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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 29 ottobre 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:

   in merito alla vicenda del ricercatore italiano Giulio Regeni, ucciso al Cairo nel febbraio del 2016 e per cui sono imputati quattro alti ufficiali degli apparati di sicurezza egiziani il cui processo è attualmente pendente presso la Corte di assise di Roma, il 2 giugno 2024 la trasmissione «Report» ha mandato in onda su RaiTre un'inchiesta dal titolo «Verità nascoste per Giulio Regeni» a firma del giornalista Daniele Autieri, nella quale ricostruiva il ruolo di alcuni appartenenti ai servizi segreti italiani, nella fattispecie Agenzia informazioni e sicurezza esterna, nei giorni che hanno anticipato il ritrovamento del corpo del nostro concittadino;

   oltre a ricostruire le visite al Cairo dei vertici dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna, quella del generale Giovanni Caravelli (allora numero due e oggi direttore dell'Aise) il 27 gennaio 2016, e quella di Alberto Manenti (allora direttore dell'Aise) il 3 febbraio 2016, il programma di inchiesta ha riportato la testimonianza a volto coperto di un diplomatico all'epoca in servizio presso l'Ambasciata d'Italia al Cairo;

   nell'intervista il testimone rivela che alcuni agenti dell'Aise avrebbero ottenuto informazioni dirette da membri del Governo egiziano per il tramite di una intermediaria, una civile italiana di nome Zena Spinelli;

   secondo la ricostruzione del giornalista, Spinelli sarebbe stata in contatto con Ayman Rashed, allora assistente del Ministro della giustizia egiziano, e lo stesso Rashed il 29 gennaio 2016 – a quattro giorni dalla scomparsa – le avrebbe confermato che «Regeni era ancora vivo, ma che non era nelle loro mani». La notizia, secondo «Report» sarebbe stata riportata al professor Gennaro Gervasio e agli agenti del nostro controspionaggio insieme ad altre informazioni di interesse primario;

   nel servizio di Report, peraltro, una fonte non anonima (ma a volto coperto) ha dichiarato che uomini dell'Aise avrebbero visto Giulio nei giorni precedenti il ritrovamento del corpo (non specificando se lo avrebbero visto ancora vivo o già deceduto); tra l'altro, come riportato, l'Aise avrebbe avuto l'informazione del ritrovamento del corpo di Giulio Regeni la mattina del 3 febbraio 2016, quasi 12 ore prima rispetto a quanto riportato dalla versione ufficiale del Governo italiano, ribadita in più occasioni anche dall'ambasciatore d'Italia al Cairo, Maurizio Massari e dalla ex Ministra Guidi –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati e se quelle informazioni raccolte da agenti dell'Aise al tempo fossero state condivise con l'autorità politica delegata ai sensi della legge n. 124 del 2007, e nel caso come siano state utilizzate;

   se il Governo intenda fornire informazioni in merito all'eventuale conoscenza dei vertici dell'Aise e del Dis di quanto narrato da «Report» e se la riconsegna del cadavere di Giulio Regeni sia stata un evento casuale, oppure il frutto di un accordo tra agenzie di intelligence o tra Governi.
(2-00466) «Cuperlo, Braga».

Interrogazione a risposta orale:


   MAURI, BRAGA, BONAFÈ, CUPERLO, FORNARO e ROGGIANI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   sta suscitando scalpore e fortissima preoccupazione quanto sta emergendo quotidianamente dalla inchiesta che ha visto coinvolta una società di investigazione, Equalize, il cui titolare, Enrico Pazzali, è anche presidente della Fondazione Fiera di Milano, per una attività di violazione di banche dati e acquisizione illegale di informazioni che come sembrerebbe hanno riguardato anche le alte cariche dello Stato, compreso il Presidente della Repubblica;

   secondo quanto riportato dagli organi di informazione, nell'archivio della agenzia vi sarebbero circa 800 mila fascicoli sottratti alla banca dati del Ministero dell'interno che riguarderebbero privati cittadini, imprenditori, politici, funzionari di Stato;

   la violazione dello Sdi, la banca dati delle forze dell'ordine, è un episodio gravissimo che può mettere a rischio le libertà individuali dei cittadini e la sicurezza nazionale;

   per i pubblici ministeri dell'inchiesta che hanno fatto emergere questo traffico illegale di informazioni i responsabili di questa attività di schedatura, si cita testualmente, «rappresentano un pericolo per la democrazia»;

   appare quanto mai inopportuno che il titolare della agenzia investigativa Equalize sia ancora a tutt'oggi il presidente di un ente pubblico come la Fondazione della Fiera di Milano;

   più volte gli interroganti nell'ambito dell'attività parlamentare, da ultimo in occasione della approvazione della legge n. 90 del 28 giugno 2024, concernente «Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici», hanno sottolineato i rischi correlati ad una mancanza di sicurezza delle banche dati nel nostro Paese e alla assenza di risorse destinate al rafforzamento delle infrastrutture informatiche proprio per prevenire questi rischi;

   negli ultimi mesi si è assistito ad un oggettivo, quanto pericoloso, incremento di reati collegati a questa attività di crimini informatici con una serie di episodi gravi a cui ancora non è stata data risposta;

   ci si trova in presenza di attività inquietanti che rischiano di alterare l'equilibrio democratico del Paese e che non può essere derubricato a «voyeurismo» informatico o semplicemente ad infedeltà di appartenenti ad apparati dello Stato –:

   come sia stato possibile riuscire a violare la banca dati dello Sdi, sistema di indagine delle forze dell'ordine, di quali elementi disponga, per quanto di competenza, circa i reali mandanti di questa attività nonché quali urgenti e improcrastinabili iniziative, anche di carattere normativo, intenda assumere il Governo per rafforzare la sicurezza nazionale sulle banche dati e per contrastare adeguatamente i crimini informatici, fornendo tempestivamente ogni utile elemento al Parlamento in proposito.
(3-01532)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta orale:


   CHERCHI, SERGIO COSTA e CARAMIELLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la campagna Salva canguri avviata dalla Lav nel 2019 è parte di una più vasta campagna internazionale che vede numerose Ong impegnate contro la mattanza dei canguri e a favore di un divieto europeo all'import di carni e pelli di canguro;

   Lav afferma come, solo nel 2024, 1,5 milioni di canguri siano stati uccisi per scopi commerciali; a questo dato vanno aggiunti 2,5 milioni di cuccioli, vittime indirette della caccia;

   secondo l'Australian Bureau of Statistics con una media annua di 100.000 pelli importate, il nostro Paese è il primo importatore europeo di pelli di canguro e il sesto al mondo. L'Italia ha importato, tra il 2019 e il 2022, 381 tonnellate di pelli di canguro per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro;

   i maggiori utilizzatori, secondo la denuncia della Lav, sono le aziende del settore sportivo: i canguri vengono massacrati per la produzione di scarpini da calcio, tute da motociclista e altri capi per lo sport;

   la regolamentazione della caccia ai canguri da parte delle autorità, nonostante il codice di condotta denominato Code of practice far the humane shooting of kangaroos and wallabies (in seguito «Code of practice»), è di difficile attuazione dato che la caccia avviene di notte, in aree remote senza una struttura di controllo che possa vigilare;

   l'articolo 41 della Costituzione prevede che l'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da arrecare danno (...) all'ambiente;

   l'uccisione di milioni di animali selvatici per mere logiche commerciali e di profitto, è una pratica in contrasto con il principio costituzionale di tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni come è sancito dall'articolo 9 della Costituzione –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Ministro interrogato intenda adottare per vietare l'importazione e l'immissione sul mercato nazionale dei prodotti derivanti dalla caccia commerciale al canguro e far sì che il nostro Paese risulti capofila tra gli Stati membri dell'Unione europea come promotore di provvedimenti normativi a tutela di questa specie animale.
(3-01531)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   RUBANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   i depuratori ubicati sul territorio comunale di Faicchio (Benevento), in località Fontanavecchia, Massa e Macchia versano in condizioni di assoluta precarietà, a causa di una cattiva gestione degli impianti producendo nelle aree circostanti un rilevante degrado ambientale;

   gli impianti in oggetto sversano nel fiume Titerno e quindi nel Volturno. Quello di Macchia sversa in un canale «Trivio adventum» anch'esso affluente del Volturno;

   nel tratto del Titerno immediatamente successivo al punto di scarico del depuratore di Fontanavecchia, insiste un pozzo idrico, che rifornisce il serbatoio ubicato a Monte Acero servente parte della frazione Massa. Nel corso del mese di luglio 2024 il gestore Alto Calore servizi spa ha dovuto vietare l'utilizzo potabile della predetta acqua per la presenza di escherichia coli;

   a valere sul fondo regionale Programma operativo regionale Campania 2014-2021 è stato individuato un finanziamento di 666.000 euro per il potenziamento e la manutenzione dei suddetti impianti di depurazione comunale;

   al là degli aspetti tecnici superabili mediante la progettazione finanziata con il POR Campania, la quale prima di rifunzionalizzare gli impianti dovrà bonificarli, è necessario valutare il danno ambientale cagionato, con particolare riferimento alle falde acquifere, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dagli articoli 305 e seguenti del codice dell'ambiente –:

   se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per valutare il danno ambientale nelle aree e nel reticolo idrografico individuati in premessa, al fine di individuare le prescrizioni di ripristino ambientale e di messa in sicurezza delle falde ai sensi della normativa.
(5-03040)


