XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
l'associazione «Milano senza frontiere», in un suo comunicato del 18 luglio 2024, ha annunciato la scomparsa di Edwin Roberto Jara Guevara, cittadino dell'Ecuador, avvenuta alla frontiera tra Turchia e Grecia, mentre cercava di raggiungere la sua famiglia in Italia;
i suoi familiari, il padre e quattro sorelle, che vivono regolarmente nel nostro Paese e hanno la cittadinanza italiana, hanno perso i contatti con lui dal 14 dicembre 2023;
in quanto figlio di un cittadino italiano, Edwin Roberto Jara Guevara aveva diritto a recarsi a visitare la sua famiglia in Italia, ma a quanto consta all'interrogante l'ambasciata italiana in Ecuador avrebbe preteso la documentazione, che lui al momento non possedeva, necessaria per il visto turistico (contratto di lavoro, ultime 3 buste paga, solvenza bancaria) e non quella semplicemente attestante il grado di parentela con il padre;
per questo, come fanno molti suoi connazionali, ha scelto di arrivare nel nostro Paese attraverso la «rotta balcanica» e, dopo aver raggiunto la Turchia, avrebbe tentato di entrare nell'Unione europea attraverso la Grecia ma, insieme ad altre persone, sarebbe stato respinto presso il fiume Evros;
da quel momento non si sono avute più notizie di lui e a nulla sono valsi due viaggi fatti in Turchia dai suoi familiari, a dicembre 2023 e a gennaio 2024 –:
se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
se non ritenga che i cittadini italiani abbiano il diritto di ricevere le visite dei loro parenti extracomunitari, indipendentemente dalla condizione economica di questi ultimi, e che quindi che l'ambasciata italiana in Ecuador avrebbe dovuto agevolare per questa ragione l'ingresso in Italia di Edwin Roberto Jara Guevara;
come intenda agire nei confronti delle autorità della Repubblica di Turchia e della Repubblica di Grecia per ottenere il massimo della collaborazione nella ricerca di Edwin Roberto Jara Guevara, cittadino ecuadoregno, figlio e fratello di cittadini italiani.
(5-02657)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta orale:
BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della cultura, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la giunta provinciale di Trento, con deliberazione n. 1058 del 25 giugno 2021, ha approvato il documento preliminare per l'adozione della variante al piano urbanistico provinciale (Pup) relativa al corridoio di accesso Est tra la provincia di Trento e la regione Veneto;
la medesima giunta provinciale con le deliberazioni n. 1923 del 28 ottobre 2022 e n. 1223 del 14 luglio 2023 ha rispettivamente adottato e approvato in seconda adozione il progetto di variante al piano urbanistico provinciale (Pup) relativa all'ambito di connessione Corridoio est, secondo le disposizioni previste dagli articoli 29-31 della legge provinciale per il governo del territorio 2015 (legge provinciale n. 15 del 2015);
il 20 ottobre 2023 la stessa giunta provinciale con deliberazione n. 2050 ha approvato il progetto definitivo di variante al piano urbanistico provinciale relativa all'ambito di connessione Corridoio Est e del relativo disegno di legge della provincia autonoma concernente «Approvazione della variante al piano urbanistico provinciale relativa all'ambito di connessione Corridoio Est. Modificazioni della legge provinciale 27 maggio 2008, n. 5»;
la connessione in materia di mobilità tra i due ambiti (provincia di Trento e regione Veneto), ha trovato fin da subito una decisa contrarietà allo sviluppo del progetto da parte di quasi tutte le comunità locali e la quasi totalità dei consigli comunali degli enti istituzionali del Trentino coinvolti hanno manifestato, con decisione ed espressa preoccupazione, la loro motivata contrarietà all'intervento ipotizzato;
la variante parla genericamente di un «sistema multimodale, gerarchicamente interconnesso, di infrastrutture e servizi per la mobilità delle persone e il trasporto delle merci», ma di fatto l'unico progetto che emerge è il previsto completamento verso nord dell'autostrada A31 che viene ampiamente descritto in tutte le possibili varianti, mentre non viene nemmeno abbozzata un'altra possibile alternativa con miglioramenti della rete viaria attuale, né si ipotizza quale possa essere il ruolo del trasporto pubblico su ferro e su gomma, né le potenzialità ancora inespresse del trasporto merci su rotaia, presenti già oggi e/o pianificabili in futuro;
la proposta di variante approvata non pare sintetizzare, a giudizio degli interroganti, in termini adeguati, gli obiettivi e le finalità volte a preservare le invarianti ambientali, storiche ed identitarie, nonché gli elementi territoriali testimoniali del paesaggio sanciti dal piano urbanistico provinciale e nella documentazione oggetto di istruttoria non sembra vengano tratteggiate neppure in termini di obiettivi generali le strategie che si intendono percorrere per la prevenzione e la tutela dell'ambiente, con la conseguente mancanza di ogni riferimento all'analisi preventiva degli impatti generati dall'ipotizzato nuovo corridoio di accesso;
nell'ambito di interesse della variante, ricadono 26 siti di interesse comunitario della rete europea Natura 2000 di cui 3 zone di protezione speciale (Zps), 20 zone speciali di conservazione (Zsc), di cui 3 coincidenti con altrettante Zps a garanzia della tutela delle specie e degli habitat di interesse comunitario;
da diversi enti locali della Vallagarina sarebbe stata posta in evidenza l'incompatibilità tra quanto previsto dalla variante al Pup e gli ambiti del paesaggio di Rovereto. Il documento adottato non affronterebbe la salvaguardia e la congrua tutela di ambiti di orientamento paesaggistico evidenziati dalla pianificazione urbanistica comunale e sovracomunale, con una sostanziale incompatibilità tra le tutele poste per gli ambiti di paesaggio (Parco dei Lavini, Vigneti di Rovereto, Vigneti di Marco, Monte Zugna, frana dei Lavini, Parco del Cengio Alto, Paesaggio verticale della Ruina dantesca, e altro) e la proposta infrastrutturale –:
se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti richiamati in premessa, e se, per quanto di competenza, ritengano che la variante al Pup della provincia di Trento risulti compatibile con il quadro paesaggistico e ambientale del territorio e se dalla attuazione degli interventi previsti non possano venir pregiudicati gli elementi di tutela e conservazione degli habitat naturali e delle specie della rete europea di Natura 2000 ivi presenti.
