Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 23 ottobre 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il 12 dicembre 2015 si è conclusa a Parigi la 21a Conferenza delle Parti (COP21) delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC COP 21), con la firma dello storico accordo volto a regolare il periodo post-2020. Tale accordo, adottato con la decisione 1/CP21, definisce quale obiettivo di lungo termine il contenimento dell'aumento della temperatura del pianeta, ben al di sotto dei 2 °C e il perseguimento degli sforzi di limitare l'aumento a 1.5 °C rispetto ai livelli pre-industriali;

    a quasi dieci anni dalla COP21 di Parigi, dall'11 al 22 novembre a Baku, in Azerbaijan, si svolgerà la 29a sessione della Conferenza delle Parti (COP29) delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC COP 29) affiancata dalla 19a riunione della COP che funge da Riunione delle Parti del Protocollo di Kyoto (CMP19) e dalla 6a riunione della COP che funge da Riunione delle Parti dell'Accordo di Parigi (CMA6);

    la COP29 si inserisce come tappa fondamentale nel percorso iniziato alla COP28 di Dubai, nel 2023, dove si è raggiunto lo storico accordo del transitioning away – o uscita progressiva – dalle fonti fossili già a partire da questo decennio, che condurrà alla COP30 di Belém, in Brasile, con la presentazione dei nuovi obiettivi e piani nazionali di riduzione delle emissioni al 2035, i cosiddetti NDCs (Nationally Determined Contributions);

    la COP29 sarà un momento cruciale per dare continuità ai risultati ottenuti dalla comunità internazionale lo scorso anno a Dubai e poter dar seguito alle discussioni sull'abbandono delle fonti fossili e sulla necessità di triplicare l'installazione di quelle rinnovabili e raddoppiare l'efficienza energetica entro il 2030, con l'obiettivo di conseguire una giusta transizione;

    le 198 Parti discuteranno, tra l'altro, il nuovo obiettivo di finanza per il clima (New Collective Quantified Goal – NCQG) con l'obiettivo di aumentare le risorse a disposizione dei progetti e dei processi di mitigazione e adattamento nei prossimi anni ai cambiamenti climatici. Il 2024 rappresenta la scadenza per trovare un accordo per il nuovo target che sostituirà il precedente goal dei 100 miliardi annui, a partire dal 2025, per aiutare i Paesi più vulnerabili ad affrontare i cambiamenti climatici;

    la COP29 avrà luogo in un contesto di forte instabilità dal punto di vista geopolitico caratterizzato dall'insediamento della nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, dall'incognita delle elezioni americane, da un Vertice dei paesi G20 che si terrà a Rio de Janeiro in Brasile nel mezzo della COP e dai diversi conflitti che affliggono sia il nord che il sud del modo. La COP, quindi, può essere uno degli ultimi contesti internazionali in cui il multilateralismo non solo sopravvive ma mostra anche che una modalità di cooperazione efficace sia ancora possibile attraverso il dialogo, l'ascolto e il compromesso;

    nella seduta del 17 ottobre 2024 il Consiglio europeo ha assunto le conclusioni che costituiranno la posizione negoziale generale dell'Ue alla COP29. Considerando il bilancio globale della COP28 dello scorso anno, il Consiglio sottolinea la necessità di basarsi su tutti gli aspetti della decisione sul bilancio globale e di attuarli. Le conclusioni sottolineano in particolare l'importanza che rivestono il dialogo con gli Emirati arabi uniti per monitorare i progressi collettivi, il programma di lavoro sulla mitigazione per aumentare l'ambizione in materia di mitigazione e il programma di lavoro su percorsi di transizione giusta per conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi in modo giusto ed equo per tutti;

    il Consiglio chiede che i prossimi impegni degli Stati siano elevati al più alto possibile livello d'ambizione. Per i Paesi dell'Ue al 2030 evidenzia come strategica l'attuazione del pacchetto legislativo «pronti per il 55 per cento», e a livello globale rilancia:

     l'invito alle parti ad allineare le proprie politiche e misure con gli obiettivi stabiliti nei loro Ndcs (Nationally determined contributions – gli impegni nazionali formalizzati da parte di ciascuno Stato verso gli obiettivi climatici) in linea con l'Accordo di Parigi, constatando con preoccupazione l'incoerenza tra impegni dichiarati nelle COP e piani nazionali;

     l'appello a triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e a raddoppiare il tasso medio annuo globale di miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030;

     la presentazione, promozione e attuazione di piani nazionali per l'adattamento, evidenziando la complementarità con le azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici, invitando tutte le Parti a compiere maggiori sforzi per integrare l'adattamento al cambiamento climatico e la resilienza nelle politiche, nei settori, nei programmi e nelle attività pertinenti ed esistenti;

     la richiesta di eliminare il prima possibile i sussidi ai combustibili fossili che non affrontano la povertà energetica o la giusta transizione;

    lo stesso Consiglio l'8 ottobre 2024 ha già assunto specifiche conclusioni sulla finanza per il clima richiamando anche gli impegni del Patto sul futuro, ribadendo l'urgenza di perseguire la riforma più ampia dell'architettura finanziaria internazionale e mettendo in evidenza la necessità di compiere tutti gli sforzi necessari per indirizzare la finanza privata verso gli obiettivi climatici. In proposito è stato richiamato il report del panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) secondo cui i flussi finanziari pubblici e privati per i combustibili fossili sono ancora maggiori di quelli per l'adattamento e la mitigazione del clima,

impegna il Governo:

1) a supportare la definizione di Nuovi Obiettivi Collettivi Quantificati ambiziosi (New Collettive Quantified Goals o NCGQs) attraverso un impegno finanziario adeguato a rispondere ai bisogni dei Paesi in via di sviluppo e allineato all'obiettivo dell'1,5 °C e che preveda una parte significativa di sovvenzioni e finanziamenti agevolati per la mitigazione, l'adattamento, le perdite e i danni;

2) ad adottare iniziative di competenza volte a confermare l'impegno a contribuire al secondo periodo di rifinanziamento del Fondo Verde per il Clima (Green Climate Fund) raddoppiando il precedente contributo a 600 milioni di euro;

3) ad adottare iniziative di competenza volte ad aumentare, in linea con gli impegni sottoscritti insieme agli altri paesi sviluppati e in ottemperanza dell'Accordo di Parigi, il contributo annuale all'Adaptation Fund a 60 milioni di euro l'anno, rinnovandolo annualmente;

4) a sostenere la rapida operatività del Fondo per le perdite e i danni stimolando la contribuzione degli altri paesi sviluppati;

5) a supportare l'azione diplomatica verso l'attivazione di contributi finanziari per l'azione climatica globale anche da parte delle cosiddette economie emergenti, in linea con l'evoluzione dei bisogni e delle proprie capacità;

6) a promuovere lo sviluppo di un approccio sistemico ai Piani di Transizione, che integri i piani nazionali con quelli privati (inclusi il settore finanziario e le imprese) e delle istituzioni pubbliche come le banche centrali;

7) ad adottare iniziative volte ad accelerare l'operatività del Fondo italiano per il clima (FIC), per il quale l'Italia si è impegnata a investire 840 milioni di euro l'anno dal 2022 al 2026, assicurando che il Fondo italiano per il clima sia gestito con integrità e trasparenza e coinvolgendo nel processo decisionale sia la società civile italiana, sia le comunità locali che beneficiano dei finanziamenti;

8) ad adottare iniziative per stabilire criteri trasparenti e verificabili per l'assegnazione dei finanziamenti del Fondo italiano per il clima in modo da garantire l'efficacia nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi ed una ripartizione equilibrata dei finanziamenti tra le attività di mitigazione e adattamento;

9) ad adottare iniziative per aumentare la quota di sovvenzioni nell'ambito del Fondo italiano per il clima, finalizzate a facilitare gli interventi in contesti fragili o in conflitto, che sono particolarmente vulnerabili agli shock e agli impatti climatici;

10) ad assumere iniziative volte ad aumentare la quota di Aiuto pubblico allo sviluppo (APS) dallo 0,3 per cento del prodotto interno lordo nel 2022 allo 0,5 per cento nel 2025, per arrivare all'obiettivo dello 0,7 per cento entro il 2030, allineando le azioni della cooperazione allo sviluppo agli obiettivi climatici e dedicando il 50 per cento di esse alla lotta al cambiamento climatico;

11) a promuovere l'adozione di misure concrete per affrontare la crisi del debito e favorire la sostenibilità debitoria nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, sostenendo le iniziative per l'introduzione di sospensioni temporanee dei pagamenti del servizio del debito per i Paesi che ne fanno richiesta, di procedure più trasparenti, rapide e prevedibili e di criteri di eleggibilità per il credito più flessibili;

12) a sostenere una revisione urgente delle sovrattasse applicate dal FMI sui debiti scaduti, riducendo così il costo del servizio del debito per i Paesi più vulnerabili, con particolare riferimento ai Paesi africani;

13) ad adottare e annunciare nell'ambito della COP29 la decisione di incrementare del 25 per cento in termini reali il contributo dell'Italia all'Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA);

14) ad adottare iniziative di competenza volte a redistribuire almeno il 40 per cento dei propri diritti speciali di prelievo per la mitigazione e l'adattamento e impegnarsi collettivamente in sede G7 a redistribuire una quota pari a 100 miliardi di dollari in diritti speciali di prelievo entro la fine del 2024, sia attraverso il Fondo per la resilienza del Fondo monetario internazionale sia sbloccando l'utilizzo dei diritti speciali di prelievo come capitale ibrido, in modo da essere riallocabile alle banche multilaterali di sviluppo, inclusa la Banca africana di sviluppo;

15) a promuovere la creazione di politiche della domanda dei prodotti verdi mediante accordi globali internazionali di commercio intorno a standard rigorosi, sistemi di reporting comuni, paragonabili o interoperabili, anche affrontando le questioni di sovraccapacità, come nel caso della produzione dell'acciaio;

16) ad adottare le necessarie iniziative di competenza volte ad identificare un obiettivo esplicito di elettrificazione e un quadro di politiche coerenti con tale obiettivo – comprese politiche fiscali, tariffarie e industriali – per colmare le lacune di ambizione e attuazione del Piano nazionale Integrato per il clima e l'energia quale strumento di attuazione degli impegni sottoscritti con l'Accordo di Parigi;

17) alla luce del ruolo dell'Italia nel Mediterraneo, a rafforzare la cooperazione regionale e promuovere accordi che siano in grado di ridisegnare gli equilibri reciproci e le interdipendenze tra i Paesi che affacciano sul Mediterraneo, nell'ottica della transizione, utilizzando la promozione delle rinnovabili e l'innovazione tecnologica come volano per costruire nuovi sistemi industriali per economie concretamente resilienti, superando modelli protezionistici o misure unilaterali come il Cbam;

18) ad adottare iniziative volte ad allineare il Piano nazionale e clima (Pniec) con i risultati del Global stocktake e al rinnovato contributo nazionale determinato Unione europea in corso di elaborazione, affinché entrambi consentano all'Italia e all'Unione europea di conseguire l'obiettivo di riduzione delle emissioni del 90 per cento al 2040 rispetto al 1990 come da Comunicazione della Commissione europea di gennaio 2024;

19) a sostenere l'adozione di un contributo determinato a livello europeo (nationally determined contribution, NDC) allineato all'obiettivo di 1,5 gradi centigradi, come da dichiarazione finale del G7 di Borgo Egnazia, che risponda all'impegno dell'eliminazione-graduale dei combustibili fossili nei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo, siglato alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Dubai (COP28), considerato che questi contributi devono porre un freno immediato all'espansione di nuovi progetti di combustibili fossili, includere piani di eliminazione dei combustibili fossili in modo equo e vincolato nel tempo, per cui l'Italia ha, in quanto Paese del Nord Globale, la capacità economica per eliminarne la produzione più rapidamente;

20) ad adottare iniziative volte ad attuare i requisiti di trasparenza, coerenza e accuratezza previsti dall'Accordo di Parigi sia all'interno nel nationally determined contribution Unione europea che nell'attuazione del Pniec;

21) a farsi promotore di un dialogo tra le Parti per supportare l'elaborazione dei nationally determined contribution dei Paesi in via di sviluppo al fine di rinnovare gli impegni di mitigazione presi nell'Accordo di Parigi, in particolare, a sostenere la capacità dei Paesi in via di sviluppo attraverso approcci regionali, bilaterali e multilaterali, riferendo in Parlamento rispetto ai risultati di tali iniziative;

