nazionale in casi selezionati, in cui la pubertà sia incongruente con l'identità di genere (disforia di genere), con diagnosi confermata da una équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva; l'incidenza della somministrazione della triptorelina nell'accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere corrisponde, secondo le stime più recenti, allo 0,6 per cento del totale dei casi di somministrazione nel trattamento della pubertà precoce;

    al riguardo, deve essere richiamata la netta presa di posizione delle più importanti società scientifiche che – stigmatizzando la grave disinformazione in materia – hanno sottolineato che la triptorelina rappresenta un farmaco salva-vita per moltissime giovani persone trans, «prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani [...] e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi» [associazioni firmatarie dell'appello: Associazione culturale pediatri (Acp); Associazione italiana della tiroide (Ait), Associazione medici endocrinologi (Ame); Osservatorio italiano di identità di genere (Onig), Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams), Società italiana di diabetologia (Sid), Società italiana di endocrinologia (Sie), Società italiana di pediatria endocrinologia e diabetologia (Siedp), Società italiana genere identità e salute (Sigis), Società italiana di medicina dell'adolescenza (Sima), Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (Sinpia-sezione di psichiatria) Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps)];

    obiettivo del tavolo, secondo quanto dichiarato dai Ministri che lo hanno istituito, sarebbe quello di elaborare «linee guida nazionali» per il trattamento della «disforia» di genere; tuttavia, nella composizione del tavolo non si è minimamente tenuto conto dell'esigenza di coinvolgere attivamente le persone interessate e le loro famiglie (nel caso di persone minorenni) e le specifiche competenze che esprimono, attraverso le associazioni che le rappresentano e che sono impegnate nella promozione e nella difesa dei diritti delle persone trans; allo stesso modo e correlativamente, non sono state fornite ad avviso dei firmatari del presente atto adeguate garanzie in merito all'assenza di impropri condizionamenti ideologici nello svolgimento dei lavori del tavolo, né in merito alla trasparenza e pubblicità dell'andamento dei lavori di tavolo tecnico e dei loro esiti;

    un simile modo di procedere è ad avviso dei firmatari del presente atto grave e preoccupante e non rispetta l'esigenza di riconoscere e garantire la dignità delle persone coinvolte, proteggere la loro salute, la loro integrità fisica e il loro benessere;

    l'articolazione di politiche di tutela della salute delle persone trans, secondo quanto esposto in premessa, deve infatti avvenire secondo i criteri definiti a livello internazionale e deve rispettare, soprattutto, l'equilibrio tra tutela della salute e promozione della dignità e dell'autodeterminazione della persona, come emerge dalla giurisprudenza costituzionale richiamata in premessa e, in ultima analisi, dagli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione nel loro combinato operare;

    in particolare, deve essere assicurato che l'elaborazione di qualunque intervento normativo o di indirizzo in materia di salute delle persone trans:

     a) avvenga sulla base esclusiva dei dati e delle evidenze scientifiche riconosciute a livello internazionale, tenendo adeguatamente conto delle raccomandazioni provenienti da enti e organismi internazionali e in assenza di qualsivoglia precomprensione o condizionamento di carattere ideologico, tenuto conto del fatto che anche presso l'Organizzazione mondiale della Sanità è in corso l'elaborazione di linee guida sulla salute delle persone trans e gender diverse;

    b) avvenga ascoltando e coinvolgendo – come richiesto da ultimo anche dalla Commissaria del Consiglio d'Europa per i diritti umani – le persone interessate attraverso le associazioni che le rappresentano, ivi comprese le associazioni di genitori e familiari che sostengono i diritti delle giovani persone trans, i saperi e le competenze che esse esprimono, nella convinzione che, trattandosi di vite ed esperienze, e non di opinioni, l'ascolto e il coinvolgimento delle soggettività interessate sia cruciale e insostituibile per affrontare in modo esaustivo e competente le vicende legate all'affermazione dell'identità di genere, ivi compresa la formazione del personale sociosanitario impegnato nell'accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere; sul punto va considerato inoltre, che molte associazioni di persone trans hanno già sviluppato una notevole esperienza sia sul piano della formazione del personale socio-sanitario che sul piano della concreta erogazione di assistenza alle persone trans, e che molte di esse sono già indicate quali associazioni di riferimento per la salute delle persone trans sul portale Infotrans, curato dall'Istituto Superiore di Sanità e dall'U.N.A.R.;

    sul piano dell'organizzazione dei servizi sanitari, appare necessario promuovere e potenziare la diffusione, in tutto il territorio nazionale, di servizi per l'accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere, composti da personale adeguatamente formato e che possano rappresentare, per le persone trans e le giovani persone trans, luoghi sicuri non solo di assistenza ma di accoglienza e rispetto; allo stesso tempo, appare necessario rendere le politiche sanitarie – a partire da quelle di prevenzione – concretamente inclusive nei confronti delle persone trans e delle loro specifiche necessità, assicurando l'accessibilità delle prestazioni, anche mediante il loro inserimento nei livelli essenziali di assistenza;

