XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta in Commissione:
LAI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
recentemente, sono emerse notizie di stampa riguardanti la sottoscrizione di un accordo avvenuta il 1° agosto 2024 tra Eni e le due aziende nazionali algerine Sonatrach e Sonagaz per la realizzazione di un gasdotto che collegherà l'Algeria all'Italia, passando per la Sardegna com'era previsto nel 1996 con il progetto Galsi poi abbandonato da entrambi i partner;
tale decisione seguirebbe il memorandum sottoscritto il 23 gennaio 2023 tra le aziende italiane e algerine dell'energia, durante l'incontro diplomatico ad Algeri tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune;
il memorandum prevedeva diverse misure tra cui la promessa di ridurre le emissioni di anidride carbonica nelle strutture in Algeria, uno studio di fattibilità per migliorare il trasporto di gas esistente, la possibilità di costruire un nuovo cavo sottomarino che colleghi i due Paesi e l'individuazione di una strategia per aumentare la fornitura algerina di gas liquefatto in Italia e in Europa;
nello stesso tempo il Governo e la giunta regionale della Sardegna stanno discutendo della revisione del decreto Draghi sull'energia, impugnato dalla regione Sardegna che prevedeva la costruzione di una dorsale per il metano unita alla rete nazionale da una pipeline virtuale costituita da una nave rigassificatore;
la decisione di un gasdotto Algeria-Italia via Sardegna influenza e condiziona in maniera determinante tale decisione;
il Governo non ha smentito ad oggi la decisione di Eni sul gasdotto, né parrebbe aver informato la Regione Sardegna;
non si nega che tale iniziativa, se confermata, potrebbe avere un impatto significativo sulla diversificazione delle fonti energetiche e sulla sicurezza dell'approvvigionamento in Italia, specialmente in un periodo di crescente instabilità geopolitica, ma questo non può essere fatto senza coinvolgere il territorio su cui inciderebbe l'opera –:
se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
se il Governo confermi l'accordo tra Eni, Sonatrach e Sonagaz per la costruzione di un gasdotto tra Algeria e Italia, con passaggio attraverso la Sardegna;
se e come sia stata coinvolta e informata la regione Sardegna in merito a questa iniziativa, considerando il suo potenziale impatto sul territorio e sull'economia locale.
(5-02731)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta orale:
SOUMAHORO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
almeno 95 persone sono state uccise e centinaia sono rimaste ferite nella giornata di domenica 4 agosto 2024, durante le nuove proteste antigovernative in Bangladesh;
l'esercito ha annunciato un nuovo coprifuoco, anche nella capitale Dacca e in altre sedi di divisione e di distretto, in vigore per un periodo indefinito e interrotto il servizio di internet mobile nel tentativo di fermare i disordini. In precedenza il Governo aveva imposto il coprifuoco con alcune eccezioni a Dacca e altrove;
le proteste antigovernative in Bangladesh hanno causato la morte di 300 persone nell'ultimo mese, secondo un conteggio di Agence France Presse basato su report della polizia e bollettini di medici e ospedali;
almeno 11.000 persone sono state arrestate nelle ultime settimane. Le scuole e le università in tutto nel Paese rimangono chiuse e le autorità hanno imposto un coprifuoco con ordine di sparare a vista;
le proteste sono iniziate nel mese di luglio 2024 con gli studenti che chiedevano la fine di un sistema di quote che riserva il 30 per cento dei posti di lavoro governativi alle famiglie dei veterani della guerra d'indipendenza del Bangladesh contro il Pakistan nel 1971. La Corte suprema del Paese ha stabilito che la quota per i veterani deve essere ridotta al 5 per cento, con il 93 per cento dei posti assegnati in base al merito. Il Governo ha accettato la decisione, ma i manifestanti continuano a chiedere responsabilità per la violenza attribuita all'uso della forza da parte del Governo;
i leader della protesta e dell'opposizione hanno chiesto le dimissioni della prima ministra Sheikh Hasina, che governa il Paese dal 2009, in maniera sempre più autoritaria, ampliando le proteste in tutto il Paese. Hasina ha offerto di parlare con i leader degli studenti, ma un coordinatore ha rifiutato, chiedendo invece le sue dimissioni. Hasina ha ribadito le sue promesse di indagare sulle morti e di punire i responsabili della violenza;
nella giornata di lunedì 5 agosto 2024 i manifestanti hanno assaltato i palazzi del potere e le residenze di vari Ministri, la premier Hasina si sarebbe dimessa e secondo quanto riportato dai media internazionali avrebbe lasciato il Paese in elicottero, mentre il capo dell'esercito ha annunciato che formerà a breve un Governo ad interim –:
se non intenda il Governo condannare gli atti di violenza in corso in Bangladesh e, anche alla luce del ruolo di presidenza del G7, e per quanto di competenza, intraprendere una iniziativa urgente per porre fine alle violenze e ristabilire la democrazia Bangladesh.
(3-01384)
Interrogazione a risposta in Commissione:
SCOTTO, BOLDRINI, FERRARI, GHIO e VACCARI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
come è ormai noto, dai tragici fatti del 7 ottobre 2024, è iniziata un'incessante guerra che ogni giorno vede soccombere la popolazione civile della Striscia di Gaza;
la conta dei morti diretti per azioni militari da parte dell'esercito d'Israele sfiora le 40 mila persone, tra cui il tragico conteggio di 9 mila bambini e 2 mila 400 anziani uccisi;
a questi si aggiungono le 49 milioni di tonnellate di macerie e le 70 mila case distrutte. Ciò che non è distrutto è danneggiato in maniera irreparabile, 2 milioni sono le persone sfollate;
a questi drammatici dati, che aumentano con il passare dei giorni, va aggiunto il collasso del sistema sanitario con gli ospedali che sono oggetto sistematicamente degli attacchi militari;
gli ospedali che ancora funzionano sono comunque senza elettricità, medicinali, strumentazioni e macchinari;
questa grave situazione rispetto all'impossibilità di curare i cittadini della Striscia di Gaza fa sì che il popolo palestinese oltre a dover sfuggire al fuoco dei bombardamenti, deve tenersi al riparo anche dalle epidemie di poliomielite ed epatite. L'Organizzazione mondiale della sanità ha di recente lanciato l'allarme per la diffusione della scabbia;
alle condizioni date, risulta impossibile calcolare il numero delle morti indirette sul territori della Striscia di Gaza;
in questo quadro drammatico, l'unico barlume di sopravvivenza per la popolazione di Gaza è quella degli aiuti umanitari, che si sono comunque ridotti in maniera drastica da quanto il conflitto è in atto;
da quanto si apprende da notizie di stampa, dall'intervista del Fatto Quotidiano dal titolo «Ci cacciano dalla Striscia, oblio su Gaza: 300 giorni di guerra e tutto è distrutto»: Andrea De Domenico che guida l'Ocha, l'ufficio dell'Onu che coordina gli aiuti alla popolazione di Gaza e della Cisgiordania, presto dovrà abbandonare Gerusalemme;
da quanto dichiarato dallo stesso Andrea De Domenico, pare che non gli sia stato rinnovato il visto per rimanere e coordinare gli aiuti in entrata nella Striscia sotto attacco;
il mancato rinnovo è accaduto dopo la pubblicazione del rapporto stilato da segreteria Onu e Unicef su bambini e conflitti armati: le forze di difesa israeliane (Idp) sono finite nella black list degli eserciti che hanno commesso violazioni contro minori in guerra;
un documento in cui comunque l'intervento dell'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari, (Ocha) è stato marginale, ma De Domenico non è l'unico membro di un'Ong o istituzione internazionale ad avere difficoltà per il rinnovo dei documenti –:
quale sia la ricostruzione del Ministro interrogato dei fatti narrati, quanti siano i membri delle Ong a cui negli ultimi mesi sono stati negati o non rinnovati i permessi per continuare nel fondamentale compito di aiuto alle popolazioni di Gaza e se non ritenga di dover intraprendere ogni possibile iniziativa nel contesto delle Nazioni Unite volta a garantire la permanenza delle Ong nei territori teatro del conflitto.
(5-02727)
Interrogazione a risposta scritta:
PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
i consolati svolgono un ruolo fondamentale nel rapporto tra lo Stato e la comunità italiana all'estero erogando servizi importanti per il cittadino che nel consolato trova il rapporto diretto con la pubblica amministrazione italiana;
il mese di luglio del 2022 è stata inaugurata la nuova sede della cancelleria consolare dell'Ambasciata d'Italia a Montevideo, considerata «una struttura prestigiosa e funzionale» per il lavoro da svolgere in favore della locale comunità italiana che è costituita da oltre 137 mila connazionali iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire), una delle più rilevanti in America meridionale;
tale cancelleria consolare ha rilasciato, nel 2023, 9.703 passaporti, 5.816 atti di stato civile e 1.926 nuove cittadinanze italiane, come si legge nell'annuario del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, numeri elevati anche se non adeguati alla forte domanda di servizi per una cancelleria consolare che, di conseguenza, meriterebbe di essere trasformata in Consolato generale con adeguato incremento di personale ed autonomia funzionale facilitata anche dalla nuova struttura logistica messa a disposizione;
già nell'interrogazione n. 4-19021 del 2012, presentata dall'interrogante nella XVI Legislatura, si erano evidenziate le criticità che si registravano in quel contesto, quando gli iscritti Aire erano 106.000, chiedendo un incremento dell'organico in servizio visto la costante crescita della comunità italiana e «l'avvio delle procedure di riconoscimento del Consolato di Montevideo come Consolato generale per arrivare ad una soluzione che consentirebbe di fronteggiare in modo più adeguato e certo le numerose problematiche evidenziate»;
ad oggi, i problemi persistono ancora e i connazionali sul posto lamentano notevoli lungaggini nell'accesso ai servizi consolari, con file di svariati mesi per ottenere un appuntamento per le pratiche amministrative. Un aspetto negativo nell'immagine dell'Italia la cui pubblica amministrazione, così, non assume l'aspetto di una amministrazione vicina al cittadino e contribuisce a definire una immagine farraginosa del nostro Paese che invece ha bisogno di mostrare efficienza ed efficacia per coniugare il suo smart power con l'efficienza dello Stato –:
se non ritenga di disporre l'avvio delle procedure urgenti per la trasformazione della cancelleria consolare di Montevideo in consolato generale, anche in considerazione della nuova sede a disposizione e di disporre un urgente aumento dell'organico degli uffici consolari per assicurare un adeguato servizio alla comunità italiana ivi residente.