22) ad assumere iniziative di competenza volte a fornire un chiaro mandato alle società partecipate controllate dallo Stato ad allineare i propri piani di sviluppo all'obiettivo degli 1,5 gradi in linea con le raccomandazioni sviluppate dal Gruppo di esperti di alto livello nel rapporto «Integrity matters: Net zero commitments by businesses, financial institutions, cities and regions» su mandato del Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, presentate alla COP27 di Sharm el-Sheikh, in Egitto;

23) ad adottare iniziative volte a porre fine ai sussidi e ai finanziamenti per i combustibili fossili e stabilire politiche per garantire una diversificazione economica e una giusta transizione per i lavoratori e per le comunità colpite, promuovendo tale percorso anche a livello internazionale attraverso l'implementazione dell'obiettivo dell'articolo 2.1, lettera c), dell'Accordo di Parigi;

24) ad adottare iniziative volte ad assicurare che le garanzie pubbliche agli investimenti privati all'estero siano allineate all'obiettivo dell'1,5 °C, esprimendo un chiaro mandato a Sace, Cdp e Invitala affinché allineino le proprie politiche di esclusione all'impegno di Glasgow firmato dal Governo italiano nel 2021;

25) ad adottare iniziative volte ad assicurare che Sace, Cdp e Invitala portino a termine la concessione di garanzie per investimenti su progetti fossili, a partire da gennaio 2025 e avviino una consultazione pubblica per la definizione delle clausole di esclusione;

26) ad adottare iniziative necessarie ad aderire come membro alla Beyond oil and gas initiative (Boga), che impegna i Governi a porre fine a nuove concessioni e licenze per la produzione e l'esplorazione di petrolio e gas e a fissare una data allineata con l'Accordo di Parigi per porre fine alla produzione e all'esplorazione di idrocarburi sul territorio su cui hanno giurisdizione;

27) ad adottare iniziative volte a perseguire l'obiettivo di una riduzione del 75 per cento delle emissioni globali di metano da combustibili fossili come da impegno G7, in primis, riducendo l'intensità delle emissioni di metano delle operazioni petrolifere e del gas entro il 2030, attraverso lo sviluppo di una metodologia solida e l'uso di dati di misura, e la collaborazione con i Paesi produttori di petrolio e gas, considerato che, in quanto Paese importatore di gas fossile, l'Italia dovrebbe promuovere iniziative volte a ridurre le emissioni di metano lungo tutta la filiera, dalla produzione attraverso il trasporto tramite gasdotto e la distribuzione in territorio nazionale all'interno di un più ampio percorso che porti l'Italia ad abbandonare gradualmente il gas;

28) a integrare, in linea con gli obiettivi della politica estera italiana, la dimensione del clima nella strategia per la promozione di pace, sicurezza e stabilità nella regione del Mediterraneo e con quanto delineato con il «Processo di Roma»;

29) a adottare iniziative volte a promuovere il coinvolgimento di tutti gli attori interessati a livello politico-diplomatico, economico, finanziario e della cooperazione allo sviluppo affinché il nesso clima-pace-sicurezza sia compreso e integrato in piani, strategie e politiche verso il Mediterraneo, attivando un coordinamento operativo a livello interministeriale;

30) ad adottare iniziative volte a integrare la dimensione clima nel quadro del «Piano Mattei» e delle sue relazioni strategiche con i partner africani, allineando il Piano con gli obiettivi internazionali sottoscritti alla COP28 e sostenendo iniziative e investimenti nello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e nell'elettrificazione dei consumi energetici dei Paesi africani, come base per uno sviluppo locale sostenibile e di lungo periodo, nonché focalizzando con maggiore attenzione le risorse sulle necessità di adattamento e resilienza dei Paesi africani come precondizione per uno sviluppo economico-sociale inclusivo;

31) a promuovere, in linea con gli obiettivi COP28, di triplicare la capacità installata di energia rinnovabile entro il 2030 e in linea con l'impegno italiano nel Mediterraneo e in Africa espresso dal Piano Mattei, promuovendo altresì gli sforzi di transizione energetica nell'area prioritaria del Mediterraneo, supportando iniziative come il TeraMed, ovvero l'adozione di un obiettivo comune regionale di un terawatt di capacità di energia rinnovabile installata entro il 2030;

32) a collaborare, in ottica della COP30 di Belém, con i partner mediterranei e africani per l'aggiornamento dei contributi determinati a livello nazionale (National determined contributions – NDCs), supportando la redazione e implementazione di piani nazionali in linea con l'obiettivo di 1.5 °C come leva diplomatica per promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili nella regione;

33) a sostenere i partner africani nell'integrazione della decarbonizzazione e nella costruzione di resilienza climatica all'interno dei loro piani di sviluppo economico e industriale, escludendo tanto nel quadro del «Piano Mattei», quanto nell'ambito delle relazioni bilaterali con i Paesi africani, il supporto a nuovi progetti di estrazione di gas e petrolio, sia a livello politico sia attraverso la finanza pubblica, in linea con la dichiarazione finale del G7 di Borgo Egnazia e della COP28 di Dubai, che impegna i Paesi a contribuire all'eliminazione graduale dei combustibili fossili nei sistemi energetici in modo equo;

34) ad adottare iniziative volte a considerare lo sviluppo di progetti di agro-energia del «Piano Mattei» (feedstock per la produzione di biocarburanti in Paesi africani) nel quadro della sostenibilità degli stessi, sia per quel che riguarda gli impatti sulle risorse scarse dei Paesi coinvolti (acqua, territorio, biodiversità), sia per quel che riguarda la competizione con lo sviluppo di filiere agroalimentari, anche nei contesti di sviluppo delle economie rurali;

35) ad adottare iniziative volte a garantire valutazioni indipendenti sull'impatto climatico dei progetti del «Piano Mattei», anche attraverso l'elaborazione di criteri di valutazione comparativi per investimenti in progetti alternativi, come l'agrivoltaico, che tengano in considerazione il fabbisogno energetico soddisfatto localmente;

36) a invitare l'Unfccc e le autorità della Repubblica dell'Azerbaigian a garantire la possibilità per tutti i cittadini e le organizzazioni della società civile di partecipare pienamente e liberamente alla COP29 e a garantire che il processo decisionale sia protetto dall'ingerenza di interessi contrari agli obiettivi dell'Accordo di Parigi;

37) ad adottare iniziative di competenza volte a monitorare e riferire regolarmente sulle iniziative intraprese e i progressi compiuti in relazione agli impegni assunti in vista della COP29 e a garantire che i futuri aggiornamenti normativi siano in linea con gli impegni e le strategie delineate, assicurando la coerenza delle azioni climatiche a livello nazionale e internazionale;

38) ad adottare iniziative per quanto di competenza, volte a coinvolgere attivamente il Parlamento, le autorità locali, le parti sociali, il settore privato e la società civile nel processo decisionale e nella realizzazione degli impegni assunti.
(1-00351) «Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOLDRINI, AMENDOLA, PROVENZANO, QUARTAPELLE PROCOPIO, PORTA e FERRARI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di febbraio 2024 diverse famiglie palestinesi provenienti da Gaza, con numerosi bambini malati e feriti dai bombardamenti israeliani, sono giunte in Italia attraverso il corridoio sanitario organizzato dal Governo italiano;

   a molte di queste persone è stato riconosciuto lo status di rifugiato, con conseguente inserimento nel sistema di accoglienza e integrazione (Sai);

   alcune prefetture, ad esempio quella di Firenze, hanno rilasciato il nulla osta al ricongiungimento familiare per i parenti che sono ancora a Gaza – si tratta anche di diversi bambini feriti di bombardamenti –, ma gli interessati non possono recarsi presso l'ambasciata italiana al Cairo per richiedere il visto a cui hanno diritto perché non viene consentito loro di uscire dalla striscia;

   il 9 ottobre 2024, alcuni genitori delle bambine e dei bambini giunti in Italia da Gaza con il corridoio sanitario hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprimendo l'angoscia che provano per i loro cari rimasti a Gaza nel timore che possano cadere vittime dei bombardamenti che stanno incessantemente distruggendo città e villaggi e uccidendo ancora migliaia di persone innocenti, chiedendo aiuto per consentire ai loro congiunti di raggiungere l'Italia in sicurezza –:

   se sia al corrente della condizione ingiusta e dolorosa che vivono queste famiglie separate dalla guerra;

   come intenda fare pressione sul Governo israeliano affinché consenta alle persone che hanno già ricevuto il nulla osta per il ricongiungimento familiare di uscire da Gaza e recarsi presso l'ambasciata italiana al Cairo al fine di ottenere il visto per motivi familiari.
(5-03013)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   da undici anni i cittadini della regione Veneto stanno affrontando problemi sanitari ed ambientali generati dalla contaminazione delle acque superficiali, delle acque di falda, degli acquedotti pubblici e degli alimenti di origine vegetale e animale da sostanze perfluoroalchiliche, indicate comunemente come Pfas, che ha come fonte principale lo scarico industriale della Miteni spa, un'industria chimica situata nel comune di Trissino (Vicenza);

   l'inquinamento riguarda 30 comuni individuati nella cosiddetta zona rossa e interessa 700 chilometri quadrati del territorio veneto. Le persone coinvolte sono almeno 350 mila;

   in risposta all'interrogazione n. 3-00224, a firma dell'interpellante, presentata per sollecitare l'intervento di messa in sicurezza e bonifica del sito inquinante, nell'Aula della Camera dei deputati il 4 luglio 2023, il Sottosegretario Barbaro ha esposto che «il progetto di bonifica potrà essere presentato solo al termine della caratterizzazione del sito e delle esecuzioni di tutte le prove pilota previste, e, quindi, del cronoprogramma degli interventi di risanamento ambientale del sito»;

   riguardo alla questione dell'obbligo di intervento sostitutivo con il seguente ricorso alle risorse pubbliche, è stato rappresentato da parte del Sottosegretario che esso può e deve essere esercitato solo in caso di inadempienza del proprietario del sito, come da normativa vigente;

   la vicenda, è stata anche oggetto dell'attenzione parlamentare nell'audizione del settembre 2024 dal procuratore della Repubblica di Vicenza, Lino Giorgio Bruno, presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari;

   il procuratore nell'occasione ha fatto conoscere il calcolo dei danni e dei costi per le bonifiche predisposto dalla provincia di Vicenza che ammonta «con ampio beneficio d'inventario» a 180 milioni di euro. Inoltre ha fatto sapere che lo stesso ente ha già individuato, a prescindere dall'esito del processo, le responsabilità di quattro gruppi, chiamandoli in causa per l'avvio delle operazioni di ripristino ambientale;

   i gruppi chiamati in causa sarebbero Manifatture Lane Gaetano Marzotto (proprietaria di Rimar, l'azienda da cui poi nacque Miteni), Mitsubishi Corporation, Eni Rewind e la multinazionale Icig (che acquistò lo stabilimento nel 2009). Contro i provvedimenti il Tar del Veneto ha già dato ragione alla provincia per quanto riguarda Icig e Mitsubishi (che hanno presentato ricorso in Consiglio di Stato), mentre mancano le decisioni che riguardano Eni e Marzotto;

   in merito agli interventi di messa in sicurezza, anche secondo il procuratore si è ancora nella fase preliminare che consiste nell'installazione di barriere di marginamento delle acque sotterranee, la depurazione dell'acqua riversata nel torrente Poscola e la creazione di una barriera fisica, che sarà completata nel primo semestre del 2025;

   nell'audizione è emerso che per arrivare alla bonifica ci vorrà ancora molto tempo. Le indagini ambientali e i primi interventi precedono la vera e propria bonifica dell'area – ha aggiunto il procuratore –. Entro settembre dovrebbe essere completata l'analisi del rischio, che sarà poi esaminata dalla Conferenza dei servizi. Entro sei mesi dall'approvazione dell'analisi dovrà essere redatto il progetto di bonifica;

   per l'avvio dei lavori della bonifica sarà necessario attendere anche la conclusione dei procedimenti aperti al Tar (tribunale amministrativo regionale) Veneto per conoscere chi dovrà assumersi la responsabilità economica del progetto di bonifica;

   il quadro che emerge dagli aspetti sopra esposti porta a desumere a giudizio dell'interpellante che le attività di messa in sicurezza stanno procedendo lentamente, così ritardando anche l'intervento di bonifica che si ritiene urgente. Seppur vero che ci sono le barriere di emungimento, che sono necessarie ma non sufficienti, fintanto che non si provvederà con la bonifica di quel sito, è impossibile fermare l'inquinamento inarrestabile delle falde e di tutta l'area, che è sempre più coinvolta dall'inquinamento dei Pfas;

   tali legittime preoccupazioni hanno spinto numerosi cittadini ed associazioni a responsabilizzare l'amministrazione regionale che ha replicato che «La bonifica spetta ai proprietari dell'azienda», liberandosi ingiustamente, a parere dell'interpellante, delle proprie responsabilità nell'attuazione del piano per la bonifica;

   in tale situazione, la regione ha ritenuto di non esercitare i poteri sostitutivi, che sarebbero stati naturalmente auspicabili e, di fatto, quindi, le popolazioni interessate, in particolar modo quelle dell'«Area rossa» sono state lasciate al loro destino, nella speranza che, terminata l'operazione di messa in sicurezza, parta finalmente una bonifica della zona;

   pertanto, si è di fronte, a giudizio dell'interpellante, a uno stato di grave inerzia della regione, rispetto al quale il Governo deve valutare come poter esercitare le sue funzioni al fine di accelerare le procedure di bonifica del sito inquinato –:

   quali iniziative di competenza intendano intraprendere affinché si proceda alla bonifica dei siti ex Miteni inquinati da Pfas e se sia stata valutata la possibilità di individuare l'area contaminata come Sito di interesse nazionale, al fine dell'esercizio di tutti i conseguenti poteri, considerato il mancato intervento della regione.
(2-00461) «Cappelletti».

