XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
D'ALFONSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
alcuni piccoli comuni, beneficiari di finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, pur avendo iniziato i lavori nei tempi stabiliti, averli proseguiti celermente senza alcuna problematica e aver realizzato l'intera opera, dopo l'anticipazione iniziale del finanziamento non riescono a richiedere e quindi ad ottenere né ulteriori acconti, né il saldo e le ditte esecutrici da mesi sono in attesa di essere liquidate per le fatture emesse;
nonostante si tratti di lavori terminati, per i quali sono già stati trasmessi regolarmente dai tecnici incaricati i certificati di regolare esecuzione controfirmati dalle ditte esecutrici, i comuni non riescono a trovare nemmeno nel Ministero di riferimento un valido interlocutore. È il caso, ad esempio, del comune di Cellino Attanasio in Abruzzo, il quale, a quanto consta all'interrogante, non trovando le modalità applicative sul portale dedicato ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, si è rivolto al Ministero dell'istruzione e del merito, secondo quanto previsto dagli accordi di concessione, per conoscere le modalità per avere ulteriori acconti, e si è visto rispondere semplicemente, senza che venissero specificate né le motivazioni né le tempistiche, che era impossibile procedere alla richiesta di ulteriori acconti;
se l'introduzione di misure di semplificazione per il contenimento della durata dei procedimenti amministrativi in tutti gli ambiti di interazione tra pubblica amministrazione, privati cittadini e imprese sono servite a velocizzare e snellire le procedure amministrative per giungere rapidamente all'approvazione ed esecuzione delle opere, non è ammissibile poi che le ditte esecutrici, che hanno concluso i lavori già da tempo, debbano attendere a lungo per vedersi liquidate le fatture emesse;
è evidente che i ritardati pagamenti mettono in seria difficoltà i piccoli comuni che per adempiere sono costretti a ricorrere ad anticipazioni di cassa non sempre possibili o, altrimenti, sono costretti ad affrontare complicati contenziosi che li vedranno quasi certamente soccombenti, ma è altrettanto evidente il danno economico arrecato alle imprese. Queste sono soggette a sopportare un onere aggiuntivo costituito dal costo che devono sostenere per far fronte al gap che si viene a determinare tra il momento della liquidazione dei costi gestionali e quello dell'incasso del corrispettivo pattuito, per non parlare poi della conseguenza che si finisce con il colpire, principalmente e in maniera irreversibile, le piccole e medie imprese che rischiano di uscire definitivamente dal mercato –:
se intendano chiarire, per quanto di competenza:
a) quali siano i motivi che ostacolano le richieste e quindi il trasferimento delle quote di finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza ai comuni beneficiari;
b) quali siano i tempi entro i quali i finanziamenti possano essere effettivamente erogati, sovraintendendo all'attivazione e al corretto funzionamento dei canali di flusso di detti finanziamenti;
c) se sia stato attivato un monitoraggio costante non solo della realizzazione delle opere, ma anche dei tempi di liquidazione degli importi di finanziamento erogati e da erogare, che metta in evidenza eventuali ritardi nei pagamenti e consenta di individuare prontamente le cause e le modalità per porvi rimedio.
(4-03240)
D'ALFONSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
le zone economiche speciali, previste e disciplinate dal decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123, costituiscono, nell'ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, uno degli interventi più importanti, perché si tratta di zone all'interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni in termini economici, finanziari e di semplificazioni amministrative;
le 8 strutture amministrative, che nel Sud Italia hanno dato avvio alle zone economiche speciali, rette da altrettanti commissari straordinari, sono state soppresse con l'entrata in vigore del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162, che ha istituito, a partire dal 1° gennaio 2024, una zona di enorme dimensione estesa all'intero Mezzogiorno, la cosiddetta zona economica speciale – «Zes unica», gestita da una «Struttura di missione Zes» con sede a Roma (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 dicembre 2023);
sin dalla sua adozione, la nuova previsione normativa ha destato molta preoccupazione per il timore che l'accentramento delle competenze facesse venire meno la collaborazione istituzionale con tutti gli agenti pubblici locali, che solo la struttura territoriale è in grado di mettere rapidamente in relazione, come appunto stavano facendo le 8 zone economiche speciali, e di conseguenza bloccasse gli investimenti, compromettendo in maniera significativa anche la realizzazione delle opere già finanziate con il Piano nazionale di ripresa e resilienza;
purtroppo, secondo l'interrogante oggi si è costretti a constatare che le preoccupazioni hanno trovato conferma con la riduzione significativa dei vantaggi fiscali che ha di fatto cancellato l'effetto positivo della ridotta fiscalità;
l'Agenzia delle entrate, sulla base di quanto disposto dal decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162, ha fissato al 17,6668 per cento la percentuale del credito di imposta destinato alle imprese che effettuano investimenti nel periodo 1° gennaio – 15 novembre 2024 per l'acquisto di beni strumentali destinati a strutture produttive situate nella Zes unica. Tale percentuale è stata calcolata considerando l'ammontare dei bonus richiesti con le domande presentate tra il 12 giugno e il 12 luglio 2024, pari a 9.452 milioni di euro, rispetto ai fondi messi a disposizione dal Governo pari a 1.670 milioni di euro. Si tratta di una somma assolutamente insufficiente, che vanifica lo slancio contenuto in una misura che era stata concepita nel giugno 2017 per incentivare gli investimenti nel Mezzogiorno;
inoltre, il divieto di cumulo con altri incentivi – ad esempio i contratti di sviluppo – è un ulteriore freno all'efficacia del provvedimento. Di fatto, il vantaggio è appena superiore al 10 per cento per le piccole e medie imprese e del 6,8 per cento per le grandi aziende;
la percentuale potrà essere incrementata a consuntivo solo in caso di rinunce di molte imprese;
la zona economica speciale è una realtà che in tutto il mondo è strettamente legata al territorio e l'accentramento delle competenze ad avviso dell'interrogante si pone in netta antitesi proprio con la sua stretta natura e la sua funzione: per generare effetti positivi le zone economiche speciali hanno bisogno della conoscenza effettiva delle specifiche aree territoriali e di una continua interazione con quello che accade nel territorio dove sono ospitate –:
se e quali iniziative urgenti intendano intraprendere per ripristinare l'effetto positivo della ridotta fiscalità affinché la Zes possa funzionare come ambito territoriale ottimale ed evitare la stasi delle procedure, compromettendo tutte quelle attività già sperimentate proprio grazie alla dislocazione territoriale degli uffici e previste dal disposto normativo previgente, scongiurando così il pericolo che gli investitori rinuncino all'investimento e la comunità perda opportunità e posti di lavoro.