(4-03307)
AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE
Interrogazione a risposta immediata:
SANTILLO, BALDINO, PAVANELLI, ALFONSO COLUCCI e ALIFANO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:
è stata promulgata il 26 giugno 2024 la legge recante la cosiddetta autonomia differenziata, dopo un iter parlamentare caratterizzato da un acceso dibattito;
in merito, il Gruppo di Forza Italia, con ordini del giorno presentati nel corso dell'esame in Assemblea, ha chiesto espressamente al Governo di «non avviare negoziati su atti di iniziativa delle regioni e a non procedere nel confronto congiunto sugli atti di iniziativa sui quali tale confronto sia stato già avviato fino alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni»;
il 5 luglio 2024 il Ministro della giustizia dichiarava «problemi di attuazione che effettivamente ci sono. Sono certo che arriveremo a una composizione»;
l'8 luglio 2024 il presidente della regione Calabria: «Il mio auspicio è che Forza Italia non voti in Consiglio dei ministri e in Parlamento alcuna intesa con singole regioni se prima non saranno interamente finanziati i livelli essenziali delle prestazioni e se non ci sarà la matematica certezza che determinate intese possano produrre danni al Sud»;
il 1° agosto 2024 il deputato Donzelli (Fratelli d'Italia), ha dichiarato che «Le preoccupazioni dei governatori anche di centrodestra sull'autonomia differenziata le abbiamo sempre accolte. Continueremo ad ascoltarli» e, ancora, «se i presidenti di regione si trovano con delle difficoltà il Governo li ascolterà»;
sempre il 1° agosto, la Presidente del Consiglio dei ministri: «solo dopo che verrà fissata questa soglia» – riferendosi alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni – «potrà essere accordata l'autonomia alle regioni che ne faranno richiesta»;
il 1° agosto è il giorno in cui, a dieci giorni dall'avvio, sono state raggiunte le 500.000 firme per richiedere il referendum abrogativo dell'autonomia differenziata;
l'attuazione dell'autonomia differenziata non può prescindere dal principio di solidarietà e l'unità dei diritti fondamentali esigibili devono essere preliminari a qualsiasi passaggio; ciò vale anche per le richieste di attribuzione di materie o ambiti di materie e delle relative funzioni non associate ai livelli essenziali delle prestazioni, che dovrebbero comunque considerare parametri di coesione socioeconomica nell'ambito di tutto il territorio nazionale, nel rispetto del principio fondamentale di non discriminazione nel godimento dei diritti e dei servizi relativi, affermati, ma privati di un concreto presidio legislativo di tutela –:
se, per quanto di competenza, non intenda sostenere la sospensione dell'avvio dei negoziati su atti di iniziativa regionale e del prosieguo dell'iter di quelli già avviati, fino alla determinazione e al conseguente finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione.
(3-01374)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta immediata:
LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
in data 30 luglio 2024, alle ore 18.30 circa, un incendio di vaste dimensioni si è sviluppato nel comprensorio militare di Persano, in provincia di Salerno;
l'incendio ha interessato un'area significativa dell'area militare, a circa 5 chilometri dalla prima caserma, coinvolgendo circa 6 mila tonnellate di ecoballe provenienti dalla Tunisia e altri rifiuti, con dimensioni paragonabili a un campo di calcio;
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, a Persano erano stoccati rifiuti oggetto di un'inchiesta della procura di Salerno, spediti nel 2020 in Tunisia in 70 container e poi ritornati in Campania dopo la scoperta di irregolarità. Il Governo tunisino e la magistratura avevano obbligato l'Italia a ritirare circa 6 mila tonnellate di rifiuti altamente nocivi, esportati illegalmente nel Paese nordafricano;
nel 2022 i residenti della zona hanno protestato contro la decisione regionale di individuare l'area militare di Persano come sito di deposito dei rifiuti di ritorno dalla Tunisia;
secondo gli organi di stampa regionali, nella prima metà del 2020 la regione Campania ha autorizzato una ditta a spedire migliaia di tonnellate di rifiuti in Tunisia, giustificando l'operazione con la maggiore economicità del processo di recupero rispetto al trattamento in Italia. A tutela del progetto era stata sottoscritta una fideiussione di 3,3 milioni di euro in favore del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica;
nel mese di febbraio 2024 un'indagine della procura della Repubblica di Potenza sul traffico internazionale di rifiuti speciali ha rivelato un intricato giro di affari e il coinvolgimento di dirigenti pubblici e imprenditori. Nel corso dell'operazione sono state notificate 16 misure cautelari e sequestrate tre aziende coinvolte nel traffico illecito;
le indagini hanno portato all'arresto di un funzionario della regione Campania, mentre un altro dirigente è attualmente sotto indagine, insieme a diversi imprenditori coinvolti nelle operazioni considerate illecite –:
quali iniziative di competenza intenda assumere per garantire la trasparenza e l'efficacia delle operazioni di gestione dei rifiuti speciali, anche a fronte degli episodi riportati in premessa.
(3-01382)
Interrogazioni a risposta scritta:
D'ALESSIO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
martedì 30 luglio 2024 è divampato un incendio nell'area militare di Persano, nel comune di Serre (Salerno), che ha coinvolto circa sessanta mila tonnellate di ecoballe e rifiuti, tra cui alcuni oggetto di indagine della procura di Salerno, spediti nel 2020 in Tunisia e ritornati in Campania a seguito della scoperta di diverse irregolarità. Vista la quantità di materiale incendiato, nonostante il pronto intervento dei vigili del fuoco, l'incendio è proseguito per diversi giorni;
il rogo, che ha causato il prolungato rilascio di una densa colonna di fumo nero visibile anche a grande distanza, ha interessato una zona destinata alla coltivazione di terreni agricoli e anche per questo motivo, oltre ad aver raggiunto i comuni limitrofi, ha procurato enorme allarme per gli amministratori locali e le migliaia di residenti e agricoltori, soprattutto per l'impatto sull'ambiente, sulla salute, sull'agricoltura e sugli allevamenti presenti nell'area;
il vicepresidente della regione Campania ha dichiarato che la rimozione delle ecoballe sarebbe dovuta avvenire all'indomani dell'incendio: le tempistiche, dunque, suggerirebbero la possibile sussistenza di probabili manovre dolose e di interessi criminali nel contesto della gestione dei rifiuti, che minano la trasparenza e la responsabilità di chi avrebbe dovuto garantire il rispetto dei tempi di rimozione e, contestualmente, esercitare tutto quanto in suo potere per assicurare un efficace controllo sugli stessi;
quanto accaduto ad avviso dell'interrogante evidenzia, per l'ennesima volta, una grave situazione di difficoltà nelle modalità di gestione di materiali pericolosi e rappresenta a pieno le enormi difficoltà incontrate e le inefficienze nel gestire l'emergenza del ciclo dei rifiuti nell'intera regione;
appare necessario un accertamento su quanto accaduto in relazione alle responsabilità, ai danni ambientali e ai pericoli per la sicurezza e la salute dei cittadini, anche attraverso la realizzazione di un'adeguata bonifica dell'area nei tempi più brevi possibili –:
quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interrogati intendano intraprendere al fine di acquisire, per il tramite delle competenti autorità – tra cui l'Arpac e la regione Campania stessa – ogni informazione utile a comprendere l'entità dei danni ambientali, all'agricoltura e agli allevamenti e degli eventuali rischi per la salute della popolazione che ne derivano, nonché di individuare ed implementare con la massima priorità tutte le misure maggiormente efficaci e necessarie al contrasto del traffico illegale dei rifiuti.