   LAMPIS. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel comune di Buggerru insiste una infrastruttura portuale realizzata negli anni '70 che rappresenta un importante approdo per natanti di piccole e medie dimensioni nel litorale sud occidentale della Sardegna;

   il porto, da anni, risulta parzialmente inagibile per via della presenza di oltre 150 mila metri cubi di sabbia che non può essere rimossa perché, a seguito di una norma del 2001, è inserito all'interno di un sito di interesse nazionale essendo l'intero territorio comunale caratterizzato dalla presenza di ex insediamenti minerari;

   con il decreto ministeriale del 15 luglio 2016 n. 172 «Regolamento recante la disciplina delle modalità e delle norme tecniche per le operazioni di dragaggio nei siti di interesse nazionale», il dragaggio con riconferimento nel corpo idrico di provenienza è stato di fatto ampliato anche alle aree Sin laddove le caratteristiche fisiche e chimiche sono uguali tra «dentro» e «fuori». Purtroppo il decreto ministeriale non fa riferimento alle caratteristiche ecotossicologiche;

   nel caso di Buggerru i valori tra «dentro e fuori» sono tutti equiparabili ma la norma, non prevedendo l'equiparazione dei valori ecotossicologici, non è applicabile;

   infatti essa prevede che la sabbia sia esaminata e, in caso di superamento di determinati parametri relativi alla presenza di metalli pesanti, non possa essere conferita nel corpo idrico di provenienza. In altre parole, non può essere depositata in mare aperto. Per tale ragione i dragaggi non si effettuano da oltre vent'anni determinando l'accumulo di sabbia nel porticciolo al ritmo di circa 3 mila metri cubi all'anno –:

   se intenda adottare, per quanto di competenza, iniziative normative finalizzate a innalzare i limiti relativi ad alcuni parametri riferiti alla presenza di metalli pesanti nel caso in cui si debbano effettuare operazioni di dragaggio in strutture portuali insediate in aree ex minerarie nelle quali, nonostante le opere di bonifica ambientale effettuate, i parametri risultano essere superati a causa di particolari caratteristiche proprie dei luoghi che hanno in modo naturale quella particolare composizione, tanto da non potersi considerare inquinati, ovvero estendere la portata del decreto ministeriale del 15 luglio 2016 n. 172 anche nella parte relativa alla ecotossicità naturale, in modo da garantire l'applicazione della norma stessa anche al caso concreto riportato in premessa, consentendo il dragaggio del porto di Buggerru.
(5-03043)

CULTURA

Interrogazione a risposta orale:


   BONELLI e ZARATTI. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il 3 ottobre 2022 la AS Roma S.p.A., ha presentato a Roma Capitale, in qualità di proponente, uno studio di fattibilità per la realizzazione e gestione in project financing di un nuovo stadio di calcio in un'area di proprietà del comune di Roma, in località Pietralata, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 147 del 2013, commi 304 e 305, e dell'articolo 62 del decreto-legge n. 50 del 2017 convertito con modificazioni dalla legge n. 96 del 2017;

   il progetto, per complessivi 153.600 metri cubi, interessa un'area di 16 ettari in località Pietralata, di proprietà di Roma Capitale, destinata dal vigente Piano regolatore generale a verde pubblico, per la quale la AS Roma chiede il diritto di superficie per 90 anni, trascorsi i quali l'infrastruttura realizzata verrà ceduta in proprietà a Roma Capitale;

   da quanto si apprende da organi di stampa, sui terreni di proprietà del comune di Roma dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio sarebbe presente un'area boscata ricca di specie arboree e di una fitta vegetazione arbustiva, sulla cui presenza diverse associazioni e comitati di cittadini hanno inoltrato richiesta di verifiche e accertamenti da parte dei carabinieri forestali;

   sempre secondo notizie di stampa risulterebbe che nella documentazione allegata alla variante non sostanziale al Piano particolareggiato comprensorio direzionale orientale approvata dal comune di Roma nel luglio 2012 l'area venisse classificata in una delle planimetrie come «area boschiva»;

   l'ambito interessato dal progetto dello Stadio ricade all'interno delle componenti secondarie (area «B») della rete ecologica cittadina, ossia l'insieme dei principali ecosistemi del territorio comunale e delle relative connessioni, quali aree di medio livello di naturalità e alto livello di integrazione tra le componenti primarie e quelle secondarie, con valori naturalistici da preservare e ripristinare, anche al fine di garantire ed assicurare continuità della stessa rete ecologica;

   come più volte ribadito dalla giurisprudenza amministrativa, una volta accertata la natura boschiva di un'area (secondo i parametri e i riferimenti di cui all'articolo 2 del decreto legislativo n. 227 del 2001, oggi trasposti nell'articolo 3 del decreto legislativo n. 34 del 2018) il vincolo paesaggistico sul bene in questione e la relativa disciplina di tutela deriva automaticamente ai sensi dell'articolo 142, comma 1, lettera g), del decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), avendo il provvedimento amministrativo che ne attesta l'effettiva esistenza una natura puramente ricognitiva;

   la realizzazione dello Stadio rischia di cancellare l'area boschiva e in tale scenario appare del tutto inaccettabile, oltre che insostenibile, pensare di consumare ulteriori 16 ettari di territorio, 7,7 dei quali parte della rete ecologica cittadina, in una città che ne consuma in media 100 ettari l'anno, per la costruzione di un nuovo stadio che oltre a determinare forti ripercussioni sulla rete della viabilità locale in una zona ad alta densità abitativa, non è in grado di sostenere i picchi di traffico originati, rappresenta un pesante fattore di disturbo della vicina struttura sanitaria dell'ospedale Sandro Pertini, anche considerando che il sistema trasportistico pubblico locale è totalmente inadeguato per garantire i flussi generati dal nuovo impianto sportivo –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritengano necessario adottare iniziative di competenza per garantire la piena tutela del patrimonio forestale e boschivo presente nell'area destinata alla realizzazione dell'impianto sportivo, anche considerando l'inclusione di tale bene tra le aree tutelate per legge ai sensi dell'articolo 142 comma 1, lettera g) del decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).
(3-01530)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CENTEMERO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   entro fine mese Cdp dovrà decidere sul progetto di rigenerazione urbana delle ex caserme Guido Reni di Roma, nel quartiere Flaminio, con uno sviluppo immobiliare per vari usi da oltre 45 mila metri quadrati e con una parte destinata al pubblico dove sorgerà il nuovo Museo della Scienza della capitale; sul tavolo vi è un'unica offerta vincolante presentata dal gruppo Coima con altri investitori;

   l'operazione, ribattezzata «progetto Ercole» da Cdp Real Asset Sgr, proprietaria dell'area e soggetto venditore, rappresenta una delle più importanti operazioni immobiliari di quest'anno per il mercato italiano; si parla di un valore di circa 500 milioni;

   l'eventuale privatizzazione di immobili pubblici, nel favorire investimenti da parte di soggetti privati, è, a parere dell'interrogante, doppiamente strategica: da un lato accelera il percorso di rigenerazione urbana e risanamento ambientale che il nostro Paese è tenuto a perseguire e, dall'altro, può contribuire alla riduzione del debito pubblico –:

   se e quali ulteriori informazioni, per quanto di competenza, il Ministro interrogato possa fornire in merito al cosiddetto «Progetto Ercole» e alle tempistiche di realizzazione dei lavori di rigenerazione urbana delle ex caserme Guido Reni di Roma e quali ulteriori iniziative il Governo stia intraprendendo per l'attrazione di capitali privati in progetti di riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico italiano.
(5-03038)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazioni a risposta immediata:


   MAGI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   in una recente trasmissione televisiva di approfondimento politico, la Ministra interrogata, commentando la legge che ha esteso la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità ai fatti commessi all'estero da cittadini italiani, ha affermato che i medici sarebbero tenuti a segnalare alla procura i casi di sospetta violazione della suddetta legge;

   si tratta di dichiarazioni gravissime, inconsistenti dal punto di vista giuridico, a cui la comunità dei medici ha immediatamente reagito;

   il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, ha dichiarato che: «Il medico ha il dovere di curare: dovere che gli deriva dalla legge – in primis, la Costituzione – e dal codice deontologico, è confermato dalla giurisprudenza e prevale su ogni altro obbligo, facoltà o diritto. Che il medico sia esonerato dall'obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dall'articolo 365 del codice penale che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale»;

   le parole della Ministra interrogata, peraltro, come ha prontamente denunciato l'Associazione Luca Coscioni, rivelano una preoccupante mancanza di conoscenza delle procedure e delle normative vigenti in tema di gravidanza per altri, ma in generale sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita, anzitutto perché un medico, pediatra, ginecologo o medico di cure primarie non è tenuto a sapere se i bambini sono nati da tecniche di procreazione medicalmente assistita, come ha ben spiegato il presidente della Federazione italiana medici pediatri, Antonio D'Avino, che ha dichiarato: «I bambini vanno assistiti e visitati in qualsiasi condizione. A noi non interessa l'etnia, la provenienza e la religione, a noi interessa la salute del piccolo. Quando entra un bambino nel nostro studio noi non sappiamo se è nato con la maternità surrogata, facciamo un'anamnesi per sapere come è andata la gravidanza ma questo non vuol dire che dobbiamo approfondire la “provenienza” del piccolo»;

   il Garante per la protezione dei dati personali, peraltro, è sempre stato molto chiaro sulla necessità di tutelare l'anonimato delle persone nate da tecniche di procreazione medicalmente assistita e ha stabilito che non possono essere istituiti registri speciali. Le persone nate tramite gestazione per altri sono riconosciute come nate da fecondazione omologa o eterologa e i dati relativi rimangono nei centri di procreazione medicalmente assistita con garanzia di anonimato –:

   se non ritenga, alla luce del codice penale, del codice deontologico e da quanto stabilito dal Garante per la protezione dei dati personali, di dover correggere le proprie affermazioni.
(3-01527)


