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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 22 ottobre 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La VII Commissione,

   premesso che:

    i beni culturali, storici, artistici e architettonici sono uno dei principali motori di sviluppo economico del nostro Paese nonché di attrazione turistica;

    la loro conservazione e la loro valorizzazione è essenziale, così come la promozione di studi e ricerca su parti del nostro patrimonio che sino ad oggi non sono stati adeguatamente mantenuti e valorizzati come bene prezioso comune e come occasione di arricchimento storico culturale;

    la risoluzione 2347 (2017), in tema di protezione del patrimonio culturale da parte del Consiglio di sicurezza Onu, sancisce la prevenzione e il contrasto ai fenomeni illegali di distruzione e di aggressione ai beni che appartengono alla storia e alla cultura delle comunità. Valori internazionali che furono fissati sino a partire dalla Convenzione de L'Aja del 1954 e consolidati dalla Convenzione Unesco del 1970, sancita anche presso l'OSCE-Parlamentary Assembly con la Risoluzione sulla Protezione dei Beni Culturali nell'area OSCE Baku del 2014 e con successivi atti nelle stesse istituzioni ed altre, tra cui la Commissione europea;

    tra i beni culturali sono compresi anche i Beni architettonici ed urbanistici;

    nessun riconoscimento internazionale è stato attribuito ad opere d'arte, architettoniche e urbanistiche italiane, moderne o contemporanee, mentre grandi riconoscimenti sono stati dati ad opere di artisti stranieri come Gaudí, Walter Gropius, Kenzo Tange, Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e molti altri;

    nel luglio del 2017, Asmara in Eritrea è stata dichiarata dall'Unesco, patrimonio mondiale dell'umanità. Asmara fu costruita grazie al genio architettonico italiano del secolo scorso; è una città costruita secondo i principi dell'architettura razionalista italiana, dove l'architettura moderna si inserisce armoniosamente con il contesto culturale circostante. Il riconoscimento è stato ottenuto grazie ai geni architettonici che l'hanno realizzata, senza però essere menzionati in tale dichiarazione, mancanza che a giudizio dei presentatori del presente atto d'indirizzo denuncia una manifesta prevenzione;

    il quartiere dell'Eur, ideato dall'architetto Piacentini che ne fu anche sovraintendente, rappresenta una pagina fondamentale della storia dell'architettura italiana e internazionale ed è entrato a pieno titolo nell'immaginario culturale nazionale tanto da essere definito dal regista Federico Fellini «un quartiere molto congeniale a chi fa di professione il rappresentante di immagini»;

    nel secolo scorso, in Italia hanno operato artisti di chiara fama. Tra i tanti vogliamo ricordare nomi come Giovanni Michelucci, autore della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, a Firenze, un'opera razionalista inserita mirabilmente nel contesto urbano della città; la chiesa di San Giovanni Battista sull'autostrada all'uscita di Firenze-Calenzano, una struttura a tenda straordinariamente ben inserita nel contesto circostante; Pier Luigi Nervi, ideatore dell'architectural sculpture, con le famose aviorimesse di Orbetello, in provincia di Grosseto; Giuseppe Terrigni, ideatore della casa del fascio di Como – che oggi ospita il comando della VI legione della Guardia di finanza – un vero e proprio capolavoro dell'arte e dell'architettura razionalista e dell'astrattismo che, nel 2017, fu proposto per essere la sede di un museo dedicato all'architettura razionalista e all'astrattismo;

    Giuseppe Vaccaro e Gino Franzi, ideatori del palazzo delle poste, nel rione carità a Napoli; Adalberto Libera, animatore del movimento italiano per l'architettura razionalista e ideatore della villa Malaparte a Capri; ed ultimi, ma primi per ingegno e genialità, Edmondo Rossoni e Carlo Frighi ideatori della cosiddetta «Città Metafisica» di Tresigallo, a metà strada tra Ferrara e le Valli di Comacchio, una vera e propria città utopica retta da una ideale geometria architettonica che riflette l'armonia dei rapporti sociali;

    l'architettura razionalista Italiana rappresenta uno dei punti più alti della nostra architettura e dell'urbanistica del secolo scorso ed è considerata a livello internazionale una delle massime espressioni del razionalismo mondiale. Le principali caratteristiche di questo movimento, che si sviluppò dalla metà degli anni '20 sino agli anni '60, sono costituite dall'utilizzo di nuovi materiali per la struttura, come l'acciaio e il cemento armato, dal funzionalismo, cioè la ricerca di una forma dell'edificio che esprima e dichiari la sua funzione, e dalla costituzione di volumi semplici senza decorazioni superflue;

    la «nuova architettura» si rifà alla logica e alla razionalità, ma al contempo ha un collegamento con la storia del Paese, trasformandola e facendole assumere nuovi aspetti e significati;

    gli architetti razionalisti, Libera, Terragni, Figini, Pollini, Rava, Frette, Larco, Castagnoli, ed altri, e quanti citati prima, testimoniano uno studio e una ricerca di soluzioni per le nuove esigenze, all'epoca, di una società in rapida evoluzione, più dinamica e veloce, che cominciava a conoscere l'uso massivo dei veicoli motorizzati e votata al modernismo che si doveva tradurre anche nella realizzazione di grandi opere;

    infatti, città come Sabaudia o Latina, ma anche quartieri cittadini come l'Eur, o alcuni edifici pubblici e privati, dislocate sul nostro territorio nazionale e non, come stazioni o università, tribunali, asili, ospedali, biblioteche, case popolari, piazze, musei, tratti di lungomare, hanno caratterizzato e dato valore e funzione prima di tutto urbanistico, architettonico oltre che artistico;

    in questa logica di progettazione urbanistica di interi quartieri o città, notoriamente molti architetti e studiosi di tutto il mondo si sono ispirati a questa visione, apprendendo dai nostri progettisti, venendo in Italia a studiare le loro opere, per carpirne gli stilemi e i linguaggi architettonici;

    la circostanza che nella 46a sessione del World heritage committee dell'agenzia delle Nazioni Unite, a New Delhi, a luglio 2024 sia stata nominata Patrimonio dell'Unesco la Appia Regina viarum rende ancor più urgente il riconoscimento delle città di fondazione dal momento che i due itinerari potrebbero intersecarsi moltiplicando i benefìci per il territorio;

    a tal proposito è utile però sottolineare che la via Appia si snoda da Roma a Brindisi seguendo, dopo il tratto campano, due tracciati – Appia Claudia e Appia Traianea – per complessivi 900 chilometri, rappresentando le relazioni millenarie tra i popoli italici e quelli del Mediterraneo congiungendo passato, presente e futuro;

    nel tracciato non sono rintracciabili alcune città fra cui Guidonia, Pomezia, Colleferro, Tresigallo, Maccarese,

impegna il Governo:

   al riconoscimento dell'architettura razionalista italiana tra i beni storico artistici riconosciuti e tutelati dall'ordinamento, come le città di fondazione quale Latina;

   ad adottare e promuovere iniziative atte alla valorizzazione di questi beni, riconoscendoli quali beni culturali di rilievo nazionale;

   a promuovere azioni di competenza atte al riconoscimento di questi beni nelle sedi internazionali ed in particolar modo all'Unesco;

   a sostenere e favorire per quanto di competenza fasi di studio, di ricerca, pubblicazioni e quant'altro ne valorizzi la conoscenza e la divulgazione, anche tramite la promozione culturale e turistica;

   ad adottare iniziative volte a stanziare risorse per il restauro, la conservazione e la valorizzazione delle opere esistenti, mediante interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici e privati;

   a includere nel sito identificato come Appia Regina viarum anche il tratto del tracciato mancante.
(7-00264) «Amorese, Mollicone».

ATTI DI CONTROLLO

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


   CARAMIELLO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   in Italia la pesca dei molluschi bivalvi (vongole, fasolari, cannolicchi) è affidata, sin dal 1995 (con il decreto ministeriale 12 gennaio 1995, n. 44 e successivamente con il decreto ministeriali 1° dicembre 1998, n. 515 e il decreto ministeriale del 22 dicembre 2000), a consorzi di gestione competenti nei compartimenti marittimi di riferimento, che hanno come compito quello di garantire, in questo particolare settore della pesca, il giusto equilibrio tra tutela della risorsa e del consumatore;

   in relazione alla attività di pesca il nostro Paese, anche per quel che riguarda i molluschi bivalvi, presenta caratteristiche molto diverse dal resto d'Europa, per le particolari peculiarità biologiche, climatiche, morfologiche, ambientali dei nostri mari;

   il particolare affidamento di questo tipo di pesca a dei comitati, deriva proprio dal fatto che appare fondamentale la messa a punto di piani di gestione specifici di ogni territorio con regole che, contemplando sia i fermi pesca obbligatori che i fermi biologici volontari, stabiliscano luoghi, tempi e quantitativi precisi di prelievo della risorsa;

   fondamentale, in questo ambito, è anche il rispetto dei regolamenti europei in materia, vedi regolamento (CE) n. 1967/2006; in questo contesto, i consorzi hanno anche il compito, fondamentale, di rappresentare al Ministero le eventuali criticità del territorio – distanza minima dalla costa, dimensioni del pescato così che il dicastero possa poi avviare eventuali interlocuzioni in sede Ue;

   i decreti ministeriali che regolamentano l'attività dei consorzi di gestione molluschi bivalvi risalgono a a oltre vent'anni fa ed è evidente che quelle disposizioni, alla luce delle caratteristiche raggiunte oggi dal settore della pesca ai molluschi bivalvi possano essere riviste, anche sulla base della nascita di nuovi consorzi in tutta la penisola;

   con decreto direttoriale del 28 dicembre 2023, il Ministero dell'agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste ha riconosciuto l'organismo nazionale di programmazione dei consorzi di gestione per la gestione e il riequilibrio della risorsa molluschi bivalvi, al fine di raggiungere efficacemente gli obiettivi di corretta gestione dell'attività di prelievo della risorsa molluschi bivalvi demandata ai consorzi di gestione. Tale organismo è costituito come contratto di rete con soggettività giuridica. Lo stesso pare però non contemplare tutti i consorzi di gestione presenti in Italia, ma solo una parte di essi –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative, anche normative, volte a una valutazione delle disposizioni in materia di consorzi di gestione molluschi bivalvi, così da adeguare la normativa nazionale alle nuove caratteristiche del settore, nonché al fine di rendere rappresentativi tutti i consorzi, anche di piccole dimensioni e di nuova creazione, presenti in Italia.
(4-03658)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta immediata:


   DE MARIA, MALAVASI, BAKKALI, BRAGA, CASU, CURTI, DE MICHELI, EVI, FERRARI, FORNARO, GHIO, GNASSI, MEROLA, ANDREA ROSSI, SCHLEIN, SIMIANI e VACCARI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   gli eventi alluvionali di maggio 2023 e quelli che, tuttora, si stanno verificando rappresentano uno spartiacque tra passato e futuro nel settore della difesa idraulica e idrogeologica del territorio;

   a metà settembre 2024 i fiumi avevano già ricevuto precipitazioni intense e non erano ancora tornati al loro livello di base quando, in queste condizioni di terreni completamente saturi, la persistenza delle precipitazioni nella notte tra il 19 e il 20 ottobre 2024 ha messo in crisi i piccoli torrenti della collina bolognese, con rapidissimi innalzamenti dei livelli, anche di alcuni metri in poche ore, smottamenti e frane che hanno interessato la viabilità;

   in particolare, secondo i dati dell'ArpaER, i torrenti monitorati hanno superato i massimi livelli storici registrati nel recente maggio 2023, superando talvolta anche i massimi valori misurabili dagli strumenti stessi;

   per citare dati che consentono di comprendere a pieno la portata eccezionale degli eventi, a Bologna è arrivata una «slavina di pioggia» con 175 millimetri di pioggia che si sono scaricati su bacini molto piccoli, provocando piene veloci e importanti;

   le precipitazioni eccezionali e fuori norma sono il risultato del cambiamento climatico che rende gli eventi estremi sempre più frequenti e intensi, mettendo a dura prova le infrastrutture e la capacità di adattamento delle comunità locali;

   secondo il rapporto Ispra 2021, il 94 per cento dei comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera, 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni;

   a giudizio degli interroganti è indispensabile che, adesso, ci sia un'assunzione di responsabilità di scala maggiore, rispetto alla gravità di come i cambiamenti climatici stanno influendo sulla sicurezza delle persone e sulla vita delle città; è necessario il coraggio per chi ha sempre rifiutato l'idea del cambiamento climatico di ammetterlo e di adottare azioni drastiche per risolvere in parte i problemi;