(4-03305)
BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
come riporta anche l'agenzia Ansa del 3 agosto 2024 e come denunciato anche dal sindacato, nel pomeriggio del 2 agosto 20024, si è verificato un cedimento della barca-porta che chiude il bacino Ferrati all'interno dell'Arsenale militare di Taranto. La barca-porta è una paratia mobile che funge da diga regolando il flusso d'acqua nel bacino che ospita le navi durante i lavori di manutenzione;
l'incidente ha provocato una piccola esondazione di quel tratto di mare fin dentro ai capannoni e lungo le strade del presidio della Marina militare;
secondo il sindacato l'incidente «poteva avere conseguenze drammatiche. Un forte boato, simile a un'esplosione, è stato avvertito anche dai numerosi residenti del Borgo di Taranto». La platea, situata a 12 metri sotto il livello del mare, «è lunga 250 metri e durante l'incidente è stata invasa dalle acque con una forza devastante, insieme ai reparti limitrofi che, dato l'orario, erano fortunatamente vuoti»;
il boato è stato causato dal probabile cedimento della barca-porta del bacino Ferrati, provocando l'allagamento della platea e degli edifici circostanti;
alcuni lavoratori erano impegnati all'interno del bacino per normali attività di manutenzione e controlli e fortunatamente erano stati richiamati prima del tempo, evitando così una potenziale tragedia. È stato solo un caso fortuito che nessuno si trovasse sul posto al momento dell'incidente;
l'evento solleva una legittima preoccupazione per la sicurezza dei lavoratori e il sindacato ha chiesto un incontro urgente con la direzione, per discutere sulle possibili cause dell'accaduto, sui danni alle infrastrutture, nonché su eventuali sversamenti nel Mar Piccolo;
come ha sottolineato Ignazio Barbuto, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, se si dovesse accertare, «che il cedimento è imputabile alla barca-porta, si tratterebbe di un fatto grave, considerando che questa struttura era stata oggetto di interventi di consolidamento recentemente. Il varo della nuova barca-porta sette mesi fa era stato accolto con favore proprio per evitare situazioni del genere»;
è bene sottolineare come il citato Mar Piccolo rappresenti un ecosistema già molto fragile, con un habitat privilegiato da flora e fauna, marina e terrestre, quale zona di riproduzione, accrescimento e rifugio, e che ospita un'importante attività di allevamento di mitili, famosi in tutto il territorio nazionale –:
se non si intenda accertare le cause del cedimento della barca-porta di cui in premessa che, solo per un caso, non ha avuto conseguenze sugli stessi lavoratori, che potevano essere drammatiche;
quali iniziative di competenza si intendano adottare quanto prima al fine di verificare se il suddetto cedimento abbia avuto conseguenze negative in termini ambientali a seguito dei possibili sversamenti nel Mar Piccolo e, in caso affermativo, se non si intenda adottare iniziative di competenza volte ad avviare immediatamente le necessarie attività di disinquinamento e bonifica delle acque, garantendo gli eventuali risarcimenti nei confronti degli operatori economici della mitilicoltura e del turismo, laddove siano stati danneggiati o penalizzati – direttamente o indirettamente – da questo episodio;
se non si intenda considerare la necessità, da tempo sollecitata, di spostare le attività dell'Arsenale militare nel Mar Grande, per evitare il rischio di contaminare ancora il Mar Piccolo, dove peraltro è presente da anni l'oasi «La vela» del Wwf a tutela del patrimonio naturalistico della città di Taranto.
(4-03313)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta scritta:
CALDERONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la casa circondariale di Reggio Calabria «Arghillà» nasce nel luglio 2013 e viene configurata come casa circondariale per detenuti appartenenti al circuito media sicurezza. Dal 2016 è stata attivata la sezione protetti/riprovazione sociale. Recentemente il plesso Arghillà ha accorpato l'altro istituto penitenziario di Reggio Calabria «Panzera», con unica sede dirigenziale;
a seguito di visita dell'interrogante nell'istituto penitenziario di Arghillà sono state evidenziate molteplici criticità concernenti tanto il corpo di polizia penitenziaria, quanto la popolazione detenuta: in primis si rileva l'assoluta inadeguatezza della pianta organica che, come da decreto del capo del dipartimento del 29 novembre 2017, è fissata in 182 unità di personale, con una percentuale di assenze, a vario titolo del 33 per cento e, dunque, con un organico amministrativo che conta 133 unità, delle quali 5 transitate in altri corpi di polizia, una unità in posizione di distacco permanente presso gli uffici della Procura ed una unità in prossimità del trattamento di quiescenza;
a fronte di tale condizione di carenza d'organico, si registra una popolazione carceraria di circa 340/353 unità giornaliere a fronte di una capienza regolamentare di 294 unità;
la condizione di sovraffollamento unitamente alla carenza di personale della polizia penitenziaria determinano, da un lato, una grave compressione dei diritti fondamentali dei detenuti che sono, di fatto, sottoposti a trattamenti inumani e degradanti, dall'altro, una condizione di pericolo per la sicurezza del personale di polizia penitenziaria ivi operante: durante i turni di notte l'istituto dispone di 9 unità di polizia a fronte di camere di pernottamento con 8 detenuti ciascuna, con conseguente impossibilità di gestire eventi critici;
risulta impossibile consentire ai detenuti la possibilità di essere ammessi a prestare la propria attività a titolo volontario e gratuito nell'ambito di progetti di pubblica utilità, così ulteriormente frustrando qualsiasi funzione rieducativa della pena;
nell'istituto, caratterizzato da una cospicua presenza di ristretti stranieri provenienti dal Centro-Nord Africa ed Est Europa, manca altresì la figura del mediatore culturale, così come carente risulta l'area sanitaria;
a tali criticità si deve sommare l'assenza di una caserma per gli agenti e quella insita nella stessa ubicazione dell'istituto che si trova in uno dei quartieri più problematici della città, raggiungibile con un collegamento stradale disastrato che pone gli agenti, i mezzi del corpo ed i detenuti, durante le traduzioni, a serio rischio –:
se e quali misure intenda adottare per garantire il rispetto dei diritti umani nel carcere di Arghillà e la sicurezza del personale del Corpo di polizia penitenziaria e dell'istituto penitenziario stesso.
(4-03306)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta orale:
SCHLEIN, DE MARIA, TONI RICCIARDI, DE LUCA, BRAGA, MEROLA, BAKKALI, BARBAGALLO, CARÈ, CUPERLO, CURTI, D'ALFONSO, DI BIASE, DI SANZO, FASSINO, FORATTINI, FORNARO, FURFARO, GHIO, GIRELLI, GNASSI, GRIBAUDO, GUERRA, LAI, LAUS, IACONO, MALAVASI, MANZI, MARINO, MORASSUT, ORFINI, PELUFFO, PORTA, ROMEO, ANDREA ROSSI, SCOTTO, SERRACCHIANI e SIMIANI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
Industria italiana autobus rappresenta un presidio industriale di grande valore strategico per il Paese con gli stabilimenti di Bologna e Flumeri (Avellino);
il Governo ha deciso a giugno 2024 di autorizzare il socio pubblico Invitalia a sottoscrivere l'accordo che ha comportato l'ingresso di Seri Industrial nel capitale di Industria italiana autobus;
questa scelta è stata assunta proprio quando è in campo una grande opportunità di mercato nel trasporto pubblico locale in Italia, grazie agli investimenti del PNRR e quindi è evidente l'interesse nazionale ad avere solide imprese italiane in questo settore;
erano e sono assai rilevanti le preoccupazioni sull'efficacia e sulla credibilità delle decisioni assunte dal Ministro delle imprese e del made in Italy, legate anche alle effettive competenze nel settore dell'acquirente individuato;
nella giornata del 2 agosto 2024 la nuova proprietà di Industria italiana autobus ha formalmente avviato la procedura per il trasferimento a Flumeri dei 77 lavoratori dello stabilimento di Bologna, premessa evidente di un processo di smantellamento del presidio produttivo;
anche se la procedura di trasferimento è stata annullata dopo alcune ore dalla proprietà, a seguito delle iniziative assunte dalla organizzazioni sindacali, dalla regione Emilia-Romagna e dalla Città metropolitana di Bologna, si è trattato di un segnale estremamente preoccupante e che conferma le criticità che erano state oggetto anche di una nostra precedente interrogazione;
rispondendo in aula ad una precedente interpellanza urgente, n. 2-00396, presentata dagli interroganti, il Ministro delle imprese e del made in Italy aveva detto parole molto chiare sulle garanzie di continuità di Industria italiana autobus, che ora risultano messe già in discussione dalla nuova proprietà –:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato in merito, per quanto di competenza.
(3-01383)
Interrogazioni a risposta scritta:
PAVANELLI, CARAMIELLO, FERRARA e FEDE. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
nel 2020 l'Unione europea ha generato un totale stimato di 6,95 milioni di tonnellate di rifiuti tessili: una media di circa 16 kg a persona;
secondo il recente report dell'Agenzia europea per l'ambiente (Aea) dal titolo «Management of used and waste textiles in Europe's circular economy», sebbene tutti i Paesi dell'Unione europea abbiano già avviato appositi sistemi per intercettare i rifiuti tessili, soltanto il 12 per cento viene raccolto separatamente dagli altri rifiuti urbani, mentre la restante parte termina tra i rifiuti indifferenziati;
inoltre, come rilevato dall'Aea, oltre alla raccolta differenziata, al fine di favorire l'economia circolare nel settore tessile, occorre incrementare la capacità di selezione e riciclaggio;
nel 2025 è prevista l'entrata in vigore della direttiva 2008/98/CE cosiddetta «The Waste Framework Directive» che imporrà agli Stati membri di adottare adeguati sistemi di raccolta differenziata per i rifiuti tessili, la maggior parte dei quali oggi è destinato alla raccolta indifferenziata;
la Commissione europea ha proposto una revisione della citata direttiva particolarmente focalizzata sui rifiuti tessili che prevede – tra le altre – di introdurre l'obbligo della responsabilità estesa del produttore (cosiddetto Epr). Si tratta di un contributo imposto ai produttori di prodotti tessili per il finanziamento del potenziamento delle infrastrutture di raccolta, selezione, preparazione al riutilizzo e riciclo dei rifiuti tessili, nonché per l'innovazione tecnologica, la sensibilizzazione dei cittadini, la prevenzione, la creazione di incentivi, la formazione delle aziende sull'eco-design;
con riferimento a tale ultimo aspetto, il Ministero delle imprese e del made in Italy, in data 27 marzo 2024, in risposta all'interrogazione n. 5-02208 ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale incentrato sugli esiti del negoziato sul regolamento europeo sull'eco-design –:
se siano note le prime conclusioni raggiunte dal tavolo interistituzionale istituito dal Ministero delle imprese e del made in Italy e se queste interessino la tematica esposta in premessa;
quali siano le iniziative già poste in essere che vadano nella direzione indicata dalla direttiva 2008/98/CE e dalla proposta di modifica della stessa annunciata dalla Commissione europea;
attraverso quali iniziative si intenda favorire concretamente l'economia circolare nel settore tessile.