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CASO e ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'area interessata dalla presenza di discariche e impianti di trattamento dei rifiuti, compresa nel sito dell'area vasta di Giugliano (Napoli), è stata individuata come Sito di interesse nazionale (Sin) ai fini di bonifica dall'articolo 53, comma 3-bis, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 (Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale);

   con la medesima norma che ha istituito il Sin, la perimetrazione dell'area è stata demandata a successivo decreto del Ministro dell'ambiente;

   la procedura di avvio della perimetrazione è stata annunciata il 21 settembre 2022 con l'avvio della prima conferenza dei servizi, avvenuta poi il 25 ottobre 2022 come documentato nel portale bonifiche del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica;

   una prima proposta di perimetrazione del Sin venne già avanzata il 14 dicembre 2020 dalla regione Campania, alla quale, stando a quanto riportato nel verbale della prima conferenza di servizi, sono seguite diverse richieste di integrazioni e chiarimenti con il coinvolgimento di Arpa Campania;

   le integrazioni sono state poi trasmesse dalla regione Campania il 9 marzo 2022, con le quali è stato trasmesso l'elenco delle aree con i relativi proprietari e gestori necessario all'avvio dell'istruttoria di perimetrazione nel rispetto di quanto previsto dalla disposizione di legge che ha istituito il Sin;

   le aree ricomprese tra le discariche e gli impianti di trattamento rifiuti nell'area vasta di Giuliano ricadrebbero fuori dal perimetro del Sin, ma la regione Campania, nelle more della prima riunione della conferenza, ha evidenziato come tali aree interconnesse potrebbero essere state compromesse proprio dalla presenza di discariche e che una gestione frammentata dell'area sarebbe risultato complesso;

   a seguito delle richieste di produrre documentazione sufficiente a dimostrare la straordinarietà delle aree al fine di rispettare i criteri definiti dall'articolo 252, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006, con nota del 14 novembre 2022 il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha archiviato la prima proposta di perimetrazione del 14 dicembre 2020, alla luce della richiesta formulata alla regione Campania di formulare una proposta debitamente motivata e supportata da idonea documentazione;

   a oggi, a distanza di quasi due anni dall'ultima nota presente nel portale bonifiche del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, non si ha notizia circa aggiornamenti in merito –:

   quali interlocuzioni siano avvenute ad oggi con la regione Campania in merito alla documentazione mancante per le aree interconnesse tra i siti di discarica e trattamento rifiuti nell'area vasta di Giuliano;

   quali iniziative siano state intraprese per addivenire a una nuova proposta di perimetrazione del Sin in oggetto.
(5-03016)


   AMENDOLA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   la recente ondata di maltempo che ha investito anche la costa jonica del metapontino in Basilicata ha provocato ingenti danni al litorale jonico lucano con l'aggravarsi del fenomeno erosivo che da anni interessa il territorio;

   le mareggiate hanno compromesso ulteriormente la spiaggia in località Terzo Madonna. In territorio di Scanzano Jonico, che di fatto è letteralmente scomparsa giungendo a ridosso della pineta;

   come già riportato in un precedente atto di sindacato ispettivo in merito, si ricorda che nel 2017 la regione Basilicata stanziò oltre 16 milioni di euro per la realizzazione di interventi finalizzati alla mitigazione dell'erosione costiera, di cui 7,5 milioni erano destinati solo alla località di Terzo Madonna;

   il suddetto intervento e stato successivamente definanziato dalla regione nel dicembre 2022 pregiudicando il buon esito degli interventi prospettati a tutela della spiaggia in oggetto;

   gravi danni ha subito anche la spiaggia di Metaponto nel comune di Bernalda, anch'essa già da tempo alle prese con il gravissimo fenomeno erosivo della costa;

   vi è molta preoccupazione sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista economico anche in vista della prossima stagione invernale, considerato che molti lidi corrono il rischio di vedere compromessa la propria sopravvivenza –:

   se i Ministri interrogati risultino essere a conoscenza di quanto riportato in premessa e se, a fronte della inerzia della regione Basilicata, non intendano, nell'ambito delle proprie competenze, procedere alla convocazione urgente di un tavolo ministeriale per programmare misure, interventi e risorse per salvaguardare il litorale jonico lucano e contrastare adeguatamente il fenomeno dell'erosione costiera in atto da diversi anni.
(5-03021)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il decreto interministeriale del 26 giugno 2015, recante «Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici», cosiddetto decreto requisiti minimi, definisce le modalità di applicazione della metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici;

   con il recepimento della direttiva (UE) 2018/844 (Epbd), avvenuto con il decreto legislativo n. 48 del 2020 che promuove una maggiore diffusione dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili nell'edilizia, il Ministero della transizione ecologica ha avviato i lavori per l'aggiornamento del citato decreto interministeriale del 26 giugno 2015;

   con la precedente interrogazione in Commissione ambiente presentata dall'interrogante, n. 5-00699 del 12 aprile 2023, si è chiesto di conoscere le tempistiche dell'iter di aggiornamento del decreto interministeriale e della sua relativa condivisione con il Comitato termotecnico italiano ed Enea;

   nella risposta all'interrogazione è stato reso noto che lo schema di decreto avrebbe introdotto nuove disposizioni riguardanti i sistemi tecnici per l'edilizia, nonché «prevedere sistemi avanzati di regolazione e controllo», introducendo «una disciplina volta a favorire il benessere termo-igrometrico degli ambienti interni, la sicurezza in caso di incendi e la limitazione dei rischi connessi all'attività sismica», oltre a disposizioni circa l'integrazione delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici negli edifici e ad aggiornare i requisiti per le pompe di calore alla luce del mutato approccio in ambito di ecodesign;

   ad oggi, l'aggiornamento del decreto interministeriale non è tuttavia ancora stato adottato;

   in materia di installazione di pompe di calore per la climatizzazione invernale i requisiti minimi di performance da rispettare per installare le pompe di calore per la climatizzazione invernale sono ad oggi fermi a valori e metodi di misura ormai superati dai regolamenti europei sull'eco-progettazione ed etichettatura energetica –:

   quali siano le tempistiche per l'adozione dell'aggiornamento del decreto interministeriale del 26 giugno 2015 citato in premessa.
(4-03665)


   MARINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   durante gli scavi, ad opera del consorzio Messina-Catania Lotto Nord, del cantiere relativi al raddoppio della linea ferroviaria tra Taormina e Giampilieri, in particolare dalle terre e rocce di scavo della galleria «Sciglio» di Nizza di Sicilia, stoccato da mesi nei depositi a margine del cantiere, è emerso una quantità di percentuale di arsenico decisamente superiori a quelle di guardia;

   la scelta del consorzio di depositare temporaneamente il materiale presso il Villaggio Unrra, una zona densamente abitata a poche decine di metri dal mare, ha suscitato non poche perplessità nella comunità locale come la decisione, da parte del consorzio, di chiedere un incontro all'Arpa e alla stazione appaltante per condividere le modalità di gestione dei predetti materiali senza indipendentemente dall'obbligo di legge, coinvolgere l'Azienda sanitaria provinciale di Messina;

   in particolare si parla circa 14.000 tonnellate di materiali con concentrazione di arsenico superiori ai limiti stabiliti dalla normativa e non stoccati in vasche chiuse;

   dalle 14.000 tonnellate di terre contaminate emerge dai risultati delle analisi che ogni chilogrammo contiene in media 80 milligrammi di arsenico per un totale di oltre una tonnellata di arsenico che potrebbe potenzialmente disperdersi dall'area del cantiere contaminando l'ambiente circostante;

   le piogge degli ultimi giorni, in particolare a quelle avvenute il 21 ottobre 2024 potrebbero aver provocato la dispersione del metalloide nocivo nel terreno e le immagini che arrivano dai siti di stoccaggio non fanno presagire niente di buono;

   in particolare, dal deposito posto in contrada Volpone le forti piogge hanno portato con sé materiale stoccato nelle vasche d'accumulo dei fanghi contaminati d'arsenico;

   lo stoccaggio di questi materiali da oltre tre mesi senza adeguate misure di contenimento, non solo può aver contaminato l'ambiente circostante ma anche le falde acquifere con un rischio elevato di inquinamento da arsenico –:

   quali iniziative di competenza e nel rispetto delle competenze della regione, i Ministri interrogati intendano adottare affinché non solo si faccia chiarezza in merito allo stoccaggio dei materiali di cui sopra, ma venga avviata nel territorio siciliano una mappatura dei siti a rischio biologico-sanitario per provvedere ad una loro bonifica al fine di tutelare la salute delle comunità locali.
(4-03672)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   CASO. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   al fine di incrementare il proprio patrimonio culturale, la legge 2 agosto 1982, n. 512, ha introdotto, all'articolo 6, la possibilità per il cittadino di sostituire il pagamento delle imposte di successione con la cessione di beni ereditari e, all'articolo 7, la sostituzione del pagamento delle imposte dirette con la cessione di beni culturali, tra le quali, opere d'arte contemporanea con un indiscutibile valore artistico;

   nell'ottobre del 2014 venne firmato il decreto di nomina dei componenti dell'organo consultivo del Governo, indicati dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dal Ministero dell'economia e delle finanze per valutare le proposte di cessione di opere d'arte quale corrispettivo del pagamento di imposte, con il compito di stabilire le condizioni ed il valore della cessione;

   in questo modo, lo Stato, in un momento di crisi, avrebbe acquisito patrimonio storico e artistico, consentendo ai cittadini di assolvere ai propri obblighi fiscali tramite la cessione di opere d'arte;

   tuttavia, la legge, nonostante sia in vigore da più di quaranta anni, non è stata mai attuata con costanza, sebbene l'esperienza di altri Paesi europei, come l'Inghilterra, ne dimostri le grandi potenzialità, a causa di molteplici fattori. Da un lato, l'apparente resistenza da parte del Ministero dell'economia e delle finanze nel rinunciare ad un incasso immediato in cambio di un accrescimento del patrimonio artistico, dall'altro, l'eccessiva lunghezza necessaria per esaminare ogni dossier da parte della commissione consultiva;

   inoltre, i lunghi e ripetuti periodi di inattività della commissione interministeriale, nonché le numerose riorganizzazioni avvenute, hanno reso la legge 512 del 1982 sconosciuta ai più, con scarso coinvolgimento anche del settore privato –:

   se la Commissione interministeriale sia stata effettivamente istituita e se sia in effettiva operatività;

   se i Ministri interrogati non intendano, per quanto di competenza, adottare iniziative per garantire una riduzione dei termini per l'istruttoria e per il completamento della procedura.
(4-03662)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:


   ZANELLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro della cultura, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   in data 22 dicembre 2023 il comune di Padova ha pubblicato sul sito PadovaNet il documento di indirizzo, noto come Masterplan, per la riqualificazione della ex Caserma Prandina e per la realizzazione del Parco delle Mura di San Benedetto, che prevede la realizzazione anche con fondi europei per lo sviluppo regionale di «una struttura per la sosta a servizio dell'area e del centro città», per circa 300 posti auto collocato nell'area della ex caserma;

   il 23 aprile 2024 la giunta comunale di Padova, con deliberazione 2024/0212 ha approvato il documento di indirizzo alla progettazione (Dip), per l'affidamento del servizio di progettazione degli interventi di riqualificazione del Masterplan, individuando quattro ambiti di intervento tra cui, al punto D, un «Parcheggio boscato» che non sarà oggetto di concorso, ma verrà dato in concessione;

   tale ambito, ben perimetrato, conferma la posizione del parcheggio, per una superficie di 8.856 metri quadri all'interno dell'area acquisita il 12 luglio 2021 dal demanio, in virtù del contratto di permuta stipulato tra l'Agenzia del demanio, il Ministero dell'interno ed il comune di Padova, mediante il quale l'area della ex Caserma Prandina è passata definitivamente di proprietà del comune di Padova, in cambio dell'area di Via Anelli, da adibire a sede della nuova questura;

   con legge 10 luglio 1971, n. 542, «Autorizzazione a vendere a trattativa privata al comune di Padova una porzione del locale compendio immobiliare dello Stato denominato Caserma Prandina» (articolo 1) veniva autorizzata la vendita a trattativa privata, a favore del comune di Padova, di un compendio immobiliare di circa 49 mila metri quadri, dell'immobile militare denominato Caserma Prandina, con l'obbligo da parte dello stesso comune di Padova di destinare l'immobile a parco pubblico;

   con provvedimento di tutela del 19 gennaio 2017 è stata accertata la sussistenza dell'interesse culturale e sottoposta alle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004 articolo 10, comma 1 e 12, l'intero complesso immobiliare dell'ex Caserma Prandina, ceduto al comune di Padova, riconoscendo l'area, da salvaguardare integralmente in quanto testimonianza rilevante ed irrinunciabile del rapporto morfologico storicamente attestato tra gli insediamenti urbani ed il sistema fortificato;

   fin dal 2018, parte dell'area in oggetto, un tempo identificata come «piazza d'armi», è stata adibita a parcheggio provvisorio in contrasto con l'allora vigente destinazione del Piano degli interventi (Pi) quale strumento operativo del piano regolatore comunale, che classificava l'area Zto F3 spazi di verde pubblico ed attrezzato a parco, destinazione poi riconfermata dal nuovo Pi approvato il 13 febbraio 2023;

   numerose associazioni e comitati di cittadini hanno ripetutamente esortato l'amministrazione comunale a rimuovere il parcheggio provvisorio che deturpa un luogo simbolo per la storia e l'immagine della città, rispettando la destinazione d'uso dell'area prevista dagli strumenti urbanistici vigenti, in coerenza con gli obblighi a carico del comune di Padova stabiliti dalla legge n. 542 del 1971 che subordinava la cessione dell'area demaniale alla destinazione a parco pubblico –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intendano assumere, stante la necessità di assicurare il pieno rispetto delle disposizioni della legge 10 luglio 1971, n. 542 che obbliga il comune di Padova a destinare a parco pubblico l'area dell'ex Caserma Prandina acquisita dall'Agenzia del demanio, nonché di assicurare che l'attuale utilizzo dell'area e la destinazione prevista dal Dip del Masterplan non siano in contrasto con le misure di conservazione che i vincoli di tutela prevedono a salvaguardia del valore paesaggistico e culturale dell'area.
(3-01517)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BENZONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   artigiani e piccole imprese stanno attraversando un periodo di forte preoccupazione a causa dell'imminente scadenza dell'obbligo di stipulare contratti assicurativi entro il 31 dicembre 2024 a copertura di danni provocati da calamità naturali ed eventi catastrofali. Introdotta dalla legge n. 213 del 2023, (legge di bilancio 2024), a tale previsione si ricollegano anche, in caso di inadempimento da parte delle imprese, significative ripercussioni sia con riferimento all'assegnazione di contributi previsti in occasione di eventi calamitosi che, più in generale, nell'accesso a finanziamenti o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche;

   è noto che il verificarsi di eventi climatici estremi, con ricorrenza che ormai esula dalla straordinarietà del fenomeno, impone una riflessione ponderata sulle modalità con cui far fronte agli ingenti danni che lo Stato non riesce a sostenere in via esclusiva. Allo stesso tempo, qualsiasi strumento che attivi sinergie pubblico-private deve essere accompagnato dall'adozione di ogni misura necessaria a prevenire e contenere gli effetti dannosi, a partire dagli investimenti infrastrutturali e dalla manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio;

   già in occasione dell'esame che ha portato all'approvazione della legge richiamata, erano state evidenziate da più parti le notevoli perplessità sulla scelta dell'obbligo assicurativo in capo alle imprese, unico caso in Europa, nonché sul percorso che avrebbe dovuto portare all'attuazione della norma, inadeguato a soddisfare i requisiti essenziali di chiarezza, trasparenza e certezza rispetto all'estrema complessità della materia;

   a pochi mesi dall'efficacia dell'obbligo assicurativo si registra, da una parte, la mancata adozione del decreto attuativo e, dall'altra, la carenza di uno strutturato confronto tra rappresentanti del Governo, delle compagnie di assicurazioni e delle organizzazioni datoriali;

   permangono, infatti, primarie criticità in ordine alla sfera di applicazione della misura con riguardo ai soggetti destinatari, alla puntuale definizione delle casistiche di eventi calamitosi e catastrofali, all'adeguatezza delle coperture che dovranno essere garantite dalle polizze e, in particolare, in merito ai costi a carico delle imprese, al momento non quantificabili. Con particolare riferimento a quest'ultimo aspetto, inoltre, a oggi le imprese sono del tutto ignare dei parametri che le compagnie assicurative utilizzeranno nella determinazione dei premi e come questi terranno conto della condivisione del rischio, secondo il principio di mutualità, e della riassicurazione con fondi pubblici per il tramite della Sace;

   è evidente che, in mancanza degli elementi che consentano di conoscere e confrontare le offerte assicurative, non ci siano le condizioni minime di trasparenza affinché, entro il 31 dicembre 2024, le imprese possano orientarsi consapevolmente nella scelta della polizza più appropriata alle proprie necessità –:

   se non intendano, anche alla luce di quanto esposto in premessa, adottare ogni iniziativa di competenza volta a rinviare di almeno dodici mesi la decorrenza della misura descritta in premessa;

   se non ritengano preferibile adottare iniziative normative volte a introdurre, in luogo di un regime obbligatorio, un sistema premiale sostenuto da una campagna di sensibilizzazione e di formazione rivolta alle imprese, da realizzare anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria.
(4-03664)


   FEDE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nell'anno 2021 è stata presentata una proposta-progetto dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli alla Città di San Benedetto del Tronto al fine di realizzare una sede istituzionale di detta/agenzia in tale territorio, a cui è seguito un protocollo d'intesa tra l'Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Città di San Benedetto del Tronto firmato il 29 settembre 2021 per la realizzazione della sede istituzionale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli presso l'immobile denominato «ex Palazzo comunale» insistente nel comune di San Benedetto del Tronto;

   tale protocollo d'intesa, a quanto risulta all'interrogante, sarebbe dovuto essere propedeutico alla realizzazione di una Sezione operativa territoriale presso il Centro agroalimentare piceno (struttura insistente nel territorio del comune di San Benedetto del Tronto), con la prospettiva di far diventare San Benedetto del Tronto con la realizzazione dell'ufficio doganale di cui in premessa insieme alla realizzazione di questa Sezione operativa territoriale – situata logisticamente come punto doganale in assoluto più prossimo alla infrastruttura autostradale A14 nonché come baricentrico per le zone industriali del sud delle Marche e del nord dell'Abruzzo – un sito in cui sviluppare servizi doganali strutturati anche nello studio di casistiche particolari e di rilevanza a livello europeo;

   nella XVIII legislatura esponenti della principale forza politica che sostiene il Governo attualmente in carica hanno richiesto di potenziare le strutture doganali nella regione Marche, in particolare nel 2019 l'allora deputato di Fratelli d'Italia, oggi presidente della Giunta della regione Marche, Francesco Acquaroli, con interrogazione n. 5-01954 del 16 aprile 2019, e nel 2021 la deputata Lucia Albano, oggi sottosegretario al Ministero dell'economia e delle finanze, con interrogazione n. 5-05417 del 2 marzo 2021, che segnalava a nome del Gruppo di Fratelli d'Italia «il depauperamento della struttura organizzativa nell'intero Paese, e, in particolare, nella regione Marche» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative intenda intraprendere al fine di realizzare nel comune di San Benedetto del Tronto la sede istituzionale di un Ufficio doganale nonché di una conseguente Sezione operativa territoriale, anche al fine di potenziare, laddove più necessario, la struttura doganale operante nella regione Marche.
(4-03667)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'istruzione e del merito, per sapere – premesso che:

   il 27 settembre 2024 il Governo ha trasmesso alle Camere la proposta di Piano strutturale di bilancio per il periodo 2025-2029 ai fini delle opportune deliberazioni parlamentari; il documento, a seguito dell'esame in Commissione, è stato poi discusso in Assemblea nella seduta di mercoledì 9 ottobre 2024 e la Camera dei deputati ha poi approvato la risoluzione di maggioranza;

   nel predetto documento, con riguardo al completamento degli investimenti del PNRR per i servizi per la prima infanzia il Governo dichiara di voler continuare l'azione di contrasto alla denatalità, attraverso il potenziamento dei servizi alla prima infanzia;

   il predetto impegno si sostanzierebbe con la previsione che, tra il 2025 e il 2026, saranno rafforzate le azioni finalizzate ad assicurare la realizzazione del piano asili nido previsto ne PNRR, con un investimento di 3,24 miliardi e la messa in disponibilità di 150.480 nuovi posti (per bambini tra 0 e 2 anni e tra 3 e 6 anni); secondo il Governo tale misura permetterà di aumentare il tasso di copertura medio nazionale dei servizi di prima infanzia (fascia 0-2 anni) che, a dicembre 2021 era pari al 26 per cento, migliorando anche la situazione del Mezzogiorno;

   nel testo presentato alle Camere si precisa inoltre che «per colmare tale fabbisogno, il Governo ha già disposto nuove risorse, per un ammontare complessivo di circa 735 milioni, al fine di superare i divari territoriali e infrastrutturali nei servizi per l'infanzia. Le risorse sono destinate in via prioritaria a quei comuni che non garantirebbero il raggiungimento dell'obiettivo del 33 per cento di copertura del servizio per asili nido, andando, dunque, a finanziare l'attivazione di oltre 31.600 nuovi posti negli asili nido per la fascia 0-2 anni, in 845 comuni. Ciò consentirà all'Italia di raggiungere l'obiettivo del 33 per cento di copertura del servizio su tutto il territorio, come previsto dalla normativa»;

   il Governo ha altresì dichiarato che l'aumento dei posti negli asili nido, in linea con un recente studio Ocse, potrà incentivare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, stimando che oltre 14.000 donne potrebbero entrare nella forza lavoro grazie alle misure in esame;

   in data 15 ottobre 2024, successivamente alla già avvenuta approvazione del Piano strutturale di bilancio da parte delle Camere, il Governo ha poi trasmesso l'Appendice VI del Piano strutturale di bilancio che riporta gli impegni relativi a riforme e investimenti descritti nel Capitolo III relativo alle azioni di riforma e gli investimenti del Piano;

   contrariamente ai succitati impegni e alle dichiarate intenzioni sui servizi per l'infanzia, nella citata Appendice sono emerse differenze significative sul fabbisogno di asili nido come descritto invece nel documento già analizzato dalle Camere; in tale Appendice viene infatti introdotta in maniera del tutto arbitraria una nuova e diversa percentuale sull'obiettivo di copertura del servizio asili nido prevedendo che per garantire un'adeguata disponibilità di posti per i servizi per l'infanzia, in linea con l'obiettivo di Barcellona, le strutture pubbliche e private per l'infanzia dovranno avere una disponibilità di posti pari ad almeno il 33 per cento del numero dei bambini sotto i 3 anni, a livello nazionale, mentre a livello regionale la disponibilità dei posti dovrà essere pari ad almeno il 15 per cento del numero dei bambini sotto i 3 anni;

   il potenziamento degli asili nido è un obiettivo qualificante del PNRR e su tale potenziamento si fondano tutte le principali politiche sul lavoro e sul gender gap –:

   come i Ministri interrogati intendano chiarire, ciascuno per quanto di competenza, questa nuova e diversa percentuale «regionale» sul fabbisogno di asili nido e come intendano giustificare questo grave detrimento dei servizi essenziali per i nuclei familiari e per i diritti delle bambine e dei bambini e, conseguentemente, della partecipazione femminile al mondo del lavoro;

   quale sia il motivo della successiva trasmissione alle Camere dell'Appendice VI indicata in premessa e se intendano adottare iniziative di competenza per promuovere il contenuto in sede parlamentare anche rispetto a tale atto.
(2-00462) «Sportiello, Quartini, Marianna Ricciardi, Di Lauro».