(3-01359)
Interrogazioni a risposta scritta:
GRAZIANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
la «Terra dei fuochi» è un'area compresa tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, tristemente nota per il fenomeno dei roghi di rifiuti e per la presenza di discariche abusive. Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio disastro ambientale, come evidenziato anche dallo studio dell'istituto superiore di sanità presentato nel 2021, secondo cui l'azione dannosa di riversamenti illegali, roghi tossici e abbandono incontrollato di rifiuti solidi ha gravemente contaminato falde acquifere ed ettari di terreni agricoli con fanghi tossici, metalli pesanti e sostanze chimiche;
la situazione in atto sta provocando gravi danni alla salute pubblica, all'ambiente e all'economia del territorio, un tempo conosciuto come «Terra felix» e oggi tristemente ribattezzato «Terra dei fuochi»;
ad oggi, comitati cittadini per la tutela dell'ambiente e amministratori locali denunciano la scarsità di controlli sui continui sversamenti illegali e i roghi tossici chiedendo, altresì, un intervento urgente e decisivo da parte delle istituzioni per contrastare e risolvere questa emergenza;
è fondamentale garantire una maggiore presenza delle forze dell'ordine e un controllo più rigido del territorio per prevenire ulteriori sversamenti illegali e roghi tossici. Inoltre si dovrebbero adottare misure di bonifica dei terreni contaminati per tutelare l'ambiente e la salute pubblica –:
se i Ministri interrogati siano aggiornati sulla crescente emergenza ambientale relativa alla «Terra dei fuochi» in Campania;
quali misure concrete intendano adottare, nell'ambito delle rispettive competenze, per potenziare i controlli e monitorare efficacemente la situazione nella «Terra dei fuochi»;
quali strategie di lungo termine si intendano implementare per risolvere definitivamente il problema e restituire il territorio alla sua vocazione originaria di «Terra felix».
(4-03212)
ILARIA FONTANA e MORFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
la presenza di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nelle acque rappresenta una minaccia per l'ambiente e la salute pubblica in relazione al perfluoroottansolfonato (Pfos) e all'acido perfluoroottanoico (Pfoa). Le attività per monitorare la presenza di Pfas sono state avviate nel 2017 dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) insieme al Sistema nazionale di protezione dell'ambiente (Snpa);
a partire dal 2018, anche Appa Trento ha avviato il monitoraggio per Pfas nell'ambito di controlli più generali in 13 corpi idrici e 3 pozzi presenti nel territorio provinciali al fine di monitorare una serie di sostanze emergenti che possono potenzialmente inquinare le acque;
successivamente nel 2019 lo screening è stato esteso a 71 siti fluviali, 3 lacustri e 10 sotterranei per un totale di 659 campioni. Nel periodo 2019-2023 il monitoraggio per Pfas è arrivato a 101 siti fluviali, 8 lacustri e 14 sotterranei per oltre 1400 prelievi;
per il Pfos, riscontrato nel 12 per cento circa dei prelievi, alcuni valori sono stati ritenuti essere degni di attenzione in punti di prelievo già noti per altre problematiche relative alla qualità delle acque;
visto che la direttiva quadro acque (direttiva 2000/60/CE), recepita in Italia nel decreto legislativo n. 152 del 2006, impone agli Stati membri di prevenire il deterioramento della qualità delle acque e di migliorare lo stato delle acque sotterranee e superficiali –:
se lo stato delle acque a seguito dei monitoraggi di cui in premessa sia stato valutato come meritevole di ulteriori accertamenti;
quali iniziative di competenza siano state attuate per continuare a supportare, anche a livello tecnico, i monitoraggi da effettuare su Pfas.