(4-03243)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
VACCARI, ROMEO, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
nel Delta del Po, dopo aver perso tra l'80 e il 100 per cento del prodotto l'anno scorso, i produttori di cozze e vongole si sono attrezzati con i recinti, ma la verità è che ormai viene usato solo il 10 per cento dello spazio solitamente dedicato all'allevamento. Secondo le principali associazioni di pescatori se non ci sarà un contenimento importante di questa specie aliena del granchio blu nei prossimi cinque anni, i danni diretti ed indiretti potrebbero ammontare a 1 miliardo di euro;
prima del granchio blu, Emilia-Romagna e Veneto insieme costituivano la prima area di produzione in Europa per le vongole veraci, con oltre 3 mila addetti e un fatturato di 200 milioni di euro all'anno. La prima ha stanziato un milione per indennizzare i pescatori che non riescono a trovare mercato per i tanti granchi pescati. La seconda ha messo in campo 180 mila euro per l'acquisto, oltre che del seme, anche delle reti di protezione e delle nasse da cattura;
ad oggi il granchio blu ha causato danni per 100 milioni devastando non solo gli allevamenti di vongole e cozze, ma facendo piazza pulita anche di ostriche, telline, altri crostacei e pesci come sogliole e cefali, per un conto che rischia di raddoppiare se non verranno presi provvedimenti;
la cronaca degli ultimi giorni ha spostato l'attenzione anche sulla laguna di Orbetello, che sta facendo i conti con la moria di quintali di orate e anguille a causa del caldo eccessivo. Anche a Taranto è emergenza: secondo gli operatori è a rischio l'80 per cento della produzione di cozze. Oltre alle altissime temperature del mare, che mandano in sofferenza il prodotto che muore per asfissia, il problema è la mancanza di una filiera di stoccaggio che consenta di prelevare il prodotto e metterlo in salvo, in attesa che arrivino le richieste di vendita;
i pescatori di Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Molise, Abruzzo e Puglia sono impegnati a contenere il fenomeno della mucillagine. Il fenomeno oltre a rendere inutilizzabili le reti, che risultano completamente ostruite da questa materia organica, compromette la sopravvivenza di alcune specie ittiche, soprattutto quelle che hanno scarsa capacità di movimento. In Abruzzo, gli operatori della piccola pesca, i più colpiti, che rappresentano l'80 per cento della flotta regionale, sono pronti a chiedere il riconoscimento dello stato di emergenza;
sulle coste di Calabria, Sicilia e Puglia, infine, è scattata l'allerta rossa per il vermocane, un verme di mare lungo da 20 centimetri a un metro, urticante più di una medusa e vorace come un piranha, che si insinua nelle reti dei pescatori divorando i pesci e danneggiando anche gli attrezzi;
attualmente si stima che entro il 2050 i settori di pesca ed acquacoltura in Italia potrebbero perdere miliardi di euro a causa dei cambiamenti climatici. Alcune produzioni e coltivazioni, in seguito alla tropicalizzazione del mare, potrebbero sparire, altre cambieranno casa, altre produttività con gravi conseguenze per le comunità che vivono di pesca;
davanti a una crisi che supera i nostri confini e si abbatte con conseguenze ancor più devastanti sulle aree economicamente e geograficamente svantaggiate, serve un piano straordinario di intervento a sostegno della filiera ittica –:
quali iniziative intenda intraprendere, anche nelle competenti sede europee, per preservare e sostenere le imprese e i lavoratori del comparto della pesca e dell'acquacoltura.
(5-02673)
FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ
Interrogazione a risposta scritta:
PICCOLOTTI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:
la regione Emilia-Romagna ha avviato una campagna di comunicazione istituzionale diretta alla sensibilizzazione contro la violenza di genere;
la campagna prevede ogni mese l'affissione, nei comuni della regione, di cartellonistica contenenti frasi che quotidianamente possono essere rivolte alle donne da parte di mariti, compagni o uomini in genere, a chiaro contenuto violento;
alcuni slogan recitano nella parte superiore dei manifesti: «non vai da nessuna parte, senza di me sei una fallita», «sei tu il problema di questa famiglia», «non sei in grado decido io», «sei cretina», «per chi ti sei vestita così? Sei proprio una zoccola» e nella parte inferiore compare sempre la stessa frase: «Se te lo dice è violenza», con l'ultima parola scritta maiuscolo;
questi slogan scritti a caratteri grandi richiamano frasi che donne in difficoltà potrebbero riconoscere perché subiscono questo linguaggio tutti i giorni e infatti il sottotesto recita: «Ci sono frasi che sono come schiaffi. Mortificano, umiliano, isolano, disorientano e minano l'autostima delle donne. Non sono solo parole, è violenza psicologica. Fermiamola prima che sia tardi. Chiama i centri antiviolenza per farti aiutare. Un'altra vita è possibile.»;
l'ultimo manifesto di questa campagna di sensibilizzazione ha scritta al centro una sola parola: «Puttana». E sotto di essa la solita frase: «Se te lo dice è violenza»;
si apprende da organi di stampa che un consigliere comunale di Ferrara, esponente della maggioranza di centro-destra che esprime il sindaco, ha presentato un ordine del giorno per chiedere la revoca di questa campagna antiviolenza di genere che a suo dire usa frasi «con parole poco consone ad una istituzione regionale che dovrebbe esprimersi con termini forbiti e non volgari» e che «pur condividendo il fine del messaggio, che doveva essere allargato ad altre forme di violenza, parimenti se non maggiormente, esecrabili come la violenza sui bambini, quella sugli animali», il consigliere «esprime il proprio disappunto sull'utilizzo di pubbliche risorse per diffondere messaggi con termini inappropriati» e «chiede agli organi competenti della regione di interrompere qualunque diffusione di messaggi dal contenuto volgare verso un singolo problema di violenza privilegiando messaggi “puliti” contro qualunque violenza su essere animati»;
secondo quanto risulta da fonti di stampa, circa un mese fa, subito dopo il termine dello spoglio comunale che ha visto riconfermare il sindaco uscente Alan Fabbri, uno degli assessori della giunta, Marco Gulinelli, chiamato al telefono lo sfidante Fabio Anselmo, consentiva che una seconda persona riconosciuta dallo stesso Anselmo come Alan Fabbri, chiamasse proprio con l'appellativo «puttana» la compagna di quest'ultimo, la nostra collega senatrice Ilaria Cucchi;
da quanto risulta né l'assessore, né il sindaco si sono mai scusati per quell'epiteto ingiurioso, gravemente dispregiativo nei confronti della senatrice;
il sindaco, in particolare, non solo ha negato di essere la persona che ha ingiuriato Ilaria Cucchi ma ha addirittura riconfermato Gulinelli, assessore nella sua giunta –:
quali iniziative di competenza intenda assumere per promuovere in tutti i comuni, le province, le regioni di Italia l'utilizzo, anche e soprattutto negli ambienti istituzionali, di un linguaggio inclusivo e non discriminatorio e offensivo nei confronti di tutte le donne e di tutte le persone considerate minoranza;
quali iniziative di competenza intenda assumere per supportare e promuovere campagne di sensibilizzazione come quella avviata dalla regione Emilia-Romagna e richiamata in premessa, ritenute dall'interrogante fondamentali per imparare ad utilizzare un linguaggio corretto e rispettoso di tutte le persone e scardinare quei meccanismi patriarcali che rappresentano l'humus nel quale la violenza di genere attecchisce e genera fino a circa 140 donne morte di femminicidio all'anno.