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   PANIZZUT. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'ex scuola Pitteri, storico immobile di Gorizia, di proprietà del Ministero della giustizia, sorge alle spalle del carcere di via Barzellini. La proprietà, ceduta anni or sono dall'amministrazione comunale alla direzione regionale dell'Agenzia del demanio che, contestualmente, l'ha ceduta al dicastero, allo scopo di migliorare la situazione della casa circondariale e creando, di fatto, un unico e ampio complesso della giustizia insieme al vicino Tribunale;

   alla cessione doveva seguire un recupero dello storico edificio, attualmente in grave stato di degrado. L'atto è stato sottoscritto a fine gennaio 2023 dal funzionario del servizio patrimonio del comune dal responsabile dei servizi territoriali del Demanio e dal rappresentante del Ministero della giustizia, direttore della casa circondariale di Gorizia;

   la ristrutturazione e riconversione dell'edificio dovrebbe contribuire al programma di riqualificazione e miglioramento dei servizi di Gorizia e rappresenterebbe una tappa molto importante per accelerare l'obiettivo di ampliare e qualificare gli spazi carcerari, a partire da quelli riservati al personale;

   si tratta di un progetto importante che aggiorna anche il concetto di carcerazione, con la creazione di nuovi spazi anche per il personale della casa circondariale, laboratori per lo svolgimento di attività da parte degli ospiti del carcere e altri servizi. Ma altrettanto importante è la valenza che questo potenziamento avrebbe per il tribunale e per chi opera quotidianamente nel settore della giustizia. La struttura, attualmente del tutto inagibile, nel suo complesso ha una superficie di 5.321 metri quadrati, di cui poco meno della metà sono coperti;

   risulta all'interrogante che nonostante l'acquisizione della struttura da parte del Ministero della giustizia, ad oggi non sembrano esserci progressi concreti. L'edificio si trova in una zona centrale della città e il suo stato di degrado continua a rappresentare non solo un problema per l'immagine di Gorizia, soprattutto in vista dell'appuntamento di Capitale europea della cultura 2025, ma sancisce anche un'occasione persa per migliorare le condizioni del carcere e ridurre il sovraffollamento. Ad oggi, infatti, la situazione della casa circondariale è critica: ospita oltre 70 detenuti in una struttura prevista per circa 40 posti;

   il Ministero aveva indicato l'intenzione di destinare parte della ex scuola a nuovi spazi per il carcere, tuttavia mancano ancora risorse specifiche per portare avanti la riqualificazione vera e propria. Sembra che ci siano fondi solo per la fase di progettazione, ma nulla di più è stato fatto –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire chiarimenti sul progetto per la riqualificazione della ex scuola Pitteri fermo da troppo tempo, sulle tempistiche relative ai lavori e su eventuali aggiornamenti in merito all'erogazione di fondi adeguati.
(4-03663)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ROGGIANI, SCOTTO, BRAGA, CUPERLO, EVI, FORATTINI, GIRELLI, GUERINI, MAURI, PELUFFO e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Bystronic Automation Technology ha due siti a San Giuliano Milanese e a Fizzonasco presso cui lavorano 150 persone;

   la società ha sede legale in Svizzera e opera nel settore della progettazione e produzione di macchine di automazione industriale per usi molteplici (incluse parti e accessori);

   questi stabilimenti fanno parte del Gruppo Bystronic (3.000 dipendenti in oltre 40 sedi a livello mondiale) nel settore della progettazione e produzione di macchine di automazione industriale;

   il 10 ottobre 2024, senza alcun preavviso, l'azienda ha avviato una procedura per cessazione di attività per entrambi i siti con il conseguente licenziamento dei 150 lavoratori;

   il motivo addotto dall'azienda per la chiusura dei due stabilimenti è una riorganizzazione livello mondiale;

   Bystronic Automation Technology non è una azienda in crisi, tanto che nei due siti di San Giuliano e Fizzonasco non sono mai stati utilizzati ammortizzatori sociali, che nell'ultimo anno sono state effettuate delle assunzioni e che l'avvio della procedura non è stato anticipato da alcuna comunicazione a sindacato e rappresentanti dei lavoratori;

   il caso della Bystronic Automation il giorno 22 ottobre 2024 è stato anche al centro di una lunga riunione della commissione attività produttive del Consiglio regionale della regione Lombardia, nel corso della quale sono state ascoltate le parti interessate e durante la quale le voci dei consiglieri regionali si sono espresse unanimemente a favore della necessità che si apra una fase negoziale con l'obiettivo di salvaguardare produzione e lavoratori;

   l'urgenza di una ristrutturazione dell'attività è stata illustrata dai rappresentanti dell'azienda, motivandola col forte calo di ordini e fatturato e del cambiamento del mercato. In tale contesto, il Gruppo Bystronic ha maturato la volontà di eliminare dalla propria offerta la quota relativa alle soluzioni customizzate in quanto scarsamente richieste dal mercato e di privilegiare la produzione di soluzioni di automazione standard, ovvero prodotti con specifiche standardizzate per tutti i clienti, realizzati nel sito produttivo di Niederonz, in Svizzera, dove è presente un centro di ricerca e sviluppo del prodotto e nel quale il gruppo intende concentrare i propri investimenti in futuro;

   da parte dei sindacati e della Rsu è stata chiesta una cessazione immediata della procedura di licenziamento in quanto non giustificata dalla situazione dell'azienda le cui decisioni sono state prese all'improvviso e senza tener conto delle ricadute su famiglie e lavoratori –:

   quali iniziative – per quanto di competenza – intenda intraprendere il Ministro interrogato e se non ritenga di dover convocare, in maniera tempestiva, un tavolo di crisi che coinvolga azienda e sindacati al fine di trovare soluzioni volte a salvaguardare i livelli occupazionali.
(5-03018)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


   CAPPELLETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la superstrada Pedemontana veneta è stata finanziata mediante project financing ed è costata ben oltre 13 miliardi di euro, ovverosia addirittura il 600 per cento di quello che avrebbe dovuto;

   per la terza volta in pochi mesi, praticamente ogni volta che piove, le gallerie della superstrada, in particolare quella di Malo, sono oggetto di infiltrazioni di acqua e allagamenti, generando notevoli danni agli automobilisti che si ritrovano a percorrere il tunnel;

   nonostante sia una delle strade più costose al mondo e benché sia stata appena inaugurata, continua a mettere a repentaglio la sicurezza degli automobilisti;

   già nell'aprile 2024, con atto di sindacato ispettivo n. 5-02231 si era portato l'argomento in Parlamento sollecitando di intraprendere iniziative urgenti per verificare le condizioni di sicurezza delle gallerie presenti nella Pedemontana veneta;

   in risposta all'interrogazione, il Sottosegretario alle infrastrutture si era impegnato a tenere la situazione sotto controllo, dichiarando che aveva già dato l'incarico all'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa) per effettuare approfondimenti sulla sicurezza delle gallerie di Malo e di Sant'Urbano, in particolare rispetto alla metodologia adottata per la valutazione quadro difettologico esistente –:

   quale sia l'esito dell'istruttoria svolta dalla Ansfisa e quali interventi urgenti di competenza ritenga opportuno adottare per garantire la sicurezza delle gallerie.
(3-01516)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PROVENZANO, BARBAGALLO, IACONO, MARINO e PORTA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   un intenso evento atmosferico nella giornata del 19 ottobre 2024 ha determinato fortissimi disagi all'aeroporto di Palermo;

   a seguito delle forti piogge, infatti, l'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo ha visto andare in tilt la propria attività a causa degli allagamenti in alcune sale del terminal, in particolare modo nell'area bagagli;

   si sono verificate prolungate interruzioni di elettricità che hanno impedito le normali attività di arrivi e partenze;

   diversi voli sono stati dirottati su Trapani e Catania;

   è scattato il pet (piano di emergenza terminal) ed è stato necessario il supporto della Protezione civile per inviare delle squadre dotate di elettropompe per svuotare le aree allagate;

   sono occorse diverse ore per tornare al ripristino della funzionalità dell'aeroporto del capoluogo siciliano;

   ha suscitato sconcerto come una struttura aeroportuale oggetto di importanti investimenti infrastrutturali abbia subito un black-out di tale portata;

   la Gesap – società di gestione dell'aeroporto di Palermo – ha in avanzato corso di realizzazione il piano decennale di investimenti per 252 milioni di euro (piano di sviluppo 2023/2033 approvato da Enac), di cui oltre cento già impegnati;

   a giugno 2024 si è dimesso dalla carica di amministratore delegato Vito Riggio – già Presidente Enac adesso in pensione – e dopo 4 mesi non è stato ancora nominato il successore creando così la carenza di governance;

   ciò che inquieta maggiormente però è il vero e proprio scontro di potere in atto sulla Gesap, società di gestione dell'aeroporto tra comune di Palermo e regione Siciliana, di cui da tempo si legge sui media;

   la regione, malgrado non abbia quote nella società (che è a capitale pubblico con maggioranza al comune di Palermo e alla città metropolitana di Palermo), spinge per la privatizzazione dello scalo;

   ad avviso degli interroganti questo scontro è stato reso ancora più plastico dal fatto che rientrerebbe in un mosaico più ampio di nomine di vertici di enti controllati in un braccio di ferro tra comune di Palermo e regione Siciliana con continue dichiarazioni pubbliche dei vertici politici che si rincorrono da mesi;

   tutto ciò accade in un quadro di assenza del Governo nazionale che tra l'altro non ha ancora provveduto a presentare il nuovo, più volte annunciato, Piano nazionale degli aeroporti –:

   come sia stato possibile il verificarsi di tale criticità, nonostante gli investimenti realizzati, e se, per quanto di competenza non intenda promuovere iniziative in ordine alla governance dello scalo palermitano, considerata la rilevanza del suddetto aeroporto e delle risorse pubbliche di cui è destinatario e che, trattandosi di un'isola con gravi mancanze nel sistema ferroviario, il traffico aereo resta per moltissimi l'unica possibilità di collegamento con il continente.
(5-03020)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LACARRA, STEFANAZZI, UBALDO PAGANO e SIMIANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la nuova linea Alta velocità/Alta capacità Napoli-Bari è parte integrante del corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia-Mediterraneo e finanziata in parte con fondi PNRR;

   l'opera costituisce un volano di sviluppo fondamentale per il territorio e per la creazione di posti di lavoro nel Mezzogiorno e, in seguito al suo completamento, le distanze tra le province pugliesi e le città di Napoli e Roma saranno sensibilmente accorciate;

   secondo quando appreso da organi di stampa, il Consorzio telese, che opera in base al contratto di appalto siglato con Rfi nel dicembre 2020 per la realizzazione delle tratte Telese-San Lorenzo e San Lorenzo-Vitulano, avrebbe avanzato alcune proposte di riformulazione dei termini contrattuali con la conseguente richiesta di slittamento del terminale finale dei lavori di 465 giorni;

   l'ultimazione dei lavori insomma, ad oggi prevista 28 gennaio 2028, sarebbe prorogata al 28 maggio 2029 –:

   se sia a conoscenza delle informazioni riportate in premessa e se intenda confermarle o smentirle;

   se intenda chiarire la posizione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con riguardo alle suddette proposte di riformulazione dei termini contrattuali dell'appalto e della richiesta di slittamento delle scadenze;

   se intenda fornire informazioni chiare sullo stato e sull'effettivo termine dei lavori stimato sulle tratte Telese-San Lorenzo e San Lorenzo-Vitulano.
(4-03666)