(4-03214)
DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
GHIRRA. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
notizie di stampa hanno reso nota l'assoluzione dei 4 generali imputati di disastro ambientale e omicidio colposo in relazione al gravissimo disastro ambientale che riguarda un territorio di eccezionale pregio paesaggistico situato su un promontorio di circa 2,78 chilometri quadrati a sud del poligono militare di Capo Teulada chiamato «Penisola Delta», inserito nel Sito di importanza comunitaria denominato Isola Rossa e Capo Teulada;
nell'ordinanza emessa nel 2021 dalla giudice del tribunale di Cagliari dott.ssa Maria Alessandra Tedde si legge che «Fin dagli anni ‘50 la penisola è stata bersaglio di tutti i sistemi di arma impiegati per le esercitazioni a fuoco da parte del personale delle Forze Armate italiane e delle Forze straniere alleate (zona di arrivo: dei colpi di mortai e artiglierie, di missili filo guidati, di tiri navali contro costa, di bombardamento e mitragliamento aereo, per sganci di emergenza per gli aerei)». Dalle acquisizioni ambientali disposte dalla giudice si rileva che nel periodo compreso tra il 2008 e il 2016 «...il sito è stato bersaglio di un munizionamento pari a 860 mila colpi che equivale a una misura in peso di residui di armamenti pari a circa 556 tonnellate (e, nello specifico, che siano stati sparati un totale di circa 11.785 missili M.I.L.an)»;
la penisola Delta rappresenta uno dei casi più eclatanti di inquinamento legato alla presenza delle servitù militari, è stata definita imbonificabile da decenni, dato il livello di inquinamento provocato dalle esercitazioni. Nel piccolo agglomerato di Foxi, sito a pochi chilometri in linea d'aria dalla Delta, l'incidenza di leucemia e tumori è molto più alta che nei territori vicini. Come riportato dal comunicato di Aforas, con le indagini si è accertato che, nonostante si fosse attivato il Pia (Piano di intervento ambientale integrato), dal 2008 al 2016 si sono svolte le esercitazioni nella penisola Delta e nel 2016 sono state rinvenute n. 4 lunette contaminate di Torio e nel 2018 n. 9 motori di missili Milan;
gli agenti inquinanti riversati nel territorio hanno la capacità di permeare la terra per decine di metri, raggiungere le falde acquifere, muoversi attraverso l'aria per chilometri e diffondersi nelle acque del mare per distanze difficilmente calcolabili. Queste sostanze entrano all'interno della catena alimentare, inquinando la pesca, l'allevamento, l'agricoltura e i prodotti derivati. La tossicità dei materiali e la loro diffusione è alla base di numerose patologie che colpiscono animali, piante ed esseri umani, come ad esempio leucemia, tumori solidi, malformazioni neonatali, intossicazione da specifici agenti. Esistono evidenze scientifiche del nesso causale tra questi agenti inquinanti e le patologie riportate, sebbene, a oggi, non siano mai state effettuate ricerche epidemiologiche serie che mettano alla luce la reale situazione nei pressi dei poligoni;
la documentazione allegata alla procedura di Valutazione di incidenza (Vinca) presentata non fornisce dati precisi sulla quantità di proiettili e rifiuti militari presenti nell'area, che sarebbero stimati in una quantità di materiale da recuperare superiore alle 1.200 tonnellate di residui e a 16.000 ordigni inesplosi;
considerato il peso che, a parere dell'interrogante, da troppo tempo la Sardegna sopporta in materia di basi e servitù militari, con una presenza pari al 65 per cento di tutte quelle presenti in Italia e lo sparo dell'80 per cento dell'intero munizionamento italiano –:
se i Ministri interrogati non ritengano utile diffondere i dati ambientali mancanti, lo stato delle bonifiche e le prospettive della Sardegna in termini di smilitarizzazione;
in merito agli indennizzi, se non si ritenga opportuno avviare una rinegoziazione sull'entità degli stessi e sulle modalità di erogazione che garantiscano la puntualità dei versamenti.