   è evidente che la manutenzione della rete attuale non è più sufficiente, perché si deve far fronte a fenomeni superiori alle dimensioni per cui sono state progettate;

   non bastano più le regole e gestione ordinarie, ma occorre mettere in campo un piano straordinario di prevenzione e di difesa del suolo, nell'ambito di un piano nazionale che preveda finanziamenti strutturali –:

   se intenda adottare un piano straordinario a livello nazionale che intervenga sul sistema idraulico dei territori, prendendo atto della necessità di un nuovo approccio legato al processo di tropicalizzazione che ha raggiunto l'Italia.
(3-01508)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   RUFFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 188-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 è stato previsto il cosiddetto «RENTRI», il Registro elettronico nazionale sulla tracciabilità dei rifiuti, un nuovo sistema informativo di tracciabilità dei rifiuti gestito direttamente dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica con il supporto tecnico operativo dell'Albo nazionale gestori ambientali;

   tale sistema di tracciabilità, previsto dalla strategia nazionale per l'economia circolare, non solo permette di acquisire e monitorare i dati ambientali, rendendoli fruibili sia per le attività di vigilanza e controllo, sia per le politiche ambientali adottate dal Ministero, ma introduce anche un modello di gestione digitale per l'assolvimento degli adempimenti già previsti dal richiamato decreto legislativo n. 152 del 2006, quali l'emissione dei formulari di identificazione del trasporto e la tenuta dei registri cronologici di carico e scarico, consentendo – attraverso la messa a sistema delle informazioni contenute in questi documenti – un costante monitoraggio dei flussi dei rifiuti e di materia, basato sulla verifica di ogni codice «Eer» (Elenco europeo dei rifiuti) e di ciascun punto di generazione del rifiuto;

   rappresenta, quindi, un punto di incontro tra la transizione ecologica e digitale permettendo una sinergia tra le esigenze della pubblica amministrazione e quelle delle imprese, generando benefici per tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni agli enti di controllo e fino alle imprese;

   il 19 giugno 2024 ha preso il via la fase di test in ambiente demo per la gestione digitale del formulario di identificazione del rifiuto (Fir), mentre tra pochi mesi è prevista l'entrata in operatività del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, infatti la maggior parte delle categorie dei soggetti obbligati dovrà iscriversi a tale registro elettronico, in base a quanto stabilito dall'articolo 13 del decreto ministeriale n. 59 del 2023, a partire dal 15 dicembre 2024;

   nonostante la virtuosità di tale strumento, unitamente all'approvazione che riscuote tra i soggetti coinvolti, quest'ultimi hanno sollevato alcune criticità relativamente ai costi di gestione, alle modalità operative e al mancato raggiungimento dell'obiettivo di snellimento degli adempimenti documentali connessi alla gestione dei rifiuti nonché all'applicabilità delle tempistiche attualmente stabilite dal decreto ministeriale n. 59 del 2023 –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere al fine di garantire un'effettiva semplificazione dell'operatività del registro elettronico nazionale sulla tracciabilità dei rifiuti e di permettere ai soggetti obbligati di adattarsi al nuovo sistema digitale in modo più efficace e agevole – considerando la possibilità di prevedere un posticipo dei termini – nonché di verificare che non vi siano criticità nel coordinamento tra le disposizioni urgenti in materia.
(5-02994)


   L'ABBATE, ILARIA FONTANA, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   un impianto di ossicombustione di rifiuti, proposto dalla NewO SpA e destinato a trattare una quantità annua di 117.000 tonnellate di rifiuti, ha ottenuto le autorizzazioni necessarie e sorgerà nell'area industriale di Modugno, in prossimità del comune di Bari; quest'area, secondo i dati dell'Arpa Puglia, risulta già compromessa da elevate concentrazioni di inquinanti ed è situata in prossimità di istituti scolastici;

   in particolare, permangono dubbi significativi riguardo agli impatti ambientali dell'impianto, alla sua ubicazione e all'effettiva capacità di cattura dell'anidride carbonica e di altri gas di processo. Tali aspetti, inoltre, a giudizio degli interroganti, non sono stati adeguatamente affrontati né nella valutazione di impatto ambientale (Via), né nell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) durante le conferenze di servizio;

   nonostante la tecnologia innovativa dell'impianto, esso non è incluso nel piano regionale dei rifiuti; è progettato per bruciare 117.000 tonnellate di rifiuti all'anno, una quantità che supera le capacità di raccolta differenziata della regione; inoltre, ignora la forte opposizione dei comuni dell'Ambito di raccolta ottimale 2, i quali hanno già raggiunto ottime performance nella raccolta differenziata; l'impianto è previsto in una «Zona C», un'area soggetta a risanamento secondo il Piano regionale della qualità dell'aria;

   le cosiddette «perle vetrose» prodotte dall'impianto non possono essere considerate come «rifiuti cessati» (end of waste), in quanto non hanno un valore commerciale certo; inoltre, l'anidride carbonica catturata dovrebbe avere una destinazione commerciale definita; questi fattori sollevano numerosi dubbi sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale dell'intero progetto;

   il progetto dell'impianto di ossicombustione è percepito come un grave rischio per la salute dei cittadini e per l'ecosistema, sia dalla popolazione locale che dalle associazioni ambientaliste, nonché dai sindaci dei comuni limitrofi e dal sindaco di Bari;

   nel 2018 il consorzio per l'Area di sviluppo industriale ha deliberato che la concessione dei suoli sarebbe stata subordinata alla chiusura dei contenziosi in atto;

   la sostenibilità economica potrebbe essere compromessa dalla realizzazione di un impianto sovradimensionato che porta alla diminuzione del riciclo delle materie prime, rischiando di non raggiungere gli obiettivi richiesti dalle direttive europee sull'economia circolare –:

   alla luce delle preoccupazioni espresse dalla comunità locale, quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato, per quanto di competenza, per affrontare le criticità evidenziate riguardo all'impatto sull'ambiente, anche attraverso ulteriori approfondimenti o verifiche sui processi di autorizzazione dell'impianto.
(5-02995)


   SIMIANI, GHIO, BRAGA, CURTI, EVI e FERRARI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel giugno 2024, con un decreto firmato dal Ministro dell'ambiente Pichetto Fratin, l'assessore alla difesa del suolo della regione Liguria Giacomo Giampedrone è stato nominato commissario ad acta per le opere contro il dissesto idrogeologico in Liguria, al posto dell'ex Presidente Giovanni Toti, all'epoca agli arresti domiciliari;

   il commissario è tenuto a proseguire nel completamento degli interventi già in corso e nella realizzazione di quelli programmati per rendere la Liguria più sicura rispetto al rischio idrogeologico;

   tra i principali compiti del commissario rientra la gestione, in particolare, dei lavori relativi alla realizzazione dello scolmatore del torrente Bisagno, un'opera fondamentale del valore di circa 167 milioni di euro il cui termine contrattuale per dare ultimati i lavori risultava dapprima fissato a luglio 2024, poi posticipato ad aprile 2025, con proroga di 270 giorni concessa con decreto commissariale n. 63/2022, e rischia di subire ora un ulteriore slittamento in avanti, con il commissario che parla di fine lavori a metà 2026;

   i ritardi sarebbero legati, secondo quanto comunicato con una risposta ad un'interrogazione presentata in Consiglio regionale, alle tempistiche di arrivo a Genova della Tbm (volgarmente detta «Talpa»), che sarebbe dovuta arrivare entro settembre 2024, e a non ben precisate problematiche organizzative e finanziarie interne al raggruppamento di imprese;

   a lanciare l'allarme è stato anche Simone Venturini, ingegnere idraulico e dirigente di Technital, la società veronese che ha firmato il progetto definitivo della galleria sotterranea, che si è detto preoccupato dal fatto che la «talpa» per scavare il tunnel dello scolmatore del Bisagno ad oggi non sia arrivata in cantiere, soprattutto se si pensa che il progetto definitivo è del 2007, e che, dal suo arrivo, sarebbe comunque impossibile completare la galleria in un anno e mezzo;

   si ricorda che la realizzazione dell'opera ha subìto rallentamenti anche a causa delle alterne vicende legate all'interdittiva antimafia che ha colpito la Società Research Consorzio stabile S.c.a. r.l. e alla decisione di non recedere dal contratto affidando i lavori a soggetti più strutturati –:

   quale sia la percentuale di realizzazione dell'opera, anche al fine di sapere a quanto ammonti il ritardo rispetto a quanto previsto dal cronoprogramma per l'ultimazione dei lavori, fissato ad oggi al 24 aprile 2025.
(5-02996)


   CORTELAZZO e BOSCAINI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il collettore del Lago di Garda è una struttura idraulica degli anni settanta che raccoglie i reflui degli insediamenti dei comuni rivieraschi delle sponde veronese, bresciana e in alcuni comuni contermini. Attualmente il depuratore di Peschiera del Garda, tratta i reflui delle due sponde e li scarica nel fiume Mincio;

   per eliminare il rischio di inquinamento ambientale derivante dall'attuale presenza di condotte di grosso diametro sul fondale del Lago, considerate a fine vita, le due aziende che gestiscono servizio idrico integrato lungo le sponde veronese e bresciana, Azienda Gardesana Servizi (Ags Spa) e Acque Bresciane Srl, hanno iniziato a sviluppare il progetto del nuovo sistema di raccolta fognaria a servizio dei comprensori, separando i due ambiti e assegnando a ciascuna il proprio impianto di depurazione;

   il quadro economico del progetto preliminare generale (anno 2016) approvato dal Ministero dell'ambiente per entrambe le due sponde (Bresciana e Veronese), prevedeva un importo complessivo pari a 220 milioni di euro, comprensivo di interventi per il potenziamento ed adeguamento idraulico-funzionale del depuratore di Peschiera del Garda;

   il progetto ha ottenuto il finanziamento ministeriale (Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica) per un importo complessivo di 100 milioni di euro;

   per quanto riguarda la sponda veronese, Ags spa ha redatto il progetto definitivo per le opere di competenza che prevedeva un quadro economico di spesa per complessivi euro 116,5 milioni di euro (Iva esclusa). Ags spa ha già dato corso a tre stralci esecutivi, uno già concluso nel 2023 e due in fase di lavorazione, mentre per un quarto è in preparazione la pubblicazione del bando di gara nei prossimi mesi, per un importo complessivo di circa 44 milioni di euro utilizzando, dunque, ogni disponibilità economica esistente. I 72 milioni di euro residui del quadro economico, oltre che da reperire, sono da incrementare a 94 milioni per l'aggiornamento dei prezzi –:

   se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, adottare iniziative urgenti volte a individuare ulteriori fonti di finanziamento pubblico che vadano ad integrare le somme già oggi finanziate da Ministero dell'ambiente e regione Veneto per la realizzazione della nuova infrastruttura di raccolta delle acque reflue della sponda veronese del Lago di Garda, eventualmente stornando risorse PNRR relative a opere che non si riuscirà a completare entro il 2026.
(5-02997)


   MANES e PASTORINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   da decenni Genova discute della necessità di trasferimento di due grossi depositi petrolchimici – gestiti da Superba e Carmagnani – situati a Multedo. Abitanti, istituzioni e aziende, preoccupati per il rischio ambientale e per la salubrità del territorio, concordano sul fatto che i depositi dovrebbero essere spostati al più presto, senza che, tuttavia, sia individuata una soluzione ottimale;

   infatti, nonostante tutte le risultanze documentali contrarie, si continua a discutere del progetto di trasferimento dei depositi al bacino portuale di Genova Sampierdarena, presso ponte Somalia, preoccupando sia gli abitanti del nuovo territorio interessato sia gli operatori portuali. È del 15 ottobre 2024 il comunicato stampa congiunto di Officine Sampierdanesi, Culmv, Filt-Cgil e Uil Trasporti Liguria insieme al Presidente del Municipio II Centro Ovest che dichiarano il loro sconcerto;

   il 10 ottobre 2024, la Capitaneria di porto ha apportato una modifica alla precedente ordinanza vigente, n. 32 del 2001, prevedendo che le chimichiere non entrino nel bacino portuale non per questioni di sicurezza ma per l'assenza di impianti adeguati. Una sfumatura che di fatto potrebbe portare alla immissione degli infiammabili, fino ad ora vietati, all'interno del bacino. Anche le aziende che ad oggi stoccano esclusivamente prodotti combustibili potranno fare richiesta per stoccare anche infiammabili, snaturando quella parte di porto a vocazione commerciale con gli annessi rischi in termini di sicurezza e di traffici;

   inoltre, il progetto attualmente al vaglio del Ministero dell'ambiente disattende quanto prescritto dal comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale nel 2021 in merito alle quantità, agli accosti nonché alla necessità e urgenza di localizzare in toto i depositi costieri in area portuale;

   il comitato di gestione si riferiva sia ai depositi Superba sia ai depositi Carmagnani, tuttavia, Superba ha affermato che «non sono pertinenti e necessari atti di formale adesione di altre società come Carmagnani», pertanto il rischio è quello di una duplicazione dei depositi costieri in ambito comunale e in ambito portuale, con un finanziamento di fondi pubblici per un'opera sostanzialmente privata;

   infine, si ricorda che è aperto un fascicolo della procura della Repubblica di Genova in merito alla formazione del provvedimento di nulla osta di fattibilità adottato dal Comitato tecnico regionale –:

   se intenda valutare, per quanto di competenza, il progetto di trasferimento dei depositi chimici nel bacino portuale di Genova Sampierdarena alla luce delle criticità, in primo luogo di tutela ambientale, esposte in premessa, con il pieno coinvolgimento degli altri enti competenti.
(5-02998)