(4-03242)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta scritta:
SERRACCHIANI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
delle molte crisi avvicendatesi negli ultimi anni nell'area giuliana alcune si avviano alla soluzione, contrariamente molte si stanno aggravando, tra queste vi è l'unica grande industria tessile del Friuli Venezia Giulia la Tirso del gruppo trevigiano Fil man made, produttrice di fibre altamente performanti e resistenti al contatto con prodotti chimici, fuoco, elettricità e lame, con quasi 180 dipendenti, di cui il 65 per cento sono donne e di queste il 63 per cento over 50. Nel 2022 erano 270 i lavoratori impiegati; il 16 gennaio 2020 la finanziaria regionale Fvg Friulia è entrata nel capitale di Tirso, come riferito da un comunicato della stessa Friulia, «grazie ad un'operazione dal valore totale di 4 milioni di euro a supporto del processo di crescita, già in atto, dell'impresa. In particolare 2,5 milioni saranno destinati a finanziare l'aumento di capitale, a cui sarà affiancato un finanziamento di 1,5 milioni della durata di 6 anni»;
nell'agosto 2022 si è presentata la crisi correlata all'energia, quando Edison ha rifiutato il piano di rientro avanzato da Tirso dai debiti per le somme non pagate di fronte ai consumi energetici;
a febbraio 2023, a seguito del mancato rinnovo del contratto a 47 lavoratori somministrati, la Cgil ha proclamato uno sciopero per denunciare la grave incertezza che riguarda il futuro dello stabilimento e manifestare solidarietà per la fuoriuscita delle lavoratrici e dei lavoratori in somministrazione;
il 26 luglio 2024 Tirso ha confermato al giornale Il Piccolo che «Friulia ha deciso la vendita dell'impianto delle Noghere e che è cosa fatta la cessione della fabbrica posseduta in Cina, i cui proventi serviranno a pagare due mesi di stipendi e acquistare materie prime, ma non a saldare il debito da 1,5 milioni di euro contratto con Friulia»;
sempre da Il Piccolo si apprende che Tirso conferma che Friulia ha «esercitato la clausola di vendita dell'intero pacchetto azionario», come previsto «nei patti parasociali sottoscritti all'atto dell'ingresso della finanziaria regionale nella compagine societaria»;
i patti parasociali, di cui non era stata data notizia nel 2020, conferiscono a Friulia «il diritto, ma non l'obbligo, di vendere l'intero capitale sociale decorso il termine di quattro anni»;
Cgil, Cisl, Uil e Confsal esprimono sorpresa per l'azione e lamentano, tra l'altro, di essere stati informati solo a operazione conclusa;
anche secondo Tirso, Friulia «avrebbe potuto attivare tale diritto in un contesto meno delicato»;
la decisione di Friulia di procedere alla vendita dello stabilimento delle Noghere comporta l'individuazione di un investitore credibile e realmente interessato a proseguire l'attività industriale;
il settore tessile sta attraversando una delle crisi più gravi degli ultimi anni e richiede interventi urgenti per evitare ulteriori contrazioni e sostenere le aziende colpite; tra le richieste avanzate a livello nazionale al Governo vi sono la sospensione dei versamenti Inps e Iva, la cassa integrazione in deroga o il rifinanziamento degli enti bilaterali e finanziamenti per liquidità a tasso zero o agevolato –:
se il Ministro interrogato intenda elevare Tirso a dignità di crisi nazionale e quindi convocare un tavolo, con la partecipazione della regione Friuli Venezia Giulia, della proprietà di Tirso, delle categorie datoriali e dei sindacati, al fine di chiarire in dettaglio la situazione economico-finanziaria della società in tutte le sue articolazioni, le prospettive di un piano di ristrutturazione industriale, l'esplorazione a largo raggio di un investitore che abbia le caratteristiche adeguate a subentrare e proseguire l'attività, evitando soluzioni penalizzanti per le lavoratrici attualmente occupate in Tirso;
se il Ministro interrogato ritenga di includere Tirso nella trattazione delle problematiche affrontate in sede di convocazione del Tavolo moda, istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy per rispondere alle esigenze specifiche avanzate dal sistema produttivo, attivando le misure di sostegno al settore tessile e moda.
(4-03238)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
IX Commissione:
GAETANA RUSSO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
con la modifica alla disciplina sulla locazione dei veicoli senza conducente, introdotta dalla legge n. 103 del 10 agosto 2023 di conversione del decreto-legge 13 giugno 2023 n. 69, vengono sanciti i seguenti punti:
il veicolo locato deve rimanere in maniera esclusiva dell'impresa che lo utilizza;
le aziende che utilizzano un mezzo a noleggio, prima dell'utilizzo, hanno l'onere di registrazione sull'applicativo REN-Noleggi;
l'obbligo di registrazione riguarda anche i contratti di breve durata;
tale modifica ha un impatto negativo per i mezzi senza motore (rimorchi e semirimorchi) generando difficoltà operative e aggravio di costi a carico del trasporto, poiché nell'autotrasporto è diffuso il fenomeno «frazionismo», modalità contrattuale nella quale il subvettore traina dal luogo di carico a quello di scarico il semirimorchio (con merce a bordo), affidatagli dal vettore committente, per l'esecuzione del singolo trasporto (e relative tratte a vuoto);
la modifica prevista dall'articolo 24 comma 4-ter del decreto-legge n. 69 del 13 giugno 2023, nella parte in cui prevede che «il contratto di locazione preveda unicamente la messa a disposizione del veicolo senza conducente, e non sia abbinato a un contratto di servizio concluso con la stessa impresa e riguardante il personale di guida o di accompagnamento» ha fatto sorgere il dubbio che il trazionismo si ponga in contrasto con la normativa da ultimo introdotta, pur con un evidente razionalizzazione dei mezzi, dato che la modalità dello sgancia/aggancia, che consiste nell'arrivare in un punto, che sia esso di carico o di scarico, sganciare il semirimorchio in dotazione ed agganciarne un altro, sganciato in precedenza da un altro mezzo/autista per effettuare il servizio successivo, ottimizza le ore di impiego e di guida degli autisti;
ci si avvale in sintesi, oltre all'utilizzo dei propri trattori, della collaborazione di trazionisti e/o /padroncini, ai quali vengono messi a disposizione i semirimorchi di proprietà del vettore committente, senza dover attendere le operazioni di carico e scarico del «proprio» rimorchio, e soprattutto nel trasporto di merci deperibili, consente di essere più tempestivo nella consegna;
dovendosi però identificare il semirimorchio come parte dei «beni» trasportati e, in definitiva, mancando l'utilizzo esclusivo in capo al subvettore, non è chiaro se sia escluso o meno da tali ipotesi l'uso temporaneo dei semirimorchi/rimorchi (privi di motore) dall'ambito di applicazione della disciplina –:
se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Ministero intenda predisporre per chiarire l'ambito applicativo della disciplina, auspicando l'esclusione del trazionismo.