(4-03213)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
SCARPA, DI BIASE, SERRACCHIANI, LACARRA e GIANASSI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il Ministero della giustizia ha avviato da molti anni un processo di digitalizzazione del processo penale telematico che si svolge tramite servizi forniti da aziende esterne che concorrono a gare pubbliche periodicamente bandite dal suddetto Ministero;
in data 10 agosto 2023 il Ministero della giustizia ha determinato di indire una nuova procedura aperta, suddivisa in 5 lotti, per l'affidamento del servizio di digitalizzazione dei fascicoli giudiziari di Procure della Repubblica, Tribunali ordinari – sezioni penali, Corti d'appello – sezioni penali per la durata di 30 mesi;
nel giugno 2024 è proceduto con l'affidamento dei lotti: i primi 4 lotti sono stati affidati ad una medesima azienda, il quinto, riguardante le regioni di Lazio, Umbria, Toscana e Abruzzo, affidato ad una seconda azienda. In merito all'assegnazione i sindacati confederali, in particolare la CGIL Roma e Lazio, assieme alla Fiom CGIL, Fp CGIL e Nidil CGIL Roma e Lazio, denunciano una ricerca del massimo ribasso nell'assegnazione del quinto lotto;
in particolare, le organizzazioni sindacali denunciano una scarsa attenzione ai lavoratori già operanti da diversi anni nell'ambito dei servizi di digitalizzazione, al servigio, delle diverse aziende che si sono susseguite nell'aggiudicarsi l'appalto. In genere, nel rispetto del Ccnl metalmeccanici, si prevede un periodo di 15 giorni di contrattazione con i sindacati per concordare le nuove condizioni di assunzione dei lavoratori, a tutela della loro dignità e professionalità, nonché anzianità. Tuttavia la proposta incorsa per la reintegrazione dei lavoratori da parte della nuova azienda che si è aggiudicata l'appalto prevede il passaggio ad un altro inquadramento contrattuale, implicando un peggioramento delle condizioni di lavoro e una discontinuità contrattuale che penalizzerebbe i benefici acquisiti per anzianità di servizio. Inoltre, verrebbero assunti con un contratto a tempo determinato, e con un compenso eroso rispetto a quello percepito fino al mese di giugno 2024;
molti lavoratori, attualmente a tempo indeterminato, svolgono attività connesse alle operazioni di digitalizzazione da oltre 20 anni e, accanto ad essi, si affiancano molteplici lavoratori a tempo determinato e in somministrazione, che sarebbe auspicabile stabilizzare. Non è peraltro trascurabile che i suddetti lavoratori operano nella gestione di attività estremamente delicate e con accesso ad informazioni estremamente sensibili e che una successione di lavoratori precari rendono quindi molto vulnerabile il sistema di garanzia della segretezza degli atti che vengono giornalmente lavorati in quelle attività;
è evidente che vi sia un tentativo di risparmio di risorse che va a danno dei lavoratori, che non hanno intenzione di accettare delle condizioni peggiorative, per loro e per le loro famiglie, e che per questo negli scorsi giorni hanno manifestato il loro dissenso. Ciò che risulta particolarmente grave è ad avviso degli interroganti che questo risparmio a scapito della dignità dei lavoratori è ad opera della pubblica amministrazione, che sacrifica decine di famiglie sull'altare del massimo ribasso;
a partire dal primo luglio 2024 i servizi di digitalizzazione, fondamentali per lo svolgimento di istruttorie e processi, sono fermi, causando di fatto un rallentamento e inceppamento dell'intera macchina giudiziaria e un conseguente disservizio. La situazione deteriore che si è venuta a creare ha generato, di fatto, un'interruzione di pubblico servizio, a scapito di lavoratori e cittadini, su cui le responsabilità vanno accertate –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione incresciosa che la procedura di gara illustrata nelle premesse ha generato nell'ordinaria attività della macchina giudiziaria e cosa intenda fare per favorire la ripresa di un pubblico servizio, nonché se abbia intenzione di accertare le responsabilità a livello amministrativo che hanno condotto di fatto alla predetta interruzione del servizio e che ad avviso degli interroganti hanno portato il suo dicastero a girare le spalle a decine di lavoratori e famiglie, proponendo loro condizioni peggiorative, poco dignitose e precarie.
(5-02656)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta scritta:
CAVANDOLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il nuovo ponte tra Colorno e Casalmaggiore, nella provincia di Parma, rappresenta un collegamento strategico tra la Lombardia e l'Emilia-Romagna, in quanto quello attuale, costruito negli anni '50 ha ormai esaurito la sua funzione e, infatti, mediamente ogni 7 anni richiede importanti lavori di manutenzione straordinaria, con interruzioni del traffico tra le due regioni;
gli interventi di messa in sicurezza e riqualificazione dei ponti sul fiume Po rivestono prioritaria rilevanza per il sistema viabilistico a servizio della mobilità locale e di collegamento con i corridoi di interesse nazionale;
la legge di bilancio per il 2019 ha stanziato fondi per i ponti sul Po, sia per le nuove realizzazioni, che per le manutenzioni di quelli esistenti;
al fine di provvedere ad un significativo piano di potenziamento di tali infrastrutture, inoltre, con apposito decreto interministeriale nel 2020 è stato definito un programma per l'esecuzione di 76 interventi con uno stanziamento di 250 milioni di euro;
con il decreto interministeriale Ministero delle infrastrutture e dei trasporti-Ministero dell'economia e delle finanze del 3 gennaio 2020 è stato assegnato 1 milione e 500 mila euro da utilizzare per il progetti di fattibilità tecnica ed economica del nuovo ponte di Casalmaggiore;
la provincia di Parma ha fatto fare uno studio di prefattibilità, presentato il 14 marzo 2022. A giugno 2022 ha poi indetto la gara per assegnare lo studio di fattibilità, ma sembrerebbe che per una dimenticanza, poi, si siano accorti che i fondi, stanziati nella legge di bilancio per il 2019, da aprile 2022 erano scaduti;
con il cosiddetto decreto milleproroghe 2023 sono stati ridefiniti i termini per l'aggiudicazione dei lavori, sulla base delle esigenze espresse dalle amministrazioni aggiudicatrici, tra i quali figura anche il nuovo ponte di Casalmaggiore;
il 12 ottobre 2023 la provincia di Parma ha sottoscritto il contratto per la progettazione tecnica ed economica individuando nelle società Enser di Faenza ed Ayesa di Siviglia i progettisti dell'opera e ha dichiarato che avrebbe consegnato ad Anas il progetto entro giugno 2024;
tale intervento risulta, altresì, incluso nell'aggiornamento del contratto di programma Ministero delle infrastrutture e dei trasporti-Anas 2021-2025, secondo cui Anas assumerà la funzione di soggetto attuatore e stazione appaltante. In tale fase, potranno essere valutate le soluzioni più adeguate per accelerarne ulteriormente l'iter realizzativo;
il nuovo ponte di Casalmaggiore non può permettersi di accumulare ritardi rispetto all'utilizzabilità del ponte attuale, stimata attualmente sino al giugno 2029;
il decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture, ha fissato i nuovi termini per l'aggiudicazione degli interventi al 31 dicembre 2024 –:
se risulti che il progetto sia stato concluso ed inviato all'Anas da parte della provincia di Parma e, in caso contrario, se il Ministro interrogato intenda fornire informazioni circa lo stato di avanzamento del progetto e le tempistiche previste.