   FERRARI, FORATTINI, GHIO, BRAGA, SCHLEIN, BONAFÈ, BOLDRINI, DI BIASE, QUARTAPELLE PROCOPIO, MARINO, MALAVASI, IACONO, GRIBAUDO, MANZI, SERRACCHIANI, PRESTIPINO, ROGGIANI, EVI, GUERRA, BAKKALI, SCARPA, MADIA, ROMEO, CIANI, TONI RICCIARDI, CASU, FORNARO, DE LUCA, MORASSUT, DE MARIA, FURFARO, GIANASSI, GIRELLI, STUMPO e LACARRA. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   continua la strage di donne uccise dalla violenza maschile quasi ogni giorno nel nostro Paese;

   la legge di bilancio per il 2024, legge 30 dicembre del 2023, n. 213, con l'articolo 1, comma 187, al fine di incrementare la misura del reddito di libertà introdotto ai sensi dell'articolo 105-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, al fine di garantire l'effettiva indipendenza economica e l'emancipazione delle donne vittime di violenza, ha incrementato di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 e di 6 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2027 il fondo di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248;

   la norma che stanzia maggiori risorse per il reddito di libertà è riconducibile all'approvazione di un emendamento delle opposizioni alla medesima legge, che ha stanziato 40 milioni di euro complessivi per il contrasto alla violenza contro le donne, così ripartiti: formazione degli operatori e operatrici che entrano in contatto con le donne vittime di violenza, reddito di libertà, rete dei centri antiviolenza, progetti rivolti a uomini maltrattanti, decontribuzione in caso di assunzione di donne che hanno subìto violenza, realizzazione di nuove case rifugio;

   nel complesso si tratta di misure volte a rafforzare le politiche di prevenzione e contrasto della violenza e il sostegno ai percorsi delle donne di fuoriuscita dalla violenza;

   ad oggi non risulterebbe ancora adottato il decreto di assegnazione delle risorse all'Inps destinate al cosiddetto «reddito di libertà», come denunciato già nell'agosto 2024 nell'Osservatorio antiviolenza;

   dai dati contenuti nel report presentato da Inps, dall'avvio della misura e fino al 31 maggio 2024 si evinceva come su 6.489 domande presentate agli sportelli comunali dalle donne vittime di violenza, solo 2.772 richieste siano state evase e hanno quindi ricevuto il sostegno economico, mentre al 31 maggio 2024 sono 3.026 le donne vittime di violenza che hanno chiesto questo sostegno economico ma non hanno ancora ricevuto risposta –:

   se non ritenga di dover fornire ogni utile elemento in merito all'effettiva, esatta ed omogenea assegnazione dei fondi stanziati destinati al reddito di libertà, alla formazione del personale della giustizia, delle forze di polizia e della polizia municipale, del personale sanitario e socio-sanitario e degli insegnanti, alla rete dei centri antiviolenza, a progetti rivolti a uomini maltrattanti, alla decontribuzione in caso di assunzione di donne che hanno subìto violenza, alla realizzazione di nuove case rifugio.
(3-01528)


   RAVETTO, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   in data 25 luglio 2024 la Commissione europea ha deferito l'Italia dinanzi alla Corte di giustizia in relazione alla disciplina dell'assegno unico e universale per i figli a carico;

   il deferimento, ultimo atto della procedura di infrazione avviata nel febbraio 2023, riguarda, in particolare, i requisiti soggettivi individuati dalla normativa nazionale ai fini dell'accesso all'assegno unico e universale;

   la Commissione europea richiede al Governo italiano di cancellare completamente il requisito della residenza in Italia, attualmente fissato in «due anni anche non continuativi», di cancellare altresì il requisito alternativo della durata «almeno semestrale» del rapporto di lavoro e addirittura di riconoscere l'assegno unico anche per i figli residenti all'estero;

   secondo la Commissione europea il regime giuridico nazionale, peraltro definito durante il Governo Draghi, sarebbe discriminatorio e incompatibile con il diritto dell'Unione europea in materia di coordinamento della sicurezza sociale e di libera circolazione dei lavoratori;

   i requisiti in contestazione – non si sarebbe mai pensato di doverlo rammentare alla Commissione europea – sono, tuttavia, indispensabili per individuare con certezza i beneficiari dell'assegno unico e, quindi, per controllare il suo impatto sui conti dello Stato, nel rispetto degli stessi vincoli di bilancio che l'ordinamento comunitario ci impone di osservare;

   l'erogazione del beneficio a chiunque abbia un'occupazione solo occasionale nel nostro Paese e addirittura per i figli che continuano a risiedere all'estero metterebbe a rischio la sostenibilità della misura, anche in quanto lo strumento utilizzato ai fini del suo calcolo, l'Isee, è pressoché impossibile da rilevare con affidabilità in molti Paesi esteri;

   l'auspicio degli interroganti è che la Commissione europea possa tornare sui propri passi e consentire al Governo italiano di difendere uno strumento innovativo e importante per le famiglie, del quale è previsto tra l'altro il potenziamento nel disegno di legge di bilancio –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per difendere lo strumento dell'assegno unico e universale dalle contestazioni della Commissione europea che ne mettono a rischio la sostenibilità.
(3-01529)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta immediata:


   CALDERONE, PITTALIS, PATRIARCA e ENRICO COSTA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   una delle fasi più delicate delle intercettazioni è quella dell'esecuzione delle operazioni che, come disposto dall'articolo 268 del codice di procedura penale, è nella totale disponibilità della polizia giudiziaria, che, di fatto, stabilisce se una conversazione è rilevante o non è rilevante: l'intervento del pubblico ministero è attualmente limitato a fornire indicazioni e a vigilare affinché siano rispettate le prescrizioni del comma 2 del citato articolo 268 del codice di rito: ovvero che nei verbali siano trascritti soltanto il contenuto rilevante ai fini delle indagini, anche a favore della persona sottoposta ad indagine, e che il contenuto di quelle non rilevanti non sia trascritto neppure sommariamente;

   stante la rilevanza costituzionale dei diritti necessariamente compressi dall'attività captativa e anche per garantire la speditezza e una maggiore efficienza dei procedimenti penali, evitando possibili travisamenti che si traducono, poi, in inutilizzabilità del materiale captato nell'ambito del processo, sarebbe opportuno prevedere un maggiore coinvolgimento del pubblico ministero che potrebbe in tal modo esercitare una funzione di controllo sull'operato della polizia giudiziaria della quale è dominus;

   prevedere che la polizia giudiziaria, prima di chiedere la proroga delle intercettazioni o al termine delle stesse, rediga una specifica informativa con la quale riferisce al pubblico ministero procedente il contenuto delle conversazioni ritenute non rilevanti, l'oggetto specifico degli argomenti e l'identità dei soggetti captati e il successivo controllo del magistrato requirente, il quale disponga la sola acquisizione dei contenuti ritenuti rilevanti, potrebbe essere la soluzione che soddisfi tanto l'esigenza di tutela dei diritti del cittadino indagato, quanto le fondamentali esigenze di speditezza ed efficienza dell'azione penale –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato in merito alla problematica descritta in premessa e se non intenda intraprendere, nel primo provvedimento utile, iniziative atte a prevedere un maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione dell'autorità giudiziaria nella valutazione circa la rilevanza delle conversazioni captate in sede di intercettazioni.
(3-01522)


   LUPI, BICCHIELLI, ALESSANDRO COLUCCI, BRAMBILLA, CAVO, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con il termine «dossieraggio» si fa riferimento ad una raccolta di informazioni riservate fatta su commissione, a fini ricattatori;

   alla fine dell'anno 2022 il Ministro Crosetto aveva presentato un esposto alla procura della Repubblica a seguito della pubblicazione sul quotidiano Domani di alcune informazioni strettamente personali ed indebitamente sottratte;

   a marzo 2024 la procura di Perugia ha avviato un'indagine ai danni di 16 soggetti, accusati di avere avuto accesso a informazioni riservate di politici e personaggi noti del mondo della politica e dell'imprenditoria;

   le indagini hanno portato alla luce oltre 230 mila accessi illegali a banche dati in meno di 4 anni;

   il 25 ottobre 2024 la procura di Milano ha disposto gli arresti domiciliari per 4 persone, nonché l'interdittiva personale per due soggetti, nell'ambito dell'indagine per associazione a delinquere finalizzata all'accesso abusivo ai sistemi informatici, con lo scopo di vendere le informazioni per spionaggio industriale e personale;

   secondo notizie di stampa emerge dalle inchieste della procura che i dati siano stati trafugati indebitamente attraverso accessi alle banche dati di numerosi enti tra cui: il Sistema di indagine, sistema presso il Ministero dell'interno dove afferiscono tutte le notizie relative all'attività delle forze di polizia, la banca dati dell'Inps, il sistema informatico dell'Agenzia delle entrate, l'Anagrafe nazionale della popolazione residente e il sistema informativo valutario;

   questi accessi fanno ipotizzare secondo gli inquirenti l'esistenza di banche dati illegali, parallele a quelle esistenti;

   secondo il rapporto annuale Yarix del 2023 l'Italia è tra i cinque Paesi al mondo più bersagliati dai virus;

   in particolare, si evidenzia come nel 2023 sia in crescita il fenomeno del cosiddetto «hacktivismo», ovvero dell'hackeraggio per motivi politici e ideologici contro obiettivi europei e italiani;

   da luglio 2024 è in vigore la legge 28 giugno 2024, n. 90, recante «Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici» –:

   quali ulteriori iniziative di carattere normativo intenda assumere al fine di contrastare l'accesso illegale alle banche dati e la violazione della riservatezza e della privacy dei cittadini italiani.
(3-01523)


   D'ORSO, ASCARI, CAFIERO DE RAHO e GIULIANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da notizie di stampa, nei giorni scorsi, un hacker di 24 anni è stato arrestato con l'accusa di aver violato più volte i sistemi informatici del Ministero della giustizia e di altri importanti enti e società (tra cui Guardia di finanza, Tim e Telespazio), riuscendo ad acquisire anche fascicoli di indagine coperti da segreto investigativo;

   più di recente, è emersa da fonti di stampa l'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Milano su accessi illegali ad alcuni tra i più importanti archivi dello Stato, che ha portato agli arresti domiciliari di quattro persone e all'iscrizione di altre sessanta nel registro degli indagati: da quanto riportato, taluni sarebbero coinvolti direttamente nello spionaggio, altri avrebbero commissionato i servizi di spionaggio a Equalize, la principale azienda coinvolta nell'inchiesta;

   queste informazioni venivano raccolte illegalmente per essere vendute o utilizzate per influenzare decisioni politiche e aziendali;

   in totale sarebbero stati fatti 52.811 accessi abusivi al Sistema di indagine (Sdi), oltre a 108.805 accessi ad atti giudiziari e amministrativi. Tra questi anche un documento riservato dell'Aisi. L'accesso al Sistema di indagine sarebbe stato possibile in parte grazie alla complicità di alcuni operatori delle forze dell'ordine e in parte grazie a un attacco informatico;

   le indagini stanno dimostrando quanto siano vulnerabili e insicuri i sistemi di protezione di questi database e, in definitiva, quanto lo stesso Stato sia vulnerabile e insicuro di fronte alle minacce informatiche;

   come rilevato dagli stessi magistrati della direzione distrettuale antimafia di Milano, «un sistema così pervasivo rappresentava un pericolo per la democrazia del Paese», posto che questi database custodiscono informazioni riservate e dettagliate su chiunque: dati personali, giudiziari, previdenziali, fiscali;

   appare evidente come, mentre, da un lato, i sistemi criminali affinino sempre di più le tecniche di captazioni abusive, ponendo in grave pericolo la sicurezza del nostro Paese, dall'altro, il Governo in carica limiti l'utilizzo legittimo di strumenti quali intercettazioni e trojan, spuntando le armi alla magistratura –:

   alla luce delle suddette inchieste, se ritenga di proseguire nello smantellamento delle norme relative alle intercettazioni, al trojan, al sequestro degli smartphone o se invece non ritenga di rafforzare questi e altri strumenti e rendere le infrastrutture informatiche afferenti al Ministero della giustizia più impermeabili agli attacchi esterni, attraverso il potenziamento tecnologico e la dotazione di personale specializzato.
(3-01524)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   IARIA, CANTONE, FEDE e TRAVERSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per la digitalizzazione nel Sud Italia sono finalizzati a ridurre le disparità esistenti con il resto del Paese, con particolare attenzione alla connettività e alle competenze digitali, elementi fondamentali per lo sviluppo economico e sociale della regione;

   circa il 45 per cento dei fondi destinati alla digitalizzazione e all'innovazione sarà concentrato nel Mezzogiorno, evidenziando l'importanza strategica di tali investimenti per il rilancio delle infrastrutture, in particolare per la diffusione della banda ultralarga nelle aree rurali, dove l'accesso a internet veloce è ancora limitato;

   tra il 2024 e il 2026, l'80 per cento della spesa effettiva del PNRR sarà dedicata al rilancio delle infrastrutture e alle transizioni digitale e green, con previsioni di significative ricadute positive sul Prodotto interno lordo (Pil) e sull'occupazione, in particolare per giovani e donne, grazie anche a programmi di formazione per le competenze digitali;

   nonostante i progressi, si registrano ritardi nell'attuazione degli investimenti, con un avanzamento inferiore alle previsioni, specialmente nelle aree delle competenze digitali e della sicurezza informatica, che rappresentano sfide cruciali da affrontare per garantire il successo del PNRR;

   il 2024 è considerato un anno cruciale per accelerare i progetti di digitalizzazione è migliorare l'infrastruttura digitale del Sud, con potenziali benefici per l'innovazione e lo sviluppo economico locale, rendendo necessaria una vigilanza attenta sull'implementazione delle misure previste;

   gli investimenti del PNRR offrono al Sud Italia un'opportunità significativa per ridurre il divario digitale e promuovere una crescita sostenibile, ma è imperativo affrontare con decisione i ritardi e le carenze strutturali ancora presenti, affinché tali opportunità possano tradursi in risultati concreti e duraturi –:

   se il Ministro interrogato possa fornire, per quanto di competenza, un aggiornamento dettagliato sulle misure adottate per garantire l'efficace attuazione degli investimenti del PNRR nel Sud Italia, specificando le strategie messe in atto per superare i ritardi riscontrati, le azioni previste per il potenziamento delle competenze digitali e della sicurezza informatica, nonché le tempistiche previste per il completamento dei progetti di digitalizzazione e il monitoraggio dei risultati ottenuti.
(5-03029)


   CASU, BARBAGALLO, ASCANI, BAKKALI, GHIO e MORASSUT. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il Piano Italia a 1 Giga è il primo dei piani di intervento pubblico della Strategia italiana per la banda ultra larga, in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) con uno stanziamento di circa 3,8 miliardi di euro;

   in una intervista del 15 ottobre 2024, il sottosegretario all'innovazione Alessio Butti ha confermato che a settembre gli operatori hanno complessivamente raggiunto il traguardo di 1 milione di civici collegati e che «il Governo è pronto a testare con Starlink un servizio per coprire in banda ultralarga le aree remote per ovviare ai forti ritardi nell'attuazione del progetto legato al PNRR»;

   in occasione della riunione ministeriale G7 su Tecnologie e Digitale del 15 ottobre 2024, la Commissaria europea per la concorrenza, con delega alla politica digitale, Margrethe Vestager, rispondendo sulla possibile entrata nel mercato italiano di Starlink con i fondi del PNRR ha risposto di non avere dettagli al riguardo e che «come Unione europea dobbiamo spingere di più per implementare la tecnologia satellitare europea. Con Galileo e Copernicus offriamo un grande servizio a tutto il mondo. Ci sono stati dei ritardi, ma bisogna fare di più per produrre satelliti e in questo senso le tecnologie statunitensi forniscono una spinta agli sviluppi europei»;

   anche i sindacati hanno espresso la propria preoccupazione, sotto vari aspetti, in relazione al paventato ingresso di un soggetto privato come Musk messo nelle condizioni di ricoprire un ruolo determinante per le telecomunicazioni italiane;

   il Ministero dell'economia e delle finanze controlla tramite Cassa depositi e prestiti il 60 per cento di Open Fiber ed è sodo di minoranza di Fibercop, entrambe impegnate nel raggiungimento degli obiettivi del Piano Italia 1 Giga;

   ad avviso degli interroganti l'ipotesi di far entrare Starlink nel sistema di telecomunicazioni italiano mentre ci sono già progetti europei su cui si stanno investendo miliardi di euro che vanno nella stessa direzione e le due partecipate italiane che dovrebbero fare il lavoro che si vuole assegnare a Starlink, è quindi molto rischioso e va in competizione con la strategia italiana delineata dal Ministero delle imprese e del made in Italy per lo sviluppo del sistema di telecomunicazioni con l'obiettivo di far crescere l'Italia e l'Europa a livello globale per poter essere protagonista del settori digitali del futuro –:

   se non ritenga che l'ingresso di Starlink nel sistema nazionale delle telecomunicazioni possa danneggiare il piano europeo per l'implementazione della tecnologia satellitare qualora vengano confermati gli obiettivi e le tempistiche del Piano Italia 1 Giga.
(5-03030)


   DARA, FURGIUELE, MACCANTI, MARCHETTI e PRETTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la competitività dell'economia europea dipende dalle reti digitali avanzate e per questo la Commissione europea ha dedicato alla connettività del futuro un pacchetto con una serie di possibili azioni in grado di promuovere l'innovazione, la sicurezza e la resilienza di queste infrastrutture critiche;

   il rapporto affronta il tema della convergenza tecnologica tra le telecomunicazioni e il cloud, sottolinea l'importanza di realizzare appieno il potenziale del mercato unico digitale per le telecomunicazioni e apre le porte a «misure volte a garantire una vera parità di condizioni» tra operatori diversi;

   sul punto è intervenuto, recentemente, anche il rapporto sul futuro della competitività europea di Mario Draghi, a mente del quale «per aumentare la capacità degli operatori dell'Unione europea di investire in queste tecnologie si raccomanda di supportare la condivisione degli investimenti commerciali tra telco e very large online platforms che utilizzano in modo massiccio le reti di dati dell'Ue ma non contribuiscono a finanziarle»;

   andrebbe certamente incoraggiato il consolidamento degli operatori e armonizzate le regole a livello continentale a partire dall'assegnazione delle licenze per lo spettro radio;

   gli operatori italiani sono in profonda crisi e versano in condizioni economiche ben peggiori di quelli del resto dell'Unione europea. Per questo non sono nelle condizioni di investire a sufficienza per lo sviluppo delle nuove reti ultrabroadband secondo il cronoprogramma della Commissione dell'Unione europea, che prevede la copertura a un Giga di tutto il territorio europeo entro il 2030;

   a parere degli interroganti sarebbe quindi importante confrontarsi sul ruolo delle grandi imprese che utilizzano la rete internet nello sviluppo e nella gestione della banda ultra-larga –:

   quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda porre in essere il Ministro interrogato al fine di favorire la concorrenza nel settore delle comunicazioni elettroniche e supportare la condivisione degli investimenti nell'implementazione delle reti di comunicazione elettronica.
(5-03031)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta immediata:


   FOTI, CIOCCHETTI, PERISSA, ANGELO ROSSI, CARAMANNA, COLOSIMO, FILINI, GIORDANO, KELANY, MILANI, MOLLICONE, RAMPELLI, ROSCANI, SBARDELLA, TRANCASSINI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI e RUSPANDINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 26 settembre 2024 il commissario straordinario del Governo per il Giubileo della Chiesa cattolica 2025 ha emanato l'ordinanza rep. n. 2024/0000033, prot. RM/2024/0005220 ad oggetto – «Intervento n. 136 recante “Parcheggi bus turistici nelle zone periferiche della città” – Modifica del sistema tariffario dei permessi da rilasciare ai bus turistici per la circolazione sul territorio di Roma capitale, in occorrenza della Festività giubilare»;

   tale disposizione è stata assunta in forza dell'intervento classificato nell'allegato 1 n. 136, recante «Parcheggi bus turistici nelle zone periferiche della città», incluso nel Programma degli interventi approvato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 giugno 2023, e concerne l'attrezzaggio civile e tecnologico di aree di lunga sosta da riservare ai bus turistici, localizzate nelle zone periferiche di Roma, e si pone come obiettivo la delocalizzazione della sosta degli autobus privati, a servizio della domanda turistica, nei nodi di scambio periferici destinati allo scambio intermodale con il trasporto pubblico di linea;

   il commissario straordinario, nell'ordinanza, considera l'intervento «strettamente correlato alla regolazione della domanda di permessi di circolazione nella città di Roma e non può prescindere, dunque, da una puntuale riorganizzazione del sistema delle tariffe per l'accesso dei bus turistici alla zona a traffico limitato cittadina, che renda competitiva e conveniente, per le società attive nell'ambito del trasporto di persone, la richiesta di permessi per la sosta nelle zone periferiche della città, riducendo, conseguentemente, la domanda di sosta nelle zone centrali»;

   l'articolo 7, comma 1, lettera 0a), del decreto-legge 16 giugno 2022, n. 68, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 108 del 2022, ha modificato l'articolo 7 («Regolamentazione della circolazione nei centri abitati»), comma 9, del decreto legislativo n. 285 del 1992 (codice della strada) che regola la possibilità da parte dei comuni di prevedere interventi di delimitazione del traffico di aree e zone;

   la vigente normativa dispone che i comuni possono subordinare l'ingresso o la circolazione dei veicoli a motore, all'interno delle zone a traffico limitato, anche al pagamento di una somma. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono individuate le tipologie dei comuni che possono avvalersi di tale facoltà, le modalità di riscossione del pagamento, le categorie dei veicoli esentati, nonché i massimali delle tariffe;