(4-03302)
GIORGIANNI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il fenomeno del «teleselling» fa leva su informazioni non trasparenti e ingannevoli allo scopo di indurre i consumatori alla conclusione di un contratto sui servizi di utilities, ottenendone talvolta la sottoscrizione con dei veri e propri raggiri;
tra le tante modalità del telemarketing aggressivo, in particolare, gli utenti lamentano di essere oggetto di ripetuti contatti telefonici: si va da quelli che non si identificano a chi utilizza numerazioni telefoniche irraggiungibili o inesistenti, fino a chi spende indebitamente il nome dell'Arera o di fantomatici uffici a tutela dei consumatori;
la riforma del registro pubblico delle opposizioni che avrebbe dovuto limitare l'invasivo modus operandi di chi è attivo nel telemarketing, ad oggi, si è rivelata del tutto inefficace;
dal momento che la maggior parte dei call center operano dall'estero, per loro è assai più semplice reperire informazioni sugli utenti da contattare, con un proliferare «illecito di dati», che riuscire a risalire a coloro che propinano le liste risulta pressoché impossibile;
per questo, «bucare» il registro pubblico delle opposizioni è operazione piuttosto semplice, tanto che pur iscrivendosi al servizio, il problema non è stato risolto;
anche l'Autorità garante delle comunicazioni ha emanato il suo codice, entrato formalmente in vigore a febbraio 2024. L'obiettivo del codice Agcom è quello di «stabilire regole chiare per operatori e call center qualificati, ossia quelli che, iscritti al Registro operatori di comunicazione (Roc), abbiano determinati minimi requisiti di qualità e affidabilità professionale, implementando misure volte ad assicurare il rispetto delle norme, da parte di tutta la filiera, sulla non modificabilità del numero chiamante (Cli spoofing), l'uso di legittime liste di numeri da chiamare e la qualità dei servizi prestati»;
a marzo 2024, a nulla è valso l'annuncio del Garante della privacy circa la piena attivazione del codice di condotta per le agenzie che si occupano di telemarketing, cioè dei responsabili delle chiamate moleste e indesiderate che si ricevono spesso dai call center e favorire l'adesione dei consumatori unicamente a contratti rispettosi della normativa vigente;
in ultimo, si è cercato di porre una soluzione con il decreto legislativo 24 marzo 2024, n. 48, di attuazione della direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018, che modifica il decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, recante il codice delle comunicazioni elettroniche;
in particolare, all'articolo 30, comma 12-bis, la novella punisce, con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 mila a un milione di euro i soggetti, anche non fornitori di reti e servizi di comunicazione elettronica, inclusi i call center, che operano, in violazione dell'articolo 98-decies del codice delle comunicazioni elettroniche, ponendo in essere pratiche commerciali sleali, frodi o abusi; inoltre, l'articolo 98-decies, assegna all'Agcom il potere di bloccare comunicazioni provenienti dall'estero che illegittimamente usino numerazione nazionale per identificarne l'origine, oppure non rispettano le specifiche raccomandazioni tecniche internazionali, ed anche il potere di ordinare il blocco dei sistemi in caso di pratiche commerciali aggressive, frodi o abusi;
nonostante i suddetti interventi normativi, ad oggi, sono sempre più in aumento le telefonate reiterate e moleste da parte degli agenti di vendita che sollecitano i consumatori a cambiare fornitore nel mercato dell'energia elettrica, del gas e telecomunicazioni –:
quali iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare al fine di arginare il fenomeno delineato in premessa e tutelare gli utenti dalle insistenti sollecitazioni telefoniche, considerato che le misure in vigore non hanno sortito l'effetto sperato.
(4-03303)
ZINZI, BELLOMO e OTTAVIANI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
l'obbligatorietà dell'assicurazione responsabilità civile autoveicoli (Rca) è entrata in vigore nel nostro ordinamento per effetto della legge n. 990 del 24 dicembre 1969, che ne ha regolato la materia sino alla sua abrogazione ed entrata in vigore del Codice delle assicurazioni private di cui al decreto legislativo 7 settembre, n. 209 del 2005;
il decreto-legge n. 179 del 2012, convertito in legge 17 dicembre 2012, n. 221, ha previsto che il contratto di assicurazione obbligatoria R.c. auto abbia durata annuale o, su richiesta dell'assicurato, di anno più frazione, disponendo, altresì, il divieto al rinnovo tacito;
le tariffe Rc auto variano sensibilmente di mese in mese, da regione a regione e da provincia a provincia;
ciò comporta che in alcune città italiane le assicurazioni auto sono particolarmente dispendiose mentre in altre sono più economiche, anche con un notevole divario tra le une e le altre;
secondo i dati aggiornati ad aprile 2024 ed elaborati da Adnkronos su un campione di 12,5 milioni di preventivi, la città con le assicurazioni auto più care è Napoli. Nel capoluogo campano il prezzo medio di una polizza è di 1.135,55 euro, di gran lunga più esoso rispetto al dato della seconda, Palermo, dove è di 677,89 euro, cui segue sul terzo gradino del podio un altro grande centro urbano del sud, Bari, con 671,41 euro. Roma è quarta con un costo medio della Rc auto di 666,90 euro, seguita da Genova (659,60 euro), Firenze (639,08 euro), Torino (620,23 euro), Cagliari (610,17 euro), Catanzaro (606,49 euro) e Perugia (590,68 euro). La città con assicurazioni auto mediamente più economiche è Trieste, che si attesta a quota 416,09 euro, circa tre volte in meno rispetto a Napoli;
quanto sopra riguarda i capoluoghi di regione, se si volta lo sguardo ai capoluoghi di provincia, ci sono picchi alquanto rilevanti come quello di Caserta, dove il prezzo medio arriva a 1.014,15 o Prato, dove la tariffa media della Rc Auto è di 824,48 euro;
le ragioni per cui ci sono città con assicurazioni auto ben più costose di altre sono diverse e riguardano motivi soggettivi e oggettivi: tra i primi, influiscono vari fattori, tra i quali le caratteristiche soggettive dell'automobilista (età, classe di merito, storia assicurativa), quanto ai secondi, uno degli elementi più rilevanti che impatta sui prezzi delle Rca è il numero e il rischio di incidenti di una specifica città o zona, correlato alle condizioni ambientali e stradali eventualmente favorevoli a sinistri; anche le truffe assicurative incidono sul costo delle polizze. In altri termini, più trattasi di aree a rischio di incidenti e truffe, maggiore sarà il premio richiesto dalle compagnie assicurative –:
se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare per arginare la sperequazione di cui in premessa e le eventuali speculazioni delle compagnie assicurative.
(4-03304)
GEBHARD e STEGER. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il 10 aprile 2024 il Ministero delle imprese e del made in Italy ha emesso un francobollo commemorativo di Giovanni Gentile, nell'80° anniversario della scomparsa;
in quell'occasione il Ministro interrogato ha definito il personaggio come «una figura di spicco del panorama culturale italiano della prima metà del Novecento» e il francobollo come «un piccolo tassello di una memoria collettiva che dobbiamo ricomporre e riconoscere a ottant'anni dall'assassinio di Giovanni Gentile e a cento anni dalla sua riforma, affinché l'ideologia non uccida più l'intelligenza»;
tale emissione appare piuttosto un ulteriore tentativo di revisionismo storico che, di fatto, mette Giovanni Gentile sullo stesso piano di Giacomo Matteotti;
Giovanni Gentile era senz'altro una figura di punta della cultura del regime fascista, promotore del giuramento di fedeltà dei docenti, responsabile di licenziamenti forzosi di insegnanti antifascisti e fedele sostenitore della Repubblica di Salò fino alla sua morte;
particolarmente dolorosa è la memoria di Giovanni Gentile per i cittadini dell'Alto Adige, fu la sua riforma della scuola a proibire la lingua tedesca nelle scuole altoatesine;
per le suddette considerazioni, l'emissione di un francobollo commemorativo di Giovanni Gentile appare quantomeno inopportuna –:
se non intenda procedere, anche con la collaborazione di Poste Italiane, ad adottare le iniziative volte all'immediato ritiro del francobollo commemorativo dedicato a Giovanni Gentile e privare lo smesso di qualsiasi valore filatelico.
(4-03309)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
IAIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nel porto di Taranto sono sorti problemi relativamente agli interventi previsti per il dragaggio di sedimenti sulla darsena, nel cerchio di evoluzione e nell'imboccatura del molo polisettoriale a cui si aggiunge l'esecuzione del primo lotto funzionale della cassa di colmata prevista ad ovest del V sporgente per raccogliere i refluiti e i sedimenti dragati non pericolosi all'origine o resi tali a seguito di trattamenti finalizzati esclusivamente alla rimozione degli inquinanti. Il dragaggio ha sia la finalità di bonifica ambientale, mediante la rimozione dei sedimenti contaminati, che di portualità, attraverso il raggiungimento della profondità di -16,50 metri che avrebbe dovuto consentire l'attracco di portacontainer fino a 18.000 twenty (foot) equivalent units (Teus) rispetto a quelle attuali da 8.000 Teus;
fonti di stampa rendono infatti noto che, in una riunione svoltasi tra l'autorità portuale di sistema del Mar Ionio e Grandi lavori Fincosit, è stato confermato che i lavori effettuati per la realizzazione di un primo lotto della cassa di colmata funzionale all'ampliamento del V sporgente del Porto di Taranto e al dragaggio di 2,3 milioni di metri cubi di sedimenti in area molo polisettoriale, sono stati realizzati in grave difformità rispetto al progetto approvato. Le prove effettuate nei mesi scorsi da Fincosit hanno dimostrato che la vasca non ha né tenuta idraulica, né tenuta statica e ciò significa che, per effettuare i lavori inerenti alla riparazione e all'ultimazione della stessa vasca, servirebbero oltre 200 milioni di euro. Una cifra che, spegne le speranze di un imminente intervento di escavo dei fondali, come auspicato dal terminalista concessionario San Cataldo container terminal (Yilport) e revoca in dubbio l'effettiva fattibilità dei dragaggi in tempi brevi;
se non si realizzassero i fondamentali lavori descritti si revocherebbe in dubbio la competitività commerciale del porto di Taranto a cui sono finalizzati i lavori stessi perché il piano industriale del terminal container non si realizzerebbe; quindi non potrà accogliere in banchina le navi portacontainer oceaniche di grande portata. Infatti nel 2023 il porto di Taranto ha subìto un brusco arresto dell'attività con una diminuzione notevole rispetto all'anno precedente del totale delle merci movimentate;
il dragaggio, inoltre, avrebbe anche la finalità di bonifica ambientale, mediante la rimozione dei sedimenti contaminati, oltre che di portualità, attraverso il raggiungimento della profondità di -16,50 metri che consentirebbe l'attracco di portacontainer fino a 18.000 Teu rispetto a quelle attuali da 8.000 Teu;
l'importanza e la strategicità di questo intervento mal realizzato, quindi inutile allo scopo, appare evidente e si teme che non venga mai realizzato correttamente. A tal proposito si ricorda che già in precedenza il porto di Taranto non ha potuto sviluppare adeguatamente il proprio potenziale sempre per ragioni di fondali non sufficientemente profondi e di dragaggi non realizzati dell'allora Taranto container terminal. Infatti i lavori banditi con gara a evidenza pubblica, sono stati riassegnati alle imprese classificate al secondo posto in graduatoria, dopo che l'autorità di sistema portuale del Mar Ionio ha rescisso il contratto con le imprese originariamente affidatarie dell'appalto. Purtroppo anche in questo secondo caso la realizzazione delle opere pubbliche non è andata a buon fine –:
quali iniziative di competenza intenda assumere affinché siano realizzati conformemente ai progetti approvati, i lavori infrastrutturali necessari al porto di Taranto per ottenere una profondità maggiore e consentire l'attracco di grandi navi e il conseguente ammodernamento della banchina, garantendo così un effettivo rilancio del molo polisettoriale a cui si lega la più generale ripresa del porto pugliese garantita dalla conseguente maggiore movimentazione.