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel corso dell'ultimo weekend, su Bologna e su parte dell'Emilia-Romagna eventi pluviometrici di fortissima intensità hanno causato l'esondazione di numerosi fiumi e torrenti, provocando ingenti danni, con centinaia di case e attività commerciali allagate, infrastrutture stradali e ferroviarie gravemente compromesse e vaste aree agricole sommerse;

   nel maggio del 2023 un fenomeno identico aveva provocato quasi ventimila sfollati, 15 morti e incalcolabili danni all'economia e all'agricoltura della regione;

   nel maggio del 2024 il Governo ha dichiarato lo stato d'emergenza per la siccità in Sicilia dove ogni anno 117 chilometri quadrati di terreno si trasformano in deserto e l'acqua viene razionata in molti comuni dell'isola;

   in tutti questi casi, il contributo del cambiamento climatico è risultato rilevante, come confermano gli studi di attribution science, il settore della climatologia che ne individua il contributo al verificarsi di un determinato evento;

   secondo il Rapporto dell'osservatorio Città Clima di Legambiente, dal 2013 al 2023 sono stati spesi una media di 1,9 miliardi l'anno per riparare i danni derivati dai fenomeni meteorologici estremi e soltanto 330 milioni per la prevenzione. Una strategia di prevenzione – conclude il Rapporto – avrebbe permesso di risparmiare il 75 per cento delle risorse spese per riparare i danni;

   in Italia solo nel 2015 è stata approvata una Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Snac), con grande ritardo rispetto ad altri paesi dell'Unione europea e ci sono voluti otto anni per approvare, nel dicembre 2023, un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici;

   benché il Pnacc dichiari di voler rispondere all'urgenza di dare risposta alle criticità climatiche e ai relativi impatti già riscontrati in Italia, non indica azioni e misure di adattamento da realizzare, né tantomeno i necessari finanziamenti, limitandosi a fornire un quadro di indirizzo nazionale per l'implementazione di azioni;

   nonostante le misure di rafforzamento del Pnacc (Governance) ne prevedessero l'istituzione entro tre mesi, ad oggi ancora non risulta insediato l'Osservatorio nazionale per l'adattamento ai cambiamenti climatici che dovrebbe garantire l'immediata operatività del Pnacc attraverso l'individuazione delle azioni di adattamento nei diversi settori, con la definizione delle priorità e dei soggetti interessati –:

   quali misure siano state adottate e attraverso quali forme di finanziamento sono state individuate le priorità delle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici i cui effetti legati ai fenomeni meteorologici estremi sono sempre più evidenti nel nostro Paese.
(5-02999)


   MATTIA, MILANI, BENVENUTI GOSTOLI, FOTI, IAIA, LAMPIS e FABRIZIO ROSSI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   un'indagine ha rivelato il fatto che tra il management delle imprese italiane non è presente un'attitudine ad assicurare l'attività di impresa dai numerosi rischi potenziali futuri, tra cui il principale è il rischio di danno ambientale;

   con specifici contratti assicurativi, sarebbe garantita una maggior tutela al bene comune ambiente, procedendo speditamente con la bonifica del sito inquinato dopo aver effettuato i necessari controlli;

   oltre ai danni a terzi, a cose e persone o danni per interruzione di esercizio, i più pericolosi sono quelli alle matrici ambientali cioè la contaminazione dell'aria, del suolo e sottosuolo, dei corpi idrici suddivise in acque superficiali e falde acquifere, danni a specie e habitat naturali protetti da cui deriva la necessità di ripristinarli allo stato ante evento;

   l'inquinamento delle matrici e di conseguenza degli habitat può derivare da un evento accidentale o peggio da un evento graduale. Più pericoloso il secondo, perché mentre l'evento accidentale è di immediata evidenza, ad esempio un incendio, una rottura di un impianto, la rottura del bocchettone di un'autobotte per l'approvvigionamento di carburante o di altre sostanze, con l'inquinamento graduale si assiste a una perdita di materiale di lieve entità ma costante nel tempo, per sua natura difficile da identificare e da quantificare, come ad esempio, perdite di liquidi da cisterne interrate, o da depuratori, o da smaltimento non correttamente valutato di materiali attraverso la rete fognaria, acque di lavaggio di materiali, o di pulizia degli ambienti, acque meteoriche contaminate dal contatto con strutture ed impianti;

   le polizze assicurative a copertura del danno ambientale hanno ad oggi una penetrazione nel mercato molto ridotta di circa il 3,5 per cento. Si tratta di un rischio gravemente sottovalutato tanto che molti imprenditori e manager non sono nemmeno al corrente della possibilità di assicurazione contro il rischio ambientale –:

   se intenda promuovere, per quanto di competenza, una campagna istituzionale di informazione finalizzata a rendere maggiormente efficace la tutela dell'ambiente mediante la diffusione di una maggiore consapevolezza della utilità della stipula di contratti assicurativi dedicati allo scopo descritto in premessa.
(5-03000)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CAPPELLETTI e PAVANELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica del 7 dicembre 2023, n. 414, cosiddetto decreto Cacer ha definito le nuove modalità di concessione di incentivi, volti a promuovere la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di comunità energetiche rinnovabili (Cer), gruppi di autoconsumatori e autoconsumatore a distanza;

   la disposizione di cui sopra ha definito anche i criteri e le modalità per la concessione dei contributi PNRR individuati nella Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2 (Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'autoconsumo) che mette a disposizione 2,2 miliardi di euro fino al 30 giugno 2026 per la realizzazione di una potenza complessiva pari almeno a 2 gigawatt ed una produzione indicativa di almeno 2.500 gigawattora/anno. Il beneficio è erogato sotto forma di contributo in conto capitale per impianti ubicati in comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti;

   la gestione dei meccanismi per il riconoscimento degli incentivi e la promozione delle configurazioni è in capo al Gestore dei servizi energetici (Gse) che ha l'obiettivo di installare al 2027 almeno 5 gigawatt di nuova potenza, diffondendo la cultura della sensibilità e stimolando comuni, cittadini e Pmi ad essere protagonisti della transizione energetica;

   diversamente dalle aspettative, appare che il meccanismo seppur virtuoso non riesca a decollare per essere poco conosciuto e per aver delle procedure individuate dalle regole operative del Gse troppo articolate. Secondo il Gse le configurazioni avviate al 16 ottobre 2024 sono 154 e coinvolgono circa due mila soggetti;

   in particolare, è stato riscontrato, a quanto noto agli interroganti, che il portale Cacer del Gse per gestire le pratiche sia molto complesso. I soggetti che vogliono avviare inserire nel portale l'iniziativa di una comunità sono costretti ad inviare al Gse numerose richieste di chiarimento o di integrazione;

   il rallentamento delle procedure riguarda, ad esempio, anche il controllo sulla correttezza dello statuto che avviene ad ogni progetto caricato sul portale Gse, con il rischio concreto che ogni singolo funzionario muova obiezioni su una parte diversa dello statuto. Sarebbe opportuno che il Gse verifichi lo statuto di una Cer in sede di prima richiesta in modo da sapere sin da subito se è corretto o se ci sono delle imprecisioni da correggere: da questo momento in poi lo statuto deve essere accettato senza nessun tipo di ulteriore richiesta di modifica;

   quanto esposto rallenta anche la possibilità di accedere alle risorse del PNRR con il reale rischio che alla scadenza del meccanismo, fissata al 31 marzo 2025, le richieste pervenute siano molto inferiori ai 2,2 miliardi di euro messi a disposizione

   se si vuole riuscire ad impiegare pienamente le risorse del PNRR è necessario intervenire avviando una massiccia campagna di conoscenza sulle opportunità delle configurazioni dell'autoconsumo collettivo, semplificare alcuni meccanismi tecnici delle regole operative del Gse ed introdurre un meccanismo capace di garantire il credito per privati e imprese che devono sostenere gli investimenti –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative urgenti di semplificazione intenda intraprendere al riguardo, al fine di raggiungere l'impiego complessivo delle risorse stanziate dal PNRR.
(5-03010)

CULTURA

Interrogazione a risposta immediata:


   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   l'approvazione del Piano strutturale di bilancio di medio termine richiede progressi ulteriori verso politiche di bilancio responsabili, capaci di premiare gestioni virtuose e censurare amministrazioni che praticano una dipendenza eccessiva dai contributi pubblici;

   anche la sostenibilità economica del sistema museale italiano rappresenta un obiettivo centrale, da perseguire favorendo una cultura incentrata sull'attrazione dei visitatori;

   la dipendenza cronica e preponderante dalle erogazioni pubbliche incentiva gestioni poco rispettose delle esigenze di solidarietà sociale, soprattutto nei casi in cui i costi ingenti siano caricati sulle spalle dei cittadini sia tramite i contributi di gestione, sia attraverso biglietti di ingresso con tariffe elevate;

   la relazione per l'anno 2022 del collegio dei revisori dei conti della Fondazione Maxxi registra un aumento dei proventi indicati nel conto economico, per un totale di poco superiore ai 20 milioni di euro, e afferma: «Di questi, circa 15 milioni di euro, quindi tre quarti, sono contributi pubblici, a conferma della dipendenza della Fondazione dal sostegno statale»;

   la determinazione del 20 giugno 2024, n. 100, della Corte dei conti contiene la relazione sulla gestione economica della Fondazione Maxxi per l'anno 2022 e afferma, nei termini letterali che seguono: «la sostenibilità economica della Fondazione, per l'anno 2022, continua ad evidenziare una condizione di indispensabilità delle entrate derivanti dalle erogazioni pubbliche»;

   la relazione del collegio dei revisori dei conti sull'anno 2023 della Fondazione evidenzia che, nonostante un calo dei proventi totali rispetto all'anno 2022, l'ammontare dei contributi pubblici si è attestato a poco più di 13 milioni di euro – quasi 3 milioni di euro in meno –, abbassando il tasso di dipendenza dalle erogazioni pubbliche a una percentuale del 68,6 per cento –:

   quali iniziative intenda assumere per dissuadere da una dipendenza eccessiva dalle erogazioni pubbliche, incentivando gestioni orientate verso una maggiore sostenibilità economica delle istituzioni museali, come nel caso riportato in premessa.
(3-01510)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIMALDI e PICCOLOTTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero della cultura versa in una situazione di gravissima carenza di personale, documentata dal Piao (Piano Integrato di attività e organizzazione) del medesimo Ministero. A fronte però di procedure concorsuali concluse, numerosi vincitori e idonei attendono – senza riscontri dall'amministrazione – da tempi che travalicano qualunque procedimento amministrativo;

   a dicembre 2021 è stato bandito il primo corso-concorso di formazione dirigenziale per il reclutamento di cinquanta dirigenti di seconda fascia, da inserire nel ruolo della dirigenza tecnica del Ministero della cultura;

   da fonti di stampa si apprende che, a esito di una rigorosa selezione di un concorso pubblico durato quasi due anni, è stata stilata una graduatoria di 65 nominativi e, a oggi, 15 di essi, risultati idonei, sono ancora in attesa di collocazione e in una situazione di totale incertezza;

   una situazione assurda se si pensa alle carenze endemiche del Ministero della cultura che ha posti apicali vacanti, grandi musei senza direttori o con incarichi scaduti e in regime di eterna prorogatio e considerato che tutti gli allievi ammessi al corso-concorso hanno frequentato a Roma un impegnativo percorso formativo, da maggio 2023 a gennaio 2024, pagati dalle amministrazioni di provenienza;

   nel piano integrato di attività e organizzazione per il triennio 2024-2026 del Ministero della cultura a pagina 93 si legge che «è intendimento di questa Amministrazione procedere all'assunzione di coloro i quali risulteranno iscritti nell'elenco istituito ai sensi del penultimo capoverso del comma 10 del citato articolo 24, avvalendosi dell'autorizzazione ad assumere conseguita con riferimento al personale dirigenziale dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 novembre 2023 a valere sul budget assunzionale 2023. La norma recita testualmente “Coloro che hanno superato il corso-concorso e sono collocati in graduatoria oltre i posti già autorizzati, sono iscritti secondo l'ordine di graduatoria finale, in un elenco, istituito presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, al quale il Ministero può attingere, fino a esaurimento, per la copertura delle posizioni dirigenziali vacanti. Il Ministero può procedere a bandire nuovi concorsi solo previo completo assorbimento degli iscritti al predetto elenco”». Quindi se non verranno assegnati i posti ai 15 idonei, non saranno banditi nuovi concorsi;

   nonostante ciò, vengono impiegati dirigenti su base fiduciaria articolo 19, comma 6, decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165) o ad interim, con danni all'efficienza del sistema. Risulta all'interrogante che, a oggi, nell'organigramma del Ministero ci sono circa 110 dirigenti di seconda fascia di ruolo, 75 scelti su base fiduciaria e 35 posizioni dirigenziali vacanti. Eppure persone selezionate scrupolosamente e formate con dispendio di risorse pubbliche non vengono impiegate;

   l'8 novembre 2022 è stato bandito un concorso per il reclutamento di 518 unità di personale non dirigenziale, da inquadrare nell'area III, nei ruoli del Ministero della cultura, tra cui 268 funzionari archivisti. La prova orale del concorso si è svolta nel settembre 2023 e alcune professionalità stanno progressivamente prendendo servizio. Tuttavia, per la specifica categoria degli archivisti, a oltre un anno dal termine del concorso, non è stata ancora pubblicata la graduatoria. È notizia di questi giorni che una rappresentanza degli idonei del concorso per 268 funzionari archivisti, ha scritto una lettera aperta al Ministro della cultura: «Gli istituti archivistici languono privi di personale tecnico adeguatamente preparato e 340 concorrenti con le loro famiglie vivono una vita sospesa, anche a livello professionale, da più di un anno» –:

   se non ritenga utile, anche per un utilizzo più efficiente di risorse pubbliche, intervenire con urgenza per sbloccare le due situazioni descritte in premessa dando risposte a personale preparato e valutato e mettendo fine al perdurare di una strutturale carenza di servizio in un Ministero così importante quale quello della cultura.
(5-02990)