   il commissario straordinario, pur citando nell'ordinanza del 26 settembre 2024 il modificato testo dell'articolo 7, comma 9, del codice della strada, specificando che ad oggi non è stato ancora emanato il decreto ministeriale, giunge alla conclusione di avere comunque la facoltà di modificare le tariffe, potestà che parrebbe invece essere esclusivamente ministeriale –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per fare definitivamente chiarezza in ordine alla titolarità del potere di modificare le tariffe di accesso alla zona a traffico limitato, anche in vista dell'ormai prossimo Giubileo della Chiesa cattolica.
(3-01521)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   MATTIA, FABRIZIO ROSSI, MILANI, BENVENUTI GOSTOLI, FOTI, IAIA e LAMPIS. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel tratto di superstrada SS1 Aurelia da San Pietro a Palazzi-Tarquinia, detta Corridoio Tirrenico, è stato previsto il passaggio della realizzazione dei progetti da Sat ad Anas concludendo una diatriba decennale riguardante l'importante infrastruttura stradale;

   il tratto di superstrada cosiddetta «Tirrenica», più precisamente la E80 o strada statale 1 Aurelia, con particolare riferimento al tratto San Pietro in Palazzi-Tarquinia, pari a 187 chilometri, come detto passato nella gestione da SAT s.p.a. ad Anas s.p.a., è a giudizio degli interroganti inadeguato a garantire la sicurezza per la presenza di pericolosi incroci a raso, nonché caratterizzato da uno stato manutentivo assai modesto. Problematiche, queste, che rallentano la circolazione degli automezzi, arrecando disagi agli utenti è favoriscono situazioni di pericolo;

   la strada statale 1 Aurelia è stata inserita come priorità nazionale nel libro bianco dalle camere di commercio Toscane e da Uniontrasporti anche a causa dell'elevata mortalità riscontrata nel corso degli anni, con picchi di traffico e la presenza di tratte ancora a singola carreggiata, con numerosi accessi privati diretti in strada e connessioni a raso, assenza di guard rail, determinando criticità notevoli per la sicurezza del deflusso stradale. Numerose sinistri, anche con vittime, sono avvenuti a causa dell'illuminazione scarsa e la segnaletica mancante;

   particolare preoccupazione desta il tratto di asfalto a sud di Grosseto ove l'arteria di comunicazione riscontra ampie problematicità soprattutto in un tratto di circa 12 chilometri, nelle vicinanze di Capalbio, con la carreggiata che si restringe sino a due corsie con senso di marcia alternato;

   sono stati presentati progetti sul tratto in questione completi e cantierabili con l'obbiettivo di innalzare lo standard di sicurezza di alcuni tratti del tracciato, migliorare la viabilità dell'arteria stradale con notevole beneficio per gli utenti;

   la Camera dei deputati, convertendo in legge il cosiddetto decreto infrastrutture contenente disposizioni urgenti riguardanti le infrastrutture e investimenti di interesse strategico, ha approvato un ordine del giorno a prima firma del secondo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo con il quale si impegna il Governo a realizzare gli specifici interventi infrastrutturali necessari per il completamento del collegamento intermodale Roma-Latina, del collegamento autostradale Cisterna Valmontone, e del collegamento A12-Appia – Tratto A12 Roma-Civitavecchia-Roma (Tor de' Cenci) –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di realizzare i lotti del tratto della SS 1 Aurelia citati in premessa, già definiti cantierabili e i cui progetti sono stati approvati dal consiglio superiore dei lavori pubblici.
(5-03032)


   ILARIA FONTANA, BARZOTTI, L'ABBATE, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 6 gennaio 2024, il comune di Crema per il tramite dell'assessore ai lavori pubblici ha annunciato a mezzo stampa la chiusura della durata di circa un anno, a partire dal giugno 2024, del Ponte di Via Cadorna sul fiume Serio, storica arteria cittadina fondamentale per la circolazione e la vivibilità della città dei cittadini cremaschi;

   il ponte in questione non solo è da anni ammalorato, ma ha altresì enormi criticità strutturali derivanti dalle norme imposte per garantire un livello di sicurezza accettabile: dossi molto elevati in ingresso e in uscita; impossibilità di passaggio delle autoambulanze e dei mezzi più alti e pesanti; impossibilità di sostare sulla passerella ciclopedonale;

   sin dal 2019, sono stati ipotizzati dall'amministrazione comunale, secondo diverse modalità mutate nel tempo (avanzo di amministrazione o apertura di un mutuo), fondi per la messa in sicurezza del ponte, lasciando aperte varie ipotesi, tra cui la realizzazione di un nuovo ponte, piuttosto che un rafforzamento strutturale dell'arteria. Tuttavia, vi sono stati enormi ritardi nell'iter di realizzazione dell'intervento rispetto ai tempi previsti. Tali ritardi sono documentali e sono sempre stati stigmatizzati da atti ispettivi posti in essere dalla minoranza consiliare. In particolare, l'allora consigliere comunale Draghetti Manuel ottenne il progetto esecutivo degli interventi di rinforzo strutturale dell'impalcato nel gennaio 2021, ma, nonostante l'urgenza di intervenire sul manufatto, dopo più di tre anni dall'acquisizione di uno dei possibili progetti esecutivi, la situazione è rimasta immutata;

   inoltre, in base a quanto riferito dall'amministrazione, la soprintendenza avrebbe negato il permesso per abbattere l'infrastruttura ammalorata per realizzarla ex novo, con il rischio di spreco di risorse pubbliche e con la concreta possibilità, già annunciata dall'amministrazione comunale, di dover chiudere completamente per almeno un anno quell'arteria fondamentale per la città, a causa di un lavoro di rinforzo chirurgico e più lento. La chiusura dell'infrastruttura per un così lungo periodo genererebbe disagi enormi per la cittadinanza, che potrebbero sfociare in tensioni, da non sottovalutare. Tutto ciò si sarebbe potuto evitare a fronte di un'adeguata manutenzione negli anni –:

   quali iniziative intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze, per garantire nel tempo più breve possibile il rifacimento del ponte citato in premessa.
(5-03033)


   BONELLI e ZARATTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con decreto-legge 31 marzo 2023 n. 35, convertito dalla legge 26 maggio 2023, n. 58, recante «Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria», è stato riavviato l'iter realizzativo del Ponte sullo Stretto di Messina, attraverso la prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A. (di seguito SdM);

   il citato decreto-legge dispone al comma 9-bis dell'articolo 4 che «La società concessionaria sottoscrive apposita convenzione con i comuni di Messina e di Villa San Giovanni per l'adozione di un “Piano di comunicazione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto” volto ad assicurare l'attuazione di iniziative permanenti di informazione e di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza sullo stato di avanzamento dell'opera, da svolgere in collaborazione con i competenti enti territoriali. La convenzione di cui al primo periodo individua le modalità attuative per lo svolgimento delle citate iniziative e ne garantisce l'attuazione a partire dall'anno 2024 durante tutta la fase di realizzazione dell'opera fino al collaudo della stessa, comunque non oltre l'anno 2030. A tal fine è autorizzata la spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2030» –:

   se nell'ambito delle funzioni del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa sulla SdM in ordine alle attività oggetto di concessione, previste dall'articolo 1, comma 1, lettera a), del citato decreto-legge, il Ministro interrogato sia nelle condizioni di rendere noto se e in che data la società concessionaria abbia sottoscritto con i comuni di Messina e di Villa San Giovanni apposita convenzione per l'adozione di un «Piano di comunicazione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto», specificando le attività di comunicazione e/o informazione promosse e fin qui realizzate, comprensive dell'elenco dei soggetti attuatori e dei beneficiari delle eventuali risorse finalizzate e dei relativi costi economici fin qui sostenuti.
(5-03034)


   SIMIANI, ROGGIANI, BRAGA, CURTI, EVI e FERRARI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 4 luglio 2024 è stata annunciata la chiusura parziale della Lecco Ballabio/SS36 Racc per nuovi lavori di messa in sicurezza già programmati e ultimativi dopo la frana del 9 dicembre 2022;

   si rammenta che i lavori di messa in sicurezza della strada vanno avanti da quando si è verificata la frana e non sono ancora stati ultimati;

   i lavori che interesseranno il versante dureranno per circa un mese, limitando la capacità di pianificazione per i residenti e i visitatori;

   la mancata chiarezza sui tempi effettivi di realizzazione dei lavori, in un periodo caratterizzato da un altissimo flusso turistico verso le aree montane e lacustri del Lecchese, ha reso la chiusura della strada un problema particolarmente grave per l'economia locale;

   è fondamentale assicurare che i lavori vengano eseguiti in maniera efficace e tempestiva per minimizzare l'impatto sulla viabilità e sul turismo;

   l'8 luglio 2024, come segnalato da recenti articoli di stampa, si è verificato nella stessa strada statale uno smottamento che ha richiesto la chiusura per 24 ore della strada –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire elementi in merito ai lavori di stabilizzazione, chiarendo quali siano i tempi effettivi previsti, quelli di chiusura definitiva del cantiere e quindi i tempi per la riapertura totale in sicurezza della Lecco Ballabio/SS36 Racc, al fine di limitare i disagi per la popolazione residente e per i visitatori.
(5-03035)