(5-02729)
INTERNO
Interrogazioni a risposta immediata:
BORRELLI, ZANELLA, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il primo firmatario del presente atto con atti parlamentari ha portato da tempo all'attenzione del Ministro interrogato, non ricevendo risposta, le gravi e sconcertanti affermazioni del sindaco di Pomigliano d'Arco, Raffaele Russo, il quale sin dal periodo elettorale non solo ha negato la presenza della criminalità organizzata nel territorio, ma ha avviato una vera e propria campagna denigratoria e di delegittimazione di alcuni funzionari comunali, come il comandante della polizia municipale Luigi Maiello, sino alla sua rimozione;
ad aprile 2024, durante una seduta del consiglio comunale, il sindaco Lello Russo con un intervento, ripreso in diretta, ribadendo che a Pomigliano d'Arco la camorra non esiste, definiva il primo firmatario «un trombone» e minacciava querela a chiunque affermasse la presenza della camorra a Pomigliano;
a seguito di tale esternazione la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, Chiara Colosimo, indirizzava il 13 maggio 2024 una lettera al sindaco Russo, nella quale, come riportato dall'Ansa, lo invitava ad una maggiore prudenza e cautela, soprattutto in caso di incompleta consapevolezza del fenomeno, quando si parla di mafie e lo informava che, sulla base di riscontri ottenuti presso le forze dell'ordine, nel comune di Pomigliano d'Arco permane tuttora l'operatività di clan camorristici. Affermava che le dichiarazioni pubbliche dovrebbero essere improntate alla misura e alla sobrietà. Ricordando, infine, anche i contrasti sul tema tra il sindaco e l'ex comandante della polizia locale, concludeva: «Gli scontri con altre autorità impegnate sul territorio dovrebbero essere evitati, dato che si tratta di un fenomeno che mina alle basi la convivenza civile e la saldezza dei principi costituzionali su cui si fonda la nostra Nazione»;
il sindaco Russo replicava, con una dichiarazione all'Ansa, nella quale affermava di dover constatare «come la Presidente sia stata strumentalizzata» e che quanto da lui affermato era sostenuto «da un rapporto del Ministro dell'interno che non rileva la presenza di organizzazioni criminali attive nella nostra città» –:
se il Ministro interrogato confermi l'esistenza di un rapporto del suo dicastero che non rileva la presenza di organizzazioni criminali attive nel territorio del comune di Pomigliano d'Arco, che contrasterebbe con quanto affermato dalla presidente Colosimo circa il permanere dell'attività di clan camorristici, e se intenda valutare in accordo con la prefettura – in considerazione di tutti i fatti esposti in premessa e di quelli riportati dai mezzi di informazione – ogni opportuno accertamento con la nomina della commissione d'indagine prevista dall'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
(3-01376)
BOSCAINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il territorio della provincia di Verona sta assistendo a un significativo peggioramento delle condizioni dell'ordine pubblico, esponendo i cittadini e lo stesso personale delle forze di polizia a episodi ripetuti di criminalità e di vandalismo;
solo negli ultimi mesi si sono registrati risse con accoltellamento, furti, rapine, aggressioni, minacce e intimidazioni di significativa gravità, anche ai danni dello stesso personale di pubblica sicurezza;
a Verona, in particolare, in vaste aree sono presenti fenomeni di accattonaggio molesto, spaccio di droga, microcriminalità sistematica a danno di privati ed esercizi pubblici e commerciali, fino a reati di maggiore gravità riportati quotidianamente dalle cronache locali, come i recenti accoltellamenti avvenuti in zona Stazione Porta Nuova e le risse in Via Calvi;
sempre da quanto riportato da notizie di stampa, nei giorni scorsi si sono registrate, da Verona a Peschiera del Garda, a Roverchiara e sulla Transpolesana, corse clandestine di auto e scorribande che destano preoccupazione e mettono a rischio l'incolumità pubblica;
è in atto una vera e propria occupazione del territorio di Verona e provincia da parte di bande criminali più o meno organizzate, puntualmente descritta dagli organi di stampa delle varie zone interessate, che le forze dell'ordine faticano a fronteggiare, a dispetto dell'abnegazione e della dedizione dimostrata quotidianamente dal proprio personale, ormai quantitativamente insufficiente in rapporto alle dimensioni del fenomeno –:
se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative per fronteggiare le criticità di cui in premessa, con particolare riferimento all'incremento degli organici delle forze dell'ordine, anche di natura temporanea.
(3-01377)
ONORI, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO, GRIPPO, SOTTANELLI, PASTORELLA, ROSATO e RUFFINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il fenomeno della violenza sulle donne e domestica è da tempo caratterizzato da cifre e trend significativi che, evidentemente, delineano l'insufficienza dei pur numerosissimi interventi normativi;
tra questi, figura sicuramente il decreto-legge n. 341 del 2000, che ha introdotto, all'articolo 16, il sistema dei cosiddetti «braccialetti elettronici», dotati di un sistema di localizzazione satellitare che permette alle autorità competenti di monitorare gli spostamenti degli individui sottoposti a misure alternative alla detenzione;
la carenza di dispositivi elettronici, oltre che i gravi e ripetuti malfunzionamenti degli stessi denunciati dal personale di sicurezza, da un lato rischiano di non permettere l'applicazione di misure alternative al carcere – traducendosi in una lesione dei principi dello Stato di diritto e dell'impianto garantista dell'ordinamento giurisdizionale – e, dall'altro, di non garantire quella stessa sicurezza dei cittadini per la quale gli stessi strumenti sono stati inizialmente concepiti;
si inserisce, su questo tema, anche la legge n. 168 del 2023 – approvata con il consenso di tutto l'arco parlamentare e che riprende la proposta già precedentemente varata dal Governo Draghi – la quale prevede l'applicazione della misura cautelare in carcere nel caso di manomissione dei mezzi elettronici e degli strumenti tecnici di controllo disposti con gli arresti domiciliari, con l'obbligo di allontanamento dalla casa familiare o con il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Agli articoli 1 e 14, poi, la legge prevede che per taluni reati, tra cui i maltrattamenti contro familiari e conviventi, atti persecutori nonché ipotesi aggravate di lesioni personali, commessi in ambito di violenza domestica, il prefetto possa adottare misure di vigilanza dinamica a tutela della persona offesa;
i casi denunciati ripetutamente dalle donne vittime di violenza e minacce di varia natura dimostrano come tali disposizioni siano solo raramente applicate nella realtà e come la tutela delle persone offese – spesso costrette a vivere terrorizzate e psicologicamente umiliate dentro le proprie mura di casa – venga sistematicamente disattesa –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di porre rimedio a quanto esposto, garantendo, da un lato, un numero e un funzionamento adeguato dei braccialetti elettronici e, dall'altro, una reale applicazione delle disposizioni, quali la vigilanza dinamica e la verifica dell'obbligo di allontanamento dalla casa familiare da parte degli autori dei delitti in oggetto.