(4-03210)
BARBAGALLO, IACONO, MARINO e PROVENZANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
cantieri fermi o nemmeno all'1 per cento. La Ragusa – Catania vedrà la luce nel 2050 secondo i dati pubblicati sul sito istituzionale dell'Anas, non lasciano lo spazio nemmeno all'illusione;
nell'audizione del 21 novembre 2023, presso la Commissione ambiente della Camera, il responsabile Anas Sicilia, Raffaele Celia, ha sottolineato che ad oggi, su tutti i lotti, sono in esecuzione le attività di movimento terra ed è stata avviata la realizzazione di diverse opere. Subito dopo la consegna in via d'urgenza sono partite le attività preparatorie per l'avvio dei cantieri come il monitoraggio ambientale, la bonifica dagli ordigni bellici e gli espropri. Sempre Anas ricorda come nel frattempo si sia data l'opportunità a tutte le imprese di completare le attività di cantierizzazione e di organizzare le filiere produttive;
del lotto 1, appaltato alla Webuild, risulta un avanzamento lavori del 1 per cento del lotto 2, in carico alla Icm, dell'1,44 per cento; per il lotto 3, aggiudicato alla Rti Rizzani-Manelli, si parla di lavori ancora fermi atto 1,02 per cento; infine, il lotto 4, della Rti Cosedil-D'Agostino-Fincantieri, detiene il «record» di avanzamento lavori con il 3,30 per cento. Risulta pertanto che ci sia già un ritardo di 12/13 mesi sui 3 anni e mezzo preventivati;
tutto questo mentre il presidente della regione, dopo aver ricevuto il testimone di Commissario straordinario dell'opera, cerca di svincolarsi da quest'incarico, in maniera da scaricare, a giudizio degli interroganti, su altri sia i ritardi accumulatisi mese dopo mese che le sue personali responsabilità politiche;
si fa presente che, in merito agli esiti del tavolo sopraccitato, nulla è stato trasmesso agli enti locali coinvolti e che ad oggi, a lavori parzialmente iniziati, nulla si sa in merito a queste opere di compensazione molto importanti e significative per i vari territori interessati dal cantiere che si trovano a subire un danno ambientale e sociale non indifferente –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se intenda adottare iniziative di competenza affinché questa importante infrastruttura per la Sicilia sud-orientale sia completata nei tempi previsti.
(4-03215)
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
GRIBAUDO, BRAGA, BERRUTO, FORNARO, ORFINI, ROGGIANI, PORTA, BONAFÈ, FERRARI, SCARPA, SERRACCHIANI, CASU, GHIO, EVI, BAKKALI, DI BIASE, GRAZIANO, MORASSUT, GUERRA, STEFANAZZI, MALAVASI, ROMEO, MARINO, TONI RICCIARDI, GIRELLI, DE LUCA, SCOTTO, BOLDRINI, CARÈ, FORATTINI, TABACCI, D'ALFONSO, QUARTAPELLE PROCOPIO, FURFARO, CUPERLO, MEROLA, CIANI, LAUS, GIANASSI, GNASSI, DE MARIA, DI SANZO, ASCANI, GUERINI, CURTI, LAI, FASSINO, SIMIANI e PRESTIPINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
da notizie a mezzo stampa si è appreso che sabato notte al di fuori del circolo «Asso di bastoni» a Torino un giornalista de La Stampa, Andrea Joly, è stato aggredito mentre riprendeva col telefonino alcune immagini di simpatizzanti dell'estrema destra che festeggiavano al di fuori del locale con fumogeni e fuochi d'artificio e inneggiavano al Duce, con cori ripetuti e cantando «faccetta nera»;
da alcuni video circolati su internet che hanno ripreso la scena dall'alto si possono vedere alcuni appartenenti di Casapound che inseguono, atterrano e prendono a calci il cronista che tentava di allontanarsi, e in particolare si vede il braccio di uno degli assalitori che lo stringe intorno al collo;
da notizie a mezzo stampa tutti i presunti aggressori sarebbero già stati identificati, e al momento sarebbero accusati per violenza privata e lesioni personali;
i fatti riportati costituiscono l'ennesimo episodio di vile aggressione da parte di simpatizzanti o appartenenti ad organizzazioni di estrema destra di matrice neo-fascista ai danni di giornalisti, o di chiunque provi a documentare qualcosa, oppure ai danni di ragazzi inermi come nel caso dei due studenti aggrediti nei pressi di Colle Oppio a Roma mentre tornavano a casa o ai danni di persone discriminate o aggredite solo perché appartenenti alla comunità LGBTQ+;