   CORTELAZZO, DEBORAH BERGAMINI e BOSCAINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Vallingasca in Lunigiana è una frazione, a metri 800 di altezza, nel comune di Pontremoli (provincia di Massa Carrara) colpita da diversi e rilevanti eventi franosi, che spesso hanno pregiudicato i collegamenti stradali e la sicurezza dei suoi abitanti;

   il comune di Pontremoli nel 2017 ha concordato con il provveditorato alle opere pubbliche della Toscana l'esecuzione di opere di ripristino di un pericoloso versante franoso;

   in quell'anno veniva firmato un protocollo d'intesa tra comune e provveditorato alle opere pubbliche per opere da eseguire da parte di quest'ultimo, grazie ad un finanziamento del Ministero delle infrastrutture, pari a 330.000 euro. Il relativo progetto era stato poi approvato il 23 novembre 2019 e i lavori sono stati appaltati, come previsto, entro il 31 dicembre 2019;

   il 23 maggio 2021 è stato effettuato, dopo molte insistenze, un sopralluogo del comune con la ditta vincitrice dell'appalto e con il provveditorato per accelerare la realizzazione delle opere;

   risulta all'interrogante che ad oggi i lavori non sono ancora iniziati. Il provveditorato, più volte sollecitato dal comune, anziché attivarsi per risolvere il problema ed informare correttamente l'ente è rimasto sostanzialmente inerte. La ditta incaricata non sarebbe più in grado di svolgere i lavori, avendo nel frattempo ceduto un ramo aziendale;

   il movimento franoso ha continuato la sua «corsa»; i pericoli sono aumentati e si teme che i costi per i risanamenti e i ripristini si siano notevolmente incrementati –:

   se non ritenga opportuno fornire ogni utile elemento sugli esiti del finanziamento che il Ministero ha erogato nel 2019 per i lavori individuati in premessa.
(5-03036)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   GIAGONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il porto internazionale di Santa Teresa Gallura è lo scalo più a nord della Sardegna, porta dell'isola verso la Corsica, dalla quale dista circa 50 minuti di navigazione;

   le strutture attrezzate per le navi-merci constano di due denti di attracco e alcune banchine, mentre appositi punti di attracco sono dedicati ai traghetti di collegamento giornaliero dello scalo gallurese con Bonifacio e una parte del complesso, attrezzata con pontili galleggianti, è dedicata al diporto nautico, per un'offerta complessiva di oltre 700 posti barca;

   lo scalo è meta di rotte sia commerciali, sia turistiche e della nautica da diporto con strutture a fruizione annuale e stagionale, oltreché polo della cantieristica nautica;

   il porto «Longonsardo» è gestito dalla municipalizzata Silene e nell'area portuale è presente una delegazione di spiaggia della Guardia costiera che ricade nella giurisdizione della direzione marittima di Olbia e dipende dalla Capitaneria di porto di La Maddalena;

   per la peculiarità di scalo internazionale, il porto necessita di serrati controlli di frontiera (come quelli già attuati), che tuttavia andrebbero potenziati anche attraverso l'ausilio di unità cinofile per contrastare e prevenire sia l'uso di spaccio e di sostanze stupefacenti, sia l'eventuale pericolo di ordigni esplosivi –:

   quali iniziative di competenza si intenda adottare per implementare, in modo permanente, il coefficiente di sicurezza e controllo con unità cinofile del presidio particolarmente sensibile e strategico da un punto di vista geografico dello scalo transfrontaliero di Santa Teresa Gallura.
(5-03027)


   TASSINARI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel luglio 2010 è stato inaugurato il nuovo ponte mobile di Ravenna, con apertura basculante, costruito sul lato sinistro del canale Candiano per migliorare la circolazione di un'area strategica per i traffici marittimi e veicolari. Il ponte rappresenta una fondamentale arteria strutturale per il traffico veicolare, sia a servizio del porto che dei lidi, con il passaggio di 2.000 veicoli al giorno;

   il ponte, finanziato e appaltato per circa 10 milioni di euro dalla allora Autorità Portuale di Ravenna, è ora gestito direttamente dall'Autorità portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale. L'infrastruttura si è rilevata ben presto deficitaria rispetto agli standard necessari per un'opera simile, non solo per i tempi di apertura per far passare natanti sotto il ponte, ma anche per le continue necessità di manutenzione;

   la più lunga delle sue chiusure al transito si è verificata per la durata di 30 giorni, dall'8 maggio all'8 giugno 2023, a causa di lavori ai sotto servizi, nonché di totale rifacimento del manto stradale;

   la chiusura del ponte, che già di per sé comporta gravi problemi al traffico, ha letteralmente paralizzato la città per un mese, colpendo in particolare chi deve raggiungere il proprio posto di lavoro fra le 7 e le 8.30 di mattina, o chi deve muoversi fra le 17 e le 18.30;

   il 10 giugno 2023 si è verificato un sinistro stradale che ha fatto emergere la scivolosità del nuovo manto stradale, comportando una nuova chiusura per tre giorni al traffico del ponte stesso. La soluzione adottata, la collocazione di dissuasori nei due sensi di marcia, ha comportato una nuova paralisi del traffico a causa dei rallentamenti di autoveicoli e camion per superare i dossi senza conseguenze;

   il 27 giugno 2023, dopo nuove verifiche, l'Autorità ha disposto una nuova chiusura, dal 3 al 6 luglio 2023, al fine di rendere più «ruvido» il manto stradale, di rimuovere i dissuasori e di collocare dei «rilevatori di velocità» per far rispettare il limite di velocità di 30 Km/h;

   la manutenzione del ponte, la cui stazione appaltante è la stessa Autorità di sistema portuale, è stata sì affidata al consorzio Ceir di Ravenna con un appalto di quattro anni per circa 5 milioni di euro totali, ma la responsabilità in vigilando è dell'Autorità stessa –:

   se non ritenga opportuno, al fine di evitare ulteriori ingenti costi, derivanti alle inefficienze nella manutenzione, a danno dei cittadini di Ravenna, adottare iniziative volte a verificare l'idoneità dell'Autorità portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale con riguardo alla gestione e manutenzione del ponte mobile di Ravenna, valutando se non sia opportuno trasferire la competenza sull'opera ad altra pubblica amministrazione.
(5-03037)


   CURTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il contratto di concessione rientra nel genus dei contratti di partenariato pubblico-privato (Ppp), come è facilmente evincibile dalla disposizione di cui all'articolo 174, comma 3, del decreto legislativo n. 36 del 2023, «Codice degli appalti», il quale, al successivo comma 5, conclude sottolineando che i contratti di partenariato pubblico-privato «possono essere stipulati solo da enti concedenti qualificati ai sensi dell'articolo 63»;

   l'articolo 62, comma 18 del medesimo Codice degli appalti dispone che «la progettazione, l'affidamento e l'esecuzione di contratti di partenariato pubblico-privato possono essere svolti da soggetti qualificati per i livelli di cui all'articolo 63, comma 2, lettere b) e c)» (SF2, per servizi e forniture, fino a 5 milioni di euro, e SF1 senza limiti di importo);

   l'Autorità nazionale anticorruzione, con parere in funzione consultiva n. 9 del 2024, è intervenuta nella materia de qua evidenziando, tra l'altro, quanto segue. La questione di cui al parere dell'Autorità riguardava un intervento per la realizzazione del quale la stazione appaltante intendeva ricorrere allo schema del partenariato pubblico-privato, rappresentando al riguardo di non essere in possesso della necessaria qualificazione;

   l'Autorità, nel contesto del parere in esame, conclude nel senso che «il procedimento teso all'affidamento di un contratto di Ppp deve essere svolto, nel suo complesso, da un soggetto qualificato ai sensi degli articoli 62, comma 18 e 63, nonché dell'Allegato II.4 del Codice, i quali richiedono (...) un livello di qualificazione specifico per gli enti concedenti, in ragione della complessità e multidisciplinarietà che caratterizza tali tipologie contrattuali senza possibilità quindi di suddivisione del procedimento stesso in diverse fasi, seguite da stazioni appaltanti distinte e in assenza di specifica qualificazione»;

   la legge regionale delle Marche 14 maggio 2012, n. 12, ha istituito la Stazione unica appaltante (Suam) con competenza in materia di gestione di procedure contrattuali per la realizzazione di lavori pubblici e l'acquisizione di beni e servizi;

   gli enti locali aventi sede nella regione Marche, con particolare riguardo per i comuni, facendo riferimento alla facoltà concessa dall'articolo 6 della legge regionale istitutiva, negli anni si sono avvalse della Suam ai fini dell'espletamento delle procedure di appalto ivi comprese quelle inerenti i Ppp;

   la normativa sui contratti pubblici, vigente prima dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 36 del 2023 demandava agli enti locali che pur si affidavano al Suam la fase esecutiva. Il pronunciamento dell'Anac sopra richiamato, al contrario, mette in evidenza come la nuova disciplina del Codice degli appalti, per quel che concerne i Ppp, richiede che «il procedimento teso all'affidamento di un contratto di Ppp deve essere svolto, nel suo complesso, da un soggetto qualificato ai sensi degli artt. 62, comma 18 e 63» e non consente una sua suddivisione «in diverse fasi, seguite da stazioni appaltanti distinte e in assenza di specifica qualificazione»;

   discende da ciò che gli enti locali non possono più assumere la fase esecutiva che, di conseguenza, nella regione Marche verrebbe demandata alla Stazione unica appaltante. Tuttavia la medesima Suam, oltre a non risultare in possesso della qualificazione per la fase di progettazione ed affidamento, non può farsi carico della fase di esecuzione;

   tale stato di fatto genera, in concreto, l'impossibilità per gli enti locali delle Marche di gestire le procedure per i Ppp –:

   quali iniziative di carattere normativo intenda attuare al fine di procedere a una modifica della disposizione per consentire agli enti locali di assumere la fase esecutiva dei procedimenti inerenti ai partenariati pubblico-privati, e, in particolare ai contratti di concessione.
(5-03039)

Interrogazione a risposta scritta:


   FABRIZIO ROSSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   tutte le tratte ferroviarie, in particolare quelle riguardanti l'Alta velocità, sono divenute uno dei principali strumenti infrastrutturali necessari per unire il nostro Paese, da Nord a Sud, risultando essere un elemento imprescindibile per permettere a tutti i territori serviti dal tracciato dell'Alta velocità di restare al passo con i tempi;

   gli scopi perseguibili con questa importante infrastruttura ferroviaria sono variegati e molteplici: dall'incentivazione del turismo, alla produttività delle Pmi, allo spostamento di cittadini e lavoratori, al supporto per i porti e aeroporti, alle aree intermodali e molto altro;

   si consideri che la tratta ferroviaria della costa tirrenica, in particolare quella che mette in comunicazione Roma e Genova è penalizzata, in particolare, dalla scarsa frequenza di corse dei treni giornalieri «Frecciabianca» in partenza dalla capitale per il capoluogo della regione Liguria, proseguendo poi verso Torino. Nel tragitto lungo la costa Toscana compresa tra Grosseto e Massa Carrara, molti capoluoghi di provincia e cittadine importanti, sia dal punto di vista economico che turistico, sono escluse dal servizio;

   nel «Libro bianco delle infrastrutture», redatto da Unioncamere Toscana nel 2022, viene evidenziato tra le iniziative prioritarie da assumere quelle necessarie a superare il gap infrastrutturale che affligge la Toscana, in particolare la parte costiera, a causa di carenti, vetuste e inadeguate infrastrutture come strade, autostrade, rete ferroviaria;