(3-01378)
IEZZI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nell'ultima riunione informale dei Ministri della giustizia e degli affari interni a Budapest di luglio 2024, l'Italia ha ribadito la necessità di mantenere alta l'attenzione sul fenomeno migratorio a livello europeo e di rafforzare i rimpatri volontari assistiti anche dai Paesi di transito, come Tunisia e Libia, verso i Paesi di origine;
grazie alle iniziative avviate dall'attuale Governo e al suo diverso approccio nella gestione del fenomeno migratorio, negli scorsi mesi il nostro Paese ha potuto vantare risultati eccezionali per il drastico calo degli arrivi illegali, diventando un vero e proprio punto di riferimento anche per gli altri Paesi europei;
oltre ai diversi bilaterali avviati con i Paesi di origine, già da qualche mese presso il Ministero dell'interno opera una cabina di regia finalizzata ad una collaborazione più stretta anche con i Paesi di transito, in particolare Libia e Tunisia, per il contenimento delle partenze illegali (con la fornitura di formazione e di dotazioni sulla terra ferma o per i recuperi in mare), il contrasto ai trafficanti che agiscono sul loro territorio, ma soprattutto per incentivare i rimpatri volontari assistiti;
contestualmente, sul piano della legislazione nazionale sono state adottate dal Governo e poi approvate dal Parlamento specifiche misure per una più rigorosa e corretta gestione dei flussi migratori e sono stati, altresì, rafforzati gli strumenti di contrasto all'immigrazione irregolare;
in particolare, il cosiddetto «decreto Cutro» (decreto-legge n. 20 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 50 del 2023) e il cosiddetto «decreto immigrazione» (decreto-legge n. 133 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 176 del 2023) hanno introdotto speciali disposizioni per rendere effettive e più celeri le procedure di espulsione, prevedendo l'allungamento dei tempi di trattenimento necessari per l'identificazione e il rimpatrio dell'immigrato irregolare, nonché la realizzazione di nuovi centri di permanenza per il rimpatrio e l'ampliamento di quelli già esistenti;
stando ai recenti dati del cruscotto giornaliero del Ministero dell'interno, ciò ha avuto da subito un evidente effetto deterrente rispetto alle partenze illegali verso il nostro Paese e rispetto anche all'utilizzo pretestuoso del sistema di asilo –:
quali siano stati i risultati ad oggi conseguiti con riguardo al numero degli sbarchi e dei rimpatri degli immigrati irregolari dall'Italia e dai Paesi di transito.
(3-01379)
FOTI, ANTONIOZZI, GARDINI, MESSINA, MONTARULI, RUSPANDINI, KELANY, URZÌ, DE CORATO, MICHELOTTI, MURA e SBARDELLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
sin dal suo insediamento il Governo Meloni ha posto il tema migratorio nei principali consessi internazionali e le proposte italiane sull'immigrazione, che prevedono di affrontare il fenomeno nella sua dimensione esterna, bloccando i movimenti primari irregolari e contrastando i traffici, sono ormai ampiamente accolte in Europa, dove dopo diversi anni di stallo è stato possibile il raggiungimento, ad aprile 2024, dell'accordo sul Patto europeo sulla migrazione e l'asilo;
nell'ambito del contrasto all'immigrazione irregolare il Governo italiano si è reso protagonista della firma di diversi accordi internazionali, come il memorandum d'intesa tra Unione europea e Tunisia firmato nel luglio 2023 e il memorandum d'intesa tra Unione europea ed Egitto siglato nel marzo 2024, entrambi finalizzati, tra gli altri, a un'intensificazione della protezione delle frontiere, alla cooperazione nella lotta ai trafficanti e all'aumento dei rimpatri, agevolando, al contempo, percorsi di migrazione regolare, e, in ambito bilaterale, nel mese di novembre 2023, è stato sottoscritto l'accordo per la gestione dei flussi migratori con l'Albania;
secondo i dati preliminari raccolti dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex, il numero degli attraversamenti irregolari nell'Unione europea nei primi sei mesi del 2024 è calato di quasi un terzo: le rotte migratorie che hanno subito il calo più significativo sono state quella del Mediterraneo centrale, che conduce alle coste italiane, con una diminuzione del 61 per cento, e quella dei Balcani occidentali, che ha segnato una diminuzione del 72 per cento;
i dati riportati da Frontex sono speculari ai dati forniti dal Ministero dell'interno sul numero dei migranti sbarcati in Italia che evidenziano come dall'inizio di gennaio al 12 luglio 2024 siano sbarcate illegalmente in Italia 28.914 persone, contro le 73.792 arrivate nel 2023 (-61 per cento); risulta anche una drastica diminuzione dei minori: al 12 luglio 2024 3.500 contro i quasi 19 mila di tutto il 2023 –:
quali siano le valutazioni in ordine ai risultati conseguiti e se siano allo studio ulteriori iniziative in campo internazionale volte a contrastare la migrazione irregolare e i trafficanti di uomini.
(3-01380)
BONAFÈ, CUPERLO, FORNARO, MAURI, AMENDOLA, ORFINI, PROVENZANO, BOLDRINI, GHIO, FERRARI e CASU. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
i centri per i migranti siti in Albania previsti dal Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania dovevano aprire «non oltre il 20 maggio 2024»;
si tratta di un investimento di oltre 700 milioni di euro per un sito che rappresenta, ad avviso degli interroganti, un vero e proprio «buco nero» per quanto riguarda lo Stato di diritto nella gestione dei migranti;
in data 22 maggio 2024 una delegazione parlamentare del gruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati si è recata in Albania e ha mostrato con supporto di videodocumentazione gli enormi ritardi nella realizzazione del sito;
la Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, nella sua recente visita in Albania, del giugno 2024 aveva posticipato al 1° agosto 2024 il giorno di entrata in funzione delle strutture;
il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, il 30 luglio 2024, nell'ambito di una audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, aveva evidenziato come servisse ancora qualche settimana per l'apertura del centro a causa dei ritardi dei lavori;
i ritardi riguarderebbero il sito previsto presso l'ex base dell'Aeronautica albanese di Gjiader – una ventina di chilometri all'interno – dove si stanno allestendo tre differenti strutture: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un centro di permanenza per il rimpatrio (144 posti) e un penitenziario (20 posti);
attualmente la cronologia del Governo prevede, secondo fonti giornalistiche, per il 20 agosto 2024 il collaudo del genio militare per aprire una parte del centro di detenzione di Gjiader e per il 1° settembre 2024 quello per tutto il sito;
nel frattempo ha suscitato molte proteste, in particolare da parte delle organizzazioni sindacali delle forze di polizia, la notizia di un vademecum fornito nell'ambito della formazione del primo contingente di polizia penitenziaria che dovrebbe operare presso il sito, con una serie di prescrizioni surreali su come devono comportarsi al ristorante, sull'attenzione al linguaggio e addirittura per un divieto di corteggiamento;
come testimoniano anche i reportage giornalistici di questi giorni, si è di fronte ad un enorme spreco di denaro pubblico per un'infrastruttura che ad avviso degli interroganti lede i diritti delle persone migranti e serve al Governo esclusivamente come arma di propaganda –:
quando il centro sarà completamente attivo e quali siano le ragioni vere del ritardo che hanno peraltro distolto le forze di polizia, mandate a sorvegliare il sito del porto non attivo, dall'ordinario servizio in Italia.
(3-01381)
Interrogazione a risposta orale:
BONELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
recenti notizie di organi d'informazione riportano che Saddam Haftar, il minore dei sette figli del generale libico Khalifa Haftar, capo della Brigata Tariq Ben Zayed, considerata una delle milizie più feroci nel panorama Libico, avrebbe assistito il 23 luglio 2024 allo stadio dei Marmi di Roma alla cerimonia delle Final Six del campionato di calcio libico, vinto dall'Al Nasr di cui è proprietario;
le Final Six si sarebbero svolte in quattro stadi tra la Campania e l'Abruzzo in base ad un accordo siglato tra la Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, il Ministro dello sport Andrea Abodi e i rappresentanti dei due governi rivali libici, durante la doppia visita istituzionale di maggio 2024 a Tripoli e Bengasi;
il 22 luglio 2024 un jet privato sarebbe atterrato all'aeroporto di Genova con a bordo cinque passeggeri libici forniti di documenti, tra i quali, a seguito di successivi controlli da parte della polizia di frontiera risultava presente un Haftar, che non avrebbe rivelato la sua identità;
i cinque libici sarebbero poi transitati il 2 agosto 2024 presso lo scalo napoletano di Capodichino, dove a seguito di un controllo della polizia di frontiera sarebbe stato identificato, inizialmente trattenuto per un'ora e poi rilasciato Saddam Haftar, il quale sarebbe oggetto di una richiesta di segnalazione di «riservata vigilanza», fatta dal governo della Spagna che dal 2023 indaga su Haftar, ritenendolo coinvolto in un traffico internazionale di armi destinato alla sua milizia;
l'inserimento nella banca dati comune di segnalazione di «riservata vigilanza» impone alle forze di polizia del circuito di Schengen di avvertire l'autorità che ha emesso la segnalazione nel caso venga ravvisata la presenza del soggetto attenzionato;
secondo fonti di stampa libiche Saddam Haftar, rientrato a Bengasi la sera stessa del 2 agosto 2024, avrebbe ordinato alla sua milizia di bloccare Sharara, il più vasto giacimento petrolifero della Libia, di proprietà e sotto la gestione della Repsol, il colosso petrolifero spagnolo, come reazione al tentativo di arresto in Italia sulla base del mandato spagnolo;
se venisse confermato, il rilascio immediato di Saddam Haftar sarebbe a giudizio dell'interrogante una evidente violazione delle norme di cooperazione internazionale, nonché un imbarazzante trattamento di favore nei confronti del figlio del generale libico fatto dal nostro Paese –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa, in particolare se uno dei figli di Haftar sia entrato in Italia, con volo privato dalla Libia, se e quando sia stata rilevata dalla polizia di frontiera la presenza sul territorio italiano di Saddam Haftar, se risulti alle autorità italiane che lo stesso Saddam Haftar sia oggetto di segnalazione di «riservata vigilanza» da parte delle autorità spagnole e, nel caso, se sia stata data tempestiva informativa al governo spagnolo delle sua presenza sul territorio italiano e quali iniziative di competenza siano state assunte a riguardo.