   ZINZI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   a quanto si apprende da organi di stampa, l'Anac, con parere indirizzato al comune di Caserta in risposta a una segnalazione fatta dal segretario generale, avrebbe dichiarato che la gara per l'affidamento in gestione del parcheggio interrato di piazza IV Novembre a Caserta non è conforme alle procedure previste dalla legge e che sia stata viziata da gravi irregolarità;

   la gara per l'affidamento della gestione del parcheggio, con valore di oltre 4,5 milioni di euro, è stata aggiudicata alla società Arkè, unica partecipante, senza che vi fosse un espresso inserimento della procedura nel piano triennale delle opere pubbliche 2021-2023, come previsto dalla legge per le procedure di valore superiore a 40.000 euro;

   si tratta della seconda bocciatura consecutiva da parte dell'Anac, dopo quella di affidamento del Parcheggio «Pollio» di viale Vittorio Veneto, per cui era stata sollecitata anche in quell'occasione a esprimere un parere sul corretto svolgimento della procedura;

   in quel caso, la Sea Service, società che si occupa della gestione dell'area di sosta, dopo aver proposto al comune un project financing per la riqualificazione e gestione ventennale del parcheggio con un progetto da 8 milioni di euro, il 28 marzo 2022 ha ottenuto il via libera dalla giunta, con gli atti conseguenti (le determine a contrarre) del 30 giugno e del 6 luglio 2022;

   tuttavia, in base alla documentazione, la commissione di gara ha ammesso la proposta di un raggruppamento temporaneo di impresa, nel quale rientra Sea Service (mandante in associazione orizzontale), e non ha rilevato un vulnus nella procedura, relativo alla immodificabilità del soggetto proponente la finanza di progetto, che, peraltro, è stata in seguito esclusa dal raggruppamento che si è aggiudicato l'appalto per questioni legate a indagini dell'Agenzia delle entrate;

   il dirigente alla mobilità del comune, in entrambi i casi, solo dopo le segnalazioni e i successivi pareri dell'Anac ha deciso di ritornare sui suoi passi e, nel primo caso citato, di ritirare la determinazione di aggiudicazione, e, nel secondo, di annullare il verbale di consegna provvisoria al concessionario per gravi inadempienze, anche sulla base del fatto che il progetto di finanza in tutti questi anni non è mai stato realizzato;

   i parcheggi in questione sono di notevole importanza per la città, in quanto si inseriscono in una strategia più complessiva di gestione del turismo e della mobilità, anche in vista delle prossime festività, come affermano alcune importanti associazioni di categoria –:

   se i Ministri interrogati intendano chiarire anche alla luce dei pareri di Anac, di quali elementi dispongano circa le procedure di affidamento citate in premessa e quali ulteriori iniziative di competenza anche di carattere normativo intendano adottare al fine di rafforzare la trasparenza negli appalti pubblici a tutti i livelli.
(4-03673)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIANASSI, SERRACCHIANI, LACARRA, DI BIASE e SCARPA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di novembre 2023 il Parlamento ha approvato la legge numero 168 del 2023 per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, la quale ha rafforzato le misure e gli strumenti di tutela delle donne vittime di violenza per consentire una preventiva, efficace e rapida valutazione del rischio di letalità, di reiterazione e di recidiva, al fine di interrompere il ciclo della violenza prima che sfoci in condotte più gravi, finanche in femminicidi;

   tale legge, che interviene sui precedenti interventi legislativi in materia, tra i quali il cosiddetto Codice Rosso (legge numero 69 del 2019), ha preso in considerazione le istanze più urgenti emerse nell'ambito dell'Osservatorio sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, istituito con la legge numero 234 del 2021 e della relazione finale sull'attività della «Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio» della XVIII legislatura;

   le disposizioni ivi contenute, tra cui la celerità della richiesta ai pubblici ministeri nell'espletamento della procedura di ascolto delle persone offese, con conseguente avocazione da parte del procuratore della Repubblica del procedimento, rischiano però di non produrre gli effetti auspicati o di divenire addirittura inutili se non si adottano le misure, anche tecnologiche, necessarie ad assicurare piena efficacia alle decisioni del giudice;

   enormi criticità in questo contesto riguardano il funzionamento del cosiddetto «braccialetto elettronico», dispositivo di sorveglianza che rappresenta uno strumento determinante nel contrasto al «rischio di letalità», cui sono esposte molte donne vittime di violenza di genere e domestica;

   il malfunzionamento del braccialetto elettronico può avere effetti devastanti come evidenziano numerosi casi di cronaca verificatisi nei giorni scorsi dove tre donne (a Torino, San Severo e Civitavecchia) hanno perso la vita a causa di problematiche tecniche relative al funzionamento di tale dispositivo di protezione;

   tali fatti risultano ancora più gravi e allarmanti poiché il Governo per un altro grave caso annunciava possibili soluzioni alle «criticità riconducibili a connessione di rete e ai tempi di attivazione» e prospettava «soluzioni tecniche» che sarebbero state «richieste al fornitore». Così nella risposta del Sottosegretario di Stato all'interno Emanuele Prisco, alla interrogazione in commissione numero 5-02864 del 26 settembre 2024 –:

   quali iniziative urgenti intendano assumere al fine di garantire il corretto funzionamento dei braccialetti elettronici e di salvaguardare l'incolumità delle donne vittime di violenza;

   se ritengano necessario fornire dati esaustivi circa il compimento di atti di violenza e di reati verificatisi recentemente a causa del malfunzionamento del braccialetto elettronico;

   quali iniziative abbiano intrapreso a seguito dei fatti già denunciati in passato, come avvenuto con la precedente interrogazione numero 5-02864.
(5-03019)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PAVANELLI e FEDE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in occasione delle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia per l'anno 2024 tenutesi in data 8 e 9 giugno 2024, è stata prevista per la prima volta una disciplina sperimentale per consentire l'esercizio del diritto di voto da parte degli studenti fuori sede ai sensi dell'articolo 1-ter del decreto-legge 29 gennaio 2024, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 marzo 2024, n. 38;

   la corretta applicazione della novella, per di più a invarianza di risorse umane e finanziarie (fatta eccezione per i componenti dei seggi elettorali), ha richiesto un notevole sforzo organizzativo ai comuni, palesando non poche lacune normative. Tra queste l'avere la norma richiesto obbligatoriamente l'esibizione della tessera elettorale, vero e proprio duplicato dell'attestazione di ammissione al voto rilasciata ai sensi del comma 7 del citato articolo 1-ter, e l'avere assegnato l'istruttoria al comune nelle cui liste l'elettore risulta iscritto in luogo del comune di temporaneo domicilio;

   in particolare, quest'ultima previsione ha impedito al comune di temporaneo domicilio, sul quale gravava l'onere di garantire correttamente il diritto di voto, di avere immediata e piena contezza del numero di domande ricevute al fine di predisporre un numero idoneo di sezioni elettorali speciali. Non infrequenti, inoltre, sono state le ipotesi in cui l'istanza di voto fuori sede, incardinata presso il comune nelle cui liste l'elettore risultava iscritto, non è mai pervenuta o è pervenuta viziata al comune di temporaneo domicilio, aggravando i tempi di lavorazione;

   dai dati pubblicati sul portale Eligendo, 21.699 sono stati gli elettori autorizzati ad esprimere il proprio voto fuori sede, mentre 17.561 sono stati i votanti effettivi, con un'affluenza dell'80,93 per cento;

   ad oggi, tuttavia, non risulta essere stato effettuato alcun resoconto ufficiale circa l'esito della sperimentazione di cui al citato articolo 1-ter. Tale adempimento è impellente in vista delle possibili tornate referendarie nella prima metà del 2025, oltre che indispensabile al fine di valutare interventi correttivi volti a favorire la partecipazione al voto di un numero maggiore di studenti e di ulteriori categorie di cittadini che fossero temporaneamente stabiliti, in occasione delle future tornate elettorali, fuori dal proprio comune di residenza per motivi di salute o lavoro. Inoltre, la cristallizzazione di una normativa sul voto dei fuori sede con riferimento a tutte le tipologie di elezioni consentirebbe agli enti locali maggiormente interessati dal flusso di istanze di organizzarsi con congruo anticipo –:

   quali siano gli esiti dell'applicazione della disciplina sperimentale di cui all'articolo 1-ter del decreto-legge 29 gennaio 2024, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 marzo 2024, n. 38, se la stessa sarà confermata per le prossime consultazioni elettorali e se non si condivida la necessità di prevedere delle correzioni nel senso espresso in premessa;

   se non intenda, al fine di consentire ai comuni di organizzarsi per tempo anche in vista delle possibili tornate referendarie del 2025, promuovere iniziative normative volte a cristallizzare l'istituto del voto dei fuori sede per tutte le tipologie di consultazioni elettorali e referendarie, allargando l'ambito soggettivo degli aventi diritto.
(4-03668)


   ZARATTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 15 gennaio 2024 il segretario generale dell'U.s.m.i.a. dei Carabinieri, Carmine Caforio, in una lettera inviata ai Ministri della giustizia, interno e difesa competenti e al Comando generale dell'Arma, segnalava le gravi problematiche legate al malfunzionamento dei «braccialetti elettronici»; dispositivi progettati per monitorare soggetti socialmente pericolosi e/o sottoposti a misure restrittive della libertà personale, nonché garantire la protezione delle vittime di codice rosso dai loro persecutori;

   «se non verranno adottati urgenti rimedi – sottolineava Caforio – il dispositivo, originariamente concepito per migliorare la sicurezza, rischia di peggiorarla, diventando uno strumento poco credibile e, soprattutto, incontrollato. Basterebbe acquisire i dati degli operatori, quotidianamente sottratti dal pronto intervento e dal controllo del territorio a causa dei “falsi allarmi da braccialetto”, per comprendere l'entità del problema. Siamo certi che i riscontri emersi – qualora diffusi – susciterebbero forte indignazione nell'opinione pubblica, aumentando sfiducia nella politica e nelle istituzioni»;

   nonostante queste sollecitazioni su questi dispositivi, sono stati segnalati alcuni malfunzionamenti, risultati purtroppo fatali per tre donne. Nell'arco di appena un mese, infatti, a Torino, San Severo e Civitavecchia, i braccialetti elettronici hanno palesato malfunzionamenti, che hanno portato a tre femminicidi e non sappiamo se vi siano stati altri casi di malfunzionamento che non sono stati riportati dalle cronache;

   oggi l'interrogativo, più largo, che incombe, adesso è se il braccialetto elettronico, impiegato come prevenzione per reati di violenza e stalking, basti a fermare uomini violenti;

   quelli installati dalle forze dell'ordine italiane sono gestiti da Fastweb, sono cavigliere dotate di Gps che lanciano un segnale alle vicine centrali di polizia o carabinieri, nel caso di violazione dei limiti imposti dal giudice, mentre un altro segnale arriva a un piccolo dispositivo o all'applicazione sullo smartphone della donna che subisce la violenza;

   questo tipo di reato, ovvero sia la violazione della misura cautelare, ha numeri incredibilmente alti in Italia: è un dato che emerge dall'ultimo monitoraggio del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa; è un fenomeno ancora sottovalutato in tutte le sue implicazioni e nulla è stato fatto nell'ultimo provvedimento sulla sicurezza;

   in risposta al question time 5-02864 ove si chiedeva al Ministro dell'interno una verifica puntuale e urgente sulle possibili cause di malfunzionamento, manomissione o altro dei dispositivi come il braccialetto elettronico, il sottosegretario Prisco, tra l'alto, affermava «Circa le problematiche rappresentate sul funzionamento del sistema di monitoraggio effettuato con l'ausilio dei braccialetti elettronici, presso il Viminale è operativo da alcuni mesi un Gruppo di lavoro interforze, con la partecipazione anche del Ministero della giustizia... nell'ambito del suddetto tavolo tecnico sono state comunque individuate possibili soluzioni tecniche migliorative relativamente a criticità riconducibili alla connessione di rete e ai tempi di attivazione e disattivazione dei dispositivi, che sono state chieste al fornitore» –:

   se il Governo alla luce delle premesse, non ritenga di rendere pubblico il contratto con FastWeb, gestore dei braccialetti elettronici e adottare tutte le iniziative volte ad evitare ulteriori casi di malfunzionamento.
(4-03674)


   GHIRRA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa locale riportano che a Cagliari, nella giornata del 22 ottobre 2024 una squadra di agenti della Digos sarebbe intervenuta alle prime luci del mattino, per perquisire l'abitazione di un sedicenne, sospettato di aver imbrattato la porta d'ingresso del museo ebraico del capoluogo sardo con vernice rossa e scritte antisioniste in occasione delle celebrazioni per la Giornata europea della cultura ebraica, il 14 e 15 settembre 2024;

   a quanto appreso dall'interrogante, la perquisizione, concentrata nella stanza del minore, avrebbe portato al sequestro di un paio di scarpe e di un paio di pantaloni del ragazzo e sarebbe stata condotta alla presenza dei genitori dello stesso e della sorellina di lui, tutti comprensibilmente sgomenti;

   l'indagine sarebbe partita dopo che, rinvenute le scritte antisioniste, il presidente dell'associazione Chenàbura Sardos pro Israele – la cui sede è nello stesso palazzo del museo ebraico – aveva presentato una formale denuncia;

   il ragazzo, che si dichiara del tutto estraneo ai fatti, sarebbe un attivista dell'organizzazione giovanile comunista e indipendentista Unigcom e, nonostante la sua giovane età, è molto impegnato nei movimenti in solidarietà del popolo palestinese, contro l'occupazione militare e per indipendenza della Sardegna;

   l'intervento delle forze dell'ordine a carico del giovanissimo studente sarebbe stata disposta all'indomani del diniego all'autorizzazione richiesta per una manifestazione contro il disegno di legge cosiddetto «Sicurezza» promossa dalla associazione Retza de is Istudiantes, di cui il giovane farebbe parte, con la motivazione che durante la manifestazione si sarebbero potuti diffondere messaggi di solidarietà con il popolo palestinese;

   considerata la minore età del giovane e il fatto che il reato ipotizzato a suo carico sia quello previsto dall'articolo 639 del codice penale, il quale, pur nella versione peggiorativa introdotta dalla legge 22 gennaio 2024, n. 6, resta una fattispecie di lievissima gravità e a bassa pericolosità sociale –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda di cui in premessa;

   se non ritengano che, nel corso delle attività di indagine che coinvolgono minorenni, le modalità operative di svolgimento delle stesse vadano ponderate con la massima attenzione;

   quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interrogati intendano adottare per preservare nel Paese l'ordine pubblico senza comprimere il diritto di critica politica e il diritto di manifestare il proprio pensiero, anche se dissenziente rispetto a quello della maggioranza della popolazione e delle forze di Governo.
(4-03675)