(5-02675)
GHIO, BARBAGALLO, BAKKALI, CASU e MORASSUT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'attività dei consulenti chimici di porto è finalizzata alla sicurezza della navigazione e del porto nonché alla tutela dell'incolumità pubblica, significativa in contesti potenzialmente a rischio come gli ambiti portuali;
per la disciplina della categoria, oltre ai decreti ministeriali che hanno normato l'esercizio delle funzioni, esistono due ulteriori fonti giurisprudenziali di analogo valore ma di contenuto opposto: la Sentenza del Consiglio di Stato n. 256 del 2022 che è in aperto contrasto alla sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana n. 639 del 2021;
la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana n. 639 del 2021 stabilisce che per l'esercizio della professione è necessario aver conseguito un tirocinio pratico che consenta di acquisire effettive competenze nella gestione delle operazioni portuali. La sentenza del Consiglio di Stato n. 256 del 2022, al contrario, consente l'esercizio della professione anche in assenza di un tirocinio pratico, non essendoci alcuna norma primaria che disciplini, in concreto, i requisiti e le funzioni della categoria;
la mancanza della precisa definizione di un percorso di qualificazione tecnica conduce ad una situazione di oggettivo pericolo per la sicurezza della navigazione, delle navi, dei porti, degli operatori marittimi e portuali e dell'incolumità pubblica;
da tempo l'Associazione nazionale dei chimici di porto si è attivata per sensibilizzare gli organismi competenti per introdurre nell'ordinamento italiano una definizione puntuale della figura del consulente chimico di porto, del relativo servizio e degli aspetti formativi correlati, redigendo una proposta di norma di rango primario per, con una delega ai Ministeri competenti, a istituire la categoria dei consulenti chimici di porto, quale personale addetto ai servizi dei porti;
la proposta di delega consentirebbe al Governo, unitamente al Parlamento, di delineare le attività, i requisiti, la formazione iniziale e continua del consulente chimico di porto, in relazione alle sue responsabilità nei confronti dell'autorità Marittima e portuale, dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente;
in attesa di normare la professione e i requisiti, l'Associazione, per prevenire situazioni tragiche o di grave criticità, ha chiesto che venga applicato il principio di precauzione, affinché le Capitanerie di Porto si avvalgano solo di tecnici realmente qualificati, che abbiano svolto anche un periodo di tirocinio pratico e maturato una conoscenza approfondita delle navi e delle aree portuali tale da garantire la piena sicurezza delle operazioni –:
quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di definire in modo puntuale, attraverso il primo provvedimento normativo utile, la figura del consulente chimico di porto, per quanto riguarda le funzioni le competenze tecniche e i profili formativi.
(5-02676)
PASTORELLA e SOTTANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
Frecciarossa rappresenta una categoria di servizi di punta dell'impresa ferroviaria Trenitalia caratterizzati dall'elevata velocità – fino a 300 chilometri orari sulle linee dedicate all'alta velocità – e dall'alto livello di comfort offerto a bordo;
ad oggi, i treni Alta velocità Frecciarossa operano su numerose direttrici, sia all'interno che al di fuori del principale corridoio ad alta velocità della rete ferroviaria italiana Torino-Salerno;
a tal proposito, lungo la direttrice tirrenica esiste un efficiente servizio di trasporto ferroviario ad alta velocità: le zone attraversate dalla direttrice adriatica restano, invece, escluse dal servizio. Le regioni Marche, Abruzzo e Molise continuano, infatti, a essere servite da convogli ferroviari in grado di viaggiare a velocità inferiori;
si tratta di una iniquità evidente: i treni che percorrono le tratte Napoli-Milano e Bari-Milano si chiamano entrambi Frecciarossa. Ma, mentre il primo viaggia a una velocità media pari a circa 200 chilometri orari, la velocità del secondo, che passa anche da Pescara, è pressoché dimezzata e più simile a quella di un intercity che a quella Alta velocità. Si potrebbe desumere che il «vero» Frecciarossa sia quello che viaggia sulla linea ad Alta velocità, effettuando solo tre fermate sulla tratta Napoli-Milano, al contrario di quello che lungo la linea adriatica percorre la tratta Bari-Milano su una linea tradizionale, effettuando tredici o più fermate;
nonostante le caratteristiche completamente diverse per i due treni, i prezzi dei biglietti di entrambi si equivalgono o, in alcuni casi, sono addirittura maggiori per la tratta adriatica –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda promuovere al fine di risolvere la situazione di iniquità tra la linea tirrenica e quella adriatica in termini di velocità media e tempi di percorrenza, consentendone in particolare una diminuzione sulla tratta adriatica.
(5-02677)
IARIA, CANTONE, FEDE e TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
gli incidenti occorsi a Parma e Centola-Palinuro-Marina di Camerota hanno comportato il sequestro dei binari e dei treni coinvolti;
l'incidente di Centola-Palinuro-Marina di Camerota ha determinato la totale chiusura della Linea Salerno-Paola dal 22 al 26 luglio 2024, con la soppressione di tutti i treni (InterCity, InterCity Notte, Freccia Rossa, Freccia Argento, Italo, Regionali e Merci) senza alcuna previsione di autosostituzione, ad eccezione dei treni Regionali, e con l'invito ai passeggeri di riorganizzare il proprio viaggio, prevedendo il rimborso del biglietto integrale;
il Movimento 5 Stelle (M5S) ha interrogato più volte il Ministro riguardo alle anomalie, guasti e disservizi verificatisi sui Treni InterCity giorno e notte regolati dal Contratto di Servizio, come evidenziato nelle interrogazioni n. 4-01247 e n. 4-01305 presentate al Senato –:
se il Ministro interrogato intenda fornire chiarimenti in merito alle misure adottate per garantire le sicurezza e l'efficienza del servizio ferroviario in seguito agli incidenti sopracitati, nonché illustrare le azioni previste per migliorare la gestione e la manutenzione delle linee ferroviarie interessate, al fine di prevenire futuri disservizi e garantire un servizio adeguato ai cittadini.