(3-01385)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANZI e CURTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
il 1° agosto 2024 con un avviso il Ministero dell'istruzione e del merito ha reso nota la procedura di reclutamento riservata ai dirigenti scolastici (decreto ministeriale n. 107 del 2023) e la valutazione dei titoli culturali, di servizio e professionali di cui alla tabella A allegata al decreto ministeriale n. 138 del 2017;
la valutazione dei titoli, di cui alla Tabella A del decreto ministeriale n. 138 del 2017, prevista in occasione della procedura ordinaria dello stesso anno, era indicata dal comma 1, dell'articolo 12 del menzionato decreto ministeriale n. 138 del 2017: «Per la valutazione della prova scritta, di quella orale e per la valutazione dei titoli, la Commissione del concorso ha a disposizione un punteggio massimo pari rispettivamente a 100, 100 e 30 punti»;
si tratta, infatti, del punteggio delle due prove d'esame, scritta e orale, espresso in centesimi, con l'aggiunta della valutazione dei titoli, i quali finivano per incidere sul punteggio complessivo per un massimo del 15 per cento vale a dire 30 punti su 200;
in seguito alla pubblicazione dell'avviso riferito alla procedura prevista dal decreto ministeriale n. 107 del 2023 è emersa l'incoerenza nella valutazione dei punteggi tra la prova sostenuta espressa in decimi e i titoli che sono rimasti calcolati in trentesimi come stabilito nella tabella A allegata al decreto ministeriale n. 38 del 2017;
in tal senso, il Ministro competente ritiene sia legittimo applicare senza alcun adattamento la Tabella A allegata al decreto ministeriale del 2017 alla procedura concorsuale riservata del 2023, il cui punteggio è definito in decimi, il che significa che i titoli incidono sul merito in misura pari al 300 per cento. Dal 15 per cento di incidenza del vecchio concorso, i titoli passano, disattendendo chiaramente il principio del merito, al 300 per cento;
ad avviso degli interroganti, ciò oltre ad apparire illogico ed irragionevole è in palese contrasto con quanto stabilito dalle disposizioni generali inerenti ai concorsi pubblici contenute nell'articolo 8, decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 1994, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 82 del 2023, secondo cui ai titoli non può essere attribuito un punteggio complessivo superiore a 10/30;
si precisa che tali disposizioni hanno trovato numerosi riscontri, anche recenti, in diversi pronunciamenti del Tar e del Consiglio di Stato;
l'amministrazione ribadisce che si sta «dando attuazione a quanto prescritto in una disposizione fortemente voluta dal Parlamento», tuttavia, si segnala che nella norma da cui tutto origina (articolo 5, commi da 11-quinquies a 11-novies, della legge n. 14 del 2023), non si fa alcun accenno alla tabella di valutazione dei titoli di cui al decreto ministeriale n. 138 del 2017, ma si prevede semplicemente una valutazione in decimi delle prove concorsuali;
si ritiene che tale problematica andasse affrontata con norma secondaria, che avrebbe dovuto disporre un adattamento della Tabella A del 2017 stabilendo un limite del 15 per cento all'incidenza del punteggio originato dai titoli rispetto a quello derivante dalle prove d'esame, così com'era previsto nella procedura del 2017;
risulta agli interroganti che l'Amministrazione abbia chiesto parere all'Avvocatura di Stato che ha indicato come necessaria la riparametrazione del punteggio dei titoli;
in tal caso, sembrerebbe inopportuno se l'Amministrazione non tenesse in considerazione il parere del suddetto autorevole organo che dovrebbe poi difendere l'azione dell'amministrazione in un eventuale contenzioso;
a parere degli interroganti tale scelta favorisce eccessivamente chi ha superato solo sufficientemente l'unica prova concorsuale ma possiede un cospicuo punteggio nei titoli pervenendo ad un'illogica, immotivata e ingiusta disparità di trattamento –:
se il Ministro interrogato non intenda intervenire in autotutela, adottando iniziative di competenza per rivedere la valutazione dei titoli del concorso riservato di cui al decreto ministeriale 8 giugno 2023, n. 107, procedendo alla riparametrazione in maniera proporzionale al concorso ordinario dirigenti scolastici 2017, dando seguito a quanto previsto nell'ordinamento in materia di concorsi pubblici secondo cui la valutazione dei titoli non può determinare un punteggio superiore a 1/3 della valutazione complessiva.
(5-02728)
Interrogazioni a risposta scritta:
RUBANO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
al corso-concorso indetto con ddg n. 1259 del 2017 per il reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, con successive modifiche normative, sono stati ammessi i partecipanti al concorse n. 1259/2017 che abbiano sostenuto almeno la prova scritta e a condizione che, al 28 febbraio 2023: a) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta del predetto concorso; b) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova orale del predetto concorso ovvero abbiano superato la prova scritta e la prova orale dopo essere stati ammessi a seguito di un provvedimento giurisdizionale cautelare, se successivamente caducato;
il decreto ministeriale n. 107 del 2023 ha disciplinato la modalità di partecipazione al corso intensivo di formazione cui possono accedere i candidati che hanno conseguito un punteggio pari o superiore a sei decimi;
i candidati che sostengono la prova finale del corso sono inseriti in un elenco graduato sulla base del punteggio ottenuto nella prova di accesso su citata e dei titoli valutabili ai sensi della tabella A allegata al decreto ministeriale n. 138 del 2017 posseduti alla data del 29 dicembre 2017 e dei titoli di precedenza; i candidati che hanno superato la prova finale, che vengono inseriti in coda alla graduatoria di merito, denunciano criticità nella predisposizione della graduatoria finale;
in particolare, la questione riguarda la modalità di calcolo del punteggio da attribuire ai titoli, che varrebbero fino a 30 punti, rispetto alla valutazione della prova scritta o orale sostenuta che, essendo valutate in decimi, varrebbero fino ad un massimo di 10 punti;
l'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 1994, che reca regolamento recante norme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi, al comma 2, dispone che nella formazione del punteggio finale ai titoli non può essere attribuito un punteggio complessivo superiore a un terzo;
il decreto del Presidente della Repubblica n. 272 del 2004 che reca regolamento di disciplina in materia di accesso alla qualifica di dirigente, all'articolo 3, comma 2-bis, dispone che il valore complessivo dei titoli non può superare il quaranta per cento della votazione finale del candidato –:
se il Ministro interrogato non ritenga di dover verificare, per quanto di competenza, la correttezza delle procedure del corso-concorso di cui in premessa al fine anche di evitare ulteriori contenziosi e chiudere una vicenda che si trascina da anni.
(4-03308)
MANZI e ASCANI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
nell'ambito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 71 del 2024 (approvato definitivamente con la legge 29 luglio 2024, n. 106), è stato approvato un emendamento che assegna alle graduatorie del corso – concorso riservato per dirigenti scolastici – giunto alla prova finale – solo per il 2024/2025, il 100 per cento delle assunzioni in quelle regioni in cui le graduatorie del concorso ordinario non saranno state approntate;
in particolare il suddetto emendamento prevede che: «dopo il comma 1, aggiungere il seguente: 1-bis. Dopo il comma 11-septies dell'articolo 5 del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14, è inserito il seguente: 11-septies.1. Esclusivamente per l'anno scolastico 2024/2025 e fermo restando quanto previsto dall'articolo 19-quater del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2022, n. 25, nelle regioni in cui le procedure del concorso ordinario indetto con decreto direttoriale del Ministero dell'istruzione e del merito 18 dicembre 2023, n. 2788, non si concludono in tempo utile per le immissioni in ruolo, alle stesse si provvede attingendo alla graduatoria di cui al comma 11-quinquies del presente articolo, in deroga alle percentuali di posti assegnabili di cui al comma 11-septies del medesimo articolo. I posti utilizzati per le immissioni in ruolo effettuate ai sensi del primo periodo del presente comma sono reintegrati nel contingente assunzionale regionale da destinare al concorso ordinario indetto con il citato decreto direttoriale del Ministero dell'istruzione e del merito 18 dicembre 2023, n. 2788, in occasione delle immissioni in ruolo degli anni scolastici successivi, a valere sul contingente delle disponibilità per le immissioni in ruolo da effettuare attingendo alla medesima graduatoria di cui al comma 11-quinquies del presente articolo.»;
a parere dell'interrogante tale misura penalizza gli aspiranti dirigenti che il 23 maggio 2024 hanno superato la prova selettiva per il nuovo concorso per dirigenti scolastici e favorisce i candidati del concorso riservato, la procedura prevista per i ricorrenti del precedente concorso del 2017;
infatti, si porta dal 40 al 100 per cento i posti che possono essere coperti dai riservisti del concorso del 2017;
pare evidente che chi, per merito, ha superato una prova difficile, si vede superare da chi ha potuto prendere parte al concorso riservato previsto nel cosiddetto decreto milleproroghe, a seguito di una vicenda complessa, risolta per via normativa;
di fatto, l'ultimo concorso che doveva terminare entro luglio, è stato rallentato. La prova scritta è stata portata a ottobre, e con questa giustificazione il 40 per cento dei posti dei riservisti è diventato il 100 per cento, generando una grave ingiustizia;
in 600 tra i 1.700 che hanno superato la prova, si sono già riuniti in un movimento nazionale spontaneo. «In qualità di aspiranti DS, mossi dalla passione, dallo studio e dagli ideali di meritocrazia e rispetto del principio costituzionale di pari dignità ed uguaglianza, si fa appello affinché il Ministero dell'istruzione e del Merito predisponga ogni azione possibile per garantire l'assunzione anche per i futuri vincitori del Concorso Ordinario. Si rende noto che il Movimento continuerà le proprie azioni e adirà anche le vie legali nelle opportune sedi per rivendicare i summenzionati diritti» –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda mettere in atto per tutelare concretamente le legittime aspettative dei docenti che stanno affrontando attualmente il concorso e che sono penalizzati dalla norma introdotta dal decreto-legge n. 71 del 2024.