   ASCARI, SANTILLO, ILARIA FONTANA, CHERCHI, CARMINA, CAFIERO DE RAHO, DONNO, D'ORSO, QUARTINI, PELLEGRINI, BRUNO, FRANCESCO SILVESTRI, PAVANELLI, ALFONSO COLUCCI, TORTO, CASO e BARZOTTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   grazie al lavoro dei giornalisti Marco Omizzolo e Roberto Lessi, dall'inchiesta «Tritone» e dalle ultime requisitorie del processo in corso presso il tribunale di Velletri emergono gravi evidenze riguardanti infiltrazioni mafiose nei comuni di Anzio, Nettuno e Aprilia. Per alcuni consiglieri comunali, assessori e sindaci del centrodestra – stando a quanto emerge – era del tutto normale rivolgersi alle mafie per farsi eleggere;

   i comuni di Anzio e Nettuno sono stati già sciolti per infiltrazioni mafiose a novembre 2022 e sono attualmente sotto commissariamento, mentre Aprilia rischia di seguire la stessa sorte, nonostante le recenti dimissioni del sindaco Leonardo Principi;

   le indagini hanno messo in luce la presenza della cosiddetta «Quinta Mafia», un network criminale che coinvolge diverse mafie e parti della politica locale, con accuse che ammontano a oltre 240 anni di condanne richieste per i responsabili delle organizzazioni mafiose;

   è emerso che le riunioni per stabilire liste e preferenze avvenivano in casa di un boss mafioso, con la complicità di figure politiche di spicco, tra cui l'ex senatore Candido De Angelis, accusato di aver beneficiato dell'appoggio mafioso per tornare al governo del comune di Anzio;

   la presenza della 'ndrangheta e delle sue alleanze con altri gruppi mafiosi nella regione rappresenta un fenomeno di crescente preoccupazione, soprattutto in considerazione della vicinanza a Roma –:

   quali misure il Ministero dell'interno intenda adottare per contrastare le infiltrazioni mafiose nei comuni interessati, garantendo la legalità e la trasparenza amministrativa, in particolare cosa sia stato previsto per «mettere in sicurezza» l'elezione amministrativa del 17/18 novembre 2024 di Anzio e Nettuno, anche tenendo conto che la comunicazione delle incandidabilità dei due comuni non sono ancora state rese pubbliche dal Tribunale e manca un mese alle elezioni di Anzio e Nettuno;

   quali risorse siano state previste per supportare le forze dell'ordine nella lotta contro la criminalità organizzata in quei territori a rischio e quali iniziative sono state assunte in merito all'elevazione della compagnia carabinieri a reparto territoriale;

   quali iniziative intenda promuovere per sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza nella lotta contro la mafia, al fine di rafforzare la cultura della legalità;

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda mettere in atto per proteggere i giornalisti esposti nel territorio, che subiscono intimidazioni e minacce in seguito alle loro inchieste.
(4-03676)


   ASCARI, DONNO, D'ORSO, LOMUTI, CHERCHI, CARAMIELLO, CASO, AMATO, ORRICO, AURIEMMA, BARZOTTI, SPORTIELLO, ALFONSO COLUCCI, L'ABBATE, ILARIA FONTANA, BALDINO, QUARTINI, PENZA, SANTILLO, APPENDINO, TUCCI, SCERRA e CANTONE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   recentemente, è emerso a livello nazionale il caso dell'ennesimo leader di un micro-gruppo apocalittico attivo nel salentino, che avrebbe verosimilmente irretito alcuni giovani vulnerabili affetti da serie patologie fisiche, sottoponendoli, secondo le dichiarazioni rese dalle rispettive famiglie agli organi di informazione, a metodiche manipolative e stili di vita potenzialmente pericolosi, inclusa la sospensione delle terapie farmacologiche;

   secondo quanto riportato dalla stampa, il soggetto in questione, noto come Kadir, avrebbe avuto anche l'occasione del confronto con alcuni giornalisti, manifestazioni deliranti e particolarmente aggressive;

   l'uomo risulta avere aggredito fisicamente le inviate Francesca Pizzolante (Pomeriggio 5) e Barbara Di Palma (La Vita in Diretta) che, nel corso di una recente intervista, lo avevano invitato a permettere che i seguaci potessero quantomeno effettuare i necessari accertamenti clinici. A seguito dell'increscioso episodio, il sindacato Usigrai ha diramato un comunicato deplorando il tentativo di intimidazione della stampa ed esprimendo solidarietà alle giornaliste;

   solo nel febbraio 2024, si ricorda, in un contesto di evidente fanatismo religioso, si era consumata la strage di Altavilla Milicia senza che a quei drammatici fatti seguisse però alcuna attenzione istituzionale, così come rispetto al caso di Roberto Amatulli, un autoproclamato pastore evangelico balzato agli onori delle cronache, sempre in quei mesi, dopo le numerose denunce pubbliche di ex adepti e famiglie disgregate dalla sua azione. Tra queste, particolarmente dolorosa è la vicenda della sig.ra Antonia Neviera che ha dovuto richiedere e infine ottenuto l'affidamento dei nipotini spaventati dall'irrazionalità della madre dopo che questa era stata reclutata dal sedicente pastore;

   secondo fonti di stampa e del Centro studi sugli abusi psicologici, CeSAP, il santone Amatulli avrebbe inoltre effettuato, come si evince dai video che lo stesso pubblicizza sui suoi spazi web, asserite guarigioni di individui affetti da patologie oncologiche e inquietanti rituali esorcistici su minori, inducendo nei seguaci anche avversione verso la medicina ufficiale a favore dei rituali di purificazione;

   rispetto alla piaga sociale rappresentata da perniciosi fanatismi e dal fenomeno delle cosiddette sette coercitive, – che nel nostro Paese si stima coinvolgano tra i due e quattro milioni di connazionali –, appare pertanto gravemente allarmante la mancanza di approfondimenti istituzionali anche in virtù del grave vuoto normativo venutosi a determinare a seguito della pronuncia di incostituzionalità dell'ex delitto di plagio;

   nel mese di giugno 2024 le associazioni di tutela delle vittime attive sul territorio nazionale, avevano ritenuto doveroso sollecitare con una lettera congiunta i Ministri Schillaci, Valditara e Nordio ad adoperarsi per ogni necessario accertamento sull'insidioso fenomeno dei gruppi a deriva settaria, anche mediante l'adozione di misure e campagne di sensibilizzazione volte a tutelare fattivamente i connazionali –:

   di quali elementi disponga, per quanto di competenza, in ordine alle vicende segnalate in premessa;

   se, in un'ottica di prevenzione dei pericoli rappresentati dai gruppi a deriva settaria, non si ritenga necessario e urgente adottare iniziative volte a predisporre dedicate campagne di sensibilizzazione al fenomeno;

   se non si ritenga necessario procedere all'adozione di iniziative di carattere normativo anche in relazione alla citata lacuna dell'ordinamento in materia di condizionamenti psichici e comportamentali, così come avvenuto in altri Paesi europei.
(4-03677)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   con l'approvazione del decreto del direttore generale n. 2575 del 6 dicembre 2023, il Ministero dell'istruzione e del merito ha indetto il primo concorso previsto dalla missione 4 – componente 1-3, riforma 2.1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il reclutamento di un numero complessivo di 70.000 docenti entro il 2026;

   a causa di numerosi ritardi dovuti sia alla mancanza di esaminatori per la fase degli orali e alla conseguente non costituzione di molte commissioni, sia all'elevato numero di candidati, il concorso è tuttora in corso e rischia di protrarsi a lungo;

   in sede di conversione del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71 convertito con modificazioni dalla legge n. 106 del 2024, l'attuale Esecutivo è corso ai ripari, prorogando le immissioni in ruolo per il personale docente per l'anno scolastico 2024/2025 oltre al termine ordinario del 31 agosto, per poter attingere dalle graduatorie pubblicate entro e non oltre il 10 dicembre 2024;

   tuttavia, ad oggi lo stato dell'arte ricavabile dalla consultazione dei siti degli uffici scolastici regionali presenta un quadro piuttosto preoccupante, in quanto su 1276 graduatorie di merito previste, ad oggi ne risultano definite meno della metà (595, il 46,6 per cento, contro le 681 ancora da definire);

   dunque, per tutte le classi di concorso che non riusciranno a concludere il percorso in tempo utile, le graduatorie di merito avranno efficacia dal successivo anno scolastico, con inevitabili conseguenze: il ritardo di almeno un anno delle nomine dei vincitori e l'attuazione soltanto parziale del target previsto dal PNRR –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di garantire una celere conclusione del concorso indetto con decreto del direttore generale n. 2575 del 6 dicembre 2023, assicurando la pubblicazione di tutte le graduatorie di merito in tempo utile per scongiurare l'ipotesi di una parziale attuazione del target previsto dal PNRR.
(5-03017)

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 9, comma 23, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito dalla legge n. 122 del 2010 ha disposto il blocco degli stipendi per il personale pubblico, e quindi anche a quello scolastico, negli anni 2011, 2012 e 2013 prevedendo espressamente il blocco delle progressioni di anzianità;

   il decreto-legge n. 78 del 2010, pertanto, ha stabilito la «non utilità» ai fini della progressione stipendiale per il personale scolastico degli anni 2010, 2011 e 2012;

   il blocco degli stipendi è stato prorogato al 2014, a seguito dell'articolo 1, comma 1, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 2013, emanato in base alla spending review (legge n. 135 del 2012), e conseguentemente è stata estesa all'anno 2013 la «non utilità» ai fini della progressione di carriera;

   l'anno 2010 è stato restituito, ai dipendenti del comparto scuola, con un decreto ministeriale del Ministero dell'economia e delle finanze, che ha destinato il 30 per cento dei risparmi certificati dallo stesso Ministero a questo scopo;

   gli scatti del 2011 sono stati restituiti, invece, con il Contratto collettivo nazionale di lavoro del marzo 2013 che ha utilizzato le risorse del fondo del 30 per cento e 350 milioni di euro, decurtati dal Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa;

   gli scatti del 2012 sono stato recuperati con un'ulteriore decurtazione del Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, di cui sono stati accantonati 463 milioni di euro con l'intesa MIUR – organizzazioni sindacali del novembre 2013, attraverso una sessione negoziale fra ARAN e organizzazioni sindacali;

   l'anno 2013 è rimasto escluso da qualsiasi forma di recupero, producendo un danno permanente negli stipendi di docenti e personale Ata in servizio in quell'anno, che si concretizza tuttora nella irrilevanza ai fini della carriera del servizio svolto;

   la Corte di cassazione, con la recente ordinanza n. 16133/2024, ha dichiarato che le disposizioni che hanno stabilito il blocco delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle norme contrattuali collettive sono disposizioni eccezionali da interpretare in stretta aderenza con lo scopo loro assegnato, sancendo quindi l'illegittimità del blocco stipendiale per l'anno 2013 ai fini del riconoscimento giuridico di una superiore fascia stipendiale di inquadramento;

   tale ordinanza apre la strada a possibili rivendicazioni da parte del personale della scuola per il recupero dell'anno 2013 in termini di progressione giuridica della carriera;

   il personale docente e Ata ha subìto, negli ultimi anni, una significativa erosione del proprio potere d'acquisto a causa della stagnazione salariale;

   la decisione della Corte di cassazione rappresenta un chiaro segnale della necessità di un intervento correttivo da parte del Governo, per garantire il ripristino dei diritti del personale scolastico e dei benefìci economici che ne derivano;

   i contenziosi promossi dai docenti e dal personale Ata interessati dalla sentenza, in virtù della loro grande numerosità, sovraccaricheranno i tribunali e potrebbero comportare un aggravio per le casse dello Stato, dovendo quest'ultimo farsi carico delle difese in giudizio e delle condanne alle spese imposte dai giudici in caso di soccombenza;