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ORFINI, BONAFÈ, AMENDOLA e MAURI. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 16 ottobre 2024, la nave Libra della marina militare italiana è attraccata al porto di Shengjin, in Albania, con 16 migranti, soccorsi tre giorni prima in acque internazionali a bordo di due imbarcazioni di fortuna, la prima partita da Sabratha, la seconda da Zuara, entrambe località della Tripolitania;

   i 16 uomini, provenienti da Egitto e Bangladesh, dopo essere stati fatti sbarcare a Shengjin, sono stati sottoposti alle procedure di identificazione: quattro di loro non rientravano nei criteri del protocollo tra Italia e Albania e quindi sono stati riportati in Italia;

   inoltre, successivamente, anche gli altri 12 uomini sono stati riportati in Italia, a bordo di una altra nave della guardia costiera italiana, la Vasalli, a seguito della sentenza del tribunale di Roma che ha sancito il loro rientro in Italia in quanto «Egitto e Bangladesh non possono essere considerati paesi sicuri» dove rimpatriare persone in fuga;

   le informazioni riguardo le operazioni di soccorso dei suddetti migranti sono state molto scarse e non vi è documentazione della stampa. Parrebbe che le operazioni di soccorso in zona di ricerca italiana, ma in acque internazionali, sarebbero avvenute nella notte tra il 13 e il 14 ottobre, e sarebbero state condotte da diverse motovedette che avrebbero poi, dopo avere effettuato un primo colloquio, condotto i migranti considerati non vulnerabili e provenienti da Paesi considerati sicuri dall'Italia come l'Egitto e il Bangladesh sulla nave della marina militare italiana, per essere trasferiti in maniera forzata nei nuovi centri per migranti in Albania;

   la nave Libra è un pattugliatore della guardia costiera italiana ed è una imbarcazione che non ha l'infermeria o un ufficio per l'identificazione dei migranti e il cui costo di questa tratta oggetto dell'interrogazione, secondo stime di alcuni organi di stampa, si aggirerebbe oltre i 250 mila euro ovvero circa 18.000 euro per ogni migrante;

   a questi costi vanno sommati quelli subiti per il rientro degli ulteriori 12 uomini a bordo della nave Vasalli della guardia costiera;

   il Ministro Piantedosi ha già parlato della stima dei costi complessivi che l'operazione dei cosiddetti hotspot italiani del protocollo con l'Albania, affermando proprio alle Camere che «lo stanziamento previsto, che, a seconda della variabilità del funzionamento delle strutture legata all'andamento dei flussi migratori, potrà anche rivelarsi superiore ai costi effettivi, è riferito all'arco di 5 anni e consiste in 134 milioni di euro all'anno»;

   tale stima, sembrerebbe dunque molto a ribasso, se confermati i costi di già un singolo viaggio, con a bordo solo 16 migranti di cui 4 riportati in Italia, del 13 ottobre 2024 e del successivo viaggio di rientro dei restanti 12 migranti –:

   a quanto è ammontata la spesa per il trasferimento di questi primi 16 migranti e del trasferimento dei 4 in territorio italiano con la nave Libra della marina militare italiana e dei restanti 12 con la nave Vasalli.
(5-03007)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SPORTIELLO. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   è notizia di questi giorni che in una scuola di Martinsicuro, in Abruzzo, l'Azienda sanitaria non ha garantito la presenza, in ambito scolastico, della necessaria assistenza infermieristica per una bambina affetta da una malattia rara;

   la bambina di 6 anni, nata con una mutazione genetica, soffre di encefalopatia epilettica e per poter stare in classe ha bisogno di un infermiere che sia in grado di assisterla ove abbia delle crisi legate alla sua patologia;

   dopo anni in cui la bambina era costretta a stare a casa e a non frequentare la scuola, nell'attesa che la Asl consentisse la presenza di un'assistenza infermieristica in ambito scolastico, è stata la madre a rimanere in classe per assistere la figlia, consentirle così di frequentare la scuola per un breve periodo e usufruire del legittimo diritto all'istruzione; ovviamente la presenza della madre non poteva essere stabile e pertanto l'assenza di personale infermieristico adeguato ha costretto la madre della bambina a ritirarla da scuola;

   la direzione dell'Azienda sanitaria di Teramo ha comunicato che nei prossimi giorni sarà fatto il punto della situazione per affrontare il problema della bambina di Martinsicuro e sarà fatto il possibile per andare incontro alle esigenze della bambina e della sua famiglia, tuttavia a riguardo sono proprio gli infermieri, secondo quanto riferito dagli organi di informazione, ad evidenziare come nel nostro ordinamento non vi sia una disciplina organica sull'assistenza infermieristica in ambito scolastico per i bambini che necessitano di assistenza sanitaria;

   già con l'interpellanza 2-00134 l'interrogante aveva segnalato, senza avere a tutt'oggi risposta, altri ed analoghi casi, come quelli di Roberta e Francesco, due giovani che avevano bisogno, durante l'orario scolastico, di un'assistenza adeguata infermieristica o del personale di supporto, che consentisse loro di permanere nell'ambiente scolastico per le ore del normale ciclo scolastico;

   come loro ci sono tanti altri studenti e studentesse nella stessa condizione di deprivazione scolastica e senza voce, questi bambini, ragazzi o giovani adulti sono sostenuti solo dai genitori la cui vita è fatta di continui appelli alle istituzioni e di ricorsi ai tribunali per garantire la frequenza scolastica dei loro figli o l'accesso a luoghi di socialità, appelli che trovano temporanei riscontri solo nel momento in cui qualche organo di informazione decide di ricordare la loro storia e i loro diritti negati ma che, invece, richiedono interventi strutturali e risorse idonee –:

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano assumere in essere per assicurare il diritto fondamentale all'istruzione a tutti i minori senza alcuna discriminazione che sia legata alla condizione di disabilità;

   se e quali risorse intendano destinare per assicurare che in ogni ambiente scolastico, ove vi siano studenti che ne abbiano bisogno, sia assicurata l'assistenza sanitaria necessaria per garantire anche ai minori e giovani con disabilità il diritto all'istruzione, in condizioni di parità con gli altri.
(5-03011)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

V Commissione:


   GRIMALDI, ZANELLA e BORRELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a pagina 7 del Documento programmatico di Bilancio 2025 viene riportato che dal lato delle entrate concorreranno alla manovra economica per l'anno 2025 misure a carico di banche, specificando successivamente a pagina 16, tabella II.1-12, che il coinvolgimento del sistema bancario è finalizzato al raggiungimento degli obiettivi programmatici;

   la suddetta tabella II.1-12, alla voce «Misure a carico di banche e assicurazioni e in materia di concessioni» riporta effetti finanziari legati alle relative entrate per gli anni 2024, 2025, 2026 e 2027 in percentuale al Pil rispettivamente in misura pari allo 0,000, allo 0,168, a -0,073 e a -0,096, con evidente perdita di gettito nel biennio 2026-2027, mentre alla successiva tabella II.1-13 gli effetti finanziari per i medesimi anni risulterebbero rispettivamente pari allo 0,000, allo 0,160, a -0,069 e a -0,091;

   stando ai suddetti dati l'evidente maggior apporto economico dello 0,168 per cento del Pil, pari a circa 3,5 miliardi di euro, da destinare, come esternato anche attraverso i media da alcuni rappresentanti del Governo, all'incremento del livello di finanziamento del Fondo sanitario nazionale, sarebbe assicurato per il solo anno 2025 per essere poi disponibile nel 2026: un impegno finanziario ben più limitato rispetto a quello annunciato;

   a ben vedere l'apporto contributivo del sistema bancario corrisponderebbe, in realtà, alla rinuncia, per il 2025 e il 2026, della parziale detrazione di alcune spese, che potranno però essere recuperate nel triennio successivo: insomma un'operazione somigliante ad un prestito senza interessi chiesto al sistema bancario, che lo recupererà, sotto forma di credito d'imposta, comunque entro e non oltre il 2029;

   con riferimento all'incremento del livello di finanziamento del Fondo sanitario nazionale il Documento programmatico di bilancio, alla medesima tabella II.1-12, riporta per l'anno 2025 una percentuale del Pil pari allo 0,040 per cento, ossia risorse aggiuntive per 880 milioni di euro: uno stanziamento largamente insufficiente per affrontare le enormi criticità e colmare i gap esistenti rispetto all'Europa del nostro Servizio sanitario nazionale che avrebbero richiesto, di contro, maggiori disponibilità finanziarie già a decorrere da quell'anno –:

   se conferma quanto riportato in premessa rispetto al rapporto tra gli effetti sugli anni 2025 e 2026 del gettito derivante dal concorso del sistema bancario alla manovra, e l'ammontare di valore netto aggiuntivo di risorse da destinare, per i medesimi anni, al rafforzamento del sistema sanitario.
(5-02991)


   TORTO, FENU, DELL'OLIO, DONNO e CARMINA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il nuovo quadro di governance economica europea prevede una programmazione pluriennale delle politiche fiscali e di bilancio vincolate all'andamento dell'indicatore della spesa primaria netta nazionale, e un monitoraggio annuale;

   il percorso di aggiustamento di bilancio è definito sulla base della traiettoria di riferimento, trasmessa dalla Commissione europea a tutti gli Stati membri non in linea con i parametri Ue;

   il metodo attualmente utilizzato in sede europea per calcolare i sentieri sostenibili del debito utilizza una misura dell'andamento del Pil al netto del ciclo economico, ossia il cosiddetto «Pil potenziale», che la letteratura scientifica in tema reputa quantomeno discutibile;

   anche nel corso dell'indagine conoscitiva delle Commissioni riunite bilancio di Camera e Senato sulle prospettive di riforma delle procedure di programmazione economica e finanziaria e di bilancio, in relazione alla riforma della governance economica europea, alcuni economisti e ricercatori universitari hanno evidenziato che le nuove regole fiscali europee offrono la possibilità di rivedere il metodo di calcolo del Pil potenziale;

   la principale critica mossa alle attuali metodologie di calcolo riguarda il ruolo della disoccupazione «non inflazionistica», misurata dal Nawru («non-accelerating wage inflation rate of unemployment»);

   si sostiene, infatti, che il Nawru risenta fortemente delle fluttuazioni cicliche e della disoccupazione effettiva e che pertanto non sia un parametro affidabile per catturare la disoccupazione «strutturale»;

   sovrastimare il Nawru significa sottostimare il Pil potenziale e, di conseguenza, produrre effetti distorsivi sulle politiche economiche come, ad esempio, limitare l'adozione di politiche fiscali espansive o addirittura imporre politiche di austerità nelle fasi di recessione, facendo venir meno il carattere anticiclico della politica fiscale;

   una revisione della stima del Nawru, adottando un valore più stabile e meno dipendente dalle variazioni congiunturali, potrebbe ridurre la stima del deficit strutturale dello 0,6 per cento del Pil, liberando oltre 12 miliardi di euro per la prossima manovra;

   una politica espansiva, sostenuta da una spesa primaria in crescita e da un moltiplicatore fiscale pari all'unità, potrebbe portare a una riduzione del rapporto debito/Pil nel lungo termine, nel pieno rispetto delle regole europee, favorendo al contempo una crescita economica sostenibile –:

   se vi siano state interlocuzioni con la Commissione europea per promuovere l'adozione di metodi di stima più stabili e scientificamente più robusti di quelli citati e, per la programmazione futura, quali metodi alternativi ritenga di poter adottare per sfruttare maggiori margini di bilancio e porre in essere politiche fiscali espansive, evitando politiche di austerity.
(5-02992)


   UBALDO PAGANO, BRAGA, DE LUCA, SERRACCHIANI, MARINO, MEROLA, SIMIANI, ANDREA ROSSI, GIRELLI, MADIA, ROMEO, MANZI, GRAZIANO, SARRACINO, D'ALFONSO, PROVENZANO, CURTI, GHIO, ORFINI, TONI RICCIARDI, IACONO, STEFANAZZI, FORATTINI, PORTA, LACARRA, DI BIASE, BAKKALI, CUPERLO, BARBAGALLO e ROGGIANI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito dei fondi strutturali europei, all'Italia sono assegnati 43,6 miliardi di euro di fondi per la politica di coesione 2021-2027, di cui circa 42,7 miliardi di euro sono destinati a promuovere la coesioni economica, sociale e territoriale, con una assegnazione particolarmente rilevante per le regioni meridionali, cui sono dedicati più di 30 miliardi di euro del Fondo europeo regionale e di sviluppo (Fesr) e del Fondo sociale europeo Plus (Fse+), dei complessivi 41,1 miliardi dei due suddetti Fondi;

   nel complesso, per l'attuazione della politica di coesione per il periodo di programmazione 2021-2027, l'accordo di partenariato tra Italia e Commissione europea approvato con decisione di esecuzione della CE il 15 luglio 2022 consta di oltre 75 miliardi di euro di cui, come detto, 42,7 miliardi di euro di contributo Ue tra Fesr, Fse+ Jtf e Feamp e 32,4 miliardi di contributo nazionale di cofinanziamento;

   ai fini della programmazione di tali risorse, tolto il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura, l'accordo di partenariato italiano prevede l'istituzione di 10 programmi nazionali (Pn), cui sono riservati 25,575 miliardi di euro, considerando sia il finanziamento europee (per 14,8 miliardi) che il cofinanziamento nazionale (10,8 miliardi), mentre una quota più ampia di risorse, pari a 48,492 miliardi di euro, è destinata a finanziare i programmi regionali, promossi da tutte le regioni e le province autonome;

   secondo le ultime notizie ufficiali a riguardo, su 75 miliardi complessivi, alla fine di aprile 2024 risultavano spesi appena 621 milioni, ossia circa lo 0,9 per cento del totale;

   nell'ambito delle raccomandazioni approvate a giugno 2024, la Commissione europea ha richiamato l'Italia sui bassi livelli di spesa, chiedendo di «accelerare l'attuazione dei programmi della politica di coesione», un obiettivo considerato «cruciale, insieme al rafforzamento della capacità amministrativa a livello nazionale ma soprattutto negli enti locali»;

   occorre sottolineare che tali fondi devono essere tassativamente impegnati entro il 2027 e spesi entro il 2029 e che, inoltre, entro il 2025 la spesa dovrà raggiungere almeno i 7 miliardi di euro per non incorrere nel disimpegno automatico e nella definitiva rinuncia delle risorse –:

   se intenda fornire un puntuale aggiornamento sulla spesa delle risorse attinenti ai fondi europei per la politica di coesione 2021-2027, con particolare riguardo alle risorse assegnate ai programmi nazionali di titolarità delle amministrazioni centrali.
(5-02993)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta immediata:


   FARAONE, GADDA, DEL BARBA, BOSCHI, BONIFAZI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con il Protocollo siglato a Roma il 6 novembre 2023, ratificato con legge 21 febbraio 2024, n. 14, l'Italia e l'Albania hanno inteso rafforzare la cooperazione bilaterale in materia di gestione dei flussi migratori provenienti da Paesi terzi, prevedendo che la parte italiana possa realizzare apposite strutture per le procedure di ingresso, per la presentazione di richiesta di protezione internazionale e per il rimpatrio dei migranti non aventi diritto all'ingresso e alla permanenza nel territorio italiano;

   il 16 ottobre 2024 la Marina militare italiana ha trasferito sedici migranti in Albania, per dare corso alle procedure di trattenimento e di frontiera conseguenti alle loro domande di protezione internazionale;

   con sentenza del 18 ottobre 2024, il tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento di dodici dei sedici migranti – poiché gli altri quattro erano già stati rimpatriati – motivando tale decisione sul diritto internazionale e dell'Unione europea;

   il tribunale, nelle dodici pronunce, ha rilevato come le condizioni per l'attivazione della procedura di trasferimento non sussistessero ab origine e de iure, posto che i Paesi di origine dei migranti non fossero ritenuti integralmente «sicuri» neanche dalle istruttorie delle schede-Paese del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

   nella sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (C-406/22) del 4 ottobre 2024 la Corte ha ribadito che, in ossequio alle direttive europee, un Paese per essere considerato sicuro debba esserlo in tutto il suo territorio in modo omogeneo e per tutte le persone che ci vivono, condizioni che non sussistono per la quasi totalità dei Paesi di provenienza dei migranti che arrivano in Italia;

   il Consiglio dei ministri ha approvato nella seduta di lunedì 21 ottobre 2024 un decreto-legge contenente la nuova lista di diciannove Paesi considerati sicuri, modificando quella approvata a inizio 2024, ma ciò non inficia in alcun modo le istruttorie condotte dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dall'Unchr, che confermano l'esistenza di rischi in gran parte dei Paesi inclusi nel nuovo decreto-legge;

   la normativa italiana vigente in materia di migrazione, il diritto dell'Unione europea e il diritto internazionale rendono evidente come la concreta applicazione del Protocollo richiamato in premessa pregiudichi il rispetto degli obblighi internazionali ed europei, cui l'Italia è soggetta ex articolo 10, 11 e 117 della Costituzione –:

   se intenda rendere ulteriori chiarimenti in ordine alle dichiarazioni rese in merito alla compatibilità del Protocollo tra Italia e Albania rispetto alla normativa europea e internazionale di riferimento, anche alla luce delle pronunce del 18 ottobre 2024, sopra richiamate, e dei consolidati principi di prevalenza del diritto eurounitario e internazionale rispetto al diritto interno.
(3-01511)


   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, VARCHI, BUONGUERRIERI, DONDI, LA SALANDRA, MASCHIO, PALOMBI, PELLICINI, PULCIANI, VINCI, ALMICI, AMBROSI, AMICH, AMORESE, BALDELLI, BENVENUTI GOSTOLI, CAIATA, CALOVINI, CANGIANO, CANNATA, CARAMANNA, CARETTA, CERRETO, CHIESA, CIABURRO, CIANCITTO, CIOCCHETTI, COLOMBO, COLOSIMO, COMBA, CONGEDO, COPPO, DE CORATO, DEIDDA, DI GIUSEPPE, DI MAGGIO, DONZELLI, FILINI, FRIJIA, GIORDANO, GIORGIANNI, GIOVINE, IAIA, KELANY, LAMPIS, LANCELLOTTA, LA PORTA, LONGI, LOPERFIDO, LUCASELLI, MACCARI, MAERNA, MAIORANO, MALAGOLA, MALAGUTI, MANTOVANI, MARCHETTO ALIPRANDI, MASCARETTI, MATERA, MATTEONI, MATTIA, MAULLU, MICHELOTTI, MILANI, MOLLICONE, MORGANTE, MURA, OSNATO, PADOVANI, PERISSA, PIETRELLA, POLO, RAIMONDO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROSCANI, ANGELO ROSSI, FABRIZIO ROSSI, ROSSO, ROTELLI, ROTONDI, GAETANA RUSSO, SBARDELLA, SCHIANO DI VISCONTI, SCHIFONE, RACHELE SILVESTRI, TESTA, TRANCASSINI, TREMAGLIA, TREMONTI, URZÌ, VIETRI, VOLPI, ZUCCONI e ZURZOLO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   domenica 20 ottobre 2024 il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha rilanciato sui suoi canali social un passaggio di un'email inviata sulla mailing-list dell'Associazione nazionale magistrati dal sostituto procuratore della Corte di cassazione Marco Patarnello, appartenente alla corrente di Magistratura democratica, e pubblicato in esclusiva dal quotidiano Il Tempo;

   nel testo pubblicato dal Presidente del Consiglio dei ministri si legge testualmente: «Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione. Meloni oggi è un pericolo più forte di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio»;

   tali scambi di email tra magistrati, pubblicati sulla stampa, non possono che destare fondata preoccupazione sulla dovuta terzietà del potere giudiziario, oltretutto a poche ore dall'ordinanza con cui il tribunale di Roma ha preteso di stabilire quali siano i Paesi sicuri di provenienza degli immigrati, competenza che, è opportuno ricordarlo, è e resta propria del legislatore;

   l'email del sostituto procuratore della Corte di cassazione Patarnello, quindi, rappresenta, ad avviso degli interroganti, una conferma della propensione di una parte della magistratura a compiere intollerabili invasioni nel campo della politica;

   la vicenda sopra esposta conduce a seri rischi in ordine all'esercizio terzo e imparziale delle proprie funzioni, in particolare da parte del magistrato coinvolto –:

   quali iniziative, nell'ambito delle competenze normative, ispettive e di promovimento del procedimento disciplinare che l'ordinamento attribuisce al Governo e in particolare al Ministro della giustizia, si intendano adottare in ordine alla necessità di garantire la terzietà degli appartenenti all'ordinamento giudiziario nell'esercizio delle loro funzioni.
(3-01512)

Interrogazione a risposta orale:


   CALDERONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in questi giorni tutte le fonti di stampa riportano il contenuto di una email del 19 ottobre 2024 di Marco Patarnello – sostituto procuratore presso la Corte di cassazione e magistrato iscritto alla corrente Magistratura Democratica – scaturente dal decreto emesso dalla dottoressa Silvia Albano – giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma e presidente nazionale della medesima corrente Magistratura Democratica – che non ha convalidato il trattenimento dei dodici migranti nel centro italiano per i rimpatri in Albania, sancendo l'inapplicabilità della procedura di asilo accelerata per i migranti ivi trasferiti e ordinando dunque il rientro degli stessi richiedenti asilo in Italia;

   tale provvedimento ha suscitato comprensibili reazioni di esponenti politici della maggioranza in ragione delle opinioni critiche precedentemente espresse dal giudice estensore, la dottoressa Albano, che aveva definito l'accordo Italia-Albania come un accordo giuridicamente irrealizzabile e caratterizzato da una significativa limitazione del diritto di difesa;

   come risulta dal quotidiano il Tempo del 20 ottobre 2024, nella citata email il dottor Patarnello avrebbe scritto quanto segue: «indubbiamente l'attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell'intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto»;

   dopo aver rilevato l'attuale maggiore debolezza e isolamento della magistratura all'interno della società e la compattezza è omogeneità della maggioranza di Governo che sarebbe in grado di esprimere una forza politica «enorme», il magistrato invita gli altri esponenti di Magistratura Democratica a porre rimedio a tale situazione. Scrive: «sull'isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo». Dopodiché Patarnello in questa email inviata ai colleghi magistrati sulla mailing list dell'Anm esprime altre considerazioni politiche;

   le affermazioni del dottor Patarnello rappresentano a giudizio dell'interrogante un atto gravissimo, quasi eversivo, e impongono una seria riflessione e concrete iniziative per salvaguardare uno dei principi cardine dello Stato di diritto, quale quello di autonomia e indipendenza della magistratura che necessariamente si compie attraverso il rispetto delle istituzioni che il Presidente del Consiglio dei ministri rappresenta. Lo Stato di diritto non può tollerare indebite pressioni di un ordine su un altro potere dello Stato, ciò metterebbe in discussione l'intero assetto costituzionale ribaltandone gli irrinunciabili principi cardine –:

   se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo e ispettivo, non escluse quelle legate al promovimento di azioni disciplinari il Governo intenda intraprendere a tutela della terzietà e imparzialità della magistratura e a salvaguardia dei princìpi costituzionali in materia di separazione dei poteri.
(3-01515)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta immediata:


   PASTORELLA, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 93 del 2023, anche sulla scia della raccomandazione (UE) 2023/1018, ha conferito all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il mandato di istituire una piattaforma nazionale antipirateria, denominata «Piracy shield», con l'obiettivo di garantire un contrasto più efficace e tempestivo alla pirateria on line, in particolare relativamente agli eventi trasmessi in diretta;

   Piracy shield, attiva dal 1° febbraio 2024, consente una gestione automatizzata delle segnalazioni successive all'ordine cautelare emanato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dando la possibilità ai detentori di diritti audiovisivi di intervenire tempestivamente per rimuovere i contenuti diffusi in modo illegale;

   sin dall'entrata in funzione della piattaforma, si sono verificati numerosi casi problematici di blocco e oscuramento erroneo di siti legittimi. Ad esempio, nel febbraio 2024 sono stati oscurati ingiustamente molti siti legittimi, che si affidavano ai servizi offerti da CloudFlare;

   peraltro, Piracy shield manca di un sistema di notifica dei provvedimenti di oscuramento che colpiscono i siti, i quali non vengono informati ma che, allo stesso tempo, hanno solo cinque giorni di tempo per presentare ricorso e veder riattivati i propri servizi;

   sabato 19 ottobre 2024, a causa di un'errata segnalazione e intervento della piattaforma nazionale antipirateria, sono stati parzialmente interrotti i servizi di Google drive, il più diffuso sistema di file sharing d'Italia, e per il loro ripristino sono state necessarie fino a dodici ore;

   con la legge n. 143 del 2024, il meccanismo di tutela istituito con lo scudo antipirateria ha subito una modifica sostanziale in quanto è stato dato ai detentori dei diritti audiovisivi il potere di segnalare non solo gli indirizzi ip e i domini che portano univocamente contenuti illegali, ma anche quelli condivisi con attività illegali, rendendo ancora più facile e frequente la casistica di oscuramento erroneo di siti leciti;

   la stessa legge introduce, inoltre, obblighi a carico di provider, motori di ricerca e altri intermediari on line, come, ad esempio, i gestori di virtual private network, di segnalare alla magistratura ogni indirizzo sospettato di commettere attività illecite legate alla pirateria, segnalazioni che nel caso della sola Google ammontano alla cifra di 9.756.931.770 l'anno;

   durante l'audizione alla Camera dei deputati del marzo 2024, il Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni non ha fornito proposte risolutive rispetto a tali problemi, ad avviso degli interroganti minimizzandoli e limitandosi a difendere l'operato della piattaforma –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare per assicurare il rispetto del diritto degli utenti ed evitare che Piracy shield continui a sospendere servizi internet estranei ad attività illecite, prevedendo, in caso contrario, procedure di ripristino tempestive.
(3-01513)


   DAVIDE BERGAMINI, CAVANDOLI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Berco, industria italiana operante nel settore metalmeccanico specializzata nella fabbricazione di componenti e sistemi sottocarro per macchine movimento terra cingolate e attrezzature per la revisione e la manutenzione del sottocarro, storica azienda di Copparo, in provincia di Ferrara, facente parte del colosso Thyssenkrupp, ha confermato di voler procedere con il piano di ristrutturazione annunciato e ha comunicato che licenzierà 480 dipendenti del medesimo stabilimento;

   nello specifico, dal 1° novembre 2024 sarà rivisto il contratto integrativo aziendale, con la cancellazione delle parti economiche ivi previste, e fra 3 mesi dovrebbero poi scattare i licenziamenti;

   su un totale di 1.200, le persone che rischiano il posto di lavoro sembrerebbe siano 550, di cui, oltre ai 480 dello stabilimento di Copparo, anche i 70 di quello di Castelfranco Veneto;

   l'azienda, con un comunicato, ha motivato di trovarsi in forti difficoltà per tutte le dinamiche che si sono susseguite negli ultimi tempi correlate ai conflitti in Ucraina e in Medioriente, all'inflazione, ai rincari energetici, ritrovandosi a doversi «preparare a una fase di profonda trasformazione»;

   una riduzione in massa di oltre 400 persone avrà inevitabilmente un forte impatto negativo in termini socio-economici sul territorio ferrarese; la grande paura tra i lavoratori, infatti, è proprio quella di non avere possibilità di ricollocazione all'interno del territorio, stante che quasi tutte le aziende ricorrono al momento agli ammortizzatori sociali e molte di esse sono a rischio chiusura a fine anno;

   tra queste, si evidenzia la Tollok, azienda italiana produttrice di componenti per le pale eoliche con sede a Masi Torello (Ferrara), acquisita dall'americana Rexnord FlatTop, che il 7 ottobre 2024 ha annunciato con pec a 77 dipendenti la procedura di licenziamento collettivo, anticamera della volontà di chiusura definitiva dello stabilimento e delocalizzazione della produzione in India;

   stando alle notizie stampa, il Ministro interrogato ha convocato per il 5 novembre 2024 un tavolo sulla vertenza aziendale Berco-ThyssenKrupp, con la partecipazione di rappresentanti dell'azienda, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni regionali dell'Emilia-Romagna e del Veneto –:

   se e quali misure intenda adottare tempestivamente al fine di salvaguardare marchi con oltre un secolo di storia, come la Berco, e, nello specifico, il tessuto economico-produttivo ferrarese e i relativi livelli occupazionali.
(3-01514)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