(4-03312)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta scritta:
FOTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto sostiene il segretario regionale aggiunto Confsalcom Poste Italiane Emilia-Romagna, F.A., vi sarebbe un prolungato e preoccupante conflitto tra i vertici dell'azienda Poste Italiane s.p.a. e l'organizzazione sindacale Confsalcom Poste Italiane Emilia-Romagna;
il suddetto esponente sindacale, in particolare, sostiene che l'azienda Poste Italiane s.p.a. avrebbe più volte violato il rispetto delle norme sindacali, nonché dei diritti contrattuali dei lavoratori, assumendo spesso decisioni inopportune a danno degli stessi, quali, ad esempio, il diniego improvviso di ferie precedentemente concordate e il compimento di valutazioni discriminatorie;
le iniziative sindacali poste in essere dal segretario regionale aggiunto dell'organizzazione Confsalcom Poste Italiane Emilia-Romagna a difesa dei lavoratori lesi, inoltre, sarebbero poi sfociate nell'avvio di provvedimenti disciplinari a carico dello stesso ex articolo 7 della legge n. 300 del 1970 –:
se siano note ai Ministri interrogati le contestazioni disciplinari ex articolo 7 della legge n. 300 del 1970 effettuate nei confronti del segretario regionale aggiunto Confsalcom Poste Italiane Emilia-Romagna da parte di Poste Italiane s.p.a.;
se intendano, per quanto di competenza, richiedere chiarimenti circa le ragioni per le quali il confronto tra le parti – azienda e rappresentante sindacale – sia sfociato nell'avvio di provvedimenti disciplinari a carico del sindacalista summenzionato, posto che andrebbe ribadita l'opportunità di riservare l'adozione di tali provvedimenti a situazioni di effettiva necessità, situazione che ad avviso dell'interrogante non sembra sussistere nel caso in esame.
(4-03311)
PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE
Interrogazione a risposta scritta:
SCARPA. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:
i drammatici eventi alluvionali del maggio 2024, che hanno coinvolto i comuni lungo l'asta del Muson dei Sassi, in particolare con la rotta dell'argine a Camposampiero (Padova) e gli allagamenti del centro cittadino di Castelfranco Veneto (Treviso) e di molti altri comuni, hanno evidenziato, ancora una volta, la situazione di notevole pericolo che riguarda quei territori;
le conseguenze della rotta e degli allagamenti sono pesanti per tantissime famiglie e imprese che devono affrontare ingenti spese di ripristino dei danni subiti. È forte presso la popolazione dei comuni coinvolti l'insicurezza per il prossimo futuro. Il sistema idrogeologico del Muson dei Sassi ha visto la realizzazione di importanti interventi negli anni scorsi, ad opera della regione Veneto, ma la messa in sicurezza richiede ulteriori urgenti investimenti: – incremento delle casse di laminazione – consolidamento di tratti di arginatura – rimozione delle barriere in alveo che rallentano il deflusso e aumentano la pressione sugli argini;
il Presidente della regione del Veneto, Luca Zaia, ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza;
con delibera del Consiglio dei ministri del 3 luglio 2024 è stato dichiarato «lo stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatesi nei giorni dal 15 maggio al 4 giugno 2024 nel territorio della città metropolitana di Venezia, delle province di Vicenza, di Verona, di Padova e di Treviso, del comune di Badia Polesine, in provincia di Rovigo e nel territorio in sinistra idrografica del fiume Adige.»;
si rimane in attesa dell'ordinanza del capo dipartimento della Protezione civile;
i sindaci dei comuni coinvolti hanno richiesto, tramite lettera al Ministro interrogato, che nell'ambito della dichiarata emergenza, siano assegnate adeguate risorse finanziarie e sia nominata una figura con poteri commissariali. In tale lettera i primi cittadini hanno anche richiesto che, oltre a coprire i primi interventi di messa in sicurezza di tutta la popolazione danneggiata e i lavori eseguiti in somma urgenza nell'intero comprensorio di cui alla delibera del Consiglio dei ministri del 3 luglio 2024 (decreto-legge n. 1 del 2018 – articolo 25 – comma 2 lettera a) e b)):
a) siano attivate le misure economiche di sostegno al tessuto economico e sociale nei confronti della popolazione e delle attività direttamente interessate agli eventi alluvionali e danneggiate dalle esondazioni (articolo 25 decreto-legge n. 1 del 2018 comma 2, lettera c));
b) siano attribuiti al commissario i poteri e le risorse per realizzare interventi strutturali che riducano il rischio residuo nelle aree territoriali afferenti al Muson dei Sassi e all'Avenale, finalizzati alla tutela della pubblica e privata incolumità, in coerenza con la programmazione esistente (articolo 25 decreto-legge n. 1 del 2018, comma 2, lettera d)) –:
che tipo di iniziative il Ministro interrogato intenda prendere per rispondere alle richieste dei sindaci dei territori colpiti, in particolar modo relativamente agli atti di competenza delle strutture che fanno capo al Ministro e dell'attivazione dei canali di finanziamento necessari ai ristori completi per le popolazioni coinvolte.
(4-03310)
SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
PROVENZANO, BARBAGALLO, MARINO, IACONO e PORTA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
ha avuto ampia eco e suscitato sconcerto la notizia riportata dai media e dai social di quanto accaduto all'ospedale di Patti in provincia di Messina dove i medici del Barone Romeo hanno immobilizzato una gamba con frattura al perone di un ragazzo usando un cartone da imballaggio, e non una stecca per l'ingessatura, perché in quel momento mancavano al pronto soccorso;
a seguito della reazione alla foto della gamba immobilizzata l'azienda sanitaria provinciale di Messina dopo aver incaricato una commissione ispettiva per le verifiche ha sollevato dall'incarico la responsabile del pronto soccorso in quanto l'incarico risulterebbe come riportano i media «essere stato conferito nel 2021 con modalità non conformi alla vigente normativa contrattuale di categoria»;
inoltre, l'azienda avrebbe richiesto, sempre come riportato dagli organi di informazione, «di avviare un procedimento disciplinare anche nei confronti del direttore sanitario dell'ospedale per mancata vigilanza in ordine alle procedure di approvvigionamento e nei confronti della capo sala per mancata gestione dei magazzini farmaceutici di reparto e conseguente mancato approvvigionamento dei dispositivi medici»;
le misure adottate però non risolvono i limiti nella erogazione delle prestazioni che quotidianamente interessano i cittadini siciliani;
la sanità in Sicilia presenta enormi criticità a cui il personale sanitario fa fronte come può in quanto i limiti maggiori sono da rinvenire nei tagli adottati sistematicamente e nella assenza di una seria programmazione che stanno mettendo a rischio persino le prestazioni più essenziali come appunto quelle dei pronto soccorso –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali opportune e tempestive iniziative intenda assumere per quanto di competenza, per scongiurare il ripetersi di episodi come quello riportato e per avviare una analisi approfondita sulle difficoltà estreme che sta affrontando il servizio sanitario pubblico in regione e consentire agli operatori e alle strutture sanitarie siciliane di prendere in carico la domanda di salute dei cittadini.
(5-02730)
TURISMO
Interrogazione a risposta immediata:
FARAONE, GADDA e DE MONTE. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:
il patrimonio culturale e paesaggistico dell'Italia rappresenta un'eccellenza universalmente riconosciuta che, con 60 siti naturali e culturali, è il primo Paese per siti Unesco;
gli ultimi dati Istat – pubblicati il 4 giugno 2024 – confermano un trend di notevole crescita del turismo, con oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze negli esercizi ricettivi: un turismo che, come noto, si concentra quasi esclusivamente nelle principali città d'arte della penisola;
il turismo, nel 2023, ha rappresentato il 9,5 per cento del prodotto interno lordo italiano, contribuendo a stimolare l'occupazione e gli investimenti;
diversi studi, tuttavia, dimostrano come il fenomeno di overtourism possa trasformare il turismo da volano dell'economia a vero e proprio fenomeno problematico per i territori e la crescita;
il sovraffollamento delle principali mete turistiche e il forte incremento dell'offerta ricettiva (ad esempio, affitti brevi) dovuto alle prospettive di guadagno sta portando le principali mete turistiche del globo (ivi incluse quelle italiane) allo spopolamento, all'abbandono delle attività tradizionali, per fare spazio a un'offerta di servizi attenta esclusivamente alle esigenze del turismo, portando al sostanziale snaturamento delle città;
tali fenomeni spesso si accompagnano anche al pregiudizio per la quiete e l'ordine pubblico delle mete interessate. Ma è anche sul piano della vivibilità che si registrano le maggiori ripercussioni, con difficoltà per i cittadini di trovare alloggi in locazione, di accedere al trasporto pubblico locale (di linea e non) e agli altri servizi pubblici, nonché di accedere allo stesso patrimonio culturale e naturale del proprio luogo di residenza;
l'overtourism spesso comporta, in particolare, l'aumento dei prezzi sia degli alloggi che dei titoli d'accesso ai beni culturali, pregiudicando la popolazione interessata anche sotto questo versante;
l'articolo 9 della Costituzione vincola il patrimonio culturale e paesaggistico della Nazione alla promozione della conoscenza e riconosce quest'ultimo come strumento di sviluppo personale e sociale, che non può in alcun modo essere pregiudicato né dallo sfruttamento intensivo dei beni culturali e paesaggistici, né da un condizionamento economico degli stessi che violerebbe direttamente il principio di eguaglianza sostanziale tra i cittadini –:
quali iniziative intenda assumere per gestire i crescenti fenomeni di overtourism che si registrano nel territorio nazionale e se non ritenga di preferire – ai tentativi di contrasto degli stessi attraverso barriere economiche – la promozione di mete turistiche spesso ritenute «secondarie» e che garantirebbero una maggiore diluizione dei flussi, rafforzando la tenuta dei territori.
(3-01375)
Apposizione di una firma ad una interrogazione e cambio di presentatore.
L'interrogazione a risposta scritta Iaia n. 4-03288, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 agosto 2024, è da intendersi sottoscritta dal deputato Lampis che ne diventa il primo firmatario.
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Boscaini n. 4-03265 del 1° agosto 2024;
interrogazione a risposta scritta Bicchielli n. 4-03270 del 1° agosto 2024.