(5-02678)
CAROPPO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nell'ambito dei progetti per la lunga percorrenza è in fase di esecuzione l'intervento di velocizzazione della Linea Adriatica Bologna-Lecce;
per la tratta Brindisi-Lecce dal 2019 è in corso il progressivo potenziamento tecnologico che sta consentendo ai treni di passare da 140 km/h a 200 km/h di velocità;
per la tratta Foggia-Bari-Brindisi la velocizzazione prevede l'adeguamento dell'armamento ferroviario, il potenziamento tecnologico di alcuni impianti e un nuovo sistema di distanziamento che permetterà ai treni di raggiungere i 200 km/h;
tali interventi porteranno una riduzione di 16' dei tempi di percorrenza;
se per la tratta Brindisi-Lecce gli interventi sono sostanzialmente conclusi (proprio tra sabato 27 e domenica 28 luglio è stato attivato nella stazione di Lecce il nuovo Posto periferico-apparato centrale computerizzato che completa l'Apparato centrale computerizzato multistazione Brindisi-Lecce di Rfi per la gestione e il controllo della circolazione ferroviaria), per la tratta Foggia-Bari-Brindisi i lavori non sono nemmeno partiti;
il completamento dei lavori di velocizzazione della tratta Foggia-Bari-Brindisi è decisivo non solo perché consente di ridurre i tempi di percorrenza da e per le principali città del Nord Italia, ma anche poiché, assieme agli interventi per la realizzazione dell'Alta Velocità Napoli-Bari, consentirà di collegare Roma a Lecce in poco più di quattro ore, con un risparmio di quasi due ore di tempo;
grazie alla gestione commissariale i lavori di velocizzazione dell'Alta Velocità Napoli-Bari stanno procedendo spediti e porteranno al completamento dell'opera entro il 2027 –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda perseguire al fine di garantire l'avvio e il celere completamento dei lavori di velocizzazione delle tratte Foggia-Bari-Brindisi, anche valutando, analogamente a quanto fatto per la variante Nord del Nodo di Bari, la possibilità di estendere la gestione commissariale della Napoli-Bari alle tratte suddette.
(5-02679)
Interrogazione a risposta in Commissione:
AMICH. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
a partire dall'alluvione avvenuta nel 2019, l'autostrada A26 è interessata da lavori di riattamento, in particolare nel tratto tra il casello di Ovada e l'innesto sulla A10;
la strada statale 456 del Turchino, recentemente riassegnata dalla provincia di Alessandria all'Anas, è stata duramente colpita dall'alluvione del 2019, con conseguenti carenze strutturali e periodiche congestioni e strettoie;
la ferrovia Acqui Terme-Ovada-Genova mostra criticità strutturali e necessita di interventi di ammodernamento, come evidenziato all'interno dell'ordine del giorno n. 1248 del consiglio regionale del Piemonte, votato ed approvato all'unanimità il 14 novembre 2017;
la citata tratta ferroviaria, fin dalla sua inaugurazione nel 1894, ha svolto un ruolo importante nei rapporti commerciali, di lavoro e di studio e nelle localizzazioni industriali, con notevoli flussi dall'Ovadese, dalla Valle Stura e dall'Acquese verso Genova e il Genovesato;
l'interrogante evidenzia che è stato stipulato un «Protocollo di intesa sulla mobilità sostenibile su gomma e rotaia» tra il «Comitato difesa dei trasporti Valli Stura, Orba e Bacino Acqui-Ovada» e i seguenti comuni liguri e piemontesi interessati da queste problematiche: Acqui Terme (Alessandria), Belforte Monferrato (Alessandria), Bistagno (Alessandria), Campo Ligure (Genova), Carpeneto (Alessandria), Casaleggio Boiro (Alessandria), Castelletto d'Orba (Alessandria), Cassinelle (Alessandria), Cremolino (Alessandria), Grognardo (Alessandria), Masone (Alessandria), Mele (Genova), Montaldeo (Alessandria), Morbello (Alessandria), Morsasco (Alessandria), Ovada (Alessandria), Ponti (Alessandria), Prasco (Alessandria), Rossiglione (Genova), Rocca Grimalda (Alessandria), Silvano d'Orba (Alessandria), Tagliolo Monferrato (Alessandria), Terzo (Alessandria), Tiglieto (Genova), Urbe (Savona), Visone (Alessandria);
l'interrogante rileva, altresì, che a questi persistenti problemi strutturali nel tempo si sono sommate carenze nel servizio e insostenibili disagi per i pendolari, per i mesi di luglio e agosto 2024;
le vie di comunicazione non sono solo fattore di attrattività, di scambi commerciali e di lavoro e studio, ma soprattutto di qualità della vita per i residenti –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere al fine di tutelare il contesto economico dei comuni dell'Acquese, dell'Ovadese e delle Valli Stura e Orba, per addivenire ad una soluzione dei gravissimi e ormai insostenibili disservizi lungo la linea ferroviaria Acqui Terme-Ovada-Genova.