   in considerazione della mole di lavoratori coinvolti, tale contenzioso rischierebbe di generare un aumento esponenziale dei costi, aggravando ulteriormente il bilancio statale e creando un clima di sfiducia tra i lavoratori del settore scolastico e le istituzioni –:

   se alla luce dell'ordinanza della Corte di cassazione n. 16133/2024, intendano adottare iniziative volte a riconoscere al personale docente e Ata la validità giuridica del servizio nell'anno 2013 ai fini della ricostruzione di carriera;

   quali iniziative di competenza intendano adottare per evitare l'apertura di contenziosi legali, che potrebbero comportare significative spese aggiuntive per lo Stato, garantendo il riconoscimento dei diritti economici maturati dal personale scolastico.
(4-03670)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   TENERINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 493 del 1999 (Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell'assicurazione contro gli infortuni domestici), promuove iniziative dirette a tutelare la sicurezza e la salute attraverso la prevenzione delle cause di nocività e degli infortuni negli ambienti di civile abitazione e l'istituzione di una forma assicurativa contro il rischio infortunistico derivante in tale ambito;

   la norma ha istituito un'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici, per tutelare le persone che svolgono attività di lavoro domestico e non sono iscritte ad altre forme obbligatorie di previdenza;

   tale assicurazione tutela il lavoro svolto in via non occasionale, gratuitamente e senza vincolo di subordinazione, finalizzato alle cure della propria famiglia e dell'ambiente in cui si dimora ed è equiparata alle altre forme di lavoro;

   sono tenuti al pagamento del premio tutti coloro (uomini e donne) che hanno un'età compresa tra i 18 e i 67 anni e svolgono in modo abituale, esclusivo e gratuito l'attività di cura della casa e del nucleo familiare;

   il premio dell'assicurazione ha un costo annuale di 24,00 euro, non frazionabile su base mensile ed è deducibile ai fini fiscali;

   tale premio è a carico dello Stato per le persone che possiedono un reddito personale complessivo lordo fino a 4.648,11 euro l'anno e fanno parte di un nucleo familiare il cui reddito complessivo lordo non supera i 9.296,22 euro l'anno;

   ad oggi sono pochissimi gli aventi diritto che si avvalgono di questa possibilità dal momento che ammontano allo 0,188 per cento per l'anno 2023 ed allo 0,183 per cento per l'anno 2024, presumibilmente perché la misura non è adeguatamente comunicata e, quindi conosciuta, dalla platea degli aventi diritto;

   la medesima legge, all'articolo 12, tuttavia, stanzia per tale scopo un importo che è attualmente pari a 12.541.253 annui e l'articolo 10, al comma 4, prevede che le eventuali eccedenze di gestione del fondo autonomo speciale istituito per l'assicurazione medesima possano essere destinate per la realizzazione, a cura dell'Inail, di campagne informative a livello nazionale finalizzate alla prevenzione degli infortuni negli ambienti di civile abitazione –:

   se e quali iniziative intenda porre in essere il Ministero interrogato al fine di consentire una migliore e più capillare diffusione di informazioni circa l'esistenza dello strumento dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici gratuita per le famiglie meno abbienti.
(5-03012)


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Bystronic Automation Technology è una azienda che fa parte della multinazionale svizzera Bystronic attiva nel comparto dell'automazione industriale e del taglio laser e ha due sedi attive in Lombardia, a San Giuliano Milanese e Fizzonasco di Pieve;

   Bystronic Automation Technology ha comunicato ufficialmente ad Assolombarda la chiusura della società e riferito l'intenzione di licenziare 150 dipendenti;

   nel 2022 Bystronic ha preso il controllo della società italiana Antil SPA, nel cui capitale era già entrato qualche anno prima. Nata nel 1989, Antil era una realtà tecnologica ad alto contenuto innovativo specializzata nello sviluppo di soluzioni di automazione per la lavorazione delle lamiere;

   due anni dopo questa operazione, il Ceo dell'azienda elvetica, Domenico Iacovelli, in carica da qualche mese, ha annunciato per email la chiusura degli stabilimenti di Bystronic Automation Technology di San Giuliano Milanese e Fizzonasco di Pieve;

   nella giornata di martedì 15 ottobre 2024 parti sociali e vertici aziendali si sono incontrate per discutere della questione nella sede di Assolombarda;

   i lavoratori, che hanno scioperato sotto la sede di Assolombarda a Milano si sentono vittime di una grande ingiustizia. L'azienda era un'eccellenza mentre ora è stata smantellata e addirittura avviata alla chiusura;

   il gruppo svizzero avrebbe scritto ai clienti di non preoccuparsi, «che l'automazione continuerà ad essere un'attività strategica» e che «ci sarà offerta ai clienti anche in futuro». L'azienda ha fatto sapere di voler privilegiare «la produzione di soluzioni di automazione standard per il taglio e la piegatura laser nel sito produttivo di Niederönz»;

   dopo oltre un'ora di incontro, i presenti all'incontro hanno spiegato che l'azienda ha confermato la volontà di cessare l'attività nei due siti del Milanese: «Abbiamo proposto delle alternative, come il ricorso agli ammortizzatori sociali, ma non hanno voluto sentire ragioni» ha spiegato subito dopo il segretario Fiom Cgil, Angelo Alpoli;

   Bystronic è quotata alla borsa di Zurigo dal 2021. Il maggior azionista è il gruppo che fa capo alle famiglie Auer, Schmidheiny e Spoerry, la cui fortuna cumulata è stimata tra i 500 e i 600 milioni di franchi;

   la multinazionale con sede a Berna ha un fatturato che si aggira attorno al miliardo di franchi e nel 2023 ha realizzato un utile netto di 42 milioni di franchi. Quest'anno la situazione è più difficile: da gennaio a settembre il fatturato è sceso del 28,3 per cento e l'acquisizione degli ordini è diminuita di un quarto. A fine settembre, l'azienda aveva così comunicato di voler sopprimere 500 posti di lavoro a livello globale sui 3.350, di cui solo 80 in Svizzera –:

   quali iniziative urgenti di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati al fine di salvaguardare i posti di lavoro e scongiurare la chiusura di una realtà che rappresenta l'eccellenza nel nostro Paese.
(5-03014)


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   in data 17 ottobre 2024 la Berco, azienda meccanica, ha avviato la procedura per il licenziamento di 480 dipendenti occupati nello stabilimento di Copparo, in provincia di Ferrara. Sarebbero invece salvi i 150 lavoratori della sede di Castelfranco, in provincia di Treviso;

   l'azienda ha comunicato a organizzazioni sindacali e alla Rappresentanza sindacale unitaria la disdetta per entrambe le sedi del contratto integrativo aziendale e degli accordi relativi a premio di risultato, presenza individuale e welfare aziendale;

   a seguito delle comunicazioni, le organizzazioni sindacali hanno indetto uno sciopero immediato;

   Berco, specializzata nella produzione di componenti per sottocarri di macchine movimento terra e agricole e controllata dal colosso tedesco ThyssenKrupp, con 1.372 dipendenti tra gli stabilimenti di Copparo e Castelfranco, ha giustificato i licenziamenti e l'annullamento degli accordi integrativi con una riduzione del 30 per cento degli ordini, delle commesse e del fatturato. Le cause principali sono attribuite alle tensioni geopolitiche, all'aumento dei tassi di interesse registrato negli ultimi anni e al significativo divario nei costi delle materie prime e dell'energia tra Europa e Paesi asiatici. Questa situazione sta spingendo diversi clienti a considerare il trasferimento delle produzioni in India. In questo quadro di crisi, la dirigenza aziendale sottolinea che l'annullamento degli accordi sarebbe «necessaria al fine di consentire la sopravvivenza dell'azienda e quindi nell'ottica di salvaguardare i livelli occupazionale e le future opportunità di riallineamento della situazione aziendale»;

   in merito ai licenziamenti, Berco afferma che «non sussistono misure alternative alla riduzione del personale e si rende pertanto necessario procedere al licenziamento del personale strutturalmente in esubero per consentire la sopravvivenza dell'azienda e riallineare i livello occupazionali alle mutate esigenze del mercato»;

   con riferimento soltanto allo stabilimento di Castelfranco, l'azienda ha fatto ampio ricorso alla cassa integrazione ordinaria a giornata negli ultimi 15 anni si è verificata una costante riduzione del personale, passando da 500 dipendenti nel 2013 agli attuali 150;

   secondo quanto previsto dalla legge ora cominciano i 75 giorni per arrivare a un accordo –:

   quali urgenti iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati al fine di salvaguardare l'occupazione e il reddito di 480 famiglie, nonché al fine di scongiurare una crisi del tessuto sociale che potrebbe avere effetti devastanti.
(5-03015)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:


   MARINO, BARBAGALLO, IACONO, PORTA e PROVENZANO. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le conseguenze dei cambiamenti climatici provocano sempre più di spesso il verificarsi di eventi estremi;

   in Sicilia, dopo mesi di siccità, si è abbattuta un'ondata di maltempo che ha causato non pochi danni;

   dopo la frana in Via Pergusa ad Enna e i problemi ad Agira e nella Barrafranca – Piazza Armerina, si registrano allagamenti a Dittaino e alberi caduti ad Enna Bassa;

   in particolare, la frana del costone di via Pergusa ha tagliato in due il territorio comunale e le uniche strade percorribili tra Enna Alta e Enna Bassa sono la Monte Cantina e la Strada provinciale 51, la San Calogero;

   si tratta di una situazione che sta creando molti disagi alla viabilità e che ha comportato anche la chiusura di alcuni esercizi commerciali;

   continuano quindi i disagi per la città colpita anche da un'emergenza idrica che sta creando non poche difficoltà ai residenti, costretti ad una turnazione molto drastica con l'erogazione di acqua ogni sei giorni. Inoltre, nel conto vanno aggiunti anche gli interminabili interventi per l'apertura degli svincoli di Enna della A19;

   è indispensabile quindi intervenire urgentemente per il ripristino delle infrastrutture e per affrontare, al contempo, la crisi idrica –:

   quali urgenti iniziative di competenza intendano adottare al fine di garantire la messa in sicurezza e il ripristino delle infrastrutture danneggiate, il ristoro dei danni patiti dalla popolazione di Enna, nonché per provvedere alla realizzazione di efficaci misure urgenti per affrontare la gravissima crisi idrica.
(4-03669)


   IACONO, PROVENZANO, BARBAGALLO, MARINO e PORTA. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   le conseguenze dei cambiamenti climatici provocano sempre più di sovente il verificarsi di eventi estremi;

   in Sicilia, dopo mesi di siccità, si è abbattuta un'ondata di maltempo che ha portato nelle giornate del 19 e 20 ottobre 2024 all'esondazione del fiume Salso a Licata;

   l'alluvione ha pesantemente danneggiato le infrastrutture stradali e, soprattutto, le colture e le serre della piana di Licata che sono state completamente ricoperte di acqua e fango;

   risultano distrutte diverse aziende agricole che non solo hanno perso i prodotti pronti per la raccolta, ma anche le serre, i tunnel, gli impianti;

   quanto accaduto, congiuntamente alle alluvioni verificatesi in altre parti del Paese, non sono purtroppo eventi isolati, ma episodi che si stanno registrando con sempre maggiore frequenza. È evidente che servono misure efficaci di prevenzione, congiuntamente ad aiuti immediati per le popolazioni e le imprese colpiti e per il ripristino delle infrastrutture danneggiate;

   è indispensabile quindi che, adesso, ci sia un'assunzione di responsabilità chiara rispetto alla gravità di quanto accaduto, al fine di sostenere la già precaria economia della città di Licata –:

   quali urgenti iniziative di competenza intendano adottare al fine di garantire la messa in sicurezza dei luoghi, il ripristino delle infrastrutture danneggiate e il ristoro dei danni patiti soprattutto dal comparto agricolo, messo in ginocchio dalla piena del fiume, nonché per provvedere alla realizzazione di efficaci misure di prevenzione del rischio idraulico.
(4-03671)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Forattini e altri n. 4-03660, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 ottobre 2024, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Bakkali, Boldrini, Bonafè, De Micheli, Di Biase, Evi, Gribaudo, Guerra, Iacono, Madia, Malavasi, Manzi, Marino, Prestipino, Quartapelle Procopio, Roggiani, Romeo, Scarpa, Serracchiani.

  L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Squeri n. 5-03006, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 ottobre 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Boscaini.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta immediata in Commissione Tenerini n. 5-02937 del 9 ottobre 2024.

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta immediata in Assemblea Pastorella e altri n. 3-01513 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 370 del 22 ottobre 2024. Alla pagina 10489, prima colonna, alla riga quarantanovesima deve leggersi: «anche quelli condivisi con attività legali,», e non come stampato.