a parere degli interroganti, solleva grandissima preoccupazione il clima generale di impunità che accompagna il compimento di fatti così gravi, che necessitano di interventi immediati volti a prevenirne il ripetersi; né a fronte della gravità dei fatti riportati appare sufficiente l'unanime e doverosa condanna da parte di tutte le forze politiche e delle principali cariche istituzionali di simili episodi o la necessaria solidarietà unanime espressa al giornalista colpito;
la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, la legge n. 645 del 1952 (cosiddetta legge Sceiba) e il decreto-legge n. 122 del 1993, convertito con modificazioni, dalla legge n. 205 del 1993 (cosiddetta legge Mancino) già sanzionano la ricostituzione del partito fascista, e in particolare prevedono là possibilità di procedere allo scioglimento dei gruppi di ricostituzione del partito fascista o dei cosiddetti movimenti d'odio –:
quali iniziative, per quanto di competenza, e nell'ambito di quelle già previste nel nostro ordinamento, intenda adottare per procedere allo scioglimento di Casapound e di tutte le organizzazioni di matrice neo-fascista, alla luce dei gravi fatti riportati in premessa.
(5-02659)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANZI, DE MARIA, MEROLA e MAURI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
da notizie di stampa si apprende che il Ministro dell'istruzione e del merito ha ammesso al protocollo d'intesa tra il Ministero e le associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo, anche l'Associazione per la verità sul disastro di Ustica (Avdau), la lobby – guidata dall'ex Ministro Carlo Giovanardi – nata per accreditare la tesi secondo cui la strage di Ustica del 27 giugno 1980 fu causata da una bomba a bordo del volo Bologna-Palermo;
tale teoria rappresenta a giudizio degli interroganti una sciocchezza, l'ennesimo depistaggio sulla strage e un insulto all'Associazione parenti delle vittime che da decenni si batte per la verità e contro le false piste costruite ad arte;
Avdau potrà d'ora in avanti «realizzare iniziative didattiche e formative volte ad approfondire il tema del terrorismo e a conservare tra i giovani la memoria di tutte le vittime del terrorismo, interno ed internazionale, e delle stragi di tale matrice»;
appare grave che sia consentito promuovere tali iniziative a un'associazione assai poco rappresentativa che diffonde una tesi con l'obiettivo di contrastare quanto emerso dalle indagini e dalle sentenze emesse in questi anni dalla magistratura secondo cui il Dc-9 Itavia fu colpito da un missile durante una battaglia aerea;
l'associazione, infatti, ha tra le sue fila una sola parente delle vittime e in tutti questi anni non ha svolto nessuna iniziativa significativa in loro difesa o altra attività di divulgazione sulla strage, ma si è contraddistinta solo per le polemiche vibranti contro le sentenze emesse dalla magistratura che hanno accertato che il volo dell'Itavia si trovò coinvolto in un'azione di guerra nei cieli sopra il basso Mar Tirreno e per sostenere, invece, il depistaggio della bomba a bordo;
le dichiarazioni pronunciate dall'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica – che da anni si batte contro i depistaggi che ostacolano il raggiungimento della piena verità su ciò che accadde il 27 giugno del 1980 – sono lapidarie: «Riteniamo inaccettabile per modalità e contenuti la decisione che ci viene comunicata. Crediamo non si possa "toccare" burocraticamente, inserendo una nuova realtà, un protocollo d'intesa firmato ufficialmente da Ministero e associazioni. Ma, ancora più non è accettabile, rispetto a un consesso di associazioni che operano da molti anni, che sono state legittimate nel tempo dalla collaborazione anche con la Presidenza della Repubblica e che rappresentano storicamente le esigenze e le aspirazioni di chi è stato colpito da stragi e terrorismo, che hanno dato vita a innumerevoli e svariate positive iniziative anche in collaborazione con la scuola, introdurre "integrazioni" senza aver valutato l'effettiva rappresentatività e le pratiche attuate da nuovi pretendenti» –:
quali siano le ragioni di tale scelta e se il Ministro interrogato abbia correttamente valutato l'effettiva rappresentatività e le pratiche attuate da Avdau.