(5-02672)
Interrogazioni a risposta scritta:
PENZA, FERRARA e CAROTENUTO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
con profondo rammarico e preoccupazione si osserva il tragico crollo del ballatoio avvenuto a Scampia il 22 luglio 2024, che ha causato la perdita di vite umane e diversi feriti. Questo evento, oltre che doloroso, ha nuovamente portato alla luce le gravi condizioni delle strutture edilizie popolari nelle periferie di Napoli;
le palazzine di Scampia come quelle del Parco Verde di Caivano, queste ultime costruite per durare pochi anni e ancora in piedi dopo 40 anni, presentano numerose infiltrazioni d'acqua e presenza di amianto, rappresentando un rischio costante per la vita degli abitanti;
l'intero quartiere di Scampia e altre aree periferiche di Napoli, come il Parco Verde di Caivano, sono caratterizzate da degrado, povertà ed emarginazione sociale, necessitando di interventi strutturali urgenti per garantire condizioni di vita dignitose e sicure ai cittadini;
fin dall'inizio della XIX legislatura è stata più volte sollecitata la necessità di un intervento risolutivo da parte del Governo sull'edilizia popolare degli anni ottanta, evidenziando l'urgenza di abbattere e ricostruire, in maniera delocalizzata ed ecosostenibile, i palazzi dei ghetti, ormai in condizioni disastrose;
le attuali strutture non solo sono pericolanti, ma rappresentano un pericolo costante per i residenti, con la presenza di topi, fili elettrici scoperti e ballatoi fatiscenti;
la sicurezza e il benessere dei cittadini devono essere una priorità, richiedendo un piano concreto e finanziamenti adeguati per affrontare questa emergenza abitativa, seguendo un vero intervento di ReStart;
il modello di intervento avviato a Caivano deve essere migliorato ed esteso con maggiore intensità e sforzo a tutte le principali aree di crisi sociale del Paese, garantendo risorse e personale adeguati per affrontare le criticità delle periferie;
la mancanza di risorse e personale dei comuni non può essere una giustificazione per abbandonare le periferie a se stesse;
il Governo deve assumersi le proprie responsabilità e garantire un futuro migliore alle comunità a rischio, intervenendo con decisione e concretezza –:
quali misure intenda adottare il Ministro interrogato per affrontare con urgenza la riqualificazione delle strutture edilizie popolari nelle periferie di Napoli, in particolare a Scampia e nel Parco Verde di Caivano;
se esista un piano concreto e finanziamenti adeguati per abbattere e ricostruire in maniera delocalizzata ed ecosostenibile i palazzi dei ghetti, garantendo sicurezza e dignità ai cittadini;
quali tempi siano previsti per l'avvio degli interventi strutturali necessari per prevenire ulteriori tragedie e migliorare le condizioni di vita degli abitanti delle periferie napoletane;
come intenda il Governo assicurare che il modello di intervento avviato a Caivano sia esteso con maggiore intensità e sforzo a tutte le principali aree di crisi sociale del Paese, garantendo risorse e personale adeguati ai comuni coinvolti.
(4-03239)
BENZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
il Ponte di Paderno, conosciuto anche come Ponte San Michele, è un famoso ponte ad arco che collega le province di Lecco e Bergamo e attraversa il fiume Adda tra i comuni di Paderno d'Adda e Calusco d'Adda;
di proprietà di Rete ferroviaria italiana, si tratta di un'infrastruttura innovativa se si considera il periodo della sua realizzazione. Si caratterizza per consentire il transito su due livelli con la linea ferroviaria Bergamo-Carnate Milano e il sovrastante collegamento viabilistico tra le province di Lecco e di Bergamo;
per le sue caratteristiche, l'opera è vincolata sotto il profilo monumentale e paesaggistico e si colloca nel parco regionale Adda Nord e nell'Ecomuseo di Leonardo da Vinci;
ulteriore rilevante aspetto riguarda il Piano regionale della mobilità ciclistica del 2016, il quale ha individuato nella struttura del ponte lo snodo di connessione tra l'itinerario cicloturistico 2 «Pedemontana alpina» e l'itinerario turistico 3 «Adda»;
Rete ferroviaria italiana ha definito indicativamente al 2030 l'orizzonte temporale di dismissione sia della linea ferroviaria, sia del traffico su gomma. Pertanto, Rete ferroviaria italiana sta valutando la progettazione di nuove infrastrutture che consentano di assicurare la continuità sia della linea ferroviaria che della mobilità su gomma tra le due province interessate;
questa importante infrastruttura era, fino al 24 luglio 2024, candidata a diventare uno dei ponti europei patrimonio dell'Unesco. Nel 2021, assieme ad altri cinque ponti europei costruiti prima del 1900 con la tecnica dell'arco unico in ferro, fu deciso di realizzare una proposta di candidatura transnazionale coinvolgente una serie di strutture con le stesse caratteristiche situate in Portogallo, Francia e Germania;
in tale data, tuttavia, a seguito di una riunione tra regione Lombardia, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Rete ferroviaria italiana e gli enti locali, si è deciso di procedere alla progettazione di un'opzione che vede un unico viadotto (per auto e treni) a sud dell'attuale struttura viaria, del costo di circa 350 milioni di euro;
tale scelta risulta incompatibile con le linee guida Unesco e quindi il capitolo candidatura appare da archiviare: tale esito è fonte di grande delusione per il territorio, trattandosi di un disegno a cui la collettività lavorava da anni attraverso una filosofia di sviluppo territoriale con al centro le risorse ambientali e storiche del territorio. Questa decisione potrebbe non solo avere ripercussioni sull'intera candidatura transnazionale – potenzialmente pregiudicando il lavoro svolto anche da altri Paesi – ma va contro la tutela e la valorizzazione del patrimonio architettonico italiano così famoso e celebrato nel mondo;
avendo l'attuale struttura del ponte vita utile fino al 2030, è necessario giungere celermente a una definizione completa del progetto, alla sua programmazione oltre al recupero delle risorse;
le maggiori problematiche da considerarsi, nel corso della progettazione, hanno ad oggetto il traffico, la mobilità sia pubblica che privata, nonché quella riguardante il passaggio di mezzi pesanti. Quella che sarà la nuova viabilità della zona necessita di essere raccordata minuziosamente, così da mitigare gli effetti sul tessuto urbano. È stato stimato, infatti, che con il nuovo ponte il traffico sarà moltiplicato per quasi tre volte nei piccoli comuni contigui a causa dell'arrivo di più di duemila mezzi pesanti;
la celere finalizzazione di una soluzione progettuale e viabilistica – coinvolgendo attivamente, come annunciato, le autorità locali – è quanto mai inderogabile visti i ridotti tempi a disposizione –:
quali iniziative di competenza si intendano adottare al fine dei passaggi necessari a garantire l'avvio, l'esecuzione e la consegna dell'opera entro i termini;
secondo quali procedure si intendano coinvolgere i comuni del territorio compromessi dal futuro incremento di traffico ai fini della mitigazione dello stesso;
se non si ritenga opportuno intervenire affinché la soluzione progettuale considerata venga riesaminata al fine di tutelare la candidatura transnazionale del Ponte San Michele a patrimonio dell'Unesco.