X Commissione:


   BENZONI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il settore metalmeccanico rappresenta uno dei comparti produttivi più rilevanti nella provincia di Monza e Brianza, occupando circa 40.000 lavoratori, di cui 10.000 attivi nel settore automotive;

   nelle ultime settimane, un numero significativo di aziende operanti sul territorio ha annunciato nuovi esuberi, con il rischio concreto di perdite occupazionali su larga scala e, quindi, di una grave crisi dell'intero comparto industriale;

   si rende, dunque, necessario e urgente un intervento del Governo nazionale per evitare ulteriori esuberi e delocalizzazioni, con la conseguente disgregazione del tessuto industriale e produttivo della provincia, il quale avrebbe gravi ripercussioni socio-economiche su lavoratori, famiglie e l'intera filiera metalmeccanica, in particolare nel settore automotive –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda adattare per sostenere lo sviluppo industriale delle imprese citate, anche nell'ambito del tavolo di crisi aperto presso lo stesso Ministero con l'azienda Fimer, con particolare riferimento alla tenuta del settore metalmeccanico – strategico per l'economia italiana – e alle specificità del comparto automotive.
(5-03001)


   ANDREUZZA, BARABOTTI, DI MATTINA, GUSMEROLI e TOCCALINI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto appreso a mezzo stampa, sarà presentato quest'anno, insieme al disegno di legge di bilancio, un disegno di legge collegato alla manovra volto a riformare il sistema della vigilanza sulle società cooperative;

   gli enti cooperativi rappresentano una componente importante del sistema produttivo, con un impatto sul Pil pari all'8 per cento, a oggi sono operative circa 85 mila cooperative;

   attualmente il sistema di vigilanza sugli enti cooperativi è disciplinato dal decreto legislativo n. 220 del 2002, che attribuisce al Ministero delle imprese e del made in Italy, ai sensi dell'articolo 1, «la vigilanza su tutte le forme di società cooperative e i loro consorzi, gruppi cooperativi ex articolo 5, comma 1, lettera f), legge 3 ottobre 2001, n. 366, società di mutuo soccorso ed enti mutualistici di cui all'articolo 2512 del codice civile, consorzi agrari e piccole società cooperative, di seguito denominati enti cooperativi (...) che la esercita mediante revisioni cooperative e straordinarie (...)»;

   il comma 4 dell'articolo 2 del medesimo decreto legislativo n. 220 del 2001, dispone che «Nei confronti degli enti cooperativi aderenti alle Associazioni nazionali di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo, di seguito denominate Associazioni, le revisioni cooperative sono effettuate dalle associazioni stesse a mezzo di revisori da esse incaricati»;

   noto è il fenomeno della falsa cooperazione e degli episodi di lavoro irregolare e illegale a discapito della cooperazione che si attiene ai principi costituzionali della mutualità –:

   se e quali ulteriori dettagli possa fornire in merito agli intendimenti di riforma di cui in premessa.
(5-03002)


   PELUFFO, DE MICHELI, DI SANZO e GNASSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il Piano Transizione 5.0, in complementarità con il Piano Transizione 4.0, mette a disposizione delle imprese, nel biennio 2024-2025, 12,7 miliardi di euro per sostenere la transizione del sistema produttivo verso un modello di produzione efficiente sotto il profilo energetico, sostenibile e basato sulle fonti rinnovabili;

   si tratta di un credito d'imposta destinato alle imprese che effettuano nuovi investimenti dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, riconosciuto a condizione che si realizzi una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3 per cento per la struttura produttiva o, in alternativa, di almeno il 5 per cento del processo interessato dall'investimento;

   il piano è istituito e regolato dall'articolo 38 del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, e le modalità attuative sono contenute nel decreto interministeriale del 24 luglio 2024, nel decreto direttoriale del 6 agosto 2024, nella circolare operativa del 16 agosto 2024 e infine nel decreto direttoriale dell'11 settembre 2024;

   a causa del ritardo nell'emanazione dei decreti attuativi e della complessità degli stessi, finora sono arrivate dalle imprese richieste per soli 70 milioni di euro, di cui 45 milioni già fruibili, ma si è ben lontani dai 6,3 miliardi di incentivo potenzialmente utilizzabili entro la fine del prossimo anno;

   sono infatti numerose le segnalazioni di imprese riguardanti la difficoltà di interpretazione riferita all'ammissibilità alle agevolazioni dei progetti di innovazione, all'individuazione degli investimenti agevolabili, ai criteri per la determinazione del risparmio energetico conseguibile, ai requisiti degli impianti finalizzati all'autoproduzione destinata all'autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, alle indicazioni per il rispetto del principio del Dnsh, alle modalità di trasmissione e gestione delle comunicazioni previste nell'ambito della procedura di accesso al credito d'imposta e alla relativa documentazione da allegare;

   così come sono molte le richieste di interventi di semplificazione che consentano effettivamente il decollo della misura, soprattutto riguardo al meccanismo di prenotazione dei fondi e all'individuazione delle finestre di ammissibilità degli investimenti, e questo nonostante l'esistenza di un modello virtuoso ed efficace da replicare quale industria 4.0 che, approvato da precedenti Governi con un forte contributo parlamentare, ha dimostrato di funzionare molto bene, consentendo alle imprese italiane di continuare ad investire nonostante le varie crisi degli ultimi anni –:

   quali correttivi intenda adottare con urgenza il Governo per accelerare la transizione del sistema produttivo, assicurando la fruibilità per le imprese degli incentivi previsti da Transizione 5.0.
(5-03003)


   GHIRRA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   con l'interrogazione n. 3-01403 del 10 settembre 2024, l'interrogante ha posto al Ministro interrogato un quesito in merito all'inasprimento della vertenza riguardante la Portovesme s.r.l., l'unica azienda produttrice di zinco e piombo primario in Italia, che opera in Sardegna negli stabilimenti di San Gavino e Portoscuso, dove occupa oltre 1.000 lavoratori, tra diretti e indiretti. In particolare, all'indomani della decisione dell'azienda di fermare la linea di produzione dello zinco primario, provocando di fatto il blocco dello stabilimento di Portoscuso, vista la gravità della situazione e le ripercussioni drammatiche sui lavoratori e sull'intero settore produttivo, si è domandato quali iniziative si intendessero intraprendere per scongiurare lo smantellamento del comparto e ottenere il rilancio industriale della Portovesme s.r.l., riconvocando urgentemente il tavolo di concertazione con l'azienda Glencore e le organizzazioni sindacali e individuando soluzioni durature per i lavoratori e le produzioni;

   nella stessa sede il Ministro interrogato ha comunicato di aver convocato l'azienda, per contestare la decisione sulla chiusura della linea dello zinco primario, chiedendone la revoca e ha comunicato di aver convocato il tavolo di crisi per il 24 settembre 2024;

   da successive notizie di stampa, si è appreso del buon esito della seduta del tavolo di crisi, nel corso della quale le parti istituzionali, i Ministeri e la regione, insieme ai sindacati, hanno condiviso la richiesta all'azienda di non cessare l'attività della linea zinco, produzione considerata strategica per il Paese;

   in seguito però, nell'audizione del Ministro interrogato alla Commissione attività produttive della Camera dei deputati non si è fatta menzione della necessità di condurre la Glencore a proseguire l'attività della linea zinco primario nello stabilimento di Portovesme, ma si è data grande rilevanza al progetto alternativo di produzione del litio, del quale tuttavia non si conoscono i contenuti, né sul piano industriale, né il suo impatto sull'occupazione;

   nella stessa sede il Ministro interrogato ha informato la Commissione di un successivo incontro calendarizzato il 9 ottobre 2024 fra le parti istituzionali e l'azienda Glencore, senza che poi ne siano stati diffusi contenuto e determinazioni –:

   quali siano le determinazioni del Governo, per quanto di competenza, in merito alla richiesta di mantenere in produzione la linea dello zinco primario a Portovesme e al progetto cosiddetto «litio» presentato dall'azienda, anche con riferimento al tavolo di concertazione con le parti sociali per addivenire ad una soluzione condivisa che preservi produttività e occupazione.
(5-03004)


   APPENDINO, IARIA, PAVANELLI, CAPPELLETTI e FERRARA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Comau è una storica azienda torinese strettamente legata all'innovazione tecnologica. È stata l'artefice dell'automazione industriale e un fiore all'occhiello del gruppo Fiat, garantendo per anni l'automazione nei processi di produzione;

   a luglio 2024 il Governo, su proposta del Ministero delle imprese e del made in Italy, ha autorizzato, con prescrizioni, l'acquisizione, da parte di Oep Heron BidCo, dell'intero capitale sociale di Comau, attualmente detenuto da Stellantis, la quale, acquisirà il 49,9 per cento di Oep Heron BidCo, mentre il restante 50,1 per cento sarà detenuto da Oep Heron MidCo (già Lina), società indirettamente controllata dal fondo statunitense di private equity One Equity Partners;

   in merito alla citata operazione, le organizzazioni sindacali hanno manifestato la propria preoccupazione per i circa 750 dipendenti italiani, per la preservazione del patrimonio industriale e professionale dell'azienda e per il futuro della produzione in Italia;

   le confortanti dichiarazioni sulle prospettive future di Comau, sui livelli occupazionali da parte di Stellantis, così come le rassicurazioni date dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in merito al «mantenimento, in Italia, degli impianti di produzione delle società italiane del gruppo e delle funzioni di direzione e coordinamento delle attività di ricerca e sviluppo», si scontrano con un contesto in cui Stellantis continua a disimpegnarsi nel nostro Paese, con una logica unilaterale, riducendo il numero di autovetture prodotte e ricorrendo e prolungando gli ammortizzatori sociali nei diversi stabilimenti italiani –:

   se per quanto di competenza possa fornire in modo puntuale i dettagli sulle prescrizioni e sulla durata dell'accordo di cui in premessa al fine di avere certezza che le medesime siano volte effettivamente a rafforzare, sotto il profilo industriale-produttivo, la sede di Grugliasco e a valorizzare gli investimenti e l'occupazione nel medio-lungo termine, anche verificando la possibilità di garantire che gli impegni assunti dal fondo One Equity Partners siano idonei a soddisfare l'interesse nazionale per un asset strategico come la Comau.
(5-03005)


   SQUERI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   l'11 ottobre 2024 il Ceo di Stellantis è stato ascoltato presso le Commissioni attività produttive della Camera e industria del Senato dove ha riconfermato l'impegno per l'elettrico, rispetto al quale ha richiesto ulteriori sostegni poiché «è troppo tardi per cambiarlo». Ha affermato che gli impianti italiani hanno modelli assegnati fino al 2030, in alcuni casi fino al 2033, anche se i costi di produzione, in particolare l'energia sono troppo alti;

   il 16 ottobre 2024 la Camera dei deputati ha approvato mozioni che impegnano il Governo ad avanzare una proposta in sede europea;

   1) per rivedere da subito il percorso del green deal e per anticipare alto prima metà del 2025 la relazione sui progressi sulla mobilità e della clausola di revisione del regolamento che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni di anidride carbonica dei veicoli:

   2) promuovere percorsi di transizione della filiera italiana dell'automotive anche verso soluzioni tecnologicamente ecologiche che utilizzino carburanti di nuova generazione come gli e-fuel (carburano sintetici) biocarburanti e idrogeno;

   il 18 ottobre 2024 si è svolta a Roma una manifestazione dei metalmeccanici del comparto automotive, nella quale sono stati evidenziati: il crollo della produzione di auto in Italia del 3 0 per cento nell'ultimo anno, il rischio concreto di perdita a breve di 25.000 posti di lavoro, l'esaurimento delle risorse Cig l'approssimarsi del termine del periodo di erogazione;

   il 21 ottobre 2024 l'Assemblea di Assolombarda ha sottolineato l'impossibilità di rispettare la scadenza del 2035 per la fine della vendita dei motori endotermici;

   il Pse preannuncia la modifica al rialzo delle accise sul gasolio, in quanto «sussidi ambientalmente dannosi», misura che colpisce in particolare l'autotrasporto e l'agricoltura –:

   quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare sulle problematiche esposte in premessa, anche con riferimento al rinvio delle multe alle case automobilistiche che non rispettano i parametri delle emissioni dal 2025 e l'allargamento post 2035 verso soluzioni endotermiche tecnologicamente ecologiche che utilizzino carburanti di nuova generazione
(5-03006)