   la zona è servita dall'aeroporto «G. Galilei» di Pisa, tredicesimo in Italia per transiti passeggeri, circa due milioni, e sesto per traffico merci con oltre quindicimila tonnellate movimentate e ben tre porti, Piombino, Livorno e Marina Carrara che, sommati, in base a dati del 2021 di Unioncamere Toscana, raggiungono un movimento annuo di quasi sei milioni di passeggeri;

   considerata la situazione descritta, appare necessario potenziare i servizi di collegamento ferroviario tra Roma e Genova e viceversa, così da migliorare il servizio esistente e poter rispondere alla cronica carenza nella zona di infrastrutture adeguate –:

   se intenda adottare, per quanto di competenza, misure finalizzate a dotare anche la costa tirrenica di una rete che garantisca la percorrenza di treni dell'alta velocità ferroviaria superando un gap infrastrutturale, in particolare tra Genova e Roma, e se sia stato realizzato in proposito uno studio di fattibilità da parte di Rfi o Trenitalia.
(4-03700)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   MANZI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il concorso ordinario docenti scuola secondaria – Stem 2022 – di cui al decreto-legge n. 73 del 2021 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 106 del 2023, articolo 59, comma 18, è un concorso nazionale pubblico per titoli ed esami;

   con decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 15 del 2022 «al fine di garantire le immissioni in ruolo da graduatoria di concorso, la graduatoria di cui all'articolo 59, comma 17, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, è integrata, nel limite delle autorizzazioni di spesa previste a legislazione vigente, con i candidati risultati idonei per aver raggiunto o superato il punteggio minimo previsto dal comma 15 del medesimo articolo»;

   i docenti idonei di cui sopra – dunque – sono insegnanti aventi diritto al ruolo mediante lo scorrimento delle rispettive graduatorie di merito fino al loro esaurimento per espressa previsione legislativa;

   tuttavia, tali docenti rischiano di non avere accesso al ruolo a seguito di una previsione contenuta nel decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 56 del 2024 recante «Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)» secondo cui si autorizza il Ministero dell'istruzione e del merito a utilizzare i posti residuali dalle singole procedure concorsuali per le successive assunzioni tra il 2024 e il 2026, così da rispettare il target di 70 mila nuove immissioni in ruolo previsto dallo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   in particolare, l'articolo 14, comma 7, stabilisce che: «al fine di garantire il raggiungimento del target finale collegato alla riforma del sistema di reclutamento dei docenti – R 2.1 della Missione 4 – Componente 1 del PNRR, per la durata del Piano, con il decreto del Ministro dell'istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, di cui all'articolo 1, comma 335, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 può essere autorizzata l'anticipazione delle facoltà assunzionali anche relative alle annualità successive, fermo restando che le assunzioni potranno essere effettuate nei limiti delle facoltà assunzionali maturate e disponibili a legislazione vigente»;

   in precedenza, il decreto-legge n. 75 del 22 giugno 2023, cosiddetto decreto pubblica amministrazione bis, ha stabilito che le graduatorie dei concorsi ordinari 2020 e concorsi Stem, comprensive degli idonei, sono prorogate fino al loro esaurimento, ma a partire dall'anno scolastico 2024/2025, queste graduatorie sono utilizzate in coda rispetto a quelle del PNRR;

   secondo l'attuale disposizione normativa, dunque, i docenti vincitori dei «concorsi PNRR» hanno la precedenza assoluta nelle assunzioni rispetto a chi già ha sostenuto il medesimo concorso ma due anni prima ed è attualmente in graduatoria, avendo maturato il diritto giuridico all'assunzione –:

   come intenda tutelare i diritti dei docenti che sono stati giudicati idonei ad essere inseriti in ruolo, risultando inseriti in una graduatoria ancora valida ed efficace, contemperando – così – le posizioni dei vincitori dei «concorsi PNRR» e degli idonei.
(4-03698)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata:


   ONORI, D'ALESSIO, BONETTI, BENZONI, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'Emilia-Romagna è stata recentemente colpita da un'ennesima violenta alluvione, che ha riguardato in modo estremamente intenso anche l'area metropolitana di Bologna;

   mentre le arterie urbane si trasformavano in fiumi di fango e acqua, i rider continuavano a trasportare cibo da una parte all'altra della città;

   secondo la giurisprudenza italiana, le piattaforme non possono obbligare il lavoratore a lavorare durante un evento meteorologico estremo: le tutele delle normative sulla sicurezza sul lavoro vanno applicate anche ai rider;

   da quanto si ha avuto modo di apprendere, le piattaforme avrebbero incentivato i rider a svolgere comunque le consegne, prevedendo una maggiorazione «di circa il 10 per cento». Molti lavoratori, spesso di nazionalità straniera ed economicamente fragili, non hanno potuto rinunciare alle consegne, perché insieme ad esse non solo avrebbero perso il compenso a cottimo, ma, in futuro, sarebbero stati anche svantaggiati dall'algoritmo che ripartisce le consegne;

   secondo i dati Arpae, sulla città di Bologna si sono registrate precipitazioni con cumulate da 160 a 180 millimetri e intensità orarie estreme;

   a titolo esemplificativo, sul sito dell'azienda Deliveroo si legge che per «maltempo» si intendono «le precipitazioni di pioggia di almeno 2 millimetri l'ora o la neve»;

   nonostante ciò, unitamente alle comunicazioni del sindaco bolognese affinché nessuno lasciasse la propria abitazione, le piattaforme non hanno sospeso le consegne, rendendosi, così, responsabili di mettere a rischio la sicurezza dei rider;

   il frequente verificarsi di questi episodi solleva importanti interrogativi su etica commerciale e responsabilità sociale. La sicurezza dei lavoratori necessita di essere al primo posto: i rider, costretti a mettere a rischio la propria incolumità pur di soddisfare le richieste di chi si trovava al riparo, hanno rappresentato una parte vulnerabile della forza lavoro, evidenziando le problematiche legate al lavoro precario e alla mancanza di tutele;

   il decreto legislativo n. 81 del 2015 ha istituito anche un osservatorio permanente presieduto dal Ministro interrogato e composto da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori designati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative. Tra le funzioni di tale osservatorio vi è anche quella di proporre revisioni alla normativa vigente in base all'evoluzione del mercato del lavoro e della dinamica sociale –:

   quali iniziative di competenza, anche nell'ambito del citato osservatorio, intenda adottare al fine di prevedere una disciplina adeguata di tutela della categoria dei rider, giungendo ad una definizione uniforme dei parametri minimi di sicurezza, soprattutto connessi alle sempre più frequenti emergenze meteorologiche.
(3-01525)


   GRIMALDI, MARI, ZANELLA, BORRELLI, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dalla stampa, le lavoratrici della ditta in appalto per la Ferrero, addette al confezionamento, hanno scioperato contro i bassi salari percepiti, circa 6 euro netti all'ora;

   secondo fonti sindacali, il 90 per cento dei prodotti a marchio Ferrero viene confezionato, in appalto, da ditte esterne, per abbattere il costo della manodopera;

   tali ditte non applicano il contratto del settore agroalimentare, applicato ai dipendenti Ferrero, ma il contratto collettivo nazionale di lavoro «multiservizi»;

   vi è una significativa differenza retributiva tra un dipendente diretto e uno esterno, oltre alla possibilità per le aziende appaltatrici di godere di grande flessibilità, tradotta negli anni in part-time obbligatori e in un'organizzazione del lavoro che prevedeva alcuni mesi di sospensione della prestazione lavorativa;

   durante tali mesi, pur essendo formalmente assunte a tempo indeterminato, in ragione di un contratto a part-time ciclico, le lavoratrici erano trattate come dipendenti a tempo determinato, senza poter tuttavia accedere alla Naspi nei periodi di sospensione, ma solo alla misura sperimentale dell'indennità una tantum, del tutto inadeguata;

   la Ferrero, colosso dell'industria dolciaria mondiale, ha registrato nel 2023 17 miliardi di euro di ricavi e il suo amministratore delegato, Giovanni Ferrero, è l'uomo più ricco d'Italia e tra i più ricchi del mondo, con un patrimonio di 39,1 miliardi di euro;

   l'utilizzo di ditte esterne e cooperative di confezionamento è in aumento nella provincia di Cuneo e nella stessa Proteco è stato firmato un accordo che liberalizza l'utilizzo della somministrazione a copertura dei picchi lavorativi;

   gli addetti al confezionamento in provincia sono mediamente 1.200-1.300, ma nelle punte si arriva anche a 1.800, con un ricorso soprattutto alla stagionalità con contratti a tempo determinato e part-time verticali;

   la somministrazione risponde ai picchi estemporanei, ma in alcune aziende raggiunge il 20-30 per cento;

   molte vertenze e denunce attraversano il nostro Paese contro diffuse condizioni di lavoro basate su precarietà, bassi salari, sfruttamento e caporalato;

   la risposta: limitarsi alla conferma del cuneo fiscale, misura non strutturale che non determina un reale contrasto alle conseguenze del lavoro povero –:

   quali misure urgenti intenda promuovere per contrastare il fenomeno dei bassi salari, del lavoro sottopagato, dei part-time involontari e dell'applicazione di contratti collettivi nazionali di lavoro differenti, a parità di mansioni, prendendo in considerazione l'ipotesi di reintrodurre il principio di parità di trattamento tra dipendenti dell'appaltante e dipendenti dell'appaltatore, come suggerito anche nel documento del Cnel del 12 ottobre 2023.
(3-01526)

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   GIAGONI e GIACCONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da novembre i disoccupati saranno automaticamente inseriti nel nuovo sistema di politiche attive;

   si attende l'emanazione della terza edizione del Fondo nuove competenze che finanzia la formazione dei lavoratori, ritenuta imprescindibile sia per fronteggiare le difficoltà delle imprese di trovare lavoratori, sia per potersi agganciare alle transizioni e coglierne le opportunità;

   tutti i Paesi del G7 hanno posto le competenze e il loro aggiornamento continuo come un asset nel documento conclusivo della riunione ministeriale Lavoro e Occupazione di Cagliari, soprattutto in vista degli impatti di intelligenza artificiale e cambiamenti demografici sul lavoro;

   il Governo in carica, a parere degli interroganti, ha giustamente cancellato il reddito di cittadinanza che, nei fatti, si era rivelato più strumento di assistenza che di politica attiva del lavoro –:

   alla luce dell'introduzione dell'assegno di inclusione e del supporto per la formazione e il lavoro, se il Ministro interrogato possa fornire aggiornamenti in merito all'andamento di tali misure e se ne siano allo studio delle nuove.
(5-03028)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 23 ottobre 2024 una grave tragedia sul lavoro si è verificata nello stabilimento Toyota a Borgo Panigale in provincia di Bologna;

   un potente compressore sarebbe esploso facendo crollare parte di un pilastro e causando il cedimento di una parte del capannone nel reparto logistico;

   come conseguenza dell'incidente due operai sono deceduti, Fabio Tosi e Lorenzo Cubello e altri undici sono rimasti feriti. In quel momento altri 300 lavoratori erano di turno;