(5-02658)
Interrogazioni a risposta scritta:
CERRETO e FOTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
desta forte preoccupazione, in vista dell'imminente avvio del nuovo anno scolastico 2024/2025, la vicenda riguardante il plesso «Lombardo Radice» che ad oggi ospita scuola dell'infanzia e scuola primaria, con quest'ultima che rischia di sparire dalla geografia della città;
in particolare, il comune di Caserta partecipava all'avviso pubblico del 2 dicembre 2021 per la realizzazione di nuovi edifici scolastici pubblici mediante sostituzione edilizia, da finanziare nell'ambito del PNRR, Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – Potenziamento dell'offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università – Investimento 1.1: «Piano per asili nido e scuole dell'infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia», finanziato dall'Unione europea – Next Generation EU, risultando in posizione utile in graduatoria per vedere realizzato l'intervento presso l'I.C. Dante Alighieri, cui il «Lombardo Radice» afferisce;
con deliberazione di giunta comunale n. 34 dell'11 febbraio 2022 veniva approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica dell'intervento di «realizzazione della scuola materna ex Radice Via Roma», mentre con deliberazione di Giunta comunale n. 40 del 24 febbraio 2022 veniva approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica dell'intervento per la «realizzazione dell'asilo nido ex Radice»;
i due progetti presentati ed approvati dal comune e finanziati dai fondi europei sono entrambi rivolti alla realizzazione di asilo nido e scuola dell'infanzia ed insistono sullo stesso edificio che oggi ospita anche una scuola primaria, della quale, invece, non vi sarebbe traccia, né vi sarebbe alcuna indicazione in merito alla futura ricollocazione degli oltre 200 alunni che la frequentano attualmente;
secondo i dati di organico di diritto anno scolastico 2024/25, il plesso scolastico «ex Lombardo Radice» conta n. 51 bambini alla scuola dell'infanzia e 219 alunni alla scuola primaria;
se tali circostanze fossero confermate, i citati progetti, di fatto, hanno eliminato le 14 classi di scuola primaria che insistono attualmente nei locali dell'edificio oggetto di finanziamento ed i relativi alunni, che ad oggi, non hanno prospettive certe di collocazione né in attesa che si completino i lavori né successivamente alla loro realizzazione;
nelle settimane scorse gli Uffici comunali preposti hanno comunicato l'imminente avvio dei lavori, sollecitando il dirigente scolastico dell'Istituto in questione a mettere in essere le propedeutiche attività di trasloco di arredi e materiale didattico presenti nei locali della scuola;
come si legge in una recente nota indirizzata alle istituzioni competenti dai genitori degli alunni iscritti alla primaria, comprensibilmente preoccupati per il de-volversi della situazione, «Altrettanto grave è il fatto che a poco più di due mesi dall'avvio del prossimo anno scolastico, ormai in pieno periodo di ferie estive, l'Amministrazione comunale non abbia ancora inviato alcuna comunicazione formale riguardo la collocazione temporanea degli alunni dell'infanzia e della primaria durante i lavori, il cui avvio è stato preannunciato nel periodo estivo e che dureranno non meno di un anno e mezzo», stigmatizzando il fatto che «un progetto che, di fatto, “cancella” dal centro della città (via Roma) un punto di erogazione del servizio scolastico di scuola dell'obbligo, quale è la scuola primaria, va in direzione opposta alla “protezione” ed alla “valorizzazione” dei più piccoli. Peraltro, sarebbero palesemente violate le prescrizioni in materia di edilizia scolastica contenute nel decreto ministeriale 18 dicembre 1975 – norme tecniche punto 1.1.2 e seguenti, in merito alle distanze massime dei punti di erogazione del servizio dalle singole abitazioni in ambito urbano»;
nonostante le numerose rassicurazioni, ad oggi non sarebbe stata ancora individuata con certezza una sede alternativa che possa ospitare, già a decorrere da settembre 2024, gli alunni della scuola primaria poiché, per quanto consta agli interroganti, le soluzioni contemplate finora dall'amministrazione comunale o non erano proponibili o solo parzialmente percorribili –:
considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, di quali informazioni disponga il Ministro interrogato e quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire il regolare avvio del prossimo anno scolastico 2024/2025 per gli alunni della scuola primaria dell'ex «Lombardo Radice», anche valutando l'opportunità, qualora possibile, che il nuovo plesso continui ad ospitare sia la scuola primaria sia la scuola dell'infanzia, ovvero, nella denegata ipotesi in cui ciò non sia previsto o possibile, individuando una diversa ubicazione della scuola primaria in grado di contemperare gli interessi degli alunni e delle istituzioni.