Interrogazione a risposta scritta:


   ROSATO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   lo stabilimento della Flex, che appartiene al gruppo statunitense Flextronic, situato nel comune di Muggia, in provincia di Trieste, attivo nel settore delle telecomunicazioni e della robotica, occupa al momento direttamente 239 lavoratori oltre a numerose maestranze che operano in appalto generalizzato per complessivi 347 posti di lavoro;

   il 1° gennaio 2025 scadrà il principale contratto di fornitura in essere con Nokia, da cui dipende circa l'80 per cento della manodopera attualmente impiegata e, secondo le organizzazioni sociali, questo si tradurrà in una riduzione dell'organico per circa 200 unità;

   tale preoccupazione ha trovato riscontro nella richiesta avanzata recentemente dall'azienda di attivazione dei contratti di solidarietà per 225 lavoratori con un impatto che varierà da due giornate a settimana per un totale di 78 lavoratori a quattro giornate a settimana per 147 persone;

   nonostante le rassicurazioni dell'azienda, che sembra confermare la volontà di non procedere al licenziamento degli operai ma alla ricerca di nuovi clienti e allo sviluppo di quelli attuali, la situazione è stata definita «delicata» dal Gruppo stesso;

   appare evidente che in assenza di alternative concrete per la Flex, si configurerebbe una perdita non solo occupazionale ma per tutta l'industria locale nonostante il settore sia fra quelli a maggiore valore aggiunto e quindi coerente con la composita realtà economica del territorio;

   atteso il coinvolgimento di una società multinazionale e il numero elevato di lavoratori coinvolti, si ritiene opportuno un intervento attivo del Governo a tutela della continuità produttiva e dei posti di lavoro –:

   se il Ministro sia a conoscenza della grave situazione che si è determinata presso lo stabilimento della Flex atteso che il contratto di fornitura in essere con Nokia scadrà entro fine anno;

   quali iniziative di competenza intenda promuovere a tutela dei posti di lavoro e della continuità produttiva nello stabilimenti Flex anche al fine di impedire che la riduzione del volume di produzione possa essere propedeutico ad un successivo disimpegno totale del gruppo dal nostro Paese.
(4-03661)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DEBORAH BERGAMINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Vallingasca in Lunigiana è una frazione, a metri 800 di altezza, nel comune di Pontremoli (provincia di Massa Carrara) colpita da diversi e rilevanti eventi franosi, che spesso hanno pregiudicato i collegamenti stradali e la sicurezza dei suoi abitanti;

   il comune di Pontremoli nel 2017 ha concordato con il Provveditorato alle opere pubbliche della Toscana l'esecuzione di opere di ripristino di un pericoloso versante franoso;

   in quell'anno veniva firmato un protocollo d'intesa tra comune e Provveditorato OOPP per opere da eseguire da parte di quest'ultimo, grazie ad un finanziamento del Ministero delle infrastrutture, pari a 330.000 euro. Il relativo progetto era stato poi approvato il 23 novembre 2019 e i lavori sono stati appaltati, come previsto, entro il 31 dicembre 2019;

   il 23 maggio 2021 è stato effettuato, dopo molte insistenze, un sopralluogo del comune con la ditta vincitrice dell'appalto e con il Provveditorato per accelerare la realizzazione delle opere;

   risulta all'interrogante che ad oggi i lavori non sono ancora iniziati. Il Provveditorato, più volte sollecitato dal comune anziché attivarsi per risolvere il problema ed informare correttamente l'ente è rimasto sostanzialmente inerte. La ditta incaricata non sarebbe più in grado di svolgere i lavori, avendo nel frattempo ceduto un ramo aziendale;

   il movimento franoso ha continuato la sua «corsa»; i pericoli sono aumentati e si teme che i costi per i risanamenti e i ripristini si siano notevolmente incrementati –:

   se non ritenga opportuno riferire sugli esiti del finanziamento che il Ministero ha erogato nel 2019 per i lavori individuati in premessa.
(5-03008)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata:


   FRATOIANNI, BONELLI, GHIRRA, ZANELLA, BORRELLI, DORI, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   una delegazione di parlamentari si è recata recentemente presso il complesso per migranti realizzato in Albania, constatando che le strutture risultano ancora in fase di cantiere;

   a maggio 2024 il Ministero dell'interno ha pubblicato una «consultazione preliminare di mercato» per la fornitura del servizio di trasporto di persone migranti dalle acque internazionali del Mediterraneo centrale al porto di Shengjin attraverso il noleggio di navi private;

   tale servizio sarebbe dovuto iniziare a metà settembre 2024, ma a metà ottobre 2024 le procedure d'appalto non risultano ancora concluse;

   dunque, nonostante i lavori di allestimento dei centri non siano terminati e le procedure d'appalto per il noleggio dei traghetti non siano concluse, il Governo ha deciso comunque di trasferire in Albania 16 migranti utilizzando la nave militare Libra;

   secondo l'ammiraglio Vittorio Alessandro, ex portavoce della Guardia costiera, la nave militare non avrebbe avuto spazi adeguati per ospitare i migranti garantendo le condizioni previste nella consultazione preliminare di mercato, dagli alloggi alle aree tecniche, agli spazi da adibire alle attività di screening;

   ad avviso degli interroganti occorre chiarire quali siano stati i criteri adottati per individuare i migranti da trasportare in Albania, se a bordo della Libra siano state effettuate attività di screening e fornita tutta l'assistenza necessaria per navigare in sicurezza, a partire dagli alloggi e, soprattutto, perché si è deciso di procedere con urgenza con il primo trasferimento di migranti in Albania nonostante le criticità e i ritardi illustrati;

   i migranti hanno riferito alla delegazione parlamentare di modalità del tutto aleatorie di selezione a bordo, i minori e fragili sarebbero stati individuati in maniera approssimativa, tanto che 4 di loro, appena sbarcati, sono stati rimandati in Italia perché minorenni o vulnerabili, mentre 12 sono rientrati a seguito del provvedimento del tribunale di Roma;

   la decisione di impiegare la nave Libra, costosa e inadeguata ad effettuare quel tipo di viaggio, risulta grave e incomprensibile –:

   se intenda chiarire quali siano state le inderogabili ragioni che hanno portato ad utilizzare la nave militare Libra, con quali costi per il trasferimento, la permanenza in Albania e il rientro in Italia dei migranti, e se oltre la Libra siano state impiegate altre unità navali, chiarendo altresì che tipo di personale, e con quali valutazioni, abbia determinato la selezione dei migranti trasferiti in Albania e se agli stessi sia stata garantita adeguata assistenza e rispetto dei diritti a loro riconosciuti non solo dalle norme sovranazionali, ma, ad oggi, anche da quelle nazionali.
(3-01506)


   ASCARI, D'ORSO, CAFIERO DE RAHO, GIULIANO, ALIFANO e PENZA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   recenti organi di stampa hanno tristemente raccontato di tre donne uccise in meno di un mese, a Torino, a San Severo (Foggia) e l'ultima a Civitavecchia, nonostante gli uomini che le perseguitavano e le minacciavano di morte avessero il braccialetto elettronico alla caviglia;

   già il 27 settembre 2024, in sede di risposta ad un'interrogazione parlamentare, il Governo riconosceva «criticità riconducibili a connessione di rete», come «ai tempi di attivazione», e parlava di «soluzioni tecniche» che sarebbero state «richieste al fornitore»;

   tali soluzioni appaiono sempre più necessarie, anche alla luce del fatto che il numero di apparecchi in circolazione è aumentato con l'entrata in vigore del «disegno di legge Roccella»: da novembre 2023, infatti, la misura viene applicata automaticamente nei casi dei cosiddetti «reati spia» (stalking e maltrattamenti);

   il Ministro interrogato ha già riferito circa l'attivazione, presso il Ministero dell'interno, di un gruppo di lavoro interforze, con la partecipazione anche del Ministero della giustizia, che avrebbe individuato possibili soluzioni tecniche migliorative dei dispositivi, che sarebbero già state comunicate al fornitore, tra cui la predisposizione di linee guida per gli operatori delle forze di polizia preposti al sistema di monitoraggio delle segnalazioni;

   tuttavia, appare evidente come i richiamati dispositivi, utilizzati per monitorare soggetti pericolosi o sottoposti a misure restrittive, presentino ancora numerosi malfunzionamenti, compromettendo la loro efficacia nel proteggere le vittime di violenza;

   si consideri, altresì, che il sovraccarico di lavoro per le forze dell'ordine dovuto a falsi allarmi potrebbe distogliere dalla gestione di situazioni di reale emergenza;

   non sembra che siano state adottate soluzioni efficaci, né dal Ministero competente, né dal soggetto fornitore, al fine di assicurare il corretto funzionamento dei braccialetti elettronici, dispositivi fondamentali per garantire un monitoraggio efficace degli aggressori e scongiurare il consumarsi di epiloghi infausti per le donne denuncianti –:

   alla luce delle risultanze emerse in sede di tavolo tecnico di lavoro interforze presso il Ministero dell'interno e segnatamente rispetto alle criticità riconducibili alla connessione di rete e ai tempi di attivazione e disattivazione dei braccialetti elettronici, per le quali sarebbero state veicolate al fornitore le possibili soluzioni ai fini di un miglioramento del servizio, quali iniziative di competenza intenda intraprendere per impedire medio tempore il verificarsi di ulteriori casi di femminicidi come quelli richiamati in premessa, in quanto è inconcepibile che – come segnalato dalle stesse forze dell'ordine – gli strumenti introdotti per salvare le donne funzionino male o in ritardo o si inceppino, con l'effetto di aumentare il rischio per le stesse vittime.
(3-01507)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SCOTTO e SARRACINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   già nell'interrogazione 4-02026 del 2023 a firma dell'interrogante, a cui non è mai stata data risposta, si fa riferimento alle dichiarazioni di Rosario Giugliano, noto killer di camorra, che avrebbe influenzato le elezioni comunali di Poggiomarino del 2020, manovrando direttamente candidati e appalti;

   queste rivelazioni sottolineavano un quadro di sistematica infiltrazione mafiosa nelle amministrazioni locali, generando forti preoccupazioni riguardo al controllo criminale sulle istituzioni democratiche;

   nella giornata del 21 ottobre 2024, Maurizio Falanga, sindaco di Poggiomarino, è stato arrestato insieme ad altri due soggetti con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso, con l'aggravante dell'elezione dei partecipanti;

   l'inchiesta della Dda di Napoli ha rivelato legami tra la campagna elettorale e organizzazioni criminali, sottolineando l'influenza della camorra sulle dinamiche elettorali locali;

   Poggiomarino, come tanti altri comuni del Mezzogiorno, ha una lunga storia di infiltrazioni camorristiche nelle sue dinamiche politico-amministrative. Sin dagli anni '70, la camorra ha cercato di ottenere il controllo del territorio attraverso alleanze con attori politici, con l'obiettivo di garantirsi il predominio su settori strategici come l'edilizia, lo smaltimento dei rifiuti e i lavori pubblici. Il rapporto tra la politica locale e la criminalità organizzata ha dato luogo a un sistema corruttivo che ha soffocato lo sviluppo democratico e il progresso economico di questa comunità. Gli arresti odierni confermano che, nonostante l'impegno di molte forze sane della società, la camorra continua a esercitare una pesante influenza su processi democratici cruciali, come le elezioni locali;

   la storia di Poggiomarino e del suo territorio è strettamente legata a quella della camorra napoletana, in particolare dei clan che dominano l'area vesuviana. Tale legame rappresenta una delle principali cause del ritardo economico e sociale del comune, colpendo in maniera particolare le fasce più deboli della popolazione e minando ogni sforzo di emancipazione civile;

   episodi di tale gravità minano la fiducia delle comunità nei confronti delle istituzioni democratiche, alimentando la percezione di una politica corrotta e collusa con la criminalità organizzata. È proprio nei momenti di crisi istituzionale che lo Stato deve dimostrare fermezza e rigore, mettendo al centro il principio di legalità come strumento di riscatto per territori storicamente oppressi dalla criminalità;

   questo evento si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per l'infiltrazione mafiosa nelle amministrazioni locali, soprattutto nel Mezzogiorno, dove la debolezza del tessuto socio-economico facilita l'influenza delle organizzazioni criminali. L'inadeguata presenza dello Stato e la mancata valorizzazione delle risorse territoriali, sociali e culturali alimentano un circolo vizioso di povertà e dipendenza dal potere mafioso, generando un forte senso di sfiducia nella capacità delle istituzioni di garantire diritti fondamentali –:

   quali iniziative intenda adottare – per quanto di competenza – per rafforzare il monitoraggio e la prevenzione di fenomeni di scambio elettorale politico-mafioso nei comuni esposti all'influenza della criminalità organizzata, garantendo un controllo stringente sui processi elettorali e sugli apparati amministrativi locali, con particolare attenzione ai comuni del Mezzogiorno;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative di carattere normativo volte a potenziare le garanzie di trasparenza e legalità nelle elezioni locali, introducendo norme che limitino la discrezionalità amministrativa e rafforzino la sorveglianza pubblica, anche attraverso la partecipazione attiva della società civile e dei movimenti antimafia;