    nel corso delle audizioni svolte dinanzi alla Commissione XII affari sociali della Camera dei deputati nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni sulla definizione di linee guida in materia di disforia di genere sono state infatti evidenziatela più parti importanti carenze strutturali nell'articolazione dei servizi sanitari dedicati alle persone trans, sia con riferimento alla loro diffusione territoriale, sia con riferimento alla loro integrazione nel servizio sanitario pubblico sia, infine, con riferimento alla loro accessibilità tanto sul piano della diffusione delle informazioni relative alla loro esistenza quanto sul piano dell'esistenza di lunghe liste di attesa per l'accesso a servizi e prestazioni,

impegna il Governo:

   ad assicurare che i lavori del tavolo tecnico istituito con il decreto ministeriale del 29 aprile 2024, e l'articolazione di qualunque politica o iniziative relativa alla condizione di vita delle persone trans e alle vicende legate all'affermazione dell'identità di genere avvengano in modo pubblico e trasparente sulla base esclusiva dei dati e delle evidenze scientifiche riconosciute a livello internazionale, tenendo adeguatamente conto delle raccomandazioni provenienti da enti e organismi internazionali e in assenza di qualsivoglia precomprensione o condizionamento di carattere ideologico;

   ad adottare iniziative di competenza volte a a rivedere e integrare la composizione del tavolo, assicurando in quella sede e ovunque si assumano decisioni relative all'articolazione di politiche o iniziative relative alla condizione di vita delle persone trans e alle vicende legate all'affermazione dell'identità di genere, secondo quanto enunciato in premessa, la presenza e adeguate forme di consultazione delle persone interessate attraverso le associazioni che le rappresentano, ivi comprese le associazioni di genitori e familiari delle giovani persone trans, i saperi e le competenze che esse esprimono;

   a promuovere e potenziare la diffusione, in tutto il territorio nazionale, di servizi, pubblici e convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, per l'accompagnamento dei percorsi di affermazione dell'identità di genere, assicurandone anche il coordinamento in rete, aventi le caratteristiche e operanti secondo i criteri enunciati in premessa;

   ad adottare iniziative di competenza volte a rendere le politiche sanitarie – a partire da quelle di prevenzione – concretamente inclusive nei confronti delle persone trans e delle loro specifiche necessità, secondo quanto enunciato in premessa.
(7-00240) «Furfaro, Girelli, Malavasi, Stumpo».

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Pisano n. 4-03142, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 324 del 12 luglio 2024.

   PISANO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   al personale dipendente delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, secondo quanto sancito dall'articolo 77 del regolamento tipo per il personale camerale, approvato con Decreto Interministeriale 12 luglio 1982, possono essere concesse anticipazioni sulla indennità di anzianità;

   nello specifico, il comma 2 dell'articolo 85 del citato regolamento tipo prevede che «tale anticipazione per l'acquisto di alloggio destinato ad uso di propria abitazione a ciascun dipendente può essere concessa in misura non superiore alla metà dell'importo del fondo di previdenza da lui maturato», che «l'anticipazione potrà essere estinta con rate di ammortamento costanti oppure in un'unica soluzione» e che «tale anticipazione può essere concessa in misura non superiore all'80 per cento dell'indennità di anzianità maturata»;

   il tasso di interesse da applicare a tali anticipazioni è determinato con decreto del Ministero delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze;

   ad oggi, nella materia dei fringe benefit rientrano, purtroppo, anche tali anticipazioni concesse a tassi agevolati rispetto a quelli di mercato altresì il personale delle Camere di commercio si trova ad essere duramente colpito da tale regime fiscale;

   per quanto riguarda lo specifico dei finanziamenti agevolati ai dipendenti, la lettera b) del comma 4 dell'articolo 51 del testo unico imposte sui redditi cita: «in caso di concessione di prestiti si assume il 50 per cento della differenza tra l'importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di sconto (attualmente tasso di riferimento della BCE) vigente al termine di ciascun anno e l'importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi.»;

  va considerato che si sta attraversando un momento socio-economico di grave crisi per le famiglie e che tali anticipazioni sulla indennità di anzianità sono esclusivamente finalizzate a sostenere misure di acquisto o costruzione di alloggio di abitazione principale nonché spese sanitarie effettuate a seguito di interventi straordinari –:

  se siano favorevoli ad adottare iniziative normative che contestano di considerare come deducibili le somme corrisposte a titolo di interesse sulle anticipazioni sulla indennità di anzianità concesse ai dipendenti tenuto conto che queste misure sono destinate unicamente a risolvere gravi problemi di salute e a poter procedere all'acquisto dell'abitazione ad uso proprio o dei propri figli.
(4-03142)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Cavandoli n. 5-02492 del 14 giugno 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione De Palma n. 5-02575 del 4 luglio 2024;

   interrogazione a risposta scritta Pastorino n. 4-03086 del 4 luglio 2024.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta orale Boschi e Faraone n. 3-01330 dell'11 luglio in interrogazione a risposta scritta n. 4-30196.