(4-03209)
PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il 29 aprile 2024 una delegazione del comitato per la scuola di Grado ha consegnato alla presidenza del consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia una petizione nella quale manifestava la propria contrarietà all'assorbimento dell'istituto comprensivo Marco Polo di Grado all'istituto Dante Alighieri di San Canzian d'Isonzo, distante per chilometri e inserito in un contesto territoriale diverso;
per il comitato per la scuola di Grado tale accorpamento non tiene conto dell'unicità dell'isola di Grado né della continuità linguistica, tutelata anche da una legge regionale sulla valorizzazione dei dialetti di origine veneta parlati nella regione Friuli-Venezia Giulia, come il dialetto gradese;
a luglio 2024 la VI Commissione consiliare a maggioranza ha approvato una risoluzione per respingere la petizione che non verrà quindi discussa in consiglio regionale;
secondo il comitato promotore della petizione la nuova fusione rappresenta nient'altro che una norma di risparmio, sfavorevole e penalizzante per il Marco Polo che è un sistema scolastico virtuoso, collaudato e integrato nella valorizzazione del territorio, delle sue tradizioni, della sua lingua, vicino alle famiglie;
Grado, vista anche la propria specificità territoriale, è caratterizzata da una forte identità di tipo storico, culturale e linguistico, è «l'Isola d'Oro», centro turistico internazionale, riferimento esclusivo nella regione per storia, cultura, ambiente, economia, il cui successo deriva dall'energia ed il lavoro del tessuto cittadino locale, in sinergia con importanti realtà territoriali;
Grado è inserita nell'elenco delle isole lagunari e lacustri di Invitalia, gestito dal Ministero dell'economia e delle finanze da cui è partecipata, nonché nel programma «Io resto qui», che si occupa del rilancio di aree in crisi e disagiate per evitarne lo spopolamento e contrastare la denatalità, in virtù del quale ha ricevuto sostanziosi incentivi e finanziamenti per supportare le nuove imprese;
lo stesso Ministero dell'economia e delle finanze, peraltro, di concerto con il Ministero dell'istruzione e del merito, decide il Piano di dimensionamento, non si comprende dunque perché per l'accesso ad alcune tipologie di finanziamenti Grado possa attingere ai fondi destinati alle isole minori mentre nella definizione dei plessi scolastici il comune perde questa specificità territoriale;
soltanto con un'azione didattica ben coordinata e continuativa, le scuole dell'istituto comprensivo di Grado potranno continuare ad essere uno dei punti di riferimento per le famiglie, nel delicato percorso della crescita dei bambini e dei ragazzi e tutto questo potrebbe diventare di difficile attuazione se non si tenesse debitamente conto della specificità del territorio;
dei 17 accordi, fusioni e soppressioni previsti dalla regione, l'istituto comprensivo gradese risulta essere il più penalizzato, poiché la prospettata nuova sede si troverebbe a 22 chilometri di distanza, contro una media di 3 o 4 chilometri delle altre realtà scolastiche della regione, con notevoli comprensibili disagi per le famiglie;
il piano di dimensionamento della rete scolastica è lo strumento attraverso il quale gli enti locali propongono, con cadenza annuale, l'istituzione, l'aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole al fine di avere istituzioni scolastiche con una popolazione definita dal legislatore come ottimale;
come denunciato più volte, le norme sul dimensionamento scolastico tengono conto soltanto dei dati numerici e di risparmio finanziario e hanno creato un diffuso disagio e una giusta protesta nel mondo della scuola e da parte delle organizzazioni sindacali;
gli accorpamenti costituiscono un vero e proprio attacco alla qualità didattica e organizzativa della scuola italiana, in un settore, come quello dell'istruzione, in cui servirebbero invece consistenti investimenti in termini economici e di risorse umane –:
quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda assumere per rivedere le norme sul dimensionamento scolastico al fine di preservare l'autonomia scolastica di istituti comprensivi presenti in territori contraddistinti da specificità territoriali, geografiche, storiche, culturali e linguistiche come nel caso dell'istituto comprensivo Marco Polo di Grado richiamato in premessa.
(4-03211)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
SCOTTO, FOSSI, LAUS e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
dopo la tragica morte del bracciante Satnam Singh, la direzione regionale Lazio dell'Inps con il supporto del comando provinciale dei carabinieri di Latina ha avviato una vasta operazione per la lotta al lavoro sommerso e per il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, con ispezioni mirate, grazie anche alla collaborazione con Agea, avvalendosi dell'incrocio delle banche dati e degli indici di rischio;
la tecnologia di telerilevamento sviluppata da Agea consente di individuare le coltivazioni e gli allevamenti esistenti sulle particelle catastali;
a seguito dell'avvio di tali attività ispettive, dal 1° giugno al 15 luglio 2024 si sono registrate complessivamente 7.368 assunzioni a tempo determinato rispetto alle 4.790 assunzioni avvenute nel 2023 nello stesso periodo (+53,8 per cento);
il fenomeno del grave sfruttamento e dell'illegalità nelle attività agricole è un fenomeno che si registra non solo nella provincia di Latina, ma risulta presente in tante aree del Paese dove, troppo spesso, vengono utilizzati e discriminati lavoratori stranieri regolari e irregolari;
la necessità di contrastare il lavoro nero e il grave sfruttamento è giustificata dal fine di assicurare i diritti dei lavoratori, garantendone anche un'adeguata copertura previdenziale, così come delle imprese sane, nonché per la lotta alla criminalità organizzata che prospera su tali fenomeni –:
quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare al fine di estendere il cosiddetto «metodo Latina» per il contrasto al lavoro nero, al caporalato e al grave sfruttamento della manodopera anche nelle altre aree a forte vocazione agricola e ovunque si registrino più diffusamente tali fenomeni.
(5-02660)
Apposizione di una firma ad una interrogazione.
L'interrogazione a risposta in Commissione Ghio e Orlando n. 5-02622, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 luglio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Pastorino.
Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza urgente Cerreto Marco n. 2-00420 del 23 luglio 2024.