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per supportare la comunità di Poggiomarino nella gestione commissariale e nella ricostruzione della fiducia civica e istituzionale, stanziando risorse economiche e umane necessarie a rafforzare il tessuto democratico, con progetti che coinvolgano attivamente i giovani e le realtà associative del territorio, per contrastare la cultura del silenzio e dell'omertà che storicamente ha favorito la criminalità organizzata.
(5-03009)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PICCOLOTTI e MARI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da fonti di stampa, l'arpista romana Ornella Bartolozzi ha chiesto al Ministero dell'interno un risarcimento di oltre un milione di euro per aver prestato la propria opera per ben 14 anni all'interno della banda musicale della Polizia di Stato senza alcuna regolamentazione del rapporto e senza alcuna remunerazione;

   secondo il Ministero dell'interno la musicista avrebbe svolto prestazioni lavorative occasionali, remunerate dagli organizzatori delle serate e non esisterebbe alcun rapporto lavorativo di dipendenza dal ministero;

   dal 2003 al 2017 l'arpista ha partecipato a circa 150 concerti in Italia, pur non facendo parte del corpo della Polizia di Stato o di altra pubblica amministrazione e avrebbe chiesto invano di essere stabilizzata e, anzi, sostiene di aver ricevuto sempre promesse di stabilizzazione mai concretizzatesi;

   la stessa ha dichiarato di aver lavorato sempre in nero ricevendo il compenso in contanti, pari a 75 euro a concerto, e così nel 2022 ha deciso di rivolgersi al tribunale per chiedere un risarcimento al Ministero dell'interno, al quale ha contestato inoltre la partecipazione a concerti sporadici nelle basi militari e nelle ambasciate di tutto il mondo, viaggiando con i colleghi poliziotti sui bus della polizia e a bordo degli aerei in dotazione all'Aeronautica per esibirsi in Messico, Germania, Stati Uniti d'America, Malta, Israele e Norvegia;

   nel ricorso presentato al Tar, dopo che il giudice del lavoro si è dichiarato incompetente, la musicista punta anche a far raccogliere le testimonianze di noti artisti che si sono esibiti con lei in un lunghissimo elenco di manifestazioni in Italia e all'estero, per dimostrare che era a tutti gli effetti un membro della banda della Polizia;

   nello stesso ricorso viene specificato che «il rapporto di lavoro» della musicista con la banda della Polizia di Stato «è cessato quando la signora ha preteso la regolarizzazione della propria posizione lavorativa»;

   i legali della musicista hanno precisato che nel corso dei 14 anni di collaborazione la signora Bartolozzi, anche in base a provvedimenti interni della amministrazione, è stata impiegata, in Italia e all'estero in numerosi concerti ed eventi che hanno coinvolto famosi esponenti del mondo della politica, dello sport, della cultura, dello spettacolo e della musica, svolgendo la propria opera in maniera costante e continuativa;

   ad avviso dell'interrogante è inconcepibile che la banda della Polizia di Stato potesse avere al proprio interno un componente con un rapporto di lavoro non regolarizzato e retribuito in nero e il Ministero interrogato avrebbe dovuto vigilare perché ciò non accadesse, anche perché, come si può leggere anche sul sito della Polizia di Stato, per entrare a far parte di questo reparto è necessario partecipare ad un concorso pubblico indetto proprio per questa particolare carriera –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere il Ministro interrogato per accertare come sia stato possibile che una musicista abbia potuto esibirsi per ben 14 anni all'interno della banda musicale della Polizia di Stato venendo sistematicamente retribuita in nero e in assenza della formalizzazione di qualsiasi tipo di rapporto di lavoro o professionale.
(4-03659)


   FORATTINI, FERRARI e GHIO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   tre donne uccise in meno di un mese, è quanto è accaduto a causa del mancato o cattivo funzionamento del braccialetto elettronico anti stalking;

   il 19 ottobre 2024 Camelia Ion, 56enne rumena è stata uccisa dall'ex compagno a Civitavecchia, l'uomo già indagato per atti persecutori, aveva il braccialetto elettronico;

   il 23 settembre 2024, a Torino, Roua Nabi, 34 anni, è stata uccisa dal marito che era già stato denunciato per maltrattamenti e aggressione e, al quale con provvedimento del giudice, era stato applicato il braccialetto elettronico anti stalking;

   inoltre, in provincia di Venezia, un uomo a cui era stato applicato il braccialetto elettronico per le continue minacce e molestie nei confronti della ex moglie, è riuscito a staccare il dispositivo dalla caviglia e a fotografarlo a fianco di un coltello, minacciando con tale immagine la ex moglie; infine, è notizia recentissima che a Roma, una giovane donna di 28 anni, stalkerizzata, maltrattata, abusata e sequestrata dall'ex compagno per mesi, ha denunciato il malfunzionamento del braccialetto elettronico applicato all'ex compagno da tre anni, poiché questi ha continuato a minacciarla e a infrangere le prescrizioni nonostante il dispositivo;

   il braccialetto elettronico è, da diversi anni, lo strumento posto a garanzia delle vittime di violenze domestiche, di genere e contro le donne, e, con provvedimento dell'autorità giudiziaria, se ne dispone l'applicazione per segnalare eventuali violazioni delle misure di divieto di avvicinamento e /o allontanamento dalla casa familiare;

   allo strumento in oggetto si è attribuita una importante funzione di deterrente per l'imputato/indagato e di presidio di tutela per la vittima; tuttavia i casi di cui in premessa sono soltanto degli episodi tragicamente esemplificativi di molteplici segnalazioni di cattivo funzionamento; a tale problematica si aggiungono, altresì, le recenti segnalazioni circa il numero esiguo dei dispositivi, a fronte di un notevole incremento delle notizie di reato e delle misure cautelari;

   secondo quanto risulta alle interroganti, grazie alla modifica apportata con legge n. 168 del 2023, che ha reso obbligatorio lo strumento, sono aumentate le richieste di applicazione dei dispositivi, ma, a fronte dell'aumento della richiesta, si registrano ritardi nell'adempimento della fornitura da parte della società incaricata dal Ministero dell'interno;

   da quanto emerge dai dati diffusi dal Ministero dell'interno, il contratto con la società Fastweb incaricata della fornitura, prevederebbe una disponibilità di 1200 braccialetti elettronici mensili, che però non vengono distinti per tipologia applicativa, pertanto ciò avrebbe causato un notevole ritardo nella fornitura e nei tempi di applicazione;

   con riguardo al problema del mancato o errato funzionamento, sono stati segnalati numerosi casi di cosiddetto «falso allarme» e di disservizio degli apparecchi, casi causati da una mancata messa a punto dell'apparecchio, cui sarebbe possibile ovviare attraverso l'istituzione di un sistema di monitoraggio centralizzato;

   a seguito di queste segnalazioni risulta che i Ministri interrogati abbiano dichiarato di volersi impegnare, anche attraverso l'istituzione di un tavolo interministeriale, per individuare le criticità connesse e conseguenti all'applicazione del braccialetto elettronico; tuttavia non sono noti né l'effettiva istituzione, né tantomeno l'esito dei lavori del suddetto tavolo –:

   quale sia lo stato dei lavori del tavolo interministeriale in premessa;

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, abbiano contezza dell'effettivo numero dei braccialetti elettronici attualmente in uso per reati legati alla violenza domestica, di genere e contro le donne;

   se abbiano contezza della quantità di braccialetti segnalati in quanto malfunzionanti e se siano a conoscenza delle principali cause di malfunzionamento;

   quali iniziative immediate, per quanto di rispettiva competenza, intendano adottare, anche sul piano contrattuale, al fine di garantire il numero necessario di braccialetti elettronici a disposizione delle forze dell'ordine per il contrasto alla violenza domestica, di genere e contro le donne.
(4-03660)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   GIAGONI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la peste suina africana (Psa) è una malattia altamente contagiosa che colpisce i suini selvatici e domestici, ma non gli esseri umani;

   in Italia, come in diversi altri Paesi, l'infezione si diffonde principalmente tra i suini selvatici, che mantengono l'infezione nell'ambiente rendendo difficile la sua eradicazione;

   il virus della Psa è altamente contagioso per i suini, sia selvatici che allevati, e provoca la morte entro 10 giorni dai primi sintomi, simili a quelli della peste suina classica;

   il forte rischio di passaggio dagli animali selvatici ai domestici rappresenta il motivo per cui alla comparsa di casi nei selvatici, scattano misure di limitazione delle movimentazioni di animali e prodotti, con conseguenti possibili ingenti perdite economiche, al momento purtroppo non esiste un vaccino per la Psa;

   con il supporto unanime degli Stati membri dell'Unione europea durante la riunione del Comitato Paff (Piante, animali, alimenti e mangimi) tenutasi a Bruxelles il 20 settembre 2024, la Commissione europea ha deciso di abrogare le ultime misure restrittive ancora in vigore nella regione Sardegna a causa della peste suina africana;

   la devastante malattia dei suini ha attagliato l'isola per oltre quarant'anni causando danni economici ingenti per le aziende produttrici;

   la Psa da qualche tempo sta causando grandissimi problemi in numerose altre regioni italiane, in Europa e in molte altre aree del mondo;

   nonostante questo nei vari aeroporti dell'isola sono ancora presenti, nel settore partenze, cartelli informativi che informano i visitatori circa l'impossibilità di trasportare fuori dal territorio regionale prodotti di carne suina a causa della Psa;

   tali cartelli però non sono posti nel settore arrivi e soprattutto non compaiono nei porti e aeroporti di partenza in quelle regioni che ancora oggi si ritrovano a dover combattere la triste piaga della Psa;

   con una nota inviata all'attenzione del Ministero della salute il Direttore del dipartimento di prevenzione veterinaria del Nord Sardegna nonché coordinatore dei servizi veterinari della Sardegna per l'eradicazione del virus della Psa, Dottor Francesco Sgarangella, ha chiesto di implementare i controlli circa l'esportazione delle carni di origine suina provenienti dalle regioni d'Italia ove ancora la Psa non è stata eradicata, un atto doveroso che tutela regioni, come la Sardegna, che hanno pagato nel tempo uno scotto troppo alto a causa della malattia e che non possono permettersi di ricadere nell'incubo di un embargo durato decenni;

   l'eventuale diffusione della malattia in Sardegna avrebbe conseguenze devastanti per gli allevatori, causando perdite ingenti alla filiera suinicola italiana. A ciò si aggiunga che gli operatori del comparto agricolo e agroalimentare stanno già affrontando un periodo difficile e complesso –:

   se siano a conoscenza della situazione sopra descritta e se intendano provvedere, per quanto di competenza, a procedere con maggiori controlli e restrizioni nei confronti dei territori interessati dal fenomeno della Psa al fine di tutelare le regioni attualmente indenni, come richiesto nella nota del Dipartimento prevenzione del Nord Sardegna;

   se intendano adottare iniziative di competenza volte a prevedere un'adeguata cartellonistica informativa nei porti e aeroporti di partenza da quelle regioni ove il virus della Psa ancora insiste e crea gravi danni e disagi;

   se non ritengano necessario adottare iniziative normative volte a vietare in Italia il trasporto o la diffusione o l'utilizzo di alimenti di origine suina o di cinghiale non provvisti di certificazione sanitaria e/o bollo sanitario verso territori indenni da Psa al fine di ridurre il rischio di diffusione del virus.
(4-03657)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta immediata:


   DALLA CHIESA, TASSINARI, BENIGNI, CAPPELLACCI e PATRIARCA. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il 18 settembre 2024, con interrogazione a risposta immediata n. 3-01417, il gruppo Forza Italia ha chiesto al Ministro interrogato quali misure intendesse adottare per superare le criticità emerse in merito alle modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, anche evidenziando come l'attuale meccanismo di accesso non risulti in grado di permettere l'ingresso nel sistema dei soggetti in possesso di una più spiccata attitudine a tale percorso di studi;

   in sede di risposta il Ministro interrogato ha voluto ribadire la sua ferma intenzione di avviare una riforma dell'accesso programmato a medicina che tenesse conto del fabbisogno reale delle strutture sanitarie e, contemporaneamente, della capacità del sistema universitario di accogliere la domanda studentesca e di formare professionisti;

   il Ministro interrogato ha anche annunciato in quella sede di voler superare il meccanismo del test di accesso per sostituirlo con una modalità di selezione che valorizzasse le abilità degli studenti e fosse basato su materie caratterizzanti, prevedendo un periodo di studi comune ai corsi di laurea di medicina e chirurgia, odontoiatria e medicina veterinaria, nonché agli altri corsi di studio di area biomedica, in cui gli studenti frequenteranno una serie di discipline qualificanti;

   la necessità di intervenire a modificare le modalità di accesso ai corsi di laurea su citati nasce sia dall'esigenza di rafforzare il Servizio sanitario nazionale in termini di fabbisogno dei professionisti, sia dalla necessità di introdurre un metodo di selezione per gli studenti, basato su criteri meritocratici e congrui con il percorso formativo volti ad assicurare una preparazione di qualità e a selezionare gli studenti con maggiori attitudini vocazionali sulla base delle competenze acquisite;

   in tal senso è in corso un dibattito anche a livello parlamentare che si sta indirizzando nel senso di individuare soluzioni affini a quelle indicate dal Ministro interrogato –:

   quale orizzonte temporale si ponga per l'attuazione di una riforma così centrale per l'azione del Governo e quali i valori cui intende ispirarla, per garantire un'offerta universitaria di eccellenza che contribuisca al meglio all'affermazione del sistema sanitario nazionale all'avanguardia che il nostro Paese si merita.
(3-01509)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Ruffino n. 4-03094 del 5 luglio 2024;

   interrogazione a risposta orale Boscaini n. 3-01370 del 31 luglio 2024;

   interrogazione a risposta scritta Pastorino n. 4-03624 del 17 ottobre 2024.