(4-03241)
INTERNO
Interrogazione a risposta scritta:
ASCARI, FERRARA e MORFINO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
in tema di violenza di genere, è cruciale formare le Forze dell'ordine nel supportare le donne che denunciano gli abusi;
la giovane avvocata A.P., dopo aver denunciato l'ex compagno G.L., dipendente dell'Arma dei carabinieri, avrebbe subìto un processo di vittimizzazione secondaria, sentendosi giudicata, trattata come fosse l'autore del reato e non la vittima, non creduta, interrogata con modalità distanti dalle linee guida del codice rosso, con l'aggravante che l'ascolto suo e dei primi testimoni sarebbe stato delegato allo stesso Corpo dei carabinieri cui appartiene l'indagato;
nella prima fase delle indagini, tali criticità avrebbero prodotto per la vittima effetti quali la mancata applicazione di misure cautelari e l'abbandono della donna e dei suoi figli minori, nonostante prove oggettive come: registrazioni di minacce di morte e di suicidio fatte dal G.L.;
prescrizioni di psicofarmaci in favore del G.L. (Topomax e Depakin); foto del volto tumefatto di uno dei figli della vittima per mano del G.L.;
conferma delle denunce da parte dei testimoni e dei figli minori ascoltati tramite incidente probatorio; reiterazione di condotte penalmente rilevanti, incluse minacce pubblicate sui social e diffusione di materiale sessualmente esplicito senza consenso della vittima;
il Comando generale dell'Arma dei carabinieri non avrebbe adottato alcuna misura a garanzia della vittima nonostante richieste formali dell'Avvocato A.P., con una disparità di trattamento rispetto ad altri militari in contestazioni delittuose meno gravi, tanto che il G.L. continuerebbe a ricoprire una posizione operativa e non sarebbe stato inibito dall'uso dell'arma in dotazione, nonostante i presupposti di cui all'articolo 39, comma 2 del Tulps –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali risultino essere le ragioni che hanno determinato l'abbandono totale della donna denunciante, la mancata applicazione delle linee guida e la mancata protezione dei minori;
quali iniziative, per quanto di competenza, si intenda adottare per garantire il rispetto delle linee guida del codice rosso da parte delle Forze dell'ordine;
se non si ritenga opportuno disporre il ritiro immediato dell'arma d'ordinanza al G.L., in attesa dell'esito delle indagini, a tutela dell'incolumità dei minori e della denunciante.
(4-03245)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
GRIBAUDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la legge 12 marzo 1999, n. 68, «Norme per il diritto al lavoro dei disabili», ha lo scopo di promuovere l'inserimento e l'integrazione lavorativa delle persone con disabilità nel mondo del lavoro;
il lavoro si caratterizza come strumento importantissimo di inclusione delle persone con disabilità, e non solo in quanto strumento di produzione di un reddito;
gli uffici competenti possono disporre ispezioni presso i datori di lavoro anche al fine di verificare la corretta applicazione della suddetta normativa –:
quante ispezioni siano state effettuate negli ultimi tre anni per verificare il rispetto della legge n. 68 del 1999, suddivise per regione e per anno;
quali siano stati i principali esiti di tali ispezioni, con particolare riferimento alle violazioni riscontrate e alle sanzioni comminate, in particolare valutando se si presentino casi di imprese le cui inadempienze reiterate non delineino un deliberato comportamento che porta a preferire la sanzione in luogo dell'adempimento;
se ritenga che l'attuale sistema di controlli sia adeguato a garantire l'efficace applicazione della legge e, in caso contrario, quali iniziative, anche normative, intenda adottare per potenziarlo, in particolare se ritenga possibile un maggiore utilizzo delle banche dati a disposizione della pubblica amministrazione;
quali iniziative intenda intraprendere per incentivare ulteriormente i datori di lavoro all'inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
(5-02674)
SALUTE
Interrogazione a risposta scritta:
MARINO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
l'operatività della cardiochirurgia pediatrica di Taormina, attualmente in convenzione con l'Irccs Bambino Gesù di Roma, è al momento prorogata al 31 luglio 2024, su richiesta del Governo della Regione Siciliana, e senza un'ulteriore proroga ministeriale è destinata a cessare;
nonostante il centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo di Taormina sia il terzo centro di eccellenza in Italia, deve la sua chiusura al decreto ministeriale n. 70 del 2015 (Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera), che prevede l'istituzione di una cardiochirurgia pediatrica ogni cinque milioni di abitanti;
secondo tale decreto, quindi, l'apertura (stavolta in partnership con il Policlinico San Donato di Milano) del nuovo reparto di cardiochirurgia pediatrica a Palermo comporterebbe la chiusura di quello di Taormina, poiché la Sicilia, può avere solo una struttura di questo tipo;
nel mese di maggio 2024 la Regione Siciliana ha formalizzato al Ministero della salute una richiesta di deroga al decreto ministeriale n. 70 del 2015, alla luce anche del precedente applicato in Veneto;
attualmente, risultano ricoverati nella struttura di Taormina 18 bambini, pari al 100 per cento della capienza;
la vicenda del centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina è una vicenda complessa. Istituito nel 2010 proprio grazie alla collaborazione con il Bambino Gesù e sotto la sua diretta gestione, negli anni il centro è diventato un centro di riferimento, anche per i pazienti da fuori regione. Nel 2016 la responsabilità gestionale e sanitaria del centro è passata alla Asp di Messina, ma al Bambino Gesù è affidata l'attività di consulenza e formazione continua sull'alta complessità con il distacco dei primari dell'ospedale –:
se, in vista della scadenza della proroga al 31 luglio 2024 del centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina, sia stata accordata un'ulteriore deroga e, in caso contrario, quali iniziative il Ministro interrogato abbia intrapreso o intenda intraprendere per accordare tale deroga in tempi brevi e in ogni caso in modo da garantire la continuità dell'operatività delle due strutture dando così riscontro alle aspettative di un servizio sanitario di qualità che eviti lunghi viaggi «della speranza».