   Gian Pietro Montanari, componente dell'assemblea generale della Fiom, ha affermato a seguito dell'incidente: «Ci sono state situazioni a livello produttivo dove si è ritenuto che l'azienda non facesse abbastanza per il rispetto delle procedure. Domani avevamo indetto uno sciopero di due ore proprio per la questione della sicurezza all'interno dell'azienda»;

   l'azienda è una delle più importanti del bolognese: occupa 850 dipendenti, con una grande espansione negli ultimi anni, e produce carrelli elevatori. È un'azienda storica, che per decenni è stata nota col nome di Cesab, è una multinazionale che produce carrelli controbilanciati elettrici, montanti e traslatori;

   a seguito dell'esplosione costata la vita a due lavoratori è stato proclamato uno sciopero di 24 ore per tutti i lavoratori del comparto industriale dell'area metropolitana della città di Bologna per la giornata di venerdì 25 ottobre 2024;

   queste continue stragi sono un bollettino di guerra quotidiano, come se stessimo in guerra e ogni giorno ci restituisce morti e feriti sul lavoro. È una situazione vergognosa che un Paese civile come l'Italia non può più tollerare;

   quanto accaduto in questo incidente è ancor più grave in quanto i sindacati avevano già segnalato carenze in termini di sicurezza;

   ad opinione dell'interrogante, le istituzioni dovrebbero perciò rispondere con un potenziamento dei livelli di sicurezza e con la promozione di una cultura della prevenzione. Il lavoro, senza la cura della vita, perde la sua dignità;

   la sicurezza deve prevalere su ogni altro interesse –:

   quali iniziative, anche di carattere normativo, intendano intraprendere per contrastare questa continua strage di morti sul lavoro e in particolare se non intenda intervenire con urgenza, per quanto di competenza, rivedendo gli ultimi strumenti messi in campo per contrastare gli infortuni sul lavoro, che evidentemente non sono sufficienti.
(5-03041)

RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

Interrogazione a risposta immediata:


   FARAONE, GADDA, DEL BARBA, BOSCHI, BONIFAZI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. — Per sapere – premesso che:

   il Sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, e l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale diretta dal prefetto Bruno Frattasi sono le autorità principalmente responsabili per la sicurezza informatica italiana;

   dopo i recenti scandali in materia di spionaggio dei conti bancari operato da un ex dipendente di Intesa Sanpaolo e quello fatto emergere dalla procura di Perugia per il quale sono indagati il tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano e il magistrato Antonio Laudati, nella giornata di venerdì 25 ottobre 2024 la procura di Milano ha disposto gli arresti domiciliari per quattro persone e l'interdittiva personale per altre due nell'ambito di un'indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Milano, volta a contrastare un sistema criminale che parrebbe abbia fatto illecitamente accesso oltre 52 mila volte ai sistemi d'indagine delle forze dell'ordine e avrebbe sottratto da banche dati pubbliche oltre 800 mila fascicoli utilizzati per il dossieraggio di semplici cittadini, imprenditori, professionisti e autorevoli esponenti delle istituzioni, tra i quali il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato della Repubblica e l'ex Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi;

   l'indagine ha portato al sequestro di alcune società che avrebbero creato un sistema per accedere illegalmente a dati sensibili dei diversi soggetti pubblici per vendere le informazioni – tra le quali tabulati telefonici, informazioni sulla localizzazione di cellulari, conti bancari – nonché intercettazioni e dati dei dispositivi per conto di soggetti che ne commissionavano la raccolta;

   tra gli oltre sessanta indagati vi sono il presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali e l'ex poliziotto Carmine Gallo, entrambi soci di Equalize srl, una delle società attualmente sotto sequestro che secondo la procura avrebbe avuto un ruolo centrale nel coordinamento del sistema di dossieraggio illecito. Dalle indagini parrebbe che la sicurezza del Ministero dell'interno sia stata fallata sia a causa dell'utilizzo di un trojan che a causa dell'aiuto di alcuni informatici coinvolti nella manutenzione dei sistemi del Ministero;

   le banche dati delle amministrazioni sono di primario interesse per la quantità e per la tipologia di dati che essi contengono e una violazione di tali dati è un atto che mette in pericolo sia il singolo individuo che lo Stato nel suo complesso –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare il Governo per rafforzare la sicurezza delle banche dati pubbliche, in particolare di quella del Ministero dell'interno, contenenti i dati sensibili degli italiani, al fine di escludere il ripetersi di simili avvenimenti sia in termini di controlli che di investimenti economici su cybersicurezza, anche prevedendo pene adeguate rispetto a chi acquisisce e pubblica materiale acquisito illecitamente.
(3-01520)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOLDRINI, FERRARI, FORATTINI, GHIO, GHIRRA, GRIBAUDO, MALAVASI, MARINO, QUARTAPELLE PROCOPIO, ROGGIANI e SCARPA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 16 della legge n. 194 del 1978 stabilisce che «entro il mese di febbraio» di ogni anno il Ministro della salute deve presentare al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione della legge che regola l'interruzione volontaria di gravidanza e sui suoi effetti, sull'andamento delle prestazioni ospedaliere e sulle caratteristiche delle persone che ricorrono all'Ivg;

   a tutt'oggi, dopo otto mesi dalla scadenza fissata per legge, la relazione non risulta ancora presentata, accumulando così un ritardo non paragonabile a quelli che pure si sono talvolta registrati negli anni passati;

   questa relazione è importante per l'opinione pubblica, per gli operatori e le operatrici, per le associazioni impegnate per la piena attuazione della legge, ed è importante per le donne che intendono ricorrere all'Ivg;

   per una corretta e piena informazione, tuttavia, oltre a una consegna puntuale della relazione al Parlamento, servirebbe anche una diversa redazione della relazione stessa, giacché quelle fin qui depositate contenevano soltanto dati aggregati per regione, quando molto più utile sarebbe poterli conoscere articolati anche per strutture ospedaliere per sapere, ad esempio, dove è elevato il tasso di obiettori di coscienza o dove si pratica l'aborto chirurgico e dove quello farmacologico;

   a causa delle modalità fin qui seguite, i dati pubblicati negli anni scorsi risultano, a parere degli interroganti, spesso lacunosi e imprecisi, non permettendo di avere un quadro chiaro di informazioni su ciascun ospedale –:

   quali siano le ragioni che hanno determinato un così enorme ritardo nella presentazione al Parlamento della relazione annuale prevista dalla legge n. 194 del 1978;

   quali iniziative e provvedimenti intenda assumere perché in futuro sia rispettato il vincolo temporale indicato dalla legge;

   quali iniziative, anche normative, intenda adottare affinché la relazione sia più dettagliata con dati che riguardino le singole strutture ospedaliere.
(5-03042)

Interrogazione a risposta scritta:


   TORTO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel servizio televisivo andato in onda su Rete4, nel programma «Fuori dal coro», si denuncia la mancata possibilità, da parte di un bambino rientrante nello spettro autistico, di accedere alle terapie prescritte dalla neuropsichiatria infantile della Asl di Chieti che aveva raccomandato terapie urgenti;

   la presa in carico della terapia nella Asl 02 Lanciano-Vasto-Chieti risulta non prenotabile e da quanto si mostra nell'inchiesta giornalistica, sembrerebbe si sia raggiunto il tetto alla spesa disposto annualmente dalla stessa Asl, cosa che priva il paziente di una visita di carattere urgente;

   il 10 ottobre 2024 è andata in onda un'altra inchiesta giornalistica, concernente sempre la Asl Lanciano-Vasto-Chieti gestita dal Direttore generale Thomas Schael, riguardo la mancanza di farmaci all'interno dei nosocomi e si mostra che ai pazienti viene chiesto di portare dall'esterno farmaci indispensabili, tra cui anche farmaci salvavita;

   è noto che anche le liste di attesa delle visite specialistiche spesso costringono i cittadini a rivolgersi al privato considerando l'impossibilità di accedere alle prestazioni della Asl di Chieti;

   addirittura alcuni pazienti denunciano che le prestazioni offerte dalla Asl vengono erogate solo in una struttura della provincia costringendo i cittadini a spostamenti anche di centinaia di chilometri. Ad esempio le riabilitazioni post operatorie di una frattura del femore eseguita nell'ospedale clinicizzato di Chieti vengono eseguite ad Atessa, ad un'ora di macchina da Chieti costringendo le famiglie e i pazienti a subire disagi enormi;

   risulta che le azioni dello stesso Direttore generale Thomas Schael abbiano privato Chieti scalo della sede del Distretto sanitario di base da oltre 5 anni, sede che venne chiusa da un giorno all'altro creando tantissime proteste e disagi tra i cittadini;

   l'articolo 32 della nostra Carta costituzionale tutela il diritto alla salute come un diritto fondamentale –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione in cui versa la Asl 02 Lanciano-Vasto-Chieti gestita dal Direttore generale Thomas Schael e quali iniziative, per quanto di competenza, anche alla luce del fatto che la regione Abruzzo è sottoposta al piano di rientro dei disavanzi nel settore sanitario, intenda mettere in campo per evitare che si verifichino situazioni di questo genere che spingono i cittadini abruzzesi a rivolgersi sempre più spesso alla sanità privata costringendoli a sostenere costi esorbitanti per curarsi;

   quali siano le ragioni a fondamento del mancato stanziamento di sufficienti fondi per la sanità pubblica garantendo il principio costituzionale della tutela alla salute.
(4-03699)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione risposta scritta Roggiani n. 4-03122 del 10 luglio 2024;

   interpellanza Cuperlo n. 2-00429 del 10 settembre 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Deborah Bergamini n. 5-03008 del 22 ottobre 2024.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Tassinari n. 4-01435 del 1° agosto 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03037;

   interrogazione a risposta orale Giagoni n. 3-01519 del 28 ottobre 2024 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03027.