(4-03244)
TURISMO
Interpellanza:
La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro del turismo, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:
il 24 luglio 2024 la femmina di orso catturata da una trappola a tubo nell'Alto Garda, dotata di radiocollare, è stata identificata in Kj1, l'esemplare responsabile dell'aggressione a un escursionista francese, in località Naroncolo, a Dro, avvenuta il 16 luglio 2024, che ha riportato diverse ferite;
la conferma è avvenuta dalle analisi genetiche effettuate dalla provincia autonoma di Trento;
l'amministrazione provinciale ha evidenziato l'impossibilità di interdire alle persone le aree frequentate da Kj1 sotto i profili tecnico e sociale;
in tale ambito, l'interpellante evidenzia come dal punto di vista turistico, nel territorio trentino, gli operatori delle strutture ricettive avvertono una condivisibile preoccupazione, inducendo diversi visitatori ad evitare di recarsi nel Trentino, in quanto allarmati dai ripetuti avvistamenti di orsi;
ulteriori segnali sfavorevoli, rileva altresì l'interpellante, si rinvengono dalle dichiarazioni del Ministero degli esteri tedesco, che ha invitato i viaggiatori che si recheranno in Trentino a prendere tutte le precauzioni necessarie per prevenire gli incontri con gli orsi;
a giudizio dell'interpellante, le sopra esposte osservazioni, che si ricollegano inevitabilmente all'uccisione avvenuta nel 2023, alimentano evidenti e profonde preoccupazioni per l'intera comunità trentina, i cui rischi per la sicurezza pubblica si amplificano ogni giorno, a causa del recente episodio di aggressività dell'orso Kj1 nei confronti dell'uomo e alla sua costante presenza al limitare degli abitati e nelle pertinenze di abitazioni dell'Alto Garda, il cui fenomeno, peraltro, non risulta isolato e riflette ormai l'insostenibile quotidianità per i cittadini e i frequentatori di una porzione ormai ampia del territorio trentino;
a tal fine, a parere dell'interpellante, la nuova decisione del tribunale amministrativo regionale di Trento, con cui ancora oggi si impedisce la piena esecuzione dell'ordinanza per l'abbattimento dell'orso responsabile dell'ultima pericolosa aggressione (che contiene addirittura un passaggio in cui si allude all'interdizione alla popolazione di determinate aree), determina confusione e sconcerto tra la comunità locale;
in tale quadro, l'interpellante evidenzia la necessità di monitorare in maniera più incisiva quali siano effettivamente in termini economici e sociali le ricadute negative sul turismo trentino, sia a seguito della vicenda accaduta nel 2023 relativa all'uccisione di Andrea Papi, il giovane jogger ucciso dall'orso nel 2023 in Valle di Sole, che di quella del turista francese ferito gravemente il 16 luglio 2024, attaccato da un altro orso –:
quali iniziative di competenza i Ministri interpellati intendano adottare, in collaborazione con la provincia autonoma di Trento, con riferimento a quanto esposto in premessa;
se, nell'ambito del settore turistico nel Trentino, il Ministro del turismo disponga di elementi di ordine ad eventuali ricadute economiche negative, determinate dalle vicende in premessa citate, relative agli attacchi degli orsi, che hanno provocato disdette di turisti sia italiani che stranieri nella medesima regione sia nel 2023, che nel 2024;
quali iniziative di competenza si intenda, infine, intraprendere, d'intesa con le istituzioni locali, al fine di potenziare i sistemi di sicurezza e di tutela nei riguardi della comunità locale trentina, per garantire la sicurezza dei residenti e dei turisti presenti nella regione e preservare la specie stessa degli orsi.
(2-00423) «Ambrosi».
Apposizione di firme ad interrogazioni.
L'interrogazione a risposta in Commissione Ghio e altri n. 5-01459, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Orlando.
L'interrogazione a risposta in Commissione Marianna Ricciardi n. 5-02670, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 luglio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Lauro.
Pubblicazione di un testo riformulato.
Si pubblica il testo riformulato dell'interrogazione a risposta in Commissione Barbagallo n. 5-02568, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 317 del 3 luglio 2024:
BARBAGALLO, BAKKALI, CASU, GHIO e MORASSUT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
in data 29 luglio 2009 il comune di Fiumicino approvava ex decreto del Presidente della Repubblica n. 509 del 1997 il progetto del porto turistico di Isola Sacra presentato dalla società IP Iniziative Portuali;
il 2 febbraio 2010 la regione Lazio assegnava alla Iniziative Portuali la concessione n. 6424;
il 9 giugno 2010 veniva sottoscritta tra comune di Fiumicino e IP la convenzione per la realizzazione di 1.445 posti per imbarcazioni da diporto, 10.338 metri quadri, per cantieri nautici, edifici commerciali e residenze;
a seguito di vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti soci della IP, la realizzazione delle strutture portuali veniva bloccata e l'area sottoposta a sequestro giudiziario;
il 4 maggio 2018 il Tribunale fallimentare di Roma ammetteva la IP alla procedura di concordato preventivo;
il 19 febbraio 2019 la regione Lazio indiceva conferenza di servizi per esaminare la richiesta di variante del progetto del Porto di Isola Sacra, finalizzata a consentire l'approdo di navi da crociera di classe «Oasys», le più grandi al mondo, nonostante i rilievi critici di diverse amministrazioni competenti; nonostante i rilievi critici di diverse amministrazioni competenti, la conferenza si concludeva con l'accoglimento della proposta di variante;
il 18 ottobre 2021 la procedura competitiva per la vendita del ramo d'azienda della IP terminava con aggiudicazione alla Fiumicino Waterfront Srl,
il 18 febbraio 2022 il comune di Fiumicino autorizzava il subingresso nella concessione demaniale a favore della Fiumicino Waterfront Srl, società controllata da Royal Caribbean Group;
nell'ambito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri «Giubileo» dell'8 giugno 2023, alla scheda n. 146, il porto turistico-crocieristico di Isola Sacra veniva inserito tra le opere «essenziali»;
l'area in concessione di cui in premessa si colloca al di fuori della competenza territoriale dell'Autorità di Sistema Portuale di Civitavecchia;
le organizzazioni sindacali, nell'audizione svoltasi il 27 settembre 2023 presso la IX Commissione della Camera, hanno sollevato vari rilievi critici, sottolineando che «la creazione del nuovo terminal crocieristico a Fiumicino fa emergere una criticità nell'attuale regolamentazione che va assolutamente superata in tempi brevi, al fine di evitare progetti ed investimenti privati concorrenti o ancor peggio in contrasto con le politiche dello Stato. Il nascere di nuove realtà portuali fuori dal network delle Autorità di sistema portuale, rappresenta un elemento in concorrenza sleale con il sistema regolatorio dei porti, non controllabile né governabile dall'attuale normativa»;
l'impatto della funzione crocieristica in un porto destinato ad un traffico di 1.300.000 crocieristi/anno sarebbe prevalente rispetto alla funzione turistica dimensionata intorno ai 750 posti barca;
in sede d'esame della valutazione d'impatto ambientale il progetto ha evidenziato numerose criticità tra cui: le imponenti operazioni di dragaggio (3 milioni di metri cubi), la sicurezza della navigazione nelle fasi di avvicinamento al porto in assenza di antemurale di protezione, il rischio idrogeologico, le presenze di aree archeologiche e di aree protette, solo per citarne alcune –:
quale sia la volontà del Governo in relazione alla realizzazione del progetto del porto di Isola Sacra e se possa considerarsi altresì conforme alla normativa della legge n. 84 del 1994 e alle prescrizioni della valutazione d'impatto ambientale l'introduzione della funzione crocieristica;
se il progetto verrà stralciato dall'ambito delle opere essenziali per il Giubileo, non essendo realizzabile per il Giubileo, se il costo dei dragaggi per mantenere in esercizio il nuovo porto sarà sostenuto dalla Fiumicino Waterfront e se la sicurezza della navigazione sarà garantita tramite servizi tecnico nautici con le stesse modalità previste per i porti delle Autorità di sistema portuale, così come il rispetto degli articoli 16, 17 e 18 della legge n. 84 del 1994 in materia di lavoro portuale.
(5-02568)
Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Pastorella n. 4-03151 del 16 luglio 2024.
ERRATA CORRIGE
Nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 23 luglio 2024, alla pagina 9325, seconda colonna, le righe dalla ventottesima alla trentesima si intendono soppresse.